Rapporto Greenitaly 2011
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GreenItaly Rapporto L’economia verde sfida la crisi 2011 I Quaderni di Symbola Realizzata da: Coordinamento Marco Frey Direttore Istituto di Management Scuola Superiore Sant'Anna, Claudio Gagliardi Segretario generale Unioncamere, Domenico Mauriello Responsabile Centro Studi Unioncamere, Fabio Renzi Segretario generale Symbola, Alessandro Rinaldi Dirigente Area Studi e Ricerche Istituto Tagliacarne, Domenico Sturabotti Direttore Fondazione Symbola. Gruppo di lavoro Corrado Abbate Dirigente Servizio statistiche ambientali ISTAT, Mauro Basili Ricercatore Dintec, Sonia Carbone Ricercatore Dintec, Sara Consolato Ricercatore Fondazione Symbola, Francesco Ferrante Segreteria nazionale Legambiente e Vicepresidente Kyoto club, Andrea Fidanza Ricercatore Ufficio Studi ENEA, Marco Gisotti Green Factor, Mirko Menghini Ricercatore Istituto Tagliacarne, Valeria Pandolfi Ricercatore Dintec, Marco Pini CAMCOM Universitas Mercatorum, Romina Surace Ricercatore Fondazione Symbola. Collaboratori: Francesca Loi Istituto Tagliacarne, Alberto Mancini Istituto Tagliacarne. Si ringraziano Anton Francesco Albertoni Presidente UCINA, Giorgio Bargiggia Unic, Giusy Bettoni Managing Director di C.L.A.S.S., Elisa Boscherini Responsabile Relazioni Istituzionali Anfia, Marco Botteri Ricercatore Ecocerved, Enrico Brena Ufficio Responsibile Care Federchimica, Federico Brugnoli Unic, Domenico Castiello Polo tecnologico conciario, Francesco Ciancaleoni Ufficio Studi Coldiretti, Sandro Cobror Mossi&Ghisolfi, Luca Dapote Ufficio Studi Coldiretti, Omar Degoli Ufficio Ambiente e Sicurezza Federlegno, Antimo Di Martino Presidente Fiart Mare, Franco Donati Valdaque, Eric Ezechieli Presidente The Natural Step Italia, Paolo Foglio Responsabile Ricerca e Sviluppo - Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale, Antonio Franceschini Responsabile Nazionale CNA Federmoda, Miriam Gangi Comunicazione Anfia, Rossella Giannotti Presidente Consorzio Assa, Gianmarco Giorda Direttore operativo ANFIA, Aldo Gliozzi Assoconciatori, Giulia Gregori R&D Strategic Projects Manager Novamont, Stefano Leporati Ufficio Studi Coldiretti, Carlo Manna Responsabile Ufficio Studi ENEA, Stefano Masini Responsabile Ambiente Coldiretti, Manuela Medoro Ricercatore Ecocerved, Massimo Medugno Direttore Generale Assocarta, Sergio Micheli Presidente Navigo Toscana, Donato Molino Ricercatore Ecocerved, Olga Pirazzi Consulente progetto e prodotto Cittadellarte Fashion B.E.S.T., Guido Federico Rossignoli Direttore generale ANFIA, Annalisa Saccardo Ufficio Studi Coldiretti, Andrea Serri Responsabile Comunicazione Confindustria Ceramica, Gianni Silvestrini Direttore scientifico Kyoto Club, Philippe Taylor Senior Consultant SCS Consulting Bologna. Progetto grafico Partner: Viviana Forcella - Ufficio Eventi Symbola Partner tecnico Istituto Guglielmo Tagliacarne PREMESSA Ferruccio Dardanello - Presidente Unioncamere e Ermete Realacci - Presidente Fondazione Symbola 3 1. QUADRO DI RIFERIMENTO 8 2. METAMORFOSI DEL SISTEMA PRODUTTIVO ITALIANO 22 2.1. Le imprese competono investendo in tecnologie, processi e prodotti green 25 2.1.1. La pervasività della green economy nell’economia italiana 27 2.1.2. Dinamiche occupazionali delle imprese che investono nel green 37 2.2. Trend di ecoefficienza del manifatturiero italiano 41 3. GREENITALY 48 3.1. Energie Rinnovabili 49 3.2. Agricoltura 65 3.3. Manifatturiero 76 3.3.1. Tessile - Abbigliamento 76 3.3.2. Conciario 90 3.3.3. Legno - Arredamento 104 3.3.4. Cartario 111 3.3.5. Chimica 118 3.3.6. Ceramica 129 3.3.7. Automotive 137 3.3.8. Nautica 141 3.4. Edilizia 152 4. GREEN ECONOMY E MERCATO DEL LAVORO: L’EVOLUZIONE DEL FABBISOGNO DI OCCUPAZIONE 165 GREEN 4.1. Definizione e caratterizzazione delle “professioni verdi”: un approccio basato sulle peculiarità del modello italiano di green economy 166 4.2. La domanda di figure professionali green nelle imprese italiane dell’industria e dei servizi 169 4.3. La domanda di figure green per ambito di impiego e grado di occupabilità 176 4.4 Le prospettive di sviluppo dei green jobs: l’offerta formativa esistente 179 4.5. Le nuove occupazioni “verdi” 185 A. Appendice 189 Appendice 1. Ecoefficienza del manifatturiero italiano 190 Appendice 2. Metodologia per l’individuazione e caratterizzazione delle figure professionali green 203 Appendice 3. La ricostruzione dell’offerta formativa universitaria e post-universitaria nel campo dello sviluppo sostenibile 206 GreenItaly 2011 L’economia verde sfida la crisi 2 PREMESSA Ferruccio Dardanello Presidente Unioncamere Ermete Realacci Presidente Symbola - Fondazione per le Qualità Italiane Tra il 2003 e il 2007, le imprese hanno investito in modo incostante per la protezione dell’ambiente: da 1312 milioni di euro nel 2003, si passa a 829 milioni nel 2004, sperimentando così una netta diminuzione (483 milioni di euro in meno rispetto all’anno precedente); dal 2005 la cifra destinata agli investimenti per la protezione ambientale si stabilizza intorno ai 1900 milioni di euro, con una leggera flessione nel 2007. Analizzando i dati sugli investimenti nel settore ambientale per classe di addetti, si nota come le aziende di piccola e media dimensione complessivamente abbiano aumentato anno dopo anno il loro investimento nel settore ambientale, registrando solo in due anni, nel 2004 e il 2006, delle diminuzioni di circa 70 milioni, cioè intorno al 20% rispetto all’anno precedente. GreenItaly 2011 L’economia verde sfida la crisi 3 La crescita degli investimenti nel settore ambientale è dovuta per lo più agli sforzi delle grandi aziende (più di 250 addetti), che passano da 1009 milioni di euro nel 2003 a 1838 milioni di euro nel 2007, ovvero da 0,8 a 0,9 per cento del Pil. Nell’intervallo di tempo considerato, gli investimenti delle grandi imprese n un momento in cui l’Italia è chiamata ad affrontare problemi di natura strutturale come il debito pubblico, il divario tra Nord e Sud o la bassa crescita, è necessario ricostruire un’idea di I futuro per riprendere il posto che ci spetta nella comunità internazionale. Per farlo occorre partire da un’Italia che c’è, valorizzando le sue energie migliori e individuando nelle caratteristiche stesse del nostro sistema produttivo le radici di una nuova scommessa. Una scommessa che porti a cogliere le opportunità del cambiamento, in primis la necessità di coniugare progresso economico, territori, società e sostenibilità ambientale. In un suo recente intervento sulla “fine del progresso”, Zygmunt Bauman ha sottolineato come i nuovi saperi e l’impressionante potere tecnologico di cui oggi disponiamo debbano essere impiegati per rendere il pianeta meno, e non più, vulnerabile, e per innalzare, invece che diminuire, la qualità della vita. La risposta a questa sfida è nella green economy: un nuovo paradigma produttivo che assume l’impatto ambientale come indicatore dell’efficienza dell’attività economica e, più in generale, della capacità competitiva dei sistemi imprenditoriali. Come già ben evidenziato nella prima edizione di questo rapporto, la green economy va considerata non come un settore dell’economia ma come un nuovo modo di governare, di organizzare, di produrre e di distribuire. Per l’Italia, più ancora che per altri paesi, l’economia verde sta rappresentando una chiave straordinaria per rigenerare interi comparti del nostro manifatturiero di punta. Da noi, infatti, la green economy non interessa solo i nuovi settori - legati alle fonti rinnovabili, al risparmio energetico e al trasporto a basso impatto - ma soprattutto migliaia di piccole e medie imprese che hanno colto l’opportunità offerta da questa nuova prospettiva di sviluppo. Proprio per evidenziare questa peculiarità che fa del nostro Paese un laboratorio abbiamo chiamato il rapporto GreenItaly. E’ da questa consapevolezza che è nata la volontà di rinnovare l’appuntamento di Unioncamere e Fondazione Symbola sul tema, cercando di analizzare più a fondo la sua diffusione nei diversi comparti che costituiscono il cuore del tessuto imprenditoriale italiano. Un obiettivo realizzato con uno studio ampio e unico nel suo genere, che, prendendo le mosse da un affinamento dell’impostazione concettuale alla base del precedente lavoro, si è calato all’interno del nostro sistema economico, osservandolo prima dall’alto della macroeconomia e poi scendendo al piano microeconomico delle imprese, attraverso l’illustrazione e la valorizzazione delle tante realtà di eccellenza italiana in questo campo. Il segnale di una nuova “luce verde” all’orizzonte - manifestatosi in quel 30% di aziende manifatturiere di medie e medio-piccole dimensioni che l’anno passato investivano in prodotti e tecnologie green - trova nel 2011 la sua massima diffusione: circa il 60% delle stesse imprese punta GreenItaly 2011 L’economia verde sfida la crisi 4 oggi sul green per uscire con più forza dalla crisi, per rendere più efficienti i propri processi produttivi e intercettare così nuovi dì segmenti di domanda, alzando con innovazione e creatività l’asticella della qualità. Un risultato, questo, che testimonia il salto in avanti della nostra manifattura nell’ambito della green economy. In realtà, è l’intero tessuto economico italiano a muoversi in questa direzione, confermando il carattere di pervasività della green economy: un’azienda su quattro tra tutte quelle con dipendenti e operanti nell’industria e nei servizi ha investito negli ultimi tre anni o investirà quest’anno in prodotti e tecnologie green. Un impegno diretto e concreto da parte di 370mila imprese, alimentato dalla sempre più ferma convinzione che la green economy, oggi