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Bimestrale di Cultura e Informazione per Strumentisti ad Arco magazineLUGLIO - AGOSTO 2020

ATTUALITÀ Il Quartetto d’archi M/07/2010 approda in televisione

ANNIVERSARI L’ A LBAN BERG QUARTETT a 50 anni dalla nascita

REPERTORIO GIOVANNI GNOCCHI: studiare le Suites di Bach

GRANDI STRUMENTI Violino CARLO BERGONZI “Baron Knoop, Landau” Cremona 1735

Boris POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L.353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N.46) ART.1, COMMA 1, AUT. C/R COMMA 1, AUT. ART.1, IN L. 27/02/2004 N.46) (CONV. - D.L.353/2003 POSTALE - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO S.P.A. POSTE ITALIANE -

€ 6,00 Belkin il ribelle legato alla tradizione

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un biglietto ingresso per CREMONA MUSICA 2020 IN COPERTINA

BORIS BELKIN

Il ribelle legato alla tradizione

di Gregorio Moppi

ibelle in gioventù, divenuto insegnante richiestissimo nella maturità. In due parole ecco il ritratto di Boris Belkin, settantadue anni, nome di punta del violinismo russo. Carriera cominciata da bambino con la benedizione di una bacchetta leggendaria come quella di Kirill Kondrašin; e dal 1974,R dopo aver abbandonato l’Unione Sovietica che gli negava la possibilità di viaggiare, scritture in tutto il mondo. In seguito anche un’attività didattica sempre più fitta. E presto un nuovo impegno, con l’Accademia di Imola. Maestro Belkin, nei prossimi mesi è fissato garantire un titolo agli allievi che ne avranno l’inizio della sua esperienza a Imola. Può bisogno. Ho già avuto modo di apprezzare raccontarci come è sorta questa collabora- molto i percorsi formativi e le discipline dei zione? corsi universitari imolesi che affiancheranno lo «Conosco la fama di Imola da molti anni gra- studio della prassi. Ritengo che si potrà fare un zie alla qualità dell’Ac- buon lavoro. Tra i colle- cademia pianistica. «I miei allievi non devono ghi avrò Zakhar Bron Grandi professori e essere soltanto degli esecutori, che conosco da quando grandi talenti concen- studiavamo insieme a trati e uniti nell’obietti- ma prima di tutto dei musicisti» Mosca. Lui ha deciso vo di lavorare in una subito dopo il Conser- grande scuola: Lazar Berman, Boris Petrushan- vatorio di dedicarsi alla didattica raggiungendo sky, Enrico Pace, per citarne alcuni. Nello scor- eccellenti risultati. Sarà un piacere collaborare so autunno sono stato a Imola grazie ad una assieme». masterclass che ho tenuto per il progetto “Chi- gImola Musica”, realizzato in collaborazione Ma lei che tipo di insegnante è? Cosa chiede con la Chigiana di Siena, e vi ho potuto apprez- ai suoi allievi? zare l’atmosfera autentica fatta di artisti puri. «Ho iniziato la mia carriera di docente alla Da quest’anno accademico 2020-21 inizio ad Chigiana di Siena. Oggi insegno anche al Con- Imola questo nuovo progetto dirigendo l’Acca- servatorio di Maastricht. Fra i miei migliori demia del violino. I corsi saranno di durata plu- talenti ci sono Daniel Kogan (nipote di Leonid riennale e triennale, a seconda dell’età Kogan), , Bracha Malkin, Andrea dell’allievo e delle sue esigenze: sarà un percor- Obiso, Kyoko Yonemoto, Grigori Tadtaev, so di didattica continuativa. E il violino avrà Mary Hodajan e molti altri. I miei allievi non anche il suo indirizzo universitario che potrà devono essere soltanto degli esecutori, ma prima 26 ARCHI magazine "Incontri conilMaestro"perprogetto“ChigImolaMusica” Belkin durantelarecentemasterclassall’AccademiaInternazionale

Gianluca Liverani IN COPERTINA di tutto dei musicisti. Desidero capire che mon- l’idea di poter trascorrere cinque settimane in do interiore hanno, cosa vogliono ottenere e un’istituzione così prestigiosa passando il tem- raggiungere con la musica. Oggi sono tutti po anche con la mia famiglia. Ho tantissimi bei troppo distratti dal vincere i concorsi e dall’ot- ricordi, tutti legati ai miei allievi e anche ai miei tenere presto una carriera. Forse questo è il colleghi con i quali ho condiviso tanta musica». vero problema. Si può fare carriera anche senza vincere concorsi. Ci vogliono anni per formarsi Probabile che stavolta a Siena dovrà tenere nel modo migliore; e sicuramente, oltre ad allie- lezioni in rete... vi di talento, desidero avere genitori di talento». «Al Conservatorio di Maastricht ho dovuto avviare la didattica online fin dall’inizio della Yuri Yankelevich, il suo maestro, era pandemia, da metà febbraio. È stata una neces- considerato un innovatore nella didattica sità obbligata dalle circostanze, ma non credo del violino. Che ricordi ne serba? in questa modalità di insegnamento. Tutto è «Yankelevich è stato alterato: si perde la qua- un grande maestro. Ha «Arrivai in Israele senza valigie, lità, a cominciare dal raccolto e tramandato la con solo 300 dollari in tasca e suono, si perdono mol- tradizione del suo inse- to delle caratteristiche gnante, Abram Il’ič con un violino che valeva meno proprie dell’insegna- Jampol’skij. Yankelevich di una bottiglia di vodka» mento, ed è al tempo era una grande musici- stesso una pratica impe- sta, adorava l’Opera e conosceva tutto il reper- gnativa e frustrante. Spero davvero che a Siena torio violinistico. Aveva come suoi assistenti, questa estate non si faccia didattica online». fra gli altri, Maya Glizarova e Felix Andrievsky. Durante le lezioni non ha mai ritenuto neces- Lei è nato sotto Stalin e cresciuto sotto sario dover dimostrare qualcosa sul violino. La Krusciov e Breznev. Come viveva allora in sua più grande qualità era far emergere da cia- Urss un giovane musicista di talento? scuno di noi la propria personalità tecnico-mu- «Sono stato fortunatissimo. Ho avuto la pos- sicale». sibilità di formarmi al Conservatorio di Mosca in un’epoca in cui vi erano tutti i più grandi Rammentava prima la sua cattedra alla maestri, da Oistrakh a Neuhaus. E ho condivi- Chigiana, che lei tiene da oltre un trenten- so il percorso di studi con altri allievi che sono nio. Com’è stato arruolato lì? diventati musicisti grandiosi». «Alla fine degli anni ’70 feci il mio debutto a Santa Cecilia. Il direttore d’orchestra Franco ha confessato di essere Ferrara (definito da Bernstein uno dei più stato contattato più volte dal Kgb quando grandi geni che avesse mai incontrato), dopo ancora risiedeva in Urss: gli offrivano favori avermi ascoltato mi disse: “Lei suona così in cambio di nomi di oppositori politici. bene. È tempo che si dedichi alla didattica A lei sono state mai fatte proposte del insegnando ai giovani a suonare”. Mi fece invi- genere? tare alla Chigiana, ma non accettai perché non «Niente di più normale che il Kgb chiedesse mi sentivo all’altezza ed ero molto determinato a chi viaggiava di collaborare. Con me non ci alla mia crescita personale da concertista. sono riusciti perché io ero un libero ribelle, Alcuni anni dopo, in occasione di un mio con- desideravo leggere ciò che volevo e dire ciò che certo con il Maggio Musicale Fiorentino, pensavo. Per questo motivo mi hanno impedito Luciano Alberti mi propose di sostituire alla del tutto di viaggiare». Chigiana Franco Gulli, che non poteva più insegnarvi, e questa volta accettai. Era il 1985, Una volta lei ha affermato che essere ebrei era appena nato mio figlio, e mi piaceva anche in Urss non era come aver sangue russo al 28 ARCHI magazine Gianluca Liverani

cento per cento; perciò, a un certo punto, Tuttavia non ha mai amato i concorsi, ha deciso di trasferirsi in Israele. Ciò signi- vero? Nemmeno da giurato… fica che nella società in cui è cresciuto gli «Sebbene riconosca che possa essere utile per ebrei erano marginalizzati? un allievo partecipare ai concorsi, in realtà non «A dire il vero io sono un mix ebreo-russo- li amo. Non è necessario vincere un concorso georgiano... Dunque non so esattamente chi per fare una brillante carriera concertistica e la sono, né che sangue ho. Ma come disse una storia ne è testimone. Detto ciò, apprezzo mol- ragazza ebrea che condivise con me un viaggio to quello di Sendai in Giappone. Molti concorsi aereo dal Giappone: è ebreo chiunque si sente importanti oggi hanno perso in credibilità, e ebreo». spesso accade che facciano più carriera musici- sti che non vincono il primo Premio». Poi ha scelto il Belgio come paese adottivo, perché? In una lontana intervista lei ha affermato «Perché ho sposato una donna belga e perché che Bernstein, Ashkenazy e Mehta sono i lo reputo un Paese con una bella tradizione migliori direttori con cui ha lavorato. C’è musicale e violinistica». qualcosa di speciale che la lega a loro? «A 25 anni riuscii ad ottenere il visto per Nei primi anni Settanta il governo sovietico andare in Israele, a Tel Aviv. Partii subito rinun- le impedì per ben due volte di partecipare ciando a partecipare al Concorso “Čajkovskij” al Concorso “Paganini” di Genova. Con che si sarebbe svolto dopo tre mesi e dove mi quali motivazioni? avevano inviato di diritto avendo vinto il Con- «Come ho raccontato prima, il mio spirito corso Violinistico Nazionale. A Tel Aviv ebbi la libero e ribelle era conosciuto e per questo mi fortuna di incontrare Vladimir Ashkenazy che impedirono di viaggiare e di partecipare al Paga- era in tournée con . Ebbi una nini. Adesso lo racconto serenamente, ma a audizione con Ashkenazy, che mi presentò quei tempi, devo dire, ho molto sofferto». subito a Mehta. Ricordo che lui mi ascoltò di

ARCHI 29 magazine Belkin con l’Orchestra Giovanile Italiana e Luciano Acocella al Chigiana International Festival (San Galgano, 2019)

mattina, poi mi chiamò per una seconda audizio- forte che il violino. Così studiai molto con ne all’ora di pranzo, poi per una terza alla sera, Stern a New York, vivevo nel suo stesso stabile, nello stesso giorno. Non capivo cosa stesse suc- e lì vicino abitava anche Bernstein che, pure, cedendo. Da allora iniziò la mia carriera. Mi ogni tanto mi ascoltava. Seguivo Stern nei suoi scritturarono per tournée a Los Angeles e viaggi a Parigi e a Londra, era sempre molto Montreal, e feci le mie prime incisioni per la impegnato. E per questo cancellavo anche dei Decca. Sempre a Tel Aviv suonai per Leonard miei concerti per poterlo seguire. Pensandoci Bernstein che mi invitò l’anno dopo a suonare a bene, forse sono stati più i concerti cancellati New York. Furono mesi strepitosi per me, quelli che quelli eseguiti. Ma il mio obiettivo era cre- in Israele, dove feci degli incontri che cambiaro- scere grazie all’aiuto di così grandi artisti». no la mia vita. E pensare che arrivai lì senza vali- gie, con solo 300 dollari in tasca e con un violino Quando lei cominciò a studiare musica la fatto dalla “Oktober fabric of music instrument” differenza tra la Scuola russa e le Scuole di del valore di meno di una bottiglia di vodka». altre Nazioni era molto netta. Ora, in virtù della globalizzazione, sembra che le scuole Tra gli incontri cruciali della sua vita c’è di nazionali non esistano più… certo quello con . Come avvenne «Per me esistono soltanto la scuola buona e e che influenza ha avuto sulla sua matura- quella cattiva. Non esiste propriamente una zione musicale? Scuola russa. Però posso dire che in Russia si «Bernstein e Mehta mi organizzarono un’au- ha una certa visione delle cose musicali: per dizione con Stern (che stava in tournée in Israe- esempio si tende a seguire molti anni un mae- le) e quindi andai a Gerusalemme a suonare per stro per formarsi in modo solido. E poi si mira lui. Nonostante imbracciassi il ‘vodka violino’, a ricercare un bel suono. Amo proseguire nella gli feci un’ottima impressione e propose di far- tradizione: il seguire le tendenze “à la mode” è mi avere, attraverso una fondazione, uno stru- fuorviante, poiché queste finiscono, mentre i mento migliore. Stern mi disse che c’erano valori della tradizione restano». diverse cose che dovevo cambiare, dalla menta- lità al modo di suonare, e mi chiese di andare Il suo violino è opera di Roberto Regazzi. con lui a New York. Io avevo poco repertorio Quando ha conosciuto gli strumenti di perché da giovane avevo studiato più il piano- questo liutaio? 30 ARCHI magazine «Durante una prova di concerto a Milano, nel 2007 se ricordo bene. Roberto Regazzi venne in camerino e mi chiese di provare il suo strumen- to. Non glielo resi più indietro. Ho suonato mol- tissimo in concerto quel violino senza che nessuno si accorgesse che si trattava di uno stru- mento nuovo, moderno. Attualmente gliene ho ordinato un altro, che sto aspettando: abbiamo scelto insieme il legno e molte componenti. Considero Regazzi uno dei più geniali liutai di oggi. I suoi strumenti mi donano tutto ciò che chiedo e rendono perfettamente il suono italiano».

Quali sono, a suo avviso, le composizione tecnicamente più temibili del repertorio violinistico, e quali quelle che meriterebbero di apparire più spesso nei cartelloni

Roberto Testi / Accademia Chigiana / Accademia Roberto Testi concertistici? «La musica senza tecnica non esiste. Non si può essere grandi interpreti senza possedere il necessario equipaggiamento di maestria tecni- ca. Tuttavia mi dica lei cosa può davvero consi- derarsi facile da suonare. Riguardo alle composizioni che meriterebbero di essere più eseguite, mi vengono in mente i Concerti di Strauss, Glazunov, Ernst, per esempio».

Dopo il Coronavirus lo spettacolo dal vivo non sarà lo stesso che in passato. Bisognerà rispettare le distanze di sicurezza tra i musicisti, gli strumenti a fiato dovranno essere circondati dal plexiglas, nelle sale potrà starci un numero di spettatori molto ridotto. Pensa che, pur in queste condizio- ni, la musica sopravviverà? O dovremo sempre più adattarci a seguire i concerti in streaming? «La musica live non si può comparare agli ascolti video o alle registrazioni. Non si può fare a meno dell’esperienza della musica dal vivo in concerto, con il pubblico. Penso, comunque, che questo momento passerà. Anche Newton e Puškin hanno trascorso mesi isolati a causa di pandemie, non c’è nulla di nuovo. E adesso è capitato anche a noi. Passerà, ripeto, e torneremo a fare musica nei teatri e nelle sale da concerto senza troppi problemi. Questo è il mio augurio». n