AssoSoftwareDayPress venerdì, 03 luglio 2020 AssoSoftwareDayPress venerdì, 03 luglio 2020

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

03/07/2020 Corriere della Sera Pagina 29 5 LA vostra

03/07/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 2 C.Fo. 6 Rinvio per PagoPa, diritto a innovare e centro unico dati Pa

03/07/2020 La Stampa Pagina 4 GIUSEPPE SALVAGGIULO 8 Semplificazioni, l' Anac avvisa il governo "Pericoloso affidarsi ai commissa ri"

Agricoltura e Dogane

03/07/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 25 Vincenzo Visco 10 fisco, una riforma organica per un sistema delegittimato

Contabilità e Bilancio

02/07/2020 EutekneInfo 14 Sullo stesso immobile più agevolazioni per soggetti diversi

03/07/2020 Italia Oggi Pagina 41 PAGINA A CURA DI MASSIMILIANO FINALI 16 Un aiuto per pagare i fornitori

Fatturazione Elettronica

03/07/2020 EutekneInfo 18 Ammesso il rimborso di quanto pagato a seguito di accertamento inoppugnato

03/07/2020 Agenda Digitale 20 Fattura elettronica, cosa fare se il codice fiscale è sbagliato

03/07/2020 Agenda Digitale 21 Fattura elettronica, il metodo per individuare i termini di detrazione dell' IVA

03/07/2020 Agenda Digitale 22 FatturaPA, cosa fare se il CIG è errato

02/07/2020 Agenda Digitale 23 Fatturazione in vacanza, come fare per nuclei familiari diversi

02/07/2020 Agenda Digitale 24 Fatture elettroniche, niente sanzioni se si sbaglia la consecutio temporum

03/07/2020 Italia Oggi Pagina 31 FRANCO RICCA 25 Recupero Iva anche con verifica

Fisco e Dichiarazioni

03/07/2020 Italia Oggi Pagina 42 ROBERTO LENZU, COMPONENTE 27 Agevolazioni Covid, il comune può dire la sua 03/07/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 29 Giorgio Gavelli 29 Appalti, le proroghe dei termini complicano il rilascio del Durf

03/07/2020 Il Messaggero Pagina 9 31 Assegno unico fino a 21 anni ma resta il rebus delle risorse

03/07/2020 La Nazione Pagina 25 33 Bonus in arrivo per le auto Euro 6

03/07/2020 Italia Oggi Pagina 33 EMILIO DE SANTIS 34 Commercialisti, ok al rimborso delle ritenute

03/07/2020 Italia Oggi Pagina 29 35 Dl Rilancio/2/ Medici, 128 mln per formazione

03/07/2020 EutekneInfo 36 Effetto duplicazione di credito per le imposte estere per il prestito titoli

03/07/2020 Il Messaggero Pagina 9 38 Fisco, il Mef vuole ridurre ancora il cuneo Per l' Iva ipotesi di tagli solo su singole voci

03/07/2020 Italia Oggi Pagina 37 40 Focus sugli Isa 500 e 230

03/07/2020 Italia Oggi Pagina 32 GIOVAMBATTISTA PALUMBO 41 I soldi allo sport? Spese di pubblicità

03/07/2020 Italia Oggi Pagina 9 GIORGIO SPAZIANI TESTA * 42 Il blocco di tutti gli sfratti per fine locazione o per morosità sospende l' applicazione del diritto nel campo delle locazioni

03/07/2020 EutekneInfo 44 Interventi limitati per il quadro RR di REDDITI PF 2020

03/07/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 30 46 Niente superbonus per la nuova costruzione

03/07/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 29 G.Gav. 48 Senza certificato serve liquidità

03/07/2020 EutekneInfo 49 Superbonus del 110% solo ai condomìni per gli interventi sulle parti comuni

03/07/2020 EutekneInfo 51 Trattamento integrativo riconosciuto in via automatica dal sostituto d' imposta

Industria 4.0

03/07/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 6 Nicoletta Picchio 52 «È una occasione unica per riprogettare il Paese»

02/07/2020 Digital 4 Biz 54 3 esempi di innovazione al servizio delle risorse umane

03/07/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 14 Antonio Larizza 56 A Bressanone nasce il polo europeo della computer vision

02/07/2020 Corriere Comunicazioni 58 Advertising, il fuggi fuggi da non preoccupa Zuckerberg: "Nessun impatto"

02/07/2020 Corriere Comunicazioni 60 Associazioni no-profit contro il matrimonio Google-Fitbit: "Privacy a rischio"

03/07/2020 Corriere Comunicazioni 62 De Vecchis (Huawei): "Il 5G è questione di ecosistema"

02/07/2020 Agenda Digitale 64 Deepfake, perché bisogna prepararsi al peggio: le mosse di Facebook

03/07/2020 Corriere Comunicazioni 67 Gropelli (Etno): "Il 5G abilitatore di un modello di sviluppo più sostenibile"

02/07/2020 Agenda Digitale 68 Intelligenza artificiale e i volti del razzismo: così la tecnologia eredita i nostri difetti 02/07/2020 Corriere Comunicazioni 74 Intelligenza Artificiale, pubblicata online la strategia del Mise

03/07/2020 Italia Oggi Pagina 21 FRANCESCA SOTTILARO 75 L' innovazione per grandi e pmi

03/07/2020 Corriere Comunicazioni 77 La supply chain diventa più smart, alleanza Techsol-TiQ

03/07/2020 Italia Oggi Pagina 17 FILIPPO MERLI 79 Ora il Parkinson si può monitorare in smart working

02/07/2020 Corriere Comunicazioni 81 Più efficienza e ricavi: chi utilizza l' intelligenza artificiale "stacca" i concorrenti

03/07/2020 Corriere Comunicazioni 83 Recovery Plan, Dècina: 'Il 5G sarà la chiave di volta'

03/07/2020 La Nazione Pagina 26 84 Tomassini eletto presidente di Udith

Lavoro e Previdenza

03/07/2020 La Repubblica Pagina 24 DI MARCO PATUCCHI 85 Il governo si rassegna alla fuga di Whirlpool Patuanelli: "C' è un piano B"

03/07/2020 La Nazione Pagina 5 86 Lo storico caffè piegato dal Covid «A casa 60 dipendenti, serve aiuto»

Privacy e GDPR

02/07/2020 Agenda Digitale 88 App aziendali anti-covid e Immuni: molti punti aperti

03/07/2020 Italia Oggi Pagina 19 ANDREA SECCHI 91 Aziende-tigre grazie ai big data

03/07/2020 Agenda Digitale 93 Due anni di GDPR e ancora non ci siamo: il bilancio dell' UE

03/07/2020 Corriere della Sera Pagina 18 FRANCESCO BATTISTINI 96 Il procuratore Al Sawi, dalle inchieste sulle stragi all' immobilismo di oggi (molto gradito ad Al Sisi)

03/07/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 24 Claudio TucciLaura Virli 98 In caso di un nuovo lockdown didattica a distanza regolamentata

02/07/2020 Agenda Digitale 100 Una Sanità migliore dopo il Covid? Ecco le quattro "T" che servono

[§26452792§] venerdì 03 luglio 2020 Pagina 29 Corriere della Sera Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

foto

LA vostra

Ho ricevuto ieri dalla Regione Lombardia una mail in cui mi invita ad attivare lo Spid, l' Identità digitale, per accedere ai servizi online di Regione Lombardia e di altre Pubbliche amministrazioni. La mail si presenta con un video che spiega come procedere e finisce con un link per avviare la procedura. Peccato che il link non funzioni, informazione anche confermata dal Call Center dei servizi digitali di Regione Lombardia (800 0306060). Vorrei tanto sapere dai responsabili come è possibile che venga prodotto e diffuso un video con un simile errore, ovviamente tenendo presente che i soldi sono quelli nostri, cittadini lombardi. Maddalena Biliotti, Milano.

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[§26452793§] venerdì 03 luglio 2020 Pagina 2 Il Sole 24 Ore Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

il pacchetto innovazione

Rinvio per PagoPa, diritto a innovare e centro unico dati Pa

Spinta allo smart working, sanzioni più alte per imprese e professionisti senza Pec

C.Fo.

ROMA Un lungo insieme di norme per l' innovazione, rivolte soprattutto alla Pubblica amministrazione, compare nelle bozze del Dl semplificazioni. In questi giorni tra l' altro, il ministero dello Sviluppo economico ha spezzato la lunga impasse che aveva congelato le strategie nazionali sulla Blockchain (posta ora in consultazione pubblica) e quella sull' Intelligenza artificiale (ieri è stato pubblicato il documento definitivo post consultazione). Diritto a innovare Proprio queste due filiere tecnologiche, insieme a economia circolare, cloud computing, comunicazioni elettroniche, internet of things, smart city, rientrano tra quelle che potranno beneficiare della norma sul "diritto a innovare": le imprese che intendono sperimentare nuove iniziative possono presentare un progetto alla presidenza del consiglio per ottenere un' autorizzazione che sostituisce ad ogni effetto tutti gli atti di assenso, permessi, autorizzazioni, nulla osta di competenza di altre amministrazioni statali. PagoPa e identità digitale In considerazione dei ritardi legati all' emergenza Covid-19, i pagamenti alle pubbliche amministrazioni dovranno essere effettuati dai prestatori di servizi di pagamento esclusivamente attraverso PagoPA a partire dal 28 febbraio 2021 (e non dal 30 giugno 2020). Diverse le novità per i cittadini, ad esempio la possibilità di utilizzare l' identità digitale Spid anche per accedere a servizi delle concessionarie e delle controllate pubbliche. Oltretutto la verifica dell' identità digitale, attraverso l' applicazione AppIo, equivarrà alla esibizione del documento di identità nei casi in cui si richiede che questo sia trasmesso per via telematica. E attraverso AppIo le pubbliche amministrazioni dovranno rendere i propri servizi fruibili in rete direttamente da smartphone e tablet. Smart working e dati pubblici Spazio alle misure per favorire il "lavoro agile", come l' obbligo per le Pa di acquistare sistemi informatici idonei all' attività dei lavoratori da remoto. Viene poi disciplinata la Piattaforma notifiche della pubblica amministrazione, dove i cittadini potranno trovare caricati digitalmente gli atti, i provvedimenti, gli avvisi e le comunicazioni oggetto di notificazione incluse quelle relative alla riscossione. Arriva anche la norma per accelerare la razionalizzazione delle migliaia di data center disseminati a livello nazionale. La presidenza del consiglio, si legge, «promuove lo sviluppo di un' infrastruttura ad alta affidabilità distribuita sul territorio nazionale» per il consolidamento dei vari centri. Sanzioni se non si indica la Pec Per le società, tranne che per quelle di nova costituzione, scatta

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[§26452793§] venerdì 03 luglio 2020

Il Sole 24 Ore Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

il raddoppio delle sanzioni (fino a 2mila euro) per mancata comunicazione della posta elettronica certificata (ora domicilio digitale) al registro delle imprese. Le imprese individuali sono invece sottoposte alla sanzione prevista dall' articolo 2194 del codice civile in misura triplicata, quindi fino a 1.548 euro. Per i professionisti che non effettuano la comunicazione all' albo o elenco di appartenenza, anche dopo diffida ad adempiere, scatta la sospensione. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§26452794§] venerdì 03 luglio 2020 Pagina 4 La Stampa Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

Il presidente Merloni: "Le norme anticorruzione non sono un aggravio". Nei primi quattro mesi dell' anno il Covid brucia appalti per 19 miliardi

Semplificazioni, l' Anac avvisa il governo "Pericoloso affidarsi ai commissa ri"

GIUSEPPE SALVAGGIULO

GIUSEPPE SALVAGGIULO Prima relazione annuale post Cantone dell' Autorità anticorruzione, ma il piglio non cambia. È il presidente Francesco Merloni a parlare alla Camera. La «leale collaborazione istituzionale» non annacqua i messaggi ai naviganti della politica. «È estremamente pericoloso - ammonisce Merloni - considerare la normativa anticorruzione come un inutile aggravio» e quindi «abbassare la guardia alimentando la percezione generale che il problema non sia poi così rilevante», quando invece si conferma «una piaga sociale polverizzata e multiforme, che coinvolge quasi tutte le aree territoriali del Paese» tanto più in una «fase di emergenza» in cui «le organizzazioni criminali ricorrono sempre più spesso a sistemi corruttivi per raggiungere i loro scopi, con effetti devastanti sul sistema economico e sulle imprese sane». Segue analisi fenomenologica della «corruzione da straccioni» che alimenta le banche dati dell' Anac: «Il valore della tangente è di frequente molto basso: la funzione pubblica si vende per molto poco, a volte anche per soli 50 o 100 euro». Tra le contropartite in natura i corrotti prediligono ristrutturazioni edilizie, riparazioni casalinghe, trasporto mobili, pernottamenti, buoni benzina e pasti. Caso recente un abbacchio in cambio di un' informazione riservata. L' allarme si lega al secondo messaggio, riferito alle intenzioni del governo sul decreto semplificazioni: «Ipotesi rischiose come quelle di un largo utilizzo dei supercommissari, del "modello Genova" per alcuni appalti sopra soglia (5 milioni di euro, ndr) con amplissime deroghe e l' affidamento diretto fino a 150.000 euro senza alcuna consultazione degli operatori economici». Non che l' Anac non consideri «necessarie» le semplificazioni in un settore che nei primi quattro mesi dell' anno ha perso 19 miliardi di euro di appalti (-33,6% rispetto all' anno scorso, ma al Nord il calo arriva al 50%) e conta 22 mila procedure di gara in mezzo al guado burocratico, che bloccano 23 miliardi di investimenti. Il punto è che «non è togliendo le regole che il sistema funziona meglio. Al contrario, le deroghe indiscriminate creano confusione, i funzionari pubblici e le imprese non hanno punti di riferimento e si rischia di favorire la corruzione e la paralisi amministrativa». Lo dimostra, sostiene Merloni, l' andamento degli appalti negli ultimi anni, in costante crescita. E in particolare l' effetto del decreto sblocca-cantieri varato un anno fa dal primo governo Conte. «Le perplessità che l' Autorità aveva su quel decreto - rivendica - trovano conferma nei dati. A fronte di una crescita del mercato del 23%, quella degli appalti sotto soglia, oggetto delle semplificazioni, è stata di poco oltre il 10%». Secondo l' Anac le regole attuali contengono già la possibilità di agire in deroga e velocemente, tanto

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[§26452794§] venerdì 03 luglio 2020

La Stampa Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

più in una situazione di conclamata emergenza. Nella quale si sono spesi 3 miliardi di euro per dispositivi di protezione e ventilatori polmonari. Oltre 1,1 miliardi per mascherine, quasi 1 miliardo per guanti camici e visiere, 400 milioni per ventilatori, 100 mila euro per tamponi (il che, tra l' altro, conferma l' eccessiva ospedalizzazione a scapito del testing nella prima fase della pandemia). Quattrini spesi in grandissima parte senza gara: il 77% invitando alcune imprese a presentare preventivi, il 20% con affidamento diretto. Quasi il 40% della spesa straordinaria per la pandemia è stata effettuata a livello centrale da Consip, Protezione Civile e commissario straordinario Arcuri. Il resto da Regioni e Comuni. La Lombardia ha speso 356 milioni, la Toscana 257, il Piemonte 211, la Campania 203, il Veneto 170, la Liguria 107, l' Emilia Romagna 97. L' Anac ha fornito pareri sulla congruità dei prezzi. Insomma la semplificazione, volendo, c' è già. Il che sconsiglierebbe di terremotare ancora il sistema. Basti pensare alla fantozziana sorte del regolamento unico: pensato per snellire il Codice degli appalti di 220 articoli, risulta desaparecido dopo che, rimbalzando tra i ministeri, le bozze si erano gonfiate fino a 313 articoli. «Un testo piuttosto robusto», dice Merloni con un certo gusto dell' eufemismo. Più utile (ma difficile e propagandisticamente meno efficace) sarebbe intervenire nelle due fasi in cui le opere si impantanano più spesso. Progettazione ed esecuzione, prima e dopo le gare, quando si scontano impreparazione tecnica delle amministrazioni e difficoltà (per non dire di varianti e contenziosi) delle imprese. - © RIPRODUZIONE RISERVATA il dossier francesco merloni presidente autorità anticorruzione Togliendo regole il sistema non migliora Le deroghe creano confusione e paralisi amministrativa Per la pandemia spesi 3 miliardi, il 40% a livello centrale e perlopiù senza gara È una corruzione da straccioni: la funzione pubblica si vende anche per 50 o 100 euro.

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[§26452795§] venerdì 03 luglio 2020 Pagina 25 Il Sole 24 Ore Agricoltura e Dogane

fisco, una riforma organica per un sistema delegittimato

Vincenzo Visco

Parlando di riforma fiscale occorre innanzitutto chiarire se ci si riferisce a interventi settoriali o a una revisione complessiva del sistema. Dopo oltre 20 anni dalla ultima revisione organica (la riforma Visco del 1996-97, a sua volta introdotta dopo più di 20 anni da quella del 1973), si può forse prendere atto del fatto che, passato un ventennio in cui il sistema tributario è stato sottoposto a shock successivi, interventi episodici poco ragionati e ancor meno coordinati, e ad abusi sistematici, è giunto il momento per una revisione complessiva e organica, dato che esso si è progressivamente trasformato nel luogo della assoluta discrezionalità e spesso dell' arbitrio, mentre per svolgere in modo corretto la sua funzione, dovrebbe essere un insieme logico e coerente di istituti e procedure basati su princìpi di razionalità economica. In quest' ottica i punti salienti da prendere in considerazione sembrano i seguenti: 1 Da più parti nelle si è lamentato il fatto che il recente provvedimento sul cuneo fiscale violava i criteri di "equità orizzontale". È assolutamente vero, ma ciò è vero anche per gli 80 euro di Renzi, per gli interventi di forfettizzazione dei lavoratori indipendenti di Salvini-Conte-Di Maio, per la detassazione dell' agricoltura di Martina e per la miriade di interventi di agevolazione privi di ogni giustificazione e razionalità introdotti, anno dopo anno nella forma di spese fiscali e incentivi vari. La situazione che si è creata richiederebbe un intervento radicale a livello Costituzionale. L' art. 53 che prevede il principio di progressività ("l' equità verticale") andrebbe integrato con la previsione esplicita dell' altro principio che secondo gli esperti dovrebbe caratterizzare un decente sistema fiscale, per l' appunto il principio di "equità orizzontale". Si dovrebbe quindi aggiungere all' art. 53 della Costituzione, dopo «...criteri di progressività», «e di uniformità del prelievo per contribuenti con le stesse capacità economiche e condizioni personali». Solo così si potrebbe (forse) mettere un argine alla discrezionalità e agli interventi irrazionali. 2 L' Irpef è l' imposta più importante del nostro sistema tributario, e quella più martoriata. La struttura del prelievo non è più progressiva: le aliquote effettive salgono e scendono in modo casuale. Dalla base imponibile che già fin dall' inizio non comprendeva i redditi di capitale, sono state escluse ulteriori categorie di reddito, e introdotte decine di detrazioni immotivate, sicché oggi essa è un simulacro (dannoso) di ciò che dovrebbe essere un' imposta sul reddito. Essa andrebbe ridisegnata, tenendo presente che, partendo dalla situazione attuale (cioè dopo gli 80 euro e la correzione per il cuneo), se si volesse intervenire senza penalizzare nessuno, bisognerebbe ridurne l' incidenza in misura non trascurabile. Il grado di progressività da applicare è una scelta politica. Tuttavia, va ricordato che una struttura

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[§26452795§] venerdì 03 luglio 2020

Il Sole 24 Ore Agricoltura e Dogane

"piatta" (con poche aliquote) concentra maggiormente (a parità di gettito) il prelievo sui ceti medi che a parole tutti vorrebbero proteggere. Inoltre, dato il progressivo aumento della diseguaglianza nella distribuzione dei redditi, una maggiore progressività non sarebbe fuori luogo. Il ricorso a una funzione matematica continua per determinare le aliquote medie potrebbe essere utile. Ma il problema principale riguarda la base imponibile, cioè i redditi che sono oggi esclusi dall' imposta, determinando forti disparità di trattamento a parità di reddito. Una volta fallito il tentativo della riforma Visco (1996-97) di introdurre un sistema di Dual income tax, le soluzioni razionali possibili sono due: o si reintroducono nella base imponibile tutti i redditi oggi esenti o tassati con aliquote ridotte previa una correzione in base al rendimento ordinario degli investimenti da capitale e una rimodulazione delle aliquote, o si trasforma esplicitamente l' Irpef in un' imposta sui soli redditi da lavoro e le si affianca un' imposta autonoma personale e progressiva sui redditi patrimoniali. 3 L' evasione di massa nel nostro Paese continua a essere motivo di frustrazione e polemica. In proposito occorre superare equivoci e resistenze: se l' evasione è di massa, le misure di contrasto devono riguardare tutti i contribuenti. Negli ultimi anni sono state adottate numerose misure proposte in passato da chi scrive anche su questo giornale, dallo split payment, al reverse charge, alla fatturazione elettronica, all' invio telematico dei corrispettivi. Queste misure hanno prodotto risultati positivi, tuttavia, per quanto riguarda la fatturazione elettronica, di molto inferiori alle (mie) aspettative. Vedremo cosa accadrà con i corrispettivi, ma sarebbe necessario verificare cosa non ha funzionato con la fatturazione elettronica, eliminare le attuali esclusioni e fare i relativi controlli, verificare se i più elevati pagamenti di Iva si traducano in maggiori dichiarazioni Irpef, Ires, ecc... Andrebbe poi introdotto un sistema di ritenute generalizzato ai fini delle imposte sui redditi. Anche altri interventi di dissuasione preventiva possono essere introdotti, tuttavia il problema principale è attrezzare l' amministrazione a un mondo in cui l' intelligenza artificiale muterà completamente il sistema attuale di accertamento, verifica e controllo. Ed è precisamente questo che il Garante della Privacy non sembra riconoscere nelle sue delibere, recando così danni gravissimi al funzionamento della macchina fiscale. In ogni caso, le nuove tecnologie sembrano in grado di eliminare gradualmente il fenomeno dell' evasione. Ma bisogna volerlo. 4 La tassazione delle imprese è fortemente condizionata dalla concorrenza fiscale a livello internazionale che ha fatto scendere le aliquote dell' imposta sulle società in tutto il mondo. La questione va quindi affrontata, e possibilmente risolta, a livello sovranazionale (Ocse e Unione europea). La recente lettera dei ministri delle Finanze italiano, francese, tedesco e spagnolo sul contrasto ai paradisi fiscali va nella giusta direzione, ma deve tradursi in provvedimenti e pressioni adeguate per lo meno nei confronti dei paradisi fiscali interni all' Europa e alla stessa zona euro, altrimenti risulterà inutile come altre analoghe lettere scritte in passato. Sarebbe importante riuscire a portare all' approvazione almeno la direttiva Ccctb (Common consolidated corporate tax base) che fa riferimento a una proposta (italiana)

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[§26452795§] venerdì 03 luglio 2020

Il Sole 24 Ore Agricoltura e Dogane

di oltre 20 anni fa. Lo stesso meccanismo di bilanci consolidati e determinazione del reddito a livello di gruppo con successiva ripartizione dei profitti tra i diversi Paesi andrebbe sostenuto a livello Ocse. L' attuale sistema di tassazione Ace che incentiva gli investimenti appare adeguato. Molte agevolazioni e incentivi potrebbero invece essere razionalizzati o del tutto aboliti. 5 Ma la questione principale che i sistemi fiscali dei Paesi sviluppati si trovano a dover affrontare è un' altra, e precisamente il progressivo inaridirsi dei redditi di lavoro come base per la tassazione. Fino agli anni 80 del secolo scorso la quota dei redditi di lavoro rispetto al Pil si aggirava intorno al 65% e più. Oggi essa è scesa in molti Paesi, Italia inclusa, sotto il 50% (e i redditi di lavoro dipendente non superano il 40% del totale). I sistemi fiscali disegnati dopo la fine della seconda guerra mondiale facevano quindi affidamento per il finanziamento della spesa pubblica soprattutto su imposte e contributi sociali sui redditi di lavoro. Del resto a quei tempi i governi erano impegnati a realizzare e mantenere la piena occupazione, e quindi il prelievo appariva equilibrato, tanto più che l' imposta sulle società si aggiungeva all' imposta sul reddito. Ora tutto è cambiato e il prelievo risulta fortemente sperequato a danno dei redditi di lavoro. Per esempio nel nostro Paese il rapporto tra prelievi sul lavoro e prelievi sugli altri redditi (profitti, interessi, rendite, royalties, ecc.) risulta di 3 a 1, rispetto a una ripartizione del reddito di 47 a 53%. Non dovrebbe destare sorpresa, quindi, il fatto che i redditi di lavoro risultano iper-tassati. Se si vuole superare questa situazione e affrontare razionalmente la questione del cuneo fiscale sul lavoro, bisogna porsi l' obiettivo di cambiamenti strutturali rilevanti nel nostro sistema fiscale e contributivo. Se non si vuole essere costretti ad abbandonare i nostri attuali sistemi di welfare occorre ridistribuire il prelievo e soprattutto superare un approccio esclusivamente assicurativo al sistema previdenziale. L' ipotesi di un prelievo generalizzato sul valore aggiunto appare quella più ragionevole. Per questa via il cuneo fiscale potrebbe dimezzarsi. 6 Altri interventi sarebbero altresì necessari: l' Iva andrebbe ristrutturata su una sola o due aliquote al fine di ridurre o impedire l' evasione da arbitraggio sulle aliquote (almeno 10 miliardi); l' imposta sulle successioni dovrebbe essere strutturata in modo da incentivare la redistribuzione volontaria dei patrimoni più elevati anche all' esterno del nucleo familiare; l' imposta di registro proporzionale dovrebbe essere abolita. Le imposte sull' energia (accise, ecc.) dovrebbero essere ridisegnate secondo una logica di carbon tax. Nel contesto della riforma dovrebbero essere rivisti i meccanismi di finanziamento degli enti locali e delle Regioni. Le attuali addizionali Irpef andrebbero trasformate in sovraimposte in modo da non consentire una deformazione della progressività dell' imposta sul reddito a livello locale. L' Imu attuale dovrebbe essere assorbita nel prelievo a base patrimoniale dei redditi di capitale prevedendo opportuni criteri di ripartizione e di autonomia impositiva a livello locale. Questo è quanto sarebbe necessario oggi per riformare in modo equo e razionale un sistema fiscale che ha perso ogni logica economica e legittimità. Dubito fortemente che esistano le condizioni politiche

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[§26452795§] venerdì 03 luglio 2020

Il Sole 24 Ore Agricoltura e Dogane

e la consapevolezza necessaria. Speriamo almeno che eventuali singoli interventi siano coerenti con un quadro logico di riferimento accettabile. Presidente centro studi Nens © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§26452796§] giovedì 02 luglio 2020

EutekneInfo

Contabilità e Bilancio

Sullo stesso immobile più agevolazioni per soggetti diversi

I recenti chiarimenti dell' Amministrazione finanziaria incrementano i vantaggi fiscali per le imprese che eseguono interventi sugli immobili

Sulla base dei principi espressi dalla Corte di Cassazione (sentenze del 12 novembre 2019 nn. 29162 , 29163 e 29164 e 23 luglio 2019 n. 19815 e 19816 , peraltro condivise a suo tempo dalla norma di comportamento dell' AIDC n. 184/2012 ) e riconosciuta la condivisibilità di tali affermazioni di principio da parte dell' Avvocatura generale dello Stato, con la ris. n. 34/2020 anche l' Agenzia delle Entrate si è uniformata a quanto deciso dai giudici di legittimità, superando i chiarimenti forniti nei precedenti documenti di prassi (ris. n. 303/2008 e n. 340/2008; si veda " Eco e sismabonus per tutti gli immobili delle imprese, dietrofront dell' Agenzia " del 26 giugno 2020). Le detrazioni IRPEF/IRES per gli interventi di riqualificazione energetica e per quelli antisismici, pertanto, spettano ai titolari di reddito d' impresa che effettuano gli interventi sugli immobili posseduti o detenuti, a prescindere dalla loro destinazione (in altre parole, le agevolazioni competono sia per gli immobili "strumentali", sia per i "beni merce", sia per quelli "patrimoniali"). Alla luce dei nuovi chiarimenti, quindi, i maggiori vantaggi fiscali che possono ottenere le imprese in generale ed ancor più le imprese di costruzione e ristrutturazione immobiliare sono evidenti. Possono, dunque, beneficiare dell' ecobonus, così come del sismabonus, tutti soggetti titolari di reddito d' impresa, fra i quali rientrano gli imprenditori individuali , le società di persone (snc, sas), le società di capitali (srl, spa, sapa, società cooperative e società di mutua assicurazione) e gli enti commerciali che sostengono le spese per l' esecuzione dei previsti interventi. Duplice beneficio fiscale per le imprese Sulla scorta dei chiarimenti contenuti nella circolare Agenzia delle Entrate 13 maggio 2011 n. 20 , al 3.4 (si veda " Duplice beneficio per imprese e professionisti per il bonus facciate " del 20 marzo 2020), le imprese che sostengono spese per interventi agevolati ai sensi dell' art. 1 commi 344-347 della L. n. 296/2006 cumulano i vantaggi fiscali legati alla detrazione d' imposta (IRPEF o IRES) del 65-50% con quelli legati alla deduzione dei costi sostenuti in sede di determinazione del reddito d' impresa. In altre parole, una società soggetta all' IRES che svolga interventi di riqualificazione energetica che danno diritto all' agevolazione trarrà un duplice vantaggio fiscale : quello derivante dalla detrazione IRES (risparmio d' imposta) pari al 65-50% della spesa sostenuta e quello derivante dalla deduzione dei costi dell' intervento (per gli immobili in proprietà, ad esempio, sotto forma delle quote di ammortamento calcolate sul costo dell' immobilizzazione; si veda anche " Risparmio energetico, duplice vantaggio fiscale per le imprese " del 4 ottobre 2013). In aggiunta, nel caso di fabbricati interamente recuperati da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie, tramite interventi di restauro e risanamento conservativo o ristrutturazione edilizia, in capo all'

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[§26452796§] giovedì 02 luglio 2020

EutekneInfo

Contabilità e Bilancio

acquirente o assegnatario delle singole unità immobiliari compete la detrazione ai sensi del comma 3 dell' art. 16- bis del TUIR. In questo caso, all' acquirente o assegnatario spetta la detrazione IRPEF nella misura del 50% del valore dell' intervento eseguito che si considera pari al 25% del prezzo dell' unità immobilare, quale risulta dall' atto pubblico di acquisto o assegnazione, entro l' importo massimo di 96.000 euro per unità immobiliare. Ad esempio, il contribuente che nel corso dell' anno 2020 acquista un' abitazione al prezzo di 350.000 euro può beneficiare della detrazione del 50% su 87.500 euro (25% di 350.000 euro). La detrazione IRPEF spettante è pari a 43.750 euro. Incentivi maggiori spettano poi agli acquirenti delle unità immobiliari che consentono di ottenere il c.d. "sismabonus acquisti" di cui al comma 1- septies dell' art. 16 del DL 63/2013 (si veda " Opportunità fiscali da cogliere nel 2020 e 2021 per gli immobili delle imprese " del 1° luglio 2020).

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[§26452797§] venerdì 03 luglio 2020 Pagina 41 Italia Oggi Contabilità e Bilancio

Chiarimenti della Cassa depositi e prestiti sul Fondo per le anticipazioni di liquidità

Un aiuto per pagare i fornitori

Ultimi giorni per accedere ai 12 mld a disposizione

PAGINA A CURA DI MASSIMILIANO FINALI

Pagamenti ai fornitori, ultimi giorni per accedere ai 12 miliardi di euro a disposizione degli enti territoriali. Il ricorso all' anticipazione di liquidità deve essere autorizzato con delibera di giunta esecutiva a tutti gli effetti di legge, ma non esiste un format vincolante di atto deliberativo. Potranno essere anticipati solo i debiti registrati nella Piattaforma del Crediti commerciali. Sono questi alcuni dei chiarimenti diffusi dalla Cassa depositi e prestiti per agevolare l' accesso al fondo per le anticipazioni di liquidità con cui gli enti territoriali possono accelerare i pagamenti verso i fornitori, supportando i territori colpiti dall' emergenza Covid-19. Il 7 luglio 2020 sarà l' ultimo giorno utile per accedere al fondo previsto dal decreto legge «Rilancio», con cui sono messi a disposizione 12 miliardi di euro. La nuova liquidità permetterà di effettuare i pagamenti di debiti certi, liquidi ed esigibili, relativi a somministrazioni, forniture, appalti e obbligazioni per prestazioni professionali, dovuti sia dagli enti del Servizio sanitario nazionale che da comuni, province, città metropolitane, comunità montane, unioni di comuni, regioni e province autonome per il pagamento di debiti commerciali. Fondi per 12 miliardi di euro La misura permette agli enti territoriali di ottenere liquidità per accelerare del pagamento dei debiti nei confronti delle imprese e degli altri creditori della pubblica amministrazione, nell' ambito di uno stanziamento di 12 miliardi di euro messi a disposizione dal Mef. Di questo stanziamento complessivo 8 miliardi di euro saranno destinati al pagamento di debiti commerciali degli enti locali, delle regioni e delle province autonome, mentre i restanti 4 miliardi di euro serviranno per i debiti degli enti del Servizio sanitario nazionale. Domande entro il 7 luglio 2020 Le richieste potranno essere presentate fino al 7 luglio 2020. Una volta stipulato il contratto, per i debiti commerciali gli enti territoriali riceveranno la liquidità entro 7 giorni, mentre per i debiti sanitari i 7 giorni decorreranno dalla richiesta di erogazione. Successivamente, gli enti saranno tenuti a pagare i fornitori commerciali entro 30 giorni, mentre per i fornitori sanitari ci saranno 60 giorni di tempo. Cassa depositi e prestiti comunicherà la concessione delle anticipazioni agli enti beneficiari entro il 24 luglio 2020. Le anticipazioni saranno regolate a un tasso fisso dell' 1,226% e potranno essere rimborsate in una durata minima di 3 anni e massima di 30 anni. L' ente dovrà rimborsare le anticipazioni mediante il pagamento di rate costanti, comprensive di capitale ed interessi, scadenti il 31 ottobre di ciascun anno a partire dal 2022. Presentazione telematica delle istanze Per i debiti commerciali, gli enti interessati dovranno accedere all' area riservata «enti locali e p.a.» del sito internet di Cdp e compilare la richiesta online sul

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[§26452797§] venerdì 03 luglio 2020

Italia Oggi Contabilità e Bilancio

portale denominato «adl mef 2020»; l' istanza dovrà essere corredata dall' attestazione di copertura finanziaria delle spese concernenti il rimborso delle rate di ammortamento, verificata dall' organo di controllo di regolarità amministrativa e contabile. Per i debiti sanitari, gli enti interessati dovranno invece scaricare il modulo dal sito Cdp e inviare la richiesta via posta elettronica certificata. Gli interessati troveranno tutte le informazioni alla pagina www.cdp.it/anticipazioni. La dichiarazione sui debiti da pagare Gli enti interessati dovranno anche compilare un' apposita modulistica propedeutica da inviare alla Ragioneria Generale dello Stato, la quale ha già diffuso una specifica guida per l' anticipazione di liquidità. Sul sito internet crediticommerciali.mef.gov.it è disponibile una nuova funzionalità denominata «anticipazione liquidità», riservata agli utenti della piattaforma con il ruolo di responsabile dell' amministrazione debitrice di comuni, province, città metropolitane, regioni, province autonome ed enti del Servizio sanitario nazionale, per la compilazione della dichiarazione necessaria alla richiesta di anticipazione di liquidità. © Riproduzione riservata.

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[§26452799§] venerdì 03 luglio 2020

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Fatturazione Elettronica

Ammesso il rimborso di quanto pagato a seguito di accertamento inoppugnato

La Corte di Giustizia valorizza i principi di effettività e di proporzionalità

La Corte di Giustizia ha reso ieri un' importante sentenza, relativa alla causa C-835/18 , riguardante un caso di rimborso scaturente da somme pagate a seguito di accertamento non impugnato . I giudici hanno affermato che i principi di neutralità, effettività e proporzionalità non possono essere compressi in ragione del fatto che l' accertamento non possa più essere intaccato in quanto non oggetto di impugnazione se si è in presenza di un mutamento del quadro dopo la proposta di recupero tale da configurare in modo diverso il presupposto della rettifica. E ciò, si badi bene, per quanto emerge dalla sentenza quand' anche si tratti di un fatto non sopravvenuto , ma conoscibile all' epoca dell' accertamento. Nella specie, la normativa nazionale rumena è contraria al diritto comunitario ove non consenta ad un soggetto che abbia effettuato operazioni non imponibili (riqualificate come imponibili) poi rivelatesi soggette al reverse charge, di correggere le fatture e di chiedere il rimborso. La sopravvenienza di informazioni supplementari fa sì che l' accertamento, diventato definitivo, dovesse essere riletto sotto diversa prospettiva. Una società rumena aveva venduto della merce ad una società di diritto tedesco considerando le operazioni come intracomunitarie. Tuttavia l' amministrazione rumena, non ritenendo raggiunta la prova che la merce fosse fuoriuscita dal territorio nazionale, aveva emesso un accertamento ritenendo l' operazione imponibile. La società rumena non impugnava l' atto nei trenta giorni previsti dalla legge e provvedeva di conseguenza a rettificare le fatture. Il giorno successivo, la società tedesca informava la rumena di possedere un numero di partita IVA rumena, oltre a quella tedesca indicata nelle fatture. Allora, secondo il diritto rumeno l' operazione rientrava nel reverse charge e, dunque, occorreva una nuova rettifica delle fatture (in sostanza comunque l' IVA non era da addebitare in fattura). Quindi, la società rumena, a seguito di rettifica delle fatture, chiedeva l' IVA a rimborso. Il rimborso non è stato riconosciuto, per cui è stato notificato un secondo accertamento, in quanto la domanda di rimborso si poneva in contrasto con il primo rimasto inoppugnato . Decisive appaiono altresì le conclusioni dell' Avvocato generale. A suo parere il primo accertamento era fondato, al momento della sua emissione, su presupposti corretti. Tuttavia successivamente si erano verificate circostanze che mutavano i dati dell' operazione "che, per così dire, non si trovavano nella scatola al momento dell' ispezione" (punto 35 delle conclusioni). Il punto di rottura viene individuato nella richiesta del destinatario della fattura di utilizzare il numero di partita IVA rumeno: tale circostanza avrebbe mutato il regime giuridico a monte dell' operazione. L' Avvocato generale rileva inoltre, al punto 47, che la concessione al soggetto passivo di soli 30 giorni per impugnare l' atto anche qualora intervengano fatti tali da legittimare la rettifica dopo l' emissione dell' accertamento, significa svuotare di contenuto

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[§26452799§] venerdì 03 luglio 2020

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Fatturazione Elettronica

il diritto ad un ricorso effettivo. I giudici comunitari, facendo proprie tali osservazioni, affermano che il ristretto lasso di tempo compromette la possibilità di detrarre dell' IVA, facendo diventare l' esercizio di tale diritto impossibile o quantomeno eccessivamente difficile. È in tale prospettiva che i principi di neutralità, effettività e proporzionalità ostano a una normativa nazionale o a una prassi che non consenta ad un soggetto passivo che abbia effettuato operazioni che in un momento successivo si sono rivelate rientrare nel reverse charge, di correggere le fatture e di chiedere il rimborso dell' IVA indebitamente assolta, per il motivo che il periodo per il quale dette operazioni sono state effettuate era stato oggetto di un accertamento definitivo per mancata impugnazione. Il principio appare dirompente in quanto si ammette che, in ambito IVA, sia possibile, qualora ciò leda i principi di neutralità, effettività e proporzionalità , chiedere a rimborso quanto pagato a seguito di accertamento inoppugnato, anche se si possa ravvisare una negligenza del contribuente (punto 37 della sentenza) e se i fatti non siano sopravvenuti, ma conoscibili ab origine . Principio operante anche in ambito interno Nel sistema italiano, in ragione della certezza del diritto, l' atto non impugnato nei termini cristallizza la pretesa, dunque non è ovviamente ammesso il rimborso di quanto pagato, che sarebbe un evidente escamotage per eludere i termini decadenziali per il ricorso. Il principio della sentenza di ieri, però, pone dei paletti a ciò; non sembra rilevare che il termine per il ricorso sia, in Italia, di sessanta giorni e non di trenta. Se si accetta quanto sancito dalla Corte di Giustizia, sarebbe d' obbligo, onde evitare la violazione dei principi comunitari, consentire l' integrazione dei motivi di ricorso , ove la doglianza (tornando al caso di specie, relativa al fatto che, comunque l' IVA non era da addebitare in fattura) non sia stata sollevata nel ricorso.

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[§26452800§] venerdì 03 luglio 2020

Agenda Digitale

Fatturazione Elettronica

Fattura elettronica, cosa fare se il codice fiscale è sbagliato

Vediamo cosa succede se il codice fiscale riportato nella fattura elettronica è sbagliato. Attenzione, in ogni caso l' obbligo di pagamento è indipendente dall' emissione della fattura

DOMANDA Ho comunicato correttamente il codice fiscale a un tecnico idraulico per farmi rilasciare la fattura per una prestazione, ne ho ricevuto una elettronica con la lettera finale del codice fiscale errata, da pagare tramite banca entro 30 giorni. Essendo errata se non la pago che succede? Possono correggerla e farmene mandare una valida? Aniello Fontana RISPOSTA La fattura elettronica col codice fiscale errato non supererà i controlli del sistema di interscambio, per cui si ha per non emessa. Di ciò chi ha emesso la fattura è stato informato con una notifica da parte del Sistema di Interscambio. Salvo diversi specifici accordi, l' obbligo di pagamento è indipendente dalla emissione della fattura. Nel suo caso (prestazioni di servizi) l' obbligo di emissione della fattura sorge al momento del pagamento, quindi Lei non può pretenderne comunque la emissione anticipata. Per porre domande a Salvatore De Benedictis sul tema 'Fatturazione Elettronica e Conservazione Digitale' è possibile scrivere a: [email protected] Potranno essere presi in esame solo i quesiti sottoscritti con cognome e nome @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§26452801§] venerdì 03 luglio 2020

Agenda Digitale

Fatturazione Elettronica

Fattura elettronica, il metodo per individuare i termini di detrazione dell' IVA

Ecco le indicazioni normative per individuare in modo corretto i termini per la detrazione del' IVA sulle fatture di acquisto

DOMANDA Si riceve una fattura elettronica a gennaio 2020, datata gennaio 2020. Quale è il termine per registrare la fattura e mantenere il diritto alla detrazione dell' Iva? Se si riceve una fattura elettronica a gennaio 2020, datata dicembre 2019, qual è il termine per registrare la fattura e mantenere il diritto alla detrazione dell' Iva? Emanuele Di Rossi RISPOSTA Il diritto alla detrazione dell' IVA, regolamentato dall' articolo 19 comma 1 del DPR 633/1972 'sorge nel momento in cui l' imposta diviene esigibile ed è esercitato al più tardi con la dichiarazione relativa all' anno in cui il diritto alla detrazione è sorto ed alle condizioni esistenti al momento della nascita del diritto medesimo'. Quindi lei potrà esercitare il diritto alla detrazione con la dichiarazione IVA relativa all' anno d' imposta 2020. L' IVA della fattura elettronica datata dicembre 2019 e ricevuta a gennaio 2020 potrà essere portata in detrazione con le medesime modalità e nei termini indicati al punto 1. Per completezza d' argomento le segnalo che le fatture elettroniche ricevute entro il 15 gennaio di ciascun anno e con data di emissione l' anno precedente, in deroga alla regola di carattere generale che ne consentirebbe la detrazione con la liquidazione del mese di dicembre, potranno essere considerate nelle liquidazioni solo a partire dal mese di gennaio 2020. Ciò a causa della eccezione contenuta nell' articolo 1 del DPR 100/1998. Per porre domande a Salvatore De Benedictis sul tema 'Fatturazione Elettronica e Conservazione Digitale' è possibile scrivere a: [email protected] Potranno essere presi in esame solo i quesiti sottoscritti con cognome e nome @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§26452802§] venerdì 03 luglio 2020

Agenda Digitale

Fatturazione Elettronica

FatturaPA, cosa fare se il CIG è errato

Tutte le regole per rimediare a una fattura verso la pubblica amministrazione che non è stata rifiutata ma che contiene un CIG errato

DOMANDA Come si può procedere nel caso in cui su una fattura elettronica già acquisita ci si accorge che il CIG è errato - per colpa della PA che ha indicato uno Smart CIG anziché un CIG derivato ? Ivana Riva RISPOSTA Immagino che lei ponga la domanda 'lato' Pubblica Amministrazione. La cosa più semplice sarebbe chiedere al fornitore di stornare la fattura con una nota di credito e riemettere quella col CIG corretto. La norma che prevede la indicazione del CIG in fattura è finalizzata ad assicurare la tracciabilità dei pagamenti della PA e le sanzioni sono comminate qualora i pagamenti non contengano la indicazione del CIG o del CUP (dal 2% al 10% dell' importo della transazione, ai sensi del comma 2, dell' articolo 6 Legge 136/2010). Se quindi il pagamento conterrà la informazioni previste dalla legge, sotto il profilo IVA non sussisterebbe violazione di norma specifica, e, in ogni caso, si tratterebbe di una violazione che non ha avuta alcuna conseguenza per l' avvenuto raggiungimento dello scopo per cui è stata istituita. Per porre domande a Salvatore De Benedictis sul tema 'Fatturazione Elettronica e Conservazione Digitale' è possibile scrivere a: [email protected] Potranno essere presi in esame solo i quesiti sottoscritti con cognome e nome @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§26452803§] giovedì 02 luglio 2020

Agenda Digitale

Fatturazione Elettronica

Fatturazione in vacanza, come fare per nuclei familiari diversi

Ecco le regole per fatturare in modo corretto i soggiorni turistici in presenza di pagamenti distinti per diversi nuclei familiari

DOMANDA Mi occorre sapere se a fronte di una prenotazione presso un villaggio turistico di una villetta per 8 persone (famigli n.1 e famiglia n.2), con prenotazione intestata alla famiglia n.1 e relativo acconto del 30% versato sempre dal c/c della famiglia n.1, è possibile fatturare il saldo a ciascuna famiglia nella misura del 50%. Tiziano Olivieri RISPOSTA La domanda non si presta ad una risposta 'secca', perché occorrerebbe conoscere tutti i dettagli della operazione. In linea generale occorre distinguere tra il soggetto con cui si stipula il contratto e l' oggetto del contratto, considerando che il soggetto che effettua il pagamento può anche essere un terzo, a condizione che nel pagamento costui indichi che paga in nome proprio ma per conto del Signor X. La fattura va intestata a chi ha stipulato il contratto, la descrizione è la disponibilità della villetta, la eventuale scindibilità con fattura separata delle somme ricevute segue le regole sopra indicate. Per porre domande a Salvatore De Benedictis sul tema 'Fatturazione Elettronica e Conservazione Digitale' è possibile scrivere a: [email protected] Potranno essere presi in esame solo i quesiti sottoscritti con cognome e nome @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§26452804§] giovedì 02 luglio 2020

Agenda Digitale

Fatturazione Elettronica

Fatture elettroniche, niente sanzioni se si sbaglia la consecutio temporum

L' irregolarità nella datazione nell' emissione della fattura elettronica non è sanzionabile: vediamo i riferimenti normativi

DOMANDA Le pongo la seguente questione. Se la fattura emessa numero 13 riporta data 13 giugno 2020 e la fattura 14 per errore riporta data 10 giugno 2020 come posso sanare la situazione con nota di accredito nei seguenti casi: fattura già pagata fattura ancora non pagata Oppure posso lasciare la situazione così e pagare una sanzione ridotta a 1/9? Sara Chemel RISPOSTA A mio avviso la irregolarità è da considerarsi meramente formale e, in quanto tale, non passibile di sanzione ai sensi dell' articolo 6, comma 5-bis del Decreto Legislativo 472/1997. Per porre domande a Salvatore De Benedictis sul tema 'Fatturazione Elettronica e Conservazione Digitale' è possibile scrivere a: [email protected] Potranno essere presi in esame solo i quesiti sottoscritti con cognome e nome @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§26452807§] venerdì 03 luglio 2020 Pagina 31 Italia Oggi Fatturazione Elettronica

Sentenza della Corte Ue sulla possibilità di un soggetto passivo di rettificare le fatture

Recupero Iva anche con verifica

Un accertamento definitivo non impedisce il rimborso

FRANCO RICCA

L' esistenza di un accertamento definitivo non impedisce al soggetto passivo di rettificare l' Iva indebitamente addebitata alla controparte su operazioni rientranti nel regime dell' inversione contabile. In assenza di frode e di rischi per l' erario, la correzione delle fatture, al fine di recuperare l' imposta erroneamente versata, deve essere consentita, entro i termini di decadenza o prescrizione, anche se le operazioni erano state oggetto di verifica a seguito della quale era stato notificato un accertamento non più impugnabile. È quanto emerge dalla sentenza pronunciata dalla Corte di giustizia Ue ieri, 2 luglio 2020, nella causa C-835/18, promossa dai giudici romeni. Un' impresa romena che aveva effettuato nel 2013 alcune forniture di colza ad una società tedesca, trattandole come cessioni intracomunitarie esenti dall' Iva, in sede di verifica non era stata in grado di esibire i documenti comprovanti il trasferimento della merce. L' amministrazione aveva pertanto notificato nel 2014 l' accertamento, recuperando l' Iva con relativi interessi e sanzioni, a seguito del quale l' impresa, riqualificate le forniture come cessioni interne, emetteva fatture rettificative con addebito dell' imposta nei confronti della cessionaria. Quest' ultima, ricevute le fatture, chiedeva al fornitore di rettificarle indicandovi il numero identificativo romeno in luogo di quello tedesco. Inoltre, nel confermare che i beni non avevano lasciato la Romania, l' acquirente faceva presente che le forniture in questione, secondo la normativa romena, dovevano essere sottoposte al regime dell' inversione contabile. Di conseguenza, l' impresa emetteva nuove fatture rettificative con l' indicazione di tale regime e la correzione del numero identificativo dell' acquirente, riportandole nella dichiarazione del mese di marzo 2014, ove evidenziava un credito, richiesto a rimborso, per l' imposta indebitamente applicata e versata sulle prime fatture correttive. L' amministrazione rigettava però la richiesta, ritenendo preclusa, in presenza di un accertamento definitivo, la riqualificazione delle forniture come cessioni soggette all' inversione contabile. Il giudice nazionale, investito della controversia promossa dall' impresa, decideva di rivolgersi alla Corte di giustizia per sapere se una normativa o a una prassi nazionale che non consente ad un soggetto passivo che abbia effettuato operazioni che, successivamente, si sono rivelate rientrare nel regime dell' inversione contabile, di correggere le fatture al fine di conseguire il rimborso dell' Iva indebitamente fatturata e versata, per il motivo che il periodo fiscale nel quale sono state effettuate le operazioni era stato oggetto di avviso di accertamento divenuto definitivo, rispetti i principi di neutralità fiscale,

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[§26452807§] venerdì 03 luglio 2020

Italia Oggi Fatturazione Elettronica

di effettività e di proporzionalità. La Corte osserva anzitutto che, poiché le cessioni in esame rientrano nel regime dell' inversione contabile, il fornitore, ancorché abbia applicato e versato indebitamente l' Iva sulla base di un convincimento errato, non può essere considerato debitore dell' imposta, la quale deve essergli pertanto, in linea di principio, rimborsata. Il diritto di ottenere il rimborso delle imposte riscosse in violazione di norme dell' Ue costituisce infatti la conseguenza e il complemento dei diritti attribuiti ai singoli dalle disposizioni del diritto dell' Unione. La domanda di rimborso dell' Iva indebitamente versata rientra nell' ambito del diritto alla ripetizione dell' indebito. Poiché la direttiva non contiene disposizioni al riguardo, spetta agli stati membri determinare le condizioni in cui l' Iva indebitamente fatturata può essere regolarizzata, nel rispetto del principio di neutralità, che esige la possibilità di rettificare ogni imposta indebitamente fatturata, purché chi ha emesso la fattura dimostri la propria buona fede, oppure abbia eliminato completamente il rischio di perdita di gettito fiscale. Nel caso di operazioni rientranti nel regime dell' inversione contabile, il rischio di perdita di entrate fiscali connesso all' esercizio del diritto al rimborso è eliminato. Anche i principi di effettività e di proporzionalità ostano ad una normativa o a una prassi quale quella sotto esame. Nella fattispecie, nonostante la legge nazionale preveda un termine di cinque anni per la rettifica delle fatture, secondo l' amministrazione il soggetto passivo avrebbe dovuto opporsi all' accertamento nei più ristretti termini di impugnativa, quando peraltro ancora non era a conoscenza della reale natura delle operazioni, sicché non era in condizioni di esercitare concretamente il proprio diritto. Quanto al principio di proporzionalità, anche supponendo che sia dimostrata la negligenza del soggetto passivo, la sanzione del diniego totale del diritto al rimborso dell' Iva indebitamente versata, in assenza di indizi di frodi o abusi, appare sproporzionata, donde la conclusione della sentenza nel senso anticipato in apertura. © Riproduzione riservata.

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[§26452808§] venerdì 03 luglio 2020 Pagina 42 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

Agevolazioni Covid, il comune può dire la sua

ROBERTO LENZU, COMPONENTE

Le agevolazioni fiscali a favore degli operatori economici in difficoltà per fronteggiare l' emergenza economico-sociale sono aiuti di stato soggetti alla disciplina degli artt. da 53 a 64 del dl 19/5/2020 n.34, in applicazione delle ipotesi di aiuto previste dall' art. 107, paragrafo 2, lett. b) e par. 3, lett. b) del Trattato di funzionamento della Unione europea (Tfue) e lascia perplessi che gli addetti ai lavori abbiano ignorato la questione. Da una parte, pochi si sono resi conto del formidabile strumento di autonomia amministrativa che il legislatore ha messo a disposizione degli enti territoriali: in attuazione delle comunicazioni della Commissione Ue del 19/03/2020 C(2020)1863 e 13/5/2020 C(2020)164, i citati articoli consentono infatti anche ai comuni di intervenire, con proprie risorse, a favore degli operatori economici con diversi strumenti: agevolazioni fiscali; contributi, ecc. I comuni possono, per esempio, intervenire ad integrazione delle agevolazioni fiscali previste dallo Stato per il settore turistico o dei pubblici esercizi in materia di Imu, Tosap e Cosap. Ma, all' esercizio di un tale potere, fa da contraltare la previsione di obblighi, limitazioni e responsabilità a carico degli Enti. Al riguardo, si va dai limiti quantitativi massimi di aiuto per singolo operatore, ai divieti di concessione di agevolazioni a favore di operatori soggetti ad azioni di recupero di aiuti illegali, dall' obbligo di registrazione nei registi nazionali sugli aiuti di stato, agli obblighi di monitoraggio e di relazione. Tutto finalizzato a rendere trasparenti gli aiuti concessi e a informare la Commissione europea al fine dell' esercizio del controllo ai sensi dell' art. 108, par. 3 del Tfue. La violazione di tali obblighi si può tradurre, ai sensi dell' art. 43 della legge 234/2012, in azione di rivalsa dello Stato Italiano a carico degli Enti che hanno elargito aiuti illegali. Lasciano perplessi le varie circolari che hanno trattato questioni quali il differimento dell' acconto Imu o delle riduzioni in materia di tassa rifiuti. Il differimento dell' acconto Imu come la moratoria delle sanzioni costituiscono di per se aiuti di stato che se disciplinate a vantaggio solo di determinate categorie di operatori economici rientrano nell' ambito dell' applicazione della normativa esposta, come si legge nelle Comunicazioni della Commissione. Costituisce, altresì, aiuto di stato porre la copertura del mancato gettito conseguente alla riduzione dei coefficienti K a carico del bilancio comunale per la parte che dovrebbe essere coperta con la tassa rifiuti degli operatori economici. A maggior ragione, lasciano perplessi le recenti delibere di Arera in materia di riduzioni Tari che sembrano non tener conto di quanto sopra né delle competenze attribuite ai comuni per legge. Si tratta di utilizzare la fiscalità locale per dare e non per ricevere ovvero un approccio nuovo e necessario per supportare il sistema

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[§26452808§] venerdì 03 luglio 2020

Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

economico sociale in difficoltà. Serve un salto di qualità. © Riproduzione riservata.

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[§26452809§] venerdì 03 luglio 2020 Pagina 29 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

VIGILANZA

Appalti, le proroghe dei termini complicano il rilascio del Durf

L' impatto dei rinvii per l' emergenza Covid-19 e il nodo del software Reverse charge e split payment: i problemi per chi opera con la Pa

Giorgio Gavelli

Il passaggio tra le forche caudine degli adempimenti previsti dalla nuova disciplina sulla vigilanza del committente sui versamenti di ritenute da parte di appaltatori/subappaltatori e imprese assegnatarie (articolo 4 del Dl 124/2019) diventa sempre più complicato. Oltre alle difficoltà di comprendere quale procedura abbiano istituito i singoli uffici per il rilascio dei certificati dopo la riapertura da lockdown (comprese le direzioni regionali, competenti sui grandi contribuenti) - con il rischio delle code se non fosse stata implementata una modalità a distanza (si veda «Il Sole 24 Ore» del 30 giugno) - occorre fare riferimento alle differenti situazioni che si possono verificare. Ipotizziamo qualche caso specifico, ad esempio una impresa (Alfa), rientrante negli obblighi (svolge opere o servizi di importo annuo oltre 200mila euro con il medesimo committente, con prevalenza di manodopera presso la sede di quest' ultimo e utilizzo dei beni strumentali che il committente mette a disposizione), la quale a febbraio, in sede di prima applicazione delle novità, ha ottenuto dall' Agenzia il certificato di regolarità fiscale (Durf) e lo ha inviato al committente. Il certificato è riferito all' ultimo giorno del mese precedente (31 gennaio) e, ordinariamente, avrebbe avuto validità quattro mesi dal rilascio (provvedimento 6 febbraio 2020), ma occorre considerare che, a norma dell' articolo 23 del Dl 23/2020, tutti i certificati emessi entro il 29 febbraio hanno validità fino al 30 giugno 2020. Occorre, quindi, richiedere un nuovo certificato, che può essere rilasciato solo da venerdì 3 luglio (terzo giorno lavorativo successivo alla fine del mese precedente) e va inviato al committente entro giovedì 23 (quinto giorno lavorativo successivo alla scadenza dei versamenti delle ritenute). E qui potrebbero cominciare i problemi. È opportuno chiedersi se il software delle Entrate sia aggiornato con tutti i differimenti in tema di riscossione previsti dai decreti emergenziali (da ultimo il Dl rilancio), i quali impattano sulla condizione di cui alla lettera b) del comma 5 dell' articolo 17-bis del Dl 241/97 (non avere iscrizioni a ruolo o accertamenti esecutivi o avvisi di addebito affidati agli agenti della riscossione relativi alle imposte sui redditi, all' Irap, alle ritenute e ai contributi previdenziali per importi superiori a 50mila euro, per i quali i termini di pagamento siano scaduti e siano ancora dovuti pagamenti o non siano in essere provvedimenti di sospensione). Il rischio è che venga negata una certificazione a chi, in realtà, è ancora nei termini per pagare. Se poi (come accadrà di frequente) Alfa opera in edilizia o principalmente verso Enti pubblici, rispunta il problema del reverse charge e dello split payment, meccanismi che possono impedire ad Alfa di centrare

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[§26452809§] venerdì 03 luglio 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

la condizione di cui alla lettera a) del comma 5, vale a dire aver eseguito, nel corso dei periodi d' imposta cui si riferiscono le dichiarazioni dei redditi presentate nell' ultimo triennio, versamenti complessivi registrati nel conto fiscale per un importo non inferiore al 10% dell' ammontare dei ricavi o compensi risultanti dalle dichiarazioni medesime. Il problema è stato condiviso dal Mef nella risposta data il 4 marzo 2020 in Commissione finanze alla Camera, ma non è dato sapere se, operativamente, è stato risolto. Così come non risulta sia stato risolto il problema (segnato più volte sul Sole 24 Ore oltre che da Assonime, con circolare 9/2020) dei consorzi e delle società consortili che acquisiscono gli appalti e poi li fanno svolgere dai consorziati pur mantenendo alcune funzioni operative come la direzione lavori, trovandosi così molto spesso nella situazione di chi non supera l' asticella dei versamenti sul conto fiscale. Ottenere, attraverso il certificato, altri quattro mesi di buoni rapporti con il committente non è, quindi, impresa da poco. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§26452810§] venerdì 03 luglio 2020 Pagina 9 Il Messaggero Fisco e Dichiarazioni

Il sostegno alle famiglie

Assegno unico fino a 21 anni ma resta il rebus delle risorse

Il beneficio spetta dal settimo mese di gravidanza per tutti i figli a carico Sarà "universale" però legato al reddito Per i nuclei più poveri 200 euro al mese

LA RIFORMA ROMA Un sostegno economico che andrà a tutte le famiglie per ogni figlio dalla nascita, anzi ancora prima ovvero dal settimo mese di gravidanza, fino al compimento del 21esimo anno d' età, al di là della situazione economica. Un sussidio che potrebbe arrivare a diverse centinaia di euro al mese. Naturalmente i nuclei più poveri avranno di più. Con l' approdo all' aula della Camera della proposta di legge delega a firma Delrio e Lepri inizia a prendere corpo l' assegno unico e universale: uno dei pilastri del Family Act approvato dal governo lo scorso 11 giugno, che punta a dare sostegno alle famiglie, alla natalità, e al lavoro femminile. I REQUISITI L' assegno unico mette ordine nella giungla di sussidi attuali, accorpandoli. Spetterà per ogni figlio fino al compimento del 21esimo anno d' età. E potranno richiederlo non solo i cittadini italiani, ma anche gli stranieri Ue ed extra Ue purché rispettino cumulativamente quattro condizioni: avere il permesso di soggiorno (per soggiornanti di lungo periodo o per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno annuale); pagare l' Irpef in Italia, senza limitazioni; vivere con i figli a carico in Italia; essere stato o essere residente in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, ovvero essere in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o di durata almeno biennale. L' ENTITÀ Nel passaggio dalle commissioni all' aula, il testo della norma ha però perso un' indicazione rilevante: l' entità dell' assegno, che nella versione originaria arrivava fino a 240 euro a figlio. Stavolta invece non ci sono cifre. «Stiamo facendo i conteggi anche in base alla riforma fiscale. In una prima simulazione si era fatta lipotesi di una cifra tra i 200 e i 250 euro, ma bisogna avere la certezza che sia una cifra che non faccia perdere denaro a nessuna famiglia» dice Elena Bonetti, ministra per le Pari opportunità e la Famiglia. Su questo punto anche il relatore Stefano Lepri è netto: «L' obiettivo finale è quello di ampliare la portata e gli interventi a sostegno delle famiglie con figli a carico. Nessuno degli attuali beneficiari riceverà meno di oggi». Nessuna cifra ufficiale quindi, che arriverà con i decreti attuativi (da emanare entro 12 mesi) una volta individuate le risorse finanziarie da dare in dote alla misura. Accorpando gli attuali sostegni, infatti - dalle detrazioni per i figli a carico al bonus bebè agli assegni per i nuclei familiari fino ai contributi per gli asili nido - sono a disposizione 15,5 miliardi di euro. Secondo i calcoli dell' Ufficio parlamentare di bilancio, per fare in modo che nessuna ci perda

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[§26452810§] venerdì 03 luglio 2020

Il Messaggero Fisco e Dichiarazioni

e che magari qualcuno ci guadagni ci vorrebbe un terzo in più rispetto alla spesa storica, ovvero tra i 6 i 7 miliardi. In attesa di trovare le coperture finanziarie, anche per evitare rilievi della Ragioneria dello Stato, si è scelto di non indicare la cifra dell' assegno nella legge delega. Le intenzioni però sarebbero quelle di avvicinarsi al modello tedesco che fissa l' asticella a 200 euro per le famiglie con l' Isee più basso, con una seconda fascia intorno ai 180 euro e una terza fascia più bassa. Sarà comunque prevista una clausola di salvaguardia: se qualche famiglia a conti fatti ci perde, continuerà a prendere quanto ottiene oggi con il cumulo dei vari sussidi. LE MAGGIORAZIONI A ogni modo i decreti attuativi dovranno prevedere due maggiorazioni: una dal terzo figlio in poi (non ancora quantificata); l' altra, tra il 30 e il 50%, per i figli disabili a carico, per i quali è previsto anche il mantenimento dell' assegno dopo il 21esimo anno d' età. Per i maggiorenni under 21 (ancora a carico dei genitori) la cifra base sarà comunque più bassa rispetto a quella per i minorenni e si prevede possa essere corrisposta direttamente al ragazzo «per favorirne l' autonomia». L' assegno unico è cumulabile con il reddito di cittadinanza. In caso di separazione l' assegno spetta al genitore affidatario e, in caso di affidamento congiunto o condiviso l' assegno è ripartito, in mancanza di accordo, al 50% tra i genitori. Il nuovo testo infine chiarisce che l' erogazione potrà essere cash (per gli incapienti) o come credito d' imposta. Giusy Franzese © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§26452811§] venerdì 03 luglio 2020 Pagina 25 La Nazione Fisco e Dichiarazioni

Gli aiuti all' economia

Bonus in arrivo per le auto Euro 6

Il Decreto Rilancio slitta. Prevede incentivi alla rottamazione e sconti sull' Imu

ROMA Si tratta ancora sugli incentivi per l' automotive, anche se l' intesa per spingere lo smaltimento del parco auto euro6 invenduto negli autosaloni sembra vicina. E manca ancora la versione definitiva degli aiuti alle scuole paritarie e pure del superbonus al 110%, mentre sono in arrivo 40 milioni per risolvere il pasticcio di numerosi comuni zone rosse rimasti esclusi da uno stanziamento ad hoc. Slitta di giorno in giorno l' approdo in Aula del decreto Rilancio: si punta a chiudere prima del weekend per passare all' assemblea lunedì, dove il governo dovrebbe porre la fiducia. Sulle auto il frutto della mediazione di maggioranza dovrebbe portare a un rafforzamento degli incentivi per ibride ed elettriche, accompagnato da un bonus per la rottamazione (si ragiona su massimo 3.500 euro) anche per chi acquista un' auto nuova Euro 6 a benzina o diesel. Ci potrebbe essere un incentivo anche senza rottamare vecchie auto, ma dimezzato. Si tratterebbe di un aiuto temporaneo a un settore che ha subito più di altri la crisi innescata dall' epidemia da Coronavirus, in attesa di un intervento più ampio con la legge di Bilancio in autunno. Intanto anche la moda, il settore delle cerimonie e degli eventi e la ceramica hanno avuto un piccolo aiuto specifico, con fondi da 5 milioni ciascuno per ristori a fondo perduto. Chi dovrà pagare l' Imu potrebbe trovare una sorpresa: i comuni potranno premiare con uno sconto fino al 20% chi sceglie l' addebito direttamente sul proprio conto corrente.

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[§26452812§] venerdì 03 luglio 2020 Pagina 33 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

la suprema corte sul caso di un professionista trasferitosi in svizzera

Commercialisti, ok al rimborso delle ritenute

EMILIO DE SANTIS

Commercialista trasferitosi in Svizzera, ok al rimborso delle ritenute per Irpef operate dalla Cassa sul trattamento di quiescenza. Per esso opera l' articolo 18 della Convenzione Italia-Svizzera, che ne sancisce l' imponibilità solo nello stato in cui risiede il percettore. Lo conferma l' ordinanza n. 7328/2020 della Corte di Cassazione, nell' accogliere uno dei due ricorsi (riuniti) del professionista, in pensione, avverso le sentenze della ctr per l' Abruzzo nn. 490/2013 e 1298/2014, il primo per revocazione della sentenza più remota. Il caso verteva sull' istanza di rimborso per le trattenute irpef operate dalla cassa dell' Ordine di appartenenza per gli assegni corrisposti nel 2009 delle quali il contribuente aveva presentato istanza di rimborso al COP di Pescara, sostenendo di averne pieno diritto perché residente in Svizzera. Di fronte al provvedimento di diniego, egli lo impugna ma la ctr, ribaltando la decisione del giudice di primo grado a lui favorevole, respinge l' appello perché risultava accertato che il commercialista aveva mantenuto «in Italia il centro principale dei suoi affari: tra le tante il ruolo di «legale rappresentante» (poi corretto in ruolo di incarichi sociali) rivestito in diverse società ed associazioni no profit, una barca a vela mantenuta in Italia (sebbene in seguito venduta) ed altre circostanze minori.». Erroneamente il contribuente aveva ritenuto che l' accertamento di un ruolo da lui coperto diverso da quello di «legale rappresentante» fosse questione decisiva ai fini della richiesta revocazione, cosa che invece i giudici di legittimità hanno escluso, trattandosi solo di «diverso apprezzamento della realtà processuale». Invece, per l' altro ricorso, in prossimità dell' udienza egli aveva eccepito il giudicato esterno formatosi sulla sentenza della ctr della Lombardia n. 3869/2017, che, con riferimento ad avvisi di accertamento per gli anni 2009-2011 notificatigli dall' ufficio a seguito dell' istanza di rimborso, aveva sancito la mancanza del suo domicilio in Italia. E i giudici di legittimità osservano che l' eccezione del giudicato esterno deve essere accolta, facendo derivare da ciò l' accoglimento del ricorso, perché - sulla scorta di detta pronuncia passata in giudicato - risulta «definitivamente accertata la residenza elvetica del contribuente e l' assenza di un suo domicilio fiscale in Italia per il periodo di cui è causa». @Riproduzione riservata.

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[§26452813§] venerdì 03 luglio 2020 Pagina 29 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

Dl Rilancio/2/ Medici, 128 mln per formazione

Via libera allo stanziamento di 128 milioni di euro nel quinquennio 2022-2026 per aumentare il numero di contratti di formazione specialistica dei medici. Lo prevede un emendamento al dl rilancio approvato dalla commissione Bilancio della Camera. Previsto un finanziamento di 25 milioni di euro nel 2022 e 2023 e di 26 milioni per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026. Arrivano le «Linee guida per la prevenzione, il monitoraggio e la gestione dell' emergenza epidemiologica da Covid-19 presso le residenze sanitarie assistite». Le linee guida, che saranno adottate dal Comitato tecnico scientifico, saranno anche per «le altre strutture pubbliche e private, accreditate, convenzionate e non, comunque siano denominate dalle normative regionali, che durante l' emergenza erogano prestazioni di carattere sanitario, sociosanitario, riabilitativo, socioeducativo, socio- occupazionale o socioassistenziale per anziani, persone con disabilit, minori, persone affette da tossicodipendenza o altri soggetti in condizione di fragilità». Disco verde poi a uno stanziamento di 2 milioni nel 2020 da destinare al pagamento delle prestazioni «correlate alle particolari condizioni» di lavoro del personale del Numero unico europeo dell' emergenza regionale (112 Nue) impiegato nell' emergenza Covid. Si delinea l' intesa di maggioranza sull' automotive: un incentivo pubblico da 1.500 euro, cui si associa quello da 2.000 euro, per l' acquisto di auto euro 6, ibride ed elettriche, il beneficio si dimezzerebbe senza rottamazione. Tra le novità degli ultimi giorni, la sorpresa per chi dovrà pagare l' Imu: i comuni potranno premiare con uno sconto fino al 20% chi sceglie l' addebito direttamente sul proprio conto corrente. Un modo per combattere l' evasione e cercare di fare cassa. Ma per le famiglie le novità non finiscono qui: carte d' identità ma anche patenti scadute durante il lockdown o in scadenza resteranno valide fino alla fine dell' anno. I genitori invece che hanno iscritto i propri figli, under 16, alle scuole di musica o a cori e bande e non hanno potuto fare lezioni, sempre a causa del Covid, potranno contare su un bonus da 200 euro una tantum. La condizione è però avere un Isee sotto i 30 mila euro. Se invece l' Isee è sotto quota 15 mila euro e si è studenti universitari fuori sede arriva un ulteriore aiuto per gli affitti da 20 milioni. Tra le novità approvate ci sono anche 3 milioni per la lotta alla violenza sulle donne e 5 milioni per le protesi per i disabili, in particolare per aiutarli a fare sport. © Riproduzione riservata.

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[§26452814§] venerdì 03 luglio 2020

EutekneInfo

Fisco e Dichiarazioni

Effetto duplicazione di credito per le imposte estere per il prestito titoli

Al fine di ovviare a tale incoerenza interviene l' art. 8, comma 5 del DLgs. n. 142/2018

Il prestito titoli può configurare un " trasferimento ibrido " ai sensi del DLgs. 142/2018 e dare origine sia a un disallineamento con effetto di deduzione senza inclusione, come previsto dall' art. 6, comma 1, lett. r), numero 1) del medesimo decreto (si veda " Il prestito titoli può determinare il disallineamento da ibridi " del 26 giugno 2020), sia a una duplicazione di credito per le imposte estere con riferimento alla ritenuta alla fonte applicata dall' emittente sui redditi derivanti dallo strumento finanziario oggetto di trasferimento. Questo secondo effetto è contrastato dal comma 5 dell' art. 8 del DLgs. n. 142/2918 in base al quale il credito è riconosciuto in misura corrispondente all' imposta interna dovuta sulla differenza positiva tra il provento cui detto credito si ricollega, ossia la remunerazione lorda, e l' onere finanziario relativo alla retrocessione del rendimento del titolo sottostante oggetto dell' operazione. Per vedere come si applica la normativa a un caso pratico, assumiamo che due entità associate - società A e B - risiedano in due Stati diversi e sottoscrivano un contratto di prestito titoli che ha ad oggetto le azioni di una terza entità C. L' assunto principale è che le società A e B nelle rispettive giurisdizioni sono considerate titolari dello strumento (trasferimento ibrido). La società A è il prestatore dei titoli ( lender ) e la società B è il mutuatario dei titoli ( borrower ). In base al contratto, l' entità mutuataria è tenuta a retrocedere al prestatore tramite "manufactured dividends" i proventi nel frattempo distribuiti dalla Società C. In altre parole, la società B si obbliga a retrocedere ad A le cedole medio tempore incassate. Supponiamo che C ponga in pagamento dividendi per 200 ed applichi una ritenuta del 10%; B, pertanto, incassa 180, rileva dividendi imponibili per 200 (180+20) e retrocede al prestatore 180 interamente deducibili ("manufactured dividend"). Il reddito di B è pari a 20 (200-180) ed è assoggettato ad imposta del 30% (6 = 30% di 20); B, inoltre, ha diritto a un credito per le imposte estere pari a 20. Dal punto di vista di A e della sua giurisdizione, i redditi derivanti dalle azioni di C (pari a 200) sono imponibili in capo ad A e il fatto che quest' ultima riceva dalla società B il manufactured dividend , pari a 180, non altera la titolarità del reddito/dividendo lordo pari a 200 e, di conseguenza, il diritto a scomputare la ritenuta pari a 20. Anche in capo ad A viene applicata una imposta del 30% sul reddito. L' effetto finale di tale operazione, così considerata, sarebbe il riconoscimento del credito d' imposta per la ritenuta di 20 in misura integrale sia nello Stato di A sia nello Stato di B e ciò risulta irrazionale in quanto la ritenuta prelevata dallo Stato C della fonte è unica e pari a 20. Inoltre, va osservato che, complessivamente, sebbene il flusso reddituale pagato dalla società C sia pari a 200, a livello aggregato - per effetto del trasferimento ibrido - la somma dei redditi della società B e della società A è pari a 220 (200 in capo alla società B e 20 in capo

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[§26452814§] venerdì 03 luglio 2020

EutekneInfo

Fisco e Dichiarazioni

alla società A). Pertanto, il dividendo corrisposto, pari a 200, per effetto del trasferimento ibrido, aumenta dell' importo di 20 che è esattamente pari alla duplicazione della ritenuta applicata dallo Stato emittente C. Al fine di ovviare a tale incoerenza, come anticipato, l' art. 8 , comma 5 del DLgs. n. 142/2018 stabilisce che nel caso dei rapporti di cui alle lettere g- bis e g- ter del comma 1 dell' art. 44 del TUIR, nonché delle operazioni che producono analoghi effetti economici, aventi ad oggetto obbligazioni e titoli similari o titoli atipici, il credito per le imposte estere spetta in misura corrispondente alla differenza positiva tra il provento cui detto credito si ricollega e l' onere finanziario relativo alle suddette posizioni, in coerenza con quanto previsto in sede OCSE (esempio 2.2. Action 2 del Report Ocse del 2015). Tornando al nostro esempio, ciò significa che si producono i seguenti effetti: in capo alla società A il credito d' imposta spetta per intero in quanto per tale soggetto il reddito è pari al dividendo lordo (200); in capo all' entità B occorre applicare l' art. 8, comma 5 e quindi il credito d' imposta sarà pari a 6. Infatti, per la società B il reddito è pari a 20 e, assumendo un' aliquota dell' imposta sul reddito delle società del 30%, il credito d' imposta non può essere superiore a tale imposta (6=30% di 20). In altre parole, il trasferimento ibrido ha dato luogo ad un reddito incrementale pari a 20 e il credito d' imposta non può essere superiore all' imposta dovuta sul reddito incrementale (6). Pertanto, da un lato viene neutralizzata la duplicazione del credito d' imposta e dall' altro lato si consente che il credito d' imposta copra la duplicazione di base imponibile (20) che si genera per effetto del trasferimento ibrido. L' esempio che è stato proposto riguarda un prestito titoli e il pagamento di dividendi ma analogo ragionamento può, ad esempio, essere proposto avendo a riferimento uno strumento di debito con pagamento di interessi e retrocessione del " manufactured interest " in luogo del "manufactured dividend".

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[§26452815§] venerdì 03 luglio 2020 Pagina 9 Il Messaggero Fisco e Dichiarazioni

Fisco, il Mef vuole ridurre ancora il cuneo Per l' Iva ipotesi di tagli solo su singole voci

IL RIASSETTO ROMA «Qualche consigliere influente ha convinto Conte che ridurre l' Iva sia la strada maestra per far ripartire i consumi. Ma per effettuare un intervento davvero incisivo servirebbero almeno 10 miliardi: una cifra eccessiva». Una fonte del Tesoro aiuta a capire le perplessità che in Via XX Settembre si nutrono sull' opportunità di ridurre l' imposta sui consumi. Secondo i calcoli dei tecnici, ridurre di un punto l' aliquota maggiore, che assorbe il 22% sulle transazioni, costa circa 3,5 miliardi di euro e, dunque, per portarla al 19%, come sogna Palazzo Chigi, ci vorrebbero appunto 10 miliardi ed anche qualcosa in più. I Dem sono contrari a questa impostazione ed anche dalle parti del Movimento 5 Stelle l' ipotesi non scalda i cuori più di tanto. Ma se il premier, che comunque ha chiarito che la riduzione sarebbe solo temporanea, dovesse insistere su questa linea allora si potrebbe prefigurare un intervento selettivo. Vale a dire spostare alcuni i prodotti tassati al 22 e al 10% all' interno della griglia ridotta che vale il 4%. E tra i beni e i servizi interessati all' alleggerimento del prelievo ci sarebbero costruzioni, ristorazione e industria delle vacanze. Ecco, unoperazione del genere potrebbe prendere corpo nella prossima legge di Bilancio. Ma si tratta al momento solo di ipotesi abbozzate. Anche perché, come spiega la fonte, «non è possibile immaginare il taglio dell' Iva senza intervenire su sistema tributario nel suo insieme». Il pensiero va innanzitutto al cuneo fiscale. Vale a dire a riduzione della differenza tra costo del lavoro lordo e reddito netto in busta paga (l' Italia, purtroppo, ha uno dei divari più alti d' Europa) è in cima alle priorità della maggioranza. La parola d' ordine è tagliare le tasse al ceto medio, già interessato, da inizio mese, da una riduzione della pressione fiscale per circa 16 milioni di lavoratori che gravitano fino a 40 mila euro di reddito. La spinta che arriva dalla maggioranza è insistere su questo modello. Bene, ma in che modo? In queste ore si ripropongono le differenze, non proprio marginali, che dividono Pd e 5 Stelle sull' intervento. In estrema sintesi, i dem puntano a ridurre il cuneo fiscale in senso stretto e tecnico, mentre i pentastellati vorrebbero agire in maniera più radicale riducendo le aliquote Irpef. Il ministero dell' Economia, su indicazione del ministro Roberto Gualtieri, lavora su uno schema di riduzione del cuneo che prevede un aumento medio in busta paga di ulteriori 600-700 euro. Le mosse future sono pesantemente condizionate dalle norme entrate in vigore l' altro ieri: senza la conferma della nuova detrazione aggiuntiva al di sopra dei 28 mila euro di reddito i lavoratori dipendenti al di sopra di questa soglia sarebbero addirittura penalizzati da un incremento del reddito lordo.

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[§26452815§] venerdì 03 luglio 2020

Il Messaggero Fisco e Dichiarazioni

LE POSIZIONI Il piano di lavoro prefigurato dai dem, però, non convince i 5 Stelle. Nella riforma immaginata dal Movimento gli scaglioni dell' Irpef devono essere ridotti da cinque a tre, più una no tax area che sale fino a 10 mila euro (oggi è 8 mila). L' aliquota più alta scenderebbe da 43% a 42%, quella al 41% arriverebbe al 37% e quella fino al 27% verrebbe ridotta al 23%. In questo schema verrebbero ridisegnate le fasce del prelievo: 23% per redditi da 10 mila a 28 mila; 37% da 28 mila a 100 mila euro; 42% oltre i 100 mila. Per i Dem l' operazione dovrebbe invece riguardare il taglio di due punti dell' aliquota mediana, quella posta al 38%. Secondo talune simulazioni, infatti, intervenire a quel livello massimizzerebbe i profitti dal punto di vista dei risparmi. Tra i problemi in campo c' è, ovviamente, non solo l' esigenza di trovare le coperture. Ma anche quello di armonizzare le possibili riforme con l' introduzione dell' assegno unico universale destinato ad assorbire in un unico strumento l' attuale assetto del welfare per le famiglie. Una operazione da realizzare intervenendo sulle tax expenditures: detrazioni e deduzioni attraverso le quali i contribuenti riducono il peso delle tasse e degli oneri previdenziali. Michele Di Branco © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§26452816§] venerdì 03 luglio 2020 Pagina 37 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

il webinar del mercoledì

Focus sugli Isa 500 e 230

Il webinar svolto dal relatore Vincenzo Cardo lo scorso mercoledì si è focalizzato sugli Isa 500 e 230, ovvero gli elementi probativi ed al riguardo il coordinatore e delegato alla formazione Inrl, Enzo Della Monica ha evidenziato che «L' argomento trattato, è fondamentale per giungere al giudizio finale ed alla certificazione della revisione, e quindi per dare ai soci, alla proprietà ed a terzi una ragionevole certezza dell' operato del revisore, chiamato a valutare attentamente la qualità e la quantità degli elementi probativi, per ridurre al minimo il rischio di errore. » Vincenzo Cardo ha esordito ricordando l' importanza degli elementi probativi, come della conservazione di tutta la documentazione contabile. Riguardo a questa seconda rilevante attività, è bene apprendere con attenzione le modalità di archiviazione dei documenti che devono essere sempre consultabili e recuperabili, «Ci si deve chiedere», osserva Cardo, «cosa può provare che gli elementi alla base del bilancio d' esercizio siano correttamente contabilizzati. Il principio Isa 500 è il punto di partenza di quello che rappresenta l' elemento cardine nell' attività del revisore: ovvero la documentazione del terzo che attesta la corretta indicazione dei valori all' interno dei bilanci d' esercizio. Va sempre tenuto presente che il bilancio è l' esatta fotografìa dell' azienda scattata dal revisore che deve individuare qual è la documentazione dei terzi necessaria a confermare gli elementi interni all' azienda e confermare anche che il saldo di bilancio possa essere correttamente contabilizzato. » © Riproduzione riservata.

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[§26452818§] venerdì 03 luglio 2020 Pagina 32 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

CASSAZIONE/1 Associazioni dilettantistiche

I soldi allo sport? Spese di pubblicità

GIOVAMBATTISTA PALUMBO

Il corrispettivo in denaro o in natura in favore di associazioni sportive dilettantistiche costituisce, per il soggetto erogante, fino ad un importo annuo complessivamente non superiore a 200 mila euro, spesa di pubblicità, volta alla promozione dell' immagine o dei prodotti. Così si è pronunciata la Cassazione, con ordinanza 5428/2020. Nella specie, nell' ambito di una controversia relativa alla impugnazione di un accertamento emesso a seguito del disconoscimento di costi di sponsorizzazione, ritenuti non inerenti ed antieconomici, la Ctr aveva rigettato l' appello dell' Amministrazione. L' Agenzia delle entrate aveva allora proposto ricorso per cassazione, deducendo la violazione degli artt. 109 Tuir e 2697 c.c. Secondo la Suprema corte, tuttavia, le censure erano infondate, avendo l' art. 90, comma 8, della legge n. 289/2000 introdotto, a favore del soggetto erogante il corrispettivo (e non, invece, a favore dell' associazione sportiva che riceve l' erogazione di denaro), una presunzione legale assoluta circa la natura pubblicitaria, e non di rappresentanza, delle spese, a condizione che il soggetto sponsorizzato sia una compagine sportiva dilettantistica, sia rispettato il limite quantitativo di spesa, la sponsorizzazione miri a promuovere l' immagine e i prodotti dello sponsor e il soggetto sponsorizzato abbia effettivamente posto in essere una specifica attività promozionale. In presenza di tali condizioni, nessuna rilevanza può dunque attribuirsi all' eventuale antieconomicità della spesa, né è consentito svolgere alcuna valutazione di inerenza. La presunzione legale riguarda quindi sia la natura della spesa e sia l' inerenza della stessa, almeno sino alla soglia, normativamente fissata. Bisogna comunque ricordare che, anche per le sponsorizzazioni sotto i 200 mila euro, permane sempre la possibilità di verificare la certezza dell' erogazione, ovverosia l' effettivo trasferimento monetario o di beni nei confronti dei soggetti individuati dalla norma, essendo, conseguentemente, necessario predisporre, così come prevede la normativa tributaria per gli altri componenti reddituali d' impresa, anche un adeguato supporto documentale della dazione posta in essere e dell' acquisizione di essa al patrimonio della associazione sportiva. © Riproduzione riservata.

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[§26452819§] venerdì 03 luglio 2020 Pagina 9 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

Il blocco di tutti gli sfratti per fine locazione o per morosità sospende l' applicazione del diritto nel campo delle locazioni

GIORGIO SPAZIANI TESTA *

Domenica scorsa la Commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento al decreto «rilancio» che sospende tutte le procedure esecutive di rilascio (gli sfratti, per intendersi) fino al 31 dicembre 2020. La sospensione era già in vigore dal 17 marzo per effetto del decreto «cura Italia», che l' aveva prevista dapprima fino al 30 giugno e poi, in sede di conversione, fino al 1° settembre. Sono interessati tutti gli affitti, abitativi e non abitativi, e tutte le procedure, sia per morosità sia per finita locazione. Si tratta di una misura di una gravità inaudita, della quale può immaginarsi che almeno una parte della maggioranza non abbia neppure valutato la portata (l' emendamento è stato firmato da Liberi e Uguali, Partito democratico e Movimento 5 Stelle; non da Italia Viva). Che cosa comporta, in sostanza, questa disposizione? Una sospensione del diritto nel campo delle locazioni, per dirla in breve. Attraverso un semplice comma, infatti, si vieta per quasi un anno l' esecuzione di sentenze emesse dai giudici a tutela di centinaia di migliaia di cittadini che attendevano di rientrare in possesso del proprio immobile, essendo spirato il termine di durata del contratto ovvero per il mancato pagamento dei canoni. L' intento di chi ha proposto e approvato l' emendamento è, deve presumersi, quello di salvaguardare i conduttori in relazione all' emergenza Covid. La prima osservazione da fare, allora, è che gli sfratti bloccati riguardano essenzialmente situazioni sorte e sviluppatesi quando il nuovo Coronavirus era ben lontano dal manifestarsi. La beffa che si aggiunge al danno. In ogni caso, è l' approccio scelto ad essere completamente errato, oltre che gravemente lesivo del diritto di proprietà. Se il Governo e il Parlamento ritengono che vada tutelata l' esigenza di una categoria di cittadini, devono disporre che se ne faccia carico la collettività, non già imporre a un' altra categoria di cittadini di farlo, a proprie spese e senza alcuna forma di risarcimento. Del tutto fuori luogo, poi, è un intervento così generalizzato, che non viene neppure condizionato, come invece fatto per altre misure varate in questo periodo, alla circostanza di aver subito danni dal Covid. Ad usufruire del blocco, quindi, sarà anche un dipendente statale con il suo stipendio garantito, che sarà «assistito» coattivamente da un proprietario che potrebbe avere il canone di locazione quale unica entrata (per non parlare del favore fatto ai tanti truffatori dell' affitto).

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[§26452819§] venerdì 03 luglio 2020

Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

Chi legifera in questo modo, evidentemente, si disinteressa delle condizioni in cui può trovarsi il soggetto che subisce le conseguenze della norma, vale a dire il proprietario-locatore. Quest' ultimo può aver perso il lavoro, può trovarsi in cassa integrazione, può essere una partita Iva in crisi, può essere titolare di un contratto di mutuo, può avere in corso costosi interventi di ristrutturazione. Ma tutto ciò non viene considerato. Anzi, il 16 giugno scorso, sull' immobile che gli viene di fatto espropriato ha dovuto anche pagare (se ha trovato i soldi) la prima rata dell' Imu, la patrimoniale sugli immobili, per la quale il Governo non ha neppure disposto un rinvio. Non ci si rende conto, poi, che un provvedimento del genere determina conseguenze devastanti sul mercato immobiliare, con effetti negativi sulle stesse categorie che si intenderebbe tutelare, vale a dire gli inquilini. Chi mai andrebbe ad avventurarsi in nuovi contratti di locazione, abitativi o commerciali, sapendo che il suo investimento è soggetto ad intromissioni di questo genere da parte dello Stato? Il Parlamento ci ripensi e faccia prevalere il buon senso. © Riproduzione riservata.

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[§26452820§] venerdì 03 luglio 2020

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Fisco e Dichiarazioni

Interventi limitati per il quadro RR di REDDITI PF 2020

Il versamento a saldo e in acconto dei contributi previdenziali beneficia della proroga al 20 luglio

La circolare INPS n. 79 , pubblicata nella tarda serata del 1° luglio, ha illustrato le modalità di compilazione del quadro RR del modello REDDITI PF 2020, per la determinazione dei contributi previdenziali dovuti da: - artigiani e commercianti iscritti alle rispettive Gestioni previdenziali dell' INPS (sezione I del quadro RR); - professionisti iscritti alla Gestione separata INPS (sezione II del quadro RR). Per gli artigiani e i commercianti concorrono alla formazione della base imponibile contributiva il totale dei redditi d' impresa conseguiti nel 2019, al netto delle eventuali perdite dei periodi d' imposta precedenti, determinate in base alle diverse percentuali introdotte dalla L. n. 145/2018 , scomputate dal reddito dell' anno. I soci di srl iscritti alle Gestioni degli artigiani o dei commercianti considerano, oltre a quanto eventualmente dichiarato come reddito d' impresa, anche la parte del reddito d' impresa della società, corrispondente alla quota di partecipazione agli utili, oppure la quota del reddito attribuita al socio per le società partecipate in regime di trasparenza. Per la determinazione della base imponibile occorre far riferimento, nel modello REDDITI PF, ai redditi indicati nei quadri RF, RG, RH, LM (al lordo dell' ACE, rigo RS37, col. 15), integrati anche con quelli eventualmente derivanti dalla partecipazione a srl, dichiarati nel modello REDDITI SC. Rispetto alla posizione dell' INPS sulla determinazione della base imponibile contributiva per i soci di srl, si segnala l' orientamento giurisprudenziale che esclude , invece, dal concorso alla predetta base imponibile i redditi derivanti dalla mera partecipazione a società di capitali, senza prestazione di alcuna attività lavorativa all' interno di esse ( cfr. , tra le altre, Cass. 24 settembre 2019 n. 23790 , 24 settembre 2019 n. 23792 , 26 settembre 2019 n. 24097 , 22 ottobre 2019 n. 26958 ). Quest' anno, se il coadiuvante/coadiutore possiede utili derivanti da partecipazione in srl diversa da quella per la quale è stato iscritto alle Gestioni autonome, il relativo importo è indicato nella colonna 3A dei righi RR2 e RR3 (Quota di competenza del coadiutore/collaboratore) e riportato, unitamente agli altri redditi d' impresa, nel rigo RR3, colonna 3. Nel campo RR1, colonna 3 (Quote di partecipazione) deve essere indicata solo la quota di partecipazione del titolare, se è presente almeno un rigo in cui nella casella "Tipologia iscritto" è indicato il codice 1 del titolare. Per gli iscritti alla Gestione separata INPS, la base imponibile è rappresentata dalla totalità dei redditi di lavoro autonomo professionale dichiarati ai fini IRPEF compreso quello in forma associata e quello proveniente - se adottato dal professionista - dal regime di vantaggio o forfetario. I quadri di riferimento nel modello REDDITI PF sono, quindi, l' RE, l' RH e l' LM. Per i contributi alla Gestione separata dovuti sulle indennità percepite nel periodo d' imposta dai giudici onorari di pace e dai vice procuratori onorari si fa riferimento al rigo RL26 . La sezione II del quadro RR è strutturata, analogamente

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[§26452820§] venerdì 03 luglio 2020

EutekneInfo

Fisco e Dichiarazioni

agli anni scorsi, in modo tale da evidenziare tutti i redditi assoggettati a contribuzione alla Gestione separata nell' anno in cui hanno concorso al raggiungimento del massimale di reddito (per il 2019 pari a 102.543), oltre il quale non è più dovuta la contribuzione previdenziale. Devono essere riportati (con codice 5 al rigo RR5, colonna 1) anche i redditi da lavoro autonomo ( art. 53 comma 1 del TUIR) per i quali sono dovuti i contributi previdenziali obbligatori presso Casse previdenziali diverse dalla Gestione separata (è il caso, ad esempio, dell' architetto che, per una parte dell' anno, svolge la sola professione e, per la restante parte, svolge sia attività professionale che lavoro dipendente, oppure del professionista che produce reddito da lavoro autonomo sul quale sono pagati contributi, per una parte del reddito, presso la gestione ex Enpals e, per la parte restante, alla Gestione separata). La circolare precisa che, in caso di produzione di reddito da lavoro autonomo professionale con obbligo di contribuzione alla Gestione separata, la sezione II del quadro RR deve essere compilata anche nei casi in cui: - il reddito sia negativo o non sia stato prodotto alcun reddito a seguito di eventi particolari; - sul reddito da lavoro autonomo prodotto è stato calcolato il contributo previdenziale obbligatorio in altra Gestione previdenziale o Cassa professionale autonoma (come "contribuzione soggettiva"); - sia stato raggiunto il massimale di reddito come parasubordinato, così che non sarà assoggettato a contribuzione il reddito derivante dall' attività professionale. Relativamente ai versamenti, per il saldo e gli acconti dei contributi previdenziali liquidati nella dichiarazione operano i medesimi termini previsti per il pagamento delle imposte sui redditi ( art. 3- bis comma 3- bis del DL 384/92 e art. 18 comma 4 del DLgs. 9 luglio 97 n. 241). In presenza delle condizioni definite dal DPCM 27 giugno 2020 , il saldo 2019 e l' eventuale primo acconto 2020 dei contributi possono essere versati entro il 20 luglio , oppure dal 21 luglio al 20 agosto 2020, con la maggiorazione dello 0,4%.

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[§26452821§] venerdì 03 luglio 2020 Pagina 30 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

detrazione del 110%

Niente superbonus per la nuova costruzione

Le risposte degli esperti del Sole 24 Ore sulla nuova agevolazione

Pubblichiamo le risposte ad alcuni quesiti sul Dl Rilancio giunti all' indirizzo www.ilsole24ore.com/forum rilancio, dove sono consultabili anche altri chiarimenti degli esperti del Sole 24 Ore. L' abitazione principale Un edificio è stato acquistato con i benefici prima casa, ma non è abitabile, e sarebbe possibile spostarvi la residenza solo dopo interventi radicali. Si può considerare abitazione principale, in quanto destinata a diventarlo? A norma dell' articolo 1, comma 741, lettera b, della legge 160/2019, di Bilancio per il 2020, per abitazione principale si intende l' immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore e i componenti del suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente. Meno restrittiva sembrerebbe la definizione prevista dall' articolo 10, comma 3-bis del Tuir, dove per abitazione principale si intende «quella nella quale la persona fisica, che la possiede a titolo di proprietà o altro diritto reale, o i suoi familiari dimorano abitualmente». Comunque, la distinzione tra abitazione principale e seconda casa non avrebbe piùimportanza se passa l' emendamento in discussione in questi giorni alla Camera. Fabio Chiesa Niente bonus costruzione nuova La detrazione del 110% per un intervento di isolamento termico di superfici opache spetta anche per le abitazioni in costruzione? L' intervento deve consistere principalmente in sostituzione di impianti di climatizzazione, e quindi deve riguardare edifici esistenti. Si ha ristrutturazione anche in presenza di demolizione e ricostruzione dell' edificio a determinate condizioni. Invece la costruzione nuova non fruisce di alcuna detrazione. Gian Paolo Tosoni Nuova caldaia in appartamento Un contribuente, residente in un appartamento in condominio, può beneficiare del 110% se deve sostituire la vecchia caldaia con una dotata dei requisiti di legge, anche se nel resto degli appartamenti condominiali non verrà effettuato alcun intervento? La risposta è negativa. Sugli appartamenti l' unico intervento trainante che beneficia del superbonus del 110% è quello dell' isolamento termico delle superfici opache verticali e orizzontali che interessano l' involucro dell' edificio (in base alla definizione di edificio data dal Dpcm del 20 ottobre 2016) con un' incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda dell' edificio stesso, percentuale peraltro assai difficile da raggiungere.

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[§26452821§] venerdì 03 luglio 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

Luca De Stefani Condomini beneficiari Un immobile con tre unità abitative è in comproprietà fra tre familiari, di cui uno solo vi ha la residenza. Nel caso di investimento «trainante» relativo al rifacimento dell' impianto centrale di riscaldamento, si può beneficiare della detrazione del 110% ? Sulle parti comuni dell' edificio è spettante la detrazione del 110% imputata per millesimi ai singoli condòmini. La detrazione spetta anche se non si tratta dell' abitazione principale, in quanto l' edificio non è unifamiliare. Gian Paolo Tosoni.

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[§26452822§] venerdì 03 luglio 2020 Pagina 29 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

la prova sul campo

Senza certificato serve liquidità

In mancanza del documento vanno inviate le deleghe di versamento

G.Gav.

Cosa accade se la nostra impresa simulata Alfa (si veda l' articolo a sinistra) non è nelle condizioni, per qualsiasi motivo, di ottenere il Durf? La norma prevede che debba fornire a ogni committente con cui ha in essere un rapporto contrattuale rientrante nella disciplina una serie di documenti extracontabili su retribuzioni e ritenute, e, soprattutto, copia delle deleghe di versamento delle ritenute di lavoro dipendente e assimilato degli addetti impiegati direttamente in quello specifico appalto. Deleghe che non possono riportare alcuna compensazione (se non quelle proprie del sostituto d' imposta: circolare n. 1/E/2020) e che non possono fruire di alcuna sospensione nei versamenti, poiché quelle previste dai decreti emergenziali (e procrastinate al 16 settembre dall' articolo 126 del decreto rilancio) si sono esaurite con il mese di maggio. Serve, quindi, liquidità, anche perché per i medesimi addetti non è possibile compensare neppure i contributi previdenziali (articolo 16, comma 8). È pur vero che (almeno per i soggetti Isa, anche con cause di esclusione ma con ricavi fino a 5.164.569 euro) i versamenti del 30 giugno sono appena slittati al 20 luglio per effetto del Dpcm 20 giugno 2020, ma la liquidità, in questo momento, è dote rara, tanto che l' innalzamento del tetto alle compensazioni dei crediti fiscali a un milione di euro doveva proprio servire a dare più ossigeno alle imprese. Ma non è il caso di Alfa (e di tutti i soggetti come lei) a cui la compensazione è preclusa per legge. Inoltre, scaduta la "deroga" (per quel che poteva servire) prevista sino al 30 aprile dalla circolare n. 1/E/2020, ogni modello F24 versato dovrà corrispondere a uno specifico appalto, riportando i dati del committente, altrimenti quest' ultimo non può controllare nulla. Ma i software di imprese e professionisti intermediari, in questi mesi difficili, sono stati adeguati alle novità? Difficile dirlo. Anche perché, come riportato il 18 febbraio sul Sole 24 Ore, nelle catene di appalti non è facile comprendere quale sia il soggetto di cui il subappaltatore deve indicare il codice fiscale sulla delega di versamento, da inviare tanto all' appaltatore quanto al committente. Oltre alla liquidità serve anche tanta pazienza. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§26452823§] venerdì 03 luglio 2020

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Fisco e Dichiarazioni

Superbonus del 110% solo ai condomìni per gli interventi sulle parti comuni

Non spetta su parti comuni di edifici che non sono «giuridicamente» condomìni, come l' immobile con più unità di proprietà di un solo soggetto

Gli interventi su parti comuni di edifici composti da una pluralità di unità immobiliari possono beneficiare della detrazione IRPEF ex art. 16- bis del TUIR e delle detrazioni IRPEF-IRES "ecobonus" ex art. 1 commi 344-349 della L. 296/2006 e art. 14 del DL 63/2013, "sismabonus" ex art. 16 del DL 63/2013 e "bonus facciate" ex art. 1 commi 219-223 della L. 160/2019 anche se, dal punto di vista giuridico, l' edificio non è un condominio. Per beneficiare della versione " superbonus " ex art. 119 del DL 34/2020 sugli interventi di riqualificazione energetica e antisismici, relativi a parti comuni di edifici, è invece necessario che l' edificio sia un "vero e proprio" condominio anche dal punto di vista giuridico. Le "parti comuni" di un edificio sono quelle individuate dall' art. 1117 c.c. ed esistono, sul piano oggettivo, ogni qual volta un edificio è suddiviso in più unità immobiliari, a prescindere dal fatto che, sul piano soggettivo, l' edificio sia anche un condominio. Il motivo per cui le " versioni base " delle varie detrazioni si applicano agli interventi effettuati sulle " parti comuni " di un edificio anche se in relazione a esso non sussiste alcun condominio, mentre la "versione superbonus al 110%" si applica soltanto se l' edificio è anche un condominio, è riconducibile al fatto che l' art. 119 del DL 34/2020, a differenza dell' art. 16- bis del TUIR, degli artt. 14 e 16 del DL 63/2013 e dell' art. 1 commi 219-223 della L. 160/2019, non si limita a perimetrare l' ambito di applicazione della disciplina sul piano oggettivo della tipologia degli interventi e degli immobili su cui sono effettuati, ma, al comma 9, pone precisi paletti anche dal punto di vista soggettivo . Nello specifico, il comma 9 dell' art. 119 del DL 34/2020 stabilisce che il "superbonus al 110%" può applicarsi soltanto agli interventi effettuati da condomìni, da IACP e istituti "equivalenti" e da cooperative di abitazione a proprietà indivisa, ai quali aggiunge le persone fisiche , ma limitatamente agli interventi effettuati "su unità immobiliari ", con esclusione a priori, dunque, di quelli effettuati invece su "parti comuni" di un edificio. Se dunque, ad esempio , una persona fisica possiede tutte e 5 le unità immobiliari che compongono un edificio, qualora la persona fisica effettui interventi di riqualificazione energetica sulle parti comuni e/o antisismici, che potrebbero dal punto di vista oggettivo rientrare tanto nella "versione base" delle diverse agevolazioni, quanto nella "versione superbonus al 110%", potrà in concreto fruire solo della "versione base", perché, dal punto di vista soggettivo, a effettuare gli interventi sulle parti comuni dell' edificio non è un condominio, né uno IACP, né una cooperativa di abitazione a proprietà indivisa. Se, invece, le 5 unità immobiliari che compongono l' edificio sono possedute da 5 proprietari diversi (o, al limite, anche 4 da un medesimo proprietario e una da un altro),

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[§26452823§] venerdì 03 luglio 2020

EutekneInfo

Fisco e Dichiarazioni

potrà trovare applicazione la "versione superbonus 110%", perché a effettuare gli interventi di riqualificazione energetica sulle parti comuni e/o antisismici è in questo caso un condominio. Giova ricordare infatti che per l' esistenza giuridica del condominio bastano anche due condomini soltanto. Da chiarire gli adempimenti per i "condomini minimi" Dal punto di vista degli adempimenti strumentali alla fruibilità dell' agevolazione, resta da capire se, anche ai fini del "superbonus al 110%", i c.d. " condomini minimi " (ossia quelli fino a massimo 8 condomini, per i quali, ai sensi dell' art. 1129 c.c., la nomina di un amministratore è facoltativa e non obbligatoria) potranno fare a meno di acquisire un codice fiscale del condominio e procedere secondo le indicazioni fornite dalla circ. Agenzia Entrate 2 marzo 2016 n. 3 ( 1.7), con riguardo alla detrazione IRPEF per interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica, secondo la quale, in assenza del codice fiscale del condominio, i contribuenti che hanno eseguito gli interventi agevolati su parti comuni di un "condominio minimo" possono inserire nei modelli di dichiarazione le spese sostenute, per la quota a essi riferibile, utilizzando il codice fiscale del condòmino che ha effettuato il relativo bonifico.

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[§26452824§] venerdì 03 luglio 2020

EutekneInfo

Fisco e Dichiarazioni

Trattamento integrativo riconosciuto in via automatica dal sostituto d' imposta

Con la circolare n. 18 pubblicata ieri, la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro analizza il c.d. " trattamento integrativo della retribuzione ", introdotto dal DL 3/2020 , conv. L. 21/2020 , al fine di ridurre la pressione fiscale sul lavoro dipendente (abrogando il c.d. "bonus Renzi"). In particolare, l' art. 1 del citato decreto riconosce in favore dei lavoratori che percepiscono redditi di lavoro dipendente (di cui all' art. 49 del TUIR, con esclusione di quelli indicati dal comma 2 lett. a) e redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente ( ex art. 50 comma 1 lett. a), b), c), c-bis), d), h- bis) e l) del TUIR), qualora l' imposta lorda sia di importo superiore a quello della detrazione spettante ai sensi dell' art. 13 comma 1 del TUIR, una somma a titolo di trattamento integrativo di importo pari a 600 euro per l' anno 2020 e a 1.200 euro a decorrere dall' anno 2021 (100 euro mensili). Ai fini del riconoscimento del trattamento il reddito complessivo non deve essere superiore a 28.000 euro. L' importo è comunque rapportato al periodo di lavoro e spetta per le prestazioni rese dal 1° luglio 2020 . Sono i sostituti d' imposta che riconoscono in via automatica il trattamento integrativo, compensando il credito maturato per effetto dell' erogazione del trattamento in questione mediante l' istituto della compensazione, i cui codici sono stati definiti dall' Agenzia delle Entrate con la ris. n. 35/2020 (si veda " I sostituti d' imposta possono compensare in F24 il credito tributo per il trattamento integrativo ai dipendenti " del 27 giugno). Per gli stessi soggetti sopra indicati, l' art. 2 introduce un' ulteriore detrazione dall' imposta lorda qualora il reddito complessivo sia superiore a 28.000 euro e inferiore a 40.000 euro. La detrazione viene riconosciuta per le prestazioni rese dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2020.

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[§26452825§] venerdì 03 luglio 2020 Pagina 6 Il Sole 24 Ore Industria 4.0

«È una occasione unica per riprogettare il Paese»

Luigi Gubitosi. Il vicepresidente di Confindustria: abbiamo fondi senza precedenti, dobbiamo usarli con investimenti ad alto moltiplicatore per costruire un' Italia digitale

Nicoletta Picchio

«Abbiamo davanti un' occasione unica per riprogettare il paese. Sono stati stanziati fondi pubblici senza precedenti e la definizione del Recovery Fund metterà ulteriori risorse a disposizione». Ecco perché per Luigi Gubitosi, da poco più di un mese vicepresidente di Confindustria con la delega al Digitale, chiamato da Carlo Bonomi, preme perché non si perda tempo e i soldi vengano spesi nel modo più efficace: «serve una progettualità adeguata affinché l' uso di questi fondi stimoli l' economia in maniera duratura e vengano realizzati investimenti ad alto moltiplicatore». Anche perché c' è il rischio che «il digitale invece di rappresentare un fattore inclusivo, diventi divisivo. In alcuni casi ancora oggi esclude, invece deve essere un elemento di coesione sociale e di sviluppo». Per Gubitosi sarà «importante e delicato» il rapporto pubblico-privato nei prossimi anni, perché il «settore privato sarà colpito dalla recessione e gli interventi pubblici dovranno puntare a mantenere intatto il tessuto industriale del paese». Una sfida anche per le imprese: «bisogna chiudere il digital divide a partire dai distretti industriali». Nel documento del governo Progettiamo il rilancio al primo punto c' è l' obiettivo di un paese completamente digitale. Una strada lunga, visto che l' Italia è quasi in coda nella classifica Ue per digital divide: da dove si comincia? Un paese completamente digitale è anche l' obiettivo di Confindustria. La presidenza Bonomi ha ben chiara l' importanza del cambiamento tecnologico come elemento di competitività dell' Italia e lo considera uno dei temi fondamentali per il rilancio. Non a caso c' è una delega specifica per il Digitale. Conclusa questa presidenza vorremmo avere un paese completamente trasformato. Bisogna portare il digitale ovunque, a cominciare dalle infrastrutture fisiche e da quelle "immateriali" come Scuola, Sanità e Giustizia, dal momento che è difficile immaginare la trasformazione di queste ultime senza l' utilizzo delle tecnologie digitali. Si dovranno promuovere al tempo stesso le competenze digitali nelle aziende, in tutti i livelli di istruzione e nella Pubblica Amministrazione. Andranno costruite proposte e progetti concreti che puntino allo sviluppo delle nuove tecnologie abilitanti quali 5G, Internet delle cose, valorizzazione dei Big data, intelligenza artificiale e cybersecurity, stando attenti a non lasciare indietro nessuno. Il digitale può e deve essere un fattore di coesione sociale. Negli Stati Generali sono state avanzate molte idee, ora l' importante è tradurle in fatti, con la massima velocità possibile.

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[§26452825§] venerdì 03 luglio 2020

Il Sole 24 Ore Industria 4.0

Imprese e famiglie: bisogna agire sui due fronti. Molte aziende lamentano difficoltà di connessione e accesso alla banda larga Uno degli obiettivi di Confindustria è chiudere il digital divide a partire dai distretti industriali. Ho già avviato una mappatura del territorio, nel mio ruolo di vicepresidente, e mi pongo il traguardo per la fine del mandato di avere tutti i distretti italiani digitalizzati e con un accesso adeguato alla rete. A tal riguardo le Pmi presentano maggiori margini di miglioramento e su quelle ci impegneremo di più. Occorre anche spingere su Industria 4.0 per quanto riguarda la formazione e la promozione delle competenze e dei soft skills. Le infrastrutture, appunto: si augura una accelerazione su banda larga e rete unica per avere imprese più competitive? Bisogna lavorare per avere infrastrutture adeguate. La rete unica faciliterebbe la diffusione delle tecnologie digitali e permetterebbe di chiudere il digital divide. Altro traguardo il 5G: siamo avanti come paese, ma da parte di alcuni enti locali sono arrivati degli altolà. Rischiamo di perdere il vantaggio che abbiamo? Il 5G è l' alta velocità della trasmissione dati ed è fondamentale vista la crescita del traffico dati che aumenta di circa il 40% l' anno. Sarebbe un grande errore avere ritardi. È fondamentale che tutto il paese comprenda i vantaggi di questa nuova tecnologia. Vedo comunque che tutte le forze politiche lo supportano, maggioranza e opposizione, questo mi fa sperare che si andrà avanti con determinazione. Il rapporto pubblico-privato è determinante, ognuno dovrà fare la propria parte, in un rapporto di collaborazione Il rapporto pubblico-privato sarà uno degli aspetti più importanti e delicati dei prossimi anni. Il settore privato sarà colpito dalla recessione in corso e il calo del pil si riferisce sostanzialmente a questa componente economica. Di conseguenza gli interventi pubblici di supporto alle aziende dovranno puntare a mantenere intatto il tessuto industriale del paese e mettere le basi per una ripresa sostenibile a beneficio di tutti i settori della società. Servono piani di inclusione digitale simili a quelli che nel secondo Dopoguerra fecero fare un balzo in avanti all' alfabetizzazione degli italiani. Digitale, quindi, per superare la crisi? Sì, e bisogna agire con rapidità. I cittadini devono percepire in modo tangibile che la crisi è affrontata e che c' è una progettualità. Il futuro di un paese non è mai predeterminato ma dipende dalla capacità di lavorare insieme, per migliorare ogni giorno con la giusta velocità ed efficacia. È su questo spirito fattivo e costruttivo che Confindustria lavorerà i prossimi mesi. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§26452826§] giovedì 02 luglio 2020

Digital 4 Biz

Industria 4.0

3 esempi di innovazione al servizio delle risorse umane

Dalla piattaforma di formazione SaaS, basata sul meccanismo dei giochi di ruolo, al sistema che aiuta gli HR a comprendere, valutare e interpretare i processi di recruiting, passando per una soluzione che usa i modelli predittivi per anticipare i problemi, potenziare l' intelligenza emotiva e il processo di decision making. Ecco le nuove frontiere delle startup in ambito HR

All' interno del processo di digital transformation gli HR Manager hanno un doppio compito: il primo è supportare il business nell' acquisizione di nuove competenze digitali, il secondo è evolversi essi stessi verso l' utilizzo di strumenti tecnologicamente avanzati e nuovi approcci trasformandosi in Digital HR Manager. Dalla ricerca di processi di selezione più efficienti al raggiungimento di una migliore comunicazione all' interno dell' azienda, gli obiettivi che spingono i responsabili della gestione delle risorse umane ad adottare le tecnologie digitali possono essere diversi e per ognuno di questi obiettivi molteplici team di startup HR in tutto il mondo si stanno impegnando a sviluppare soluzioni sempre più efficaci . A queste startup Eni, in collaborazione con Cariplo Factory , ha dedicato la call di Open Innovation " Digital HR: Innovare per crescere " con l' obiettivo di individuare strumenti innovativi in ambito risorse umane per la gestione e la formazione continua delle persone . 70 le startup HR (58 italiane e 12 straniere) selezionate che hanno avuto modo di presentare i loro progetti classificati in base alle tre aree indicate dalla call partita lo scorso novembre 2019: Engage yourself, give and receive feedback : soluzioni digitali per innovare il processo di engagement e feedback in un' ottica di continuous process (ad esempio soluzioni per la misurazione e analisi della qualità delle relazioni interne e della vita professionale, soluzioni per la raccolta e analisi dei feedback su comportamenti e performance); Let the others know more about you : soluzioni digitali volte al miglioramento delle relazioni tra persona e azienda e persona/persona per lo sviluppo di percorsi di sviluppo professionale e personale (si tratta in questo caso, ad esempio, di idee per la raccolta di informazioni relative a esperienze e competenze professionali e non, caratteristiche personali e motivazioni e ambiti di interesse formativo e professionale); Learning and training : soluzioni digitali nel settore della formazione continua, volte a ottimizzare e innovare i tradizionali processi di learning e training aziendali (come ad esempio le piattaforme di apprendimento e le soluzioni digitali che sfruttano tecnologie innovative come Virtual Reality e Augmented Reality). SkillGym, Glickon e TeamEQ: sono queste le startup HR decretate vincitrici da una giuria composta da rappresentanti Eni delle funzioni HR e Digital. Conosciamole nel dettaglio. SkillGym è una piattaforma di formazione SaaS che, attraverso il gioco di ruolo digitale, permette agli utenti di esercitarsi nelle conversazioni aziendali (fornire un feedback, delegare un' attività, assegnare obiettivi). SkillGym offre l' opportunità di simulare conversazioni lavorative in

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[§26452826§] giovedì 02 luglio 2020

Digital 4 Biz

Industria 4.0

un ambiente digitale protetto e fornisce un feedback sull' attività svolta. Ispirata dall' approccio " learning by doing ", la startup sfrutta l' Intelligenza Artificiale e la realtà aumentata per incrementare la fiducia e la consapevolezza di sé. La startup HR Glickon ha sviluppato un sistema che supporta gli HR Leaders nella comprensione, valutazione e interpretazione dell' esperienza di recruiting . Nello specifico, la piattaforma permette di gestire e analizzare tre momenti chiave: la Candidate Experience - ossia la fase di selezione dei candidati; l' Employee Experience - riguardante la fase di analisi della performance dei dipendenti; e infine la People Analytics , l' analisi e l' organizzazione dei dati personali e aziendali TeamEQ é la piattaforma di Team Analytics & Team Intelligence che rende il Team Management Real-Time Data-Driven, piú facile, piú efficace e predittivo. Attraverso l' utilizzo dell' Intelligenza Artificiale, TeamEQ costruisce modelli predittivi per anticipare i problemi e migliorare esponenzialmente l' intelligenza emotiva e il processo di decision making. Inoltre, TeamEQ misura i KPI chiave dei team in tempo reale, migliorando la leadership e il processo decisionale.

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[§26452827§] venerdì 03 luglio 2020 Pagina 14 Il Sole 24 Ore Industria 4.0

TECNOLOGIE

A Bressanone nasce il polo europeo della computer vision

Il progetto Covison Lab ha già raccolto 1,5 milioni dalle imprese del consorzio

Antonio Larizza

bressanone Far nascere un hub europeo per la ricerca avanzata sulla computer vision, da applicare in ambiti come guida autonoma, robotica, modellazione 3D, manifattura 4.0 e intelligenza artificiale. È la scommessa del Covison Lab, nato a Bressanone grazie alla visione di sette tech- company del territorio: Alupress, Durst Barbieri Electronics, Microgate, Microtec, MPD e TTControl. Consapevoli che nel mondo globale la competizione non è più tra singole imprese, ma tra sistemi territoriali - fatti di aziende, istituzioni, università - le società fondatrici hanno investito nel progetto 1,5 milioni di euro. Questo ha permesso al consorzio di attrarre fondi della Provincia di Bolzano, per una dotazione complessiva che sfiora i 3 milioni. La visione artificiale, ovvero la capacità di riprodurre digitalmente le abilità dell' occhio umano, per poi "donarle" a macchine e algoritmi - per esempio, per guidare un' auto nel traffico o un trattore tra filari - sarà il focus del Covision Lab, i cui uffici e laboratori sono ospitati nella sede della Dust, azienda specializzata in sistemi per la riproduzione e l' elaborazione digitale di immagini. In particolare, la ricerca sarà concentrata su processi per acquisizione, ricostruzione e analisi 3D, controllo di qualità di superfici e analisi e modellazione del corpo umano tramite sistemi multi-camera. Filoni di ricerca per nuove tecnologie con promettenti ricadute industriali, che saranno implementate non solo per le esigenze dei soci fondatori, ma in prospettiva anche per conto terzi. Nel comitato scientifico del consorzio siedono studiosi di fama internazionale come Rita Cucchiara, professoressa ordinaria di computer vision presso il dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari dell' università di Modena e Reggio Emilia e direttrice del laboratorio nazionale di Intelligenza artificiale e sistemi intelligenti; Pietro Perona, professore di ingegneria elettrica, computazione e sistemi neurali presso il California Institute of Technology e Paolo Lugli, rettore della Libera università di Bolzano, già preside del dipartimento di Ingegneria elettrica e informatica del Politecnico di Monaco di Baviera. «Siamo orgogliosi di avere la possibilità di far nascere un progetto unico, che punta a rendere l' Alto Adige area di riferimento per la computer vision in Europa», dichiara Federico Giudiceandrea, presidente del board di Covision Lab, fondatore di Microtec e presidente di Assoimprenditori Alto Adige. «L' obiettivo di Covision Lab - continua - è quello di produrre ricerca a livello internazionale fornendo ai suoi fondatori un vantaggio competitivo. Per farlo vogliamo attrarre giovani talenti del territorio, ma anche

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[§26452827§] venerdì 03 luglio 2020

Il Sole 24 Ore Industria 4.0

dal resto d' Italia e dall' estero». Un primo risultato è già stato raggiunto. Il ceo di Covision Lab è Franz Tschimben, ricercatore con esperienza in computer vision rientrato in Italia dalla Silicon Valley per guidare il nuovo progetto. Ma potrebbe essere solo l' inizio. Il centro di ricerca prevede di impiegare 15 persone entro il prossimo anno. La selezione è già iniziata. Durante il lockdown, Covision Lab ha ricevuto oltre duecento candidature da tutto il mondo. Ricercatori ed esperti in computer vision pronti a trasferirsi a Bressanone per continuare le loro ricerche, con la prospettiva di poterle poi trasferire al mondo delle imprese. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§26452828§] giovedì 02 luglio 2020

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

Advertising, il fuggi fuggi da Facebook non preoccupa Zuckerberg: "Nessun impatto"

Nell' ambito della campagna #StopHateForProfit in aumento i brand che hanno deciso di sospendere gli investimenti pubblicitari per il dilagare di fake news e hate speech. Il ceo pronto a incontrare gli organizzatori della protesta

Il ceo di Facebook , , non si lascia spaventare dalla "ritirata" degli inserzionisti dalla sua piattaforma . Nei giorni scorsi un numero crescente di brand ha deciso di sospendere almeno per tutto luglio, se non fino a fine anno , la spesa pubblicitaria su Facebook negli Stati Uniti. Molti di questi marchi aderiscono alla campagna #StopHateForProfit contro il dilagare dell' hate speech e delle fake news sulla piattaforma. Zuckerberg ha acconsentito a incontrare alcune delle associazioni no-profit che hanno organizzato la protesta - tra cui Anti-Defamation League, Naaco, Sleeping Giants, Color of Change, Free Press e Common Sense - ma al tempo stesso ha comunicato ai dipendenti che l' azienda non modificherà le sue policy sull' advertising per un piccolo gruppo di inserzionisti che non rappresenta una quota rilevante della spesa pubblicitaria totale sul social. Zuckerberg: "Tutti gli inserzionisti torneranno" Nei suoi commenti sul temporaneo allontanamento di alcuni brand (tra cui Starbucks, Verizon, Coca-Cola, Hp, Ford, Adidas) Zuckerberg ha dichiarato che il problema è più di "reputazione e rapporto con i partner", che economico , riporta The Information . I grandi advertiser che hanno aderito al boicottaggio rappresentano per Facebook una piccola porzione delle entrate totali dalla pubblicità, ha evidenziato Zuckerberg. " Non intendiamo modificare le nostre policy o il nostro approccio su nessun tema se viene minacciata una minima percentuale del nostro revenue; anzi non le cambiamo di fronte a nessun tipo di impatto sul revenue", ha sottolineato il Ceo. "Io dico che tutti questi inserzionisti torneranno presto sulla piattaforma". Secondo i dati di Pathmatics, società di marketing analytics, nessuna delle aziende che ha per ora ritirato gli investimenti pubblicitari su Facebook è fra i 100 top spenders Usa per le ads sul social media. Dieci richieste per fermare l' odio su Facebook La comunicazione nell' emergenza ai tempi dell' infosfera Un portavoce di Facebook ha comunicato all' agenzia Reuters che Zuckerberg ha comunque acconsentito a incontrare nelle prossime settimane alcune delle associazioni che hanno organizzato la campagna #StopHateforProfit. La protesta che invita gli inserzionisti a boicottare Facebook è stata lanciata dopo la morte di George Floyd, ucciso da un poliziotto bianco durante un fermo. Il social di Zuckerberg viene accusato di permettere la pubblicazione e diffusione di contenuti "razzisti, violenti e palesemente falsi sulla sua piattaforma" e di consentire che il social sia usato "per ampie campagne contro la partecipazione al voto politico e per diffondere disinformazione mirata contro l' elettorato afro-americano" e di aver permesso "l' incitamento alla violenza contro i manifestanti che si battono per la giustizia razziale in America". Le organizzazioni hanno presentato dieci richieste

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[§26452828§] giovedì 02 luglio 2020

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

al social media , tra cui permettere alle persone che subiscono gravi molestie di parlare con un dipendente di Facebook e dare risarcimenti ai brand le cui ads vengono mostrate vicine a contenuti offensivi che vengono rimossi solo in un secondo momento. La difesa del social network: "Investiamo miliardi sulla sicurezza" , ex parlamentare britannico che oggi è vice president of Global Affairs and Communications di Facebook, ha dichiarato sulla testata AdAge che "Facebook non fa profitti sull' odio". Pur riconoscendo che "non saremo mai in grado di evitare che i contenuti d' odio spariscano completamente da Facebook", ha continuato Clegg, "l' azienda continua a migliorare nella sua capacità di fermare l' hate speech". "Investiamo miliardi di dollari ogni anno per mantenere la nostra comunità sicura e lavoriamo costantemente con esperti esterni per rivedere e aggiornare le nostre policy", ha scritto Facebook in una nota ufficiale . "Ci siamo sottoposti a una audit sui diritti civili e abbiamo bandito 250 organizzazioni della supremazia bianca da Facebook e . Gli investimenti che abbiamo fatto in intelligenza artificiale ci permettono di individuare quasi il 90% dei discorsi d' odio su cui interveniamo prima che gli utenti ce li segnalino, mentre un recente rapporto dell' Unione europea ha rilevato che Facebook ha esaminato più segnalazioni di hate speech in 24 ore rispetto a Twitter e YouTube. Sappiamo di avere ancora molto lavoro da fare e continueremo a collaborare con i gruppi per i diritti civili" . @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§26452829§] giovedì 02 luglio 2020

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

Associazioni no-profit contro il matrimonio Google-Fitbit: "Privacy a rischio"

Secondo le associazioni di Usa e Ue, BigG mirerebbe all' enorme volume di dati sanitari raccolti dal produttore di fitness trackers. L' Antitrust Ue deciderà entro il 20 luglio se dare il disco verde, ma la commissaria Vestager ha già espresso perplessità

L' operazione Google - Fitbit presenta troppi rischi dal punto di vista antitrust e della tutela dei dati personali . Lo sostengono venti associazioni che si battono per la difesa della privacy e dei diritti dei consumatori, che hanno firmato un appello ai regolatori globali mettendo in guardia sulle ricadute negative dell' acquisizione del produttore di dispositivi wearable annunciata dal colosso di Mountain View. La lettera è firmata da no-profit di Europa, Stati Uniti, Canada, Australia e America Latina, tra cui Access now (Europa) , Public citizen (Usa) e Institute of consumer defense (Brasile). Le associazioni sostengono che il deal non farebbe che allargare il già enorme dominio di mercato di Google sui vari segmenti dell' economia digitale. In particolare, con il takeover della società dei dispositivi connessi per il fitness, Google aggiungerebbe alla già enorme banca di dati dei suoi utenti tutte le informazioni raccolte tramite i wearable di Fitbit , come l' attività fisica svolta giornalmente, la qualità del sonno o il battito cardiaco. Google: "Il deal riguarda l' hardware, non i dati" "Le esperienze dei passato mostrano che i regolatori devono essere molto cauti di fronte alle promesse fatte dalle aziende che si fondono riguardo alle limitazioni sull' uso dei dati dell' azienda che viene acquisita", si legge nell' appello . "I regolatori devono partire dal presupposto che Google utilizzerà in pratica la totalità del data set - finora indipendente - di Fitbit, costituito da informazioni altamente sensibili, e li unirà ai propri". "Questo accordo riguarda i device, non i dati", ha replicato una portavoce di Google all' agenzia Reuters . "Noi riteniamo che l' unione delle attività hardware di Google e di Fitbit aumenterà la concorrenza nel settore". La portavoce del colosso americano ha sottolineato che il mercato dei wearable è affollato e non vi sono rischi di accentramento. Regolatori Usa e Ue già sull' attenti Il deal, annunciato a novembre, è al momento al vaglio dei regolatori. L' Antitrust Ue deve decidere entro il 20 luglio se dare il disco verde (condizionato o no) all' operazione - da 2,1 miliardi di dollari o 1,86 miliardi di euro - o avviare una fase di ulteriori indagini che verrebbero chiuse dopo quattro mesi. Il takeover mira ad aiutare l' azienda del gruppo di Alphabet a competere con Apple e Samsung nel mercato degli smart watch e dei fitness tracker , dove di recente sono entrati anche Huawei e Xiaomi. La preoccupazione però è che l' acquisizione del produttore di fitness tracker possa portare in casa di Google grandi volumi di informazioni su milioni di utenti che utilizzano il software connesso via cloud per monitorare i passi effettuati ogni giorno, le calorie bruciate e le distanze percorse. Questi dati, incrociati con altri già in possesso di Google, teme la Commissione europea, potrebbero portare ad analisi e profilazioni

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[§26452829§] giovedì 02 luglio 2020

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

sin troppo dettagliate dei cittadini e del loro stato di salute. Fare rete: la trasformazione digitale per coesione, partecipazione e sviluppo della comunità Al momento dell' annuncio dell' accordo molti analisti avevano commentato che il vero obiettivo di Google è l' ingresso nel settore dell' assistenza sanitaria, un mercato da 3,5 trilioni di dollari . La commissaria europea alla concorrenza, Margrethe Vestager , ha subito espresso le sue preoccupazioni riguardo alla tendenza dei big del tech di acquisire altre aziende il cui principale capitale è rappresentato dai dati raccolti sui propri utenti. A febbraio anche lo European data protection board (Edpb) si è espresso in modo critico: "L' accumulo di dati personali sensibili di persone in Europa da parte di una grande azienda tecnologica americana potrebbe comportare un elevato livello di rischio". L' operazione Google-Fitbit ha suscitato la preoccupazione anche del regolatore Usa : il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti si è detto pronto ad aprire un dossier ipotizzando possibili problematiche antitrust. La partita è sui dati sanitari Fitbit ha venduto 100 milioni di dispositivi in grado di raccogliere dati di altissima qualità : una potenziale miniera d' oro per il settore sanitario, compresi ricercatori e assicuratori. La specializzazione di Google nell' estrazione di valore dai dati tramite l' intelligenza artificiale potrebbe fare il resto. Il valore della società dei wearable è sottolineato dal fatto che anche Facebook era in lizza per comprarla , secondo quanto riportato dai media Usa. "La proposta di acquisizione di Fitbit fornirebbe a Google più potere nella gestione delle informazioni più sensibili, dalla posizione degli utenti ai dati sanitari, configurando così un aumento di potere nel mercato online", ha affermato il deputato Democratico americano David Cicilline. Il colosso di Mountain View è già nel mirino per l' accordo con l' azienda ospedaliera Ascension , una collaborazione sul cloud che potenzia l' accesso di medici e infermieri ai dati dei pazienti e ha messo in allarme per motivi di privacy. @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§26452830§] venerdì 03 luglio 2020

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

De Vecchis (Huawei): "Il 5G è questione di ecosistema"

Il Presidente di Huawei Italia: "Intelligenza artificiale, cloud, realtà aumentata le tecnologie che saranno spinte dalla quinta generazione mobile. Le aree di sviluppo sono enormi. E possono generare nuova produttività e competitività"

Il 5G per Huawei è un' era iniziata già da cinque anni e ora l' azienda cinese è concentrata sul passo successivo: gli ecosistemi digitali abilitati dalla nuova tecnologia mobile. Lo ha dichiarato Luigi De Vecchis , Presidente Huawei Italia , intervenendo alla tavola rotonda " 5G the new normal: quali casi, quali soluzioni" nell' ambito del terzo appuntamento del web summit Telco per l' Italia 2020 organizzato da CorCom e Digital360. "Huawei sta già andando oltre", ha affermato De Vecchis. "Come gruppo investiamo il 15% fatturato in R&D, oltre 15 miliardi di euro, ma adesso ci stiamo concentrando anche sull' ecosistema : sistemi AI, cloud , realtà aumenta e realtà virtuale, Industry 4.0 e il nostro chip , che sarà semplice da usare e accessibile a tutti. All' Europa e all' Italia vorrei dire", ha proseguito De Vecchis, "che solo chi avrà la lungimiranza di capire che non è la sola infrastruttura 5G, ma l' intero ecosistema digitale a dare successo al paese, potrà ottenere quella produttività e competitività che oggi mancano in Europa". Il concetto di ecosistema va applicato all' intero sostrato economico, ha sottolineato il Presidente di Nokia Italia; "non è possibile fermare questa opportunità con fake news, atti di vandalismo sulle infrastrutture e argomentazioni che hanno a che fare con la geopolitica". De Vecchis ha anche ricordato il ruolo cruciale svolto dal 5G in Cina nella gestione dell' epidemia di Covid-19 grazie a "risposte digitali tempestive, accurate e intelligenti. Senza 5G la Cina non sarebbe riuscita a contenere e risolvere l' emergenza ; pensiamo ad esempio alle interconnessioni 5G tra ospedali e alle diagnosi da remoto che hanno permesso di ridurre i numeri dei contagi e delle vittime". On demand Il racconto di Carlo Cottarelli e Brunello Cucinelli. Rivivi il Think Digital Summit Cloud Risorse Umane/Organizzazione In Italia, le stesse soluzioni 5G di Huawei (insieme a Retelit) hanno permesso di collegare l' ospedale di Cotugno (Napoli) all' ospedale Zhongshan di Shanghai per lo scambio di informazioni e consulti tra medici ed esperti cinesi e italiani. La Cina sul 5G si sta portando avanti con passi da gigante, ha evidenziato ancora il Presidente di Huawei Italia: "Pechino ha in programma di installare 550mila stazioni base entro la fine del 2020 . In Italia non siamo messi male nel rapporto tra antenne e abitanti, ma ci penalizza la morfologia territorio". Oltre a premere l' acceleratore sull' infrastrutturazione, per Huawei l' Italia potrà crescere puntando su giovani e competenze : per questo l' azienda cinese, che in Europa ha 18 centri di ricerca con 12mila addetti, sta rafforzando i rapporti con le università . "I giovani sono la linfa vitale delle aziende che fanno innovazione", ha affermato De Vecchis. "Huawei ha per esempio il programma Seeds for the future, che porta studenti europei dell' ambito Ict in Cina

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[§26452830§] venerdì 03 luglio 2020

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

per due settimane di studio". Si tratta di un supporto alle università e ai paesi, ha concluso De Vecchis, che mira anche a contenere la fuga dei cervelli: "Ci stiamo riuscendo consentendo di fare ricerca e sviluppo operativi con Huawei ", ha detto il top manager. "Questo alimenta l' intero sistema R&D su scala sia nazionale che globale". @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§26452831§] giovedì 02 luglio 2020

Agenda Digitale

Industria 4.0

Deepfake, perché bisogna prepararsi al peggio: le mosse di Facebook

I deepfake non sono al momento un grosso problema ma non bisogna mai essere colti alla sprovvista, e Facebook, come altri social media, vuole prepararsi a dovere per tutte le situazioni dannose che potrebbero accadere. Non è semplice. Ecco le tecnologie in campo

Data la crescente diffusione dell' uso dei deepfake nella violenza di genere e nella disinformazione è meglio non farsi cogliere impreparati. La pensa così infatti Facebook, che sta cominciando a correre ai ripari per non lasciare spazio ai filmati manipolati sulla sua piattaforma. Il compito non è dei più semplici. Vediamo perché. Tuttavia, individuarli in maniera "automatica" tramite l' Intelligenza Artificiale non è agevole . Per affrontare il problema, Facebook vuole usare l' Intelligenza Artificiale per aiutare a combattere i falsi generati dalla stessa Intelligenza Artificiale. Per addestrare l' Intelligenza Artificiale a individuare i video "manipolati", Facebook sta rilasciando il più grande dataset mai realizzato relativo ai deepfake : oltre 100.000 clip prodotte utilizzando 3.426 attori e una serie di tecniche di face-swap (tecnica che permette lo "scambio dei volti") esistenti. A dirla tutta, per il CTO di Facebook, Mike Schroepfer, i deepfake non sono attualmente un grosso problema per l' azienda di Menlo Park. Ma pur non essendo un grosso problema nell' immediato Schroepfer ha affermato che non bisogna mai essere colti alla sprovvista, preparandosi a dovere per tutte le situazioni dannose che possono accadere. Si potrebbe dire, in pratica, che Facebook si stia preparando alla tempesta ora che il cielo è sereno. Facebook ha recentemente annunciato il vincitore della sua " Deepfake Detection Challenge ", in cui 2.114 partecipanti hanno presentato circa 35.000 modelli formati sul suo dataset. Il modello migliore, sviluppato da Selim Seferbekov, un ingegnere di esperto di Deep Learning presso l' azienda Mapbox , è stato in grado di rilevare se un video fosse un deepfake con una precisione del 65%. Il tutto partendo da un dataset di 10.000 clip inedite, tra cui un mix di nuovi video generati da Facebook con altri esistenti presi da Internet. Per rendere le cose più difficili, i training data e il dataset sottoposto a test includevano la possibilità che il sistema di rilevamento potesse essere confuso, includendo testi e immagini che andavano a "disturbare" i soggetti ritratti nel video, oppure includendo video con risoluzioni altalenanti, oppure ancora con velocità differenti e dal repentino cambiamento. Il tutto per identificare al meglio i deepfake. Cosa sono i deepfake e perché sono pericolosi Ricordiamo che con il termine deepfake ci si riferisce a filmati "manipolati", o ad altre rappresentazioni digitali, prodotti da una sofisticata Intelligenza Artificiale, col fine ultimo di creare - con una combinazione di immagini e suoni - dei video che sembrano reali. E non sempre la

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[§26452831§] giovedì 02 luglio 2020

Agenda Digitale

Industria 4.0

finalità è meramente goliardica. Anzi. Chiunque potrebbe (come accade) sfruttare tale tecnologia per addebitare un gesto, una parola, un modo di porsi a qualcuno con il solo scopo di screditarlo, qualsiasi sia il contesto o il settore. Con gli strumenti ad oggi disponibili per rendere i deepfake ampiamente disponibili e relativamente facili da utilizzare, molti esperti temono che essi possano venire utilizzati per diffondere pericolose fake news. Ad esempio, alcuni politici potrebbero screditare gli avversari semplicemente facendo dir loro cose non vere, oppure rappresentarli in situazioni e luoghi ai quali non hanno mai preso parte. Si pensi all' avversario politico che pronuncia qualcosa di sconvolgente, oppure partecipa ad un meeting con personalità del mondo criminale. Questo è, perlomeno, lo scenario peggiore. Ciò che è palese è che all' occhio umano, anche attento, distinguere il vero dal falso non è sempre facile ed intuitivo. Tuttavia, secondo un rapporto del 2019 della società di sicurezza informatica DeepTrace Labs , al momento il più completo rapporto sulla questione in oggetto, i deepfake non sono ancora stati utilizzati in nessuna "campagna di disinformazione". Eppure, lo stesso rapporto ha anche rilevato che il numero di deepfake pubblicati online stava crescendo rapidamente, con circa 15.000 nuovi casi apparsi nei sette mesi precedenti al rapporto. Un numero che a metà 2020 è presumibilmente cresciuto in maniera notevole. Piuttosto che imparare tecniche forensi, come la ricerca di impronte digitali nei pixel di un video lasciato dal processo di generazione del deepfake, le tecniche "vincitrici" del contest sembrano aver imparato a riconoscere quando qualcosa sembrava "spento", esattamente al "livello" di un essere umano. Per fare questo, tutti i vincitori hanno utilizzato un nuovo tipo di Rete Neurale Convoluzionale (tipo di rete neurale ispirata alla corteccia visiva) sviluppata dai ricercatori di Google l' anno scorso, chiamata EfficientNets . Le Reti Neurali Convoluzionali sono comunemente usate per analizzare le immagini e sono ottime per riconoscere i volti ovvero gli oggetti. Tuttavia, il miglioramento della loro precisione oltre un certo punto può richiedere una messa a punto ad hoc. Gli EfficientNets forniscono un modo più strutturato per la "messa a punto", rendendo più facile lo sviluppo di modelli più accurati. Ma esattamente ciò che li rende superiori ad altre reti neurali in questo compito non è chiaro. Facebook ha dichiarato di prevedere di non utilizzare nessuno dei modelli vincenti della sua Deepfake Detection Challenge. Per prima cosa, il 65% di accuratezza non è ancora abbastanza accettabile per essere utilizzabile a pieno. Alcuni modelli hanno ottenuto più dell' 80% di accuratezza con i training data, percentuale che è tuttavia calata quando si è posto il confronto con clip non viste precedentemente. Per Seferbekov di Mapbox la sfida dei nuovi video, che possono includere diverse facce scambiate utilizzando tecniche diverse, è la parte più difficile in assoluto. Un modo per migliorare il rilevamento dei deepfake sarebbe quindi quello di concentrarsi sulle transizioni tra i vari fotogrammi video , tracciandole nel tempo. Per Seferbekov anche i deepfake di alta qualità hanno un certo sfarfallio tra un fotogramma e l' altro. Gli esseri umani sono bravi a individuare queste incongruenze, soprattutto nelle riprese dei volti. Ma la "cattura automatica" di questi difetti rivelatori richiederà training data più ampi e variegati, nonché molta più potenza di calcolo. Seferbekov ha provato a tracciare queste transizioni di fotogramma

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[§26452831§] giovedì 02 luglio 2020

Agenda Digitale

Industria 4.0

ma non ci è riuscito, rappresentando la CPU come un vero e proprio "collo di bottiglia". Facebook suggerisce che il rilevamento dei deepfake può essere migliorato anche utilizzando tecniche che vanno oltre l' analisi di un' immagine o di un video, come la valutazione del suo contesto o della sua provenienza. Sam Gregory, che dirige Witness, un progetto che supporta gli attivisti per i diritti umani nell' uso delle tecnologie video, accoglie con favore l' investimento dei Big dei Social nella lotta senza quartiere ai deepfake. Witness è membro di "Partnership on AI", che ha consigliato Facebook sul suo progetto "di lotta". Gregory è d' accordo con il CTO di Facebook Schroepfer, ribadendo che vale la pena prepararsi al peggio, ossia a quando i deepfake saranno un problema serio per i social network. E se si pensa che vi sono milioni di persone al mondo che sono in grado di creare e condividere video del genere, la fiducia in ciò che vediamo su Internet e sui social è più importante che mai. Le fake news si diffondono ormai a macchia d' olio su Facebook, e la sola possibilità di avere a che fare con notizie false semina il dubbio nei lettori, rendendoli propensi a mettere in discussione sia le notizie e i filmati veri che quelli falsi. Ciò che è palese è che il rilevamento automatico allo studio di Facebook potrebbe presto essere l' unica opzione per combattere il fenomeno dei deepfake e delle fake news in genere.

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[§26452833§] venerdì 03 luglio 2020

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

Gropelli (Etno): "Il 5G abilitatore di un modello di sviluppo più sostenibile"

Il General Director of Strategy & Communications di Etno: "L' utilizzo efficace dei fondi Ue è cruciale per la ripresa, ma serve anche iniziare a raccontare in modo diverso come le nuove reti possono cambiare la vita di imprese e cittadini. Serve un impegno di sistema"

Lo sviluppo del 5G passa anche per una comunicazione trasparente con i cittadini, che sono i primi beneficiari delle nuove reti e dei nuovi servizi da queste abilitati. Ne è convinto Alessandro Gropelli , Deputy Director - General Director of Strategy & Communications di Etno, intervenuto alla terza tavola rotonda virtuale di Telco per l' Italia 2020 " 5G the new normal: quali casi, quali soluzioni ". "Inclusione, innovazione e Industria 4.0 - ha detto Gropelli - sono i concetti che meglio sottolineano come la quinta generazione mobile non sia solo una tecnologia ma uno strumento in grado di fare recuperare sovranità tecnologica all' Europa, oggi schiacciata tra il modello Internet consumer based degli Usa e quello centrato sui brevetti della Cina". "Inclusione - evidenzia ancora l' esperto - perché il 5G rimuove le barriere che impediscono pieno accesso alle reti veloci e ai servizi. Innovazione perché abilita una cultura della piattaforma e un ecosistema come non si erano mai visti prima. E infine Industria 4.0 che è il settore dove l' Europa può investire per diventare leader mondiale". Per quanto riguarda la salute è cruciale una comunicazione chiara sui rischi legati all' elettrosmog. "L' Icnirp ha chiarito che il 5G non produce onde elettromagnetiche a radiofrequenza dannose per l' essere umano", ha ricordato l' esperto mentre per la privacy ha evidenziato il ruolo che possono svolgere le telco europee nello sviluppo di servizi e prodotti che garantiscano la protezione più alta possibile dei dati. Il terzo ambito è quello ambientale: il 5G è in grado di abilitare modelli di crescita sostenibile e sostenuta di cui le telco possono essere avanguardia. "L' aumento del traffico dati, determinato dalle reti ultraveloci, aumenta anche il consumo energetico e in questa prospettiva la transizione verso le rinnovabili è necessaria", ha spiegato Gropelli. Per evitare che l' Europa resti indietro nel roll out del 5G a causa di un' informazione non efficace e per la diffusione delle fake news - secondo le rilevazioni di Etno e Gsma la disinformazione ha contribuito a causare 180 attacchi alle antenne - è necessario un impegno di sistema.

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[§26452834§] giovedì 02 luglio 2020

Agenda Digitale

Industria 4.0

Intelligenza artificiale e i volti del razzismo: così la tecnologia eredita i nostri difetti

Dopo l' omicidio di George Floyd, anche il riconoscimento facciale è sotto accusa: big del calibro di IBM, Amazon e Microsoft hanno deciso di fare un passo indietro nella concessione dei loro software alle forze dell' ordine. Vediamo perché la tecnologia è stata definita una minaccia travestita da regalo

Anche l' Intelligenza Artificiale (AI) ha subito i contraccolpi del brutale omicidio di George Floyd , che ha mostrato al mondo - se mai ce ne fosse stato bisogno - quanto il razzismo sia un problema tutt' altro che archiviato. Probabilmente a molti lettori non risulta immediata la connessione tra l' assassinio di George Floyd, le conseguenti proteste antirazziste, e un certo senso di colpa dei giganti dell' IA, implicito nelle loro dichiarazioni di desistere dall' offrire software per il riconoscimento facciale. Per meglio apprezzare il nesso è opportuno ricapitolare i passi indietro dei big tech e i passi avanti con cui l' IA si è rapidamente impadronita della capacità di individuare e riconoscere volti in immagini, e di certi aspetti di questa capacità. Partiamo ricapitolando il passo indietro dei colossi informatici. Ha iniziato IBM , il 9 giugno, annunciando di uscire dal mercato del riconoscimento artificiale dei volti, per le implicazioni razziali nell' uso di questa tecnologia da parte delle forze dell' ordine, a partire da quelle americane. A seguire, l' 11 giugno anche Amazon annuncia di sospendere per un anno la fornitura del proprio software di riconoscimento facciale, Rekognition, alle polizie americane. Ultima arriva Microsoft , che annuncia di non vendere più software per riconoscimento dei volti alla polizia americana, fino a che il Congresso non stabilisca una normativa in grado di escludere distorsioni razziali nell' uso di queste tecnologie. Google non manca all' appello, aveva già dovuto archiviare certi utilizzi delle sue tecnologie AI un paio di anni fa, su spinta dal basso della sua base. Nel 2018 Google aveva stipulato un contratto con il Pentagono nel progetto Maven, mirante a dotare le forze armate di software per il riconoscimento di persone e di droni. Nel momento in cui la notizia si diffuse tra gli impiegati, nacque una protesta che si concretizzò in una lettera denunciante come questo impiego dell' IA calpestasse lo spirito e i valori declamati da Google, i cui vertici adottarono la decisione di rimanere alla larga da applicazioni di questo genere. Tuttavia, un drappello di irriducibili non smise mai di proseguire la ricerca sulle reti neurali artificiali, in cui spicca la figura di Geoffrey Hinton , che le ha traghettate verso il deep learning, ovvero le stesse reti con un numero maggiore di strati di neuroni. Il deep learning ha suscitato clamore proprio per aver raggiunto le prestazioni visive dell' uomo, un traguardo che dopo mezzo secolo di progressi lenti e limitati con altri tipi di algoritmi, sembrava velleitario. Il livello di accuratezza pari a quello umano viene conseguito dal deep learning su vaste collezioni di immagini generiche, come quella denominata ImageNet, composta da

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[§26452834§] giovedì 02 luglio 2020

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decine di milioni di immagini , raggruppate in migliaia di categorie di oggetti. Ben diverso è azzardare avventurarsi nel terreno più ristretto dei volti . Si tratta infatti del tipo di oggetto su cui il nostro cervello esibisce la più raffinata capacità discriminativa. Essere competenti riguardo ai volti è prezioso per la vita sociale, per gli esseri umani come per diversi altri animali che vivono in gruppi di conspecifici ben organizzati. Anzitutto i volti sono gli indizi visivi principali per poter discriminare un individuo dall' altro, riconoscere lo stesso individuo a distanza di tempo. Inoltre, i volti rivelano molto dello stato d' animo del suo possessore, e in particolare della sua attitudine nei confronti di chi guarda. Niente di strano che quindi l' evoluzione naturale abbia sviluppato nei cervelli una dotazione computazionale particolarmente sofisticata per la percezione dei volti. Per nessun altro genere di oggetti ci risulta altrettanto facile mantenere in memoria un elevato numero di suoi esemplari, ed essere in grado di riconoscerne l' identità, nonostante differenze visive molto minute, e a dispetto delle variazioni del modo di apparire per differente posa, distanza, illuminazione. L' indagine neurocognitiva, di cui una delle figure di rilievo è Kalanit Grill-Spector di Stanford, ha individuato diverse aree corticali, sia nei lobi occipitali che in quelli temporali, dove si esplica il potenziamento computazionale necessario per la sofisticata elaborazione dei volti. La visione computerizzata ha tentato di cimentarsi con i volti fin dal 1990 , quando venne inventato il metodo Eigenfaces , il cui nome si riferisce alla tecnica presa a prestito dall' algebra lineare degli Eigenvectors ("autovettori"). Quando in tempi più recenti, nel 2008, venne proposta una prima collezione standard di volti su cui valutare i metodi di visione computerizzata, LFW ( Labeled faces in the wild ), Eigenfaces risultò azzeccare il volto solamente per il 60% dei campioni. La direzione che portò ai migliori risultati fu la certosina selezione di una serie di configurazioni di pixel caratteristici di parti dei volti, soprattutto occhi e bocca. È su un modello di questo genere che nel 2009 nasce l' azienda israeliana face.com, con la cooperazione dell' università di Tel-Aviv. Il loro modello raggiunge una precisione dell' 89% su LFW, quindi ancor lontana dalle prestazioni umane. Ma tre anni dopo esplode il deep learning, face.com che nel frattempo è stata acquisita da Facebook lo adotta abbandonando le precedenti strategie. Il nuovo modello, denominato proprio DeepFace raggiunge la precisione del 97% su LFW, molto vicino a quella umana. Mentre DeepFace impiega come rete neurale di base la stessa sviluppata dal gruppo di Hinton che ottenne il celebre successo in ImageNet nel 2012, successivamente anche questa parte centrale è stata specializzata per i volti, come nel modelli DeepID sviluppati dalla cinese SenseTime , raggiungendo la soglia del 99% di precisione su LFW. Prima di esaminare cosa c' è di intrinsecamente pericoloso nel deep learning che riconosce i volti, è utile una breve digressione sulla psicologia della visione umana per lo stesso compito. Si è detto quanto siamo abili nel riconoscere i volti, è ora il momento di parlare anche di diverse pecche, una delle più note e vistose va sotto il nome di other-race effect . Non c' è modo migliore di esprimerla che con il luogo comune diffuso tra europei: "i cinesi si assomigliano tutti". Forse i cinesi pensano lo stesso di noi, e quel che è assodato da mezzo secolo di studi è che ogni cultura perde drammaticamente la capacità di discriminare

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[§26452834§] giovedì 02 luglio 2020

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volti quando appartengono ad etnie diverse dalla propria. Studi più recenti hanno mostrato che in effetti il pregiudizio del nostro sistema visivo non riguarda esclusivamente la diversità etnica, bensì più genericamente il livello di confidenza e frequentazione delle persone di cui percepiamo le facce. Studi sperimentali su studenti hanno mostrato come uno stesso segnale cerebrale misurato tramite elettroencefalografia (il potenziale N170) venga modulato sia dalla diversità etnica, che dall' appartenenza o meno alla stessa università. Si è riscontrato anche un other-age effect , per esempio gli adolescenti risultano molto più discriminativi dei volti di coetanei che di persone più anziane o anche di bambini piccoli. In fin dei conti potrebbe sembrare poco grave non possedere un apparato di riconoscimento dei volti perfetto per ogni abitante del paese, ma questi fenomeni diventano drammatici quando si entra nel terreno della prevenzione del crimine e della giustizia. Nell' estate 2005 la polizia di Londra era in allarme a seguito degli attentati terroristici alla metropolitana, e aveva nell' elenco dei sospetti il cittadino di origine etiope Hussain Osman, di cui era nota una delle sue possibili abitazioni. La mattina del 22 luglio un uomo che esce dallo stabile sotto sorveglianza viene riconosciuto con sicurezza come Osman da un poliziotto, che dirama l' allarme, e l' uomo viene seguito. Quando entra nella stazione della metropolitana di Stockwell l' ordine è di impedire a tutti i costi che salga su un treno. Ordine eseguito uccidendo l' uomo sulla piattaforma, prima che salisse su una carrozza. L' uomo era Jean Charles De Menezes, brasiliano, e con una somiglianza piuttosto superficiale con Osman, ma entrambi erano di etnia diversa dal poliziotto. Uno dei correlati che rendono ancor più pericoloso l' other-race effect è che il soggetto non si rende conto di perdere la capacità identificativa quando i volti sono di etnia diversa , allo stesso modo con cui giustifichiamo la nostra difficoltà di discriminare soggetti - i cinesi di cui sopra - sostenendo che sono realmente indistinguibili, quando crediamo di aver riconosciuto qualcuno, ci autoconvinciamo della sua correttezza. Uno dei massimi esperti nella psicologia degli errori di identificazione visiva, Mike Burton, ha verificato sperimentalmente che soggetti impegnati in compiti di identificazione da immagini del volto, nei casi in cui hanno sbagliato dichiarano di avere certezza della propria identificazione più del 30% delle volte. In diverse diatribe riguardanti l' IA viene incolpato proprio il deep learning, e a puntargli il dito contro sono, comprensibilmente, gli esponenti dell' ala razionalista dell' IA, che mal lo hanno digerito. Per esempio, il deep learning viene spesso accusato di non far trasparire la catena logica che conduce a suoi risultati. Questa mancanza diventa una pecca seria se il deep learning viene impiegato in sistemi decisionali, in cui se una decisione si rivelasse critica, sarebbe doveroso poter risalire ai motivi per cui è stata presa. Nel caso, invece, del riconoscimento dei volti, non c' è da imputare qualcosa di specifico al deep learning, se non il suo funzionare molto bene, in maniera sorprendentemente prossima alla visione umana. Anche nei pregiudizi. Joy Buolamwini , ricercatrice al MIT Media Lab, è diventata una delle principali ricercatrici sulle insidie degli attuali software di riconoscimento facciale, e racconta come questo interesse scaturì quando lavorava ad un progetto di robotica, e non riusciva ad accedere ad una parte del software che richiedeva l' interazione

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[§26452834§] giovedì 02 luglio 2020

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facciale. Non si trattava di riconoscere l' identità di un volto, ma molto più banalmente di verificare se di fronte alla telecamera ci fosse una persona, ma il software quando lei si proponeva insisteva a dichiarare che non c' era nessun volto. Buolamwini capì presto che bastava indossare una maschera bianca per ottenere l' accesso al software, ma a quel punto più del progetto di robotica le incuriosiva andare a fondo sui motivi per cui un volto come il suo non venisse nemmeno riconosciuto come volto. E presto capì che il suo, di volto, associava due pecche: essere donna, ed essere di colore. Da allora ha fondato la Algorithmic Justice League , che si prefigge di studiare e denunciare i pregiudizi insiti negli algoritmi di AI e la portata del loro danno. La collezione di volti LFW con cui, come abbiamo visto, si sono confrontati i vari algoritmi, è composta per il 78% da facce maschili, e per l' 84% da bianchi. Per tentare di ovviare a questa distorsione, il National Institute of Standards and Technology ha adottato una collezione di volti, IJB-A ( IARPA Janus Benchmark A ) sulla cui base valutare i software disponibili in commercio. Tuttavia, Buolamwini ha riscontrato come in IJB-A persista una netta prevalenza di volti maschili e bianchi, anche se in misura meno accentuata rispetto a LFW, e ha sviluppato nel 2018 una collezione, il Pilot Parliaments Benchmark bilanciato per colore della pelle seguendo gli standard scientifici dermatologici, e per genere. Sottoponendo a questo banco di prova i software commerciali di Microsoft, IBM, e della cinese Face++, i risultati sono stati sconfortanti. Mentre per maschi bianchi l' errore risulta nullo, sia la colorazione della pelle che il genere femminile introducono errori vistosi , che cumulati per i volti femminili con colore più scuro superano il 30%. Considerando che i software di IBM e Microsoft sono già in adozione da parte della polizia in diversi stati americani, impiegati per confrontare soggetti con lo schedario di volti di pregiudicati, è evidente come la possibilità di errore nel caso di soggetti di colore sia drammatica . Diventa ora ben comprensibile la reazione a seguito del tragico caso di George Floyd. Amazon non sfugge certo alla critica, la American Civil Liberties Union californiana ha sperimentato il suo software Rekognition sui 535 membri del Congresso, confrontati con le foto segnaletiche di 25mila pregiudicati. Riconoscimento risultato positivo (falso, ovviamente) per 28 dei parlamentari, e nonostante la quota di colore sia solamente del 20% nel Congresso, risultava raddoppiata, del 40%, tra le identificazioni errate. Va aggiunto che IBM, Amazon e Microsoft sono da un lato le aziende con maggior visibilità e quindi necessitano di una reputazione non incrinata da razzismo, d' altro lato vantano dimensioni di mercato tali da non preoccuparsi troppo per la rinuncia alla fetta derivante dal riconoscimento facciale. Esiste invero un certo numero di altre aziende del tutto sconosciute al vasto pubblico , specializzate proprio nel riconoscimento facciale, che sono in realtà i maggiori fornitori delle polizie nel mondo. La Clearview AI americana vanta qualcosa come 2400 clienti tra le polizie d' America e del Canada. Un' indagine di Huffington Post ha svelato gli stretti legami tra il suo fondatore, Hoan Ton-That, e l' ultradestra nazista americana, di cui si sarebbe servito per i finanziamenti iniziali della sua azienda, oltre a far confluirne alcuni esponenti nel libro paga di Clearview AI. Con questi presupposti non giunge certo sorprendente la recente notizia di un caso conclamato di errore

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[§26452834§] giovedì 02 luglio 2020

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giudiziario dovuto al pregiudizio razziale del software di riconoscimento facciale. Si tratta di Robert Julian-Borchak Williams , arrestato di fronte a moglie e figli e detenuto per tre giorni, per il furto ad un supermercato di Detroit. Quando a Williams venne contestato il fotogramma del video di sorveglianza del supermercato, per lui la dissomiglianza era eclatante, e lamentò con chi lo interrogava la ben nota inabilità dei bianchi a distinguere le persone di colore. Ma stavolta il pregiudizio dei bianchi che lo interrogavano si era alleato con il pregiudizio di un software. Fortunatamente Williams aveva un alibi, e il caso fu attenzionato dall' ACLU del Michigan, l' accusa dovette riconoscere l' errore che divenne di dominio pubblico. Secondo l' ACLU risulta altamente probabile che vi siano già verificati diversi casi Williams , rimasti nell' ombra, e purtroppo meno fortunati. Luke Stark è arrivato ad affermare che il riconoscimento dei volti sta all' IA come il plutonio alla fisica . Stark proviene dalla New York University ed è attualmente ricercatore alla Microsoft, ma ci tiene a chiarire che la sua posizione è personale, e non riflette il punto di vista della sua azienda. Il plutonio, scoperto nel 1941 e subito tristemente famoso per il nefasto uso nelle bombe su Hiroshima e Nagasaki, ha oggi degli utilizzi molti limitati e altamente specialistici, come in alcuni sofisticati strumenti di misura. È soprattutto un costante motivo di preoccupazione, per gli elevati rischi di tossicità e per la possibilità di un suo impiego fuori controllo da parte di nazioni prive di scrupoli. Il parallelo, sostiene Stark, è pertinente, vi sono sicuramente degli ambiti piuttosto limitati in cui il riconoscimento facciale risulta benefico, ma la sua diffusione può essere altamente tossica, e difficile da controllare. Woodrow Hartzog, docente di legge e informatica a Stanford, non è certo più conciliante, sostiene che il riconoscimento dei volti è una minaccia travestita da regalo . La tecnologia è infatti proposta come innovazione attraente e divertente per chiunque, immediatamente applicabile ai propri archivi di fotografie di amici e conoscenti. Sono anche segnalate situazioni in cui potrebbe diventare una risorsa preziosa, come nella ricerca di bambini o anziani smarriti. Ma è proprio dall' allargamento dell' impiego del riconoscimento facciale, con conseguente sempre maggior precisione e minor costo, che deriva la possibilità di impiego capillare in sorveglianza. Infine, sia Hartzog che Stark sottolineano come il riconoscimento digitale dei volti non solo erediti inevitabilmente il pericoloso other-race effect del riconoscimento naturale, ma tenda a rafforzare la percezione delle persone in categorie razziali. Applicazioni come FaceApp hanno spesso la tendenza a proporre funzioni che modificano il volto secondo classificazioni razziali, suggerendo pertanto una classificazione delle persone per presunte razze. Molti dei fisici atomici coinvolti nel progetto Manhattan del 1940 si resero conto di poter contribuire a qualcosa di pericoloso per il genere umano e ne sono usciti. Con le dovute distanze dall' analogia, qualcosa di analogo si sta verificando nel mondo dell' IA. Si è già raccontato della ribellione di molti ricercatori di Google, venuti a conoscenza del progetto Maven. Joseph Redmon, ricercatore all' università di Washington, ha sviluppato uno dei più popolari sistemi di individuazione di oggetti nelle immagini ( YOLO ), che è componente di molte applicazioni di visione più ad alto livello, incluso il riconoscimento facciale. A febbraio di quest'

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[§26452834§] giovedì 02 luglio 2020

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anno ha deciso di abbandonare del tutto la ricerca in visione artificiale, essendosi reso conto di quanto tali ricerche, una volta consolidate, potessero trovare applicazioni seriamente dannose per l' umanità.

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[§26452835§] giovedì 02 luglio 2020

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

Intelligenza Artificiale, pubblicata online la strategia del Mise

Completato il lavoro degli esperti incaricati dal Ministero. Il sottosegretario Mirella Liuzzi: 'Varato un ambizioso piano strategico: traccia la via verso nuovi livelli di efficienza e sostenibilità'

Il documento definitivo con le proposte per la " Strategia italiana per l' Intelligenza Artificial e " è da oggi online. Si conclude così il lavoro del gruppo di esperti selezionati dal Ministero per lo Sviluppo economico , che nell' ultima fase hanno recepito le osservazioni che erano state inviate a completamento della consultazione pubblica. Lo sviluppo delle tecnologie emergenti - si legge in una nota del ministero - è uno dei punti al centro dell' azione portata avanti dal ministro Patuanelli per favorire l' innovazione e la competitività delle imprese, "che pone l' Italia all' avanguardia nella trasformazione digitale dei processi produttivi, garantendo anche la tutela occupazionale, sociale e ambientale". "La pubblicazione di questo ambizioso piano strategico, tra i più completi al mondo per visione, suggerisce un uso inedito e responsabile dell' intelligen za artificiale indicando la via per un salto verso nuovi livelli di efficienza e sostenibilità per le imprese - sottolinea il sottosegretario allo Sviluppo economico Mirella Liuzzi - L' obiettivo è quello di raccogliere i benefici che l' AI può apportare al Paese, con un approccio che integri tecnologia e sviluppo sostenibile e metta sempre al centro l' individuo e il suo contesto". "L' intelligenza artificiale è una delle grandi sfide per il nostro sistema produttivo. Passa anche da qui la competitività di domani - aggiunge il sottosegretario Gian Paolo Manzella - Grazie a questo documento il Governo ha idee e proposte per mettere l' Italia sulla strada giusta in questa trasformazione. Per questo voglio ringraziare gli esperti che hanno lavorato al documento, che sta già avendo riconoscimenti importanti per la sua qualità. Una ottima base per definire nei prossimi mesi una policy all' avanguardia". Tre le parti che compongono la strategia: la prima è dedicata all' analisi del mercato globale, europeo e nazionale dell' intelligenza artificiale , mentre la seconda descrive gli elementi fondamentali della strategia. La terza pare infine approfondisce la governance proposta per l' AI italiana e propone alcune raccomandazioni per l' implementazione, il monitoraggio e la comunicazione della strategia nazionale, in una visione - spiega la nota - "con una chiara impronta antropocentrica e orientata verso lo sviluppo sostenibile". Il documento, che sarà presentato nei prossimi giorni in un webinar dai due sottosegretari e dagli esperti che hanno partecipato alla stesura del documento, sarà la base della definizione della strategia italiana nell' ambito del Piano Coordinato europeo.

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[§26452836§] venerdì 03 luglio 2020 Pagina 21 Italia Oggi Industria 4.0

4° MILANO MARKETING FESTIVAL/ L' intelligenza artificiale governa i servizi e legge le emozioni

L' innovazione per grandi e pmi

Soluzioni smart più accessibili. Così si conquista il pubblico

FRANCESCA SOTTILARO

Il marketing della ripartenza ha per protagonista l' innovazione e grazie al proliferare di soluzioni accessibili anche in abbonamento per grandi come piccole aziende, è più facile studiare le strategie e parlare al giusto target. Una società di charter di barche che necessita di raggiungere i turisti o la grande multinazionale che ha bisogno di un contact center per coordinare i chat bot in lingue diverse trovano una comune risposta alle loro esigenze nei mezzi di intelligenza artificiale (Ai) e nella gestione dei big data. «L' artificial intelligence», ha spiegato ieri al Milano Marketing Festival Guido Di Fraia, ceo del Laboratorio di Intelligenza artificiale dello Iulm, «va interpretata alla stregua di una nuova abilità, ma c' è anche una motivazione puramente tecnologica per adottarla e cioè che sarà un mezzo capace di impattare in qualunque ambito». «Pensiamo a un servizio di messaggistica collegato a sistemi intelligenti», ha affermato Agostino Bertoldi, vp Southern Europe di Liveperson. «Non si tratta di un canale nuovo, ma gestito con le nuove tecnologie permette di implementare l' esperienza dei clienti, ed è fondamentale per il customer service». Attraverso la tecnologia e speciali telecamere, per esempio, le aziende sono anche in grado di intercettare le emozioni delle persone. «La ricerca scientifica», ha raccontato Andrea Lori, ceo e co-founder di Emotiva, «dimostra che sono le emozioni a guidare oltre l' 89% dei comportamenti, anche quando le nostre decisioni sono sostenute da un' attenta analisi costi-benefici». La soluzione? «Partire dalle tecnologie per intercettarle». Durante il panel L' innovazione come fattore del successo, Ester Liquori, fondatore e ceo di @Ghostwriter ha parlato anche di algoritmi addestrati a rispondere alle intenzioni dei consumatori e interfaccia capaci di innescare un dialogo sincero, guidato dall' intelligenza artificiale, tra un brand e il suo pubblico. «Sono sistemi che servono alla multinazionale, come alla piccole aziende del torinese dove operiamo: usiamo gli stessi algoritmi per obiettivi diversi, anche per capire come si riempie un carrello nel punto vendita». L' accessibilità alle tecnologie è ciò che deve spingere sempre più le aziende a farne ricorso: «Il mondo delle licenze permanenti ha ceduto il passo a canoni personalizzati e a misura anche di piccole aziende», ha sottolineato Giuseppe Zagami, ceo di Mind the Value «e soprattutto durante il lockdown abbiamo notato il proliferare di richieste sulle soluzioni più efficaci per le pmi si sono trovate ad affrontare il capitolo e-commerce. Il marketing digitale è molto democratico e l' intelligenza artificiale permetterà a tutti, dalla start up di charter nautico alla grande azienda di avviare servizi similari

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[§26452836§] venerdì 03 luglio 2020

Italia Oggi Industria 4.0

ed essere competitivi». © Riproduzione riservata.

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[§26452837§] venerdì 03 luglio 2020

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Industria 4.0

La supply chain diventa più smart, alleanza Techsol-TiQ

Grazie alla collaborazione tra le due aziende la soluzione 't.fabrica' potrà contare su nuove funzionalità per il tracciamento della filiera. Tutti i dettagli al MecSpe in programma a Parma dal 29 al 31 ottobre

Garantire alle aziende una gestione integrata della supply chain grazie agli strumenti messi a disposizione dal digitale, nell' ottica di gestire al meglio tutti i processi aziendali, dall' approvvigionamento alla produzione, dalla spedizione alle vendite. E' l' obiettivo della collaborazione messa in campo da Techsol e Tiq , società specializzate nella consulenza e nello sviluppo software, che hanno come mission l' ottimizzazione delle attività legate alla produzione aziendale. In particolare la partnership si è concentrata sull' arricchimento della soluzione t.fabrica di Techsol , nell' ottica di ottenere l' ottimizzazione delle risorse aziendali, la pianificazione e schedulazione dell' intero ciclo produttivo, il miglioramento della qualità del prodotto e dell' efficienza degli asset, la raccolta automatica dei dati di tracciabilità dei materiali e la massima visibilità in tempo reale relativa allo stato della produzione, all' inventario e agli ordini dei clienti. Le innovazioni proposte da questa partnership si basano sul Manufacturing Execution Systems (Mes) che consente la raccolta e l' analisi dei dati provenienti dai processi produttivi, con l' obiettivo di migliorare la gestione interna e di conseguenza la competitività, pianificando al meglio la produzione. L' idea nasce da una considerazione che si sta facendo strada in modo sempre più deciso nel campo dell' automazione industriale: Industria 4.0 è un concetto che si traduce in trasformazione digitale e dovrebbe basarsi su una strategia aziendale che individui quali sono effettivamente gli obbiettivi di efficientamento dell' azienda (vantaggio competitivo, aumento dell' efficienza produttiva o dei propri asset). Ma cos' è nel dettaglio t.fabrica ? Questa soluzione ha tutte le caratteristiche di un data hub che è in grado di mettere in comunicazione tra loro dispositivi e processi, affiancando le persone, nei diversi ambiti aziendali, che sono chiamate a prendere decisioni. Per questo t.fabrica consente la ' plant data collection ', la raccolta dei dati e delle informazioni su quando succede lungo l' intero ciclo di produzione: cause di eventuali blocchi degli impianti, consumi, utilizzo dei materiali. Tutto visibile attraverso una dashboard intuitiva e semplice da utilizzare, per non aggiungere complessità al compito di chi è chiamato a prendere decisioni in real time. Attraverso t.fabrica è inoltre possibile utilizzare strumenti di reportistica e monitoraggio operativo, configurabili a seconda delle esigenze, che mettono sempre in primo piano la semplicità di utilizzo, e consentono di tenere sotto controllo l' andamento della produzione e i principali indici di operatività. Attraverso gli strumenti di programmazione esecutiva inoltre si può gestire la pianificazione delle singole commesse per mantenere sempre al livello ottimale i carichi di lavoro degli impianti, armonizzandoli con le informazioni

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[§26452837§] venerdì 03 luglio 2020

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

sulle date di consegna. Entrando più nel dettaglio della supply chain , grazie a t.fabrica è possibile rimanere informati in real time sugli stock e i materiali in processo, oltre che comunicare la loro movimentazione in tempo reale, ottimizzare le missioni di prelievo e fornire un supporto alle attività logistiche di entrata merci e spedizione. In quest' ottica è fondamentale anche la tracciabilità, dal momento che il sistema permette un' analisi tempestiva fino al livello della gestione delle giacenze. Attraverso il Tiq Optimizer inoltre t.fabrica rende possibile un approccio modulare all' ottimizzazione della supply chain, grazie a quattro distinzioni: demand forecasting , per poter contare su previsioni di vendita realistiche e utili; optimized production planning , per la messa a punto di un piano produttivo ottimale a seconda delle risorse a disposizione; optimized production scheduling per la messa a punto della pianificazione; inventory planner , che propone l' allocazione ottimale delle scorte tenendo conto della variabilità della domanda, dei tempi di consegna, dei costi di riordino e dei costi di mantenimento a scorta. Quanto al controllo qualitativo , t.fabrica consente di integrare le attività di gestione e controllo della qualità con il comparto produttivo, che si tratti dei materiali in ingresso o della gestione del controllo qualità in linea o dell' emissione dei certificati di prodotto. A disposizione delle aziende del manifatturiero c' è infine anche una funzione di Analisi della performance attraverso Factory cockpit e Kpi, per definire e gestire in modo semplice i principali indicatori di produzione e controllare in real time le attività di produzione, oltre che l' integrazione nativa con i più diffusi ERP e la possibilità di integrazioni con i sistemi di campo. Quanto poi alla reportistica, tutte le informazioni raccolte possono essere visualizzate e presentate attraverso dashboard, report, cruscotti, monitor, allarmi e notifiche in real time. Techsol e TiQ presenteranno i risultati della loro partnership a Parma dal 29 al 31 ottobre durante MecSpe , la fiera B2B dedicata all' industria manifatturiera. Il palco prescelto sarà quello del salone Fabbrica Digitale. Obiettivo della partecipazione al MecSpe è la presentazione del prodotto alle PMI, per spiegare loro le opzioni di digital transformation a disposizione e chiarire ogni eventuale dubbio al fine di ottenere risultati tangibili. @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§26452838§] venerdì 03 luglio 2020 Pagina 17 Italia Oggi Industria 4.0

Ora il Parkinson si può monitorare in smart working

FILIPPO MERLI

Si chiama Resettami Parkinson. Ed è una piattaforma digitale in grado di gestire i pazienti affetti dalla malattia mettendo in rete ospedali, distretti e singoli operatori del sistema socio sanitario. Un software innovativo e sviluppato nell' ottica dell' industria 4.0 che consente di monitorare i parkinsoniani in smart working nel periodo post Covid. Il sistema è stato progettato da Cle, una pmi pugliese che dal 1987 opera nel settore della tecnologia dell' informazione e della comunicazione. La piattaforma informatica è attiva da tempo, ma ha assunto un' importanza ancor più rilevante in seguito alla pandemia del coronavirus: uno scenario che richiede l' utilizzo di tecnologie specifiche per il monitoraggio in smart working dei pazienti. Il software, già adottato in diversi distretti socio sanitari e vincitore di numerosi premi a livello nazionale, è in grado di garantire la sistematizzazione e l' armonizzazione dei processi di presa in carico dei parkinsoniani, ridefinendo le modalità organizzative degli operatori della sanità territoriale. Resettami consente di dare risalto ed evidenza alle necessità del paziente, personalizzando l' assistenza in base alle urgenze specifiche e al grado di evoluzione della patologia. Con vari benefici: diagnosi e terapia iniziale, fase intermedia stabilizzata, fase avanzata, monitoraggio clinico farmacologico, indagini diagnostiche, modifiche della terapia, riabilitazione. L' ecosistema in cloud, inoltre, consente di abbattere le liste di attesa della presa in carico di una persona da 30 a 3 giorni. «Resettami Parkinson è stata concepita con l' obiettivo di garantire agli enti del servizio sanitario uno strumento efficace per la digitalizzazione dei singoli processi di presa in carico dei malati di Parkinson», aveva spiegato durante la presentazione del progetto il ceo di Cle, Mariarosaria Scherillo. «La piattaforma, utilizzabile in mobilità da qualunque device, è caratterizzata da un' ottima versatilità e pluralità di funzioni, che si adattano perfettamente ai percorsi di cura del paziente parkinsoniano». Il sistema digitale è nato da un progetto di ricerca che ha coinvolto gli specialisti dell' azienda pugliese con l' obiettivo di recepire quanto previsto dalla Carta mondiale dei diritti delle persone con malattia di Parkinson. Che recita: «Le persone con Parkinson hanno il diritto di partecipare alla gestione della malattia». Secondo gli ultimi dati, l' incidenza del Parkinson, in Italia, varia da 200 a 350 casi ogni 100 mila persone. Ecco perché, soprattutto in epoca post pandemia, è necessaria una rete che colleghi pazienti

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[§26452838§] venerdì 03 luglio 2020

Italia Oggi Industria 4.0

e operatori sanitari da remoto. «Resettami ha rivoluzionato la gestione dell' assistenza socio-sanitaria», si legge sul portale di Cle. «Non è semplicemente un software, ma è il luogo che permette una reale attivazione dei processi d' integrazione socio sanitaria tra soggetti che non si integravano, contribuendo a innovarne i processi». «Il punto di forza è la capacità di condividere, tra tutti gli attori della sanità territoriale, il percorso di cura del paziente attraverso un' unica piattaforma in cloud che valorizza i ruoli professionali degli addetti, col risultato di permettere ai pazienti di usufruire di un accesso semplificato ai servizi e agli enti di monitorare i percorsi amministrativi, i tempi, l' erogazione e l' andamento delle prestazioni». © Riproduzione riservata.

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[§26452839§] giovedì 02 luglio 2020

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

Più efficienza e ricavi: chi utilizza l' intelligenza artificiale "stacca" i concorrenti

I dati del Capgemini Research Institute: le organizzazioni che riusciranno a portare su larga scala l' uso dell' AI otterranno forti benefici rispetto ai competitor. Life science e retail tra i settori più coinvolti, in ritardo financial services e utility

Chi implementa l' intelligenza artificiale su larga scala nella propria organizzazione riuscirà a generare più valore e ricavi della concorrenza. Lo sostiene una nuova ricerca di Capgemini Research Institute intitolata " The AI Powered Enterprise: Unlocking the potential of Ai at scale ". Secondo il report il ritmo con cui negli ultimi tre anni le aziende hanno adottato l' Intelligenza Artificiale ( Ai ) è molto cresciuto. Oltre la metà (53%) delle organizzazioni è ormai andata oltre i progetti pilota in questo ambito, registrando un netto aumento rispetto al 36% rilevato da un report Capgemini del 2017 relativo allo stesso argomento. Inoltre, il 78% delle società che guidano nell' implementazione dell' Ai su scala ampia continuano a sviluppare nuove iniziative di Ai con lo stesso ritmo del periodo precedente al Covid-19 , mentre un altro 21% ha affermato di averne incrementato la velocità di implementazione. Questi dati sono in netto contrasto con quelli riportati dalle aziende "in difficoltà" nell' implementare soluzioni di Ai , di cui invece il 43% afferma di aver ritirato i propri investimenti e un altro 16% di aver sospeso tutte le iniziative di Ai a causa delle forti incertezze legate al Covid- 19 . Invece, il report spiega che implementare con successo le tecnologie di Ai su grande scala apporta benefici tangibili al fatturato, con il 79% delle aziende più avanzate nell' adozione dell' Ai su larga scala che registrano un aumento delle vendite di prodotti e servizi tradizionali superiore al 25%. Inoltre, il 62% delle aziende di questo cluster ha assistito a una diminuzione di almeno il 25% nel numero di reclami da parte dei clienti, mentre il 71% ha sperimentato una riduzione di almeno il 25% delle minacce relative alla sicurezza. "Alla luce della recente crisi dovuta al coronavirus - dice Marco Perovani , Telco Media Technology & Energy Utilities Chemical Services Director di Capgemini Italy - le organizzazioni guardano ai dati e all' Ai per migliorare la resilienza delle loro operations, ma c' è una necessità ancora più forte di connessione tra gli obiettivi tattici e strategici di business e la loro implementazione per raggiungere la scalabilità» Il Capgemini Research Institute ha intervistato 950 organizzazioni che hanno implementato iniziative di Ai e ha condotto interviste approfondite con i dirigenti che supervisionano tali iniziative. Il sondaggio si è concentrato sulle organizzazioni che hanno totalizzato almeno 1 miliardo di dollari di ricavi nell' ultimo anno finanziario, provenienti da undici Paesi (tra cui l' Italia) e attive in undici settori. FORUM PA 6 - 11 LUGLIO Trasformazione digitale e sviluppo sostenibile: due obiettivi che vanno perseguiti insieme Utility/Energy Energy Management Nel rapporto emerge che Life Science e Retail continuano a trainare

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[§26452839§] giovedì 02 luglio 2020

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

l' adozione dell' Ai, mentre Financial Services e utility sono in ritardo. Le due organizzazioni rappresentano rispettivamente il 27% e il 21% delle prime imprese nell' Ai su larga scala, seguite da Automotive e beni di consumo, entrambe al 17%, e dalle telecomunicazioni (14%). Solo il 38% delle organizzazioni del settore Life Science ha sospeso o ritirato gli investimenti a causa del Coronavirus , a differenza delle aziende attive nei settori assicurativo (66%), bancario (64%) e utility (64%). Le aziende coinvolte nell' implementazione su scala dell' Ai ritengono che il "miglioramento della qualità dei dati" sia l' approccio migliore, in quanto permette di ottenere maggiori benefici dai sistemi di Ai . Una data governance efficace assicura la qualità dei dati a disposizione dei team, oltre a migliorare la fiducia del management verso i dati stessi. Dalla ricerca si apprende anche che per il 70% delle organizzazioni una delle sfide più difficili è rappresentata dal fatto che non esistano talenti di livello intermedio o senior in tema di Ai su larga scala. Le organizzazioni devono inoltre concentrarsi su un' ampia gamma di competenze per la scalabilità delle applicazioni di IA che vanno al di là delle pure competenze tecniche, includendo gli analisti di business e gli specialisti nel change management. Secondo la ricerca, infine, l' etica nell' interazione con l' Ai ha un ruolo critico per la soddisfazione e la fiducia dei consumatori. @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§26452840§] venerdì 03 luglio 2020

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

Recovery Plan, Dècina: 'Il 5G sarà la chiave di volta'

Il professore emerito del Politecnico di Milano: "Risorse Ue occasione imperdibile. Industria 4.0, sicurezza pubblica, sanità e trasporti/logistica le aree su cui investire"

All' Italia serve un Recovery Plan all' insegna del 5G . Nel suo intervento alla terza tavola rotonda virtuale di Telco per l' Italia 2020 " 5G the new normal: quali casi, quali soluzioni", Maurizio Dècina, professore emerito del Politecnico di Milano , ha evidenziato come la quinta generazione può rappresentare la chiave di volta del piano che l' Italia deve elaborare per accedere ai fondi che l' Europa metterà a disposizione per la ripresa post- Covid-19. "Sono quattro i verticali su cui il 5G può fare la differenza e sui quali il Paese si deve concentrare - ha detto Dècina - Industria 4.0, sicurezza pubblica, sanità e trasporti/logistica: qui vanno dirottate le risorse Ue con un' attenta definizione dei costi e un monitoraggio continuo dello stato di avanzamento dei progetti". Secondo Dècina i fondi europei rappresentano "un' opportunità imperdibile" per il Paese e una chance di rilancio sia per le grandi imprese sia per le più piccole. Anche perché sul fronte tecnologico si va verso una semplificazione in grado di accelerare lo sviluppo dei servizi. "La rivoluzione del cloud native computing - ha spiegato- garantisce una velocità di gestione del software che determinerà prestazioni eccezionali". WHITEPAPER Wi-Fi o 5G per le imprese? Una guida spiega cosa (e come) scegliere Personal Computing Telco Il 5G inoltre puà favorire una nuova collaborazione tra telco e Ott che, ad oggi, occupano il 70% del mercato dei servizi cloud. "Le telco - ha evidenziato Dècina - hanno i pop a ridosso dell' accesso alla rete che abilitano un modello di edge computing in grado di aumentare le prestazioni e la customer experience. Si tratta dunque di un terreno prezioso di gioco tra telco e Ott che va valorizzato". LE SLIDE DEL PROFESSOR MAURIZIO DECINA @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§26452841§] venerdì 03 luglio 2020 Pagina 26 La Nazione Industria 4.0

UMBRIA DIGITALE

Tomassini eletto presidente di Udith

PERUGIA Sarà l' imprenditore Alessandro Tomassini a guidare Umbria digital innovation Hub nel prossimo triennio. Consigliere delegato all' innovazione di Confindustria Umbria, è stato eletto in occasione dell' assemblea di Udih che si è riunita a Perugia. La stessa assemblea ha inoltre confermato Giuseppe Liotta alla vicepresidenza ed eletto il consiglio direttivo, composto dagli uscenti Elio Catania, (Confindustria digitale), Gianluigi Viscardi, (cluster tecnologico Fabbrica intelligente), Fulvio Puzone, (Istituto italiano di tecnologia) e dal neo componente Giuseppe Cioffi (presidente Its Umbria Academy).

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[§26452842§] venerdì 03 luglio 2020 Pagina 24 La Repubblica Lavoro e Previdenza

Le crisi industriali

Il governo si rassegna alla fuga di Whirlpool Patuanelli: "C' è un piano B"

Invitalia: in quattro per la reindustrializzazione I sindacati: "Basta con soluzioni dubbie "

DI MARCO PATUCCHI

ROMA - Spunta il "piano B" per la Whirlpool di Napoli. O, meglio, ora anche il governo oltre all' azienda prende in considerazione un futuro dello stabilimento di via Argine slegato dalla multinazionale Usa degli elettrodomestici. L' unica prospettiva che i 430 operai non prendono in considerazione. «Stiamo costruendo con Invitalia un possibile "piano B" - ha detto il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, nel videoincontro con azienda, sindacati e Regione -. L' "opzione A" è individuare gli strumenti per mantenere la produzione a Napoli, ma non possiamo dire che tutti gli esempi di reindustrializzazione siano falliti». Pensiero diametralmente opposto a quello dei sindacati: «Non accettiamo il governo che finanzia e legittima dubbie reindustrializzazioni », dice Barbara Tibaldi della Fiom-Cgil, riferendosi neanche troppo velatamente ai destini di un' altra azienda ex-Whirlpool, il caso Embraco sfociato in un' inchiesta giudiziaria. «Si giochi a carte scoperte», sostiene il segretario (dimissionario) della Fim-Cisl, Marco Bentivogli. Secondo Rocco Palombella e Gianluca Ficco della Uilm, «il governo non ha mai accolto i suggerimenti di varare norme che penalizzino la multinazionale nel caso di chiusura e la incentivi invece se decide di rilanciare il sito di Napoli». Opzione, quest' ultima, impraticabile: l' ad di Whirlpool Emea, Luigi La Morgia, ha ribadito che il 31 ottobre cesserà la produzione. L' incontro di ieri, coordinato dal capo della task force sulle crisi industriali, Giorgio Sorial, ha partorito anche un' altra scadenza, il 31 luglio, data entro la quale Invitalia presenterà il business plan della reindustrializzazione: 9 le manifestazioni d' interesse arrivate sul tavolo della società di promozione del Tesoro, di cui però solo 4 ancora in pista. Potenziali acquirenti presenti sul territorio (fuori dalla partita, dunque, il progetto della Prs di Giovanni Ferrario, società svizzera a suo tempo introdotta dalla Whirlpool), anche se nessuno da solo sarebbe in grado di assorbire tutti i 430 lavoratori. Ma operando per cluster industriali e filiere, sostiene Invitalia, potrebbero rappresentare la soluzione per Napoli. Comunque un ripiego rispetto alla multinazionale che è indicata dall' Antitrust come caso paradigmatico del dumping sociale nella Ue: «Il costo medio di un' ora di lavoro in Polonia è di 10,7 euro, in Italia di 28,8. Ma nel nostro Paese il 28,7% del costo è dovuto ai contributi previdenziali o alla formazione, mentre in Polonia questi oneri scendono al 18,4%». ©RIPRODUZIONE RISERVATA La protesta l lavoratori della Whirlpool di Napoli contro la decisione del gruppo.

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[§26452843§] venerdì 03 luglio 2020 Pagina 5 La Nazione Lavoro e Previdenza

Lo storico caffè piegato dal Covid «A casa 60 dipendenti, serve aiuto»

Il fiorentino Gilli, fondato nel 1733, non ha riaperto: «Abbiamo anche dovuto anticipare il Tfr ai lavoratori»

di Rossella Conte FIRENZE È il più antico caffè di Firenze, Gilli (ha alzato la sua saracinesca per la prima volta nel 1733), diventando un punto di ritrovo per intellettuali e artisti. Oggi il bandone abbassato di Gilli, uno dei caffè-icona di Firenze nel mondo, è una ferita al cuore. Marco Valenza, titolare insieme alla madre Linda e alla sorella Sonia anche dello storico Caffè Paszkowski sempre in piazza della Repubblica, a malincuore, è stato costretto a prendere questa decisione. Quando pensate di riaprire? «Non abbiamo ancora una data purtroppo, viviamo alla giornata. Abbiamo deciso di aprire il Caffè Paszkowski ma non stiamo facendo grandi affari, più che altro lo facciamo per dare un segnale alla città e garantire un servizio. Non ci sono turisti né residenti. È dura andare avanti così». Dal 10 marzo il locale è chiuso. Un grosso danno per un' attività come la vostra che dà lavoro a decine di famiglie? «Dall' inizio del lockdown abbiamo perso quasi 3 milioni di euro di fatturato. E abbiamo sessanta dipendenti in cassa integrazione. Tra l' altro, a qualcuno è arrivata mentre altri hanno percepito solo i primi due mesi. Da parte nostra, nonostante il periodo di grande difficoltà che stiamo vivendo, stiamo cercando di aiutare tutto il nostro personale. A chi ce lo ha chiesto abbiamo dato anche un anticipo sul Tfr». A Firenze e in tutte le città d' arte i locali dei centri storici soffrono. «Esatto. I nostri locali ora si ritrovano in strade disabitate: negli ultimi venti anni, con il progressivo decentramento verso le periferie di tanti servizi, parecchi residenti si sono trasferiti. Oggi poi non possiamo contare nemmeno sull' afflusso di visitatori. Abbiamo un milione di euro di affitto e 240mila euro di suolo pubblico da pagare per i due caffè di piazza della Repubblica e oltre cento dipendenti a cui assicurare uno stipendio. Ripeto: arduo andare avanti così». Cosa posso fare le istituzioni per aiutarvi? «Le istituzioni devono fare qualcosa. Non possiamo più aspettare. La politica deve riportare i cittadini e le famiglie a vivere le nostre piazze, solo se ci riuscirà avrà fatto il proprio dovere».

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[§26452843§] venerdì 03 luglio 2020

La Nazione Lavoro e Previdenza

Vedere il bandone abbassato di un negozio storico è una ferita per tutti. «In tanti ci scrivono chiedendoci quando riapriremo e i nostri dipendenti sono seriamente preoccupati anche perché a oggi non siamo riusciti ancora a vedere uno spiraglio di luce. Credo che i locali storici, e non parlo solo di Gilli, quelli che continuano a portare avanti la storia e la tradizione delle città, andrebbero difesi». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§26452844§] giovedì 02 luglio 2020

Agenda Digitale

Privacy e GDPR

App aziendali anti-covid e Immuni: molti punti aperti

Si moltiplicano le app aziendali per il contrasto al covid. Ed entrano così in una fase di convivenza con l' app Immuni, che pure ha ricadute sulla vita lavorativa. Ecco i vantaggi delle soluzioni, ma anche i nodi aperti nel rapporto azienda e lavoratore

Iniziano ad essere molte le soluzioni, per il tramite di giovani start up, messe a punto per offrire soluzioni applicative che garantiscano il distanziamento fisico e la gestione degli assembramenti; alcune si spingono anche su funzioni di tracciamento contagi. Al punto che può cominciare ad avere senso discutere delle condizioni normative a contorno e di eventuali rapporti con l' app nazionale Immuni. Questa ha pure ricadute nel mondo lavorativo, come scritto . Human Mobility Per esempio, risulta disponibile da pochi giorni " Human Mobility ", nuova App predisposta per smartphone e tablet che consente di «r idurre il rischio di contagio da Covid-19 sui posti di lavoro nel pieno rispetto della privacy dei lavoratori. Da utilizzare con i sistemi Android e iOs la app (disponibile in 8 diverse lingue)», fa sapere il Gruppo BE che l' ha realizzata. Si tratta di una App che, una volta attivata dall' azienda ed installata dai singoli dipendenti, attiva una serie di algoritmi capaci di mappare gli ambienti elaborando più segnali da svariati terminali. E' stata dunque pensata per essere uno strumento di verifica , ma non di controllo - nel pieno rispetto dell' art. 4 dello Statuto dei Lavoratori - in modo assolutamente anonimo, della distanza interpersonale e degli eventuali assembramenti negli spazi lavorativi. Il funzionamento è sempre lo stesso : «messaggi sonori e testuali (che) notificano l' avvenuta mancanza di rispetto delle distanze di sicurezza». La App parrebbe poi fornire agli operatori sanitari i dati di supporto utili a ricomporre eventuali catene di contagio . App Ferrari Potrebbe ancora prospettarsi l' ipotesi in cui l' Azienda decida di adottare sistemi applicativi diversi da Immuni come il caso della Ferrari con la strategia cd " Back on Track " la cui App «ha come obiettivo la sicurezza dell' ambiente di lavoro [] con riferimento alla diffusione del Covid-19». In pratica, la Casa automobilistica offrirebbe «l' opportunità a ciascun collaboratore di servirsi di una App, per avere un supporto medico sanitario nel monitoraggio della sintomatologia del virus ». Braccialetti e app anti-covid Per il distanziamento sociale in azienda val la pena citare anche i tanti braccialetti in sperimentazione. Vibrano se i lavoratori - si immagina soprattutto in fabbrica - si avvicinano troppo. Li sta sperimentando la Gefran di Provaglio d' Iseo, con 120 operai. Non c' è un sistema di localizzazione. App per il tracciamento contagi aziendale FORUM PA 6 - 11 LUGLIO Costruire la fiducia digitale: cybersecurity e privacy Network Security Privacy Se ne parla ancora poco, ma alcuni gruppi si stanno dotando di app per il tracciamento contatti simili a Immuni, sebbene con un modello centralizzato. Il caso più noto è UbiSafe, dal primo luglio: si basa su Human Mobility con alcune personalizzazioni. Quando uno

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[§26452844§] giovedì 02 luglio 2020

Agenda Digitale

Privacy e GDPR

dei lavoratori viene scoperto positivo, l' app manda una notifica a tutti gli altri che vi sono entrati in contatto. Sarà interessante vedere le ricadute privacy che ci potranno essere, dato che il sistema funziona in modo diverso da Immuni ed è più centralizzato (se fosse uguale, del resto, basterebbe chiedere ai lavoratori Ubi di installare l' app nazionale). Sembra esclusa per ora una interoperabilità tra UbiSafe e Immuni La Poggipolini , azienda bolognese attiva nel settore aeronautico e automobilistico, ha lavorato a qualcosa di simile. In un ambito di una riorganizzazione degli spazi e delle modalità di lavoro in funzione anti-covid, sta sperimentando una soluzione con braccialetti che non si limitano a vibrare. Ma, a quanto annunciato dall' azienda, servirebbero anche per poter tracciare, nel caso si dovesse manifestare un caso positivo, tutti i contatti avuti nelle ultime due settimane. Immuni sul posto di lavoro Immuni, come detto, non è adottata esplicitamente da aziende e non serve al distanziamento sociale. Può essere però comunque usata da lavoratori (magari, chissà, su "consiglio" del datore di lavoro) e servire al contenimento del contagio in quell' ambiente. Non è assurdo pensare a una possibile sinergia tra Immuni e le app di distanziamento sociale. Entrambe in fondo hanno un fine comune, limitare i contagi tra lavoratori e quindi danni alla produttività ( al patto che i falsi positivi siano contenuti e gestiti tempestivamente, ovviamente; se no è un boomerang ). Condizioni per una reale scelta volontaria Tutte le app aziendali sono soluzioni che devono comunque passare da un accordo sindacale, come segnalato dalla stessa Human Mobility. Si può trovare anche in questo caso una qualche analogia con Immuni, la cui scelta di adozione «non deve essere in alcun modo condizionata, neppure indirettamente, dal timore di possibili implicazioni sfavorevoli, [] discriminazioni di alcun tipo, tanto meno in ambito lavorativo», secondo il Garante Privacy. Tuttavia, scaricare volontariamente le app non legittima automaticamente il trattamento . Al riguardo si rinvia a quanto espresso la Presidente del Comitato Andrea Jelinek nella « Lettera della Presidente del Comitato Europeo per la Protezione dei Dati alla Commissione europea». Col che ci si deve chiedere quale è la base giuridica da poter invocare per poter utilizzare ovvero trattare i dati che potrebbero emergere dall' utilizzo di qualunque App aziendale di contact tracing. Essendo su base volontaria, verrebbe da dire immediatamente: il consenso ai sensi e per gli effetti di cui all' art. 6 par. 1 lett a). Ma rammentiamo che il consenso, nello spirito del GDPR , deve essere la base di legittimità residuale. A maggior ragione, se contestualizzato nell' ambiente di lavoro dove questo quanto mai più facilmente può risultare "distorto" nel senso di "forzato" trattandosi di un rapporto lavorativo e quindi di "sudditanza" in termini di disequilibrio, notoriamente, contrattuale. Lo stesso Garante Privacy ha rilevato l' asimmetria che lo connota e la necessità di evitare «forme di coartazione della libertà del lavoratore, altrimenti soggetto a facili quanto pericolose "servitù volontarie"». Tutti gli interrogativi ancora aperti In conclusione, l' invito a scaricare app coronavirus, nell' ambito di un rapporto di lavoro potrebbe ingenerare molti dubbi, e mettere a rischio sia il datore di lavoro che il lavoratore stesso , in un gioco di forza tra la necessità che l' attività ritorni quanto prima alla normalità, e la garanzia che il tutto avvenga

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[§26452844§] giovedì 02 luglio 2020

Agenda Digitale

Privacy e GDPR

nel rispetto di ogni diritto, ivi compreso quello della protezione dei dati . Nella pratica, si tratta di dotare l' azienda di strumenti d' impatto tesi a ridisegnare l' intero ecosistema di servizi concepiti per (apparentemente) facilitarne la vita e gli spostamenti in azienda. Ma sarà poi così vero? Infine, le app aziendali da soli certo non basteranno per garantire le misure di sicurezza che i datori di lavoro, nelle loro aziende, ma possono essere tasselli all' interno di un piano complessivo, come scritto in merito all' attuazione dei p rotocolli aziendali anti-covid. On demand Il racconto di Carlo Cottarelli e Brunello Cucinelli. Rivivi il Think Digital Summit Cloud Risorse Umane/Organizzazione @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§26452845§] venerdì 03 luglio 2020 Pagina 19 Italia Oggi Privacy e GDPR

4° MILANO MARKETING FESTIVAL/ L' obiettivo è coinvolgere i consumatori in tempo reale

Aziende-tigre grazie ai big data

Decisioni più facili coi dati dei clienti in un' unica piattaforma

ANDREA SECCHI

Ci sono le aziende tigre, quelle struzzo e le aziende gattopardo. Nella situazione attuale le prime riescono a partire dai dati, utilizzarli al meglio e portare il loro business sul mercato in maniera efficace. Quelle struzzo mettono semplicemente la testa sotto la sabbia. Infine, le aziende gattopardo cambiano tanti processi per poi non cambiare niente e restare fedeli alla loro visione originaria. E' quanto sta accadendo a livello europeo nelle piccole e medie imprese, secondo una ricerca citata ieri al 4° Milano Marketing Festival che si può seguire ancora oggi su Milanofinanza.it e su Zoom. Durante il panel su big data e marketing intelligence, Alberto Di Minin, full professor of innovation management e director Master Mind, Management and Innovation Design della Scuola Superiore Sant' Anna, ha spiegato che questi sono gli approcci tipici, che dipendono da molteplici fattori: in ultima analisi, però «cash and data is king: se l' azienda ha i soldi è già a buon punto», ha detto Minin, sebbene prima di tutto sia necessaria la giusta visione, perché ci sono aziende con potenziale altissimo «ma idee ancora molto confuse». Secondo l' ultima rilevazione dell' Osservatorio Big Data Analytics & Business Intelligence del Politecnico di Milano, il mercato dei big data analytics vale in Italia 1,7 miliardi di euro, in crescita del 23%: «sta aumentando la capacità delle imprese di maneggiare anche dati non tradizionali», ha spiegato il direttore Alessandro Piva, «la capacità di cambiare le relazioni con i clienti. Soprattutto analytics e big data stanno diventando priorità di investimento delle grandi aziende e con un' applicabilità in tutti i contesti aziendali». A giovarne molto è il marketing: il lavoro con il consumatore produce una quantità di dati vastissima che può essere sfruttata solo con l' innovazione tecnologica. «L' analisi dei big data sta diventando un mercato concreto», ha raccontato Giovanna Loi, chief digital officer di GroupM. «Tantissime aziende si avvicinano a questo mondo». Uno degli esempi concreti è la customer data platform, una piattaforma con la quale si riesce a raccogliere tutti i dati disponibili sul cliente e aggregarli in un unico database: qui le applicazioni sono innumerevoli. Per esempio lo studio del cosiddetto customer journey, il percorso del cliente, strumento adottato da vari settori ma sempre più dal largo consumo, che vuole capire dove l' utente compra, con che frequenza, che tipologia di prodotti, punto di partenza per fondare le proprie strategie di marketing o per ottenere indicazione su nuove linee di business. Un percorso da seguire anche fisicamente, nel rispetto della privacy. I dati sulla proximity,

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[§26452845§] venerdì 03 luglio 2020

Italia Oggi Privacy e GDPR

per esempio, ovvero la rilevazione della vicinanza delle persone attraverso i loro cellulari, non servono soltanto per inviare loro messaggi promozionali, ma per fare analisi che riguardano anche strategie di business. Antonio Montesano, head of digital dell' agenzia media OMD, ne ha parlato come di una delle fonti di dati più interessanti per riuscire a capire meglio il consumatore, grazie all' integrazione con altri dati. Utilissimo per esempio nel retail, per decidere dove aprire un nuovo store. Le sfide di oggi? Fare engagement, coinvolgere il consumatore sempre più in tempo reale, secondo l' ultimo State of Marketing report di Salesforce citato dal regional vice president Marketing Cloud dell' azienda in Italia Andrea Buffoni. «Sebbene però i chief marketing officer si sentano pronti a prendere in mano l' orchestrazione di tutti i touch point, non solo quelli del marketing ma anche dell' e-commerce, delle vendite e del customer care, un' organizzazione intesa alla vecchia maniera, per silos, pè il principale ostacolo all' innovazione». © Riproduzione riservata.

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[§26452846§] venerdì 03 luglio 2020

Agenda Digitale

Privacy e GDPR

Due anni di GDPR e ancora non ci siamo: il bilancio dell' UE

Il GDPR a due anni dall' entrata in vigore ha raggiunto la maggior parte degli obiettivi preposti, ma non ha ancora concretizzato interamente il proprio potenziale relativamente alle attività di enforcement: servono ulteriori progressi

È vero: secondo la relazione della Commissione Europea sull' attuazione del GDPR dopo due anni dalla sua entrata in vigore, il Regolamento ha conseguito infatti la maggior parte dei suoi obiettivi , rafforzando la protezione dei dati nell' era digitale e dimostrandosi uno strumento flessibile anche nella gestione dell' attuale pandemia. Tuttavia, la Commissione ha sottolineato come siano necessari alcuni miglioramenti. A detta della Commissione, le autorità garanti europee non hanno ancora fatto pieno uso dei poteri e degli strumenti di cui godono ai sensi del GDPR, come la possibilità di effettuare operazioni ed indagini congiunte. È inoltre necessario fare ulteriori progressi per rendere la gestione dei casi transfrontalieri più efficiente e armonizzata a livello europeo, anche da un punto di vista procedurale. Le criticità identificate dalla Commissione fanno eco ad alcuni rilievi effettuati dal Comitato europeo della protezione dei dati (EDPB), il quale aveva già sottolineato come il meccanismo di "sportello unico" (in inglese, "one-stop-shop") richieda alcune migliorie, in particolare nella sua applicazione pratica. La maggior parte delle sanzioni sono state però imposte attraverso procedure puramente nazionali; le sanzioni imposte tramite il meccanismo dello "sportello unico" sono infatti meno di dieci. Tale meccanismo si applica alle indagini che riguardano aziende che operano in più Stati membri e prevede che, al termine dell' attività investigativa, la decisione finale venga adottata dall' autorità di controllo dello Stato in cui si trova lo stabilimento principale (o lo stabilimento unico) della società sotto indagine, una volta sentite le autorità di controllo degli altri Paesi interessati. Nella pratica, l' applicazione di questo meccanismo si è rilevata spesso complessa da un punto di vista procedurale, e oltremodo lenta. Ad esempio, svariate indagini iniziate più di due anni fa non hanno ancora superato tutti gli step procedurali che il meccanismo dello "sportello unico" prevede. Da qui l' invito rivolto della Commissione alle autorità garanti a migliorare la cooperazione tra di loro , e agli Stati Membri ad assicurarsi che le autorità garanti vengano dotate delle risorse umane e finanziare necessarie a svolgere in maniera adeguata le proprie attività di enforcement, comprese quelle di natura transnazionale. Con tutta probabilità, i rilievi effettuati dalla Commissione daranno origine ad alcuni cambiamenti per quanto riguarda l' enforcement del GDPR in Europa . Nel prosieguo di questo articolo verranno passati in rassegna alcuni dei principali. Il registro rappresenta uno strumento di estremo interesse per tutti quei cittadini e professionisti che intendano approfondire come funzionino nella pratica i meccanismi di enforcement a livello europeo, nonché per

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[§26452846§] venerdì 03 luglio 2020

Agenda Digitale

Privacy e GDPR

quelle aziende che intendano valutare e anticipare quali siano i trend europei in termini di enforcement, anche per gestire al meglio i rischi di compliance. In risposta ai rilievi della Commissione, è probabile che si faccia un tentativo di rafforzare le attività di enforcement transnazionali e di renderle più incisive. Ciononostante, è ragionevole attendersi che problemi procedurali continueranno a persistere. Ad esempio, l' identificazione dell' autorità competente ad adottare la decisione finale nell' ambito di una procedura che segue il meccanismo dello "sportello unico" risulta spesso complessa, anche a causa dell' ambiguità della definizione di "stabilimento principale" fornita dal GDPR. Questo tipo di problemi interpretativi tendono a rallentare i processi decisionali, e potranno essere risolti solo con l' intervento della Corte di Giustizia Ue, una volta che questa verrà interpellata. Il rafforzamento delle attività di enforcement interesserà con tutta probabilità anche le investigazioni che riguardano aziende extra-europee. Com' è noto, il GDPR ha esteso il campo di applicazione territoriale delle norme europee sulla protezione dei dati in modo da coprire anche le attività di trattamento degli operatori stranieri che sono attivi sul mercato europeo . Nonostante ciò, gli esempi di investigazioni che riguardano operatori privi di uno stabilimento in Europa sono molto limitati ( qui un esempio di un' investigazione di questo tipo, condotta dal Garante norvegese). Questo tipo di investigazioni sono però destinate ad aumentare, anche alla luce del fatto che la Commissione ha sottolineato nella propria relazione che sarebbe opportuno inviare un chiaro messaggio agli operatori stranieri che la mancanza di uno stabilimento in Europa non li solleva dalle loro responsabilità ai sensi del GDPR. Il GDPR attribuisce alle autorità di controllo svariati poteri correttivi, e non solo quello di imporre sanzioni amministrative. Infatti, i poteri correttivi di cui godono le autorità garanti ricomprendo tra gli altri anche quello di rivolgere ammonimenti o di imporre una limitazione provvisoria o definitiva al trattamento di dati personali, incluso il divieto di trattamento. Anche se questi poteri ulteriori sono stati già utilizzati in alcuni casi (un esempio recente è il blocco dell' app coronavirus norvegese imposto dal Garante norvegese), non tutte le autorità garanti europee hanno dimostrato di fare un pieno uso dei poteri di cui godono ai sensi del GDPR. È quindi legittimo attendersi che in futuro si farà un maggiore uso di misure alternative o complementari alle sanzioni amministrative. Una maggiore incisività delle attività di enforcement è inevitabilmente destina a generare più contenzioso su questioni non soltanto sostanziali ma anche procedurali, anche davanti alla Corte di Giustizia Ue. I segnali già ci sono tutti: il primo caso sui poteri esercitabili dalle autorità garanti nel contesto del meccanismo dello "sportello unico" è già arrivato davanti alla Corte di Giustizia , e a breve ne arriverà un altro sulla legittimazione delle associazioni di consumatori ad agire in giudizio a tutela dell' interesse generale a far rispettare le disposizioni del GDPR. Il numero di casi di questo tipo è destinato a crescere, soprattutto alla luce del fatto che il meccanismo di "sportello unico" rappresenta un' assoluta novità nel panorama normativo europeo, e non esiste quindi una giurisprudenza consolidata sul funzionamento

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[§26452846§] venerdì 03 luglio 2020

Agenda Digitale

Privacy e GDPR

dello stesso.

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[§26452847§] venerdì 03 luglio 2020 Pagina 18 Corriere della Sera Privacy e GDPR

Il ritratto

Il procuratore Al Sawi, dalle inchieste sulle stragi all' immobilismo di oggi (molto gradito ad Al Sisi)

Il magistrato che segue il caso del ricercatore italiano

FRANCESCO BATTISTINI

Ai tempi dei Faraoni, a dare giustizia provvedeva una statua che tutti credevano fosse un oracolo in pietra. I querelanti chiedevano e le decisioni erano un passo avanti o indietro della statua, a seconda che si trattasse d' un sì o d' un no. Se l' oracolo non si spostava, ovviamente cosa non insolita, si soprassedeva. «A volte, qui sembra d' essere ancora ai tempi di re Amenofi», dice un attivista dei diritti umani al Cairo: sotto il Nuovo Faraone, Abdel Fattah Al Sisi, «per i giudici è meglio stare immobili». Del muoversi restando immobili, i campioni in toga sono molti: basti pensare ai giudici che, da cinque mesi, rinviano il processo al ricercatore egiziano dell' università di Bologna, Patrick Zaki. Ma oggi al Cairo pochi battono Hamada Al Sawi, il procuratore generale egiziano. Che dopo aver tenuto nel cassetto la rogatoria dei colleghi romani sull' assassinio di Giulio Regeni, dopo una paralisi d' un anno e mezzo nell' inchiesta, all' ultimo vertice online ha spiazzato l' Italia con una sfilza di contro-domande che infamano un po' la memoria di Giulio e, insieme, riportano tutto a zero. Di fronte alle proteste italiane, ora Al Sawi dà la colpa dell' «incomprensione» al parlarsi via web, promette «fiducia, mutua trasparenza e cooperazione», e insomma blablà... Nella sostanza, Al Sawi fa quel che Al Sisi gli chiese (proteggere gli 007 egiziani) quando lo scelse di persona, il 12 settembre 2019, in virtù della Costituzione appena rivista e dei superpoteri che il presidente s' era attribuito: compreso quello di nominare tutte le magistrature. Uomo d' apparato, Al Sawi: dal 1986 giudice di corte e procuratore a Zaitoun e a West Cairo, direttore al ministero della Giustizia e all' antiterrorismo e all' istituto di criminologia, appassionato d' informatica che portò le procedure online laddove i faldoni si legavano ancora con lo spago. Le sue inchieste modello? Sulle stragi jihadiste nelle chiese copte al Cairo e a Tanta, nel 2017. Quando Al Sisi optò per Al Sawi, qualcuno sospettò la normalizzazione. In fondo il suo predecessore, Ahmed Nabil Sadeq, s' era esposto troppo quando aveva definito Regeni un «amico dell' Egitto», altro che spia, pur non andando molto oltre: in carriera dal 1976 e già fedelissimo di Mubarak, Sadeq era stato promosso- rimosso da Al Sisi alla presidenza della Cassazione. Così va la giustizia, ai tempi del Nuovo Faraone. Fra Sadeq e Al Sawi, ci s' è limitati a un morbido avvicendamento. In realtà, negli ultimi anni diversi giudici hanno subìto misure disciplinari solo per aver criticato in modo pacifico il governo. A decine sono stati pensionati o addirittura processati. E due sono stati deferiti a un organo disciplinare, per aver preso parte a un seminario sulla tortura. L' attivista che citava le statue di Amenofi, ora cambia metafora: «Il rapporto tra Al Sisi e il sistema

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[§26452847§] venerdì 03 luglio 2020

Corriere della Sera Privacy e GDPR

giudiziario fa pensare a un burattinaio che muove i fili». E del resto, di vertice in vertice, di fallimento in fallimento, quante balle e quanti depistaggi si sono visti anche nell' inchiesta Regeni e nel tandem Sadeq-Al Sawi: la volta in cui l' Italia chiese tredici tabulati telefonici e ne arrivarono cinque; quell' altra, quando si provò ad avere le cellule telefoniche sospette, e gli egiziani risposero che c' era la privacy, che diamine... E la storia della banda di balordi che erano «sicuramente i sequestratori», eliminata in un conflitto a fuoco? Con l' Italia, beffa del destino, Al Sawi s' era già incrociato nove mesi fa, al suo primo atto da procuratore generale. Aveva arrestato il nostro ex console onorario a Luxor, per un oscuro traffico d' antichi manufatti egizi. Molti erano oracoli di pietra. Di quelli che restano sempre immobili.

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[§26452848§] venerdì 03 luglio 2020 Pagina 24 Il Sole 24 Ore Privacy e GDPR

In arrivo linee guida specifiche per il ritorno alle lezioni online in caso di nuova emergenza con istruzioni su privacy, orari e ruolo delle famiglie

In caso di un nuovo lockdown didattica a distanza regolamentata

Claudio TucciLaura Virli

La didattica a distanza, che dal 5 marzo ha caratterizzato gli ultimi 3 mesi del corrente anno scolastico, non sarà "cestinata" con la ripresa delle lezioni il prossimo 14 settembre. Ma sarà solo un piano B in caso di nuovo lockdown. Le linee guida approvate lo scorso 26 giugno lo chiariscono espressamente. Intanto, prevedendo che alle scuole superiori - qualora le condizioni di contesto, le dotazioni tecnologiche e l' età degli studenti- il singolo istituto possa pianificarla per integrare in misura complementare, l' attività in presenza. E poi stabilendo che possa essere adottata integralmente, in forma sostitutiva, come extrema ratio, soltanto qualora l' emergenza sanitaria porti a una nuova sospensione delle lezioni in classe. Sulla base però di nuove indicazioni nazionali che sono attese a giorni. Il recupero delle ore del curriculo L' utilizzo di una didattica mista, in presenza e a distanza, permette di recuperare parte delle ore del curricolo del piano di studi nel caso in cui sia necessario ridurre le ore di frequenza in presenza. Ad esempio, se una classe può frequentare solo per il 70 per cento delle ore in presenza, potrà recuperare l' altro 30 per cento attraverso l' utilizzo di metodologie didattiche innovative da organizzare a distanza attraverso gli strumenti tecnologici. Del resto in questi mesi la didattica da remoto ha dovuto premere l' acceleratore, seppur tra alti e bassi. Dopo 30 giorni dalla chiusura delle scuole quasi 7 milioni di ragazzi avevano attivato le lezioni online (sugli oltre 8 milioni complessivi). Certo, l' esperienza ha avuto luci e ombre, ricalcando i ritardi storici dell' Italia, con ampi divari digitali, edifici non all' altezza, soprattutto quelli del primo ciclo, e una scarsa familiarità del digitale per la stragrande maggioranza degli insegnanti. Nonostante infatti una strumentazione 2.0 ormai diffusa in tutta Italia (oltre il 90% utilizza il registro elettronico), la formazione dei docenti alle nuove tecnologie è ancora bassa (secondo gli ultimi dati sul piano scuola digitale, poco più del 50% dei professori si è formato specificamente su strumenti digitali). Formazione ad hoc per i prof Ecco allora che un capitolo delle linee guida si sofferma proprio sulla formazione, in primis al digitale, dei docenti. Si prevede che i piani di formazione delle scuole potranno essere integrati con approfondimenti, organizzati a livello territoriale e nazionale, in base ai fabbisogni della comunità scolastica e del territorio. Le scuole potranno organizzare attività di formazione, singolarmente o in rete, attraverso le reti di ambito per la formazione, anche attraverso webinar, sia per il personale docente che per gli Ata,

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[§26452848§] venerdì 03 luglio 2020

Il Sole 24 Ore Privacy e GDPR

anche al fine di non disperdere e potenziare ulteriormente le competenze acquisite durante il lockdown. Tra le varie tematiche relative ai docenti si potranno approfondire l' utilizzo di metodologie innovative di insegnamento, le modalità per la valutazione nel caso di metodologie innovative di insegnamento e di apprendimento realizzate, ad esempio, attraverso le tecnologie multimediali. Per il personale Ata la formazione potrà vertere sull' organizzazione del lavoro, la collaborazione e realizzazione di modelli di lavoro in team, sui principi di base dell' architettura digitale della scuola, sulla digitalizzazione delle procedure amministrative anche in relazione al lavoro agile. Per i presidi spazio a specifici momenti formativi su privacy e sicurezza nella didattica digitale integrata, gestione dello stato emergenziale, gestione delle riunioni e degli scrutini a distanza. Tutti "da remoto" se torna il virus Lo abbiamo lasciato per ultimo, anche come forma di scaramanzia. Ma se torna il virus scatterà la sospensione della didattica in presenza e la ripresa dell' attività a distanza. Dovrebbero arrivare apposite linee guida ministeriali sulla «didattica digitale integrata», che conterranno alcune proposte metodologiche, ad esempio, sulla gestione della privacy, sui rapporti scuola-famiglia, su come organizzare la didattica digitale integrata, dall' orario alla frequenza delle lezioni, al coinvolgimento delle famiglie. Ogni scuola dovrà, perciò, aggiornare il Ptof con il «Piano scolastico per la didattica digitale integrata» sulla base delle proprie dotazioni tecnologiche, delle condizioni di connettività dell' utenza e del territorio, dei livelli di competenza degli alunni e del personale. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§26452851§] giovedì 02 luglio 2020

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Una Sanità migliore dopo il Covid? Ecco le quattro "T" che servono

Per far sì che il Covid-19 generi valore per la nostra sanità, serve ridefinire una tattica puntuale e condivisa che permetta di ottimizzare l' utilizzo delle risorse nell' identificazione, diagnosi e trattamento dei casi così come nel tracciamento e profilassi dei contatti. Ecco cosa serve - quattro "T" - per farlo

La sanità territoriale è infatti quella che dovrebbe occuparsi della prevenzione e della promozione della salute in tutte le età della vita così come della presa in carico della maggior parte dei problemi dei cittadini, quelli per i quali la risposta appropriata è per definizione fuori dall' ospedale. E, senza dubbio, l' ambito territoriale è quello che più di tutti meriterebbe uno stravolgimento"catastrofico", se è vero, come è vero, che la parola catàstrofe s. f. [dal lat. tardo catastrpha, catastrphe, gr. , propr. «rivolgimento, rovesciamento», der. di «capovolgere»] non ha di per sé la connotazione negativa che ha assunto nel tempo, grazie soprattutto alla tragedia classica, per definire la soluzione repentinamente luttuosa del dramma. Uno dei primi epidemiologi della storia, John Snow, è stato in fondo una sorta di Sherlock Holmes che, investigando sui alcuni casi dell' epidemia di colera che colpì il quartiere londinese di Soho nel 1854, applicò metodiche di indagine e metodo deduttivo per scovare le cause ed interrompere la catena di contagi. La metodologia da detective rispecchia proprio lo spirito delle T multiple: il virus lascia delle tracce al suo passaggio e noi siamo chiamate a raccoglierle nella maniera più rapida ed efficace possibile, attraverso le cosiddette indagini epidemiologiche, le interviste ai malati e ai relativi contatti, fino quasi ad anticipare il virus, isolandolo. E proprio l' isolamento è la misura di sanità pubblica attuata dai Dipartimenti di prevenzione per separare sospetti di caso e contatti dalla collettività attraverso la messa in atto di un accanito e meticoloso tracciamento dei contatti ( contact tracing , non solo digitale con l 'app Immuni ) utilizzato per "spegnere sul nascere ogni possibile focolaio, ponendo alti livelli di attenzione sulle comunità assistenziali, sanitarie e sociali, e garantendo l' alimentazione puntuale ed esaustiva dei flussi informativi del sistema di sorveglianza utili al monitoraggio in tempo reale delle situazione epidemiologica a livello nazionale, regionale e locale, mediante un pannello di indicatori individuati dal Decreto Ministero della Sanita del 30 aprile e dalla relativa circolare ministeriale". [2] Tutto questo nonostante un cronico sottodimensionamento rispetto al bisogno, il mancato turnover dei professionisti e la perdita di identità e di coordinamento organizzativo, in particolare nelle regioni che hanno attuato riforme sanitarie sperimentali . Sicuramente, per ottenere migliori performance del sistema in tempo sia ordinario che straordinario è necessario potenziare la formazione di tutto il personale a disposizione del SSN: leggendo molti articoli sembra che il contact tracing sia stata una novità apportata dal Covid- 19 quando, in realtà, è uno strumento

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[§26452851§] giovedì 02 luglio 2020

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per fronteggiare le malattie infettive che risale alla notte dei tempi, da quando cioè medici e scienziati hanno iniziato a comprendere che alcune malattie non erano causate dal fato o dai miasmi bensì da microrganismi capaci di creare danno agli esseri vegetali e animali, uomo compreso, chiamati prima "animalcula" ma poi giunti fino a noi come batteri, virus e prioni. Microrganismi da osservare, causa di malattie da tracciare portatore per portatore, ospite per ospite, al fine di isolare i vettori di contagio ed evitare la diffusione nella collettività (epidemìa, dal greco + , lett.: sopra il popolo, sopra le persone) o, peggio, la diffusione a tutta la popolazione (pandemìa, dal greco pan- demos, "tutto il popolo"). La differenza, con il Covid-19, è che si è iniziato a parlare della tecnologia a supporto del tracciamento dei contatti, il cosiddetto digital contact tracing . Dell' utilizzo di smartphone e app per registrare le possibili esposizioni a rischio e trasmettere notifiche a supporto del lavoro dei professionisti che si adoperano nel contact tracing, i medici igienisti e gli assistenti sanitari che effettuano le indagini epidemiologiche. L' Italia è chiamata a fare un grande investimento per tracing e tracking, sia nelle risorse umane sia nelle risorse tecnologiche. Dal primo giugno il lavoro degli operatori è integrato dall' implementazione della App Immuni che, dopo una sperimentazione fatta in Puglia, Marche, Abruzzo e Liguria, è ora attiva in tutta Italia. Le aspettative sono alte, così come le polemiche sulla privacy che ne hanno accompagnato lo sviluppo. Va detto che anche per l' app Immuni, come spesso capita nella sanità territoriale, serve aggrapparsi alla "stretta collaborazione fra il cittadino, il Medico di Medicina Generale, il Pediatra di Libera Scelta e il Dipartimento di Prevenzione ". [3] [4] Tuttavia, la collaborazione tra i vari professionisti dovrebbe essere un prerequisito del sistema e non una condizione abilitante. Possiamo ancora permetterci che passaggi così delicati della sanità principale, quella "fuori dall' ospedale", siano basati soltanto sulla collaborazione tra i vari (e differenti) attori? O sarebbe necessario avere processi gestionali ben definiti e regole chiare ed omogenee per tutti? Abbiamo imparato che per studiare/gestire il Covid-19 abbiamo a disposizione due tipi di test ma ancora qualcuno li confonde: test molecolari (tamponi) e test anticorpali hanno finalità completamente diverse. Secondo l' Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il gold standard per la diagnosi di infezione da SARSCoV2 è la ricerca dell' RNA virale , presente nella fase iniziale e acuta della malattia, con metodiche di biologia molecolare. L' analisi si effettua sulla base di un tampone, il quale è sottoposto a particolari metodiche molecolari (Real Time Polymerase Chain Reaction, RT-PCR) che identificano con precisione il genoma virale nei secreti respiratori (le sostanze esp ulse attraverso la respirazione) del paziente sintomatico. Ma quanti tamponi si stanno facendo allo stato attuale in Italia? Relativamente al tasso settimanale di nuovi tamponi effettuati, i valori più elevati sono registrati in alcune regioni del nord (Veneto, Trentino-Alto-Adige, Friuli-Venezia-Giulia ed Emilia Romagna). Il valore piu basso viene registrato nella Regione Sicilia (2.79). In media in Italia viene registrato un valore di 6,25 tamponi effettuati su 1.000 abitanti nella settimana dal 09/06/2020 al 16/06/2020. Le Regioni associate ad un numero di tamponi realizzati in linea con i casi registrati sono le Marche, l' Abruzzo e l' Emilia

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[§26452851§] giovedì 02 luglio 2020

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Romagna. Si registra inoltre un alto numero di tamponi realizzati rispetto ai casi rilevati in Lombardia, Liguria e Piemonte, si segnala però che nelle ultime settimane queste ultime due si stanno avvicinando alla media nazionale. [5] I test sierologici sono stati evocati sin da subito nelle strategie di gestione Covid-19 grazie alle aspettative poste dalla comunità scientifica per la realizzazione di studi di siero-prevalenza ( serosurveys ) utili a fornire elementi preziosi sulla reale prevalenza dell' infezione. In una prima fase la mancanza di kit validati ha inibito questo approccio ma alcune Regioni (es. Veneto, Emilia-Romagna) hanno iniziato sin dagli ultimi giorni di marzo a utilizzare i test diagnostici rapidi (kit "pungidito" per analisi immunocromatografica su sangue periferico capillare) per screening su particolari categorie di operatori (es. sanitari e forze dell' ordine). Domande rilevanti sulla trasparenza e l' affidabilità di questi test qualitativi sono sorte a causa di una scarsa sensibilità e specificità dei kit. Tuttavia, oltre ai test rapidi, da aprile sono arrivati sul mercato i test che utilizzano l' analisi in chemiluminescenza (CLIA) o ELISA su campione di sangue venoso. Tali test permettono di fornire indicazioni più precise circa l' avvenuto o meno contatto con il virus SARS-CoV2 ma anche di rappresentare l' eventuale quantitativo di anticorpi IgG sviluppato dal soggetto. Al momento le evidenze scientifiche non sono solide nel confermare il possibile effetto protettivo a medio lungo termine di tali anticorpi. Con Circolare del 9 maggio 2020, pertanto, il Ministero della Salute ha ribadito che i test sierologici "non possono, allo stato attuale dell' evoluzione tecnologica, sostituire il test molecolare basato sull' identificazione di RNA virale dai tamponi nasofaringei" ai fini diagnostici. All' interno di questa cornice, alcune Regioni hanno utilizzato i test sierologici CLIA/ELISA come strumento ibrido per la ricerca di sieroprevalenza e un' eventuale operatività diagnostica su specifiche sottocategorie di popolazione (es. Regione Lombardia, PA di Trento); inoltre, alcuni cittadini sono stati attratti dalla pubblicità dei laboratori privati e stanno decidendo di pagare per il test; allo stesso modo, diversi datori di lavoro hanno offerto ai propri lavoratori uno screening sierologico gratuito con l' idea di certificare la negatività al virus alla ripresa delle proprie attività lavorative della Fase 2a e di predisporre supposte "patenti di immunità" ai fini dell' organizzazione del lavoro. Alcune di queste iniziative sono state incluse da alcune regioni in un approccio di sanità pubblica, ma nella maggior parte dei casi è finora mancata una chiara strategia sulla gestione dei risultati dei test . Alcune regioni hanno normato tali aspetti nell' ultima settimana (es. Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto) e il soggetto che decide di sottoporsi al test sierologico ottenendo un risultato "positivo" viene solitamente inviato al medico di medicina generale e all' autorità sanitaria locale per ulteriori indagini (test molecolare ed eventuale avvio dell' isolamento fiduciario). [6] Cosa ci aspettiamo dall' analisi di mappatura di sieroprevalenza in Italia? Certamente i risultati saranno differenti tra realtà regionali: ove il virus ha circolato in maniera più forte ci aspettiamo una maggiore prevalenza anticorpale. Di recente la Spagna ha pubblicato i risultati preliminare dello studio che sta conducendo in maniera simile a quello promosso da Ministero della Salute e ISTAT e si evidenzia che nei circa 61mila spagnoli testati finora una prevalenza di IgG del 5%, senza differenze sostanziali

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[§26452851§] giovedì 02 luglio 2020

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di genere. [7,8] A oggi ancora non abbiamo un algoritmo definito di trattamento, condiviso e chiaro. Questo è dovuto anche al fatto che non ci sono ancora evidenza chiare su alcun farmaco specifico e, anzi, la ricerca sembra essere fin troppo incalzata dai media e dalle attese del mondo intero. È di poche settimane fa la notizia della sospensione dei trial in corso su impiego di idrossiclorichina, dopo che un grande studio osservazionale pubblicato su The Lancet ha registrato un peggioramento nella mortalità dei pazienti in cui era stata somministrata [9]. Tuttavia, nel giro di una settimana, il 3 giugno 2020 l' OMS ha dichiarato a sorpresa la ripresa del trial in quanto "le evidenze su dati mortalità non sono tali da giustificare modifiche al protocollo originale del trial". Grande attesa, allo stesso modo, è posta sui vari protocolli di ricerca che stanno sperimentando l' efficacia contro il Covid-19 di farmaci immunoterapici come, tra gli altri, il Remdesivir e il Tocilizumab. Nel gergo militare la strategia è la "branca dell' arte militare che regola e coordina le varie operazioni belliche in vista dello scopo finale della guerra". Ogni strategia che si rispetti, tuttavia, per essere efficace deve essere seguita da una buona tattica, ovvero dalla "tecnica d' impiego e di manovra delle unità militari nel combattimento" (distinta dalla strategia che regola la condotta generale delle operazioni belliche). Per vincere e superare Covid-19, magari permettendogli di configurarsi come eu-catastrofe in grado di g enerare un valore più grande per la nostra sanità nel nuovo stato di equilibrio rispetto al precedente, serve ridefinire una tattica puntuale e condivisa che permetta di ottimizzare l' utilizzo delle risorse nell' identificazione, diagnosi e trattamento dei casi così come nel tracciamento e profilassi dei contatti. Per fare ciò serve necessariamente una migliore chiarezza di ruoli tra livello centrale e Regioni; un Ministero della Salute chiamato a diramare circolari maggiormente aperte e proattive, improntate alla moltiplicazione delle T da parte della sanità territoriale , responsabilità delle Regioni e Province Autonome chiamate a comprendere il valore insostituibile dei Dipartimenti di Prevenzione e della Medicina Generale nella lotta al COVID19 così come, in tempo di pace, nella prevenzione e promozione della salute nonché della presa in carico della problematiche di salute proprie dell' assistenza primaria e di quel mondo di mezzo che deve occuparsi delle persone e dei determinanti sanitari e sociali della salute, non solo delle malattie.

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