1. Il contesto storico e sociale nell’Ottocento

MARCIARE BISOGNAVA…

VILLA ESTENSE NELLA GRANDE GUERRA

A CURA DI VINCENZO CONTEGIACOMO

TESTI DI LUIGI CONTEGIACOMO VINCENZO CONTEGIACOMO ANGELO FERRO STUDENTI E INSEGNANTI DELL ’I STITUTO COMPRENSIVO

SCUOLA MEDIA “G. MAZZINI ” VILLA ESTENSE

IIIA Insegnante Peron Maria Eugenia Studenti Cuccato Isabella Dalla Mutta Diego Dosso Angela Fiocco Nicolò Ponzin Riccardo Rizzo Giacomo Tonin Francesco Trevisan Giacomo Zordan Luca

SCUOLA SECONDARIA DI SANT ’E LENA

III A III B

Insegnante Zampollo Serena Insegnante Parolo Roberta

Studenti Barotti Matteo Studenti Barin Michael Brigato Samuele Berton Benedetta Castello David Camarella Anna Chioldin Francesco Capello Daiana Maliqi Aurora Fiorica Danilo Passigato Veronica Fisichella Alice Pizzato Giovanni Lunardo Alessandro Polato Silvia Massaghri Amine Preite Francesca Moro Luca Romito Angela Piccoli Andrea Sinigaglia Nicholas Rizzo Daniela Toniolo Maria Vittoria Rosina Alessia Travaglia Mattia Sabbadin Angela Zangirolami Anna Vanzetto Marta Zorzato Matteo Zuccolo Linda

COMUNE DI VILLA ESTENSE

Si ringraziano per la collaborazione, i consigli ed il materiale documentario:

Bompadre Luca Cusin Emanuele Giacon Don Giuliano Gruppo Bassa Padovana Marchioro Carletto Museo della 3° armata "Invitta" di Padova Peron Giancarlo Rosin Giovanni Rossin-Ardit Maria Cristina Seggiorato Vetulia Stellin Bruna Temporin Rodolfo Travaglia Udina Venturini Stefanino Zanardi Maria Cristina – Ufficio Archivi Sanità di Padova Zancanella Laura

Edito dal Comune di Villa Estense

con il contributo della Cassa di Risparmio del

e della Pro Loco di Villa Estense

2015 - Villa Estense

Indice

L’O TTOCENTO ...... 1

1. IL CONTESTO STORICO E SOCIALE NELL ’O TTOCENTO ...... 1

1.1 TESTIMONIANZE ...... 3

2. IL RISORGIMENTO A VILLA DI VILLA ...... 21

2.1 COMBATTENTI DI VILLA DI VILLA ...... 25

L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA ...... 31

1. LE PREMESSE ...... 31

2. INTRODUZIONE ALLA BANCA DATI ...... 37

3. CADUTI ...... 41

4. FERITI , CONGEDATI E RIFORMATI ...... 57

5. FAMIGLIE IN GUERRA ...... 95

SCARPE AL SOLE ...... 99

1. LA GRANDE GUERRA , DIARIO DI SILVIO ROSSIN ...... 99

2. TRIPLICE CANTO DELL 'AMORE , DELL 'ARDIMENTO E DEL SACRIFICIO ..... 117

3. ENTUSIASMO (DOPO L 'ARMISTIZIO ) ...... 120

LA SCUOLA RACCONTA LA GRANDE GUERRA ...... 125

1. CLASSE III SCUOLA MEDIA “G. MAZZINI” DI VILLA ESTENSE ...... 125

1.1. PRESENTAZIONE ...... 125

1.2 CONSIDERAZIONI SUL NUMERO DEI PARTECIPANTI ALLA GUERRA E SULLE CONDIZIONI SOCIALI DEI COMBATTENTI (TIPO DI LAVORO , PROFESSIONE , …) ...... 127

1.3 CONDIZIONI SOCIO -ECONOMICHE E DI SALUTE DEGLI ABITANTI NEL PERIODO RELATIVO ALLA GUERRA E AGLI ANNI SUCCESSIVI ...... 129

1.4 I PRIGIONIERI ...... 131

1.5 CORRISPONDENZA ...... 132

1.6 DISFATTA DI CAPORETTO OTT . 1917 - DANNI DI GUERRA ...... 137

1.7 DALLA PROTESTA ALL ’ESALTAZIONE DELLA GUERRA ...... 138

1.8 LAPIDI IN RICORDO DEI CADUTI ...... 138

1.9 GLI “SCEMI DI GUERRA ” - L ’ESERCITO DEI MATTI ...... 140

2. CLASSI III SCUOLA SECONDARIA DI SANT ’E LENA ...... 141

2.1 I CADUTI DI SANT ’E LENA DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE ...... 141

2.2 IL SERVIZIO FARMACEUTICO DURANTE LA GRANDE GUERRA ...... 152

2.3 LE 3 C: CAFFÉ - CORDIALE - CADORNA ...... 155

2.4 LA SIGARETTA IN 3 ...... 155

2.5 AUTOLESIONISMO , INSUBORDINAZIONE E DECIMAZIONE ...... 155

2.6 L’ ORIGINE DEL TERMINE “M AY DAY ” ...... 156

2.7 ORIGINE DEL TERMINE CECCHINO ...... 157

2.8 DERIVAZIONE E SIGNIFICATO DEL TERMINE “OK” ...... 157

2.9 I PORTAFORTUNA NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE ...... 158

2.10 LA CAMMINATA A PUNTO DI DOMANDA ...... 158

FIGURE ...... 159 Prefazione

Questo volume è il frutto di un lungo e paziente lavoro che parte nel 2011 con la scoperta dell'archivio storico del Comune di Villa Estense abbandonato e dimenticato. Recuperare quello che era possibile è stato il primo impegno di questa Amministrazione grazie anche al sostegno e all'interessamento della Soprintendenza ai Beni Archivistici di Venezia e della Fondazione Cariparo. Il dr. Luigi Contegiacomo, nostro concittadino e direttore dell'Archivio di Stato di Rovigo, ricevuto l'incarico di sovrintendere ai lavori di recupero del materiale ancora in un accettabile stato di conservazione, ha fatto materialmente e letteralmente un oscuro prezioso lavoro manuale passando e valutando ogni singolo documento. La Fondazione Cariparo ha contribuito stanziando i fondi per il riordino e l’inventariazione dell’archivio storico, lavori eseguiti con perizia e competenza dalla d.ssa Michela Fortin, archivista libera professionista di notevole esperienza. Grazie a questo lavoro preliminare è stato possibile ricostruire una parte importante della storia della nostra comunità e, in special modo, quella relativa alla partecipazione alle due guerre mondiali, cui i nostri progenitori hanno contribuito in misura notevole anche in termini di vite umane. Ora questo sacrificio non può e non deve essere vanificato cancellandolo dalla memoria collettiva del nostro paese, ma deve essere conosciuto e riconosciuto affinché le nuove e future generazioni sappiano da quale tributo di sangue proviene la libertà che godono e abbiano coscienza degli orrori e della perdita di umanità e dei sacrifici immani che la guerra porta con sé. Proprio per ridare dignità alla memoria storica e dimostrare la giusta gratitudine ad ognuno di coloro che hanno partecipato in prima persona agli eventi della prima guerra

mondiale, si è stilato un elenco, in primis di tutti i caduti e poi di tutti i combattenti di cui si è trovata notizia nei documenti salvati. Nomi, date, familiarità, attività, decorazioni, ferite, internamenti psichiatrici, condanne, prigionie, vicissitudini di vite vere, spesso di nostri familiari, che non avremmo mai potuto ritrovare in internet, ma che sono tornati ad essere veri e reali spulciando le preziosissime carte che ci danno il senso della nostra vita, perché ci legano al passato e ci indicano la giusta via per un futuro migliore, facendo tesoro degli errori commessi. Completano l'opera l'inedito diario di guerra di Silvio Rossin, gentilmente messo a disposizione dalla figlia prof.ssa Cristina Rossin Ardit, e le ricerche degli studenti dell'Istituto Comprensivo di Villa Estense che, con le loro insegnanti, hanno svolto un notevole lavoro di ricerca sugli archivi scolastico e parrocchiale e sui modi di dire e di fare legati alla guerra. A questo primo volume cercheremo di dare seguito con la realizzazione di quello relativo alla partecipazione dei figli di Villa Estense alla seconda guerra mondiale e chiederemo ancora alla scuola, agli studenti e agli insegnanti non solo di studiare la storia ma di ricostruirla e fissarla nella memoria di carta; per noi e per chi verrà dopo di noi. Tutta questa documentazione, storia di Villa Estense, sarà adeguatamente collocata nei nuovi spazi recuperati presso le ex scuole Elementari grazie ai fondi europei ottenuti tramite il Gal Bassa Padovana e a quelli della fondazione Cariparo.

Alle giovani generazioni, ai nostri figli e nipoti, per quelli che verranno e che voleranno come aquiloni nel futuro, offriamo il filo che li lega al passato, alla storia, alla terra.

Il Sindaco di Villa Estense Paolo Oppio

L’Ottocento a cura di Luigi e Vincenzo Contegiacomo

1. Il contesto storico e sociale nell’Ottocento

Il provvedimento del Prefetto del Dipartimento della Brenta, 25 marzo 1807, stabilisce l’organizzazione provvisoria del neo costituito Dipartimento in Distretti, Cantoni e Comuni. Tra i primi, figura il Distretto di Este con tre Cantoni, nel primo dei quali, quello di Este (36.648 abitanti), è compreso il Comune di Villa di Villa, di terza classe, con 2.224 abitanti, circa un quarto di quelli del comune estense, di appena 8.669 abitanti. Nel 18461, all’alba della rivoluzione liberale passata alla storia come prima guerra d’indipendenza, Villa di Villa appartiene al IX Distretto, quello di Este, è dotato di Consiglio comunale “senza uffizio proprio”, comprende la sola frazione di Mottarelle ed ha una popolazione di 2.134 abitanti, denunciando quindi un calo demografico di 90 abitanti nell’arco di un quarantennio, saldo negativo facilmente spiegabile con i decessi causati dalle campagne militari e soprattutto dalle epidemie spesso collegate al transito di soldataglie e dalle carestie conseguenti ai contingentamenti a fini militari ma non solo, fattori non trascurabili sicuramente nella valutazione storiografica recente della massiccia partecipazione delle varie classi sociali alle lotte risorgimentali, dalla campagna militare e dalle rivoluzioni del 1848 alla guerra del 1859, dalla spedizione “dei Mille” del 1860, alla III guerra d’indipendenza nel 1866. Con un estimo infatti di soli 166.048 scudi, Villa di Villa denuncia a chiare lettere l’economia di un paese povero e legato alla terra, non dissimile dai paesi limitrofi, afflitti anch’essi da

1 Compartimento territoriale delle provincie dipendenti dal’I.R. Governo Veneto pubblicato col dispaccio n.40285 del 2 novembre 1845, Venezia 1846, p.46.

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L’OTTOCENTO malattie endemiche, arretratezza culturale, dipendenza dalla terra e dalle acque, una situazione oramai insostenibile che dà la stura alla speranza di un cambiamento politico e sociale oramai irrefrenabile in tutti gli strati della popolazione. Gli abitanti del piccolo centro della Bassa frequentano l’unica parrocchia, intitolata ai SS. Andrea e Colomba, unica occasione di socializzazione pubblica che si affianca a quella privata dei filò, veglia che i contadini, durante le lunghe serate invernali, facevano nelle stalle per ripararsi dal freddo ed erano fatti di tanta cultura popolare. Nelle calde stalle e nei grigi casoni di campagna uomini e bestie vivono in promiscuità in situazioni igieniche pessime. Uomini e donne del capoluogo e della frazione non disdegnano di visitare nelle occasioni importanti gli oratori e i capitelli devozionali diffusi nel territorio, a denotare una devozione antica e solida, unica valvola di sfogo a tanta miseria. Le cause minori sono discusse nella Pretura di Este, subentrata alla napoleonica Giudicatura di pace con analoghe funzioni, mentre le cause penali e civili più rilevanti sono dibattute presso il Tribunale di Padova. Ma sarà una commissione militare, una sorta di tribunale straordinario, il cosiddetto “Giudizio Statario”, istituito appositamente nel 1850 dal governo lombardo veneto, all’indomani della conclusione della prima guerra per l’indipendenza italiana in Este, presso il soppresso convento francescano, a giudicare sommariamente 2.500 individui; per lo più campagnoli disperati e armati talora solo di roncole e coltelli, accusati di brigantaggio e violenze nella campagna della Bassa e nel Polesine a danno della possidenza, troppo spesso indifferente dinnanzi alla miseria dilagante che affama la classe rurale. Unica colpa della maggior parte dei 430 condannati a morte, messi alla berlina e condotti sulle piazze dei paesi di provenienza, tra cui la stessa Villa di Villa, per esservi impiccati o fucilati, è la fame che li aveva condotti a

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1. IL CONTESTO STORICO E SOCIALE NELL ’O TTOCENTO minacce e incendi di pagliai, rapine (più spesso furti campestri di verdure, frutta, attrezzi) e violenze minori. 2 Scorrendo i verbali degli interrogatori emerge chiaramente la sommarietà del giudizio: l’accusatore si limita a leggere al presunto reo il capo d’imputazione invitandolo a firmarlo e confessare, pena bastonature, catene e digiuno. Il giudicato non ha alcun diritto alla difesa dinnanzi agli ufficiali austriaci che parlano solo tedesco, cosicché il povero accusato – in genere di bassa estrazione sociale e istruzione – non può capire neppure le sentenze, molte delle quali infliggono la pena capitale, per grazia sovrana commutata a 20 anni di lavori forzati per chi confessi o denunci eventuali complici. Le condanne a morte vengono emesse con un ritmo così serrato che dopo un primo rodaggio il cosiddetto “Giudizio Statario”, che è itinerante, preferisce sostituire il boia “esterno” con uno appositamente assunto affiancato da falegnami, per rendere più celere ed economica l’esecuzione.

1.1 Testimonianze Nel Registro dei Morti della Parrocchia di Villa di Villa si trova la seguente lettera spedita dal Vicariato Foraneo di : n° 108

“Al molto Rev.do Sig. Parroco di Villa di Villa

Per le prescritte annotazioni nei suoi Parrocchiali e Civici Registri m’ap… di accompagnare i Nomi e Cognomi degl’individui appartenenti a codesta sua Parrocchia, che nel giorno 20 andante giugno alle ore 10 a.m. furono

2 Si vedano in merito: L. LUGARESI , Il brigantaggio criminale e l’operato della “Commissione in Este” nel dipartimento del Polesine di Rovigo, in “Studi polesani” n.1, pp.24-33; P. GINSBORG , Dopo la Rivoluzione. Banditi nella Pianura Padana 1848-1854, in “Terra d’Este”, anno 1, n. 2, luglio-dicembre 1991, pp.7-29; L. PIVA, “O soldi o vita!” Brigantaggio in Bassa Padovana, Este 1984.

L’OTTOCENTO dall’I. R. Comando Militare condannati all’estremo supplizio e fucilati in questa mia Parrocchia, e sepolti nel Cimitero Comunale essendo stati previamente muniti dei Sacramenti di Penitenza ed Eucaristia, della Benedizione Pontificia colla raccomandazione dell’anima.

Interesso poi la di Lei compiacenza a voler indicarmi la Paternità e la Maternità di ciascuno, così pure il Nome e Cognome delle (mogli?) per completare gli atti mortuari.

Montagnana li 25 giugno 1850

GBatta Ramis Arciprete e Vicario Rosin Giuseppe, d’anni 36, cattolico, campagnolo, ammogliato, nato e domiciliato in Villa di Villa Milan Luigi , d’anni 34, cattolico, campagnolo, ammogliato, nato e domiciliato in Villa di Villa Mattiazzo detto Caldon Giuseppe , d’anni 30, cattolico, campagnolo, ammogliato, nato e domiciliato in Villa di Villa Spigolon detto Luisetto Angelo , d’anni 28, cattolico, campagnolo, ammogliato, nato e domiciliato in Villa di Villa Salvan detto Tampello Luigi , d’anni 33, cattolico, mugnaio, ammogliato, nato e domiciliato in Villa di Villa Milanin detto Dal Bello Luigi , d’anni 25, cattolico, carrettiere, ammogliato, nato e domiciliato in Villa di Villa” Nello stesso Registro dei Morti del 1850 della Parrocchia di Villa di Villa dopo il n° 40 si legge: “Il 26 giugno 1850

Dall’Arcip.le e Vicariato Foraneo di Montagnana oggi giunse d’ufficio la presente ordinanza di esecuzione pel Giudizio Statario di morte sopra gli individui descritti in pagina portante il n° 108 del giorno 25 andante, che si unisce come allegato a questo Registro di Villa di Villa dall’attuale Arciprete Don Isidoro Corsale, che con sommo rammarico del suo cuore vede deluse tante sue Pastorali sollecitudini, riconoscendo in tutti questi Soggetti altrettanti parrocchiani tutti effettivamente oriundi di Villa di Villa, quivi

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1. IL CONTESTO STORICO E SOCIALE NELL ’O TTOCENTO nati, per il che si affreta di doverne far il registro mortuario fedelmente come segue:

41 Rosin Giuseppe dei furono Domenico e Spigolon Angela: nato in questa Parrocchia il 10 Agosto 1814: Marito a Zangrossi Regina pur di questa Parrocchia: è stato fucillato per ordine dell’I. R. Comando Militare dietro sentenza e condanna di estremo supplizio, come ladro, aggressore, assassino in Montagnana il dì 20 giugno 1850 = ore 10: antimeridiane e indi sepolto in quel Comunal Cimitero. Isidoro Corsale Arciprete m:p:

Il 26 giugno 1850

42 Milan Luigi di Giacomo e Bovo Angela: nato in questa Parrocchia il 26 agosto 1817: marito a Caodeaggio Santa pur di questa (Parrocchia): è stato fucillato a Montagnana il dì 20 giugno 1850: alle ore 10: antimeridiane: per ordine dell’I. R. Comando Militare dietro sentenza e condanna ad estremo supplizio, come ladro, aggressore, assassino; ed indi seppellito in quel Comunal Cimitero. Isidoro Corsale Arciprete m:p:

Il 26 giugno 1850

43 Mattiazzo detto Caldon Giuseppe fu Pietro e vivente Bruscaglin Teresa: nato in questa Parrocchia il 11 luglio 1820: marito a Milanin Ana pure di questa: è stato fucillato il 20 andante in Montagnana: alle ore 10: antimeridiane: per ordine dell’I. R. Comando Militare dietro sentenza e condanna ad estremo supplizio, come ladro, aggressore, assassino; ed indi seppellito in quel Comunal Cimitero. Isidoro Corsale Arciprete m:p:

Il 26 giugno 1850

44 Spigolon detto Luisetto Angelo fu Domenico e Milan Antonia: nato in questa Parrocchia il 31 luglio 1821: marito a Manzato Teresa di Sante pur di questa: è stato fucillato il 20 corrente in Montagnana: alle ore 10: antimeridiane: per ordine dell’I. R. Comando Militare dietro

L’OTTOCENTO

sentenza e condanna ad estremo supplizio, qual ladro, aggressore, assassino convinto e confesso siccome di altri; ed indi seppellito in quel Cimitero Comunale. Isidoro Corsale Arciprete m:p:

Il 26 giugno 1850

45 Salvan detto Tampello Luigi di Giuseppe e Brajon Lucia nato in questa Parrocchia il 27 settembre 1817: marito in 2° volo a Zadri Santa di Lodovico: è stato fucillato il 20 andante in Montagnana: alle ore 10: antimeridiane: per ordine dell’I. R. Comando Militare dietro sentenza e condanna ad estremo supplizio, come ladro, aggressore, assassino convinto e confesso siccome gli altri; ed indi seppellito in quel Cimitero Comunale. Isidoro Corsale Arciprete m:p:

Il 26 giugno 1850

46 Milanin detto Dal Bello Luigi di Domenico e Visentin fu Adrianna nato in questa Parrocchia il 20 dicembre 1824: marito a Gallana Claudia fu Giovanni: è stato fucillato il 20 andante in Montagnana: all’ore 10: antimeridiane: per ordine dell’I. R. Comando Militare dietro sentenza e condanna ad estremo supplizio, come ladro, aggressore, assassino convinto e confesso siccome gli altri tutti; e indi seppellito in quel Cimitero Comunale. Furono assistiti prima in Spiritualibus di Confessione, Comunione e Benedizione Papale fino agl’ultimi momenti dal R° Don Nicolò Fabris di Este, come da sua lettera, e diedero segni di verace pentimento. Isidoro Corsale Arciprete m:p:” Ancora nel registro dei morti della Parrocchia di Villa di Villa si legge: “Il 20 dicembre 1851

Natali Angelo figlio di [---] detto Strappucin nato a Bergantino di Pollesine vedovo della fu [ --- ] di anni 41: di professione carriolante subì l’estremo supplizio in questo luogo come ladro assassino per Giudizio Statario il dì 28 novembre prossimo passato all’ore 4:1/2 pomeridiane. Fu assistito dal R° Guardiano de Riformati di Padre Bonaventura da Maser, e dal R° Don Niccoletto Fabbris di Este, indi fu

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1. IL CONTESTO STORICO E SOCIALE NELL ’O TTOCENTO

seppellito in questo Comunal Cimitero come da nota 387/384 dell’Imperial R° Colonnello Conte Oglios (Hojos ndr) qui unita. Isidoro Corsale Arciprete” Questa la prassi seguita nella comunicazione delle sentenze3: “L’esito della sentenza veniva comunicato alle Preture competenti, ai Tribunali di Provincia, mentre il comandante Territoriale ne rendeva edotto il Governatore Militare. Le Parrocchie, che a loro volta erano state richieste di fornire i certificati di nascita dei detenuti, ricevevano comunicazione dell’eseguita fucilazione: nel registro dei morti delle Parrocchie, accanto alle annotazioni usuali (morto per collasso, per colera, per pellagra …) si legge talvolta … «fucilato oggi per sentenza del Giudizio Statario». Accanto a certe morti particolari si nota qualche commento che il parroco espresse: sulle morti per Giudizio Statario la penna registrava solo il fatto in quanto i parroci «sapevano» ciò che non dovevano fare … o scrivere …” “Purtroppo cadeva nella rete della giustizia qualche poveraccio estraneo ai fatti, vittima di segnalazioni malevole o di vendette personali … quando addirittura la condanna poteva capitare per un caso di omonimia.” A proposito dei sei cittadini di Villa Estense fucilati a Montagnana il Piva riporta: “Alle ore sette del 20 giugno 1850 il Tribunale si riunì a Montagnana per giudicare gli autori di due «fatti» avvenuti il 7 aprile precedente a Schiavonia e a Lusia di S. Urbano il 20 Marzo. «Domenico Trivellato, possidente e affittuale di Schiavonia, mentre riposava con la sua famiglia, sentì colpi alla finestra … I malfattori riuscirono a penetrare per la porta della cucina che lacerarono a colpi di mannaia e accesero presso la stessa del fuoco affinché questo facesse ciò che alla mannaia non riusciva» … Il Trivellato pensava che i malfattori si accontentassero di ciò

3 PIVA, passim

L’OTTOCENTO che avrebbero trovato al pian terreno, ma questi ruppero l’uscio in fondo alla scala … sembravano tanti demoni e menavano un orrendo fracasso e sussurro di voci … ‘ammazziamoli, abbruciamoli’ … Ruppero l’ultimo ostacolo … e il Trivellato, fatti allontanare i suoi dipendenti, chiamò il capo degli assassini e gli chiese cosa pretendeva: volevano 2.000 svanziche … Rispose di non averle … e al capo diede diverse monete. Costui prese il denaro e andò a contarlo con i compagni e tosto esclamarono che non bastava per prendere ad ognuno «una quarta di polenta» perché erano in quaranta. Assicuratosi il Trivellato che non l’avrebbero maltrattato, tolse le stanghe che puntellavano l’ultima porta e si ritirò con i suoi dipendenti nella stanza da letto. Si presentò poi alla porta uno degli aggressori munito di schioppo e seguito da altri quattro di cui uno armato di mannaia, due di coltello e il quarto di freccia … Quello dello schioppo gli chiese dell’altro denaro e il Trivellato, rassicurato che non gli sarebbe stato fatto del male, gli diede una bacio e gli consegnò alcune monete d’oro … ma era ancora poco … estrasse da una borsetta 200 lire austriache e le diede al «sottocapo»… Poi estrasse ancora due cordoni d’oro e un paio di orecchini. Intanto tre malfattori si erano sparsi per le stanze arraffando quanto potevano … Ciò nonostante il capo non era ancora soddisfatto e avendo il Trivellato assicurato che non aveva altri denari perché ai cinque di quel mese aveva pagato le rate, vollero vedere le ricevute e dopo averle osservate si allontanarono portando seco denari, effetti preziosi, biancheria per il complessivo importo di 1874 lire austriache. * * * La seconda tornata dei lavori, contemplò il caso di Pietro Curtarello, detto Bovo, da Lusia di S. Urbano d’Este. Verso mezzanotte del 20 marzo 1850 era coi suoi familiari quando sentì un rumore di gente … e vide entrare nel cortile cinque individui che subito si diedero ad infrangere con la

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1. IL CONTESTO STORICO E SOCIALE NELL ’O TTOCENTO mannaia la porta d’ingresso e i balconi vicini. Spararono due archibugiate, l’una contro la finestra alla quale si era affacciata la moglie per chiamare aiuto e l’altra contro la porta. Il Curtarello si appressò alla finestra e gettò loro un fazzoletto con 344 lire: il denaro non bastava perché gli assalitori erano in quaranta gettò ancora giù 12 crocioni dicendo di non avere altro … ma gli chiesero ancora gli effetti preziosi e sua moglie gettò un cordone e un paio di orecchini d’oro. Non paghi, vollero penetrare in casa per avere anche i preziosi delle altre donne e, avendo la madre del Curtarello sbarrata la porta della cucina, con colpi di mannaia la ruppero e si appropriarono di rari effetti preziosi e altri oggetti causando un danno complessivo di 700 lire. I giudicati furono 9 ed avevano partecipato ad entrambe le rapine, fatta eccezione per due.

GIACOMO MONTIN , nato a e domiciliato a Carmignano: cinquantenne padre di cinque figli, campagnolo indicato capace di furti;

LUIGI MILAN , domiciliato a Villa Estense – anni 34, ammogliato, campagnolo dedito alle osterie e al gioco; era già stato condannato per furto;

GIUSEPPE MATTIAZZO , detto Caldon, di Villa Estense: trentenne ammogliato e padre di un figlio, dedito al gioco e alle osterie;

ANGELO SPIGOLON , detto Luisetto, di Villa Estense: ventottenne con due figli, cariolante e amante delle osterie e del gioco;

LUIGI SALVAN , detto Tampello, di Villa Estense: ammogliato con un figlio, mugnaio, frequentante gioco e osterie;

LUIGI MILANIN , detto Dal Bello, di Villa Estense: venticinquenne ammogliato e con una figlia, campagnolo e carrettiere,

L’OTTOCENTO

frequentatore di osterie e amante del gioco, aveva avuto un’altra condanna per furto;

ANTONIO ROSIN di Vighizzolo: trentanovenne ammogliato con due figli, operaio giornaliero, indicato di fama sfavorevole e di sospetta condotta;

GIUSEPPE ROSIN di Villa Estense; trentaquattrenne, ammogliato, indicato di fama sfavorevole e sospetta condotta, aveva avuto due condanne di cui una per trasgressione di furto e l’altra per furto delittuoso e inoltre tre sospensioni di processo per furto;

ANTONIO ZARAMELLA , detto Toffe 4, di Villa Estense: quarantaduenne, carriolante di sospetta fama, aveva avuto due condanne di cui una per attentato contro la sicurezza corporale e l’altra per ingiurie5.

I primi sette confessarono di aver partecipato a tutti e due i fatti: gli ultimi due rispettivamente solo al primo e al secondo. Furono tutti condannati a morte «mediante polvere e piombo in mancanza di carnefice». Il comandante Militare Schwarzel confermò la pena ai primi sette e la commutò per gli ultimi due 6 in venti anni di carcere duro: ad Antonio Rosin per il vero pentimento dimostrato e ad Antonio Zaramella «per aver preso parte ad

4 Pio Tosse nel testo Villa di Villa - Cognomi e Soprannomi di una piccola comunità di A. Ferro e B. Caramore 5 Dal registro dei battesimi della parrocchia di Villa di Villa: (8 settembre 1808) Antonio figlio di Francesco quondam Antonio Zaramella, e di Pasqua di Girolamo Battagin sua legittima consorte, nato in questa mattina alle ore 13 circa, fu battezzato da me D. Vincenzo Filippi Parroco, e tenuto al Sacro Fonte da Angelo quondam Pietro Moro, e da Elisabetta moglie di Angelo Milanin: tutti di questa Parrocchia. 6 In realtà vi è confusione dei nomi: la pena viene commutata ad Antonio Rosin e non Giuseppe

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1. IL CONTESTO STORICO E SOCIALE NELL ’O TTOCENTO una rapina soltanto». La sentenza fu pubblicata alle ore 11 ed eseguito mezz’ora dopo.” Riprendendo a scorrere il Piva, a pag 121 riporta un processo svoltosi a Rovigo il 14 aprile 1851 relativo ad un fatto occorso a: “S. Urbano – Balduina – 13 ottobre 1849 * * * Quel Paolo Galante di Balduina che il 10 ottobre 1849 era stato visitato dai cinque della famiglia Manfrin di Piacenza e dai loro tre complici e che si era visto svuotato il pollaio, aveva ragione di ritenersi un bersaglio quasi costante da parte dei malviventi. Alle 20, 30 del 13 ottobre 1849 un bovaio sentì in cortile caricare un fucile e corse verso la porta di casa del padrone, ma vi trovò un uomo armato appostato in quel luogo per impedire ai proprietari di uscire. Si sentiva intanto sul selciato insaccare il frumentone e nove malfattori ne asportarono dieci sacchi. In un’altra sera dello stesso mese, nove individui, in parte armati, tra i quali due donne, si recarono nella sua campagna detta «Mandriazze» e ciascuno si portò a casa un sacco di pannocchie. Nella notte, infine, fra il 13 e 14 ottobre, qualche ora dopo il furto del granoturco, quattro individui armati di schioppo e pistole, aprirono con «chiavi adulterine» la serratura del portello del cortile e poi quella del granaio asportando otto sacchi di frumento. Il processo per questi fatti ebbe luogo a Rovigo il 14 aprile 1851. ……. Per il furto del granoturco furono giudicati: BERNARDO FERAON di Villa Estense: ventisettenne e padre di un figlio, inclinato ai delitti, confessò quattro furti e fu imputato di altri tre; fu condannato a 18 anni di carcere duro; ……….”

L’OTTOCENTO

A pag. 131 si racconta di un processo svoltosi ad Adria il 25 aprile 1851 relativo ad un fatto occorso a: “Megliadino S. Vitale – 24 agosto 1849 …….. Vicino alla mezzanotte del 24 agosto 1849 Innocente Massaro e i sui figli Pietro ed Eugenio, di Megliadino S. Vitale, dormivano tranquillamente quando vennero svegliati in modo brusco da alcuni colpi dati alla finestra di una stanza al pian terreno della loro casa. Pietro Massaro non aprì e fra mille improperi sentì la solita minaccia: «o soldi, o vita!» … Passò subito nella stanza del fratello Eugenio e insieme fecero un cartoccio con dentro 300 lire che lanciarono in cortile. Poiché era buio, i soldi non poterono essere contati e gli assalitori chiesero un lume di cui evidentemente erano sprovvisti. Il denaro non fu ritenuto sufficiente e furono chieste anche «le monete d’oro» … altrimenti se le sarebbero prese entrando in casa. Per dare esecuzione al loro piano cominciarono a «violentare un balcone» della stanza … Allora i Massaro si diedero a gridare furiosamente e i malviventi, impauriti e preoccupati per il possibile arrivo di altra gente, fuggirono. Al processo di Adria del 25 aprile 1851 comparvero quattro dei dieci autori della rapina: omissis SANTE BERTO detto Boffo, nato a Villa Estense e domiciliato a Carmignano: era uomo di pregiudicata fama e di carattere violento; nel 1841 era stato deportato, aveva avuto due condanne di cui una per possesso di armi e l’altra per contravvenzione al precetto politico; risultò imputato di un’altra rapina con grave ferimento. Tutti e quattro vennero fucilati.”

A pag. 171 si narra del Giudizio Statario tenutosi a Villa Estense il 28 novembre 1851 relativo ad un fatto svoltosi a:

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1. IL CONTESTO STORICO E SOCIALE NELL ’O TTOCENTO

“Ostiglia – 11 novembre 1849 La sera dell’11 novembre 1849 Pietro Vigoni, «domiciliato all’Agnella Cavriani», vicino ad Ostiglia, venne destato da alcune pietre buttate contro la finestra: «Sono il capo degli assassini, siamo in ventotto, vogliamo 100 talleri, altrimenti daremo fuoco alla casa e vi ammazzeremo». Le donne e i fanciulli furono mandati all’ultimo piano della casa e fu suonata una campana che si trovava al culmine dell’edificio e che serviva per segnalare il termine delle ore lavorative: l’imposizione di sospenderne il suono dovette essere accolta. Il Vigoni prese tre napoleoni d’oro, due sovrane e 100 lire circa in pezzi da trenta centesimi, e avvolto il tutto in un pezzo di carta, lo buttò in cortile, … ma i denari non bastavano e fu reclamata la parte che mancava alla cifra richiesta … altrimenti sarebbero stati bruciati casa e granaio. Fu gettato ancora altro denaro che sommava, col precedente, 90 talleri … ma gli assalitori non erano ancora contenti e volevano altre 12 bavare, ripetendo le solite minacce. Poiché i Vigoni non avevano altro denaro, gettarono due orologi da tasca e finalmente gli assalitori sembrarono soddisfatti: prima di partire, però, vollero del pane che fu loro calato con un fazzoletto … poi partirono un’ora dopo il loro arrivo. Al processo di Villa Estense del 28 novembre 1851 fu presente un solo imputato, ANGELO NATALI detto Strappacin, di Bergantino: vedovo quarantunenne con quattro figli, dedito ai furti campestri, confesso di un’altra rapina, imputato di altre tre, di cui una con grave ferimento; venne fucilato dopo aver confessato di aver preso parte a questo fatto con altri compagni già condannati in precedente processo.”

A pag. 223 ancora un Giudizio Statario a Este il 3 novembre 1852 relativo ad un fatto svoltosi a: “Montagnana – Borgo Frassine – 20 ottobre 1844

L’OTTOCENTO

A Borgofrassine di Montagnana abitava Pasquale Scarato che alle ore 23 del 20 ottobre 1844 fu svegliato da rumori provenienti dalla stalla. Uscì senza lume e fu «preso» da diversi individui che gli legarono le mani con una cordicella e lo percossero ben bene con un bastone: affermò di non avere denari, ma, intanto, i malfattori salirono al piano superiore. La moglie dello Scarato, intanto, con una nipotina si nascose tra le botti della cantina. La nuora, Regina Toniato, si chiuse nella sua stanza con i tre figli Caterina, Pasquale ed Elena di anni 10 e 3 i primi due e di giorni 8 l’ultima. Caterina ricevette una botta in testa perché tacesse … Un assalitore afferrò la Toniato e un altro, «che ‘avea fatto da le indicare dove stavano i fulminanti, accese un lume». La donna supplicava di non far del male ai bambini e … in cambio di tale assicurazione disse che i denari si trovavano racchiusi in una cassa posta nel granaio … La trovarono, la scassinarono e la svuotarono causando un danno complessivo di lire 1515. Al processo comparvero due uomini e una donna. omissis La donna era una certa GIOVANNA POLLACHIN detta Donna Fresca, di Villa Estense, quarantasettenne di cattiva fama e condotta: fu condannata a tre anni di carcere duro.” 7

Otto anni dopo la soppressione nel 1854 del tribunale straordinario, accusato a buona ragione di aver generato terrore e diffidenza tra la popolazione ma anche una crescente sfiducia in uno Stato sempre più propenso al ricorso alla violenza, nel 1862, a soli quattro anni dall’annessione del Veneto al Regno d’Italia, Villa di Villa risulta ancora dotata di proprio Consiglio,

7 Dal registro dei battesimi della parrocchia di Villa di Villa: (15 giugno 1805) Giovanna di Giovanni di Nadale Pellachin e di Eurosia quondam Stefano Samazza sua legittima consorte: nata ieri sera alle ore 22 circa fu batezzata da me D. Alessandro Guariento Cappellano Curato, e tenuta al Sacro Fonte da Paolo quondam Angelo Zancanella, e da Domenica di Boscolo Pastore dalle Grazie di Este.

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1. IL CONTESTO STORICO E SOCIALE NELL ’O TTOCENTO sempre “senza uffizio” proprio, e ha ancora la sola frazione di Mottarelle, ma la popolazione è cresciuta a 2.284 abitanti con un estimo tuttavia pericolosamente calato a 75.351, 99 scudi, sintomo di una crisi dilagante e di frequenti devastazioni belliche e soprattutto alluvionali. Fa sempre capo alla Pretura di Este, ma fa ora riferimento alla Conservatoria delle Ipoteche di Padova. 8 In seguito alla sconfitta dell’Austria nel luglio 1866, cui contribuiscono tanti patrioti veneti per lo più impegnati in Trentino al seguito di Garibaldi, e con l’annessione del Veneto sancita con un sia pur discusso Plebiscito, questo viene inglobato nel Regno d'Italia con regio decreto 14 ottobre 1866; successivamente con regio decreto 4 novembre 1866 n. 3300, le province della Venezia e di Mantova diventano parte integrante del Regno d'Italia. Le prime disposizioni amministrative vengono emanate con il regio decreto 18 luglio 1866, n. 3064 che affida ad un commissario del re la reggenza delle province italiane. Il successivo regio decreto 1 agosto 1866, n. 3130 fornisce le disposizioni relative alle elezioni delle amministrazioni comunali, prevedendo per ogni comune un consiglio, una giunta e un sindaco di nomina regia. Il regio decreto 2 dicembre 1866, n. 3352 estende alle province venete la legge comunale e provinciale, allegato A della legge per l'unificazione amministrativa del Regno d'Italia 20 marzo 1865, n. 2248; contestualmente vengono indette nuove elezioni comunali e provinciali. Tale normativa suddivide tutte le province in distretti e comuni, ponendo a capo di ogni distretto un commissario. Sulla base del censimento proclamato in tutto il Regno nel 1871, a Villa di Villa, una volta trasformato con Regio Decreto il nome in Villa Estense, gli abitanti del Comune arrivano a 2.530, mostrando una tendenza in aumento non dissimile da quella

8 Compartimento territoriale delle provincie soggette alla Luogotenenza Lombardo-Veneta, Venezia 1862 .

L’OTTOCENTO degli altri Comuni del territorio padovano. L’analfabetismo è diffusissimo, trattandosi di popolazione rurale dedita sin dall’infanzia al lavoro agricolo: nel 1878 su 2.534 abitanti gli analfabeti sono ben 1.861, il 73% della popolazione, nella media d’altronde dei comuni limitrofi ad esclusione di quello estense, Città Regia con una naturale minore presenza di addetti all’agricoltura, con un alfabetismo del 62%. 9 Dal censimento del 1881, il primo di cui si conservi miracolosamente memoria nell’Archivio storico comunale, gli abitanti salgono a 2.851, per lo più poverissimi e afflitti, come del resto anche gli altri paesi della Bassa, da frequentissime epidemie di colera – devastanti quelle del 1836-37, del 1849 e 1886 –, di tifo – terribile quella del 1827 -, e di vaiolo – spesso legate al passaggio di truppe (solo nel 1866 transitarono nelle campagne della Bassa 300.000 militari) - ma anche da una endemica pellagra: nel 1883 su 2.851 abitanti i pellagrosi a Villa di Villa sono 47, con tendenza in aumento conseguente alla pessima alimentazione, basata prevalentemente su un mais scadente e per lo più avariato dalla cattiva conservazione: di qui l’invio di tanti malati ai manicomi centrali di Venezia (S. Servolo e S. Clemente). Miseria, fame, speranza in una vita migliore, associati alla odiosa abolizione nel 1882 - grazie alla legge Baccarini che regola la gestione delle bonifiche - del "diritto di vagantivo", antica pratica con cui si consentiva a poveri e diseredati di recarsi nelle valli a cacciare, pescare e raccogliere frutti selvaggi, dando loro una possibilità di sopravvivenza, portano ben presto a un’imponente emigrazione verso le Americhe 10 , specie

9 Atlante storico della Bassa Padovana, a cura di F. Selmin, Sommacampagna 2013, Appendice statistica, tabella n.2. 10 Sulla grande emigrazione si vedano tra le tante opere edite i fondamentali lavori di E. FRANZINA , La grande emigrazione. L’esodo dei rurali dal Veneto durante il secolo XIX, Venezia Marsilio 1976; IDEM, Merica Merica emigrazione e colonizzazione nelle lettere dei contadini veneti in America latina 1876-1902, Milano 1979; IDEM, Storia dell’emigrazione veneta dall’Unità al fascismo, Verona 1991; IDEM, Gli italiani al nuovo mondo. L’emigrazione italiana in America (1492-1942), Milano 1995.

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1. IL CONTESTO STORICO E SOCIALE NELL ’O TTOCENTO verso lo Stato di San Paolo, in Brasile. 11 Non è estranea a tale esodo, da taluni definito biblico per dimensioni, la disastrosa situazione economica e produttiva causata dall'alluvione in destra d’Adige del settembre 1882, preceduta da devastanti rotte locali in sinistra del fiume a Ca’ Morosini e a Masi, di cui resta traccia in archivio comunale nei provvedimenti adottati per ospitare sfollati e dar loro sussidi economici, ma anche per prosciugare le terre sommerse da Valli Mocenighe a Vighizzolo, da a e Casale, fin quasi a lambire il territorio di Este, anch’esso invaso dai profughi e dalle loro povere masserizie, ma anche da una terribile epidemia difterica. 12 Finita l’emergenza e cessati i lavori di ricostruzione arginali e stradali che consentono una precaria occupazione per un paio d’anni, la pesante crisi economica generale e la delusione per il fallimento del primo sciopero agrario della storia post-unitaria, quella “Boje” 13 che dilagherà nel giugno 1884 dal Polesine, a partire da Ceregnano, Castelguglielmo, Polesella, Crespino, per raggiungere Mantovano ed Emilia, con riflessi anche nella Bassa Padovana, specie a Boara, , , Solesino, Anguillara, le aree più affini economicamente e socialmente a quella padana 14 , provocheranno un vero e proprio esodo di

11 A. FERRO, Quaranta giorni di nave a vapore – storia dell’emigrazione verso l’America Latina degli abitanti di Villa Estense negli ultimi anni del XIX, 1997 . 12 F. SELMIN, Storia di Este, Padova 1991, p.59. Cfr.: A. FERRO, cit, p.7. 13 B. PIRANI, La Boje e le lotte contadine in Polesine, Rovigo 1985; V. TOMMASIN, Il moto polesano de “la boje” del 1884, in “Annali Istituto A. Cervi”, Bologna 1984, pp. 221–246; IDEM, 1884-86, gli anni de “la boje” in Polesine, in “Studi Polesani” (1984), numeri 14-16, pp. 23–56; IDEM, La boje in Polesine. Documenti 1884-85, Rovigo 1985. Per uno studio più esteso del fenomeno della Boje si vedano: AA.VV., Braccianti e contadini nella Valle Padana: 1880-1905, Roma 1975 e G. MANZINI, Padroni e contadini: il primo processo politico dell'Italia unita, Milano 1983. 14 T. MERLIN, Criminalità e lotte sociali nel Veneto meridionale 1850-1950, in “Terra d’Este”, anno I, n.2. Cfr.: FERRO, cit., p.8.

L’OTTOCENTO massa soprattutto dal Veneto, il primo dell’Italia unitaria. Si calcola che 435.355 veneti emigrino nell’arco di poco più di un trentennio tra il 1876 e il 1905, il 45% nel solo periodo 1886-1895. Tra gli oltre 60.000 provenienti dalla provincia di Padova, inferiori solo a quelli emigrati dalle province di Treviso e Rovigo, quasi 8.000 provengono dal distretto estense, tra cui poco meno di 500, almeno per il 70% contadini e al 60% analfabeti, dalla sola Villa Estense 15 . Ciò comporterà un rapido calo della popolazione – toccasana per l’economia italiana grazie alla diminuzione delle bocche da sfamare - tanto che nel censimento del 1901 la popolazione del piccolo centro della Bassa scende a 2.531 abitanti, in pratica la stessa di un secolo prima. Il 6 marzo 1895 ben 107 abitanti di Finale, frazione di Villa Estense, in pratica 21 intere famiglie, come sottolinea la stampa d’opposizione 16 , partono di notte a piedi in mezzo alla neve per raggiungere con le loro povere masserizie ammassate su un carretto, la stazione ferroviaria di Este, posta sulla linea Legnago-Mantova, per prendere puntuali il treno delle 7.37, dirette a Genova all’imbarco per il lontano “Eldorado” brasiliano, allettate dallo specchietto per le allodole dell’imbarco gratuito, di un ingaggio favorevole e dal miraggio di nuove terre e di un benessere economico mai avuto. 17

15 FERRO, cit., pp.11-16. 16 ” La primavera della democrazia sociale”. La pagina in questione è riportata da Angelo Ferro nel suo prezioso lavoro sull’emigrazione da Villa Estense: FERRO, cit., p.6. 17 F. DE CHECCHI, L’emigrazione, in Atlante storico della Bassa Padovana, Sommacampagna 2013, p.227.

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1. IL CONTESTO STORICO E SOCIALE NELL ’O TTOCENTO

Alle 5 di mattina del 17 dicembre 1874 intanto, spossato dai tanti impegni e dai lunghi viaggi che lo avevano portato alla ricerca continua di libri per la sua biblioteca in Francia, Inghilterra, Germania, Spagna, Olanda, Svezia, Austria, Dalmazia, Montenegro, era morto un illustre abitante di Villa Estense, l’abate Giuseppe Valentinelli, nato a Ferrara il 22 maggio 1805, mente brillantissima, divenuto nel 1846 Prefetto della celeberrima Biblioteca Marciana. Negli ultimi anni l’abate si era ritirato nella tranquillità della campagna veneta nel suo bel palazzo di Villa Estense. Il 3 ottobre dell’anno precedente il Valentinelli aveva steso a Venezia il suo testamento, lasciando a titolo di usufrutto vita natural durante alla sorella Rosalba, nominata erede universale, e a titolo di proprietà alla R. Biblioteca di San Marco, cui riconosceva il merito della «massima parte delle gioje della mia vita», la casa in Venezia in parrocchia S. Salvatore. Al Comune di Villa Estense, grato per avergli dato rifugio negli anni della vecchiaia, legava, fatto salvo il diritto d‘usufrutto della sorella, esteso anche ai diritti livellari sulle vaste proprietà terriere, la casa e le possessioni collocate nel territorio comunale, esprimendo il desiderio che la

FERRO, cit., p.15. Cfr.: Atlante storico della Bassa Padovana, a cura di F. Selmin, Sommacampagna 2013, Appendice statistica, tabella n.3. In realtà Ferro manifesta qualche legittimo dubbio sulla consistenza degli emigranti del 1885 attribuendolo alla valutazione in eccesso della stampa d’opposizione e a una male interpretata comprensione da parte del giornalista nei riguardi della testimonianza di uno degli emigranti., che per quanto riguarda Villa Estense, a suo parere, furono intorno ai 430 nel periodo tra il 1885 e il 1901. Dalle rilevazioni basate su fonti anagrafiche per il Ferro 364 partono per il Brasile (di cui 336 nello Stato di San Paolo), 63 per l’Argentina. Le punte si raggiungono nel 1887 (74), 1891 (57), 1894 (33), 1895 (67), 1896 (77), 1897 (26). L’80% parte con l’intero nucleo familiare. I maschi costituiscono il 57%, i bambini il 29%. Il 61, 30% è analfabeta. Quasi il 70% è costituito da lavoratori della terra, ma figurano anche muratori, fabbri, falegnami, etc. per le donne invece casalinghe (24), sarte, stiratrici. Fra i partenti anche un maestro e uno studente. Il 95% in pratica è costituito da poverissima gente disperata e spessissimo debilitata fisicamente da pellagra e altre malattie endemiche, tanto che il 47%, sottolinea il Ferro, èra stata riformata alla visita di leva (p.24).

L’OTTOCENTO sua dimora di campagna divenisse, se possibile, la nuova prestigiosa sede municipale o che se ne facessero «altri usi inerenti all’Ufficio Comunale». Altri beni immobili in località Grompa venivano legati al suo agente in Villa Estense, il maestro Martino Spigolon, e altri in località Finaletto al gastaldo di campagna della stessa Villa Estense, Domenico Zordan, con l’obbligo di una rendita annua di 100 lire alla locale Chiesa parrocchiale. Di lì a qualche anno la sede del Comune sarà portata nel palazzo Valentinelli e una lapide posta nell’ingresso ricorderà la figura del grande benefattore. Nel 1901 il Comune è dotato di tre frazioni e gli abitanti sono distribuiti su un territorio di circa 17 chilometri quadrati. Nei Censimenti successivi la popolazione subisce solo leggere modifiche: nel 1911 è di 3114 abitanti. La grande emigrazione è oramai cessata a partire dal 1902 e riprenderà più tardi molto meno massiccia verso i paesi industriali europei, per poi rivolgersi, dopo la prima guerra, sotto il regime autarchico fascista, verso risaie e agro pontino. All’indomani dell’annessione il segretario comunale acquisisce, prima ancora del sindaco, il ruolo di elemento cardine dell’Amministrazione, responsabile dell’efficienza dell’Amministrazione, vero esecutore della volontà politica da un lato, di quella governativa dall’altro, nella sua qualità di primo impiegato (obbligatorio) del Comune e al tempo stesso diretto collaboratore del sindaco, pur nominato tuttavia dallo Stato e da questo dipendente: da qui il fondamentale ruolo di mediazione tra Amministrazione e Stato, confermato anche dal testo unico del 191518 . I provvedimenti che il sindaco adotta come capo dell’amministrazione comunale per l’osservanza dei regolamenti locali o come ufficiale del governo vengono denominate «ordinanze» e il controllo di legittimità sulle

18 Inoltre esse derivano da leggi speciali e dalla generica competenza che lo stesso art. 31 del testo unico del 1915 prevede.

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2. IL RISORGIMENTO A VILLA DI VILLA deliberazioni del consiglio e della giunta è esercitato dal prefetto, massimo rappresentante del Governo in ambito provinciale, che attua un controllo giuridico generale, di carattere successivo e repressivo di eventuali atti risultanti contrari alle leggi, ma che presiede anche la Deputazione provinciale, con il potere di porre il veto di fronte a provvedimenti e deliberazioni contrarie agli interessi del governo centrale.

2. Il Risorgimento a Villa di Villa

Appena una ventina di anni fa, la prima guerra d’indipendenza e le rivoluzioni liberali del ’48, così come le successive campagne risorgimentali, venivano analizzate con superficiale esemplificazione dalla maggior parte degli storici come una questione di elìte, riservata a pochi “eletti”, frequentatori dei salotti lombardi, veneti, emiliani, napoletani etc. e pronti a sacrificarsi in nome di un ideale ancora lontano dalla sensibilità del popolo, preoccupato unicamente della pagnotta: gli studi degli ultimi quindici anni, nel Veneto, come in altre aree d’Italia, hanno ora dimostrato quel che in realtà, a ben guardare, già le fonti ufficiali ci indicavano sul finire dell’ottocento ma che una storiografia revisionista si ostinava a negare pervicacemente sulla scia di interpretazioni sociali del Risorgimento, nella convinzione che non si potesse prender parte ad una lotta di liberazione se non vi fosse sufficiente cultura in grado di generare una coscienza nazionale. Così non era e, sebbene non si siano effettuati studi adeguati provincia per provincia, dagli studi degli ultimi anni si può facilmente dedurre che nella provincia padovana le cifre non fossero dissimili da quelle rilevate recentemente nella limitrofa provincia polesana, dove si è arrivati a censire – in difetto - oltre 2.800 patrioti nel periodo 1848-1866. É una vera e propria cartina al tornasole di quella coscienza nazionale che

L’OTTOCENTO andava formandosi ormai da tempo 19 , almeno sin dalle prime cospirazioni carbonare, che a loro volta affondavano le loro radici nell’età dei lumi e nella rivoluzione francese, ma che una storiografia revisionista e minimalista – non aliena da stolte e antistoriche nostalgie filo-austriache e filo-borboniche - aveva negato, riducendo l’adesione alla prima guerra risorgimentale italiana ad un fenomeno d’élite che avrebbe toccato solo marginalmente e sporadicamente le campagne venete, terra di “villici” poco propensi per loro natura alla guerra, semmai più propensi per induzione della miseria al brigantaggio. 20 A pochissimi anni dalla ricorrenza del centocinquantesimo anniversario dell’annessione del Veneto - con Mantova - al Regno d’Italia, quel che conta è analizzare, alla luce delle fonti documentarie, giornalistiche 21 e cronachistiche, i contesti e gli eventi in cui questi si realizzarono in quella che oggi chiamiamo Italia e che solo nel 1861, per dirla con l’economista Ruffolo 22 , non era che una penisola troppo lunga per essere realmente unitaria, troppo divisa per essere universalmente considerata nazione, troppo disomogenea economicamente e strutturalmente per essere “una”. Le fonti conservate negli Archivi di Stato, negli archivi comunali, in Musei e Biblioteche, provano oramai in maniera incontestabile la grande partecipazione di tutte le classi sociali alle cruente battaglie alle porte di Vicenza, a Treviso, Cornuda,

19 Sul clima e le condizioni che portarono alle rivoluzioni europee del 1846- 48 si veda: J. HOBSBAWM , Le rivoluzioni borghesi 1789-1848, Milano 1962, riedite da “il Saggiatore” nel 1963. 20 Si veda in merito il recente Polesine in armi – i protagonisti delle battaglie risorgimentali 1848-1870, a cura di L. Contegiacomo e L. Fasolin, Rovigo 2011. 21 Straordinaria in questo senso la rassegna stampa della "Gazzetta Ufficiale di Venezia" relativa al 1860 pubblicata con grande intelligenza in G. ZOCCOLETTO Le due invasioni per unire l’Italia – rassegna stampa della Gazzetta Ufficiale di Venezia, Venezia 2010 .

22 G. RUFFOLO , Un paese troppo lungo , Torino 2009 .

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2. IL RISORGIMENTO A VILLA DI VILLA

Venezia, Chioggia, Roma, Ancona. Le motivazioni di tanto audace impegno non potevano essere semplicemente la curiosità, la speranza di bottino, la paga del volontario o il desiderio di conoscere il mondo, di “menar le mani” o magari la pur possibile partenza al seguito del padroncino da parte di servitori inviati dalle rispettive famiglie. No, dinnanzi a cifre così importanti e ad adesioni non sempre sporadiche, anzi spesso reiterate a più campagne risorgimentali, le motivazioni dovevano necessariamente essere ed erano qualcosa di molto più serio, di molto più profondo, frutto di una nuova coscienza sociale e politica insospettabile e, in quanto tale, negata dalla maggior parte degli storici. Quelli stessi che sono più avvezzi all’interpretazione e al copia-incolla che non alla ricerca, tra le polverose ma rivelatrici carte d’archivio, nelle classi rurali e nelle bassa borghesia. La storiografia più accreditata riconosceva sino a ieri quasi esclusivamente nella borghesia medio-alta e nell’aristocrazia le classi sociali partecipi dell’idea risorgimentale: giovani, talora giovanissime vite offerte ad una Patria ancora dai confini incerti, più frutto forse della letteratura romantica e della musica patriottica, che non dei dibattiti politici ispirati al pensiero di un Cattaneo, di un Mazzini, di un Gioberti. La rivoluzione del ’48-49 diede la stura in realtà ad un’epopea che si alimentava del mito di un uomo eccezionale ma che lo alimentava a sua volta con le gesta dell’uomo comune capace di trascinare al suo fianco migliaia di uomini comuni che più o meno scientemente divenivano attori e non solo spettatori della Storia, inconsapevoli, come spesso dichiareranno, di dar vita ad un’epopea, ma semplicemente consci di aver fatto, né più né meno del loro “Dio” Garibaldi, il proprio dovere. A leggere con la lente di ingrandimento l’elenco dei nostri patrioti riportato nel registro manoscritto relativo ai combattenti della provincia di Padova, stilato sulla base delle fonti ufficiali, dalla Società Solferino e S. Martino, gelosa custode della memoria risorgimentale, conservato al pari di

L’OTTOCENTO quelli di tutte le altre province italiane presso il Museo del Risorgimento di Milano 23 , il lettore più attento potrà scoprire numerosi legami parentali, affinità matrimoniali e di lavoro tra gli stessi, intrecci amicali ora casuali ora no: chi avrà la pazienza di farlo potrà scoprire nuovi rivoli di ricerca, utili informazioni, legate talora a vaghi ricordi familiari: volontari che partono perché parte il vicino di casa, l’amico, il cognato, il genero, uomini – in certi casi donne, troppo spesso rimosse dalla memoria storica - che partono per vicinanza di sentimenti politici, contadini che partono ora per convinzione politica ora forse alla ricerca disperata di lavoro o di un miglioramento sociale, ma che comunque mettono a repentaglio la propria vita, la tranquilla quotidianità per un’avventura rischiosissima. Alla stessa maniera il lettore attento, così come lo studioso locale, più attento al microcosmo del proprio paese potranno scoprire insospettati ruoli patriottici in personaggi spesso minori ma importanti nell’ambito locale, amministratori, insegnanti, impiegati, spesso dimenticati e rimossi dalla memoria collettiva e soprattutto da uno Stato ingrato che a stento seppe riconoscere anche una semplice pensione a chi aveva rischiato la vita per fare l’Italia, questa nostra Italia, moderna “spacciatrice di fior di loto”, come l’ha felicemente definita un giornalista in una trasmissione radiofonica sull’Unità d’Italia, che ancor oggi troppo spesso dimentica i suoi “eroi” e le sue sconosciute “eroine”. Per lasciare la parola ai numeri riportati dal registro del Museo del Risorgimento di Milano – sicuramente in difetto, a causa forse anche della frequente rimozione individuale dei trascorsi patriottici e dei patimenti subiti - tra i combattenti per la causa italiana, nell’arco dei ventidue anni che vanno dal 1848 al 1870, ben 334 figurano nel solo Distretto di Este, secondo

23 Museo del Risorgimento di Milano , Società Solferino e S. Martino, Elenco dei patrioti della Provincia di Padova che hanno fatto una o più delle sette campagne dal 1848 al 1870 per l’indipendenza italiana. Villa Estense.

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2. IL RISORGIMENTO A VILLA DI VILLA unicamente a quello, ben più ampio di Padova. Di questi 12 sono i combattenti a Carceri, 12 a Villa di Villa, 10 a , 8 a Sant’Urbano e altrettanti a Sant’Elena, 7 a Piacenza, 6 a , 5 a Vighizzolo, 4 a .

2.1 Combattenti di Villa di Villa

Cogo Sperandio , figlio di Felice, soldato nella legione Euganea nel 1849

Fusato Giovanni , figlio di Pietro, caporale nella legione Brenta Bacchiglione nel 1848-49

Fusato Giuseppe , figlio di Pietro, nato l’1 giugno 1826 a Villa Estense e morto il 10 maggio 1889. Come il fratello Giovanni, si arruola nella Legione Brenta Bacchiglione nel 184824 , raggiungendo il grado di caporale, matricola 423 a Venezia, 166 a Padova 25

Gal(l)ana Luigi , figlio di Gio Batta, soldato nella Legione Euganea nel 1848-49 (potrebbe trattarsi del padre di Giuseppe e di Pietro Apostolo, nati a Villa di Villa rispettivamente il 6 maggio 1847 e il 17 aprile 1850)

Mazzon Angelo , figlio di Antonio, soldato nella Legione Euganea nel 1848-49

Pellegrino Giuseppe , soldato nella Legione Padovana nel 1849

Polato Luigi , soldato nella Legione Padovana nel 1848

24 Museo del Risorgimento di Milano, cit. 25 Archivio di Stato di Padova , Società Veterani 1848-49, Ruolo matricolare veterani di Padova e Venezia. Nel registro non vi è traccia degli altri patrioti villensi, probabilmente perché non iscritti alla Società. Si ringrazia Renzo Sgarabotto per aver cortesemente messo a disposizione le informazioni da lui raccolte.

L’OTTOCENTO

Poletto Giuseppe , figlio di Antonio, sergente nel reggimento di Linea Veneta nel 1848-49

Spigolon Crescenzio, figlio di Giuseppe, sergente nella legione Euganea nel 1848-49

Talpo Pio , figlio di Pietro, soldato nel 3° reggimento Granatieri nel 1870

Viali Amadio , figlio di Antonio, caporale nel corpo Zappatori del Genio nel 1848-49

Zordan Antonio, detto “Bodolo”, villico, figlio di Domenico, probabilmente lo stesso soprannominato “Morin” nei registri di emigrazione del Comune (classe 1819, definito possidente e a sua volta figlio di altro Antonio) 26 , nato il 29 giugno 1845 e abitante secondo il ruolo di popolazione del 1885 in via Grompa di Sotto, soldato nel 7° reggimento di fanteria nel 1870.

Nel citato testo Polesine in Armi – I protagonisti delle battaglie risorgimentali 1848 – 1870 , nella sezione ‘Campagne militari: 1866’ troviamo:

Fiocco Antonio, detto Mosca, di Alessandro di Villa di Villa e di Rosa Feretto, detta Moretto, di Carmignano (PD), nato il 16 marzo 1840 a Granze di Vescovana, domiciliato a

26 A. FERRO, Villa di Villa - Cognomi e soprannomi di una piccola comunità, p.43.

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2. IL RISORGIMENTO A VILLA DI VILLA

Rovigo, scrittore e agente di commercio, sposato con Elisa Trentin. Campagne militari: 1861, 1866 27

Businaro Domenico, detto Ottoboni , nato a Rovigo il 29 marzo 1840, figlio di Angelo di Villa di Villa e di Antonia Chilese – barbiere. Partecipa alla campagna militare del 1866 dopo essere emigrato illegalmente nel novembre 1860.28

A questi – sicuramente in difetto rispetto al numero reale dei volontari e dei regolari che combatterono le guerre risorgimentali - si dovrebbero aggiungere i nomi dei reduci i cui volti sono rimasti impressi in una scolorita fotografia scattata secondo il Ferro 29 agli inizi del ‘900 di fronte a palazzo Valentinelli, allora sede del Municipio, e che il Ferro, pur ammettendo la difficoltà a collegarli a uno o più conflitti specifici (a considerare dall’aspetto fisico probabilmente si tratta delle ultime guerre risorgimentali, della lotta al brigantaggio o più facilmente delle avventure coloniali) identifica in:

27 Di Fiocco Alessandro, padre di Fiocco Antonio, dal “Registro dei nati e battezzati 1768 – 1824” dell’Archivio Parrocchiale di Villa Estense (olim Villa di Villa), si rileva: (30 aprile 1805) Alessandro di Mattio quondam (fu) Gioachino Fiocco e di Lucia quondam Angelo Senno jugati, nato nella notte precedente alle ore 4, è stato battezzato da me Don Pietro Filippi Arciprete; e tenuto al S(acro) F(onte) da Vicenzo quondam Sebastiano Pellachin tutti di questa mia Parrocchia. 28 Di Businaro Angelo, padre di Domenico, dal “Registro dei nati e battezzati 1807 – 1824” dell’Archivio Parrocchiale di Villa Estense si rileva: (15 novembre 1807) Angelo, figlio di Giovanni quondam Angelo Businaro, e di Teresa figlia del quondam Angelo Bazzan sua legittima consorte, nato alle ore 5 circa della passata notte, e fu battezzato da me Don Giuseppe Rigoni Cappellano. Padrino al Sacro Fonte Antonio figlio di Angelo Pagio di questa Parrocchia. 29 Villa Estense nel ‘900. I luoghi e la sua gente. Storia, tradizioni, usi e costumi attraverso la fotografia, a cura di A. Merlin e A. Ferro, Villa Estense 2014, pp.77 e 79.

L’OTTOCENTO

· Giovanni Rosa

· Luigi Rosa

· Luigi (Gigetto) Rossetto

· Augusto Salvan

· Dionisio Salvan

· Vittorio Valente

· Vittorio Zordan.

Infine, ma non meno importante, è da ricordare il garibaldino Carlo Lucrezio Forti che, nato ad Argenta (FE) il 17 giugno 1948, visse a Villa Estense gli ultimi anni della sua vita e qui è sepolto nel cimitero comunale. Testimoni che hanno assistito al suo funerale avvenuto il 23 aprile 1932 ricordano di aver visto il berretto rosso dei garibaldini posto sul feretro. Forti, giovanissimo, fuggì dal collegio di Genova, dove studiava, e si unì, come portaordini o tamburino, agli altri 1.161 volontari che il 5 maggio 1860, armati di vecchi fucili e privi di munizioni, si imbarcarono sulle navi Piemonte e Lombardo alla conquista della gloria. Non sarebbe giusto dimenticare comunque anche i caduti e i combattenti dall’altra parte delle linee, quei fedeli sudditi dell’Impero che non disertano – vuoi per paura, pur legittima, vuoi per convinzione politica – ma combattono nelle file asburgiche e che si trovano spesso di fronte fratelli, parenti, amici. Purtroppo di loro non resta ricordo pubblico, se non forse negli archivi militari, a causa di una memoria parziale che, come in tutte le guerre, è fatta propria dal “vincitore” e rimossa dal perdente, per il quale pur i soldati si erano sacrificati. Solo di un villense si sa per certo il nome: infatti Angelo Vicenzetto, del fu Giuseppe, classe 1836, il 22 luglio 1922 – oramai ottantaseienne - presenta istanza per ottenere il modestissimo 28

2. IL RISORGIMENTO A VILLA DI VILLA assegno vitalizio concesso con la legge 481 del 4 giugno 1911 ai “superstiti delle guerre per l’indipendenza d’Italia”. L’assegno gli verrà negato perché dal suo stato di servizio risultava che aveva si combattuto nel 1866, ma nelle file imperiali quale cannoniere del 9° Reggimento di Artiglieria, matricola 8467, iscritto alla leva già nel novembre 1858. 30

Passata la travolgente epopea risorgimentale e tornata la normalità di una quotidianità miserabile, di lì a poco tanti giovani emigrano anche per evitare la lunghissima leva obbligatoria nell’esercito regio e in misura minore nella regia marina, a ridosso oltretutto della prima sventurata avventura coloniale dell’Italia in Eritrea e Abissinia che vedrà tanti giovani militari – non sappiamo se anche nostri concittadini - sacrificarsi rispettivamente a Dogali (1887) e ad Adua (1896), oltre che nelle battaglie intermedie e nelle lunghe defatiganti marce forzate per raggiungere gli obiettivi. Nulla, allo stato delle ricerche, si conosce sulla partecipazione di nostri concittadini alla spedizione di Libia del 1911, quelle che il governo spacciò per una grande e facile vittoria contro l’impero turco, ma che si rivelò in realtà un clamoroso insuccesso tanto strategico quanto economico, oltre che di lunghissima durata tanto da terminare in effetti solamente con la barbara impiccagione, dinnanzi a 20.000 libici sconvolti, il 16 settembre 1931 del “Leone del deserto”, quell’ Omar Al-Mukhtar che aveva guidata per anni la vittoriosa rivolta anti-italiana. Unica notizia indiretta è quella fornitaci dal Ferro a proposito della probabile contrarietà alla guerra del maestro di convinzioni socialiste Vittorio Abriani ( 1861- Villa Estense 1934). 31

30 Archivio storico del Comune di Villa Estense , serie 13 – Carteggio articolato per categorie, b.2, fasc.11, sottofasc.3. 31 A. FERRO , Vittorio Abriani – il Maestro, "Quaderni del Gruppo Bassa Padovana", n.2. 2013, p.13.

L’ultima guerra risorgimentale: la Grande Guerra

1. Le premesse

Al contrario di quanto avvenuto per i conflitti coloniali, la cui memoria è stata rimossa, la messe di informazioni sulla partecipazione di villensi al primo conflitto mondiale, quello che nelle carte d’archivio è definita la “guerra austro-italiana” e che molti storici – ma anche per la retorica del tempo - si può considerare l’ultima guerra per l’indipendenza dell’Italia dallo straniero, va al di là di ogni aspettativa. Pochissimo indagata sino a ieri tale partecipazione, relegata com’era a cippi e lapidi commemorative a lungo dimenticate e che tornano puntualmente all’attenzione distratta del pubblico – sempre più scarso invero col passare del tempo - solo in occasione delle deposizioni di corone commemorative il 4 novembre o in altre occasioni, pur dedicate al ricordo dei caduti di altri conflitti bellici più vicini, oggi il riordino dell’archivio comunale, riscoperto meno di tre anni fa, consente di rendere un doveroso omaggio alle centinaia – almeno 422 - di cittadini dimenticati, un quarto circa dei quali – 97 immolati a una Patria smemorata e tra i quali riscopriamo oggi tanti nonni, zii, amici lontani nel tempo ma non nei cuori di chi li aveva conosciuti. Tantissimi i fratelli partiti – talvolta con i rispettivi padri - per il fronte in nome di una guerra mal preparata, poco sentita e devastante non solo per le vite perse, per le inabilità provocate da bombe, schegge, proiettili, malattie contratte in trincea o nei campi di prigionia in Germania ma soprattutto nelle terre dell’Impero in Austria, come in Croazia, Ungheria, Boemia, ma anche per la perdita coatta di braccia-lavoro nei campi e nelle poche fabbriche dell’Estense. Solo all’indomani di Caporetto i nostri 31

L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA militari riceveranno ranci migliori, scalda-ranci, coperte e vestiario migliori, licenze e permessi più frequenti, informazione più concreta e puntuale - in un’ottica politica e strategica – quella del nuovo comandante supremo Diaz e della Presidenza del Consiglio Orlando - più intelligente che pone al centro dell’attenzione l’uomo e le sue esigenze. Fino al fatidico ottobre 1917 – sotto l’ottusa guida di Cadorna, pur buon stratega ma pessimo psicologo - fame e disperazione, mancanza di notizie dalle famiglie, mancanza di informazioni quotidiane, cibi pessimi, mancanza di un sostegno morale affidato unicamente ad associazioni e case del soldato, stolta retorica contrapposta al pragmatismo e alla realtà avvilivano e inducevano all’autolesionismo e alla diserzione, con carabinieri e commilitoni costretti a divenire esecutori di fucilazioni sommarie eseguite sul posto o in seguito a “regolari” processi intentati da tribunali di guerra improvvisati nelle retrovie. La relativa lontananza dal fronte della Bassa Padovana e della linea dell’Adige non tranquillizzava certamente i comandi militari, né tantomeno gli amministratori locali e le popolazioni civili, che dovevano, oltre che sovvenire alla carenza di braccia con bambini e vecchi, allestire a partire dal 1915, in collaborazione con i locali ECA, Case del soldato e Segretariati provinciali del soldato, articolazioni periferiche del Commissariato per l’assistenza e la propaganda che verranno affiancati nella primavera del 1918 dagli Uffici P (P sta per Propaganda) e che si avvarranno della diffusione di notizie assicurata dal “Bollettino delle Opere Federate di Assistenza e Propaganda Nazionale”, il cui primo numero sarebbe uscito il 15 novembre 1917. Nascevano inoltre spontanee in tutte le retrovie attivissime leghe delle famiglie dei prigionieri di guerra allo scopo di tenere i rapporti con la CRI che fa perno sulla neutrale Svizzera, e la Segreteria di Stato in Vaticano 32 e

32 Il Segretariato provinciale del soldato di Rovigo nella sua azione dal 1916 al 1918 e la Lega delle famiglie dei prigionieri di guerra, Rovigo 1918, p.13ss.

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1. LE PREMESSE fornire, laddove possibile, informazioni e contatti tra famiglie e prigionieri. Ma anche fornire calze e indumenti caldi da aggiungere al vestiario militare, spesso fornito da grandi industrie che dalla guerra, come al solito, traggono utili straordinari e non sempre trasparenti come nel caso della Marzotto di Valdagno, che arriva a speculare sulla qualità delle lane, riciclate anziché vergini, e quindi a tenuta termica di gran lunga inferiore. Le notizie sui caduti sono fornite ai Segretariati provinciali del soldato dagli attivissimi cappellani militari o direttamente dai Comandi di Reggimento o dai Comandi Depositi comunicate informalmente alle famiglie tramite parroci e sindaci, quindi formalmente dai comandi militari o dal Ministero della Guerra. Sui numerosissimi dispersi le notizie si intensificano, talora senza esito, e passano tramite la Direzione generale della CRI in Svizzera per mezzo di due distinti canali; per la Germania da un lato, per l’Impero dall’altro, o la Segreteria di Stato in Vaticano. Una volta individuati i luoghi di prigionia, famiglie e soldati si mettono in contatto con cartoline postali, in genere doppie, appositamente predisposte dai Segretariati e riportanti da un verso le generalità del prigioniero in italiano e tedesco, con doppio timbro, quello del Comitato per l’assistenza religiosa ai soldati e quello della Lega delle famiglie dei prigionieri. I pacchi predisposti dalle famiglie si accatastano nelle sedi dei Comitati e contengono pane, riso, farina, pasta, lardo, formaggio, cioccolato, sigari e tabacco, unici generi ammessi dalla CRI. 33 A tutto ciò si aggiungono nei pacchi pettorine in carta, pelli per pettorine, sottosuole, ma anche immagini sacre, libri di devozione, crocefissi. 34 Le proteste e i primi scioperi di civili della primavera-estate del ’17, partecipati soprattutto da donne, con la richiesta a gran voce di maggiori sussidi alle famiglie e il ritorno degli uomini

33 Ibidem, p.14. 34 Ibidem, pp.19-20.

L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA dal fronte, porteranno alla luce del sole il malcontento strisciante e i problemi di sopravvivenza di un’economia, specie rurale, al collasso, a causa anche delle frequenti piene primaverili. Ma sarà proprio l’avvicinarsi del fronte con l’arretramento sulla linea del Piave dopo la disfatta legata alle ultime battaglie dell’Isonzo e sino ad arrivare all’ultima, quella di Caporetto, con centinaia di migliaia di profughi disperati e affamati dal Friuli, a indurre alla disperazione e al terrore amministratori e civili, assillati anche dalla necessità di provvedere al vitto dei tanti militari feriti e ricoverati in tutti i paesi delle retrovie in modesti ospedali da campo improvvisati e dei tantissimi prigionieri di guerra austriaci concentrati nei campi di prigionia del Padovano e del Polesine, tra cui il più prossimo a Villa Estense è a Cantonazzo, località alla periferia di Rovigo, sull’Adige, ma il più importante è nel Basso Polesine a Loreo, in grado di ospitare in una grande baraccopoli 500 prigionieri. 35 A tutto ciò si somma la paura per i primi bombardamenti seguiti alla rotta di Caporetto e che costringono ad allestimenti di rifugi antiaerei di fortuna. Ai primi di novembre del 1917 a Lusia, a soli dieci chilometri da Villa Estense, il re decide la sostituzione di Cadorna con Diaz e la difesa a oltranza della linea del Grappa- Piave, ma già si pianifica l’eventuale arretramento previsto dal Cadorna, sulla linea del Brenta-Bacchiglione, quindi su quella dell’Adige e in ultima istanza del Mincio-Po, appoggiata fortemente dai comandi alleati attestati a Verona e preoccupati di un’azione a tenaglia austro-tedesca verso il fronte

35 Ringrazio per le informazioni Pino Rossato, grande conoscitore del tema, che ha censito tutti i campi e gli ospedali da campo e di tappa della provincia di Rovigo.

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1. LE PREMESSE occidentale.36 Il Comando supremo il 12 novembre emana le “direttive per il ripiegamento in sinistra della linea del Mincio- Po”, in caso di rottura della linea del Piave, area che sarebbe stata protetta dalla progettata inondazione in sinistra Adige a partire da Legnago e affidata sul Mincio alla prima armata, sul Po alla quarta e terza, l’”invitta” 37 .

Particolare di mappa con gli allagamenti da effettuarsi in caso di ritirata

Il generale Vaccari annota così sul diario storico della terza armata le direttive che la concernevano con i dettagli del ripiegamento poi meglio specificati da nuove direttive del Comando supremo del 17 novembre 38 : il fronte a ovest sarebbe

36 MINISTERO DELLA DIFESA, STATO MAGGIO DELL’ESERCITO, UFFICIO STORICO, L’esercito italiano nella grande guerra (1915-1918), vol. IV, Le operazioni del 1917, tomo 3, Gli avvenimenti dall’ottobre al dicembre, narrazione, Roma 1967, p.524 ss.. Cfr. M. TCHAPRASSIAN, Preparare l’inondazione. Un piano per proteggere il ripiegamento dell’esercito dopo Caporetto, in “Terra d’Este”, anno 4, 1997, n.7, pp.83-99. 37 MINISTERO cit., vol. 3 bis, documenti, p.433 38 Ibidem, narrazione, p.527.

L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA stato difeso tra le Prealpi vicentine e Berici dall’armata francese, tra i Berici e gli Euganei dalle truppe inglesi. 39 Secondo tali direttive il controllo della linea dell’Adige da Ostiglia a Lusia inclusa, è affidato alla quarta armata italiana, da Lusia al mare alla terza. É, come sottolinea giustamente il Tchaprassian, un ritorno all’antica strategia dell’Austria nel 1866, che vedeva nella strenua difesa dell’asta dell’Adige a partire da Legnago, possente fortezza del quadrilatero, e nella possibilità di rompere gli argini delle numerosissime canalizzazioni locali, una delle migliori strategie difensive 40 . Il dispaccio inviato il 19 novembre dal comandante della terza armata, Emanuele Filiberto di Savoia, a tutti i corpi d’armata dipendenti 41 dettaglia gli interventi da farsi. L’area da difendere è divisa in sette zone e la quarta, in provincia di Padova, va da Castelbaldo – dove il Comando del Genio, installatosi a Badia Polesine, avrebbe rotto l’argine - all’argine della storica Rotta Sabadina, verso Piacenza d’Adige, mantenendo la difesa arginale del Fratta. La quinta zona, da Barbona ad Anguillara, sarebbe stata interessata dalla rottura degli argini all’altezza della citata Rotta Sabadina e di . Tali rotte avrebbero non solo annichilito tante opere idrauliche costruite nel tempo a difesa delle campagne, ma avrebbero anche evidentemente compromesso la sicurezza idraulica dell’intera Bassa, provocando l’alluvione da un lato di tutte le terre e degli abitati di Castelbaldo, Piacenza d’Adige e Sant’Urbano, sino alla località “Tre canne”, dall’altro campagne e abitati di Barbona e Boara Pisani. Teste di ponte sarebbero state costituite da artiglieria e marina – grazie a cannoni imbarcati su chiatte che avrebbero risalito il corso del fiume - lungo il corso

39 MINISTERO cit., vol. 3 bis, documenti, p.439. 40 TCHAPRASSIAN cit., p.90. 41 La circolare conservata nell’archivio del Museo storico “Invitta” III Armata in Padova è in parte riprodotta nel citato articolo di Tchaprassian a p.93 e integralmente trascritta alle pagine seguenti.

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2. INTRODUZIONE ALLA BANCA DATI dell’Adige e alle sue foci per consentire il passaggio in relativa sicurezza delle truppe. Probabilmente quindi Villa Estense con la sua campagna avrebbe evitato la sorte destinata invece alle vicinissime Sant’Urbano, Barbona, Piacenza d’Adige e probabilmente Vescovana, ma avrebbe dovuto farsi carico con tutto l’Estense di migliaia di civili e animali – con relative masserizie – evacuati e che sarebbero andati ad aggiungersi ai già numerosissimi profughi friulani e trevigiani, che già incidevano non poco sull’aumento delle spese del Comune per sussidi e mantenimento degli stessi, oltre che dei militari al fronte, ben documentate dai conti consuntivi del Comune, oggi in gran parte recuperati e che insieme all’archivio dell’ECA testimoniano le difficoltà economiche ed igienico-sanitarie che affliggevano il territorio e i suoi abitanti. Se la ventilata alluvione strategica non avviene sarà merito della strenua difesa della linea Grappa-Piave e del risorto spirito dei militari italiani, tra i quali i tanti villensi impegnati sul fronte e nelle retrovie.

2. Introduzione alla banca dati

Detto del contesto storico in cui si trovano ad affrontare gli anni del sanguinosissimo conflitto civili e militari di Villa Estense e delle campagne circostanti all’indomani dell’entrata in guerra, non resta che analizzare i nominativi, l’estrazione sociale, i mestieri, i collegamenti amicali e parentali degli oltre 400 militari di Villa Estense, numero sicuramente in difetto perché relativo agli individui di cui sono stati rilevati i dati, grazie ad un’accurata analisi delle fonti, conservate in luoghi e condizioni diversi, talora leggermente discrepanti se non addirittura contraddittorie. Tra queste assumono un rilievo particolare ed estremamente attendibile i documenti dell’Archivio storico comunale, avventurosamente recuperati pochi anni fa dall’incuria e dall’abbandono cui l’avevano

L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA condannato trascuratezza e ignoranza. I dati sono stati incrociati con l’Albo d’oro dei caduti della Prima Guerra Mondiale, con i ruoli matricolari, le liste di leva e gli atti di stato civile. Particolarmente fruttuoso ma anche estremamente laborioso è stato confrontare gli elementi che si andavano individuando nell’archivio comunale con quelli del Centro Documentazione dell’Esercito di Padova, dell’Archivio di Stato di Padova, dell’Archivio parrocchiale e dello Stato Civile. Altrettanto laborioso ma di grande interesse è stato poi rintracciare le parentele che salteranno facilmente agli occhi analizzando la sequenza alfabetica dei nominativi e le affinità che si possono individuare analizzando i legami matrimoniali, così come estremamente significativo è stato rintracciare, tra i sopravvissuti, individui che hanno partecipato ad altri conflitti successivi, dalle guerre d’Africa alla Guerra civile spagnola, se non addirittura al secondo conflitto mondiale che saranno oggetto di una prossima avventura editoriale. Delle serie salvatesi dal degrado e che presto saranno collocate finalmente e una volta per tutte in locali idonei, di estremo interesse è quella relativa ai caduti: decine e decine di fascicoli relativi a uomini che hanno sacrificato, talora loro malgrado, tutto per la Patria e cui la memoria rende finalmente un doveroso omaggio pubblicandone in questo volume i nomi e i dati essenziali relativi alla famiglia di appartenenza e ai corpi armati cui erano stati destinati: ufficiali, sottufficiali e semplici soldati di ogni corpo, con netta prevalenza, come immaginabile per gente proveniente dalla campagna basso-padovana, della fanteria (in particolare il 93° reggimento), ma anche alpini, bersaglieri, artiglieri, carabinieri etc., che trovano modo di specializzarsi all’interno del servizio militare in ruoli legati alle comunicazioni, o alla capacità di tiro, o agli esplosivi, alla guida di automezzi etc. Ben 97 i villensi, per nascita o residenza, caduti nella Grande guerra, su tutti i fronti, ma specialmente sul Carso e sull’Isonzo (32, un terzo circa del totale dei caduti), sul Piave

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2. INTRODUZIONE ALLA BANCA DATI

(3), sull’Altopiano di Asiago (2), sul Grappa (1), per mare (1), ora in azioni eroiche, ora in ospedali civili e da campo (34, oltre un terzo), per ferite contratte in combattimento, ora per malattie contratte in prigionia (dove muoiono ben 10 soldati villensi) o sul fronte nella durissima quotidianità delle trincee. Non mancano casi di diserzione, di autolesionismo, di follia da trincea: nessuno di loro tornerà a praticare il tradizionale mestiere di famiglia: oltre la metà di quelli di cui si conosce il mestiere sono contadini o bovai, due sono carrettieri, tre muratori… Dei 97 caduti 42 sono coniugati e tra questi alcuni hanno anche 4-5 figli in tenera età. 43 sono invece i celibi, considerata anche la giovanissima età dei più: ben 14 hanno appena venti anni, 8 trentenni e altrettanti i ventiduenni, 7 i venticinquenni e i ventinovenni, 6 i trentaduenni, cinque rispettivamente i ventitreenni, i ventisettenni, i ventottenni, i trentaquattrenni, i trentaseienni, 4 i ventiquattrenni, in numero minore gli altri. Non mancano i veterani, richiamati alle armi per primi in quanto maggiormente esperti: un quarantunenne, un quarantaduenne, un quarantaquattrenne. Capita che intere famiglie restino devastate dal conflitto. Padri e figli che muoiono su fronti diversi e che lasciano nella disperazione e nella miseria le rispettive mogli, figli, fratelli, genitori, fidanzate che a loro volta perdono i rispettivi padri. L’anno più tragico per i nostri militari sarà il 1918 con 32 morti, seguito dal 1916 con 25 caduti, dal 1917 con 21 e dal 1915 con 12, mentre 7 unità si spegneranno per conseguenza di ferite e malattie nei tre anni successivi alla conclusione del conflitto. Se grande attenzione è stata data nel presente volume ai caduti, non si è voluto tuttavia dimenticare i sopravvissuti il cui numero straordinario è supportato da testimonianze concrete del loro operato sui campi di battaglia e sui corpi di appartenenza, seppur trattati in maniera più sintetica per ovvie esigenze di spazio. Alla lunga sequenza di nominativi che inevitabilmente fanno apparire il volume quasi un “dizionario”,

L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA il lettore troverà frammisti brevi ma significativi flash utili ad approfondire temi di grande interesse che vanno dalla mappatura dei campi di concentramento in cui vengono rinchiusi i nostri militari, disseminati soprattutto in Austria, Croazia e Slovenia, alla questione della follia da trincea e dell’autolesionismo, alle testimonianze di sopravvissuti e delle rispettive famiglie.

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3. Caduti

Repubblica Ceca) per catarro Baretta Ernesto intestinale di Isidoro e Belliero Filomena Maria (Fidalma) Bozza Antonio nato a , 1882, 22 aprile coniugato con Bertazzo Libera Genoveffa figli: Olga (9.5.1908), Rosina (23.4.1914), Adelina Erina attività: contadino residente in Via Mottarelle Corpo di appartenenza: 59° Fanteria di linea, 131° Regg. Fanteria, 6 a Compagnia morto 5.8.1916 a Selz (Ronchi del Carso) in combattimento

di Zefferino (mugnaio) e Rossin Barotti Patrizio Angela di Valentino e Zordan Marianna nato a Sant’Urbano, 1886, 1 settembre nato a Villa Estense, 1875, 16 marzo coniugato con Francescon Maria di coniugato con Nobile Maria di Luigi e Apostolo di Morè Filomena (Ponso 14.10.1877) soldato 2° Regg. Fanteria attività: contadino morto 6.12.1916 sul Carso per ferite residente in Via Finale contratte in combattimento soldato 128° Batt. Milizia Territoriale morto per malattia 14.3.1919 Braggion Luigi Ospedale civile di Este mentre era in licenza illimitata per malattia di Antonio e Cazzoli Orsola nato a Villa Estense, 1880, 15 agosto coniugato 8.3.1905 con Fornasiero Bellucco Giovanni Mansueta Colomba di Massimiliano e Segato Regina figli: Antonio Martino (12.11.1906), nato a S. Barbara di Rio Nero Maria (16.5.1908), Giuseppina (Brasile), 1898, 29 giugno (16.3.1910), Pelgia (10.9.1911), Pierina attività: contadino (28.3.1916) residente in Via Grompa di Sopra attività: contadino soldato 1° Regg. di Fanteria "Sacile" residente in Via Marzare a a morto 27.2.1918 presso il nemico in soldato 409 Centuria 305 Comp. ospedale a Milowitz (Austria, oggi Genio Milizia Territoriale

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L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA morto per tifo 10.12.1916 (secondo nato a Villa Estense, 1892, 17 ottobre elenco caduti stilato dal Comune residente in Via Grompa di Sotto morto per malattia a Villa Estense soldato 93° Regg. Fanteria 17.12.1917) morto 11.3.1917 in Ospedaletto da campo 129 (Castelfranco Veneto) per ferite contratte in combattimento sul Braggion Arciso Carso di Silvestro e Sartore Genoveffa, villici nato a Villa Estense, 1895, 10 Brugin Michele Arciso dicembre attività: contadino di Antonio (19.7.1856) di Cherubino e residente in Via Pilastro di Giavarotto Eugenia (15.5.1862) soldato 9° Regg. Fanteria di linea nato a Villa Estense, 1898, 8 febbraio morto 4.11.1915 ore 13.30 Ospedale da attività: carrettiere campo n.73 per ferite multiple soldato 126° Regg. Fanteria riportate in combattimento dopo il morto 4.4.1918 in Ospedale da campo ricovero avvenuto il 25 ottobre 1915. n. 213 (Vicenza) per ferite Sepolto al Cimitero di S. Maria della Versa (PV) Brustolin Luigi

di Isidoro (7.5.1869) carrettiere, figlio Braggion Luigi di Francesco, e di Temporin Regina di Giovanni e Bottaro Giuditta (9.5.1868) nato a Villa Estense, 1886, 20 gennaio nato a Este, 1895, 15 ottobre residente in Via Marzare 21 coniugato con Prizzi Margherita caporale 82° Regg. Fanteria (Ferrara 22.2.1897) il 6.9.1914 a morto 27.10.1918 per bronco-alveolite Sant’Urbano in Ospedale Regina Margherita di figlio: Armando Torino attività: bovaio residente in Via Finale soldato 43° Regg. Fanteria, 7 a Braggion Rinaldino Compagnia morto in combattimento 1.8.1915 a Plava (Slovenia, frazione di Canale d'Isonzo) quota 383

Busato Luigi

di Giuseppe e Forcato Maria nato a Sarego (VI), 1882, 21 giugno coniugato con Pellizzari Giuseppina figli: Giuseppe (10.8.1905) fabbro, Gottardo (9.11.1906 fabbro), Onofrio (11.3.1908 fabbro) attività: agricoltore/calzolaio di Sante e Gasparini Elisabetta 42

3. CADUTI residente in via Finale, 66, poi in Via Buson Giovanni Battista Arzaron di Giuseppe e Brunello Maria Luigia, soldato 35° Regg. Fanteria villici morto 13.5.1917 per TBC polmonare nato ad Arquà Petrarca 1886, 22 in famiglia durante convalescenza ottobre coniugato con Cardin Amelia Businaro Giulio Caterina il 24.7.1911 figli: Antonio (1913 ca.), Adelmo di Federico, carrettiere, e di Businaro (Arquà Petrarca 1915 ca.), Maria Petronilla residente in Via Grompa di Sopra, 13 nato a Vighizzolo, 1888, 21 luglio soldato 2° Regg. Fanteria coniugato con Ferro Assunta Teresa a morto 23.6.1916 ore 9.30 in Val Villa Estense il 14.1.1912 Kamenca (Slovenia, nei pressi di figli: Vincenzo (17.9.1912), Teresa Tolmino) in reparto someggiato Sez. (24.4.1914), Federico (4.7.1915), sanità 207 per ferita Romana (27.8.1917) attività: contadino soldato 70° Regg. Fanteria Callegaro Ferdinando morto a Montevarchi (Arezzo) in di Sante e Sinigaglia Libera Ospedale militare di Castello nato a Villa Estense, 1898, 23 maggio 19.10.1917 per le ferite riportate in residente in Via Fornasette colluttazione per difendere un soldato matr.14568, 11° Regg. sergente Bersaglieri dato per disperso in combattimento Businaro Maurizio 19.8.1917 a quota 97 (collina Boccavizza - Martinjak frazione S. di Enrico, possidente, e di Rosa Emma Pietro in Slovenia), morto 31 (o nato a Vighizzolo, 1893, 28 dicembre 30).8.1920 in ospedale di Padova per caporale 85 a Batteria Bombardieri, 22° malattia Gruppo, 6° Raggruppamento (matr.48025) morto in guerra il 4.10.1916 sul Carso Carrara Riccardo per ferite riportate in combattimento di Ferdinando, sarto (1855 ca.) e di Braggion Giuseppa, casalinga Businaro Romano nato a Villa Estense, 1890, 8 giugno coniugato il 24.07.1914 con Pavan di Federico, carrettiere, e di Businaro Costanza Amabile (4.4.1891) di Attilio Petronilla e Rinaldo Emma nato a Vighizzolo, 1894, 19 agosto figlia: Celsa (4.10.1914) soldato 55° Regg. Fanteria attività: sarto morto 23.6.1916 in ospedale militare residente in Via Ancarani di Udine per malattia (in Albo d’Oro soldato 35° Regg. Fanteria, poi la morte è indicata 10.1.1916) passato al 119° Fanteria, 11 a Comp. Complemento

L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA disperso in combattimento a Vodice nato a Villa Estense, 1895, 23 gennaio (Gorizia) sulla riva dell’Isonzo a soldato 38° Regg. Fanteria quota 126 il 17 (o 18).5.1917 "Alessandria" morto 20.7.1915 in Ospedale militare di Tortona (Alessandria) Carturan Giuseppe di Angelo, contadino, e di Zotto Castellin Giulio Teresa nato a , 1881, 2 ottobre di Angelo (22.5.1858) e Berto soldato 12° (18° secondo l’elenco del Giovanna (28.1.1865) Comune) Regg. Bersaglieri nato a Villa Estense, 1889, 7 novembre disperso il 17.11.1917 nel fatto d'armi soldato 254° Regg. Fanteria 6 a del Mulino della Sega sul Piave dopo Compagnia esser stato ferito morto 20.10.1918 in Ospedale Schutzenhaus a Beuthen (Slesia- Prussia, oggi in Polonia, a nord ovest Casaro Ido di Cracovia) di Luigi, di Vincenzo, e di Dall'Angelo Santa Lucia Checchetto Cirillo Giovanni nato a Villa Estense, 1887, 4 settembre Battista coniugato con Bissaro Irene figli: Onorina (26.8.1913), Adele di Isidoro (oste) e Simonato Adelaide (25.1.1915) nato a Este, 1899, 12 settembre attività: contadino attività: contadino soldato 93° Regg. Fanteria soldato 36° Regg. Fanteria Comp. morto 25.11.1915 a S. Lucia di Isonzo S.M. (presso Tolmino) per ferite di guerra morto 13.11.1918 in ospedale Croce Rossa Italiana di Crema per malattia Casaro Paris Chinaglia Giobatta di Luigi, di Vincenzo, e di Dall'Angelo Santa Lucia di Giovanni Battista e Mattiolo nato a Villa Estense, 1890, 21 giugno Domenica coniugato con Scarparo Beatrice nato a Sant’Urbano, 1888, 6 maggio (16.10.1890) coniugato con Gabban Adele figli: Enrico (16.5.1915), Ida (2.12.1918) soldato 82° Regg. Fanteria residente in Via Pilastro morto 25.11.1918 a Voghera per soldato 20° Regg.Fanteria malattia morto 23.6.1918 ore 2.15 in Ospedaletto da campo n.45 per schegge di granata alla testa Cuccolo Carisio di Antonio, di Tranquillo, e di Gaffeo Castellin Antonio Virgilio Clorinda nato a Villa Estense, 1893, 23 marzo di Angelo (22.5.1858) mugnaio e di caporal maggiore 43° Regg. Fanteria Berto Giovanna (28.1.1865) casalinga

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3. CADUTI morto 18.8.1917 sul Monte Santo per attività: muratore ferite riportate in combattimento residente in Via Fontana 44 soldato 5° Regg. Artigl. Fortezza morto 22.7.1918 (1917 per elenco del Cusin Vittorio Comune) in Ospedale da campo n.10 di Luigi e Muraro Santa per malattia dipendente da servizio nato a Villa Estense, 1894, 1 aprile soldato Ferro Attilio Demetrio morto 22.4.1918 a Villa Estense per malattia contratta in guerra di Felice Isidoro e Barbetta Eugenia nato ad Abano, 1886, 24 settembre caporale 6° Regg. Bersaglieri (soldato Dal Barco Egidio 13° Regg. Bersaglieri per Albo d'oro) di Francesco Giuseppe, di Paolo morto 31.7.1915 a S. Pietro d'Isonzo (14.7.1864) e Maltrotto Luigia per malattia (14.11.1864) nato ad Asigliano (Nogarole - VI), Fornasiero Augusto 1890, 28 febbraio attività: bovaio di Luigi e Manzato Giuditta soldato 93° Regg. Fanteria nato a Villa Estense, 1885, 19 ottobre morto in Ospedale militare di coniugato con Trevisan Maria di Cividale 17.2. (gennaio per albo d'oro) Francesco (n. 21.7.1892) 1916 per causa di guerra figli: Madilia (Villa Estense 9.11.1913), Erminia (Villa Estense 23.7.1915) attività: muratore Dall'Angelo Pietro Antonio residente in Via Mottarelle di Silvestro (28.8.1864) villico, di sergente 32° Regg. Fanteria Alessio, e di Stefanin Eufemia Felicita (matr.22382) nato a Villa Estense, 1893, 26 giugno morto 28.10.1915 a Carso di coniugato con Marangotto Ginevra Castelnuovo in combattimento nella Giacinta (1896) di Pietro e Biazzale III battaglia dell'Isonzo "il 28 ottobre, Maria di Vescovana mentre primo del suo plotone che figlio: Luigi Baldini (Ugo in altro andava all'assalto contro truppe documento) n.20.10.1917 nemiche cadeva gloriosamente attività: contadino ucciso" (albo d'oro) residente in Via Ancarani, 16 la vedova si risposa con il cognato soldato 18° Fanteria Evaristo, fratello del marito morto 6.3.1918 a Villa Estense per meningite tubercolare contratta in Galantin Santo Augusto guerra di Rocco Angelo “boatiere” (sic) e Miatton Amabile Teresa Ferrarese Angelo Sante nato a Sant’Elena, 1892, 24 maggio di Giovanni Battista fabbro, di Pietro soldato 9° Regg. Bersaglieri (17.9.1846), e di Braggio Filomena nato a Villa Estense, 1893, 3 luglio

L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA morto 13.9.1915 sull’Isonzo a Conca Granella Giovanni di Plezzo per ferite contratte in di Luigi e Vita Maria combattimento nato a , 1899, 29 aprile soldato 244° Regg. Fanteria Garzon Giovanni Luigi morto 6.7.1918 (19.8.1918 per elenco del Comune) in Ospedaletto da di Antonio, mugnaio di anni 32, e di campo n.240 (Mestre) per malattia Lollo Giuseppa casalinga nato a Villa Estense, 1885, 10 giugno soldato 83° Regg. Fanteria Gusella Ferdinando morto 13.9.1917 sull’altopiano della di Antonio (Piacenza d'Adige Bainsizza (oggi comune di Nova 11.11.1847), di Francesco e Lucia Goriça in Slovenia) per ferite riportate Valentin, e di Turra Orsola (Villa in combattimento Estense 1.5.1857) di Antonio e Giuditta Montecchio Giacobbe Filippo nato a 1892, 1 maggio di Girolamo Giovanni e Capello coniugato a Monselice il 12.10.1915 Antonia con Gasparello Luigia Carolina nato a Este, 1880, 21 maggio (Monselice 15.9.1894) di Pietro e Rosa coniugato con Martinello Concetta (n. Fasolo 16.10.1882) figli: Primo Sante (Villa Estense soldato 219° Regg. Fanteria 11.12.1915), Secondo (Villa Estense morto 12.11.1917 a Lubiana in 10.4.1918) Ospedale per malattia durante la residente in via Mottarelle 11 prigionia soldato 213° Fanteria 10 a Comp. morto 6.5.1918 per edema polmonare Girardello Quirino in prigionia (dov’era dal 20.10.1917) nel campo n.3 (7° Batt. Italiano) a di Angelo e Zancanella Luigia Milowitz bei Lissa (Milowice-Boemia, nato a Este, 1898, 5 settembre rep. Ceca oggi) e lì sepolto in residente in Via Mottarelle 57 cimitero, tomba 146/6 caporale 2° Fanteria 5° Reparto d'assalto morto 23.6.1918 in Ospedaletto da Giorgio campo n.240 (Mestre) per ferite di Angelo e Tarfoglio Emma nato a Sarajevo, 1899, 23 dicembre Girardi Aldo Giovanni soldato 264° Regg. Fanteria morto 10.12.1918 (o 1.6.1918) in di Giobatta e Beraldo Giuseppina Ospedale da campo di S. Apollinare nato a Este, 1892, 10 marzo con Selva (S. Martino di Venezze per soldato 43° Regg. Fanteria elenco caduti del Comune) per morto 14.9.1915 sul Monte Kuk malattia (medio Isonzo) per ferite

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3. CADUTI

Lissandrello Germano Piano. Ne morirono 1.926: fu la più grave catastrofe navale della prima di Angelo e Romito Carolina guerra mondiale, provocata dal nato a Carceri, 1888, 3 maggio sommergibile austro-ungarico U5. coniugato con Ciliesa Palmira di Luigi di Villa Estense il 29.12.1912 figlio: Ettore Marchioro Ettore attività: bracciante di Bernardo (Villa Estense 11.9.1862), soldato 254° Regg. Fanteria 10 a Comp. di Sante, e di Gallana Amabile matr.n.29031 nato a Villa Estense, 1887, 14 agosto morto 11.6.1917 in Ospedale da coniugato con Caliari Adele campo n.76 (Campi Mezzavia) per (Sant’Urbano 6.8.1888) di Antonio e ferite alla regione cranica riportate in Bertoncin Prudenza combattimento lo stesso giorno. figli: Teresina (28.3.1910), Esterina Sepolto nel cimitero di Asiago al n.1. Teresina (23.8.1912-m.20.2.1919 per meningite), Rosolina (30.9.1914) e Magon Luigi Giuseppe (29.1.1916-m. 15.11.1922), attività: contadino di Antonio (7.11.1861), di Gaetano e residente in Via Arzarin Marianna Martin, e di Berto Gioconda soldato 5 a Comp. Sussistenza squadra (Pra' d’Este 1.10.1862) di Giobatta e incetta bovini VR matr. 28376, adibito Lorenza Pozzetto a confezionamento pane nato a Villa Estense, 1892, 28 febbraio morto 17.12.1918 per TBC a Villa residente in Via Borella, 4 Estense dopo lunga convalescenza in soldato 116° Regg. Fanteria Ospedale a Verona morto in Ospedaletto da campo 158 il 23.8.1916 per ferite riportate in combattimento Marchioro Rodolfo di Bernardo n. Villa Estense 11.9.1862, Marchini Fortunato di Sante, e di Gallana Amabile nato a Villa Estense, 1893, 27 luglio di Angelo bovaio (Piacenza d'Adige residente in Via Arzarin 12.5.1861), di Camillo, e di Trivellato caporale 13° Regg. Fanteria di linea 4 a Giuditta (S.Urbano 1.5.1865) di Comp. Lorenzo morto 11.4.1916 per frattura di una nato a Sant’Urbano, 1894, 4 giugno gamba in combattimento in ospedale residente in Via Arzaron 9 da campo n.45 del 7° Corpo d'Armata soldato 55° Regg. Fanteria matr. 4340 a S. Valentino (TN). Sepolto a S. disperso in seguito all’affondamento Valentino del piroscafo Principe Umberto, silurato l’8 giugno 1916 di ritorno dal corpo di spedizione in Albania con un Marsilio Giovanni Carlo carico di 2.821 uomini, tra cui 2.445 di Antonio Achille, di Giobatta, e di militari di truppa, 58 ufficiali e 75 Francescon Luigia (Vescovana sottufficiali del 55° Fanteria, 11.3.1866) di Luigi e Vanzan Orsola comandato dal colonnello Ernesto nato a Villa Estense, 1889, 15 luglio

L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA coniugato con Brogin Adele (30.3.1891 Regina (Sant’Elena 16.4.1857) di a Villa Estense) di Antonio e Domenico e Braggion Modesta Favarotto Eugenia nato a Villa Estense, 1892, 25 marzo figlia: Cesarina Nerina (16.10.1918) coniugato con Berto Giuseppina attività: contadino (Granze di Vescovana 15.9.1891) di residente in Via Finale 25 Luigi e Segantin Alessandrina soldato 162° (142° per elenco caduti figlio: Angelo (10.7.1913) del Comune) Regg. Fanteria 2° attività: contadino carrettiere Battagl. residente in Via Fornasette morto 9.12.1918 per malattia a Villa fatto rivedibile 2 volte e ascritto alla Estense in seguito a ferite riportate al classe 1894 braccio sinistro e per deperimento soldato 73° regg. Fanteria, richiamato organico 4.11.1914, 6° Corpo d’Armata ‘Bologna’ 60° Regg.to Fanteria matr. 48041, condannato a 20 anni di Martinelli Elio Costante reclusione per codardia e rinchiuso di Fortunato e Rinaldo Elisabetta nel reclusorio militare di Gaeta nato a Villa Estense, 1895, 25 morto nel Reclusorio militare di Gaeta novembre 23.3.1918 per broncoalveolite residente in Via Ancarani, 19 soldato 38° Regg. Fanteria Minella Napoleone morto 20.6.1916 sul Monte Pasubio per ferite riportate in combattimento. di Sante e Galana Amalia Medaglia d’argento al valor militare nato a Este, 1889, 17 aprile coniugato il 17.3.1912 a Villa Estense con Argenton Rosa di Alessandro Mazzetto Sante (Ospedaletto Euganeo 22.1.1890) di Desiderio e Burato Luigia figli: Teresina (6.6.1913), Marcella nato ad AnguillaraVeneta, 1883, 19 (19.9.1914), Sante (6.2.1916) agosto residente in Via Arzaron coniugato con Stino Clorinda (n. 1887 caporal maggiore 154° Regg. Fanteria a Villa Estense) morto 4.6.1916 a Thiene per ferite figli: Maria (10.2.1912), Giuseppe riportate in combattimento (20.10.1913), Angelo (16.5.1915) attività: contadino Negrello Francesco residente in Via Valle soldato 14° Regg. Bersaglieri di Sante e Ramazzotto Maria morto nella sez. Sanità n.22 il 15 (19 nato a Sant'Urbano, 1889, 21 agosto per albo d'oro) novembre 1915 per coniugato con Visentin Giovanna ferite riportate in combattimento (Vescovana 2.11.1897) soldato 117° Regg.Fanteria morto 20.2.1918 in prigionia per Merlin Giuseppe malattia di Massimiliano (Roncaiette 29.8.1853 carrettiere), di Angelo, e di Rimondo

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3. CADUTI

Negrello Pietro morto 23.10.1915 per ferita riportata in combattimento sul Monte S. di Luigi e Mazzon Martina Michele nato a Villa Estense, 1894, 11 aprile soldato 219° Regg. Fanteria (per elenco caduti del Comune 64° Regg.) Penon Vittorio disperso 23.9.1916 sul monte Cimone di Pasquale e Bellato Maria (Tonezza - VI) nato a Villa Estense, 1892, 22 settembre Pacchiega Pasquale coniugato con Attilia Businaro figlia: Maria (Sant’Urbano 13.2.1917) di Angelo e Quartesan Maria residente in Via Mottarelle, 18 nato a Villa Estense, 1883, 12 caporale 33° Regg. Fanteria dicembre morto 14.11 (12).1918 in campo di coniugato con Martelli Maria prigionia per malattia (per elenco (27.8.1889) comune morto in Slavonia a figli: Augusto (1909), Luigi Giovanni Vicovitica 14.11.1917) (1911), Alfonso (1914) attività: calzolaio soldato 44° Regg. Fanteria Pieressa Clemente Vittorio morto 25.5.1917 sul Monte Santo per di Pietro e Cucco Giuseppa ferire riportate in combattimento nato a Este, 1896, 6 aprile residente in Via Grompa di Sopra 5 Pavan Ottavio caporale 17° Regg. Bersaglieri morto 2.7.1918 sul Piave per ferite di Angelo e Rossi Margherita riportate in combattimento nato a Este, 1883, 22 ottobre coniugato con Fornasiero Giulia di Giuseppe (Este 12.11.1887) Pieressa Federico figlio: Elio (8.6.1914) di Beniamino e Modena Antonia residente in Via Bertuolo nato a Villa Estense, 1884, 4 aprile soldato 13° (124° nell'Albo d'oro) coniugato con Baratella Giuseppa di Regg. Fanteria Luigi morto 15.11.1915 sul Carso per ferite figli: Maria (4.5.1913), Rosina contratte in combattimento (20.2.1915), Augusto (9.8.1917) la vedova si risposa con il cognato attività: contadino Gaetano Pavan residente in Via Ancarani, 6 soldato 245° Regg. Fanteria 10 a Pavera Antonio Compagnia morto 13.2.1918 in prigionia a Tognon di Luigi e De Poli Santa (Germania) il 13.2.1918 per debolezza nato a , 1885, 28 febbraio cardiaca coniugato a Vescovana il 14.11.1909 con la ventiduenne Rizzi Filomena, nata a Vescovana figlio: Guglielmo (1914)

L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA

Polato Sante Ravarotto Rino Marcellino di Giovanni Battista e Maggio di Pasquale di Ferdinando e Destro Costanza Costantina Nato a Bagnoli, 1894, 21 novembre nato a Vo', 1900, 7 luglio coniugato con Tagliacollo Angela soldato 25° Regg. Fanteria deposito figlia: Santa 27.11.1914 fanteria Bologna Soldato 8° Regg. Alpini morto 30.12.1918 per malattia in morto 4.11.1916 sul campo per ferite ospedale militare di Bologna riportate in combattimento Rizzo Costantino Preveato Angelo di Angelo e Masiero Maria Teresa di di Andrea Giuseppe (19.3.1871) di Pancrazio Domenico e Legnaro Maria e di nato a S. Paolo del Brasile, 1896, 15 Spigolon Angelica (23.3.1867) di settembre Eugenio (21.7.1839) soldato 155° Regg. Fanteria nato a Villa Estense, 1896, 22 aprile morto 5.8.1916 sul Carso residente in Via Finale, 11 (Monfalcone) per ferite riportate in soldato 155° Regg. Fanteria 2 a combattimento Compagnia (37° Regg. Fanteria in elenco madri) matr. 8205 Rizzo Emilio morto 5.8.1916 (a Selz) sul Carso per ferite in combattimento di Angelo e Masiero Maria Teresa di Pancrazio nato a Villa Estense, 1881, 18 aprile Quaglia Francesco coniugato con Rosin Pierina di Angelo e Segato Emilia figli: Noemi (10.7.1906) Dante nato a Villa Estense, 1891, 18 (1.12.1908), Ivo (2.4.1911) (ha una novembre paralisi infantile al braccio destro, sergente maggiore 160° (78° per albo Andrea (30.11.1912), Dino (1.3.1914) d'oro) Regg. Fanteria [Vedi deceduti IIa guerra; Bersagliere disperso 6.7.1916 sul Monte Zevio in morto 26.11.1941 a 27 anni in loc. Jidi combattimento Rosef (Libia) a seguito di ferita alla spalla sinistra. Medaglia d'argento al Valor Militare "Puntatore squadra Raimondi Arsenio mortai, durante una sanguinosa di Luigi e Elisa Bertuolo battaglia all'arma bianca difendeva il Nato a Sant’Urbano, 1898, 9 giugno proprio mortaio. Gravemente ferito Soldato 6° Genio Ferrovieri cadeva senza vita dopo aver morto 28.4.1920 in Ospedale di ricacciato gli assalitori".] Padova per malattia soldato 38° Regg. Fanteria disperso 25.5.1917 in combattimento sul Monte San Marco

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3. CADUTI

Rosa Giovanni Scavazza Giuseppe di Luigi e Pieressa Giuliana di Giovanni e Angela Marsotto nato a Villa Estense, 1897, 3 agosto nato a Ponso, 1887, 31 luglio Soldato 9° Regg. Artiglieria da coniugato con Marangotto Giuseppa campagna (Este 3.6.1886) di Stefano e Rizzo morto 7.8.1919 per malattia in Teresa ospedale S. M. di Torino (all'Ospedale figli: Antonio (Ospedaletto 24.9.1912), di Tappa di Vicenza per elenco Rino (Ponso 22.6.1914) suppletivo) residente in Via Centro 38 soldato 70° Regg. Fanteria morto 29.9.1917 ad Arezzo in Rosin Giobatta ospedale per febbre intestinale di Giuseppe e Bizzo Antonia nato a Villa Estense, 1881, 13 maggio Scucciari Sante coniugato con Asquitti Natalina figli: Elena (7.5.1907), Antonia di Carlo (7.8.1863) di Angelo e di (17.10.1909), Silvio (16.5.1911), Tiberto Filomena (2.1.1865) Doralice (2.5.1913), Teresa (16.2.1916), nato a Ponso, 1892, 15 agosto Arturo (3.4.1918) Arruolato nel 24° Regg. Fanteria, nel attività: bottaio/contadino 1915 soldato 34°Regg. Fanteria 14 a, 16 a soldato 57° (35° per elenco comune) e 17a Compagnia presidiaria matr. n. Regg. Fanteria 44340 morto 14.5.1918 per malattia in morto 29.1.1917 in ospedale di Este prigionia a Braunau Am Inn (Austria) per pleurite (29.11.1916 per elenco sepolto a Braunau Am Inn - cimitero Comune e 29.1.1916 per elenco militare internazionale suppletivo)

Scaffi Oreste Segato Orazio di N.N. e N.N. di Elia (8.2.1864) di Gaetano e nato a Argenta (Ferrara), 1884, 27 Temporin Filomena e di Vicenzetto agosto Assunta (11.9.1865) di Basilio e Cattan coniugato con Ongaro Amalia (n. a Luigia S.Germano dei Berici 14.12.1884) nato a Villa Estense, 1888, 4 ottobre sposata il 14.4.1907 caporal maggiore 58° Fanteria, figli: Elena (6.12.1907), Gino 1° Reparto Zappatori (29.7.1912), Silvio Romano (14.1.1915), morto 19.8.1916 in Ospedale di Attilio (8.9.1917) Chioggia per ferite nel combattimento residente in Via Grompa 28 del 6.8.1916; cancrena gassosa per soldato 80° Fanteria batt. Aviazione a ferita d'arma da fuoco alla coscia Torino, poi a Gallarate destra con frattura femore morto 8.10.1918 in ospedale V. inserito in albo d'oro a stampa del 58° Emanuele III a Torino Fanteria la vedova si risposa con Fortunato Ferro vedovo di Palma Ernesta

L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA

Slanzi Rodolfo Stecca Narciso di Mansueto (15.7.1865 a Vighizzolo) di Vincenzo bovaio (11.8.1865 a di Girolamo e Pastorello Luigia e di Sant’Urbano) di Giovanni e Finco Bovo Virginia (S.Margherita d'Adige Luigia e di Rossi Giustina (Vescovana 7.4.1869) di Fidenzio e Valandro Anna 12.5.1850) di Antonio e Bonaldo nato a Casabranca (S.Paolo del Giovanna Brasile), 1898, 12 settembre nato a Vescovana, 1892, 27 maggio residente in Via Marzare 9 residente in Via Grompa soldato 6° Regg. Fanteria soldato 204 ° Regg. Fanteria, 2° morto 25.6.1918 a Bosco Montello (sul batteria salmerie matr. 4885 Piave) per ferite contratte in morto 30.10.1918 in infermeria combattimento presidiaria di Tirana, per malattia

Spigolon Carlo Antonio Stellin Augusto di Geremia (27.4.1842) e Viale Angela di Angelo (Villa Estense 22.9.1857) di (25.10.1845) Antonio e Vettorello Maddalena e di nato a Sant’Urbano, 1881, 2 agosto Canevarolo Maria (Baone 10.9.1856) coniugato con Raimondo Colomba fu di Sante e Guariento Regina Mosè (26.7.1881) nato a Villa Estense, 1890, 15 giugno figli: Ettore (21.2.1904), Erina coniugato con Scapin Augusta (21.8.1911), Inelde (6.5.1914), (Assunta) n.24.11.1897 di Sante e Antonietta (26.6.1918) Gennaro Maria via Fornasette figlio: Olivo 11.2.1911 (1916) soldato 88°, poi 97° Regg. Fanteria 6 a residente in Via Mottarelle, 25 Compagnia sergente 79° Regg. Fanteria matr. disperso 24 ottobre 1917 sul Monte 37308 Nero (Montello per elenco comune) in morto 17.1.1918 presso nemico in combattimento durante la ritirata ospedale di Rigo di Stendal (Germania) per flemmone al lato sinistro. Sepolto a Berlino - Spigolon Giuseppe "Stahndorf" cim. mil. italiano d'onore di Luigi (23.5.1865) di Vincenzo e Lazzarin Lucia e di Vicenzetto Stellin Giovanni Elisabetta (1.2.1868) di Tomaso e Milanin Maria di Angelo (Villa Estense 22.9.1857) di nato Villa Estense, 1897, 13 maggio Antonio e Vettorello Maddalena e di residente in Via Fornasette Canevarolo Maria (Baone 10.9.1856) carabiniere Legione territ. di Verona di Sante e Guariento Regina morto 9.12.1918 in ospedale da campo nato a Villa Estense, 1884, 27 luglio n.214 per enfisema destro e soldato 118° Regg. Fanteria matr. broncopolmonite 19687 arruolato nell’11° Fanteria morto 1.5.1916 a S.Elena caduto dal treno

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3. CADUTI

Stevanin Giovanni nato a Villa Estense, 1898, 10 aprile attività: bovaio di Angelo (30.4.1838 a Megliadino residente in Via Grompa, 25 S.F.) di Giacomo e Turato Rosa e di Soldato 8° Regg. Alpini Rosa Santa (Este, 17.5.1851) di morto 7.8.1918 a Villa Estense a casa Giobatta e Cogo Domenica per malattia (meningite?) nato a Villa Estense, 1884, 5 dicembre coniugato con Businaro Elvira (Vighiozzolo 12.10.1886) di Luigi e Tasso Giobatta Brogin Giacoma di Domenico e Piva Giovanna Maria figli: Silvia (1909), Riccardo Angelo nato a , 1890, 13 (1910), Adelina (1916) maggio attività: contadino coniugato con Sturaro Erminia soldato 8° Regg.Bersaglieri figlia: Maria (1911) morto 10.11.1916 in ospedaletto da soldato 93° Regg. Fanteria 19 a campo n.40 per polmonite sinistra Compagnia disperso in combattimento 23.11.1915 Stino Benvenuto (7 dicembre nel settore di Tolmino in combattimento secondo albo d'oro) di Tiburzio e Ronco Teresa (Villa Estense 12.5.1848) di Antonio e di Mazzetto Sabina Tiberto Angelo nato a Villa Estense, 1890, 8 luglio di Giuseppe (5.10.1861) di Angelo e soldato 94° Regg. Fanteria Biliotto Prescilla (6.4.1860) di Gaetano morto 10.2.1918 in ospedale da campo nato a Villa Estense, 1893, 1 giugno Zwickau (Germania - Sassonia) coniugato con Gallana Maria presso il nemico per malattia a figlia: Teresa (Villa Estense 4.6.1921) seguito di rottura del femore. Sepolto attività: contadino Berlino - "stahndorf" cim. mil. italiano residente in Via Fornasette d'onore Soldato 5° Regg. Artigl. Fortezza morto 23.6.1922 per malattia a Villa Sturam Pietro Estense per broncoalveolite bilaterale e coscite sinistra di natura tubercolare di Antonio e Sabot Caterina (Pavia di per causa di guerra durante Udine 1892) di Giacomo e Bosco Rosa campagna a Col di Lana e Vallarsa nato a Udine (Cussignacco), 1891, 8 dicembre soldato 8° Regg. Alpini Torresan Angelo morto 24.10.1915 sul Monte Nero per di Giuseppe e Cassanedo Imelda ferite riportate in combattimento nato a Borso di Treviso, 1887, 22 aprile Sturaro Guerrino Alessandro coniugato con Trevisan Rosalia di Francesco (n. Este 18.11.1887) di Luigi (4.4.1859) bovajo di Angelo e figli: Antonio, Giuseppe, Francesco, Baldoin Fortunata (Pra' d'Este Giuseppina minori al 1922 25.11.1865) di Antonio soldato 116° Regg. Fanteria

L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA morto 21.8.1917 per ferita al capo da Travaglia Pietro pallottola per fatto di guerra di Giovanni e Cestari Filomena la vedova si risposa col cognato (Vescovana 14.11.1859) Torresan Innocente nato a Borso (TV) nato a Villa Estense, 1897, 5 maggio soldato 128° Regg. Fanteria Torta Domenico morto 19.8.1917 sul campo per ferite

Venturin Angelo

di Stefano di Antonio Villa Estense 3.8.1863 e Fosca Braggion Villa Estense 24.2.1869 nato a Villa Estense, 1896, 31 agosto attività: contadino residente in Via Mottarelle, 22 soldato 229° Regg. Fanteria morto 13.8.1916 a quota 343 (medio Isonzo) per ferite

Foto di ingnoto attribuita a Torta Domenico Vicenzetto Alessandro di Leonardo n. 1868 di Domenico e di Agostino e Braggion Angela Pavan Francesca e di Soldà Italia nato a Villa Estense, 1876, 30 luglio (Monselice 17.11.1866) di Mansueto e coniugato con Legnaro Filomena Penon Felicita Emma di Onorio n. Villa Estense attività: pizzicagnola 3.8.1978 nato a Villa Estense, 1897, figli: Erminia n. Vescovana 1903, 26 dicembre Silvia n. Vescovana 1905, Bianca n. attività: studente in Veterinaria Vescovana 1909, Alberto n. residente in Via Piazza 3 Vescovana 1911, Domenico e sottotenente Artiglieria da Campagna Alessandro n. Piacenza 1917 5° Regg. caporal Maggiore 20° Regg. morto 21.10.1917 sul Carso per ferite Artiglieria da campagna in combattimento morto 2.5.1917 in ospedale di Este per consegnata laurea honoris causa da malattia Università di Bologna

Vicenzetto Giorgio Travaglia Ignazio di Vincenzo n. 1853 di Basilio e Cattan di Giovanni e Cestari Filomena Luigia e di Bernardinello Angela n. (Vescovana 14.11.1859) Villa Estense 2.3.1862 di Antonio e nato a Vescovana, 1894, 22 marzo Toniolo Gioconda soldato 14° Regg. Fanteria 3 a nato a Villa Estense, 1893, 18 aprile compagnia matr. 24196 attività: contadino morto 14.6.1916 a Selz (Carso) per residente in Via Grompa di Sotto ferite (Vedi figura n.1) 54

3. CADUTI soldato 21° Regg. Fanteria 5 a Zanovello Leone compagnia di Giovanni e Costantin Pasqua morto 28.10.1916 sul Carso per ferite nato a Sant’Urbano, 1890, 20 giugno coniugato con Allegro Amabile Zamarco Virgilio figlia: Antonia (17.4.1911) attività: contadino di Pasquale di Antonio n.Villa Estense residente in Via Grompa 26.2.1861 e Mazzon Giuseppa di soldato 93° Regg. Fanteria 19 a Giacomo n. Villa Estense 14.3.1861 Compagnia nato a Villa Estense, 1884, 31 agosto morto 20.11.1915 sul campo a S. Lucia coniugato con Pavan Cesira di nel settore di Tolmino per ferite Germano n. Villa Estense 16.9.1883 d'arma da fuoco attività: fornaciaio residente in Via Finale soldato 239° Regg. Fanteria 6 a Zogno Tommaso Compagnia di Angelo e Cisotto Prudenza morto 25.10.1918 sul campo a Monte nato a Villa Estense, 1876, 26 Pertica per ferite settembre coniugato con Masiero Maria morta il Zancanella Angelo 16.11.1909 figlio: Silvio (17)19.7.1907 orfano di entrambi i genitori - tutore il nonno attività: contadino residente in Via Grompa di Sotto soldato 128° Batt. Milizia Territoriale morto 19.5.1918 in ospedale militare di Bologna per tubercolosi polmonare

Zordan Angelo Sante

di Antonio e Garbin Maria nato a Villa Estense, 1886, 24 ottobre coniugato con Giavarra Sofia n. Este 10.3.1890 di Luigi e Mazza Teresa di Modesto n. 1845 di Angelo e figli: Afra n. Villa Estense 19.5.1911, Poletto Paola e di Manzin Maria di Silvia n. Villa Estense 22.2.1913, Erina Girolamo n. 23.4.1861 n. VillaEstense 27.5.1915 nato a Villa Estense, 1890, 6 maggio residente in Via Mottarelle 17 attività: muratore soldato 35° Regg. Fanteria residente in Via Grompa di Sotto, 24 ferito nel 1917, morto 23.7.1919 a Villa soldato 242° Regg. Fanteria matr. Estense per malattia 22281 disperso tra il 13 e 22 maggio 1917 nei combattimenti del Vodice

L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA

Zordan Ulisse Spagnolo Geltrude n. 16.12.1870 fu Felice di Giulio n. Villa Estense 6.1.1858 e nato a Roana, 1892, 28 ottobre Rinaldo Amalia n. Villa Estense attività: contadino, 9.5.1861 residente in Via Arzaron, 4 nato a Villa Estense, 1890, 27 giugno sottotenente 57° Regg. Fanteria attività: falegname morto il 11.2.1917 in combattimento residente in Via Arboncelli 6 sul Monte S. Catterina - Medio Isonzo sergente Comando Deposito Scuola MEDAGLIA INTERALLEATA Bombardieri matr. 35357. Il Comando DELLA VITTORIA Bombardieri di Scandiano chiede notizie per onorificenza. morto 18.8.1917 sul campo del Monte Zovi Giacinto Vodice per ferita riportata in di Massimino n. Roana 23.5.1861 di combattimento Domenico e Sartori Pietra e di MEDAGLIA DI BRONZO AL V.M. Spagnolo Geltrude n. 16.12.1870 fu Felice Zovi Albino nato a Roana, 1899, 10 settembre attività: contadino di Massimino n. Roana 23.5.1861 di soldato 81° Regg. Fanteria Domenico e Sartori Pietra e di morto per causa della guerra il 10.1.1919 a Brescia

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4. Feriti, congedati e riformati

Alberti Ettore Argo Luigi di Giuseppe e Targa Giovanna di Paolo e Trovò Rosa nato a Villa Estense, 1886, 6 marzo nato a Cinto Euganeo, 1879, 2 luglio attività: fabbro abile per le armi a cavallo soldato 93° Regg. Fanteria Arzenton Angelo congedato 23.3.1919 di Luigi e Toso Cristina nato a Sant’Urbano, 1895, 8 agosto Alberti Giovanni famiglia trasferita da Sant’Urbano 5.5.1916 di Giuseppe e Targa Giovanna soldato 5° Regg. Genio Minatori (15° nato a Villa Estense, 1883, 27 agosto Regg. Bersaglieri Reparto Salmeria) soldato 2° Stabilimento il 19.1.1915 matr. 224 automobilistico congedato 30.10.1919 congedato 10.1.1919 il 3.8.1916 scrive al Deputato On. Stoppato per ottenere il sussidio alla Ardit Pietro Antonio madre rimasta vedova con due figli di 9 e 2 anni

Baiocco Ermogene Demetrio

di Francesco e Vigo Barbara nato a Villa Estense, 1881, 14 aprile coniuge Barolo Amabile residente in Via dei Morti soldato matr. 4972 distretto di leva di Rovigo, alle armi il 2.2.1916 fatto prigioniero 22.10.1917 congedato 1.4.1919 di Luigi e Brochin Libera Baldoin Luigi nato a Cavasso Nuovo, 1882, 4 febbraio di Domenico e Merlin Martina coniugato con Garbellotto Maria a nato a Villa Estense, 1888, 11 agosto Villa Estense il 6 maggio 1907 soldato 8° Regg. Bersaglieri sottotenente Genio Zappatori, presentato alle armi il 1.6.1915 e fortezza Cadoretta a Mae di Cadore riformato il 25 dicembre 1915 per fraz. di Pieve di Cadore malattia indipendente da causa di servizio.

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L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA

Baraldo Guido Bassini Carlo Vincenzo di Domenico e Toso Adelaide di Domenico e Lazzarotto Teresa nato a Sant’Urbano, 1893, 14 ottobre nato a Este, 1890, 22 gennaio coniugato con Fiocco Luigia residente in Via Este Lendinara, 66 decorato con onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 Barotti Francesco di Natale e Monti Maria Bassini Santo nato a Villa Estense, 1895, 2 ottobre residente in Via Finale, 34 Domenico e Lazzarotto Teresa soldato 5° Artiglieria della Fronte a nato a Este, 1887, 24 gennaio Mare, batteria da costa 016 dal residente in Via Este Lendinara, 66 12.1.1915 matr. 1884 decorato con onorificenza di congedato 4.11.1919 Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 decorato con onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 Battistella Antonio

Luigi e Furegato Filomena Barotti Guido nato a Villa Estense, 1885, 14 aprile di Martino n. 30.5.1862 e Zamarco soldato 82° Regg. Fanteria Matilde in licenza di convalescenza dal deposito 34° Regg.to Fanteria 14.6.1918. Le condizioni familiari ‘Mondovì’ miserabili e lo stato di salute del ammalato di poliartrite reumatica militare sono definite ‘impressionanti’. Barotti Marco Battistella Gelindo di Angelo e Bertoncin Giovanna nato a Villa Estense, 1892, 25 aprile di Luigi e Furegato Filomena residente in Via Finale, 55 nato a Villa Estense, 1887, 11 aprile matr. 40198 arruolato 1° Regg. Artigl. soldato 54° Regg. Fanteria Fortezza 5.9.1912 congedato 3.4.1919 congedato 18.8.1919 decorato con onorificenza di Battistella Roberto Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 di Beniamino e Valente Lodovica nato a Villa Estense, 1896, 10 agosto Barotti Napoleone coniugato con Targa Elia di Martino n. 30.5.1862 e Zamarco congedato 19.12.1919 Matilde nato a Villa Estense, 1891, 11 aprile Bazzan Enrico Ferruccio arruolato 14° Regg. Artiglieria da campagna il 18.5.1915 matr. 22772 di Attilio e Capello Regina villici congedato 22.8.1919 nato a Villa Estense, 1895, 4 aprile residente in Via Grompa di Sotto, 47

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4. FERITI , CONGEDATI E RIFORMATI soldato 78° Regg. Fanteria Bergamo proposto per la decorazione con in convalescenza 20.10.1919 onorificenza di Cavaliere di Vittorio congedato 30.10.1919 senza premio Veneto congedamento e con pacco vestiario Bertoncin Dionisio Bedana Gelindo di Tomaso e Pavan Maria Gioconda di Benvenuto e Minella Virginia nato a Villa Estense, 1880, 4 novembre nato a Villa Estense, 1890, 14 febbraio coniuge Cazzoli Giulia Eufemia attività: contadino residente in Via Fornasette residente in Via Grompa 22 sergente 26° Regg. Fanteria soldato 81° Regg. Fanteria 7a Compagnia congedato 10.8.1919 richiamato il 25.5.1915 congedato il 21.12.1918 Belluco Giovanni Bertoncin Luigi di Sante e Facco Maria nato a Solesino, 1895, 31 marzo di Ferdinando e Merlin Elisa soldato richiamato nato a Villa Estense, 1897, 8 marzo la famiglia si trasferisce a coniugato con Zorzan Maria S. Margherita d'Adige il 15.10.1915 soldato 36° Regg. Fanteria 17 a Compagnia al 30.10.1918 risultava detenuto col Bertazzo Camillo Antonio n. 454 al Penale di Asinara - Sardegna di Angelo e Munerato Luigia pertanto non viene concesso il nato a Sant’Elena d’Este, sussidio alla famiglia 1900, 28 dicembre 8° Regg. Fanteria Bertuolo Fioravante congedato 8.3.1919 di Natale nato San Paolo (Brasile), Bertazzo Vittorio 1896, 7 novembre di Pasquale e Spigolon Rosa coniugato con Slanzi Oliva nato a Este, 1884, 20 giugno attività: contadino 58° Regg.to Fanteria residente in Via Bertuolo, 20 congedato 28.12.1918 soldato 28° Regg. Fanteria ferita da scheggia di granata alla nuca congedato nota 8.6.1920 Bertazzolo Vittorio di Giorgio e Toniolo Pasqua Bertuolo Guglielmo Amerigo nato a Villa Estense, 1897, 11 luglio matr. 1986 arruolato Legione allievi di Giovanni e Colla Angela Carabinieri 21.8.1916, trasferito alla nato a Sant’Urbano, 1895, 27 maggio legione Firenze 2.2.1917 residente in Via Cavour congedato il 5.5.1920 decorato con onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971

L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA

Bertuolo Pietro Bologna Angelo di Natale di Prosdocimo e Furegato Maria nato nel 1889 Adelaide soldato 82° Regg. Fanteria nato a Villa Estense, 1889, 5 agosto congedato 24.5.1919 attività: contadino residente in Via Grompa di Sotto, 48 soldato Scuola Bombardieri Biscaro Antonio congedato 13.8.1919 di Francesco - oste e Biscaro Pompilia decorato con onorificenza di casalinga Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 nato a Villa Estense, 1896, 7 novembre soldato 71° Regg.to Fanteria di linea Bonaldo Abele premio congedamento di Alessandro e Dieci Clotilde nato a Villa Estense, Biscaro Giuseppe 1894, 25 settembre di Francesco - oste e Biscaro Pompilia sergente 59° Regg. Fanteria, 33 a Colonna Carreggio Salmerie 4a Compagnia Trento ferito al fianco destro sul Grappa (Col Beretta) da pallottola di srhapnel il 26.6.1918 Biscaro Vittorio di Francesco - oste e Biscaro Pompilia Bonaldo Pietro casalinga nato a Villa Estense, 1895, 10 febbraio di Alessandro e Dieci Clotilde coniugato con Masiero Teresina a nato a Villa Estense, 1884, 27 giugno Villa Estense il 18.9.1922 residente in Via Roma, 48 residente in Via Finale, 33 decorato con onorificenza di matr. 1886, arruolato 55° Regg.to Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1970 Fanteria 1.6.1915 – trasferito 33° Regg.to Fanteria 4.9.1915 Bortolozzo Primo congedato 18.7.1918 decorato con onorificenza di di Bonaventura e Morello Orsola Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 nato a Sant’Urbano, 1879, 23 luglio coniugato con Baretta Adele Cesira residente in Via Grompa, 171 Bojan Armando soldato 2° Parco Avanzato Buoi di Luigi e Caldiron Rosa congedato 22.12.1918 nato a Noventa Vicentina, 1885, 11 giugno Bovo Benvenuto coniugato con Busato Elena figli: Erina, Edvige, Maria di Antonio e Targa Luigia richiamato alle armi in aprile 1915 nato a Vighizzolo d’Este, 1879, 11 novembre attività: bovaio

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4. FERITI , CONGEDATI E RIFORMATI residente in Via Arboncelli, 10 richiamato il 7.6.1940 al Quartier decorato con onorificenza di Generale 2 a Armata Reparto Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 Comando. Il 23.7.1940 a Marsala 38 a Batt. Terr.le 3 a Compagnia. deceduto il 3.1.1953 a Villa Estense Bovo Ettore di Luigi e Monterosso Anna Braggion Giovanni Battista nato a Vescovana, 1885, 1 febbraio 58° Regg. Fanteria di Tomaso e Travaggin Modesta congedato 17.3.1919 con premio nato a Villa Estense, 1887, 31 agosto smobilitazione residente in Via Mottarelle bersagliere Reparto Mitragliatrici matr. 28375 Bovo Lorenzo disperso in combattimento 28.12.1917, di Luigi e Monterosso Anna prigioniero di guerra nato a Vescovana, 1887, 9 agosto Alle armi al 20.3.1943 alle armi il 10.7.1916 congedato 12.5.1919 Braggion Luigi

di Emilio e Rosa Teresa Braggion Angelo Orazio nato a Villa Estense, 1885, 20 giugno di Alvise Eugenio e Bizzo Monaca 9° Regg. Fanteria, 1541 a Comp. nato a Villa Estense, 1900, 22 luglio Mitraglieri arruolato nella Legione Territoriale prigioniero 6.12.1917 a Cappanera Carabinieri Verona il 20.3.1918 (8° (Altipiano di Asiago) e condotto a Regg. Fanteria caserma S. Ambrogio campo concentramento a Josefstadt Milano) matr. 87898 (Vienna) baracca A matr. 3760818, congedato 8.3.1919 tornato 11.11.1918 congedato 17.3.1919

Braggion Basilio Braggion Pietro di Luigi e Venturin Beatrice nato a Villa Estense, 1885, 16 agosto di Giovanni e Bottaro Giuditta attività: calzolaio nato a Villa Estense, residente in Via Marzare, 39 1892, 28 settembre decorato con onorificenza di attività: contadino Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 arruolato 5° Regg.to Artigl. da Fortezza matr. 3036 il 20.6.1913 congedato 5.9.1919 Braggion Giovanni mobilitato con milizia D.I.C.A.T di Pasquale e Finco Antonia 4.1.1936 nato a Villa Estense, 1896, 16 luglio matr. 1273, Bersagliere arruolato il Braggion Riccardo 22.11.1915 5° Regg.to Bersaglieri congedato 19.12.1919 di Eugenio nato a Villa Estense, 1882, 6 luglio

L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA soldato 6° Regg. Bersaglieri congedato 9.4.1919. congedato 18.12.1918 il 18.11.1940 mobilitato come Legionario camicia nera con le camicie nere Braggion Giovanni e Braggion Virgilio Trevisan Ferdinando presso il di Silvestro e Sartori Genoveffa M.V.S.N. 9 a Legione Milizia nato a Villa Estense, 1889, 11 giugno Artiglieria Controaerei Comando carabiniere Arma Carabinieri Reali Centuria Avvistamento Vicino e ‘Bologna’ Trasmissioni arruolato 11.11.1909 permanente fino al 30.11.1916 Buoso Federico Angelo richiamato 1.12.1916 di Cesare e Masiero Elisa nato a Fratta Polesine 9.9.1889 Bressan Giordano res. in Via Argine Conselvano, 12 di Luigi e Andreose Santa soldato 1° Battaglione deposito nato a Baone, 1897, 18 febbraio mitraglieri FIAT ‘Brescia’ coniugato con Giuriato Marta congedato 14.8.1919 residente in Via Este Lendinara, 51 decorato con onorificenza di decorato con onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 Busato Francesco Brugin Angelo di Giuseppe di Antonio e Giavarotto Eugenia nato a Sossano, 1894, 22 settembre nato a Villa Estense, 1900, 3 maggio Caporale 67° Regg. Fanteria Businaro Angelo premio di congedamento congedato 18.6.1919 di Giovanni e Dall’Angelo Angelica nato a Villa Estense, 1889, 3 aprile soldato 8° Regg. Artiglieria da Bruggin Angelo campagna ‘Verona’ di Eugenio e Zangrossi Luigia congedato 23.7.1919 nato a Ospedaletto Euganeo 1894, 23 novembre Businaro Gino soldato 58° Regg. Fanteria congedato 13.9.1919 di Sante e Rabachin Rosa nato a Sant’Urbano, 1889, 30 agosto residente in Via Cavour, 4 Buoso Antonio matr. 31966 Artiglieria da campagna di Agostino e Masiero Angela arruolato 6.5.1909 nato a Fratta Polesine alle armi 17.11.1909 1887, 11 novembre congedato 15.8.1912 Sergente 2° Regg. Granatieri - Parma richiamato 8.8.1914 presentato alle armi il 31.7.1915 e congedato 15.8.1919 licenziato giugno 1919 62

4. FERITI , CONGEDATI E RIFORMATI

Si trasferisce da Sant’Urbano a Villa Canazza Achille Estense il 5.11. 1933 di Giuseppe e Toniolo Albina decorato con onorificenza di nato a Este, 1899, 3 ottobre Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 attività: contadino residente in Via Arzaron Businaro Guglielmo Luigi soldato 1° Regg. Fanteria di Angelo e Baldo Angela Elena nato a Villa Estense, Capello Angelo 1900, 26 settembre di Marianno e Bertazzolo Anna soldato 2° Regg. Piemonte Reale 1° nato a Villa Estense, 1881, 3 agosto Squadrone Caserma ‘Macao’ Roma coniugato con Bologna Amabile Amalia Businaro Luigi soldato 7° Regg. Genio 104 a Compagnia Telegrafisti di Giovanni congedato 20.12.1918 nato a Villa Estense, 1882, 15 luglio soldato “chiede la restituzione del premio di Capello Giovanni smobilitazione in quanto dichiara di essere stato richiamato alle armi il 24 maggio 1915 e di Marianno e Bertazzolo Anna aver preso parte a diversi combattimenti nato a Villa Estense, 1884, 29 aprile tenendo sempre ottima condotta. La condanna coniugato con Carrara Antonia di 4 mesi inflittagli dal Tribunale del 14° soldato 53° Gruppo Bombarde Corpo d'Armata è stata per aver smarrito la congedato 28.12.1918 sciabola nei giorni della ritirata dal 24 al 31 ottobre 1917. É stato congedato il 21.3.1919 anzichè il 18.12.1918 epoca del licenziamento Carrara Achille della sua classe. Egli riteneva quindi che il lungo e lodevole sevizio prestato, e avuto di Ferdinando, sarto e Braggion riguardo che la condanna non era causata da Giuseppa insubordinazione o diserzione, si credeva e si nato a Villa Estense 24.2.1886, 24 crede meritevole del premio ....” febbraio dec. 29.10.1974 maestro elementare laureatosi in Callegaro Giovanni lettere nel 1971 ad 85 anni. Antifascista fu trasferito l’11 luglio di Sante e Sinigaglia Libera 1936 a Cordenons (PN) per punizione; nato a Villa Estense, rientra a Villa Estense l’1.1.1947. 1895, 13 dicembre L’Amministrazione Comunale di residente in Via Grompa Villa Estense gli dedica una via del arruolato 27° Regg. Fanteria 16.1.1918, paese il 28.7.2011 soldato trasferito 204° Regg. Fanteria residente in Via Fornasette di Sotto, 1 a il 21.3.1919 - 2 Comp. 1° Battaglione decorato con onorificenza di ‘Albania’ matr. 4492 bis Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 congedo assoluto - uscito da Osped. Militare di Bari il 21.3.1919

L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA

Carrari Guerrino Fanteria 1 a Compagnia ‘Idria’. Il 31.8.1919 passa alla 503 a Compagnia di Marco e Pagliarin Rosa Prigionieri di Feltre. Il 4.2.1919 passa nato a Sant’Urbano, 1892, 26 agosto alla 1 a Compagnia Inquadramento arruolato 5° Regg.to Sanità 17.7.1912 ‘Verona’ matr. 3052 Cessa il 5.3.1920 congedato 25.9.1919

Cecchetto Luigi Casotto Lodovico di Isidoro e Paniasso Faustina di Carlo e Vanzan Giuliana nato a Este, 1886, 17 marzo nato a Villa Estense, 1882, 9 novembre soldato 36° Regg. Fanteria, matr.18419 caporale 22° Regg. Artiglieria da congedato 20.5.1919 campagna matr. 17088 congedato 25.12.1918 Centanin Domenico Castellin Achille di Giovanni e Lion Tecla nato a Villa Estense, 1883, 22 luglio di Angelo e Berto Giovanna coniugato con Gallana Emiliana nato a Villa Estense, 1888, 3 novembre Maria attività: contadino figlio: Aldo soldato 81° Regg. Fanteria proposta per onorificenza di in licenza di convalescenza di mesi 6 Cavaliere di Vittorio Veneto dal 22.7.1918

Ceresa Giovanni Castellin Silvio di Massimiliano e Sigolo Isabella di Angelo n. 22.5.1858 e Berto nato a Vighizzolo d’Este, 1892, 16 Giovanna aprile nato a Villa Estense, soldato 1897, 24 dicembre trasferito da Este residente in Via Mottarelle, 78 arruolato 1.10.1916 presso il 1° Regg.to Fanteria 5 a Compagnia Ceresa Luigi ‘Sacile’. Il 9.3.1917 passa al di Massimiliano e Sigolo Isabella Battaglione Marciante ‘Portogruaro’. nato a Vighizzolo d’Este, 1895, Il 9.6.1917 passa al 164° Regg. Fanteria 2 maggio 1a Compagnia Zona Guerra a attività: contadino Palmanova, matr. 9770 residente in Via Grompa e Fatto prigioniero 15.6.1918 sul successivamente Via Bovi, 3 Montello e fino al 3.11.1918 in campo matr. 16249 arruolato 1° Regg. di concentramento a Moggio (Carnia). Granatieri 1.6.1915 Liberato il 3.11.1918 torna al 1° congedato 5.11.1919 Regg.to Fanteria compagnia Deposito decorato con onorificenza di ‘Sacile’ il 28.12.1918. Cessa il 15.3.1919 Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 e passa il 17.3.1919 al 121° Regg.to

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4. FERITI , CONGEDATI E RIFORMATI

Ciliesa Antonio Colombo Luigi di Adamo e Fiocco Giulia di Braggion Maria di Luigi nato a Villa Estense, 1894, 1 marzo nato nel 1894 attività: falegname Caporal Maggiore residente in Via Finale, 40 matr. 48039 arruolato 55° Regg.to Contro Umberto Fanteria 20.5.1915, trasferito al 14° il 4.9.1915, trasferito al 117° il 3.4.1918 nato a Noventa Vicentina, congedato il 12.9.1919 1895, 21 luglio decorato con onorificenza di residente in Via Garibaldi, 33 Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 decorato con onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 Ciliesa Riccardo Costantin Benvenuto Pasquale di Adamo e Fiocco Giulia nato a Villa Estense, 1892, 31 maggio di Gaetano e Goldin Antonia attività: carrettiere nato a Este, 1875, 28 marzo soldato 2° Regg. Granatieri, soldato matr. 41204 trasferito da Piacenza d'Adige congedato 28.8.1919

Crescenzio Giovanni Cisaro Giacomo di Isidoro e Ghiraldin Luigia di Paolo e Tomasin Gioconda nato a Villa Estense, 1896, 7 aprile nato a Villa Estense, attività: contadino 1891, 16 settembre nella lista dei chiamati alle armi della attività: bracciante classe 1896 in novembre 1915 appuntato Carabiniere Reale congedato 29.8.1919 Cuccolo Pompilio Romano

Cogo Luigi di Antonio e Caffeo Florinda nato a Villa Estense, di Angelo e Seno Santa 1890, 14 dicembre nato a Villa Estense, 1876, 15 marzo attività: manovale attività: villico residente in Via Finale, 21 Riformato il 14.6.1915 decorato con onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 Colomban Floriano Cusin Luciano di Giovanni e Rinaldo Elena nato a Sant’Urbano, 1887, 18 luglio di Luigi e Muraro Santa arruolato 8.11.1915 - soldato 203° nato a Sant’Urbano, Fanteria 1° Battaglione 2 a Compagnia 1896, 19 novembre congedato il 12.4.1919 premio 2° Regg. Granatieri, matr. 8013 smobilitazione. congedato il 17.12.1919

L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA

Cusin Rodoldo Alessandro De Poli Oreste di Luigi e Muraro Santa di Angelo e Nisetti Bartolomea nato a Villa Estense, 1891, 7 agosto nato a Villa Estense, 1896, 13 giugno coniugato con Ferro Maria attività: carpentiere res. in Via Fornasette di Sopra 12 residente in Via Mottarelle, 57 arruolato 2° Regg.to Art. campagna Plotone Autonomo Deposito 20.4.1915 Materiali Genio ‘Padova’ congedato 20.8.1919 congedato 17.12.1919 affetto da gonartite sinistra di natura sospetta tubercolare Divani Eugenio decorato con onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 di Lorenzo e Sette Luigia nato nel 1896 Soldato Dall'Angelo Augusto Emigrato a Este il 29.9.1917 di Francesco Giuseppe e Dal Bello Giuseppa Doreti Valentino nato a Villa Estense, 1886, 27 luglio attività: villico di N.N. residente in Via Grompa di Sopra, 28 nato a Portomaggiore (Fe), sergente 36° Regg. Fanteria, poi 50° 1882, 13 febbraio 8.11.1915 matr. 18430. sergente Quartier Generale 37° ferito da scheggia di granata il Divisione Rep. Aut. 208° Regg. 5.6.1916 sul Monte Cencio alla natica Fanteria destra congedato 24.12.1918 congedato 20.3.1919, mobilitato milizia D.I.C.A.T 4.1.1936 Da testimonianza del sig. Zancanella Dosdegani Riccardo Modesto risulta aver partecipato alla di Ottaviano nato a Rovigo 15.11.1858 guerra di Spagna con Pavan Walter e e Zaramella Regina altri. nato a Villa Estense, 1883, 22 aprile decorato con onorificenza di attività: villico Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 soldato alle armi il 10.7.1916, riformato in seguito a visita presso la Dall'Angelo Giovanni 5° Compagnia Sanità di Verona e licenziato il 20.12.1918 di Matteo e Merlin Filomena nato a Villa Estense, 1896, 6 settembre attività: bracciante Fabris Giovanni arruolato 28° Regg.to Fanteria di Primo e Fiocco Vittoria 15.12.1915 matr. 8199 nato a Villa Estense, 1894, 18 maggio congedato 17.12.1919 attività: muratore mobilitato con la Milizia D.I.C.A.T I a residente in Via Roma, 13 Legione ‘Torino’ 4.1.1936

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4. FERITI , CONGEDATI E RIFORMATI arruolato 8° Regg. Artiglieria da Fasson Primo Alfredo campagna 15.6.1916, trasferito 2° di Luigi e Venturin Amabile Artigl. montagna matr.24195 nato a Villa Estense, 1898, 9 giugno congedato 4.7.1919 attività: contadino decorato con onorificenza di residente in Via Este Lendinara, 17 Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 matr. 3021, arruolato 71° Regg.to Fanteria 12.3.1917, trasferito al 118° Fasson Ferdinando Fanteria il 10.7.1917, trasferito all’80° di Marcia 25.7.1917, trasferito al di Marianno - sarto - e Banzato 112° Fanteria 9.8.1917 Giuseppina congedato 24.1.1920 nato a Villa Estense, 1891, 18 marzo decorato con onorificenza di attività: bracciante Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 residente in Via Mottarelle, 28 Guardia Legione Regia Guardia Trieste Fedre Angelo medaglia di bronzo VM conseguita di Federico e Marsilio Luigia Elisa durante un conflitto tra volontari nato a Sant’Urbano, 1893, 10 ottobre dalmati e Regia Guardia La Regia Guardia di Finanza nella Grande attività: contadino Guerra soldato richiamato Il 7 e 8 giugno 1915 i battaglioni della Regia famiglia trasferita a Cavarzere G. di F. XII e XIII, vennero aggregati alla 22 a 22.10.1916 Divisione ed ebbero l'incarico di mantenere contatto con la Brigata "Regina" destinata all'azione principale nel settore del San Ferrarese Luigi Michele. Passato l'Isonzo, il XII Battaglione 12° Regg. Fanteria ‘Macerata’ raggiungeva Sagrado e si schierava a nord - est congedato 24.9.1920 di questa località. L'XI Battaglione, unitamente alle Brigate Granatieri di Sardegna e Messina, attaccò le quote 121 e 77 a est della Ferrigo Emanuele Rocca di Monfalcone. Successivamente il 14 di Giovanni e Gallana Giovanna luglio, il X Battaglione con la Brigata nato a Fumassa - Spirito Santo "Pinerolo", ebbe il compito di aprire i varchi (Brasile), 1892, 13 luglio nei reticolati avversari per preparare un'azione contro le posizioni austriache del Sei Busi e matr. 41206 arruolato 13° Regg.to delle alture di Selz. Fanteria 20.9.1912 – trasferito al 82° Tre squadre di guastatori del X Battaglione Regg.to Fanteria Tripoli il 9.1.1913 adempirono il difficile compito. Il tenente congedato 28.8.1919 Guido Dei Bon e i sottotenenti Chiapparini e Armocida, furono decorati con MAVM e i loro dipendenti con MBVM. Ferrigo Giovanni Nelle azioni contro le alture di Selz, Vermegliano e San Polo, combattute di Agostino – cocchiere - e Sarto unitamente alla Brigata "Acqui" e al 153° Regina fanteria, il X Battaglione si meritò 9 MAVM, nato a Villa Estense, 1884, 24 agosto 21 MBVM e 14 CGVM. attività: contadino

L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA maniaco ricoverato il 27.11.1917 Ferro Valentino manicomio di Brusegana e trasferito il di Eugenio e Romito Filomena 27.11.1917 a quello di Aversa, ritorna nato a Villa Estense, 1895, 14 febbraio a Brusegana ove muore il 22.7.1919 nota pervenuta da Maria Cristina Zanardi residente in Via Carmignano Ufficio Archivi Sanità di Padova: caporale 2075 Compagnia Mitraglieri 4431 153 Marzo 17 7176 mod. 907 F. Francia Ferrigo Giovanni fu Agostino e di Sarto presente il 7.12.1918 Regina Celibe di anni 32 nato aVilla Estense distretto di S. Urbano, Ospedale militare principale, contadino, povero, cattolico. Ferro Vittorio Diagnosi: fase di depressione in soggetto mentalmente deficiente. di Luigi e Sette Luigia Provincia di Padova 1 settembre 1916 N°7622 nato a Villa Estense, 1880, 4 settembre 27 novembre 1917 attività: bottaio Militare Trasferito ad Aversa Fiocco Romano Ferro Fortunato di Policarpo e Braggion Isabella di Antonio nato a Villa Estense, 1895, 17 luglio nato a Solesino, 1881, 27 dicembre attività: carrettiere coniugato con Bazzan Marianna residente in Via Grompa di Sotto, 27 figli: Angelo 1905, Maria 1913, (Pilastro 1) Rina 1917 soldato 38° Regg. Fanteria attività: contadino ferita all'occhio sinistro durante Via Centro 14 (via Finale 3 nel 1922) istruzione di bomba a mano il soldato 88° Regg. Fanteria 87° e 88° 15.12.1917 Battagl. Milizia Territoriale. congedato 1.8.1918 Matr.12483, croce al merito di guerra decorato con onorificenza di richiamato 10.5.1915, in zona di Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 operazioni da marzo 1916 al 4 novembre 1918, partecipa a numerosi Fornasiero Anastasio combattimenti congedato per malattia contratta in di Eugenio e Marchioro Cecilia guerra il 16.7.1918 a Livorno - vizio nato a Villa Estense, 1877, 4 maggio organico di cuore, insufficienza attività: villico mitralica soldato matr. 7077 riformato nel giugno 1915 dall'Ospedale Militare di Padova Ferro Francesco di Eugenio e Romito Filomena Fornasiero Angelo nato a Villa Estense, 1892, 28 giugno attività: bottaio di Luigi e Poletti Maria Elisa arruolato 5.11.1917 matr. 43859 nato a Monselice, 1895, 11 luglio soldato 68° Regg. Fanteria residente in Via Finale, 24 congedato 1.8.1919 decorato con onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971

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4. FERITI , CONGEDATI E RIFORMATI

Fornasiero Augusto Fusari Federico di Eugenio e Marchioro Cecilia di Luigi e De Pieri Maria nato a Villa Estense, 1887, 20 agosto nato a Padova, 1885, 2 giugno attività: bracciante coniugato con Ferrigo Albina Maria soldato Fanteria ‘Ravenna’ figlia: Fusari Giuseppina res. Villa congedato 29.3.1919 Estense via Rosa attività: falegname residente in Via Gaburro, 1 Fornasiero Luigi decorato con onorificenza di di Francesco e Pacchiega Martina Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 nato a Villa Estense, 1892, 9 agosto attività: muratore Gabban Angelo residente in Via Centro, 11 arruolato 5° Art. Fortezza 20.7.1913 di Domenico e Sinigaglia Massimilia matr. 3038 - soldato 57° Regg. nato a Sant’Urbano, 1887, 20 luglio Fanteria soldato, richiamato frattura gamba destra e contusioni al femore sinistro il 13.7.1917 ricoverato Gaffeo Emilio Giuseppe Ospedale militare Carrarese di Padova di Germano e Guzzon Maria congedato 20.8.1918 nato a Villa Estense, 1878, 12 ottobre morto a Padova 6.10.1938 attività: agricoltore soldato 97° Battaglione terr. Dal 7.3.1916 al 58° Regg. Fanteria Fornasiero Romano alle armi il 16.11.1916 Eugenio e Marchioro Cecilia congedato il 6.12.1918 dalla 4 a nato a Villa Estense, 1884, 5 agosto compagnia sussistenza di Conegliano coniugato con Pieressa Luigia Angela in Genova figlio: Vittorio attività: villico Galante Federico residente in Via Pilastro soldato 157° Regg. Fanteria di Giacomo e Seno Francesca congedato 28.12.1918 nato a Solesino, 1882, 15 febbraio matr. 15044 arruolato nel 50° Regg. Fanteria il 24.10.1915 Furlan Giuseppe congedato il 15.8.1919 di Valentino e Trevisan Giselda profugo da Trieste, “ha la moglie nato a Ospedaletto Euganeo, afflitta da qualche anno da malattia 1885, 9 gennaio che non perdona – castigata a letto”. soldato Emigrato a Ospedaletto Euganeo Famiglia trasferita da Ospedaletto Euganeo il 27 febbraio 1916 Galante Luigi

di Giacomo e Seno Francesca nato a Solesino, 1879, 17 giugno

L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA coniugato con Canazza Virginia Gallana Isidoro figlia: Alba n. Este 18.3.1918 di Luigi e Bozzolan Maria Giuseppina 3° Battaglione Lavoratori Italiani 3 a nato a Villa Estense, 1892, 28 giugno Compagnia Zona di Guerra carabiniere Legione ‘Bologna’

Galante Vincenzo Gallana Natale di Giacomo e Seno Francesca di Luigi e Legnaro Teresa nato a Solesino, 1884, 13 gennaio nato a Villa Estense, Brigata ‘Brescia’ – Battaglione 1885, 25 dicembre Complementare 71° Regg.to Fanteria

Galantin Pasquale Garavello Gelindo di Luigi e Targa Elisa di Odoardo e Capello Anna nato 1890, 8 giugno nato a Villa Estense, 1881, 7 aprile condannato per diserzione e residente in Via Cesare Battisti, 22 passaggio al nemico alla fucilazione decorato con onoreficenza di alla schiena con sentenza del Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 Tribunale di Guerra del XIII Corpo d’Armata con sentenza del 21.5.1918 ai sensi dell’art. 137 cpc; pena Garbin Costantino commutata in ergastolo; graziato con Regio Decreto 8.5.1933 che commuta di Luigi e Zaramella Lucia la pena in 15 anni di detenzione. nato a Villa Estense, 1891, 20 luglio matr. 38483 arruolato nel 2° Gruppo Artiglieria a Cavallo il 20.4.1915 Galassiti Primo Lodovico congedato il 21.8.1919 di Augusto e Giacobbe Fortunata nato a Sant’Urbano, 1892, 14 dicembre Garbin Giovanni Battista attività: contadino arruolato 18.5.1915 matr. 23183 di Ermenegildo e Biscaro soldato 20° Regg. Artiglieria da Ermenegilda campagna nato a Villa Estense, 1888, 23 maggio congedato 27.8.1919 coniugato con Businaro Griselda emigrato a Bolzano nel 1942 attività: muratore residente in Via Finale, 53 decorato con onorificenza di Gallana Antonio Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 di Luigi e Legnaro Teresa nato a Villa Estense, 1882, 14 maggio Gazzabin Luigi 140° Regg.to Fanteria congedato 17.12.1918 di Gio-batta nato 1899 matr. 24417 Comando Deposito Artiglieria ‘Ravenna’

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4. FERITI , CONGEDATI E RIFORMATI

Gazzetta Angelo attività: contadino residente in Via Municipio, 3 di Primo e Banzato Elisabetta caporale 231° (poi 82°) Regg. Fanteria nato a Baras (S. Paolo Brasile), matr. 35596 1892, 19 febbraio ferita da scheggia di granata al piede attività: contadino destro sopra la caviglia 14.5.1917, in residente in Via Municipio, 7 licenza di convalescenza dal 28.4.1918 arruolato 16.4.1912 soldato 58° Regg. in attesa chiamata per cura termale. Fanteria dal 23.3.1914 matr. 3039 congedato 11.5.1919 ferita spalla sinistra pareolesi arto superiore congedato 1.1.1920 Griggio Giobatta decorato con onorificenza di di N.N. e Griggio Amalia Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 nato a , 1899, 4 settembre attività: fabbro Ghelfi Luigi residente in Via Arzarini arruolato 12.5.1917 di Francesco e Merlin Santa soldato 1° Regg. Fanteria nato a Villa Estense, 1896, 27 settembre attività: contadino Gritti Giovanni soldato arruolato 26.10.1915 di Martino e Boaretto Vittoria nota del Comune di Montecalco nato a Villa Estense, 1883, 6 maggio Versiggia (PV) circondario di Voghera attività: sarto per sussidio alla famiglia residente in Via Grompa, 53 nella lista dei chiamati alle armi della soldato Comando Raggruppamento classe 1896 in novembre 1915. A.C.A congedato 27.12.1918 Giaccarello Vittorio di Lodovico e De Poli Orsola Guglielmo Costante nato a Este, 1889, 23 maggio di Guglielmo e Vallese Giuseppina arruolato nella 19 a Compagnia nato a Villa Estense, 1881, 11 marzo Scaricatori coniugato con Mingardo Emilia e 1 congedato il 19.3.1919 figlio attività: falegname Goldin Giovanni soldato richiamato la famiglia si trasferisce a Monselice invalido di guerra (doc. in busta I 24.10.1915 guerra mondiale – fascicolo ‘premi di smobilitazione’) Guglielmo Luigi Gradin Remigio di Pietro e Romito Anna Maria nato a Villa Estense, 1881, 19 luglio di Eugenio e Sette Rosa coniugato con Guerra Esterina Angela nato a Sant’Elena, 1890, 3 giugno attività: villico

L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA residente in Via Grompa, 9 morto 4.3.1935 per paralisi da arruolato nel 66° Regg.to Fanteria il emorragia cerebrale 15.1.1918. soldato Battaglione Complementare Brigata RE Legnaro Emilio congedato 15.8.1919 di Eugenio e Merlin Elisabetta nato a Rosario Santa Fè, Guglielmo Narciso 1892, 14 febbraio di Girolamo e Marzana Catterina attività: bracciante nato a Castelbaldo, 1886, 31 maggio residente in Via Ancarani, 4 attività: bovaio soldato 43° Regg. Fanteria soldato 145° Regg. Fanteria alle armi il 20.5.1915 matr. 3040, congedato 17.3.1919 riformato il 30.4.1918 per ferita riportata in guerra alla gamba e piede sinistro 30.4.1918 Guglielmon Abele congedato 30.4.1918 di Antonio e Osti Maria Angela nato a Villa Estense, 1875, 21 luglio Legnaro Sante residente in Via Cesare Battisti operaio meccanico militare c/o la di Luigi e Furlan Elena Società Modenese Lavorazione nato a Rosario di Santa Fè, 1887, 20 Meccanica del Legno - Modena febbraio impiegato da 25.10.1917, negato il attività: contadino sussidio in quanto la famiglia soldato 58° Regg. Fanteria disporrebbe di una somma superiore congedato 9.4.1919 al sussidio. Il sindaco afferma la famiglia essere in condizioni quanto Lion Pietro mai misere. nato a Zanè nel 1883 soldato 4° Regg. Artiglieria da Guglielmon Francesco Fortezza (Costa) 131 a Batteria di Amedeo Giovanni e Caramore d'assedio ‘Sampierdarena’ Maria Giuliana congedato 6.1.1919 nato a Villa Estense, 1896, 7 aprile coniugato con Businaro Maria Longo Vittorio figli: Lilia Rita 10.3.1922, Mario Maurizio 6.6.1926, Emma 25.6.1926 di Stefano e Mazzetto Maria attività: muratore nato a Riberao Preto San Paolo del residente in Via Arboncelli 11 (Via Brasile, 1893, 26 gennaio Roma) attività: contadino caporal maggiore 5° Regg. Artiglieria 58° Regg. Fanteria da costa (Fortezza) nella lista dei congedato 5.9.1919 chiamati alle armi della classe 1896 in novembre 1915 ferita da scheggia di granata alla Lucca Luigi gamba destra di Giovanni e Crescenzio Teresa 72

4. FERITI , CONGEDATI E RIFORMATI nato a Arquà Petrarca, soldato 6° Regg.to Fanteria ‘Palermo’. 1899, 28 maggio Prigioniero, è uscito dal territorio matr. 3875 arruolato 27° Regg.to austriaco il 4.3.1918 migrando in Fanteria il 17.6.1917, trasferito al 117° Russia da cui è uscito verso i primi di Fanteria 5.6.1918, trasferito al 5° maggio su piroscafo Inglese per Fanteria 20.10.1919 sbarcare a NewCastle in Inghilterra. Il congedato 18.1.1920 2 giugno attraversa la Manica ed proposta per onorificenza di entra in territorio francese da cui è Cavaliere di Vittorio Veneto diretto in Italia ove giunge il 10 luglio (Torino). A Torino rimane 8 giorni per essere destinato a Como, Ospedale Magon Celeste Plinius ove rimane 43 giorni dove fu di Giacinto e Tenani Maria interrogato da un tenente degli Alpini nato a Sant’Elena, 1896, 3 settembre addetto agli ex prigionieri (Vedi attività: contadino figura n.2) nella lista dei chiamati alle armi della classe 1896 in novembre 1915 Marangotto Angelo detto Cesare congedato 17.12.1919 di Ferdinando e Benzo Giuliana nato a Villa Estense, 1883, 6 luglio Magon Guerrino attività: villico di Antonio e Berto Gioconda soldato 7° Regg. Fanteria Mobilitato nato a Sant’Elena, 1897, 8 agosto congedato 29.12.1918 attività: bovaio residente in Via Municipio, 13 Marchioro Augusto matr. 9773 arruolato 71° Regg.to Fanteria 3.10.1916, trasferito al 96° Evangelista e Ciliesa Florinda Regg.to Fanteria 20.12.1919 Villa Estense, 1890, 25 settembre congedato 11.5.1920 attività: bracciante decorato con onorificenza di residente in Via Arzarini, 30 Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 soldato 7 a Compagnia Pontieri telegramma attestante che il 10.1.1919 era presente e in buona salute Manolli Angelo Agostino decorato con onorificenza di di Santo e Tognin Caterina Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 nato a Villa Estense, 1883, 22 agosto matr. 18483 soldato Regg. Fanteria dal Marchioro Cesare Angelo 1.11.1917 al 15.8.1919 assegni di prigionia, liberato il di Antonio e Verza Giuseppina 1.11.1918 venne ricoverato in nato a Vescovana, 1885, 25 luglio Romania per sottrarsi agli ucraini residente in Via Finale, 62 decorato con onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 Manolli Carlo di Santo e Tognin Caterina nato a Villa Estense, 1885, 11 agosto

L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA

Marchioro Gennaro Paolo nato a Santa Margherita d'Adige, 1885, 26 ottobre di Francesco e Senno Giuseppina soldato 28° Regg. Fanteria nato a Vescovana, 1885, 17 settembre congedato 5.3.1919 coniugato con Bianconi Angelica residente in Via Fornasette di Sopra, 1 decorato con onorificenza di Martinello Primo Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 di Mansueto e Rosa Angela nato a Villa Estense, 1877, 8 maggio Maron Evangelista di Giulio e Raffagnato Pierina Martinello Romualdo nato a Baone, 1886, 24 settembre di Fortunato e Rinaldo Elisabetta coniugato con Garzon Adele nato a Santa Margherita d'Adige, residente in Via Garibaldi, 17 1889, 20 gennaio decorato con onorificenza di attività: agricoltore Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 6° Regg. Artiglieria Costa e Fortezza congedato il 18.2.1919 Martinello Dionisio di Fortunato e Rinaldo Elisabetta Martinello Ugo Pietro nato a Santa Margherita d'Adige, di Fortunato e Rinaldo Elisabetta 1892, 11 ottobre nato a Villa Estense, 1897, 13 ottobre residente in Via Marzare, 5 attività: contadino 5° Regg. Artiglieria Costa e Fortezza soldato 58° Regg. Fanteria Gruppo A. congedato 12.2.1919 - premio congedato 28.8.1919 congedamento e pacco vestiario decorato con onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 Masetto Angelo

Martinello Emilio Filippo Giacomo di Angelo e Petrobelli Augusta di Antonio e Osetto Giuseppina nato a Lendinara, 1879, 8 settembre Vighizzolo d’Este, 1885, 26 marzo soldato 53 a Compagnia Lavoratori residente in Via Arboncelli Prigionieri di Guerra soldato 28° Regg.to Fanteria congedato 11.1.1919 ‘Ravenna’ prigioniero in Austria dal 30.10.1917 al 2.1.1919 Masiero Desiderio proposta per onorificenza di di Luigi e Venturin Giuseppina Cavaliere di Vittorio Veneto nato a Barbona, 1897, 8 ottobre attività: contadino Martinello Evaristo residente in Via Municipio, 9 matr. 1202 aruolato 27° Regg.to di Fortunato e Rinaldo Elisabetta Fanteria 7.10.1916, trasferito al 39° Regg. Fanteria il 4.4.1917 74

4. FERITI , CONGEDATI E RIFORMATI trasferito al 140° il 2.5.1919 Merlin Erminio trasferito al 15° il 4.10.1919 di Giuseppe e Cartesan Maria Oliva congedato 3.1.1920 nato a Villa Estense, 1889, 18 giugno decorato con onorificenza di attività: villico Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 soldato 58° Regg. Fanteria congedato 17.7.1919 Masiero Riccardo di Giosuè e Bertoncin Maria Luigia Merlin Evelino Domenico nato a Villa Estense, 1897, 15 agosto di Antonio e Businaro Maria soldato 81° Regg. Fanteria nato a Sant’Urbano, 1890, 27 luglio licenza illimitata il 7.5.1920 coniugato con Gusella Emma Amalia

Masin Pietro Paolo Merlin Federico di Felice e Filiase Maria di Angelo e Sette Anna nato a , nato a Villa Estense, 1879, 28 luglio 1875, 18 novembre attività: villico sergente, matr. 2746 soldato 4 a Compagnia Battaglione di richiamato 16.1.1917 marcia "Benaco" congedato 6.12.1918 congedato 22.12.1918

Mazzetto Tranquillo Merlin Fortunato di Antonio Massimiliano n. Roncajette 29.8.1853 e caporale Rimondo Regina nato a Villa Estense, 1880, 4 maggio Mazzon Virgilio Antonio attività: carrettiere residente in Via Ancarani, 1 di Marco e Magagnin Maria Antonia soldato 66° Regg. Fanteria di marcia nato a Villa Estense, 1891, 7 dicembre congedato 1.1.1919 coniugato con Bruscagin Elena residente in Via Finale, 7 decorato con onorificenza di Merlin Francesco Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 Massimiliano n. Roncajette 29.8.1853 e Raimondo Regina Meneghello Dante nato a Villa Estense, 1882, 10 ottobre residente in Via Bertuolo, 8 di Geremia e Sorgato Giovanna decorato con onorificenza di nato a Barbona, 1885, 25 maggio Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 coniugato con Fogagnolo Maria residente in Via Este - Lendinara decorato con onorificenza di Merlin Giovanni Battista Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 Massimiliano n. Roncajette 29.8.1853 – carrettiere - e Raimondo Regina

L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA nato a Villa Estense, 1887, 19 aprile bersagliere 2° Regg. Bersaglieri 13 a attività: villico Compagnia Presidiaria residente in Via Fornasette, 35 (via congedato 29.12.1918 Ancarani) soldato 8° Regg. Bersaglieri Milan Antonio frattura al dito medio della mano di Pietro e Bazzan Fosca destra in seguito a caduta mentre si nato a Villa Estense, 1884, 17 trovava in servizio per portare settembre dell'acqua in cucina con delle 2° Regg.to Bersaglieri marmitte da campo in zona di congedato 20.12.1918 operazione. In ospedale a Bordighera dal 20.11.1918 al 12.12.1918 congedato 1.4.1919 Milani Galiano Domenico decorato con onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 di Giovanni e Rivoltis Eustolia nato a Villa Estense, 1896, 31 dicembre Merlin Tobia residente in Via Este Lendinara, 142 matr. 9774, arruolato 164° Regg.to Massimiliano n. Roncajette 29.8.1853 e Fanteria il 21.9.1916 Raimondo Regina congedato 16.3.1929 nato a Villa Estense, 1889, 4 luglio decorato con onorificenza di coniugato con Veronese Maria Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 3 figli caporale matr. 31978 34° Gruppo obici pesanti campali. arruolato 10° Art. da Milanin Antonio campagna il 16.5.1915, trasferito al 20° Art. campagna 15.1.1918 di Giovanni e Osti Fosca congedato 15.8.1919 nato a Villa Estense, 1877, 10 Trasferito a Grenoble settembre attività: contadino residente in Via Mottarelle, 58 Miatton Basilio soldato 90° Regg. Fanteria ferita alla spalla destra da pallottola di Luigi e Pacchiega Fortunata di mitragliatrice 4.10.1918 in Francia nato a Vighizzolo d’Este, 1881, 21 febbraio residente in Via Grompa Milanin Giacinto soldato 145° Regg. Fanteria, poi al 3° Fanteria di Vincenzo e Travagin Teresa congedato 21.12.1918 nato a Villa Estense, 1885, 21 luglio attività: mugnaio Miatton Tito soldato 35° Regg. Fanteria ‘Bologna’ alle armi 18.7.1915 di N.N. e Miatton Massimiliana congedato 20.3.1919 nato Sant’Elena, 1886, 12 ottobre attività: bovaio

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4. FERITI , CONGEDATI E RIFORMATI

Minella Oreste matr. 9860 arruolato nel 29° Regg. Art. da campagna il 21.9.1916, di Ferdinando e Bisi Antonia trasferito al 27° l’11.11.1917 nato a Vighizzolo d’Este, 1894, 17 congedato 5.5.1920 aprile decorato con onorificenza di residente in Via Este Lendinara, 1 Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 matr. 47893, arruolato 13° Regg.to Fanteria il 21.9.1914 trasferito al 268° il 4.10.1917 Negrello Ferruccio Umberto congedato il 14.9.1919 di Silvestro e Tobaldo Adelaide decorato con onorificenza di nato a Villa Estense, 1898, 27 maggio Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 coniugato con Panini Augusta 3 figli Montecchio Luigi attività: carrettiere res. in Via Fornasette di Sopra, 35 di Antonio e Buggin Filomena soldato 11° Regg.to bersaglieri nato a Monselice, 1888, 21 giugno alle armi 14.3.1917, riformato il coniugato con Naso Ilda 18.3.1918 per ferita al ginocchio della res. in Via Fornasette di Sopra, 33 gamba sinistra combattimento a decorato con onorificenza di quota 145 del 19.8.1917 Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 congedato 16.10.1918 decorato con onorificenza di Monterosso Sante Michele Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 di Andrea n. 1847 – falegname - e Poletto Antonia Regina Negrello Luigi nato a Villa Estense, 1876, 30 di Silvestro e Tobaldo Adelaide dicembre nato a Villa Estense, 1900, 31 agosto attività: calzolaio attività: carrettiere residente in Via Pandolfe, 8 matr. 27905 assegnato 8° Regg.to arruolato con la classe 1877 in Genio Lagunari il 18.4.1918 dicembre 1916 congedato il 21.9.1920

Morando Antonio Nibioletti Romano Giuseppe nato a Cologna Veneta nel 1887 di Ermete e Feltrin Alba Giuseppa coniugato con Pomini Augusta nato a Villa Estense, 1898, 2 gennaio 3 figli attività: bracciante congedato 3.4.1919 residente in Via Grompa di Sotto, 9 trasferito a Villa Estense 11.5.1919 decorato con onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 Muraro Marsilio di Stefano e Riedo Anna Olivo Luigi nato a Bevilacqua, 1897, 30 novembre di Giacomo e Falliva Maddalena residente in Via Este Lendinara, 35 nato a Castelbaldo, 1878, 17 ottobre

L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA coniugato con Rabacchin Maria soldato 81° Regg. Fanteria 3° Regg. Artiglieria da Fortezza ‘La congedato 18.5.1919. licenza di Maddalena’ convalescenza di gg. 60 il 24.5.1918 congedato 10.12.1918 non dipendente da causa di servizio

Ongaro Vittorio Cesarino Osti Giuseppe di Luigi e Prearo Pierina di Angelo e Guglielmon Catterina nato a Villa Estense, 1899, 12 febbraio nato a Villa Estense, 1882, 22 luglio attività: contadino soldato 2° Regg. Fanteria residente in Via Grompa di Sopra ‘Milano’matr. 7087 soldato 1° Regg. Fanteria il 28.9.1916 in licenza di convalescenza in attesa di riforma Ongaro Vittorio Pacchiega Gaetano di Angelo attività: contadino di Angelo e Quartesan Maria residente in Via Marzare, 25 nato a Villa Estense, 1887, 26 aprile soldato 24° Regg. Fanteria attività: contadino ferita all'avambraccio destro da soldato 157° Regg. Fanteria pallottola congedato 11.4.1919

Oppio Giovanni Antonio Pace Antonio di Angelo e Scarabotto Virginia di Federico e Gallana Brigida nato a Monselice, 1895, 14 luglio nato a Villa Estense, 1883, 19 maggio coniugato con Rizzato Mafalda attività: carrettiere residente in Via Cavour, 3 bersagliere 13° Regg. Bersaglieri ferito da scheggia Battaglione Complementare 6 a Brigata decorato con onorificenza di denunciato al Tribunale Militare di Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 Guerra del 18° Corpo d'Armata per diserzione in tempo di guerra per mancato rientro dalla licenza Osti Agostino ordinaria, nota del 28.7.1918 di Giacinto e Casotto Pasqua nato a Villa Estense, Pace Giovanni 1892, 24 settembre residente in Via Fornasette di Sotto, 8 di Albino e Vanzan Maria decorato con onorificenza di nato a Villa Estense, 1889, 27 ottobre Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 attività: falegname residente in Via Cesare Battisti, 4 8a Armata Reparto autonomo Osti Ettore congedato 12.7.1919 di Giacinto e Casotto Pasqua decorato con onorificenza di nato a Villa Estense, 1887, 24 agosto Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 attività: contadino 78

4. FERITI , CONGEDATI E RIFORMATI

Pace Luigi Pastorello Luigi di Federico e Gallana Brigida Antonio e Saccodiasi Adalgisa nato a Villa Estense, 1879, 10 marzo nato a Cravinhos (S. Paolo) Brasile, il riformato il 25.5.1915 1898, 31 marzo matr. 14575 arruolato nel 71° Regg. Fanteria il 12.3. 1917 – trasferito nel Padoan Guglielmo 66° Regg.to Fanteria il 16.8.1917 – di Amedeo e Argenton Amalia trasferito al 27° Regg. Fanteria il nato a Sant’Urbano, 1896, 24 giugno 13.3.1919 coniugato con Pegoraro Antonia congedato 14.10.1920 residente in Via Arboncelli, 9 Trasferito a Chiavazza (Biella) il decorato con onorificenza di 17.8.1938. Padre della partigiana Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 Pastorello Nella trucidata dai nazi- fascisti a Rassa il 13 marzo 1944

Paiarin Carisio Pastorello Mosè di Giobatta – bovaio – e Trevisan Lucia di Giuseppe Primo – invalido - e nato a Vighizzolo d'Este, 1890, 6 Garzon Elisabetta maggio nato a Mococa circ. di Cravinchos – attività: bovaio San Paolo (Brasile), 1897, 13 febbraio residente in Via Valle, 18 attività: muratore soldato 88° Regg. Fanteria alle armi il soldato 255° Regg. Fanteria 24.5.1914 alle armi il 23.10.1916 licenziato per ferita in guerra alla congedato il 15.4.1919 per ferite mano destra 1.4.1918 (1.12.1917) riportate in guerra al braccio sinistro paralisi a 3° radiale

Palombis Valentino Pavan Domenico nato a Cavasso Nuovo (PN) soldato di Antonio e Imperati Lorenza premio smobilitazione nato a Villa Estense, 1881, 12 aprile coniugato con Bertuolo Elide Concetta Pastorello Federico caporal maggiore Mitraglieri Fiat 58° Regg. Fanteria ‘Brescia’ pacco vestiario congedato gennaio 1919

Pastorello Giuseppe Pavan Giovanni di Antonio e Saccodiasi Adalgisa di Girolamo e Capello Rosa nato a Mococa circ. di Cravinchos – nato a Villa Estense, 1880, 11 San Paolo (Brasile), 1896, 5 giugno settembre soldato 71° Regg. Fanteria Venezia coniugato con Malagoli Carolina congedato 20.12.1919 attività: villico

L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA caporale 52° Regg. Fanteria Pavan Valentino detto Vittorio congedato 18.12.1918 di Pietro e Rosa Maria Nel 1900 dichiarato renitente alla nato a Villa Estense, 1884, 4 maggio leva, ‘dicesi sia in Austria’ . La famiglia attività: agricoltore si era trasferita nel 1917 dal Comune caporale 2° Regg. Art. Pesante 22° di Castenedolo (BS). Gruppo Cannoni da 105, 65 a Batteria congedato 6.1.1919 da Zona di Guerra Pavan Luigi di Girolamo e Capello Rosa Pegoraro Albano nato a Villa Estense, 1882, 21 febbraio di Antonio e Zanon Maria Irene 3° Autoreparto Comando matr. 12751 nato a Villa Estense, 1890, 19 congedato 1.2.1919 settembre coniugato con Allegri Maria Pavan Napoleone soldato alle armi 16.5.1917 di Attilio e Rinaldo Emma nato a Villa Estense, 1887, 23 aprile Pegoraro Augusto sergente 327° Compagnia Prigionieri di Antonio e Ponzato Rosa Lavoratori matr. 19868 distaccamento nato a Pozzonovo, 1899, 3 giugno di Dolci (VR) attività: contadino alle armi 6.11.1915 residente in Via Grompa di Sotto congedato 7.4.1919 soldato 36° Regg. Fanteria

Pavan Pietro Pegoraro Pietro di Germano e Gallana Riccarda di Antonio e Zanon Maria Irene nato a Villa Estense, 1891, 8 agosto nato a Villa Estense, 1893, 24 maggio attività: contadino attività: bracciante soldato magazzino disinfezione e 54° Regg. Fanteria riattamenti V.E. Udine congedato 6.9.1919 congedato 21.8.1919

Pavan Riccardo Penon Arturo Giovanni di Luciano e Zordan Giuseppa di Angelo e Rossi Margherita nato a Villa Estense, 1900, 23 maggio nato a Este, 1893, 24 luglio attività: contadino coniugato con Zanellato Pierina Comando Dep. 73° Regg.to Artiglieria residente in Via Grompa, 20 ‘Lecco’ Guardia Legione Territ. Regia Guardia Finanza Firenze – Comando Circolo ‘Ancona’ Peruffo Cecilio Silvio congedato 10.9.1919 nato a Trissino, 17.11.1882 residente in Via Arzaron, 21

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4. FERITI , CONGEDATI E RIFORMATI decorato con onorificenza di nato a Villa Estense, 1896, 2 agosto Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 coniugato con Sigolo Giuseppina (Bianconi Angelica) 4 figli Peruffo Luigi arruolato 28° Regg.to Artiglieria nato a Trissino, 1879, 8 dicembre Campagna il 18.11.1915, poi al 22° residente in Via Argine Valgrande, 11 Artiglieria 22.11.1915, 8° Regg. decorato con onorificenza di Fortezza 639 a Batteria d'assedio Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 matr. 8204 congedato 22.12.1919

Piazzon Antonio Pieressa Silvio di Vittorio e Mattiello Elisa nato a Sovizzo, 1898, 17 gennaio di Beniamino e Modena Antonia residente in Via Grompa di Sotto, 3 nato a Villa Estense, 1894, 14 matr. 4261, novembre arruolato 20° Regg. Artigl. il 3.3.1917 attività: contadino congedato 8.1.1920 residente in Via Bortolina decorato con onorificenza di matr. 48044 arruolato nel 82° Regg. Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 Fanteria il 10.9.1914, trasferito al 279° Regg. Fanteria il 8.7.1917 congedato 27.9.1919. Pieressa Augusto Con nota del 3.1.1918 il 278° Regg. di Giovanni e Zordan Regina Fanteria Zona di Guerra comunica nato a Villa Estense, 1890, 9 ottobre che il soldato disertore Pierezza Silvio attività: contadino è passato al carcere militare il residente in Via Este Lendinara, 11 29.12.1917. Il processo a suo carico fu matr. 35369 arruolato 13° Regg. archiviato Fanteria 8.5.1915 decorato con onorificenza di congedato 11.8.1919 Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 richiamato alle armi 4.1.1936 nella milizia D.I.C.A.T. Pignoletti Giovanni decorato con onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 di N.N. nato a Barbona, 1900, 10 settembre coniugato con Gallana Antonia Pieressa Lorenzo attività: falegname di Beniamino e Modena Antonia soldato 58° Regg. Fanteria nato a Villa Estense, congedato 1.3.1919, 1878, 15 novembre la famiglia si trasferisce a Este Pironato Pietro 29.9.1915 di Angelo e Zangrossi Antonia nato a Villa Estense, Pieressa Luigi Roberto 1895, 23 novembre di Giovanni e Zordan Regina Amabile attività: contadino

L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA residente in Via Grompa Preveato Ermenegildo Santo alle armi il 15.1.1915, licenziato di Andrea Giuseppe e Spigolon 30.3.1919 per inabilità permanente Angelica causata da ferita riportata in guerra nato a Villa Estense, 1899, 4 aprile residente in Via Borella, 2 Polato Sante Antonio decorato con onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 di Fausto e Sturaro Luigia nato a Solesino, 1894, 5 gennaio congedato 20.5.1919 Primolan Martino

di Domenico e Primolan Angelica Pomaro Egidio nato a Villa Estense, 1886, 13 ottobre attività: villico di Giovanni e Galantin Anna residente in Via Argine Valgrande, 23 nato a Este, 1888, 4 settembre renitente nel 1906 ‘ dicesi residente in residente in Via Marzare, 8 America’ , successivamente soldato 22 a matr. 30429 arruolato 38° Regg.to Sezione Sanità Fanteria il 28.4.1908 congedato 25.3.1919 congedato 15.8.1919 decorato con onorificenza di decorato con onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971

Promessi Eugenio Pozza Antonio Bellino di N.N. di Luigi e Dami Rosa nato a Ferrara nel 1885 nato a Sant’Urbano, 1875, 26 gennaio coniugato il 19.9.1915 a Villa Estense coniugato con Minella Amalia con Guerra Gemma Maria Margherita sergente Reparto Autonomo Distretto n. 29.9.1890 di Luigi e Pastorello Militare di Belluno Giulia Maria congedato nel 1919 muratore sergente 2° Regg. Genio Zappatori Preveato Cesare ricoverato il 17.6.1917 presso Ospedale Militare di Padova di Silvestro e Bazzan Filomena (Brusegana) per Psicosi alcoolica nato a Villa Estense, 1899, 6 settembre congedato 3.1.1919 attività: bracciante residente in Via Finale soldato 1° Regg. Fanteria il 20.6.1917, Quaglia Guido trasferito al 36° sez. Sanità il 4.2.1919, di Angelo e Segato Emilia matr. 21914 nato a Villa Estense, 1883, 30 marzo arruolato nell'Ospedale da Campo n. 16° Regg. Fanteria ricoverato al 0166 zona di guerra manicomio di Padova, riformato congedato 16.1.1920 26.3.1917. Richiamato sergente 2° Genio Zappatori congedato 16.1.1919

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4. FERITI , CONGEDATI E RIFORMATI

Quaglia Olimpio decorato con onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 di Angelo e Segato Emilia nato a Villa Estense, 1900, 15 luglio soldato 8° Regg. Fanteria Rolandi Virgilio congedato 8.3.1919 di Annibale e Canazza Francesca nato a Saletto, 1895, 9 ottobre Quaglia Sante coniugato con Boggian Afrodite attività: studente di Antonio e Baldon Isabella residente in Via Centro nato a Solesino, 1891, 23 luglio alle armi il 6.6.1915, licenziato il coniugato con Aldrigo Leonilde 14.12.1918 dall'Ospedale di Riserva di residente in Via Finale, 21 Milano - Centro fisioterapico - per decorato con onorificenza di ferita riportata in guerra Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971

Romito Beniamino Raffagnato Camillo di Francesco e Rizzo Emilia di Antonio e Teritan Angela nato a Villa Estense, 1896, 1 novembre nato a Villa Estense, 1890, 3 novembre attività: bracciante attività: sarto residente in Via Fornasette, soldato 149° Regg. Fanteria poi via Milanin, 2 congedato 15.8.1919 matr. 8208, arruolato 27° Regg.to Fanteria il 25.11.1915, trasferito al 123° Raimondo Natale Fanteria il 18.10.1918, trasferito al 229° Fanteria il 23.12.1919 di Mosè e Gioacchin Antonia congedato 23.12.1919 nato a Villa Estense, 1876, 17 giugno decorato con onorificenza di attività: villico Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971

Rizzieri Ferruccio Alberto Rosa Luigi Antonio chiamato di Luigi Giuseppe e Bolzonella Attilia Antonio nato a Granze di Vescovana, di Luigi e Pieressa Giuliana 1886, 11 novembre nato a Villa Estense, 1884, 23 luglio coniugato con Osti Elisa attività: villico soldato 74° Regg. Fanteria renitente nel 1904, ‘ dicesi in Germania’ , alle armi 12.11.1915 soldato Infermeria Quadrupedi di congedato 18.12.1918 Valli Mocenighe - Piacenza d'Adige (Già Bancole) Distretto Militare di Rizzo Giocondo Primo Firenze congedato 29.12.1918 di Giovanni e Zogno Giuseppina nato a Vescovana, 1886, 26 agosto residente in Via Milanin, 6 Rosin Angelo di Domenico e Gallana Maria

L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA nato a Villa Estense, 1874, 19 febbraio Rossin Silvio Achille attività: villico soldato riformato congedato 23.1.1918

Rosin Angelo di Luigi soldato Reparto Autonomo 2° Magazzino Viveri congedato 19.12.1918

Rosin Antonio di Massimiliano n. Sant’Urbano 1864 di Giuseppe – bottaio - e Bizzo dec. 10.09.1918 e Francescon Nice Antonia nato a San Bellino, 1897, 31 luglio nato a Villa Estense, 1878, 5 aprile tenente 2° Regg. Genio, 217 attività: bottaio Compagnia (leggi in altro capitolo il residente in Via Este – Lendinara suo diario di guerra ‘Scarpe al sole’) soldato Deposito Aviatori congedato il 5.12.1918 Salmistraro Galeazzo

di Giacomo e Bernardini Maddalena Rosin Giovanni nato a Monselice, 1898, 20 giugno di Tomaso – bottaio – e Verza Angela attività: bracciante a nato a Villa Estense, 1891, 20 giugno caporale, 1° Regg. Granatieri, 18 attività: bottaio Comp. Mitraglieri Bolzano, soldato 33° Regg. Fanteria matr. 714567 congedato 23.8.1919 premio congedo e pacco vestiario 30.4.1920

Rossetto Narciso Salvan Alvise di Bellino e Borile Elisabetta nato a Villa Estense, 1881, 6 marzo di Giuseppe – sarto - e Rizzato Maria 35° Regg. Fanteria nato a Villa Estense, 1881, 24 aprile congedato 27.12.1918 attività: sarto soldato richiamato la famiglia trasferisce la residenza a S. Michele al Tagliamento il 26.9.1915

Salvan Gregorio

di Sante e Corsato Antonia nato a Villa Estense, 1880, 2 maggio attività: villico

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4. FERITI , CONGEDATI E RIFORMATI soldato Compagnia 308 S. Zona di Sartore Giuseppe Guerra di Antonio e Dall’Angelo Amabile congedato 22.12.1918 nato a Villa Estense, 1892, 4 agosto attività: bracciante Samogizio Giordano residente in Via Cimitero Vecchio arruolato nella Guardia di Finanza di Giovanni e Lucchiari Antonia decorato con onorificenza di nato a Monselice, 1888, 29 settembre Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 coniugato con Zambon Adele soldato Legione Territ. R. Guardia di Finanza di Venezia Sartore Martino Antonio

di Albano e Ciliesa Angelica Sartore Angelo nato a Villa Estense, 1899, 24 aprile attività: contadino residente in Via Ancarani arruolato il 18.6.1917 nel 71° Regg. Fanteria matr. 19209 congedato 20.4.1920

Sartori Leone

di Vincenzo e Fornasiero Giuseppina nato a Este 1900, 19 aprile attività: contadino soldato 8° Regg. Fanteria di Antonio e Dall'Angelo Amabile congedato 11.3.1919 nato a Villa Estense, 1889, 10 agosto attività: contadino Scarparo Giovanni Battista residente in Via Ancarani, 9 arruolato 8.5.1915 soldato 162° Regg. di Giuseppe e Pomaro Elisa Fanteria, 4 a Compagnia nato a Vescovana, 1894, 14 dicembre ferita alla coscia sinistra da arma da coniugato con Bressan Vittoria fuoco nel combattimento di Bosco res. in Via Fornasette di Sopra, 39 1.7.1916 - prigioniero ricoverato a decorato con onorificenza di Mauthausen, rimpatriato 11.5.1917 e Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 inviato in degenza a ospedale militare S. Giuseppe di Monza per 20 dì, poi a Scavazza Primo ospedale mil. di Verona e uscito 15.7.1917. di Gaetano e Sinigaglia Matilde Trucidato dai tedeschi in ritirata il 27 nato a Cravinchos S. Paolo del Brasile, aprile 1943 dopo una colluttazione 1893, 20 settembre con alcuni soldati. attività: bracciante 27° Regg. Cavalleggeri ‘Aquila’ congedato 5.9.1919

L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA

Segato Arturo ferito in combattimento 17.8.1916 sul Col Bricone -Trentino - alla gamba di Elia fu Gaetano n. Villa Estense sinistra da pallottola di fucile 8.2.1864 e Vicenzetto Assunta nato a Villa Estense, 1891, 16 marzo residente in Via Arzarini, 5 poi Via Slanzi Umberto Finale di Luigi e Nardin Amalia soldato 58° Regg. Fanteria nato a Casa Branca (Brasile), 1895, 3 ferito il 16.8.1916 durante la presa di dicembre Gorizia attività: contadino congedato 7.4.1919 residente in Via Marzare, 23 decorato con onorificenza di matr. 263 arruolato nel 92° Regg.to Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 Fanteria il 20.1.1915, fatto prigioniero e trasferito dopo la prigionia al 57° Seno Evangelista Fanteria il 5.4.1919 congedato 30.10.1919 di Antonio e Bizzo Maria decorato con onorificenza di nato a Villa Estense, 1892, 20 Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 settembre soldato 81° Regg. Fanteria arruolato 9.11.1917 matr. 23558 Spigolon Aldo congedato 3.9.1919 di Luigi e Vicenzetto Elisabetta nato a Villa Estense, 1900, 28 luglio Sinigaglia Antonio matr. 5507 arruolato nel 232° Regg.to Fanteria il 18.4.1918 a Lecco di Agostino e Galuppo Rosa congedato il 15.11.1920 nato a Villa Estense, 1880, 9 agosto proposta per onorificenza di soldato 16° Regg. Artiglieria da Cavaliere di Vittorio Veneto Campagna congedato il 21.12.1918 Spigolon Alessio Giovanni Sinigaglia Cesare di Luigi e Tura Maria nato a Este, 1876, 8 dicembre di Nicolò e Sturaro Elena coniugato con Vanzelli Maria nato a Baone, 1884, 5 maggio soldato Centuria 1223 coniugato con Dall’O’ Giuseppina congedato 15.11.1918

Slanzi Silvio Spigolon Sante di Giuseppe e Milanin Maria di Santo e Bellamio Celestina nato a Vescovana, 1895, 4 giugno nato a Villa Estense, 1878, 23 ottobre residente in Via Pilastro, 20 residente in Via Grompa soldato 67° Regg. Fanteria "Como" soldato 83° Battaglione Milizia chiamato alle armi 18.1.1915 Territoriale congedato 19.11.1918

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4. FERITI , CONGEDATI E RIFORMATI

Spigolon Santo Emilio Stevanin Antonio di Luigi n. Villa Estense di Vincenzo e di Sante e Braggion Amabile Brustolin Giovanna nato a Villa Estense, 1894, 31 ottobre nato a Este, 1877, 21 maggio soldato 58° Regg. Fanteria arruolato il coniuge Faccio Angela 10.11.1914 matr. 4342 4 figli congedato 12.9.1919

Stecca Antonio Stevanin Giovanni di Vincenzo n. 1863 e Rossi Giustina di Pasquale e Zogno Regina n. 1850 nato a Villa Estense, 1883, 28 giugno nato a Barbona, 1889, 16 agosto Ia Armata Comando 315 a 58° Regg. Fanteria, medaglia di Compagnia B bronzo al Valor Militare congedato 24.12.1918 congedato 10.7.1919 Stevanin Virgilio Stecca Guglielmo di Angelo e Rosa Santa nato a Villa Estense, 1888, 1 agosto di Vincenzo n. 1863 e Rossi Giustina soldato 13° Regg. Bersaglieri matr. n. 1850 289(3)70 nato a Vescovana 1898, 18 giugno residente in Via Marzare, 7 soldato 43° Regg. Fanteria congelato 20.12.1916 al piede destro attività: calzolaio ricoverato ospedale da campo Montebelluna, ferito 20.9.1917 al Stellin Antonio Giuseppe ginocchio sinistro sotto Cima Cice (Trentino) di Angelo e Canevarolo Maria congedato 18.6.1919 nato a Villa Estense, 1888, 29 febbraio inabile coniugato con Baldoin Angela decorato con onorificenza di residente in Via Mottarelle Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 a a soldato 1 Armata 315 Compagnia (Vedi figura n.3 e n.4) "B" congedato 24.12.1918 Stino Augusto

di Tiburzio e Ronco Teresa Stellin Francesco Antonio Sant’Urbano, 1878, 24 maggio di Angelo e Bonato Maria attività: villico nato a Villa Estense, 1886, 9 marzo coniugato con Bertazzolo Erminia Tagliacollo Alberto attività: contadino di Domenico e Calocchio Maria soldato 8° Regg. Fanteria matr. 19392 nato a Villanova del Ghebbo, arruolato 9.11.1915 1897, 12 aprile congedato da Zona di Guerra arruolato 5.9.1916 nel 11° Regg.to 25.3.1919 e riarruolato nella Milizia di Fanteria 6 a Compagnia ‘Forlì’ fino al D. T.le A. T. 10.2.1917 quando passa al 255°

L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA

Fanteria Reparto Zappatori ‘ Zona di Tonon Martino Guerra’ fino al 4.9.1917. Il 20.9.1917 di Valentino e Vanzan Angela passa al 42° Regg.to Fanteria 4 a nato a Savaia Santa Rosa (Argentina) Compagnia ‘Zona di Guerra’ fino al 1893, 23 luglio 20.9.1918. Il 21.9.1918 passa al 71° attività: agricoltore, possidente Regg.to Fanteria 4 a Compagnia residente in Via Grompa di Sotto, 24 ‘Albania’ fino al 1.10.1919. Il arruolato 16.7.1916 nel I° Regg.to 12.10.1919 passa al 71° Fanteria 6 a Fanteria, passa al 115° Regg. Fanteria Compagnia ‘Meolo’ fino al 20.2.1920. 9a Compagnia il 15.2.1917, trasferito al Ottiene licenza di 60 gg. fino al 56° Regg.to Fanteria il 4.1.1918 matr. congedo. 46847 caporal maggiore ferito 19.8.1917 a Targa Cesare Merna (Slovenia) quota 86 alla spalla di Antonio e Battistini Eugenia sinistra da pallottola di fucile in nato a Sant’Urbano, 1898, 7 maggio combattimento soldato congedato 9.9.1919 decorato con onorificenza di Temporin Luigi Giovanni Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 Battista Toresan Innocente di Pietro e Legnaro Giovanna nato a Vo’, 1876, 23 giugno di Giuseppe e Cassanego Giuditta coniugato con Vanzelli Santina nato a Borso (TV), 1879, 7 agosto soldato Comando 1 a Armata soldato alle armi il 26.12.1916 congedato 15.11.1918 congedato 23.12.1918

Tobaldo Vincenzo Trambaiollo Augusto di Luigi e Zulato Teresa di Sante e Pulcheria Pediolo nato a Villa Estense, 1876, 16 luglio nato a Sant’Urbano, 1877, 3 luglio coniugato con Brajon (Braggion) residente in Via Finale, 72 Giuseppa 32 a Centuria soldato di cavalleria richiamato perduto occhio destro "il tutto La moglie si trasferisce da Cona (VE) completo" c/o Ditta Baraldo di Villa dal 31.10.1915 Estense quale mugnaio militarizzato 29.9.1918 Toniolo Emilio Travagin Ettore di Angelo e Longato Luigia nato a Villa Estense, 1885, 28 agosto di Egidio e Capello Maria Luigia attività: villico nato a Villa Estense, residente in Via Grompa di Sotto, 52 1892, 27 settembre matr. 24640 attività: contadino decorato con onorificenza di arruolato il 20.4.1916 nel 120° Regg.to Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 Fanteria matr. 41212, poi 3063

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4. FERITI , CONGEDATI E RIFORMATI

Centuria lavoratori prigionieri a nato a Villa Estense, 1878, 1 aprile Cavazzale (Vicenza) attività: fabbro congedato 28.8.1919 soldato 71° Regg. Fanteria di linea Venezia, militare impiegato presso officina d'industria privata Travagin Luigi di Egidio e Capello Maria Luigia Trevelin Davide nato a Villa Estense, 1889, 5 luglio attività: villico di Sante e N.N. soldato 2° Regg. Artiglieria da nato a Villa Estense, 1890, 15 agosto montagna matr.32056 congedato 17.7.1919 Trivilin Giovanni Enrichetto

di Luigi e Zamarco Maria Trentin Giacinto nato a Vighizzolo d’Este, di Antonio e Toffanin Regina 1888, 9 maggio nato a Villa Estense, 1887, 2 marzo coniugato con Rafagnato Arpalice coniugato con Spranghi Agnese Matilde soldato Soldato 36° Regg.to Fanteria ricoverato in ospedale da campo n.98 ‘Modena’ a Fasano del Garda congedato 6.4.1919 Turra Angelo

di Pasquale e Chiepperin Angela Trevisan Ferdinando nato a Villa Estense, 1894, 22 gennaio di Francesco e Antico Virginia attività: contadino nato a Baone, 1897, 9 febbraio arruolato 21.4.1915 al 33° Regg.to attività: cocchiere Fanteria matr. 9785 arruolato 10° Regg.to Bersaglieri 1.10.1916 Turra Giuseppe congedato il 14.4.1920 decorato con onorificenza di di Mansueto e De Poli Regina Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 nato a Villa Estense, 1889, 28 agosto Legione Territoriale Carabinieri di Milano Trevisan Luigi di Francesco e Antico Virginia Turra Giuseppe nato a Baone, 1900, 28 maggio attività: cocchiere di Pasquale e Chiepperin Angela carabiniere matr. 27915 leg. Terr. nato a Villa Estense, Carabinieri arruolato 20.3.1918 1897, 13 dicembre congedato 11.5.1922 attività: calzolaio residente in Via Marzare 914 a Compagnia Mitraglieri FIAT del Tridello Domenico 41° Regg.to Fanteria ‘Savona’ di Angelo e Fiocco Felicita Caserma Fortezza

L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA decorato con onorificenza di Viale Giobatta Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 di Eugenio e Bertazzolo Maria nato a Villa Estense, 1876, 19 Turra Pietro settembre attività: villico di Valentino e Serafin Beatrice soldato riformato 20.8.1915 nato a Villa Estense, 1879, 28 luglio sergente in forza all’Ospedale Militare di Tappa di Este – Direzione Sanità 9 a Vicenzetto Lodovico Armata. di Placido e Gobbetto Gioconda congedato 30.12.1918 nato a Villa Estense, 1879, 10 febbraio congedato il 6.10.1915 Vanzan Ismaele di Gervasio e Zamarco Maria Video Ermenegildo Benvenuto nato a Villa di Porto Ferreira - S. di Giovanni e Osto Regina Paolo (Brasile), 1896, 6 settembre nato a Villa Estense, 1897, 28 maggio attività: mattoniere 8° Regg.to Alpini ‘Udine’ residente in Via Finale, 15 arruolato 8° Regg.to Art. campagna 18.3.1917 Video Pierino congedato 28.12.1919 decorato con onorificenza di di Giovanni e Osto Regina Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 nato a Villa Estense, 1891, 25 dicembre riformato in luglio 1915 per causa di Venco Benedetto salute di Carlo e Dal Maso Speranza nato a Brendola, 1896, 21 settembre Vigato Giuseppe Girolamo caporale - arruolato nel 25° Regg.to Cavalleria Lancieri ‘Mantova’ a di Angelo e Boschetto Antonia Bologna il 22.11.1915, matr. 9533 nato a Carceri, 1882, 4 giugno congedato il 15.12.1919 coniugato con Guariento Florinda residente in Via Este Lendinara, 130 decorato con onorificenza di Venturin Vittorio Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 di Stefano e Braggion Fosca nato a Villa Estense, 1899, 9 settembre Vigato Augusto residente in Via Bortolina, 13 matr. 21918, arruolato nel 71° Regg.to di Celeste e Cucco Maria Fanteria il 18.6.1917, trasferito al 46° nato a Sant’Urbano, Fanteria ‘Cagliari’ l’11.1.1918 1894, 15 settembre congedato il 20.4.1920 arruolato 58° Regg.to Fanteria decorato con onorificenza di ‘Padova’ 1° Reparto Zappatori, Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 disperso nel ripiegamento del (vedi figura n.25) 26.10.1917, catturato il 24.10.1917,

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4. FERITI , CONGEDATI E RIFORMATI internato a Tagras – Mergè Zamarco Alfredo (Ungheria) da cui scrive alla famiglia il 20.5.1919.

Zago Giovanni di Luigi e Pajarin Maria nato a Sant’Urbano, 1887, 3 marzo coniugato con Soattin Elisa residente in Via Finale, 37 decorato con onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971

Zago Giovanni Battista di Eugenio e Businaro Luigia nato a Vighizzolo d’Este, 1890, 21 giugno attività: contadino di Prosdocimo e Trivellin Regina soldato 58° Regg. Fanteria nato a Villa Estense, 1891, 15 aprile arruolato 24.5.1915 matr 35329 attività: bracciante congedato 15.8.1919 residente in Via Borella, 4 matr. 2631 arruolato 58° Regg.to Fanteria il 24.5.1915 Zago Eugenio Filippo congedato 26.8.1919 di Eugenio e Businaro Luigia decorato con onorificenza di nato a Baone, 1886, 23 luglio Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 soldato 52° Regg. Fanteria matr. 24869, il 30.12.1918 presente alla Zambon Giuseppe Tranquillo compagnia e temporaneamente inabile alle fatiche di guerra. di Pacifico e Veronese Giuseppa congedato il 29.3.1919 nato a Monselice, 1881, 7 aprile coniugato con Bizzaro Celestina res. in Via Fornasette di Sotto, 11 proposta per onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto

Zammarco Luigi

di Pietro e Carrari Maria nato a Villa Estense, 1881, 12 settembre attività: villico residente in Via Finale, 34 soldato 35° Regg. Fanteria plotone 6° matr. 14490

L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA ferito in combattimento sul Carso Zanovello Luigi 29.5.1917 da scheggia di granata alla di Giovanni e Costantin Pasqua spalla sinistra mentre andava nato a Sant’Urbano, 1885, 9 ottobre all'assalto residente in Via Grompa, 26 congedato 30.1.1921 militare operaio in Stabilimento Industriale alle dipendenze dello Zammarco Mosè Clemente Stato congedato 16.3.1919 di Pasquale e Mazzon Giuseppa nato a Villa Estense, 1881, 21 novembre Zoggia Giobatta attività: carrettiere di Eugenio soldato 87° Regg. Fanteria - Siena nato, 1876 congedato 21.1.1918 congedato il 20.8.1915 perché riformato Zancanella Salvino di Modesto e Manzin Maria Zogno Enrico nato a Villa Estense, 1896, 10 luglio di Luigi e Chieregato Antonia attività: muratore nato a Este, 1891, 14 dicembre residente in Via Grompa di Sotto attività: bovaio 36° Regg. Fanteria, alle armi il soldato 58° Regg. Fanteria 15.1.1918, pacco vestiario, riformato ha prestato 12 mesi nel 1919 di dall'Ospedale Principale di Bologna il servizio in Colonia Tripolitania - 5.1.1919 premio smobilitazione e pacco decorato con onorificenza di vestiario Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 congedato 26.8.1919

Zandonà Luigi Clemente Zogno Ermenegildo di Valentino e Filippi Augusta di Antonio e Stevanin Natalina nato a Este, 1897, 14 aprile nato a Villa Estense, 1894, 14 coniugato con Pieressa Maria settembre residente in Via Este Lendinara, 100 attività: agricoltore decorato con onorificenza di residente in Via Ancarani, 9 Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 matr. 48050, arruolato 5° Regg.to Art. Fortezza 11.9.1914, trasferito al 3° Art. Zangrossi Nello Montagna il 7.8.1917 congedato il 13.10.1919 di Federico e Gagliardo Angela decorato con onorificenza di nato a Villa Estense, 1894, 3 ottobre Cavaliere di Vittorio Veneto nel 1971 attività: muratore congedato 1.3.1922 Zogno Giovanni di Luigi e Chieregato Antonia nato a Este, 16 giugno 1893

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4. FERITI , CONGEDATI E RIFORMATI coniugato con Bassan Maria attività: falegname attività: contadino 58° Regg. Fanteria, arruolato il residente in Via Grompa di Sotto 24.3.1904 nel 22° Regg.to Fanteria soldato 123° Regg. Fanteria matr. 17129 asportazione del dito pollice mano congedato 28.12.1918 sinistra dovuta a scheggia di granata ha prestato servizio in Libia Zordan Luigi (Tripolitania) in Artiglieria nel 1919 (doc. busta I guerra mondiale – di Antonio e Venturin Virginia fascicolo domande premi di nato a Este, 1875, 28 luglio smobilitazione) coniugato con 4 figli dispensato per famiglia numerosa Zogno Sante di Antonio e Stevanin Natalina Zordan Mansueto nato a Villa Estense, 1897, 21 marzo di Giulio e Rinaldo Amalia matr. 9787 arruolato 29° Regg.to nato a Villa Estense, 1896, 18 Artiglieria Treno Verona il 21.9.1916 settembre congedato 20.2.1920 richiamato il 22.11.1915 sergente 201° Regg. Fanteria S. Daniele del Carso Zordan Domenico matr. 75215 di Giulio e Rinaldo Amalia congedato 20.12.1919 nato a Villa Estense, 1892, 8 aprile attività: agricoltore Zordan Tommaso 3° Regg. Artiglieria da Fortezza congedato 5.9.1919 soldato servizio a Salonicco, imbarcato per il ritorno su piroscafo Cleopatra. Zordan Evangelista congedato 27.4.1919 di Giulio e Rinaldo Amalia nato a Villa Estense, 1883, 9 gennaio

5. Famiglie in guerra

In questo paragrafo figurano le famiglie che hanno dato più figli alla Patria. Non sono indicate le famiglie che hanno visto partecipare due membri entrambi sopravvissuti alla guerra.

BISCARO FRANCESCO e BISCARO POMPILIA 3 figli: A NTONIO , GIUSEPPE e VITTORIO;

BRAGGION GIOVANNI e BOTTARO GIUDITTA 2 figli: L UIGI (caduto) e P IETRO;

BRAGGION SILVESTRO e SARTORE GENOVEFFA 2 figli: A RCISO (caduto) e VIRGILIO ;

BRUGIN ANTONIO e GIAVAROTTO EUGENIA 2 figli: M ICHELE ARCISO (caduto) e ANGELO ;

BUSATO GIUSEPPE e FORCATO MARIA 2 figli: F RANCESCO e LUIGI (caduto);

BUSINARO FEDERICO e BUSINARO PETRONILLA 2 figli: G IULIO (caduto) e R OMANO (caduto);

CARRARA FERDINANDO e BRAGGION GIUSEPPA 2 figli: A CHILLE e RICCARDO (caduto);

CASARO LUIGI e DALL ’ANGELO SANTA LUCIA 2 figli: I DO (caduto) e PARIS (caduto);

CASTELLIN ANGELO e BERTO GIOVANNA 4 figli: A CHILLE , ANTONIO (caduto), GIULIO (caduto) e SILVIO;

CUCCOLO ANTONIO e GAFFEO CLORINDA 2 figli: C ARISIO (caduto) e P OMPILIO ;

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L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA

CUSIN LUIGI e MURARO SANTA 3 figli: L UCIANO , RODOLFO e VITTORIO (caduto);

FORNASIERO EUGENIO e MARCHIORO CECILIA 3 figli: A NASTASIO , AUGUSTO e ROMANO ;

GALANTE GIACOMO e SENO FRANCESCA 3 figli: F EDERICO , LUIGI e VINCENZO ;

MAGON ANTONIO e BERTO GIOCONDA 2 figli: G UERRINO e LUIGI (caduto);

MARCHIORO BERNARDO e GALLANA AMABILE 2 figli: E TTORE (caduto) e R ODOLFO (caduto);

MARTINELLO FORTUNATO e RINALDO ELISABETTA 5 figli: D IONISIO, ELIO COSTANTE (caduto), EVARISTO , ROMUALDO e UGO PIETRO ;

MERLIN MASSIMILIANO e RAIMONDO REGINA 5 figli: F ORTUNATO , FRANCESCO , GIOVANNI BATTISTA , GIUSEPPE (morto a Gaeta nel reclusorio militare) e TOBIA ;

PACCHIEGA ANGELO e QUARTESAN MARIA 2 figli: G AETANO e PASQUALE (caduto);

PIERESSA BENIAMINO e MODENA ANTONIA 3 figli: F EDERICO (caduto), L ORENZO e SILVIO;

PREVEATO ANDREA GIUSEPPE e SPIGOLON ANGELICA 2 figli: A NGELO (caduto) e E RMENEGILDO ;

QUAGLIA ANGELO e SEGATO EMILIA 3 figli: F RANCESCO (caduto), G UIDO e OLIMPIO ;

RIZZO ANGELO e MASIERO MARIA TERESA 2 figli: C OSTANTINO (caduto) e E MILIO (caduto);

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5. FAMIGLIE IN GUERRA

ROSA LUIGI e PIERESSA GIULIANA 2 figli: G IOVANNI AUGUSTO (caduto) e L UIGI ANTONIO ;

SEGATO ELIA e VICENZETTO ASSUNTA 2 figli: A RTURO e ORAZIO (caduto);

SPIGOLON LUIGI e VICENZETTO ELISABETTA 2 figli: A LDO e GIUSEPPE (caduto);

STECCA VINCENZO e ROSSI GIUSTINA 3 figli: A NTONIO , GUGLIELMO e NARCISO (caduto);

STELLIN ANGELO e CANEVAROLO MARIA MADDALENA 3 figli: A NTONIO GIUSEPPE , AUGUSTO (caduto) e GIOVANNI (caduto);

STEVANIN ANGELO e ROSA SANTA 2 figli: G IOVANNI (caduto) e V IRGILIO ;

STINO TIBURZIO e RONCO TERESA 2 figli: A UGUSTO e BENVENUTO (caduto);

TORRESAN GIUSEPPE e CASSANEDO GIUDITTA IMELDA 2 figli: I NNOCENTE e ANGELO (caduto);

TRAVAGLIA GIOVANNI e CESTARI FILOMENA 2 figli: I GNAZIO (caduto) e PIETRO (caduto);

VENTURIN STEFANO e BRAGGION FOSCA 2 figli: A NGELO (caduto) e V ITTORIO;

ZAMMARCO PROSDOCIMO e MAZZON GIUSEPPA 2 figli: V IRGILIO (caduto) e M OSÉ CLEMENTE ;

ZANCANELLA MODESTO E MANZIN MARIA 2 figli: A NGELO (caduto) e S ALVINO ;

ZANOVELLO GIOVANNI E COSTANTIN PASQUA 2 figli: L EONE ANTONIO (caduto) e LUIGI ;

L’ ULTIMA GUERRA RISORGIMENTALE : LA GRANDE GUERRA

ZORDAN GIULIO e RINALDO AMALIA 4 figli: D OMENICO , EVANGELISTA , MANSUETO e ULISSE (caduto);

ZOVI MASSIMINO e SPAGNOLO GERTRUDE 2 figli: A LBINO (caduto) e GIACINTO (caduto)

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Scarpe al sole

1. La grande guerra, diario di Silvio Rossin

(Ndr. Scritto in terza persona con lo pseudonimo di "Filippo") Tre anni ancora lo separavano dalla normale chiamata alle armi; forse bruciando le tappe a finire l’Istituto Tecnico ce l’avrebbe fatta, perché le materie professionali le conosceva, di costruzioni ne sapeva qualcosa; era soltanto digiuno di matematica attuariale. Ma gli eventi precipitavano, si rincorrevano a catena le dichiarazioni di guerra e le operazioni cominciarono. La Serbia aveva delle rivendicazioni liberatorie contro l’Austria, questa invece intendeva fagocitarla. Bastava pensare al casus belli per capire che la ragione del conflitto era un pretesto di marca medioevale. Così dicasi della Germania, straripante di potenza, contro la Francia e l’Inghilterra. La piccola Italia, alleata degli Austro-Tedeschi, fu lasciata neutrale, ma quelli sapevano benissimo cosa bolliva nella sua pentola. Nella Triplice Intesa l’Italia era sospettata infedele per motivi storici; l’alleanza risultava un giochetto a carte scoperte perché le giuste rivendicazioni dell’Italia non erano ignote a nessuno. Infatti uscì tosto dal patto e passò dall’altra parte, con gli Alleati che, nella strategia degli equilibri facevano da contro peso agli Imperi centrali. Quasi un anno alla finestra per prepararci alla guerra guerreggiata non bastò a capirla, perché infatti l’Italia finì coll’entrarvi impreparata o quasi. Il movimento interventista dilagava per tutta la Penisola, tranne qualche centro industriale e qualche circolo di strane manovre politiche che mirava a mercanteggiare la nostra

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SCARPE AL SOLE neutralità. Sarebbe stata una vana illusione credere di poterci avvantaggiare a sbafo; alla fine del conflitto, comunque si fosse concluso, l’Italia si sarebbe trovata peggio di prima; era chiaro che, in ogni caso, sarebbe stata castigata. Gli eventi bellici intanto si pronunciavano favorevoli agli Austro-Ungarici; il Belgio scavalcato ed i Francesi con i Tedeschi in casa. Si parlava già di guerra lampo e Filippo, ormai giovane, tremava per una soluzione favorevole all’Intesa; chissà a quale castigo, in tal caso, l’Italia sarebbe andata incontro. Forse il ritorno al Quarantotto! Frattanto le stragi sui campi di battaglia erano paurose; due nuove armi, l’aerea e la chimica, erano entrate tragicamente in funzione. Pareva ormai trattarsi di vita o morte per entrambe le parti. Giunse la primavera del quindici; la mobilitazione si sentiva nell’aria e dopo il discorso di maggio, tenuto da D’Annunzio a Quarto, si capì che l’intervento era imminente. Il ventiquattro maggio millenovecentoquindici l’Italia ruppe gl’indugi schierandosi a fianco degli Alleati, e nel primo bollettino di guerra si parlò subito di “sante fucilate”. I soldati partivano cantando, i più giovani accorrevano alle armi come andassero ad una partita sportiva, nonostante che il Re, nel suo proclama, ammonisse giustamente che la guerra sarebbe stata lunga e difficile, contro uno degli eserciti più potenti del mondo. Lo Stato Maggiore Italiano invece, la prese alla leggera perché il tempo per prepararci meglio l’avrebbe avuto, cosicché le nostre truppe male armate ed equipaggiate, affrontarono baldanzosamente il nemico come nelle grandi manovre di pace, in cui però è assente la morte. Preparato era solo lo spirito del popolo italiano; vecchi compagni di scuola, più anziani erano partiti e qualcuno di loro rientrato in breve permesso e ferito, narrava cose incredibili. Assalti degli italiani con le sciabole luccicanti ed i galloni dorati sulle divise nere, cariche contro i reticolati, armi

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1. LA GRANDE GUERRA , DIARIO DI SILVIO ROSSIN automatiche e cannoni antiquati, e ponti di cadaveri per balzi in avanti di poche decine di metri. Soffriva a tali notizie Filippo, e si sentiva toccato a fondo nel suo orgoglio d’italiano, ma lo confortava il valore dei nostri intrepidi soldati. Infatti ovunque si combatteva oltre il confine, salvo il fronte carnico, fermi però davanti alle cinture fortificate munitissime che gli Austriaci avevano predisposto in tutto l’arco del fronte. Poi puntava le bandierine sulla carta ad ogni bollettino di guerra e s’accorgeva che oscillava sulle posizioni raggiunte col primo balzo. Il conflitto era irrigidito ormai nella guerra di posizione. L’inverno fu durissimo per le truppe male equipaggiate; reparti che rendevano erano trattenuti nelle trincee ed aggrappati ai ghiacciai; reparti che davano meno affidamento venivano arretrati. Ciò produsse qualche sporadico ammutinamento che sarebbe certo stato evitato con una condotta tattica più regolare. Soldati come quelli meritavano tutto il rispetto, per la loro sobrietà ed il coraggio. Giunse febbraio del 16 e Filippo fu chiamato alla visita militare; nel timore di essere fatto rivedibile per scarsità toracica, tenne sollevato il petto e fu fatto idoneo al servizio incondizionato. L’offensiva austriaca sui Sette Comuni, la cosiddetta Strafe- expedition, per poco non liquidò l’Italia; la classe del novantasei sopraggiunta fresca, fermò il nemico sul ciglione e contribuì a respingerlo. Il Cengio ed il Cimone tennero e contennero l’assalto. Guai se gli Austriaci fossero calati su Vicenza! Per l’Italia sarebbe stata certo la fine e Filippo non sarebbe arrivato in tempo per partecipare al grande cimento. A luglio del millenovecentosedici fu chiamato alle armi. Suo padre, vecchio soldato, orgoglioso delle nostre prodezze su tutti i fronti, lo abbracciò commosso raccomandandogli tutto il

SCARPE AL SOLE suo dovere; sua madre, che non aveva mai visto piangere, scoppiò in lacrime. Raccolti i pochi effetti che aveva ed i titoli per l’eventuale corso allievi ufficiali, partì con il cuore che gli saltava in petto e felice di fare il soldato. Completava così la terna, già i due fratellastri erano al fronte; e spedito rapidamente dal Distretto per Casale Monferrato, la sera stessa entrava nella Caserma del Secondo Reggimento Genio. A mezza strada salì, recluta del ’97 come Filippo, anche lui studente, un altro giovane assegnato al suo reggimento e poi destinato alla sua stessa compagnia. Da quel giorno restarono sempre insieme, dividendo servizi e pericoli fino a Caporetto. L’uniforme di campagna l’indossò alcuni giorni dopo e l’istruzione ebbe inizio più avanti con l’arrivo degli Ufficiali e Sottufficiali dal fronte, in avvicendamento, dai quali ebbe notizie dal vivo sulla dura vita in trincea ed il grande spirito di sacrificio per resistervi. Questo primo periodo del servizio fu abbastanza impegnativo; le istruzioni generiche per tutti i soldati, poi quelle speciali del Genio artieri con sezione da ponte. Egli faceva parte del gruppetto studenti qualificati per il corso allievi ufficiali, che avrebbe avuto inizio più avanti, forse presso l’Armata in campo. Frattanto gli affidavano qualche incarico cosiddetto speciale, ma sempre era recluta di compagnia, comandato a tutti i servizi. I suoi attrezzi portatili in dotazione personale, furono il segaccio e la piccozza da boscaiolo. Dopo cinque mesi di permanenza a Casale Monferrato, e cioè verso metà gennaio 1917, la sua compagnia partì per la guerra diretta a Brescia e quindi in Val Sabbia, sostando una giornata a Vestone. Da Vestone proseguì a piedi fino a Storo e Laghi d’Ampola; da qui salì al Tremalzo per accamparsi a quota 1500.

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1. LA GRANDE GUERRA , DIARIO DI SILVIO ROSSIN

Il compito della compagnia era la costruzione d’una strada a mezza costa per far passare un gruppo di obici contro le posizioni nemiche di Val di Ledro, di fronte a Cima d’Oro. Fu il primo fronte ed il battesimo del fuoco da cannonate che battevano il suo settore. Quell’anno fu un inverno freddissimo; una goccia di caffè bollente che cadesse sulla casacca, gelava all’istante. Infatti le baracche che occupò la compagnia furono coperte dalla neve caduta in una sola notte, tanto che il mattino si trovò completamente sepolta senza la possibilità di uscita. Soltanto verso il mezzogiorno fu liberata mentre sorvolava un ricognitore austriaco che pareva una libellula gialla con croce nera sotto le ali. La contraerea si mise subito in azione, ma l’aereo che volava altissimo entrava e usciva dai fiocchi bianchi degli scoppi che evidentemente non lo colpivano. Un vero spettacolo di pirotecnica che dal suo posto di osservazione Filippo controllava perfettamente. La mattina seguente la compagnia ebbe il primo ferito, per sua sbadataggine, nonostante le raccomandazioni del sergente che, per vecchia esperienza, sapeva benissimo quale rischio comportasse il passaggio da un punto obbligato. Si trattava infatti di passare distanziati e strisciando da Passo Nota, puntato da un “cecchino”, incanalarsi prontamente nella tortuosa trincea di neve sul fianco della montagna e scivolare, seduti sul badile che ognuno portava, sino quasi in fondo valle. I soldati si guidavano benissimo nella scivolata con lo stesso manico del badile fra le gambe, giungendo al posto di lavoro inosservati. La magnifica discesa per oltre un chilometro, la consideravano il premio del lavoro. Il suo amico e lui furono incaricati del tracciato e della pendenza obbligata relativi alla strada da costruire. Il lavoro si svolse abbastanza tranquillo e senza perdite, nel tempo di un mese, dopodiché la compagnia fu spostata in Vallarsa, precisamente nel settore del Monte Corno, dove cadde prigioniero Cesare Battisti.

SCARPE AL SOLE

Lo spostamento fu lungo e disagevole; dal Tremalzo la compagnia scese a piedi fino a Vestone, da qui in treno sino a Vicenza e Schio dove pernottò sulla paglia nel teatro. Da Schio, il mattino seguente, carichi di tutto l’equipaggiamento individuale da campo e sotto la pioggia che salendo si tramutava in neve, i soldati partirono a piedi diretti a Raossi in Vallarsa attraverso il Passo delle piccole Dolomiti. Giunti a destinazione la sera stessa, pernottarono in tenda, appollaiati su tre sassi onde evitare l’acqua che scorreva loro di sotto. Fu una notte d’inferno quella notte, ovviamente in bianco; stremati e bagnati fradici, storditi dal cannone che non smetteva di picchiare sul ciglione dolomitico, che per fortuna li proteggeva. Dopo dieci giorni di attesa per l’impiego, come in Val di Ledro, giunse l’ordine di spostamento sul Carso, dov’era in corso un’offensiva. Stavolta il tragitto fu più veloce, in buona parte trasportati fino a Presina sul Brenta, dove sostarono qualche giorno, forse per un cambio di destinazione; che poi invece non si verificò. Sul Carso la compagnia giunse in pieno maggio, salendo da Fogliano presso Sagrado. A destra del San Michele la zona apparve tristemente punteggiata di scarpe al sole, cioè di morti appena coperti da poca ghiaia, caduti durante il primo attacco nemico con i gas asfissianti. Fino al vallone di Doberdò, dove la compagnia si accampò fra i ruderi di Paljkisce, il percorso era quasi tutto mascherato da graticci e festoni, prudenza non trascurata della guerra di posizione. Qualche colpo di grosso calibro sibilava alto, forse diretto al crocevia di Sagrado o di Villa Vicentina. Filippo si sistemò, o per meglio dire, si rintanò con il suo amico accanto al Comando della Compagnia, in attesa degli ordini che la sera stessa il furiere gli comunicò, affidandogli un gruppo perforatore che doveva trascinare con l’aiuto di altri compagni fino a Nova Vas presso Oppacchiasella.

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1. LA GRANDE GUERRA , DIARIO DI SILVIO ROSSIN

Fu la prima notte di lavoro da mina, in presenza del nemico, per cui bisognava agire con la massima cautela arrestandosi ad ogni razzo cui seguivano rabbiosi duelli di artiglieria e mitragliere. Il caricamento dei petardi era l’operazione più delicata, perché si doveva eseguire alle prime luci del mattino, distendendo le micce in maniera di prendersi il tempo necessario per l’opportuno allontanamento dagli scoppi che ovviamente richiamavano il fuoco nemico. L’offensiva per la Bainsizza ebbe il diversivo nel settore del Veliki all’estrema sinistra del fronte carsico, dove la compagnia fu impiegata per prolungare un camminamento in roccia. Il bombardamento da ambo le parti continuava ininterrotto da qualche giorno e fu seguito da assalti e contrassalti delle fanterie, che tenevano quelle posizioni. Salvarsi sul Carso in quelle circostanze terribili, più che un problema era un caso di fortuna. Una notte Filippo e l’amico furono comandati ad aprire due varchi nei reticolati di prima linea, verso Castagnevizza. Usciti dalla trincea procedettero strisciando senza mai alzare il capo, fino al punto prefisso e riuscirono nel compito nonostante le granate da 35 che li sfioravano appena. I bottoni della casacca e della cintura saltarono tutti! La distruzione dei reticolati nemici, invece la operavano le bombarde, comparse nell’azione da qualche tempo; non più quindi il mortale pericolo di piazzarvi sotto i tubi di gelatina, inizialmente competenza tecnica delle truppe del Genio. Le bombarde erano grossi tubi d’acciaio, corti come mortai, che lanciavano bombe a governale simili a quelle sganciate dagli aerei. La loro traiettoria si poteva seguire benissimo ad occhio nudo. Gli scoppi erano tremendi, laceranti. L’offensiva sferrata nell’arco dal Veliki all’Hermada, in concomitanza con quella del Bainsizza, avanzò abbastanza; in certi punti gli avamposti si erano portati a venti metri più o meno dalle trincee nemiche. Si udivano infatti nitidi i colpi di

SCARPE AL SOLE tosse. In certi altri punti causa avvallamenti od ampie doline, specie verso Sele e Versic, la prima linea correva invece a qualche centinaio di metri, lasciando perciò interposta la cosiddetta terra di nessuno, per modo di dire, perché la notte era percorsa da pattuglie in avanscoperta. I soldati che lavoravano a ridosso delle primissime posizioni, erano chiamati “imboscati”; bastavano pochi metri a tergo perché i difensori della linea li considerassero tali. Figuriamoci quelli indietro nella zona di guerra, o peggio ancora coloro che lavoravano a preparare materiale bellico. Per tale ragione incrociandosi nei cambi non bisognava scambiare parola, neppure di saluto od augurio, perché gli uomini che andavano a riposo o per disinfestarsi, dopo mesi e mesi di trincea, evidentemente non avevano più i nervi a segno e poteva accadere qualche incidente. Fu la prima raccomandazione del Capitano salendo sul Tremalzo. La guerra di posizione, logorante come la 15/18, se risparmiava fortunosamente la vita non lasciava indenni i nervi, forse per tutta la vita. Una notte la compagnia fu comandata di corvèe per liberare dai morti camminamenti e trincee occupati; con telo tenda si buttavano fuori allo scoperto. Certo non era possibile recuperarli pietosamente, perché porre in vista una sola mano significava perderla. Improvvise raffiche di mitraglia seguite da cannonate avrebbero posto in pericolo tutto il settore. Bisognava stare sempre rintanati, specie durante le offensive o contrattacchi; l’azione della Bainsizza mosse infatti tutto il fronte per una vera e spietata caccia all’uomo. Le pattuglie che uscivano nell’oscurità approfittando dei brevi silenzi, dovevano fare attenzione al minimo rumore, cui seguiva subito il bengalone, e rimanere fermi immobili dove si trovavano, simulando magari alberi smozzicati o spuntoni di roccia. Toccò anche a Filippo ed al suo inseparabile compagno, ormai minatori provetti, di uscire allo scoperto nella terra di

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1. LA GRANDE GUERRA , DIARIO DI SILVIO ROSSIN nessuno per verificare delle bombole nemiche segnalate in una dolina. L’andata, sempre strisciando, non fu malvagia; calmi calmi nel silenzio arrivarono. Erano oltre un centinaio di bombole d’ossigeno, forse per saldare i tubi per il lancio di gas, come avvenne l’anno prima sul San Michele e a San Martino del Carso, con la perdita, dicevano, di oltre quindicimila uomini. Al ritorno s’imbatté in un cadavere, gonfio come un pallone, che cadendovi sopra gli soffiò in faccia il suo fetore. Dall’impressione gli si rivoltò l’intestino con le conseguenze immaginabili. La missione dunque riuscì, ma con quale rischio se incontrava una pattuglia nemica ed era scorto! Quando si vive per mesi e mesi sul filo della morte, storditi da bombardamenti, rintanati come belve, sudici e spiati dal nemico, si è già al di là del muro della paura ed entrati, direi, nell’inconscio. Tanto valeva vivere o morire, indifferentemente; così si spiegherebbe forse lo stato psico-mentale di chi usciva dalla trincea e andava all’assalto. In seguito, per la capacità di topografi che possedevano, Filippo e l’amico ebbero l’incarico di far saltare a distanza alcune postazioni di mitragliatrici nemiche, servendosi della perforatrice “diamanti”, con cui ricavavano a distanza il fornello da mina sotto la trincea nemica. Si trattava di corone di diamanti applicate in testa ad un tubo allungabile che girava a mezzo di un mulinello che spingeva pure l’acqua di lavaggio. La macchina era silenziosissima e se le misure erano prese bene ed i calcoli esatti, il nido saltava. Dopo erano dolori! Si svegliava il finimondo. Nella buca in roccia preparata prima c’era la salvezza. Il lavoro da mina per approfondire camminamenti e scavare gallerie a ferro di cavallo sotto la linea e nelle doline, era meno esposto. Bisognava però stare molto all’erta anche durante le rarissime pause; il silenzio poteva preludere l’agguato e la sorpresa. Ogni mattina mancava qualcuno all’appello. Una

SCARPE AL SOLE notte fatale una granata s’infilò nel tratto di camminamento fra due greche, dove la compagnia s’era posta al riparo durante un nutrito duello d’artiglieria. Undici morti ed una trentina di feriti fu il doloroso bilancio, per cui il reparto risultò decimato. Per combinazione Filippo e l’amico stavano al di là della traversa. Le incursioni aeree nemiche anche a bassa quota durante le azioni, battevano il vallone dove stavano i comandi fino al battaglione ed i rincalzi. Alla vista degli aerei, da più parti si levavano invocazioni alla caccia che non tardava a sopraggiungere; immancabile un coraggiosissimo aviatore calabrese conosciuto a vista, che volteggiando come una rondine disperdeva sempre la formazione avversaria. Per la verità i nostri trionfavano sempre, e qualche caccia nemico ci lasciava le penne. "Non più un terzo inverno in trincea ", manifestarono operai e donne a Torino, con i moti d’agosto 1917; volantini e cartoline giunsero anche al fronte a deprimere ovviamente lo spirito combattivo. Filippo ora si rammarica di non avere conservato qualcosa di quella triste propaganda. Frattanto gli giunse la chiamata per il corso a Tapogliano, nel trincerone in cemento armato ai piedi del Carso. Si presentò al Comando del suo battaglione che lo equipaggiò a nuovo. Ma purtroppo la gioia fu rattristata dal dolore per la notizia della morte di suo padre avvenuta in quei giorni. A Tapogliano trovò allievi di tutte le specialità del Genio, particolarmente Lagunari; quasi tutti giovani della sua classe. Le lezioni e le esercitazioni impegnavano parecchio; ottimi erano gli insegnanti; tutti ufficiali superiori. A fine ottobre del 17 si concludeva il corso per la nomina ad aspirante ufficiale, sennonché una potente offensiva si preannunciò con un massiccio bombardamento lontano, sulla sinistra. Pertanto fu dato l’allarme con l’eventualità di dover raggiungere i propri reparti in linea; viceversa il giorno dopo la notizia fu di star pronti per un eventuale spostamento su

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1. LA GRANDE GUERRA , DIARIO DI SILVIO ROSSIN

Cervignano del Friuli. Difatti non tardò l’ordine di ripiegare in fretta, distruggendo prima ogni cosa. Era la ritirata generale di tutto il fronte dell’Isonzo e del Carso. La ritirata, quantunque preveduta, lo sorprese e sotto una pioggia a dirotto si mosse in piena notte. Alle spalle il Carso era tutto in fiamme, mentre sul quadrivio di Villa Vicentina un colpo da 420 giungeva ogni due minuti. Le truppe che vi si ammassavano ed i traini d’artiglieria creavano un ingorgo pauroso; poi riprendevano cammino tra un colpo e l’altro. Sembrava, il grosso proiettile, un treno in marcia e regolarmente si abbatteva sul nodo stradale, provocando una confusione indescrivibile di carri e cavalli, di grida ed urla che riempivano il cielo. Il mattino seguente, perduto ormai ogni collegamento, superò Cervignano del Friuli, notando con angoscia i primi segni del disastro, le strade coperte di pagnotte, fucili ed equipaggiamenti; le case abbandonate e le vetrine sfondate. Il nemico aveva rotto a Caporetto e giù per Natisone, superato Cividale, marciava all’inseguimento verso Udine ed i ponti sul Tagliamento. Figurarsi per lui la paura di cader prigioniero. Sullo stradone di San Giorgio di Nogaro comparvero bassi ed indisturbati gli aerei a mitragliare la triplice colonna di traini militari e civili, che lentamente puntava su Latisana. “Al Tagliamento, al Tagliamento!” era il grido da ogni lato; per la campagna intanto scendeva l’ondata grigioverde in ritirata. Il suo Comando da Latisana s’era spostato a Motta di Livenza e di qui a Oderzo, che raggiunse con ogni mezzo che poteva trovare e a piedi, sempre sotto la pioggia persistente. Gli Austro-Tedeschi scendevano già da Udine spingendo temerariamente le loro scolte motorizzate verso il basso Tagliamento, allo scopo di chiudere la ritirata all’Invitta in ritardo. Per le strade e attraverso le borgate, gente ansiosa gli chiedeva notizie e consigli, cui rispondeva, per non allarmare,

SCARPE AL SOLE che si trattava di uno strategico ripiegamento di fronte, per cui i civili non dovevano ostacolare il movimento. Sul ponte ferroviario di Latisana fu un ecatombe di cavalli e di soldati, che nella fretta di passare precipitavano nel fiume, mentre il ponte stradale stava per saltare. Molti di quelli che con il cavalli si gettavano a nuoto, sparivano nella corrente. Generali ed alti ufficiali in sponda destra del fiume già gonfio, fermavano, pistole alla mano, per costituire la copertura; ma troppi erano i militari che per alleggerirsi nella marcia forzata si erano liberati di ogni cosa. Due divisioni della Terza Armata stavano ancora in pericoloso ritardo e se un ardimentoso, aggrappatosi di sotto il traliccio del ponte della ferrovia non avesse raggiunto la testata sinistra per buttar giù due austriaci giunti in motocicletta e già intenti a piazzare la mitragliatrice, quelle due divisioni forse non sarebbero passate. Purtroppo grida di: “la guerra è finita, andiamo a casa” contribuivano ad aumentare il già grave scompiglio che lui, angosciato, ricollegava alla propaganda disfattista di agosto. Da Oderzo si spinse a Spinea di Mestre, sempre per raggiungere il suo Comando che continuava a ripiegare. La pioggia infuriava! A Spinea fu fermato con qualche centinaio di giovani, quasi tutti aspiranti, da alti ufficiali che ne radunarono il gruppo nel teatro del paese. Il generale Pennella lo galvanizzò leggendo l’ultimo bollettino nemico, che così suonava: “Continua la nostra ingloriosa avanzata. Gli italiani traditori in pace si mostrano vili in guerra; le nostre scolte motorizzate non tengono le calcagna dei fuggiaschi; abbiamo catturato, etc. etc.” . Poi declamò con alata parola il “Saluto italico” del Carducci, concludendo: “Vi sentireste voi di ricacciare quei morti di fame a pedate nel sedere?” “Tutti al Piave!” fu la risposta all’unisono, mentre Filippo doveva indietreggiare ancora per raggiungere la Scuola a Cento di Ferrara e colà sostenere gli esami per i galloni di aspirante.

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1. LA GRANDE GUERRA , DIARIO DI SILVIO ROSSIN

Tale ultimo spostamento nell’Emilia faceva temere che la decisione di portare il fronte al Po ed al Mincio sarebbe stata mantenuta se frattanto invece quei soldati, che il nemico definì fuggiaschi, ammoniti dalle disperate genti friulane, non avessero puntato i piedi sul Piave e sul Grappa. Il 25 novembre già stava anche lui sul basso Piave a Cavazuccherina, ora Jesolo, assegnato alla 217 Compagnia del Genio e poi comandato al battaglione San Marco, schierato sul canale Cavetta e testa di ponte di Cortelazzo. Il fronte Grappa-Piave sembrava ormai consolidato; non valsero le spallate del nemico a Zenson e Fagarè, che nella rincorsa da Caporetto riuscì a spingersi in destra, perché i difensori eroicamente lo respinsero e lo inchiodarono sulla sinistra del fiume. Il cosiddetto miracolo del Piave lo fecero i combattenti, col loro sacro furore. A Cortelazzo il compito era di rafforzare le difese. Il fronte di resistenza in pianura, eliminate valorosamente le testate nemiche di Zenson e Fagarè, fu, dunque, consolidato definitivamente. La rincorsa che il nemico aveva preso da Caporetto gli valse solo quei modesti successi. Sul basso Piave si combatteva praticamente la guerriglia nella palude; solo la fascia dunosa a mare permetteva l’accampamento. In complesso i combattenti si fronteggiavano a scaramucce, scontri di pattuglie e scambi a fuoco con le bombarde. Il cannone non era sempre efficace, perché i colpi sprofondavano nel fango. Perciò apparvero le prime granate a doppio effetto; un’esplosione a mezz’aria e la seconda a terra. Era vita da trogloditi infognati nelle dune durante il giorno e tra i canneti di notte, sempre allo scoperto e tormentati da nuvoli di zanzare grandi come libellule. Ai suoi uomini somministrava personalmente il chinino la sera, con assoluta diligenza, e non bastava; lui stesso fu colto dalla febbre terzana, che nei tre giorni alterni di crisi mensile si portava addosso.

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Il sollievo che gli ricordava d’essere un uomo civile, era qualche bagno in mare nelle prime ore pomeridiane, che poteva fare al largo spesso fatto segno da tiri a shrapnel, cui sfuggiva a tuffi successivi tra una salva e l’altra. Certo qualche disgrazia, raramente mortale, capitava sempre. L’ultimo tratto del percorso che lo separava dalla spiaggia, lo compiva logicamente in ordine sparso il che non andava a genio all’allora capitano Starace, che incontrandolo un giorno fra le quattro case dei "Bagnetti" (ora centro Jesolo bagni), trovò irregolare la marcia attraverso il gruppo di case e lo mise agli arresti per non aver tenuto, invece, come voleva lui, il cosiddetto passo di strada su due file indiane ai lati del viale. Eravamo in guerra e figurarsi perciò la scoperta di quel borioso! Lavorava di notte a ridosso della primissima linea e nelle due teste di ponte di Cavazuccherina e Cortelazzo; al mattino, di ritorno all’alba, riposava come poteva e talvolta di pomeriggio, nemico permettendo, si recava a Venezia. Funzionava un servizio giornaliero di vaporetti che partivano da Ca’ Pazienti alle 13 ed attraccavano sulla riva degli Schiavoni alle 15, ritornando poi alle 17. Venezia, anche lei quasi tutta in grigioverde, percorsa da militari che sbucavano da tutte le calli e da pochi borghesi, in prevalenza donne e vecchi improvvisati ciceroni, gli faceva enorme tristezza. Sembrava agonizzasse, per così dire, respirando affannosamente aria di cupa miseria e di incombente pericolo di morte. Trascorreva le due ore disponibili rifocillandosi in trattoria e si rifaceva un po’ lo spirito camminando su e giù per piazza San Marco, fra stormi di famelici e spennacchiati colombi. Il 4 febbraio 18 ritirò al battaglione la polizza di £. 5.000 per caso di vita e più tardi, il 6 giugno 18, alla vigilia cioè della battaglia del Solstizio, quella di £. 1.500 per il caso di morte; erano due pezzi di carta che ancora conserva a suo vanto e loro vergogna.

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Chissà quale fosse allora l’effetto psicologico di quel gesto! Fu d’amore o depressivo? Lui lo paragonò ad una medaglia il cui rovescio malinconico distruggeva il significato di meschina riconoscenza male espressa dalla prima faccia. I soldati del Piave erano già troppo ardenti per non sentire, in un momento di grande impegno, che stavano di guardia e difesa all’ultima frontiera. Giunse alla Compagnia un collega che proveniva dall’Ufficio informazioni in Svizzera, forse per guadagnarsi la fama di vero combattente e forse per dissipare certe calunnie che trascinavano il suo nobile nome nello scandalo dei cascami di seta 42 . Era un valente campione italiano di tennis e pattinaggio artistico che gli parlava di grandi personaggi politici e militari avvicinati durante il suo servizio di controspionaggio. Di Lenin, ad esempio, che allora soggiornava in Svizzera, gli tratteggiava il ritratto di filosofo socialista e di astuto rivoluzionario. La grande battaglia, cosiddetta del Solstizio, era in preparazione, lo si capiva da vari indizi e dalle notizie sui movimenti in campo avversario. Il bombardamento nemico su tutto il fronte cominciò verso la metà di giugno e durò ininterrotto alcuni giorni, dopodiché gli austriaci mossero all’offensiva soprattutto concentrata sul tratto medio del fiume che, superatolo di forza in due punti (Zenson e Fogarè), si spinsero avanti fino quasi a Portegrandi. Le truppe del basso Piave sarebbero rimaste nella sacca; infatti ne fu predisposto l’esodo e se la controffensiva italiana non fosse stata così violenta, tenace e rabbiosa da distruggere le

42 Il 4 marzo 1918 vennero arrestati gli amministratori della Società anonima cascami, sotto l'accusa di aver fornito alla Germania, attraverso la Svizzera, 700 tonnellate di filati e cascami di seta per la preparazione di materiali bellici. Tutti i dirigenti della società, tranne il presidente in (che venne rinviato a giudizio e poi condannato a cinque anni di reclusione in un carcere militare), restarono in prigione per circa sei mesi, fino alla sentenza di proscioglimento dell'ufficiale istruttore.

SCARPE AL SOLE falangi nemiche sul posto, lui che era destinato alla copertura sarebbe rimasto al minimo prigioniero. “O tutti eroi o tutti accopati (sic)” ammonivano scritte a carbone sulle pareti. La classe del ’99, i cosiddetti ragazzi ultimogeniti, diedero prove mirabili; l’artiglieria schierata con i pezzi quasi a contatto su tutto il fronte delle operazioni, sparava a zero finché le canne piegavano e gli arditi avessero via libera. Fu la rivincita su Caporetto e la vittoria! Seguì subito in luglio la controffensiva, nel suo settore molto cruenta per la ristrettezza del campo ma valorosamente breve che dalla palude riportò la prima linea sull’argine destro del Piave Nuovo. La corvée munizioni per le truppe d’assalto, ormai all’ultimo atto, fu organizzata con quanti soldati recuperabili; si trattava di giungere a destino sotto il fuoco, balzando di cratere in cratere, sennonché una squadra abbandonò le cassette a mezza strada. Il colonnello con altri ufficiali, che controllava i passaggi, lo scambiò per il capo di quella squadra e gli avrebbe sicuramente sparato se i suoi uomini non avessero fatto causa comune con lui e non gli si fossero stretti intorno per protestare e difenderlo. Purtroppo al fronte si davano anche di questi casi. Si considerava onorato di sentirsi circondato dalla simpatia del collega venuto dalla Svizzera, col quale infatti operò nella ripresa fotografica della dura battaglia, ritraendo il campo ancora coperto di morti e feriti, che procedendo verso il Piave Nuovo raggiunto, mostrava distintamente i ranghi dei caduti nelle ondate successive e la furibonda mischia finale con la confusione dei morti da ambo le parti. Con tale documentario, realizzato dal vivo, ed inviato al Comando dell’Armata, il suo amico illustre guadagnò la medaglia d’argento e lui rimase l’oscuro protagonista vivente di quelle tristi sequenze. Al seguito del Comandante Bafile, che oggi dà il nome al viale di Jesolo Bagni, notte tempo andò la prima volta in

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1. LA GRANDE GUERRA , DIARIO DI SILVIO ROSSIN ricognizione oltre il Piave verso la foce, addentrandosi nel canneto descritto dalla grande ansa del fiume, ma fatti segno a colpi di fucile rientrarono senza concludere la missione che mirava a trovare il posto per una piazzola da cui battere il nemico alle spalle attestato a Rev… 43 . Il Comandante ritentò ancora, ma disgraziatamente una pattuglia lo avvistò e, colpita da una raffica, cadde. Il nuovo Capo aveva capovolto il morale delle truppe introducendo metodi più umani. Questo fu il segreto e mentre sul Carso bisognava costringere, sul Piave i soldati si offrivano in qualsiasi momento e per qualsiasi rischio. Fra offensiva nemica e controffensiva, si combatté oltre un mese, accumulando un tale carico di sonno e di stanchezza da non poter più reggersi in piedi. Il periodo di riposo, in avvicendamento, lo trascorse a San Trova di Treviso; s’imbarcò al Cavallino ed a San Giuliano di Mestre, in piena notte, montò a cavallo in testa alla colonna. Da quel momento fino al quarto giorno non ricordò più nulla. Aveva dormito allo stato di sonnambulismo tutto quel tempo; aveva consumato i pasti regolarmente e parlato, così gli diceva la sua ordinanza. Giunse agosto e venne la notizia del volo su Vienna, ideato e condotto da D’Annunzio, il poeta delle imprese leggendarie. L’entusiasmo che diffuse al fronte fu indescrivibile; i quattro anni di guerra sembravano dimenticati, ed il morale salì alle stelle. Il Capo soleva dire che D’Annunzio valeva una divisione, ma il tenente Filippo direbbe, senza irriverenza, che il poeta soldato valeva il doppio. Finalmente fra alterne vicende la guerra di posizione, duelli ed avvisaglie arrivò ottobre 1918, il mese della vittoria finale. Dal Piave e sul Montello mosse l’ultima offensiva; le truppe erano anelanti di farla finita. Dopo un massiccio bombardamento, il Genio protetto da una volta di fuoco senza

43 Incomprensibile nel testo. Molto probabilmente si tratta di Revedoli .

SCARPE AL SOLE soluzione, gettò i ponti e le Fanterie scattarono; sopraffatta la tenace resistenza degli Austriaci il fronte fu rotto ed iniziò così l’inseguimento del nemico fino a Vittorio Veneto, dove si concluse la battaglia e terminò la guerra. Il triplice canto dell’amore, dell’ardimento e del sacrificio che il colonnello Filippo ebbe la fortuna di scrivere dopo cinquant’anni, vorrei rispecchiasse il valore degli artefici della Vittoria e l’andamento glorioso della grande Guerra,

All’aspirante, al mulo ed alla 15 ter che contribuirono validamente al successo delle nostre armi, va la dedica.

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2. TRIPLICE CANTO DELL 'AMORE , DELL 'ARDIMENTO E DEL SACRIFICIO

2. Triplice canto dell'amore, dell'ardimento e del sacrificio

“Cinquantenario” Ventiquattromaggio Sul ciglione dei Sette Comuni novecentoquindici si levò la barriera fu il grido: Ventiquattromaggio lo raccolse il cielo. novecentoquindici Ventiquattromaggio e la muraglia non venne infranta. novecentoquindici ripetè il mare. Ma la vittoria più bella volle l’alterna vicenda! Allor scesero in campo e quando il pianto di Caporetto ventiquattro classi scese giù dal Natisone e tennero giuramento. fina al Piave ed al Grappa, il grido salì più alto Le donne si strinsero ai teneri figli e raggiunse l’infinito. e sul Carso arido Ventiquattromaggio e nella tormenta sull’Alpe, novecentoquindici divampò l’aspro cimento. ora l’impegno solenne!

Ventiquattromaggio Scese allora la Vittoria novecentoquindici a coronar gli Eroi; sussurrava il murmure e l’aureola dei Martiri dell’Isonzo cristallino; ne accompagnò il volo Ventiquattromaggio sui raggiunti sacri confini. novecentoquindici ammoniva il cantico col. Filippo dei Martiri e degli Eroi 24 maggio 1965 di cento battaglie. cinquantenario della Vittoria

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“Vittorio Veneto” Tre anni di rose rosse ed i canti della Vittoria. sulle nevi e sui ghiacciai; Né valsero le rabbiose spallate tre anni sull'Isonzo vermiglio; dell’Oste tracotante. tre anni di eroici assalti sul Carso impervio. E, venne il quarto anno Ma nell’ottobre diciassette e quando il nemico azzardò una parola corse il passo sul Montello, dallo Stelvio a Sdebba, oltre il Piave a Zenson e Fagarè, a rallentare il polsi, sui campi di Meolo a disorientare gli animi: intere sue divisioni perirono tra le biade. “Non più inverni in trincea” sibilò la voce gelida alle spalle, Echeggiò allora fatidico e turbò le incerte coscienze. il nome: “Vittorio Veneto” e gli Italiani ancora una volta Le genti friulane attonite furono grandi per la storia silenziose ammonivano; ma dai loro volti disperati Pel cinquantenario 1918/68 i combattenti trassero novello ardimento. Col. Filippo

Sul Piave e sul Grappa 4 novembre 1965 ritrovarono la forza di Roma cinquantenario dell’armistizio

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2. TRIPLICE CANTO DELL 'AMORE , DELL 'ARDIMENTO E DEL SACRIFICIO

"Sul Timavo" Tacque appena il cannone Un cippo di romana linea che le nostre mani, e romana forza, tese si affatto, simulacro di rispetto si volsero alle opere al sacrificio d’un popolo verso le genti anelanti e di insegnamento. alle loro case I maestri di Nabresina ed alla loro terra pietrosa. scavarono la pietra più bella; Fra Comen e Monfalcone scolpirono i simboli le strade furono riaperte di Gloria e di Morte e le abitazioni restaurate, e ne ricomposero i conci e i templi. per l’Erma sotto l’Hermada, Le cave di Nabresina a ricordo di quelli che caddero si risvegliarono sonanti nella visione di San Giusto. a ridar la pietra forte, E più sotto il Timavo, più del metallo. testimone di gloria, Ma il campo di battaglia, sgorga le sue acque tumultuose irto di croci e filo spinato, subito placide e meste fremeva ancora. nel breve corso cristallino, Lignee tabelle al suo limite, forse un dì placate verso Trieste redenta, di sangue e di morte. recanti il monito solenne: Resisterà l’Ara al tempo? RISPETTATE IL CAMPO DELLA GLORIA La pietra è di Nabresina RISPETTATE IL CAMPO DELLA MORTE lavorata dai maestri del Carso, parvero troppo umili e fragili. per gli eroi del Timavo. Allor io volli conclusa Nessuno oserà smuoverla l’opra più degna: dal suo posto su l’ultima trincea e dal suo sacro destino. in faccia all’Hermada, Ci stanno a guardia ultimo munito bastione; i fieri Lupi di Toscana. sulla balza più alta di San Giovanni di Duino, Col. Filippo volli eretto il Cippo Combatt. 15/18 di pietra di Nabresina.

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3. Entusiasmo (dopo l'armistizio)

Dopo l’armistizio del 4 novembre Filippo ebbe un grosso infortunio con la 15 ter, che gli risvegliò la febbre malarica ancora più violenta, per cui finì all’ospedale militare di Verona. Nel suo corsello un collega commentava calorosamente i furiosi articoli del Popolo d’Italia di Mussolini, con cui il futuro Capo del Fascismo iniziava la sua apologetica azione esaltando il valore e i diritti dei Combattenti. Erano le prime mosse per crearsi la piattaforma combattentistica su cui erigere più tardi il trionfo del fascismo; e se ne capiva chiaramente la speculazione politica, che pescava nel malcontento dei combattenti i quali, secondo certuni in mala fede, avrebbero irresponsabilmente combattuto per il capitalismo. Dimesso dall’ospedale passò a disposizione dell’Intendenza di Verona, che lo aggregò allo squadrone Lancieri Vitt. Emanuele, incaricato del rastrellamento prigionieri sulle colline pendici dell’alto Veronese. Qui entrò in collisione con i carabinieri, gelosi dei propri militari, per aver giustamente punito un loro sottufficiale che, per insofferenza ai suoi ordini, trascurò un posto di blocco. Il tenentino si era permesso di mettere alla sola il baffuto maresciallo! Verso fine novembre 18 rientrò finalmente al suo deposito in Casale Monferrato e dopo un breve periodo di servizio come aiutante maggiore in seconda fu destinato al Comando Genio della Terza Armata in Trieste. Sfoggiava un’elegante divisa di gabardine grigio verde chiaro, la prima tenuta regolamentare del tenente del Genio, che indossò. Giunto di sera a Trieste si recò al Caffè Savoia, locale della migliore società triestina, trovandovi un’accoglienza entusiastica. Un signore, con la famiglia, lo volle al suo tavolo e gli offrì amicizia, dichiarandosi felice di poter ospitare in casa sua un ufficiale del glorioso esercito italiano. “Trieste , disse , è ammirata di voi giovani ufficiali, che sprezzanti della vita teneste

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3. ENTUSIASMO (DOPO L 'ARMISTIZIO ) sempre alto il morale dei soldati con il vostro entusiasmo e l’esempio . "Trieste era un sacro impegno per noi" , rispose , "ma era pure nel cuore di tutta la nazione.” Quelle sue parole ed altre di elogio nel corso del simpatico dialogo, lo entusiasmarono al punto di farlo sentire qualcuno, soprattutto fiero e felice che la sorte lo avesse premiato di tanta fortuna. Si scusò di non poter aderire all’invito per quella sera, ma in seguito si onorò di accettare l’ospitalità che gli favorì conoscenze cospicue e gentili ed ebbe il piacere di frequentare i migliori club della città. Il Comando Genio lo assegnò all’ufficio strade, comandante della settima sezione che provvedeva al ripristino della viabilità sul Carso triestino fino a Monfalcone. Il servizio era già abbozzato, ma si trattava di darvi potenza esecutiva, rinforzando le squadre di operai, distribuendole razionalmente e con criteri di priorità nella vasta zona carsica. Le strade erano in pieno sfacelo; i muri di sostegno diroccati; i ponticelli crollati e le acque in disordine. Le circolari del Comando gli davano ampia facoltà di assumere operai che affluissero in cerca di lavoro da ogni parte, perché la Patria, dicevano, era giunta madre e non matrigna; e dava altresì facoltà di provvedere al finanziamento dei lavori, autorizzando il prelievo diretto dei fondi necessari dalla Banca d’Italia, sulla scorta di fatture di manodopera e materiali che andava presentando. Il mattino, davanti al suo ufficio in Santa Croce di Trieste, lo attendevano sempre grossi gruppi di lavoratori, che assumeva senza esclusioni classificandoli e destinandoli opportunamente. In tutto la forza che controllava oscillava tra i 10/12 assistenti, 30/35 capi-squadra, 800/1000 operai; noleggiava camion e carri dai civili, e le cave di Santa Croce e Nabresina gli fornivano la pietra conciata. Alcuni compressori, presi pure da imprese private, consolidavano le strade.

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Era rigido ed attivo nel dirigere il servizio, tanto in ufficio, dove collaboravano alcuni impiegati d’amministrazione e tecnici, come sui lavori perché se assumeva liberamente, licenziava pure in tronco chi mancasse al proprio dovere. Le paghe operaie le faceva quindicinalmente, recandosi nei vari villaggi della zona, con la pistola sul tavolo ed assistito dai Carabinieri. Non c’era da scherzare sul Carso; fattacci ne succedevano, tant’è vero che una notte il suo attendente civile che tornava da Trieste dove lo accompagnava spesso col calesse, fu fermato da malintenzionati che certo gli avrebbero tolto perlomeno la borsa con i soldi. La sola digressione che il ten. Filippo si permise, fu quella di costruire il cippo “rispettate il campo della gloria – rispettate il campo della morte” sulla balza più alta di San Giovanni di Duino, sopra il Timavo, ancor oggi ben guardato da due bronzi Lupi di Toscana.

Cippo costruito da Silvio Rossin posto sul Timavo

Al Comando di Trieste, che occupava il palazzo Economo di fronte la stazione centrale, prese i secondi arresti della sua carriera dallo stesso Generale, che talvolta lasciava cadere il

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3. ENTUSIASMO (DOPO L 'ARMISTIZIO ) mozzicone di toscano sul pavimento a parchetti, che spesso sfuggiva ai negligenti pulitori. Infatti il mattino dopo fu riscontrata una larga bruciatura e buon per lui se non si sviluppò l’incendio perché quella notte l’ufficiale di servizio era lui. Nelle ispezioni talvolta si valeva del motoscafo di servizio, per corse combinate di lavoro e di piacere fra Sistiana e Portorose; ed al Cacciatore, per sgambare i cavalli del Comando, organizzava qualche bella galoppata di amazzoni e cavalieri. Fu una splendida parentesi di lavoro e di entusiasmo il suo servizio militare post-armistizio a Trieste, ma quando i poteri militari passarono ai civili, ebbe l’amarezza di trovarsi senza niente in mano. Gli rimase solo l’alto onore dell’offerta al duca Comandante la 3 a Armata, che desiderava il ricordo dei suoi Ufficiali, con una targa d’oro firmata da tutti, la cui pergamena originale è conservata fra i cimeli nel museo della guerra in Padova.

Targa offerta da Silvio Rossin al comandante della 3° armata

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A fine giugno del 20 ritornò cittadino privato. Avrebbe potuto farsi trattenere e passare effettivo, come il Generale gli proponeva, ma preferì il congedo. Quattro anni di guerra gli bastavano, perciò riprese gli studi di geometra per incominciar daccapo. I pochi denari che aveva risparmiato in servizio ed il premio di smobilitazione gli servirono a comprare testi, pagare ripetizioni e pensione. Chiuso in albergo per fare la preparazione agli esami indisturbato, a fine gennaio 21 conquistò il titolo.

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La scuola racconta la grande guerra

Raccolta di documenti e testimonianze dei protagonisti

1. Classe III Scuola Media “G. Mazzini” di Villa Estense

1.1. Presentazione Il presente lavoro è frutto della collaborazione di più persone ed è stato realizzato dagli alunni della classe terza media dell’Istituto Comprensivo di Villa Estense. Proposto dalla locale Amministrazione, ha trovato la convinta adesione del prof. A. Ferro, esperto studioso di storia locale e profondo conoscitore del mondo della scuola e dei suoi giovani protagonisti, incontrati prima come insegnante e poi come Dirigente Scolastico. Guida esperta, ha condotto un gruppo di allievi coordinati dalla prof.ssa Peron Maria Eugenia, docente di lettere nella classe, lungo le tappe del percorso storico, incentrato sulla ricerca di testimonianze documentali, con l’intento di far riaffiorare la STORIA di un territorio e della sua piccola comunità. Gli allievi sono divenuti quindi protagonisti anch’essi delle vicende della Grande Guerra, attraverso la riscoperta delle ”persone” e dei “luoghi della memoria “. L’obiettivo principale, è stato quello di scrivere la storia della Prima Guerra Mondiale, ricercandone i protagonisti fra la popolazione del paese. Si è preceduto dapprima con la ricerca e l’analisi di documenti conservati presso le pubbliche istituzioni e del materiale in possesso delle singole famiglie.

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LA SCUOLA RACCONTA LA GRANDE GUERRA

Sono stati consultati i registri scolastici dell’epoca presso l’archivio dell’Istituto Comprensivo, i registri anagrafici parrocchiali (registro dei morti) e i registri anagrafici comunali. Gli alunni sono dunque partiti dalle fonti e, attraverso un prezioso lavoro di ricostruzione storiografica, hanno dato forma e vita alla vicenda storica locale consumatasi negli anni della Grande Guerra. A questo scopo sono stati utilizzati documenti (lettere, foto, diari) reperiti presso alcune famiglie del paese e da esse custoditi gelosamente come tesori di inestimabile valore, anzitutto affettivo. Essi hanno consentito di ricostruire un quadro significativo riguardante la partecipazione all'evento bellico della popolazione di Villa Estense e di delineare un particolare profilo delle condizioni socio-economico-sanitarie della popolazione stessa, negli anni del conflitto. Nello specifico, utile e tanto più opportuno è risultato il reperimento di copia del settimanale “ LA DIFESA DEL POPOLO” datata 23 Agosto 1914, dedicata alla morte di papa Sarto (PIO X), la cui famiglia era originaria di Villa Estense e in cui traspare tutto il dolore del Pontefice nel constatare l'impossibilità di arrestare il conflitto fra Nazioni, figlie della stessa cultura e della stessa fede. (Vedi figura n.5) Con l'ausilio quindi dei dati relativi ai combattenti (vivi e morti), sono state in seguito analizzate le condizioni socio- economiche di coloro che hanno preso parte alle vicende belliche e, grazie alla ricca corrispondenza recuperata, è stato possibile far emergere i sentimenti e l'umanità che accumunava i contendenti. Le foto dei soldati in divisa e quelle dei fronti di guerra hanno spesso saputo rendere più efficacemente delle parole le difficili condizioni dei soldati. Queste ultime emergono anche dalle pagine del diario di un nostro combattente, che traducono in modo concreto la realtà e la durezza del conflitto, mentre

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1. CLASSE III SCUOLA MEDIA “G. MAZZINI ” DI VILLA ESTENSE alcune sue poesie raccontano l'esaltazione per la drammaticità dei combattimenti e per l'esultanza della vittoria finale. Ci congediamo con un pensiero che è anche un messaggio rivolto al lettore: che il presente lavoro, scaturito attraverso il recupero e la valorizzazione dei documenti d'archivio, nonché di materiale fotografico e di ricerca inediti, possa rappresentare, oltre che una prima tappa di un percorso di studio e approfondimento storico-culturale, la volontà di trasmettere un messaggio di pace rivolto, in particolare, ai giovani perché da giovani realizzato.

1.2 Considerazioni sul numero dei partecipanti alla guerra e sulle condizioni sociali dei combattenti (tipo di lavoro, professione, ... ) Coloro che presero parte alla guerra tra superstiti (326) e deceduti (96) sono: 422. Probabilmente qualche persona in più, ma non registrata. 173 sono coloro di cui è stata rilevata la professione, il 41% del totale dei partecipanti. Di questi, 109 sono lavoratori dipendenti, 44 artigiani o lavoratori autonomi, 18 proprietari/possidenti terrieri, 2 studenti, 1 mediatore. In percentuale: lavoratori dipendenti 63%; artigiani o lavoratori autonomi 25%; proprietari terrieri 10, 4%; studenti 1%; mediatori 0, 6%. In quel contesto storico i lavoratori autonomi e gli artigiani sono quasi sempre di condizione socio-economiche e di scolarità poco elevata. Sommando i lavoratori dipendenti e gli autonomi abbiamo 153 persone di umili condizioni economiche che corrispondono ad una percentuale dell’88, 43%. 422 sono gli uomini che hanno partecipato alla guerra negli anni compresi tra il 1915 e il 1918 su una popolazione che

LA SCUOLA RACCONTA LA GRANDE GUERRA secondo il censimento del 1911 era di 3114 e nel censimento 1921 di 3543. Calcolando una popolazione media di 3200 abitanti possiamo dedurre che la percentuale dei partecipanti alla guerra è del 13, 2%. Tenendo conto dei bambini, delle donne, delle persone anziane e degli inabili possiamo concludere che la quasi totalità dei maschi adulti prese parte alla guerra.

BRACCIANTI 20 CONTADINI 47 CONTADINI/BRACCIANTI 5 LAVORATORI VILLICI 21 63% DIPENDENTI BOVAI 12 MANOVALE 1 MATTONIERE 1 COCCHIERI 2 PROPRIETARI CONTADINI/AGRICOLTORI 4 10, 4% TERRIERI AGRICOLTORI 14 CALZOLAI 5 FALEGNAMI 7 MURATORI 11 CARRETTIERI 8 ARTIGIANI O FABBRI 3 25% LAVORATORI BOTTAI 4 AUTONOMI CARPENTIERE 1 SARTI 3 MUGNAI 1 CARRADORI 1 STUDENTI STUDENTI 2 1% MEDIATORI MEDIATORI 1 0, 6% I partecipanti al conflitto di Villa Estense sono 422 su una popolazione di 3114 nel 1911 e di 3543 nel 1921

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1.3 Condizioni socio-economiche e di salute degli abitanti nel periodo relativo alla guerra e agli anni successivi. Attraverso le note presenti nei registri scolastici dell’anno 1918/1919 dei maestri Vittorio Abriani e Gemma Trivellato emergono condizioni sanitarie gravi e piuttosto preoccupanti. La scuola infatti rimane chiusa per “malattie infettive” (forse influenza spagnola) dal 15 Ottobre al 15 Dicembre 1918. La maestra Gemma Trivellato annota inoltre un elevato numero di bambini gracili. Dalla consultazione dei registri parrocchiali dei morti, oltre che ai defunti a causa della febbre spagnola, emergono parecchie vittime per tisi polmonari (tubercolosi), e un morto per pellagra, malattia che imperversava nella seconda metà del 1800. Queste morti sono chiaramente indice di misere condizioni socio-economiche e abitative. La lontananza dalla famiglia da parte degli uomini chiamati in guerra riduceva ulteriormente le possibilità economiche della stessa in quanto il contributo dello Stato era irrisorio e certamente inferiore a quanto avrebbe potuto guadagnare il capo famiglia con il suo lavoro. A dimostrazione di quanto affermato in precedenza, nella Bassa Padovana, alla fine del 1916 si moltiplicarono le manifestazioni di protesta da parte delle donne. Ci furono proteste a Carceri, Ponso, Castelbaldo, Merlara, , Boara Pisani, Monselice, Solesino, ... Tali manifestazioni si verificavano in occasione del pagamento del sussidio alle famiglie dei militari in guerra; proteste che erano generate dalla limitatezza del sussidio e dalla scarsità dei generi alimentari quali il riso e la farina di grano turco che venivano assegnati.

Bibliografia La grande guerra, di Francesco Selmin e Silvia Piovan, in Atlante storico del 900, CIERRE edizioni, Sommacampagna 2014, pagg. 113-114.

LA SCUOLA RACCONTA LA GRANDE GUERRA

MORTI PER FEBBRE SPAGNOLA ANNO 1917 i morti riconducibili a febbre spagnola sono 3 2 femmine e 1 maschio di cui 1 adolescente femmina 1 bambino di due anni 1 morto nel mese di Luglio 2 morti nel mese di Agosto ANNO 1918 i morti riconducibili a febbre spagnola sono 5: 3 maschi e 2 femmine di cui 1 bambino di 3 anni 1 adolescente di 17 anni Cause di morte: Febbre influenzale 1 Broncopolmonite 3 Asma bronchiale 1 3 morti nel mese di Novembre 2 morti nel mese di Dicembre ANNO 1919 i morti riconducibili a febbre spagnola sono 4: 2 maschi e 2 femmine di cui 1 bambino di 7 anni Cause di morte: Catarro bronchiale 1 Polmonite 1 Broncopolmonite 1 Polmonite doppia acuta 1 1 morto nel mese di Gennaio 2 morti nel mese di Febbraio 1 morto nel mese di Novembre ANNO 1920 I morti riconducibili a febbre spagnola sono 12: 8 maschi e 4 femmine di cui 1 bambina di 3 anni Cause di morte: Meningite influenzale 1 bambina di 6 anni Broncopolmonite 3 di cui 1 bambina di 1 anno Polmoniti 7 di cui 1 bambino di 7 anni Angina Bronchiale 1 6 morti nel mese di Febbraio 2 morti nel mese di Marzo 2 morti nel mese di Settembre 2 morti nel mese di Novembre Dai registri parrocchiali dei morti anni 1917-1918-1919-1920

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1. CLASSE III SCUOLA MEDIA “G. MAZZINI ” DI VILLA ESTENSE

1.4 I prigionieri I prigionieri italiani nei campi di concentramento dell’impero austro-ungarico e in Germania (Vedi figura n.6) furono circa 600.000, la metà dei quali furono catturati nelle giornate di Caporetto (ottobre 1917).Fra i 600.000, circa 100.000 furono i prigionieri italiani deceduti. Il governo italiano fu l’unico a rifiutare qualsiasi aiuto di stato ai propri uomini e a tentare di impedire alle famiglie di mandare pacchi, viveri, vestiti attraverso la Croce Rossa. I prigionieri erano considerati alla stregua di disertori, “imboscati d’oltralpe“ li chiamava d’Annunzio, che non avevano “ben meritato“ in combattimento. Qualsiasi tentativo di lenire le loro sofferenze era considerato un modo di incoraggiare altre rese. A sostegno di quanto affermato, una cartolina postale dimostra la volontà del governo di far giungere il più tardi possibile il cibo inviato dai familiari attraverso la Croce Rossa. Anche il signor Girolamo Dorigo spedisce al figlio Gino prigioniero in Ungheria, 2 kg di pane. Il pacco porta la data di partenza del giorno 20 Febbraio 1918 e di arrivo il giorno 1 Maggio 1918. (Vedi figure n.7 e 8)

Elenco dei prigionieri di Villa Estense morti nei campi di concentramento della Boemia e della Germania.

BELLUCO GIOVANNI morto il 27/02/1918a Milowitz-Boemia

CASTELLIN GIULIO morto il 20/10/1918 a Benthen

GRANELLA GIOVANNI morto il 19/08/1918 a Milowitz-Boemia

LA SCUOLA RACCONTA LA GRANDE GUERRA

GUSELLA FERDINANDO morto il 06/05/1918 a Milowitz-Boemia

PENON VITTORIO morto il 14/11/1917 a Vicovitica-Slavonia

PIERESSA FEDERICO morto il 13/02/1918 a Tagnan-Germania

ROSIN GIOBATTA morto il 14/05/1918 a Braunau-Germania

STELLIN AUGUSTO morto il 17/01/1917 a Rigo di Stendal

STINO BENVENUTO morto il 13/02/1918 a Zwickau-Germania

I nostri nove morti hanno pagato con la vita le condizioni di freddo e di fame dovute all'ambiente ma anche alla malvagità del governo italiano.

1.5 Corrispondenza

Cartoline di Zamarco Alfredo alla fidanzata Marsiglio Paolina: Zona di guerra li 2.4.1916 Mia carissima Essendo molto tempo che non ricevo tue notizie ti invio questo mio biglietto dandoti noto della mia buona salute onito all’amico Cisaro, così spero che sarà anche di te e della tua famiglia. Mia cara ti raccomando di scrivermi più spesso. Altro non ti dico solo saluti e baci addio saluti alla tua famiglia baci baci Scrivimi qualche novità baci baci e scrivimi subito. (Vedi Figure n.9 e n.10)

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1. CLASSE III SCUOLA MEDIA “G. MAZZINI ” DI VILLA ESTENSE

Zona di guerra li 30-4-1917 La cartolina parte dal fronte l’1-5-17 e arriva a Villa Estense il 3-5-17 Mia cara Alfredo ti manda i più affettuosi saluti e baci te e famigliari e ssi curandoti… che la mia salute e buonissima e così spero che sarà anche di te e famiglia. Di nuovo saluti e baci e scrivi presto saluti e baci a mia mamma (Vedi Figure n.11 e n.12)

Cartolina di Ruggero, combattente con gli Austro-ungarici, indirizzata alla fidanzata: Pola 7.8.1919 Mia carissima Nucci! Mi perdonerai mia Nucci se non ti scrissi ma credimi avevo questi giorni molto d’affare ma però ti prometto che domani ti scriverò e con probabili novità. La mia salute è ottima così vogli sperare che sarà altre tanto di te e dei tuoi cari. Come saprai rimarremo qui per due settimane e poi di nuovo a Fiume. Con la speranza di vederti presto passo a salutarti caramente caramente con tanti baci credimi il tuo Ruggero che ti vuole tanto bene. Tanti saluti a tutti (Vedi Figure n.13 e n.14)

Confronto fra le lettere di Zamarco Alfredo e di Macchi Ruggero. Dal confronto fra le lettere del soldato italiano Zamarco Alfredo alla la fidanzata Paolina e di Macchi Ruggero, soldato dell’esercito Austro-Ungarico alla fidanzata Nina Lampe emergono: il desiderio di comunicare l’affetto nei confronti dei

LA SCUOLA RACCONTA LA GRANDE GUERRA famigliari, la speranza di rivederle e di abbracciarle, la rassicurazione sul loro buon stato di salute. Non compare alcun riferimento sulle loro condizioni al fronte, né sullo svolgersi della guerra, certamente a causa della censura imposta dai governi.

Lettera dal fronte di Barotti Marco all’amico Zamarco Alfredo Amico carissimo ricevei una lettera da mio fratello il quale mi rende noto che ora ti trovi a casa in licenza. O molto piacere, auguro un buon divertimento, a che ti sia il giorno sublime alquanto mai dunque prego che avanti della tua partenza mi scrivi una tua, con qualche spiegazione del paese. Quante cose avrei avuto da ragionare con te avendo avuto da imbotirsi in sieme – mi farai il favore di inviarmi il tuo inderizo perché in questi giorni perdei tutte le corrispondenze, nei momenti critici inatesa d’un tuo passo a porgerti i miei più fervidi saluti, baci, unito alla tua cara famiglia, e fidanzata. Ad Alfredo come vedi pensierosa la tua piccina nella mia licenza forse non vai più d’accordo spero di si. Di nuovo ti saluto e mi assegno ora………tuo amatissimo fratello Marco, prego un tuo scritto. Marco Barotti 13° Bers, 59° Batt 1° compagnia Zona di guerra Villa estense 29/8/916 (Vedi Figure n.15 e n.16)

Lettera del maestro Abriani a Zamarco Alfredo Mio caro Alfredo col cuore di padre ti mando questa mia lettera facendoti i miei rallegramenti per la tua salute e fortunata incolumità. Io, anche non scrivendoti di frequente, ti seguo sempre e ti segue il mio voto sincero, onde tu possa sano e salvo far ritorno alla tua mamma e al tuo babbo che con ansia amorosa ti aspettano coraggio sempre, forte soldato del nostro valoroso esercito, tu ritornerai a casa nella serena

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1. CLASSE III SCUOLA MEDIA “G. MAZZINI ” DI VILLA ESTENSE coscienza d’aver fatto il tuo dovere e tutti, se è vero che vi è giustizia in questo mondo, ti festeggeranno, ti ameranno, per il tuo spirito di sacrificio, per il lungo tempo in cui esponesti il petto al piombo nemico. Sii coraggioso, ma prudente – una adorata famiglia ti attende gli amici pensano a te tutti qui a mezzo mio ti mandano i più affettuosi saluti e i più fervidi auguri, facendo voti che colla aureola della vittoria tu possa ritornare alla tua società oh quanto radioso sarà il giorno in cui tanta gioventù potrà ritornare alle sue famiglie! Oh quali feste vorremmo farvi se non vi fosse il dolore delle madri che pensano ai figli che non torneranno più. Addio mio caro Alfredo, coraggio, sempre – le preghiere d’una madre ti seguono sempre. Abbi baci dal tuo maestro. Abriani (Vedi Figure n.17 e n.18)

Trascrizione della lettera manoscritta di Stevanin Virgilio Anno 1915 So stato: riciamato 8 Rigg Bersaglieri Verona 10 maggio 1915. Sono partito da Verona 17 maggio per il fronte Ero presente il giorno che ano scuminzia la guera Sono vegnu via da lotavo 8 Rigg Bersaglieri 20 dicembre 1916 sono stato concela (congelato) al piede destro dopo Sono andato al lospidale da campo n° 35 Monte belluno Sono andato fuori dallo spidale 10 aprile 1917 sono andato al convalincensiario. Amonte belluna sono stato li fino 2 maggio 17 e poi sono anda al Battaglione marcante Sono acuncere (forse intende aggregato) al 13 Rigg Bersaglieri Sono entra al 13 Rigg Ber 17 maggio 1917 e poi sono stato ferito al ciorno 20 di settembre 1917 e poi so stato ricoverato al lospidale da campo a Feltre n° 64 e poi mano stralochato (mi hanno trasferito) a monte Belluno ospidale da campo e poi mano stralochato fuori di zona (di combattimento) a Siena ospidale biriserva (di riserva) Tolomei Sono vegnu fuori dal lospidale 19 gennaio 1918

LA SCUOLA RACCONTA LA GRANDE GUERRA

Sono vegnu fuori con mese di convaligenza_Sono entra al deposito 3 Rigg Bersaglieri Livorno 19 febbraio 1918 Mano fatto innabile il Magg Medico Sono sempre stato a Livorno fino à desso 25 giugno 1919 al deposito 3 Rigg Bersaglieri Livorno Il capporale Stevanin Virgilio (Vedi Figure n.3 e n.4)

Trascrizione della richiesta del Comando del 6° fanteria di Palermo al sindaco di Villa Estense e risposta del sindaco relativa a Manoli Carlo Palermo 27-4-19 N 3037 di protocollo Al Sindaco di Villa estense Si restituisce con preghiera di far conoscere il campo di concentramento in cui fu riportato il militare entro scritto al suo rientro in Italia Il......

Villa Estense 6-5-1919 Al Signor Comando Deposito del 6° Fanteria Palermo

Il militare Manoli Carlo è uscito dal territorio austriaco il 4 Marzo 1918 migrando in Russia da cui è uscito verso i primi di maggio sopra piroscafo inglese sbarcando a Newcastle (Inghilterra). Il 2 Giugno attraversa la Manica ed entra in suolo francese da cui è diretto in Italia ove giunge il 20 luglio (Torino). A Torino rimane 8 giorni per poi essere destinato a Como Ospedale Plinius ove è rimasto 43 giorni e dove fu interrogato da un tenente degli alpini addetto agli ex prigionieri. Il Sindaco (Vedi figura n.2)

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1. CLASSE III SCUOLA MEDIA “G. MAZZINI ” DI VILLA ESTENSE

1.6 Disfatta di Caporetto ott. 1917 - Danni di guerra In seguito alla rotta di Caporetto dell’ottobre 1917 la Bassa fu invasa da una marea di profughi e di soldati in ritirata. Lo storico Celso Carturan cosi scrive: ” Le strade di Padova e di Monselice per settimane e settimane, giorno e notte erano divenute intransitabili per i borghesi perché dense di soldati disordinati e di ancor più disordinato materiale bellico... Casolari, fienili, cortili, stalle delle nostre campagna venivano di notte occupate da tutti questi sbandati; per le vie cittadine lungo i marciapiedi, sotto i portici, sui portoni delle case si sdraiavano di notte tempo quei miseri soldati, talora ammassati con donne e bimbi profughi, dopo aver chiesto ai cittadini un tozzo di pane anche esibendo in cambio oggetti raccolti o presi durante la ritirata ”. A Monselice fu allestito un ospedale nell’edificio scolastico di via Garibaldi. Anche i nostri paesi, compreso Villa Estense, furono invasi da profughi e sbandati sistemati in edifici pubblici e privati requisiti. In un atto di compravendita del 1922 fra i nobili Di Rovero e Fornasiero Luigi relativo al Palazzo DeScalzi- Rovero e ad alcuni terreni in località Mottarelle. Così è scritto: ”Riconoscono poi i singoli acquirenti che i danni di guerra relativi ai beni rimangono ad esclusivo favore dei signori venditori conti Di Rovero”. L’atto dimostra senza dubbio che i danni richiesti sono stati causati dall’occupazione dell’edificio da parte di sfollati e militari in ritirata. I danni infatti non possono essere stati causati da bombardamenti aerei in quanto i bombardamenti colpirono soltanto la città di Padova.

Bibliografia La grande guerra, di Francesco Selmin e Silvia Piovan , in Atlante storico della Bassa Padovana, cit. , pagg. 114-115

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1.7 Dalla protesta all’esaltazione della guerra In quella località della Bassa in cui la protesta nei confronti dell’esiguità del sussidio e della scarsità dei generi alimentari e della sempre maggiore ostilità nei confronti della guerra, il regime fascista iniziò un’operazione di tipo propagandistico incentrata sul culto dei “morti per la patria”. Nascono così monumenti ai caduti, Parchi della Rimembranza, Viali della Rimembranza. Nel 1923 in Italia furono inaugurati 1048 Parchi o Viali della Rimembranza; tre di questi furono realizzati nel distretto di Este: a S.Urbano, Villa Estense e Vo’. Il Viale della Rimembranza di Villa Estense, oggi chiamato Viale Municipio, era delimitato da due fossati e fiancheggiato da filari di tigli. (vedi figura n.24) Il Sindaco nel 1923 era Busin Angelo

Bibliografia La grande guerra, di Francesco Selmin e Silvia Piovan , in Atlante storico della Bassa Padovana, CIERRE Edizioni, 2014, da pag. 120 a pag. 124.

1.8 Lapidi in ricordo dei caduti Se si fa una visita al cimitero del paese è possibile compiere un percorso della memoria che ci porta a soffermarci davanti ad alcune lapidi commemorative di caduti nella Grande Guerra. In particolare quella che ricorda le vittime e le distingue in caduti, dispersi, morti . · Caduti: riferito a coloro che morirono sul campo per ferite · Dispersi: coloro non più ritrovati · Morti: coloro che morirono per malattia contratta in guerra o in ospedale per ferite. Sul lato sinistro è presente poi la lapide a ricordo del giovane Caporal maggiore Segato Orazio, annoverato tra gli eroi della patria e sul lato destro un cippo in onore di Braggion

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1. CLASSE III SCUOLA MEDIA “G. MAZZINI ” DI VILLA ESTENSE

Rinaldino, soldato, partecipe anch’egli col sacrificio della vita al raggiungimento della vittoria finale.

Non solo morti Oltre i 650.000 morti non si possono dimenticare il milione di feriti. Di questi 607.880 con danni permanenti · 500.000 mutilati · 74.620 storpi · 21.200 senza un occhio · 1.940 senza occhi · 120 senza mani · 3.260 muti · 6.740 sordi

Fra i 500.000 mutilati sono 5.440 i feriti al viso che Aldo Cazzullo definisce i “soldati senza volto”. “La faccia di questi uomini spesso diventava un orribile assemblaggio di carne e pezzi di metallo” Per tentare di porre rimedio, almeno parziale, a questi orribili mutilazioni nasce la chirurgia maxillo-facciale. Si distingue in questa branca chirurgica l’ospedale Rizzoli di Bologna con due grandi chirurghi, Arturo Berretta e il suo assistente Cesare Cavina. Oltre al milione di feriti non bisogna inoltre dimenticare i 100.000 malarici e i 2.000 fatti fucilare dagli stessi comandi dell’esercito italiano. Una testimonianza relativa alla febbre malarica è qui presente nel diario di guerra ‘Scarpe al sole’ scritto in terza persona dal nostro compaesano Cavaliere Silvio Rossin: “ era vita da trogloditi infognati nelle dune durante il giorno e tra i canneti di notte, sempre allo scoperto e tormentati da nuvoli di zanzare grandi come libellule. Ai suoi uomini somministrava personalmente il chinino la sera, con assoluta diligenza, e non bastava, lui stesso fu colto dalla febbre terzana, che nei tre giorni alterni di crisi mensile si portava addosso”

LA SCUOLA RACCONTA LA GRANDE GUERRA

Lo stesso stato di Servizio conferma la malattia:” ricoverato all'ospedale Convalescenziario per malaria Chievi-Verona li 15 Settembre 1918”

Bibliografia: Aldo Cazzullo , La guerra dei nostri nonni, 1915-18 storie di uomini, donne, famiglie, Arnaldo Mondadori S.p.A., Milano, settembre 2014, da pag. 181 a pag. 186 Veneto 1915-1918, la guerra in casa, AA.VV., editore editoriali quotidiani veneti, di Giorgio Mondadori, dal 23 settembre al 23 novembre 1998, pag. 209-210-211.

1.9 Gli “scemi di guerra” - l’esercito dei matti 4.600 furono i soldati divenuti pazzi. 19.600 i neuropatici, cioè uomini sofferenti di disturbi della motilità, della sensibilità, dell’equilibrio del linguaggio. Lo straordinario lavoro di ricerca fatto da Annacarla Valeriano sulle cartelle cliniche di questi sventurati è raccontato nel libro “ Ammalò di testa”. Proprio di questi giorni di Febbraio 2015 è la notizia che in un armadio, chiuso probabilmente da quasi un secolo, presso l’ex ospedale psichiatrico di Via dei Colli a Padova, sono state trovate cartelle cliniche e lettere dei soldati ricoverati. I dati numerici relativi ai militari ospitati sono estremamente significativi. · 156 nel 1915 · 883 nel 1916 · 767 nel 1917 · 49 nel 1918 Ben 1.805 soldati sono passati nel corso di quattro anni attraverso il calvario di malattia psichiatrica, tra questi i tre di Villa Estense: Ferrigo Giovanni (pag. 67), Promessi Eugenio e Quaglia Guido (pag. 82).

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2. CLASSI III SCUOLA SECONDARIA DI SANT ’E LENA

Bibliografia Aldo Cazzullo , La guerra dei nostri nonni, 1915-18, storie di uomini, donne, famiglie, Arnaldo Mondadori Editore S.p.A., Milano, settembre 2014, da pag. 187 e pag. 201 Veneto 1915-18, La guerra in casa, AA.VV., Editore Editoriali quotidiani Veneti, di Giorgio Mondadori, del 23 settembre 1988, pag. 209-211 Annacarla Valeriano , Ammalò di testa, C asa Editrice Donzelli

2. Classi III Scuola Secondaria di Sant’Elena

2.1 I caduti di Sant’Elena durante la prima guerra mondiale Lo scorso 4 novembre, noi ragazzi delle classi terze della scuola secondaria di Sant’Elena ci siamo recati presso il monumento che si trova in mezzo alla piazza del nostro paese per commemorare i soldati che hanno perso la vita durante la Grande Guerra, estendendo poi il nostro ricordo ai caduti di tutte le guerre. In quell’occasione abbiamo trovato molto commovente il momento in cui un nostro compagno ha letto il nome dei concittadini che sono morti durante il conflitto e, una volta tornati in classe, abbiamo voluto approfondire l’argomento. Mediante la consultazione delle fonti a nostra disposizione abbiamo scoperto che, al termine della guerra, ci fu una profonda presa di coscienza, da parte delle persone, dei gravi danni umani, economici, morali derivati da questo grande conflitto. In molti casi i soldati vennero sepolti frettolosamente, sparsi lungo la linea del fronte e per questo motivo si cercò di rendere loro onore con una degna sepoltura. Dopo un’accurata opera di identificazione i resti vennero avviati ai grandi ossari.

LA SCUOLA RACCONTA LA GRANDE GUERRA

Si diffuse così la volontà, tra i sopravvissuti e le autorità, di ricordare con dei monumenti le vite spezzate durante la guerra. L’idea di onorare il sacrificio dei soldati attraverso il corpo di un anonimo combattente risale, in Italia, al 1920, quando una commissione di decorati fu incaricata di scegliere una salma per ognuna delle seguenti zone di guerra: Rovereto, Dolomiti, Altipiani, Grappa, Montello, Basso Piave, Cadore, Gorizia, Basso Isonzo, San Michele e Castagnevizza. L’opera fu condotta cercando di includere tra i prescelti rappresentanti di tutti i reparti, anche della Marina Militare, e alla fine furono raccolte 11 spoglie, esposte nella Basilica di Aquileia. Il compito di designare il Milite fu affidato ad una semplice donna, Maria Bergamas, il cui figlio Antonio, di leva nell’esercito austriaco, era fuggito per arruolarsi in Italia e aveva poi perso la vita combattendo, senza lasciare alla madre un corpo su cui piangere. A scuola abbiamo avuto modo di vedere il film “Fango e gloria”, che racconta, attraverso le vicende di tre giovani, tutti i principali avvenimenti della Guerra. La pellicola è stata realizzata utilizzando molti filmati originali dell’epoca e in uno di questi si vede proprio Maria Bergamas che si avvicina con trepidazione alle bare e, sopraffatta dall’emozione, si ferma davanti alla seconda. Il corpo anonimo di questo soldato fu caricato, con tutti gli onori, su un vagone ferroviario che attraversò lentamente tutto il paese, da Aquileia a Roma, per dare modo agli italiani di porgere il loro saluto. Il 4 novembre 1921 il Milite Ignoto venne tumulato nel sacello posto sull’Altare della Patria, diventando il simbolo dei tanti soldati morti di cui abbiamo perso l’identità. Ogni più piccolo paese si impegnò per erigere il suo monumento con cui ricordare quelli che non tornarono. Mantenere viva la memoria degli eventi accaduti in quegli anni, riconoscendo il valore dei sacrifici fatti, è un atto doveroso nei confronti di quanti hanno perso la vita.

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2. CLASSI III SCUOLA SECONDARIA DI SANT ’E LENA

Un’associazione di Sant’Elena si occupò di dare una degna sepoltura ai suoi soldati e fu così che nell’arco dei sessant’anni successivi alla Prima Guerra Mondiale vennero costruiti e intitolati tre monumenti per commemorare i caduti. Fonti orali ci dicono che il primo monumento fu costruito nel 1922 nella piazza e rappresentava la statua dell’Italia con quattro colonne ai lati completa di cuscino e spade. Questo monumento venne, nel 1930, modificato come monumento funebre in onore del podestà fascista Giulio Cagnoni 44 , e venne titolato in memoria dei caduti l’asilo infantile di allora 45 . Finita la seconda guerra mondiale il monumento funebre fu abbattuto e nel 1983 venne edificato nella piazza l’attuale monumento che ricorda anche i caduti della seconda guerra mondiale e di tutte le guerre. La sua realizzazione, un bassorilievo in bronzo opera del Prof. Giancarlo Milani di Padova, è stata possibile grazie all’impegno della locale sezione Combattenti e Reduci, alla collaborazione dell’Amministrazione comunale e al contributo della Cassa Rurale ed Artigiana di Sant’Elena, di Enti e di privati cittadini 46 . Conoscere la storia del Milite Ignoto e del nostro monumento ci ha fatto riflettere sull’importanza di dare un nome e il giusto riconoscimento a coloro i quali si sono sacrificati per la patria e così, attraverso la consultazione dei registri di guerra del paese 47 , abbiamo raccolto le fotografie e le generalità dei nostri 38 compaesani caduti in guerra. Abbiamo così osservato che la maggior parte di loro aveva meno di

44 L’immagine di questo monumento funebre è presente nella foto commemorativa dedicata ai reduci e ai caduti della Grande Guerra di Sant’Elena messo a nostra disposizione da un privato. 45 Queste informazioni ci sono state fornite dalla testimonianza orale del sig. Broccadello di Sant’Elena. 46 C. Corrain e altri , Sant’Elena. Dialoghi di storia paesana, La Galiverna Ed., giugno 1989, p.203-205. 47 Albo d’oro dei militari caduti nella Prima guerra nazionale 1915-1918, volume 28 – Veneto (prov. Pd-Ro-Vr), edito da C.E. Vecchoni e Guadagno, Roma 1964.

LA SCUOLA RACCONTA LA GRANDE GUERRA trent’anni al momento della morte (molti erano ventenni) e che molti soldati appartenevano alla fanteria. Analizzando i dati a nostra disposizione abbiamo steso il seguente riepilogo.

· Soldati appartenenti al reggimento fanteria: ...... 20 · Soldati appartenenti al reggimento artiglieria: ...... 4 · Soldati appartenenti al reggimento mitraglieri: ...... 1 · Soldati appartenenti al reggimento granatieri: ...... 1 · Soldati appartenenti al reggimento bersaglieri: ...... 1 · Carabinieri: ...... 1 · Soldati nati in Brasile e tornati in Italia per combattere: ..... 3 · Soldati morti per ferite riportate in combattimento: ...... 16 · Soldati morti in combattimento: ...... 2 · Soldati morti per malattia: ...... 7 · Soldati dispersi e scomparsi in combattimento: ...... 6 · Soldati di cui non si ha alcuna notizia: ...... 7

Dare un nome e un volto a questi uomini ce li ha fatti sentire più vicini; vedere tante giovani vite stroncate nel periodo in cui si dovrebbero fare progetti per il futuro, ci ha fatto riflettere una volta ancora sull’inutilità della guerra. Anna, Matteo, Aurora, Veronica, Maria Vittoria, Angela 3A Alessandro, Linda 3B

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2. CLASSI III SCUOLA SECONDARIA DI SANT ’E LENA

I soldati di S. Elena caduti durante la 1 a guerra mondiale 1915-1918

Bego Cesare di Gio. Battista di anni 18 Soldato 244° reggimento fanteria, nato l’11 Settembre 1899 a Solesino, Distretto militare di Padova, morto il 15 Giugno 1918 sul Piave per ferite riportate in combattimento .

Berto Ferdinando di Narciso di anni 24 Caporale maggiore 60° reggimento fanteria, nato il 5 Marzo 1893 a Sant’Elena, Distretto m militare di Padova, morto il 23 Novembre 1917 sul Monte Grappa, per ferite riportate in combattimento .

Berto Santo di Narciso di anni 20 : Soldato 31° reggimento fanteria nato il 21 Maggio 1995 a Sant’Elena, Distretto militare di Padova, morto il 23 Ottobre 1915 nell’ospedale da campo n.058 per ferite riportate in combattimento .

Bizzaro Giovanni: Nato 1894, non si hanno altre notizie su questo soldato .

LA SCUOLA RACCONTA LA GRANDE GUERRA

Bottaro Giovanni di Federico di anni 29 : Caporale 116° reggimento fanteria, nato il 31 Maggio 1887 a , Distretto militare di Padova, morto il 12 Ottobre 1916 sul Medio Isonzo in combattimento .

Calore Giuseppe di Antonio di anni 24 : Soldato 260° reggimento fanteria, nato il 5 Febbraio 1894 ne Brasile ed iscritto di leva nel comune di Sant’Elena, Distretto militare di Padova, morto il 16 Dicembre 1918 a Marostica per malattia .

Ceschi Faustino di anni 24 : Morto il 3 Luglio 1917 nell’ospedale da campo NR33 (BS) a seguito di ferite riportate in combattimento .

Cucco Giovanni Battista di anni 27 : Soldato 5° reggimento artiglieria da campagna, nato il 17 Giugno 1891 a Sant’Elena, Distretto militare di Padova, morto il 15 Ottobre 1918 nell’ospedaletto da campo n°100 per malattia .

Danieli Antonio di Francesco di anni 32 : Soldato 15° reggimento bersaglieri, nato il 1 Settembre 1883, ad Urbana, Distretto militare di Padova, morto il 10 Agosto 1916 sul Carso per ferite riportate in combattimento .

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2. CLASSI III SCUOLA SECONDARIA DI SANT ’E LENA

Favero Ettore di Domenico di anni 25 : Soldato 93° reggimento fanteria, nato il 3 Settembre 1990 a Ponte San Nicolò, Distretto militare di Padova, disperso il 14 Novembre 1915 nel settore di Tolmino in combattimento .

Ferragoni Augusto di anni 21 : 47° reggimento artiglieria, scomparso in combattimento di Sdraussina. (Gradisca d’Isonzo) .

Gasparini Silvio di Giovanni Battista: Soldato 2° reggimento artiglieria da artiglieria, nato il 20 Luglio 1898 a Sant’Elena, Distretto militare di Padova, morto il 9 Agosto 1917 sul medio Isonzo per ferite riportate in combattimento .

Gazzuola Antonio di Domenico di anni 30 : Soldato 32° reggimento fanteria, nato il 1 Ottobre 1885 a Sant’Elena, Distretto militare di Padova, disperso il 23 Ottobre 1915 sul Carso in combattimento .

Goldin Ernesto: Nato nel 1987, non si hanno altre notizie di questo soldato .

LA SCUOLA RACCONTA LA GRANDE GUERRA

Marcon Luigi: Non si hanno altre notizie di questo

soldato .

Maron Ernesto di Luigi, di anni 20 : Carabiniere legione CC. di Verona, nato il 6 Aprile 1897 ad Arcquà Petrarca, Distretto militare di Padova, morto il 27 Novembre 1917 in prigionia per malattia .

Miatton Umberto di Giovanni di anni 25 : Decorato di medaglia di bronzo al V.M. soldato 58° reggimento fanteria, nato il 14 Marzo 1891 a Sant’Elena, Distretto militare di Padova, morto il 3 Aprile 1916 nell’ospedaletto da campo n°125, per ferite riportate in combattimento .

Montin Primo: Nato il 1884, Non si hanno altre notizie di questo soldato .

Nicoletto Primo di Domenico di anni 21 : Soldato 206° reggimento fanteria, nato il 26 luglio 1896 a Vascovana, Distretto militare di Padova, morto il 3 Aprile 1916 nell’ospedaletto da campo n°125 per ferite riportate in combattimento .

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2. CLASSI III SCUOLA SECONDARIA DI SANT ’E LENA

Pastorello Oreste di Eugenio di anni 28 : Soldato 39° reggimento fanteria, nato il 14 Ottobre 1888 a Sant’Elena, Distretto militare di Padova, morto l’11 Settembre 1917 a Bologna, per ferite riportate in combattimento .

Pigato Augusto: Nato il 1984, non si hanno altre notizie di questo soldato .

Rimondo Tolomeo di Stefano di anni 18 : Caporale 434° compagnia mitraglieri, nato il 10 Maggio 1900 nel Brasile, inscritto di leva nel comune di Sant’Elena, Distretto militare di Padova, morto il 26 Ottobre 1918, sul Monte Grappa, per ferite riportate in combattimento .

Scarparo Giovanni Battista di Antonio: di anni 30: Soldato 1° reggimento granatieri, nato il 27 Ottobre 1887, a , Distretto militare di Padova, morto il 16 Novembre 1918 nella 79° sezione di Sanità per ferite riportate in combattimento.

Sette Alessio di Giuseppe di anni 36: Soldato 230° reggimento fanteria, nato il 19 Luglio 1880 a Sant’Elena, Distretto militare di Padova, morto il 7 Aprile 1917 ad Este, per malattia.

LA SCUOLA RACCONTA LA GRANDE GUERRA

Sette Angelo: Nato nel 1989, non si hanno altre notizie di questo soldato .

Sette Domenico Valentino di anni 21 : Morto a casa il 27 Settembre 1918 per malattia contratta in guerra .

Toniolo Giulio di Virgilio di anni 24 : Soldato 160° reggimento fanteria, nato il 25 Agosto 1982 a Vò, Distretto militare di Padova, morto il 20 Agosto 1917 sull’alto piano della Bainsizza per ferite riportate in combattimento .

Toniolo Luigi di Giacomo di anni 18 : Soldato 160° reggimento fanteria, nato il 17 Aprile 1897 a Baone,

Distretto militare di Padova, morto il 24 Novembre 1915 a Udine per ferite riportate in combattimento .

Toniolo Romano: Non si hanno notizie di questo

soldato .

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2. CLASSI III SCUOLA SECONDARIA DI SANT ’E LENA

Trevisan Giulio di Vittorio di anni 20 : Caporale 113° reggimento fanteria, nato il 22 Novembre 1896, a Sant’Urbano, Distretto militare di Padova, morto il 24 Maggio 1917 nella 33° sezione di sanità per ferite riportate in combattimento .

Trivellato Luigi di Martino di anni 21: Soldato 82° reggimento fanteria, nato il 27 Maggio 1895 ad Ospedaletto Euganeo, Distretto militare di Padova, morto il 31 Luglio 1916 nell'ospedaletto da campo n°61 per ferite riportate in combattimento .

Viale Santo di anni 33 : 7° reggimento fanteria, scomparso in combattimento il 20 Agosto 1917 sulle Pendici del Monte S.Marco .

Vigato Augusto di Ferruccio di anni 20 : Soldato reggimento artiglieria a cavallo, nato il 5 Giugno 1988 a Carceri, Distretto militare di Padova, morto il 17 Aprile 1919 a Bologna per malattia .

Zangirolami Antonio di Vittorio di anni 21 : Soldato 216° reggimento fanteria, nato l’11 Giugno 1885 a Stanghella, Distretto militare di Padova, morto il 14 Gennaio 1918 in prigionia per malattia .

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Zangirolami Augusto di anni 34 : Morto il 9 Giugno 1919 per malattia contratta in guerra .

Zangirolami Giulio di Vittorio di anni 21 : Soldato 250° reggimento fanteria, nato il 3 Maggio 1896 nel Brasile ed inscritto di leva nel comune di Sant’Elena, Distretto militare di Padova, Disperso il 4 Settembre 1917 sul Carso in Combattimento .

Zorzato Vittorio Di Giuseppe di anni 23 : Soldato 219° reggimento fanteria, nato il 21 Aprile 1892 a Solesino, Distretto militare di Padova, disperso il 23 Settembre 1916 sul monte Cimone in combattimento .

2.2 Il servizio farmaceutico durante la grande guerra La Grande Guerra iniziò per l’Italia il 24 maggio 1915 e si concluse ben 42 mesi dopo. Fu un conflitto in cui vennero utilizzate nuove armi micidiali e fatali, quali la mitragliatrice, il lanciafiamme, ma in particolar modo i gas. Da una tipica guerra di movimento ottocentesca, si passò ad una guerra di posizione (di trincea). Ciò impose l’utilizzo di soldati, nel caso dell’Italia ben 5 milioni, e con un esercito così numeroso, con le nuove armi introdotte e le malattie varie si sviluppò in modo particolare la ricerca nel campo dell’infermieristica.

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Fin dall’inizio del conflitto la Sanità Militare ha dovuto affrontare nuove malattie e nuovi tipi di ferite. Se il ferito riportava ferite significative agli arti, il medico procedeva con l'amputazione, una pratica che aveva largo uso. Per effettuarla non esistevano antibiotici e/o anestesia, ma l'etere (composto infiammabile e nocivo) e il cloroformio (composto organico). Per mantenere un filo di igiene, si disinfettava la ferita con soluzioni d'ipoclorito e con tintura di iodio. Come calmante per il dolore si faceva largo uso dei derivati dell'oppio. I soldati, fermi al fronte nelle trincee, vivevano in condizioni disumane: il loro corpo, in particolar modo i capelli e i vestiti, erano colmi di pidocchi e pulci dovuti all'ambiente insalubre. Perciò, appena si poteva, i vestiti dei soldati venivano trattati presso i bagni campali e la disinfestazione avveniva tramite la bollitura degli indumenti, che faceva morire i germi. La Sanità Militare si occupò in modo particolare della tubercolosi, della malaria e delle malattie veneree, ma il problema più difficile che dovette risolvere fu quello delle lesioni causate dei gas, poiché non si conoscevano i terribili effetti che avevano sull’essere umano. Il gas fu usato per la prima volta dai francesi il 22 aprile 1915 contro i tedeschi, nella battaglia di Ypres, ed era costituito da una sostanza formata da nitrite e cloro. Le vittime colpite dai gas furono poco più di 1.050.000, più precisamente 420.000 per la Russia, 200.000 per la Francia, 72.800 per gli USA e 60.000 per l'Italia. Le tipologie dei gas utilizzati nel conflitto furono quattro: lacrimogeni, starnutenti, irritanti dell’apparato respiratorio e ulceranti. L’Italia dunque doveva sapersi difendere da quest’arma così efficace e gli studi sui gas vennero condotti nella Farmacia Centrale Militare di Torino (successivamente diventerà Istituto Chimico Farmaceutico Militare). Il plesso era nato nel 1853 per volere del re Vittorio Emanuele II e doveva offrire tutto l'occorrente per il Servizio di

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Sanità Militare. Nei primi del ‘900, lo stabilimento ottenne importanti risultati contro la malaria. Quando iniziò la guerra, i farmacisti militari erano poche decine; successivamente essi si moltiplicarono e vennero dislocati nel fitto reticolato di strutture sanitarie che erano presenti sia sul fronte esterno che più internamente. Durante la guerra, sul territorio circostante ai combattimenti erano presenti tali strutture:

OSPEDALI (T IPOLOGIA ) POSTI LETTO

28 OSPEDALI MILITARI

2 OSPEDALI SUCCURSALI

31 INFERMERIE PRESIDIARIE

6 DEPOSITI DI CONVALESCENZA

233 OSPEDALETTI 50 LETTI

174 OSPEDALI DA CAMPO 100 LETTI

46 OSPEDALI 200 LETTI

L’organizzazione venne ampliata tanto da disporre nel 1918 di 1412 stabilimenti con una capacita di oltre 300000 posti letto. Anche i treni-ospedale, costituiti da 50 unità, si occuparono dello sgombero di feriti e malati. Il totale delle unità di ricovero allestite furono ben 453. I farmacisti erano vestiti con uniformi grigio-verde e il fregio, improntato nell'elmetto di ognuno di loro, rimarrà uguale fino ad oggi. Durante la guerra, per vari motivi, come il freddo invernale e la voglia di dimenticare gli orrori visti in battaglia, i soldati assumevano un liquore tonico corroborante, meglio conosciuto

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2. CLASSI III SCUOLA SECONDARIA DI SANT ’E LENA come Cordiale. Di qualità superiore al cordiale è l’Enocordial, che viene prodotto dalla distillazione del vino. Venne utilizzato nel nostro paese a partire dalla metà dell’800. Il Cordiale Militare è da degustare a fine pasto, o in abbinamento con la carne o la pasticceria secca; esso ha una gradazione alcolica del 40%. Matteo e Luca, classe 3B

2.3 Le 3 C: Caffè - Cordiale - Cadorna Durante la guerra i comandanti dell’esercito italiano, prima di mandare i soldati in battaglia, offrivano loro del caffè e del Cordiale, un liquore, per incoraggiarli ad affrontare il pericolo. I soldati, ogni volta che ricevevano queste bevande, domandavano chi le mandasse, e la risposta era sempre “Cadorna”, ossia il Comandante in capo dell'esercito italiano. Dopo i primi ammutinamenti sul fronte da parte delle reclute, gli alti comandi dell’esercito decisero di punire le insubordinazioni e incaricarono l’arma dei carabinieri di eseguire le sentenze. Si diffuse così l’usanza di soprannominare questi carabinieri addetti alla fucilazione, quando arrivavano nelle trincee: “ caffè, cordiale, Cadorna”.

2.4 La sigaretta in 3 Durante la lunga attesa nelle trincee, i soldati non avendo nessun tipo di svago, trovavano il piacere di fumare qualche sigaretta. Però fumare era un rischio; alla prima boccata, infatti, si attirava l’attenzione del cecchino nemico, alla seconda il cecchino prendeva la mira e alla terza sparava.

2.5 Autolesionismo, insubordinazione e decimazione Non era raro che i soldati si rifiutassero di andare al fronte a combattere e facessero resistenza alla leva. I soldati arrivavano

LA SCUOLA RACCONTA LA GRANDE GUERRA addirittura a farsi del male (come rompersi un braccio, una gamba, …) proprio per evitare di andare in guerra e quindi di andare incontro a una morte quasi certa. Potevano anche non presentarsi al distretto militare dopo aver ricevuto la chiamata alle armi. Tra i soldati che avevano già raggiunto la trincea c'erano numerosi casi di ammutinamento, ossia di disobbedienza agli ordini del comandante. Tutti questi tipi di diserzione venivano puniti molto duramente, anche con la morte o il carcere. Una curiosità che abbiamo appreso durante gli approfondimenti a scuola è che quando dei soldati al fronte si rifiutavano di obbedire agli ordini potevano essere puniti venendo esposti, fuori dalle trincee, al fuoco nemico. Gli austriaci però a volte non sparavano per solidarietà, perché il nemico era disarmato e indifeso. Alice, Daniela, Benedetta classe 3B David, Francesca, Silvia 3A

2.6 L’origine del termine “May Day” Il termine “May Day viene utilizzato ancora oggi per lanciare un grido di soccorso dalle navi o dagli aerei in difficoltà. Cercando notizie sul significato del nome abbiamo scoperto che la sua origine deriva dall’espressione francese “venez m'aider!” (venite ad aiutarmi) o “m'aidez!” (aiutatemi). Fu utilizzato per la prima volta durante la Grande Guerra dai piloti inglesi che sorvolavano la Francia per attaccare le linee tedesche e che, quando avevano bisogno di aiuto, dovendo collegarsi alle radio locali e non riuscendo a pronunciare la parola francese “M’aidez”, dicevano “May Day”, che nella loro lingua significava tutt’altro. Con le due parole staccate May Day i paesi anglofoni fanno infatti riferimento al primo Maggio, giorno della festa dei lavoratori. Angela, Alessia 3B Samuele, Giovanni, Nicholas 3A

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2.7 Origine del termine cecchino Il termine venne coniato durante la Prima Guerra mondiale per indicare i tiratori austriaci che dalle trincee nemiche sparavano con precisione sui soldati italiani. Letteralmente corrisponde al diminutivo di Cecco Beppe, soprannome con cui veniva chiamato, in senso dispregiativo, l'imperatore Francesco Giuseppe. Ogni “Cecco” era pertanto un soldato austriaco a servizio dell’imperatore austriaco. Oggi il termine ha assunto significato universale e indica chi da lontano spara con precisione su di un bersaglio senza farsi vedere. Francesca, David 3A

2.8 Derivazione e significato del termine “OK” Il termine OKAY, o più semplicemente OK, viene tuttora utilizzato come abbreviazione per affermare “va bene”, “nessun problema” o comunque un assenso. Esso ha una larga diffusione nei paesi europei dove viene formato mediante apposite posizioni delle dita della mano, quali l’unione a mo’ di cerchio delle dita pollice e indice e le restanti rivolte verso l’alto o mettendo la mano a mo’ di pugno e il pollice teso verso l’alto. Dopo una dettagliata ricerca siamo venuti a conoscenza del fatto che questo termine ha origini antiche: la sua nascita risale infatti alla prima guerra mondiale. Il termine venne coniato nella Francia del nord dalle truppe canadesi, le quali quando ritornavano di notte dalla perlustrazione della terra di nessuno (territorio compreso fra due trincee nemiche), e non avevano subito perdite scrivevano 0K (dall’inglese: zero killed) in una lavagnetta per comunicare che nessun soldato era morto. In questo modo non svegliavano l’ufficiale di servizio.

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2.9 I portafortuna nella prima guerra mondiale Durante la Grande Guerra, come consuetudine tra i soldati c’era quella di utilizzare dei portafortuna per proteggersi dalle pallottole nemiche. Questi portafortuna si distinguevano in sacri e profani. Il più comune tra quelli sacri era l’immagine del Santo a cui i combattenti erano legati, che veniva messo nel taschino sinistro (parte del cuore) insieme all’immagine dei propri cari. Molto comuni erano anche i portafortuna profani, come ad esempio il cornetto (peperoncino) che non doveva essere né perso né prestato, al limite poteva essere rubato. Diffusa era anche l'usanza di portare con sé la cenere dell’albero di Natale bruciato.

2.10 La camminata a punto di domanda Dopo la fine della guerra si diceva che fosse possibile distinguere coloro che avevano combattuto nelle trincee per la loro camminata, un po’ gobba e strana. Questa andatura veniva definita “camminata a punto di domanda” perché nelle trincee per difendersi dai tiri nemici i soldati erano costretti ad avanzare un po’ ingobbiti. Marta, Daiana 3B

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Figura 1: Telegramma del ministero della guerra al sindaco di Villa Estense

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Figura 2: Comunicazione del sindaco di Villa Estense al Comando Deposito Fanteria

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Figura 3: Dichiarazione autografa dello stato di servizio di Stevanin Virgilio

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Figura 4: Dichiarazione autografa dello stato di servizio di Stevanin Virgilio

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Figura 5: Articolo della Difesa del Popolo del 23 Agosto 1914

Figura 6: dislocazione dei prigionieri di Villa Estense nell'impero Austro Ungarico

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Figura 7: Cartolina allegata al pacco viveri inviato al prigioniero Dorigo

Figura 8: Norme che regolano le comunicazioni ai prigionieri

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Figura 9: Cartolina di Zamarco Alfredo alla fidanzata Marsilio Paolina

Figura 10: Cartolina di Zamarco Alfredo alla fidanzata Marsilio Paolina

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Figura 11: Cartolina di Zamarco Alfredo alla fidanzata Marsilio Paolina

Figura 12: Cartolina di Zamarco Alfredo alla fidanzata Marsilio Paolina

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Figura 13: Cartolina di Ruggero alla fidanzata Nucci

Figura 14: Cartolina di Ruggero alla fidanzata Nucci

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Figura 15: Cartolina di Barotti Marco a Zamarco Alfredo

Figura 16: Cartolina di Barotti Marco a Zamarco Alfredo

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Figura 17: Lettera del maestro Abriani a Zamarco Alfredo

Figura 18: Lettera del maestro Abriani a Zamarco Alfredo

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Figura 19: In alto a sinistra si riconosce Zamarco Alfredo con i commilitoni

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Figura 20: 30 Agosto 1970-Cerimonia presso le scuole elementari Alcide de Gasperi per il conferimento dell’onorificenza di Cavaliere dell’ordine di Vittorio Veneto agli ex combattenti della prima Guerra Mondiale. Si riconoscono Zamarco Alfredo, il sindaco Zangrossi Federico, il Cavaliere Rossin Silvio

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Figura 21: Lapide ai caduti nel cimitero di Villa Estense

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Figura 22: Lapide ai caduti a palazzo Valentinelli a Villa Estense

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Figura 23: Lapide sulla tomba di Braggion Rinaldino

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Figura 24: Viale della Rimembranza a Villa Estense oggi Viale Municipio

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Figura 25: Conferimento onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto a Venturin Vittorio

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Finito di stampare nel giugno 2015 da Cierre Grafica via Ciro Ferrari 5, Caselle di Sommacampagna (Verona) www.cierrenet.it