Jagannatha, Puri E L'orissa Primo Volume Jagannatha E Il Tempio

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Jagannatha, Puri E L'orissa Primo Volume Jagannatha E Il Tempio Jagannatha, Puri e l'Orissa Primo volume Jagannatha e il tempio Parama Karuna Devi pubblicato da Centro di Ricerche Vediche Jagannatha Vallabha Copyright © 2009 Parama Karuna Devi Tutti i diritti riservati ISBN-9798718499872 I lettori interessati sono invitati a contattare l'autrice attraverso i riferimenti indicati di volta in volta sul sito internet www.jagannathavallabha.com. Al momento della pubblicazione di quest'opera il Centro di Ricerche Vediche a Puri è inagibile a causa dei danni causati dal ciclone Fani il 3 maggio 2019, e Mataji Parama Karuna Devi sta viaggiando per raccogliere i fondi necessari per le riparazioni. Per questo motivo non ha un recapito telefonico fisso, e anche gli indirizzi email sono soggetti a variazioni. Parama Karuna Devi Sommario Prefazione 3 Codice di comportamento nei luoghi sacri 5 L'importanza spirituale di Puri 12 Sankha Kshetra 20 Jagannatha 25 Balabhadra 30 Subhadra 32 Sudarshana 35 Narashimha 38 La Mahabhava vigraha 42 Il Jagannatha Tantrico 49 Madhava 52 Bhairava Ekapada 55 Jagannatha come Dea Madre 56 Il Daru Brahman 59 Jagannatha e il buddhismo 68 Indra yatra 70 L'apparizione di Jagannatha 76 Lalita, la figlia di Visvavasu 85 Rituali quotidiani 90 Programma quotidiano di adorazione 103 Festival nel Sri Mandira 115 Rituali periodici 176 I vestiti delle Divinità 180 Mahaprasada 186 Bhajan per Jagannatha 195 Sri Mandira 203 I devoti di Jagannatha 245 I Sevaka 302 Amministrazione del tempio 312 Samskara 314 Illustrazioni e mappe 326 2 Jagannatha, Puri e l'Orissa Prefazione Questa pubblicazione è la riduzione in lingua italiana del mio libro Puri, the Home of Lord Jagannatha, pubblicato in India nel 2009, che è stato ampiamente circolato in formato digitale fin dalla sua prima pubblicazione. Il cartaceo della versione originaria in inglese purtroppo non è disponibile su Amazon perché la formattazione originaria non consente il suo caricamento; abbiamo in programma una nuova formattazione compatibile, dividendo il testo originario in più volumi, e approfittando dell'occasione per effettuare le correzioni e gli aggiornamenti necessari. Speriamo di poter completare anche questa impresa in tempi ragionevoli. Il testo originario pubblicato nel 2009 era un risultato di un enorme lavoro di ricerca sul luogo nel corso di oltre 15 anni (oltre allo studio e alla pratica personale della devozione e del servizio a Jagannatha durante oltre 30 anni), nonché della preziosa collaborazione di varie personalità locali di Puri. Un contributo importante è stato offerto da Rahul Acharya, professionista di danza Odissi, proveniente dalla famiglia dei Raja Guru di Puri nella Vatsasa Gotra e nipote di Padmashree Sadashiva Rathsharma; a Rahul va il credito per le informazioni ufficiali tratte dai documenti del Tempio (Records of Rights), compreso il programma di adorazione delle Divinità, i rituali per i festival celebrati nel Sri Mandira, le categorie dei Sevaka, la lista delle Matha che partecipano al servizio nel Sri Mandira, e la lista delle offerte di Bhoga. Rahul ha inoltre offerto alcune citazioni dagli shastra tradizionali su Purushottama Kshetra, sul tattva dei Sri Jiu (le Divinità principali) e sull'apparizione di Jagannatha. Un altro importante riconoscimento, con la mia profonda gratitudine e il mio affetto, a Sj Raghunath Mohapatra e a suo padre (ora defunto) Sj Jagannath Mohapatra della Vatsasa Gotra, del villaggio di Sri Purushottampur, sasana brahmana nel Mukti Mandapa del tempio di Jagannatha a Puri. E' doveroso riconoscere anche le molte ore di lavoro contribuite da Sri Purnachandra Mishra, Sevayat del tempio di Jagannatha, e Sj Shiva Narayana Ratha, che sono andati personalmente a raccogliere e verificare informazioni dirette sul Sri Mandira e le Divinità che vi si trovano, e sul loro posizionamento illustrato nelle mappe in appendice. Sj Ranjan Biswas ha realizzato gran parte delle fotografie che abbiamo usato originariamente per il nostro vecchio sito internet su Jagannatha e Puri (www.jagannatha.net) che purtroppo è stato dirottato e danneggiato da ignoti, e quindi non è più disponibile in Rete, ma che ha costituito l'ispirazione originaria per realizzare questo libro. Profonda gratitudine anche a tutti gli amici che hanno visionato il 3 Parama Karuna Devi manoscritto, specialmente al professor Himansu Patnaik, che ha confermato l'autenticità delle informazioni contenute nel capitolo sulla storia dell'Orissa. Per ottenere una dimensione più maneggevole del testo presente è stato necessario omettere alcune parti del testo originario, pubblicate comunque a parte in altri testi disponibili nella nostra Libreria - in particolare l'introduzione all'induismo (principi generali, Vishnu, Krishna, Shiva, la Dea Madre, Surya, i Deva, i concetti di dharma, karma, samskara, guru, atma e reincarnazione, yoga, bhakti, scritture vediche, sruti, Upanishad, smriti, il quinto Veda, Tantra, le varie scuole filosofiche, i 6 Darshana, Advaita e Dvaita, Sampradaya) e alcuni dei personaggi collegati con Jagannatha Puri. Per semplificare ci siamo presi qualche libertà con la translitterazione dei termini sanscriti, anche se è necessario sottolineare che in generale le lettere C e J hanno sempre un suono dolce e le lettere K e G hanno sempre un suono duro, contrariamente a quanto succede in italiano, per cui abbiamo scelto di aggiungere una H eufonica. Il problema della translitterazione diventa particolarmente spinoso quando la pronuncia italiana differisce troppo dalla pronuncia della lingua inglese, che solitamente viene usata come riferimento per rendere i suoni dell'alfabeto devanagari; il dilemma principale è stato il suono G, come in "yogi", e "gita", per cui abbiamo scelto di fare un'eccezione e non aggiungere la H che sarebbe necessaria per la pronuncia italiana e non per quella inglese, a differenza del suono dolce della lettera C, poiché sembrava ridicolo scrivere "yoghi" e "ghita". Ugualmente abbiamo scelto di non appesantire il gruppo consonantico G-N, che in sanscrito vuole pronunciato separatamente e non fuso in un suono nasale come in italiano. Un'altra lettera problematica è la J, che in italiano si pronuncia come I, mentre in inglese (come nelle lingue indiane) si pronuncia sempre come G dolce; anche in questo caso abbiamo evitato di usare la G italiana che sembrava ridicola e fuorviante, per esempio nel nome di Arjuna (Argiuna?!?) o addirittura nel nome di Jagannatha (Giagannatha?!?). Un altro grosso problema è la translitterazione delle 3 S delle lingue indiane, che è complicata dalle sottili differenze di pronuncia della S in italiano; per esempio abbiamo scelto di aggiungere l'H ai nomi Shiva e Narashimha (o Nrishimha), perché un italiano facilmente li pronuncerebbe con una S dolce, come nella parola italiana "sia", mentre nel nome simha c'è una tendenza istintiva a rendere il suono più sibilante anche senza la H. Inoltre, nonostante gli sforzi per migliorare l'uniformità, è possibile che ci siano ancora incongruenze di ortografia, dovute sia al problema della pronuncia sia alla vasta gamma di versioni di translitterazione usate dagli indiani stessi, e occasionalmente anche a errori di battitura, per i quali ci scusiamo. Abbiamo cercato di evitare o limitare al minimo le anglicizzazioni, così frequenti negli scritti degli indiani e così ridicole in italiano, ma non è stato sempre possibile; per semplificare le misure imperiali (pollici, piedi, ecc) sono state approssimate in misure 4 Jagannatha, Puri e l'Orissa metriche; cioè non sono necessariamente esatte al millimetro. Infine, abbiamo scelto di differenziare tra brahmana (come persona qualificata per guna e karma) e brahmino o bramino (per semplice pregiudizio di nascita). Per quanto riguarda l'uso del corsivo e delle maiuscole, abbiamo cercato di distinguere l'uso generico di un termine applicandovi corsivo e minuscolo, e rinunciandovi quando lo stesso termine è stato usato come nome proprio (per esempio Re, Bhoga, Linga, ecc), e anche in questo caso ci scusiamo per le possibili incongruenze. Codice di comportamento nei luoghi sacri E' sempre consigliabile farsi accompagnare da una guida locale fidata che può aiutarvi non solo a tradurre ma anche a trattare con altre persone locali. In ogni caso seguendo i suggerimenti di questo capitolo avrete senz'altro una migliore esperienza di un vero pellegrinaggio spirituale. Dal 1998 al 2019 il nostro Jagannatha Vallabha Vedic Research Center a Piteipur, appena fuori Puri, è stato disponibile per assistere i visitatori, organizzando anche corsi e seminari e anche ospitando un certo numero di persone, ma dopo il ciclone Fani del maggio 2019 abbiamo dovuto chiudere le attività locali e riorganizzare le sue attività su un piano virtuale, in attesa di raccogliere i fondi necessari per la ricostruzione. Per gli uomini l'abbigliamento ideale per visitare Puri e i luoghi sacri in generale in India è il tradizionale dhoti e kurta indiano, e per le donne, specialmente quelle sposate (generalmente più rispettate di quelle nubili) il sari indossato sopra il choli (blusa tradizionale a mezze maniche) e la tipica lunga sottoveste. Le braccia e specialmente le spalle dovrebbero rimanere coperte. Anche i colori sono importanti: generalmente gli uomini di famiglia vestono di bianco, giallo chiaro, beige o marrone chiaro, mentre per le donne il bianco è riservato alle vedove. Talvolta nel sud dell'India gli uomini indossano un longhi bianco invece del dhoti (insieme a una stola intonata che viene indossata sopra o attorno al petto); i longhi colorati specialmente in disegni tipo tartan scozzese sono indossati soltanto dai musulmani. Brahmachari, sannyasi e sadhu generalmente indossano abiti color zafferano (colore che può variare dall'arancione al rosa al rosso) per indicare un voto di celibato (temporaneo o permanente). Il rosso acceso e il nero (o blu scuro) sono colori usati dai tantrici, perciò è bene evitarli se non si vogliono creare equivoci. Anche le donne dovrebbero evitare di indossare abiti che siano interamente rossi, neri o blu quando si recano a visitare dei templi. L'alternativa all'abito più tradizionale è il completo tunica-pantalone chiamato salwar kamiz, churidhar o panjabi, che ha varie edizioni comode, leggere ed eleganti sia per le donne che per gli uomini.
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