Bibliografia Terra D Urgnano.Pdf
Presentazione A me, che son della pianura e che ho sulle spalle un bel mucchietto di anni, il nome di Urgnano evoca, tra le innocenti profondità dell'infanzia, le passeggiate pasquali alla Basella. Dal- la Nuova di Comunnuovo, per viottoli campestri, si sbucava die- tro la rocca austera, e senza sosta si arrivava al Santuario: cieli pastellati sul verde-azzurro del frumento, alternato a vaste piane di ravizzone giallo, luminoso e a distese di prati, tenerissimi. Al passo, di corsa o ciondoloni, secondo che il sole o la brezza o la stanchezza comandava, in fila o disordinati a piacere, in si- lenzio o cantando, vociando, urlando, quando i fiori, le allodole, le rondini o uno scherzo ci stimolavano. Non si sapeva nulla della storia del borgo attraversato e credo non sapessero più di noi le suore o i preti o gli insegnanti che ci accompagnavano senza erudirci, intesi com'erano a preservare noi alunni da even- tuali pericoli. Che non erano poi molti, né preoccupanti : sulle strade alberate transitavano solo barrocci e carretti di contadini con asini pazienti e cavallucci sfiatati, porzione del patrimonio familiare e, per l'età, parte della famiglia stessa. Il santuario ci accoglieva per pochi istanti dinanzi al gruppo del- l'apparizione, anch'esso senza storia per noi, né aleggiava sotto le arcate il magnanimo spirito guerriero di Bartolomeo Colleoni 5 o quello implume e pudico di sua figlia Medea, già ivi sepolta. Era giorno di vacanza, scampagnata insomma, e non passeggia- ta culturale, allo scoprimento di morti celebri e di monumen- ti insigni. Si mangiava e si giocava tutto il giorno sul prato antistante e sotto il viale del cimitero, rifacendo di sera fino a casa gli stessi viottoli del mattino, scamiciati, scalmanati e sudanti.
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