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PAOLA CESCHI LAVAGETTO

LA u GALLERIA '' DI DOMENICO PIOLA RITROVATA

ecenti lavori all'interno di un appartamento al piano procedette più per aggregazione che per un progetto uni­ R_ nobile del Palazzo Baldini di Piacenza, hanno ripor­ tario: al corpo centrale si affiancarono altre costruzioni, tato in luce, almeno parzialmente, il ciclo di affreschi organizzate attorno a tre cortili, con uno sviluppo impo­ della Galleria, eseguito da Domenico Piola durante il suo nente, fino a raggiungere più di 8o metri di fronte. 6l soggiorno nella città negli ultimi mesi del 1684, subito Nel 1707 la Galleria già minacciava rovina e venne rin­ prima dell' ornamentazione del coro della chiesa di Santa forzata da longaroni di ferro; ciò aveva fin qui fatto rite­ Maria in Torricella; entrambe le opere documentate dal nere perduta la decorazione. In realtà tutto il vano ad Ratti, r) erano ritenute fin qui perdute. I dipinti della essa corrispondente era stato profondamente modificato chiesa, ricordati dalle guide ottocentesche fino al t86t, soprattutto a causa della suddivisione in proprietà di­ vennero probabilmente distrutti in un incendio, che causò verse, e l'adattamento in appartamenti, seguito, dopo il la temporanea chiusura dell'edificio dal t86o al 1864. 2l 1939, alla vendita del palazzo da parte della famiglia Il ciclo di Palazzo Baldini viene registrato, a partire dal Radini Tedeschi, a cui era pervenuto per eredità. 1703, in tutti gli inventari patrimoniali della famiglia, 3) Soltanto le raffigurazioni di ' Ercole in riposo' (TAv. che permettono di seguire con una certa esattezza le varie XIII) nell'orto delle Esperidi e di ' Ercole sostiene il Mon­ fasi di costruzione del fabbricato e l' ornamentazione degli do ' (fig. 1), erano rimaste in vista, 7) al centro dei soffitti interni, che venne via via arricchendosi. 4) Iniziata attor­ di ambienti ricavati in corrispondenza dell'inizio e del no al t66o, in concomitanza con l'ingresso della famiglia termine, rispettivamente, del grande vano della Galleria, Baldini, di origine mercantile, nella nobiltà piacentina e che occupa la fronte del fabbricato per la lunghezza di con la conquista di un titolo comitale e di incarichi di sei finestre, suddivisa ormai in tre stanze (fig. 2). Ma così prestigio da parte del conte Giacomo Maria, 5l la fabbrica ridipinte da non essere riconoscibili; le quadrature erano

I - PIACENZA, PALAZZO BALDINI, GALLERIA - DOMENICO PIO LA: ERCOLE SOSTIENE IL MONDO

r8r ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

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2- RILIEVO DELLA GALLERIA DI PALAZZO BALDINI A PIACENZA: PIANTA CON PROIEZIONE DEGLI AFFRESCHI DELLA VOLTA I - Ercole in riposo; 2 - Allegoria del tempo; 3 - Giove assiso sulle nubi; 4 - Ercole sostiene il mondo; 5 - Allegoria dell'abbondanza; 6 - Minerva

state completamente ricoperte da una tinta neutra, e la zioni che stimò convenevole il corrispondere alla loro primitiva forma quadriloba dei medaglioni centrali era cortesia e ritornare a Piacenza. In tra gli altri impiegollo stata modificata, circondata da cornici di gusto classi­ il Conte Baldini in dipingerli la Galleria. Fu eseguita cheggiante. Liberando dallo scialbo sovrapposto la qua­ l'opera con tutta finezza e buon gusto: onde l'autore ne dratura attorno a ' Ercole in riposo ', recuperando anche ebbe dal Conte notabili dimostrazioni di gradimento ". 9) in parte l'ornamentazione delle pareti, con le figure mo­ Prima della partenza da Genova, com'è noto, egli aveva nocrome entro nicchie di Minerva, sotto forma di ' For­ eseguito l'ornamentazione della sala delle Rovine di Pa­ tezza ', e dell' 'Abbondanza ', (fig. 3), si rintraccia, an­ lazzo Balbi allo Zerbino, ed aveva iniziato gli affreschi che se parzialmente, l'unità decorativa dell'insieme. nel coro della chiesa delle monache di San Leonardo, Non si è potuta rimuovere la parete innalzata in cor­ terminati al suo ritorno. Di quest'opera, quasi totalmente rispondenza del penultimo medaglione, né il controsof­ perduta, conosciamo il soggetto dalla descrizione del 10 fitto, su parte del quale, rozzamente, sono ripetuti motivi Ratti ) e dalla ricostruzione, attraverso i disegni, pro­ seicenteschi; né liberare dallo scialbo, da cui compaiono posta dal MacAndrew: n) vi era rappresentato "lo stesso splendidi frammenti con testine di putti, la decorazione mistero" di quello dipinto in Santa Maria in Torricella, dell'ultimo ambiente attorno al medaglione con 'Ercole '' ma - come precisa il biografo - con invenzione to­ 2 con il globo ', la cui originale forma quadriloba - che talmente diversa ". ' ' Dalla descrizione encomiastica in pure si distingue sotto la ridipintura e le aggiunte di prosa, stampata nel r685 dello stesso Lorenzo Bascarini, nubi e putti - non si è recuperata. Tuttavia l'organiz­ autore del sonetto riportato dal Ratti, '3) è possibile veri­ zazione dell'ornamentazione nel suo insieme si può rico­ ficare che nel coro della chiesa di Santa Maria in Tor­ struire chiaramente: il sistema delle quadrature crea delle ricella era raffigurato l'Eterno Padre con le braccia aperte cesure, a forma arcuata sulla volta a botte, con elementi verso Maria Immacolata, con il drago sotto i piedi in decorativi disposti ritmicamente e interrotti da ovali con attitudine " pietosa "; attorno all'Eterno putti che si te­ putti, attorno a cinque grandi medaglioni quadrilobi di nevano per mano. Più in basso l'Arcangelo con la spada misura uguale (fig. 4): il primo e l'ultimo con Ercole, di fuoco, avvolto da un manto dorato, in atto di scac­ quello centrale con ' Giove assiso sulle nubi ', incoro­ ciare Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre. Sullo sfondo nato, e fregiato dei suoi attributi, il fulmine, l'aquila e un mirabile paese ricco di alberi, fronde ed erbe e il la spada tenuta da una figura femminile (fig. s), il se­ fiume Nilo, alle cui acque la madre dolente affida il condo medaglione rappresenta l' 'Allegoria del Tempo' bambino Mosè. '4) Per ciò che riguarda lo stile è possi­ (fig. 6): una donna, con in mano il sole e la luna trat­ bile trarre dalla prosa del Bascarini un giudizio elogiativo tiene un vecchio alato con la falce e la clessidra. Nulla dei colori, della naturalezza delle membra, della leggia­ si può indovinare circa il soggetto del quarto medaglione, dria delle attitudini " misurate con proporzione e di­ ancora nascosto. sposte con non poco artificio ( ... ) il chiaro dei lumi, lo Negli ovali aperti tra gli elementi decorativi delle qua­ spicca mento delle ombre ", la capacità di rappresentare drature compaiono putti alati volanti, con simboli delle con la "squisitezza della Pittura, l'espressione, lo spirito, arti e delle scienze (figg. 7-w). B) l'energia ", i sentimenti, come una " Rettorica muta " Nel r684 dunque il Piola, con i figli pittori Anton che coinvolge e persuade. '5) Maria e Paolo Girolamo, amareggiato dalla distruzione La descrizione tuttavia non fornisce elementi sufficienti della sua casa, avvenuta a causa dell'assedio francese, a verificare se anche in quest'opera pia centina si potesse durante il quale si era rifugiato in Palazzo Balbi Durazzo leggere quella suggestione dalla pittura emiliana e soprat­ allo Zerbino, e dalla perdita della preziosa raccolta " di tutto parmense: il segno cioè di un correggismo " sensi­ superbe carte stampate e di disegni ( ... ) cose tutte degne bile anche ai modi del suo più giovane collaboratore ed della Galleria di un Sovrano ", partì da Genova per re­ allievo Gregorio de Ferrari ", ' 6) che la critica più attenta carsi a Milano, ove si fermò poco. A fu avvici­ ha notato nei frammenti provenienti da San Leonardo nato da alcuni cavalieri piacentini che lo invitarono nella conservati all'Accademia Ligustica; e che non sembra loro città in " sì obbliganti termini e sì onorevoli esibì- elemento stilistico predominante nei dipinti della Gal- ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte TAv. XIII

PIACENZA, PALAZZO BALDI N!, GALLERIA - DOMENICO PIOLA : ERCOLE IN RIPOSO (PARTICOLARE)

14 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

leria. Una rilettura di Correggio può essere stata com­ piuta durante una sosta a , non registrata dalla biografia, ma forse indirettamente confermata dalla esi­ stenza di una copia che Paolo Gerolamo può aver tratto in questa occasione, dal Martirio di San Ottavio di Lan­ franco, che si trovava nella chiesa della Steccata. '7l In Palazzo Baldini dunque il Piola adotta uno schema decorativo sperimentato: l'insieme dell' ornamentazione è organizzato secondo un ordine che prevede una netta se­ parazione tra la quadratura e i medaglioni centrali, spazi aperti " sfondati ", ai quali soltanto, e parzialmente agli ovati laterali con putti, è affidato l'effetto di illusionismo spaziale. ' 8l La quadratura assume più che un valore sce­ nografico e prospettico, al contrario un valore di orna­ mentazione di superfici, confermato dal gioco dei colori, con l'uso di elementi architettonici, mensole, rosoni, cor­ nici del tutto subordinati alle figurazioni. Le figure, sor­ rette dalla consueta abilità nel sottinsù, sono saldamente costruite, con un disegno che definisce la forma e i vo­ lumi, con l'uso di un chiaroscuro risentito, che sottolinea le anatomie vigorose dei nudi maschili e la pienezza ad­ dolcita delle membra femminili; ma animate dal caratte­ ristico andamento zigzagante dei contorni dei panni e dei rialzi luminosi, dal risalto delle tinte, e dalle ombre stese a tratteggi paralleli. Com'è noto il Ratti sottolinea la " seconda maniera " del Piola che " assai si accosta a quella di Pietro da Cortona ", per l'impasto delicato, la dolcezza e soavità specialmente nel panneggiare. '9l Un cortonismo corretto da una grande accademia: come una sorta di oratoria solenne e celebrativa di grande efficacia, ma con un concetto decorativo meno moderno: non si può infatti dimenticare che già nel 1630 Pietro da Cor­ tona aveva spalancato la volta Barberini, abolendo qua­ lunque condizionamento all'illusivo coinvolgimento dina­ tura, fantasia e immaginazione. In quest'opera dunque il Piola rimane sostanz;almente estraneo a quel processo d; evoluzione dell'ornamentazione, in cui sempre più anche l'.deazione di stucchi e di quadrature si riassume nel­ l'unità inventiva, che in questo stesso periodo sia il Ba­ ciccia al Gesù, sia Gregorio De Ferrari andavano at­ tuando, e certo sulla scorta a loro volta, e ognuno a suo modo, della lezione correggesca. 20l Se dunque questo viaggio fu occasione per il Piola di una rimeditazione sul Correggio, ciò non produsse nelle sue opere a Pia­ cenza risultati sul versante dell'illusionismo spaziale. Del resto la rilettura di opere emiliane che i pittori genovesi avevano direttamente compiuto, o che era giunta da Roma attraverso Puget e Parodi con gli echi delle esperienze del Bernini e del Raggi - che dagli effetti della grazia e della luce correggesca avevano tratto conclusioni rinno­ vate, permeando così da varie parti, ma in profondità l'ambiente artistico genovese, e determinando in modo notevole la ·stessa formazione del Piola - era avvenuta di più su questa linea di " sensiblerie ", di suggerimento stilistico e formale. 2 ' l L'effetto d'insieme della Galleria non appare così sor­ prendente come nella sala delle Rovine del Palazzo allo Zerbino, ove lo spazio aperto sembra irrompere dalla forma irregolare del medaglione sulla volta, e dal molti­ plicarsi delle aperture verso il cielo delle lunette. 22l Forse a Domenico riuscì più congeniale, e non da ora, come è stato notato - per una disposizione simile a una reto­ rica celebrativa, per una coltivata abitudine a una lingua espressa in termini di sonorità, ma trattenuta in una mi­ sura formale altamente accademica - la pittura del Ci­ 3 - PIACENZA, PALAZZO BALDINI, GALLERIA guani, che avrà potuto vedere a Bologna e soprattutto ~ DOMENICO PIO LA : ALLEGORIA DELL'ABBONDANZA San Michele in Bosco, più facilmente che sulle pareti ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

4 - PIACENZA, PALAZZO BALDINI, GALLERIA - DOMENICO PIO LA : ERCOLE IN RIPOSO ENTRO MEDAGLIONE, TRA QUADRATURE

della sala, appena terminata, del Palazzo farnesiano del Si sa dagli inventari che il quadraturista della Galleria Giardino a Parma. 2 3) E a Piacenza, a richiamare un fu Sebastiano Monchi, bolognese, attivo in seguito a Ge­ lungo rapporto dei genovesi con la pittura emiliana, eser­ nova, a Palazzo Rosso. 2 5l citato anche attraverso la mediazione dei quadraturisti, I pagamenti per quest'opera, pubblicati dal Fiori, 4005 da pochi anni si ammirava l' ' Assunta ' del Cignani, su lire al Piola, 4164 lire e r8 soldi al Monchi, 26) stanno un altare della chiesa delle Benedettine. ad indicare, oltre al fatto che la quadratura occupava Ma durante il soggiorno bolognese ancora a San Mi­ una superficie molto maggiore di ciò che si vede e con­ chele in Bosco, il Piola non avrà mancato di sostare sotto tinuava probabilmente sulle pareti, una posizione nien­ gli stupefacenti soffitti della libreria, e sotto il catino e la t' affatto subalterna del bolognese, che era anche pittore cupola del coro ancora freschi di colore, a cui forse il di figure. 27) Si può supporre una stretta collaborazione Canuti dava gli ultimi tocchi, che potevano riuscirgli sug­ tra gli artisti dell'équipe, nell'ambito di questa impresa, gestivi per una comune assimilazione di lezioni cortone­ anche se, come si diceva, a Palazzo Baldini non appare sche, in una esaltata cromia neoveneta, e soprattutto per chiaramente il segno di quel progressivo giungere all'unità una assonanza correggesca, in cui, come notava il Roli, si decorativa, che Gregorio De Ferrari andava svolgendo 28l devono riconoscere contatti con Baciccia. 2 4) e che chiaramente appare di lì a poco nelle sale di Pa- ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

lazzo Ro.ss~; è t;~ot? come lo stesso Piola avesse eseguito numeros1 dtsegm dt quadratura, apparati e scenografie. 29l Non è possibile, nell'attuale stato di conservazione, osservando alcune differenze di mani nell'esecuzione delle parti figurate, stabilire il valore della collaborazione dei figli Anton Maria e Paolo Girolamo. Del primo il Ratti puntualizza un'attività strettamente legata a quella pa­ terna, con notevole abilità di copista; 3o) di Paolo Giro­ lamo, appena diciottenne ma molto più dotato, lo stesso biografo ricorda l'esecuzione di un " sottinsù " per Pa­ lazzo Baldini che aveva sorpreso " quel Marchese che non s'aspettava mai tanto "; 3 I) e gli inventari registrano una attività autonoma : l'artista aveva dipinto tra l'altro un ovato con la figura della Giustizia per il soffitto di un salotto del palazzo. 32l Come è stato notato del resto 33) in questo periodo iniziale della sua carriera artistica,Paolo Girolamo si esprime con modi strettamente assimilabili a quelli di Domenico, avvicinandosi anche a Gregorio De Ferrari, con qualche timido accenno a una personale vi­ sione che si poteva cominciare a riconoscere nei pennac­ chi di San Pietro in Banchi, dipinti al suo ritorno a Genova. E già il Ratti aveva precisato per questo periodo iniziale la difficoltà di distinguere i disegni del figlio da quelli del padre. 34) Del resto i dati tecnici, non del tutto verificabili 35) e i dati stilistici mi sembrano omogenei almeno per le quattro raffigurazioni principali: si veda per esempio il disegno di contorno delle figure netto e piuttosto pronunziato, talvolta sottolineato dal chiaroscuro; le leggere correzioni delle proporzioni del torso di Giove e del ventre di Ercole con il Mondo sulle spalle; il modo simile di mettere in 5 - PIACENZA, PALAZZO BALDINI, GALLERIA evidenza le masse muscolari, con le ombre rinforzate da DOMENICO PIOLA: GIOVE ASSISO SULLE NUBI tratti paralleli ; il modo di porre tocchi di luce con pennel­ late efficaci e fluide e con invenzioni di notevole effetto; i panni svolazzanti, la naturalezza, l'alta qualità comples­ figurazioni non sarebbero contigue. Nello studio prepara­ siva della resa pittorica. torio si può notare l'espandersi della composizione oltre Sembra logico pensare che ai figli fossero riservati i al limite della cornice, con una libertà anche più chiara compiti meno importanti, come l'esecuzione delle figure nelle figure sguscianti, quasi un rapporto più stretto con allegoriche a monocromo e dei putti negli ovati, alcuni Gregorio De Ferrari, che non si ritrova nella versione dei quali sono più fermi e meno efficaci; altri invece ap­ finale a fresco, ove molto rimane tuttavia, dell'immedia­ paiono animati dallo sfiorare della luce e dalla vivacità tezza e della freschezza inventiva del disegno. Di recente 6 del moto. 3 l Una straordinaria felicità e immediatezza si Giuliana Biavati, 39) suggeriva che il disegno potesse es­ ritrova nelle poche figure allegoriche superstiti nelle tar­ sere riferito ad alcune allegorie laterali, elaborate dalla ghe, tracciate con pochi tratti di pennello monocromo e équipe dei Piola ed eseguite poi da aiuti del Franceschini, rialzate, quasi uno schizzo, con lumeggiature d'oro. per la decorazione del soffitto della sala del Maggior Un bel disegno concordemente riconosciuto a Dome­ Consiglio di Palazzo Ducale a Genova. La corrispon­ nico, della collezione Scholz 37l raffigura due ' Allegorie denza dello studio con il ciclo piacentino, fin qui scono­ del Tempo' racchiuse in tondi intersecantisi, con com­ sciuto, appare tuttavia molto puntuale; ciò non esclude posizioni quasi speculari (fig. II) ; il tondo di destra cor­ che lo stesso disegno possa essere stato riutilizzato o risponde da vicino al gruppo di figure del secondo meda­ rielaborato in un'occasione successiva. glione della Galleria Baldini. Le piccole varianti nelle E proprio dalla descrizione che nella vita di Marcan­ posizioni dei personaggi e l'aggiunta, nell'affresco, di un tonio Franceschini il Ratti dà del complesso decorativo putto volante, che regge la falce, si possono spiegare affidato al pittore bolognese, si può trarre una chiave di considerando il disegno uno studio per una fase inter­ interpretazione di questa figurazione. Infatti l'allegoria media e non ancora definitiva nell'iter compositivo di della " Aeternitas Reipublicae ", è descritta come una " casa Piola " chiarito dalla Malagoli; 38l e infatti in al­ '' femmina che tiene sotto i piedi il tempo e nelle mani cune parti le figure sono appena velocemente abbozzate. il sole e la luna ". 4o) E il Ripa definisce l'Eternità come Non sembra che due tondi rappresentino separatamente ' ' Donna che siede con i suoi raggi, con la sinistra so­ una diversa fase preparatoria per la stessa composizione, stenga la luna ". 41l viste le corrispondenze e simmetrie tra i gesti delle figure Se ci si prova a collegare in un unico sistema icono­ affrontate, così armoniche da non sembrare casuali. Non grafico le varie allegorie della Galleria, si può notare una è possibile capire perché una sola delle composizioni sia corrispondenza tra le due figure di Ercole nella prima stata utilizzata; l'ipotesi che il medaglione della Galleria e nell'ultima medaglia, che possono essere interpretate rimasto coperto corrisponda al tondo di sinistra del di­ come allusioni alle virtù del committente, che lo condu­ segno, non è verificabile. E il senso compositivo verrebbe cono all'immortalità e all'apoteosi celeste. Ercole viene comunque variato, rispetto al disegno, poiché le due raf- dal Ripa indicato come simbolo della virtù eroica 42l e ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

6 - PIACENZA, PALAZZO BALDINI, GALLERIA - DOMENICO PIO LA : ALLEGORIA DEL TEMPO

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7 - PIACENZA, PALAZZO BALDINI, GALLERIA 8 - PIACENZA, PALAZZO BALDINI, GALLERIA DOMENICO PIO LA: PUTTO CON VIOLINO DOMENICO PIOLA: PUTTO CON TAVOLOZZA E PENNELLO ciò può trovare conferma nella raffigurazione della ' For­ del secolo verso il classicismo - codificato appunto dal tezza' in veste di Minerva, di fronte all' 'Abbondanza' Bellori - che trovava la sua prestigiosa radice nelle opere con la cornucopia, dipinte a monocromo sulle pareti sot­ farnesiane di Annibale. 45) tostanti. La presenza del globo del Mondo in tutte le All'elaborazione di questo programma iconografico ce­ scene non sembra essere casuale, anche se non ne è lebrativo, dettato da una sperimentata pratica ornamen­ chiaro il senso. tale, con un senso scenografico preminente sull'originario E il Bellori nelle sue Vite - di cui una copia si tro­ significato moraleggiante delle allegorie, può forse in vava a casa Piola 43) - aveva di recente fornito un'in­ qualche misura aver partecipato l'abate Giovanni Antonio terpretazione delle virtù di Ercole, descrivendo l'orna­ Baldini, 46l erudito e raccoglitore di uno straordinario mentazione dipinta da Annibale nel camerino di Palazzo museo di rarità cinesi e indiane e autore, tra l'altro, di Farnese, certamente suggestiva anche se risolta nelle im­ un Trattato della Pittura, ove tuttavia, non si fa cenno magini in modo del tutto indipendente, per i commit­ ai celebri dipinti, ma soltanto a uno sfondato della gran tenti sudditi del ducato farnesiano e per il pittore, così sala dipinto a olio dal Bolognini, nel 1717. 47l attento ai fatti dell'arte bolognese e legato profondamente Il recupero di questo ciclo resta significativo per una all'ambiente romano. 44) sistemazione cronologica definitiva della vasta attività del È già stata notata inoltre, una generale tendenza del pittore e della sua bottega e per puntualizzare la notevole gusto della pittura genovese intorno agli ultimi decenni importanza dell'opera di " casa Piola" nello sviluppo

9 - PIACENZA, PALAZZO BALDINI, GALLERIA IO- PIACENZA, PALAZZO BALDINI, GALLERIA BOTTEGA DI DOMENICO PIOLA: PUTTO CON CANNOCCHIALE BOTTEGA DI DOMENICO PIO LA : PUTTO CON CHIODO E MARTELLO ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

6 - PIACENZA, PALAZZO BALDINI, GALLERIA - DOMENICO PIOLA: ALLEGORIA DEL TEMPO

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II- NEW YORK, COLLEZIONE J. SCHOLZ- DOMENICO PIOLA: ALLEGORIA DEL TEMPO (DISEGNO)

della pittura del pnmo Settecento e come episodio sin­ 3) Gli inventari Baldini si conservano presso la Biblioteca Co­ munale di Piacenza, Manoscritti Rapetti. I dipinti della Galleria golare nella storia della decorazione a Piacenza, da sem­ sono ricordati nell'inventario, datato 21 marzo 1703 (che il Ra­ pre influenzata dalla scuola bolognese e dalla prolungata petti dichiara essere in suo possesso) i un altro inventario senza data, presenza di Francesco e Ferdinando Bibiena. È in tale ma dopo il 1737, "scritto sul retro dello Stato passivo di casa Bai­ misura che l'opera sorprendente del Piola, malgrado la clini" si conserva nella copia che lo stesso Rapetti derivò dall'ori­ ginale in suo possesso. Un altro, risalente all'anno 1717, è stato fama di cui godette, non ebbe sul piano figurativo una pubblicato da G. FIORI, Documenti su pinacoteche e artisti piacen­ risonanza, a giudicare da ciò che è rimasto, proporzio­ tini, in Studi Storici in onore di E. Nasa/li Rocca, Piacenza 1971, nata alla sua importanza e alla sua qualità. 48l pp. 225 e 226. Nei succitati inventari si ricordano altre opere di Domenico e del figlio - di cui non si specifica il nome - conservate presso i Ba!dini e oggi disperse : neWinventario senza data si cita un "qua­ r) Delle Vite de' pittori, scultori ed architetti genovesi, scritto da dro grande " con la ' Fuga di Giuseppe ' di Domenico (c. 5) i uno Carlo Giuseppe Ratti in continuazione dell 'opera di Raffaello Soprani, più piccolo con la ' Carità ', " dipinto dal figlio del Piola " (loc . Genova 1769, tomo II, p. 42 (da ora in poi citato nel modo seguente: cit.). Più avanti si parla di un ovato, per il soffitto di un salotto con SoPRANI, RATTI). Ringrazio il signor Ettore Aspetti, a cui devo la " una donna con una spada in mano che ha all'intorno tre puttini segnalazione del ciclo, il signor Enrico Bedani, che ha eseguito il re­ del figlio del Piola " e ancora un quadro rappresentante un 'Bam­ stauro, e, soprattutto, l'attuale proprietario signor Luigi Marchetti, bino • dipinto da Domenico Piola "con cornice d'intaglio dorata" che cortesemente mi ha consentito di visitare più volte la sua casa. (c. r8). Sono inoltre grata a e Eugenio Riccomini per i nu­ Nell'inventario del 1717 si cita inoltre un quadro con la 'Conce­ merosi e proficui scambi di idee. zione • del Piola per l'oratorio del Palazzo (FIORI, op . cit., p. 225) . 2) La chiesa, in conseguenza delle soppressioni napoleoniche era 4) Cfr. A. MARIA MATTEUCCI, l palazzi di Piacenza dal Barocco stata annessa alla parrocchia di San Savino i venne riaperta al culto al Neoclassico, Torino 1979, pp. 240-252. L'appartamento al piano nel r8r5. Nel r859 le truppe austriache trasformarono l'edificio nobile di quella parte dell'edificio, cui si accede dal singolare e straor­ in un deposito di munizioni, sgombrate soltanto alla fine dell'anno. dinario scalone, che occupa con il salone il corpo centrale del Pa­ Dal r86o al r864 la chiesa rimase nuovamente chiusa per un incen­ lazzo, costruito da Domenico Cervini nel 1727, conserva ancora, dio, che probabilmente causò la perdita della decorazione interna, oltre alla Galleria una serie di ornamentazioni in altri ambienti: ricordata nelle guide ottocentesche (L. ScARABELLI, Guida ai monu­ sulla volta dello scalone è raffigurato il ' Trionfo di casa Baldini 'i menti storici ed artistici della città di Piacenza, Lodi r84r, p. r26i G. nella volta del salone ' Apollo e le Muse 'i in una sala ' Giunone e BuTTAFuoco, Nuovissima Guida della città di Piacenza, Piacenza 'Imeneo ' e in altre sale figure di virtù tutte circondate da quadra­ 1842, p. 173) e non più nominata dal Cerri (Piacenza nei monumenti, ture prospettiche. Queste raffigurazioni appartengono alla fase set­ Piacenza 1908, pp. 61 e 62). Non ho potuto consultare la guida di tecentesca della decorazione svoltasi dal 1717 al 1730 circa, e sono G . GALLI del 1861, non reperita. (Cfr. B. PERAZZOLI, La Confra­ assegnate (per le figure) a Sebastiano Rusca dalla Matteucci, e per le ternita dei Laici Cappuccini di S. Maria della Torricella in Piacenza, quadrature alla bottega di Francesco Natali. Una piccola sala vol­ in Archivio Storico delle Province Parmensi, 1978, pp. 312-314i tata con tre medaglioni, oggi molto ridipinti, con la ' Notte', 'Diana per altre notizie vedi anche: Schede Rapetti, ms. presso la Biblio­ e Atteone ' e !" Aurora • corrisponde probabilmente a quell'al­ teca Comunale Piacenza). colva indicata negli inventari come opera di Hubert De Longe r88 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

(r704-I707). I dipinti del Draghi con le quadrature del Monchi, Rovine nel Palazzo allo Zerbino. (Per la biografia di Nicolò Codazzi pure ricordati negli inventari, non sono stati identificati e forse si a Genova, in Bollettino dei Musei Civici genovesi, VI, 1984, nn. r6- trovano in altri appartamenti. r8, PP· 53-55). 5) Cfr. G . or GROPELLO, C. E . MANFREDI, Le antiche famiglie 23) Le tangenze del Piola con il Cignani sono già state messe in di Piacenza e i loro stemmi, Piacenza 1979, p. 135 e soprattutto L. luce da E . Gavazza, (Tangenze culturali ... , cit. p. I64) che ha sotto­ MAFFINI , Struttura sociale e organizzazione sociale. L'esemplare lineato i rapporti con l'ambiente bolognese già prima del r684. ascesa di una famiglia di formaggiai, in Bollettino Storico Piacenti­ 24) E. Feinblatt (The R oman Work of D.C., in The Art Quarterly, no, 1985, n. r, pp. r-24. 1952, pp. 45-64) suggeriva una influenza del Canuti sul Gaulli · 6) MATTEUCCI, I palazzi di Piacenza ... , cit ., pp. 240-249· ipotesi discussa da M. Calvesi (D. M. Canuti, in Maestri della pit: 7) Il carattere genovese di queste figure era già stato rilevato da tura del '600 emiliano, Bologna 1959, pp. I56-I58) e puntualizzata E . Gavazza malgrado le estese ridipinture (Cfr. MATTEUCCI, I Pa­ dal Roli (Pittura Bolognese dal Cignani al Gandolji, Bologna 1977, lazzi di Piacenza .... , cit., p. 250). pp. 44-48). 8) Nella parete minore a capo della Galleria un putto sostiene con 25) Negli inventari citati Sebastiano Monchi è indicato quale le mani una stella e una palla, simboleggianti la terra e il cielo ; autore delle quadrature della Galleria, dell'ornamentazione delle sulla parete di sinistra i putti tengono rispettivamente un pennello stanze attigue e di una alcova dipinta dal De Longe. Chiamato Ba­ e la tavolozza, un libro, un compasso e una squadra, un cannocchiale; stiano Monti dall'Anguissola (op. cit., c. I2) e dal Bottari-Ticozzi di fronte, sulla parete destra, sopra alla finestra di nuovo un cannoc­ (op. cit., p. r6o); dallo Zani (Enciclopedia metodica critico-ragionata chiale, un chiodo e un martello, un violino, carta e penna. Non è delle belle arti, Parma 1824) Monci o Monzi. Non molto si cono­ possibile, tuttavia, non conoscendo l'intera decorazione, trarre un sce di questo artista che l'Orlandi (Abecedario pittorico di Pelle­ significato complessivo da queste raffigurazioni che sembrano indi­ grino Antonio Orlandi da Bologna, Bologna 1704, p. 174) dice se­ care le arti e la scienza. guace del " Metelli seniore ". Lavorò in Germania e a Vienna. Il Campori, (Gli artisti italiani e stranieri negli Stati estensi, Modena g) SOPRANI, RATTI, op. cit., pp. 41 e 42 . 1855, pp. 32I e 322) pubblica una lettera di Benedetto Gennari al 10) Ibidem, p. 41. Conte di Novellara del I2 settembre 1670 da cui si apprende che il Monchi, dopo aver terminato di dipingere alcuni soffitti e fregi II) H . MAcANDREW, Quatre dessins de femmes assises par Dome­ dell'appartamento nuovo della Rocca, era ripartito per la Germania nico Pio/a, in Revue de l'Art, 1971, pp. 73-76. ave aveva quasi sempre dimorato e dove aveva lavorato per il " Conte 12) SOPRANI, RATTI, op . cit., p. 42· di Arach ", e che stava per tornare. Il Campori (op. cit., loc. ci t.) ritiene che da allora abitasse sempre a Bologna, ove fece testamento 13) Si tratta della Descrizione encomiastica della bellissima Concei­ nel 1706 (M. GUALANDI, Memorie originali italiane risguardanti le Belle tione dipinta a fresco nel Coro di S . Maria torricella dal Sig. Dome­ Arti, III, Bologna 1842, p. rgo). Era presente nei lavori di Palazzo nico Pio/a famoso Pittor Genovese dedicata a Gl'illustri Signori e Ross:> dall'86 all'8g (C. MERCENARO, Gli affreschi di palazzo Rosso Pii Confrati di detta Chiesa l'anno I685 dal dottor Lorenzo Basca ­ di Genova, Milano rg66, pp. 8-ro; P. ToRRITI, Tesori di Strada rini (Piacenza, Zambelli). Nuova, Genova I97I, p. 242); L' Alizeri, (Guida illustrativa del Un'altra descrizione si legge in G . B. ANGUISSOLA, Il Cicerone della cittadino e del forestiero per la Città di Genova e le sue adiacenze, Cattedrale di Piacenza, ossia Guida della Città, manoscritto s.d. Genova 1875, p. 46) ricorda l'ornamentazione dell'Oratorio della (ma verso il 1830) alle cc. I5 e I6 (Piacenza, Biblioteca Comunale). Misericordia o della Morte a chiaroscuro eseguita con Orazio As­ I4) Quest'ultimo episodio non compariva nel coro di San Leonardo sereto (cfr. O. GRosso, Guida di Genova, Milano s.d., p. 173). ove nella volta era effigiata la 'Vergine', in alto l" Eterno Padre 26) FIORI, op. cit., p. 225. con angeli ' e in basso ' Adamo ed Eva scacciati dall'Arcangelo Michele '. Sulle pareti laterali erano l" Annunciazione ' e la ' Na­ 27) Nell'inventario I7I7 infatti si ricorda un quadro con una tività' (cfr. SoPRANI, RATTI, op. cit., p. 41). Questa opera dovette 'Madonna' dipinto dal Monchi (cfr. FIORI, op. cit. , p. 225). acquistare notevole fama (cfr. anche G . BrAVATI, Il ciclo che il 28) Si veda a questo prop:>sito GRISERI, op. cit., pp. 253-257 Pio/a non dipinse in Palazzo Ducale, in Bollettino dei Musei Civici e E. GAVAZZA, Contributo a Gregorio De Ferrari, in Arte Antica e Genovesi, Ig8o, n. I, pp. 28 e 29, e nota 77). !vfoderna, I963, n. 24, pp. 326-336, specialmente p. 329 e ancora 15) Nel I695, il 27 novembre, Guido Antonio Signorini scriveva m Problemi relativi..., cit., pp. I22 e 123· da Roma a Domenico Piola ricordando il grande merito acquistato 29) Diverse soluzioni di decorazione parietale, quadrature, com­ con le sue opere a Piacenza. Probabilmente, come si legge in nota, paiono in un disegno torinese pubblicato da Gavazza, in Tan­ si riferisce ai dipinti di Santa Maria in Torricella che erano esposti genze culturali ... , ci t., p. r 64 e nota g, con la scritta antica sul retro: al pubblico (Raccolta di lettere sulla pittura, scultura ed architettura, " 1675. Disegno per dipingere la sala del Rea! Palazzo diviso in pubblicata da M. Gio. Bottari e continuata fino ai nostri giorni da tre parti" (cfr. BrAVATI, op. cit., p. 20); si veda pure Gavazza, Stefano Ticozzi, Milano r822, t. VI, pp. r6o-r62). Sempre in nota (Problemi relativi ... , cit., p. 122) che segnala disegni per la sala del­ è indicato come quadraturista Bastiano Monti. Nella descrizione l'Inverno a Palazzo Rosso che riportano indicazioni per il quadra­ del Bascarini non si fa cenno alle quadrature. turista e lo stuccatore. Interessantissimo inoltre il disegno conservato a Palazzo Rosso I6) Cfr. M. NEWCOME, Paolo Girolamo Pio/a, in Antologia di Belle (penna, acquerellato a seppia su carta bianca, cm 350 x 730) per Arti, 1977, n. I, p. 38, nota II. l'ornamentazione di una parete della sala delle Rovine di Palazzo Non si può dimenticare che una suggestione correggesca poteva Groppallo. derivare dalle opere del Lanfranco allora presenti a Piacenza e in particolare dall" Assunta ' dipinta nel cupolino della chiesa della 30) Il biografo non gli dedica una vita, ma lo ricorda nella bio­ Madonna di Piazza, oggi distrutta. grafia paterna (vol. Il, pp. 49-50). Si veda GAVAZZA, Il momento della grande decorazione, cit., p. 286 e in Tangenze culturali ... , cit., 17) Cfr. E . GAVAZZA, in Il Museo dell'Accademia Ligustica di p. r66. Belle Arti. La Pinacoteca, a cura di E . BACCHESCHI, schede di E. Una recente puntualizzazione per l'artista si deve a G. FuscoNI, GAVAZZA, Genova I984 p. 51. Una sacra Famiglia di A . M. Pio/a, in Bollettino d'Arte, LXI, I976, r8) A questo proposito si veda E. GAVAZZA, Problemi relativi alla n. I /2, pp. gg-I02. cultura di " decorazione " del primo Settecento a Genova, in Scritti 31) SOPRANI, RATTI, op. cit., pp. 183 e 184; GAVAZZA, Il mo­ di Storia delle Arti, Genova 1977, p. 123. mento della grande decorazione, cit., pp. 293 e 294; NEWCOME, op . 19) SOPRANI, RATTI, op. cit., p. 33· cit., pp. 37-56. 20) Su questi problemi si veda : A. GRISERI, Metamorfosi del Ba­ 32) Cfr. nota 3· A seguire il Ratti (op. cit. p. I84) sembra che rocco, Torino I967, pp. 222-224 e 252-257. E. GAVAZZA, Tangen ze Paolo Girolamo sia tornato a Genova nel r684 a fine anno; non culturali tra Genova e B ologna a proposito di un libro sulla pittura avrebbe allora avuto parte nel lavoro in Santa Maria in Torricella, bolognese dal 1650 al 1800, in Studi di Storia delle Arti, Genova eseguito sempre secondo il biografo, dopo il lavoro a Palazzo Bal­ I978-I979, pp. I6I-I73• dini. Si veda inoltre N. SPINOSA, Spazio infinito e decorazione barocca, 33) NEWCOME, op. cit., pp. 38 e 39· in Storia dell'arte italiana, da/500 all'BOO, VI, Torino Ig8I, pp. 330- 34) SOPRANI, RATTI, op . cit, p. 185. 333· 35) Non ho potuto osservare da vicino i dipinti, né notare giunt.e 2I) Cfr. A. GRISERI, op.cit., loc. cit.; E. GAVAZZA, Il momento della di " giornate ", né i particolari della tecnica della stesura dei colon. grande decorazione, in La Pittura a Genova e in Liguria, Genova Le tinte originali del primo medaglione sono ancora coperte da 1971, II, pp. 219 e 220, 225-230. velature giallastre. Per quel che riguarda la quadratura ove il colore 22) Un documento ritrovato di recente da V. Belloni gli per­ è caduto si vede chiaramente il disegno preparatorio tracci~t~ C

36) Notevoli differenze di qualità si osservano nei putti degli ovati. cosicché l'immagine dell'eroe e delle · atiche su cui ha trionfato Si confrontino per esempio il putto con il cannocchiale dal model­ " comprende la vita attiva che consiste nelle azioni per tanti di Er­ lato più fermo, con quello mosso e pittorico con il violino, e quello cole gloriosi fatti; così l'altra del medesimo che sostiene il mondo è tutto avvolto in un panno verde e visto di sottinsù che tiene tavo­ simbolo della vita contemplativa, e l'uno e l'altro si confà alle virtù lozza e pennello. e alla felicità umana avendo l'una per fine il bene, l'altra il vero ". 37) Cfr. J. BEAN, Italian Drawings from Collection of ] . Scholz• Il riferimento, se è possibile, resta naturalmente soltanto per la in Metropolitan Museum Bulletin, may I965, p. 34I; J. BEAN, fonte letteraria. Si veda anche J. RuPERT MARTIN, Immagini della F. STAMPFLE, Drawings from New York Collections, The Seventeeth virtù. The Paintings of the Camerino Farnese, in The Art Bulletin, Century in Italy, II, New York I967, pp. 77 e 78; BrAVATI, op. 1956, p. gr. cit., pp. 5-37 e in particolare p. 36. 45) Si veda soprattutto E. Gavazza negli interventi citati; e inol­ 38) E. MALAGOLI, The Drawings of Casa Pio/a, in The Burlington tre F. FRANCHINI GUELFI, Appunti su alcuni problemi della cultura Magazine, CVIII, Ig66, n. 763, pp. 503-508. figurativa a Genova alla fine del Seicento, in Pantheon, IV, I975 pp. 3I8-327; BrAVATI, op. cit. p. 6. 39) BrAVATI, op . cit., p. 28. 46) Non si conosce la data di nascita. Morì nel I725· Cfr. DI GRo­ 40) SOPRANI, RATTI, p. 338: "Nei mezzi che restano sopra al PELLO, MANFREDI, op. cit., p. I35· cornicione si vedono virtù .. . Fra tali figure e i quadri della volta a 47) Trattato della pittura dell'Abate Co. Giovanni Antonio Bal­ chiaroscuro sono alcuni simboli : uno dei quali rappresenta una Fem­ dini, ridotto alla maggior felicità per coloro che allo studio di quest'arte mina che tiene sotto ai piedi il Tempo e nelle mani il sole e la luna. applicarsi vogliono ... , Piacenza, Biblioteca Comunale, manoscritto Se ne palesa il significato dal motto aggiuntovi Aeternitas Reipub­ Pallastrelli n. 257, c. 85. licae ". Proprio la citazione delle opere del I7I7 del Bolognini fornisce 41) C. RIPA, Novissima Iconologia, ed. cons., Padova I625, p. 2I7· una data post quem per il manoscritto; in cui l'autore si occupa prin­ Al capoverso precedente si legge " Donna giovane vestita di verde cipalmente, con intenti didattici, di problemi " tecnici " della pit­ per dimostrare che ella non è sottoposta al tempo " . tura. Forse a questa data il gusto era già mutato, come dimostrano 42) RIPA, op. cit., p. 721. i dipinti della fase settecentesca della decorazione del palazzo. Una copia della Novissima Iconologia si trovava nella biblioteca 48) Nemmeno la prestigiosa impresa dell'ornamentazione del di cas1 Piola (MALAGOLI, op . cit., p. 504, nota 4). palazzo farnesiano iniziata negli stessi anni, dal I682 (cfr. F. ARISI, Quadreria e arredamento del palazzo Farnese di Piacenza, Piacenza 43) Cfr. MALAGOLI, op. cit., /oc. cit. I976, pp. I I e 12), porta traccia di questa presenza, e malgrado la 44) Ercole che sostiene il mondo nell'interpretazione un poco partecipazione del genovese G. E. Draghi indicato come allievo del paradossale del Bellori infatti, significa la vita contemplativa che Piola (R. ARISI, G. E. Draghi, Piacenza 1975) e del giovane Seba­ con la virtù della contemplazione delle cose superiori e celesti acqui­ stiano Ricci (I686). sta forza: e la scienza di esse ne conduce alla cognizione di Dio in Si veda anche: G. BrAVATI, Ricognizione sulla Grafica del Museo cui ha il suo fine la scienza contemplativa. Ercole in riposo invece Luxoro, in Bollettino dei Musei Civici Genovesi, V, I983, n. I5, indica la vita attiva poiché " la fatica è cagione di riposarsi bene " : pp. 5-Ig.

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