News Di Dicembre 2003 1 Di 24

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News Di Dicembre 2003 1 Di 24 News di Dicembre 2003 I segreti di Stonehenge svelati con il laser 01 Dicembre 2003 Finora sono state scandite soltanto tre delle 83 pietre che compongono il sito Usando tecniche di scansione con raggi laser di bassa energia, che non hanno provocato danni alla struttura, un team di archeologi della Wessex Archaeology ha scoperto presso il sito di Stonehenge due incisioni invisibili ad occhio nudo. Gli intagli, che raffigurano teste d'ascia di bronzo, sono lunghi fra i dieci e i quindici centimetri. Simboli simili erano stati trovati presso il sito negli anni cinquanta. Alla ricerca, cominciata nell'estate del 2002, ha collaborato la ditta Archaeoptics che si occupa di scansioni laser 3D. Finora sono state interamente scandite soltanto tre pietre, ma il team di investigatori insiste affinché venga completato uno studio di tutti gli 83 megaliti che compongono il sito, in grado probabilmente di rivelare altre incisioni. "La scansione laser ci fornisce un modo completamente nuovo per studiare Stonehenge. - afferma Tom Goskar della Wessex Archeology - Con più tempo a disposizione potremmo scoprire nuovi indizi e rendere più chiara l'immagine di incisioni già note ma difficili da vedere". Fonte: Le Scienze del 24 ottobre 2003 A sorpresa spunta il dio Nettuno 01 Dicembre 2003 Sant'Angelo in Vado, scoperto un prezioso mosaico romano SANT'ANGELO IN VADO - Un grande mosaico raffigurante il dio Nettuno. E' la sensazionale scoperta fatta pochi giorni fa a Sant'Angelo in Vado, in località Campo Monti, una delle zone in cui si sviluppava l'antico municipio romano di Tifernum Mataurense. E' iniziata sotto i migliori auspici la campagna di scavi condotta a Sant'Angelo in Vado dal comune, grazie ad un finanziamento europeo rientrante nell'obiettivo 2, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche. Nel corso dell'indagine, infatti, che ha per oggetto una porzione della città romana di Tifernum Mataurense e che vede impegnata sul terreno la cooperativa archeologica di Firenze, è venuto in luce, nel vano di una Domus, un grande mosaico, il primo da alcuni decenni con una complessa scena figurata, scoperto nelle Marche. "L'opera 3 metri per 2 metri circa, sul fondo bianco con figure in azzurro e nero, rappresenta il "Trionfo di Nettuno" -spiega il Soprintendente Giuliano De Marinis- il dio è in piedi su un carro trainato da due ippocampi (cavalli marini), impugna il tridente, suo simbolo, e tiene abbracciata la sposa Anfitrite verso la quale rivolge il volto. Al di sotto nuotano i delfini". Il mosaico è databile, da un primo esame, al primo secolo dopo Cristo. Si rifà ad uno schema ben noto, ma le figure sono rese con un felice ed originale impressionismo provinciale a testimonianza dell'ampia circolazione di cartoni e maestranze anche nei territori più interni, oltre che di una committenza agiata e colta nell'antica Tifernum Mataurense. "Gli esperti -anticipa Luigi Antoniucci, sindaco di Sant'Angelo in Vado- sono convinti che anche nelle altre stanze della Domus potrebbero trovarsi altri pavimenti così importanti. La scoperta ci rallegra e ci incoraggia a proseguire nel nostro progetto, di recupero e studio dell'antico municipio romano". Coperto da una struttura apposita, il mosaico è stato per il momento soltanto pulito, ma dovrà essere la più presto restaurato. Domani (sabato 25 ottobre) dalle 15 alle 17 e domenica prossima al mattino (10-12.30) e pomeriggio (15-17.30) sono in programma visite guidate nell'area archeologica dov'è avvenuto il ritrovamento. L'iniziativa rientra nei percorsi museali attivati in occasione della 40° edizione della Mostra Nazionale del Tartufo bianco pregiato, in programma fino al 2 novembre nella cittadina pesarese. Infoline: 0722.810095 Fonte: ilmessaggero.caltanet.it del 25 ottobre 2003 La mummia di Ramses I torna in Egitto dopo 130 anni 02 Dicembre 2003 Uscita dal paese nel 1871 per essere esposta in Canada venne venduta al museo di Atlanta nel 1999. Le spoglie del primo re della dinastia verranno esposte al museo del Cairo e poi trasferite nel tempio di Luxor. IL CAIRO - Fasciata nella bandiera dell'Egitto, protetta da una cassa di legno massiccio, la mummia di Rames I, primo re di una dinastia che ha governato il Paese per decenni, è tornata al Cairo. Ieri sera è stata caricata a bordo di un aereo della Air France, ha attraversato l'Atlantico, ed è sbarcata sul suolo egiziano con una cerimonia degna di un re. La mummia di Rames I, l'unico re d'Egitto le cui spoglie si trovavano all'estero, torna così in patria dopo circa 130 anni di esilio. Ora il guerriero, diventato faraone nel 1292 a.C, andrà a riposare nel Tempio di Luxor, accanto agli altri re che hanno governato l'Egitto nell'antichità. Ad accompagnare le spoglie del sovrano a bordo dell'Air France c'erano la direttrice del Carlos Museum della Emory University di Atlanta, Georgia, dove la mummia era rimasta esposta dal 1999, e il segretario generale del consiglio superiore delle antichità egiziane Zahi Hawass. Ad Atlanta, prima della partenza, il sindaco cittadino e altre personalità avevano organizzato una vera e propria cerimonia di addio. E oggi a dare il benvenuto alla mummia sarà il ministro della cultura Farouk Hosni. La cerimonia si terrà al Museo nazionale del Cairo, dove Ramses I sarà esposto per 45 giorni prima di essere 1 di 24 News di Dicembre 2003 trasferito al tempio di Luxor. La mummia di Ramses I, era uscita dall'Egitto nel 1871 per essere esposta in Canada e poi al museo d'arte di Niagara Falls. Ma quando fu scoperto che si trattava di una mummia reale venne venduta per due milioni di dollari al museo di Atlanta. Era il 1999. Il museo della capitale della Georgia decise che avrebbe restituito gratuitamente le spoglie del faraone all'Egitto, ma solo dopo che gli egittologi avessero potuto studiarle. Rimaneva infatti il dubbio che quelle acquistate non fossero realmente le spoglie del primo re della dinastia dei Ramses. Uno studio approfondito, durato qualche anno, alla fine del quale gli egittologi hanno sentenziato che quella di Atlanta è molto probabilmente proprio la mummia di Ramses I. Il faraone, conosciuto soprattutto per aver fatto costruire le famose colonne del tempio di Karnak a Luxor e una tomba suntuosa nella Valle dei Re, resse il regno per pochi anni, dal 1292 al 1290 a.C. Ma inaugurò la dinastia che fece grande l'Egitto. Fonte: La Repubblica del 13 ottobre 2003 Devastata da alluvioni la Pompei pre 79 03 Dicembre 2003 La scoperta è stata fatta da un gruppo di studio che ha indagato l'area prossima a Porta Vesuvio e Porta Nola, a Nord della città. Ingenti i danni provocati agli edifici dalla furia delle acque. Forse si contarono vittime. Furono almeno tre le alluviono che si abbatterono su Pompei, tra il VII e il II secolo a.C.. La lava di acqua, pietre e fango fu provocata dall'esondazione di un ramo laterale del fiume Sarno che, staccandosi dal corso principale, aggirava l'area a nord della città e si gettava nel golfo di Napoli a circa un chilometro dalla principale e attuale foce, situata a sud di Pompei. Un elemento importantissimo, il ritrovamento di questo tracciato fluviale, sino ad ora sconosciuto, che se da un lato e attraverso canalizzazioni portava l'acqua in città e ai poderi coltivati nel "Pagus", d'altro canto avrebbe provocato le devastazioni scoperte dagli studiosi. Sulla ipotesi, poi confermta dai risultati sul campo, hanno lavorato Maria Rosaria Senatore, professore di Geologia stratigrafica all'Università del Sannio; Tullio Pescatore, docente di Geologia all'Ateneo di Benevento e all'Università Parthenope di Napoli; Annamaria Ciarallo, responsabile del Laboratorio di ricerche archeambientali della Soprintendenza Archeologica di Pompei e Daniel Stanley, ricercatore dello Smithsonian Institute di Washington. La datazione degli eventi è stata fatta sui resti degli animali rinvenuti nei sedimenti alluvionali. In questo modo è stato possibile fissre la prima alluvione intorno alla seconda metà del VII secolo a.C., data che coinciderebbe con quella della fondazione della città di Pompei. L'ultimo livello di sedimenti, invece, è stato datato al I secolo a.C.. Tra i due eventi, una terza alluvione (non sicuramente precista, anche se si dovrebbe attestare intorno al III secolo a.C.) che produsse notevoli danni agli edifici cittadini. Tanto che una delle domus investite dal fiume di fango e situata in prossimità di Porta Vesuvio, venne successivamente ricostruita su un livello di sedimento superiore al precedente di circa un metro. Ma non fu solo l'edilizia cittadina a soffrire per la catastrofe. Secondo gli studiosi, la stessa economia pompeiana, basata su traffici e commerci, fu penalizzata al punto da dover segnare il passo per un periodo abbastanza lungo. In effetti, e in tal modo si spegherebbe il perché delle alluvioni, quel periodo storico era caratterizzato da una situazione climatica sicuramente poco favorevole per l'elevata piovosità. Altri dati interesanti dello studio, sono stati forniti dalle analisi dei sedimenti, permettendo di accertarne la provenienza dalla pareti rocciose di tipo calcareo dei monti che originano il fiume Sarno. Infine, sulle ipotesi formulate circa la scomparsa del secondo tracciato fluviale, si ritiene che siano stati gli stessi pompeiani ad eliminarlo per evitare altre catastrofi alla città. Fonte: Culturalweb.it del 27 ottobre 2003 Una scultura paleolitica 04 Dicembre 2003 Alcuni esperti non ritengono possibile l'esistenza di forme d'arte più vecchie di 100.000 anni Un archeologo italiano, Pietro Gaietto del Museo delle Origini dell'Uomo di Genova, ha scoperto quello che potrebbe essere uno dei più antichi esempi conosciuti di arte preistorica. Si tratta della rappresentazione di volti umani scolpiti almeno 200.000 anni fa in una roccia.
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