Pia De Tolomei, E Che Il Libro Sta Lavorandosi Da Cammarano, Aggiungendomi Che Non Ha Di Bisogno Altro Che Di Tre Prime Parti Donna, Tenor E Basso E Due Buone Seconde
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
VENEZIA Calle Larga XXII Marzo, 2098 ALBO DEI SOCI FONDATORI ALBO DEI SOCI FONDATORI CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Paolo Costa presidente Luigino Rossi vicepresidente Cesare De Michelis Pierdomenico Gallo Achille Rosario Grasso Mario Rigo Valter Varotto Giampaolo Vianello consiglieri sovrintendente Giampaolo Vianello direttore artistico Sergio Segalini COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI Giancarlo Giordano presidente Adriano Olivetti Paolo Vigo Maurizia Zuanich Fischer SOCIETÀ DI REVISIONE PricewaterhouseCoopers S.p.A. pia de’ tolomei tragedia lirica in due parti libretto di Salvadore Cammarano musica di Gaetano Donizetti Teatro La Fenice venerdì 15 aprile 2005 ore 19.00 turno A domenica 17 aprile 2005 ore 15.30 turno B martedì 19 aprile 2005 ore 19.00 turno D giovedì 21 aprile 2005 ore 19.00 turno E domenica 24 aprile 2005 ore 15.30 turno C La Fenice prima dell’Opera 2004-2005 7 Anonimo, Gaetano Donizetti. Bologna, Civico Museo Bibliografico Musicale. Il ritratto è stato talora attribuito a Gerolamo Induno (1827-1890) o al fratello Domenico (1815-1878; cfr. WILLIAM WEAVER, The Golden Century of Italian Opera from Rossini to Puccini, London, Thames & Hudson, 1980, p. 97). La Fenice prima dell’Opera 2004-2005 7 Sommario 5 La locandina 7 L’amore in paradiso di Michele Girardi 9 Paolo Fabbri Gaudent brevitate moderni 23 Emanuele d’Angelo «Siena mi fé, disfecemi Maremma»: ritratti di Pia, da Dante a Cammarano 47 Gabriele Dotto Oltre il documento: l’edizione critica delle opere di Donizetti 57 Christian Gangneron Pia, o «l’intelletto d’amore» 59 Pia de’ Tolomei: libretto e guida all’opera a cura di Giorgio Pagannone 117 Pia de’ Tolomei in breve a cura di Gianni Ruffin 119 Argomento – Argument – Synopsis – Handlung 125 Francesco Bellotto Bibliografia 133 Online: Pia-illusione a cura di Roberto Campanella 137 Dall’archivio storico del Teatro La Fenice La Fenice di Lanari e Donizetti a cura di Franco Rossi Locandina per la prima rappresentazione assoluta. Archivio storico del Teatro La Fenice. Pia de’ Tolomei tragedia lirica in due parti libretto di Salvadore Cammarano musica di Gaetano Donizetti prima rappresentazione della nuova edizione critica Edizione critica di Giorgio Pagannone Edizione critica delle opere di Gaetano Donizetti Editore Casa Ricordi, Milano – Fondazione Donizetti, Bergamo personaggi e interpreti Pia Patrizia Ciofi Ghino degli Armieri Dario Schmunck Nello della Pietra Andrew Schroeder Rodrigo Laura Polverelli Piero Daniel Borowski Ubaldo Francesco Meli Bice Clara Polito Lamberto Carlo Cigni Il carceriere Luca Favaron (15-17-19) Bo Schunnesson (21-24) maestro concertatore e direttore Paolo Arrivabeni regia Christian Gangneron scene Thierry Leproust costumi Claude Masson light designer Marc Delamézière Orchestra e Coro del Teatro La Fenice direttore del Coro Emanuela Di Pietro con sopratitoli nuovo allestimento 6 LA LOCANDINA direttore musicale di palcoscenico Giuseppe Marotta direttore di palcoscenico Paolo Cucchi responsabile allestimenti scenici Massimo Checchetto maestro di sala Stefano Gibellato aiuto maestro di sala Raffaele Centurioni altro maestro del coro Ulisse Trabacchin altri direttori di palcoscenico Lorenzo Zanoni Luca Ferraris assistente alla regia Luca Ferraris maestri di palcoscenico Silvano Zabeo Giovanni Dal Missier maestro rammentatore Pierpaolo Gastaldello maestro alle luci Gabriella Zen capo macchinista Vitaliano Bonicelli capo elettricista Vilmo Furian capo attrezzista Roberto Fiori capo sarta Rosalba Filieri responsabile della falegnameria Adamo Padovan coordinatore figuranti Claudio Colombini scene Decorpan (Treviso) attrezzeria Decorpan (Treviso) Rancati (Milano) Laboratorio Teatro La Fenice (Venezia) parrucche e trucco Fabio Bergamo (Trieste) sopratitoli Studio GR (Venezia) L’amore in paradiso Si può ben scrivere che il Teatro La Fenice, nelle ultime stagioni, stia approfondendo ul- teriormente il suo rapporto con pagine operistiche ingiustamente poco conosciute di Gaetano Donizetti, affiancandole a capolavori mai caduti nell’oblio, come Don Pasqua- le (2002) e L’elisir d’amore (2003). Dopo il Marino Faliero (2003) è ora la volta di Pia de’ Tolomei, un dramma espressamente composto per il massimo teatro veneziano, da darsi nel carnevale del 1836-1837, ma che solo oggi giunge sul palcoscenico cui era de- stinato, visto che anche allora, come nel 1996, La Fenice arse, e Pia fu dirottata al Tea- tro Apollo (oggi Goldoni). La donna fragile evocata da Dante ebbe a ispirare parecchi artisti nel corso dei se- coli, come ci spiega, in pagine profonde e dotte, Emanuele d’Angelo, che ne passa in rassegna le diverse epifanie poetiche e teatrali per confrontarle con la declinazione ope- ristica di riferimento. La sua disamina ci fa apprezzare, una volta di più, un mestiere come quello del librettista, specie quando si tratta di uno scrittore di prima grandezza come Cammarano, capace di tracciare schemi drammatici sostenuti da una cultura de- cisamente solida, che offrirono a Donizetti l’occasione di tentare vie nuove. «La bellis- sima donna dai capelli corvini», osserva d’Angelo, «è la vittima di un tragico equivoco – per diffuso difetto di comunicazione –, proprio come altre protagoniste cammara- niane ritenute a torto traditrici […]. Ma, diversamente da queste e da quelle, la Tolo- mei non condivide la morte coll’amato (amor non li condusse ad una morte): sale al cielo sola, senza rimpianti, […] ormai sciolta da ogni passione terrena (il suo senti- mento è divenuto puro slancio dell’anima verso il bene)». La si ammiri, questa donna fatale (soprattutto a sé stessa) attraverso la fantasia di Stefano Ussi (il quadro, databi- le tra il 1855 e il 1860, è qui riportato a p. 22) e in particolare di Dante Gabriel Ros- setti (p. 44), che la dipinse nel 1868. Paolo Fabbri, nel saggio di apertura, ricostruisce con sapiente eleganza le vicende re- lative alla genesi dell’opera e ne mette in luce i tratti drammatici e stilistici salienti, chiu- dendo con un rilievo che illumina, oltre ai meriti intrinseci del lavoro ampiamente di- scussi, anche la sua capacità di prefigurare atmosfere di là da venire: «L’opera che si era aperta facendo risuonare con qualche lustro d’anticipo l’“Amami, Alfredo …” di Vio- letta appassionata, si chiude prefigurandone l’agonia di tisica». Lo studioso si riferisce a una melodia intonata dal tenore Ghino che incarna nella costellazione dei personaggi – ed è uno dei numerosi tratti innovatori che dispiacquero 8 MICHELE GIRARDI alla critica e al pubblico dell’epoca – il ruolo del vilain, di solito appannaggio del bari- tono: «O Pia mendace», frase struggente, appare nel n. 1 (I.3), ed è riprodotta da Gior- gio Pagannone nel primo esempio della guida all’ascolto (a p. 68). Il curatore dell’edi- zione del libretto, che segue la versione rappresentata in queste recite veneziane, è anche il curatore dell’edizione critica di Pia de’ Tolomei che va ora in scena, e il lettore potrà apprezzare da sé i vantaggi di questo duplice ruolo leggendo le sue pagine, finemente intessute di osservazioni drammaturgiche, che s’intrecciano all’analisi dettagliata della musica. Una in particolare va citata, perché chiarifica la posizione di Rodrigo, fratello di Pia e guelfo in armi nonché contralto en travesti, interpretato a Venezia nel 1837 dal- la diciassettenne debuttante Rosina Mazzarelli, pupilla del potente impresario Alessan- dro Lanari (il suo ruolo nella contrattazione con la presidenza del teatro è ampiamen- te trattato da Franco Rossi, che pubblica documenti inediti provenienti dall’Archivio storico del Teatro La Fenice). Analizzando la cabaletta di Pia (nel n. 2) Pagannone no- ta «che il tono ed il contenuto espressivo del testo e della musica si adatterebbero ad una cabaletta amorosa», tanto che se qualcuno «entrasse in teatro a questo punto, e ascoltasse libretto alla mano, penserebbe che Pia stia smaniando per il suo amoroso, non per suo fratello. Ciò potrebbe non essere un difetto, bensì un effetto voluto: in que- st’opera Rodrigo, non Ghino, è il vero antagonista di Nello, non solo a livello politico, ma anche affettivo». Del resto l’opera spesso evoca senza affermare situazioni ‘impos- sibili’ per la morale comune, mascherandole sotto il velo dell’equivoco (e si pensi all’a- more che Semiramide, ignara della reale natura del loro rapporto, concepisce per il fi- glio Arsace). Ai problemi dell’edizione critica di Donizetti, in corso di pubblicazione presso Ri- cordi con la collaborazione della benemerita Fondazione Donizetti di Bergamo (per una volta propheta in patria …) è dedicato il saggio di Gabriele Dotto, che condirige l’edizione, insieme a Roger Parker. Parecchi casi, come quello della cadenza di Lucia, non mancheranno d’interessare il lettore, e forse quell’alone di diffidenza che parecchi artisti (e diversi appassionati di vecchio stampo) nutrono per la restituzione filologica dei testi operistici con metodologie ad hoc potrebbe schiarirsi, magari alla luce di con- siderazioni come quella che chiude il saggio di Dotto, e che volentieri facciamo nostra, con tutto l’ottimismo del caso: «Come già con alcune delle opere di Donizetti, classifi- care come ‘definitiva’ un’edizione critica non è possibile. Con una mano, certamente l’impresa dell’edizione critica delle opere di Donizetti chiarisce, scrosta, ri-illumina, ri- definisce e rimette a fuoco. Ma attenzione: con l’altra, stappa un vaso di Pandora, da cui scaturiscono nuovi dubbi, impone nuovi atteggiamenti interpretativi, solleva pro- blemi fino a ieri inediti. Evviva, meglio così: vuol dire che il repertorio dell’opera ro- mantica