Montagne360 La rivista del Club alpino italiano agosto 2015 € 3,90

Portfolio “Fin del mundo”: in viaggio nelle terre australi con padre Alberto Maria De Agostini

Da mare a mare La traversata dei Pirenei in mountain bike I trovatori dellE montagne Intervista con i Lou Dalfin del Club alpino italiano n. 35/2014. Poste Italiane Spa, sped. in abb. Post. - 45% 2 art. comma 20/b Post. - in legge 662/96 sped. Italiane abb. Filiale Spa, di Milano Poste del Club alpino italiano 35/2014. n. 3,90. Rivista mensile € 3,90. Montagne360. Agosto 2015, 2015, Agosto Montagne360. Editoriale orizzonti e orientamenti

Un’alleanza delle montagne per la lotta al cambiamento climatico

Il 22 giugno scorso a Roma, organizzati dal Ministero termini, e rifuggendo da ideologismi sterili, la strate- dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare gia della de-carbonizzazione. Bisogna, ha affermato in collaborazione con #ItaliaSicura, si sono tenuti gli Quartiani, che le Istituzioni nazionali e internazionali “Stati generali sui cambiamenti climatici e sulla difesa intervengano con grande decisione «sull’uso massic- del territorio” in Italia. Tra i relatori era presente anche cio dei veicoli a motore a combustione, corresponsabili il CAI, rappresentato dal vice presidente generale con della produzione di Co2 e gas serra, riducendone dra- delega all’ambiente e rapporti istituzionali, Erminio sticamente e regolamentandone l’uso in particolare in Quartiani. È stata un’occasione di rilievo per ribadi- ambienti sensibili e fragili come quelli montani. Serve re l’importanza della montagna in vista della COP21, implementare la mobilità dolce e sostenere con forza e la Conferenza Parigi 2015 sul clima, la ventunesima convinzione una politica di turismo sostenibile e acces- Conferenza delle Parti, cioè l’organo della Convenzione sibile senza l’uso dei mezzi motorizzati». In questo sen- quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climati- so la rete sentieristica italiana (65.000 km) rappresenta ci (United Nations framework convention on climate un asset sia per il turismo sostenibile sia per la preven- change, Unfccc). Il trattato conta ad oggi l’adesione di zione dal dissesto idrogeologico quando ben conservata 196 paesi ed è stato presentato per l’adesione durante e messa in sicurezza. Allo stesso modo «lo è il sistema la Conferenza sull’ambiente e lo sviluppo di Rio de Ja- delle terre terrazzate e del reticolo idrico e irriguo delle neiro, in Brasile, del 1992. L’importanza della COP21 è Terre alte. Al riguardo sarebbe decisivo che la messa in dovuta al fatto che da essa ci si aspetta l’adozione di un sicurezza del territorio venisse esonerata dal computo nuovo accordo globale che includa tutti i paesi della co- di bilancio del patto di stabilità per gli enti locali». munità internazionale, da quelli industrializzati ai paesi In termini di contrasto al cambiamento climatico e di emergenti o in via di sviluppo (come Cina e ) che proposte concrete, assume particolare valenza anche negli ultimi anni hanno considerevolmente aumentato l’impegno assunto del Presidente generale del CAI Um- le loro emissioni di CO2. L’Italia, ha affermato il Mini- berto Martini, in occasione del seminario “La specificità stro dell’Ambiente Gian Luca Galletti «vuole essere an- delle aree montane nella formazione e nella ricerca per cora una volta protagonista, come già accaduto a Lima uno sviluppo possibile e sostenibile” che si è tenuto il 2 sotto la sua presidenza delle istituzioni europee. L’intesa luglio scorso a Roma organizzato dall’Università della raggiunta dal G7, con l’indicazione di contenere il surri- Montagna (Unimont), in collaborazione con l’Inter- scaldamento del pianeta dentro i 2 gradi, rappresenta gruppo Parlamentare per lo Sviluppo della Montagna, un segnale importantissimo, perché indica la volontà che ha visto la presenza di oltre 100 partecipanti tra uni- dei sette paesi più industrializzati non solo di adottare versità, istituzioni, enti e stakeholders. misure che vadano verso la de-carbonizzazione dell’eco- In quell’occasione il Presidente Martini ha ribadito nomia, ma anche di essere motori di un analogo impe- l’importanza dell’attività scientifica e di monitoraggio gno vincolante da parte degli altri paesi». Per il CAI, il delle Terre alte e quindi anche in ottica di contrasto al vice presidente Quartiani ha fatto notare come i cam- cambiamento climatico e che «per ottimizzare e diffon- biamenti climatici «appaiono particolarmente evidenti dere i risultati occorre mettere in rete i risultati delle ri- nelle aree di media e alta quota, dove possono arrivare cerche… ed è doveroso agire attraverso una base elevata a essere fino a due o tre volte più intensi che nelle aree di conoscenza». In questo senso ha sottolineato il gran- di pianura». È sufficiente pensare al regresso dei ghiac- de lavoro del Comitato scientifico del CAI e della TAM. ciai o all’aumento dei processi di erosione, fenomeni che Per concludere, la lotta ai cambiamenti climatici o è di producono devastanti effetti a catena. Il CAI ha ribadito tutti o non si vince. che «la montagna vuole e può in effetti contribuire con Per questo, a mio modo di vedere, occorre l’alleanza la propria specificità a determinare il raggiungimento delle montagne: le Associazioni alpinistiche di tutto di importanti obiettivi nella lotta ai cambiamenti clima- il mondo possono esserne il tramite e la voce. Queste tici. La montagna è il luogo che racchiude importanti devono sempre più pensare e agire in modo coordinato valori ambientali da preservare nell’intero pianeta: l’ac- per portare proposte concrete comuni e vigilare sull’at- aku.it qua dolce , le pietre e i metalli, il legno, i boschi e le fore- tuazione delle azioni contro il cambiamento climatico. ste, la biodiversità che l’umanità e le generazioni future Il nostro CAI, che è molto attivo su tutti questi fronti, non possono vedere dissipati». Ma come intervenire? ha le carte in regola per essere il punto di riferimento O N P Il punto di rifermento strategico è sempre il nuovo Bi- avanzato di questa alleanza. - O LINE SH decalogo. Innanzitutto occorre perseguire senza mezzi Luca Calzolari

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O N P - O LINE SH Sommario agosto 2015 Montagne360 Alex Honnold sulla 01 Editoriale La rivista del Club alpino italiano agosto 2015 € 3,90 via Huber-Schnarf, 05 News 360 parete nord Torre Egger, durante PortfoLio Ogni giorno le notizie CAI su Fin del Mundo: in viaggio il tentativo della nelle terre australi con padre 08 Le montagne dallo spazio Alberto Maria De Agostini da Mare a Mare La traversata dei Pirenei traversata del Cerro www.loscarpone.cai.it in mountain bike I trovatorI della Montagne Intervista con i Lou Dalfin Torre in giornata. Mario Vianelli - 45% 2 art. comma 20/b Post. - in legge 662/96 sped. Italiane abb. Filiale Spa, di Milano Poste del Club alpino italiano 35/2014. n. Ci trovi anche su facebook 

3,90. Rivista mensile € 3,90. Alle spalle il Fitz Roy.

10 Sui crinali della libertà Luglio 2015, Montagne360. Foto Colin Haley twitter  e flickr  Renato Chelli 16 Plamen Shopski 20 La montagna e l’uomo cronache da un mondo che scompare Riccardo Ravalli 24 Barriere cromatiche Giovanni Badino 30 Un’esperienza di montagnaterapia 32 Dall’Atlantico al Mediterraneo Claudio Coppola 38 Grotte, montagne ed evoluzione 58 umana Massimo Frera e Veronica Del Punta Klaus Dell’Orto/Climbing Technology 42 I trovatori delle montagne Lorenzo Neri 44 Il Buco del Piombo e la Valle Bova AA.VV. 50 Il terremoto e la demone del Tibet Via Trenker, Prima torre del Sella Prima torre Via Trenker, Maria Antonia Sironi 58 Portfolio 48 4844 Viaggi nelle terre australi Aldo Audisio 68 Cronaca extraeuropea 70 Nuove ascensioni 72 Libri di montagna 76 Centesimo congresso CAI 78 ConsiglioInforma 78 I GR si presentano: il CAI Emilia-Romagna 4816 4838

Seguici su FB e scopri tutte le novità per 01. Editorial; 05. News 360; 08. Mountains from 01. Editorial; 05. 360 News; 08. Les montagnes 01. Editorial; 05. 360 News; 08. Berge vom All alpinismo e space; 10. On the ridges of freedom; 16. Bulgaria; vues de l’espace; 10. Sur les crêtés de la liberté; 16. aus; 10. Auf dem Grat der Freiheit; 16. Bulgarien; arrampicata # GALAXY # ASCENT # FLY WEIGHT # BE UP 20. The mountain and the man, chronicles from Bulgarie; 20. La montagne et l’homme, histories 20. Die Berge und der Mensch – Berichte einer sul nostro sito a disappearing world; 24. Chromatic barriers; d’un monde qui va disparaître; 24. Barrières Welt, die verloren geht; 24. Farbbarrieren; 30. internet >>> Casco polivalente per alpini- Imbracatura multiuso per vie Rinvio ultra-leggero ideale per Innovativo assicuratore e di- 30. Mountain-therapy; 32. From the Atlantic to chromatiques; 30. Thérapie de montagne; 32. Eine Erfahrung der Bergtherapie; 32. Über den smo, falesia e vie ferrate. Con- alpinistiche, sportive e arram- vie alpinistiche e sportive: solo scensore studiato per alpini- the Mediterranean; 38. , mountains and De l’Atlantique à la Méditerranée; 38. Grottes, Atlantik zum Mittelmeer; 38. Höhlen, Berge fortevole, leggero e ventilato è picata su ghiaccio. Robusta ed 54 g per la versione da 12 cm! smo, falesia, vie a più tiri e trad. the evolution of humans; 42. Mountain seekers; montagnes et l’évolution de l’homme; 42. und menschliche Evolution; 42. Die Entdecker caratterizzato da una linea av- ergonomica, garantisce un otti- Dotato di due moschettoni for- Permette di dare corda velo- 44. the “Hole of Lead” and Bova Valley; 50. The Chercheurs des montagnes; 44. Le “Trou de plomb” der Berge; 44. Das “Bleiloch” und das Bovatal; volgente che ne riduce l’in- mo sostegno lombare. Quattro giati a caldo con leva a filo e una cemente e in modo fluido. Per earthquake and the demon of Tibet; 58. Portfolio. et la vallée du Bova; 50. Le tremblement de terre 50. Das Erdbeben und der Demon des Tibet; gombro durante l’uso. Sei colo- fibbie di regolazione e ampi fettuccia in Dyneema da 10 mm. mezze corde o corde gemelle Travelling the Southern lands; 68. International et le démon du Tibet; 58. Portfolio. Voyage dans 58. Portfolio: Reisen auf australischem Boden; ri disponibili. Taglia regolabile portamateriali. Tre taglie dispo- Lunghezze disponibili: 12, 17 e Ø 7.3÷9 mm o corde singole Ø news; 70. New ascents; 72. Books about les terres australes; 68. News international; 70. 68. Internationales; 70. Neue Besteigungen; 50÷61 cm. 350 g nibili. 410 g (M/L). 22 cm. 8.5÷10.5 mm. 85 g mountains; 76. Hundredth CAI Congress; 78. The Nouvelles ascensions; 72. Livres de montagne; 76. 72. Bücher über Berge; 76. Hundertster CAI MADE IN MADE IN EUROPE MADE IN ITALY MADE IN ITALY council informs Le centième congres du CAI; 78. Le Conseil informe Kongress; 78. Rat&Informationen

agosto 2015 / Montagne360 / 3 Il terremoto e la demone del Tibet, p.50 News 360 Veduta aerea del versante settentrionale dell’Everest. Foto Mario Vianelli Monti Sibillini: focus sulla qualità dell’escursionismo CAI Foto Paolo Zambon Paolo Foto

La prima riunione degli Accompagnatori Nazionali di escursio- ambito tecnico-pratico, ma anche nel proficuo e vivace dibattito». nismo del CAI a otto anni dalla nascita del titolo, per un incon- Altra novità di questa SNE ai Sibillini è stato il Convegno tro tecnico, ma soprattutto per trovarsi in un convegno che ha sull’Escursionismo che si è tenuto il giorno precedente a Ussi- permesso il confronto sulla figura e sul ruolo del “nazionale”. ta, che ha visto la partecipazione di circa un centinaio di perso- È stata questa la grande novità della Settimana Nazionale ne tra Accompagnatori e Soci partecipanti alla Settimana e ha dell’Escursionismo CAI 2015, organizzata dai Gruppi regionali voluto fare il punto sulla proposta di escursionismo del CAI in di Marche e Umbria, che si è svolta dal 26 al 29 giugno scorsi un’epoca di profondi cambiamenti a livello socio-culturale. Sono nel Parco Nazionale di Monti Sibillini. All’incontro di dome- state focalizzate alcune idee forti, come quelle di Paolo Zambon, nica 28 giugno a Visso (MC), presso la sede del Parco, erano racchiuse nel senso della lentezza della progressione che invi- presenti il 95% degli Accompagnatori Nazionali. «È stato un ta a soffermarsi sulla natura che si attraversa e sulla condizione punto di ripartenza per il miglioramento della qualità dell’offer- di “viandanti della contemporaneità” degli escursionisti CAI. O ta dell’escursionismo CAI a beneficio di tutti i Soci e una base come quelle di Armando Lanoce, orientate al recupero dei valori per l’adeguamento dei regolamenti a favore di tutti coloro che fondanti l’escursionismo di ricerca, contrassegnato dai valori vogliono impegnarsi a livello sezionale, regionale o nazionale e certi e fondanti lo spirito e la cultura del Club Alpino Italiano. si aspettano delle regole chiare, praticabili, che agevolino il pre- Perché «ciò che il CAI può davvero mettere in gioco sul piat- zioso lavoro a favore del nostro Sodalizio», ha commentato il to del suo futuro è l’idea di un’arte del camminare in monta- Presidente della Commissione Centrale Escursionismo del CAI gna capace di creare effetti di consapevolezza, relazioni soli- Paolo Zambon. «Sono emersi messaggi per un miglioramento dali con la contemporaneità, impegno e attivismo di tutela e del compito dell’Accompagnatore e per una concreta evoluzio- conoscenza». ne del ruolo, che vede in particolar modo i “Nazionali” principi Il Convegno è stato chiuso dal famoso alpinista himalayano di un Escursionismo di qualità e pieno di risorse, per un Sodali- Fausto De Stefani che, con un filo di commozione, ha parlato zio secolare ma che deve adeguarsi ai tempi attuali». dei problemi causati dal terremoto in Nepal e degli aiuti alla La soddisfazione di Zambon deriva anche dal fatto che è emersa popolazione, con un’attenzione particolare alla situazione dei la volontà di tutti «a mettersi in gioco, non solo nell’essenziale bambini nepalesi.

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Speleologia Osservatorio ambiente a cura di CCTAM Museo delle Diaconesse in Val Germanasca “Il CAI per il Nepal” Echi sotterranei Un futuro diverso per le Alpi Apuane? Un Museo che mira a far conoscere la realtà montana di una borga- a cura di Massimo (Max) Goldoni ta nelle Alpi Occidentali fra l’Ottocento e gli anni sessanta/settan- raccolti 138.497,86 € ta del Novecento. Il Museo delle Diaconesse, realizzato nell'ambito La sottoscrizione resta aperta del Progetto “Il bucato delle nonne. Viaggio per storia e luoghi, sul- Ottimo esito di una spedizione le orme di Suor Ida Bert, la diaconessa di Vrocchi” (e supportato La Sede centrale del CAI ha comunicato che, il 1 luglio nelle Filippine dal Comitato Scientifico Centrale del CAI), è stato inaugurato lo 2015, la somma raccolta dalla sottoscrizione “Il CAI A maggio, si è conclusa la spedizione scorso 13 giugno presso la Scuola Bekwith di Vrocchi di Bovile, per il Nepal” ammonta a € 138.497,86. Visto lo spirito speleologica SAMAR 2015. Sono Comune di Perrero (TO). «Il Museo raccoglie gli oggetti e i libri di di solidarietà dimostrato dai Soci, il Sodalizio ha de- stati percorsi 13,5 km di nuove cavità Suor Ida, una ricca collezione in grado di mostrare uno spaccato ciso di tenere aperta la raccolta fondi presso la Ban- ed è stata realizzata un’importante della vita quotidiana della Val Germanasca», spiega Anita Tarascio ca Popolare di Sondrio – Agenzia 21 di Milano – IBAN giunzione, che ha creato un (Responsabile scientifica del Progetto e Socia CAI). «Ida Bert è IT76W0569601620000010354X93. complesso di 17 km. www.ggb.it/ stata testimone attiva dell'aiuto reciproco fra famiglie di religione Ricordiamo che hanno aderito all’iniziativa l’Universi- samar-2015-report-finale diversa, cattolica e protestante valdese, cosa poco comune nella tà della Montagna, il Soccorso alpino, la Società spe- storia locale. Gli oggetti esposti sono stati raccolti da Carlo Ferrero leologica italiana, l’ERSAF (Ente Regionale per i sevizi Nuove esplorazioni alla e donati da Aldo Ferrero ed Enrichetta Rostan». all’Agricoltura a alle Foreste delle Regione Lombardia) Conca delle Carsene, in e l’Associazione Italiana Canyoning. La destinazione del

Marguareis (CN) Vianelli Mario Foto ricavato sarà decisa insieme alla Nepal Mountaineering Nel mese di giugno, sono state Le Alpi Apuane sono un paradigma na da decine d’anni, ma che forse è giunto iAlp, le collezioni dei musei di montagna Association (N.M.A.), il Club alpino nepalese. esplorate nuove gallerie nell’Abisso dell’Italia: uniche nelle proprie eccellenze il momento di cambiare. Può esserci un diventano “smart” “Belushi”. Una spedizione ligure- e bellezze, uniche nei rischi e nelle pro- futuro diverso delle Apuane? Possono piemontese ha così riportato alla blematiche. È qui presente il conflitto tra queste montagne così particolari diven- Sabato 11 luglio a Chamonix è stato firmato un protocollo di accordo Ampliato e ristrutturato il Museo ribalta una storica area carsica. la salvaguardia di un patrimonio naturale tare il laboratorio di un’altra montagna, tra il Museo Nazionale della Montagna di Torino e il Musée Alpin della Marmolada Grande Guerra 3000 m Il campo estivo promette altre esclusivo e fragile e lo sfruttamento pe- dove sostenibilità e sviluppo riescano a cittadina francese, per la realizzazione della piattaforma di documen- interessanti novità. sante del territorio, letteralmente fatto a convivere, in forme diverse ed innovative, tazione “iAlp”. Una giornata importante per i rapporti di amicizia tra i pezzi dall’estrazione marmifera seguendo anche con legittimi interessi economici? Club alpini europei: erano presenti, tra gli altri, il Presidente generale Rilevati nuovi rami nella l’unica prospettiva del guadagno imme- A queste domande cercherà di dare rispo- del CAI Umberto Martini, il Presidente del CAF francese Georges El- Grotta dell’Ovito di diato. Una convivenza quasi impossibile sta l’aggiornamento nazionale per opera- zière, la Presidente del CAS svizzero Françoise Jaquet e il Presiden- Pietrasecca (AQ) tra Parco e interessi economici, locali e tori TAM/NC che si svolgerà il 3-4 ottobre te dell’Alpine Club britannico Lindsay Griffin. Il patrimonio storico e E’ un significativo risultato del non, con un uno scontro che divide e di a Massa. Perché, forse, delle nuove Apua- culturale dei due musei sarà schedato e messo progressivamente a Gruppo Grotte e Forre “Francesco fatto immobilizza l’intera area impedendo ne sono possibili, a patto di non perdere disposizione di un pubblico internazionale, partendo da una piatta- De Marchi” Cai L’Aquila che, con il una crescita reale. Una storia che si trasci- prima quelle vecchie. forma di consultazione online, per arrivare alle applicazioni per smar- Gruppo Esplorazione Speleologica tphone e tablet. «Si tratta del primo atto concreto dopo l’incontro dei Cai Pescara e lo Speleo Club Chieti, Direttori dei Musei di montagna europei avvenuto nell’ottobre 2013 ha collaborato a un progetto della Web & Blog a Torino per il 150° anniversario del CAI», ha commentato Martini. Il Sezione di Scienze Ambientali protocollo è stato firmato dal direttore del Museomontagna, Aldo Au- dell’Università dell’Aquila. www.vecchievie.it disio, e dal sindaco di Chamonix Eric Fournier. Far diventare la visita al museo un’esperienza dinamica, inte- rattiva e coinvolgente, capace di far comprendere le principali Intervento del CNSAS a Urzulei, “Non conta quanto tematiche della guerra in alta quota attraverso il punto di vista nella Grotta di Su Palu lunga o difficile è Ritorna il Cervino CineMountain Festival delle persone che ne furono coinvolte. Il 21 giugno, una speleologa si è la tua escursione, Questo l’obiettivo del Museo Marmolada Grande Guerra 3000 fatta male ad una spalla, a circa 1 ma le emozioni e le Dal 2 agosto fino a domenica 9, si sovlgerà a Breuil-Cervinia e Val- m, uno dei più alti d’Europa, che si sviluppa su un’area di 300 mq km dall’ingresso. Sono intervenuti sensazioni che riesce tournenche (Cinéma des Guides e Centro Congressi) la 18a edizione al secondo piano della stazione di arrivo della funivia a Serauta, 32 tecnici del Soccorso Alpino e a farti provare, non del Cervino CineMountain Festival. Il Grand Prix des Festival - Con- nel bellunese, al centro della Zona Monumentale Sacra. Speleologico della Sardegna, tra per merito nostro seil de la Vallée si propone di selezionare il meglio della filmografia di Il visitatore del museo, ampliato e ristrutturato in occasione del i quali un sanitario. Dopo alcune ma per merito montagna la cui produzione non sia datata di più di tre anni. La sua Centenario dell’ingresso dell’Italia nel conflitto mondiale, viene ore, un’ambulanza ha caricato la della natura che ci peculiarità è quella di riunire i film premiati nell’anno in corso in tutti guidato lungo un percorso multimediale e multisensoriale che speleologa sarda infortunata. circonda”. gli altri festival, decretando così l’Oscar degli Oscar della montagna. inizia dalla realtà di inizio Novecento fino alla quotidianità della Questa la filosofia Per l’ambizioso riconoscimento quest’anno concorreranno dodici guerra condotta nelle condizioni estreme dell’alta quota. Il vis- 3 e 4 ottobre 2015, Giornata di uno strumento che vuole condividere con gli utenti le esperienze in montagna film, mentre per gli altri premi, tra cui il Premio CAI per il miglior film di suto e gli stati d’animo dei soldati vengono raccontati da stralci Nazionale della Speleologia degli amministratori e offrire spunti per nuove avventure. Dedicato al mondo alpinismo, ne concorreranno venticinque. Particolare attenzione ver- di diario e lettere. È una bella occasione per fare dell’escursionismo e dell’oudoor il sito presenta escursioni sia per i camminatori rà data alla filmografia nazionale con due Premi per soli film italiani: il Il Museo si trova a pochi passi dal ghiacciaio della Marmolada e conoscere la passione per esperti, sia per quelli alle prime armi, con particolare riferimento alle zone del premio “Montagne d’Italia” per il miglior film italiano in concorso e il dalle postazioni di guerra italiane e austro ungariche, visitabili il mondo sotterraneo www. Casentino, dell’Alpe di Catenaia e di Pratomagno. Sono catalogati un buon numero premio “Bell’Italia” per il miglior film sul patrimonio culturale e territo- nel periodo estivo. giornatedellaspeleologia.it di percorsi, che si possono ricercare anche tramite le località di partenza e arrivo. riale d’Italia. Info: www.cervinocinemountain.it. Info: www.museomarmoladagrandeguerra.com

6 / Montagne360 / agosto 2015 agosto 2015 / Montagne360 / 7 Le montagne dallo spazio a cura di Mario Vianelli Mario di a cura 8 NASA/Global Land Cover Facility, University of Maryland / Montagne360 USA Dunes NP Cristo e Great Sand Monti Sangre de in pù ptaoai e Colorado nel spettacolari più espres- sioni loro delle una trovano ricano ame- west del paesaggi straordinari Gli / agosto 2015 grano fino ad accumularsi ai piedi dello piedi ai accumularsi ad fino grano nanti in depositi sempre più alti che mi- montagne, ed è sospinta dai venti domi- delle occidente a Luis, San di valle nella deposti lacustri sedimenti antichi da va deri- compone le che sabbia La metri. 230 di un’altezza raggiungono dune le kmq, 80 quasi di superficie una su stese Di- Nordamerica. dell’intero sabbiose dune alte più alle fondale da fanno sto meridionale, dove i monti Sangre de Cri- eos, rm d esr nuovamente essere di prima deporsi, a torna presto ben dall’acqua trascinata sabbia la ma eroderle: ad contribuendo dune, delle margini ai scorrono torrenti contrasto con il deserto circostante. Altri condata da una zona umida in splendido cir- Creek, Spring Big la come bientale, am- diversità alla contribuiscono che ti serbatoio idrico e importante ai loro margini sgorgano sorgen - un anche sono sbarramento montuoso. I campi di dune trovano trovano infatti ben otto si vi notevolissimi: dislivelli con stanti circo altopiani dagli bruscamente za innal si agevoli, passi pochi e nord-sud prevalente andamento un con arco ad allungata catena, La orientale. lato sul Rocciose Montagne le delimitano che montuose catene grandi delle ridionale I Monti Sangre de Cristo sono la più me conifere. altre e pini di foreste antiche e acquitrini poi e quota, d’alta praterie e alpini laghetti metri, la quattromi di più alte cime diverse con montagna, d’alta zone anche trovano si protetta dell’area perimetro Nel Uniti. Stati degli Nazionale Parco giovane più il diventata è 2004 dal e Nazionale to Monumen come tutelata è paesistica e naturalistica emergenza questa straordinaria 1932 Dal dune. delle zamento l’innal e mantenimento il provoca che gioco continuo un in vento dal spostata te centrale dei monti Sangre de Cristo, Cristo, de Sangre monti dei centrale te par la mostra d’apertura L’immagine all’ simile tramonto, al e all’alba spesso manifesta si che arrossamento dall’intenso mente probabil deriva nome loro Il m). (4267 ai 14.000 di altezza piedi superiori cime enrosadira dolomitica. fourteeners , , cioè ------nale e all’escursionismo montano. Il Il chiazza vasta una forma dune di campo montano. all’escursionismo e nale nazio parco vicino al legato turismo, il anche maggiore sempre rilevanza l’allevamento ha e coltivazioni sulle ba sata economia sua nella vallata; della abitato centro principale il è Alamosa orzo. e patate foraggio, di coltivazione centralizzati pianti im degli autunnale, veduta nella chiari all’irrigazione grazie prevalente economica l’attività è l’agricoltura l’altitudine, Nonostante tri. me 2300 di media quota una a situato pianeggiante tettonico bacino un realtà in è “valle” La Messico. e Uniti Stati fra confine il chilometri segnato duemila quasi per aver dopo Messico del Golfo nel sfocia che Grande, Rio dal percorsa delle Luis, San di valle la stende ovest si montagne a mentre Mississippi, del affluente dell’Arkansas, in bacino al fatti appartiene dell’immagine destra parte la nordamericano: continentale spartiacque lo Divide, Great del sono parte monti I meta catena. della principale alpinistica la m), (4359 stones Cre dei gruppo l’impervio e m) (4374 Peak Blanca il alta, più cima loro la con – evidenziata dai cerchi, cerchi, dai evidenziata – che consente la la consente che ------appena fuori dai confini del parco parco del confini dai fuori appena distante molto Non fondovalle. del parte occupare a fino montagne delle piedi dai allarga si che biancheggiante climi aridi. aridi. climi longeva che riesce a prosperare anche di trattagne;siformazionigran partediin versanteorientalemontatuttodellesul sopratforeste,l’estensionedelle noti Si superarel’ostacolopermontuoso.ciente piedi dei pendii non avendo energia suffi però che trascinandoparticellelesécon sabbiose, incanalanoovestsudsi questa in“porta” sinistra.altoainventi lodominanti I da nell’angoCrestones,dei quello e piano, fra il massiccio del Blanca Peak, in primo cresta di linea della abbassamento cato marcorrispondenzamontagneunin di delle piedi ai annidati dune, di campi i circostante regione della geografica ne eccezionalecon efficaciaconfigurazio la StazioneSpaziale dalla Internazionale, illustra gradi 35 circa con di ripresaun’angolazione pagina, questa di foto La sabbiosi. terreni dei margini ai sgorgano che sorgenti dalle alimentati Luis, San di laghi i trovano iu aristata Pinus n rn parte gran in pat estremamente pianta , agosto 2015 i eoiao ai depositano si / Montagne360 – nei nei si si – ------/

9 ISS Crew/Image Science & Analysis Laboratory, NASA Johnson Space Center Veduta da Stanco, on nascondo di essermi sentito orgo- presentava l’organizzazione della camminata da frazione di Grizzana glioso quando ho saputo che mio figlio Vernio a Bologna in sei giorni: l’occasione era la Sui crinali della libertà Morandi, con il Marco era stato nominato responsabi- celebrazione del 70o anniversario della Liberazio- massiccio di Montovolo- N Monte Vigese e il crinale le del CAI Medio Reno. Da quel momento sono ne e la rievocazione dello storico percorso com- a appenninico. Foto Mario stato pienamente coinvolto e partecipe delle ini- piuto dalla 6 divisione sudafricana per liberare Un gruppo di camminatori sulle orme delle truppe alleate Vianelli ziative promosse dal CAI ed ho preso conoscenza Bologna. Il volantino che promuoveva l’iniziativa che settant’anni fa liberarono l’Appennino bolognese. del programma delle iniziative proposte. D’altra evocava una straordinaria suggestione: “Crinali parte, da tempo, mi ero ripromesso di effettuare il di libertà”. Sono stato inevitabilmente attratto da Un’iniziativa della sezione CAI “M. Fantin” di Bologna per percorso della “Via degli dei” da Sasso Marconi a quell’irresistibile richiamo ed ho pensato che, for- Firenze; ma, riflettendo, avevo poi desistito con- se, il viaggio sarebbe stato alla mia portata. L’ini- rinnovare la memoria di combattimenti e stragi di civili siderando la mia età, la mancanza di un adeguato ziativa è stata presentata da Vito Paticchia, con- allenamento e i miei limiti oggettivi. sigliere della sezione CAI “M. Fantin” di Bologna di Renato Chelli Poi, una sera ho partecipato all’incontro ove si e funzionario della Regione Emilia Romagna.

10 / Montagne360 / agosto 2015 agosto 2015 / Montagne360 / 11 In partenza da Vernio, In quella circostanza ho avuto modo di apprez- davanti al municipio zare la sua illustrazione dei luoghi attraversati, dei fatti accaduti, degli eventi previsti e, soprat- tutto, la passione dimostrata per l’argomento e nel promuovere la partecipazione dei presenti all’iniziativa. Nei giorni precedenti la partenza avevo conosciu- to Antonella in occasione della pulizia del sentie- ro CAI da Vergato a Grizzana e, poiché entrambi avremmo partecipato alla Vernio-Bologna, era- vamo d’accordo che saremmo andati assieme a Vernio. Purtroppo la notte precedente la partenza mia moglie si era sentita male per un violento at- tacco di artrite cervicale e così ho accompagnato Antonella a Vernio con l’intenzione di rientrare a casa al più presto. A Vernio ho avuto modo di conoscere alcuni soci del CAI di Prato che avrebbero accompagnato per un tratto della prima tappa gli escursionisti arrivati in treno da Bologna. Un incontro cordia- le, amichevole, nell’attesa di intraprendere una avventura insolita e, prevedibilmente, piena di emozioni e suggestioni. Una breve visita al museo dei reperti bellici prima di assistere alla partenza del gruppo; poi il mio ritorno a casa per assistere violenza subita; e nel racconto cogliamo anche la e soprattutto per non dimenticare. mia moglie che, fortunatamente, era migliorata. sua sincera commozione e la sua profonda uma- A Camugnano siamo ospiti di Paola, una perso- Così, nel tardo pomeriggio, mi ha accompagnato nità. Il discorso ripercorre i fatti storici che hanno na squisita. La sera, prima di cenare in pizzeria, a Castiglione dei Pepoli per aggregarmi al gruppo preceduto e determinato l’eccidio, poi viene letta ci offre una gustosa merenda. Fuori fa freddo, il proveniente da Vernio. Ci siamo ritrovati tutti as- una poesia scritta da Francesco Guido, “Gisse”, in tempo è inclemente ma in casa il caminetto è ac- sieme al ristorante dell’albergo: una cena gustosa, memoria del suocero Ferruccio Bocceto, uno dei ceso. La discussione è animata, si svelano gli stati una buona occasione per conoscersi e fare amici- sei civili uccisi. Penso che la poesia sia ancora più d’animo e la personalità di ciascuno. Una magni- zia in una atmosfera allegra, piacevole; poi a letto bella e sublime quando c’è coinvolgimento e com- fica serata d’altri tempi! per un sonno ristoratore. plicità tra chi la scrive e la legge e chi la ascolta Oggi andiamo verso Grizzana; notiamo, ancora Il mattino, prima della partenza per Burzanella, e la interpreta: quanta poesia nel conoscere le ben visibili, i camminamenti e le postazioni mi- l’incontro in Comune con le autorità: il sindaco, persone ascoltando le loro parole, nel percepire litari. Socchiudo gli occhi per un attimo e ascolto. i comandanti dei carabinieri e della polizia mu- dalla espressione dei volti, dagli sguardi, dalla Penso alle battaglie e odo i lamenti dei soldati fe- nicipale, l’addetto militare della Ambasciata su- del cammino è subentrata la percezione di vivere Verso Burzanella in profondità e trasparenza dei loro occhi, la dignità riti, le grida di dolore, gli spari, il crepitare delle dafricana. Il breve tragitto per recarci al Cimitero un “viaggio sentimentale”. Ho pensato, allora, ai località Logo dei loro comportamenti. Ci ripromettiamo di tor- mitraglie. Poi il silenzio della morte e la vita che di guerra dei soldati sudafricani; le parole forti momenti vissuti in quei giorni, alle persone che nare qui nel giorno della ricorrenza dell’eccidio, si perde e fugge via, lontana. Attendiamo il sinda- Il profilo del monte e dense di significato pronunciate dagli oratori ho incontrato e che hanno condiviso con me fa- Viggese visto dal in settembre, per rinnovare la vicinanza alla si- co di Grizzana davanti al cippo che ricorda i civi- in commemorazione dei caduti e il loro monito tica ed emozioni in uno spirito di amicizia, soli- Poggiolo gnora Viviana, per tentare di lenire il suo dolore; li trucidati dai nazifascisti a Stanco. Ci vengono contro le devastazioni e gli orrori della guerra. E darietà, senso di comunità e di reciproco ascolto. il ricordo, toccante, di un ragazzo di 17 anni, qui Ricordo con riconoscenza gli amici di mio figlio, sepolto, che falsificò le sue generalità e la sua data Fabio e Marco, che mi hanno supportato facen- di nascita per potersi arruolare come volontario dosi carico del mio zaino riempito oltre misura L’iniziativa e venire a morire in Italia per la nostra libertà. dalla mia inesperienza (ma ben presto opportu- Poi il coro di Castiglione dei Pepoli con il “Sole namente alleggerito) nel momento in cui mi sono Nei giorni 16-21 aprile, organizzato dalla Monte Sole e Sasso Marconi per concluder- fetto e dalla commozione dei presenti, ha dell’avvenire” e “Bella ciao” e la lettura delle let- trovato in difficoltà; e anche l’amichevole offerta sezione CAI “M. Fantin” di Bologna e il pa- si il 21 aprile a Bologna, in Piazza Nettuno, ricordato lucidamente quei tragici giorni. tere scritte ai loro familiari dai partigiani e dagli di un pocket-coffee ristoratore da parte di Davide. trocinio dell’ANPI, si è svolto un trekking nella ricorrenza del 70° Anniversario della A seguito di quella iniziativa, il prossimo 27 antifascisti condannati a morte. In una atmosfera Raggiungiamo la località Bel Poggio dove la si- che idealmente ha ripercorso il tracciato Liberazione della città. Uno dei momenti settembre, per la prima volta dopo sette struggente e piena di “pathos”, di intense emozio- gnora Viviana ci accoglie nella sua casa dove è storico lungo il quale combattè la 6a Divi- più toccanti è stata la sosta a Bel Poggio decenni, l’eccidio verrà commemorato ni, di pensieri, del ricordo di quei tempi bui, cupi affissa una lapide in ricordo del padre e dello zio sione sudafricana tra l’autunno del ’44 e la di Burzanella, nel comune di Camugnano, ufficialmente alla presenza della Presidente e violenti, ma anche pieni di vita, di speranza e trucidati, assieme ad altri civili, dagli stessi sol- primavera del ’45 per liberare il crinale tra dove è stato ricordato l’eccidio di sei civili dell’aAssemblea legislativa della Regione di libertà dati tedeschi della strage di Marzabotto. Il suo il Setta e il Reno dalle forze di occupazione effettuato da una unità di SS il 27 settem- Emilia-Romagna, Simonetta Saliera. Il CAI Avevo pensato di raccogliere le esperienze di quel dolore, indelebile, è ancora vivo. Ascoltiamo nelle tedesca. Partendo da Vernio il 16 aprile, ha bre 1944. A ricordare quel tragico episodio, parteciperà organizzando una escursione viaggio in un diario, per fissarne gli accadimenti, parole di Vito la rievocazione dei tragici eventi fatto tappa a Castiglione dei Pepoli, Bur- la figlia allora dodicenne di una delle vitti- con partenza dalla stazione di Riola di i luoghi e lo scorrere dei giorni. Ma fin dall’inizio di quei giorni, l’incomprensibile e inaccettabile zanella (Camugnano), Grizzana Morandi, me, Viviana Passini, che circondata dall’af- Vergato fino a Burzanella.

12 / Montagne360 / agosto 2015 agosto 2015 / Montagne360 / 13 Arrivo in piazza Nettuno, Il cimitero sudafricano a davanti al Sacrario dei Castiglione dei Pepoli partigiani San Martino di Caprara, ai piedi di Monte Sole

Riprendiamo il viaggio e arriviamo a Bologna, al gioiosi dei miei compagni di viaggio, riascolto con Sacrario dei Caduti partigiani in Piazza Nettuno. piacere le loro parole, mi soffermo a scrutare con Il commiato è frettoloso, forse siamo presi dalla curiosità i loro sguardi e penso alla poesia delle stanchezza, ma il vero motivo è che siamo sopraf- emozioni e delle suggestioni che ho condiviso con fatti dalla commozione e, credo, non la vogliamo loro: Antonella, Fabio, Marco, Michele, Davide, palesare; ancora un abbraccio, un ultimo saluto, Concetta, Daiana, Enzo, William, Mario (Gneo), un arrivederci… Ezio e poi, in particolare Vito, il vero “coman- Rientro a casa con mia moglie, che è venuta a dante” della nostra pattuglia, una straordinaria prenderci in auto, ed Enzo che accompagnerò a personalità e un capace organizzatore, dotato di Castiglione dei Pepoli dove ha lasciato l’auto per tanta umanità e sensibilità. potere rientrare a Vaiano dove abita. Appoggio la Vorrei, allora, esprimere a tutti la mia sincera ri- nuca sul poggiatesta del sedile, respiro profon- conoscenza per questa straordinaria esperienza. consegnati due libretti scritti da Francesco Berti siamo attesi ospiti dell’amministrazione comuna- damente, mi sento leggero, come libero da ogni Grazie davvero a mio figlio, al CAI , grazie di cuo- che riportano l’incredibile racconto dell’incon- le e della sezione locale dell’ANPI che ci offrono peso. Ho scolpito dentro di me i volti espressivi, re a tutti. Arrivederci a settembre. tro casuale fra l’autore e il marito della “ragazza un gradevole rinfresco. La giornata si conclude dai capelli neri” che aveva assistito al trasporto con una cena al centro sociale della Casa dei cam- di quelle persone e alla loro fucilazione. Il tem- pi, seguita dalla proiezione del film La roba sover po è nuvoloso, minaccia pioggia; il vento agita le e broz con le interviste e le testimonianze dei so- fronde degli alberi: ciascuno dei presenti legge, a pravvissuti alle distruzioni della guerra. turno, una parte del racconto. Si crea una atmo- Il mattino seguente si riparte per l’ultima tap- 99 Prodotti 12 Colori sfera magica: quei caduti rivivono con noi la loro pa. Noto un’insolita agitazione nei compagni di - ZAINI - BORSE - MARSUPI - ACCESSORI speranza di libertà e il desiderio di potere vivere viaggio. Forse la consapevolezza di qualcosa che finalmente in pace per sempre. sta per finire, quella strana sensazione di perde- Dopo un temporaneo rientro a casa raggiungo i re qualcosa e di allontanarti da qualcuno che hai Avevo pensato miei compagni al Poggiolo di Monte Sole e sento, incontrato, che ti ha lasciato qualcosa di sé e che, di raccogliere le forte, il desiderio di fissare, nell’animo, nel cuo- forse, ha preso anche un poco di te. Superiamo, esperienze di quel re e nella mente quei giorni vissuti così intensa- indenni, quell’attimo di commozione. Giocan- viaggio in un diario, mente. Provo una sensazione bellissima, anche se do in casa (io abito a Sasso) e conoscendo bene per fissarne gli impalpabile: come se fossimo sospesi nel vuoto la zona assumo la guida del gruppo per il primo accadimenti, i luoghi e in uno spazio infinito, senza tempo. Mi sento ras- tratto del percorso. Siamo attesi, sui marciapie- lo scorrere dei giorni. sicurato e pienamente a mio agio nel ritrovare i di della strada che percorriamo, dai bambini, dai Ma fin dall’inizio del miei compagni di viaggio. ragazzi e dalle insegnanti delle scuole elementari cammino è subentrata Prima di arrivare a Sasso Marconi, la meta della e medie del capoluogo e di Borgonuovo. L’acco- la percezione di nostra tappa odierna, Vito ci propone una breve glienza è incredibile: mani protese verso di noi, vivere un “viaggio deviazione dal sentiero tracciato. Arriviamo a una cartelli con pensieri e riferimenti sulla pace, al sentimentale”. Ho balza scoscesa sul monte di Santa Barbara. Una resistenza e la libertà. Ci tratteniamo a lungo a pensato, allora, ai vista mozzafiato: lo sguardo spazia lontano, le parlare coi ragazzi, gli raccontiamo della nostra momenti vissuti in quei colline hanno contorni infiniti, il cielo azzurro si avventura e loro sono pieni di curiosità. Abbiamo giorni, alle persone le confonde con il verde dei boschi, il sole trascolora, la sensazione di essere considerati dei “liberato- che ho incontrato e ficia Linea O ore Uf utdoor luminoso, nella foschia del tardo mattino. Si nota ri” come i soldati sudafricani di settant’anni fa. Ci che hanno condiviso Fornit una postazione; forse, lì, anche un soldato (tede- fermiamo brevemente a Colle Ameno, luogo di con me fatica ed sco ?) si assopì un attimo pensando alla sua casa prigionia e smistamento di rastrellati e partigiani emozioni in uno spirito lontana, ai suoi luoghi familiari, alla sua vita, alla catturati; una ragazza, molto competente e pre- di amicizia, solidarietà, sua libertà… parata, ci illustra i tristi avvenimenti accaduti in senso di comunità e di Al nostro arrivo a Sasso Marconi nel pomeriggio quel luogo negli anni precedenti la Liberazione. reciproco ascolto.

14 / Montagne360 / agosto 2015 www.amphibious.it - [email protected] Bulgaria Escursione sul Monte Pirin e sulla cresta del Cavallino di Plamen Shopski

a catena montuosa del Pirin, situata nell’an- golo sud-ovest della Bulgaria, si estende da L nord a sud per una superficie di 2585 km quadrati. Gran parte del massiccio è situato nel Parco Nazionale del Pirin, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 1983. Il monte deve il proprio nome alla divinità tracia Perun, dio dei fulmini, del cielo e degli utensili di pietra di epoca preistorica, che in tutti le regioni di cultura tracia vengono appunto chiamate pietre di Perun o pietre del fulmine, dal quale offrivano protezione. Nella parte settentrionale del Pirin si innalzano le vet- te più imponenti dell’intera catena montuosa, tra le quali svetta il monte Vihren, con 2914 metri di altezza. Molti sono i percorsi di trekking di un certo inte- resse. Tra tutti, la cresta del Konceto (il Cavallino), che collega la parte settentrionale con la parte me- ridionale della montagna, spicca per grado di diffi- coltà, storia e curiosità. Il toponimo “il Cavallino” si incontra già nel Novecento, si dice a causa della postura assunta dai montanari più timorosi, o forse semplicemente meno esperti, per superare la cre- sta. Essa consisteva nel mettersi seduti letteralmen- te “a cavallo” di essa, con le gambe a penzoloni verso i due versanti. Si procedeva appoggiando le mani sul terreno innanzi e spingendo in avanti il corpo. In questo modo, centimetro dopo centimetro si superava il punto più pericoloso. Per i più esperti,

agosto 2015 / Montagne360 / 17 invece, il superamento della cresta in posizione eretta significava piede fermo, capacità e maturità montanara. Oggi la cresta è attrezzata con pali di ferro collegati tra loro da uno spesso cavo metallico ma, nonostan- te questi supporti che hanno reso il percorso più agevole rispetto al passato, le difficoltà non sono da sottovalutare. Per circa 800 metri lungo il proprio filo, la via si assottiglia moltissimo, al punto che l’incontro con una persona proveniente dalla par- te opposta rende necessario mettersi in sicurezza, per poter dare il passo e proseguire. Nello zaino è dunque consigliabile avere un cordino (di almeno 3 metri) e un moschettone, utili per agganciarsi alla corda in metallo ove necessario, una giacca anti- vento, una borraccia per l’acqua e un paio di guanti leggeri, indispensabili anche nel periodo estivo per proteggere le mani. Partendo dal rifugio Javorov (1760 m), nella val- lata di Stapalata (la valle dei Gradoni), dopo circa due ore e mezza di cammino si giunge sulla cresta centrale della montagna. Il sentiero punta a sinistra verso sud, si restringe e, tagliando una diagonale perfetta sui pendii della Kamenititza (2725 m), e asolo.com dei Baiovi Dupki (2820 m), giunge al piccolo bivac- co del Cavallino, situato proprio sulla cresta. Da qui in avanti si percorre per intero la via del Cavallino, l’unica possibile. Percorrendo la via si prova un’emozione difficile da descrivere. La bellezza dei panorami e l’asperità dei luoghi inducono una sorta di ebbrezza: quel parti- colare solletico mentale che nasce quando la sensa- zione d’avventura e di piacere si intrecciano. Ci si ferma, e per un attimo si è tutt’uno con la natura intorno, con la terra su cui poggiano i nostri piedi. Bisogna provare per capire. I tempi ci inducono a continuare: proseguendo, si sale sulla cima del Kutelo (il fratello minore del Vihren, 2911 m), per ridiscendere dalla forcella si- tuata tra le due montagne. cittadina, dove il profumo di legna permea ogni Nelle pagine precedenti. Si prosegue sul versante nord-ovest del Vihren, cosa; oppure se pernottare in loco e proseguire il In grande: salita sopra i diretti verso la cima. Seguendo alcune serpentine giorno dopo verso uno degli altri rifugi dei dintor- laghi Ribno e Jabeshko Foto piccola: lungo la si giunge ad una spaccatura nella roccia, che è in ni: il Damianitza, il Sinanitza, il Begovitza, oppure cresta del Cavallino realtà una cengia larga e inclinata, in cui si deve en- il Tevno Esero. trare. Attraverso la cengia si avanza fino alla vetta, Secondo la scala di difficoltà degli itinerari di escur- In questa pagina poggiando ogni tanto le mani sul terreno per rista- sionismo, l’itinerario del Cavallino è classificato dall’alto: nella valletta bilire l’equilibrio. Il massiccio è costituito da mar- come difficile. Per percorrerlo si impiegano dalle 8 dei Gradoni

mo bianchissimo, su cui i raggi del sole giocano a alle 10 ore di buon cammino. Il dislivello di salita è Sulla via ferrata del creare l’illusione di un innevamento permanente, di circa 1450 metri quello di discesa è di circa 1350 Cavallino per chi osserva in estate da lontano. Secondo un’an- metri. tica leggenda tracia, sulla cima viveva il dio Perun, Un essere vivente illustre a cui merita fare visita, in un imponente castello di marmo bianco. Dalla mentre si percorre il sentiero che unisce i rifugi cima del Vihren il sentiero scende all’omonimo ri- Vihren e Banderitza, è il Baikusheva Mura, un albero fugio (1980 m). La tappa al rifugio permetterà di secolare di Pino balcanico (Pinos leucodermus), il scegliere se rientrare su strada asfaltata con un bus quale vanta un’età di tutto rispetto: ben più di 1300 navetta a Bansko, per una visita che sa di viaggio anni ottimamente portati. È registrato nel libro nel tempo sulle strade acciottolate dell’incantevole dell’UNESCO come patrimonio dell’umanità.

18 / Montagne360 / agosto 2015 La montagna e l’uomo cronache da un mondo che scompare Abbandono delle attività tradizionali, turismo, viabilità: le sfide per immaginarsi un nuovo rapporto con la montagna sono molteplici. Ma bisogna affrontarle con apertura mentale e impegno di Riccardo Ravalli

a montagna è un gigante che ci nutre, ci quelle patiti dai loro antenati in un passato non gratifica e ci sostiene con materie prime, tanto lontano. Servono nuovi strumenti, anche L alimenti ed energia, che siano acqua, lat- internet: in quota, rispetto alla pianura, cambia- te di qualità o yogurt - magari con mirtilli - legno no i prodotti ed aumentano i disagi: ma il terri- per i mobili, ma anche per le travi del tetto e per torio, come un campo di pianura, deve consenti- strumenti musicali. Non se la passa bene: causa re di vivere. Tra i tanti, si pone, in particolare il l’età, qualche centinaio di milioni d’anni o i reu- problema della mobilità: accesso agli alpeggi, ai matismi, dovuti al clima che cambia: piove, forse boschi per la legna, ai rifugi, non più e non solo troppo, oppure, se e quando nevica, avviene in a piedi. modo anomalo. Insomma, l’uomo ha costruito coi monti relazio- Vi piovono sopra anche alcune nostre deleterie ni complesse che si sono modificate nel tempo. abitudini più recenti che mettono a rischio deli- Va riconosciuto anche che la gente di montagna cati equilibri millenari, alterati sia dallo sfrutta- ha plasmato e mantenuto quest’ambiente così mento intensivo di luoghi e di risorse, sia anche, com’era per secoli. Ora nuovi scenari e richieste per assurdo, dall’abbandono e dalla noncuranza. vanno affrontati, in un confronto difficile sul fu- Oggi sui nostri monti E questo nonostante l’ambiente montano assi- turo e sui limiti da porre, e quindi su modifiche a ci sono sempre meno curi un ormai raro benessere immateriale che ci tradizioni e a comportamenti. uomini e donne ritempra. Basta un soggiorno nel verde, un po’ di Perché anche il nostro approccio è mutato. In che difendono e tregua all’afa estiva, un’escursione in quota, con passato, l’accesso dei cittadini alla montagna era mantengono un mondo gli sci o con le ciaspole d’inverno. Gli dobbiamo motivato più dall’amore della conoscenza che dal dove possiamo ancora tutto questo e molto altro, senza dimenticare i desiderio d’evasione e si valeva dell’esperienza vivere. Si tagliano i rami frutti di sapienti tradizioni umane. delle prime guide, che perlopiù erano cacciatori, secchi: si è cominciato Ma oggi questo non è riconosciuto, anzi. Neppure allora accomunati ai clienti nelle silenziose e co- con le ferrovie minori da chi vive sopra quota mille o giù di lì. E il gigan- muni fatiche delle ascensioni. Oggi le passeggiate e le piccole scuole; ora te, il mondo delle nostre vacanze che vorremmo sono rese spesso artificiali da rombanti motoslit- si vogliono chiudere gli intatto ed immutabile come una bella, vecchia, te, rumorosi simboli di pressioni aliene che van- uffici postali, per non cartolina, si dissolve e si trasforma, travolto da no attentamente gestite. parlare degli ospedali. pressioni e comportamenti distratti. L’attività e la presenza umana hanno trasforma- Ogni scelta, analizzata È la conseguenza di un approccio, di un atteg- to nei secoli l’ambiente naturale, ma in passato singolarmente, è forse giamento culturale che non tiene conto della sua lo facevano in modo contenuto ed equilibrato. corretta: ma i risultati fragilità, anche nel divertimento e nel relax. Le Ora invece l’impatto si concentra in alcune aree negativi complessivi esigenze complessive di salvaguardia delle mol- ristrette, principalmente a causa del turismo di evidenziano la teplici identità della montagna vanno mediate massa e dell’emigrazione dalle aree più marginali. mancanza di una con quelle di chi ci vive oggi, per garantire a que- Può aiutare un confronto tra i due versanti delle strategia globale. ste persone disagi e privazioni minori rispetto a Alpi. Da noi l’agricoltura montana, ritenuta non

Foto Mario Vianelli Mario Foto agosto 2015 / Montagne360 / 21 22

/ Foto Mario Vianelli Montagne360 stanno determinato lassù come in pianura. dannilogicheeconomichetantisuperando leche esserevissuta.Anchedidegnaumana vita una e danni suoi dei e idrogeologico dissesto di eventi “normali” di prevenzione la e biodiversità della tutela la assicuri che investimento Un ritoriale. ter- gestione di norme basilari a l’attenzione sia sia una rinnovata e rispettosa presenza antropica garantiscano che soluzioni servono ovviare Per progressivamente marginalizzate semprepiù. sono fatto, di che, TerreAlte le per globale tegia complessivi evidenziano la mancanza di una stra- negativi risultati i ma corretta: forse è larmente, parlare di ospedali. Ogni scelta, analizzata singo - non per montagna, di postali uffici gli chiudere vogliono si ora scuole; piccole le e “dimenticate” ferrovie le con cominciato è si secchi: rami i così tagliano Si vivere. ancora possiamo dove mondo un mantengono e difendono che donne e uomini meno sempre sono ci monti, nostri sui oggi Così mondo antico. un arricchiscono e convivono vita di portunità op- nuove e verificato è si non quest’abbandono grandi centri urbani di pianura. In invece ai analogamente fondovalle, di paesi princiapli i ampliano si Contemporaneamente quota. d’alta La montagna si spopola e il bosco invade i pascoli redditizia, è da molto tempo in fase di recessione. / agosto 2015

Foto Paolo Soriani Foto Paolo Soriani

Foto Mario Vianelli Foto Mario Vianelli montagna. la amare e vivere per concreto e nuovo modoUn dell’azione di Enti pubblici, coordinamento privati e società del civile. e cambiamento del artefice ambientale, ed mediatorefiguramontagnaculturalediuna la re vive di modo nuovo questoagevolare può E so. scormillenniodel finealla Rio, di sole alfiorite globalmente” e realizzare i sogni delle “Agende 21”, prendere la strada di “agire localmente, pensando ri è proposta una utopie: sembrano che queste di attuazione concreta alla finanziari, solo non ostacoli, molti frappongono si Oggettivamente d’origine. luoghi nei acquisiteabilità nuove le poi riportare potranno loro di Alcuni valle. a più torrenti dei argini gli quindisistemando malghe, tradizionie rivitalizzando rifugi, e sentieri su serve dove no intervenga esperti, di guida la sotto che, e idee, nuove a e forze nuove a assieme luogo, del vani gio coinvolgano che cooperative a anche spazio dando montagna, in vita di condizioni migliori e turismo territorio, del tutela quindi Abbinare strutture e sulle persone. territorio,sulle investimentisul con e idee nuove con crisi dalle uscire può si che l’ipotesi fermano con che concreti esempi Piccoli alpine. valli stre ripristinoterrazzamentidi interventi nelleno successo, con avviato, già ha però, loro di cuno Qual costo. un e problema un solo ma persone non considerate professione, e identità riscono smar e esistenza loro la Sprecano prospettiva. accoglienza,prigione,realequasiin senzaalcuna di centri intrappolatinei sono Africa in o Asia in lavoravanoerravanoo che artigiani ed fabbri mi, delle Terre Alte? Contadini, pastori, rinascita pescatori, falegna di progetti alimentare trebbero po che giovani forze quelle però ora sono Dove troppo rigida. normativa una da penalizzati formaggi ai nati, e sognare. Pensiamo anche agli alpeggi abbando suonare certo basta non Ma aree. alcune di simi rigidis climi dai plasmati risonanza, di abeti gli con ottenuti musicali, strumenti degli e pregiato legno del quello esempio Ad magia. nella quasi l’artigianato sconfinacui tradizionisecolari,in te riscoper vanno sicuramente ma magica, ricetta una esiste Non processo? questo avviare Come stenibile e nuove piccole iniziative virtuose. produzioni so turismo un asseconderemo preziose, agricole e professioni antiche ad futuro un assicurare nuova occupazionesviluppo.e Daremo coerente di iniziative, possono aprire nuovi scenari, stimentiquadrooculati,goccia,inseritiunsea in neltempo. E, in un momento di mantenutocrisi globale, è inve si tesoretto che un sé, in valore un costituiscono fortuna, per montuose, regioni Le ue partes super agosto 2015 ce u diventare può che , / Montagne360 ------/ 23 Barriere cromatiche Il daltonismo è la più diffusa anomalia della vista e interessa quasi l’otto per cento della popolazione maschile. Un handicap apparentemente piccolo che però coinvolge molti aspetti della vita quotidiana di Giovanni Badino - foto Mario Vianelli

Confronto fra la visione Escursione in Val Varaita. persone ma, giustamente, viene fatto uno sforzo co- tricromatica (N), e “Guarda quei rododendri in fiore”, mi dicono indi- stosissimo per eliminare le barriere architettoniche quelle protanomale (P) cando il versante della montagna. e ridurre i loro disagi. Poi non è vero che siamo così e deuteranomale (D). Se avete difficoltà a vedere “Dove?” chiedo, e tutti scoppiano a ridere. pochi, i disordini cromatici colpiscono quasi l’8% P differenze fra due foto è Più tardi salendo, scopro il perché: l’intero versan- della popolazione maschile. probabile che abbiate un te è coperto di rododendri in fiore, col loro stupido A conti fatti, circa 18.000 soci CAI – di cui circa 500 problema... colore mimetico. donne – ne sono affetti, anche se la maggior parte di Il daltonico (dottamente: l’affetto da discromatop- loro probabilmente non lo sa e quando non trova il Link utili sia) è una persona che ha un difetto della visione segnavia pensa di essere disattento o intontito dalla Si trovano innumerevoli cromatica. Come me. fatica. test, più o meno affidabili, Disabili cromatici? Differentemente coloranti? Ma cos’è il daltonismo? Le immagini che vediamo per diagnosticare difetti cromatici. Questo è uno Chiamateci come volete, ma smettete di far finta sono il risultato dell’elaborazione cerebrale dei se- piuttosto avanzato, se si ha che non ci siamo. gnali che arrivano dalla retina. Si tratta di un’opera- uno schermo di qualità: Per quel che riguarda la disabilità del daltonismo zione complessa, e ancora poco compresa, che cor- www.opticien-lentilles. siamo ancora a più di cento anni fa, quando nani, regge anche difetti del campo visivo e che per questo com/daltonien_beta/ donne barbute e altri malati erano esibiti nei circhi. ogni tanto, ingannata, crea le illusioni ottiche. new_test_daltonien.php Una persona con disordini nella percezione croma- Il segnale visivo in partenza dalla retina è dato da Programmi gratuiti per tica non è così spettacolare, quindi niente circo – e due tipi di cellule sensibili, bastoncelli e coni. I pri- simulare i difetti cromatici, niente stipendio –, ma indifferenza totale sì. E an- mi, con minore energia di soglia, servono a basse per poter produrre carte che risate, e domande sceme tipo “e questa di che intensità luminose, e non distinguono i colori; geografiche e altro colore la vedi?” indicando un’arancia, come se non quindi in penombra anche un tricromatico non materiale visivo privo di barriere cromatiche: sapessimo che un’arancia è arancione. può distinguere se un papavero è rosso o se è stato colororacle.org subdolamente verniciato di verde scuro. Al crescere N design.html Il colore dell’allarme è il rosso mentre il verde se- della luce si attivano i coni, di tre tipi, che danno www.vischeck.com gnala che non ci sono rischi. Meno pericolosamente l’informazione cromatica. La ricostruzione cerebra- i led dei carica-batterie passano invisibilmente dal le della tonalità avviene con la tecnica RGB, som- Per realizzare siti visibili ai daltonici: rosso al verde a segnalare che hanno finito il lavoro, mando l’intensità dei tre colori primari. È, grosso msdn.microsoft.com/en- le carte geografiche distinguono spesso gli opposti modo, la stessa tecnica con cui le fotocamere deter- us/library/bb263953.aspx di una caratteristica (piovosità o simili) con rosso minano il colore: ogni pixel comprende tre elemen- e verde, le evidenziazioni spesso sono distinte in ti filtrati, in rosso, verde e blu, e in tal modo fornisce Per una bella rassegna rosso e verde. E così via ostacolandoci. Per noi dal- tre segnali che permettono di ricostruire la tonalità. sulla visione dei colori e i suoi difetti: tonici il rosso è qualcosa di simile al marrone dei Analogamente, sulla nostra retina sono presenti www.color-blindness.com normali tricromatici e quindi utilizzarlo in certi coni S, sensibili al blu (420 nm), coni M al verde wp-content/documents contesti è ridicolo. Usare segnavia rossi sui sentieri, (530 nm) e coni L per il rosso (560 nm). Sono in Color-Blind-Essentials.pdf poi, è astuto come farli in sfumature di verde scuro. numero di circa 5 milioni, concentrati verso il cen- Sceglie il rosso chi lo trova vivacissimo (dopo qual- tro, e ognuno di essi copre una superficie di circa un Altro materiale: www. che anno non lo sarà più comunque) senza pensare micron di lato, meno al centro della retina, di più colourblindawareness.org/ che una parte dell’umanità lo vede color muschio sui lati. Quindi per stimolarli occorre che l’oggetto colour-blindness/types-of- secco. “Ma dai, siete pochi...”, mi si dirà. Intanto di cui ricostruire la tonalità sia relativamente esteso colour-blindness un po’ di attenzione va data anche ai pochi, tanto per colpire più coni, che sia abbastanza luminoso e più che in questo caso è proprio gratuita, visto che che il segnale arrivi verso il centro del campo visivo. www..com/ news/2005/051205/full/ i segnavia gialli e blu costano come quelli rossi. Le Ed ecco spiegato anche perché per vedere le stelle news051205-1.html disabilità motorie colpiscono un numero minore di più deboli non bisogna guardarle direttamente, ma D

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un po’ di lato, in modo che la loro luce colpisca ba- Il software di elaborazione delle immagini è lo stes- stoncelli e non coni: ovviamente, a quel punto non so in tutti i cervelli e quindi ricostruisce le tonalità possiamo dirne il colore. combinando i tre segnali in modo sofisticatissimo Il cervello fa anche una ricostruzione del “bianco”, e, come abbiamo visto, anche correggendo le ca- che è una ristrutturazione dell’intero spettro dei co- ratteristiche della fonte luminosa per bilanciare i lori per compensare il colore della fonte luminosa. colori, deformando lo spettro ricevuto. Ma se uno Un tempo, la bella immagine che vedevamo illumi- dei segnali di base è anomalo, sono “creati” dei co- nata da luce artificiale diventava completamente lori anomali, non solo su rosso-verde, ma su tutto lo rossastra nella foto ripresa con la pellicola. Perché? spettro del visibile perché nella ricetta di quasi tutte Perché la scena era illuminata da luce rossastra, le tonalità di colore c’è un po’ di rosso o verde. quindi era rossastra. Il cervello (e ora le macchine Insomma, per i daltonici il mondo è davvero digitali) se ne accorgono e compensano, eliminan- colorato in modo diverso, e anzi, pare che il grande do la dominante e ricostruendo la gamma di colori. numero di maschi che ne sono affetti sia dovuta a Le disabilità cromatiche sono associate a carenza - vantaggi evolutivi: recentemente è stato dimostrato sino all’assenza – o ad anomalie di sensibilità di un che i daltonici vedono sfumature del color cachi che tipo di coni. La protanopia è la completa assenza sono inaccessibili ai tricromatici. Questo può essere dei coni L, la protanomalia ne è carenza o malfun- stato un vantaggio per la caccia e la raccolta del zionamento, e in modo analogo la deuteranopia e cibo, perché noi daltonici siamo meno confusi dai Per quel che riguarda N deuteranomalia colpisce i recettori del verde e le mimetismi naturali. Quindi non siamo solo color la disabilità del rarissime tritanopia e tritanomalia il blu. deficient, anche se purtroppo nel mondo di oggi daltonismo siamo L’incidenza di questi difetti genetici dipende dal questi vantaggi evolutivi sono meno evidenti. ancora a più di cento sesso – è un problema maschile, le donne sono in Non è facile accorgersi di essere daltonici senza anni fa, quando nani, genere portatrici sane – e varia nelle diverse popo- fare i test specifici. Tutti sanno che un papavero è donne barbute e altri lazioni, ma in quelle europee è di circa il 2% fra i rosso, l’erba verde, il cielo azzurro e così via, sicché fenomeni erano esibiti maschi e 0.05% fra le femmine per le anomalie sul chiunque è abituato a chiamare “rosso” il colore dei nei circhi. Una persona rosso, del 6% fra i maschi e 0.4% fra le femmine per papaveri e via dicendo. Un daltonico vede un mon- con disordini nella le anomalie sul verde e circa di una persona ogni do diverso dai tricromatici, ma lo chiama allo stesso percezione cromatica cinquantamila per le anomalie sul blu. modo, e dunque non è facile capire di avere questa non è così spettacolare, La deuteranomalia è la più diffusa, ma la differenza disabilità, o meglio questa differente abilità. Occor- quindi niente circo, di percezione con chi ha difetti sul rosso (protano- re fare confronti sottili, notare che le cose perdono ma indifferenza totale mali) è piccola, le immagini che vedono sono simili, il loro rosso-verde a intensità di luce maggiori di sì. E anche risate, e anche perché i picchi di sensibilità dei coni M ed L quanto accada agli altri, accorgersi che è più diffici- domande sceme tipo sono molto vicini. Per questi motivi, anche sopra, le definire il colore di oggetti molto piccoli lontani, “e questa di che colore descrivo la situazione come se tutti i daltonici fosse- che è più complicato trovare i segnavia sentieristici la vedi?” indicando ro affetti da anomalie nel rosso-verde. Ci differenzia fatti da tricromatici insensibili, reperire deliziose un’arancia, come se un po’ il fatto che i daltonici sul rosso, come sono io, fragoline nel bosco e altre sottigliezze. non sapessimo che lo vedono particolarmente scuro. Le luci dei semafori invece non sono un problema, un’arancia è arancione. D

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sia perché sono in posizioni precise, sia perché sono frequentissimo l’uso di scritte rosse sul verde, che molto differenti fra loro. Per i protanomali, come ci sono evidenti come a voi quelle gialle sul giallino, me, accade semplicemente che il rosso è smorto, soprattutto se proiettate da un apparecchio sbilen- e quindi se un semaforo è in pieno sole può essere co in una stanza non ben oscurata. Se non la smet- difficile capire se è spento o se è rosso; una frenata tete apriremo le ostilità con sfumature del cachi sul risolve il problema. E anche i cartelli stradali con cachi. il bordo rosso vanno benissimo, ma del resto an- Concludo proponendo che il CAI inizi a prendere che il bordo marrone funzionerebbe. Ben diverso in considerazione i suoi 18.000 soci disabili, e dia il discorso per i più recenti cartelli di “fine territo- per primo in Italia il via ad una sensibilizzazione rio comunale”: probabilmente ideati da un pazzo, su questo problema, affrontando per quanto di sua sembrano fatti apposta per essere indecifrabili da, competenza le barriere cromatiche che fanno sof- appunto, più di un guidatore su venti. Io non riesco frire noi “differentemente coloranti”: a distinguere la banda rossa trasversale neppure 1) eliminando totalmente il rosso dalla segnavia fermando l’auto e guardando da vicino. sentieristica; Ma si può, come istituzioni, essere così indifferen- 2) curando che le carte geografiche abbiano codici ti alle barriere cromatiche? Potrei fare molti altri colore visibili a tutti; esempi, ma mi limiterò ad uno che mi tocca da 3) eliminando le evidenziazioni in rosso nelle pre- vicino, e sono le presentazioni alle conferenze. È sentazioni pubbliche e nei siti.

28 / Montagne360 / agosto 2015 far fatica, organizzare la propria partecipazione, narrare, stupirsi, relazionarsi, orientarsi, ascolta- re e ascoltarsi, imparare, sperimentare, affidarsi e via dicendo. Un’esperienza di In sintesi, le esperienze che i pazienti vivono du- rante le escursioni in montagna, e negli incontri di programmazione e di verifica, mirano a svilup- pare l’autonomia personale e sociale, migliorando montagnaterapia la consapevolezza di sé e delle proprie capacità, in particolare nel vivere con sufficiente autonomia le esperienze proposte, le indispensabili relazioni e il controllo delle proprie emozioni. Ovviamente, le attività di “montagnaterapia” re- alizzate dall’équipe sanitaria che partecipa alle escursioni integrano gli interventi “istituzionali” che fanno capo ai due Centri di Salute Mentale. La Convenzione infatti riconosce la responsabilità della progettazione, della organizzazione e della conduzione dell’esperienza, nonché della forma- zione dei gruppi, ai due Servizi sanitari interessati al progetto. Riconoscendo il valore terapeutico e sociale di questa esperienza l’Azienda sanitaria e le due Sezioni del CAI hanno deciso di sottoscrivere la Convenzione in una pubblica riunione allietata da suonate di un quartetto d’archi, a cui hanno partecipato operatori sanitari, utenti dei servizi e numerosi cittadini. Come hanno ribadito in tale sede i Presidenti delle due Sezioni coinvolte, è stato naturale per il CAI aderire alle motivazioni e ai contenuti sotto- scritti perché sono coerenti con le proprie finalità e gli interventi già svolti in diversi ambiti sociali: dall’educazione alla solidarietà, dalla conoscenza al rispetto e alla tutela dell’ambiente, attività in- tegrate da numerose iniziative culturali e di pro- mozione su importanti aspetti della convivenza civile. Ed è proprio l’esplicito valore sociale del pro- di ciascuno. Sono innumerevoli, infatti, i ritorni In salita verso il Rifugio Prosegue la collaborazione dei volontari del CAI di Cittadella getto che va sottolineato, perché qualifica ulte- raccolti nelle riunioni di verifica che seguono cia- Carestiato (Moiazza) riormente l’anima solidale del nostro Sodalizio. scuna escursione, incontri a cui partecipano an- nell'Agordino. Foto Ivo Pesce e di Camposampiero con i Centri di Salute Mentale, anche La collaborazione di volontari del CAI consiste che i volontari. attraverso lo sviluppo di una rete di “Sentieri per la salute” principalmente nella individuazione delle escur- Un ulteriore impegno assunto dai due Presidenti Camminando fra le sioni, in coerenza con le linee guida comunicate CAI è di pubblicare nei siti internet delle sezioni praterie del Monte dall’équipe sanitaria, nell’accompagnamento du- l’elenco, con i dettagli necessari, dei più interes- Avena verso le Vette Nelle Pale di San stata recentemente sottoscritta una Con- Dipartimento di Salute Mentale dell’Ulss. rante le escursioni, integrato da spiegazioni sulle santi “Sentieri per la salute” individuati e frequen- Feltrine. Foto Ivo Pesce Martino. Foto Ivo Pesce venzione tra l’Azienda Ulss n. 15 “Alta Pa- Da alcuni decenni è riconosciuto che quello mon- caratteristiche ambientali, la fauna, la flora e le tati nell’ambito di questa collaborazione. Èdovana” e le Sezioni CAI di Cittadella e di tano è un ambiente idoneo allo svolgimento di un peculiarità storico-sociali dei territori attraversa- L’avanzamento del progetto, diffuso in forme Camposampiero per la realizzazione di un proget- utile lavoro terapeutico orientato alla prevenzio- ti. Inoltre, il volontario del CAI svolge il ruolo di simili in diverse parte d’Italia, richiede ora di to di Montagnaterapia in ambito psichiatrico. ne, alla cura e alla riabilitazione di differenti pro- “facilitatore” per consentire a tutti i partecipanti “mettere in rete” queste esperienze per migliora- L’importante accordo è stato preparato attraverso blematiche, patologie o disabilità fisiche, emotive, di effettuare i percorsi in sicurezza, aiutandoli e re ulteriormente non solo l’efficacia degli inter- una approfondita consultazione reciproca e al ter- relazionali e psichiatriche. sostenendoli e garantendo un adeguato aiuto in venti sanitari e sociali, ma anche la qualità della mine di una lunga collaborazione “informale” che Le esperienze, nello specifico psichiatrico, si sono caso di difficoltà. collaborazione del CAI nel difficile e particolare ha consentito, in alcuni anni, lo svolgersi di oltre moltiplicate soprattutto negli ultimi anni. Viene Il bilancio finora è assolutamente positivo, resti- ambito della salute mentale. 130 escursioni a cui hanno partecipato pazienti e privilegiato il lavoro sulle dinamiche di gruppo tuendo ai volontari non soltanto l’apprezzamento L’articolo è stato curato dai volontari delle Sezioni operatori dei Centri di Salute Mentale (CSM) di utilizzando la pratica escursionistica e alpinistica delle persone coinvolte, ma anche costanti e pre- CAI di Camposampiero e Cittadella (PD) che par- Camposampiero e di Cittadella facenti parte del in tutte le sue dimensioni: camminare, osservare, ziosi elementi che arricchiscono la vita interiore tecipano all’esperienza

30 / Montagne360 / agosto 2015 agosto 2015 / Montagne360 / 31 Dall’Atlantico al Mediterraneo Quasi mille chilometri in mountain bike attraverso i Pirenei, dagli estuari del Paese Basco fino alle calde spiagge catalane

di Claudio Coppola

ove iniziano i Pirenei? Tutti concordano nella risposta: a Hendaye, cittadina francese affacciata sull’Atlantico e dirimpettaia della spa- D gnola Irun, da cui la separa solo un piccolo golfo, tanto che per gli abitanti della penisola iberica i Pirineos hanno origine – ovviamente – dalla seconda. La nostra traversata cicloescursionistica della catena pirenaica dall’At- lantico al Mediterraneo è partita da entrambe, a causa di un fastidioso contrat- tempo, rivelatosi poi essere solo il primo di una serie di tragicomici imprevisti. È primavera, decido che quest’anno, dopo Alpi, Appennini e isole del Tirreno, porteremo le nostre ruote sulle montagne che fan da confine a Francia e Spa- gna, e così Sandro, Daniel ed io, soci della sezione di Este, ci ritroviamo il primo luglio in volo per Bordeaux, da cui continuiamo in treno sino a Hendaye, dove accade il primo misfatto: mi accorgo di avere dimenticato le mie borse da bici in qualche posto (scoprirò al ritorno in Italia che le borse erano rimaste nella hall dell’albergo di Bordeaux!) ed ecco che scesi dal treno in questa località balneare francese sono costretto con i miei due compagni di viaggio a spostarmi ad Irun dove compro qualche maglietta ed altri vestiti da bici perché son rimasto solo con i bermuda che indosso! Sconsolati, ci avviamo verso Elizondo, primo posto-tappa in Navarra che attra- verseremo in tre giorni: scopriamo luoghi magnifici ed il vino tinto, un rosso a 15°, che ci consola assai, ma che va bevuto solo la sera altrimenti le gambe ed i pedali non girano più. Questa prima parte della catena vanta nomi particola- ri come Orbaitzeta, Orreaga (conosciuta dai più come Roncisvalle), Bidasoa, Irabia, Iztarroz: è la terra dei baschi, della pelota e della festa di San Firmino a Pamplona, che si tiene proprio negli stessi giorni con la consueta e un po’ angosciante corsa dei tori o, meglio, dei giovanotti davanti ai tori. Fa caldo per- ché le quote sono ancora basse, non superando i 1500 metri, ma grandi boschi alleviano la nostra fatica con la loro ombra. La grande sorpresa è la ricchezza d’acqua: temevamo di non trovare fontane ed invece in Spagna sono addirit- tura segnalate con apposto cartello stradale. Dopo Isaba il paesaggio cambia repentinamente: entriamo in Aragona e subito ci troviamo ai piedi di grandi montagne, tanto che dobbiamo affrontare una tappa durissima, prima spin- gendo per quattro ore le biciclette lungo il sentiero che sale al colle di Petraficha, poi scendendo nella valle della Mina e infine rimontando sino al pianoro delle Aigues Mortes ed al passo de l’Escale, da cui scendiamo ancora a piedi! Morale: arriviamo al rifugio El Aguila, abbastanza squallido, alle otto e mezzo di sera; per fortuna che qui il sole tramonta assai più tardi che da noi: luoghi magnifici, ma che fatica! Due tappe tranquille ci permettono di riposare e di scoprire le belle località di Panticosa e di Torla: da quest’ultima si accede al parco nazionale di Ordesa e al suo famoso canyon profondo ben mille metri: noi lo ammiriamo dall’alto

32 / Montagne360 / agosto 2015 agosto 2015 / Montagne360 / 33 risalendo la ripida pista che va ad affacciarsi sull’or- a caricarvi la mia bici e ad arrivare nel paesino di In apertura: discesa lo delle grande vallata. È uno spettacolo grandioso, Esterri d’Aneu, dove sono costretto, per poter pro- lungo la pista che da La davanti a noi si apre tutto il massiccio del monte seguire, a lasciare il mio velocipede in custodia e Cuta scende a Nerin. Foto Sandro Lisiero Perdido ed al centro individuo la singolare Brèche ad acquistarne un altro! Senza perderci d’animo, de Roland, curiosa forcella squadrata che la leg- il giorno seguente dobbiamo superare un’altra lun- In questa pagina: foto genda vuole essere stata creata dal conte Rolando, ghissima salita sterrata, il Col de Cabus, che in pre- ricordo sullo sfondo adirato per la sconfitta di Roncisvalle, con un sol mio ci permette l’ingresso nello stato di Andorra, della gran catena di colpo della sua spada Durlindana, nel tentativo di curiosa nazione-francobollo nota per le sue piste da Ordesa. Foto Sandro Lisiero romperla. Anche la discesa infinita verso Escalona sci e le sue banche, oltre che per essere zona franca: è spettacolare: i pendii sono tutti ricoperti di cespu- al rientro in Spagna, i poliziotti iberici perquisisco- A fronte, dall’alto: gli gialli e nel cielo volteggiano numerosi esemplari no le auto (ma non le bici, per fortuna!) alla ricerca romantico laghetto di grifone, raro avvoltoio necrofago, e soprattutto, di merci illegali: in passato troppi turisti, e non solo, lungo il sentiero come nello scialpinismo, discendere senza sforzo varcavano il confine con decine di stereo, fotocame- Nebbie nella vallata ripaga ampiamente della fatica della salita. re e molto altro, ma ora la festa è finita. di Bagergue Altri chilometri ci portano ad affrontare il Collado Stiamo attraversando la Catalogna da quando ab- de Sahun e a risalire al Balneario de Benasque, uno biamo scavalcato il Puerto de la Picade. Sentiamo stabilimento termale a ben 1780 metri di quota che parlare in catalano, una locandiera afferma orgo- ne fa quasi certamente il più alto d’Europa e non vi gliosa “è la mia lingua”, vediamo ovunque cartelli e è niente di meglio che un rilassante bagno nell’ac- insegne bilingui, a volte nelle trattorie i menu sono qua a 35° per riposare la muscolatura dopo 70 chi- scritti in questo linguaggio antico, ma tutti si rivol- lometri di strada e 1500 metri di salite! gono a noi gentilmente in castigliano, lo spagnolo La tappa seguente è la più spettacolare di tutta la ufficiale, di cui mastichiamo alcune frasi e che riu- traversata: scavalchiamo infatti il massiccio del sciamo ormai a comprendere, seppur con qualche Pico de Aneto attraverso il Puerto de la Picada, difficoltà. spingendo anche qui le nostre biciclette lungo un Attraversiamo ora cittadine e paesi, in un paesaggio buon sentiero per quasi tre ore e scendendo sempre più dolce che mi ricorda l’Appennino: Seu d’Urgell, a piedi sul versante opposto: ci salva dalla fame una Belvers de Cerdanya, Ribes de Freser – qui dobbia- bella tortilla di patate, accompagnata da una birra mo rinunciare al periplo del massiccio del Cadì- nel rifugetto Almira che pensavamo chiuso. Moixtero per il tempo minaccioso – poi sputiamo Purtroppo la successiva tappa, la dodicesima, che i polmoni per scavalcare il Collado Verde, ultima percorre l’incantevole vallata di Montgarri, mi ri- vera difficoltà del tour: la discesa su Camprodon serva una seconda, amara sorpresa: in un tratto è anch’essa impegnativa, ma ci conduce in questo sterrato il telaio della mia bicicletta si fessura e non suggestivo paesino dal singolare ponte medioevale posso più procedere in sella, pena il definitivo ce- ad arcate asimmetriche. Iniziamo a sentire profu- dimento della bicicletta. Sono attimi di panico, già mo di mare e scavalchiamo il Col d’Ares, dove pas- penso che la bella avventura si sia bruscamente in- sava il Camino de la ritirada, cioè il sentiero che gli terrotta, ma dopo nemmeno cinque minuti passa antifranchisti percorsero a migliaia dopo la vitto- un signore di Barcellona sulla sua jeep, riusciamo ria del Generalissimo per fuggire in Francia: ed è

Attraversiamo ora cittadine e paesi, in un paesaggio più dolce che ricorda l’Appennino: Seu d’Urgell, Belvers de Cerdanya, Ribes de Freser, poi sputiamo i polmoni per scavalcare il Collado Verde. Iniziamo a sentire profumo di mare e scavalchiamo il Col d’Ares, dove passava il Camino de la ritirada, il sentiero che gli antifranchisti percorsero a migliaia per fuggire in Francia.

34 / Montagne360 / agosto 2015 agosto 2015 / Montagne360 / 35 Note tecniche A fronte: dalle Aguas inglese, lingua poco conosciuta in Spagna. Mi tor- Tuertas al Puerto nano alla mente le cene durante la mia solitaria d'Escale traversata delle Alpi nel 2005, quando cercavo sempre qualcuno con cui chiacchierare. Ammiro In questa pagina: l’unica foto del nostro trio, questo signore indomito che incurante degli anni scattata da un turista al continua a viaggiare e a camminare, mantenendosi Puerto de La Picade così in buona salute. L’ultima tappa inizia sotto un cielo a pecorelle che non promette nulla di buono: per accelera- re abbandoniamo gli sterrati e filiamo veloci sino all’ultimo paesino in terra spagnola, Espolla, dove incontriamo due belle ragazze che hanno appena iniziato la traversata dei Pirenei in senso inverso: proprio in questo Paese che rientriamo per pochi due chiacchiere sono d’obbligo e così pure un au- chilometri, scavalcando infine il penultimo valico gurio per loro che tutto vada bene. Ora un vento della traversata, il Col des Horts, inseguiti dalla impetuoso sembra sbarrarci la via verso la mode- pioggia che inizia a cadere con rade gocce per poi sta altura che ci separa dal mare, ma procedendo trasformarsi in un diluvio dieci minuti dopo il no- a piedi, seppur sballottato dalle raffiche, scavalco stro arrivo all’albergo a Maçanet de Cabrenis, ul- l’ultimo colle, il Col de Banyuls, ed esclamo “thalas- timo posto tappa prima della costa mediterranea. sa!” come i greci nell’Anabasi di Senofonte: è la fine Questo paesino adagiato ai piedi delle ultime vet- dell’avventura, solo una discesa di alcuni chilome- te dei Pirenei ci riserva una simpatica sorpresa: a tri ci separa dall’acqua che tocchiamo sulla spiag- cena facciamo la conoscenza di un distinto signo- gia di Banyuls sur mer, sotto un cielo minaccioso. re inglese classe 1934, che da solo sta percorren- Un’altra traversata è finita, un’altra catena mon- do tutto il GR-10 a piedi e che è molto contento tuosa è stata esplorata: quale sarà la prossima? di scambiare due parole con qualcuno che parli * L’autore è socio CAI della sezione di Este

Puglia | Gargano Speciale soci Numero tappe: 16 Tappa 5: Candanchu-Panticosa (1184 m), (700 m), 75 km (sterrato 40%), per Tor, Lunghezza totale percorso: 926 km 73 km, per Jaca , salite 650 m (oppure per Colkm de Cabus, Civis, S.Julia (Andorra), Dislivello totale salite: 18.000 m circa Col de Izas e Sallent de Gallego, salita tut- salite 1550 m ta a piedi da Canfranc Stazione, discesa in Tappa 13: Seu d’Urgell-La Molina (1450 m), Tappa 1: Hendaye (0) – Elizondo (215 m), sella lungo le piste da sci) 55 km, per Martinet, Belveder de Cerdanya 65 km (sterrato 50%), per la vecchia stra- Tappa 6: Panticosa-Torla (1033 m), 40 m, e Alp, salite 910 m da sino a Bidasoa, poi lungo la pista ciclabi- per Puerto del Calafate, salite 650 m (op- Tappa 14: La Molina-Camprodon (988 m), le della ex-ferrovia mineraria lungo il fiume pure per Col de Tendenera, salita in sella 56 km (sterrato 50%), per Toses, Ribes de omonimo, dopo San Esteban per strada per il 70%, poi lunga discesa a piedi) Freser e Collado Verde, salite 1200 m asfaltata, salite 450 m Tappa 7: Torla-Escalona (610 m), 54 km Tappa 15: Camprodon- Maçanet (345 m), Tappa 2: Elizondo-Orbaitzeta (800 m), 52 (sterrato 80%), per la pista de Las Cutas e 75 km (sterrato 30%), per Col de Ares, km (sterrato 45%), per il Col de Berdaritz, Nerin, salite 1330 m Prats de Mollo, S.Laurent de Cerdanis, Col- il Col de Lindus, Roncisvalle ed il Col de Or- Tappa 8: Escalona-Plan (1100 m), 40 km, km des Horts, salite 1180 m (oppure dopo baitzeta, salite 1680 m per Salines salite 500 m (oppure per collo Colkm de Ares via Notre Dame du Coral e Tappa 3: Orbaitzeta-Isaba (820 m), 57 km, di Urdiceto, in sella per l’80% della salita) Lamanere) per il lago di Irabia, Col de Pikatua e Col de Tappa 9: Plan-Banos de Benasque (1780 Tappa 16: Maçanet- Banyuls sur mer (0), Laza, salite 1070 m (prolungamento via m), 55 km (sterrato 50%), per Collo do 60 km, per Damius, Capmany, Espolla e Zuriza sino ad Ansò, due colli aggiuntivi, Sahun e Benasque, salite 1880 m Col de Banuyls, salite 800 m (oppure per si evita il terribile Col de Petraficha della Tappa 10: Banos de Benasque-Bagergue La Vajol, Le Perthus, cresta di confine per tappa seguente arrivando direttamente a (1419), km.44 (sterrato 60%), per Puerto Col del Pall, lunghi tratti a piedi) La Mina) del Picade e Vielha, salite m.1520 Tappa 4: Isaba-Candanchu (1530 m), 41 km Tappa 11: Bagergue-Ribera de Cardos (900 Cartografia: Istituto Geografico Nazio- (sterrato 95%), per Zuriza, Col de Petrafi- m), 72 km (sterrato 50%), per per valle di nale spagnolo, sito per download gratuito cha, valle del La Mina, Aguas Muertas, Puer- Montgarri, Esterri e Lavorsi, salite 700 m http://centrodedescargas.cnig.es/Cen- to d’Escale e Col de Somport, salite 1910 m Tappa 12: Ribera de Cardos-Seu d’Urgell troDescargas/index.jsp

36 / Montagne360 / agosto 2015 Per entrare nel circuito strutture amiche del CAI rivolgersi a: GNP 335 5666370 [email protected] | Cercateci anche su: www.loscarpone.cai.it A fronte: la grotta di Institute for Evolutionary Anthropology sono (“The timing and spatiotemporal patterning of Manot durante gli riusciti a sequenziare per la prima il volta geno- disappearance” «Nature» 512, 2014, scavi. Foto Manot ma del Neanderthal, hanno utilizzato resti ossei a firma di diversi studiosi americani ed europei) Expedition (Wikimedia Commons) ritrovati in una grotta dei monti Altai in Siberia relativo all’estinzione dei Neanderthal in Europa. (Denisova) e in un sito posto sui monti del Cau- Prof. Grimaldi, cosa è emerso a Manot? In questa pagina, a caso, entrambi risalenti a circa 50mila anni fa. «Manot è una grotta che si trova in Israele quasi destra: i (in Mentre il Denisova risulta già un ominide ge- al confine con il Libano. Nel 2008, mentre una basso, al limite della neticamente diverso da Neanderthal, i resti del ruspa manovrava sul terreno per iniziare dei la- dorsale che si vede al centro della foto), la Caucaso sono unicamente Neanderthaliani. Lo vori di edilizia pubblica, si è aperta una cavità che città di Mentone (in studio sottolinea come questa specie fosse parti- ha rivelato un pozzo verticale molto profondo; basso a sinistra). colarmente attrezzata per le terre alte, a fronte di l’intervento di speleologi locali ha permesso di Foto Stefano Grimaldi una struttura ossea e muscolare più importante esplorare la cavita sottostante. La grotta è di di- negli arti inferiori. Già questa ricerca aveva se- mensioni molto grandi e si è rivelata subito come In basso: manufatti litici dal Riparo Mochi gnalato come vi fosse un flusso genico tra Deni- una vera capsula temporale intatta grazie al fatto provenienti dai livelli sovani, Neanderthaliani e uomini moderni nel che per almeno 15mila anni è rimasta sigillata. Al abitati dagli ultimi tardo Pleistocene, ma mancava un reperto prove- suo interno è emerso – tra gli altri reperti – un Nanderthal. niente dal “periodo oscuro”, ovvero da quel perio- Foto Stefano Grimaldi do storico durante il quale l’Homo sapiens ha pri- ma affiancato e poi rimpiazzato il Neanderthal. È proprio in questa fase storica che si collocano i resti umani della grotta israeliana di Manot che potrebbe finalmente fornire delle ipotesi con- crete sul periodo di transizione. Manot è posta in quel “corridoio levantino” che i primi sapiens percorsero per uscire dall’Africa e arrivare in Eurasia, come comprovano diverse evidenze ar- cheologiche quali i reperti della vicina grotta di Qafzeh, che ha restituito sapiens di circa 110mila anni fa, forse i resti più interessanti da quando questa specie ha lasciato la Rift Valley 120mila anni fa.

Per capirne di più torniamo ad incontrare il Prof. Stefano Grimaldi dell’Università degli Studi di Grotte, montagne Trento, Presidente della Commissione UISPP (Union Internationale des Sciences Préhistori- ques et Protohistoriques) dedicata allo studio delle strategie preistoriche e protostoriche di ed evoluzione umana mobilità ed insediamento in ambienti monta- ni (HOME-Human Occupations in Mountain Environments) nonché firmatario dell’articolo I risultati di sette anni di ricerca archeologica nella scientifico pubblicato lo scorso anno su Nature grotta di Manot, in Israele, svelano una nuova pagina della nostra storia di Massimo Frera e Veronica Del Punta

nche in campo archeologico la monta- anatomicamente moderno, l’Homo sapiens. Non gna sta restituendo reperti preistorici sappiamo però come sia accaduto questo passag- A importanti che possono dare risposte gio, come i primi siano spariti e perché i secondi a quesiti che da decenni la comunità scientifica siano sopravvissuti. Dei circa trenta siti arche- internazionale si pone. Sappiamo ad esempio ologici in cui sono stati recuperati resti ossei di che l’uomo di Neanderthal è apparso in Europa Neanderthal, una buona parte sono in terre alte, poco prima di 120-150mila anni fa e sappiamo come sul Monte Circeo in Italia o sulle alture del- anche che a partire da circa 40-30mila anni fa la Macedonia occidentale. ne abbiamo perso le tracce a favore dell’uomo Quando nel 2014 i ricercatori del Max Planck

38 / Montagne360 / agosto 2015 agosto 2015 / Montagne360 / 39 quali i manufatti di pietra, i focolari, le tecniche di caccia e altro ci permetterà di comprendere lo stile di vita di questo individuo e dei suoi contemporanei e forse di capire le ragioni del loro successo adattativo in tutto il mondo». Altra questione importante è quella dell’even- tuale trasmissione tecnologica, nonché rituale, tra le due specie. Ci risulta che proprio studi ine- renti i resti italiani del cosiddetto Homo Uluz- ziano in Puglia dimostrino come le due specie si siano sovrapposte per un periodo massimo di 5.400 anni. Ma esistevano inizialmente delle differenze tra le culture materiali delle due spe- cie? O entrambe al momento del “primo contat- to“ avevano strumentazione simile? «Come già detto, le testimonianze archeologiche più diffuse in Europa indicano una diversità com- portamentale molto netta tra gli ultimi Neander- thal e i primi sapiens come nel caso del Riparo Mochi ai Balzi Rossi in Liguria dove le evidenze del comportamento sapiens sono risultate essere le più antiche d’Italia. In alcune regioni però la scompar- sa dei neanderthaliani è preceduta da un periodo cranio di Homo sapiens coperto da concrezioni. in Europa. di qualche millennio durante il quale le evidenze I colleghi israeliani hanno datato tali concrezioni «Se Neanderthal e i primi Homo sapiens potes- In questa pagina: la archeologiche mostrano un comportamento di- rivelando quindi che l’età dell’individuo dovrebbe sero riprodursi o che lo abbiano fatto è un argo- falesia dei Balzi Rossi verso dal “tipico” neanderthaliano e simile a quel- aggirarsi intorno ai 50mila anni». mento che accende l’interesse e la curiosità. Il vista da Mentone. lo che caratterizzerà il sapiens. Tali regioni, l’Italia Foto Lemone (Wikimedia Perché questo ritrovamento è così speciale? dibattito nella comunità scientifica è ancora lon- meridionale e la Francia centro-occidentale, sono Commons) «Lo studio di ciò che accadde in Europa e Medio tano dal raggiungere una conclusione condivisa. oggi l’oggetto principale delle ricerche archeologi- Oriente nel periodo cronologico compreso all’incir- Purtroppo le evidenze sono legate soprattutto agli A fronte, dall’alto: che; la discussione sull’interpretazione di tali evi- ca tra i 60 e i 40mila anni fa è fondamentale per studi genetici che basano le loro conclusioni su pitture parietali nella denze rimane accesa ma ancora lontana da una comprendere le origini e i motivi del successo di dati molto spesso parziali o relativi a singoli indi- Grotta Chauvet-Pont conclusione». d’Arc, Ardèche (Francia). Homo sapiens. In questo periodo, il corridoio le- vidui fossili i quali possono fornire informazioni In Italia lei è a capo di scavi come presso il ri- Foto Thomas T. vantino era sicuramente frequentato sia da Nean- limitanti o addirittura fuorvianti in base al pro- (Wikimedia Commons) paro Mochi ai Balzi Rossi presso Ventimiglia. derthal che da Homo sapiens e il ritrovamento di prio percorso filogenetico. Personalmente, non Cosa ci dicono le ricerche sul suolo italiano Manot è una ulteriore conferma a riguardo. Ma il essendo un genetista ma un archeologo, preferi- Riparo Mochi ai Balzi e in particolare in ambiente montano o spe- cranio di Manot ci rivela qualcos’altro: ci fornisce sco valutare le testimonianze provenienti dai siti Rossi. Foto Stefano leologico di questo passaggio da una specie Grimaldi e Tom Higham un cronometro con il quale far iniziare l’arrivo dei archeologici come ad esempio la grotta di Manot all’altra? (Università di Oxford) sapiens nella vicina Europa attraverso l’Anatolia e e queste ci indicano che Neanderthal e Homo sa- «Le grotte sono sempre state il migliore dei ripari successivamente i Balcani; le più antiche testimo- piens hanno sempre seguito stili di vita e compor- Alcune delle caverne dei per tutti i gruppi umani del passato e ovviamente nianze della loro presenza in questi territori infatti tamenti troppo differenziati per poter giustificare Balzi Rossi. l’ambiente montano ha sempre rappresentato un sono successive alla datazione di Manot. Quindi una qualche forma di ibridizzazione tra loro». Foto Lemone (Wikimedia habitat importante per la sopravvivenza umana Commons) possiamo ritenere l’individuo di Manot come il Cosa cambia questa scoperta nello studio grazie alle risorse naturali – come la selce – e ali- capostipite delle generazioni successive che da dell’evoluzione umana? mentari. Il passaggio tra Neanderthal e sapiens quel momento hanno deciso, per qualche motivo «La scoperta dell’uomo di Manot non rivoluziona è testimoniato prevalentemente nelle grotte. In che ci è ancora ignoto, di colonizzare l’Europa de- particolarmente le nostre conoscenze ma aggiunge molte di esse, l’uomo preistorico non solo ha vis- terminando l’estinzione dei Neanderthal». significativi elementi alla nostra comprensione suto, dormito, mangiato ma ha anche sepolto i Ad oggi sappiamo che il Neanderthal era dif- dei fenomeni evolutivi e adattativi che hanno suoi cari (come ad esempio ai Balzi Rossi in Ligu- fuso in tutta l’Europa centrale e orientale, caratterizzato la storia culturale della nostra ria) e prodotto ciò che lo ha reso distinguibile da- giungendo fino al Mar Caspio, con ritrova- specie. In particolare, bisognerà ulteriormente gli animali: l’arte parietale. Se consideriamo che menti persino nel centro dell’Asia. Lo studio definire le modalità attraverso le quali le grotte dipinte come quelle francesi (, del DNA ha mostrato differenze minime – dal Neanderthal e Homo sapiens hanno sicuramente Chauvet) o spagnole (Altamira) sono dei veri e 2 al 4 per cento se consideriamo ominidi non convissuto nel Levante e quali possono essere propri labirinti privi di luce, non possiamo fare africani – rispetto al sapiens con il quale condi- state le cause per cui tale equilibrio si è rotto a meno di ritenere che l’ambiente sotterraneo vide lo stesso volume cranico interno. Emerso determinando l’entrata dei sapiens in Europa. oscuro deve avere da sempre suscitato attrazio- circa 200mila anni fa, si pensava che il Nean- Infine, lo studio del comportamento dell’uomo di ne e provocato profonde suggestioni nell’animo derthal si fosse “mescolato” con il sapiens solo Manot attraverso le testimonianze archeologiche umano sia preistorico che attuale».

40 / Montagne360 / agosto 2015 agosto 2015 / Montagne360 / 41 l’atteggiamento culturale diventando motivo di interesse dentro e fuori delle valli, capace di crea- I trovatori delle re una forte aggregazione». Spesso nei vostri album discografici, e anche nei vostri concerti, c’è la presenza di cori: che cosa è per voi la musica corale? montagne «Il cantare per la gente dell’arco alpino e – in par- ticolare nell’Occitania – è un fatto importante. La coralità delle nostre valli, e delle valli dei Pirenei Intervista ai Lou Dalfin, gruppo piemontese impegnato dove c’è una tradizione straordinaria, significa un nel recupero della tradizione musicale occitana modo per ritrovarsi, per stare insieme, per strin- gersi quando fa freddo». di Lorenzo Neri La montagna è stata spesso confusa con l’im- mobilità, con le tradizioni rigide che non am- mettono deroghe. Voi avete scompaginato tut- to … «C’è un falso mito della montagna che vuole la incontro tra la gente. Ecco, io della montagna ap- gente, gli uomini e le donne incrostati con i mu- prezzo soprattutto la gente». schi e i licheni. Tutto sbagliato: la montagna è La vostra musica ha creato una nuova sociali- apertura, è scambio, è terra di confine, di scam- tà, soprattutto attraverso il ballo, le danze, che bi, di sale, capelli, acciughe… la montagna è la caratterizzano tutti i vostri concerti con mi- terra d’incontro, di comunicazione, tra le genti. gliaia di persone coinvolte. Questo è stato un Da sempre, perché si andava in giro, dappertut- modo per far scoprire, apprezzare, la cultura to. C’era il mestiere di suonatore di ghironde, occitana? un musicante nomade, libero. È il mestiere che

Per maggiori «Sì, ne siamo convinti. Il fatto musicale ha smos- ho voluto riprendere. Fare mio: è il modo di vi- informazioni: so profondamente l’ambiente, è diventato una vere del montanaro che, intimamente, non ha www.occitamofestival.it bandiera riconosciuta che ha fatto cambiare confini».

Occit’amo

È nel segno del Monviso, la meravi- gliosa piramide del Re di Pietra, il fe- stival “Occit’amo” che, fino alla fine di ottobre, propone in sei vallate del Cuneese (anzi, dell’antico Marchesa- to di Saluzzo) un ricco cartellone di concerti, spettacoli teatrali, rassegne cinematografiche, escursioni a piedi, in mountain bike e persino in costume sino al “Buco di Viso”, il primo traforo alpino fatto costruire dal marchese trovatori sono nuovamente di scena nel festi- Abbiamo intervista Sergio Berardo, leader del Ludovico II ai 2950 metri del colle del- val “Occit’amo” che, iniziato a luglio, sta regi- gruppo “Lou Dalfin”, musicista, musicologo, pa- le Traversette e inaugurato nel 1480 Istrando un grande successo nelle vallate alpine roliere, polistrumentista soprattutto con la sua per agevolare i commerci tra il Pie- Po, Varaita, Maira, Grana, Stura e in alcuna comuni “ghironda d’attacco”. monte e la Francia. della pianura piemontese. Il tutto con epicentro a Insomma il Monviso assurge a simbo- Saluzzo dove, dal 30 ottobre al 1 novembre, si terrà Che cosa è per lei, per voi Dalfin, oggi la lo – in entrambi i versanti – della terra l’ “Uvernada”, la festa d’inverno organizzata dai Lou montagna? dei trovatori, poeti-musicisti erranti Dalfin, il gruppo occitano più famoso d’Europa. Sa- «Innanzitutto una realtà che ha il diritto di esi- (gli antesignani dei cantautori?) che ranno ospiti musicisti del Paesi Baschi e i migliori stere, come tutti gli altri posti, ma spesso questo con il loro girovagare di corte in cor- artigiani liutai e avranno ampio spazio i prodotti destino sembra essere negato quando decidono te, di castello in castello – cantando del territorio selezionati e presentati da Slow Food, gli altri. La montagna è spesso considerata una soprattutto l’amore – sono stati fra i movimento internazionale del gusto nato anch’esso risorsa, anche maltrattata, che però ha vissuto primi ambasciatori dell’unità culturale all’ombra del Monviso. bene come terreno di scambio, di passaggio, di europea.

42 / Montagne360 / agosto 2015 agosto 2015 / Montagne360 / 43 Il Buco del Piombo e la Valle Bova Le caratteristiche geologiche, le testimonianze paleontologiche e la memoria dell’uomo conferiscono unicità e valore alla grotta e al territorio. È un grande patrimonio naturalistico e storico, da studiare e proteggere di Alessandro Marieni, Marzio Merazzi, Adolfo Merazzi, Paola Tognini a Valle Bova si colloca nei primi con- La galleria iniziale del animi e le passioni belliche, subentrarono l’ab- sul Lago di Como. Durante gli scavi del 1909, trafforti della fascia prealpina lom- Buco del Piombo. bandono della grotta e la rovina del manufatto. promossi dall’archeologo Antonio Magni, fu ac- L barda, a nord della zona collinare Foto Emanuele Citterio Ma un paio di secoli dopo l’interesse per la caver- certata la presenza neolitica dell’uomo attraverso na fu rinnovato dalle visite dei naturalisti Dome- cocci e livelli carboniosi. La frequentazione prei- compresa tra Como e Lecco e nel settore sud Cartolina d’epoca del occidentale della Penisola Lariana. Allo sboc- Buco del Piombo nico Vandelli (1763) e Carlo Amoretti (1794), uno storica umana è accertata anche dalle campagne co della valle, verso sud, si trovano i piccoli dei precursori della speleologia lombarda. Tra il di ricerca di Carlo Maviglia (1936-39): il mate- laghi prealpini di Alserio e Pusiano. La valle è 1823 ed il 1849 la grotta fu di nuovo alla ribalta riale acquisito è assegnato al Paleolitico medio. un’area ad elevata valenza naturalistica e gran grazie agli acquarelli di Carolina e Federico Lose, Nel 1942, Claudio Sommaruga curò la stesura del parte del territorio è tutelato dal 2007 con ai versi poetici di vari autori, alle prime attività primo rilievo topografico del Buco del Piombo e l’istituzione della Riserva Naturale Regionale scientifiche di Paolo e Ignazio Corti e del geologo dopo la parentesi bellica gli speleologi comaschi Valle Bova. Giovanni Omboni ed alle narrazioni storiche di iniziarono a organizzare periodiche campagne Carlo Annoni, Cesare Cantù ed altri. Le scoperte esplorative che interessarono, tra l’altro, la dira- Il Buco del Piombo fu frequentato paletno-paleontologiche e archeologiche, ad ope- mazione sud ovest che allora terminava contro dai cacciatori preistorici, che hanno ra di Annoni e Pompeo Castelfranco, restituirono una barriera naturale, superata nel 1953 e total- lasciato abbondanti selci lavorate nel 1831 e 1879 oggetti romani e medioevali e nel mente esplorata l’anno dopo con una memorabile 1894 vennero riconosciuti i primi resti di Ursus spedizione documentata dalla RAI. La successiva L’area è prettamente montuosa anche se le spelaeus. Nel 1897 l’ingegner Felice Gallavresi trasformazione in museo aperto ai turisti portò cime più alte, nel settore settentrionale della tentò di incanalare le acque per uso idroelettrico, all’interruzione delle esplorazioni speleologiche valle, superano di poco i 1300 metri. Verso sud come già fatto nel Buco dell’Orso presso Laglio fino al 1979, quando lo Speleo Club Erba scoprì si sviluppa il solco vallivo del torrente Bova, nuovi ambienti ricchi di concrezioni e di resti fos- costituito da una forra, l’Orrido di Caino, fian- sili di orso. cheggiato da alte falesie. Uno degli elementi morfologici di maggior rilevanza, tuttavia, è Le conoscenze idrologiche hanno l’altipiano carsico dall’Alpe del Vicerè, inte- dimostrato la correlazione di ressato da diffusi fenomeni di carsismo sia numerose grotte dell’Alpe del Vicerè profondo che superficiale. Le grotte sono distribuite in tutta l'area in Nei vent’anni successivi la caverna rimase impra- ragione delle caratteristiche delle rocce affio- ticabile per questioni di proprietà. Alla riapertura ranti. La maggior parte delle cavità, nonché le le esplorazioni proseguirono con il collegamento principali forme di carsismo superficiale, sono ad altre grotte dell’Alpe Turati: si è venuto così a concentrate in corrispondenza della formazio- formare un complesso carsico di notevole esten- ne del Calcare Maiolica, di età cretacea, che è sione. Purtroppo nel 2012 una serie di crolli dalla una delle rocce che più si prestano alla forma- parete sovrastante la caverna ne resero insicuro zione di cavità. l’accesso, nuovamente vietato in attesa (2015) di La grotta sicuramente più conosciuta, e fre- provvedimenti adeguati. quentata non solo dagli speleologi, è il Buco Il Buco del Piombo, In apertura: concrezioni del Piombo, che rappresenta la parte termina- crocevia della storia nella Grotta Lino. Prospettive di tutela Foto Emanuele Citterio le del più vasto sistema sotterraneo – in gran Il Buco del Piombo è stato frequentato dai caccia- e valorizzazione del territorio parte ancora sconosciuto – in cui scorrono le tori nomadi neandertaliani, che hanno lasciato In questa pagina: i Le esplorazioni speleologiche condotte sistema- acque drenate nel cuore del sistema stesso, traccia di sé nelle abbondanti selci lavorate rin- depositi di sedimenti nel ticamente dagli anni Ottanta del secolo scorso, formato dalle grotte Lino e Stretta. venute nelle campagne di ricerca del Novecento. ramo attivo della grotta hanno portato alla consapevolezza della necessi- Il Buco del Piombo, interessato negli anni Anche le genti del Neolitico vi trovarono riparo e Lino. Foto Luana Aimar tà di un approccio globale sia per lo studio che Cinquanta e Sessanta da una gestione turistica hanno lasciato tracce di focolari e reperti di va- per la tutela e gestione del fenomeno carsico nei primi 300 metri di sviluppo, è senza dub- sellame. Dopo qualche millennio, l’intolleranza dell’area del Buco del Piombo; le conoscenze re- bio una delle grotte più famose ed importanti religiosa degli imperatori Decio e Diocleziano lative all’idrologia sotterranea hanno dimostrato del panorama speleologico lombardo. Il suo portò nuovi frequentatori nella grotta. Nei secoli la correlazione di numerose grotte dell’Alpe del imponente portale d’accesso, alto ben 45 me- seguenti, le invasioni e le guerre ricorrenti spin- Vicerè, che vanno viste nel loro insieme come tri, ha infatti ospitato insediamenti umani già sero le popolazioni locali a fortificare la caverna. un unico sistema carsico. In attesa di una norma in epoca preistorica; la costruzione al suo in- Il Buco del Piombo diventò punto di osservazio- nazionale che disciplini la corretta gestione delle terno di infrastrutture verosimilmente a sco- ne in contatto visivo con i castelli della Brianza e aree carsiche, la Federazione Speleologica Lom- po difensivo in epoca tardo-romana e anche la rifugio per sfuggire ad epidemie e pestilenze. La barda – assieme alla Regione Lombardia, alla frequentazione nel Medioevo ne testimoniano grotta fu anche usata per sfuggire le rappresaglie Riserva Naturale Regionale Valle Bova e con il l’importanza storica ed archeologica. del Barbarossa dopo la sconfitta subita a Carcano contributo della Fondazione Cariplo – ha realiz- Oltre a questo, poi, il Buco del Piombo è un nel 1160 da parte degli erbesi, poi nel Cinquecento zato nel 2011-12 in quest’area un progetto pilota sito di rilevanza paleontologica anche per il divenne l’“inespugnabile fortezza” voluta da Gian sperimentale volto alla elaborazione di opportu- suo giacimento fossilifero ricco di resti di Ur- Giacomo Medici detto il “Medeghino”, figura cen- ni sistemi di pianificazione e gestione territoriale. sus spelaeus e di altri mammiferi preistorici. trale nei conflitti tra Francia e Spagna. Sopiti gli L’idea è scaturita dall’esperienza maturata nella

46 / Montagne360 / agosto 2015 agosto 2015 / Montagne360 / 47 A fronte: acque sotterranee nella Grotta Lino. Foto Emanuele Citterio

In questa pagina: panoramica dall’elicottero della Valle Bova. Sullo sfondo si stagliano i rilievi delle Grigne. Foto Ottica Peverelli

redazione del piano di gestione della Riserva Na- fattiva cooperazione di istituzioni e mondo spele- turale, che ha consentito di definire alcune priori- ologico per la produzione di specifiche linee guida tà gestionali derivanti dalla necessità di conciliare gestionali. Inoltre la presenza in quest’area di una le attività antropiche, compreso lo sviluppo turi- grotta di indubbio interesse turistico e di facile ac- stico, con la salvaguardia dell’ambiente carsico. cesso quale il Buco del Piombo – se correttamente In sintesi, questo progetto ha consentito la messa inserita in un processo di rilancio di una fruizione a punto di un metodo che consente di valutare la consapevole ed ecocompatibile e in accordo con le vulnerabilità degli acquiferi carsici e di giunge- finalità istitutive dell’area protetta in cui la grotta re ad una zonizzazione del rischio di alterazione è inserita – potrà senza dubbio svolgere in futuro delle grotte e di inquinamento delle acque sotter- un ruolo di primaria importanza nel diffondere ranee. È stata quindi un’importante occasione di tra il grande pubblico una maggiore sensibilità sperimentazione sul campo in un’area speleologi- nei confronti degli ambienti carsici e delle sue camente ben conosciuta e studiata, che ha visto la peculiarità.

La valle Bova, grotte e geologia

Attualmente nell’area interessata dalla Ri- rano diverse formazioni rocciose di natura 40 grotte che si sviluppano per chilometri serva Naturale Regionale Valle Bova sono sedimentaria e di età compresa tra il Giu- attraverso passaggi esplorati e cartogra- inserite, nel catasto speleologico lombar- rassico medio-inferiore e il Cretaceo. fati di cui la maggior parte concentrati do, 110 grotte per un totale di oltre 9000 Oltre alla presenza di calcari molto carsifi- all’interno delle grotte afferenti al sistema metri rilevati, tra queste spicca il sistema cabili, la Valle Bova è nota anche per i suoi ipogeo principale cioè il complesso carsico carsico dell’Alpe del Vicerè che totalizza giacimenti fossiliferi, ricchissimi di resti di dell’Alpe del Vicerè. uno sviluppo di 7064 metri per una profon- antichi cefalopodi marini oggi estinti: le Le esplorazioni speleologiche prima, e la dità di 167. ammoniti. Nel settore meridionale della stessa istituzione della Riserva Naturale Il sistema conta 6 ingressi, Lo/Co 2208 valle, invece, e a quote relativamente basse poi, hanno sottolineato l’importanza di Buco del Piombo, Lo/Co 2360 Grotta Lino, sono presenti anche depositi glaciali che salvaguardare il reticolo carsico e l’acqua Lo/Co 2621 Grotta Stretta e Lo/Co 2055 testimoniano come l’area sia stata interes- in esso contenuta, così come è stata evi- Spazzacà del Bus del Piumb. Oltre agli in- sata in passato dai ghiacciai Quaternari. denziata la necessità di tutelare anche le gressi principali del complesso esistono al- Come detto, la presenza di una formazio- zone di risorgenza delle acque sotterranee tri due ingressi, uno per la grotta Lino, “In- ne rocciosa molto carsificabile ha posto le e cioè le sorgenti che, essendo il collega- gresso Nero”, e uno per il Buco del Piombo, basi per l’instaurarsi in quest’area di una mento tra due ambienti molto diversi, sono “Ingresso Lomaca”. articolata circolazione idrica sotterranea. aree molto delicate e di estremo interesse Dal punto di vista geologico nell’area affio- Attualmente, infatti, sono conosciute oltre naturalistico.

agosto 2015 / Montagne360 / 49 Il terremoto e la demone del Tibet Una leggenda tibetana potrebbe spiegare i frequenti terremoti con i movimenti di un’immenso demone femminile sepolto sotto il Tibet e l’Himalaya. Una principessa riuscì a imprigionarla, ma talvolta un arto si libera e la terra trema La catena dello Shisha Pangma nella prima luce dell’alba. di Maria Antonia Sironi Foto Carlo Meazza demone che si è messo in agitazione. Nella valle dell’Arun ci hanno descritto il re dei Lu, chiama- to Lu Gyalbo, come responsabile di frane, smot- tamenti, inondazioni e terremoti. Che la sua sia una vendetta contro coloro che inquinano e non rispettano la Terra? Anche a nord dell’Himalaya esistono divinità sotterranee, molteplici e variegate. Ne esiste una, in particolare, che potrebbe essere considerata la maggiore e che ha trovato un illustre portavoce in un testo sacro: il Mani Kabum. È questa una raccolta di profezie e di insegnamenti volti a ce- lebrare la gloria di Songtsen Gampo, il fondatore La “demonessa” del acquattati negli stagni e nei burroni. In alto, in- dell’impero tibetano, colui che introdusse in Ti- Tibet come è stata vece, verso il cielo e sulle alte montagne, immersi bet la scrittura e il buddhismo, che viene ricono- raffigurata secondo le nel candore delle nevi, stanno gli dei, gli spiriti, e sciuto come emanazione della divinità buddhista indicazioni di Wengchen, la moglie cinese del re questi, se devotamente invocati, possono venire Avalokiteswara – di cui è considerata emanazio- Songtsen Gampo in aiuto degli uomini. ne anche il Dalai Lama – e che ebbe fra i suoi di- Quando vivevamo in quelle aspre vallate abbia- scendenti il re di Gungtang, il padre della giovane mo sentito spesso parlare dei Lu. Ricordo un sa- Principessa. cerdote labon, depositario di una religione locale Si tratta della “demonessa” del Tibet, la cui im- antichissima, che non ci lasciava avvicinare alle magine si trova esposta in un museo di Lhasa. pozze d’acqua, che pregava prima di attraversare “È la “demonessa” che sta supina sotto il vostro le frane, o quando era in prossimità delle mon- suolo.” Così possiamo pensare che si esprimes- tagne. Ho saputo che a Namche Bazar, subito se Wenchen, una principessa venuta dalla Cina dopo il recente sisma, qualcuno ha parlato di un come sposa del re Songtsen Gampo. Wenchen era

Un po’ di storia geologica

e tracce dei terremoti in Tibet sono anti- Qui in alto: la Che la superficie della terra sia in garsi, spaccarsi, inarcarsi, a “saltar che, si può dire che esistono da quando poderosa catena movimento, anche se non perce- fuori”. Si è formata così la catena vi è la scrittura. Ovviamente i terremoti himalayana è pibile su scala temporale umana, dell’Himalaya, con picchi di oltre L il magnifico è cosa nota. Tutti sanno che le 8000 metri, il cui sollevamento non c’erano anche prima, per lo meno da quando l’al- fondale delle più placche continentali si spostano, si è ancora concluso. Le fratture prin- topiano tibetano si sollevò. E la catena himalaya- caratteristiche Kathmandu na emerse innalzandosi verso il cielo. Milioni di vedute tibetane. allontanano, oppure si avvicinano e cipali, chiamate faglie, decorrono anni fa. Movimenti su scala geologica, lentissimi, Foto Mario Vianelli collidono. in prevalenza parallelamente alla ma con qualche scossone – ogni tanto. La placca indiana, separatasi catena himalayana e sono le zone Qui a sinistra: dall’Africa, sta migrando lentamen- più sottoposte ai movimenti di as- Gli scossoni fanno paura, perché la terra trema la principessa di e il mondo dove abitano gli uomini si sconvolge. Gungtang nella sua te verso nord, ma sul suo percorso sestamento e quindi ai terremoti. Si staccano le frane, precipitano le valanghe, ce- veste di monaca, ha incontrato la placca dell’Eurasia, raffigurata sul molto più stabile e ben radicata. -2,5 0 2,5 dono gli sbarramenti dei laghi montani e, dove ci In alto: il sollevamento frontespizio del libro sono, crollano le case. La terra fa paura, anche se Nello scontro la placca indiana si è in metri della regione del suo maestro “infilata” sotto a quella euroasiati- di Kathmandu in dà la vita. Bodong Chogle conseguenza del Coloro che abitano nelle scoscese valli dell’Hi- Namgyal. ca, che si è sollevata dando origine terremoto del 25 malaya meridionale dicono che il suolo è la sashi Foto Hildegard alla catena himalayana e all’alto- aprile (rilevamento Diemberger piano tibetano, con un’altezza me- ama, la madre terra. È colei che tiene in vita gli del satellite Sentinel Quando lei aveva quattro anni la terra tremò vio- uomini producendo il loro nutrimento e che li ac- dia di 4000 metri. Il mare intanto si 1, NASA Earth lentemente. Il palazzo del ministro crollò. La giova- coglie nel suo grembo al termine dell’esistenza. è allontanato ed ha lasciato alcuni Observatory) ne principessa unì le mani nel mudra e disse: “Oh Allo stesso tempo però il sottosuolo ospita nume- residui che gradualmente scompa- voi Tenma, divinità del cielo, placate la terra.” Allora rosi spiriti ambigui, facilmente vendicativi, che riranno, i laghi salati del Tibet. A fianco: schema tettonico della regione il tremore si arrestò e le crepe si chiusero. La zona di collisione è sottoposta a possono provocare disastri. Per i tibetani sono i tibeto-himalayana Lu – che corrispondono ai Naga della tradizione forze implacabili che costringono la (disegno di Jana Dalla biografia della “Principessa di Gungtang”, 1426 sanscrita – talora visibili in forma di serpi, spesso parte estrema delle placche a pie- Diemberger)

52 / Montagne360 / agosto 2015 agosto 2015 / Montagne360 / 53 una maga, depositaria di una antica sapienza cine- se, ed era arrivata dopo un lungo e faticoso viaggio, funestato anche da un terremoto. Giunta in Tibet aveva trovato il sovrano alle prese con un grave problema. Pervenuto al colmo della gloria voleva edificare una nuova città come sua capitale che avrebbe chiamato Lha sa, “il posto degli dei”, ma c’era qualcuno che ostacolava i lavori. Di giorno si costruiva e di notte qualcuno distruggeva. Gli abitanti delle valli himalayane dicono che il suolo è la sashi ama, la madre terra

Secondo il vaticinio di Wenchen, autrice dei mi- sfatti era la “demonessa” nascosta nel sottosuolo. E la descrisse come un essere malevolo, feroce e immenso, in perenne agitazione. Il suo corpo si estendeva sotto l’intero territorio del Tibet, e ol- trepassava le montagne dell’Himalaya. Se le sue Lhasa verso est. Il resto del corpo si estendeva a Dall’alto: l’ingresso fattezze si possono vedere nel disegno che la raf- distanze non precisate, ma immense. Era lei che del Jokhang, a Lhasa, figura, alcune sue parti sono riscontrabili anche impediva il sorgere della città e quindi l’espansio- il principale tempio nella realtà. I seni si trovano in corrispondenza ne della regale gloria. Nulla si poteva fare contro la buddhista tibetano. Foto Mario Vianelli delle alture di Lhasa – su una è stato edificato il sua potenza, a meno che… Potala, sull’altra l’antica scuola di medicina tibeta- Se le si toglieva la linfa vitale, se si fosse riusciti a Sacerdote labon. na oggi sostituita da una grande antenna televisi- incatenarla. Foto Hildegard Il Potala, va, il mons veneris corrisponde al rilievo più alto, Una grande opera di drenaggio venne compiuta Diemberger tradizionale sede quasi cinquemila metri, che si trova appena fuori fra gli acquitrini della piana dove oggi sorge la dei Dalai Lama a Lhasa

54 / Montagne360 / agosto 2015 città di Lhasa e un tempio venne costruito sul suo sede dell’antico regno di Gungtang dove era vis- cuore: il Jokhang, che sarebbe divenuto il centro suta la Principessa che da bambina “fece placare del buddhismo tibetano. la terra”. La Principessa che sarebbe divenuta La “demonessa” era finalmente bloccata? fondatrice di una linea di reincarnazioni femmi- Neanche per idea! Anzi, continuava ad agitarsi. nili e che si sentiva addosso il peso dell’eredità Fu quindi necessario aumentare i “punti di bloc- del grande antenato Songtsen Gampo. co”, e sul corpo della “demonessa” vennero inse- Il tempio della caviglia, il Chamdrin Lakhang, riti altri templi. Due sulle spalle, due sulle anche. l’abbiamo visto e fotografato anni fa poi per in- Il corpo era fermo, ma gli arti continuavano a curia è andato in pezzi. È stato ricostruito ed divincolarsi diabolicamente. Fu necessario allora ora, con il recente terremoto, è nuovamente fissare ginocchia e gomiti, e poi polsi e caviglie. crollato. Finalmente la “demonessa” era immobile, bloc- Come in tutto il Tibet e in tutto il Nepal, qui la cata da una serie di “quadrati magici concentrici”. terra trema spesso. Lo ha fatto nel 1426, sicura- Dell’antica narrazione esistono diverse interpre- mente nel 1934 quando la non lontana città di tazioni da parte degli studiosi, tutte comunque Kathmandu venne quasi rasa al suolo, e chissà nella prospettiva buddhista, e la “demonessa” quante altre volte – prima e dopo – con un al- domata è spesso descritta come simbolo delle tissimo numero di vittime di cui si è persa ogni forze naturali, delle divinità montagna, degli spi- memoria. riti delle acque, di tutto ciò insomma che c’era di E oggi? C’era da aspettarselo, verrebbe da dire, primordiale in contrapposizione con la visione il “polso sinistro”. Eravamo in Buthan e abbiamo In questa pagina: il quando il 25 aprile 2015, alle 11.56, la terra ha saggia e serena offerta dal buddhismo, il quale stupito i monaci chiedendo informazioni, noi tempio del polso in tremato ancora. Un moto prolungato, violento, li aveva praticamente sconfitti relegandoli nel stranieri, circa l’antica vicenda di cui loro si senti- Bhutan. Foto Maria distruttivo e questa volta a invocare gli dei del Antonia Sironi sottosuolo, nei laghi, nei fiumi e sulla cima del- vano depositari. Ed eravamo ad alcune centinaia cielo perché la placassero non c’era un bambi- le montagne. Nel corso dei nostri vagabondaggi di chilometri da Lhasa. A fronte: affresco na che sapeva unire le mani nel sacro segno del e delle ricerche in Tibet abbiamo visitato alcuni Ancora più lontano, verso ovest, abbiamo trovato raffigurante la mudra. di questi templi. Non lontano dal “cuore” abbia- il tempio della caviglia. Almeno mille chilometri principessa Wenchen. Che c’entri lo zampino, o magari la lunghissima mo trovato la “spalla sinistra”. Poi abbiamo visto dalla capitale. Eravamo nella valle di Kyirong, Foto H. Diemberger unghia del piede, della feroce “demonessa”?

GRAND BALCON NORD, CHAMONIX-MONT BLANC, FRANCIA Photo: TATONKA 45° 52’ N 6° 53’ E

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L’attimo in cui un’immagine diventa indimenticabile.

Questo è l’attimo per cui lavoriamo. Esplora il mondo con gli occhi aperti: I nuovi TERRA ED 32. La Natura è molto più di ciò che vediamo ad occhio nudo. Il nostro compito è di rendere vivibili questi momenti. Da più di 165 anni lavoriamo per rivelare miracoli nascosti, con curiosità e creatività, imponendo nuovi standard con i nostri prodotti innovativi. I nuovi TERRA ED 32 forniscono immagini ultra-nitide e, grazie alle dimensioni compatte, sanno essere sempre nel posto giusto al momento giusto.

Scopri il mondo di ZEISS. www.zeiss.com/sports-optics Distributrice uffi ciale: BIGNAMI SPA | tel. 0471 803000 | www.bignami.it Portfolio Viaggi nelle terre australi Padre De Agostini dal Piemonte al Sud America a cura di Aldo Audisio

C’è anche un po’ di Italia al Fin del Mun- dopo una vita avventurosa, spesa nel pensiero del missionario di don Bosco. do. Ed è stato proprio Alberto Maria De quotidiano tra evangelizzazione, lavoro Le testimonianze di una vita trascorsa Agostini a lasciarne traccia. Missionario in missione ed esplorazione, solo pochi nelle terre del Fin del Mundo sono sta- salesiano, alpinista, fotografo e docu- anni fa l’opera di don De Agostini – me- te proposte al pubblico in quattro im- mentarista, scrittore, naturalista e car- glio conosciuto con il titolo di “padre”, portanti esposizioni – a cui si aggiunge tografo, ha lasciato il Piemonte nel 1910 come usa in Sud America – sembrava la quinta oggi visitabile a Torino – che per intraprendere l’avventura missiona- essersi irrimediabilmente smarrita. A hanno visto ben trenta allestimenti in ria nelle Terre Magellaniche, quelle che partire dalla seconda metà degli anni Italia, e Cile, e al- sarebbero diventate per lui una seconda Ottanta del secolo scorso, le sue fotogra- tri Paesi. Sono stati pubblicati quattro casa, tanto da valergli il soprannome di fie e i suoi film sulla Patagonia e Terra volumi, alcuni in più edizioni; e sono Padre Patagonia. del Fuoco, appartenenti alle collezioni stati prodotti, direttamente dal Museo, Un grande che la storia aveva messo del Museo Nazionale della Montagna, tre documentari di lungometraggio. ingiustamente in disparte per qualche furono valorizzati, ma soprattutto si Un imponente lavoro per un grande decennio. Può sembrare assurdo ma, fecero conoscere la figura, il lavoro e il esploratore.

1. Patagonia. A cavallo sulle sponde del Lago 2. Terre Magellaniche, di Alberto Maria De Nordenskjold; sullo sfondo i Corni del Paine Agostini, 1933. Manifesto del film

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58 / Montagne360 / agosto 2015 2 3. Patagonia. Il Monte Ammiraglio Nieto e le tre Torri del Paine sullo specchio luminoso del Lago Nordenskjold

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4. Terra del Fuoco. Isola Grande. Padre 5. Patagonia. Donna Tehuelche vicino alla De Agostini con Pa-cieck, influente Kon capanna con il suo cavallo sellato degli Ona. L’amicizia tra i due consentì al missionario salesiano di realizzare riprese 6. Tierra del Fuego, di Alberto Maria De cinematografiche che oggi costituiscono Agostini, 1928. Manifesto del film l’ultimo documento sulla vita di questi uomini

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7. Terra del Fuoco. Isola Dawson. Cantiere per la costruzione di piccole navi a Porto Harris, sulla costa orientale dell’isola, 1913

8. Terra del Fuoco. Ritratto di india Ona. Questa etnia, divisa in Selknam e Haush, era insediata esclusivamente nell’Isola Grande. Elisa, qui ritratta, appartiene al gruppo Haush

9. Valle d’Aosta. La processione da Fontainemore, nella Valle del Lys, al Santuario di Oropa, sopra Biella. Il canto della Salve Regina di fronte al 8 Mucrone, 1925 9 64 / Montagne360 / agosto 2015 agosto 2015 / Montagne360 / 65 10

10. Valle d’Aosta, Torgnon. Mietitrice, 1925 ca

11. Carlo Mauri e padre Alberto Maria De Agostini al ritorno dalla spedizione al Monte Sarmiento del 1955-1956

NELLE TERRE DEI SOGNI DI DON BOSCO. Padre De Agostini dal Piemonte all’America Australe Torino, Museo Nazionale della Montagna fino al 1° novembre

Una mostra del Museomontagna e dell’Associazione Missioni Don Bosco, con la Regione Piemonte, la Compagnia di San Paolo e la collaborazione della Città di Torino, del Club alpino italiano e del Comitato organizzatore dell’Ostensione 2015 con stampe da negativi e originali, appartenenti al Museo, sulla Pata- gonia, la Terra del Fuoco, il Piemonte e la Valle d’Aosta. Volume nella collana: Cahier Museomontagna.

Nella sala video del Museo è in proiezione a ciclo conti- nuo: Terre Magellaniche (1933), il film – vero capolavo- 11 ro – del missionario salesiano, disponibile in DVD.

66 / Montagne360 / agosto 2015 Cronaca extraeuropea a cura di Antonella Cicogna e Mario Manica che il vento cali. Il primo tiro sarebbe facile. Bimbi per lo spigolo nord di Punta Herron il scalare», ha spiegato Haley. Alla fine della [email protected] Quasi completamente in un tunnel, protetto vento inizia a crescere», ricorda Colin. Al Col- variante, il team si è ripreso con “El Arca” ne- dal vento. Il secondo è l’ultimo tiro della via le dei Sogni a mezzogiorno, i due affrontano gli ultimi 4 tiri della Nord, per arrivare in vetta dei Ragni. Non facile. Ma con tempo decente il Cerro Standhardt, l’ultima cima. La prima lungo la Via dei Ragni. Condizioni di tempo e Marc-André Leclerc riusciremmo ad arrivare in cima in meno di sezione sopra il Colle non è mai stata salita. di terreno per nulla favorevoli, con la parete sul secondo tiro della un’ora». Sulla Sud dello Standhardt è l’unico punto in sotto il perenne fuoco di fila di enormi sca- parete sud del Cerro Non appena i due si sporgono dalla sosta ri- cui si possono usare le scarpette. Marc tira riche di ghiaccio bianco e spugnoso e colate Standhardt, durante parata, il vento li solleva letteralmente da sot- le 4 lunghezze dal Colle fino a congiungersi di acqua. Vento forte soprattutto nella prima la prima ascensione di to. «C’è sempre un momento nell’alpinismo con “El Caracol”. «Dato che gli ultimi tre tiri parte della salita. Travesía del Oso Buda. Foto Colin Haley in cui dire “andiamo avanti” non è più que- di El Caracol sono ancora coi ramponi, parto stione di motivazione, quanto di incoscienza io – spiega Haley –. Due lunghezze di misto Per le relazioni e la personale collaborazione e incapacità di valutare il pericolo. È stato e un’ultima con sezioni di misto infide e un ringraziamo Colin Haley doloroso, ma abbiamo preso la decisione di lungo tratto di artificiale delicato e legger- calarci lungo la Ovest per la Via dei Ragni. mente strapiombante, questa volta ricoper- Dall’alto: Colin Haley durante la prima salita di La soluzione più rapida e meno pericolosa to da ghiaccio spumoso». Si tratta forse della “Directa de la Mentira”, Nord del Cerro Torre. Foto Marc-André Leclerc. per scendere dal Cerro Torre e giungere sul lunghezza più ingaggiante della “reverse Alex Honnold sulla “Huber-Schnarf”, parete ghiacciaio nel Circo de los Altares. Per por- traverse”, ma la cima del Cerro Standhardt nord Torre Egger, durante la traversata del tarsi da qui al Passo Marconi e infine alla valle viene raggiunta alle 23 e 10. La Travesia del gruppo del Cerro Torre in giornata. Marconi». Oso Buda: 1200 m, 5.10, A1, M5, WI 5-6. Due Foto C. Haley Colin Haley aveva già compiuto la Grande giorni e mezzo. Traversata (seguendo sul Torre El Arca de los vientos) dal 21 al 24 gennaio 2008, invitato Cerro Torre da Rolando Garibotti: i primi a completa- Si chiama “Directa de la Mentira” (1200 m, re l’emblema di tutte le traversate al fin del 5.10, A1, WI 4-5): è la prima ascensione inte- mundo. grale della Nord del Cerro Torre. A realizzare questa grande salita il 2 e 3 febbraio scorsi La Travesía del Oso Buda ancora Haley con Leclerc. I due hanno ri- Colin Haley e il canadese Marc-André Leclerc petuto “El Arca de los vientos” fino al Colle hanno realizzato un progetto che Haley ave- della Conquista. Poi hanno proseguito con va tentato con Jon Walsh nel 2012: la traver- variante diretta di 6 lunghezze per terreno sata delle quattro torri del gruppo del Cerro vergine, caratterizzato da una magnifica Ci sono idee che sanno anticipare di anni il tro», racconta Colin. Il 21 febbraio scorso alle un tiro di misto alla base di “Direct de la Men- Torre, al contrario. lunga ininterrotta fessura per dita e mani su corso verticale dell’alpinismo. Standhardt, 5 di mattina i due sono al Colle Standhardt tira”. Sono già trascorse 13 ore. Zaini riforniti per tre giorni. L’attacco al Torre ottima roccia e sezioni di misto. La cordata Herron, Egger, Torre: le quattro sorelle in nonostante il pessimo tempo della sera pri- «Terzo cambio: tocca di nuovo alle scarpette. è il 19 gennaio prima dell’alba, lungo la via dei ha superato piccoli tratti in artificiale sulle giornata, in one push, leggerissimi. Nessuno ma. «Siamo ancora nella nebbia. Ci ritrovia- Ho un male pazzesco a mani e piedi. Il sole Ragni. Cima alle 11 e 50 (la sesta volta per Ha- picche. «Quelle sei lunghezze sono coperte era arrivato a immaginarlo. Impossibile fisi- mo a scalare una fiumana d’acqua. Il camino sta tramontando. Il vento sta alzandosi più ley, prima per Leclerc). Calata lungo i tre tiri da ghiaccio bianco e spumoso praticamen- camente, mentalmente, oggettivamente. La è neve fanghiglia, il ghiaccio più che marcio. del dovuto. E noi stiamo per attaccare la del fungo della via dei Ragni fino a congiun- te tutto l’anno e non sono per nulla veloci da cordata Haley-Honnold lo ha fatto. Ed è stata Ma dopo un tiro nel camino della Exocet, Nord del Torre. Le condizioni sono pessime: gersi a “El Arca de los Vientos”. Qualche ora una combinazione straordinaria: Colin fanta- superato un tetto di fitte nuvole, eccoci fac- verglass lungo l’intera parete», racconta di riposo, poi in doppia lungo la Nord. Alle 22 stico su ghiaccio e misto. Alex drago su roccia. cia a faccia col sole mattutino sulla Est. Con Haley. «Concateniamo alcune lunghezze, sono in tenda alla base della Nord del Torre. Entrambi capaci di lunghissimi run out, tiri su doppio effetto: il cielo azzurro sopra di noi ci ma arrampicare in simultanea qui non è Il 20 gennaio attacco di “Venas Azules” alle tiri ridotti a una unica lunghezza, infiniti tratti spinge a continuare; il caldo scioglie la Exo- possibile. Al quarto tiro ci tocca tirare fuori 8 e 15. «La parte superiore presenta lunghis- di scalata in simultanea. La patagonicità di cet con la stessa rapidità con cui cerchiamo le frontali. Non ci perdiamo d’animo. Nella sime sezioni di rime verticale. Siamo più lenti Haley, la motivazione di Honnold. Un intrec- di scalarla», dice Colin. notte, nel vento che cresce, con zaini pesanti, del previsto, Leclerc è alle sue prime volte su cio tecnico, mentale e umano vincente, anche Cima dello Standhardt alle 10 e 30. Con ve- Alex arrampica da primo come un drago questo terreno. Non arriveremo mai a mette- quando l’exploit non ha oltrepassato il finish. loce discesa lungo la Sud, alle 12 e 30 i due lunghe sezioni su roccia. 80 metri per tiro». re il prossimo bivacco sui funghi sommitali di Perché la traversata in giornata da nord a sud attaccano la Via dei Bimbi. Arrampicano La cordata arriva così alla base dell’ultimo punta Herron. Così ci caliamo un tiro fino al del gruppo del Torre è semplicemente rivolu- in simultanea. In una lunghezza si portano tiro della Nord. Si passa nuovamente agli sistema di cenge che penso ci ricongiunga- zionaria e portatrice di nuove visioni. alla fine della roccia. Ancora in simultanea scarponi. «Da primo salgo quest’ultima no con la via Americana. Mi precipito lungo il superano i tratti di rime (ghiaccio bianco e lunghezza e le due della via dei Ragni – traverso e da primo progredisco per la metà Traversata Gruppo Cerro Torre spugnoso), per giungere in vetta alla Herron ricorda Haley –. Ma il vento è implacabile. Ci superiore della via Americana fino in cima. «L’idea di realizzare il tutto in 24 ore è di alle 14 e 30. Doppia al Col de Lux. Di nuovo solleva rabbiosamente di qua e di là. Siamo Siamo in vetta alla Egger col calare delle pri- Alex Honnold che, tornato dalla salita che simul-climbing lungo la via Huber-Schnarf: costretti a fermarci in sosta e a riconsiderare me luci, terzo bivacco appena qualche me- avevamo fatto alla Egger in giornata lungo un tiro per la roccia, un tiro per la sezione di la nostra salita. Stiamo scalando da tro sotto». Il 21, calata dal fungo sommitale le rampe dello Standhardt, Punta Herron e rime. E cima della Egger alle 16 e 45. In dop- 21 ore. Mancano due tiri alla cima, al della Egger e poi lungo la Huber-Schnarf. «Il la Huber-Schnarf, l’ha buttata là. Proviamo, pia lungo la Sud, la cordata raggiunge il Colle completamento della traversata in giornata versante sud di Punta Herron è breve, velo- quando diventa impossibile torniamo indie- della Conquista alle 18 e 30 per portarsi con del Torre. Attendiamo altre due ore, al riparo, ce e facile. Mentre ci caliamo lungo la Via dei

68 / Montagne360 / agosto 2015 agosto 2015 / Montagne360 / 69 Nuove Ascensioni a cura di Carlo Caccia Angelo custode: misto sul Piz d'Arlas

Il Piz d’Arlas (3467 m): per Alfredo Corti, nella guida Alpi Retiche Bernina Maspes e Panizza non hanno dubbi: avanti tutta su quella mon- Occidentali (1911) che gli dedica una pagina, un «lungo crestone, tagna, per canalini nevosi e terreno misto con logica impeccabi- spesso considerato come un prolungamento della cresta N. del L’esplorazione continua le, fino alla cresta sommitale. Via nuova? Pare proprio di sì: una vicino Piz Cambrena». D’altra parte, a quel tempo, la montagna linea effimera di circa 300 metri, decisamente a sinistra rispetto contava appena due vie, tra cui la cresta nordovest dei primi sa- Ci vuole occhio, d’accordo, perché i problemi non sono più la allo sperone salito nel 2009, battezzata Angelo custode. litori E. Burckhardt e H. Grass (13 settembre 1868). Le pagine e le Biancograt, gli speroni settentrionali dei Palù o il canalone sud Passano due settimane e il 29 ottobre Giacomo è ancora al Dia- vie diventano due e quattro nella guida Bernina di Nemo Canetta (Marinelli) del Roseg. Ma per chi sa andare oltre l’evidenza, con volezza. Perché tornando dal Piz d’Arlas aveva notato la parete e Giuseppe Miotti (1996): le vie in più sono quella di A. Bianchi e B. voglia e passione, il gruppo del Bernina è ancora terreno di sco- nord del Piz Trovat (3146 m) con una bella linea bianca pronta Secchi (1981) e quella di E. Marzorati e R. Scaglioni (1993). Tra que- perta, dove firmare ascensioni di spessore come quella riuscita per essere salita: impossibile non approfittarne, considerato an- ste, sul versante ovest, sta lo sperone di L. Maspes ed E. Panizza il 21 marzo 2009 a Luca Maspes, Emanuel Panizza e Christian che il comodissimo accesso (10 minuti in discesa!) dalla stazione mentre l’ultima nata, Angelo custode di G. Rovida e M. Quarna, si Turk sulla parete est-sudest del Piz Morteratsch (3751 m): una della funivia. Con il giovane Rovida questa volta c’è Luca Silve- sviluppa più a sinistra, attaccando dove la parete forma una sorta linea moderna, affrontata quando il gelo saldava per bene quelle stri, coautore di Toilette Trovat che si sviluppa prima diritta e poi di antro. La via è lunga circa 300 metri e presenta difficoltà mas- rocce ballerine, che ha finalmente violato la muraglia incorni- a destra fino alla cresta nordovest, scansando lo scuro problema sime di M5/6, incontrate nel diedro del quarto tiro. Ci si protegge ciata dalle creste dei pionieri. «Una di quelle cose – ci spiegava rappresentato dalla metà superiore della parete (ma la sfida è sol- con friend, viti da ghiaccio corte e qualche chiodo. Luca – che interessano a chi è ossessionato dall’idea di lasciare la tanto rimandata). Il nome della via è stato scelto a imperitura me- propria traccia su terreni mai toccati da nessuno». E così, pochi moria di un fatto accaduto durante la scalata, dopo il tiro chiave, Piz d’Arlas (3467 m, gruppo del Bernina), parete ovest, via “Angelo Nella pagina accanto, un Qui sopra, il Piz d'Arlas col giorni dopo, gli stessi Maspes e Panizza salivano al Diavolezza in che ha creato qualche problema a uno dei due apritori. custode” (300 m, M5/6) – Prima salita: G. Rovida e M. Quarna, 12 momento della salita. tracciato di “Angelo custode” funivia e una volta lassù, visto il Piz Cambrena (3604 m) con le Da nord a sud, dalla Svizzera all’Italia ed eccoci in Valmalenco o ottobre 2014 Foto archivio Giacomo Rovida vie Mevio-Miotti e Gabarrou povere di ghiaccio, si avventurava- meglio in val Poschiavina: quella «valle solitaria poco conosciuta no sullo sperone ovest del Piz d’Arlas (3467 m) compiendone la e frequentata» (Mario Gianasso) che si apre a est del lago artifi- prima ascensione. ciale di Gera, a nord del Monte Spondascia (2867 m), e percor- Toilette Trovat: a due passi dalla funivia 12 ottobre 2014: dopo un’estate tristemente memorabile, all’inse- sa dall’Alta Via della Valmalenco. Non siamo quindi nella qua- gna del maltempo, Giacomo Rovida e Mattia Quarna vorrebbe- si omonima val Poschiavo, quella del famoso trenino rosso, ma Restiamo col grande Alfredo Corti e la sua guida: per lui il Piz Tro- ro combinare qualcosa sulla Presanella. Tuttavia un imprevisto dall’altra parte dello spartiacque, dove Je suis me stess chiude il vat (3146 m) era molto prosaicamente un «cocuzzolo roccioso impone un cambio di programma. Dove andare? La funivia del nostro cerchio nel regno del Bernina all’insegna dell’incontro tra sorgente a isolare il Passo della Diavolezza dalla Fuorcla di Arlas». Diavolezza e il Piz Cambrena, dato il ritardo accumulato, sem- Giacomo Rovida e Luca Maspes: il giovane e il veterano, mossi Niente a che vedere, quindi, coi grandi vassalli di sua maestà il brano la meta ideale. Ma quando mettono piede sul ghiacciaio dalla stessa voglia e passione, che hanno visto quella colata ghiac- Bernina: i vari Roseg, Scerscen, Argent, Zupò e Palù che per poco – è il Vadret Pers confluente nel Vadret da Morteratsch – i nostri ciata e l’hanno salita per primi il 10 dicembre 2014, terminando non toccano quota 4000. Ma sul piccolo Trovat, a due passi dal- notano una linea perfetta sul versante ovest del Piz d’Arlas e come le calate in doppia sotto la prima, vera nevicata della stagione. la funivia, G. Rovida ha scovato una possibilità d’avventura e l’ha sfruttata con L. Silvestri creando Toilette Trovat: sette tiri che dopo una goulotte con passi di misto, un diedro verticale e il muro chia- ve (M5) proseguono sulla cresta nordovest. Il tutto all’insegna del poco ghiaccio e di diversi passaggi dry, col freddo giusto per avere la roccia sufficientemente salda. Necessari friend, nut e qualche chiodo.

Piz Trovat (3146 m, gruppo del Bernina), parete nord e cresta nor- dovest, via “Toilette Trovat” (300 m, M5) – Prima salita: G. Rovida e Qui sopra, il tracciato di “Toilette Qui sotto, il tracciato di “Je suis L. Silvestri, 29 ottobre 2014 Trovat”. Sullo sfondo la parete me stess”. nord dei Palù Foto archivio Giacomo Rovida

Je suis me stess: il giovane e il veterano

Il giovane è Giacomo Rovida, classe 1993; il veterano è Luca Maspes, classe 1972. E Je suis me stess è la loro cascata in val Poschiavina, vista e salita nel dicembre 2014. Per arrivare all’attacco basta una mezz’ora di camminata e una volta legati si comincia con un saltino di ghiaccio, rocce e una candela. Si finisce in una nicchia, con sosta su friend e dadi. La colata prosegue bella e sottile e dopo la seconda sosta (albero o roccia) occorre attenzione su ghiaccio delicato anche verticale. E si finisce a destra sostando su due chiodi. Da lì doppia fino all'albero della seconda sosta e quindi altra doppia fino alla base.

Pilastri di val Poschiavina (Valmalenco, gruppo del Bernina), cascata “Je suis me stess” (100 m, WI4) - Prima salita: L. Maspes e G. Rovida, 10 dicembre 2014

agosto 2015 / Montagne360 / 71 Libri di montagna a cura di Linda Cottino Ed eccoci al Cervino. Nel vento e nel ghiaccio (titolo quanto I titoli dell’estate mai anonimo) è un viaggio nel mito, che Paci decostruisce e ci racconta come in un caleidoscopio che a ogni giro di cristalli • Gianni Gasparini, Il passo delle stagioni, Letture d’estate colorati compone una nuova immagine. I piani di lettura Ediciclo Editore, 93 pp., 8,50 € sono tanti, dall’io narrante che ci accompagna nel lavoro di • Franco Michieli, La vocazione di perdersi, Una selezione tra le tante novità ricerca, alla storia alpinistica della conquista di Whymper Ediciclo Editore, 91 pp., 8,50 € e poi di Carrel, dall’analisi dei luoghi, Breuil-Cervinia e • Enrico Camanni, L’incanto del rifugio, Zermatt, alle architetture, al cinema, alla pubblicità (non solo Ediciclo Editore, 93 pp., 8,50 € A guardare la messe di novità giunte sugli scaffali delle librerie tra la montagna e la scrittura. Francesco Vidotto racconta le vite la celeberrima con Mike Bongiorno), che del Cervino ha fatto • Luca Gianotti, Spirale della memoria, primavera e estate, non si direbbe soffiar aria di crisi sull’editoria aspre e faticose degli “ultimi”, come quella di Oceano. Non il brand di maggior successo mondiale. Edizioni dei Cammini, 192 pp., 16,00 € di montagna. Complice il Salone internazionale del Libro che si troppo diversa per crudezza dalla storia di Tonìn, protagonista Per gli appassionati di storia, segnalo ancora Quintino Sella • Darinka Montico, Walkaboutitalia, è svolto lo scorso maggio a Torino, i cataloghi si sono arricchiti di Terre Alte, che Antonio Bortoluzzi pubblica con Biblioteca alpinista e la battaglia del Cervino, esaustivo catalogo della Edizioni dei Cammini, 187 pp., 16,50 € e aggiornati, ed emerge chiaro che le grandi e generaliste case dell’Immagine (quest’anno al suo trentennale). La stessa casa mostra allestita per le celebrazioni del 150° della prima salita • Francesco Vidotto, Oceano, editrici non disdegnano, anzi, puntano sempre più sul “fattore editrice propone un noir interessante, Il Foresto di Gabrio della Gran Becca (14 e 17 luglio 1865) ed esposta al Trento Minerva Edizioni, 190 pp., 15,00 € montagna” quale possibile approdo a nuove terre di conquista. Grindatto, che nei boschi della Val Pellice, cuore delle valli Filmfestival 2015. Con il contributo di Ludovico Sella e della • Antonio G. Bortoluzzi, Paesi Alti, Iniziamo senz’altro dalla narrativa, accordata su tonalità valdesi del Piemonte, ambienta una caccia al misterioso Fondazione Sella, Pietro Crivellaro si lancia in una delle sue Biblioteca dell’immagine, 195 pp., 14,00 € che vanno dal divertissement al noir, dal diario di viaggio rapitore di una bimba scomparsa: non più persecuzioni gustose indagini sui retroscena del febbrile periodo che portò • Gabrio Grindatto, Il foresto, (rigorosamente a piedi) al romanzo classico. Deliziosi i primi religiose, ma la magia di una suspense senza tempo, guidati da alla creazione del Club alpino. La “riconquista” italiana del Biblioteca dell’immagine, 221 pp., 14,00 € tre titoli della collana Piccola filosofia di viaggio, un format una “regina della caccia” di nome Veronica. Monviso e la prima ascensione della Gran Becca dal Breuil, • Aldo Costa, Non dormirai mai più, Piemme, di successo che l’editore Ediciclo ha ripreso dalla parigina Quello che propone Piemme – Non dormirai mai più di dimostrano lettere e documenti, furono parte di «un unico • Viliam A. Amighetti, In cammino con l’io piccolo, Transboréal e arricchito di nostri autori. Tra gli altri, Sapienza, Aldo Costa – è invece un thriller in piena regola, con tanto di progetto con la regia di Quintino Sella, per reagire all’avanzata Henge Editoriale, 318 pp., 23,00 € Fratus, Sciamplicotti, Russo. Ora è la volta di Gianni Gasparini, violenze su una donna, omicidi, polizia investigativa, analisi degli inglesi dell’Alpine Club sulle “nostre” Alpi». Un capitolo • Paolo Paci, Nel vento e nel ghiaccio, Franco Michieli ed Enrico Camanni che, nei toni di arguta poesia psicologica. L’autore, che con la gloriosa collana I Licheni di trascurato della storia dell’alpinismo e dell’Italia. Last but not Sperling&Kupfer, 265 pp., 18,90 € caratteristici della serie, ci guidano nella natura alpina (Il passo Vivalda Editore pubblicò Ultimo grado (1995), rende omaggio least, mentre andiamo in stampa Corbaccio annuncia l’uscita • Pietro Crivellaro, Ludovico Sella, Quintino Sella e la battaglia delle stagioni), nel ritrovato modo di orientarsi senza carte né all’amata montagna, facendone uno dei teatri dell’azione. Il di un nuovo Messner-book, guarda caso sulla Gran Becca. del Cervino, E20Progetti Editore, 48 pp., 12,00 € bussole (La vocazione di perdersi), nelle notti in rifugio, dense di libro, per gli amanti del genere, si fa leggere tutto d’un fiato. storie, vento e silenzi (L’incanto del rifugio). Guide per tutti • Luciano Navarini, Rifugi alpini ed escursionistici del Trentino Spostandoci sul tema del viaggio, abbiamo visto il recente Alpinismi Di guide ce n’è per tutti i gusti. Arrampicata, escursionismo, occidentale, edizioni 31, 278 pp., 18,00 € arrivo sul mercato delle Edizioni dei Cammini dirette da Luca Il nostro scaffale di montagna può a questo punto arricchirsi alpinismo, speleologia, rifugi. Partendo da questi ultimi, • Stefano Ardito, I 50 rifugi più belli del Friuli Venezia Giulia, Gianotti (vedi rubrica in «Montagne360», giugno 2015). di due biografie. Certo molto diverse. Una ha per protagonista segnaliamo il volume di Luciano Navarini Rifugi alpini Iter Edizioni, 128 pp., 9,90 € Proprio di Gianotti esce ora Spirale della memoria, itinerario l’icona insuperata delle cime di tutto il mondo, il Cervino; ed escursionistici del Trentino occidentale, che si affianca • Paolo Bertolotto, Giovanni Massari, Marco Torielli, Bouldering tra i paesi della Marsica colpiti cent’anni fa dal terremoto; l’altra è la narrazione libera della vita di un giovane che la a quello sul Trentino orientale del 2013 e ha il patrocinio in Valle Gesso, Blu Edizioni, 106 pp., 18,00 € mentre Darinka Montico ci porta a spasso per il Belpaese con passione per la montagna interpretò in maniera assoluta. dell’Accademia della Montagna. Sempre a est dell’arco alpino, • Andrea Pavan, Mello Boulder, Versante Sud, 448 pp., 33,00 € Walkaboutitalia (walkabout è la camminata che gli aborigeni Iniziamo proprio da lui, Roby Piantoni, guida alpina della Val Stefano Ardito propone I 50 rifugi più belli del Friuli Venezia • Diego Filippi, Matteo Bertolotti, Pietra di Bismantova, compiono in adolescenza): 2910 km in 7 mesi e 10 giorni nei di Scalve che sullo Shisha Pangma se n’è volato via in discesa. Giulia, con malghe e bivacchi e cenni di storia. Versante Sud, 303 pp., 28,00 € quali l’autrice scopre quanti sogni si nascondano nelle pieghe Con In cammino con l’io piccolo il suo amico Villiam Amighetti Per l’arrampicata, partiamo da occidente con il volumetto • Sandro Sedran, Grotte al confine est, del nostro tormentato paese. ha composto un libro incantevole, di scritti, citazioni, pensieri, pubblicato da Blu Edizioni sul boulder in Valle Gesso, nelle IdeaMontagna, 222 pp., 22,50€ Oceano è invece il romanzo di un peter-pan già adulto, che immagini, che restituiscono un ritratto poetico di quello che Alpi Marittime, dove il veterano Giovannino Massari con due • Ruggero Bontempi, Fausto Camerini, Roberto Ciri, Prealpi alla città e alla finanza, come sembrava destino, ha preferito Roby fu, ragazzo di occhi vispi e spirito leggiadro. compagni d’avventura ci conduce alla scoperta di tesori di Bresciane, 382 pp., 26,50 € • Roberto Ciri, Denis Perilli, Escursioni ad anello nelle Dolomiti occidentali, IdeaMontagna, 463 pp., 28,00 € • Denis Perilli, Escursionismo consapevole in Dolomiti, • IdeaMontagna, 432 pp., 27,50 €

• Fabio Donetto, Sentieri facili, DBS Zanetti, 96 pp., 6,00 € • Paolo Salvini, 1915-1917 La Grande Guerra da Sappada alle Tre Cime, DBS Zanetti, 192 pp., 13,00 €

• Annalisa Porporato, Franco Voglino, Il trekking del lupo, Terre di Mezzo, 96 pp., 13,50 €

• Andrea Bianchi, La vetta interiore, Luglio Editore, 26 pp., 5,00 € • Alberto Milani, Yogarrampicata, Versante Sud, 153,00 pp., 28,00 € • Luigi Mario (Engaku Taino), Lo zen e l’arte di scalare le monta- gne, MonteRosa Edizioni, 244 pp., 14,50 €

72 / Montagne360 / agosto 2015 agosto 2015 / Montagne360 / 73 Titoli in libreria rugoso gneiss nella vallata di San Giacomo. E gli autori fanno intendere che il collezionista a cura di Leonardo Bizzaro e Riccardo In collaborazione con la Libreria la Montagna, ci sarà un seguito. Torino, www.librerialamontagna.it Spostandoci nelle Alpi centrali, Versante Sud propone Mello Boulder di Decarli, Biblioteca della Montagna-Sat Andrea Pavan, in tre lingue, sui blocchi della Val Masino, cui si affianca • Andrea Gobetti • Giuseppe Langella NARRATIVA l’utile climbing map del Sasso Remenno; mentre, scendendo un po’, Pietra Abbiamo Le omelie del diavolo Il Reliquario della grande • Frank Berger, Riccardo Decarli, di Bismantova di Diego Filippi e Matteo Bertolotti si rivela una monografia cominciato a diffusione immagine editore, tribolazione Alla scoperta di mondi glaciali completa su vie e falesie di un monumento naturale protetto dal Parco parlare il mese 136 pp., 12,00 € Interlinea, 47 pp., 12,00 € Julius Payer, alpinista, esploratore polare e Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Matteo Bertolotti firma anche, passato dei 150 pittore. con Luca Galbiati e Francesco Vascellari, il primo volume di Arrampicare in anni del Cervi- Alpine Studio, 310 pp., 16,00 € Dolomiti nord-occidentali, per ViviDolomiti: 75 vie di roccia dalle Odle alle no e il discorso Cunturines, dal Sella alle Pale di San Martino, dal Sassolungo al Catinaccio ovviamente è • Gianluigi Discalzi, Cervino 1865-1871 alla Marmolada. appena comin- Dalla conquista alla prima ascensione IdeaMontagna, molto attenta soprattutto ai settori dolomitici, propone ciato. Uno dei senza guide. alcuni titoli interessanti. Anche di speleologia, il che è eccezionale, libri-simbolo Edizioni La Vallée, 495 pp., 25,00 € non esistendo altro materiale informativo che quello autoprodotto dai dell’alpinismo praticanti. Grotte al confine est, dello speleo-fotografo Sandro Sedran, si italiano è “Il NATURA concentra sul Friuli Venezia Giulia dopo un primo volume dedicato alle Monte Cervino” di Guido Rey (Hoepli 1904), • Serena Ciampa, Il fantasma del torrente cavità del Veneto. Lo stesso editore ci fornisce altri suggerimenti nella con le illustrazioni di Edoardo Rubino, pubbli- Corsivi diabolici e omelie, parole ser- Un’idea particolare quella di Giusep- Avventura nelle acque del Parco Nazionale collana dedicata all’alpinismo sulle vie normali con Prealpi Bresciane: 125 cato in varie edizioni: per quella originale si pente e parole con l’acqua in bocca, pe Langella, docente di Letteratura del Gran Paradiso. Volume per ragazzi. cime tra Sebino, Val Trompia e Val Sabbia; mentre Escursioni ad anello devono mettere in conto 1300 euro (libreria nomadi e stanziali, in vino veritas e italiana moderna e contemporanea Hapax, 32 pp. con disegni a col. e schede nelle Dolomiti occidentali propone 66 itinerari in angoli remoti per darci la Pregliasco a Torino), ma la stessa Hoepli lo vagheggiamenti, spiragli di realtà da presso l’Università Cattolica e au- didattiche, 8,00 € sensazione di intraprendere un viaggio. L’occasione è buona per ricordare ha ristampato nel 2015 in una splendida ana- prospettive inusuali; prospettive che, tore di vari testi, in prosa e poesia: Escursionismo consapevole, proposto sempre da IdeaMontagna un anno fa, statica con cofanetto a 49,90 euro (e a 12.90 per chi conosce colui che in gioventù ispirato dalla suggestiva Croce di • Jacopo Pasotti, La scienza in vetta dove le Dolomiti diventano un immane e ricchissimo laboratorio. è stato mandato in brossura qualche setti- fu autore del cult Una frontiera da im- Edoardo Nonelli, opera d’arte plasti- Un libro per capire come mai le montagne Chiudiamo questa carrellata con tre segnalazioni. DBS Zanetti propone mana fa pure nelle edicole del nord ovest, maginare, rispecchiano alla perfezio- ca composta con reperti bellici recu- sono come sono. Sentieri facili, con 28 percorsi per famiglie, bambini, disabili, mtb, ciaspole in occasione dell’anniversario). Pur nella ne il carattere gobettiano. perati lungo le trincee dell’Adamel- Codice edizioni, 196 pp., 16,00 € e nordic walking nelle Dolomiti orientali e 1915-1917 La Grande Guerra da ridondanza della prosa, completa con pun- Nella sostanza un viaggio, di cui vi è lo, l’autore ha deciso di comporre Sappada alle Tre Cime, itinerari nel bellunese con curiosità e notizie sugli tualità le vicende della corsa alla montagna, un’unica certezza, da dove si parte: dodici testi poetici a partire proprio ESCURSIONISMO eventi al fronte e nelle retrovie. soprattutto quelle italiane di Jean-Antoine da Asti, che per dodici anni nelle vi- dalle reliquie ritrovate, con l’inten- • Diego Vaschetto, Strade e sentieri della Il trekking del lupo, infine, propone dieci giorni di cammino a misura Carrel e Quintino Sella, pressoché ignorate scere del suo centro storico ha ospi- to di ricordare il tragico quotidiano Linea Cadorna di famiglia nel Parco delle Alpi Marittime in Piemonte e nel confinante da Whymper. Ma per ripercorrere più am- tato “A sud di nessun nord”, festival dei soldati di trincea. Dalle poesie Itinerari dalla Valle d’Aosta alle Alpi Orobie. Mercantour in Francia sulle tracce del grande predatore tornato sulle Alpi. piamente il corso di quegli anni e soprat- multidisciplinare intorno al tema emerge soprattutto un’idea di con- Edizioni del Capricorno, 141 pp., 9,90 € tutto della fatale settimana di metà luglio del viaggio, animato da incontri, con divisione della sofferenza a partire Orizzonti andrebbero presi in considerazione anche scrittori, giornalisti, artisti, e condito dalle piccole cose: un fiasco di vino, • Riccardo Baudelli, Luca Bruschi, Chiudiamo con un salto di prospettiva. È curiosa la pubblicazione pressoché i libri di Charles Gos, che si trovano a meno da racconti, letture, concerti, senza «per togliersi di dosso una tristezza Francigena contemporanea di tre libri che, nelle loro differenze, invitano tutti a una di cento euro (da un punto di vista storico dimenticare il cibo e, soprattutto, il nera»; un filo spinato, «a difesa di un Una strada europea, dal Gran San Bernar- ricerca di consapevolezza e alla pratica di discipline quali lo yoga e lo zen soprattutto “Le Cervin” in due tomi, Attinger vino. fragile asilo»; i cunicoli, scavati per do a Roma. nell’avvicinare la montagna e l’arrampicata. Chiunque pratichi il verticale 1948, per l’iconografia “Histoire du Cervin Agli appassionati del grande Bukow- mesi, in cui i soldati stanno «come Mattioli 1885, 189 pp., 16,00 € non si stupirà di questo accostamento. Sia da un punto di vista fisico, come par l’image”, Dardel 1923) e, più a est, il ski basterà il titolo per coglierne lo insetti nell’ambra sospesi, tante lar- ausilio per migliorare le proprie performance in parete, sia su un piano volume di Theodor Wundt, “Das Matterhorn spirito – anche in senso alcoolico ve nel ghiaccio per mesi». L’autore MANUALI interiore, quale via per una comprensione più profonda del proprio agire in und seine Geschichte”, (Mitscher 1896), beninteso! conosce il mondo alpino e ne padro- • Annalisa Cogo, Medicina e salute in montagna e, in ultima istanza di sé, lo yoga può essere un valido supporto. con la copertina splendidamente illustrata Tra gli ospiti più amati dunque An- neggia il lessico, per cui, ad esempio, montagna Andrea Bianchi propone l’interpretazione personale di alcuni aforismi in oro e a colori e la famosissima incisione drea Gobetti, chiamato a scandire anche i chiodi divengono oggetto di Prevenzione, cura e alimentazione per chi tratti da una delle opere di riferimento della letteratura yogi, lo Yogasutra, e di Doré che raffigura la catastrofe del 14 ogni edizione (l’ultima nel 2014) con poesia, «messi ai piedi se il ghiaccio pratica gli sport alpini. ci conduce in un’ideale escursione alpina; Alberto Milani ci offre invece un luglio 1895 (210 euro da Studio bibliografico un’omelia laica. Questo libro le rac- s’invetra, / nella terra affondati a Hoepli, 239 pp., €22,90 € manuale in cui, sulla base dell’Ashtanga Yoga di Patanjali, descrive e spiega Adige di Trento). A proposito di Doré, le sue coglie tutte ed è come un viaggio nel baluardo, / in parete di pietra pian- varie posture e analizza tecniche di respirazione. due litografie di grande formato (“Arrivée viaggio, con le sue direttrici principali tati … / con voi chiodi nessuno è CARTE Su un altro piano si colloca la raccolta di scritti di Luigi Mario (Engaku au sommet” e “La chute”), che amplificaro- e le sue deviazioni improvvise. In de- codardo». • Fraternali editore. Carte dei sentieri e Taino), Lo zen e l’arte di scalare le montagne, proposta da MonteRosa no ancora, ce ne fosse stato bisogno, l’eco finitiva, come il lettore viene istruito Bello che le reliquie, invece che es- stradali a col., impermeabili e antistrappo, Edizioni e curata da Alberto Paleari. Gigi Mario è un personaggio noto, della vittoria e della tragedia di Whymper e all’uso nell’introduzione, «sfogliare sere considerati oggetti morti, del scala 1:25.000, € 11,90 cad.: 20 Finalese / non solo in quanto guida alpina e responsabile per anni della Commissione compagni nell’opinione pubblica europea, questo libriccino è come sfogliare passato, vengano quasi richiamate 21 Briançon, Vallée de la Guisane, Vallée Tecnica delle guide, ma perché monaco zen. Che si sia più o meno sensibili furono pubblicate a Parigi, Londra, La Haye e non solo dieci anni di A sud di nessun in vita dal poeta, che proprio a loro si de la Clarée alla ricerca di un senso oltre le apparenze, la lettura di questa Parusciola Bruxelles da Goupil & C.ie il 1° ottobre 1865, nord, ma ritrovare istantanee di pas- rivolge per narrare la sua breve sto- (così il nome della collana) diventa a suo modo un percorso: attraverso la a poco più di due mesi dall’evento: non è sione politica e culturale non offusca- ria: «di tanti alpini, delle loro gesta / • Fraternali editore. Carta dei sentieri e storia di «un uomo curioso, onesto e coraggioso», che andò in Giappone facile trovarle, a un’asta americana qualche te dai “rumori” di questo secolo buio. è tutto quel che resta. / Custodi di stradale a col., impermeabile e antistrappo, spinto da domande che riguardavano il senso della vita e della morte, anno fa sono state valutate tra i 500 e i 700 Quindi, sfogliare questo libriccino dà memorie mai narrate / scrigni pre- scala 1:50.000, € 9,90: 50-1 Alta Val di ritorniamo più profondamente a noi. euro ognuna. speranza, che di questi tempi è pro- ziosi, apritevi, parlate!». Susa, Alta Val Chisone, Val Germanasca prio un lusso». Anna Girardi 74 / Montagne360 / agosto 2015 agosto 2015 / Montagne360 / 75 100° CONGRESSO NAZIONALE Quale volontariato per il CAI di domani

È ormai avviato il percorso di avvicinamento Come anticipato, sullo scorso numero di genze emerse dai cambiamenti già vissuti e all’evento del 100° Congresso: i tre Gruppi di «Montagne360», ogni Gruppo sta operando da quelli in ulteriore e profonda modificazio- Lavoro hanno elaborato le prime “Relazioni” per l’affinamento delle proposte definitive in ne nella società di oggi. già pubblicate e visibili permanentemente conseguenza di tre distinti obiettivi e ambiti 3° Gruppo – Associazionismo e servizi: il sul sito www.congresso.cai.it. di riflessione: gruppo approfondirà, anche sulla base di Si tratta di documenti che potranno essere 1° Gruppo – Volontariato nel CAI di oggi: il esperienze già sperimentate, quali rapporti modificati anche in conseguenza degli au- gruppo di lavoro analizza la situazione del ipotizzare tra il volontariato ed il professioni- spicati “contributi” che i Soci, Sezioni, Gruppi volontariato nel CAI di oggi (Sezione, Gruppo smo inteso come postazione di supporto allo regionali ed altre Componenti del Club alpino regionale e Sede centrale) fotografando i be- sviluppo di servizi, delle esigenze progettuali vorranno conferire nelle apposite postazioni nefici, le carenze ed i costi di tale realtà. e della “governance” in capo agli organi e riservate ai Gruppi di lavoro che appaiono nel 2° Gruppo – Volontariato nel CAI di domani: strutture volontaristiche. Sito indicato, accessibile anche dalla home questo gruppo avanzerà proposte di ade- SIAMO IN ATTESA DEL CONCORSO page del sito istituzionale www.cai.it . guamento del ruolo volontaristico alle esi- COSTRUTTIVO DA PARTE DI TUTTI

A fronte: gruppi di lavoro in Sede gruppi di lavoro per relazioni 100° congresso nazionale CAI centrale. Foto Gabriele Bianchi volontariato nel CAI di oggi 100° CONGRESSO NAZIONALE DEL CLUB ALPINO ITALIANO coordinatore: Annibale Salsa - Past President Generale Lorella Franceschini - Consigliere Centrale Programma (provvisorio) Antonio Radice - pres. Commissione Nazionale Scuole Alpinismo, Scialpinismo e Arrampicata Libera sabato 31 ottobre 2015 - domenica 1° novembre, Firenze, Nelson Mandela Forum Renato Aggio - pres. Gruppo Regionale Lombardia Aldo Ghionna - pres. Gruppo Regionale Calabria Flaminio Benetti - pres. Sezione Sondrio sabato 31ottobre 2015 Ore 11:30 domenica 1° novembre 2015 Francesco Carrer - pres. Gruppo Regionale Veneto/ gruppo di lavoro CAI-MIUR Ore 09:30 Relazione dei portavoce dei Gruppi di Ore 9:30 Introduzione Lavoro Relazione Coordinatori dei Gruppi di volontariato nel CAI di domani Umberto Martini, Presidente Generale CAI GDL - Volontariato nel CAI di oggi Lavoro coordinatore: Roberto De Martin - Past President Generale GDL - Volontariato nel CAI di domani Seminario - Volontariato nel CAI di oggi Eugenio di Marzio - Consigliere Centrale Saluto delle Autorità GDL - Associazionismo e servizi Seminario - Volontariato nel CAI di domani Paolo Valoti - Consigliere Centrale Seminario - Associazionismo e servizi Giuliano Bressan- pres. s. o. Centro Studi Materiali e Tecniche/Scuola Alpiteam Ore 10:30 0re 13:00 Alberto Rampini - pres. Club Alpino Accademico Italiano Interventi Colazione di lavoro Ore 10:15 Paolo Vandone - pres. Gruppo Regionale Umbria (presso Nelson Mandela Forum) Dibattito Fabio Desideri - pres. Gruppo Regionale Lazio On. Dario Franceschini Daniela Tomati - pres. Sezione Biella Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e Ore 14:30/17:00 Ore 12:00 Claudio Bassetti - pres. Sezione s.a.t. e Gruppo Provinciale Trentino del Turismo Seminari monotematici Considerazioni finali A - Volontariato nel CAI di oggi associazionismo e servizi On. Luigi Bobba B - Volontariato nel CAI di domani Ore 12:30 coordinatore: Gabriele Bianchi - Past President Generale Sottosegretario Ministero del lavoro e C - Associazionismo e servizi Eventuali mozioni Gian Carlo Nardi - Consigliere Centrale delle politiche sociali con delega al terzo Pier Giorgio Baldracco - pres. Corpo Nazionale Soccorso Alpino E Speleologico settore e alle formazioni sociali Ore 20:30 Ore 13:00 Alberto Bianchi - past president Sezione A.G.A.I/Collegio Nazionale Guide Alpine Cena Conclusione Antonio Zambon - pres. Gruppo Regionale Friuli Venezia Giulia Don Luigi Ciotti (presso Villa Fattoria di Maiano, Monte Umberto Martini Lorenzo Monelli - pres. Gruppo Regionale Marche Presidente Associazione Libera Ceceri) Presidente Generale CAI Carlo Alberto Garzonio - pres. Comitato Scientifico Centrale Luigi Gaido - Socio Sezione Torino Dott. Josef Klenner Dopo Cena Ore 13:30 Daniela Formica - Socia Sezione Torino/pres. Club 4000 Presidente Deutscher Alpenverein (DAV) Concerto Coro “La Martinella” CAI Firenze. Colazione di lavoro Emanula Gherardi - Socia Sezione Bovisio Masciago/commercialista cnsas (presso Nelson Mandela Forum) Samuele Manzotti - pres. Commissione Centrale Rifugi ed Opere Alpine Dott. Franco Iseppi Presidente Touring Club Italiano (TCI)

76 / Montagne360 / agosto 2015 agosto 2015 / Montagne360 / 77 ConsiglioInforma a cura del Comitato Centrale di Indirizzo e Controllo Sul prossimo numero in edicola a settembre La nuova Struttura Operativa Sentieri e Cartografia (SOSEC) per il futuro del CAI Verdon mon amour. Viaggio verticale Dal “popolo della montagna” giunge forte e chia- terno di una pianificazione generale. La REI vuol delle infrastrutture territoriali di competenza nelle Gorges di ieri e di oggi ra la domanda di spazi selvaggi per l’avventura, essere un grande contenitore di iniziative che del CAI, alla salvaguardia del territorio e del suo Eugenio Pesci accompagna i lettori in ma anche di percorsi agibili e segnalati serviti da hanno per filo conduttore i sentieri e i percorsi ambiente ed al riequilibrio della promozione dei un affascinante viaggio in due puntate mappe accurate e di buona qualità, declinate con escursionistici organizzati e rappresenta una territori meno sviluppati. nel regno del verticale: dalle vie classi- i mezzi aggiornati che la tecnologia può mettere a grande opportunità per il CAI di essere presen- Un terzo progetto, sulla certificazione di qualità che alle ultime straordinarie realizza- disposizione. Rispondere a queste esigenze richie- te da protagonista in tutte le regioni, comprese delle reti escursionistiche, è tenuto per il momento zioni in uno dei santuari dell’arrampi- de un vigoroso sforzo organizzativo e progettuale quelle realtà finora poco considerate ma dalle in sospeso e sarà riesaminato successivamente. cata moderna che coinvolga l’intero sodalizio. In tal senso, dopo grandi potenzialità. Attraverso questi progetti, la SOSEC ha l’ambizioso un lungo percorso, il CC lo scorso 28 marzo ha • sviluppare un Sistema Informativo della Mon- e impegnativo compito di dotare il CAI degli stru- deciso di costituire una nuova Struttura Operativa tagna Italiana (INFOMONT) che rappresenti via menti per operare unitariamente sulle infrastrut- Don Ciotti: «Dio ha usato tutta la sua denominata “Sentieri e Cartografia” (SOSEC) af- web ed in modo unitario i dati geografici e car- ture di sua competenza e interesse e sostenere le fantasia per creare le montagne» fidandole la realizzazione di due progetti ritenuti tografici del sistema centrale UNICO (sentieri proprie attività sociali in modo più efficiente e qua- Cadorino di nascita e torinese strategici per il ruolo futuro del CAI: REI ed utili al soccorso, rifugi, bivacchi, grotte, litativamente superiore a quanto mediamente ap- d’adozione, il fondatore di Libera e • portare a compimento la Rete Escursionistica palestre, falesie, ecc.) e quelli sulla fruibilità paia possibile ai singoli Gruppi Regionali o sezioni del Gruppo Abele ha la montagna Italiana (REI) su tutto il territorio nazionale, raccolti ed archiviati localmente, mediante un locali, senza ledere in alcun modo la loro autonomia nel sangue. In una lunga intervista ci non solo in termini chilometrici ma anche e processo di comunicazione efficace ed acces- operativa. Auguri alla neonata Struttura di riuscire parla della sua passione da attento soprattutto organizzativi, facendo rete tra le sibile per appassionati, operatori ed enti. In ad operare concretamente fin da subito e di diven- osservatore delle Terre alte nella loro sezioni ed il centro per garantire uno sviluppo particolare il sistema avrà finalità di supporto tare stimolante motore di conoscenza e promozio- variegata molteplicità ambientale, armonico dei percorsi su tutto il territorio all’in- alla fruizione del tempo libero, alla gestione ne del territorio, a supporto di tutte le realtà CAI. economica ed umana.

I Gruppi regionali si presentano: il CAI Emilia-Romagna Piccoli annunci a cura di Luca Calzolari Annunci a pagamento * Per l’inserimento degli annunci 335 5666370/0141 935258 [email protected] In questo secondo appuntamento parliamo le ipotesi di riforma del Sodalizio (il CAI di domani) vi si dedichino. Come per la partecipazione alla bat- dell'Emilia-Romagna con Vinicio Ruggeri che è o le questioni legate al volontariato. Il rapporto con taglia per la difesa dei sentieri, troviamo difficoltà a presidente del GR dall'aprile 2013. Ricordo che le gli Enti (Regione, Parchi, Provincie e Città Metropo- coinvolgere i soci sui temi di carattere generale che Guide alpine Lyskamm4000 propone un trekking Pantelleria a Settembre. domande che pongo ai presidenti sono (saranno) litana) ci impegna molto, per organizzare le attività esulano dalle attività quotidiane come gite e corsi; promozionale: “Khumbu alti Passi 30 ott.- Chiedere depliants. più o meno le medesime. Ciò nella convinzione sul territorio, la sentieristica e la cartografia, anche come se la realtà sociale fosse indirizzata soltanto Vannuccini Mario 20 nov”. Foresteria in sede e pulmini a disposizione che in questo modo risulti più facile raffrontare tramite convenzioni. Abbiamo sviluppato un buon alla pur fondamentale gestione spicciola delle atti- Arrampicata a Wadi Rum in Novembre Richiedete il programma delle sezioni. sia somiglianze e differenze sia obiettivi e criticità. rapporto con le altre associazioni ambientaliste ed vità sociali. Anche su questo occorrerebbe avviare www.guidealpine.net info: [email protected] Partiamo dai numeri: in Emilia-Romagna ci sono 19 escursionistiche, per costruire proposte e svolgere una riflessione sulla natura del sodalizio». [email protected] Accompagnatori, guide turistiche e T.O. sezioni e 8 sottosezioni con circa 15.200 Soci. Ci un ruolo nei confronti degli enti di governo finaliz- Ruggeri, quali sono gli obiettivi del suo mandato? 338 6919021 www.naturaviaggi.org sono 5 scuole di escursionismo, di cui una interse- zate alla tutela della montagna e alle politiche di «Oltre alla risoluzione delle questioni del punto Naturaliter - trekking e ospitalità Da oltre 25 anni produciamo e zionale, e 9 di alpinismo e scialpinismo, di cui 2 in- sviluppo appropriato dell'economia e del turismo precedente metterei al primo posto la difesa dei Planet Trek mediterranea accompagniamo tersezionali, oltre a 2 interregionali con la Toscana. montano.Molto impegnativa è stata in questi mesi sentieri dagli accessi motorizzati. Il rinnovo delle 1. Trans-Bike Balcani - 15 al 28.08. e dal Trekking ed escursionismo -senza zaino piccoli gruppi per magnifici tour Il Comitato direttivo regionale ha 6 componenti, più la battaglia per la modifica della L.R. 14/2013 sul- convenzioni con i Parchi mi pare necessario, per at- 12.09. al 25.09. pesante in spalla- nei Parchi e Riserve della naturalistici il Presidente. Sono inoltre attivi numerosi OTTO: Al- la Rete Escursionistica dell'Emilia-Romagna, nella tualizzare le modalità di collaborazione con questi 2. Trans Bulgaria Bike dal 15.08. e dal 12.09. Calabria, Sicilia, Patagonia, , Nepal, Islanda e... pinismo e Scialpinismo, Escursionismo, Alpinismo parte in cui si consente di fatto l'accesso motoriz- enti, che ritengo indispensabili per la sperimenta- 3. Madagascar Bike - 03. al 17.10. Puglia, Basilicata, Campania, Sardegna e in [email protected] Giovanile, Speleo, Rifugi e Opere Alpine, Sentieri e zato ai sentieri di montagna. Numerosi sono stati zione di politiche di gestione del territorio da esten- Alpinismo sui vulcani dell’Ecuador. Grecia. 0586 375161 – 347 5413197 Cartografia, Tutela Ambiente Montano, Comitato gli incontri con amministratori e cittadini; abbiamo dere poi alle altre aree non protette. Anche il coordi- Cotopaxi, Cimborazo - 17.11 al 04.12. Tel. +39 328 9094209 / +39 347 3046799 Scientifico. anche lanciato in rete una campagna di raccolta fir- namento degli OTTO mi sembra necessario, sia per Info: www.planetrek.net Email: [email protected] www.trekkinglight.it Ruggeri, quali sono i temi e le attività in cui lei e il me, che ha avuto però esiti deludenti che ci hanno integrare le culture e i diversi modi di approccio alla Cell: 347 3233100 ; Tel: 0342 935489 www.naturaliterweb.it ritmi lenti e trasporto bagagli Direttivo siete maggiormente impegnati? indotto ad interrogarci sulla effettiva partecipazio- montagna sia per ottenere un effetto moltiplicatore E-mail: [email protected] [email protected] «In primo luogo questo CDR si è dedicato al rap- ne dei soci alle questioni di interesse generale». del lavoro dei volontari. Infine comincio a pensare Sezione dell’Etna - Catania www. porto con le Sezioni, per sviluppare una buona Quali sono le maggiori difficoltà che incontrate alla prossima scadenza (nella primavera 2016) di www.lyskamm4000.com caicatania.it www.naturadavivere.it conoscenza del territorio, dei soci, delle attività. Ci sul vostro territorio? questo gruppo dirigente, ormai in carica da oltre 346 8077337 - 347 2264381 di Nord Ovest e Mosca. dal 1985 tour di gruppo con guida dedichiamo anche al coordinamento delle diverse «Facciamo fatica a trovare udienza presso gli am- due anni: dopo l'estate attiverò il Comitato Eletto- [email protected] Dal 16 al 31 agosto. Patagonia componenti del CAI E-R per sviluppare omogeneità ministratori regionali (e lo dico con grande ramma- rale per cominciare a costruire una lista di candida- Spedizioni Madagascar 16-30 ottobre- Spiagge e Nuova Zelanda d'azione e, non ultimo, il senso di appartenenza ad rico, da ex dirigente regionale). L'organizzazione del ti, da presentare all'ARD di aprile, in grado di porta- Nepal: aiutiamoli a ripartire dopo il terribile parchi, in pulman e alberghi. Cambogia e una casa comune. Abbiamo più volte stimolato le CDR è faticosa e procede con difficoltà, anche per la re avanti con le necessarie competenze il lavoro del terremoto che li ha colpiti Trekking dell’Etna in 5 gg. Costa Rica Sezioni, a partire dai Presidenti, per sviluppare una carenza di mezzi: abbiamo problemi con l'archivio e Gruppo Regionale Emilia-Romagna». Facciamogli fare quello che meglio sanno Trekking delle Eolie in 7 gg. discussione sui temi di attualità interni al CAI, come con la segreteria, che avrebbero bisogno di soci che Grazie Ruggeri, e buon lavoro! fare; accompagnarci sulle loro montagne! Trekking delle Egadi in 8 gg. Tel 0586 444407 [email protected]

78 / Montagne360 / agosto 2015 agosto 2015 / Montagne360 / 79 Montagne360 La rivista del Club Alpino Italiano Direttore Responsabile: Luca Calzolari Novità dalle aziende Direttore Editoriale: Alessandro Giorgetta a cura di Susanna Gazzola (GNP) Coordinatore di redazione: Mario Vianelli Redazione Lorenzo Arduini, Stefano Mandelli , Matilde Delfina Pescali Fiat Doblò Trekking 2015 viaggia con Ferrino Segreteria di redazione: Carla Falato Tel. 051/8490100 - [email protected] In occasione del lancio, il nuovo Doblò Hanno collaborato a questo numero: Carlo Caccia, Linda Cottino, Massimo Goldoni, Trekking offre agli acquirenti di un veicolo Roberto Mantovani nuovo da immatricolare, tra quelli presenti Grafica e impaginazione: Francesca Massai nella rete di Concessionari Fiat nel periodo Service editoriale: Cervelli In Azione srl - Bologna Tel. 051 8490100 - Fax. 051 8490103 dell’iniziativa, il KIT OUTDOOR FERRINO: CAI - Sede Sociale: 10131 Torino, una sacca stagna personalizzata conte- Monte dei Cappuccini. nente una tenda mare/montagna modello Sede Legale: Via E. Petrella, 19 - 20124 Milano Cas. post. 10001- 20110 Milano - Tel. 02 Skyline da tre posti e due materassini da 2057231 (ric.aut) - Fax 02 205723.201 - campeggio. Il nuovo Doblò Trekking è la vet- www.cai.it tura ideale per chi cerca un mezzo capiente Trekking diventa il compagno ideale per una Telegr. centralCAI Milano c/c post. 15200207 intestato a CAI Club Alpino Italiano, Servizio e funzionale, con carattere off-road, adatto a vacanza attiva all’insegna dell’avventura. Per Tesoreria Via E. Petrella, 19 - 20124 Milano. chiunque si trovi a percorrere terreni a scarsa Fiat Doblò Trekking: www.fiat.it/it/doblo/ Abbonamenti a Montagne360. La rivista del aderenza come spesso succede a chi svol- trekking Per tenda Ferrino Skyline 3: Club alpino italiano: 12 fascicoli del mensile: abb. Soci familiari: € 10; abb. Soci giovani: € ge attività all’aria aperta. 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80 / Montagne360 / agosto 2015

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