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CORRADO ALVARO - VITA E D OPERE

Corrado Alvaro nasce nell' aprile 1895 a San scrive il suo primo romanzo: "L'uomo nel Luca (Reggio ), un piccolo paese sul labirinto". versante jonico dell'Aspromonte, primogenito Pubblica anche un'antologia di novelle russe. dei sei figli di Antonio e di Antonia Giampaolo. Nell'estate del '22 è chiamato come redattore al Il padre, maestro elementare, è fondatore di una "Mondo", di . scuola serale per contadini e pastori analfabeti. Nell'inverno ‘23/‘24 comincia a frequentare A San Luca trascorre un"infanzia felice, casa Pirandello Alla fine del ‘28 parte per fortemente influenzato dal padre, che gli dà la Berlino e segue attentamente la vita culturale prima istruzione. tedesca. Terminate le scuole elementari, è mandato a Rientrato definitivamente a Roma continua a proseguire gli studi nel prestigioso convitto di collaborare con “La Stampa” e pubblica, Mondragone a Frascati,una scuola d'élite gestita approfondendo i suoi originali temi letterari, le dai Gesuiti. raccolte di racconti "Gente in Aspromonte", "La Studia e comincia a scrivere poesie e racconti. signora dell'isola isola" ed il romanzo Dopo i primi cinque anni di ginnasio, viene "Vent'anni' che gli valgono poi il premio espulso dal collegio perchè sorpreso a leggere letterario "La Stampa" di 50.000 lire. testi considerati proibiti. Nel 1933 riunisce in "Itinerario italiano"suoi Costretto a cambiare istituto, é mandato nel scritti ed elzeviri su città e paesaggi d'Italia. collegio di Amelia, in provincia di Perugia, dove Scrive anche una commedia "Caffè dei frequenta l'ultimo anno di ginnasio. naviganti” rappresentata a Roma nel ‘39. Durante gli studi superiori si dedica con grande E' chiamato inoltre a collaborare al "Popolo di passione alla letteratura, approfondendo Roma" ,pur non essendo iscritto al Partito soprattutto le opere degli scrittori allora più noti fascista. e ammirati: Carducci, Pascoli e D'Annunzio e Dal 25 luglio all'8 settembre '43 assunse la compone lui stesso molti racconti e poesie. direzione del "Popolo di Roma". Nel 1914 pubblica le sue prime poesie su "Il Con l'occupazione tedesca della città,- colpito nuovo birichino calabrese” ed alcune da mandato di cattura,. si rifugia a Chieti, sotto il traduzioni da Tagone nella "Rivista d'oggi ". falso nome di Guido Giorgi e vive dando lezioni Partecipa a manifestazioni interventiste, in di inglese seguito alle quali è arrestato per alcune ore ed Nel giugno del '44 ritorna a Roma. Nel-'46 esce organizza un numero unico contro la polizia: "L'età breve" primo romanzo dei ciclo "Memorie "Bum!". Nei gennaio dei 1915 è chiamato alle del mondo sommerso". Vive e lavora tra Roma, armi. Durante l’estate manda alcune poesie alla nell'appartamento di Piazza di Spagna con "Riviera Ligure". terrazzo sulla scalinata di Trinità dei Monti, e a All'inizio di settembre si trova in zona di guerra. Vallerano , in provincia di Viterbo, ai piedi dei A novembre è in prima linea, viene ferito alle Monti Cimieri, dove ha una grande casa in braccia (il braccio destro non guarirà mai del mezzo alla campagna. tutto) sul Monte Sei Busi nella zona di San Nel '54 deve sottoporsi a un intervento Michele del Carso. E sarà anche decorato con la chirurgico per un tumore addominale, medaglia d'argento. inizialmente creduto benigno. Passa al servizio sedentario presso Chieti; nel Riprende a lavorare con lena. settembre del 1916 è a Roma. Aggravatasi la malattia, che colpisce ora i Verso la fine dell'anno comincia a collaborare al polmoni, muore a Roma nella sua abitazione il "Resto del Carlino" pubblicandovi i primi mattino dell'11 giugni 1956, lasciando alcuni racconti. Si trasferisce a quando ne romanzi incompiuti e vari altri inediti. diventa redattore. A partire dal ‘21 soggiorna per La cerimonia funebre, nella chiesa romana di qualche tempo a Parigi dove conosce alcuni Santa Maria delle Fratte, è officiata dal fratello italiani. don Massimo. Rispettando le sue ultime volontà, Scopre Proust, di cui traduce qualche pagina, e è sepolto nei cimitero di Vallerano, in una modesta tomba di peperino.

IL MONDRAGONE

Articolo di CORRADO ALVARO pubblicato sul di venerdì 1° gennaio 1954 .

Un padre gesuita, a un mio amico che fama di buoni studi, come il Visconti, andava ultimamente a chiedere notizia sulla gl'istituti in cui era un impegno d'onore del sorte del collegio di Mondragone a Frascati, collegio mandare agli esami di licenza i suoi ebbe a ricordare che anche il sottoscritto era migliori allievi e strapparvi le migliori stato alunno di quel collegio, e mi pare non graduatorie: nella Roma di allora, la Roma se ne lodasse, facendo io professione di dell'amministrazione di Ernesto Nathan, laico. della celebrazione massonica del XX Mi dispiace di parlare in prima persona. ma Settembre, degli osti repubblicani, del vorrei ricordare quel collegio nel primo Circolo Giordano Bruno in una squallida decennio di questo secolo, come un scia all'ombra del Vaticano, a Porta ambiente singolare, e non posso farlo che Angelica. sulla scorta dei miei ricordi personali. Alla buona stagione, cominciando da certe Per la verità, ero un esterno del collegio, giornate rigide e assolate di febbraio, era cioè vi andavo a scuola da Frascati tutte le piacevole fare la strada della scuola a piedi, mattine. perdersi un poco nei prati e cercarvi le prime Si chiamava allora il Nobile Collegio di violette il cui profumo arrivava segreto tra Mondragone. l'odore delle foglie marcite e legno fradicio Piovesse e nevicasse, ancora quasi buio del bosco. l'inverno, bisognava fare la strada, Oltre la pineta di Villa Parisi, che cinquecento metri oltre l'abitato della città, fiancheggiava il viale dei lecci, un gruppo di pei viali della villa che era stata dei cavalieri caracolla per la pista. Borghese, dei quali i pilastri del cancello Si pensava soltanto a questo: che essi non serbavano il Dragone gentilizio. andavano a scuola. All'uscita dalla lezione, Col cattivo tempo, si prendeva una botticella di là dalla pineta c'era una giovane donna col mantice rialzato, che arrancava a passo sola, a cavallo,bionda. d'uomo all'ultimo mezzo chilometro di La stagione era segnata mattina per mattina salita, il profondo e quasi buio viale dei lecci dai mille fenomeni del parco; il biancospino in cima al quale era stata eretta da poco la fiorito, la bacca dei lauri matura, i cipressi grande statua della Vergine di marmo bianco rinverditi come di un muschio, le pozze come la neve. d'acqua gelate, gli improvvisi ciclamini, gli Tutte le mattine si rasentava il coupé del olivi della tenuta d'un più chiaro argento, le giovine conte Muti-Bussi nell'uniforme ghiande che si rompevano sotto i passi. color cenere del collegio; il quale aveva il E il giovane prete cui apriva lo sportello del privilegio di tornare la sera nella sua villa coupé Muti-Bussi, col suo pastrano dall'impenetrabile parco presso invernale, o il soprabito di alpagas, o il Grottaferrata. ferraiolo svolazzante e il cappello di pelo Spesso questo coupé si fermava invitando a lustro. salire un professore che veniva da Roma col La villa magnifica, già soggiorno dei Papi, tranvai dei Castelli, un giovane prete che dava l'impressione d'una città chiusa in un insegnava lettere in alcune classi del solo giro di mura, nel gusto delle antiche ginnasio inferiore. ville romane: il parco in un finto abbandono, Perché non tutti gl'insegnanti erano gesuiti a un complesso agricolo di case coloniche e di Mondragone; alcuni erano preti secolari, e campi, e le illusioni della natura tradotte in altri, per le materie scientifiche, laici, tra i pietra, fontane, cascate, grotte, portici, migliori professori dei ginnasi romani più in terrazze: i migliori risultati dell'Arcadia come una vita urbana di continuo alle prese resoconti di corte, nell’anticamera pontificia, con la nostalgia di una natura sterilizzata e nella diplomazia delle nazioni cattoliche. senza affanno. Stando a Parígi nel 1919, leggevo una Arrivando, si sentivano i galli cantare da mattina nel giornale che nell'albergo di qualche casolare e poi i rumori d'un fronte si era ucciso un giovane, figlio di un quartiere di artigiani. diplomatico straniero a Roma, che io Il collegio comprendeva nel suo complesso ricordavo sullo stesso banco col suo italiano nobile e domestico, fuori del mondo, incerto e il chiaro viso di chi comincia la calzolai. sarti, lavanderie, falegnami, fabbri, vita. su quei banchi; i più bravi portavano un legatori di libri. senso di tradizione familiare e di Da quelle botteghe uscivano i libri di scuola dimestichezza con la cultura come di cosa degli allievi, legati tutti ugualmente in piena propria. tela d'un rosso cardinalizio. I meno diligenti, una superiorità, eredi di Noi esterni portavano i libri foderati in un'epoca in cui l’arte aveva lavorato per carta canepina, e sedevamo all’ultimo banco. esaltarli o lusingarli. Come certe opere scritte con una raffinata In quel castello donde partiva un viale di esperienza sociale e che sono cipressi dritto che qualcuno aveva progettato incomprensibili a chi non abbia vissuto e dovesse arrivare fino a Roma, i Padri Gesuiti sofferto le regole e le convenzioni d'una pareva avessero lunghe propaggini e società, per esempio i romanzi di Stendhal, rapporti. così era per un ragazzo ignaro Mondragone. Il padre Vitelleschi, della famiglia di Solo più tardi questo ragazzo ignaro capiva Tarquinia dove il palazzo oggi museo porta che i suoi compagni, veduti dall'ultimo il suo nome. scriveva odi barbare al modo di banco più alto, portavano i nomi delle Carducci, ma ribattezzate di un senso maggiori casate di tutte le regioni italiane e cristiano e cattolico; per la mente di un che basterebbe ricordare ora perché si apra ragazzo che leggeva Carducci, era curioso una prospettiva storica; o perché evochino la decifrare quel mondo paganeggiante tradotto nuova borghesia ricca del principio del dal gesuita in formule pie, e quasi secolo, da Palermo a Napoli e da Torino a convertito, Vitelleschi dirigeva l'istituto. Venezia; o il mondo della cultura, come il Il padre Rocci, un grecista morto due anni fa nome di Antici-Mattei con le sue suggestioni più che ottantenne, era il preside. leopardiane. Fu un fatto singolare che un giorno egli mi I ragazzi della grossa borghesia imparavano chiamasse nel suo studio per rendersi conto i modi del bel mondo piu dai loro compagni del ragazzo che potevo essere. aristocratici che dai padri gesuiti, Pochi giorni dopo, esposto sotto il portico di naturalmente. Flaminio Ponzio, era il decreto della mia Era la Oxford italiana. I loro predecessori, espulsione dall'istituto firmato da lui. fatti uomini e nel mondo, avevano lasciato le Leggevo, ho detto, Carducci. Me lo aveva loro fotografie di collegiali, formato visita, veduto sotto il banco un ragazzo che è oggi nel grande salone delle cerimonie, il salone un principe romano. Se lo fece prestare. degli Svizzeri: visti di un'epoca, mescolati Evidentemente gli fu trovato. alla storia di quel decennio del secolo, e che Conteneva l’inno a Satana che io non capivo ho riveduto in parte nella mostra fotografica e che non era di mio particolare gusto, ma di Roma ottocentesca a palazzo Braschi:un c’era. costume, un atteggiamento, una E tanto bastava. L'edizione era di quelle responsabilità di classe dirigente. popolari dello Zanichelli, col viso plebeo del La dignità e il rispetto verso se stessi delle poeta maremmano tra un ramo d'alloro e un vecchie fotografie. incudine sullo sfondo d'una veduta del Foro Girando poi per il mondo, incontrai Romano. qualcuno di quei ragazzi, qualcuno di quei I caratteri elzeviri, nuovi e profani per chi nomi affiorava nel mondo diplomatico, nei conosceva soltanto i caratteri tondi dei libri di scuola, e quelle poesie intere invece dei volpe e per cui D'Annunzio aveva sparso frammenti riportati dai manuali di metrica molto del suo inchiostro di cronista dello stesso Rocci , furono tra le prime mondano. ebbrezze delle mia vita e mi perdettero. Un padre gesuita che pareva essere l’incarico L'arrivo mattutino a Mondragone offriva dei rapporti con la mondanità, con un paio di altri incontri. occhiali turchini, riceveva l'elegante Si incontrava il padre Genocchi, che andava adunata; e i grandi cappelli piumati, il e tornava da Frascati pel suo ufficio di fruscio delle vesti, i profumi, il chiacchieric- confessore e di predicatore degli esercizi cio mondano riempivano la sala severa su spirituali in qualche comunità religiosa; alto, cui troneggiava il cardinale in titolo della forse sui sessanta anni. e vigoroso. diocesi. E il padre Macinai, grecista come il suo Su una tribuna, uno dei migliori allievi discepolo e confratello Rocci, il quale leggeva una prolusione su un quesito conduceva una lotta contro la massoneria letterario, come per esempio: «Annibal Caro con la pubblicazione di documenti e e il suo soggiorno nelle ville romane»; ci si inchieste e rivelazioni, in libri coi titoli in sentiva la mano del professore che l'aveva colore verde, il colore del «serpente verde», riveduta. come era detta la massoneria. In un'altra circostanza quel pubblico faceva L'anticlericalismo romano arrivava a la sua apparizione, ed era di carnevale, Frascati. e a Frascati si stampava L'Asino, il quando il teatro del collegio inscenava giornale di Podrecca. commedie e melodrammi adattati da Il clero vi aveva la sua dimora estiva; i Goldoni, Cimarosa, Paisiello, con costumi giovani dei seminari sudamericani vi che nel ricordo mi paiono sfarzosi. andavano a trascorrere le vacanze nei Un noto mettiscena veniva da Roma. conventi sui colli, i missionari della scuola Le commedie e i melodrammi erano a in corso Rinascimento a Roma andavano nel protagonisti soltanto maschili, come sempre convento dei francescani sopra villa nei collegi. Falconieri dove era vissuto al suo ritorno Ma il personaggio femminile pareva, alla dall'Africa il cardinal Massaia, l’Abuna mente adolescente, ridere sommessamente Messias degli abissini. sotto la castigatissima superficie. Le gite turbolente ai Castelli, le liti a volte Quel poco di greco e di latino appreso a sanguinose durante le elezioni, i repubbli- quella scuola, mi bastò, posso dire, fino agli cani con la cravatta nera svolazzante, i anni dell'università. L'insegnamento era bevitori che venivano a saziarsi di vino nelle l'opposto di quello che si pratica oggi: non case dove era uso servirlo a tavola negli tendeva a formare già nella scuola giovani annaffiatoi da giardino, le ville patrizie, una infarinati di cultura generale, con una decina, con le loro fontane, cascate, giuochi somma di notizie più o mero imprecise e d'acqua, labirinti di mortella, alti prelati e senza esperienza. cocchi padronali, questo era allora Frascati Al contrario, se ne usciva privi di nozioni con la sua luce settentrionale, la sua generali ma abbastanza forniti di una: ed era vegetazione di montagna e le vigne digra- il metodo per accostarsi alla cultura. danti sui colli a solatìo tra cui sorgevano Si trattava di un esercizio paziente e ostinato ruderi romani. intorno a fatti grammaticali, sintattici, logici, Il giorno della premiazione a Mondragone assai simile allo studio del pianoforte, un farebbe oggi la delizia di più d’un giornale esercizio della memoria e non dei riassunti, pettegolo e di un esercito di fotografi. senza una sola preoccupazione estetica. Coi cocchi e i primi modelli di automobili, senza cioè quel vago dire «bello bello» che arrivavano da Roma , i parenti degli alunni, formò poi la preparazione dominante delle cioè l'aristocrazia romana e italiana, le scuole italiane. donne più famose, quelle i cui nomi si Mi pare fosse importante per leggevano nei resoconti della caccia alla quell'insegnamento mettere nella mente dell'alunno la misura stessa della bellezza «La classe dirigente di domani », diceva nel antica, e quindi la sua moralità. suo fervorino del primo giorno di scuola il La fantasia della prima età compiva poi da professore, rivolgendosi ai primi banchi, e in sé l'operazione di creare un.'aura intorno a questo atteggiamento poteva ricordare un brano latino o greco mandati a mente. l'abate settecentesco ai piedi della società Negli anni seguenti, quei brani ritornati alla dominante. memoria si sarebbero arricchiti di sempre Poi il mondo mutò. La classe dirigente nuovi sensi, secondo la cultura e l'esperienza venne fuori sempre meno da quella: ma che si acquistava a mano a mano. dalle nuove forze che scaturirono dalla Era la scuola umanistica nella sua pratica guerra e dai rivolgimenti politici e sociali. tradizionale, per gente che alla cultura, si E’ questa la ragione per cui si è detto che presumeva. si sarebbe dedicata, per cui Mondragone avrebbe chiuso i suoi cancelli. avrebbe avuto tempo, senza un tornaconto e Seguendo i tempi, i Gesuiti cercano in quelle un utile immediati. categorie di ogni provenienza sociale “la La chiave della cultura per una classe classe dirigente di domani”. dirigente sicura del suo avvicendamento e della sua successione.

CORRADO ALVARO