~i~Liotecae società QUADERNI DELLA RIVISTA DEL CONSORZIO PER LA GESTIONE DELLE BIBLIOTECHE COMUNALE DEGLI ARDENTI E PROVINCIALE ANSELMO ANSELMI DI

SIMONETTA VALTIERI La chiesa di S. Francesco a Viterbo Inserto del n. 3-4, anno V, 31 dicembre 1983, di «Biblioteca e Società» Rivista del Consorzio per la gestione delle Biblioteche Comunale degli Ardenti e Provinciale Anselmo Anselmi di Viterbo I Fig. 1) Interno della chiesa di S. Francesco a Viterbo

SIMONETTA VALTIERI La chiesa di S. Francesco a Viterbo I. Presupposti storici e ilzdividuaziolze di due fasi fralzcescane

Per inquadrare nel panorama forme originali), va ricordato che la sco fosse presente a Viterbo nel 1209 dell'architettura francescana la chie- Custodia Viterbese veniva come im- mentre dimorava in città Innocenzo sa di S. Francesco, caratterizzata dal- portanza subito dopo la Romana 111; una cronaca del 1262 e una testi- la notevole spazialità della sua zona nell'organizzazione della Provincia Ro- monianza dell'assisano Francesco di presbiteriale (che possiamo ritenere mana codificata da S. Bonaventura (1). Bartolo del 1335 dicono viterbese completamente conservata nelle sue La tradizione vuole che S. France- Leone, il compagno del Santo che ne

Il presente saggio è stato presentato al Concorso «Studio su un monumento francescano in Italia» indetto dal Centro Francescano Santa Maria in Castello di Fara Sabina ed è stato premiato da una giuria di Storici dell'architettura e del francescanesirno.I disegni di rilievo sono stati appositamente realizzati da Marina Valtieri. Si ringraziano i Frati di S. Francesco a Viterbo, e in particolare p. Ernesto Piacentini, per aver agevolato in ogni modo le indagini e per aver messo a disposizione i materiali dell'archivio della chiesa; si ringraziano il dott. Attilio Carosi, direttore della Biblioteca Comunale degli Ardenti e il dott. Alberto Porretti, direttore delllArchi~iiodi Stato, per la parti- colare ospitalità offerta in queste sedi di ricerca. Fig. 2) La zona del convento di S. Francesco nel Catasto Gregoriano.

raccolse per primo le azioni e lo seguì sco continuarono a dipendere dalla santa nel 1250 si recava in processio- ad (2). parrocchia di S. Angelo (IO). ne a S. Francesco. (14). In effetti una presenza francesca- Queste precisazioni storiche sono I1 fatto che nel 1256 venga conces- na a Viterbo è documentata già nel utili a spiegare alcuni equivoci. Infatti sa dai Canonici di S. Angelo, in via 1228 (3), prima della donazione della la denominazione del Castello «di S. eccezionale, la sepoltura di un par- area per costruirvi il Convento con la Angelo», derivata dalla Canonica rocchiano in S. Francesco (15) testimo- chiesa odierna fatta da Gregorio IX omonima da cui esso era venuto a di- nia che a questa data i Frati Minori in- nel 1236 ai Minori. pendere verso la metà del XII secolo, sieme al Convento avevano portato a La Bolla di donazione specifica: ha indotto a credere che fosse esistita, compimento una loro chiesa. «locum Castri S. Angeli, infra muros nell'area donata ai Minori, una chiesa Però l'organismo architettonico Ciuitatis, quem Viterbii emimus, ut ibi con questo nome, integrata nell'edifi- che vediamo oggi appare chiaramen- ecclesiam et oficinas ad habitationem cio francescano e ampliata con la co- te il frutto di due fasi diverse. vestram necessarias construere, et libe- struzione della zona presbiteriale Agli storici che hanno creduto re, absque cuiuslibet contradictione ha- (11). nell'esistenza in sito di una chiesa bitare possitis, auctoritate apostolica Ciò va contestato per due motivi: preesistente all'insediamento minori- duximus concedendam..» (4). primo, per il fatto che i Canonici di ta, questa circostanza si giustificava La località a nord di Viterbo, detta S. Angelo, risiedendo al centro di Vi- con l'individuare nella nave longitu- «Castello di S. Angelo», già «Castel- terbo, per poter controllare più da vi- dinale le strutture più antiche, sfrut- lo di Sonsa» (3, aveva cambiato de- cino la zona del «Castello» decisero tate dai Francescani che avrebbero nominazione quando gran parte della di costruirvi una loro filiale, la chiesa elevato la zona presbiteriale colle- sua area era stata ceduta da conti Fa- di S. Pietro prima della cessione gandola ad esse. Per loro quindi la rulfi di Fara alla chiesa canonica di S. dell'area ai Minori (12) e non avreb- chiesa che risultava costruita alla me- Angelo in Spata, situata nella piazza bero avuto motivo di farlo se già vi tà del '200 viene a coincidere con del Comune (6). fosse esistita una chiesa da essi di- quella che vediamo oggi (16). b Prima che Gregorio IX acquistasse pendente. Secondo, perché la Bolla Sono invece del parere che nel cor- parte della zona, compreso il palazzo di donazione ai Minori non parla di po longitudinale della chiesa sia da in- dei Farulfi (7) per donarla ai Minori, preesistenze, ma della costruzione di dividuare una prima chiesa francesca- la Chiesa di S. Angelo nel 1234 pos- una «ecclesiam et officinas ad habita- na, iniziata a costruire subito dopo la sedeva ~medietatemcastri et casalina tionem necessarias». donazione del 1236, e che le forme juxta campum ubi cava esb> (8). Gli Tale costruzione dovette iniziare gotiche del presbiterio debbano ascri- abitanti del «castello», che nel 1259 immediatamente se il 6 novembre versi ad un successivo ampliamento si estendeva «a porta civitatis usque ad 1237 è già realizzato l'«oratorio su- -che ha risentito delle forme «france- pkziam S. Lucam (9), anche dopo la pradictorum fratrum» (13); la Legenda si» presenti nella costruzione della costruzione della chiesa di S. France- antiqua S. Rosae narra che questa Basilica d'Assisi (17) -, awenuto

Fig. 4) I1 complesso francescano in una veduta pro- Fig. 5) La chiesa di S. Francesco in una foto che precede i bombardamenti. spettica di Viterbo (Bibl. Ap. Vat. Geogr. 11, 27). quando Viterbo è sede di papi e il condizione che trent'anni prima era maggiore: è significativo come negli Generalato dell'ordine dei Minori è stata alla base della vendita dell'area anni '60 un potente cittadino viter- in mano a un viterbese, Bonaventura ai francescani (19) - e si accontenta bese, Console del Comune, Oddone da Bagnoregio (1257-74) (18). della metà della cera lasciata per le degli Alessandri, ne risulti economo Un documento del 1266 testimo- esequie (20). e amministratore e che la chiesa rice- nia l'importanza raggiunta in questi Pur dipendendo economicamente va cospicue donazioni (22). anni dalla Chiesa di S. Francesco: 4 dal Comune e da donazioni private Potevano così essere garantiti quei Capitolo di S. Angelo rinunzia a far (2 l), il Convento di S. Francesco vie- contributi indispensabili per affron- valere i diritti sui parrocchiani- ne ad assumere un rilievo sempre tare un ampliamento della Chiesa.

10- 011115 - -- Fig. 6) Prospetto della chiesa (rilievo di M. Valtieri) Figg. 7-8) Immagini della chiesa bombardata.

2. Ricostrzlzione dello stato antico della chiesa

I1 convento di S. Francesco a Vi- iuxta bostium pamlum Ecclesie Sancti (31). Supra porta Imago Mariae Vivgt- terbo aveva due chiostri: «claustro Francisci» (27); da sotto i suoi portici nis extat sed restauratione indiget. primo Ecclesie Sancti Francisci» e «se- una scala conduceva all'ala del Con- Aliae duae pamlae portae, claustro et cundo inclaustro» (23); ma uno solo vento che almeno dal XV secolo era choro correspondent, et decentes chu- sembra fosse dotato di una fontana, occupata dal Governatore del Patri- suras habena (32). poiché in un atto del 1460 viene spe- monio (28): «sub porticibus secundi re- Accertata la presenza di un cificato «vero claustro fontis» (24). claustrì iuxta scalas ascendentes in pa- «atvium» in fronte, si giustifica l'as- q Un primo chiostro, scomparso già latium domini Gubernatoris et locum senza di elementi architettonico- alla fine del '500 non comparendo auditionis et tribunalis auditoris» decorativi in facciata. Anche perchè nelle vedute prospettiche di Viterbo (29) se la parte inferiore veniva coperta (fig. 4), doveva precedere la facciata I Commentarii di Pio I1 testimo- dal portico scomparso (33), la parte 7 della Chiesa (25) ed era molto ampio niano l'esistenza di un «vestibolo» superiore doveva avere un'altezza se durante i cerimoniali per la Pro- tra la facciata della chiesa e il primo minore di quella attuale. Ritengo che cessione del Colpus Domini del 1462 chiostro, il quale era adibito anche a la sua sopraelevazione vada ascritta fu capace di accogliere una chiesa li- cimitero (30). agli interventi seicenteschi che dota- gnea a tre navi divise da 9 colonne, La presenza di un «atrium» pavi- no la facciata di un portale (34) e di grande 35 x 55 piedi (26). mentato in pietra ancora nel 1583 è un finestrone sormontato da un ocu- I1 secondo Chiostro va individuato ricordata dalla Visita Apostolica di lo nel timpano, visibili nelle foto con quello ancora conservato, anche quest'anno: «Ante portam maiorem che precedono i bombardamenti (fig. se trasformato, oggi di pertinenza del atrium longum parietibus clausum la- 5). Distretto Militare (fig. 39). Infatti pidibus stratum adest. Porta maior la- Ho già posto il problema delle due esso era tangente alla chiesa: pidibus decenter fabrefacta et asseribus fasi diverse che si riconoscono nella «sub porticibus secundi reclaustri reclusa est. In hieme tela cerata habet chiesa, leggibili immediatamente dai Fig. 9) La chiesa di S. Francesco dopo la ricostruzio- ne; a destra è visibile la cappella Gatti non ancora re- staurata.

Figg. 10-12) J.l portale messo in opera nella facciata ricostruita; i suoi resti rinvenuti lungo il muro della nave a destra della cappella Bussi; a sinistra del rilie- vo (dis. di M. Valtieri) i pezzi originali in nero. due tipi di finestre presenti nella na- ve. Se al primo intervento l'altezza della prima chiesa francescana è chia- ramente individuato dai resti di cor- nice all'esterno del fianco meridiona- le della chiesa (fig. 70), la muratura incoerente sopra detta cornice, con ~contraffortiidiispessimento in cor- rispondenza delle paraste su cui pog- giavano gli arconi delle volte tardo- barocche crollate per i bombarda- menti (fig. 7) induce ad ascrivere al XVII secolo la soprelevazione, effet- tuata per poter aprire ulteriori fine- stre. data la carenza di luce all'inter- no della nave. Tale paramento murario irregola- re, visibile anche prima dei restauri (fig. 8) e rimasto in piedi ancora oggi che la chiesa ha eliminato sia i rive- stimenti barocchi che le finestre, non può essere ascritto al periodo dell'am- pliamento della chiesagotica, che vede la costruzione dell'alto presbiterio con un apparecchio murario a elementi suf- ficientemente normalizzati, chiuso da una cornice a modiglioni all'altezza del tetto che si arresta in corrispondenza della nave (fig. 43). L'altezza delle due ultime finestre della nave, ogivali, ascrivibili al se- condo intervento gotico, si adegua a quella delle finestre più piccole ripri- stinate sulla traccia dei loro resti rin- venuti sotto gli stucchi barocchi (fig. 14). Esse risultano proporzionate e sulla parete solo se rapportate all'al- tema della cornice esterna, che coin- cide con l'imposta del tetto della pri- ma chiesa (35) (figg. 13 e 15). Così pure le semicolonne, di cui è

Fig. 13) Prospetto laterale della chiesa (rilievo di M. Valtieri): A - resti della cornice di imposta del tetto della prima chiesa francestana; B - cappella Gatti. Fig. 14) La parete sinistra della nave, caduti gli stuc- chi barocchi, con le tracce delle finestre originarie; la freccia indica il capitello rimasto in sito.

Fig. 15) Sezione longitudinale della chiesa (rilievo di M. Valtieri): 1 - cappella Gatti; 2 - portale della cap- pella Bussi; A - altezza originaria della parete della nave; a semicolonna conservata della chiesa piu an- tica (le altre sono di restauro). Figg. 16-17-18) I lavori di ricostruzione della chiesa.

Fig. 19) Le chiesa a restauri ultimati.

1o 0',, .3- 'D- Fig. 20) Sezione del transetto (rilievo di M. Valtieri): 1 - altare Botonti; 2 - tomba di Clemente IV; 3 - tomba di Adriano V; 4 - altare Sannelli; 5 - altare della cap- pella Gatti (antico altare Sannelli). La quota del vano già occupato dalla cappella Ceccolini (A) corrisponde molto probabilmente a quella originaria del pavimento della chiesa, rialzato nel XVI secolo. L'altezza dei plinti sotto le basi oggi interrati verrebbe a coincidere con quella dei pilastri del S. Francesco ad Assisi (80 cm.). Anche il portale della cappella Gatti (B) risulta mozzato in basso rispetto ad esempi contemporanei (come quello della chiesa trecentesca di S. Maria della Salute).

rimasta in sito, sotto i rivestimenti mezo de detta Chiesa e in altri lochi» e bus uascula aqua benedicta in parieti- seicenteschi, quella a destra vicino la distruzione di un portale (36). bus collocata sunt. Pulpitum pro con- all'altare Bussi e il capitello della ri- I1 fatto che lo Statuto Comunale cionibus est decenter collocatum. Con- spettiva di fronte (fig. I), sono riferi- di Viterbo del 1469, l'anno in cui il fessionalia duo cum tegmini. bili all'altezza della prima chiesa; Perotti fu allontanato dalla carica di Chorus antiquus in ecclesiae parieti- mentre del loro prolungamento, ese- Governatore (37) faccia riferimento bus undique apertus extat et in eo Lay- guito dai restauri per impostare gli a lavori da intraprendere nella chiesa ci tantum sedent. arconi alla quota di quelli del presbi- di S. Francesco che i frati «ampliare Alius uero Chortcs in quo fratres di- terio, non esistono indizi concreti se intendunh (38), induce a ritenere che uina officiarecitant est a dextris altaris non nelle tracce sul muro che si fer- i lavori fatti quando il Perotti abita- maioris eminenter collocatus. Habet mavano al di sotto della muratura in- va nel Convento dei Minori siano sedilia lignea uetera (4 1). Habet leggile coerente (fig. 14) e che potrebbero stati degli interventi di manutenzio- ligneum. Adsunt in eo libri Chorales... aver accolto arconi impostati ad una ne o di arricchimento della copertu- Habet organum...» (42). quota più bassa (fig. 66). Molto pro- ra, oltre ai restauri della cappella di La notizia più interessante che ne babilmente nell'ampliamento della S. Bernardino . traiamo è che la chiesa aveva le pare- chiesa si pensava ad un collegamento Verosimilmente l'ampliamento de- ti affrescate «imaginibus cowosis», con la nave da attuarsi, alzandone le siderato dai Frati, più che in larghez- che verranno imbiancate secondo le - pareti, con coperture a crociere; lo za, avendo la nave da un lato il chio- prescrizioni che fanno seguito alla farebbe presupporre la quinta colon- stro e dall'altro le cappelle addossa- Visita: «Parietes incrustentur et deaL nina dei pilastri verso la nave predi- te, doveva avvenire in altezza; e que- bentun,. Gli affreschi sopra la por- sposta ad accogliere una nervatura, sto si spiegherebbe solo se ad un ta di accesso principale e quindi come nella chiesa di S. Chiara ad As- transetto monumentale fosse stata protetti dal portico dovranno invece sisi (fig. 65). attaccata una nave più bassa. (39). essere restaurati entro sei mesi: I1 problema del raccordo tra il cor- Dalla Visita Apostolica del 1583 «Imagines supra portam existentes ad po più alto e quello più basso, dovet- possiamo trarre ulteriori elementi sex menses restaurentum (43). te rimanere incompiuto. D'altronde per completare la ricostruzione Alcune tracce degli affreschi inter- l'arcone «gotico» che segna il passag- dell'edificio antico: «Solus Ecclesiae ni alla chiesa sono visibili nell'ala si- gio tra la nave e il transetto e che lateribus stratum et restauratione indi- nistra del transetto in vecchie foto avrebbe potuto darci indicazioni in get. Sepulturae solo aequatae sunt (40) (fig. 22), altre si sono invece conser- merito è crollato con la volta barocca sed aliquae sine lapidibus extant. Fene- vate nella parete sinistra dell'abside, ed è stato eseguito negli ultimi re- strae aliquae uitreis aut tela obclusae, dietro il sepolcro del card. Marco da stauri secondo le linee di quelli origi- aliquae uero patentes. Viterbo (fig. 23), come pure è rima- nali (fig. 18). Extant paretes excrustati in Imagini- sto un «agnus dei», oggi protetto da Che la chiesa avesse nella nave de- bus cowosis. Tectus est asseribus tolle- uno sportello. gli archi trasversi è testimoniato dal- rabile, in aliqua parte relucet. Vasa Dall' allineamento delle riquadra- la cronaca del XV secolo, che attri- duo lapidea magna pro aqua benedicta ture, per cui gli affreschi dietro il buisce al Rettore Nicolò Perotti, tra lapideis columnis suffulta sunt apud Monumento Landriani ( + 1445) l'altro, dei «lavori sopra li Archi nello portam maiorem. In alijs portis minori- sembrano avere una continuità con Fig. 21) Il transetto della chiesa prima dei bombardamenti.

quelli della parete ortogonale (fig. 22), e dal fatto che essi nel coro era- no coperti dalla tomba di Marco ( + 1369)' si desume una decorazione continua sulle pareti e una datazione che ha come limite la prima metà del XIV secolo; il che trova conferma nell'osservazione stilistica delle por- zioni pervenuteci. Con le pareti affrescate vien fuori un'immagine del S. Francesco a Vi- terbo ancora più vicina al modello di Assisi dal quale, come vedremo, la Fig. 22-23) Resti di affreschi sulle pareti del transetto (prima dei bombardmlenti) e del coro (rinvenuti dietro la tomba del cardinal Marco da Viter'm). chiesa ha preso molti elementi. Agli inizi del XIV secolo (44), a cappella Ceccolini, che in atto del aperti degli accessi dal transetto, le prolungamento del transetto destro, 1439 risulta da poco costruita: «cap- cui tracce sono individuabili dall'in- a «cornu epistolao>,venne costruita la pella nova sita in dicte ecclesie sub 110- terno della sacrestia (51). Cappella Gatti o Brettoni (fig. 3), un cabulo sancte Marie dellJangeli» (47); Nelle foto successive ai bombarda- vano quadrato coperto a crociera con in un documento del 1476 è detta menti (fig. 27) che mostrano crollate abside semicircolare (45). «quondam ser Nuti Ceccolinj de Viter- alcune parti della tomba di Clemente La posteriorità è denunciata oltre bio iuxta et prope sacristiam dicte ec- IV, è visibile dietro questa, collocata che dall'apparecchio murario a pietre clesim (48), in un altro del 1480 «a nel 1890 (52), un'apertura ad arco ri- più irregolari e dalla finestra ogivale sinistris, subtus librariam» (49) (fig. bassato. Però anche in corrisponden- priva di cornice cigliatà, anche dal 3). za dell'altare Botonti si nota chiara- fatto che la sua costruzione ha porta- Della cappella non resta di origina- mente intonacato il vano già occupa- to alla chiusura di una finestra della le che l'arco di ingresso strombato a to da una porta (fig. 26). Infatti in un chiesa, di cui è oggi visibile, murata, tutto sesto e, credo, il livello del pa- certo periodo i Botonti dovettero la parte superiore sopra il grande vimento, a quota più bassa rispetto a sfruttare la sacrestia come propria portale acuto strombato della cappel- quello della chiesa che è stato rialza- cappella (53), trovandosi in essa nel la (fig. 30). Nella Visita Apostolica to, (fig. 20) come risulta evidente se 1605 collocata la famosa Pietà di Se- del 1583 essa è detta afamiliae Britto- si osservano le basi dei pilastri poli- bastiano dal Piombo, come risulta da nis sub Inoocationis Concetionis», ha stili (50) o quelle del portale della un memoriale con il quale i Frati ri- un «altare lapideusw un'«Icona cum cappella- - Gatti, raffrontandole con chiedono una sowenzione dal Co- Imaginibu~ in buono stato, ed è esempi contemporanei. mune per riparare la volta crepata «cancellis lapideis decenter occlusis~ Vicino alla cappella di S. Maria de- della sacrestia (54). (46). . gli Angeli si trova la «sacrestia vec- Nel corso del XV secolo, soprat- In simmetria con la cappella Gatti, chia» con accesso dal coro. Questo è tutto quando risiede nel Convento il in fondo al braccio sinistro del tran- l'ingresso originale, tuttavia in perio- Perotti vengono eseguiti nella chiesa setto, il secolo successivo, fu eretta la di successivi diversi dovettero essere dei lavori, tra cui quelli alla cappella "9" i-;

Figg. 25-27) Il monumento sepolcrale di Clemente IV, prima e dopo i bombardamenti, a destra dell'altare Botonti; la freccia indica lo scomparso oliario firmato dal Vasaalletto che, con i pezzi della tomba di Marco da Viterbo, giace seppellito in una «gotta» del Convento.

14 Fig. 28) Il coro con la tomba del cardinal Marco da Viterbo. Fig. 29) Ii monumento sepolcrale del cardinal Marco da Viterbo (foto Alinari).

di S. Bernardino, dedicata nel 1452 laiatura architettonica, così come fondità» (64). ma portata a compimento nel 1465 dell'oliario del Vassalletto (61) visi- Con i mezzi moderni non sarebbe (55). bile alla sua sinistra (fig. 27) ci avreb- un'impresa difficile effettuare una ri- I1 pulpito in pietra (fig. 63) conser- be lasciato perplessi se non fossero cerca, anche perchè la «grotta» si tro- vatosi all'angolo destro della facciata intervenute le Cronache del Conven- va nell'area di competenza dei Frati, reca in caratteri gotici l'iscrizione: to. Da queste apprendiamo che dopo libera di fabbricati, (sotto la quale si M.CCCCXXVIII1. DIE XXIII. l'incursione aerea del 17 gennaio incuneano le «grotte» dell'antico ca- DIE XXIII IAN. TPRE (tempore) / 1944, di cui sono descritti dettaglia- stello di S. Angelo, con dislivelli ver- FRIS (fratris) GUILELMI. DE VE- tamente i danni provocati (62) il se- so la via di Porta Murata), e non ha NUSIO. Fu posto a ricordo della polcro di Marco «rimasto intatto», fu ancora avuto una sistemazione defi- predica fatta sul luogo nel marzo smontato con il tabernacolo (oliario) nitiva nel suo orto e giardino. 1426 da S. Bernardino (56). del Vassalletto e furono collocati en- Nel XVI secolo, a parte gli inter- Nel 1359 era diventato Generale trambi nella «grotta» del Convento. venti nelle singole cappelle, lo stato dell'ordine dei Minori il cardinale Ma il 26 maggio le bombe sfondano della chiesa (che aveva. avuto una Marco da Viterbo (57) morto nel la grotta dove sono conservate le par- nuova pavimentazione rialzando il li- 1369 (58) «et fu seppellito in S. to Fran- ti marmoree dei monumenti. vello per la creazione di «pozzi» se- cesco presso Z'Altar Maggiore oue gli fu Evidentemente le foto sono scat- polcrali), dalla desqizione della Visi- fatta una nobile et bella sepultura di tate tra le due incursioni aeree, in se- ta Apostolica del 1383 ci appare piut- marmo intagliata* (59). guito all'ispezione effettuata dalla tosto fatiscente. Del suo complesso monumento Soprintendenza (63). Infatti viene rilevato che il tetto (fig. 29) che si trovava nel coro «a La notizia che i pezzi sono ancora sconnesso «in aliqua parte relucet, al- corna evangeli» oggi è visibile solo il seppelliti essendo caduta la bomba cune finestre sono prive di chiusura e sarcofago (60) collocato nella parete all'ingresso della cantina è pubbliciz- gli affreschi alle pareti scrostati. Ma sinistra della nave (fig. 3). zata anche in un volumetto a stampa: quando nel 1590 nel Convento ebbe Poichè esso ci appare intatto nelle <<èstato tentato il recupero a braccia luogo il Capitolo Generale dell'ordi- foto che ritraggono la chiesa colpita umane: lavoro improbo. Ci vorrebbe ne con il raduno di oltre 1500 religio- dai bombardamenti (fig. 28), la una gru d'acciaio che scavasse con si (65) la chiesa doveva apparire into- scomparsa della sua notevole inte- una certa facilità i 10 metri di pro- nacata e imbiancata secondo le pre- Fig. 30) I1 braccio destro del transetto dopo i restauri. scrizioni seguite alla Visita Apostoli- ca suddetta. Tuttavia dissesti statici si manife- starono agli inizi del secolo successi- vo in varie parti dell'organismo ar- chitettonico (66). Tra i contributi del Comune e le donazioni dei privati, oltre ai restau- ri delle cappelle (Sannelli, Bussi) ven- ne messo un nuovo portale alla chiesa (1603, dai Botonti) e una nuova pala all'altare maggiore opera di Cesare Nebbia (67). Nuovi dissesti e un cambiamento di gusto condurranno nel 1686 a una ristrutturazione della chiesa, che comportò la chiusura delle cappelle in profondità sulla parete destra, (68) per acquistare una simmetria con la parete frontale tramite la creazione di altari omogenei (fig. 41). - È in questa occasione che la nave della chiesa fu voltata e le sue pareti vennero rialzate per poter aprire ul- teriori finestre; questo nuovo appa- rato decorativo «barocco» fu mante- nuto fino ai bombardamenti del 1944 (figg. 7, 8, 16). L'area a sud della chiesa, prima dei bombardamenti accoglieva a ri- dosso del1 nave alcune cappelle (69), e accanto a queste nel 1907 era sorta una costruzione a due piani adibita a Fig. 31-33) La tomba di Adriano V dopo i bombarda- menti (nella pagina precedente); il suo montaggio e l'aspetto attuale, a restauro awenuto.

Fig. 34-35) La tomba di Vico danneggiata dai bom- bardamenti, e la sue immagine complessiva in un'in- cisione (Bussi, 1742, p. 159). Vi è raffigurata l'altare incorporato nella tomba che doveva trovarsi in origi- ne anche nelle tombe dei due papi. a". J

Figg. 36-37) Immagini della cappella Gatti dopo i bombardamenti.

convento (70), visibile in vecchie fo- to (fig. 5). Uno schizzo redatto «a memoria» dallo scomparso p. G. Talone ci testi- monia la distribuzione delle funzioni del nuovo convento e degli spazi sco- perti (fig. 42). In esso compaiono le destinazioni dei corpi di fabbrica ad- dossati alla parete destra della nave oggi non piu esistenti (fig. 44): la «cappella interna» è quella che aveva ostruito l'uscita secondaria dal tran- setto della chiesa gotica (71); la cap- pella di «S. Antonio» è quella dotata dai Bussi di cui è rimasto in sito il portale (fig. 1); la asacrestia nuova» occupa l'area della cappella di S. Ber- nardino; l'ala del «refettorio» tra- mezzato con la «cucina» e la ((dispen- sa» deve essere costruzione più tar- da, se sono esatti gli spessori murari nel rilievo dello stato di fatto prima Fig. 38) I lavori di ricostruzione visti dalla cappella Gatti. dei bombardamenti (fig. 4 1). 'Uoap oa.Io»- 01 !aps» - 6 !«a~amsj»- 8 !«ssuadelp» - L !au -!3n3r - q !«o!.~ouajan, - 6 !(oulpmuiaa .S IJ anaddaj a@) aronu «sgsaa~as»- p !(!ssna) so!uoluy .sr IJ slpddwj - C !aulaau! wnaddajr - z !ma93 - 1 :auopL '3 .d ozyjs oun u! 'p161 p L061 lap oiuaruo;, a ~a!qpuWUOZ qap !uo!zuy anap arnaqjs (zp -8g Fig. 43-44) Vedute esterne del transetto allo stato odierno e dopo i bombardamenti (a sinistra la cappella Bussi crollata).

1 Fig. 45) Capitello dell'abisde Fig. 46) Capitello della sacrestie.

20 4. I1 S. Francesco a Viterbo nel panorama dell'architettura fralzcescana

Per avere un'idea dello spazio ori- stimonia che la costruzione viterbese della prima chiesa di S. Francesco a ginario del S. Francesco a Viterbo, è successiva. Viterbo coincide con il limite massi- basta pensare la nave più bassa, im- Una dilatazione in altezza è anche mo di m. 11'40 concesso alle chiese maginando gli archi-diaframma posti presente nella quadrifora del coro dei Predicatori (77), c'è da pensare direttamente sopra i capitelli delle che dal rapporto 1: 1'5 di quella che i Frati Minori dopo il 1237 si at- semicolonne, eliminando l'ordine su- dell'edificio assisano, passa a 12. tenessero in qualche modo alle legi- periore immesso dagli ultimi restau- «L'elementare semplicità delle pro- slazioni di questi. ri. porzioni riscontrate in qzreste chiese, ri- Nell'ampliamento della chiesa vi- Si ritrova così nella chiesa la coesi- sponde in modo puntuale e significati- terbese vanno invece ricercati i punti stenza dei due «tipi» architettonici t)o allo spirito degli Ordini Mendicanti sanciti dalle Costituzioni di Narbona più complessi delle chiese degli Ordi- che si definiz~anoalieni da rafinatezze del 1260. ni Mendicanti (72): quello con tetto e complicazioni intellettualistiche» Esse non impongono restrizioni su arconi trasversali e, cronologica- (75). dimensionali (78)' prescrivendo solo mente successivo, il tipo a vano cru- Le dimensioni abbastanza notevoli genericamente che le chiese non sia- ciforme con volte a crociera. della prima chiesa, iniziata dopo il no maggiori rispetto alle necessità La larghezza della nave all'ingres- 1236 si giustifica con la nuova attivi- dei singoli luoghi; piuttosto si soffer- so (73), di m. 11,44, coincide con tà pastorale svolta dai Minori (sanci- mano sulle strutture e sulle decora- l'altezza da terra dei resti di cornice ta dalla Bolla del 1237 di Gregorio zioni. La non emergenza del campa- esterna che segna la quota della chie- IX) che abbisognava di notevoli spa- nile, l'uso di volte solo nel presbite- sa originaria, riallacciandosi alla pro- zi per accogliere i fedeli. Questa nuo- rio, la particolare importanza data porzione 1:1 usata per edifici coperti va attivita viene ad accomunare i Mi- all'illuminazione del coro dove sono a tetto; in prossimità del presbiterio nori ai Predicatori, ma mentre questi ammessi vetri istoriati, possono indi- il rapporto tra l'altezza e la larghezza ultimi hanno delle proprie costituzio- viduarsi nel S. Francesco viterbese. è superiore ad edifici voltati come il ni dal 1228, i Francescani le avranno Anche se questo edificio va consi- S. ~rancescod'Assisi (74), il che te- solo nel 1260 (76). Poichè l'altezza derato un po' «eccezionale», come le

Fig. 47) Finestra del coro (Bibl. Com. di Viterbo)

Fig. 48) Finestre della chiesa superiore del S. Fran- cesco ad Assisi (dal Rocchi). Fig. 52) Capitello disegnato dallo Scriattoli; a sini- stra le strutture tardo barocche della nave crollate in seguito ai bombardamenti.

Fig. 53) Capitelli del portale del S. Francesco d'Assi- si

Fig. 49-51) Capitelli della crociera del S. Francesco a Viterbo. Fig. 54) Capitello della Sainte Chapelle di Parigi. chiese dei Santi Patroni ad Assisi, dai quali viene a dipendere stilistica- mente. In particolare va evidenziata l'ana- logia dimensionale con S. Chiara (1255-65c.) lunga 53 m c., quanto il S. Francesco a Viterbo; inoltre è pre- sente lo stesso numero di 5 colonnine nei pilastri polistili del vano centrale della croce, e nelle costole compare la stessa sezione semicircolare (unita a quella ad angoli smussati per le co- stole trasversali - fig. 49). Elementi della chiesa viterbese co- muni con il S. Francesco d'Assisi so- no: il restringimento prospettico ver- so l'abside, l'uso delle cornici a modi- glioni, dei doccioni (79), degli archi cigliati sopra le finestre, dei tondi in chiave alle volte, degli affreschi all'interno; in alcuni capitelli delle crociere (figg. 45, 46, 50 e della sa- crestia di Viterbo ritroviamo anche l'uso di decorazioni geometriche nell'alto «abaco» come ad Assisi (80). L'«abaco» dei capitelli nei pila- stri polistili di Viterbo, diversamente da Assisi, dove degrada a spigoli vivi sopra ogni piccola colonna, assume una forma più compatta, con gli an- goli smussati (fig. -51), che ricorda quello dei capitelli della S.te Chapel- le di Parigi (consacrata nel 1248, mentre insegnava nelle città Bona- ventura da Bagnoregio) da cui dipen- de la Basilica a due piani del Santo (81). Anche se è più facile far risalire i modelli ad una interpretazione di 'M C' C' quelli di Assisi, non va escluso un L contatto diretto con l'estero, dato il Fig. 55) Pilastro destro del S. Francesco viterbese all'incrocio con la nave (rilievo di M. Vdtieri)

Fig. 56-57) Interno della chiesa superiore del S. Francesco ad Assisi e pianta di un suo pilastro (dal Rocchi).

Fig. 58) Base di un pilastro nel transetto del S. Francesco a Viterbo. ruolo che la città di Viterbo aveva in quegli anni. Una soluzione «diversa» è nel pos- sente presbiterio a corpi squadrati segnati agli angoli da contrafforti, che ricorda a prima vista quello del S. Domenico a Orvieto (1264 c.), an- che se qui è presente un'altra sensibi- lità avendo gli speroni anzichè un pieno un vuoto all'angolo (82). Nella nave la soluzione con arconi trasversali di muratura a sostegno dell'orditura minore, spesso adotta- ta, (che notoriamente si ritrova nell'edilizia residenziale), a Viterbo è arricchita da semicolonne addossate (83). La maggiore monumentalità della zona presbiteriale rispetto al corpo antistante può considerarsi l'affer- mazione visibile del superamento di quello spirito di minoritas che emana- va Francesco e i suoi primi seguaci (si pensi all'esemplificativa storia di Fra' Leone che frantuma la vasca Fig. 59) Veduta esterna del presbiterio prima dei bombardamenti (Bibl. Com. Vit.) preziosa della chiesa di Assisi), da Parte di una politica che realistica- mente doveva mostrare la «forza» del nuovo Ordine. Bonaventura da Bagnoregio mo- strò, nella sua pratica di insegnamen- to a Parigi (1247-57) che non c'era incompatibilità tra cultura e povertà e una volta eletto Ministro Generale dell'ordine (1257) ritenne come «sa- cra necessitas» la realizzazione di vasti complessi minoriti nelle città, non di- staccandosi così dallo spirito di Elia quando divenne Vicario Generale (1233-39). Ma allora i tempi non erano matu- ri, per cui Elia fu allontanato. Più Fig. 60-61) Elementi della sacrestia. tardi invece rimarranno inascoltate le parole di Jacopone da Todi:

1) La Provincia Romana prima delia separazione dei Padri dell'osservanza dai Conventuali, era di- visa in sette custodie, conforme alia divisione fatta da S. Bonaventura registrata nel Catalogo di B. Pi- sano del XIV secolo: la Romana, la Viterbese, 1'Ur- bevetana, la Reatina, la Tiburtina, la Marittima e la Campana (B. THEULI- A. COCCIA,La Provincia Romana dei Frati Minori Conv. dall'origine ai nostri giorni, Roma 1967, p. 18; ristampa dell'Apparato Minoritico ... del Theuli, Velietri, 1648, aggiornato e commentato dal Coccia). Al tempo del Theuli la Custodia Viterbese racchiu- deva 11 Conventi contro i 13 della Romana: Viter- bo, Toscanelia, Montefiascone, Orte, Corneto, Vetraiia, Barbarano, Bieda, Civitavecchia, Graffi- gnano e Sipicciano; agli inizi del XIV secolo i Con- venti erano: Viterbo, Toscanella, Montefiascone, Orte, Corneto e Montalto (Ibidem, pp. 18, 135). 2) G. SIGNORELLI,Memorie Francescane in Viterbo, Viterbo 1928, p. 9. 3) La presenza di una Congregazione dei Frati Mi- nori a Viterbo è testimoniata da una donazione del 1228 (Archiv. Com. Vit. Perg. 40 di S. Sisto; cit. da Signoreili, op. cit. p. 26). Sappiamo inoltre deli'esistenza di un Ospedale detto di Fra' Solda- nerio, situato tra le chiese di S. Giovanni in Zocco- li e S. Maria del Poggio, ricordato in numerosi atti. 4) La Bolla (9 dicembre 1236) fu pubblicata per primo dal WADDING(Annaks Ord. Minorum, 3a ed. Roma, 1931, 11, p. 428, n. 24). 5) I1 «Castello di Senza», citato nel 1019, domina- va dall'alto la zona del Vico omonimo di origine longobarda, ricordato già nei Regesti Farfense e A-A Amiatino. Quando, agli inizi del XIII secolo, in se- guito all'ampliamento del circuito murario di Vi- terbo era stato inglobato nelia città perdendo la propria autonomia amministrativa, contava nella sua area 103 casalinos (C. PINZI, Gli Ospizi Medie- vali ..., Viterbo 1893, p. 78). 6) Intorno al 1159 fu fatta una prima donazione ai Canonici di S. Angelo di un'area tra il «CasteUo»e 1'Urcionio (il torrente che attraversava Viterbo) se- guita da un'aitra con riserva del palazzo baronaie; nel 1190 il «Castello» viene ricordato come il nuo- vo nome di «S. Angelo* (C. PINZI,OP. cit. pp. 74- 75). 7) Bibl. Com. Vit., Perg. 197 e 211 di S. Angelo. I1 possesso delle aree e delle case fu preso il 4 marzo 1236 dal Suddiacono Papale con il consenso del Podestà del Comune, secondo le modalith prescrit- te dallo Statuto viterbese. In un atto del 18 luglio successivo è scritto: udomus fratrum minorum quae in ipso castro S. Angeli costruetun>(Bibl. Com. Vit. Perg. 200 S. Angelo - fig. 67). 8) Perg. 191 S. Angelo, cit. da G. SIGNOR-, OP. cit. p. 26. Ancora oggi esiste la «via della Cava». 9) Dall'odierna Porta Fiorentina alla distrutta I cia _..____I chiesa di S. Luca. (Perg. 297 di S. Angelo, Ibidm). Fig. 63) Rilievo del pulpito d'angolo destro in facciata datato 1429 (disegno di M. Valtieii) 10) La vendita è effettuata «sub conditione quod sit saluum jus Eccksiae S. Angeli* (Bibl. Com. Vit. Perg. 197 S. Angelo). 11) Di questo parere sono il THEULI(OP. cit. p. 136), il BUSSI(Istoria della città di Viterbo, Roma 1742, p. 113), il CRISTOFORI(Le tombe dei papi in Viterbo, Siena 1887, p. 142), ~'AUDA(Basilica di S. Francesco ..., Viterbo 1961, p. 1). 12) La chiesa è citata nel 1216 e deve essere co- struita in questi anni se poco dopo è detta «in ipso castro costructa* (Bibl. Com. Vit. Perg. 105 e 110 S. Angelo). Circa la sua localizzazione, mentre il CRISTOFORI(OP. cit. p. 142) e il PINZI(op. cit. p. 76) la credono all'inizio di via Matteotti, di fronte alla Rocca, il SIGNORELLI(OP. cit. p. 41) la individua nella costruzione isolata dietro un muro a destra della porta Fiorentina, visibile nelie piante pro- spettiche di Viterbo (fig. 4). 13) Bibl. Com. Vit. Perg. 208 S. Angelo (fig. 68). 14) G. SIGNORELLI,OP. cit. p. 29. Inoltre nei 1255 le cronache registrano la realizzazione di «una fon- Fig. 64) Immagine del convento domenicano di S. Maria in Gradi prima dei bombardamenti. (Bibl. Com. Vit.)

25 tana del Chiostro del Sancto Francesco et una nel- La cronaca del Della Tuccia (op. cit., p. 88) al 1431 la piazza ove fu il Castello di S. Angelo» (Cronica registra: «Gioz~anni(Gatti) colli suoi entrarono den- di Anzillotto Viterbese.. . continuata da Nicola.. . del- tro il primo Chiostro di S.to Francesco». la Tuccia, ed. F. Cristofori, Roma 1890 p. 53); la 24) dctum est hoc in claustro Sancti Francisci fiero notizia è ripetuta da Francesco d'Andrea (P. Egidi, in claustro fontis» (A.S.V., Not. Vit. 3, f. 65. No- Le Croniche di Viterbo, Roma 1901, p. 88). Una taio Alessio D'Antonio). A questa citazione da me campana pervenutaci porta la data 1259 e la se- rinvenuta si unisce una simile in un atto di Cristo- guente iscrizione: ANNO DOMINI MCCLIX. foro di Lorenzo cit. da SIGNORELLI(OP. cit. p. 31); MENTEM SANCTAM SPONTANEAM HO- probabilmente si tratta della fonte messa nel 1255 NOREM DEO ET PATRIAE LIBERATIO- (cfr. la nota 14). NEM LOTARINGIUS PISANUS ME FECIT AD DOMINUM PRO NOBIS CLAMET VOX 25) È detto «claustrum exteriusp (Bibl. Com. TUA, FRANCISCE, UT VOX TUORUM AD- Vit.,Riforme, IV, p. 36). MITTATUR IN COELO MINORUM (fig. 70). 26) PIO 11, I Commentari, ed. G. Bernetti, Siena 15) Bibl. Com. Vit. Per. 278 S. Angelo (fig, 69). 1973, vol. 111, pp. 134-135; Cronaca del Della Tuccia (op. cit. p. 135); S. VALTIERI,Tutta una città 16) I1 SIGNORELLIinvece (op cit. p. 34), che nega come lungo teatrale per il ecopus Domini» del 1462, l'esistenza di una chiesa precedente, per giustifica- in «Biblioteca e Società», I1 (1980), 2, p. 23. re la palese diversità tra il presbiterio e la nave principale attribuisce il primo alla costruzione 27) A.S.V. Not. Vit. 262, f. 112. Notaio Battista francescana, che avrebbe avuto una forma a croce D'Antonio (1473). La porta secondaria della chiesa

-,ereca. il secondo ad un am~liamentodel XV seco- va individuata con quella, oggi murata, nel braccio lo; ipotesi priva di fondamento per vari motivi tra sinistro del transetto, che la famiglia Botonti agli cui quelli stilistici. inizi del '500 ha dotato di un or tale ancora con- 17) La recente monografia di G. ROCCHI(La basili- servato recante le sue insegne. ca di S. Francesco ad Assisi, Firenze 1982) attraver- 28) La cronaca del Della Tuccia (op. cit. p. 88) dà so un'analisi essenzialmente di tipo strutturale, una prima menzione della residenza del Rettore o collega ad un progetto successivo al 1240 le strut- Governatore del Patrimonio in S. Francesco nel ture della basilica superiore e le modifiche alla in- 1431, anche se questa consuetudine sembra risalga feriore, giustificando la sovrabbondanza delle mu- alla metà del XIV secolo (G. SIGNORELLI,OP. cit. p. rature in quest'ultima (in origine a tre campate e 31). In ogni caso si tratta di una consuetudine che orientata all'inverso con abside a est) eseguite non nel 1460 è consolidata poichè in quest'anno è ri- in previsione della chiesa superiore, bensi per reg- cordato: «inclaustro Sancti Francisci in porta scala- gere una copertura a botte ogivale e con archi tra- Fig. 65) Pianta della chiesa di S. Francesco dopo la rum dornus solite residentie Rei1.i D.ni Gubernatoris» sversali, tipo «Porziuncola», giustificati anche dal- costruzione del presbiterio; il tratteggio indica le cro- (A.S.V., Not. Vit. 3, f. 67v, Notaio Alessio D'An- la presenza di contrafforti prismatici sotto le torri ciere non realizzate, ma probabilmente progettate tonio). semicircolari. per il corpo longitudinale preesistente, come testi- monia la quinta colonnina (predisposta ad accogliere 29) A.S.V., Not. Vit. 262, Not. Battista d'Anto- 18) S. Bonaventura risiedette a S. Francesco du- una nervatura) nei pilastri all'innesto con la nave. nio, f. lllv (27 ott. 1473). Questa notizia da me rante il IGConclave, durato due anni e dieci mesi, rinvenuta conferma l'opinione di Signorelli (op. aIla morte di Clemente IV ( + 1269); alcuni cronisti Fig. 66) Ricostruzione dell'alzato della nave della cit. p. 31) che fa coincidere le stanze occupate dal gli attribuiscono il suggerimento di scoperchiare il chiesa originaria, con archi «diaframma» su semico- Rettore con quelle già riservate agli Inquisitori. tetto per accellerare i tempi di elezione (G. SIGNO- lonne. Nella Perg. di S. Angelo 387 (1266) è contenuta la RELLI, Viterbo nella Storia della Chiesa, Viterbo minuta della Bolla con cui Clemente IV istituisce 1907, I, p. 263). l'Inquisizione. La notizia riportata dal BUSSIsulla 19) Cfr. la nota 10. scia del CORETINIche i frati dovettero andarsene per poi ritornare è priva di fondamento (THEULI 20) Bibl. Com. Vit. Perg. 393 S. Angelo. -GOCCIA, OP. cit. p. 136; SIGNORELLI,OP. cit. p. 31). 21) Lo Statuto del 1251 (Bibl. Com. Vit. 1. 111, R. I frati continuarono ad abitare un'ala del Conven- 173) dispone «Centum solidos» per le cappe dei Fra- to, oggi sede del Distretto Militare. Da un passo ti di S. Francesco; ancora nel '600 questi presenta- della cronaca del Della Tuccia (op. cit. p. 102) sem- no i loro «memoriali» di richieste al Comune che bra che il Rettore occupasse la zona a est: nel 1456 stanzia i soldi che ritiene opportuno. Ad esempio Monaldo e Valentino Tignosini sono impiccati a nel 1605 per le crepe nella volta della sacrestia (Ri- due olivi «che stailano in uno orto di S.to Francesco forme, 74, ff. 71r, 72 v.), nel 1611 per uno sfonda- sotto il balcone della camera del detto Rettore dirim- mento avvenuto a sinistra dell'ingresso della chiesa petto alla Chiesa di S. Marche» (fig. 39). (Riforme, 76, ff. 59v, 61), nel 1612 per un nuovo portone (Riforme, 76, f. 122v), per i restauri al 30) PIO 11, I Commentari, op. cit. p. 134: «Nelcimi- campanile nel 1622 (Riforme, 79, f. 88v). tero di S. Francesco che era molto ampio daz~antial i~estibolodella Chiesa*. I1 chiostro esterno poteva 22) G. SIGNORELLI,Memorie, op. cit. p. 29. Ad avere due lati delimitati dai corpi di fabbrica del esempio nel 1263 il Conte di Salce Landolfo lascia Convento e della Chiesa e gli altri due chiusi sem- un legato (Perg. 75 Arch. Catt.). plicemente da un muro. La cronaca di Della Tuccia Un ulteriore limite unte quem a cui ascrivere l'am- (op. cit. p. 126) registra che nel 1460 il Rettore del pliamento della chiesa ritengo sia la destinazione Patrimonio «fece fare una porta de legname de nove ad accogliere nel suo transetto le spoglie di Adria- alle mura del Chiostro de S.to Francescho et fe fare no V ( + 1276). una casa de noi10 ad decta porta, et continuamente 23) Archiv. Stato Viterbo, Not. Vit. 555, ff. 38 e ogni noctejacia stare in detta casa Fanti forestieri a 56. Vi vengono stipulati due atti del notaio Benve- guardia». E evidente che si tratta del Chiostro nuto Ceccolini (XIV secolo). esterno. t-, Fig. 67) Bibl. Com. Vit. Perg. S. Angelo n. 200 - an- no 1236 - Brano in cui si fa riferimento all'abitazione e , &**P' che devono costruire i Minori nel *castello di S. An- ' D gelo».

7 .. Fig. 68) Ibidem, Perg. S. Angelo n. 208 - anno 1237 -Brano in cui si fa riferimento d'mratorio>>di S. ,i4& ,i4& I PZ k f;s. ,9-$jw fg 7. Francesco già costruito. * 4 L Fin. 69) Ibidem. Perg. S. Angelo n. 278 - anno 1256 -~fano'incui i'canokici di g. Angelo concedono di 4 m- <<.t - .bc- - m far seppellire un loro parrocchiano nella chiesa di S. IW Gol$y r*~ j.5 j *pt+p+-' \+4t)%Fb;; T.% ~ZU+ Francesco, a quesu d.ta quindi già costmiu (senu il -- . I ". presbiterio che vediamo oggi). 3 l) I1 fatto che le porte di chiese fossero chiuse da esserne dotato, se facciamo riferimento alle Costi- In questo secolo si hanno donazioni per le cappelle cancelli di legno, motivo per cui in inverno si prov- tuzioni di Narbona che ne ammettevano l'uso solo della Madonna e di S. Chiara (Doc. cit. in SIGNO- vedeva alla chiusura con tela cerata è una circo- nel coro. La quadrifora, restaurata nel 1899, fu ri- RELLI,Memorie ... op. cit. p. 32). stanza che ho ritrovato in altri casi, tuttavia mi pa- dotta in pezzi dai bombardamenti del 1944 (Cro- Gli inventari del 1927 (Archivio del Convento) re- re poco nota. naca del Convento). gistrano l'esistenza di un affresco della «Vergine col Bambino» sul muro di un locale annesso alla 32) Archiv. Vat., Congr. Concilii, Vis. Ap. 82, ff. 40) Nella seconda metà del '500 fu rinnovato il pa- chiesa a cui si accede dal braccio destro del transet- 84-92. Questa Visita, credo mai pubblicata, forni- vimento della chiesa (prima della Visita Ap. del to (ff. 63-65), e di un affresco parietale raffiguran- sce una rara descrizione dettagliata pervenutaci 1583) con la creazione di «pozzi» per accogliere le te Cristo al centro in croce, a sinistra la Vergine a della chiesa. Delle due porte minori ricordate, una tombe di varie famiglie, a imitazione di quanto era destra G. Battista, «più in basso si scorgono fram- è quella da cui si passa ancora oggi in sagrestia, l'al- stato fatto alla Trinità (SIGNORELLI,OP. cit. p. 38). menti delle figure di S. Chiara e S. Francesco)),po- tra è murata (cfr. nota 27). Oggi in più esiste nel E in questa occasione che dovette essere rialzato il sto sul muro di un locale annesso alla chiesa e «gua- braccio destro del transetto una porta minore due- livello del pavimento (per dare più spazio ai «poz- sto dali'incuria e dal tempo» (ff. 67-69). centesca da cui si esce nel giardino, non ricordata zi»), come è visibile dalla base dei pilastri polistili come tale perché al 1583 immetteva in una cappel- in parte interrata (fig. 58). 45) Prima degli ultimi restauri interventi successivi la addossata successivamente all'esterno (figg. 41, avevano accorciato l'abside in profondith creando 44). E il portale in fondo al braccio sinistro del 41) L'abside della chiesa era dotata di stalli lignei un muro piatto per appoggiare un altare barocco transetto da cui oggi si accede agli ambienti occu- perfezionati intorno al 1476. E di quest'anno un (figg. 41, 37). L'altare che vediamo oggi proviene pati dai Frati, era l'ingresso della cappella Ceccoli- lascito testamentario di Pietruccio Bussi per fare dalla «cappella» Sannelli (accanto alla tomba di ni, dedicata a S. Maria degli Angeli (fig. 21). uiuxta et unte altare maius dicte Eccksie quandam Adriano V), rinvenuto a seguito dei bombarda- gratam ferream~,che i Frati distolgono preferendo menti (fig. 32). 33) L'altezza del portico può forse essere indivi- spendere i 100 ducati «in perfectionm degli stalli duata nella traccia visibile sulla muratura in foto del coro «qui sunt perficiendin. La transazione av- 46) Visita Apostolica del 1583, cit. fol. 88v. della chiesa bombardata (fig. 8). viene in presenza dei magistri Pietro Strozzi e An- 47) A.S.V. Not. Vit. 2349, fol. 57. Notaio G. L. 34) Gli Inventari del 1927 (foll. 1,2) conservati al tonio Foglia di Firenze lignarolis, probabilmente gli Tignosini. Quest'atto documenta la cerimonia di Convento, riportano l'iscrizione sulla porta della esecutori del lavoro (A.S.V., Not. Vit. 1342, fol. accettazione di una Terziaria francescana, Cateri- chiesa: DIVO FRANCISCO BOTONTA FAMI- 65 Notaio Latino Latini). na di Pietro de Capralica, presente il Visitatore delllOrdine, Paolo de Pantaloni di Roma, secondo LIA OB AVITAM DEVOTIONEM A.D.N. 42) Archivio Vat., Visita Ap. 1583, cit. f. 86. MDCIII. Come visibile daile foto (fig. 7) la faccia- il rito: ugenuflexamet manibus iunctis more solito di- centem hec verba.. .» che si svolge. neila cappella ta è crollata per i bombardamenti del 1944 e quella 43) Visita Ap. 1583, cit. f. 90v. La Visita ricorda Ceccolini, usata spesso per stipulare gli atti e come che vediamo oggi è progettata e realizzata nei re- inoltre le cappelle esistenti nella chiesa, differen- luogo di riunione. stauri del 1956, mettendo in opera i resti di un por- ziandole dagli altari. Le prime hanno le seguenti Infatti dalla Visita Apostolica del 1583 (fol. 89) ri- tale rinvenuto sotto gli stucchi (figg. IO, 12). dediche: S. Bernardino (con «icona»), S. Chiara, Concezione (dei Gatti con «icona»), S. Francesco sulta che essa aveva usedilia lignea circumcircm, ol- 35) Le finestre più piccole sono tre nella parete a umagna» (udepicta in pariete*) e S. Elisabetta (ude- tre a un'«Icona deaurata cum imaginibus beatae Ma- sinistra dell'ingresso e due a destra (la terza è stata picta»). Gli altari: il Maggiore (con «icona»), 1'As- riae Virginis Sancti Francisci et Ibonis (Ivone)~. eliminata con la costruzione della cappella Bussi); sunzione della Vergine («a cornu dextro», con «ico- 48) A.S.V. Not. Vit. 1342, fol. 65 Notaio Latino oggi esse risultano troppo basse, o meglio, li sovra- na»), I'Ascenzione di Cristo (ua sinistrisp, con «ico- Latini. sta una parete troppo alta (fig. 15). È interessante na»), S. Antonio (apariete depictam), Annunciazio- come l'altezza da terra della cornice esterna coinci- ne, S. Sebastiano (udepicti in parietew), S. Bonaven- 49) A.S.V. Not. Vit. 325 fol. 21 Notaio P. Beni- da con la larghezza della nave. Cfr. la nota 74. tura («depicti in pariete»), S. Caterina (con «icona») gni. Anche oggi i locali ricostruiti sopra l'area oc- cupata daila cappella ospitano la biblioteca. 36) Della Tuccia (op. cit. p. 143). Nel 1456 «E1 dec- del Crocefisso (con immagine in gesso); (Ibidem, to Governatore fe fornire una Cappella de Sancto Ber- foll. 85-92). 50) Nel S. Francesco ad Assisi i plinti hanno un'al- nardino en Sancto Francesco e fare altri lavori sopra li Nel 1361 è registrato un lascito per sovvenzionare tezza di 80 cm., la stessa che dovevano avere quelli Archi nello mezo de detta Chiesa et altri lochi, et fe le pitture della tavola dell'altare maggiore (Bibl. di Viterbo (oggi affondati nel pavimento), se si guastate una porta bella come quella della Chiesia de Com. Vit. Perg. S. Angelo, 1355, cit. da SIGNOREL- considera come originale la quota del pavimento Sancta Croce che stava nello Orto dinanti ad Sancto LI, OP. cit. p. 32). della cappella Ceccolini, più basso di 4 gradini ri- Francesco». Del portale eliminato che ricordava spetto a quello della chiesa. 44) Nel 1317 Raniero Gatti lascia 50 lire alla chie- quello di S. Croce dei Mercanti fatta costruire nel 5 1) La Visita Apostolica del 1583 ricorda l'«arma- 1371 da A. Tavernini (Ibidem p. 61), si è rinvenu- sa di S. Francesco ove desidera essere sepolto nella cappella a destra (G. SIGNORELLI,I Gatti, in: rio hpideo in pariete sacrestia» (fol. 87) ancora oggi ta, dopo il crollo del rivestimento barocco, la metà visibile. sinistra nella arete sud, verso l'orto, in corrispon- «Misc. St. Vit.» 1962 p. 439). denza della &rutta cappella di S. Bernardino (a 52) La tomba di Clemente IV ( + 1268) proviene destra della cappella Bussi). I1 sito originario del da S. Maria in Gradi insieme alla tomba di Vico (i portale, integrato neua parte mancante e inserito cui resti si trovano nel braccio destro del transetto) nella facciata odierna, è testimoniato da un dise- fig. 34. Spostato in seguito alle trasformazioni set- gno di rilievo (fig. 11). E presumibile che detto tecentesche della chiesa domenicana, ebbe un pri- portale, la cui parte decorata era volta verso I'in- mo restauro nel 1840 poi nel 1890 prima del trasfe- terno, immettesse in una cappella il cui sito doveva rimento a S. Francesco. coincidere con quella di S. Bernardino ristruttura- Ai piedi del monumento è collocato il sepolcro del ta dal Perotti; infatti il THEULI(OP. cit. p. 138) les- nipote del papa Pietro Le Gros. In posizione sim- se scolpito neil'altare un'iscrizione più antica. metrica, nel braccio destro del transetto si trova la I1 SIGNORELLI(OP. cit. p. 33) sostiene, in base a un tomba di Adriano V ( + 1276) Fieschi restaurata atto del 1481 (A.S.V. Not. Vit. 325, P. Benigni, f. nel '700. La chiesa accoglie inoltre la tomba del Vi- 33) che il Perotti lasciò alcuni beni al Convento di cedomini ( + 1276) che si vuole eletto papa e morto S. Francesco; ma rileggendo più attentamente l'at- lo stesso giorno (fig. 21). to avorendiamo- * che alla morte dell'umanista i Fra- 53) I1 Botonti nel maggio 1516 lascia una ricca do- ti ripresero possesso di proprieth loro, ma che era- tazione di arredi sacri «ad suam et suorum capeilam no state occupate dal Perotti. in dicta Ecclesia» nonchè alla chiesa stessa (A.S.V. 37) G. Mmcan, Per la cronologia &l& vita e degli Not. Vit. 1605, fol. 134. Notaio N. di Ser Angelo; scritti di Nicolò Perotti, Roma 1925, p. 61. e Not. Vit. 1430, ff. 11-12v. Notaio G. Malvicini atto del 19 gennaio 1519 con cui vien fatta un'altra 38) Bibl. Com. Vit. Statuto del 1469, Libro IV, donazione). Inoltre fornisce di un portale, che Rubr. 59, f. 95v: uob reuerentiam omnipotentis dei ... reca le sue insegne, la porta di accesso al chiostro e teneantur potestas et domini priores de populo, guber- fa costruire un coro pensile del quale si notano i re- natores populi vincolo iuramenti et ad penam centum sti (dai documenti opera di due scultori carraresi in librarum pro quolibet, ad requisitionem fratrum mi- SIGNORELLI,Viterbo nella Storia della Chiesa, Viter- norum congregari facere consilium et ibi proponere de bo, 11, 2 1940, 389) (fig. 19). auditorio faciendo in costmcione novae eccksiae sancti francisci quam ampliare intendunb. 54) Bibl. Com. Vit. Riforme, 74, fol. 71r (24 giu- gno 1605): «I Rev. Padri di S. Francesco hanno dato 39) Dovevano presentarsi problemi di illuminazio- il Memoriale che si legge et in substantia continebat ne che a tutt'oggi esistono, accentuati daiia chiusu- che ritrovandosi la volta della lor sagrestia rotta e cre- ra delle finestre nel lato confinante con il chiostro pata in due parti et minaccia rovina, et se per awentu- occupato dal Distretto Militare e per l'immissione ra cascasse, rovinerebbe quella bellissima imagine dei- in seguito ai restauri di vetri colorati alle finestre la Pietà, opera così nobik et segnalata. Supplicano gli aperte. In origine solo il finestrone del coro doveva Fig. 70) Campana recante la data 1259. si conceda quella elemosina che N.S. k spirerà per ri- parare a detta rovina, poichè il do Convento oltre i'es- ~inbmo... &Il'* '%sa, reEidenza dei ~~ uffiaalwi chiesa originaria (fig. 44). ser povero, si ritrova sino a cento scudi di debito*. La voriuasern~ilref~ehnrcina;scojd&ocom- 72) Due dei 5 tipi differenziati secondo i sistemi di sacrestia costruttivamente appare realizzata dopo phmenfe il letlo... » (Gwia*i del Convento). copertura (dal KRONIG,Caratteri' ... in «Atti VI il coro al quale è congiunta (come visibile dai ricor- 63) È infatti dell'8 febbraio 1944 l'ispezione fatta Conv. St. Umbri», Perugia, 1971 pp. 165-198). si murari all'attacco) tuttavia in tem~imolto vicini. da Emilio Lavagnino, nella carica di Sovrintenden- 73) Si ha un leggero restringimento verso il presbi- dati i caratteri stilistici molto simhi dei capitelli te, alla chiesa di S. Francesco di cui è superstite un terio, accentuato in corrispondenza dell'in resso (figg. 45. 46). unico frate: «S. Francesco è una rovina. La facciata del coro, fatto che si trova nel S. Francesco d~ssi- 55T1L'in;entario del 1927 (fol. 13) del Convento non esiste pitì, come non esiste più la volta della nava- si (fig. 3). registra la presenza di affreschi quattrocenteschi ta centrale. Invece è ancora in situ la volta delpresbi- 74) DE ANGELISD'OSSAT, Proporzioni e accorgi- «nei locali interni a cui si penetra dalla cappella terìo e parte della volta del transetto. Lo spostamento menti visuali negli intemi, in: «Francesco d'Assisi Bussi»; deve trattarsi di quella di S. Bernardino d'aria provocato dallo scoppio ha inoltre strappato Chiese e Conventi),, op. cit., p. 151. Ad Assisi il (fig. 41). Questa nel 1560 fu restaurata da Dome- tutte le decorazioni a stucco settecentesche mettendo rapporto tra l'altezza e la larghezza è 1,25 a terra e nico Fringuelli, come indicava l'iscrizione «nel in vista le strutture gotiche della chiesa. Quando lo si 1,4 ai camminamenti (Ibidem p. 152). A Viterbo è frontespizio), letta dal THEULI(op. cit. p. 138). restaurerà, S. Francesco tornerà ad essere una chiesa di circa 1,7 se si considera che il pavimento della 56) G. SIGNORELLI,Viterbo nella Storia della Chiesa, gotica; ma come ne faremo la facciata?)>(E. LAVA- chiesa in origine era a un livello più basso. L'altez- Viterbo 1938,II, I, p. 56. Bernardino aveva predi- GNINO,Diario di un salvataggio artistico, in «Nuova za della cornice sulla parete esterna delia nave (m. cato di fuori a S. Francesco contro il gioco, il lusso, Antologia), Ag. 1974, ristampato in «Biblioteca e 11,40) è presa dal livello del terreno, che si trova a le superstizioni, e alla fine delle sue missioni nella Società» (Viterbo I, n. 4 (1979) p. 4). un livello inferiore rispetto alla pavimentazione piazza fu fatto falò dei libri di magia, dei tavolieri 64) T. AUDA,Basilica di S. Francesco alla Rocca di della chiesa e che possiamo ritenere coincidente da gioco, delle acconciature femminili... (Cronaca Viterbo, Viterbo 1961, p. 13 con la quota del pavimento originario (fig. 15 vedi di Della Tuccia, op. cit. p. 53). base pulpito). Un'altra iscrizione immessa sul pulpito è in earat- 65) G. SIGNORELLIMemorie, p. 41. 75) Ibidem, p. 153. Non è stato possibile effettuare teri romani: DIVI. BERNARDINI. SENEN.1 66) Cfr. la nota 21. Sono visibili i resti del campatule un riscontro per giustificare la disposizione delle MEMORIAEI OB SUAS. HIC HABITASI della chiesa gotica, realizzato con due contrafforti awi- finestre secondo gli schemi del De Angelis D'Os- DECLAMATIONESI ASSERVATUR. Poichè il cinati e colpiti dal fulmine nel 1622, accanto a quello sat in quanto non si ha la lunghezza precisa della santo viene chiamato «Divo» deve essere posterio- odierno (fig. 43). Gi nel 1615 un fulmine aveva dan- prima costruzione a cui esse vanno ascritte. Se re alla sua canonizzazione del 1450 (SIGNORELLI, neggiato l'altare maggiore e le cappelle di S. Francesco, l'unità di misura adottata è il braccio medioevale Memorie op. cit. p. 35). S. Antonio e S. Sebastiano (Bibl. Com. Vit. Memoriaii = C. 58 cm (Ibidem, p. 150) possiamo ritenere il 57) Card. di S. Prassede dal 1366. 1601-20, ff. 125-128). corpo della nave largo C. 20 braccia e lungo 60, con 58) Questo stesso anno, essendo il papa a Viterbo 67) G. SIGNORELLI,Memorie, pp. 43-44. un rapporto 1:3. I1 transetto che ha una larghezza ed essendo scoppiata la peste, morirono cinque car- 68) La polemica con la famiglia che aveva in patro- minore di quella della nave risulta lungo C. 52 brac- dinali; tra questi anche il card. Di Montemaggiore nato la cappella di S. Bernardino si trascina fino al cia. (Pietro di Barraco) fu sepolto in S. Francesco (Cro- 1714 (Ibidem, pp. 46-47). 76) R. BONELLI,Introduzione al volume: ~France- naca Della Tuccia, op. cit. p. 60; Cronaca di D'An- 69) Queste sono segnate anche nelle vedute pro- sco d'Assisi - Chiese e Conventi», op. cit. p. 7. drea, op. cit. p. 100). spettiche antiche di Viterbo (fig. 4). 77) G. VILLETTI,Legislazione e prassi edilizia... i: 59) Cronaca Della Tuccia op. cit. p. 60. La crescita del numero delle cappelle nelle chiese degli «Francesco d'Assisi - Chiese e Conventi* op. cit. p. 60) Questo reca inciso su un lato: «Frater Iulianus Ordini Mendicanti «non dipende come nelle chiese ci- 24. fecit fieri hoc opus». stercensi dalle messe individuali prwiste d& regola 78) Le Costituzioni del 1260 si giustificano consi- 61) Riprodotto dallo SCRIATTOLI(Viterbo, Viterbo dell'ordine, ma dal numero crescente di donazioni in fa- derando in questi anni la fase di espansione mag- 1929, p. 82), esso recava la scritta: VASSALLET- vore ai mendicanti con il diffondersi della ~raticadella giore dell'ediiizia mendicante (Ibidem, p. 26). TUS ME FECIT. sepoltura all'ombra dei loro conventi, (C. ~NI,Le 79) Nel S. Francesco d'Assisi la copertura origina- 62) «La facciata quasi completamente distrutta; la tipok@e, in «Francesco &Assisi - Chiesa e Conventi», ria era fatta in modo che le sommità terrazzate del- volta della navata crollata; la cappella Bussi (S. Anto- Perugia 1982, p. 147). le torri semicircolari fungessero da raccolta delle nio) quasi completamente abbattuta; la cappella Gatti 70) Soppresso il convento nel 1873 e la chiesa chiu- acque scaricate dai doccioni in pietra ancora visibi- (S. Francesco) sfondata la volta e le pareti lesionate; il sa al culto nel 1875, quando questa fu riaperta, es- li sul dorso degli archi rampanti (ROCCHI,OP. cit. p. transetto dalle volte gotiche per metà crollato; la sa- sendo l'abitazione dei Frati ormai occupata dal Di- 41). crestia vecchia (gotica) lesionata; la camera delle cam- stretto Militare, si costrui un piccolo convento (in Nel S. Francesco a Viterbo il manto di copertura pane distrutta; la sacrestia nuova (a fianco della cap un orto acquistato nel 1907), distrutto nel 1949 non terminava sul coronamento della cornice ester- pella Bussi) semidistrutta; la quadrifora dell'abside (THEULI- COCCIA,OP. cit. p. 150). Oggi i Frati ri- na, ma rimaneva sensibilmente al di sotto come at- caduta a pezzi; I'altare Botonti danneggiato; il rnonu- siedono in una porzione dell'ala sud-est dell'antico testano i doccioni per lo scarico delle acque (fig. mento di Clemente IV a pezzi; il monumento di convento alla quale accedono dal transetto della 62). Adriano V colpito da schegge e sconnesso; il monu- chiesa. 80) Qui però si hanno colonnine pensili su peducci, mento Landriano, della nobile Signora Sconosciuta, 71) Sono ancora o~eivisibili all'esterno del tran- U" come nella più tarda abside di S. Francesco a Pie- di Vicedomini in pezzi. Caduto l'intonaco dell'abside setto destro i peducci trecenteschi della sua coper- diluco; la nave di quest'ultima chiesa presenta de- e del transetto e quindi spariti gli atfreschi. Lesioni tura a crociera, addossata a un contrafforte della gli archi «diaframma» che dovevano essere simili lungo i muri perimetrali, particolarmente nelle proporzioni a quelli della nave originaria del S. Francesco viterbese (fig. 66). 81) Ritroviamo il tipo di capitello nel S. Francesco a Terni (C. 1266) ma con l'uabaco~di tipo tradizio- nale. 82) Nella chiesa di Orvieto è presente anche l'uso di semicolonne addossate alle pareti. I contrafforti angolari agli spigoli di una abside quadrata si ritro- vano anche nel S. Domenico di Città di Castello, più tardo.

L'uso dell'arco cigliato sdefinestre esterne che si : arresta ai confrattorti lo ritroviamo nell'abside po- ligonale di S. Francesco a Citth di Castello (dal 1273) e nel S. Francesco a (dal 1259). 83) Una soluzione spaziale del tutto simile a quella della nave del S. Francesco a Viterbo era presente nella chiesa di S. Angelo di questa città (quella da cui era stata acquistata l'area per la costruzione del complesso dei Minori): «La forma della chiesa era rettangolare e il tetto e scheletm diviso in cinque ca- valletti e sei spazi... ogni cavalletto poggiava sopra un pilastro... il pilastro portava un capitello intagliato va- riamente e sotto il quale scendeva poggiato a mezza colonna...D (S. MEDICHINI,La chiesa di S. Angelo, in «Boll. Municipale),, 1937, nn. 4-7, p. 88). Questa chiesa aveva anche un portico in fronte de- molito per l'ampliamento della Piazza del Comune. L'uso del portico nelle chiese francescane non è molto comune; lo ritroviamo nel S. Francesco a Stroncone, però credo sia successivo. Fig. 71) Parete esterna con due tipi di finestre ascrivibili a interventi diversi; sopra la finestra centrale so- 84) P. DALLARI,Frate Elia, Milano s.d. (1970) p. no visibili i resti della cornice di imposta del tetto della prima chiesa fcancescana. 35.