Johannes Tripps Taddeo Gaddi E L'impiego Dei Disegni Di Modello
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Johannes Tripps Taddeo Gaddi e l’impiego dei disegni di modello URN: urn:nbn:de:bsz:16-artdok-28581 URL: http://archiv.ub.uni-heidelberg.de/artdok/volltexte//2858 Johannes Tripps Taddeo Gaddi e l’impiego dei disegni di modello * Nel 2006 Giuditta Notarloberti individuò nel Libro di scriver gli ricordi della famiglia Gerini, redatto nel 1412, la seguente annotazione relativa ad un’opera giovanile di Taddeo Gaddi, pittore nato intorno all’anno 1300: «Fecesi in S. Ambrogio insino nel 1327 una tavola di s. Michelagnolo intagliata di legname; fella fare Geri e Michele Benedetti. Fone ricordo ché è di mano di Taddeo Gaddi, solenne maestro di dipignere. È al pilastro dell’altar maggiore, allato alla cappella delli Ottaviani» (N. 1). Per quanto, in un primo momento, ci si possa rallegrare della scoperta di questo documento, sconosciuto alla ricerca storico- artistica fino alla pubblicazione della Notarloberti, occorre tuttavia interpretarlo con cautela. Notarloberti e la ricerca successiva hanno completamente trascurato il fatto che un dipinto su tavola, raffigurante lo stesso soggetto, venne rimosso nel 1810 dalla chiesa di sant’Ambrogio e appartiene ora alla Galleria dell’Accademia di Firenze; esso porta tuttavia l’attribuzione – pienamente corretta – a Matteo di Pacino, con una datazione al 1365 circa (fig.1) (N. 2). Questo errore stilistico-attributivo commesso, nota bene, nel 1412 confondendo la maniera di Matteo di Pacino con quella di Taddeo Gaddi, ci porta in medias res al tema del presente contributo, incentrato sui Fig. 1 Matteo di Pacino, L’Arcangelo Michele tra i Santi concetti di maniera, disegno e patrono. Bartolomeo e Giuliano. Firenze, Galleria dell’Accademia * Traduzione dal tedesco: Lara Avezza della tavola eseguita da Taddeo nel 2 Per la storia del dipinto e la sua 1327, era morto a Barletta nel 1315; attribuzione a Matteo di Pacino cfr. la Notarlorberti pensava quindi ad SONIA CHIODO, Painters in Florence 1 BNCF, PASSERINI MS. 188, un’esecuzione postuma della volontà after the «Black Death». The Master of FAM. GERINI, LIBRO DI SCRIVER di Michele; cfr. GIUDITTA NOTAR- the Misericordia and Matteo di Pacino. GLI RICORDI, 1412, f. 3r. Già LORBERTI, «Fone ricordo ché è di mano A Critical and Historical Corpus of nel 2006, pubblicando per prima di Taddeo Gaddi, solenne maestro di Florentine Painting, sec. IV, vol. IX, questa fonte, Giuditta Notarloberti dipignere»: i Gerini committenti di una edited by MIKLÓS BOSKOVITS, si rendeva conto della seguente tavola sconosciuta, in: «Medioevo e Florence 2011, pp. 431 – 433, con incongruenza di date: Michele Rinascimento», XX, n. s. XVII, 2006, tavola LXVII. Benedetti, uno dei due committenti pp. 175 – 183. 1 Massimo Ferretti, nel 1976, indirizzò per o verde. Di subito, per lo lustro della carta la prima volta l’attenzione sull’uso della lucida, trasparre la fighura over disegnio «carta lucida» da parte di Taddeo Gaddi per sotto, in forma e in modo che’l vedi chiaro. l’esecuzione di disegni di modello (N. 3). Allora togli o · ppena temperata ben sottile o · Ferretti si era accorto che la figura del Cristo ppennel sottile di varo sottile, e con inchiostro della croce dipinta di Monte San Quirico puoi andare ricerchando i contorni e · lle presso Lucca e quella nell’affresco della stremità del disegno di sotto; e · cchosì Crocifissione sulla parete nord della sacrestia gieneralmente tocchando alchune ombre, sì di Ognissanti (N. 4) coincidono non solo chome a · tte è possibile potere vedere e fare; nei dettagli ma anche nelle misure (figg. 2 e e · llevando poi la carta, poi tocchare alchuni 3). Il corpo del Cristo crocifisso di Monte bianchetti et rilievi sì chome tu ài piacieri San Quirico misura in altezza 190 cm, quello su.» (N. 6). di Ognissanti – a causa della maggiore Nel caso di Taddeo Gaddi i fatti si rivelano inclinazione del capo – 185 cm (N. 5). Per però ancor più interessanti, perché non si spiegare questo fatto Ferretti citava il passo tratta semplicemente di un ricalco o disegno del Libro dell’arte di Cennino Cennini relativo con la carta lucida, come descritto dal Cennini; all’esecuzione dei ricalchi di dipinti per viste le proporzioni di 1:1 delle due opere ci mezzo di una carta lucida: «Bisognati essere troviamo evidentemente di fronte all’impiego avisato: ancora è una carta che · ssi chiama di un patronus, servito come base sia dell’ carta lucida, la quale ti può essere molto affresco, sia del dipinto su tavola. È stato utile per ritrarre una testa o una fighura o Bruno Zanardi il primo a collegare il termine una meza fighura, secondo che · ll’uomo tecnico patronus, tramandato da varie fonti truova di man di gran maestri. E per avere medievali, ai disegni di sagoma (N. 7). bene i contorni o dichiarata ogni tavola, o di Ci troveremmo quindi di fronte ad un muro ‹o di carta›, che propria la vogli tor su, esempio conservato che conferma il postulato metti questa carta lucida in sulla fighura, di Bruno Zanardi: questi, nelle sue ricerche over disegnio, attachata gientilmente in sugli affreschi del Battistero di Parma e della quattro canti con u[n] pocho di ciera rossa Basilica superiore di San Francesco ad Assisi, 3 MASSIMO FERRETTI, Una croce 5 FERRETTI, in: «Paragone» 27, ricerca di WOLF- DIETRICH LÖHR, a Lucca. Taddeo Gaddi, un nodo di n°. 317 – 319, 1976 (cfr. nota 3), p. 32, Cenninis Zeichenkiste. Ritratto, disegno tradizione giottesca, in: «Paragone» n. 1. Per la discussione critica e la und fantasia der Bilderzeugung im 27, n°. 317 – 319, 1976, pp. 19 – 40. Per bibliografia relativa alla croce di Trecento, in: «Das Mittelalter», 13-1, tutta la discussione critica riguardo Monte San Quirico, la sua possibile 2008, pp. 148 – 156. all’impiego dei disegni di modello provenienza da San Michele in Foro rimane fondamentale l’articolo di e lo stato di conservazione si veda 7 BRUNO ZANARDI, Il cantiere di ROBERT OERTEL, Wandmalerei MARCELLO GAETA, Giotto und Giotto. Le Storie di san Francesco ad und Zeichnung in Italien. Die die Croci dipinte des Trecento. Studien Assisi. Introduzione di FEDERICO Anfänge der Entwurfszeichnung und zu Typus, Genese und Rezeption. ZERI, note storico-iconografiche di ihre monumentalen Vorstufen, in: Mit einem Katalog der monumentalen CHIARA FRUGONI, Milano 1996, «Mitteilungen des Kunsthistorischen Tafelkreuze des Trecento (ca. 1290- p. 409. BRUNO ZANARDI, Giotto e Institutes in Florenz», 4 / 5, Marzo ca.1400), Münster 2013 (= «Tholos. Pietro Cavallini. La questione di 1940, pp. 217 – 314. Kunsthistorische Studien» 6, a cura Assisi e il cantiere medievale di GEORG SATZINGER), p. 302, n. 78. della pittura a fresco, Milano 2002, 4 ANDREW LADIS, Taddeo Gaddi. pp. 62 – 66. MARA NIMMO- Critical reappraisal and catalogue 6 CENNINO CENNINI, Il libro CARLA OLIVETTI, Sulle tecniche di raisonné, Columbia – London 1982, dell’arte, a cura di FABIO FREZZATO, trasposizione dell’immagine in epoca pp. 226 – 227 con fig. 54 - 1. Vicenza 2003 (= I colibrì), pp. 77 – 78. Medievale, in: «Rivista dell’Istituto Sull’origine e il significato del Nazionale d’Architettura e Storia termine disegno nel tardo Duecento e dell’Arte», 1985 – 1986, s. III, nel Trecento si veda l’approfondita n°. VIII – IX, pp. 399 – 411. 2 Fig. 2 Taddeo Gaddi, Croce dipinta, Monte San Quirico Fig. 3 Taddeo Gaddi, Crocefissione, particolare. Firenze, (Lucca), Chiesa parrocchiale Chiesa di Ognissanti, Sacrestia è giunto alla conclusione che esistevano di Monte San Quirico e nell’affresco di patroni utilizzati sia per gli affreschi che per Ognissanti, già osservata dal Ferretti, ci i dipinti su tavola (N. 8). vengono in soccorso le ricerche di Daphne Grazie alle ricerche di Daphne De Luca De Luca sui crocifissi giotteschi: «Inoltre sui crocifissi di Giotto, la genesi di una croce grazie alle indagini riflettografiche e alla dipinta può essere suddivisa in tre fasi: realizzazione di grafici dei tratti somatici, è «L’analisi delle tecniche esecutive dei stata riscontrata una notevole somiglianza nei crocifissi di Giotto ha dimostrato un fare disegni esecutivi dei volti di alcuni crocifissi operativo consolidato e ripetitivo nell’ambito a dimostrazione che esistevano sicuramente dell’esecuzione di opere coeve e sopratutto anche patroni dei soli volti da riportare sul all’interno della bottega di Giotto. supporto completando il disegno esecutivo, Prassi ripetitiva che comprende anche la e quasi sicuramente indipendenti dalle progettazione iniziale delle opere da realizzare, sagome delle figure.» (N. 10). ovvero i disegni di progetto, sicuramente L’impiego di patroni per singole parti, realizzati dal capo bottega in persona, dai all’interno dell’intera composizione, dovrebbe quali trarre in seguito disegni in grandezza spiegare anche le differenze del panneggio reale, i ‹disegni di modello› da tradurre in nei perizomi dei due crocifissi. A quanto ‹patroni› (di forma e grandezze diverse)» (N. 9). pare Taddeo disponeva di patroni per le teste Anche per quanto riguarda la diversa e patroni per i perizomi, che vennero integrati inclinazione del capo del Cristo sulla croce nella composizione finale (figg. 2 e 3). 8 BRUNO ZANARDI, Projet 9 DAPHNE DE LUCA, Crocifissi 10 DE LUCA, in: «Bollettino ICR», dessiné et «patrons» dans le chantier de giotteschi. Alcune ipotesi sull’ Nuova serie, n°. 16 – 17, 2008 la peinture murale au Moyen Âge, organizzazione del lavoro nella bottega (cfr. nota 9), p. 59. in: «Revue de l’Art», n°. 124, 1999-2, medievale, in: «Bollettino ICR», Nuova pp. 43 – 55. Zanardi, Il cantiere di serie, n°. 16 – 17, 2008, pp. 49 – 68, Giotto, 1996 (cfr. nota 7), pp. 3, in particolare p. 58. 389 – 410. 3 Fig. 4 Giotto, Croce dipinta. Firenze, Chiesa di Fig. 5 Puccio di Simone, Croce dipinta. Firenze, Ognissanti San Marco Per quanto riguarda la genesi delle croci Disegni e patroni rimanevano evidentemente dipinte e la questione dei disegni di modello in circolazione per interi decenni, perché vorrei citare un’altra fonte letteraria che essi venivano tramandati da maestro a maestro parla di Giotto e bottega: si tratta delle parole o ereditati.