CURATORE FEDERALE a CARICO DI: CALAIÒ EMANUELE (Calciatore Tesserato Per La Società Parma Calcio 1913 Srl), SOCIETÀ PARMA CALCIO 1913 SRL - (Nota N
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
1 FEDERAZIONE ITALIANA GIUOCO CALCIO 00198 ROMA – VIA GREGORIO ALLEGRI 14 CASELLA POSTALE 2450 TRIBUNALE FEDERALE NAZIONALE – SEZIONE DISCIPLINARE COMUNICATO UFFICIALE N. 9/TFN – Sezione Disciplinare (2018/2019) Il Tribunale Federale Nazionale – Sezione Disciplinare, costituito dall’Avv. Mario Antonio Scino Presidente; dall’Avv. Amedeo Citarella e dal Dr. Pierpaolo Grasso Componenti; con l’assistenza del Dott. Paolo Fabricatore Rappresentante AIA; e del Signor Claudio Cresta Segretario; con la collaborazione dei Signori Salvatore Floriddia, Paola Anzellotti e Nicola Terra, si è riunito il giorno 17.7.2018 e ha assunto la seguenti decisione: “” (1) – DEFERIMENTO DEL PROCURATORE FEDERALE A CARICO DI: CALAIÒ EMANUELE (Calciatore tesserato per la Società Parma Calcio 1913 Srl), SOCIETÀ PARMA CALCIO 1913 SRL - (nota n. 169/1349 pf 17-18 GP/GT/ag del 5.7.2018). Il deferimento Con provvedimento n. 169/1349pf17-18/GP/GT/ag del 5 luglio 2018 il Procuratore Federale e il Procuratore Federale Aggiunto hanno deferito al Tribunale Federale Nazionale, Sezione Disciplinare: 1) Calaiò Emanuele, calciatore tesserato per la Società Parma Calcio 1913 Srl, per rispondere della violazione dell’art. 7, commi 1 e 2, del CGS, per avere, prima della gara Spezia - Parma del 18/05/2018, valevole per il Campionato Professionistico di Serie B 2017/2018, posto in essere atti diretti ad alterare il regolare svolgimento e il risultato finale della gara suddetta, tentando di ottenere un minor impegno agonistico da parte dei calciatori dello Spezia Calcio, Signori Filippo De Col e Claudio Terzi, per assicurare alla propria squadra un risultato favorevole nell’incontro in questione, e, in particolare, inviando a tal fine a Filippo De Col in data 14/05/2018, a mezzo dell’applicativo di messaggistica WhatsApp, i seguenti messaggi: “ ” - “Dillo anche a claudiein” - “Soprattutto col rapporto che avete con me; 2) la Società Parma Calcio 1913 Srl, per rispondere a titolo di responsabilità oggettiva, ai sensi degli artt. 7, comma 2, e 4, comma 2, del CGS, per il comportamento posto in essere dal proprio tesserato Calaiò. Le memorie difensive Nei termini assegnati entrambi i deferiti hanno fatto pervenire memorie difensive. In particolare, la difesa del calciatore, contestato il significato attribuito dalla Procura Federale al contenuto dei primi tre dei quattro messaggi inviati all’ex compagno di squadra Filippo De Col, in forza alla Società Spezia e, delineata la figura del Calaiò, atleta senza precedenti specifici, ha fornito quella che a suo dire sarebbe l’interpretazione autentica dei messaggi, Federazione Italiana Giuoco Calcio – Tribunale Federale Nazionale – Sez. Disciplinare SS 2018/2019 2 asseritamente riferiti, peraltro solo in tono scherzoso, alla incolumità fisica del calciatore, senza alcun riferimento allo svolgimento della gara e, in ogni caso, tutti posti nel nulla dal quarto messaggio. Sempre a dire della difesa, il De Col ed il terzi sarebbero stati indotti ad informare dei messaggi la propria Società, da cui è partita la comunicazione alla Procura Federale, solo dal particolare contesto ambientale spezzino del momento, la cui dirigenza, a due giornate dalla fine del campionato, conseguita la salvezza sul campo, avrebbe imposto a tutti i propri tesserati di notiziarla in ordine a qualsivoglia contatto con tesserati dell’Avellino e del Parma, squadre che sarebbero state affrontate nelle ultime due giornate di campionato. In punto di diritto, la difesa del Calaiò ha contestato che i messaggi da questi inviati possano rivestire la natura di “atti diretti a” così come richiesto dall’art. 7 del CGS ai fini della integrazione della violazione. Ritiene, la difesa, in assenza di “una prova solida ed al di là di ogni ragionevole dubbio” in ordine alla concreta idoneità dell’atto, che vertendosi in fattispecie di violazione “a formazione progressiva” non possa configurarsi alcun illecito in quanto priva, la fattispecie, di tutti gli elementi richiesti per la sua configurazione, potendosi invece sussumere, a tutto voler concedere e solo in via subordinata, unicamente nell’ambito della violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità previsti dall’art. 1 bis CGS. La Società Parma Calcio, a sua volta, ha posto l’attenzione sul significato da attribuire alla segnalazione inviata dallo Spezia alla Procura, nell’oggetto indicata come “comunicazione”. A dire della difesa, siffatta denominazione dell’oggetto della segnalazione starebbe a significare la ritenuta irrilevanza dei messaggi, non percepiti quale tentativo di illecito né dalla Società, né dai calciatori, sicché, secondo tale impostazione, i calciatori avrebbero informato di tanto la Società e, quest’ultima, la Procura Federale solo per eccesso di zelo, invece non riscontrabile, si sostiene, nel comportamento della Procura, che avrebbe avviato le indagini solo a distanza di diciassette giorni dalla ricezione della comunicazione, a stagione regolare conclusa, perché anche dalla stessa inizialmente non attribuita alcuna valenza illecita ai messaggi del calciatore Calaiò. Il dibattimento Alla riunione odierna, preliminarmente, questo Tribunale, preso atto della richiesta di intervento nel giudizio, formulata ex art. 41, comma 7 CGS dalle Società US Città di Palermo Spa e Venezia FC Srl, che hanno sostenuto sussistente un interesse di classifica, sentite le altre parti, oppostesi all’intervento del Venezia FC Srl e non oppostesi a quello della US Città di Palermo Spa, ha provveduto con l’ordinanza che di seguito si riporta: Ordinanza Il Tribunale Federale Nazionale, Sezione Disciplinare, viste le istanze presentate ai sensi dell’art. 41, comma 7 CGS e 33, comma 3 CGS, dalle Società Venezia FC e US Città Di Palermo Spa; udita la discussione degli interventi e della Procura Federale; ritiene ammissibile l’intervento della Società US Città Di Palermo Spa, in quanto portatrice di interesse diretto in relazione alla posizione in classifica acquisita al termine della s.s. 2017- 18, nonché finalista nel girone dei play-off 2017-18; ritiene invece inammissibile l’istanza di intervento della Società FC Venezia, in carenza di un interesse anche indiretto, riguardo al procedimento in corso, poiché la Società fonda il proprio Federazione Italiana Giuoco Calcio – Tribunale Federale Nazionale – Sez. Disciplinare SS 2018/2019 3 intervento su un ipotetico e instaurando procedimento relativo alla posizione della Società US Città Di Palermo Spa, il cui stato, secondo quanto riferisce la Procura Federale, è in fase meramente istruttoria. P.Q.M. Ammette l’intervento della Società US Città Di Palermo Spa. Respinge l’intervento della Società FC Venezia. Dispone il proseguimento del dibattimento. Proseguito il procedimento, la Procura Federale, rappresentata dal Procuratore Aggiunto Dott. Gioacchino Tornatore e dal Sostituto Avv. Dario Perugini, ha insistito per l'accoglimento del deferimento e formulato le seguenti richieste sanzionatorie: - per Calaiò Emanuele, squalifica di anni 4 (quattro) e ammenda di € 50.000,00 (Euro cinquantamila/00); - per la Società Parma Calcio 1913 Srl, penalizzazione di punti 2 (due) in classifica, da computarsi sulla classifica finale del campionato 2017/2018 o, in subordine, penalizzazione di punti 6 (sei) in classifica, da scontarsi nel campionato 2018/2019. Il difensore della US Città di Palermo Spa, associatosi alle conclusioni della Procura Federale in punto di responsabilità dei deferiti, ha chiesto irrogarsi, con riferimento alla Società Parma Calcio, la penalizzazione di punti 2 (due) in classifica avuto riguardo alla classifica finale del campionato 2017/2018. Le difese dei deferiti hanno ripercorso le argomentazioni formulate nelle memorie difensive e si sono riportati alle conclusioni ivi rassegnate. In particolare, la difesa del calciatore Calaiò ha insistito sulla valenza esimente del quarto messaggio, con cui il calciatore avrebbe comunicato al De Col che si trattava di uno scherzo, mentre la Procura, che pure lo avrebbe escluso dal novero di quelli aventi contenuto illecito, lo avrebbe contraddittoriamente valorizzato per sostenere il contenuto illecito dei primi. Sul punto, la Procura Federale ha replicato che solo in sede dibattimentale la difesa del calciatore avrebbe sostenuto che si sarebbe trattato di uno scherzo sin dai primi messaggi, mentre con la memoria difensiva avrebbe sostenuto che il calciatore intendeva riferirsi alla propria incolumità fisica, di talché sarebbe stata fornita altra ricostruzione dei fatti caratterizzata, al pari della prima, da inverosimiglianza. La difesa della Società, ancora evidenziata la circostanza che i messaggi non sarebbero stati percepiti come un tentativo di illecito e, rimarcato il presunto ritardo con cui la Procura, ricevuta la segnalazione sin dal 14.5.2018, avrebbe avviato le indagini solo in data 4.6.2018, ha lamentato che, nella fattispecie, la Società non avrebbe potuto esercitare alcun controllo sul comportamento del calciatore, circostanza che ne escluderebbe e/o limiterebbe in termini sanzionatori l’eventuale responsabilità. Sul punto, la Procura Federale, rimarcato che la qualificazione giuridica del fatto non compete ai tesserati, ha precisato come non possa parlarsi di ritardo rispetto al momento iniziale delle indagini, sia per il gran numero di comunicazioni che normalmente le pervengono, sia perché comunque avviata, l’indagine, entro i trenta giorni dalla ricezione della comunicazione. Federazione Italiana Giuoco Calcio – Tribunale Federale Nazionale – Sez. Disciplinare SS 2018/2019 4 Al termine delle repliche dei