L'isola Nei Secoli
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GIORNALE DELL’isola 20 Periodico d’informazione dei comuni fra l’Adda ed il Brembo Speciale l’Isola nei Secoli Ambivere: la sentinella della Val San Martino Il primo nucleo abitato presso il santuario Pagina a cura di Renzo Zonca Eccoci al nostro ultimo appuntamento con la nostra carrellata storica sui paesi dell’Isola, dalle altri paesi dell’Isola, dove origini ai nostri giorni, basandoci su alcuni dei più importanti documenti storici locali degli ultimi gli abitanti erano quasi ANTICHE DEVOZIONI secoli. È la volta di Ambivere: non una ricerca storica in senso stretto, quanto piuttosto una ricerca tutti “poveri lavoradori, di carattere giornalistico, a fini divulgativi, cercando di impostare il testo nel modo più semplice senza traffico”. IN vaL SAN MARTINO possibile, quasi fosse un racconto o un romanzo. Con l’obiettivo di “tradurre” testi storici spesso di All’epoca Ambivere era difficile e faticosa lettura, in un testo discorsivo, piacevole, alla portata di tutti. Senza dimenticare suddiviso in cinque con- qualche curiosità, magari poco nota agli stessi residenti. trade distinte: Ambiver, erché la Val San Martino si chiama così? Zinester, La Teza, Cir- Forse, il nome è da mettere in relazione Percorrendo la caotica chiera e Somascha. Una Pall’omonimo santo, vescovo di Tours, uni- Strada Statale Briantea, in suddivisione che non ri- versalmente famoso per il suo gesto di donare me- corrispondenza di Ambi- troviamo già più all’inizio tà del suo mantello a un mendicante. Ma potrebbe vere e Mapello, non si può dell’800 [3], quando le esserci anche un’altra ragione, decisamente più non notare, proprio alla borgate del paese, che antica e suggestiva, spiegata dallo storico Ber- base delle boscose pendici nel frattempo aveva rag- gamasco Celestino Colleoni nel 1617, nella sua del Monte Canto, un alto giunto i 510 abitanti, si monumentale “Historia Quadripartita di Bergomo campanile che si eleva su erano già ridotte a tre: et suo Territorio”. Una spiegazione che ci riporta un dolce poggio alberato, Somasca, Genestere e all’epoca della dominazione Romana, quando la come a vigilare l’imbocco Cerchiera d’Ambivere. Val San Martino doveva essere abitata da un bel- della Val San Martino: è il Il paese si stava quindi licoso popolo di guerrieri, se è vero che “La Valle santuario della Madonna strutturando e sviluppan- c’hora di San Martino s’appella chiamossi già Marzia del Castello di Ambivere, do, sulla base di un’econo- [o Martia] da Marte [il Dio della guerra], che quivi forse il simbolo stesso del mia prettamente agricola, era con indicibile riverenza adorato”. paese. Una posizione stra- con una produzione par- tegica, sulla quale sorgeva ticolarmente pregiata: “Il un castello medievale, e Nei secoli successivi, ini- 1433, concesse ad Ambi- territorio è fertile, e ben colti- dove, in tempi antichissi- ziò a essere colonizzata vere numerose esenzioni vato segnatamente in vino il mi, potrebbe essere sorto anche la pianura alla base dal pagamento delle tas- quale è assai buono”. Il pic- IL SANTUARIO il primo nucleo abitato di del colle, in riva al torren- se, proprio per favorire la colo Ambivere di due secoli SUL COLLE Ambivere. te Dordo, anche se, per ricostruzione del paese. fa – più o meno limitato trovare una prima traccia all’attuale centro storico - Il primo villaggio documentale, dobbiamo Un paese doveva essere letteralmen- sul colle attendere il X secolo, e di commercianti? te circondato da vigneti e Poco o nulla sappiamo più esattamente un docu- La ricostruzione e la rina- campi coltivati, in un colpo delle origini di Ambivere, mento dell’anno 923. scita di Ambivere, dopo d’occhio che facciamo fati- tranne, forse, che il primo In pieno Medioevo, in le distruzioni patite, pro- ca a immaginare. nucleo abitato si trovava un’epoca violenta e san- babilmente riuscirono nel sul colle dove ora sorge guinaria, anche Ambive- loro scopo: sul finire del Arrivano le industrie il santuario della Madon- re aveva il suo castello, ‘500, infatti, il paese era Negli ultimi decenni, al- na del Castello. Nel 1991 ubicato, guarda caso, abitato da 312 abitanti, la pari degli altri paesi vennero infatti scoperti, proprio sul colle dell’at- tra cui “molti che traffica- dell’Isola e della Val San presso l’edificio mariano, tuale santuario, in una no fuori di mercantie come Martino, Ambivere ha co- alcuni reperti litici preisto- posizione invidiabile dal a Udine et a Roma como- nosciuto una esplosiva rici, ovvero pietre lavorate, punto di vista militare. di”. Molti commercianti e crescita demografica e a indicare una probabile Una posizione che non mercanti, quindi, con un industriale. Dal piazzale frequentazione del luogo poteva passare inosser- buon numero di famiglie del santuario, dai cui an- vata: Ambivere, e il suo che oggi diremmo bene- già in epoca preistorica goli una volta si benedi- no dei luoghi più belli di Ambivere è, sicu- castello, furono infatti ri- stanti, potendo disporre [1]. Un luogo soleggiato, cevano i campi e i vigneti, ramente, il santuario della Madonna del petutamente coinvolti nel- di “richezze di 1.000 sin facilmente difendibile, al per propiziare il raccolto Castello, sul suo dolce colle, a dominare il riparo dalle inondazioni le lotte armate tra i Guelfi a 6.000 scudi” [2]. Un U e la vendemmia, si può paese. Il sacro edificio, come dice il nome, sorge e i Ghibellini, finendo per villaggio che poteva quin- del torrente sottostante, oggi vedere una distesa sui ruderi di un antico castello, dove, secondo la rimanere praticamente di vantare un discreto dove con tutta probabilità quasi ininterrotta di case tradizione, si verificò un prodigio. Si narra che, distrutto. Al punto che la benessere, soprattutto nacque il primo nucleo di e capannoni industriali, durante un assedio, i difensori si fossero venuti Repubblica di Venezia, nel rispetto alla media degli Ambivere. con in primo piano alcu- a trovare ormai senza viveri e, soprattutto, senza ne fonderie. Con un solo acqua. Sarebbero certo morti se la “Pietosa Mam- dato per tutti: dal 1951 ma del Cielo”, non avesse fatto miracolosamente al 2006, gli abitanti di sgorgare dall’arido suolo, all’interno della fortez- Ambivere sono passati da za ormai condannata, una sorgente d’acqua pura. 1.169 a 2.292. Un rad- E, ancora oggi, è possibile vedere, all’interno del doppio secco, in poco più tempio mariano, il coperchio di un piccolo pozzo: di mezzo secolo. chissà che non sia proprio quello del miracolo. Anche se al santuario si può arrivare in auto, è senza dubbio preferibile parcheggiare in paese e, Fonti: guidati dallo slanciato campanile, salire a piedi [1] Carta archeologica della Pro- vincia di Bergamo lungo una stradina selciata, gustando i suggestivi [2] Giovanni Da Lezze – Descri- scorci panoramici sui boschi e sui vigneti del Mon- zione di Bergamo e suo territo- te Canto, che fanno da cornice al tempio mariano. rio – Bergamo 1596 Dal vasto piazzale alberato si può inoltre godere [3] Giovanni Maironi da Ponte – Dizionario Odeporico della di un interessante panorama sulla sottostante Val Provincia Bergamasca – Berga- San Martino e sulle Prealpi. mo 1820 SETTEMBRE-OTTOBRE 2007 GIORNALE DELL’ISOLA 20 Periodico d’informazione dei comuni fra l’Adda ed il Brembo Speciale l’Isola nei Secoli Bonate Sopra Lungo le antiche strade romane Su vie e viottoli, alla scoperta delle tracce della centuriazione Pagina a cura di Renzo Zonca frazione Ghiaie (di cui parliamo ccoci a un nuovo appuntamento con la nostra carrellata storica sui paesi dell’Isola, dalle ori- nell’articolo a lato), sorgevano GHIAIE, LA FRAZIONE IN RIVA “uno molino e una rasega”, ov- gini ai nostri giorni, basandoci su alcuni dei più importanti documenti storici locali degli vero un mulino e una segheria. AL BREMBO ultimi secoli. Questa volta, nel cuore dell’Isola, tocca a Bonate Sopra: non una ricerca sto- Un paese relativamente florido, rica in senso stretto, quanto piuttosto una ricerca di carattere giornalistico, a fini divulgativi, cer- quindi, dove si praticavano, tra Ecando di impostare il testo nel modo più semplice possibile, quasi fosse un racconto o un roman- l’altro, quelle che oggi potrem- All’inizio dell’800, co- zo. Con l’obiettivo di “tradurre” testi storici spesso di difficile e faticosa lettura, in un testo dis- mo definire “coltivazioni speri- me scrive il Maironi corsivo, piacevole, alla portata di tutti. Senza dimenticare qualche curiosità, magari poco nota agli mentali”: nel 1623 è infatti do- da Ponte nel suo Di- stessi residenti. cumentata, tra i primissimi casi zionario Odeporico Anche se la prima citazione do- nell’intera provincia, la coltiva- (1819): “Nella con- cumentata di Bonate Sopra ri- zione del granoturco, su terre- trada detta alle Ghia- sale solo all’anno 856, il paese ni della Misericordia Maggiore re poco distante del doveva con tutta probabilità esi- di Bergamo. Brembo esistono un stere già in epoca romana, per La “vocazione agricola” di Bo- filatoglio per la ridu- la presenza, molto evidente an- nate Sopra la ritroviamo anche zione delle sete in or- cora oggi, delle tracce della all’inizio dell’800, quando il ganzini, un edificio “centuriazione”, ovvero del par- paese contava “mille cento per- per la segatura del ticolare sistema di suddivisione sone quasi tutte agricoltori, legname, e varj moli- del territorio usato dai Romani, giacché il suo territorio è ferti- ni da granaglia”. Un fin dall’epoca repubblicana. In le assai e ben coltivato in biade piccolo villaggio po- estrema sintesi, il territorio ve- ed in gelsi, ed in qualche sito co distante dal Brem- niva suddiviso secondo un pre- anche a vigna sebbene in pia- bo, dove proprio la ciso reticolo a base quadrata, nura” [3]. “forza” delle sue ac- con il lato lungo 20 “actus”, cioè In seguito, iniziarono a compa- que favorì il sorgere circa 710 metri.