CONVEGNO IL DISTRETTO MINERARIO RISO-PARINA , 22 marzo 2014

I video di tutte le relazioni e del dibattito sono visibili al sito https://vimeo.com/album/2811666 Di seguito si riporta la sintesi dell'intervento riferito alle prospettive di ricerca e alcune osservazioni del dott. geol. Sergio Chiesa. Intervento ing. Marcello De Angelis Impresa Energia Minerals Limited "Lavori di preparazione per la ripresa dell'attività mineraria a Gorno" appunti durante l'intervento

- Energia Minerals Limited presente in Italia dal 2013 - 10 permessi di ricerca richiesti nel 2008 per complessivi 4000 ettari: coinvolgono i Comuni di Ardesio, , Gorno, Oneta, , - L'attività industriale potrà affiancarsi alla fruizione delle miniere per fini storici, culturali, turistici.

La mineralizzazione si riferisce a minerale grezzo con 6% Zn+Pb - fra 1882 e 1978, in 95 anni, prodotte 600.000 t Zn e 55.000 t Pb di minerale arricchito - fra 1970 e 1982: media 36.000 t/anno, picco nel 1978 Fino al 1930 solo Zn ricavato da calamina in superficie, poi nel sottosuolo associato a Pb (e Ag). La mineralizzazione coinvolge Riso (versante seriano) e Parina (versante brembano): - lo sviluppo della coltivazione si estende per oltre 250 km di gallerie disposte su 6 livelli - 12 km di galleria fra Gorno e Zorzone, con due rami val Parina e val Vedra, utilizzata come discenderia per il trasferimento del minerale alla laveria di Oneta

Valutazioni in merito alla potenzialità: - 4 milioni t (minerale grezzo) in posizioni superficiali rimasto sul posto non estratto - 10-15 milioni t (minerale grezzo) fra 900 e 600 m slm dove la mineralizzazione superiore si ripete in profondità Quindi si prevede sfruttamento per una durata di almeno 15-20 anni. Si tratta di Società sul mercato azionario che deve rassicurare gli azionisti che investono: quindi si deve andare in profondità per certificare questa potenzialità stimata.

PROGETTO PRIMA FASE interventi previsti e obiettivi: - messa in sicurezza delle gallerie esistenti per arrivare a "pannello 7" - nuova galleria con perforazione di circa 300 m di profondità, per dare continuità fra giacimenti conosciuti e sfruttati e quelli coinvolti da nuovo sfruttamento periodo: 2014-2015 spesa prevista: 1,5 milioni € aree coinvolte: "pannello 7": lato ovest Val Vedra, località Pian Forcella per sondaggi (ingresso 1980)

SECONDA FASE interventi previsti e obiettivi: - adattamento 12 km galleria discenderia Riso-Parina per consentire il trasferimento del minerale da Val Vedra a Oneta per l'arricchimento - riattivazione della laveria per consentirà di valutare la reale potenzialità periodo: 2016  spesa prevista: 5-6 milioni € aree coinvolte: galleria discenderia Riso-Parina laveria in contrada Riso

Osservazione in merito al costo del lavoro: per la situazione italiana questo problema viene ritenuto "irrilevante" rispetto a quello presente in Australia

Osservazioni dott. geol. Sergio Chiesa

"Vi è/potrebbe esserci un altro tipo di interesse da parte della Società: dopo avere acquisito i diritti di estrazione, la Società avvia le attività prima indicate per non far decadere le concessioni già attive e quelle opzionate (durata 99 anni): infatti è necessario dimostrare di svolgere qualche attività (ricerca, manutenzione, ecc.), per non fare decadere le concessioni. I minerali verrebbero poi estratti dove ci sono meno limitazioni ambientali e normative, in genere anche a tenori più bassi dei nostri, in quanto le coltivazioni a cielo aperto sono più vantaggiose, non per l'ambiente, ma solo per l'economicità dell'attività estrattiva. Le operazioni di controllo delle risorse della Val Seriana sono/potrebbero essere destinate a mantenere il controllo del mercato e quindi tenere alto il prezzo dei minerali estratti a cielo aperto a costi inferiori."

"Comunque se gli amministratori non riescono a capire quale è l'impatto di estrazioni minerarie moderne; di conseguenza non sono in grado di porre con urgenza una serie di paletti rispetto a emissioni, alterazioni idriche e traffico su strade pubbliche. Gli australiani si sono messi in regola nei confronti delle normative minerarie italiane."

Per meglio comprendere il contesto in cui si colloca questa proposta industriale di seguito sono inserite le due schede, scaricate da Sergio Chiesa dal sito EML, riferite ai "Progetti Gorno e Val Camonica" (zinco e piombo) e ai "Progetti Novazza e Val Vedello" (uranio) e le loro sintesi. Queste schede sono molto interessanti per capire il contesto in cui EML ha assunto la sua politica industriale, in quanto sono rivolte a chi deve mettere capitale di rischio nell'investimento.

Scheda "Progetti Gorno e Val Camonica" (2011) www.energiaminerals.com/italy/gorno-and-val-camonica-projects

Location In the region of northern Energia has seven granted base metal Exploration Licences 5 at Gorno and 2 at Val Camonica which are located some ? km’s from Milan.

Location of Energia Minerals projects in Lombardy Province, northern Italy

History This region of Italy has a long history of mining extending back to the Roman period. More recently, work by State controlled Italian companies resulted in delineation of historical mining areas at Gorno, the identification of prospective outcrops at Val Camonica and the discovery of the Novazza and Val Vedello mineralised systems. Activities throughout Italy by all these entities waned during the 1980s and by 2000 all the prospective areas were free of tenements. The Gorno licences cover a number of partly interconnected old mines that were exploited up until the early 1980s. The deposits are Pb-Zn-Ag-Ba-F deposits of the Mississippi Valley Type (MVT) or Alpine Type (APT) and are part of an extensive series of deposits that occur across the Alps and adjacent European Platform. Investigation by Energia’s consultants has established that the Gorno licence areas contain more than 230 km of underground workings and have produced more than 800,000 tonnes of Pb-Zn concentrate from ore averaging around 5-6% combined Zn + Pb. The mines closed in 1985 - apparently still with significant declared reserves - but have been dormant since then. However, of greatest interest is the reported intersection in underground drilling of an underlying "lower plate" mineral system which has not previously been mined.

Geology The Gorno and the Val Camonica granted base metal licences cover old mines and mineral occurrences hosted in mid-Triassic sediments that formed a widespread platform and shelf sequence dominated by carbonates with lesser clastic sediments and rare but numerous distal volcanic units. Energia’s work at Gorno has involved compilation of the extensive historical data, all of which is in Italian and paper-based. A high-resolution digital terrain model (DTM) has been acquired to assist in controlling data location so that structural cross-sections can be drawn up. The Company will also continue geological mapping and sampling to better characterize mineralisation and establish if it is conducive to geophysical detection. The two granted Val Camonica licences are contiguous and situated some 15 km east of Gorno. They overlie approximately 4 strike kilometres of exposed dolomite containing base metal occurrences which have not previously been mined or drill tested. Recent detailed mapping by the Lombardia Geological Survey has correlated this unit with the main host to mineralisation at Gorno.

Sintesi/ evidenze scheda "Progetti Gorno e Val Camonica" (2011)

- 5 licenze di esplorazione per metalli assegnate a Gorno e 2 in val Camonica - le aree (considerando anche quelle per esplorazione uranio) sono libere da vincoli Le esplorazioni condotte dai consulenti di EML (Energia Minerals Limited) hanno stabilito che le aree coinvolte dalle licenze di Gorno sono interessate da più di 230 km di opere sotterranee e hanno prodotto più di 800.000 t di minerali arricchiti di Zn-Pb ricavati da minerale con tenore medio combinato Zn-Pb del 5-6% Le miniere sono state chiuse nel 1985, apparentemente con ancora significative riserve dichiarate Comunque, è di grande interesse la intersezione che si è presentata nella perforazione sotterranea di un sottostante sistema minerale "piano basso" (presumo quello indicato da De Angelis come pannello 7 che scende dai 900 ai 600 metri slm), che non è stato precedentemente esplorato a fondo, ma che sembra essere mineralizzato con tenori economicamente utili. I lavori di EML a Gorno hanno considerato estesi dati storici, tutti presenti in Italia e basati su relazioni scritte. E' stato acquisito un modello digitale ad alta risoluzione del terreno per aiutare la collocazione dei dati in modo che è stato possibile ricavare le sezioni trasversali. La Compagnia vuole continuare la mappatura geologica e il campionamento per meglio caratterizzere la mineralizzazione e stabilire se, per questa indagine, è utile la ricerca geofisica (^). Le due licenze accordate in Val Camonica si riferiscono a rocce dolomitiche con uno sviluppo di circa 4 km in superficie, che contengono mineralizzazioni di Zn-Pb che non sono stati precedentemente estratti o esaminati con perforazioni. Recenti mappature dettagliate a cura del Servizio Geologico della Lombardia hanno messo in relazione questa unità con il principale giacimento di Gorno.

(^) nota un documento dell'Amministrazione Provinciale di "Situazione e prospettive dell'industria mineraria e metallurgica in provincia di Bergamo" (1977) in merito alle potenzialità estrattive riferisce "... va richiamata l'attenzione sul fatto che i milioni di t di minerali accertati e possibili, sono il risultato di prospezioni riferite solo alla decima parte del territorio delle valle del Riso e della val Serina (Conca dell'Alben), fortemente indiziao in quanto a mineralizzazioni". Sergio ritiene che il documento della provincia non contenesse i risultati delle ricerche svolte a fine anni '70 e inizio '80 da Samin-Agip mineraria. In effetti le potenzialità individuate al 1977 "assommavano a 6 milioni t di minerale grezzo e alri 6 milioni t costituiscono attualmente le risorse possibili". A oggi la potenzialità individuata e infatti di 10-15 milioni t di minerale grezzo

Scheda "Progetti Novazza e Val Vedello" (2011) www.energiaminerals.com/italy/novazza-and-val-vedello-projects

Location In the Lombardy region of northern Italy Energia has two application for uranium tenements, Novazza and Val Vedello projects which are located some 60 km’s from Milan.

History The two uranium applications, Novazza and Val Vedello both overlie previously identified significant uranium mineralisation discovered by the leading Italian government-owned company AGIP SpA (now ENI SpA). Both projects contain substantial underground development that was commenced in the early 1980's in anticipation of uranium mining. However this was interrupted when Italy closed down its domestic nuclear power program after a referendum on the subject in 1987. Novazza is situated on a forested hill slope at about 1000 m altitude, some 6 km of underground development exists with offices and workshops under care and maintenance. No ore mining has been conducted to date. Val Vedello lies some 12 km further to the north at higher altitude. In a further referendum held on 13 June 2011, Italian citizens voted to repeal laws passed in the previous year to restart a domestic nuclear energy program in the country. While the outcome of this referendum removes the likelihood of Italian domestic demand for uranium, local consumption is not necessary for the successful exploration for and development of uranium projects - as demonstrated in Australia. The Licences in northern Italy are located near to other potential markets for uranium within Europe as well as export facilities for the global market. It continues to be Energia's understanding that the nuclear energy laws do not directly affect the authorisation process for the granting of the uranium Exploration Licence Applications in northern Italy; accordingly, the Company will continue to pursue the grant of these licences.

Geology The applications at both Novazza and Val Vedello cover volcanogenic or vein-hosted uranium-polymetallic mineralisation that is hosted in lower Permain volcanics and volcanogenic sediments which originally developed in fault-bound extensional basins over metamorphic basement. The mineralisation comprises the uranium oxide pitchblende associated with massive sulphides (predominantly sphalerite). This style of mineralisation may be responsive to a range of ground based or aerial geophysical techniques and it is significant that a number of other, less well-investigated uranium occurrences are known in the area. AGIP SpA conducted extensive drilling (predominantly underground diamond totalling 2,000 metres) at Novazza in addition to development on three levels. Based on an analysis of this historical extensive work, the Independent Geologist for Energia’s IPO concluded that an Exploration Target of 2.5-3 Mlbs of U3O8 at a grade of between 1,000 ppm to 2,000 ppm U3O8 could be inferred for the Novazza deposit. It is also reported to be open down plunge and along strike. Less information is available for the Val Vedello deposit located within Energia’s second application area in a less accessible area at higher altitude north of Novazza. However, it is regarded by Italian geologists as a similar style of deposit which is possibly larger but of lower grade than Novazza. Energia will continue to work with the Italian authorities to secure the grant of the Novazza and Val Vedello tenements so that due diligence can be performed on the historical work and the potential of these intriguing deposits can be assessed.

Sintesi/ evidenze scheda "Progetti Novazza e Val Vedello" (2011)

Entrambe le due domande di sfruttamento, concernenti Novazza e Val Vedello, hanno in precedenza individuato una significativa mineralizzazione di uranio su iniziativa della società a capitale pubblico AGIP spa (ora ENI spa). Entrambi i progetti contengono un importante sviluppo sotteraneo che è stato iniziato nei primi anni '80 in previsione dell'estrazione di uranio. Comunque questa iniziativa è stata interrotta quando l'Italia ha escluso il programma energetico nucleare nazionale dopo un referendum sulla questione nel 1987. Novazza è situata su un pendio boschivo a circa 1000 m di altezza, sono presenti circa 6 km di lavori sotterranei con uffici e costruzioni mantenuti e manutenuti. Nessun minerale è stato estratto fino a oggi. Val Vedello si sviluppa per oltre 12 km verso nord ad altitudine più elevata. In un altro referendum tenutosi il 13 giugno 2011, i cittadini italiani hanno votato per abrogare le leggi approvate nell'anno precedente destinate a far ripartire un programma energetico nucleare nazionale nel paese. Mentre l'esito di questo referendum esclude la prospettiva di una domanda nazionale italiana per l'uranio, un consumo locale non è necessario per una positiva esplorazione e sviluppo dei progetti uranio, come dimostrato in Australia. Le licenze di sfruttamento nel nord Italia sono situate vicine ad altri potenziali mercati per l'uranio, sia in Europa, sia per dimostrare la capacità di esportare nel mercato globale. Rimane il convincimento di EML che le leggi sull'energia nucleare non abbiano direttamente conseguenza sui processi autorizzativi di concessione degli interventi di licenza esplorativa nel nord Italia; di conseguenza la Compagnia vuole continuare nel perseguire la concessione di queste licenze. Questa forma di mineralizzazione, sia a Novazza che in Val Vedello, può essere sensibile a una serie di tecniche riferite al terreno o tecniche geofisiche tramite rilevamento aereo ed è significativo che un gruppo di altre tecniche, meno bene investigate, è conosciuto in questa area. AGIP spa ha condotto ulteriori estese perforazioni (principalmente scavi sotterranei a Novazza per un totale di 2000 m) sviluppate su tre livelli. Basandosi su un'analisi di questo esteso lavoro storico, i Geologi Indipendenti per Energia concludono che un obiettivo di estrazione di 2,5-3 Mlb di ossido di uranio (U3O8) (corrispondenti a 1,1-1,4 milioni t) con tenore fra 1 e 2 ppm di U3O8 può essere dedotto per il deposito di Novazza. Minori informazioni sono disponibili per il giacimento della Val Vedello, situato all'interno di una seconda fase di intervento, in un'area meno accessibile a maggiore altitudine situata a nord di Novazza. Comunque, questo è considerato dai geologi italiani come un deposito di forma simile che è probabilmente più esteso ma a tenore più basso di Novazza (^). EML intende continuare a lavorare con le autorità italiane per assicurare lo sfruttamento dei due giacimenti, mantenendo la dovuta assidua diligenza a questo obiettivo, definito in base ai lavori storici, in modo che potrà essere confermata la potenzialità di questi affascinanti depositi.

(^) nota gli australiani non considerano l'ultimo rapporto di fattibilità "ValveNova", presentato da Agip spa nel luglio 1981, relativo allo sfruttamento congiunto dei giacimenti. Il progetto prevedeva il trasferimento sotterraneo del minerale estratto in val Vedello dalla base della miniera allo sbocco della val del Salto, tramite gallerie di ribasso, e collocazione dell'impianto di trattamento in località Cascina di Campo (1400 m), dove sarebbe stato trasferito, con nuova strada da Fiumenero all'area proposta, il minerale proveniente da Novazza. Spunti dalla lettura del documento "MINIERE TRADITE" note a "cancellazione della memoria storica e blocco del turismo" Per quanto riguarda i volumi da collocare, derivanti dalla selezione del minerale. Questi sono pari a circa 3 volte i volumi cavati: 15 milioni t di minerale cavato corrispondono a 6 milioni di m cubi di roccia compatta, che diventano circa 18 milioni di m cubi di roccia frantumata; questo volume corrisponde a quello trasportabile da circa 400000 autocarri da caricare e da destinare al trasporto sotterraneo o di superficie. I 400000 autocarri in 10 anni di attività corrispondono a 200 trasporti al giorno. "Il materiale di scarto verrà scaricato nelle gallerie già esistenti" Andrebbero fatte valutazioni in merito alla reale fattibilità di utilizzare il sottosuolo: occorre considerare che i cunicoli esistenti non risultano fruibili da mezzi moderni e quindi il trasporto e deposito del materiale di scarto dovrebbe prevedere impegnativi lavori di preparazione e specifiche infrastrutture.

"Montagna che si farà radioattiva" E' dimostrata l'esposizione degli addetti che operano nel sottosuolo ai prodotti di decadimento del gas radon, esposizione lavorativa che determina un "significativo incremento" della mortalità per tumori polmonari. Questo rischio è documentato anche dall'indagine epidemiologica Studio di mortalità dei minatori di piombo-zinco della Val Seriana, pubblicata da R. Paganoni, M. Ronchin e altri nel 1989 sulla rivista "La Medicina del lavoro" numero 80-6. Lo studio ha considerato 1392 addetti nel periodo 1950 - 1980 e conclude: "I minatori della Val Seriana mostrano elevati tassi di mortalità per tutte le cause, con particolare riferimento alle malattie respiratorie (soprattutto la silicosi), al tumore polmonare e alla tubercolosi". Come risaputo, la radioattività che deriva dai prodotti di decadimento del radon decade in breve tempo e non coinvolge le rocce portate in superficie. Sembra fuorviante raccogliere paura irrazionale su una affermazione non corretta, cioè affermare che le rocce cavate in val del Riso siano radioattive.

Sembra pretestuoso appellarsi alla conservazione degli "antichi tracciati del sottosuolo", se si osserva che tipo di conservazione è stata fatta per i manufatti che si possono osservare in superficie, ma anche rispetto alla complessiva tutela del territorio. nota a "l'uranio che verrà" "I giacimenti di Novazza, considerata la vicinanza geografica, sarebbero collegabili tramite gallerie alle miniere della val Parina" Una galleria rettilinea che collega Novazza con la testata della Val Parina (Zorzone), oppure Gorno, sarebbe lunga 27 km; occorre poi considerare che per non uscire in superficie in corrispondenza alle intersezioni della Val Grabiasca, della Val Sanguigno e della Val Canale, la galleria dovrebbe ribassarsi rispetto alle quote di ingresso e di sbocco. Lo scavo di questa galleria non rientra fra le concessioni attualmente già acquisite da EML note a "quale alternativa" Due obiezioni che sono preliminari e decisive: - il nostro futuro non prevede impiego di zinco e piombo? - le risorse materiali le facciamo sempre e comunque estrarre da altri, lontano da noi? Questo non significa assolutamente accettare l'intervento e i programmi di EML, ma esprime la necessità di potere entrare nel merito delle scelte industriali e discutere le condizioni di approvvigionamento. Ovviamente è diverso il discorso in merito all'opposizione riferita all'estrazione di uranio. Negli anni 1978-80 abbiamo affermato: "la miniera non serve perché non intendiamo consumare l'energia elettrica che si può produrre con questo uranio: gli stessi investimenti destinati a estrarre uranio e produrre energia nucleare consentirebbero di realizzare risparmi e razionalizzazione dei consumi in misura molto più elevata rispetto alla quota di energia elettrica che verrebbe prodotta". Questa opposizione è preliminare all'estrazione di uranio, senza neppure considerare la problematica del rischio per le persone, per l'ambiente e per l'organizzazione sociale riferito a tutto il ciclo di vita dell'energia nucleare.

"I luoghi meritano di essere difesi e valorizzati, anziché svenduti e avvelenati in nome del profitto" Il raddoppio della discarica della val di , nei comuni di Gorno e Premolo, poteva essere bloccato, anche alla luce dei programmi industriali indicati dalla stessa Pontenossa spa; la Società prevedeva, in sede di raddoppio dell'attività di trattamento dei fumi di acciaieria realizzato fra il 2003 e il 2010, il trattamento delle scorie, evitando appunto la discarica, il raddoppio dell'attività produttiva e dell'occupazione. Le Amministrazioni e la comunità hanno invece accettato il raddoppio della capacità produttiva, il raddoppio della discarica e il calo dell'occupazione.