2017 Ricchino Aistarch.Pdf
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Francesco Maria Ricchino Fra Gli “Inclassificabili” Penguin, 1958) Trad.It
DOI: 10.17401/STUDIERICERCHE-1/2017-BALESTRERI rancesco Maria Ricchino (1584-1658), Fprogetti milanesi fra storia e storiografia (1) Per il cognome ci si uniforma agli studi più recenti che hanno preferito Ricchino a Richini o Ricchini perché è il più usato nei ISABELLA BALESTRERI documenti autografi; per la citazione: Luciano Patetta, “Il cor- pus di disegni di Francesco Maria Richini: autografi, prodotti Politecnico di Milano della bottega, repliche, copie”, in I disegni d’archivio negli studi di storia dell’architettura, a cura di Giancarlo Alisio, Gaetana Cantone, Cesare De Seta, Maria Luisa Scalvini, Napoli 12-14 giugno 1991 (Napoli, Electa Napoli, 1994), 51-57. (2) Rudolf Wittkower, Art and Architecture 1600-1750 (London, Francesco Maria Ricchino fra gli “inclassificabili” Penguin, 1958) trad.it. (Torino, Einaudi, 1972), 99; Aurora Scot- Francesco Maria Ricchino è stato il “dominatore” della scena milanese nella pri- ti Tosini, “Lo Stato di Milano”, in Storia dell’architettura italia- na. Il Seicento, a cura di Aurora Scotti Tosini, (Milano: Electa, ma metà del ‘600: gli studiosi sono tutti concordi nel riconoscere il suo contribu- (1) 2003), 424-469. to, in termini di quantità e varietà di opere, edifici costruiti, disegni, documenti. (3) Claudia Conforti, La città del tardo Rinascimento (Roma-Ba- È giustamente molto nota l’espressione di Rudolf Wittkower che potenzialmen- ri: Editori Laterza, 2005), 4. te lo vide come “il più fantasioso e il più dotato architetto italiano dell’inizio del (4) Per inquadrare la questione del rapporto con la categoria Seicento” e Aurora Scotti più di recente ha scelto di indicarlo come il “maggior critica del Manierismo si veda ad esempio Stefano Della Torre, (2) “L’archivio edificato dell’architettura milanese”, in Gabriella Ca- architetto del Seicento lombardo”. -
Proceedings 9Th Arqueológica 2.0 & 3Rd Geores
Proceedings of the joint international event 9th ARQUEOLÓGICA 2.0 & 3rd GEORES, Valencia (Spain). 26–28 April 2021 Received: 27/11/2020 Accepted: 17/03/2021 DOI: https://doi.org/10.4995/Arqueologica9.2021.12104 BIM INTEROPERABILITY: OPEN BIM-BASED WORKFLOW FOR HERITAGE BUILDING INFORMATION MODELLING (HBIM). A MULTIDISCIPLINARY APPROACH BASED ON ADVANCED 3D TOOLS AND EXCHANGE FORMATS Jacopo Alberto Boninia, Alessandro Mandellib, Stefano Marco de Gennaroc, Fabrizio Banfib,* a AB Studio Archiettura, 20156 Milan, Italy. [email protected] b Department of Architecture, Built Environment and Construction Engineering (DABC), Politecnico di Milano, Piazza Leonardo da Vinci 32, 20133 Milan, Italy. [email protected]; [email protected] c Politecnico di Milano, Piazza Leonardo da Vinci 32, 20133 Milan, Italy. [email protected] Abstract: In recent years we have witnessed how technology applied to built heritage has exponentially changed the daily practices of the various experts involved in the life cycle of buildings. The techniques of representation of historical architecture have been able to make use of new 3D survey tools as well as research methods capable of managing a large amount of data while improving the level of information (LOI) and accuracy of the surveyed artefacts. On the other hand, professionals still must make use of many exchange formats to share their digital representations (3D, 2D) and analysis. For this reason, this paper describes the research approach followed to obtain “standard” architectural representations of a heritage building in the Cultural Heritage domain. The word “standard” is used in its original meaning: “something established by authority, custom, or general consent as a model or example” (Collins Dictionary). -
Il Cantiere Della “Ca' Granda”. La Storia Del Manufatto Nella Lettura Dell
5_Rendiconti_SCIENZE_Fant_ca' granda.qxp_03 cerutti 28/12/15 09:23 Pagina 65 Architettura – Restauro Istituto Lombardo (Rend. Scienze) 146, 65-92 (2012) IL CANTIERE DELLA “CA’ GRANDA”. LA STORIA DEL MANUFATTO NELLA LETTURA DELL’ARCHITETTO-CONSERVATORE REBECCA FANT (*) Nota presentata dal m.e. Amedeo Bellini (Adunanza del 22 Marzo 2012) SUNTO.–La fase della conoscenza indiretta e diretta delle facciate si pone quale metodo e strumento finalizzato a porre sotto una nuova luce il complesso architettonico. Ciò permette di rileggere sincronicamente la documentazione scientifica già esistente e quella in fase di acquisizione, ma soprattutto il manufatto-documento in itinere. L’affi- namento dello sguardo analitico e delle possibilità di indagine, unito ai potenziali rap- porti tra le informazioni raccolte, attua un processo di continua ricerca e di possibili le- gami con le storie passate e future; storie materiali di cantiere non sempre documentate negli archivi, ma che di fatto hanno influenzato le scelte metodologiche d’intervento in funzione delle risposte puntuali delle superfici. Tale processo è stato perseguito come conseguenza della considerazione che conoscere l’oggetto, la sua realtà fisica, le sue sto- rie, implementa e stratifica proprio nel momento dell’intervento i processi conoscitivi, creando nuove relazioni e nuove interpretazioni, massimizzando le permanenze, così che le letture dei protagonisti coinvolti possano diventare strumenti di avvicinamento al monumento anche per il pubblico dei “non esperti”; è un nuovo modo di costruire (nel senso di stratificare, interpretare e aggiungere) per e con la collettività, un moderno modo di condividere e sentire la “cosa pubblica”. *** (*) Architetto specialista in Restauro dei Monumenti. Docente a contratto del Politecnico di Milano, Italy. -
Aistarch-N.-1.Pdf
Edizioni Caracol Studi e Ricerche di Storia dell’Architettura Rivista dell’Associazione Italiana Storici dell’Architettura anno I - 2017 NUMERO 1 Direttore Responsabile Marco Rosario Nobile Comitato scientifico Donata Battilotti, Federico Bellini, Amedeo Belluzzi, Federico Bucci, Claudia Conforti, Giovanna Curcio, Francesco Dal Co, Alessandro De Magistris, Vilma Fasoli, Adriano Ghisetti Giavarina, Anna Giannetti, Antonella Greco, Fulvio Irace, Giovanni Leoni, Costanza Roggero, Rosa Tamborrino, Alessandro Viscogliosi Capo Redattore Francesca Mattei Redazione Armando Antista, Giovanni Bellucci, Lorenzo Ciccarelli, Rosa Maria Giusto, Anna Pichetto Fratin, Monica Prencipe, Domenica Sutera Impaginazione e grafica Giovanni Bellucci Le proposte, nel rispetto delle norme editoriali, devono essere inviate all’indi- rizzo [email protected]. I saggi, valutati preventivamente dal con- siglio direttivo e dal comitato editoriale, sono valutati dai referees del comitato scientifico secondo il criterio del double blind peer review. La redazione declina ogni responsabilità per i materiali inviati in visione non espressamente richiesti. Vietata la riproduzione o duplicazione con qualsiasi mezzo. Per abbonamenti rivolgersi a [email protected] © 2017 Caracol, Palermo Edizioni Caracol s.n.c. - via Villareale, 35 - 90141 Palermo In copertina: e-mail:_ [email protected] Quartiere Le Vallette: gli edifici del settore G in costruzione nel 1960 ISSN: 2532-2699 (Archivio ATC Torino, Faldone n.1 Busta 13) ISBN: 978-88-98546-81-7 INDICE Editoriale 6 MARCO ROSARIO NOBILE Saggi Vanishing architects, shifting nations. Writing the history of Bohemian 8 DIRK DE MEYER Baroque architecture, 1880-1945 Francesco Maria Ricchino (1584-1658), 28 ISABELLA BALESTRERI progetti milanesi fra storia e storiografia L’oscuro contributo degli “inclassificabili” storici-ingegneri civili italiani 48 GIOVANNI BELLUCCI allo studio della storia dell’ingegneria e dell’architettura contemporanea Lo specchio distorto di un quartiere. -
La Reapertura De La Biblioteca Ambrosiana De Milán
LA REAPERTURA DE LA BIBLIOTECA AMBROSIANA DE MILÁN CRISTINA DOMENECH Doctora en Historia del Arte El pasado mes de octubre se abrió de nuevo al pú- cho oscurecerá notablemente el papel de los arquitectos blico la Biblioteca Ambrosiana de Milán, tras ha- que en ella intervinieron en ese primer momento, se ha ber permanecido cerrada por restauración durante los conjeturado sobre la labor de arquitectos como Fabio siete últimos años. La Ambrosiana fue fundada en Mangoni, Lelio Buzzi o Francesco Maria Richini pero 1609 por el cardenal Federico Borromeo con la inten- no se sabe con certeza el papel desarrollado por cada ción de crear una institución que fomentara el estudio uno de ellos. En cualquier caso, en 1604 el primer nú- del catolicismo y que actuara al mismo tiempo como cleo del edificio está terminado, a partir de algunos di- centro difusor de la cultura, contra toda forma de igno- seños de Richini que será por tanto el responsable de rancia y superstición. Federico Borromeo (1564-1631), éste. primo del conocido San Carlos Borromeo, fue un inte- El edificio original estaba constituido por un sala lectual apasionado del arte y la cultura. Tras los estu- abovedada que correspondía a la sala de lectura, llama- dios, realizados en Bolonia, Borromeo se trasladó a la da federiciana en honor de su artífice Federico Borro- corte pontificia donde permaneció desde 1586 hasta meo. Las dimensiones de esta sala eran 16 x 40 m, y en 1595 y ya durante estos años se convirtió en el primer ellas se evidencia la relación 1:2,5 indicada por Vitru- cardenal protector de la Academia de San Luca, creada bio como el ideal para las salas basilicales, lo que en 1593 por Federico Zuccari.