Ritrovato Il Giovane Di Postiglione Scomparso 5
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San Matteo: “Fecero l’inchino per Berardino Grimaldi” “Tra i portatori non vi sono camorristi”. E’ quanto ha affermato ieri mattina in aula il capo della Digos di Salerno Amato rispondendo ad un preciso quesito formulato in aula dall’avvocato Cecchino Cacciatore. Nel corso dell’udienza che si è tenuta nella mattinata di ieri il vertice della Digos ha ripercorso tutti i momenti della processione del 2014 dal momento in cui è partita dal duomo di Salerno fino al suo rientro in cattedrale. Amato oltre a sottolineare che tra i portatori non vi sono persone vicine alla malavita ha anche dalle ricostruzioni effettuate è emerso che è non vi è alcun nesso tra le soste effettuate dai portatori ed i luoghi della camorra: si tratta solo di supposizioni e coincidenze. Però ha sottilineato come la paranza di Consolato Esposito abbia fatto l’inchino a Portanova dove fu ucciso Berardino Grimaldi e a Via Velia dove fu ucciso Lucio Esposito (Per la verità Esposito fu ammazato all’interno del circolo Fenalc “Porta Rotese” in via Vernieri). E sempre ieri è stata anche acquisita la testimonianza di Ciardella, incaricato di estrarre i file video dai filmati inerenti la processione. In particolare la sua deposizione è stata importante perchè ha scagionato Cristina Tortorella, indagata nel procedimento. Ciardella ha spiegato al Pm che l’aveva riconosciuta dalla voce avendo anni fa seguito le intercettazioni. Una ricostruzione che poi ha precisato in aula. Quindi il Presidente ha chiesto il confronto con la stessa Cristina e qui Ciardella ha confermato che non era lei ad inveire contro Mons Moretti. “La conosco bene”. Il Pm chiederà nella prossima udienza il prosciglimento. Ciardella poi ha illustrato i singoli frammenti. Illustrazioni che continuerà ad effettuare anche nel corso della prossima udienza in programma il prossimo 21 ottobre. Imputati sono quattro portatori (che hanno eseguito deviazioni e giravolte non concordate) e altre sedici persone, individuate tra quelle che dalla folla hanno accolto il passaggio dell’arcivescovo con fischi e insulti. Due i capi d’imputazione: vilipendio di un ministro del culto e turbamento di funzione religiosa. Il procedimento a carico deiportatori si è aperto lo scorso 6 luglio. Al centro della discussione vi sono i disordini alla processione di San Matteo, che nel 2014 fu accompagnata da insulti e fischi all’arcivescovo Luigi Moretti. La Curia non si è costituita parte civile nel procedimento penale E mentre, la prossima udienza è prevista per il prossimo 21 ottobre si stanno vivendo gli ultimi giorni frenetici di preparazione del corteo religioso in onore di San Matteo in programma tra meno di una settimana. Un’evento che a Salerno richiama migliaia di persone provenineti dall’intera provincia di Salerno. Un’attesa che la città vibe con grande entusiasmo. Vietri: Parcheggi mai realizzati firmati da De Luca jr, Forza Italia: “Vogliamo chiarezza” VIETRI SUL MARE. «In campagna elettorale gli annunci in pompa magna e poi non seguono i fatti. E’ lo stile della amministrazione di Vietri, tanto fumo e pochi fatti». Così in una nota Davide Scermino, commissario cittadino a Vietri di Forza Italia, che chiede chiarezza – insieme ai vertici provinciali azzurri – sul parcheggio, da realizzarsi in project financing, che sarebbe dovuto sorgere nei pressi di piazza Matteotti e che, invece, è rimasto lettera morta e solo raffigurato in un plastico che venne esposto durante l’ultima campagna elettorale che ha portato alla rielezione del sindaco Francesco Benincasa. Progetto che ha visto protagonista Roberto De Luca, secondogenito del governatore della Campania, ed attuale assessore al bilancio del Comune di Salerno. «L’amministrazione presentò progetti e plastico per il mega parcheggio e la nuova mobilità, zona piazza Matteotti (scuole Medie), da realizzare in regime di finanza di progetto. Non si hanno più notizie. Il sindaco e la sua squadra – aggiunge Scermino – dicano alla cittadinanza cosa è successo. Noi disponibili a dare un contributo di idee per migliorare i progetti ma serve chiarezza. Questa amministrazione ha preso una brutta abitudine. Annuncia e non fa», conclude Scermino. «Da Forza Italia Vietri riflessioni puntuali. È diritto di tutti capire cosa è successo. Temo, su questo progetto, ci sia stato un blocco per pudore. E bene si è fatto» aggiunge Gaetano Amatruda, vice coordinatore provinciale di Forza Italia. «Nel 2011 la consulenza finanziaria, per una società privata, fu firmata da Roberto De Luca e temiamo non sia omonimia. Un problema di opportunità politica grande come un macigno. Credo – aggiunge Amatruda – e spero che l’amministrazione si sia fermata per questo problema. Si risolva questo conflitto di interessi ‘politico’ e si trovi una soluzione per Vietri. Si facciano presto e bene le opere necessarie». «Si risolva e Vietri – concludono insieme Amatruda e Scermino- e si accenda un riflettore, in tutta la provincia, sulle iniziative del cerchio magico deluchiano». (brivi) Una tromba nella tempesta La pioggia rovina il gran finale dei Concerti del Lunedì firmati da Mauro Navarra nella sua Pisciotta. Musica da film con il Salza ensemble e il raffinato cameo del fisarmonicista Francesco Citera con Alina Di Polito e Angelo Loia Di Olga Chieffi “Don’t know why there’s no sun up in the sky, Stormy weather”. L’incipit del celebre song di Harold Arlen, scritto per la rivista del Cotton Club del 1933 e divenuta film nel 1943, con interpreti Lena Horne, Bill Robinson, Cab Calloway, Fats Waller, avrebbe potuto essere la soundtrack della serata finale de’ “I Concerti del Lunedì”, rassegna firmata dal flautista Mauro Navarra, che ha animato il borgo della sua Pisciotta e dintorni, con otto interessanti appuntamenti. Una pioggia non anonima, ma accreditata dall’imminente equinozio d’autunno, trasformatasi, quindi, nel temporale caro al Don Basilio rossiniano, si è presentata di diritto ad “intossicà” il galà, affidato al Nello Salza ensemble, il quale da tempo batte la costiera cilentana, proponendo le più amate colonne sonore del cinema, che, purtroppo, non ha potuto svolgersi nella sua interezza. “E si sa, all’aperto si gioca solo a bocce”, è solito ripetere la tromba di Sutri, la famosa risposta sulle esecuzioni en plein air dei melodrammi, offerta tagliente da Arturo Toscanini ad un giornalista, ma Salza si è comunque presentato nella piazzetta di Pisciotta con il fratello Simone Salza ai sassofoni alto e soprano, Vincenzo Romano alle tastiere, Gianfranco Romano alla batteria e David Medina al basso. Il repertorio è quello a cui il pubblico è abituato, il Morricone degli spaghetti western, con pugni, dollari, sguardi di sfida e una tromba d’eccezione, quale quella di Michele Lacerenza, di “C’era una volta in America”, con la sua Amapola, (nel film è eseguita dal clarinetto “ministeriale” dal suono inimitabile di Gianni SaintJust), del Padrino, parte prima con il “Parla più piano” di un Nino Rota, fuori dalle nomination dell’Oscar per aver solo rallentato il tema del film Fortunella del nostro Eduardo, “La Vita è bella” di Piovani dall’ammiccante ritmo sudamericano e il suo love theme, brani che hanno posto in luce l’ineccepibile suono della tromba e del flicorno soprano di Nello Salza. Un suono che, omaggiando i luoghi, paragoniamo allo “sfero” parmenideo, quello dell’ “Essere è, il non Essere non è” per intenderci, unico, immobile, uniforme, immutabile in tutte le temperie di questo genere, che pur passa dallo scontro in cui occorre una tromba “militaresca e messicana”, alle evocazioni nostalgiche ed epiche, in un caleidoscopio di situazioni, passioni ed emozioni. Felicissima sorpresa, il sax di Simone Salza, noto al pubblico televisivo, poiché solista delle diverse orchestre che la Rai forma per i suoi spettacoli, protagonista assoluto di The Days of Wine and Roses di Henry Mancini e del tema di The Pink Panter, con soli di una leggerezza spiazzante, plasmati con morbidezza di suono, tecnica brillantissima, soli ben sostenuti dall’intero ensemble, di grande invenzione e fluidità, ma sempre delicatissimi e pregevoli, che non si sono mai spinti troppo “oltre”, alla ricerca di chissà quali territori armonicamente inesplorati, e restando abbastanza costantemente legati alle strutture armoniche e melodiche principali dei brani, aggiudicandosi, così, tutti i “duel” con l’altro strumento solista. Altra lightening in the storm, la fisarmonica di Francesco Citera, che ha giocato quasi in “casa”, unitamente alla vocalist Alina Di Polito e al chitarrista Angelo Loia, proponendo il classico piazzolliano per eccellenza, Libertango, e le linee di un nuovo progetto che si porrà sulle tracce della collaborazione tra Horacio Ferrer e Astor Piazzolla, “Bandoneon para un loco”, che nella prossima stagione debutterà sostenuto da un quartetto d’archi. Alina e Francesco, infatti sceglieranno alcune delle pagine funzionali a quel dialogo a volte struggente, a volte leggero e scanzonato con gli strumentisti, intrecciando una perturbante e sensuale danza d’amore. Il tango va consumato esattamente nell’interludio tra la mancanza e la pienezza, essendo una forma di sopravvivenza, una maniera di riconoscersi e rappresentarsi, di esorcizzare la nostalgia, l’abbandono, il senso di estraneità, temi già ben approfonditi da Alina Di Polito nei suoi precedenti progetti, sulle culture del Mare Nostrum. Una delle condizioni più stralunate e poetiche della cultura latinoamericana, della cultura dell’esilio in genere, della cultura pronta a nuove ibridazioni e acclimatazioni, che si è già addentrata, ormai, in chissà quali sobborghi della