Corso Di Laurea Magistrale in Economia E Gestione Delle Arti E
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Corso di Laurea magistrale in Economia e Gestione delle Arti e delle attività culturali Tesi di Laurea Valorizzazione e Tutela della Via Francigena come Itinerario Culturale Europeo Relatrice Prof.ssa Martina Frank Correlatore Prof. Fabrizio Panozzo Laureanda Giulia Di Lucca Matricola 866128 Anno Accademico 2019/2020 INDICE Introduzione ......................................................................................... pag. 3 Capitolo Primo Le Vie di Pellegrinaggio nella storia e nella cultura europea ....................... pag. 5 1.1. La Via Francigena: dalla genesi ai nostri giorni ............................... pag. 24 Capitolo Secondo La Via Francigena in Italia ............................................................................ pag. 34 2.1. Tappe dal Colle Gran San Bernardo a Roma .................................. pag. 35 Capitolo Terzo Tutela e Valorizzazione della Via Francigena ............................................... pag. 132 Conclusioni ................................................................................................... pag. 172 Bibliografia e Sitografia................................................................................. pag. 174 2 Introduzione Il nostro continente è ricco di rotte di pellegrinaggio storiche, parte integrante della nostra comune identità europea. Tra questi antichi percorsi, la Via Francigena, partendo da Canterbury in Gran Bretagna, e arrivando sino in Puglia, rappresenta una grande testimonianza del nostro patrimonio storico-culturale europeo. Tale Rotta, utilizzata già a partire dal VII secolo, è tutt’oggi percorsa da amanti del trekking, del ciclismo e da persone di tutte le età, desiderose di scoprire un itinerario ricco di fascino e di storia. Nel riconoscere questo, il Consiglio d’Europa, nel 1994, ha dichiarato la Via “Itinerario Culturale Europeo”, ed attualmente la Rotta di Pellegrinaggio è candidata alla Lista del Patrimonio Mondiale Unesco. Scopo di tale tesi è sia dare una visione storica del Percorso e del Patrimonio culturale e paesaggistico che incontra, che analizzare quali sono gli enti preposti alla tutela, ed alla valorizzazione, della Rotta di pellegrinaggio, a livello comunitario, nazionale, locale, sia pubblico che privato. Pur essendo presente la volontà di dare nuovo impulso a questi Itinerari storici, sia a livello comunitario, con il programma “Itinerari Culturali Europei” del Consiglio d’Europa, che a livello nazionale, con programmi quali “Itinerari Interregionali di turismo per tutti”, ci si chiede se tali strumenti di tutela siano sufficienti. È necessario vedere quali sono gli organismi che, effettivamente, si prendono cura di questo Percorso storico, valorizzando il Patrimonio culturale che esso incontra e promuovendo lo sviluppo di un turismo sostenibile. La cura di tale Percorso è infatti essenziale per attrarre turisti e pellegrini, incentivando così una crescita economica nel territorio, che verrebbe incrementata esponenzialmente da un’effettiva nomina Unesco. Vedremo come la Via Francigena, oltre a toccare luoghi ampiamente apprezzati dal turismo di massa, interessa anche luoghi che, sebbene non conosciuti dal turismo tradizionale, possono valersi della Via per lanciare il proprio patrimonio culturale, paesaggistico ed enogastronomico. Partendo dalla storia dello sviluppo delle rotte di Pellegrinaggio europee e dell’origine della Via Francigena, la tesi mostra una panoramica di quelle che sono le principali Rotte di pellegrinaggio tutt’ora attive in Europa, ed i motivi che spingono persone di 3 tutte le nazioni ad incamminarsi per questi Cammini. In seguito, presenta la descrizione dei beni culturali presenti in ogni tappa del percorso ufficiale italiano. Infine la tesi evidenzia, per ogni regione italiana, quali sono le iniziative intraprese, negli ultimi anni, dai vari enti locali, sia pubblici che privati, per far si che la Via Francigena sia sempre più un elemento chiave nella valorizzazione delle eccellenze del proprio territorio. 4 Capitolo Primo Le Vie di Pellegrinaggio nella storia e nella cultura Europea Con il termine pellegrinaggio, secondo l’Enciclopedia Treccani, si fa riferimento alla pratica devozionale consistente nel recarsi, da soli o in gruppo, a un santuario o ad un luogo sacro, per compiere speciali atti di religione, a scopo votivo, penitenziale o di pietà.1 Il pellegrinaggio veniva praticato sin dall’età preistorica, come testimoniano i santuari dell’isola di Malta o di Stonehenge. La pratica ebbe un forte incremento in particolar modo nell’età ellenistica, verso i santuari sede di oracoli, come Delfi e Delo in Grecia e Siwa in Egitto. Sempre in età ellenistica nacque la parola peregrinus, in riferimento a colui che era straniero, senza patria, quindi bisognoso di accoglienza. L’accezione data invece attualmente a questa parola, di colui che va verso luoghi di fede, nacque solo al tempo delle Crociate. I Romani e gli Etruschi avevano generalmente mete vicine e legate al loro mondo agreste e silvano, luoghi nei quali si svolgevano pellegrinaggi e riti legati al culto delle acque portatrici di fecondità e di vita, come le grotte del fiume Cerfone presso Monterchi in Valdichiana. Altri luoghi erano i santuari campani delle Matres Matutae e le sedi di oracoli, tra i quali il tempio della Fortuna Primigenia a Palestrina. Altre vie di pellegrinaggio di recente scoperta sono i percorsi etruschi che attraversavano gli Appennini, dirigendosi verso il Nord Italia e l’Europa. In molte religioni il pellegrinaggio rivestiva, e riveste tuttora, un grande ruolo. Nel mondo ebraico, ogni anno si celebra la festa del sukkot, in ricordo della vita del popolo d’Israele nel deserto, con un pellegrinaggio verso Gerusalemme della durata di sette giorni. In ambito musulmano, il pellegrinaggio alla Mecca, l’Haji, è uno dei cinque pilastri della religione. Anche induisti, buddisti, scintoisti e animisti compiono pellegrinaggi verso i loro luoghi sacri, vicini o lontani centinaia di chilometri.2 Con l’avvento del Cristianesimo i pellegrinaggi raggiunsero un flusso molto intenso, grazie soprattutto alla natura salvifica della nuova religione che, a differenza della religione pagana greco-romana, offriva speranza di salvezza eterna. Per affrontare il 1 https://www.treccani.it/enciclopedia/pellegrinaggio_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Medievale%29/ 2 MALFATTI ANGELANTONI, Maria Giuseppina, L’arte lungo le vie di pellegrinaggio, Volumnia Editrice, 2019, pp.13-17 5 giudizio dopo la morte, era però necessario espiare le colpe commesse in vita e ottenere il perdono dei peccati, che poteva essere concesso non solo col pentimento, ma col pellegrinaggio verso i luoghi santi e la visione e il contatto di reliquie sacre.3 Il pellegrinaggio cristiano, solitamente, può essere di due tipi: quello devozionale e quello penitenziale. Il primo, più antico, ha come mete la Palestina, ossia i luoghi in cui Cristo visse e operò con i suoi discepoli. Il pellegrinaggio penitenziale, o espiatorio, ha invece origini più tarde, legate a consuetudini anglosassoni e soprattutto irlandesi, poi estese nel resto dell’Europa a partire dal VI secolo. Inizialmente fu una forma di riprovazione verso una colpa grave, come l’omicidio o l’incesto, dove il colpevole era condannato a peregrinare senza interruzione, vivendo di elemosine e portando segni visibili del suo peccato.4 Non erano viaggi agevoli, le strade erano per lo più semplici piste ricoperte di fango o di ghiaccio, con ostacoli naturali quasi insormontabili in inverno, come le Alpi. Di solito, i viaggi comportavano percorsi compositi: un tratto di strada, il traghettamento di un corso d’acqua, un sentiero attraverso una foresta, un tratto di navigazione fluviale. Chi doveva partire per un lungo viaggio vi si preparava, procurandosi i mezzi finanziari necessari per sopperire alle spese del viaggio e facendo testamento, sapendo che sarebbe potuto non tornare.5 C’erano infatti nel pellegrinaggio tanti pericoli: zone desolate, acquitrini, guadi difficili, traghetti pericolosi, rischio di malattie e d’incontri con banditi e con popolazioni ostili.6 Per la protezione dei pellegrini nacquero, fra il XII e XIV secolo, nel periodo di maggiore intensità dei pellegrinaggi, alcuni Ordini militari monastico-cavallereschi quali i Cavalieri di San Giovanni, o Ospitalieri, i Cavalieri Templari, i Cavalieri Teutonici, i Cavalieri del Tau, i Cavalieri di Santiago, di Calatrava e altri.7 Il pellegrinaggio, in un’epoca di forte sensibilità religiosa come quella medievale, soddisfaceva un effettivo bisogno spirituale, che non si esauriva nel desiderio di espiazione dei peccati, attraverso le dure prove fisiche del viaggio, ma mirava soprattutto a un approfondimento e a una maggiore conoscenza della propria fede.8 3 MALFATTI ANGELANTONI, Maria Giuseppina, cit., pp.13-17 4 https://www.storiadellachiesa.it/glossary/pellegrinaggio-e-la-chiesa-in-italia/ 5 https://www.storiadellachiesa.it/glossary/pellegrinaggio-e-la-chiesa-in-italia/ 6 MALFATTI ANGELANTONI, Maria Giuseppina,cit., p.18 7 MALFATTI ANGELANTONI, Maria Giuseppina, cit., p.21 8 STOPANI, Renato, La Via Francigena, una strada europea nell’Italia del Medioevo, Ed. Le Lettere, 1988, p.30 6 Prima di partire era necessario ottenere la confessione e la benedizione, da parte del prete o del vescovo, anche sugli oggetti essenziali del pellegrino: il bordone (il lungo bastone), la bisaccia contenente cibo e denaro, il mantello, il petaso (il cappello a larghe falde per proteggersi dal sole e dalla pioggia).9 Le prime e le più importanti mete di pellegrinaggio