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Università degli Studi di Padova Dipartimento dei Beni Culturali: archeologia, storia dell’arte, del cinema e della musica Corso di Laurea Triennale in Progettazione e gestione del turismo culturale Andrea Palladio a Montecchio Precalcino: villa Forni Cerato Relatrice: Prof.ssa Elena Svalduz Correlatrice: Prof.ssa Barbara Maria Savy Laureanda: Costanza Scarpa Matr. 1125621 Anno Accademico 2018/2019 Ringraziamenti Desidero esprimere la mia gratitudine nei confronti della Professoressa Elena Svalduz per il tempo dedicatomi, l’impegno nel seguirmi e soprattutto per aver sempre supervisionato in modo accurato la tesi durante la stesura. Un contributo importante è stato offerto dalla Professoressa Barbara Maria Savy che ringrazio per la disponibilità e per avermi indirizzato nella parte della tesi inerente agli affreschi. Senza visitare villa Forni Cerato questa tesi non avrebbe mai avuto inizio, per questo ringrazio innanzitutto il proprietario della villa, il Dottor Ivo Boscardin, per aver accolto subito con entusiasmo e interesse il progetto di questa tesi e la Dottoressa Francesca Grandi per essere stata sempre presente in caso di chiarimenti e avermi dato la possibilità di consultare e utilizzare foto e planimetrie di ottima qualità, un importante supporto nonché ricchezza per questo elaborato. !3 !4 INDICE INTRODUZIONE pag. 7 CAPITOLO 1. IL COMMITTENTE pag. 11 1.1. Il ritratto di Girolamo Forni pag. 11 1.2. Il testamento di Girolamo Forni pag. 21 CAPITOLO 2. VILLA FORNI CERATO E ANDREA PALLADIO pag. 23 CAPITOLO 3. LA VILLA E IL TERRITORIO pag. 35 3.1. Il territorio attuale pag. 40 3.2. Analisi cartografica territoriale del contesto paesaggistico di villa pag. 41 3.2.1. Le fonti di ricerca pag. 41 3.2.2. Analisi della cartografia storica pag. 43 CAPITOLO 4. L’ARCHITETTURA pag. 49 4.1. L’esterno pag. 50 4.1.1 La facciata sud pag. 50 4.1.2 La facciata sud: apparato decorativo pag. 53 4.1.3 La facciata sud: la “porta ionica” e gli affreschi della loggia pag. 59 4.1.4 La facciata nord pag. 67 4.2. Parti del complesso: brolo, torre colombara, barchessa, cantina pag. 70 4.3. L’interno pag. 78 4.3.1. Il salone centrale pag. 79 4.3.2. I camini delle stanze pag. 80 4.3.3. Il sottotetto pag. 84 !5 CAPITOLO 5. LA SITUAZIONE ATTUALE pag. 91 APPENDICE DOCUMENTARIA pag. 103 APPENDICE FOTOGRAFICA pag. 109 BIBLIOGRAFIA pag. 111 SITOGRAFIA pag. 117 !6 INTRODUZIONE Villa Forni Cerato, ubicata a Montecchio Precalcino, dal 1996 Patrimonio dell’UNESCO, dagli anni Novanta fino al 2017, anno dell’acquisto dell’ultimo proprietario Ivo Boscardin, versava in uno stato di totale abbandono: crepe, calcinacci, rifiuti e vegetazione infestante ne impedivano la vista persino dalla strada. Per tali motivi è stata considerata a lungo dal Centro Internazionale Studi di Architettura “Andrea Palladio” una «spina nel fianco», in quanto unica villa attribuita al grande architetto a trovarsi dopo il censimento del 2001 in un simile stato di degrado1. Ora, all’indomani dell’acquisto, possiamo affermare con piena fiducia, prendendo in prestito le preziose parole di Andrea Savio, che «sono state gettate le fondamenta per un futuro roseo della villa»2. In questo contesto si inserisce l’obiettivo di questo lavoro: ricostruire la storia della villa per comprendere il manufatto nelle sue specificità storiche, architettoniche e artistiche e inserirlo all’interno di quel sistema paesaggistico che rende peculiare il territorio veneto: gli “insediamenti di villa palladiani”. La Forni Cerato ha suscitato fin dal Settecento l’interesse di architetti e studiosi che si sono impegnati a descriverla, analizzarla e ipotizzare il nome del possibile artefice. Spetta a Francesco Muttoni il merito di aver attribuito, per primo, la villa al grande architetto Andrea Palladio; successivamente, questa paternità è stata condivisa, non senza discussioni, da altri studiosi dopo un’attenta analisi architettonica interna ed esterna dell’edificio. Nella villa vengono riscontrati elementi analoghi ad altre fabbriche dell’architetto e quindi riferibili al linguaggio palladiano: la serliana, il frontone triangolare, lo sviluppo dell’alzato in tre momenti di scansione, le finestre dell’attico e l’uso delle cornici nelle finestre del piano nobile. Da ricerche più recenti a cura di Howard Burns e Donata Battilotti, su documenti che fanno riferimento alla proprietà di 1 M. Billo, Villino dell’Unesco messo in vendita, Palladio va all’asta, «Il Giornale di Vicenza», 09 aprile 2017, <https://www.ilgiornaledivicenza.it/territori/thiene/montecchio-prec/villino-dell-unesco-messo-in- venditapalladio-va-all-asta-1.5618348>. 2 M. Billo, Palladio svela i segreti della villa Forni Cerato, «Il Giornale di Vicenza», 5 giugno 2018, <https://www.ilgiornaledivicenza.it/territori/thiene/montecchio-prec/palladio-svela-i-segreti-della-villa- forni-cerato-1.6548848>. !7 Girolamo a Montecchio Precalcino, apprendiamo che la villa è il risultato di un’opera di ristrutturazione dell’edificio preesistente nel terreno di proprietà della famiglia del Forni. Punto di partenza dell’attività di ricerca storica è stata l’analisi del testamento sottoscritto da Girolamo Forni nel 16103. L’atto è fondamentale in quanto qui, per la prima volta, viene citata la villa e vengono fornite alcune informazioni importanti su Girolamo Forni, il proprietario. Pertanto, il primo passo per comprendere la storia della villa è stato quello di delineare la figura del committente e sotto questo punto di vista si è rivelato essenziale tener conto, oltre al testamento, del lavoro effettuato da Giangiorgio Zorzi, basato su documenti storici che riguardano il Forni. Emerge il disegno di un personaggio colto, ricco e di un certo prestigio nella Vicenza della seconda metà del Cinquecento che pur non appartenendo ad una famiglia nobile, si diletta nella pittura e nel collezionismo ed è in contatto per affari o per amicizia con personalità influenti del mondo culturale e artistico. La sua professione abituale, il commerciante di legname, inoltre gli consentirà di venire a contatto con i maggiori cantieri palladiani e di raggiungere una stabilità economica tale da permettergli una veloce ascesa sociale. Una personalità, quindi, che rivela la capacità di partecipare attivamente nella definizione del nuovo assetto formale della sua dimora e di disporre all’interno della sua cerchia di amicizie di un’ampia rosa di esperti pronti a fornirgli consigli. Gli appunti e i disegni di Ottavio Bertotti Scamozzi e la litografia dell’esterno della villa di Marco Moro sono stati un valido aiuto per lo studio architettonico della villa, in quanto restituiscono un’immagine della bellezza del complesso decorativo dell’edificio, offrendoci continui confronti con lo stato attuale. Oltre al lavoro documentario di Zorzi, già citato, anche le ricerche di Donata Battilotti, sulle fonti estimali e sul committente, sono state un prezioso contributo e un’ottima base di partenza per approfondire la figura di Girolamo Forni e l’analisi del manufatto architettonico. Essenziali per lo studio si sono rivelati anche i rilievi fotogrammetrici, 3 ASVi, Notarile, Francesco Cerato, b.8816, 10 gennaio 1610 (G.G. Zorzi, Il nuovo soggiorno di Alessandro Vittoria nel Vicentino negli anni 1576 e 1577 e la sua amicizia con Girolamo Forni. Il testamento fatto da costui e il suo busto fatto dal Vittoria, in «Arte veneta», vol. XX, 1966, pp. 166-176, pp. 174-175, doc. 5.). !8 laser scanner e topografici della villa effettuati dal Politecnico di Milano gentilmente concessi dal proprietario. Per quanto riguarda la struttura della tesi essa si articola in cinque capitoli. Nel primo capitolo viene analizzata la figura di Girolamo Forni prendendo in considerazione la sua vita e ponendo una particolare attenzione anche al contesto storico-culturale in cui è vissuto. Nel secondo capitolo vengono affrontate le varie tesi circa l’attribuzione palladiana della villa dal Settecento fino ai giorni nostri. Anche se oggi la maggior parte degli studiosi concorda sull’attribuzione palladiana dell’edificio, nel corso del tempo si sono susseguite vivaci discussioni. La parte finale del capitolo è dedicata alle ultime ricerche in merito alla proprietà del Forni che permettono di fissare dei punti fermi per quanto riguarda il committente e la datazione. Nel terzo capitolo, dopo aver collocato la villa dal punto di vista geografico, è stata effettuata una breve descrizione del contesto storico-culturale del territorio, anche considerando le trasformazioni paesaggistiche che ha subito nel corso del tempo. Successivamente è stata eseguita un’analisi cartografica del contesto paesaggistico della villa prendendo in esame tre mappe realizzate in diversi periodi storici, dal Cinquecento all’Ottocento: la Mappa dei Provveditori Sopra i Beni Inculti e gli estratti del Catasto napoleonico e austriaco. Il quarto capitolo si concentra sull’architettura della villa, con particolare interesse agli elementi riferibili al linguaggio palladiano. Per quanto riguarda la parte esterna l’attenzione si è focalizzata sulla loggia con la “porta ionica” e gli affreschi ancora inediti; internamente si sono presi in esame i due camini cinquecenteschi presenti nelle stanze. L’analisi della villa ha voluto includere anche tutti quegli elementi come brolo, torre colombara, barchessa, cantina che fanno parte del complesso e identificano la Forni Cerato come “villa-fattoria”. Il quinto capitolo è rivolto principalmente alla situazione attuale dell’immobile. Sono state trattate le ultime vicende che riguardano la villa dai vari passaggi di proprietà, allo stato di abbandono, fino all’asta fallimentare del 2017 con l’acquisto della stessa da parte di Ivo Boscardin. Una parte riguarda le intenzioni dell’attuale proprietario circa la destinazione d’uso della villa e le questioni discusse in due !9 workshop. Un breve cenno sarà dedicato alle prime attività di restauro intraprese, ancora in fase germinale. In conclusione, la tesi vede la stesura in parallelo con il recupero architettonico della villa e si pone in linea con l’intenzione dell’attuale proprietario, cioè quella di far diventare la Forni Cerato un “museo di se stessa”, in grado di parlare della sua storia.