AUTOSTRADA A3 – REGGIO CALABRIA Ammodernamento del Tronco 1° - TRATTO 6° - LOTTO 3° NUOVO SVINCOLO DI AL KM 103+200 (Collegamento della S.S. 517 “Bussentina” con la A3) Progetto Definitivo

1. PREMESSA ...... 2

2. CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBITO TERRITORIALE D’INTERVENTO ...... 3

2.1. Caratteristiche dell’area vasta di riferimento ...... 3

2.2. Ambito e caratteristiche dell’area d’intervento ...... 3

2.3. Aspetti vegetazionali ...... 7

2.4. Aspetti faunistici ...... 10

2.5. Caratteri costitutivi del paesaggio ...... 16

3. GLI INTERVENTI DI INSERIMENTO PAESAGGISTICO – AMBIENTALE ...... 21

3.1. Generalità ...... 21

3.2. Gli interventi progettati ...... 22

4. GLI INTERVENTI DI PROTEZIONE PER LA FAUNA ...... 28

5. GLI INTERVENTI DI RIPRISTINO DELLE AREE DI CANTIERE ...... 29

Relazione descrittiva degli interventi di mitigazione e inserimento paesaggistico e ambientale 1 ANAS S.p.A. Direzione Centrale Progettazione

AUTOSTRADA A3 SALERNO – REGGIO CALABRIA Ammodernamento del Tronco 1° - TRATTO 6° - LOTTO 3° NUOVO SVINCOLO DI PADULA – BUONABITACOLO AL KM 103+200 (Collegamento della S.S. 517 “Bussentina” con la A3) Progetto Definitivo

1. PREMESSA

La presente relazione fornisce indicazioni circa gli interventi di mitigazione e di inserimento paesaggistico-ambientale relativi al progetto definitivo AUTOSTRADA A3 SALERNO – REGGIO CALABRIA Ammodernamento del Tronco 1° - TRATTO 6° - LOTTO 3° NUOVO SVINCOLO DI PADULA – BUONABITACOLO AL KM 103+200 (Collegamento della S.S. 517 “Bussentina” con la A3) , derivanti dall’esigenza di garantire l’inserimento paesaggistico dell’opera e tutelare gli aspetti ambientali connessi alla messa in opera dell’intervento. Le ragioni che hanno portato all’individuazione degli interventi, che saranno di seguito esposti, risiede nella necessità di predisporre una struttura logica che sia capace di legare, all’interno di un coerente sistema di relazioni fisiche e concettuali, le scelte progettuali del tracciato e le esigenze derivanti dagli studi di settore affrontati nel precedente livello di progettazione preliminare ed aggiornati dalle analisi eseguite nella attuale fase progettuale. Tale struttura logica si basa essenzialmente sulla stretta connessione tra gli elementi tecnici e funzionali propri dell’opera e le esigenze prettamente ambientali, al fine di perseguire il obiettivo dell’inserimento dell’opera, nel contesto paesaggistico – ambientale.

Il documento sviluppa le seguenti argomentazioni: - inquadramento e caratterizzazione dell’insieme degli elementi costituenti l’ambito territoriale di intervento con particolare riguardo agli aspetti vegetazionali e paesaggistici; - descrizione degli interventi di mitigazione e di inserimento paesaggistico – ambientale, con indicazione dei relativi criteri di progettazione e degli interventi di recupero delle aree interessate dalla fase di cantierizzazione.

Alla presente relazione sono allegati i seguenti elaborati grafici utili per una corretta interpretazione del documento:

CODICE ELABORATO TITOLO ELABORATO SCALA T 0 0 IA 0 0 AMB PL 0 1 A Planimetria interventi di mitigazione 1:2.000 T 0 0 IA 0 0 AMB PP 0 1 A Planimetria opere a verde 1:1.000 T 0 0 IA 0 1 AMB SZ 0 1 A Sezioni opere a verde 1:200 T 0 0 IA 0 1 AMB DT 0 1 A Sottopassi faunistici varie

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2. CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBITO TERRITORIALE D’INTERVENTO

2.1. Caratteristiche dell’area vasta di riferimento

L’area oggetto di indagine si trova nella parte meridionale dell’ampia depressione tettonica del , in corrispondenza del grande sistema di terre delle “Pianure alluvionali” (Figura 1 di seguito riportata). Essa appartiene al sottosistema delle “Aree relativamente rilevate del settore meridionale della pianura del fiume (Vallo di Diano)” (Di Gennaro, 2002). La vasta depressione, orientata NW-SE, ha un’altezza media di 450 m s.l.m. ed è delimitata ad E dai rilievi dei Monti della Maddalena e, ad W, da quelli del massiccio del Cervati e del Cilento. Il principale corso d’acqua che la solca è il Tanagro o Calore, con numerosi tributari in gran parte derivanti da intereventi di regimentazioni idriche effettuate per la bonifica della piana. I suoli si sono sviluppati su sedimenti alluvionali relativamente recenti, con acquiferi superficiali che permettono, fra le altre, estese colture a seminativi (mais, foraggio, ecc.). Il Vallo di Diano costituisce una delle aree di pianura della , che nel loro complesso rappresentano una risorsa chiave per i processi di sviluppo locale e per il mantenimento degli equilibri ecologici, ambientali e socio economici.

Legenda

Areee rilevate del settore meridionale della pianura intramontana del fiume Tanagro (Vallo di Diano)

AREA D’INTERVENTO

Fig. 1 – Stralcio della carta dei Sistemi di Terra della Campania (Regione Campania – Settembre 2002)

2.2. Ambito e caratteristiche dell’area d’intervento

L’area direttamente interessata dall’intervento è decisamente dominata da un uso del suolo prevalentemente agricolo, entro un contesto più ampio destinato ad insediamenti urbani e produttivi.

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La conformazione geografica del Vallo ha inoltre favorito l’insediamento di numerose infrastrutture, fra le quali le più importanti sono l’Autostrada A3 Salerno – Reggio Calabria, cui è correlato l’intervento in progetto, la linea ferroviaria Sicignano – attualmente dismessa, entrambe collocate a NE dell’area d’intervento, oltre alle due strade statali, SS 19 e SS 517, che delimitano l’area d’intervento a NO e la collegano, la prima in direzione N-S con la Basilicata e la Calabria, la seconda in direzione E-O con la costa tirrenica del Cilento. La Tavola “Corografia del sistema di progetto ed organizzazione del sistema infrastrutturale” (Tav. 01), inserita tra gli allegati di progetto, è anche riportata nello stralcio della seguente Figura 2

Fig. 2 – Corografia dell’area d’intervento

L’ampia piana, a prevalenza di coltivi a seminativo, risulta inoltre interessata da una fitta rete di canali irrigui (comizi), prevalentemente definiti da argini artificiali, alcuni dei quali costituiscono una significativa rete connettiva seminaturale, con gli ambiti a grande naturalità che si affacciano sul Vallo. Il contesto diretto dell’intervento, dunque, non comprende, “Ecosistemi Relitti” (la cui struttura si è formata in tempi antichi e non ha subito trasformazioni significative da parte dell’uomo), ma diversi “Neo Ecosistemi”, che costituiscono la “dominante” del paesaggio agrario diffuso. Questi ambienti, formati e mantenuti attraverso la continua azione antropica, comprendono nell’area in esame gli agro-ecosistemi (campi e coltivi di vario tipo), i filari e le siepi di specie autoctone che delimitano i campi coltivati, le formazioni riparie lungo i corsi d’acqua ed i canali e le unità para-naturali, come i lembi di verde pubblico, le piazzole spartitraffico, ecc. Tali elementi, certamente più diffusi in passato ed in via di eliminazione nel processo di industrializzazione dell’agricoltura, contribuiscono ad accrescere il valore ecologico del paesaggio

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Fig. 3 – Immagine satellitare dell’area oggetto di analisi e dei SIC presenti nell’area vasta

In particolare, nella suddetta figura, la zona d’intervento è segnalata con il cerchio in rosso mentre le aree a trasparenza rossa rappresentano i due SIC (a Nord, quello dei Monti della Maddalena e a Sud, quelli compresi nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano con i confini segnati in arancione) presenti nell’area vasta di riferimento dell’intervento. Nell’ortofoto seguente si riporta l’area interessata dall’intervento secondo una scala di dettaglio idonea a rappresentare, con chiarezza, i caratteri del sistema territoriale interessato.

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AREA D’INTERVENTO

. Fig. 4 – Ortofoto dell’area d’intervento

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2.3. Aspetti vegetazionali

In accordo con Blasi et al. (1988), l’area del Vallo di Diano ricade nella zona fitoclimatica del “settore submontano e mediterraneo montano”. Questo settore è caratterizzato da precipitazioni non molto abbondanti (intorno ai 900 mm all’anno) e temperature massime inferiori a 10°C per 5 mesi, ma con minime mensili mai inferiori a 0°C.

La vegetazione potenziale riferibile al quadro climatico è ascrivibile ai querceti misti con roverella (Quercus pubescens Willd).

Le unità di vegetazione sono state rilevate tramite specifico sopraluogo effettuato da specialisti nel mese di agosto 2010. I risultati del rilievo sono sinteticamente riportati di seguito.

Incolti . Le aree incolte ai bordi delle strade sono colonizzate dalla robinia ( Robinia pseudacacia ) e da arbusti pionieri e nitrofili quali il sanguinello (Cornus sanguinea ). Nelle aiuole spartitraffico, invece, si rileva una vegetazione tipicamente rappresentata da ruderali e infestanti, la cui evoluzione è arrestata dai necessari interventi di manutenzione per la sicurezza della viabilità, come lo sfalcio e/o il diserbo.

Filari e siepi . I filari sono costituiti principalmente da grandi individui di pioppo o roverella, dal notevole e positivo impatto estetico apprezzabile soprattutto quando posti lungo i principali assi viari.

Dal punto di vista della struttura e delle funzioni ecosistemiche, invece, sono di maggiore interesse le siepi, che possono accompagnare i filari o che si trovano allineate lungo i confini di proprietà dei campi. Molto spesso, la componente arborea delle siepi è ben sviluppata e rappresentata soprattutto dalla roverella, dall’olmo campestre ( Ulmus minor ) e dall’acero campestre ( Acer campestre ), con una serie di arbusti caratteristici, quali il biancospino ( Crataegus monogyna ), il prugnolo ( Prunus spinosa ), la Rosa canina , il rovo ( Rubus ulmifolius ) ed il sanguinello. Sebbene non raggiungano mai larghezze considerevoli, questi sistemi qualificano positivamente il paesaggio agrario e rappresentano corridoi/rifugio per le specie di animali che rifuggono gli spazi aperti o ai quali gli arbusti forniscono cibo (vedi seguenti figure 5.1, 5.2, 5.3).

Fig. 5.1 – Incolti Fig. 5.2 – Filari stradali Fig. 5.3 – Siepi

Alberi isolati . Numerosi alberi isolati sono presenti fra i campi, a volte allineati come relitti di antichi filari o siepi. Si tratta quasi esclusivamente di grandi individui di roverella, importanti tanto dal punto di vista

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Vegetazione riparia dei corsi d’acqua . Le biocenosi vegetali legate ai corsi d’acqua rappresentano gli elementi di maggiore interesse naturalistico nell’area in esame; esse sono state rilevate lungo il corso d’acqua denominato “Acque dell’Imperatore”. L’area di intervento, infatti, risulta molto distante dal fiume Calore, da cui deriva il Canale dell’Imperatore. Inoltre, allo stato attuale, nel tratto più prossimo all’area d’intervento, il fiume Calore risulta quasi completamente privo di una vera e propria fascia di vegetazione ripariale e, inoltre, appare molto degradato in seguito ad interventi recenti di ripulitura delle sponde, rettificazione o imbrigliamento (vedi Figura 6.2).

Fig. 6.1 – Alberi isolati Fig. 6.2 – Argini del fiume Calore

Sulle sponde meno disturbate del Calore, sono presenti boscaglie di scarso valore naturalistico, dominate dalla robinia e in cui sono quasi assenti le essenze tipiche dei boschi ripariali. Questi sono rappresentati da residue unità di limitatissima estensione, con Salice bianco ( Salix alba ), Pioppo nero ( Populus nigra ) ed Ontano nero ( Alnus glutinosa ).

Il corso d’acqua “dell’Imperatore” scorre fra i campi interessati dall’intervento in direzione SE-NW per confluire nel Calore, a valle della SS 19 e ad una distanza dall’area d’intervento di circa 3500 m in direzione nord. Il suo corso è decisamente rettilineo, diretta conseguenza della cementificazione delle sue sponde; presenta, pertanto, acque veloci e abbondanti anche nel periodo estivo.

Sulle sponde, la vegetazione arborea non costituisce vere e proprie fasce boscate ma solo nuclei con salice, pioppo ed ontano, mentre molto più diversificata è la vegetazione erbacea che, nei pressi delle acque, si arricchisce di specie tipiche delle zone umide ( Nasturtium officinale , Veronica beccabunga , Apium nodiflorum , di elofite come la mazzasorda ( Typha latifolia ), la cannuccia di palude ( Phragmites australis ) e qualche carice ( Carex pendula ) (vedi seguenti Figure da 7.1, 7.2, 7.3) .

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Fig. 7.1 – nuclei arborei ripariali Fig. 7.2 – vegetazione erbacea Fig. 7.3 – elofite

Nei tratti più interessanti, la vegetazione erbacea presenta anche specie acquatiche sommerse radicanti sul fondo e formanti cuscinetti o zolle verdi (per esempio Callitriche stagnalis o il muschio Fontinalis  gro ecosist ) (vedi seguente Figura 8).

Fig. 8 – Specie acquatiche sommerse

Più precisamente, il tratto interessato dalla realizzazione del nuovo svincolo autostradale è quasi del tutto colonizzato dalla cannuccia comune (vedi seguenti Figure 9 e 10).

La confluenza di altri canali, con il conseguente aumento della portata e della velocità determina la situazione del tratto che corre vicino alla statale SS19 e, infine, l’attraversa in corrispondenza del tratto in cui si ha la maggiore ricchezza floristica e diversificazione ambientale. L’interesse di questo tipo di vegetazione risiede nell’importante ruolo di fitodepurazione, come un filtro naturale, che essa può svolgere nei confronti del carico di sostanze provenienti dall’agricoltura o dagli scarichi degli insediamenti residenziali o produttivi.

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Fig. 9 – Tratto del canale dell’Imperatore interessato dall’intervento

Fig. 10 – Tratto del canale dell’Imperatore a valle della SS 19

2.4. Aspetti faunistici

Nel comprensorio circostante l’area di intervento, sono stati individuati i seguenti Siti di Interesse Comunitario (SIC):

SIC IT80050022 “Montagne di Casalbuono” e Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano

Il territorio del Sito di Interesse Comunitario IT80050022 “Montagne di Casalbuono” si estende su una superficie di circa 17.123 ha, tra i 500 e 1475 m di quota, rientra nell’ambito della regione  gro ecosist mediterranea ed è localizzato lungo una porzione dell’Appennino meridionale all’interno dei confini comunali di Casalbuono, , , e Sanza; è, altresì, parzialmente ricompreso nella perimetrazione del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.

La Montagna di Casalbuono è una propaggine del Monte Cervati, costituita prevalentemente da calcari, marne e arenacee, caratterizzata da pendii ripidi e da pianori interni. La vegetazione è costituita da popolamenti di foreste di caducifoglie e di prateria di alta quota; tra le specie censite, risultano particolarmente numerose l’Ontano napoletano, il Leccio, la Roverella, l’Orniello, il Faggio, il Castagno, il Carrubo, il Tasso e l’Agrifoglio.

Nel Formulario Standard NATURA 2000 redatto il 22/07/2009 sono citate le specie faunistiche di cui alla seguente Tabella 11:

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ELENCO DELLE SPECIE PRESENTI AVIFAUNA Uccelli migratori abituali elencati dell’Allegato 1 della Direttiva 79/409/C EE Lanius collurio Uccelli migratori abituali non elencati dell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE Turdus philomelos Coturnix coturnix Scolopax rusticola MAMMIFERI Mammiferi elencati nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE Rhinolophus hipposideros Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus euryale Myotis blythii Barbastella barbastellus Myotis myotis Canis lupus ANFIBI E RETTILI Anfibi e rettili elencati nell’allegato II della Direttiva 92/43/CEE Elaphe quatuorlineata Bombina variegata Salamandrina terdigitata Triturus carnifex INVERTEBRATI Invertebrati elencati nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE Melanargia arge Cerambyx cerdo Coenagrion mercuriale Callimorpha quadripunctaria Tab. 11 – Elenco delle specie citate nel Formulario Standard SIC IT80050022 Altre specie importanti di flora e fauna censite nel SIC e citate in diverse liste e convenzioni sono riportate nella seguente Tabella 12

ALTRE SPECIE IMPORTANTI DI FLORA E FAUNA Flora Fauna Alnus cordata Felis silvestris Boyeria irene Hyla italica Ceriagrion tenellum Lacerta bilineata Chalcides chalcides Lestes dryas Coenagrion caerulescens Lucanus tetraodon Coluber viridiflavus Onychogomphus forcipatus Cordulegaster boltoni Podarcis muralis Podarcis sicula Rana dalmatina Rana italica Salamandra salamandra Triturus italicus Tab. 12 – Altre specie di flora e fauna presenti nel SIC IT80050022 E’ utile inoltre sottolineare, che l’Ente Parco del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, sta attualmente svolgendo studi che hanno appurato la presenza di Canis Lupus , Felis silvestris , Lutra lutra e Martes martes nella zona delle Montagne di Casalbuono.

SIC IT80050034 “Monti della Maddalena”

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Il territorio del SIC IT80050034 “Monti della Maddalena” si estende su una superficie di circa 8500 ha tra i 700 e 1503 m di quota, rientra nell’ambito della regione  gro ecosist mediterranea ed è localizzato lungo una porzione dell’Appennino meridionale nella zona sud-orientale della Campania, all’interno dei confini comunali di , , Padula e Montesano sulla Marcellana. Si tratta di una stretta dorsale carbonatica, allungata in direzione NNW-SSE, situata tra il Vallo di Diano e la regione Basilicata. Si caratterizza per la presenza di prati xerofili e di estesi boschi di caducifoglie (Cerro, Castagno, Carpino nero e Faggio).

Nel Formulario Standard NATURA 2000 stampato il 22/07/2009 sono citate le specie di cui alla seguente Tabella 13

ELENCO DELLE SPECIE PRESENTI AVIFAUNA Uccelli migratori abituali e lencati dell’Allegato 1 della Direttiva 79/409/CEE Dryocopus martius Milvus migrans Lanius collurio Uccelli migratori abituali non elencati dell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE Turdus philomelos Turdus viscivorus Coturnix coturnix MAMMIFERI Mammiferi elencati nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE Rhinolophus hipposideros Rhinolophus ferrumequinum Miniopterus schreibersii Myotis myotis ANFIBI E RETTILI Anfibi e rettili elencati nell’allegato II della Direttiva 92/43/CEE Elaphe quatuorlineata Bombina variegata INVERTEBRATI Invertebrati elencati nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE Melanargia arge Coenagrion mercuriale Tab. 13 – Elenco delle specie citate nel Formulario Standard SIC IT80050022 Altre specie importanti di flora e fauna censite nel SIC e citate in diverse liste convenzioni sono riportate nella seguente Tabella 14

ALTRE SPECIE IMPORTANTI DI FLORA E FAUNA Flora Fauna Alnus cordata Felis silvestris Chalcides chalcides Hyla italica Coenagrion caerulescens Lacerta bilineata Coluber viridiflavus Lucanus tetraodon Elaphe longissima Podarcis muralis Podarcis sicula Rana italica Salamandra salamandra Triturus italicus Tab. 14 – Altre specie di flora e fauna presenti nel SIC IT80050022

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Per quanto concerne l’habitat di interesse faunistico, l’area nella quale verrà effettuato l’intervento rappresenta una zona di connessione tra due importanti territori, ricchi di specie di particolare pregio conservazionistico. In particolare, costituisce un corridoio ecologico utilizzato da tutti i taxa di Vertebrati, per la presenza dei seguenti habitat: canali, siepi e campi.

Essi sono zone di passaggio, rifugio e foraggiamento utilizzate da Pesci (solo i canali), Anfibi, Rettili, Uccelli e Mammiferi. In particolare, l’habitat costituito da colture cerealicole alternate a siepi è idoneo per la nidificazione di Lanius collurio ; quest’importanza è evidenziata anche dai numeri delle coppie nidificanti nelle aree adiacenti che sono rispettivamente: 11-50 coppie nel SIC IT80050034 “Monti della Maddalena” e 1-5 coppie nel SIC IT80050022 “Montagne di Casalbuono”. Il mosaico agricolo è altresì importante per il foraggiamento, sia dei rapaci diurni (migratori e residenti) sia di quelli notturni.

Per quanto riguarda la presenza di tre specie bandiera che sono anche specie ombrello: Canis lupus , Lutra lutra e Felis silvestris , l’area d’intervento non presenta caratteristiche idonee alla sua utilizzazione, sia per il grado di presenza antropica e di infrastrutturazione complessa del territorio, che per l’esistenza di corridoi alternativi per gli spostamenti di tali specie presenti in corrispondenza dei grandi corridoi appennici e dei varchi funzionali esistenti a sud, tra il Parco Nazionale del Cilento e il Parco nazionale del Pollino (in corso di studio) .

Gli habitat ideali per questa specie sono i fiumi e i laghi, poiché passa molto tempo in acqua e si nutre preferibilmente di pesci; in particolare, si tratta di una specie molto sensibile al grado di inquinamento delle acque ed al grado di antropizzazione.

Con riferimento all’area d’intervento, pertanto, sulla base delle caratteristiche rilevate (alto grado di antropizzazione, canali artificiali soggetti a variazioni notevoli della qualità delle acque per effetto delle coltivazioni agrarie presenti al contorno), non si rilevano habitat idonei alla sua presenza.

In merito alla valutazione della qualità ambientale, delle sensibilità, delle tipologie di interazione, si evidenzia quanto segue: in base alle caratteristiche dell’area d’intervento, nel tratto in esame, le aree di interesse faunistico risultano rappresentate dai seguenti ambiti:

° corsi d’acqua e aree perifluviali ad essi limitrofe; ambiti caratterizzati da una vegetazione ripariale poco evoluta e non continua, ma con buona biodiversità;

° agro ecosistema ; ambiti con un basso-medio grado di semplificazione. La fauna presente in queste aree è pertanto influenzata dalla scarsità di aree di rifugio reperibili e, quindi, da una semplificazione anche della biocenosi.

Al fine di valutare la qualità della componente Fauna nei diversi habitat, sono stati presi in considerazione due differenti parametri, vale a dire: la rarità delle specie presenti e la diversità biologica nel numero di specie. In entrambi i casi, sono state effettuate valutazioni prendendo in considerazione unicamente le specie sensibili riportate nel precedente paragrafo.

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Per quanto riguarda la rarità delle differenti specie, è stata utilizzata una scala compresa tra 1 e 4, dove 1 rappresenta una specie comune e 4 una estremamente rara.

È’ stata effettuata una doppia valutazione, sia a livello di area vasta che a livello del sito di intervento; inoltre, per ciascun habitat, è stato valutato il numero di specie sensibili presenti.

Le indicazioni per ciascuna specie sono riportate nella seguente Tabella 15

Rarità delle Rarità delle Habitat principale di ELENCO SISTEMATICO specie su area specie nell’area riferimento vasta di studio Lanius collurio Agricolo 3 3 Dryocopus martius Agricolo 4 3 Milvus migrans Fluviale e perifluviale 3 2 Turdus philomelos Agricolo 1 1 Turdus viscivorus Agricolo 2 2 Coturnix coturnix Agricolo 2 2 Scolopax rusticola Agricolo 2 2 Rhinolophus hipposideros Agricolo 3 3 Rhinolophus ferrumequinum Agricolo 3 3 Rhinolophus Euryale Agricolo 2 2 Myotis blythii Agricolo 3 3 Barbastella barbastellus Fluviale e perifluviale 3 3 Myotis myotis Agricolo 2 2 Canis lupus Agricolo 4 4 Miniopterus schreibersii Ubiquitario 1 1 Elaphe quatuorlineata Agricolo 2 2 Bombina variegata Fluviale e perifluviale 4 4 Salamandrina terdigitata Fluviale e perifluviale 3 3 Triturus carnifex Fluviale e perifluviale 4 4 Melanargia arge Agricolo 4 4 Cerambyx cerdo Agricolo 3 3 Coenagrion mercuriale Agricolo 2 2 Callimorpha quadripunctaria Fluviale e perifluviale 3 3 Tab. 15 – Indicazione della rarità delle specie sensibili nell’area d’intervento Effettuando l’aggregazione dei dati raccolti sulla base dei differenti habitat in cui le specie sensibili sono segnalate, si ottengono i risultati presenti all’interno della seguente Tabella 16

Rarità complessiva Rarità complessiva Habitat principale di Numero di specie delle specie su area delle specie nell’area di riferimento vasta studio Fluviale e perifluviale 6 20 19 Agricolo 16 42 41 Tab. 16 – Indice di rarità complessiva Per completare la valutazione sulle presenze faunistiche nei differenti habitat, sono state poi considerate solo quelle specie sensibili riportate nelle direttive comunitarie “Habitat” o “Uccelli” e/o sono menzionate all’interno delle liste rosse. Al fine di dare un differente peso a ciascuna specie, a seconda del livello di tutela consigliato nei due riferimenti presi in considerazione, sono stati attribuiti i seguenti punteggi:

° Direttive comunitarie :

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AUTOSTRADA A3 SALERNO – REGGIO CALABRIA Ammodernamento del Tronco 1° - TRATTO 6° - LOTTO 3° NUOVO SVINCOLO DI PADULA – BUONABITACOLO AL KM 103+200 (Collegamento della S.S. 517 “Bussentina” con la A3) Progetto Definitivo

- 1,0 punto per la citazione nell’allegato II alla Direttiva “Habitat”

- 1,0 punto per la citazione nell’allegato I alla Direttiva “Uccelli”

° Lista rossa :

- 0,2 punti per la citazione come specie DD

- 0,5 punti per la citazione come specie LR

- 1,0 punto per la citazione come specie VU

Nella successiva Tabella 17 sono riportate le specie considerate ed i relativi punteggi attribuiti.

Habitat principale di Direttive ELENCO SISTEMATICO Lista rossa riferimento comunitarie Lanius collurio Agricolo 1 0,5 Dryocopus martius Agricolo 1 0,5 Milvus migrans Fluviale e perifluviale 1 0,5 Turdus philomelos Agricolo 1 0,5 Turdus viscivorus Agricolo 1 0,5 Coturnix coturnix Agricolo 1 0,5 Scolopax rusticola Agricolo 1 0,5 Rhinolophus hipposideros Agricolo 1 1 Rhinolophus ferrumequinum Agricolo 1 0,5 Rhinolophus Euryale Agricolo 1 1 Myotis blythii Agricolo 1 0,5 Barbastella barbastellus Fluviale e perifluviale 1 1 Myotis myotis Agricolo 1 0,5 Canis lupus Agricolo 1 0,5 Miniopterus schreibersii Ubiquitario 1 0,5 Elaphe quatuorlineata Agricolo 1 0,5 Bombina variegata Fluviale e perifluviale 1 1 Salamandrina terdigitata Fluviale e perifluviale 1 0,5 Triturus carnifex Fluviale e perifluviale 1 0,5 Melanargia arge Agricolo 1 1 Cerambyx cerdo Agricolo 1 1 Coenagrion mercuriale Agricolo 1 0 Callimorpha quadripunctaria Fluviale e perifluviale 1 0 Tab. 17 – Punteggi relativi alle specie citate nelle direttive comunitarie e nelle liste rosse

Effettuando la somma dei punteggi ottenuti per le specie di ciascun habitat, escludendo quelle ubiquitarie, si ottiene un punteggio complessivo pari a 9,5 per le specie relative all’habitat fluviale e peri-fluviale, con un punteggio pari a 25,5 per quelle relative all’habitat agricolo.

Tale valore complessivo va rapportato al numero di specie presenti nei due habitat considerati: n. 6 specie nell’habitat fluviale e peri-fluviale e n. 16 specie presenti nell’habitat agricolo.

L’indice finale pertanto è il seguente:I habitat fluviale = 6:9,5 = 0,63; I habitat  gro ecosistema = 16:25,5 = 0,62

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AUTOSTRADA A3 SALERNO – REGGIO CALABRIA Ammodernamento del Tronco 1° - TRATTO 6° - LOTTO 3° NUOVO SVINCOLO DI PADULA – BUONABITACOLO AL KM 103+200 (Collegamento della S.S. 517 “Bussentina” con la A3) Progetto Definitivo

I parametri presi in considerazione evidenziano una maggiore valenza degli habitat fluviali rispetto a quelli agricoli, sia per quanto riguarda il numero di specie presenti che per la loro rarità.

Per questo habitat (corsi d’acqua e vegetazione d’argine), sono state approfondite le azioni di progetto indotte dalla realizzazione e dall’esercizio dell’opera, valutando sia gli impatti potenziali, in termini di sottrazione di habitat ed interruzione dei corridoi di spostamento per i taxa interessati, che gli interventi di mitigazione da adottare per annullare o minimizzare gli eventuali effetti negativi. Tuttavia, risulta evidente che anche le sottrazioni operate a carico dell’agro-ecosistema possono comportare effetti di minore efficienza complessiva della rete ecologica. A questo riguardo, tuttavia, si deve considerare il fatto che l’agro-ecosistema costituisce una risorsa diffusa e fungibile.

2.5. Caratteri costitutivi del paesaggio

I caratteri del paesaggio sono stati analizzati distinguendo gli apparati appartenenti al paesaggio antropico e quelli appartenenti al paesaggio semi-naturale. Al primo, appartengono i sistemi dell’infrastrutturazione urbana tipicamente connessi con la residenzialità, l’accessibilità, l’attività produttiva, i paesaggi agrari, le tessiture territoriali storiche; al secondo, appartengono i sistemi residuali di naturalità connessi con la rete ecologica locale e gli elementi vedutistici.

Nel contempo, il paesaggio antropico risulta del tutto prevalente e la sua struttura può essere analizzata riconducendola, sostanzialmente, ai seguenti apparati principali. a) Apparato sussidiario della mobilità principale e secondaria

E’ rappresentato dalla rete viaria e ferroviaria principale e secondaria e dai nodi di connessione, già descritti in precedenza. b) Apparato abitativo/commerciale lungo la viabilità principale

E’ costituito dagli allineamenti dei tessuti edilizi di frangia urbana lungo la SS 19 e la SS 517. In particolare, lungo la SS 19 si trovano unità residenziali e commerciali sorte prima dell’infrastrutturazione autostradale e consolidatesi anche dopo la realizzazione dell’A3, utilizzando come nodo ordinatore della trama insediativa l’attuale svincolo di Padula-Buonabitacolo. Anche il PRG, sostanzialmente confermando le dinamiche spontanee consolidatesi negli anni, rafforza tale scelta localizzativa, destinando l’area compresa tra la ferrovia dismessa e l’A3 a zona B2 di completamento residenziale.

Il criterio d’uso degli spazi aperti, in questo caso, sembra confermare una logica di occupazione degli ambiti residuali (o contermini) determinati dalle infrastrutture territoriali (strade, ferrovie ed impianti puntuali), con usi del tutto estranei alla natura, alla forma (morfologia) ed alla vocazione del territorio.

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AUTOSTRADA A3 SALERNO – REGGIO CALABRIA Ammodernamento del Tronco 1° - TRATTO 6° - LOTTO 3° NUOVO SVINCOLO DI PADULA – BUONABITACOLO AL KM 103+200 (Collegamento della S.S. 517 “Bussentina” con la A3) Progetto Definitivo

Lungo la SS 19 che, dallo svincolo attuale risale verso nord, in direzione dell’area d’intervento, il PRG sembra invece tentare di frenare lo sprawl edilizio, confermando per l’intera area a cavallo della SS 19, compresa quella direttamente interessata dall’opera di progetto, la destinazione a zona E agricola.

c) Apparato abitativo diffuso lungo la piana agraria

E’ costituito delle unità residenziali sparse originatesi nei decenni trascorsi, in relazione alla funzione di presidio delle attività agricole, generalmente collegate da viabilità secondarie al sistema delle connessioni viarie principali.

Il grado di sostituzione/ammodernamento delle abitazioni è piuttosto scarso e, più spesso registrabile, per quelle unità che attualmente sono oggetto di trasformazione della destinazione d’uso da residenziale a commerciale/produttiva. Nell’area di diretto interesse del progetto, non sono state rilevate unità di rilievo per gli aspetti architettonici o culturali che, in qualche caso, sono invece presenti nell’area vasta di riferimento. Le unità rilevate non costituiscono, pertanto, riferimenti di rilievo per gli aspetti della tradizione edilizia locale.

d) Apparato produttivo industriale/commerciale a carattere sparso

E’ costituito da unità, spesso originariamente residenziali, trasformate a scopo produttivo ed inserite nella trama degli spazi rurali in corrispondenza delle viabilità secondarie che si diramano dalla rete principale. Risultano pertanto facilmente accessibili, pur se isolate e distanti dalle conurbazioni più dense. In questo modo, sfruttano l’assenza di ricettori potenzialmente soggetti a disturbo e possono disporre di ampi spazi operativi all’aperto.

Costituiscono trasformazioni che gli strumenti di piano, almeno a livello regionale e provinciale, con minore attenzione a livello urbanistico comunale, tendono a limitare per non assecondare usi estranei del sistema territoriale e degli spazi aperti e rurali in particolare (vedi seguente Figura 18).

Fig. 18 – Area d’intervento e sullo sfondo le unità produttive – commerciali – residenziali lungo la SS 19

e) Apparato produttivo agricolo dei campi irrigui

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AUTOSTRADA A3 SALERNO – REGGIO CALABRIA Ammodernamento del Tronco 1° - TRATTO 6° - LOTTO 3° NUOVO SVINCOLO DI PADULA – BUONABITACOLO AL KM 103+200 (Collegamento della S.S. 517 “Bussentina” con la A3) Progetto Definitivo

Nell’area in esame prevalgono superfici utilizzate a seminativi (cereali) e prati avvicendati. Le superfici utilizzate a seminativo di tipo asciutto o con irrigazioni saltuarie di soccorso (primavera-estate) comprendono aree coltivate a cereali, sia a ciclo primaverile – estivo (mais) che a ciclo autunno-invernino (frumento) ed a colture foraggere (erba medica, sulla, ecc.) di tipo avvicendato con altre colture erbacee.

Sono sistemi colturali caratterizzati da una maglia aziendale meno frammentata rispetto alla media provinciale e da colture semi-estensive a basso impatto ambientale. Presentano, nel complesso, un medio grado di naturalità dovuto sia alle tecniche colturali, che prevedono l’avvicendamento delle colture erbacee, sia al ridotto apporto di controllo chimico e meccanico (concimi, fitofarmaci e lavorazioni) sulla produzione agricola. Pertanto, svolgono una funzione rilevante di transizione tra elementi a massima o elevata naturalità ed aree ad elevata urbanizzazione e/o attività antropica.

Negli ultimi decenni si è registrato, anche nell’area in esame, ma in particolare in altri settori della pianura campana, il passaggio da un assetto a matrice rurale prevalente , con lo schema insediativo ed infrastrutturale accentrato di impianto settecentesco, immerso in un paesaggio rurale ad elevata continuità, ad un assetto di frangia, a matrice urbana prevalente , dove lo spazio rurale è frammentato in isole sempre meno interconnesse, esposte alle interferenze ed alle pressioni delle attività urbane e industriali adiacenti.

Il paesaggio agrario, nell’area di diretto interesse del progetto, è fondato sul mosaico della trama dei campi sottolineato da brevi siepi lineari ed alberi isolati e solcato da due fossi secondari, delimitati da arbusteti ripariali piuttosto continui, pur se impoveriti nella composizione dello strato arboreo; il primo attraversa l’area in direzione est-ovest e viene superato dall’infrastruttura di progetto all’altezza dell’area di esazione, il secondo (Acqua dell’Imperatore) di dimensioni più significative, sia per gli aspetti idraulici che per gli aspetti ecologici, corre al limite dell’area d’intervento con andamento nord-ovest/sud-est tra la SS 19 e l’attuale svincolo autostradale. Viene superato dall’infrastruttura di progetto in corrispondenza del tratto terminale, che si conclude con la rotatoria di progetto che distribuirà i traffici provenienti dall’A3 sulla SS 19. f) Apparato storico – archeologico

Le indagini condotte in sito non hanno portato ad evidenziare particolari situazioni di interesse per ciò che concerne: siti archeologici , rete stradale d’epoca romana , centuriazioni, centri e agglomerati storici , rete stradale storica , beni storico-architettonici extraurbani , o urbani ma di riferimento territoriale, beni paesaggistici d’insieme . Inoltre, i vincoli archeologici vigenti risultano tutti esterni all’area d’intervento del progetto in esame e, precisamente, risultano coinvolgere le seguenti zone:

• area limitrofa alla Certosa di San Lorenzo, vincoli “A”, “B”, “C”, “D”, (art.21 L.1089/39);

• area archeologica in contrada Civita, (art.43 L.1089/39);

• area archeologica in contrada S. Andrea, (art.43 L.1089/39);

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AUTOSTRADA A3 SALERNO – REGGIO CALABRIA Ammodernamento del Tronco 1° - TRATTO 6° - LOTTO 3° NUOVO SVINCOLO DI PADULA – BUONABITACOLO AL KM 103+200 (Collegamento della S.S. 517 “Bussentina” con la A3) Progetto Definitivo

• area archeologica in contrada Fabbriche, (art.43 L.1089/39).

L’analisi effettuata è stata svolta consultando la letteratura archeologica e l’Archivio della Soprintendenza per i Beni Archeologici delle province di Caserta-Avellino-Benevento-Salerno, integrando i dati raccolti con valutazioni puntuali sulle aree oggetto degli interventi, effettuate attraverso sopralluoghi mirati.

La fotografia aerea del territorio, inoltre, ha confortato la impressioni iniziali riportando una situazione generale del terreno pianeggiante e aperta, in cui la sola traccia leggibile è quella del metanodotto.

Allo stato attuale, le particelle in cui ricade l’opera sono in buona parte arate: pertanto, nel corso delle ricognizioni eseguite, si è fatta particolare attenzione a questa fascia di terreno che, essendo già stata oggetto di scavo in profondità, potrebbe avere intaccato eventuali depositi archeologici. Non è stato possibile constatare particolari affioramenti di materiale fittile, se non rari frustoli presenti, d’altro canto, anche sugli altri campi arati.

Il dato più importante da tenere presente è tuttavia costituito dai rinvenimenti effettuati nelle indagini condotte negli anni 2002 e 2008 sul tracciato dell’Autostrada, che ricadono nella zona immediatamente a nord dello svincolo che dovrà essere realizzato. La varietà di testimonianze riportate alla luce, che si articola in differenti tipologie strutturali (tombe, canali ed opere murarie) testimonia un uso del suolo differenziato in un arco di tempo, tra l’altro, forse anche circoscritto. Ugualmente importante è la villa romana in loc. Fabbrica, così come quella in loc. Murgia del Pesco che, insieme alla loc. Noce del Conte, sembrano circoscrivere l’area di interesse, costituendo una riferimento sostanziale della possibile presenza di evidenze archeologiche.

Gli apparati del paesaggio semi-naturale, come detto, rappresentano un fattore residuale della struttura complessiva del paesaggio, in relazione al contesto diretto di riferimento del progetto. Tuttavia, proprio in relazione al loro carattere di residualità, assumono un rilievo notevole per gli aspetti connessi alle azioni di mitigazione e inserimento ambientale dell’opera che dovranno tendere, ove possibile, a rafforzare tali apparati, ovvero a mitigare/compensare potenziali azioni di ulteriore frammentazione indotti dal sistema di progetto. Si tratta, nello specifico, dell’apparato connettivo dei canali d’acqua e della vegetazione d’argine, del sistema dei filari e delle siepi di specie autoctone e degli elementi arborei isolati. Tali ambiti sono stati precedentemente descritti nei paragrafi relativi alla flora e alla fauna.

Per ciò che concerne invece la definizione degli elementi vedutistici del contesto paesaggistico, si può affermare che attualmente gli ambiti di diretta percezione visiva dell’area risultano occlusi sia per la percorrenza della SS 19 (ad esclusione di un breve tratto in corrispondenza della rotatoria di progetto) sia per la percorrenza lungo la direttrice autostradale da cui i coni visuali aperti risultano piuttosto limitati dagli arredi di sicurezza (guard rail) o di protezione dal rumore (barriere antirumore). Il punto di più ampia percezione visiva sull’area d’intervento è costituito dal tratto di cavalcavia che supera l’autostrada e collega la SS 19 con due piccoli nuclei abitati, localizzati a monte e a valle dell’Autostrada A3.

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Relativamente alle criticità, si può evidenziare che gli apparati strutturali del paesaggio dell’area d’intervento identificano un ambito omogeneo compreso nel più ampio sistema “delle aree agricole del Vallo”, con forte connotazione identitaria e valore paesaggistico d’insieme, riconosciuto anche negli strumenti della pianificazione di livello regionale e provinciale.

In generale, pertanto, si può assegnare un livello di sensibilità elevato alla componente in esame, sulla base dei seguenti parametri di rischio paesaggistico:

Intrusione: Il rischio è indotto dalla presenza dell’opera nel suo complesso che trasforma, introducendovi un forte elemento di artificializzazione, una unità omogenea di paesaggio riconoscibile per forma ed apparati base, pur oggetto di forti pressioni dello stesso tipo (artificializzazione per l’inserimento nell’area di funzioni estranee quali attività artigianali e commerciali, depuratore ed abitazioni) che, già allo stato attuale, tendono a modificarne i caratteri peculiari. La mitigabilità dell’azione è scarsa.

Intrusione visiva alla breve-media distanza: Il rischio è indotto dalla realizzazione dei viadotti di sovralzo sull’autostrada che, pur se visibili da settori limitati, modificano parzialmente le quinte sceniche naturali di fondo. La mitigabilità dell’azione è buona.

Frammentazione: Il rischio è indotto dalla presenza dell’opera nel suo complesso, che divide l’area agricola in parti non più comunicanti e che, per la frammentazione subita, perdono valore economico- produttivo, omogeneità connotativa, rischio di degrado e abbandono. La mitigabilità è parziale. L’impatto è tuttavia in parte compensato dai benefici socio-economici che riceveranno i settori commerciali ed industriali della zona, con possibilità di nuovi insediamenti.

Interruzione di continuità ecologica: Il rischio è connesso con le azioni di parziale copertura del fosso secondario e di superamento con un ponte del canale “Acqua dell’Imperatore”, corridoi importanti per la funzionalità della rete ecologica locale. La mitigabilità dell’azione è elevata.

Rischio archeologico: Il rischio (elevato) è connesso al possibile intercettamento di materiali archeologici durante le fasi di scavo, anche superficiali. L’individuazione degli ambiti soggetti a rischio archeologico medio – alto è derivata dagli approfondimenti eseguiti nel corso dello studio di compatibilità ambientale (Cfr. Documento per la verifica preventiva dell’interesse archeologico).

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AUTOSTRADA A3 SALERNO – REGGIO CALABRIA Ammodernamento del Tronco 1° - TRATTO 6° - LOTTO 3° NUOVO SVINCOLO DI PADULA – BUONABITACOLO AL KM 103+200 (Collegamento della S.S. 517 “Bussentina” con la A3) Progetto Definitivo

3. GLI INTERVENTI DI INSERIMENTO PAESAGGISTICO – AMBIENTALE

3.1. Generalità

La definizione delle scelte progettuali che meglio esprimono l’inserimento dell’opera nel contesto territoriale sono conseguenti agli studi effettuati relativamente agli aspetti morfologici e vegetazionali, storico-culturali, oltre a quelli legati all’inserimento paesaggistico ed alla percezione visiva.

Gli interventi sono finalizzati a: - contenere i livelli di intrusione visiva nei principali bacini visuali - integrare l’opera in modo compatibile al sistema naturale circostante - ricomporre le aree su cui insiste l’infrastruttura, mantenendo le configurazioni paesaggistiche preesistenti

Le tipologie di intervento che concorrono al progetto di inserimento ambientale dell’opera, possono essere raggruppabili in quattro tipologie: • opere a verde • sistemazione delle aree a verde intercluse tra le rampe, l’area centrale dello svincolo a rotatoria sulla SS 19 e lungo le sponde dei corsi d’acqua naturali esistenti • opere architettoniche.

La progettazione delle opere a verde, a fronte del ruolo di primaria importanza rivestito dalla componente vegetale nel processo di riqualificazione paesaggistica, ha come obiettivo prevalente quello di inserire l’opera in modo compatibile ed integrato al sistema naturale e, contestualmente, di ripristinare quelle porzioni territoriali necessariamente modificate dall’opera o da tutte quelle operazioni che si rendono indispensabili per la sua realizzazione. Essa pertanto ha tenuto conto, oltre che dei condizionamenti di natura tecnica determinati dalle caratteristiche dell’opera che si va a mitigare, anche dell’ambiente in cui l’infrastruttura si va a collocare riconoscendone i caratteri naturali e le capacità di trasformazione. Il punto di partenza per progettare gli interventi a “carattere naturalistico” è consistito nell’analisi delle caratteristiche abiotiche dell’area (bioclimatiche, geomorfologiche. etc) e nella definizione delle tipologie vegetazionali naturali e seminaturali presenti in sito.

Le analisi degli elementi naturali preesistenti e la caratterizzazione dell’assetto dei luoghi hanno permesso di definire le opere a verde più opportune per: - mantenere e riqualificare le formazioni vegetali preesistenti - realizzare la sistemazione e il consolidamento delle scarpate - svolgere la funzione di arredo stradale

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AUTOSTRADA A3 SALERNO – REGGIO CALABRIA Ammodernamento del Tronco 1° - TRATTO 6° - LOTTO 3° NUOVO SVINCOLO DI PADULA – BUONABITACOLO AL KM 103+200 (Collegamento della S.S. 517 “Bussentina” con la A3) Progetto Definitivo

Nell’ambito degli interventi a verde primo problema da affrontare è quello di individuare le specie e le varietà più idonee, in grado di sopportare particolari situazioni ambientali e microambientali, e di costituire parte integrante del paesaggio. Il criterio di utilizzare specie autoctone, tipiche della vegetazione potenziale delle aree interessate dal progetto, è ormai ampiamente adottato nelle opere di ripristino e mitigazione ambientale. Le specie locali, essendo coerenti con la vocazione dei luoghi, si adattano maggiormente alle condizioni climatiche dell’area e alle caratteristiche dei suoli, assicurando una più facile riuscita dell’intervento. Esse inoltre risultano più resistenti verso gli attacchi esterni e necessitano in generale di una minore manutenzione, consentendo di ridurre al minimo, in fase d’impianto, l’utilizzo di concimi chimici, fertilizzanti od antiparassitari. In sintesi i criteri adottati per la scelta delle specie sono i seguenti: - potenzialità fitoclimatiche dell’area; - coerenza con la flora e la vegetazione locale; - facilità di attecchimento; - aumento della biodiversità locale; - valore estetico naturalistico

A supporto del processo di scelta delle specie sono stati compiuti sopralluoghi nel sito di intervento finalizzati all’individuazione delle specie vegetali che potessero essere il più possibile coerenti con la vegetazione realmente e potenzialmente esistente. Una scelta idonea consente un incremento della naturalità dei luoghi attuando un processo di riqualificazione e di rivalutazione dell’ambito territoriale.

Per quanto riguarda infine le specie di tipo strisciante per i rivestimenti delle scarpate e delle zone intercluse si utilizzeranno miscele di sementi, piantine o talee in commercio adatte al clima della zona. Le specie striscianti più idonee appartengono a specie perenni sempreverdi rustiche capaci di resistere ad ogni condizione climatica. L’intervento di piantagione di piantine o talee di specie erbacee e striscianti sarà eseguito su tutta la superficie interessata dagli interventi a verde. L’intervento di rivestimento svolge le seguenti funzioni: - ambientale, impedendo la crescita e lo sviluppo di specie vegetali infestanti ed invadenti; - biotecnica, proteggendo il terreno dalle erosioni superficiali e consolidandolo con l’azione degli apparati radicali; - estetica e paesaggistica.

3.2. Gli interventi progettati

Nell’ottica della progettazione a verde finalizzata all’inserimento ambientale dell’opera, gli interventi proposti sono stati studiati con l’intento di riprodurre delle situazioni il più possibili vicine a quelle naturali,

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AUTOSTRADA A3 SALERNO – REGGIO CALABRIA Ammodernamento del Tronco 1° - TRATTO 6° - LOTTO 3° NUOVO SVINCOLO DI PADULA – BUONABITACOLO AL KM 103+200 (Collegamento della S.S. 517 “Bussentina” con la A3) Progetto Definitivo al fine di favorire l’inserimento paesaggistico con l’intorno ed assicurare quindi la giunzione tra il nuovo e l’esistente. Gli interventi a verde progettati sono riferiti alle seguenti tipologie:

1. Interventi di mitigazione paesaggistica

Gli interventi di mitigazione (sigla MIT – A) si concentrano: in corrispondenza dell’asta di collegamento, presso la rotatoria e con funzioni di interventi di linea. Di seguito vengono presentati gli stralci della tavola T00IA00AMBPP01A - planimetria opere a verde con le tabelle riassuntive delle tipologie e delle quantità di specie arboree utilizzate:

Fig. 19 - MIT – A3: Sistemazione ambientale asta di collegamento

Fig 20 - MIT – A2: Sistemazione ambientale rotatoria

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AUTOSTRADA A3 SALERNO – REGGIO CALABRIA Ammodernamento del Tronco 1° - TRATTO 6° - LOTTO 3° NUOVO SVINCOLO DI PADULA – BUONABITACOLO AL KM 103+200 (Collegamento della S.S. 517 “Bussentina” con la A3) Progetto Definitivo

Fig. 21 - MIT – A1: Interventi sulla viabilità secondaria/area cantiere operativo

2. Interventi di riqualificazione ambientale

Gli interventi di riqualificazione ambientale (sigla RIQ – B) saranno realizzati in corrispondenza del Fosso Romito e affluente (fascia arboreo – arbustiva) e nelle aree intercluse. Di seguito vengono presentati gli stralci della tavola T00IA00AMBPP01A - planimetria opere a verde con le tabelle riassuntive delle tipologie e delle quantità di specie arboree utilizzate:

Fig. 22 - RIQ – B1: Fosso Romito

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AUTOSTRADA A3 SALERNO – REGGIO CALABRIA Ammodernamento del Tronco 1° - TRATTO 6° - LOTTO 3° NUOVO SVINCOLO DI PADULA – BUONABITACOLO AL KM 103+200 (Collegamento della S.S. 517 “Bussentina” con la A3) Progetto Definitivo

Fig. 23 - RIQ – B2: Intervento di riqualificazione tra l’asta principale e Fosso romito

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AUTOSTRADA A3 SALERNO – REGGIO CALABRIA Ammodernamento del Tronco 1° - TRATTO 6° - LOTTO 3° NUOVO SVINCOLO DI PADULA – BUONABITACOLO AL KM 103+200 (Collegamento della S.S. 517 “Bussentina” con la A3) Progetto Definitivo

Fig. 24 - RIQ – B3: Aree Intercluse

Fig. 25 - RIQ – B4: Aree Intercluse a margine Fosso Imperatore – viabilità secondaria

3. Interventi di compensazione

Gli interventi di compensazione (sigla COM – C) saranno realizzati nell’area compresa tra l’asta principale autostradale ed il dismesso tracciato ferroviario. Di seguito vengono presentati gli stralci della tavola T00IA00AMBPP01A - planimetria opere a verde con le tabelle riassuntive delle tipologie e delle quantità di specie arboree utilizzate:

Relazione descrittiva degli interventi di mitigazione e inserimento paesaggistico e ambientale 26 ANAS S.p.A. Direzione Centrale Progettazione

AUTOSTRADA A3 SALERNO – REGGIO CALABRIA Ammodernamento del Tronco 1° - TRATTO 6° - LOTTO 3° NUOVO SVINCOLO DI PADULA – BUONABITACOLO AL KM 103+200 (Collegamento della S.S. 517 “Bussentina” con la A3) Progetto Definitivo

Fig. 26 - COM – C1: Realizzazione di boschetto (nuclei arborei serie della rovella su prato a bassa manutenzione )

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AUTOSTRADA A3 SALERNO – REGGIO CALABRIA Ammodernamento del Tronco 1° - TRATTO 6° - LOTTO 3° NUOVO SVINCOLO DI PADULA – BUONABITACOLO AL KM 103+200 (Collegamento della S.S. 517 “Bussentina” con la A3) Progetto Definitivo

4. GLI INTERVENTI DI PROTEZIONE PER LA FAUNA

I principali obiettivi perseguiti nella progettazione degli interventi di protezione sulla fauna sono stati: • la riduzione della frammentazione ecosistemica, attraverso il ripristino della continuità ambientale interrotta con la costruzione dell’infrastruttura; • la riduzione della possibilità di incidente tra veicoli ed animali, impedendo l’accesso della fauna alla sede stradale.

Il primo di tali obiettivi è stato perseguito con la realizzazione di “interventi attivi” rappresentati da passaggi faunistici (sottopassi); si tratta di manufatti artificiali che consentono alla fauna di attraversare in sicurezza le vie di comunicazione, ripristinando la continuità territoriale e riducendo la frammentazione ecosistemica. Il secondo scopo è stato raggiunto tramite la messa in opera di “interventi passivi” consistenti nella realizzazione di recinzioni tali da ridurre il rischio di attraversamento dell’infrastruttura da parte della fauna, e nel contempo convogliare gli animali verso i punti di attraversamento sicuro (passaggi faunistici, sottoviadotti). a) Passaggi faunistici In considerazione delle tipologie costruttive e dei biotopi interferiti, si è ritenuto opportuno garantire la permeabilità anche in corrispondenza: - canale Imperatore; - fosso Romito; - sede autostradale principale (prolungamento passaggio faunistico esistente); In corrispondenza del canale Imperatore il sistema costruttivo del manufatto costituisce di per se un valido passaggio faunistico. Mentre relativamente al fosso Romita si è provveduto a provvedere lo scatolare destinato al deflusso idraulico in c.a. di una fascia laterale di larghezza 80 cm, che si mantiene asciutta in condizioni di normale deflusso delle acque. Infine, in corrispondenza della sede autostradale principale, si è previsto il prolungamento dell’esistente manufatto dotato di numero due passaggi faunistici laterali delle dimensioni di 3,00 m x 3,00 m. b) Sistemi di recinzione per la riduzione della mortalità della fauna terrestre La sede stradale potenzialmente attraversabile da animali terrestri, al fine di evitare il rischio di incidenti, è previsto sia recintata. La rete interesserà solo le seguenti tipologie: raso e rilevato.

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AUTOSTRADA A3 SALERNO – REGGIO CALABRIA Ammodernamento del Tronco 1° - TRATTO 6° - LOTTO 3° NUOVO SVINCOLO DI PADULA – BUONABITACOLO AL KM 103+200 (Collegamento della S.S. 517 “Bussentina” con la A3) Progetto Definitivo

5. GLI INTERVENTI DI RIPRISTINO DELLE AREE DI CANTIERE

Alla conclusione dei lavori di realizzazione dell’infrastruttura stradale di progetto, le aree in corrispondenza delle quali è prevista la localizzazione dei siti di cantiere, di deposito temporaneo e della relativa viabilità, nonché quelle soggette a movimentazione delle terre (scavi, riporti, ecc.) nell’intorno dell’asse viario di progetto verranno restituite alla destinazione d’uso attuale, prevalentemente agricola e/o a prato pascolo. A tale proposito, infatti, si evidenzia come l’asportazione di suolo e della relativa copertura vegetale può comportare fenomeni di erosione accelerata, variazioni nella permeabilità dei terreni (con maggiori rischi nei riguardi dell’inquinamento), nonché minori capacità di ritenzione delle acque meteoriche. Al termine della fase di cantiere, si procederà dunque alla ricostruzione e ricompattazione del terreno asportato, alla ricostruzione del manto superficiale erboso, oltre che alla semina e/o rimpianto di essenze arbustive ed arboree. Vengono di seguito descritte le tecniche che saranno adottate allo scopo di ottenere una matrice che possa evolvere naturalmente, in un arco di tempo non troppo esteso, ad un suolo con caratteristiche paragonabili a quelle preesistenti, nonché a ripristinare l'originaria morfologia di superficie dei terreni interessati dalla localizzazione delle aree di cantiere e dal passaggio dei mezzi d’opera, nonché dei siti di deposito temporaneo. I suddetti terreni dovranno essere preventivamente scoticati ed opportunamente trattati, per evitarne il degrado (perdita di fertilità); in particolare, tali terreni potranno essere stoccati nei siti di deposito temporaneo individuati, con modalità agronomiche adeguate (come descritto nel precedente paragrafo 3.6) e/o accatastati sui bordi delle aree di cantiere. Pertanto, alla chiusura delle attività di realizzazione dell’infrastruttura stradale di progetto, si provvederà al ripristino dei terreni interessati dalla localizzazione delle aree di cantiere, di deposito e della relativa viabilità, con le modalità che vengono di seguito indicate: • estirpazione delle piante infestanti e ruderali che si sono insediate durante le fasi di lavorazione; • ripristino del suolo, che consisterà nella rippatura o nell’eventuale aratura profonda da eseguire con scarificatore, fino a 60-80cm di profondità, laddove si dovesse riscontrare uno strato superficiale fortemente compattato, al fine di frantumarlo per favorire la penetrazione delle radici e l’infiltrazione dell’acqua; • apporto di terra di coltivo su tutti i terreni da sistemare, a costituire uno strato dello spessore di 30cm circa. A tal fine, verrà utilizzato il terreno di scotico accantonato prima dell’inizio dei lavori. La piena ripresa delle capacità produttive di tali terreni avrà luogo grazie alla posa degli strati di suolo preesistenti in condizioni di tempera del terreno, secondo l’originaria successione, utilizzando attrezzature cingolate leggere o con ruote a sezione larga, avendo cura di frantumare le zolle per evitare la formazione di sacche di aria eccessive, oltre che non creare suole di lavorazione e differenti gradi di compattazione che, in seguito, potrebbero provocare avvallamenti localizzati Per la fertilizzazione dei terreni di scotico si utilizzeranno o concimi organo-minerali o letame maturo (500 q/ha). Allo scopo di interrare il concime o il letame, si provvederà ad una leggera lavorazione superficiale.

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AUTOSTRADA A3 SALERNO – REGGIO CALABRIA Ammodernamento del Tronco 1° - TRATTO 6° - LOTTO 3° NUOVO SVINCOLO DI PADULA – BUONABITACOLO AL KM 103+200 (Collegamento della S.S. 517 “Bussentina” con la A3) Progetto Definitivo

Al termine dello svolgimento delle attività sopra descritte, che sono finalizzate a ripristinare la fertilità dei suoli interessati dalla localizzazione delle aree di cantiere e delle relative piste di accesso, si provvederà quindi al ripristino dell’attuale destinazione d’uso (prevalentemente agricola) di tali terreni e/o alla realizzazione di interventi di mitigazione ambientale. In particolare, nell’area di cantiere operativo e nella fascia del cantiere base limitrofa all’asta principale, soggette ad esproprio definitivo, sono previste opere di mitigazione ambientale. La maggior parte dell’area di cantiere base, invece, interessata ad esproprio temporaneo, viene restituita all’uso agricolo mediante ripristino allo stato ante operam.

Fig. 27 - Planimetria interventi di restituzione all’uso agricolo

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