Gaetano Donizetti Cronologia della vita e delle opere

1797 - 29 novembre: Domenico Gaetano Maria Donizetti nasce a Bergamo, quinto di sei figli. Il padre, Andrea, è portiere al Monte di Pietà, la madre, Domenica Nava, è una tessitrice. La famiglia, poverissima, abita in una misera casa della Città Alta.

1806 - Gaetano viene ammesso alle lezioni di musica tenute gratuitamente da Simone Mayr, maestro di cappella di Santa Maria Maggiore. Il fanciullo stupisce per la sua precocità.

1812-1814 - Prime composizioni vocali e pianistiche.

1815 - Mayr capisce che le doti del ragazzo non vanno sprecate e lo invia al Liceo Musicale di Bologna, per completare la sua formazione musicale sotto la guida di padre Stanislao Mattei.

1816 - A Bologna inizia a comporre sinfonie, musica vocale sacra e la prima , l’atto unico .

1817 - In marzo termina gli studi al Liceo Musicale e rientra a Bergamo. Sono di questo periodo vari lavori vocali e strumentali, la scena drammatica L’ira di Achille e l’abbozzo della musica per Olimpiade di Metastasio.

1818 - Al Teatro San Luca di Venezia vanno in scena l’ (14 novembre) e la (15 dicembre), frutto dell’incontro con l’amico d’infanzia e librettista .

1819 - In estate viene rappresentata a Bergamo I piccoli virtuosi ambulanti (Merelli), a dicembre II falegname di Livonia o Pietro il Grande (Bevilacqua Aldovrandini, al Teatro San Samuele di Venezia).

1820-1821 - Soggiorna a Bergamo, dedicandosi senza sosta alla composizione, soprattutto di musica vocale sacra e strumentale. AI Teatro Vecchio di Mantova debutta l’ Le nozze in villa (Merelli).

1822 - 28 gennaio: Zoraide di Granata (Merelli) al Teatro Argentina di Roma consacra Donizetti nuovo operista. Si aprono di colpo le porte dei teatri napoletani per ( di Tottola, 12 maggio al Teatro Nuovo) e (libretto di Genoino, 29 giugno al Teatro del Fondo). Primo frutto dell’incontro col librettista Felice Romani, che imprimerà una svolta decisiva nella carriera operistica del compositore, è l’opera semiseria Chiara e Serafina o I Pirati, che debutta (ma con scarso successo) alla Scala di Milano il 26 ottobre.

1823 - A Napoli sono accolte freddamente (2 luglio al ) e Il fortunato inganno (3 settembre al Teatro Nuovo), entrambe su libretto di Tottola.

1824 - Buon successo a Roma per l’opera brillante L’ajo nell’imbarazzo (4 febbraio al , libretto di Ferretti), seguita a Napoli da Emilia di Liverpool (28 luglio al Teatro Nuovo, libretto di Checcherini).

1825 - Per la fama acquisita a Napoli, il Teatro Carolino di Palermo gli offre l’incarico di “maestro di cappella, direttore della musica e compositore delle opere”. Dirigerà lavori di Cimarosa,

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Paisiello, Rossini e Spontini, continuando a comporre cantate d’occasione e l’ , in scena a gennaio dell’anno successivo.

1826 - Ritorna a Napoli, dove mette in scena (6 luglio al Teatro di San Carlo, libretto di Schmidt). Scrive (Tottola) che sarà rappresentata postuma nel 1869 al San Carlo.

1827 - A Roma debutta l’opera buffa (libretto di Ferretti, 7 gennaio al Teatro Valle). Per assicurarsi proventi sicuri, firma a Napoli un contratto triennale con l’impresario Barbaja ed assume la direzione del Teatro Nuovo. Nella capitale del Regno delle Due Sicilie vengono allestite Otto mesi in due ore, ossia Gli esiliati in Siberia (libretto di Gilardoni, 13 maggio), Il borgomastro di Saardam (libretto di Mélesville, Merle e Cantiran de Boirie, 19 agosto) e Le convenienze ed inconvenienze teatrali (libretto proprio, 21 novembre).

1828 - Ancora in collaborazione col librettista Gilardoni scrive, sempre per Napoli, L’esule di Roma (rappresentata il giorno di Capodanno al Teatro di San Carlo), l’opera semiseria Gianni di Calais (2 agosto al Teatro del Fondo) e la farsa Il giovedì grasso, o anche II nuovo Pourceaugnac (Teatro del Fondo, autunno). Per Genova compone Alina, regina di Golconda (libretto di Romani, 12 maggio al Teatro Carlo Felice). Giugno: sposa Virginia Vasselli, figlia di un avvocato romano.

1829 - Sono destinate al palcoscenico del San Carlo di Napoli le opere serie (libretto di Gilardoni, 12 gennaio) e Elisabetta o Il castello di Kenilworth (libretto di Tottola, 6 luglio). La vita privata del compositore è funestata dalla morte del figlioletto nato prematuro.

1830 - Sempre per la capitale borbonica scrive (7 febbraio al Teatro del Fondo) e (Teatro San Carlo, 28 febbraio), entrambe su libretto di Gilardoni, e Imelda de’ Lambertazzi su libretto di Tottola (Teatro di San Carlo, 23 agosto). 26 dicembre: al Teatro Carcano di Milano , su libretto di Romani, è accolta con molto favore e segna la maturità artistica del suo autore.

1831 - Sono di quest’anno Gianni di Parigi (Romani, rappresentata alla Scala nel 1839) e, per Napoli, (Teatro di San Carlo, 30 maggio) e La romanziera e l’uomo nero (Teatro del Fondo, estate), entrambe di Gilardoni.

1832 - (libretto di Gilardoni e Donizetti, 12 gennaio al Teatro di San Carlo) e Ugo, conte di Parigi (Romani, 13 marzo alla Scala) preparano il grande successo di L’elisir d’amore (Romani), in scena al Teatro alla Canobbiana di Milano il 12 maggio. L’anno si chiude con (Teatro di San Carlo, 4 novembre, libretto di Salatino).

1833 - Il Teatro Valle di Roma accoglie Il furioso all’isola di San Domingo (2 gennaio) e (9 novembre), entrambe su libretto di Ferretti, mentre al fiorentino Teatro della Pergola va in scena La (Romani, 27 febbraio). Il grande successo dell’anno è però (Romani, Teatro alla Scala, 26 dicembre). Durante il soggiorno milanese il compositore ha modo di suggerire una riforma nella disposizione dell’orchestra della Scala: gli strumenti sono raggruppati per famiglie, con gli archi in posizione centrale, attorno al direttore, come è rimasto in uso nella pratica attuale.

1834 - Dopo il trionfo di Lucrezia Borgia, e con il trasferimento a Parigi di Rossini e Bellini, Donizetti ha ormai conquistato il ruolo di più insigne rappresentante della musica in Italia. Non conosce soste il lavoro di composizione, con tre opere serie: Rosmonda d’Inghilterra (Romani, 27

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febbraio al Teatro alla Pergola), (Bidera, 26 dicembre al Teatro alla Scala), (Bardari, 18 ottobre al Teatro di San Carlo).

1835 - A Parigi, dove Donizetti si e recato su invito di Rossini, è fiasco per Marin Faliero (Bidera, 12 marzo al Théâtre-ltalien). 26 settembre: (San Carlo di Napoli) segna una data fondamentale nella storia del italiano ed è il primo frutto della collaborazione con Salvatore Cammarano. A fine anno muore il padre Andrea. La madre morirà pochi mesi più tardi.

1836 - Febbraio: muore il figlio secondogenito. Donizetti continua a comporre: nascono (libretto di Cammarano, 4 febbraio al Teatro La Fenice di Venezia), (6 giugno) e (24 agosto), entrambe al Teatro Nuovo dì Napoli su libretto proprio, e L’assedio di Calais (Cammarano, 19 novembre al Teatro di San Carlo).

1837 - Dopo Pia de’ Tolomei (Cammarano, 18 febbraio al Teatro Apollo di Venezia), il ritorno a Napoli è funestato da nuovi lutti: muoiono il terzo figlio e, in luglio, la moglie Virginia, vittima del colera. L’anno registra anche il debutto di un’altra opera, (Cammarano, 29 ottobre al Teatro di San Carlo).

1838 - Prosegue la collaborazione col librettista Cammarano: alla Fenice esordisce Maria di Rudenz (30 gennaio), mentre è bloccata dalla censura borbonica e vedrà la luce solo nel 1848. Sfiduciato, il compositore raggiunge in ottobre Parigi.

1839 - Inizia a musicare Le duc d’Albe, su libretto di Scribe e Duveyrier: il grand-opéra rimane però incompiuto, e vedrà la luce (completato da Matteo Salvi) nel 1882. Donizetti è stanco, progetta di abbandonare il teatro, ma un periodo di riposo in compagnia di una misteriosa donna gli ridà la forza necessaria per tornare al lavoro. In agosto è a Bergamo, poi da Parigi giunge un nuovo invito subito accolto.

1840 - Il lavoro è ripreso intensamente tra l’Italia e Parigi. Nella capitale francese debuttano La fille du régiment (St. Georges e Bayard, 11 febbraio all’Opéra-Comique), (Scribe, nuova versione del Poliuto, 10 aprile all’Opera), (Royer e Vaëz, 2 dicembre all’Opera).

1841 - Dopo la fredda accoglienza riservata a (Romani e Marini, 11 febbraio al Teatro Apollo di Roma), ritorna a Parigi dove compone , opéra-comique su libretto di Vaëz (andrà in scena quasi vent’anni dopo). Per , su invito di Merelli, scrive (Rossi), in scena a dicembre senza successo. Rifiuta il posto di direttore del Liceo Musicale di Bologna, preferendo dedicarsi alla stesura di un’opera destinata a Vienna.

1842 - Marzo: a Bologna, su invito di Rossini, dirige la prima esecuzione italiana dello Stabat Mater. Rifiuta anche l’incarico di maestro di cappella a San Petronio e parte per Vienna, dove al Teatro di Porta Carinzia è accolta con molto favore (19 maggio) , su libretto di Rossi. Nella capitale asburgica riceve la nomina di “maestro di cappella” e “compositore di corte”. Dopo un breve ritorno a Napoli, a settembre è di nuovo a Parigi.

1843 - Continua a comporre febbrilmente e intensifica i viaggi fra Parigi e Vienna per seguire la messa in scena delle sue opere. La salute è malferma, soffre di febbri, cefalee, amnesie. La capitale francese applaude (libretto proprio e di Ruffini, il 3 gennaio al Théâtre-Italien), considerato il suo capolavoro comico, e Dom Sébastien de Portugal (Scribe, 13 novembre all’Opera), mentre al Teatro di Porta Carinzia di Vienna debutta (Cammarano, 5 giugno).

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1844 - (Sacchero, 12 gennaio al Teatro di San Carlo) è l’ultima opera rappresentata quando il compositore è ancora in vita. Tra luglio e novembre Donizetti è in Italia; quindi, ormai molto malato, torna a Vienna.

1845 - Luglio: raggiunge per l’ultima volta Parigi. Di fronte al precipitare delle sue condizioni fisiche, gli amici contattano a Costantinopoli il fratello maggiore Giuseppe, direttore della banda dell’esercito ottomano, che invia nella capitale francese il figlio Andrea.

1846 - Gennaio: i medici diagnosticano una degenerazione cerebro-spinale di natura sifilitica e dispongono l’internamento del compositore nella casa di salute di Ivry.

1847 - Per l’intervento dei familiari e degli amici, è annullata l’ingiunzione prefettizia che decretava la segregazione di Donizetti, ormai completamente paralizzato. In settembre può così tornare in patria, a Bergamo, accolto nel palazzo Basoni.

1848 - 8 aprile: muore nella sua città natale e viene sepolto nel cimitero Valtesse. Nel 1875 i suoi resti saranno esumati e trasportati in Santa Maria Maggiore.

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