Lo sbarco delle truppe alleate in Sicilia il 10 luglio 1943. Sullo sfondo, la prima pagina del Corriere della Sera del 9 settembre 1943 che annuncia l’armistizio del governo Badoglio con le forze alleate angloamericane

Guido Gonella. Nella pagina a fianco, una pagina del suo taccuino con il diario dei riservatissimi contatti che intrattenne con la principessa Maria José di Savoia a partire dai primi di giugno del 1943 al fine di cercare una strada di dissociazione italiana dalla guerra

A destra, la principessa Maria José tra le macerie della basilica di San Lorenzo fuori le Mura dopo il bombardamento del 19 luglio1943 da parte dell’aviazione alleata; sotto, truppe tedesche durante l’occupazione di Roma nel settembre 1943 STORIA I DIARI DI GONELLA 1943di Giulio Andreotti Il nome dell’ex guardasigilli è tornato in evidenza per la pubblicazione di un singolare diario relativo ai suoi riservatissimi contatti con la principessa Maria José, in un periodo drammatico per la nazione

L’estate scorsa, ricorrendo i venti anni dalla morte di Guido Gonella, ho qui ricor- dato l’importante ruolo da lui avuto nella vita nazionale non solo nel dopoguerra, ma anche nella lunga vigilia della restaurazione democratica. In particolare ho vo- luto mettere in luce la sua esemplare guida del Ministero della Giustizia (qualunque riferimento al contenzioso attuale tra magistrati e governo non è occasionale). Ora però Gonella è tornato in evidenza per la pubblicazione, giustamente volu- ta e curata dalle figlie, di un singolare diario relativo a riservatissimi contatti con la principessa di Piemonte in un periodo drammatico per la nazione. In Africa le trup- pe italiane e tedesche erano in precipitosa ritirata ed uno sbarco alleato in Sicilia era ormai tra le ipotesi non più teoriche. Mussolini cercava di infondere fiducia as- sicurando, con qualche imprecisione terminologica, che sarebbero stati comunque respinti sulla linea del bagnasciuga. In questa cornice temporale così densa di emozioni, di paure, di doppi o tripli giuochi si inserisce la salita di Guido Gonella al Quirinale, nelle vesti camuffate di medico, dotato di un manometro per misurare la pressione di Sua altezza reale. Á

30GIORNI N.4 - APRILE 2003 55 Qui sopra, il Gran Consiglio del fascismo presieduto da ; qui a destra, il maresciallo Pietro Badoglio. Fu De Gasperi a suggeri- Il 25 luglio 1943, Benito Mussolini, su iniziativa di Dino Grandi, re Gonella che, come redat- viene sfiduciato dal Gran Consiglio e costretto tore capo di politica estera a rimettere tutti i suoi poteri nelle mani dell’Osservatore Romano, del re Vittorio Emanuele III, il quale nomina a capo del governo era di casa in Segreteria di il maresciallo Pietro Badoglio Stato e per di più aveva stretti rapporti con il corpo Promotrice dell’incontro fu la marchesa Giuliana diplomatico accreditato Benzoni, attivo personaggio dell’antifascismo ad alto presso la Santa Sede. livello. Da mesi la principessa si muoveva per cercare Gonella suggerì alla Ben- una strada di dissociazione italiana dalla guerra. zoni l’idea della via porto- Prezioso a questo fine è uno scritto del professor ghese per arrivare agli ingle- Carlo Antoni, uno dei fondatori del Partito d’azione, si. Entra qui in scena l’amba- che era tra gli intellettuali con cui Maria José ebbe di- sciatore di Lisbona in Vaticano Antonio Pacheco, la cui mestichezza per così dire cospirativa. Nelle conversa- ingenuità fu peraltro disastrosa. Inviò infatti un tele- zioni si era addirittura divisato un colpo di Stato. La gramma cifrato al presidente Salazar preannunciando principessa aveva buoni rapporti anche con il capo l’iniziativa del principe (non si sa se il maschile invece del della polizia Senise; ed erano così buoni che Antoni femminile fu un errore nella cifra) per trattare la pace. Il riuscì con questo tramite a far scarcerare un “politico” tutto venne conosciuto subito dai servizi informativi ita- classificato come pericoloso. Ma Antoni portò anche liani. Il 15 giugno Pacheco si recò a colloquio al Quirina- alla principessa una notizia preziosa: i comunisti non le uscendo entusiasta dal colloquio. Meno entusiasta fu avevano pregiudiziali antimonarchiche, purché la Co- l’interlocutrice, alla quale il generale Ambrosio era an- rona prendesse le distanze dal fascismo. La fonte era dato a portare copia dell’incauto telegramma. l’autorevolissimo professore Concetto Marchesi, che Comunque il numero due di Pacheco partì per Lon- fu poi deputato alla Costituente. Ma il re – che non solo dra latore di una riservatissima lettera per Salazar. A non condivideva le iniziative della nuora, ma era critico sua volta Gonella tesseva una rete con gli ambasciatori per il suo attivismo – si guardava bene dal revocare il romeno e ungherese per sondare le possibilità di una ventennale appoggio al duce. O, meglio, ci pensava loro dissociazione dall’Asse. In Vaticano comunque ar- ma lasciava al suo fido Acquarone sondaggi e progetti. rivò la doccia fredda della intransigenza inglese: di ri- Torniamo a Gonella. La Benzoni, alla ricerca di un torno da Londra Osborne era stato tassativo. “cattolico” da associare al complotto, era andata a ca- Maria José, che nel frattempo aveva avuto un collo- sa di De Gasperi per coinvol- quio con il vecchio presidente del gerlo, ricevendo però un rifiu- Consiglio , rice- to. Era troppo esposto per vette Gonella il 2 luglio in casa colloqui con la principessa e Altra udienza di Gonella dei conti Spalletti. Il verbale di più non si sentiva abbastan- con la principessa il 7 luglio. dell’incontro è di grande interes- za rappresentativo del Vatica- se. L’accento della signora è no. Ricordo che mentre il lea- Ipotizzano l’invio a Lisbona di messo fortemente sulla necessità der dei democristiani tedeschi Raffaele Mattioli, presidente di salvaguardare la dignità degli sconfitto a Weimar, monsi- italiani. Ma parlano di tutto: dalla gnor Ludwig Kaas, era ospite della Banca commerciale e Turchia alla Russia; dalla storia illustre (canonico di San Pie- medioevale alla storia veneta; da- tro, economo della reverenda notoriamente aperto verso gli gli umori dei cittadini alle pro- Fabbrica, frequentatore abi- antifascisti. Cosa succederà spettive del Giappone; dalle tuale del Papa), De Gasperi, bombe sganciate sulla Sicilia piccolo impiegato della biblio- se ci si sgancia dalla all’importanza della cappella teca, salvo l’amicizia con normanna di Palermo. Sua altez- monsignor Montini, figlio del Germania dichiarando anzi za è comunque convinta che la vecchio deputato popolare guerra alla Germania stessa guerra sarebbe durata a lungo. Giorgio, non aveva agganci di Il giorno successivo Gonella si rilievo. come chiedevano gli inglesi? incontra di nuovo con Pacheco.

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La fantasia del diplomatico, che peraltro è privo di ri- di successione al trono fosse ancora valido il ruolo di scontri da Lisbona, è fervida. Dice a Gonella che il re e principe ereditario. La risposta, norme giuridiche al- Badoglio si erano incontrati in un sottomarino con il re la mano, che era solo un parere e che quindi i gerar- d’Inghilterra. Di Badoglio le aveva parlato bene la prin- chi non potevano passar sopra allo Statuto tranquil- cipessa, come punto di riferimento con i militari insie- lizzò Sua altezza. Forse allo stato – qualcuno lo aveva me al generale Ambrosio. suggerito – si poteva pensare ad una reggenza. In- La principessa stessa – Gonella lo sapeva senza bi- tanto i tedeschi erano adirati per la lettera di Roose- sogno di Pacheco – si era incontrata tre volte con mon- velt al Papa, resa pubblica negli Stati Uniti senza l’ac- signor Montini. Ne era venuta fuori anche l’idea di un cordo, anzi con la esplicita disapprovazione della colloquio con il nunzio apostolico Borgongini Duca. Santa Sede (cardinal Maglione). Da parte sua l’In- Altra udienza di Gonella con la principessa il 7 lu- ghilterra dava spazio radiofonico alla campagna re- glio. Ipotizzano l’invio a Lisbona di Raffaele Mattioli, pubblicana che il conte Sforza aveva iniziato negli presidente della Banca commerciale e notoriamente Stati Uniti. Tuttavia le sorti della monarchia non era- aperto verso gli antifascisti. Cosa succederà se ci si no ancora del tutto compromesse, purché dimo- sgancia dalla Germania dichiarando anzi guerra alla strassero coraggio e non soggiacenza al governo di Germania stessa come chiedevano gli inglesi? La pro- Mussolini. Gonella scongiurò la principessa di rima- spettiva di una reazione dura dei tedeschi preoccupava nere comunque a Roma, non seguendo il re al nord fortemente. L’unico motivo per non disperare era la dove sembrava fosse intenzionato ad andare, nella convinzione della principessa sull’esistenza di forti nu- imminenza di una conquista alleata del sud. Con una clei anti-Hitler in Germania. certa ingenuità la principessa stessa pensa ancora ad Mattioli, incontrato da Gonella, voleva maggiore un possibile inviato in Portogallo, individuandolo, chiarezza. Ma i tempi stringevano. dopo il ritiro di Mattioli, nel conte Emo Capodilista, Gonella torna il 10 luglio da Maria José. Non si sen- al quale viene consegnato un appunto-scaletta per te autorizzato a riferirle del messaggio di Roosevelt al l’udienza con Salazar: Papa con il quale si incitano gli italiani a scrollarsi di cooperazione militare; resa incondizionata e capi- dosso il fascismo e il nazismo. Intanto i tempi stringe- tolazione; Balcani; quanto dura l’occupazione; prigio- vano. La proposta di una lettera del re al re di Inghilter- nieri; vettovaglie; onori militari. ra era improponibile; ma il missus di cui alla formula Tutto questo rimase appeso nell’aria. Il conte partì Pacheco non doveva tardare, purché avesse una carat- da Roma il 19, poche ore prima del bombardamento. terizzazione ufficiosa effettiva. Nell’incontro del 17 luglio Gonella aveva appreso Ma, a parte l’attivismo della principessa, vi erano al- che si pensava a sostituire Mussolini con un governo di tre iniziative? Il conte Ciano (ambasciatore d’Italia in non politici presieduto da Badoglio. La notizia non Vaticano) aveva incontrato il collega Osborne, ma la coincideva con le informazioni che da altri canali Go- conversazione si era limitata al golf e ad altre simili atti- nella aveva raccolto. Candidato alla successione di vità sull’impiego del tempo libero dei diplomatici. Cir- Mussolini sembrava Dino Grandi per ripristino di un colava però la voce che contatti intergovernativi esi- vecchio rituale prefascista: l’incarico spettava a chi stessero. Si sussurrava il nome del duca d’Acquarone, aveva provocato la crisi ministeriale. Grandi doveva at- ritenuto uomo di fiducia del sovrano, ma anche di altre tivare la sfiducia in seno al Gran Consiglio; e stava rac- autorevoli istanze. cogliendo le firme, con una certa connivenza della po- Nel successivo colloquio al Quirinale (13 luglio) lizia, forse motivata da un doppio giuoco. Altre fonti Gonella si sente porre il quesito se dato il ruolo istitu- parlavano invece di un governo Orlando e, di fatto, il zionale conferito al Gran Consiglio anche in materia vecchio Presidente della Vittoria ne parlava con gli Á

Nella foto a sinistra, il presidente americano Franklin Delano Roosevelt e il premier britannico Winston Churchill con alcuni generali americani e inglesi in occasione della conferenza di Casablanca nel gennaio 1942; a destra, l’ambasciatore inglese presso la Santa Sede, sir Francis Osborne D’Arcy (il primo da sinistra) insieme a monsignor Giovanni Battista Montini, sostituto alla Segreteria di Stato, tra i ragazzi di una borgata romana

30GIORNI N.4 - APRILE 2003 57 DOCUMENTI intimi e questi con i loro intimi e così via. L’ombra di La principessa sembrava soddisfatta. Per qualche Acquarone incombeva sull’insieme. Dello stesso fu an- giorno sospese le sue udienze ufficiose in attesa che da che l’idea di mettere al vertice dei un gene- Lisbona si facesse vivo l’inviato speciale. rale dell’Arma, Angelo Cerica, che avrebbe potuto Il 29 luglio Gonella fu nuovamente convocato. Me- coadiuvare senza intoppi nella necessaria messa in rita la lettura integrale del verbalino. naftalina del duce. «Giovedì 29. A parte i morti e i danni provocati dal bombarda- Ore 17. Da Sidor con Giuliana. Telefona Pia che ha mento di Roma, Mussolini non poté più illudersi su una avuto dal Quirinale (contessa Solaro) una telefonata controffensiva militare. Cosa pensasse di ottenere perché mi rechi dalla principessa alle 19. aderendo alla riunione del Gran Consiglio non è chia- Ore 19. Conversazione con il conte Solaro. La ro. L’ipotesi di un rassegnato ritiro personale è da principessa mi riceve, è sorridente. Veste in marrone escludersi. scuro. Ha davanti un quaderno da ragazzi di scuola. Mi Il re sembrava aver preso le distanze e tra le alte ge- chiede la mia impressione. Rispondo che la crisi è stata rarchie serpeggiava il disegno di concentrare sul capo risolta nel modo più brillante ed economico, ed è stato tutte le responsabilità. Andavano battuti sul tempo. scelto il momento migliore. Tutti sono riconoscenti. Il 25 luglio, quando si riunì il massimo consesso del Principessa: Tutto si deve alla decisione del re, sen- regime, non erano molti gli italiani a pensare che ci si za la quale la decisione del Gran Consiglio non serviva. trovava al capolinea. Dalle ricostruzioni successive delle Aggiunge che Mussolini è stato arrestato da un genera- ore tesissime di dibattito si apprese che quando Mussoli- le dei carabinieri ed ora è al sicuro e che c’è della gente ni capì di essere nella trappola contestò ai più accesi op- che desidera vederlo e parlargli, ma non è possibile. positori i benefici avuti nel ventennio ed anche la sua ec- Parlando di Mussolini mi dice che l’isola d’Elba è trop- cessiva bontà nell’aver chiuso gli occhi e perdonato. po vicina. Mi chiede il mio parere, aggiunge che Mus- Approvato il testo all’alba i liquidatori del fascismo usci- solini ha lasciato un vuoto. rono da Palazzo Venezia accigliati e silenti. Il duce in Rispondo: Mussolini è un plebeo, figlio di una gene- conformità della mozione chiese l’udienza reale e inter- razione materialista. pretò come un atto di amicizia l’invito ad andare l’indo- Principessa: Anche Bonomi è di una generazione mani – domenica – a Villa Savoia in abito civile. socialista. Il seguito è noto. Dalla residenza del re, Mussolini Rispondo: Sì, ma della borghesia socialista intellet- uscì entro un’ambulanza e dimissionario. In quanto al tuale, Mussolini conobbe le passioni popolari e le sti- dimissionario, così è detto nel commiato ufficiale del- molò […]. la nomina del successore, ma non vi è traccia scritta del Principessa: Che fine si proponeva Mussolini? ritiro. Sembra che la Corte dei conti avesse dubbi sulla Rispondo: Nessun fine costruttivo; è l’incarnazione registrazione, ma non era il momento di sottolizzare. di Machiavelli e di Nietzsche: il dominio del principe e la volontà di potenza del superuomo. Solo fine il domi- nare. Non ha dato una nuova coscienza agli italiani. La sua politica manca di spiritualità costruttiva, e ciò che fece di buono lo asservì agli interessi del partito. Principessa: Era un catilinario. Ma fece la Concilia- zione, quindi fu un benemerito del cattolicesimo.

A sinistra, cittadini romani si dirigono verso piazza del Quirinale per applaudire il re, dopo la caduta del fascismo, il 25 luglio 1943; qui sopra, la popolazione accoglie con entusiasmo la notizia della richiesta d’armistizio agli alleati avanzata dal capo del governo Pietro Badoglio, l’8 settembre 1943

58 30GIORNI N.4 - APRILE 2003 A sinistra, il re Vittorio Emanuele III e il figlio Umberto di Savoia s’ imbarcano a Pescara all’alba del 9 settembre 1943 a bordo della corvetta “Baionetta” alla volta di Brindisi sotto la protezione degli alleati; a destra, la liberazione di Mussolini a Campo Imperatore sul Gran Sasso, dove era stato confinato. L’operazione fu condotta da un reparto di paracadutisti tedeschi il 12 settembre 1943

Rispondo: La Conciliazione Rispondo: Bisognava avver- era matura ed egli non fece che Il 25 luglio, quando si riunì tire Pacheco, il quale, quando tirare le conseguenze. Poi la di- il massimo consesso saprà la cosa, rimarrà male. sfece, distruggendo ogni merito Mi incarica di avvertirlo con ed attirandosi l’ostilità di Pio XI. del regime, non erano molti le debite maniere perché non si Il merito della Conciliazione offenda. non è compensato dai peccati gli italiani a pensare che Il colloquio è durato più di successivi. Si riteneva giocatore ci si trovava al capolinea. un’ora. vincente (bluffista) ed è crollato Principessa: Le manifesta- quando ha perduto fiducia in se Dalle ricostruzioni zioni antifasciste erano plebee. stesso. successive delle ore Ne convengo». Principessa: Mi chiede per- ché la gente è malcontenta della tesissime di dibattito si Non so quanto la principes- nuova situazione. sa fosse informata della deci- Rispondo: Perché ha troppa apprese che quando sione badogliana di trattare fretta, vorrebbe tutto eliminato Mussolini capì di essere con gli angloamericani la resa. in un colpo, mentre è encomia- Il tutto si svolgeva, del resto, nel bile il progressismo. Dico che è nella trappola contestò ai più più assoluto segreto. Nemme- oscena la vigliaccheria di chi no i ministri lo sapevano. Ba- sputa sul quadro di Mussolini. accesi oppositori i benefici doglio si fidava di pochissime Principessa: Proprio coloro avuti nel ventennio ed anche persone (il generale Carboni e che prima lo osannavano. Mi qualche altro). Invano il nego- aggiunge che la situazione inter- la sua eccessiva bontà ziatore cercò di ottenere qual- nazionale è complessa, che la che sconto. Sembra che ad elu- pace sarà molto prossima e che nell’aver chiuso gli occhi dere ogni possibilità contribuì Guariglia sta trattando in Tur- e perdonato anche la diffidenza degli inglesi chia. Si meraviglia del tono della verso Badoglio, duca di Addis propaganda inglese ostile alla Abeba. Non va dimenticato monarchia. che durante la guerra di Abissinia il negus si era rifu- Rispondo che questa propaganda ha influito giato a Londra creando una certa corrente di simpa- sull’opinione pubblica italiana, ma che gli intelligenti tia. Sul generale Castellano che firmò la capitolazio- capiscono che non si poteva fare meglio. Osservo ne si sarebbero più tardi scatenate polemiche, anche però che era cosa migliore un governo di soli generali. su un punto preciso: all’annuncio dell’armistizio una Vi sono nel governo funzionari antipatici e troppo divisione aviotrasportata avrebbe dovuto raggiungere compromessi col fascismo. Roma. Principessa: Il ministro Severi è un crociano. Questo non avvenne. Lo stesso generale Castella- Rispondo: No, un gentiliano che sabota Croce, il no mi ha dato copia di due lettere confidenziali ricevute quale ha sempre sparlato (?) contro la scuola, vantan- il 5 dicembre 1943 e il 21 gennaio 1946 dal tenente dosi di non essere laureato. generale americano W.B. Smith, capo di Stato mag- Principessa: Mi dice che Soleri sarà ministro. Mi giore del quartier generale alleato. parla di Osborne, della sua volontà di trattare e mi Le trascrivo: chiede i testi dei discorsi di Churchill, Roosevelt e Ei- «5 dicembre 1943. senhower. Caro generale Castellano, Rispondo che glieli farò avere domani. oggi ho compilato per conoscenza personale del ge- Principessa: Bisogna aggiustare la questione Pa- nerale Eisenhower una relazione sulle circostanze nelle checo. Il conte Emo ha insistito per partire, mentre io quali si svolsero le conferenze ed i negoziati che porta- non lo desideravo. rono alla firma dell’armistizio. Á

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Vi sono alcune circostanze potessero terminare senza che i in relazione con questi nego- Sul generale Castellano tedeschi ne venissero a cono- ziati che non sono state anco- che firmò la capitolazione scenza. Ed abbiamo avuto la sen- ra rese note a voi e sono sicu- sazione che vi fosse il gran perico- ro che v’interesserà conoscer- si sarebbero più tardi lo di un colpo di Stato da parte dei le dato che convinceranno voi tedeschi, ciò che avrebbe reso im- e dovrebbero convincere il go- scatenate polemiche, anche potente il governo italiano. Per verno italiano del valore dei su un punto preciso: questo motivo nulla mi avrebbe servizi resi da voi all’Italia e convinto a dare alcuna dettagliata delle difficoltà sotto le quali all’annuncio dell’armistizio informazione sui nostri piani, i avete lavorato. quali, come voi sapete, erano già Precedentemente al nostro una divisione aviotrasportata stati concretati. primo incontro a Lisbona, il statunitense avrebbe dovuto Inoltre l’arrivo del generale Za- capo del servizio informazioni nussi a Lisbona dopo la vostra aveva preso i necessari provve- raggiungere Roma, partenza, fece nascere in noi dimenti per identificarvi con ma questo non avvenne qualche sospetto e confermò la esattezza e per conoscere la decisione di non dare alcuna vostra posizione nelle forze ar- informazione che potesse rivela- mate italiane. Si sarebbe potuto prevedere che le tratta- re i nostri intendimenti operativi. tive sarebbero state condotte inizialmente da un mini- Voi comprenderete che restava sempre nella nostra stro del governo italiano ma la vostra posizione di capo mente l’ipotesi che la vostra visita fosse uno stratagem- dell’Ufficio Piani e le vostre relazioni col generale Am- ma di guerra, un audace tentativo per carpire informa- brosio ci fecero credere che voi eravate un logico emis- zioni sui nostri intendimenti, senza alcuna intenzione sario sul terreno militare. però di attenersi a quanto concordato. Eravamo pure stati informati che voi eravate un Nessun soldato può mai scartare questa ipotesi, per rappresentante autorizzato del maresciallo Badoglio. quanto personalmente possa avere assoluta fede nella Il generale Eisenhower aveva completa fiducia lealtà del nemico con cui sta trattando. nell’onestà degli intendimenti del maresciallo e posso Ho l’impressione che voi siete stato criticato per affermare che dopo le nostre conversazioni con voi, non essere riuscito ad ottenere informazioni sulla data tanto io che il generale Strong fummo convinti della ed il luogo dei nostri prestabiliti sbarchi. Vi assicuro vostra onestà. Lo zelo con il quale avete cercato in tutti che nessuna considerazione mi avrebbe indotto a rive- i modi di salvaguardare l’onore militare e gli interessi lare queste notizie e avrei troncate le trattative piutto- politici dell’Italia ci ha confermato in questa opinione. sto che fare ciò. Benché fossimo convinti, come ho detto, della vo- Fin dal nostro ultimo incontro in Sicilia ho dato mol- stra lealtà e di quella del maresciallo che voi rappresen- to peso al fallito piano di lanciare una divisione paraca- tavate, non eravamo per nulla sicuri che le trattative dutisti presso Roma. Dopo d’allora le truppe italiane che sono state im- piegate a nord di Napoli contro i tedeschi si sono com- portate onorevolmente. Quindi, tanto io, che gli ufficiali del nostro Ufficio

A sinistra, paracadutisti americani; qui sotto, l’8 settembre 1943 l’artiglieria italiana si batte in difesa di Roma contro i tedeschi a porta San Paolo

60 30GIORNI N.4 - APRILE 2003 Piani, restiamo convinti che quel piano avrebbe potuto essere attuato con successo se a capo delle divisioni di- slocate attorno a Roma vi fosse stato un ufficiale co- raggioso, energico, deciso e convinto anche lui della possibilità del successo. Ciò non deve essere interpretato come una critica nei riguardi dei comandanti italiani. Non vediamo tutti le cose allo stesso modo e, come vi ho detto prima, io stimo il valore combattivo delle unità italiane più di quanto non lo apprezzino alcuni italiani. Voi sapete che durante la scorsa grande guerra io ho comandato un reparto costituito quasi completamente da italo- americani, reparto citato diverse volte per il suo com- portamento nel corso di varie azioni. Può anche essere che io non abbia valutato accura- tamente la situazione esistente al 3 settembre scorso. Infine desidero che voi sappiate che sebbene non vi fosse alcun sentimento di vendetta da parte delle Na- zioni Unite contro il popolo italiano, le condizioni che intendevano inizialmente proporre erano alquanto più Umberto di Savoia insieme ad un ufficiale dei paracadutisti dure di quelle sulle quali si è in seguito raggiunto l’ac- inglesi durante una delle sue visite al Corpo italiano di cordo. Ciò fu dovuto in parte alla vostra insistenza, in liberazione tra il 1943 e il 1945 parte al sentimento di fiducia ed onestà di intendimenti che ci avete ispirato. spettosi e molto propensi a concedere promesse uffi- Tanto il generale Strong che io, nel ricordare gli av- ciali di cooperazione. venimenti precedenti e posteriori all’armistizio, abbia- Io rimpiangerò sempre che noi non potemmo, per mo affermato parecchie volte che voi avete ben meri- l’atteggiamento del comando militare italiano di Ro- tato da parte del vostro governo e del popolo italiano. ma, intraprendere la nostra progettata operazione Io non credo che nessuno, tranne [un] onesto e ri- aviotrasportata per la sicurezza di Roma e dintorni. El- spettabile soldato, avrebbe potuto concludere con noi la stesso sa con quanta decisione e buona volontà fu l’accordo che voi avete concluso, se si considera il fatto preparata quella operazione, io personalmente credo che le nostre forze d’assalto erano già in alto mare e che avrebbe avuto successo, e sono sicuro che ella sarà che nulla avrebbe potuto farci ritardare o arrestare le d’accordo con me. nostre progettate operazioni. Spero che quando pubblicherà il suo libro vorrà far- Credo che questi fatti dovrebbero essere per voi mene avere una copia, in modo che io possa avere un una fonte di soddisfazione. completo ricordo dei grandi eventi di cui siamo stati Molto sinceramente, partecipi. Smith, Cordialmente, Capo di Stato Maggiore Usa». W.B. Smith, Tenente generale, U.S.Army». «21 gennaio 1946. Caro generale Castellano, G le invio i miei ringraziamenti per i suoi gentili ed af- fettuosi auguri di capodanno; ho molto piacere di sa- Perché la divisione americana non venne? Perché fu perla in buona salute e le auguro ogni bene per l’anno dissuasa da un messaggio partito dal Gabinetto del Mi- nuovo. nistero della Guerra, con la strana motivazione che Lei sa quanto mi abbia fatto piacere la sua visita a l’aeroporto era occupato dai tedeschi (!). Chi avesse Francoforte e che sarà sempre il benvenuto, dovunque ordinato all’estensore questo messaggio non è chiaro. io sia. L’annuncio pubblico dell’armistizio fu dato la sera Sono contento di cogliere questa occasione per rin- dell’8 settembre e trovò tutti impreparati. Nella stessa graziarla sugli eventi che condussero all’armistizio con notte il re e il presidente del Consiglio lasciavano in tut- l’Italia. Il timore che non possa essere pienamente ap- ta fretta Roma diretti in per imbarcarsi. prezzata dal popolo italiano la grande parte da lei avu- Il seguito è purtroppo noto. Al sud il re respinse gli ta in quei negoziati mi ha procurato molta sorpresa e autorevoli suggerimenti per abdicare (Croce-De Nico- spero che la sua accurata e completa relazione gioverà la-Paratore) ed avviò così la liquidazione della monar- molto a dissipare ogni ombra. chia. Ella ha fatto per il suo Paese più di quanto ogni altro Nel suo lungo esilio ginevrino Maria José tornò negoziatore sarebbe riuscito a fare in quelle circostan- spesso a rievocare l’estate del 1943. Lo fece anche ze. Se non fosse stato per la fiducia che ella personal- quando andò a renderle omaggio il presidente Sandro mente ispirava, può essere sicuro che i delegati delle Pertini: un socialista su cui, per quel che si sa, non ebbe potenze alleate sarebbero stati molto più freddi e so- riserve. o

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