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OPEN SOURCE, FREE SOFTWARE E OPEN FORMAT NEI PROCESSI DI RICERCA ARCHEOLOGICA ARCHEOLOGICA DI RICERCA NEI PROCESSI E OPEN FORMAT FREE SOFTWARE OPEN SOURCE, Nel pomeriggio dell’8 maggio 2006, a conclusione della prima edizione del workshop “Open source, free software e open format nei processi di ricerca archeologici”, proponemmo di ripetere la fruttuosa esperienza appena conclusa a Grosseto. Come gruppo IOSA, facente capo all’Istituto Internazionale di Studi Liguri, avevamo preliminarmente ottenuto la disponibilità da parte della sezione di Genova (di cui era allora presidente il prof. Tiziano Mannoni) a ospitare una seconda edizione dell’incontro. Il workshop del 2007 doveva costituire (e ha costituito) una prosecuzione delle discussioni avviate nel 2006 sull’uso e sviluppo di software libero e open source in tutti gli ambiti dell’archeologia, a cui sono dedicati la maggior parte Open Source, Free Software degli interventi qui pubblicati. A Genova, inoltre, per la prima volta nella storia di questi incontri, fu avviato un dibattito sulle e Open Format nei processi modalità di accesso e disseminazione dei dati archeologici all’interno della comunità scientifi ca, che si è rivelato centrale di ricerca archeologica negli anni successivi. Atti del II workshop (Genova, 11 maggio 2007) Stefano Costa è archeologo e sta svolgendo un dottorato di ricerca in Archeologia tardoantica e bizantina. Si occupa da dieci anni di archeologia digitale e saperi liberi. Giovanni Luca Pesce e’ architetto e dottore di ricerca in Ingegneria dei Materiali per le Scienze del Costruire. Ha lavorato per oltre dieci anni nel settore della conservazione del patrimonio architettonico. COSTA & PESCE COSTA ]u[ a cura di www.ubiquitypress.com Stefano Costa e Giovanni Luca Pesce Cover illustration: Photo and code by Stefano Costa. ]u[ ]u[ ubiquity press Open Source, Free Software e Open Format nei processi di ricerca archeologica Atti del II Workshop (Genova, 11 Maggio 2007) a cura di Stefano Costa e Giovanni L. Pesce ][u ubiquity press London Published by Ubiquity Press Ltd. Gordon House 29 Gordon Square London WC1H 0PP www.ubiquitypress.com Text © The Authors 2007 First published 2013 Con il contributo della Regione Liguria Printed in the UK by Lightning Source Ltd. ISBN (paperback): 978-1-909188-15-0 ISBN (EPUB): 978-1-909188-16-7 ISBN (PDF): 978-1-909188-17-4 DOI: http://dx.doi.org/10.5334/bae This work is licensed under the Creative Commons Attribution 3.0 Unported License. To view a copy of this license, visit http:// creativecommons.org/licenses/by/3.0/ or send a letter to Creative Commons, 444 Castro Street, Suite 900, Mountain View, California, 94041, USA. This licence allows for copying any part of the work for personal and commercial use, providing author attribution is clearly stated. Suggested citation: Costa, S. and Pesce, G. L. 2013 Open Source, Free Software e Open Format nei processi di ricerca archeologica 2007. Ubiquity Press. DOI: http://dx.doi. org/10.5334/bae To read the online open access version of this book, either visit http://dx.doi.org/10.5334/bae or scan this QR code with your mobile device: A Riccardo Francovich e Tiziano Mannoni Indice Introduzione: Open Source, Free Software e Open Format nei processi di ricerca archeologici 1 Stefano Costa, Giovanni L. A. Pesce ArcheOS e-learning project 9 Alessandro Bezzi, Luca Bezzi, Rupert Gietl, Wilfrid Allinger-Csollich, Sandra Heinsch, Walter Kuntner Knossos: un database di scavo open source per l’archeologia 21 Damiano Lotto, Francesco Biscani, Sebastiano Tibolla Accessibilità dei dati e libertà di ricerca in archeologia: utopia o diritto? 28 Tsao Cevoli Osg4Web. Condivisione di dati e applicazioni VR WebGIS per il paesaggio archeologico 44 Luigi Calori, Carlo Camporesi, Augusto Palombini, Sofia Pescarin Elaborazione di un sistema di schedatura dati e sviluppo di un web GIS per la consultazione dei dati archeologici: iI caso di Montescudaio in Val di Cecina (PI) 51 Monica Baldassarri, Giuseppe Naponiello, Giuliana Pagni Integrazione di dati archeologici geografici e non geografici con MAD 75 Andrea D’Andrea, Achille Felicetti, Matteo Lorenzini, Cinzia Perlingieri La scheda UG (Scheda di Unità Geoarcheologica). Proposta di un nuovo strumento per la descrizione standardizzata del deposito archeologico 81 Denis Francisci, Mattia Segata Indice Verso uno standard di catalogazione su soware e dati aperti: il progetto VRC 100 Fabrizio Giudici, Alick Macdonnel McLean, Augusto Palombini Creative Commons e Science Commons per la ricerca archeologica – alcune riessioni 106 Andrea Glorioso Elenco dei partecipanti 130 CAPITOLO 1 Introduzione Stefano Costa* **, Giovanni Luca Annibale Pesce§ ** Quando nel pomeriggio dell’8 maggio 2006, a conclusione della prima edi- zione del workshop, proponemmo di ripetere la fruttuosa esperienza appena conclusa a Grosseto, vi fu certamente una dose di ducia inaspettata nei con- fronti di un gruppo giovane e non strutturato come era (e in gran parte è tut- tora) IOSA. D’altra parte, in mancanza di altre proposte analoghe, rimandare a un futuro indenito la prosecuzione delle molte interessanti discussioni avviate in quella giornata sembrava una occasione sprecata. IOSA è un working group che è spesso stato chiamato progetto, avviato nel 2004 in seno al grupporicerche, con l’obiettivo di valutare la applicabilità del soware libero nella pratica archeologica. L’attività di IOSA ha attraversato varie fasi, dalla sistematica raccolta e catalogazione di soware sul sito web http://www.iosa.it/ no allo sviluppo di soware dedicato, documentazione avanzata e al coinvolgimento in iniziative di respiro internazionale. Nel 2007 IOSA era in un momento di passaggio da una prima fase “esplorativa” ad una più propriamente applicativa, anche grazie alle opportunità oerte dai rispet- tivi ambiti di studio, con le prime timide sperimentazioni nella programma- zione in linguaggi di alto livello (Python), gestione di sistemi informativi in rete e catalogazione di beni culturali. Prima del workshop di Grosseto, come gruppo facente capo all’Istituto Internazionale di Studi Liguri (IISL) avevamo ottenuto la disponibilità da parte della sezione di Genova (di cui allora era presidente il prof. Tiziano Mannoni) a ospitare una seconda edizione dell’incontro. L’importanza di una successione aperta e pubblica si è rivelata un fattore chiave anche negli anni successivi per la buona riuscita del workshop. L’organizzazione ha signicato anzitutto un impegno in termini umani, ancora prima che economici, a tutti i livelli. Nel grupporicerche Alessia Man- tovan, Francesco Bertazzo e Luca Bianconi hanno curato la segreteria orga- 2 Open Source, Free Software e Open Format nei processi di ricerca archeologica nizzativa, con il supporto di Matteo Sicios. Da quell’occasione Luca Bianconi è poi entrato stabilmente in IOSA, a testimonianza di quanto questo incontro sia stato importante non solo per il movimento del soware libero in archeologia ma anche per la crescita numerica e intellettuale del nostro piccolo gruppo. Regione Liguria ha erogato un nanziamento che ci ha consentito di coprire interamente i costi relativi alla pubblicazione. La Ipsilon s.c.r.l. ha sponsoriz- zato il workshop, in particolare il pranzo oerto ai relatori. Il Museo di Sant’A- gostino di Genova, parte dei Musei Civici Genovesi, ha messo a disposizione i suoi locali nella prestigiosa sede di piazza Sarzano, in una anteprima di quello che sarebbe divenuto un rapporto sso tra IISL e Museo negli anni successivi. L’Istituto per la Storia della Cultura Materiale (ISCUM), oltre a garantire il suo patrocinio all’incontro, ha mostrato nell’introduzione di Severino Fossati come gli approcci quantitativi in archeologia abbiano una lunga – e spesso dimenti- cata – tradizione a Genova, anche al di fuori delle sedi universitarie. Per molti anni l’ISCUM ha rappresentato per IOSA un punto di riferimento nella com- binazione di approcci e metodologie alla ricerca tout court, non ultimo per il carattere sostanzialmente pratico (“ligure” si potrebbe dire) riscontrabile anche nelle digressioni più teoriche. L’IISL ha garantito la possibilità di rapportarci formalmente con altre istituzioni a tutti i livelli, sostenendo questa e altre ini- ziative portate avanti da IOSA. Una persona più di tutte le altre ci ha ispirato a lavorare con dedizione e umiltà (non sempre ci siamo riusciti appieno) per il puro, semplice e cocciuta- mente infantile piacere della ricerca, ed è stato il professor Tiziano Mannoni. In apertura di questo incontro, abbiamo avuto la fortuna di ascoltare la sua intro- duzione, una delle rare occasioni in cui Mannoni si è confrontato in pubblico con il mondo dell’informatica applicata all’archeologia. Con questa pubblicazione si salda il debito nei confronti della comunità che negli anni è cresciuta intorno al workshop, e nei confronti degli autori che hanno visto ritardata troppo a lungo la disponibilità del proprio lavoro. Abbiamo operato una scelta inusuale per la pubblicazione di questo volume, tuttavia in linea con i principi della condivisione e della disseminazione. Ubiquity Press si è dimostrata in grado di soddisfare tali esigenze in modo eccellente, e ci sembra utile un approccio anche in questo caso pionieristico, rivolgendoci all’estero per ottenere un prodotto editioriale digitale che in Italia ancora scarseggia, mentre rimane forte il solco della tradizionale pubblicazione cartacea e l’uso preponderante del PDF come unico formato digitale. Il tempo dirà se abbiamo avuto ragione. Il lasso di tempo che ci separa ormai