Luglio – Settembre 2018
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Raccolta di Flash news dal sito www.ilcosmo.net Luglio – settembre 2018. Encelado, la luna di Saturno con i suoi geyser. Credito illustrazione: https://www.focus.it/scienza/spazio/encelado-e-loceano-globale Questa raccolta consente l’archiviazione personale di tutte le Flash news comparse sulla homepage del nostro sito nel periodo sopra indicato. Non vi sono ulteriori commenti alle notizie. Sono impaginate in ordine cronologico di uscita. La redazione. Assemblato da Luigi Borghi. Associazione Culturale “Il C.O.S.MO.” (Circolo di Osservazione Scientifico-tecnologica di Modena); C.F.:94144450361 pag: 1 di 54 Questa raccolta, le copie arretrate, i suoi articoli, non possono essere duplicati e commercializzati. È vietata ogni forma di riproduzione, anche parziale, senza l’autorizzazione scritta del circolo “Il C.O.S.Mo”. La loro diffusione all’esterno del circolo e’ vietata. Può essere utilizzata solo dai soci per scopi didattici. - Costo: Gratuito sul WEB per i soci . Raccolta di Flash news dal sito www.ilcosmo.net 2-6-2018 – Bolle organiche fuoriescono da Encelado. Trovare forme di vita nel sistema solare è diventato ormai l’obiettivo del nuovo millennio, e non è escluso che si arrivi ad una svolta nel prossimo decennio. Sarebbe non solo una prima concreta risposta (anche se non esaustiva) alla atavica domanda “siamo soli nell’universo?”, ma anche l’identificazione di nuovi obiettivi per le prossime sonde automatiche. Sapere se c’è o c’è stata vita negli oceani nascosti dei satelliti di Giove e Saturno, piuttosto che nei profondi canyons di Marte, e poterla studiare, capire se alla base esiste il DNA come lo conosciamo noi o qualche cosa d’altro, rappresenterebbe una scoperta che rivoluzionerebbe il modo di pensare: chi siamo e cosa rappresentiamo. Ormai il mondo scientifico, dal punto di vista statistico, è certo della intensa diffusione della vita nella nostra galassia. Che sia intelligente o no, cambia poco, perché forse tra le due estremità delle forme di vita, cioè tra gli elementari microrganismi e gli esseri intelligenti come l’umanità (?), vi è solo il tempo! Qualche manciata di centinaia di milioni di anni e anche tanta fortuna. Ma quei probabili pianeti extrasolari in grado di sostenere la vita che ci propone Kepler (il cacciatore di esopianeti), sono talmente lontani che pare (ad oggi) improbabile ogni possibile interazione con noi poveri omini. Quindi accontentiamoci del “segnali” positivi che arrivano dalla soglia di casa nostra, cioè il sistema solare. Se la vita la troveremo lì, forse possiamo studiarla bene e magari, in un futuro non poi tanto lontano, conviverci pure. Vi propongo pertanto questo articolo di Valeria Guarnieri tratto da: https://globalscience.globalist.it/cosmo/2018/06/28/le-bolle-organiche-di-encelado- 2027009.html Credito illustrazione: https://www.focus.it/scienza/spazio/encelado-e-loceano-globale Grazie ai dati di Cassini, individuata la presenza di molecole organiche complesse sulla luna di Saturno. I risultati della ricerca pubblicati su Nature. Associazione Culturale “Il C.O.S.MO.” (Circolo di Osservazione Scientifico-tecnologica di Modena); C.F.:94144450361 pag: 2 di 54 Questa raccolta, le copie arretrate, i suoi articoli, non possono essere duplicati e commercializzati. È vietata ogni forma di riproduzione, anche parziale, senza l’autorizzazione scritta del circolo “Il C.O.S.Mo”. La loro diffusione all’esterno del circolo e’ vietata. Può essere utilizzata solo dai soci per scopi didattici. - Costo: Gratuito sul WEB per i soci . Raccolta di Flash news dal sito www.ilcosmo.net È stata battezzata con il nome di un gigante della mitologia classica, fa parte della grande famiglia di satelliti naturali di Saturno ed è nota per l’oceano che giace sotto la sua superficie, celato da una spessa crosta ghiacciata: è questo l’identikit di Encelado, sesta luna di Saturno in ordine di grandezza, di lei si conosceva ben poco antecedentemente al primo sorvolo della sonda Cassini, avvenuto nel 2005. Il corpo celeste, scoperto nel 1789 da William Herschel, era stato già osservato dalle sonde Voyager nei primi anni ’80, ma solo con Cassini è stato possibile realizzarne un ritratto più definito. Grazie alle osservazioni della sonda Nasa-Esa-Asi, gli studiosi hanno scoperto che Encelado ha un oceano sub-superficiale caratterizzato da attività idrotermale: gli sbocchi presenti sul fondale danno luogo ad una mescolanza tra il materiale proveniente dalle profondità della luna e l’acqua oceanica. Inoltre, l’area del polo sud di Encelado si è mostrata geologicamente attiva ed è solcata da lunghe fratture lineari - i cosiddetti ‘graffi di tigre’ (tiger stripes) - da cui fuoriescono pennacchi costituiti da vapore e particelle di ghiaccio. Da un’ulteriore analisi dei dati raccolti dalla sonda, che ha concluso la sua vita operativa con il ‘Grand Finale’ del 15 settembre 2017, è stata riscontrata nelle suddette particelle la presenza di molecole organiche complesse provenienti dalle profondità della luna; lo studio, illustrato nell’articolo “Macromolecular organic compounds from the depths of Enceladus”, pubblicato ieri su Nature, è stato coordinato dall’Università di Heidelberg (Germania). Le molecole in questione presentano una struttura molto articolata, composta da centinaia di atomi di carbonio, idrogeno, ossigeno e probabilmente azoto, che formano delle sottostrutture simili a catene ed anelli. I frammenti di ghiaccio studiati da Cassini si sono formati quando i granelli hanno urtato lo strumento di analisi delle polveri a bordo della sonda, ad una velocità di circa 30mila chilometri all’ora; gli esperti ritengono che, prima della collisione, i granelli potessero contenere strutture ancora più ampie. I pennacchi di Encelado visti da Cassini (Credits: Nasa/Jpl-Caltech/Space Science Institute) Associazione Culturale “Il C.O.S.MO.” (Circolo di Osservazione Scientifico-tecnologica di Modena); C.F.:94144450361 pag: 3 di 54 Questa raccolta, le copie arretrate, i suoi articoli, non possono essere duplicati e commercializzati. È vietata ogni forma di riproduzione, anche parziale, senza l’autorizzazione scritta del circolo “Il C.O.S.Mo”. La loro diffusione all’esterno del circolo e’ vietata. Può essere utilizzata solo dai soci per scopi didattici. - Costo: Gratuito sul WEB per i soci . Raccolta di Flash news dal sito www.ilcosmo.net Molecole di questo genere si possono formare solo in base a processi chimici complessi, come quelli connessi alla vita oppure generati dall’attività idrotermale. Questa seconda ipotesi, approfondita anche con simulazioni informatiche, è ritenuta quella più probabile. Le bolle di gas, quindi, risalendo attraverso l’oceano, possono trasportare sostanze organiche dalle profondità dove formano una pellicola sottile che fluttua sotto la crosta ghiacciata. Una volta affiorate verso la superficie, le bolle disperdono parte del materiale organico, che, sotto forma di piccole gocce, si ghiaccia e poi viene emesso dai pennacchi. Tuttavia, i soli dati di Cassini non consentono al momento di confermare con esattezza l’origine delle molecole; solo future missioni verso questa luna potranno chiarire la situazione. Lo studio comunque avrà importanti implicazioni per Juice (Jupiter Icy Moons Explorer), missione Esa con lancio nel 2022, progettata per esplorare Europa, Ganimede e Callisto, i mondi oceanici del sistema di Giove. Commentato ed adattato da Luigi Borghi. 8/7/18 – La famosa macchia bianca di Occator (Cerere) finalmente ad altissima risoluzione! Fonte: https://aliveuniverse.today/speci ale-missioni/sistema- solare/dawn/3510-bright-spot- di-occator-in-altissima- risoluzione Sopra: composizione di due immagini riprese da 34 km di altezza il 22 gennaio (PIA22477). Sotto: il centro del cratere con evidenziato il particolare. Image credit: NASA/JPL- Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA - Processing: M. Di Lorenzo Finalmente pubblicate le prime immagini ravvicinate di Cerealia Facula, la macchia chiara che ha intrigato tutti fin dal primo approccio a Cerere. Abbiamo seguito l’evolversi di questa singolare macchia chiara centrale (Cerealia Facula) che ha fatto volare la fantasia di parecchie persone. Aliveuniverse ha fatto un egregio lavoro di montaggio fotografico con le immagini originali della NASA, da dove Associazione Culturale “Il C.O.S.MO.” (Circolo di Osservazione Scientifico-tecnologica di Modena); C.F.:94144450361 pag: 4 di 54 Questa raccolta, le copie arretrate, i suoi articoli, non possono essere duplicati e commercializzati. È vietata ogni forma di riproduzione, anche parziale, senza l’autorizzazione scritta del circolo “Il C.O.S.Mo”. La loro diffusione all’esterno del circolo e’ vietata. Può essere utilizzata solo dai soci per scopi didattici. - Costo: Gratuito sul WEB per i soci . Raccolta di Flash news dal sito www.ilcosmo.net emerge chiaramente la struttura in questione: carbonato di sodio (soda). Per meglio comprendere la posizione nel cratere nella parte bassa dell’immagine vediamo bordato in rosso (indicato dalla freccia) la collocazione esatta nel centro del cratere. Ricordiamo che Occator misura, in media, 92 km di diametro e le macchie chiare sono risultate ricche di carbonato di sodio (soda), anche se la loro origine è ancora oggetto di indagini e discussioni. Questo materiale più chiaro si dispone sulla sommità piatta di una collina e in alcuni punti sembra essere franato lungo il pendio, formando sottili rigagnoli; questa particolare orografia potrebbe raccontare qualcosa di importante sulla sua genesi. Speriamo di poter vedere, nelle prossime settimane, altre riprese relative alla macchia