Relazione Storica
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PRE Ofena – Relazione Storica INTRODUZIONE Ofena, Comune appartenente alla provincia di L’Aquila, si trova su un poggio roccioso delimitato da tre valloni, solchi vallivi che finiscono con l’immettersi nella Valle del fiume Tirino. Ha origini molto antiche, anteriori a quelle della stessa Roma, ed è inquadrato nel contesto storico dei popoli italico - vestini. Infatti, il suo nome deriva da un agglomerato urbano dei Vestini presente nelle vicinanze con il nome di Aufinum. È stato paese di pastori transumanti, posto lungo la via tratturale L’Aquila - Foggia percorsa dalle greggi per raggiungere il tavoliere delle Puglie. Più volte è stato distrutto nel corso dei secoli, in particolare durante la seconda guerra sannitica e le invasioni barbariche, disseminato qua e là in piccoli nuclei, ricomposto definitivamente poco più a nord, il tutto senza avere mai interrotto la continuità del nome, conservato nonostante gli inevitabili mutamenti del linguaggio. Veduta dell’abitato di Ofena. 7 PRE Ofena – Relazione Storica INQUADRAMENTO TERRITORIALE In termini comprensoriali il Comune di Ofena si trova all’interno del parco nazionale del Gran Sasso – Monti della Laga, nella Comunità Montana Campo Imperatore – Piana di Navelli, e occupa una posizione di rilievo considerando che la maggior parte del suo territorio è caratterizzato da condizioni climatiche e altimetriche favorevoli all’attività agricola e che è facilmente raggiungibile, data la situazione viaria resa agevole dalle aree di attrazione Provinciale e Regionale (L’Aquila – Sulmona – Chieti – Pescara). Per cui, è posizionato in una conca, ovvero una vasta pianura posta a quota 350 m. racchiusa tra la catena del Gran Sasso a nord – est (Monte Cappucciata, 1801 m.), le dorsali montuose di Calascio – Castel del Monte a nord – ovest, e i rilievi della zona di Navelli – Collepietro – Capestrano a sud – ovest. La conca di Ofena, insieme a quella di Barisciano – Navelli – S. Demetrio è tra le maggiori piane intramontane di una certa rilevanza. Veduta della conca di Ofena: alta Valle del Tirino. 7 PRE Ofena – Relazione Storica VICENDE STORICHE SULLA NASCITA DI OFENA Le notizie più remote di Ofena sono anteriori a quelle della stessa Roma, e l’origine è correlata alla vestina Aufinum ed alla presenza longobarda. Tali notizie sono storicamente documentate in atti datati 854, 872, 1021 e 1147. Ma, ancor prima di parlare di Ofena sarebbe giusto fare una premessa riguardo la primitiva presenza di popolazioni nella conca ofenese che ha portato, nel corso dei secoli, tra gli altri, anche alla definizione dei confini comunali e dell’agglomerato urbano del comune di nostro interesse. Le prime genti che apparvero nella conca ofenese. Da ritrovamenti di resti fossili in depositi paleolitici, quali resti faunistici, resti di focolari e di ossa bruciacchiate e anche un reperto umano, si traggono notizie della presenza dell’uomo, assai antica, nel territorio della Valle del Tirino che hanno permesso interessanti orientamenti su ambiente e paesaggio della zona, nonché sulle condizioni del clima1. Varie e tante popolazioni si succedettero nella zona, ma quelle che hanno inciso maggiormente sono quelle discendenti dai Sabini, che si stabilirono nel territorio dell’Abruzzo attuale occupandone anche piccoli lembi di terra. Esse sono note con la denominazione di Marsi, Equi, Peligni, Marrucini, Pretuzi, Frentani, e Vestini. Questi ultimi, il cui nome si ritiene derivato da Vesta, il cui culto era comunemente diffuso, o dal dio umbro Vèstico o Vèsticio, risultano particolarmente importanti a riguardo, in quanto grazie a loro nacquero, in un’area che dalla piana di Navelli alla Valle del Tirino fino al mare Adriatico verso est, per poi richiudere verso Penne e l’area a nord di Popoli, alcuni centri importanti come Angulum (odierna Città S. Angelo), Aufinum (Ofena), Aveia (Fossa), Peltuinum (Prata D’Ansidonia), Pinna (Penne) e, in età più tarda, Ostia Aterni (poi denominata Aternum), città tra le più attive nelle vicende dei Vestini2. 1 G. Dell’Orso, Aufinum/Ofena - La Terra dei padri - Notizie storiche della Valle del Tirino, L’Aquila-Roma, 1999, pag. 31. 2Ibidem, pag. 47. 7 PRE Ofena – Relazione Storica Rinvenimenti archeologici nel territorio aufinate: la Necropoli di Pesatro e la Necropoli del Tirino (il Guerriero “Aufinate”). Nella Valle del Tirino sono note almeno due necropoli principali, rispettivamente di Pesatro e del Tirino, dal nome proprio dei luoghi nei quali sono state riscoperte. La prima è situata nella parte alta del Comune di Ofena3, ed è una località esposta a danneggiamenti, a causa di scavi abusivi condotti saltuariamente da persone non preparate oppure prive di autorizzazione. Comunque, Pesatro è un vasto territorio con necropoli e resti di antichi insediamenti (1200-900 a.C.) risalenti alle epoche del Ferro, degli Italici e dei Romani. Qui viveva una antica tribù italica denominata Busutrana (o Pusutrana) che occupava il territorio da San Pio alle Camere fino ad Ofena. Gli importanti reperti venuti alla luce sono conservati al Museo Archeologico di Chieti. Tra loro sono stati trovati coltelli, punte di lance di ferro, toppe di serratura di epoca romana, anfore e vasi di epoca ellenistica, olle, orci italici e vari recipienti ed oggetti di ornamento, e anche un raro vaso etrusco databile all’inizio del VI secolo a.C. Ma, il ritrovamento più interessante consiste in due tombe distinte4 - anche queste purtroppo devastate da inesperti clandestini – dalle quali furono recuperate alcune ossa umane tra cui un cranio robusto e ben conservato – appellato dagli esperti del settore “cranio A” - e gran parte dello scheletro di altro individuo dal cranio più fragile e meno conservato – il cosiddetto “cranio B”. Da uno studio analitico e scientifico fatto dagli esperti del settore risultò che il “cranio A” appartenne ad un individuo di sesso maschile, età della morte anni 41, e il “cranio B” a essere umano di sesso femminile, età della morte anni 63, e la sepoltura venne datata V-IV secolo a.C.5. Necropoli di Pesatro. Foto di L. D’Intino tratte dal sito www.ofena.abruzzo.it 3 Si tratta di quella località considerata dagli studiosi come la “zona alta” dell’Aufinum vestina e poi romana. 4 Una particolarità della necropoli è che le strutture tombali sono disposte a doppio circolo secondo una antica tradizione italica dell’VIII-VII secolo a.C. 5 G. Dell’Orso, Aufinum/Ofena - La Terra dei padri - Notizie storiche della Valle del Tirino, L’Aquila - Roma, 1999, pagg. 41-42. 7 PRE Ofena – Relazione Storica L’altra necropoli è situata tra Capo D’Acqua, il piccolo lago e la fonte Presciano, ed era appellata anticamente con il nomignolo “Cinericcio”, che richiamava già alla mente la presenza di tombe. Nel 1934, gli scavi fatti grazie all’intervento della Sopraintendenza alle Antichità di L’Aquila riportarono alla luce trentatré tombe in un pezzetto di terra 25 m*15 m varie per struttura, forma, dimensioni, età e profondità di sistemazione, ognuna con il proprio corredo funebre. Questo consta prevalentemente di vasi di bronzo laminati, vasi d’impasto e vari oggetti d’ornamento; in particolare, nelle tombe che si presumono essere di uomini prevalgono per numero, mole e forma, le armi, tutte in ferro, a confermare la natura bellicosa di quelle popolazioni6. Nel 1964, in occasione dell’apertura di un nuovo tratto di autostrada, vennero alla luce un’alta decina di sepolture, tutte però di epoca più tarda. Il guerriero italico, ribattezzato “Aufinate” dai concittadini, fu rinvenuto nei pressi del Lago di Presciano, per la precisione nel territorio appartenente all’antica Aufinum vestina, all’epoca unico centro della Valle Tritana. Fu un ritrovamento casuale a far venire alla luce il più antico esemplare d’arte fuori dell’area della civiltà etrusca. Il maestoso guerriero, alto oltre due metri, fu trovato da un piccolo proprietario terriero di Capestrano7 intento a lavorare la sua terra per renderla adatta alla piantagione di viti vinifere. La statua, ritta in piedi, il cui volto è coperto da una maschera, è scolpita in pietra calcare , in un blocco unico di pietra di cava locale, solo in parte dipinta, ed è alta 2,53 metri con la base di 0,44 metri. Sostenuta sotto le ascelle da dei piastrini che la puntellano, mostra una armatura imperfetta – una corazza rudimentale con spada, pugnale e cintura alla vita – e tiene stretta tra le braccia piegate sul torace un’ascia8. 6 Ibidem, pagg. 55-56. 7 È necessario sottolineare che la statua non ha nulla a che fare con Capestrano, dal momento che questo è stato l’ultimo paese a nascere nella Valle del Tirino nel tardo medioevo, e il toponimo Capestrano non figura nemmeno come semplice toponimo in età arcaica, né in quella romana e tantomeno in epoca medioevale fino al secolo XIII d.C. Inoltre, bisogna considerare che anche Plinio lo ignora, e non risulta nemmeno negli atti dei Monaci Benedettini che avevano vissuto dislocati nei centri della Valle, e Aufinum si estendeva a mo’ di città sparsa toccando Capo D’Acqua, Presciano e Santa Pelagia, tutte località dell’attuale territorio di Capestrano. 8 G. Dell’Orso, Aufinum/Ofena - La Terra dei padri - Notizie storiche della Valle del Tirino, L’Aquila - Roma, 1999, pagg. 49-50. 7 PRE Ofena – Relazione Storica Il reperto è ora conservato al Museo Archeologico Nazionale di Chieti, e si crede possa risalire al VI secolo a.C. Una spessa coltre di terra alluvionale ricopre ancora oggi l’intera necropoli che potrebbe svelare i segreti dell’antica Aufinum. In generale: Dal medioevo alla dominazione borbonica. In epoca medioevale, l’antico nome di Ofena era Offena, lo stato era di villa9 e dipendeva dalla corte di Trite. Con il tempo la villa cresce, si trasforma, si altera il nome e lo stato della stessa, e la città diviene così grande e forte per abitazioni e ricovero di infedeli e di saraceni che, per difenderla, vengono realizzate fortificazioni intorno ad essa.