LE STANZE MAGNIFICHE MOBILI, ARREDI, DECORAZIONE D’INTERNI

Itinerari nelle Residenze Reali Sabaude, 1

a cura di Silvia Ghisotti, Clara Goria, Genova, Sagep, 2018 ; ISBN 978-88-6373-596-3; 175 pp.; 24 cm INTRODUZIONE

Silvia Ghisotti, Clara Goria

“… facendo il giro frà questi palazzi trà loro distanti spazio, fra storia, arte, architettura e paesaggio, alla poco più di tre miglia italiane per uguali intervalli, ha- scoperta della magnificenza di questi luoghi, della vita vrà nella compito il viaggio d’una giusta di corte del passato, di opere e collezioni, installazioni giornata frà delitie de boschi, frà magnificenze di fab- contemporanee, parchi e giardini. Un complesso uni- briche, frà le amenità di fontane, di allee, e di giardini; tario e organico che è possibile esplorare attraverso il cosa veramente rara, e forsi da V.S. non osservata in prisma di diversi temi e sguardi. In tal senso la nuova altri Paesi d’Italia”. collana propone una serie di itinerari a tema dedicati Così l’architetto Amedeo di , nella fin- al patrimonio culturale delle residenze, a partire da zione letteraria in dialogo con Gian Lorenzo Bernini, questa prima uscita che conduce lettori e visitatori presenta le residenze della maestosa “corona di deli- dentro le stanze dei palazzi, fra mobili, arredi e deco- zie”, idealmente chiusa a quelle date dalla neofonda- razione d’interni. ta Reggia di Venaria (Venaria Reale, 1674, ma 1679, Ad accompagnare lungo il percorso sono studiosi, fun- p. 3). Il circuito, sorto intorno a Torino tra Cinque zionari e curatori delle collezioni, a cui sono stati affi- e Seicento, si allargherà su un territorio più ampio dati i testi di questo libro. L’intento è fornire tracce di nel corso del Sette e Ottocento; il processo delle di- orientamento alla comprensione e inquadramento degli smissioni dei beni della Corona al demanio dello Stato arredi nelle residenze sabaude, con itinerari che ne se- aprirà, poi, un nuovo capitolo per i palazzi storici en- guano le vicende progettuali, individuando gli elementi trati nel contesto del patrimonio pubblico e dei musei stilistici, figurativi e ornamentali che li caratterizzano, nazionali, con diverse storie e assetti. Molteplici realtà facendo emergere nel contempo le grandi figure di in- compongono, dunque, il grandioso sistema monu- tagliatori, ebanisti e scultori attivi per la corte e per le mentale e paesaggistico delle residenze sabaude, nel grandi famiglie nobiliari. Nel percorrere queste stanze è 1997 riconosciuto dall’Unesco patrimonio mondiale così possibile conoscere le specificità di ciascun palazzo, dell’Umanità come sito seriale, interessato negli ulti- la ricchezza e la complessità dei contesti, l’arte, la sto- mi decenni da importanti progetti di recupero e valo- ria e le tante storie che qui rivivono e legano in unico rizzazione, come il grande cantiere di restauro della insieme le residenze, snodi su un territorio a sua volta Venaria Reale, riaperta nel 2007. disseminato di opere degli stessi maestri in chiese e altri Dal Palazzo Reale di Torino-Musei Reali a Palazzo palazzi. Madama, sede del Museo Civico di Arte Antica, a Villa L’idea di questo primo numero è nata in seno al pro- della Regina, alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, alla getto della mostra Genio e Maestria. Mobili ed ebanisti Reggia di Venaria, ai castelli di , di Agliè, di alla corte sabauda tra Settecento e Ottocento, svoltasi Racconigi, della Mandria e così via, prosegue il “giro” alla Reggia di Venaria dal 17 marzo al 15 luglio 2018, per castelli, palazzi e ville: un viaggio nel tempo e nello quando nella scelta delle opere da esporre era emersa

| 13 fin da subito l’esigenza di individuare nelle residenze Stupinigi nel 1925 e alle prime due Mostre del barocco Palazzo del Quirinale dalla principessa di Piemonte, di saggi di inquadramento generale fanno seguito gli sabaude degli arredi rappresentativi dal punto di vi- piemontese, curate da Vittorio Viale, rispettivamente poi regina, Margherita). itinerari dedicati alle singole residenze, corredati da sta storico artistico, tali da testimoniare la ricchezza e del 1937, nelle sale di Palazzo , e del 1963, Nel visitare queste stanze si può cogliere il variare delle un ricco apparato fotografico, punteggiato da qual- lo sfarzo dei palazzi della corte, salvaguardando però nelle sedi di Palazzo Madama e di Palazzo Reale a To- stagioni decorative nel corso di un lungo arco cronolo- che mirato confronto con i disegni progettuali degli l’integrità del contesto di appartenenza. Questo libro rino e della Palazzina di Caccia di Stupinigi. gico, quando la corte disegnava una linea normativa architetti. Abbiamo qui privilegiato la rete di palazzi costituisce, pertanto, una sorta di dittico con il cata- Scorrono in queste pagine arredi lignei, mobili e fissi di gusto e di stile: dalla rigogliosa decorazione secente- che hanno mantenuto una ricchezza di arredi rappre- logo della mostra. Si collega inoltre alla serie di studi (chiambrane, sovrapporte, boiseries, lambriggi, spec- sca dei soffitti lignei intagliati e dorati in Palazzo Reale sentativi e fruibili tramite consolidati percorsi di visi- e iniziative svoltisi nel 2018 all’insegna di questi temi, chiere e consoles), opere di ebanisteria, di intaglio alla straordinaria produzione dell’ebanisteria settecen- ta, entro l’ampio circuito culturale e turistico offerto come l’allestimento Pietro Piffetti tra arte e scienza. e intarsio in materiali preziosi, che compongono il tesca; dal Gabinetto del segreto maneggio degli affari dall’insieme delle residenze sabaude, richiamando Il restauro del planetario e le meraviglie dell’intarsio diffuso e straordinario patrimonio artistico delle re- di stato, progettato nel 1730 da Filippo Juvarra, che però in questa panoramica, non certo esaustiva, an- a Palazzo Madama e la mostra Da Piffetti a Ladatte sidenze sabaude. Mobili e arredi commissionati dai segna l’avvio del gusto rococò a Torino con i mobili che realtà di palazzi per destini diversi oggi più spogli presso il Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto di duchi, poi re, per esprimere la magnificenza, alla pari di Piffetti, “ebanista di Sua Maestà”, alla fortuna dei (con arredi migrati in altri musei o andati perduti) Torino. Ed è strettamente legato al recentissimo e atte- delle grandi casate europee, e per l’abitare dei sovra- modelli antichi rinnovata verso la fine del Settecento o di proprietà privata e non accessibili o in attesa di so recupero della magnifica scrivania a due corpi capo- ni e delle corti nei palazzi, governati dall’istituzione nelle residenze di corte. E ancora, dai lavori di Bolgiè e una prossima riapertura al pubblico. Oltre i castelli di lavoro di Piffetti già a Palazzo Chiablese, di cui ancora del Guardamobili. Opere d’arte, elementi di arredo, Bonzanigo e la sua scuola di micro-intaglio fino alle ri- Govone, di Pollenzo, di Casotto e quello del Valentino, nella mostra Genio e Maestria si lamentava l’assenza, oggetti d’uso realizzati, sotto la regia dei grandi ar- visitazioni più eclettiche di Capello, detto il Moncalvo, sede del Politecnico di Torino, un rimando è anche al e che ora è invece possibile ammirare nell’esposizione chitetti e disegnatori di corte, da artisti e artigiani di sotto la guida di Pelagio Palagi, che con gli arredi del Castello di Rivoli-Museo di Arte Contemporanea, che Il Piffetti ritrovato e altri capolavori presso le Sale dei alta specializzazione nell’uso di tecniche e materiali, in Gabinetto etrusco del Castello di Racconigi si aggiudi- ha ora acquisito la ricca collezione di Francesco Fe- Paggi della Reggia di Venaria. dialogo con le altre arti: spiccano Luigi Prinotto, Pie- ca la medaglia d’oro all’Esposizione Internazionale del derico Cerruti. In chiusura compaiono inoltre specifici Temi che rientrano d’altronde tra gli interessi portati tro Piffetti, Giuseppe Maria Bonzanigo, Francesco Bol- 1851 al Chrystal Palace di Londra. Su diverse tracce e percorsi dedicati alle collezioni di mobili piemontesi avanti in questi anni da alcune attività della Venaria giè, Giovanni Galletti, Gabriele Capello e altri ancora, intermittenze possono continuare a dipanarsi i percorsi del Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto di Tori- Reale riservate con particolare attenzione proprio alle tra minusieri, ebanisti, intagliatori e scultori in legno. tra le opere e gli ambienti. Dagli allestimenti carloal- no e agli arredi del Castello di Masino, già dei conti arti decorative, a partire dalla mostra inaugurale del Le stanze delle residenze storiche in cui entriamo bertini fino al gusto borghese del primo re d’Italia, dagli , acquisito dal FAI, caratterizzato da un nu- 2007 e le successive, tra cui Fatto in Italia: dal Medio- oggi richiedono una lettura a più livelli, attenta alle ambienti di rappresentanza al vivere privato, seguendo cleo di mobili settecenteschi decorati con la tecnica evo al Made in del 2016 e Dalle Regge d’Italia. stratificazioni di decorazioni e arredi, alle storie de- il passaggio dei mestieri e dell’arte del mobile dalla di- della pastiglia di riso a imitazione dell’intaglio ligneo; Tesori e simboli della regalità sabauda del 2017, af- gli uomini a essi legati, agli usi della vita di corte, mensione artigianale della bottega alla produzione in ma sono tante le dimore storiche nobiliari a Torino e frontando in quest’ultima anche il tema delle peregri- a vicende di dispersioni, dismissioni e riallestimenti serie industriale. Ne offrono un esempio i mobili della sul territorio che meriterebbero una visita, da Palazzo nazioni di opere tra i diversi e numerosi palazzi reali frutto di diverse scelte museologiche e museografi- ditta Levera, con stabilimenti anche a Firenze, Roma Isnardi di Caraglio, sede della Società del Whist-Ac- italiani, con la dispersione di parte di esse e la mi- che, sulla traccia degli inventari. Fitti intrecci legano e a Napoli, per le residenze di Torino, Moncalieri, Stu- cademia Filarmonica, a Palazzo Barolo di Torino. grazione dal 1870 al Palazzo del Quirinale. Senza di- sotto diversi aspetti le residenze, interessate dall’atti- pinigi e della Mandria, nonché per gli appartamenti di Infine il nostro ringraziamento va agli autori, ai diret- menticare le importanti occasioni di conoscenza delle vità degli stessi maestri e artigiani nell’ambito di un Palazzo Pitti a Firenze. È così possibile seguire nel tem- tori, curatori e funzionari dei musei, delle residenze opere offerte dagli interventi di restauro realizzati dal progetto decorativo unitario o dagli spostamenti delle gli sviluppi della cultura dell’arredo, dell’abitare e e delle istituzioni interessate, ai membri del comitato Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, stesse opere, a seconda di nuovi usi e destinazioni, per del design degli interni fino al primo Novecento e oltre. scientifico della mostra Genio e Maestria, ai fotografi che collabora con la Reggia di Venaria fin da quan- motivi dinastici, di cerimoniale, di scelte culturali o Non mancano infatti altri contesti e episodi più recenti, e a tutti coloro che hanno contribuito a questo lavo- do erano in corso i lavori di recupero in vista della esigenze dell’abitare, di decoro e arredo. Ecco allo- come i mobili in buxus realizzati nel 1928-1929 da ro, che si è valso della fondamentale collaborazione sua apertura al pubblico e che ha affinato l’esperien- ra ambienti che hanno conservato gli arredi originari Giuseppe Pagano e Gino Levi Montalcini per gli uffici del Ministero per i beni e le attività culturali, della za proprio sui capolavori dell’ebanisteria piemontese o singoli mobili se non interi allestimenti rimossi dai di Riccardo Gualino, ora in comodato alla Reggia di Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio presenti nelle residenze sabaude. contesti originari per i quali furono progettati, smon- Venaria dall’Istituto Alvar Aalto-Museo dell’Architet- per la città metropolitana di Torino, del Polo Museale La bibliografia citata nei contributi di questo libro tati, spediti, assemblati, rimontati, in movimento da tura Arti Applicate e Design, o le sedie di Carlo Mollino del Piemonte, dei Musei Reali di Torino, della Fonda- dà conto dell’ampia tradizione di studi, indagini e ri- una residenza a un’altra del circuito (come le boise- per il Castello del Valentino, disegnate nel 1959 per zione Torino Musei, della Fondazione Ordine Mauri- flessioni dedicata al mobile tra Sei e Ottocento e delle ries alfieriane della Biblioteca degli archivi particola- l’Istituto di Composizione Architettonica. ziano, della Fondazione Accorsi-Ometto e del Fondo grandi mostre sul barocco piemontese del secolo scor- ri del re approdate alla Palazzina di Stupinigi), o in Ancora qualche dato sul libro. A una prima sezione Ambiente Italiano. so. È qui d’obbligo il riferimento alla nascita del Mu- viaggio da Torino ad altre città (come nel caso emble- seo dell’Ammobiliamento nella Palazzina di Caccia di matico del nucleo di mobili di Piffetti fatti portare al

14 | INTRODUZIONE | 15 INDICE

Premessa 7 Reggia di Venaria 88 Paola Zini, Mario Turetta Silvia Ghisotti Premessa 9 Castello della Mandria 98 Luisa Papotti Luca Avataneo Introduzione 13 Palazzina di Caccia di Stupinigi 106 Silvia Ghisotti, Clara Goria Elisabetta Ballaira Castello di Moncalieri 118 Saggi Maria Carla Visconti Castello di Agliè 126 Le residenze sabaude. 17 Alessandra Guerrini Un sistema europeo per il Piemonte di oggi Andrea Merlotti Castello di Racconigi 134 Liliana Costamagna Auliche dimore o musei. 21 Alterne fortune nella storia dell’ammobiliamento Le altre residenze sabaude. 145 e riflessioni per la sua conservazione Vicende e destini Carla Enrica Spantigati Alessia Giorda Il genio in bottega 27 Roberto Antonetto Altri percorsi Minusieri, ebanisti e intagliatori 33 I mobili piemontesi del Museo Accorsi-Ometto 152 nel Piemonte sabaudo di Torino. Aurora Laurenti Frammenti di storie dimenticate Luca Mana Itinerari nelle Residenze Sabaude Mobili e decorazioni del Castello di Masino 158 Palazzo Reale 40 Elisabetta Ballaira Laura Facchin Bibliografia 166 Armeria Reale 54 Giorgio Careddu Palazzo Chiablese 58 Mario Epifani Palazzo Madama 64 Clelia Arnaldi di Palazzo Carignano 72 Laura Moro Villa della Regina 78 Paola Manchinu