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FIG. 1 - ROMA, TRINITÀ DEI MONTI - PERIN DEL VAGA: ANNUNCIAZ.IONE (PARTICOLARE DELLA VOLTA DELLA CAPPELLA puccr) (Fot. G. F . N.)

MARIA VITTORIA BRUGNOLI

GLI AFFRESCHI DI PERIN DEL VAGA NELLA CAPPELLA PUCCI NOTE SULLA PRIMA ATTIVITÀ ROMANA DEL PITTORE

L FATTO che gli affreschi di Perin del Vaga nel confronti dell'attività di Perino e dello stesso am­ nella Cappella Pucci in Trinità dei Monti a Roma biente romano in quegli anni. I siano collocati a circa 14 metri da terra in condi- Gli affreschi della cappella Pucci assumono viceversa zioni di luce non certo favorevoli - in parte anzi tutto il loro significato qualora vengano posti a fuoco pressochè invisibili dal basso, per la loro posizione (mi nello stretto giro di anni che seguì il ritorno di Peri no riferisco alle pitture che sovrastano l'oculo aperto in da Firenze, periodo concluso bruscamente dal funesto alto sulla parete sinistra, e a quelle terminali del sot­ Sacco del '27 cui seguì la partenza del pittore per tarco di ingresso) - spiega come questa opera non Genova: e sono gli stessi anni nei quali cade il soggiorno abbia trovata la considerazione che merita anche da romano del fiorentino Rosso, del parmense Mazzola. parte di quella critica che ha appuntato il suo interesse Una stagione breve ma di estrema importanza per la con acutezza di indagine e di giudizio sui fatti della pittura a Roma, a tutt'oggi ancora non ben chiarita pittura toscana e romana degli anni intorno al '20. nella portata e nei limiti di ciascuna sua componente, Così che, ad esempio, si è potuto continuare a consi­ per la mancanza di molti dati documentari, per la di­ derar valida, per tali affreschi, la datazione suggerita spersione o distruzione di alcune delle poche opere dal Vasari agli anni immediatamente precedenti la segnalate dalla storiografia, per la difficoltà infine di partenza di Perino per Firenze a causa della peste del districarsi da notizie manchevoli o fallaci. 1523: 1) una datazione, come si vedrà, che non trova In questo contesto quanto mai complesso e difficol­ conferma nei pochi elementi storici recuperabili, e toso vanno ricollocati gli affreschi di Perino, che deco­ tanto meno nei dati stilistici, assolutamente inspiegabili rano la volta a crociera e due delle lunette archiacute

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quella di destra della volta) ove solo qualche particolare - le donne che assistono S. Anna, il vecchio ado­ rante la neonata nel primo episodio; la giovane donna elegantemente ac­ conciata al sommo della scala nel secondo episodio - testimonia del­ l'alta qualità di esecuzione : quale caratterizza gli altri due episodi, e cioè ' L'incontro di Gioacchino ed Anna' e 'L'Annunciazione' (ri­ I spettivamente nella vela sinistra e in quella verso l'arco di ingresso). Nel sottarco si susseguono - entro spa­ zi rettangolari alternati a riquadri di proporzioni all'incirca raddoppiate ed • occupati da grottesche in cui sono in­ seriti motivi sacri di angeli, della Ve­ ronica o del candelabro a sette bracci (fig. I) - episodi dei progenitori: e cioè, da sinistra verso destra, ' Ada­ mo ed Eva dopo la Creazione', , Il peccato originale' , 'La creazione di Adamo' (nella chiave dell'arco), , La cacciata dal Paradiso terrestre' , , Il lavoro dei progenitori ' ; all'ester­ no dell'arco, i profeti Isaia e Daniele e due putti che dovevano reggere l'ar­ me del cardinale Pucci, sostituita più tardi da quella dell'arcivescovo Gia­

FIG. 2 - PERIN DEL VAGA: AFFRESCHI SULL'ARCO DI INGRESSO E NEL LUNETTONE como Cauco. Nei lunettoni infine, la DI FONDO DELLA CAPPELLA PUCCI (Fot. G. F . N.) , Visitazione' sulla parete di fondo, , La Carità e la Fede' , su quella di del braccio sinistro del transetto di Trinità dei Monti sinistra; e nel sottarco dell'oculo è conservato il primi­ - trasformato in cappella e dedicata alla Vergine -, tivo fregio e l'unico stemma superstite del primo con­ nonchè il sottarco e la fronte dell'arco acuto di ingresso cessionario della cappella, il card. Lorenzo Pucci: una alla navata (figg. 1-8). testa di moro entro uno scudo sovrastato dal cartiglio Una buona lettura degli affreschi è stata resa possi­ col motto "Intus Candor" (fig. 6). Il lunettone di bile dalla campagna fotografica svolta nella chiesa nel destra, con' La Sibilla che mostra ad Augusto la Ver­ luglio del 1960 da parte del Gabinetto Fotografico gine " non appartiene invece a Perino, ma agli Zuccari Nazionale: 2) innalzati i ponti, fu agevole esaminare a (fig. 32) . Il lavoro di decorazione venne infatti inter­ distanza ravvicinata le pitture delle 4 vele e del lunet­ rotto: secondo il Vasari,3) a ca~sa di una malattia che tone di fondo e scoprire, - poichè di scoperta in­ precedette la partenza dell' artista per Firenze nel 1523 ; vero si tratta - le due bellissime figure di Virtù teolo­ ma risultando erronea - come già si accennava - la gali (la Fede e la Carità) adagiate con estrema eleganza datazione proposta dallo storiografo, si deve piuttosto al di sopra dell'oculo aperto in alto a sinistra; o le due pensare che l'interruzione sia stata imposta dal Sacco (( storiette » estreme del sottarco (rispettivamente ' Ada­ del '27, da causa cioè posteriore al ritorno da Firenze di mo ed Eva dopo la Creazione' e il 'Lavoro dei pro­ Perino, il quale - abbandonata poi Roma per Genova­ genitori ') nascoste alla vista dal basso dalla sporgenza non potè più portare a fine l'opera comme~sagli dal dell'architrave sulle paraste angolari (figg. 4, 5, 6) . cardinale fiorentino: così che questi, venuto a morte Si debbono purtroppo lamentare massicci danni nel 1531, non potè giovarsi della propria cappella per causati da penetrazione di umidità e da grossolane la sepoltura, in quanto la decorazione era a quell'anno vecchie ridipinture agli episodi della 'Natività della non ancora terminata. 4) Ripresa circa quattro decenni Vergine ' e della 'Presentazione della Vergine al più tardi per volontà del nuovo concessionario, Giacomo tempio' (rispettivamente nella vela di fondo ed in Cauco arcivescovo di Corfù, venne affidata a Taddeo ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

FIG. 3 - PERIN DEL VAGA: VOLTA DELLA CAPPELLA PUCCI (Fot. G. F. N .)

Zuccari e, alla sua morte, continuata da Federico: l'in­ Le poche notizie circa la cappella e la sua storia sono carico assunto da Taddeo comprendeva tutta la deco­ recuperabili, oltre che dal Vasari, dai manoscritti del razione della parte inferiore della cappella, e in più illu­ convento : tra i più antichi conservatici, è quello del nettone di destra, l'unico lasciato disadorno da Perino. 5) padre Robert Lederc della fine del sec. XVI, 6) che

FIG. 4 - PERI N DEL VAGA : ADAMO ED EVA FIG. 5 - PERIN DEL VAGA (E ZUCCARI): IL LAVORO DEI (PART. DEL SOTTARCO DELLA CAPP. PUCCI) PRO GENITORI (PART. DEL SOTTARCO DELLA CAPP. PUCCI) (Fot. G. F. N .) (Fot. G. F . N .)

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FIG. 6 - PERIN DEL VAGA : LA FEDE E LA CARITÀ (LUNETTONE SINISTRO DELLA CAPP. PUCCI) (Fot. G. F. N .)

informa come la cappella "quae dicitur Coronationis " divenne solo protettore della chiesa alla morte di que­ fosse costruita dai Padri a spese del convento " absque st' ultimo, che avvenne nel gennaio del 1523 : 9) fu allora tamen ullo ornamento "; che poi " gratis et reverentia che il fiorentino chiese ed ottenne la giurisdizione di moti" quelli la concessero" Ill.mo Cardinali Laurentio una cappella - quella appunto dedicata alla Incoro­ Puccio, Protectori ordinis... qui fornicem eleganti nazione della Vergine e situata presso la porta del

pictura per manu Perini del Vaga decorari fecit ti : chiostro - e che si preoccupò di adornarla di pitture. là dove "fornicem" deve intendersi in senso lato - Anche ammettendo che l'incarico della decorazione di arco volta lunette - secondo, del resto, l'accezione sia stato conferito a Peri no subito a quella data - e latina del termine. Alla morte del cardinale, gli eredi sembrano confermarlo i superstiti disegni per le vele - non si curarono di portare a fine l'opera incominciata; non si può certo pensare che il pittore abbia eseguito gli rinunziarono anzi nel 1548 alla giurisdizione sulla cap­ affreschi nel brevissimo lasso di tempo intercorso tra pella, che fu poi ceduta, nel settembre 1562, a Gia­ la morte del Carvajal - e la successiva assegnazione como Cauco vescovo di Corfù: 7) e lo stemma Cauco della cappella al card. Pucci - e la partenza per Fi­ si sostituì a quello Pucci nella chiave dell'arco e in renze a causa della peste, che sappiamo era ricomparsa quella della volta. a Roma già nel febbraio dell'anno 1523. IO) Un termine post-quem per l'attività di Perino nella Assunto l'incarico della decorazione della cappella, cappella ci viene già suggerito da quella qualifica di Perino potè fornire qualche disegno, ma l'esecuzione " Protettore " dell'ordine con la quale il card. Pucci degli affreschi dovette certo essere rimandata al suo è rammentato nel manoscritto cinquecentesco; in un ritorno, che coincise, all'incirca, con la venuta a Roma manoscritto dei primi del sec. XIX 8) si apprende infatti del Rosso e del Parmigianino. E con tale deduzione che il card. Lorenzo Pucci, nominato fin dal 1513 suggerita dai pochi dati storici in nostro possesso tor- I protettore del convento dei Padri minimi da Leone X nano, e assai bene, le conclusioni che si impongono mSieme con il vecchio cardinale Bernardino Carvajal, all' esame dei disegni per le vele e degli affreschi.

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FIG. '7 - PERIN DEL VAGA: LA VISITAZIONE (LUNETTONE DI FONDO DELLA CAPP. PUCCI) (Fot. G. F . N .)

Nella Albertina di Vienna e nel Gabinetto dei Di­ d'arrivo delle esperienze condotte da Perino nell' orbita segni del Louvre sono conservati tre disegni per le romana-raffaellesca, nella quale sembra che il fiorentino vele della cappella, e cioè, rispettivamente, per lo ' In­ si inserisse già prima del ' I 5. 12) Era il periodo in cui, contro di Gioacchino e Anna' , per la ' Natività' , per assunta da Raffaello la carica di soprintendente alle la 'Annunciazione' (figg. 9, IO, I I): Il) tre disegni di antichità di Roma, il culto per l'antico diviene sempre alta qualità, tra i più belli di Perino, nei quali egli studia più determinante, 13) puntualizzandosi sui monumenti la composizione in rapporto agli spazi e con alcune classici fino a trarne ben precise ed identificabili cita­ soluzioni che verranno variate poi nella realizzazione zioni. Tali possono ad esempio considerarsi, nel caso dell'opera. Così la storietta della' Creazione di Eva' , del nostro, l'arula romana adattata all'uso inconsueto disposta al vertice del triangolo dello 'Incontro', di inginocchiatoio per l'Annunciata nel disegno Louvre; sarà in effetti collocata nell' angolo sinistro dell' affresco; o quel letto da convivio, piuttosto che da puerperio, e quella della 'Verga fiorita' , anzichè sui rinfianchi su cui si adagia la S. Anna. Ma la Vergine annunciata del lunettone sottostante, agli angoli della' Natività' . ha poi una "purezza" di sapore ellenico piuttosto Studi dunque non definitivi - ma le varianti compo­ che romano per eleganza di atti, per quello sciogliersi sitive saranno poi quanto mai limitate - e tuttavia della forma in un ritmo cui si adegua anche il gentile finitissimi nella esecuzione, tipica di Perino per il tratto angelo annunziante, in una dispiegata "armonia II sottile di biacca a punta di pennello, tale da essere che pone il fiorentino in una particolare posizione di disegno e lume insieme, valido a sottolineare l'eleganza congenialità nei confronti del suo grande maestro. Ma del percorso lineare come la plastica definizione delle nel S. Giuseppe stravolto, memore di alcuni vecchioni figure; composte in uno spazio individuato da una niti­ della Loggia, la cristallina sospensione dell' evento di­ da prospettiva. vino si spezza per ridimensionarsi ad un livello umano, I disegni per la volta della Cappella Pucci - in par­ il medesimo cui appartengono la proterva fantesca che ticolare i due del Louvre - ci mostrano un felice punto mostra agli adoranti la neonata nella 'Natività' , o

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di ricerca, una sensibilità non paga dell'acquisito raffaellismo del suo tempo, e pertanto aperta a cogliere sollecitazioni a quello estranee; pre­ parata dunque come nessun'altra del­ l'ambiente al contatto - che avverrà di lì a poco - con il mondo fioren­ tino degli anni venti. La precisa cita­ zione dal Diirer del gruppo di Gioac­ chino ed Anna alla Porta d'Oro nel disegno dell'Albertina - e l'intimo dramma dei personaggi diireriani è inteso con penetrante commozione - può servire da conferma, sia che il disegno appartenga ad un momen­ to precedente il viaggio a Firenze

(17 episodi - tra cui l L'Incontro di Gioacchino con Anna' - della

Il Vita della Vergine" erano stati incisi da M. A. Raimondi fin dal 1506) 14) sia ad uno successivo, come FIG. 8 - PERIN DEL VAGA: INCONTRO ALLA PORTA D'ORO sembrerebbero far pensare i longi­ (PARTICOLARE DELLA VOLTA DELLA CAPP. PUCCI) (Fot. G. F . N.) linei personaggi, di accento già to­ scano, anzi di inflessione senese. Al periodo che segue il soggiorno a Firenze del '23 deve appartenere poi il disegno Oxford per i due putti reggistemma sulla chiave del­ l'arco di ingresso, 15) in uno dei quali è stata riconosciuta una diretta ispi­

razione ai Il soldati" della l Battaglia di Cascina': preciso ricorso miche­ langiolesco verosimilmente riportato alla memoria appunto da quel sog­ giorno, e destinato a non rimanere il solo nell'opera di Perino a Roma a partire da quell'anno e fino al '27. Nel gruppo degli astanti a sinistra

della l Visitazione' nella cappella Pucci, ad esempio, il torcersi vio­ lento del vecchio puntellato al dado basamentale, lo scorcio delle mem­ bra sembrano sottintendere una at­ tenzione nuova ai profeti della Sistina; e i medesimi suggerimenti sono rac­ colti dal disegno Windsor per gli evangelisti Marco e Giovanni nella cappella del Crocifisso in S. Mar­

FIG. 9 - VIENNA, ALBERTINA - PERIN DEL VAGA: INCONTRO cello, la cui prima allogazione a Pe­ ALLA PORTA D'ORO, DISEGNO (Fot. Albertina, Vienna) rino risale appunto ai mesi succes­ sivi al ritorno da Firenze. 16) Negli - più tardi - la gentile malinconia della giovane popo­ affreschi della cappella del Crocifisso, del resto, lo lana tolta a simboleggiare la Fede nell'affresco dellunet­ spunto michelangiolesco si fa ancora più puntuale nella

tone di sinistra della cappella. Un irrequieto trascorrere l Creazione di Eva' , certamente ideata, se non com­ da idea a realtà che sta a dimostrare in Perino un' ansia piutamente eseguita, dal pittore negli anni stessi della

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sua attività nella cappella Pucci : nel progenitore accasciato in un sonno mortale è dato infatti riconoscere an­ cora il ricordo del sognante Adamo del sottarco della cappella in Trinità dei Monti, senonchè il sonno è ora senza sogni nella pesantezza delle membra virili. Il fatto è che ai modi del primo Raffaello delle Stanze si so­ no sovrapposti quelli di Michelangelo nella Sistina, in un nuovo ricorso di impulso cui non dovette essere estra­ nea la consuetudine romana di Peri­ no, in quegli anni, col Rosso fioren­ tino. Una consuetudine che avrà ancora altra portata negli stessi affre­ schi della cappella Pucci, ai cui risul­ tati fanno da premessa - e già lon­ tana - quei modi che distinguono il giovane fiorentino nella consorteria dei raffaelleschi intorno al '20: più timidi nella Loggia, già più espliciti e dichiarati nell'affresco di S. Stefano del Cacco o in quelli di Palazzo Bal­ FIG. IO - PARIGI, LOUVRE, CAB. DESSINS - PERIN DEL VAGA: dassini. ANNUNCIAZIONE, DISEGNO (Fot. Louvre)

Nell'ininterrotto contesto pittorico della Loggia vaticana di Raffaello, le "Storie di Giosuè" sulla decima volta appaiono a tutt' oggi - pur dopo tante e contrastanti attribuzioni anche della critica recentissima - ancora le uniche attribuibili con sufficiente per­ suasione a Perino. 17) Determinante vi appare la presenza delle idee del maestro, e autoritario anche l'inter­ vento del suo ti assistente" , al quale debbono probabil­ mente imputarsi forzature anatomi­ che e caratterizzazioni al limite del • grottesco, secondo un gusto forma­ tosi tra l'antico e Michelangelo, so­ stanzialmente alieno - nelle risul­ tanze - dalla sensibilità che Perino già dimostra nella medesima Loggia. Al giovane fiorentino è permessa pertanto solo una libertà di espres­ FIG. II - PARIGI, LOUVRE, CAB. DESSINS - PERIN DEL VAGA: sione episodica, riconoscibile tut­ NATIVITÀ DELLA VERGINE, DISEGNO (Fot. Louvre) tavia nello snodarsi del gesto di Giosuè che ferma il sole come nella ritmica le­ Giove nella 'Presentazione di Psiche ' della loggia gatura dei giovani guerrieri dinanzi alle mura crol­ chigiana. '8) Una più decisa coerenza stilistica doveva lanti di Gerico (fig. 12) i o nel sostenuto disegno caratterizzare i monocromi nel basamento della log­ del fanciullo al centro della 'Partizione delle terre' gia, con risultati di una grazia quasi prassitelica nel (fig. 13), che rievoca da vicino - insieme col vec­ giovane Isacco del ' Sacrificio ', accanto ad alcune chio Giosuè - il gruppo raffaellesco di Amore e accentuazioni espressive che forzano già i prototipi

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come documenti da accogliere con necessaria prudenza e riserve. Le fila interrotte della prima atti­ vità di Perino 20) potranno riallac­ ciarsi soltanto con la serie di affreschi nel Palazzo Baldassini, intorno al '20-'22, quando nella larga imposta­ zione "eroica tt delle scene e dei personaggi il pittore dimostra di muoversi ancora nell' ambito del raffaellismo tardo, degli arazzi e del­ la Loggia. Ma occorre far qui cenno di al­ cune opere che si sono volute inserire nella attività del Buonaccorsi degli anni che immediatamente precedo­ no o seguono la partecipazione alla Loggia. Al Morelli e al Berenson si deve l'ipotesi di una partecipazione di Perino ai monocromi nel basamento

FIG. 12 - VATICANO, LOGGIA DI RAFFAELLO - PERIN DEL VAGA: della Stanza dell'Eliodoro, una ipo­ LA PRESA DI GERICO (Fot. Anderson) tesi che non può trovare conferma nelle pitture - travisate come sono dai rifacimenti maratteschi - nè essere pertan to di aiuto alla cono­ scenza del giovane artista. 21) Di un'altra attribuzione del Be­ renson, di grande rilievo data l'im­ portanza del ciclo cui si riferisce, è stata fatta giustizia soltant'o assai di recente, grazie agli studi condotti con acuta intelligenza da Philip Pouncey sui pittori attivi in questo periodo; il complesso decorativo dello ,. stu­

dio tt nel Palazzo della Cancelleria è stato così restituito a Baldassarre Peruzzi, permettendo anche un chia­ rimento fondamentale circa la at­ tività di Peri no prima del '20. 22) Riconoscergli il ciclo di affreschi che decora la volta dello "studio tt im­ plicava infatti un giudizio di espe­ rienza compositiva (si veda lo 'In­ contro di Salomone e Saba '), di FIG. 13 - VATICANO, LOGGIA DI RAFFAELLO - PERI N DEL VAGA: peculiarità di stile difficilmente con­ DIVISIONE DELLE TERRE (Fot. Anderson) ciliabili con quanto suggerito dalla partecipazione alla Loggia, all'incirca classicistici come nella 'Resurrezione' (figg· 34, 35): contemporanea; e l'inevitabile disagio che dovette ma sono considerazioni suggerite soltanto dalle tarde essere avvertito dai critici che hanno accolto l'at­ incisioni di Pietro Santi Bartoli, e anche se queste ap­ tribuzione del Berenson si riflette nel fatto che, paiono sufficientemente fedeli agli originali perduti fra i tanti episodi che popolano la volta dello " stu­ - tanto da essere ben caratterizzate nei confronti dio tt, l'attenzione si è sempre fermata sulla lunetta delle incisioni della serie dei monocromi raffaelle­ con' Giuseppe calato nel pozzo ' ,23) (fig. 14) una com­ schi nelle Stanze 19) - tuttavia valgono pur sempre posizione che si distingue dalle contigue per caratteri e

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qualità pittorici, tanto da suggerire la presenza di un collaboratore del Peruzzi alla vasta opera decorativa. Una certa analogia con l'ambiente dei pittori della Loggia è indub­ biamente da riconoscervi, tanto da giustificare il Dolmayr allorchè pub­ blicò, più di 60 anni or sono, il disegno Uffizi 527 E per la lunetta (fig· 15) quale disegno per una storia non eseguita nella Loggia di Raf­ faello: 24) e di qui a convalidare la presenza di Perino - ma in ogni caso quale collaboratore e non autore dell'intero complesso - il passo po­ FIG. 14 - ROMA, PALAZZO DELLA CANCELLERIA - LUNETTA CON 'GIUSEPPE CALATO NEL pozzo' (Fot . G. F. N .) trebbe apparire breve, se accanto alla delicata fattura di certi volti gio­ vanili non ricorresse insistente una esplicita volontà di caratterizzare fino ai limiti di un violento " espres­ sionismo" figure e gesti. Qualità di­ scordi che parrebbero convenire - qualora si tenga presente, accanto alla' Madonna' di Spoleto' del '17, la , Pentecoste' di recente riconosciuta da Roberto Longhi 25) - a quel Pe­ dro Machuca, pittore di Spagna, il quale a Roma tra il '17 e il '20 fre­ quentò la medesima cerchia di Peri­ no, prestando particolare attenzione, a quanto sembra, all'opera del fioren­ tino allora giovanissimo. Ma non vuoI trattarsi, logicamente, che di un sem­ plice suggerimento, troppi restando -'-... - a tutt'oggi gli interrogativi circa l'at- tività romana dello spagnolo, il quale FIG. 15 - FIRENZE, UFFIZI, GAB. DISEGNI - DISEGNO PER LA LUNETTA potrebbe risultare - qualora gli si CON 'GIUSEPPE CALATO NEL pozzo' (Fot. Sopr. Gallerie, Firenze) attribuissero il disegno e la lunetta dello "studio" - addirittura coinvolto direttamente è indubbio, per una chiara trasposizione di motlvl nella gran "Bibbia" pittorica della Loggia vaticana. dagli arazzi per la Sistina, in quell'anno a tessere in Di un'altra attribuzione è ancora opportuno far cenno Fiandra, ma i cui cartoni avevano inciso in maniera poichè, a quanto sappia, essa non è stata oggetto di con­ determinante su quanti allora operavano a Roma in futazione o meno - ad eccezione della recentissima pittura: la monumentale architettura del tempio aperto annotazione del Pouncey - dal tempo in cui venne sulla successione multipla dei colonnati, lo scorcio di formulata da Adolfo Venturi: 26) si tratta del grande scale e sulla sinistra, la definizione vasta dello spazio affresco della Dormitio Virginis nell'abside della chiesa ambientale per la studiata prospettiva complicata dal dedicata all'Assunta in Trevignano sul lago di Brac­ blasfema riverso e dall' esedra di quei personaggi eroiciz­ ciano (fig. 16). Datato 1517 su una delle candelabre, zati, sono motivi ben spiegabili con il precedente dei car­ l'affresco - ove riferito a Perino - apparterrebbe ad toni per la Sistina. Come la risentita volontà plastica una sua attività estremamente giovanile, precedente e l'evidenza narrativa realizzate qui mediante un segno quella nella Loggia; e dato l'impegno di grande com­ aspro ed incidente, un accostamento di rossi, di verdi, posizione, è già di per sè improbabile potesse esser affi­ di gialli usati senza indulgere a morbidezze di trapassi. dato ad un pittore appena sedicenne, quasi sconosciuto Per il predominante interesse verso uno spazio monu­ allievo nella fornita scuola di Raffaello. D'altra parte, mentale, per l'uso particolare del disegno, e del colore, che si tratti di opera nell'ambiente tardo raffaellesco l'affresco di Trevignano suggerisce più di un ricorso a

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dei quali un recente restauro ha recuperato alcuni frammenti che vanno ad aggiungersi alle scene del , Giudizio di Zaleuco ' e della ' Fondazione del Tem­ pio di Giove sul Campidoglio' , da tempo note per esser state salvate dall'illuminato intervento di Vin­ cenzo Camuccini, il quale ne promosse il distacco e la conservazione. 28) La posizione di Peri no quale deli­ neata nella Loggia e conclusa nei disegni per la cap­ pella Pucci, non subisce, nel ciclo di Palazzo Baldassini, troppi sussulti: piuttosto vi trova un proprio punto intermedio di informazione raffaellesca più vasta e capillare, attinta agli arazzi o ai profeti in S. Maria della Pace oltre che alla Loggia, e dalla quale ncavare anche lontani suggerimenti donatelliani o preZIOSI spunti di "veduta". 29) Nel ' Giudizio di Zaleuco' (fig. 18), Peri no si districa dalle forzature anatomiche del michelangio­ lismo esteriore diffuso nella scuola che fu attiva nella Loggia - e che si realizza qui mediante sorde ombre nerastre affondate sugli incarnati rossicci del carnefice, ad esempio, o di alcune figure di vecchioni - nel ritmo balzante del gran manto giallo che racchiude la assi­ stente alla estrema sinistra; o nella struggente malin­ conia del giovane che le è accanto, uno degli episodi più toccanti della sensibilità irrequieta. del giovane

FIG. 16 - TREVIGNANO, CHIESA DELL'ASSUNTA PELLEGRINO DA MODENA (1): DORMITIO VIRGINIS (Fot. Sopr. Mon. Lazio)

quel ciclo - se pur danneggiatissimo, tuttavia in alcune parti sufficientemente leggibile - con' Storie di S. Ja­ copo' in S. Giacomo degli Spagnoli, del vasariano " Pellegrino da Modena ,,; presenza ancora miste­ riosa nella scuola della Loggia, il cui nome è stato di recente formulato anche per il ' Giudizio di Salomone ' sulla dodicesima volta. 27) Ipotesi quest'ultima con la quale non sembrerebbe disdire una attribuzione del­ l'affresco di Trevignano, ove la annotazione" minima" di quei due pellegrini che bivaccano al sommo della scalea (fig. 17) - di un sapore ferrarese o quanto meno emiliano - potrebbe leggersi anche come sigla di un pittore che a Modena avesse compiuta la propria edu­ cazione, sommersa poi dalla soverchiante imposizione dei modelli romani del secondo decennio.

Tra il '20 e il '22 all'incirca, come si accennava, è documentabile una delle poche opere superstiti tra quelle rammentate dal Vasari nel primo soggiorno romano di Peri no : gli affreschi cioè in Palazzo Baldassini, FIG. 17 - PARTICOLARE DELLA FIGURA PRECEDENTE ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

FIG. 18 - FIRENZE, UFFIZI (DEPOSITI) - PERIN DEL VAGA: GIUDIZIO DI ZALEUCO (Fot. Sopr. Gallerie, Firenze) fiorentino. Non gli è da meno questa testa di filosofo si ma committente - felice recupero dovuto al restauro (fig. 19), vibrante nella tesa superficie del volto, nello - il segno sottile, quasi punta d'argento, identifica con sguardo affondato entro le grandi orbite d'ombra, nella estrema sensibilità il personaggio, nobilissimo nella gran massa agitata dei capelli e della barba resi con un assorta tensione della fede e allo stesso tempo di rara tratto prezioso, sottile e mobilissimo. eleganza nella grazia del volto delicato, nella ricercata Il giovane pittore vi sembra prender quota con i acconciatura del velo o dell'ornato della veste. Nè propri mezzi, come già si avvertiva, sia pure episodica­ meraviglia che, della • Pietà' in S. Stefano, it Vasari mente, nell' affresco della • Pietà' in S. Stefano del Cacco rammentasse con alte parole elogiative proprio il ri­

(fig. 23), probabilmente precedente gli affreschi Baldas­ tratto Il naturale 11 della gentildonna committente. sini e che il recentissimo restauro ha recuperato alla A questo momento, che precede la partenza di Pe­ possibilità di una lettura conforme. 30) Le fonti di ispira­ rino per Firenze, debbono attribuirsi anche le due inci­ zione sono qui la • Pietà' vaticana di Michelangelo e sioni del Raimondi, il • Morbetto ' e la • Lavanda dei gli studi di Raffaello per la • Deposizione ' Borghese 31) piedi ' , (figg. 21, 22), per la prima delle quali sembra (vedi il Giuseppe d'Arimatea che mostra gli strumenti da accogliere il lontano suggerimento del Morelli. 32) della Passione), premesse invero già remote a questa L'indubbio respiro raffaellesco - il Popham ricono­ data, ricomposte studiosamente secondo uno ~chema di sce nella Il veduta 11 aperta a destra nel • Morbetto ' monumentale classicismo, da cui il pittore rimane so­ un riferimento al disegno di Raffaello a Windsor 33) - stanzialmente alieno. Il risultato di inevitabile impaccio appare in entrambe sommosso da una sensitività in­ appare evidente, ma là dove le cause vengono a cadere, quieta e malinconica, estranea al maestro, che si espri­ Perino ci dà una delle prime, più illuminanti dimostra­ me nel trepido gesto del giovane proteso quasi a sin­ zioni delle proprie possibilità: nel busto della giovanis- cerarsi della vitalità del bimbo tra tanta desolazione

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per dar luogo allo ~volgersi cadenzato del segno che lega gesto a gesto, in una predilezione per lo sviluppo ritmico della composizione che può ben giustificare l'interesse del giovane Mazzola, a Roma nel fervido ambiente del '24, verso questi modelli del fiorentino Buonaccorsi. 34) Per più di una ragione, e non soltanto tipologica, concordo con il Popham che si debba ricondurre a questo periodo precedente il viaggio del '23 anche il disegno del British Museum per la perduta ' Deposi­ zione ' in S. Maria sopra Minerva (fig. 20): la disposi­ zione paratattica dei personaggi in vista di una narra­ zione piana e distesa, estremamente evidente della scena, più di una analogia fisionomica con i personaggi già visti in Palazzo Baldassini (cfr. il vecchio Nicodemo dalla capigliatura fiammeggiante che sembra apparte­ nere al medesimo consesso di quei filosofi) o nelle due incisioni del Raimondi (ad es. la Maddalena o la pia donna alle spalle della Vergine, con il braccio proteso), e non ancora la insistente volontà espressiva dei per­ sonaggi sopravvissuti alla distruzione della tavola nei due frammenti ritrovati ad Hampton Court. 35) Sem­ FIG. 19 - ROMA, PAL. BALDASSINI - PERIN DEL VAGA: brerebbe doversi concludere che anche in questo caso, PARTICOLARE DELLA DECORAZIONE DEL SALONE come nella cappella Pucci, si sia trattato di un lavoro assunto da Perino ed interrotto forzosamente per l'im­ di morte; nella Maddalena esilissima genuflessa con provvisa ricomparsa della peste; una conclusione che adorante umiltà dinanzi al Cristo nell'atto della la­ potrebbe agevolmente dare anche conto del " ripen­ vanda. La foga narrativa consueta agli scolari di Raf­ samento " dell'artista, il quale introdusse nella com­ faello a questa data vi appare anch'essa rattenuta, posizione prevista dal disegno le due figure dei ladroni e il paesaggio notturno (forse un ricordo, quest'ultimo,

della I Deposizione' volterrana del Rosso?). Nel febbraio del '23 la peste dilagava a Roma, e Perino si recò a Firenze: per pochi mesi, poichè a dar fede al Vasari anche colà sopraggiunse il morbo, co­ stringendo il pittore a spostarsi ancora, forse stavolta insieme con il Rosso, il quale nell' aprile del 1524 è a Roma ed assume la commissione degli affreschi nella cappella Ce si in S. Maria della Pace. La modesta testimonianza della breve ma fervida attività fiorentina di Perino, è oggi nel piccolo disegno Loeser per la ' Storia dei diecimila martiri', commessa dalla compagnia dei Martiri per il convento di Camal­ doli, e nel monocromo 'Passaggio del Mar Rosso' dipinto per l'ospite ed amico Raffaello di Sandro. 36) Si è voluto aggiungervi, e con buone probabilità, la tavola non finita della ' Sacra Famiglia' oggi in possesso del Courtauld Institute di Londra (fig. 24). 37) Un'opera eseguita soltanto per metà all'incirca, che presuppone inevitabili fonti raffaellesche (ad esempio, il gruppo centrale della Madonna " del baldacchino" , la stessa' Madonna di Foligno'; o la 'Sacra Famiglia di Francesco l ' per l'appartata presenza del S. Giu­ seppe), ma in una accezione " fiorentina" per certi tratti non difforme da quella riconoscibile, ad esempio, nelle FIG. 20 - LONDRA, BRIT. MUS. - PERIN DEL VAGA: DEPOSIZIONE, DISEGNO (per gentile concessione) opere degli ultimi anni di Frate Bartolomeo; così l'im- ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

posIZione monumentale dell'imma­ gine, affidata al dilatato giuoco del manto piuttosto che ad una effettiva saldezza di struttura, e nel piccolo Gesù un accentuarsi di contrapposti che prelude ai putti reggistemma del disegno Oxford per la cappella Pucci. N è tuttavia tanto esplicita "eroicità" sottrae i personaggi ad una pene­ trante individuazione sottilmente pa­ tetica, affidata al delicato uso del chiaroscuro nella malinconia dello sguardo assorto di Gesù benedicen­ te, al disegno finemente evocativo­ che testimonia delle qualità di Perino disegnatore - nel volto puro, soffuso di trepida umanità, della giovane FIG. 21 - M. A. RA1MONDI (DA PER1N DEL VAGA): LAVANDA DEI PIEDI, Madre. INCISIONE (Fot. G. F. N .) L'equilibrio della tavola di Londra non è condiviso dal disegno e dal monocromo che restano a documen­ tare la breve attività fiorentina di Perino: scoperta e puntuale, in alcu­ ne parti, l'adesione ancora a modelli della Loggia (vedi, ad esempio, la sommersione dell' esercito faraonico nel • Passaggio del Mar Rosso '), i personaggi si sottraggono poi alla le­ gatura ritmica delle precedenti opere romane per una insolita asprezza espressiva dei gesti, per la secca angolatura delle membra. Sembra potervi leggere il processo di reazione del giovane artista al primo incon­ tro con l'ambiente fiorentino più vivo di fermenti, inquieto e stimolante particolarmente per chi vi giungesse da quello determinatosi nella scuola di Raffaello dopo la morte del mae­ stro; un ambiente nel quale Perino pare fosse introdotto proprio dal Rosso e che non potè non lasciarlo FIG. 22 - M. A. RAIMONDI: IL MORBETTO, INCISIONE (Fot. G. F . N.) sbalordito. 38) La reazione non manca di incompostezze e di ingenuità ma sta a dimostrare Francesco Mazzola aveva poco più di 21 anni quando allo stesso tempo un temperamento vivo e tutt'altro giunse a Roma,39) ma godeva già di un'alta considera­ che sordo a cogliere sollecitazioni che pur dovevano zione in patria, ove aveva lavorato in S. Giovanni Evan­ sapere di stravaganza ad un raffaellesco che vi si acco­ gelista accanto al Correggio e all' Anselmi che gli erano stasse di colpo. Il discorso di Peri no con la " maniera" stati maestri contribuendo entrambi a formare i ter­ fiorentina fu allora interrotto dopo le prime battute, mini essenziali del suo stile. Se, come molta della critica ma era destinato a riallacciarsi nei mesi successivi, recente è concorde nel riconoscere,40) gli affreschi della e proprio a Roma ove a partire dal '24 la presenza Rocca di Fontanellato e la ' Sacra Famiglia' del Prad o del Rosso - accanto a quella del giovane Mazzola precedono - e di stretta misura - il viaggio a Roma, giuntovi da Parma - dà l'avvio ad un periodo breve, si deve riconoscere che la maniera del Mazzola era già ma tra i più fascinosi della storia della pittura a Roma sufficientemente definita e tale da lasciar prevedere nel primo '500. gli interessi del parmense in ambiente romano.

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La copia eseguita dal Mazzola della incisione di Perino per la ' La­ vanda dei piedi ' non è la sola testi­ monianza di tale orientamento, poi­ chè nel disegno Uffizi per la ' Ado­ razione dei pastori', ad esempio, come in quello British per il ' Mar­ tirio dei SS. Pietro e Paolo' ,42 ) la più insistita individuazione plastica acquisita a contatto con l'ambiente romano giova alla ritmata stesura narrativa in termini assai prossimi a quelli del Buonaccorsi. Pur se in­ terviene poi una resa pittorica più commossa la cui origine resta a Par­ ma, come a Parma - nell'operato del senese Anselmi - ha ben radi­ cate radici la predilezione dell'arti­ sta per la espressione melodica della linea, astratta conclusione della for-­ ma cui va adeguando le nuove espe­ nenze romane. Nel disegno British, in quello di Chatsworth per lo ' Sposalizio della Vergirie ' , ispirato alla pala del Ros­ so in S. Lorenzo, le architetture mo­ numentali e le figure, disposte sugli alti gradini con dichiarato intento di scansione prospettica, sembrano non poter prescindere addirittura dalla ' Scu~la ~i Atene ', o quantomeno dai cartoni per gli arazzi : 43) seno n - chè l'alto insegnamento di limpida definizione degli spazi, in quelli im­ plicita, sembra ignorata e i perso­ FIG. 23 - ROMA, s. STEFANO DEL CACCO - PERIN DEL VAGA : PIETÀ (Fot. Sopr. Mon. Lazio) naggi appaiono ribaltati in piani so- vrappo.sti sul proscenio da una paratia La dichiarata predilezione per il segno sinuoso, per di quinte (figg. 25, 36). Una soluzione coerente per lo sviluppo armonioso del gesto e della figura, l'uso del il pittore di Parma, per il quale la vibrazione del se­ chiaroscuro graduato, di una sensibilità acutissima e gno in ritmo continuo ed estenuato è termine essen­ sfuggente, predispongono l'artista ad un difficile col­ ziale ad esprimere la misteriosa sensitività delle imma­ loquio con l'arte di Michelangelo; così che a Roma egli gini; ma in essa è forse la ragione non ultima della dovè giungere sollecitato piuttosto che dal miracolo limitata azione operata dal Mazzola sui pittori del­ della Sistina dall'aureo miraggio delle Stanze. Ma nel l'ambiente in cui si inserisce durante il quadriennio '24 quella suprema misura era rifusa e manomessa nella del proprio soggiorno. Anche su Perin del Vaga, tra foga narrativa degli scolari, i quali preferivano ricavare quei pittori forse il più disposto ad afferrare il senso spunti e suggerimenti dagli arazzi; e il giovane artista della lezione del parmense, le tracce ne sono scarse di Parma si sofferma anch' egli a studiarli, volgendosi proprio negli affreschi della cappella Pucci, che pur poi attorno all'opera della Loggia, partecipando degli appartengono a quello stesso quadriennio: là dove un interessi per la statuaria antica e indirizzando le pro­ riflesso sembra poterne puntualizzare poco più che prie preferenze verso il Buonaccorsi, cui lo legava una nella sdutta fle~sibilità della S. Anna alla Porta d'Oro, certa affinità naturale e con il quale potè ayere diretti che subentra alla greve corposità della figura nel disegno rapporti di lavoro nell'incarico, affidatogli da papa dell' Albertina; ma con un accento così senese, si direbbe Clemente, di decorare le pareti della Sala dei Pon­ " beccafumiano '" da indurre piuttosto a riportare tefici. 41) in discussione l'oscuro problema del secondo viaggio

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del pittore di Siena a Roma, e del

Il tempo " in cui possa esser venuto a cadere. 44) Più chiara ed intelligibile diverrà l'azione del Mazzola nelle opere più tarde di Peri no, in alcune delle incisioni del Caraglio de •• Gli amori degli dei", e soprattutto quando, ormai lontano da Roma, il pittore potrà fare il punto delle diverse esperienze e giovarsene a definire la propria •• maniera" .

Il momento degli anni '24-'27 era troppo fervido di sollecitazioni per tirarne le somme: a Roma era il Rosso, presenza inquietante e sovvertitrice, di altra autorità - almeno per il fiorentino - rispetto al Mazzola; ed è da credere che l'amicizia stabi­ litasi tra i due artisti a Firenze, sia continuata a Roma, tanto viva ed operante si fa l'attenzione di Perino all' opera del Rosso negli affreschi condotti dopo il ritorno da Firenze. Sulla valutazione della importanza che la presenza del Rosso possa aver avuto per i pittori di Roma negli anni che precedettero il Sacco, non si è forse fino ad oggi appuntato sufficiente interesse, anche per le viziate premesse del Vasari, del quale sono stati accolti quasi senza ecce­ zioni il limitatissimo registro delle opere e sovratutto il negativo giu­ dizio; 45) soltanto di recente, con l'at­ tribuzione al periodo romano dei due FIG. 24 - LONDRA, COURTAULD INST. OF ART - PERIN DEL VAGA : ritratti di Napoli e di Liverpool, 46) SACRA FAMIGLIA (per gentile concessione) sembra avvertirsi la denuncia di qualche dubbio circa la validità del discorso vasa­ pittorico dell'artista; senonchè l'interesse che egli rivol­ riano, impreciso del resto e non bene informato se ge immediatamente alla Sistina sta a rivelare una scelta trascura di rammentare anche il ciclo di affreschi che ben determinata e consapevole, qualificata del resto già il Rosso avrebbe eseguito insieme col Mazzola nel pa­ al primo contatto con l'ambiente romano. La disperata lazzo della Signoria fiorentina sito in via Giulia. 47) torsione dell'Adamo nella • Creazione ' di S. Maria Se una buona sorte potrà in futuro condurre alla risco­ della Pace presuppone l'Oloferne della Sistina - o lo perta delle pitture di via Giulia, non è probabilmente • Schiavo morente' per il monumento a Giulio II - avventato supporre che l'aspra critica del Vasari possa ma sospinge quei modelli ad un parossismo espressivo

subire più di un definitivo colpo. Tuttavia, già a guar­ che travolge qualunque residuo di Il norma " classica dare con occhio scevro da preconcetti le • Storie della nelle membra deformi; e il contrapposto della Eva nel Creazione' nella cappella Cesi - e a tener conto del , Peccato ' (fig. 26) non sta ad esprimere rattenuta mediocre stato di conservazione -, o la serie di inci­ energia bensì un'ambiguità sensuosa e cattivante, tutta sioni degli dèi e di Ercole disegnate per il Caraglio, tramata com'è la morbida epidermide di traslucidi tale critica non manca di indurre in sospetto. Si è ripe­ riflessi verdini. Sembra potervi cogliere ancora - pur tutamente affermata la tesi di un michelangiolismo se così brutalmente manomesso dal tempo e dall'in­ soverchiante, quasi imposto a forza e a fuorviare il genio curia - il trascorrere inquieto di sottili cangianti delle

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ritrovata e proposta all'attenzione degli studiosi e del pubblico. 48) La Becherucci nel 1944 osservava con ragione, a proposito del disegno degli Uffizi che ripete la compo­ sizione della tavola pisana, gli stretti contatti con l'atti­ vità romana del Rosso, specie con le incisioni, e avan­ zava l'ipotesi di un perduto dipinto appartenente a quel periodo. 49) La tavola di giunge a confermare tale ipotesi, bene inserendo~i in un momento successivo all'affresco della cappella Cesi (il cammelliere abban­ donato nel sonno, ad esempio, è una chiara elabora­

zione dell' Adamo nella I Creazione') e precedente le incisioni del Caraglio, in quanto è dato riconoscervi già quel contatto con la fervida fucina dei "garzoni di Raffaello " nella Sala di Costantino che queste ultime ampiamente presuppongono.

La grossa impresa della Sala, in particolare la I Bat­ taglia' affrescata da Giulio Romano, non era fatto da trascurare per chi giungesse a Roma nel '24; e la vio­ lenza di moti, gli scorci audaci, lo insistente risalto delle anatomie, nei quali veniva risolto il ricorso a Miche­ langiolo al fine di accrescere evidenza alla grande pagina illustrativa, non sono ignorati dal Rosso, per le loro stesse qualità di ritmo compositivo e di drammatica concitazione.

La I Rebecca ed Eliezer ' appare maturata in quella atmosfera (fig. 27) (vedi anche il movimento cadenzato del giovane cammelliere, che sembra presupporre alcuni

disegni di Giulio Romano per i soldati della I Batta­ glia' 50) e quanto della antica statuaria è in quelli rifu­

so), e così le I Fatiche di Ercole' (figg. 28, 29) e la tela

del I Mosè ' , per tanti e riconosciuti elementi a quelle collegata, se pure poi retratta all'ultima attività fioren­ tina. L 'immediato precedente ne sarebbe in tal caso lo

I Sposalizio ' dipinto nel '23, e il trapasso da quell'as­ sorto equilibrio, da quel sottilissimo cromatismo alla energia d'atti e di modellato - cui si accompagna una ridotta estensione della gamma cromatica - nel dipinto degli Uffizl, è davvero troppo brusco e immediato per non lasciare quanto meno perplessi. Si aggiunga che, FIG. 25 - J. CARAGLIO (DAL PARMIGIANINO): SPOSALIZIO · per le qualità del I Mosè ' - che troveranno il proprio DELLA VERGINE, INCISIONE (Fot. G. F. N .) coerente sviluppo, non esente da esasperate conse­ guenze, nelle incisioni del '26 -, è possibile indivi­ op ere fiorentine, cui non pare nuocere la implicita duare poco piu di una premessa negli affreschi Cesi, esperienza della Sistina, assimilata con acuta intelli­ i quali dovrebbero seguire di stretta misura la tela genza negli aspetti più dichiaratamente antic1assici. degli Uffizl qualora per essa si accetti una datazione . Il discorso sul Rosso" pittore" a Roma si dovrebbe · al '23; ed è forse superfluo osservare ancora come l'ana­ fermare qui, se non fosse che due opere - quasi con­ tomia del corpo estenuato del madianita ucciso, quel cordemente assegnate alla ultima attività fiorentina · braccio già scheletrico il cui pugno enfiato trattiene precedente il '24 - inducono a riprenderlo; se non il ricordo della inutile violenza, tengano conto delle altro al fine di riproporre una alternativa che ha buoni tragiche presenze degli antenati, dei nudi monocromi

elementi a proprio sostegno. Si tratta del I Mosè e le che ad essi si affiancano sulla volta della Sistina.

figlie di Jetro' agli Uffizl e del suo pendant, la tavola Di fronte ad opere come il I Mosè I e la I Rebecca '

di Pisa con I Rebecca ed Eliezer al pozzo' - con pro­ - che penso debbano considerarsi i capolavori del­ babilità copia dell'originale del Rosso - di recente l'attività romana del Rosso; 51) e per la tavola di Pisa

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occorrerà rifarsi mentalmente all'originale - gli spiriti più sensibili ed irrequieti non potevano non restare affascinati; e quell'uso di un colore modellante per tra­ passi di cangiante, così intriso di luce e trepido nei rosati e nei cilestrini delle carni e della veste della gio­ vane principessa nel (Mosè' - creatura dello stesso mondo inquieto ed insondabile cui appartiene la Eva della I Creazione' Cesi -, certo apparve come l'affer­ mazione più rivoluzionaria nel confronti della classica tradizione. Certamente come tale lo intese il Buonaccorsi, che nelle opere degli anni '24-'27 sembra aderirvi con entusiasmo. 52) La prima conferma ci viene data dal girotondo di angeli che allieta il centro della volta nella Sala vatican a dei Pontefici (fig. 30), festosa esplosione piro tecnica nei cangianti un poco acerbi rosa-verdi­ giallini, nel bianco fluorescente delle vesti aperte a corolla, schioccanti nell'aria, lievissime nel tratto a punta di pennello, così simile al disegno dell'angelo e dell' Annunziata sulla volta della cappella Pucci. I volti presentano già la luminosa trama pittorica dei perso­ naggi della l Annunciazione' o della I Visitazione ' a Trinità dei Monti, e l'estroso giuoco di arabesco sul fondo di cielo è sorretto ed imposto dalla tripudiante vitalità delle creature angeliche, appartenenti ad un mondo che non partecipa piu del sommo equilibrio raffaellesco. E se dal centro della volta l'occhio scorre al complesso

Il partimento di stucchi con molte grottesche e diversi animali" che lo racchiudono, o agli stessi Il carri de' sette Pianeti" in cui Perino, secondo il Vasari, avrebbe collaborato con all'incirca al tempo della Loggia, la distanza non può mancare di apparire enorme. Qualora si accolga la affermazione del Vasari, si dovrà concludere che alle figurazioni dei Pianeti Pe­ rino abbia partecipato poco dopo il '20 e sotto la ferrea direttiva del suo autorevole compagno, tanto che appare pressochè arbitrario voler individuarvelo; ma più che arbitrario è voler ricondurre a quel medesimo momento FIG. 26 - ROMA, s. MARIA DELLA PACE - ROSSO: la decorazione dell' occhio della volta, che si inserisce PECCATO ORIGINALE (Fot. G. F. N.) così chiaramente in quel percorso pittorico del Buo­ naccorsi Il retour de " dichiarato dagli affre­ In stretta successione con il tondo sulla volta della schi nella cappella Pucci. 53) Nè contrastano con tale con­ Sala dei Pontefici, vanno collocati gli affreschi della clusione i pochi dati a nostra conoscenza o lo stesso cappella Pucci, certo l'opera di più alta qualità e di mag­

Vasari, il quale nella Il Vita di Giovanni da Udine" , giore impegno nella attività del pittore prima della par­ a differenza di quanto già affermato nella Il Vita " di tenza per Genova. Qualora l'incarico fosse stato con­ Perino, narra come Clemente VII - un Medici anche dotto a fine, e le pareti dalla cornice a basso fossero esso come Leone X ed eletto nel '23 - affidasse a state ricoperte di affreschi come programmato, le pit­ Giovanni e a Peri no le pitture sulla volta. 54) Contraddi­ ture di Trinità dei Monti e lo stesso Peri no avrebbero zione da spiegare verosimilmente con una interruzione assunto ben altro posto, e già da tempo, nella storia subìta dai lavori nella Sala in seguito alla morte di papa della pittura romana del primo' 500. Leone e alla successiva comparsa della peste, tanto più A chi si volga attorno alla pittura romana di quegli che sappiamo come la decorazione fosse ancora in atto anni, nulla infatti appare di paragonabile agli affreschi nel '24, allorchè al Parmigianino veniva offerto di deco­ della cappella Pucci, ove colgono di sorpresa l'osser­ rare le pareti. vatore la improvvisa accensione del bianco fosforescente

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scansione prospetti ca della vasta piazza romana: defi­ nita in preciso ambiente dall'inserto di edifici tipica­ mente romani e cinquecenteschi. La definizione dello spazio è nitida e degna della misura raffaellesca, nè viene turbata - qui come negli affreschi della volta - dai personaggi che popolano numerosi la scena, disposti su diagonali convergenti al punto di vista rigorosa­ mente centrale : senonchè la luce si diffonde dal cielo offuscato di nubi con riverberi volta a volta lividi, rosati, rossicci, in una atmosfera inquieta e commossa di cui partecipano gli astanti non meno delle protagoniste dell' episodio, appartate quasi per schivo pudore rispetto all'asse centrale della composizione. Nella pittura del Buonaccorsi non si ripeterà in se­ guito con altrettanto viva e desta sensibilità l'equilibrio qui raggiunto temperando, con visione più accostante, le impennate impervie dei ribelli fiorentini della " ma­ niera" nel mondo già mitico di Raffaello: tuttavia deve ricercarsi proprio in questa sua capacità la causa prima della larga risonanza che la sua arte ebbe presso i pit­ tori della nuova generazione attivi a Roma a partire dal quarto decennio. 55) Per i quali, anche in vista di questi nuovi termini, il mito di Raffaello tornava ad essere attuale. Se la decorazione della cappella Pucci rimase incom­ piuta, ciò non deve addebitarsi con ogni probabilità ad incuria del pittore: Peri no dovè mettercisi di buona lena poichè le storie della volta non mostrano, rispetto a quelle delle due lunette o alla decorazione dell'arcone (qui il profeta Isaia sembra rammentare addirittura, nella FIG. 27 - PISA, MUSEO - ROSSO (COPIA?): REBECCA ED ELIEZER AL POZZO (Fot. Alinari) grinta diabolica, il vecchio Nicodemo della ' Deposizio­ ne' volterrana del Rosso), alcun distacco di " tempo ". dell'aerea veste dell'angelo annunziante, quella macchia Le cause debbono piuttosto ricercarsi nelle insistenze di luce che ne riassume il volto, e quel luminoso incar­ dei maestri guardiani della Arciconfraternita del Cro­ nato del viso della Vergine, delicatissimo di trapassi privi cifisso perchè il pittore desse mano alla cappella di di cesure d'ombra. Anche il S. Giuseppe folgorato San Marcello; 56) e sovratutto nell'improvviso travol­ dall'apparizione non è più il vecchio insistentemente gimento del Sacco. Illunettone di destra restò scialbato, caratterizzato dalle ombre affondate del disegno Louvre, e non sappiamo se Perino ne avesse già fornito un dise­ ma una vibrazione di luci riverberate e rossastre, evoca­ gno del quale possano essersi serviti gli Zuccari circa zione improvvisa quanto l'angelo e l'Annunziata (fig. I). un quarantennio più tardi 57) (fig. 32); e così le pareti Dichiarazione così esplicita di "anticlassicismo" da in basso, ove sembra che il fiorentino avesse previsto non poter fare a meno di presupporre sollecita­ una decorazione al modo di pala d'altare per la parete zioni rivelatrici da parte di un audace sovvertitore di fondo. di "norme" classiche quale il Rosso, le cui gamme Notizia della esistenza di un "quadro" nella cap­ cromatiche sono ugualmente riconoscibili nel ricco pella Pucci leggiamo nella nota manoscritta allegata registro di cangianti dello ' Incontro alla Porta ad un disegno degli Uffizl (359 S) per la ' Natività della d'Oro' (fig. 8); o nel gruppo stravolto degli spettatori Vergine ' , che reca una antica attribuzione a Perino : che fa perno sull'alto dado basa mentale alla sinistra del la nota è di epoca relativamente recente ma le notizie grande affresco della 'Visitazione' (fig. 7)' Là dove in essa contenute debbono risalire a fonte più antica, i vecchi avvolti nelle spesse lane degli ampi mantelli e forse accompagnarono il disegno fin dal suo ingresso sembrano appartenere alla medesima compagnia di nella collezione di re Carlo 1. 58) Si sarebbe quindi por­

nordici pellegrini che popolano l' I Assunta' dell' An­ tati a darle credito e a pensare ad una perduta pala nunziata (ed è superfluo rammentare come anche a d'altare del fiorentino, senonchè il disegno in que­ Roma il Rosso non dimenticasse i modelli dureriani), stione (fig. 33) non ha in effetti nulla a che fare con il ma non mancano tuttavia di inserirsi nella precisa nostro, e piuttosto deve ricollegarsi al Cigoli e alla sua

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FIG. 28 - J. CARAGLIO (DAL ROSSO): ERCOLE E CA CO, FIG. 29 - J. CARAGLIO (DAL ROSSO): ERCOLE E I CENTAURI, INCISIONE (Fot. G. F. N .) INCISIONE (Fot. G. F. N .)

, Natività' per l'Annunziata di Pistoia, di Circa 80 cui è dato cogliere una chiara assimilazione parmigia­ anni posteriore agli affreschi della cappella Pucci. 59) ninesca, sono prossime ai modi dell'artista dopo la

Resta tuttavia questa notizia di un " quadro Il per la partenza da Roma (cfr. ad esempio il disegno Windsor cappella: che potrebbe forse dare ragione di un altro per il 'Quos ego' e quello Brit. Mus. n. 166, vero­ disegno agli Uffizi (13555 F), certamente di Perino similmente per una cappella nel Duomo di Pisa). 61) questa volta, ove i medesimi motivi dell'affresco della Qualora il disegno Uffizi 13555 F debba riferirsi alla , Annunciazione ' vengono ricomposti in una super­ cappella Pucci, non potrà appartenere che all'ultima ficie decisamente verticale e centinata, quale poteva attività di Perino prima della partenza per Genova: convenire appunto ad una pala d'altare 60) (fig. 31). Le se non si dovrà piuttosto pensare ad un nuovo inter­ stesse proporzioni escludono possa trattarsi di uno stu­ vento successivo al soggiorno genovese, destinato a non dio per l'affresco, successivo a quello Louvre, e così le giungere a fine per il disinteresse degli eredi Pucci, i caratteristiche di stile, che nel percorso lineare più quali sappiamo che nel 1548 rinunziarono addirittura insistente e ammanierato, nelle forme allungate in ai diritti sulla cappella.

I) VASARI - Milanesi, voI V, pp. 601-602; M . LABÒ, in antichi relativi alla storia della chiesa (così a p. 63 è ricordato il TH. BECK., 1940, s. v.; A. E. POPHAM, On some works by Perino libro sulle cappelle, del padre Robert Lederc). Ringrazio le del Vaga, in Burl. Mag., 1945, p. 65. Il PARKER, Perino del Vaga ... , Suore del Sacro Cuore per avermi permesso con grande cortesia in Old Master Drawings, XI, 1936, p. 44 assumeva dubitativa­ la consultazione del manoscritto. mente una datazione degli affreschi precedente al '23. 5) P. PECCHIAI, Regesti dei doc . patrimoniali del Convento 2) Ringrazio qui il Soprintendente dotto Giorgio Castelfranco, romano della Trinità dei M onti, in Archivi d'Italia, 1958, p. 157, Direttore del Gabinetto Fotografico Nazionale, per aver aderito n. 67, pubblica il doc. 5 settembre 1562 relativo alla concessione con pronta comprensione alla proposta da me avanzata di effet­ della cappella all'arcivescovo Cauco di Corfù : erroneamente il tuare tale campagna. Le fotografie degli affreschi di Perino nella BONNARD, Hist. du Couvent ... de la Trinité ... , 1933, p. 32, rife­ cappella Pucci recano i nn. 46627-29; 46633-37 Serie E; quelli risce per la concessione una data 15 settembre 1568; A. BERTO­ degli Zuccari, ivi, i nn. 46630-32; 46638-41 Serie E. LOTTI, Artisti bolognesi ... , 1885, pp. 46-48 dà notizia della con ­ 3) VASARI, cit., V, p. 602. venzione, in data 8 giugno 1563, intercorsa tra l'arcivescovo di 4) Il card. Pucci elesse allora la sua sepoltura nel coro della Corfù e Taddeo Zuccari per le pitture nella cappella; U . GNOLI, Minerva, presso la tomba di Leone X. Cfr. Histoire du couvent ... Doc. senza casa, in Riv. d'arte, 1935, p. 219, pubblica l'estratto de la très Sainte Trinité ... , ms. esistente presso il convento del del testamento di Giacomo Cauco, in data 14 febbraio 1565: Sacro Cuore, p. 57. Il ms. - che non reca data nè nome d'autore Taddeo Zuccari ha iniziato le pitture della cappella; W. KORTE, ma che deve farsi risalire ai primi anni del sec. XIX e al padre Der Palo Zuccari in Rom, Leipzig 1935, p. 73: nel 1566 Federico Charles Pierre Martin - raccoglie notizie da manoscritti più dipinge nella cappella" Dio padre con Cristo che paga il tributo,

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Angeli con stemma della Passione II' È probabile che gli Zuccari 15) Pubbl. dal PARKER, in Old Master Drawings, cit., p. 42, siano allora intervenuti anche nella storietta de • Il lavoro dei tav. 38i lo., Cat ... 01 Drawings in the Ashmolean Museum, voI. II, progenitori', ultima sulla destra dell'arcone, che mostra carat­ 1956, p. 390, n. 728 e tav. 164. teri più tardi rispetto agli affreschi di Perino. Per la composizione 16) Il disegno fu pubblicato dal POPHAM, art. cit., in Burl. Mag., dellunettone di destra, resta il bel disegno di Chatsworth, Devon­ 1945, p. 62, pl. II, B i cfr. anche POPHAM-WILDE, It. Drawings ... , shire Coli., n. 345, probabilmente di Federico (comunicazione cit., n. 974. Per la datazione della cappella del Crocifisso, cfr. orale del dotto Gere) i con tale disegno va connesso quello a G. FIOCCO in Boli. d'arte, 1913, p. 87 SS. Windsor (POPHAM-WILOE, It. Drawings 01 xv a. XVI Cent ., 17) L 'attribuzione del Vasari a Perino (V, p. 594) - condivisa 1949, n. 52, p. 184) che reca una antica attribuzione a Niccolò dal Passavant (Raffaello, ed. 1889, voI. II, p. 192 s.), dal Crowe­ dell'Abate e che viene pubblicato dal Popham, senza riferimento Cavalcaselle (Raffaello, 1884-91, voI. 3, p. 312 ss.), dal Dolmayr all'affresco in Trinità dei Monti. Ringrazio il dotto Gere, del (in jahrb. d. Kunsthist. Samml... in Wien, 1895, p. 290 ss.) e in British Museum, per epoca più recente dal avermi procurata la Labò (Vita di P. d. fotografia del dise­ V., 1912, p. 19 s.), gno Chatsworth. dal Voss (Mal. d. 6) Liber pro Ece/e ­ Spiitren., 1920, pa­ sia et cappellis Con­ gina 67), dal Venturi ventus Sanctissimae (IX-2, p. 407) - è Trinitatis, ms. pres­ invalidata dalla Bo­ so l'Archivio degli rea (Vicenda di Po­ Stabilimenti France­ lidoro da Caravaggio, si, liaisse 250. Rin­ in Arte antica e mo ­ grazio il prof. Pio derna, 1961 , p. 217) Pecchiai per avermi che propone una at­ permesso con corte­ tribuzione a Polido­ se generosità di con­ ro. Lo Hartt (Giu­ sultare la trascrizio­ lio Romano, 1958, I, ne da lui eseguita di p. 29) amplia ecces­ tale ms., altrimenti sivamente l'azione di irraggiungibile. Peri no nella Loggia 7) Cfr. Hist. du riconoscendogli, ol­ couvent .. . de la Très tre alle "Storie di Sainte Trinité ... , ms. Giosuè" , molti epi ­ cit., p. 57i P. PEC­ sodi delle volte IV­ CHIAI, Regesti ... , cito VIII e la decorazio­ 8) già rammenta­ ne pressochè com­ to a nota 4. pleta delle volte XI­ 9) Histoire du cou­ XII. In parte lo se­ vent ... , cit., pp. 55, gue il Freedberg (op . 57. Per la data di cit., p. 414) rico­ morte del card. Ber­ noscendo in Peri no nardino Carvajal, il principale pi ttore cfr. la lapide murata della Loggia a parti­ sulla sua sepoltura re dalla volta VII. a lato dell'abside di Quanto all'attribu­ S.ta Croce 'in Geru­ zione vasariana a Pe­ salemme. rino degli episodi lO) L. PASTOR, IV- sulla volta XIII ed 2, p. 81 nota 2. ultima, credo sia nel Il) Il dise'gno del­ giusto lo Hartt (op . la Albertina è pub­ FIG. 30 - VATICANO, SALA DEI PONTEFICI - PERIN DEL VAGA: PARTICOLARE cit., I, p. 30) allorchè blicato da STIX-FRO­ DELLA VOLTA (Fot. Anderson) pensa ad una colla- LICH BUM, Beschr. borazione di Giulio Kat. d. Handzeichn. in ... Albertina, voI. III, 1932, n . 107, Romano col Penni. La distinzione dei diversi pittori che lavorarono con la giusta attribuzione a Perino ma senza alcun riferi­ nella Loggia è resa particolarmente difficoltosa ed opinabile dalla mento all'affresco. Inediti sono invece i due disegni Louvre : determinante presenza di Raffaello e dal mediocre stato di conser­ • Natività della Vergine' , inv. 595, cm. 19,2 X 26, penna, in­ vazione degli affreschi, che hanno subìto in passato larghi restauri . chiostro e biacca su carta acquarellata i • Annunciazione' inv. 18) Cfr. il disegno pubblicato da M . JAFFÉ, It. Drawings 596, cm. 19,2 X 2204, idem. I due disegni appartenevano alla Irom Dutch Collections, in Burl. Mag., giugno 1962, p. 231 SS., collezione Mariette (recano la sigla M N) e sono rammentati nel fig . 7, con l'attribuzione a Raffaello. Il disegno Windsor per Cat. raisonné des differents objets ... qui composaient le Cabinet du la • Partizione delle terre ' è dal Popham (It. Draw., cit. , leu M. Mariette ... , Paris 1775, p. 37, n. 220, con la giusta at­ n. 807) giudicato copia di un originale di Raffaelloi il Freedberg tribuzione a Perinoi nella collezione di M. de Jaback, da cui (op . cit., p. 415 e fig . 525) lo attribuisce a Perinoi il Pouncey provenivano, recavano l'attribuzione a Raffaello, sotto il cui (PH. POUNCEY - J. A. GERE, It. Drawings ... in the Brit. Museum nome furono anche incisi. - a. his Cire/e, London 1962, p. 55, n. 67), al Penni in 12) VASARI, cit., V, p. 596, narra come il pittore si recasse a quanto autore di numerosi .. modelli" per la Loggia, che tra­ Firenze da Roma in occasione del viaggio effettuato da Leone X ducono composizioni e schizzi di Raffaello . .. nel terzo ,anno del suo pontificato" . La notizia - accolta con 19) Una serie delle incisioni del Bartoli dai monocromi di Peri no qualche dubbio anche da P. ASKEw in Burl. Mag., 1956, p. 46- nella Loggia esiste presso il Gab. Naz. delle Stampe, voI. 41 H 12, viene dal Vasari posticipata, con evidente svista cronologica, 52343-52353i ivi anche il volume dello stesso dedicato a Nicola alla attività di Peri no nella Loggia vaticana e nella Sala dei Simonelli e relativo a monocromi raffaelleschi nelle Stanze Pontefici. (voI. 41 H 12, 52328-52342). 13) Cfr. S. J. FREEOBERG, Paint. 01 the High in 20) Il Vasari (V, pp. 595-98) ricorda negli anni successivi alla a. Florence, 1961, pp. 264-65. Loggia, e precedenti gli affreschi in Palazzo Baldassini, la par­ 14) Cfr. BARTSCH, XIV, nn. 621-37. tecipazione di Perino alla decorazione della Sala dei Pontefici ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

TH. ASHBY, Ancora sugli affr. di Perino ..., in Boli. d'arte, 1910, p. 68; V. GOL ZIO, Gli affreschi di P. d. V. in Pal. Baldassini, in Archivi, 1943, pp. 160-62; REDIG DE CAMPOS, Notizia su Pal. Baldassini, Roma 1957: ivi notizie circa la storia e la decorazione dell'edificio e relativa bibliografia. Concordo con B. Davidson (Drawings by P. d. V . for the Pal. Doria, in Art. Bulletin, 1959, p. 323, nota 43) nel ritenere più tardo il disegno Uffizì 64 orno (e il suo pendant 67 orn.) messo in relazione dal de Campos con la perduta decorazione della parete del camino del palazzo (cit., p. 12 e fig. 12). I due affreschi, staccati nel 1830 e riportati su tela, si trovano fin dal 1881 nei depositi degli Uffizi. 29) Nel • Giudizio di Zaleuco' - un episodio che aveva già fornito il soggetto a Raffaello per una delle grisailles nella Stanza della Segna tura - la figura inginocchiata di giovane a sinistra è pressochè replica in controparte di quella analoga nell'arazzo della • Morte di An ani a '. Altrettanto puntuale è il raffronto di un gruppo di due filosofi in Pal. Baldassini (cfr. fig. 9 del vol. cito del de Campos) con i profeti a destra nellunettone della capp. Chigi in S. M . della Pace: tali figure di profeti dovettero essere ideate da Raffaello (cfr. FREEDBERG, op. cit., p. 169). Il disegno del Brit. Mus. per l'affresco perduto di una cappella in S. Mar­ cello (VASARI, V, p. 604; POPHAM, art. cit., in Burl. Mag., 1945, p. 64, pl. II, A) offre una soluzione architettonica analoga a quella della decorazione in Pal. Baldassini nello spartimento mediante paraste delle nicchie con figure di santi; giustamente il Popham pensa ad una datazione tra il 20' e il '33 (cfr. anche POUNCEY­ GERE, op. cit., pp. 91--92, tav. 122). Motivi donatelliani sono la figura che si copre il volto con le mani al centro del • Giudizio' e i giovani che assistono, appoggiati alle colonne o ai pilastri, al • Giudizio ' e alla • Fondazione del tempio' (cfr. • Convito di Erode' a Siena; • Deposizione ' nel tabernacolo del Sacramento in S. Pietro; rilievi del Santo a Padova). Per la presenza di motivi donatelliani nella scuola di Raffaello, cfr. O. FISCHEL, Raphael's Zeichnungen, 1913, testo, p. 221 e voI. IV (1923)' tav. 213; POUNCEY-GERE, op. cit., p. 45, n. 57·

FIG. 3I - FIRENZE, UFFIZI, GAB. DISEGNI - PERIN DEL VAGA: ANNUNCIAZIONE, DISEGNO (Fot. Sopr. Gall. Firenze)

(per la quale vedi oltre), un affresco con S. Pietro in S. Eusta­ chio e alcune decorazioni a graffito di case. Queste ultime opere sono perdute: cfr. LABò, cit., p. II9 e C. PERICOLI, Cat. della mostra delle case graffite, 1960, pp. 52, 56-7, 67. 21) G. MORELLI, Della pittura italiana, 1897, p. 139; B. BEREN­ SON, It. Pict. of the Renaissance, 1932, p. 453; PASSAVANT, Raf­ faello, cit., pp. 156-57. Il FREEDBERG, op. cit., p. 167, attribuisce tali pitture a Giulio Romano proponendo una datazione di poco successiva al 1514. 22) BERENSON, op. cit., p. 453. Il FREEDBERG, op. cit., pp. 411-12, riporta la attribuzione del Pouncey al Peruzzi. 23) Cosi, ad es., A. GRISERI, Perino, Machuca, Campana, in Paragone (87), 1957, p. 15 ; l'a. individua nella lunetta una dimo­ strazione degli stretti legami intercorsi tra la schiera degli italiani e degli spagnoli a Roma. 24) In jahrb. d. Kunsthist. Samml ... , cit., p. 262 e fig. 265. Il disegno è probabile sia copia dell'originale (Pouncey, comunica­ zione orale). 25) Cfr. Paragone (43), 1953, p. 13, figg. 7--9. 26) IX-2, p. 410; il LABÒ, in TH. BECK. 1940, s. v., si limita a riferire la attribuzione di A. Venturi. Nel recentissimo catalogo dei disegni raffaelleschi nel Brit. Mus., il Pouncey (op. cit., p. 56, n. 68) nota come errata la attribuzione a Peri no e riconosce una generica analogia tra la composizione di Trevignano e il disegno Brit. Mus. n. 68, attr. al Penni e probabilmente derivato da Raffaello. L'affresco è stato restaurato nel novembre 1960, dalla Soprintendenza ai Monumenti del Lazio. 27) FREEDBERG, op. cit., p. 414. Su Pellegrino da Modena cfr. VAS ARI, cit., IV, p. 649 ss.; A. VENTURI, in jahrb. d. preusz. Kunstsamml., 1887, p. 82 ss., ne proponeva la identificazione, invero non del tutto persuasiva, con Pellegrino Munari. Gli affreschi in S. Giacomo degli Spagnoli furono pubblicati da G. FIOCCO, Pellegrino da Modena, in L'Arte, 1917, p. 199 ss. FIG. 32 - ROMA, TRINITÀ DEI MONTI 28) VASARI, cit., V, pp. 598--99; G. POGGI, Due affreschi di Perino ZUCCARI: AUGUSTO E LA SIBILLA (LUNETTONE DESTRO del Vaga nella Gall. degli Uffizi, in Boll. d'arte, 1909, pp. 270-73; DELLA CAPP. PUCCI) (Fot. G. F. N.)

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Antonio Sangallo, detto della .. Immagine di Ponte " . Si tratta del tabernacolo posto sull'angolo tra e il vicolo Domizio, sul cui basamento è rammentato .. Albertus Serra de Monte Ferrato " il quale" restauravit" la immagine. La deco­ razione di Peri no, data per perduta dal Ragghianti nelle note al Vasari (ed. Rizzoli, 1949, p. 474, nota 22), esiste anche se molto lisa e malamente visibile per la presenza di una fitta grata: fu restaurata nel 1939 (cfr. Le Arti, 1939-40, p. 132). 32) J. LERMoLIEFF (Morelli), Die Gal. Borghese ... , ed. 1890, p. 186 (cfr. anche W. v. SEIDLITZ in Rep. j. Kunstwiss., 1890 (XIII), p. II5). Le incisioni (BARTSCH, XIV, 417 e 2:;) esistono nel Gab. Naz. delle Stampe, Scat. 10-5014 e Scat. 8-F. C. 4893. 33) POPHAM-WILDE, op. cit., n. 80I. 34) Il POPHAM (The Drawings oj Parmigianino, 1953, p. 27), dà notizia di un disegno del Mazzuola copia della incisione di Perino della ' Lavanda dei piedi '. 35) Il Popham, che per primo pubblicò nel Burl. Mag., 1945, p. 60 sS., il disegno di Londra e i due frammenti superstiti della tavola di S. Maria sopra Minerva, formula, con molte riserve, l'ipotesi che anche il dipinto possa appartenere al primo periodo dell'attività di Perino, precedente la morte di Raffaello; cfr. anche POUNCEY-GERE, op. cit., p. 92, tav. 123. La Griseri (art . cit., in Paragone, 1957, pp. 17-18) ritiene che l'opera appartenga agli anni prossimi al Sacco: in effetti, più di un elemento del dipinto sembra presupporre la esperienza del Rosso. 36) VASARI, V, p. 603 ss. Il disegno e il monocromo furono pub­ blicati da C. GAMBA, Un disegno e un chiaroscuro di P. d. V. a Firenze, in Riv. d'arte, 1907, p. 89 ss. Il disegno Louvre (Braun 275) pubbl. dal Lermolieff (Die Gal. Borghese ... , cit., p. 184) e messo in rapporto col monocromo di Peri no, è giustamente indi­ viduato come disegno per l'episodio della Loggia vaticana dal Popham-Wilde (op . cit., p. 321). 37) Il Vasari rammenta .. un quadretto non molto grande, il quale condusse a fine più di mezzo, dentrovi una Nostra Donna" , fatto a Firenze per il .. Piloto orefice suo amicissimo" (V, p. 607). La tavola proviene dalla collezione Northbrook, ove recava l'attribuzione a Fra' Bartolomeo: fu il Richter (in A descriptive Cat. oj the coli. oj pict. belonging to the Earl oj Northbrook, London 1889, p. 109, n. 151) ad attribuirla per primo a Perino (debbo questa segnalazione alla grande cortesia di Philip Pouncey). Il Voss (op . cit., pp. 103-04) ne propose la identifica­ zione con l'opera rammentata dal Vasari, identificazione condi­ visa anche dal Popham (art. cit., in Burl. Mag., 1945, p. 59)· La tavola misura cm. 104.5 X 77,5. Ringrazio il Courtauld Institute - e per esso il dotto Murray - per avermi corte­ semente procurato la fotografia del quadro e il permesso di pubblicarla. 38) VASARI, .. Vita di Giov. Antonio Lappoli " (VI, pp. 7-8), informa come sia Peri no che il Rosso frequentassero la casa di ser Raffaello di Sandro .. zoppo cappellano in S. Lorenzo". 39) Per la data di arrivo a Roma - 1524 - cfr. G. COPERTINI, Il Parmigiailino, 1932, pp. 63-64; S. J. FREEDBERG, Parmigianino, 1950, pp. 58-60 e POPHAM, The Draw ... , cit., p. 25. 40) FREEDBERG, Parmigianino, cit, pp. 163 e 167 (con bib1.) FIG. 33 - FIRENZE, UFFIZI, GAB. DISEGNI - CIGOLI (ATTR.): e POPHAM, The Draw .... , cit., p. 24. NATIVITÀ DELLA VERGINE (Fot. Sopr. Gall. Firenze) 41 ) Pagine illuminanti circa il soggiorno romano del parmense sono state scritte di recente dal POPHAM, The Draw ... , cit., pp. 25- Un interessante esempio di .. veduta" è lo sfondo - contesto 31; cfr. anche FREEDBERG, Parmigianino, cit., pp. 64-65. Dell'in­ di monumenti romani - della ' Fondazione del tempio ': pote­ carico nella Sala dei Pontefici dà notizia il VASARI, cit., V, pa ­ rono fornire gli spunti a Peri no disegni come quello a Windsor gine 222-23. attribuito a Raffaello (POPHAM-WILDE, op. cit., n. 801) e messo 42) Ripr. in POPHAM, The Draw... , cit., tavv. XXI, XXIV. in relazione con la incisione di Marcantonio del 'Morbetto'. 43) Per il disegno Chatsworth, cfr. POPHAM, The Draw ... , cit., 30) L 'affresco è rammentato dal VASARI, V, p. 599; di recente il p. 26 e tav. XXVI: l'a. propende per l'ipotesi dello Antal (in Freedberg (op. cit., p. 417, fig. 527) ne pubblicava una fotografia, Pinacotheca, I, 1928-29, p. 52 ss.), che il disegno cioè appar­ precedente il restauro, ove l'affresco appare snaturato dalle gros­ tenga ad una breve sosta a Firenze del Mazzuola durante il solane ridipinture che avevano nascosta la figura della commit­ viaggio verso Roma; non lo esclude anche il FREEDBERG (Il Par­ tente, manomesso il gruppo centrale e aggiunto lo sfondo di migianino, cit., p. 65), mentre A. O. QUINTAVALLE (Il Parmigianino, paesaggio. Il restauro è stato condotto nel 1961 dalla Soprinten­ 1948, p. 59) non accetta tale ipotesi e spiega il proficuo contatto denza ai Monumenti del Lazio con la direzione del prof. Luigi col Rosso nell'ambito del soggiorno romano; i rapporti del di­ Salerno: l'affresco misura circa m. 1,50 X l,10. segno Chatsworth con l'affresco di Raffaello sembrano con­ 31 ) Cfr. in particolare il disegno Oxford 529 (FISCHEL, op. cit., fermare l'ipotesi del Quintavalle. IV, tav. 164 e PARKER, Cat . ... , cit., p. 276) che fu inciso con Lo ' Sposalizio della Vergine' e il ' Martirio dei SS. Pietro e poche varianti dal Raimondi (BARTSCH, XIV, 37). Paolo ' vengono qui illustrati nelle incisioni del Caraglio. Successiva alla ' Pietà ' in S. Stefano del Cacco era, secondo 44) Per il secondo viaggio del Beccafumi a Roma, cfr. Voss, il Vasari (V, p. 599) la decorazione del Tabernacolo, opera di op. cit., pp. 203-04; A. E. POPHAM, Cat. oj Draw. in the Coli. ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

formed by Sir Thomas Phi/lips ... , I935, p. 242; L. BECHERUCCl, I manieristi toscani, I 944, p. 36. 45) VASARI, cit., V, p. I6I s. La più re­ cente ed informata monografia sul Rosso è quella di P. BAROCCHI, Il R., I950. 46) Cfr. D . SANMINIATELLI, The Pontor­ nlO Exhibition in Florence, in Burl. Mag., 1956, p. 241; P. BAROCCHI, Riepilogo sul Rosso e sul Primaticcio, in A ctes du XIX' Congrès Int. d'histoire de l'art, Paris 1958, pp. 237, 238 . 47) La notizia è riportata dal Quintaval­ le, op. cit., p. 59; l'a. non individua il palazzo. Potrebbe trattarsi dell'edificio con­ trassegnato dal n. 79 (presso la chiesa dei FIG. 34 - PIETRO SANTI BARTOLI (DA PERIN DEL VAGA): SACRIFICIO DI ISACCO, Fiorentini) qualora debba identificarsi con INCISIONE (Fot. G. F. N .) il palazzo del Console di Firenze (cfr. Guida Touring Club, Roma, 1938, p. 400): il palazzo, attribuito ad Antonio da San­ gallo il giovane, recava sulla facciata una decorazione a grisaille con lo stemma di Clemente VII affiancato dalle figure di Giu­ liano e Giovanni de' Medici. Sulla facciata è la targa dedicatoria a Cosimo II (cfr. C. PE­ RICOLI, Le case romane ... , cit., p. 50, con bibl.). TI palazzo, oggi sede delle Preture Penali, ha subìto all'interno un vero scem­ pio e sulle pareti non resta alcuna traccia visibile di decorazione. 48) La tavola di Pisa, già nei depositi del Museo di S. Matteo, fu esposta per la prima volta alla " Mostra del Pontormo FIG. 35 - PIETRO SANTI BARTOLI (DA PERIN DEL VAGA): RESURREZIONE DI CRISTO, e del primo manierismo fiorentino" del INCISIONE (Fot. G. F. N.) 1956: identificata con il quadro dipinto per Giovanni Cavalcanti e rammentato dal Vasari (V, p. 159), è stata attribuita al­ l'ultimo periodo fiorentino come il • Mo­ sè e le figlie di Jetro ' (identificato con il quadro dipinto per Giovanni Bandini) del quale costituisce il pendant anche per le misure pressochè identiche (cfr. catalogo della Mostra, n. 167, pp. I34-5). Si avan­ zò fin d'allora il dubbio che potesse trat­ tarsi d'una copia piuttosto che dell'origi­ nale ed in seguito P. Barocchi (in Actes du XIX' Congrès ... , cit., p. 237) la giudicava senza riserve una copia. La identificazione dei due dipinti con quelli rammentati dal Vasari, se pur verosi­ mile, non manca di generare alcuni dubbi, sia per la relativa aderenza dei soggetti a quelli descritti dallo storiografo (per il quadro di Pisa, si è dovuta ammettere una confusione del Vasari tra l'episodio di Giacobbe e Rachele e quello di Re­ becca ed Eliezer: cfr. ANTAL, in Old Master Drawings, 1939-40, p. 47), sia per il fatto che i due dipinti formano FIG. 36 - J. CARAGLIO (DAL PARMIGIANINO) : MARTIRIO DEI SS. PIETRO E PAOLO pendant: ciò farebbe supporre una de­ (Fot. G. F. N.) stinazione unica, mentre i due quadri ricordati dal Vasari furono per committenti diversi e, a quanto nosciuto oggi al Salviati (cfr. cat. cito della" Mostra del Pon­ pare, inviati poi l'uno in Francia, e l'altro in Inghilterra. Sono torma" , p. 135): lo Hartt (in Art Bulletin, I952, p. 67) avanza queste, naturalmente, considerazioni del tutto secondarie e a il nome di Giovanni Fedini. posteriori rispetto a quanto suggerito dai caratteri dei due dipinti; 50) Cfr. Pr. HARTT, Giulio Romano, cit., voI. 2, figg. 82-83. questi misero in sospetto il Goldschmidt (Pontormo-Rosso-Bron­ Rapporti con l'ambiente raffaellesco sono anche suggeriti dal­ zino, 19II, pp. 21-22) circa la validità della cronologia vasariana l'ignudo seduto al margine della tavola pisana, assai più prossimo per quanto riguarda la tela degli Uffiz!, e il Pevsner (Barockmal. al classicheggiante dio fluviale nell'incisione del Raimondi del in d. rom . Landern, 1928, p. 29ì ribadì l'opinione che si trattasse • Giudizio di Pari de , che non ai soldati della • Battaglia di di opera da porsi nel primo periodo romano. La critica successiva Cascina' cui si è voluto far risalire. non ha accolto tale opinione, continuando tuttavia a riconoscere 51) Quasi una riprova di quanto qui si suggerisce sembra le strette analogie tra il • Mosè ' e le • Fatiche di Ercole' che di leggersi nel grande affresco di Perin del Vaga sulla volta di Palazzo quella erano state valida giustificazione. Doria : ivi le gigantesche figure riverse - così dichiaratamente 49) L. BECHERUCCI, op. cit., p. 29; il disegno Uffizi - dalla .. manieristiche " - fanno conto degli ignudi del Rosso nei due Becherucci attribuito al Rosso - è quasi concordemente rico- dipinti ora ricordati assai più che dei soldati abbattuti nella

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maggiore significato per gli sviluppi del tardo manierismoi di recente F. Bologna (in Paragone, 1953, n. 43, p. 27 ss.) ne rilevata la determinante azione su pittori quali il Salviati, il Vasari e il fiammingo Kempeneer divenuto poi spagnolo col nome di Pedro de Campana i nei confronti degli spagnoli, in particolare del Machuca, ri­ prendeva l'argomento - traendo spunto da un suggerimento di Roberto Longhi (Paragone, 1953, p. 3 ss.) - la Griseri (art. cit., in Paragone, 1957, p. 13 ss.). Nel suo recente volume su La maniera italiana, 1961, p. 30 sS., G. Briganti propone con senso critico moderno ed aggiornato una valutazione più adeguata del Buonaccorsi nella storia della pittura del '500. 56) Cfr. G. FIOCCO, art. cito in Bol/. d'Arte, 1913, p. 87 sS. 57) Sembrerebbero suggerirlo il gruppo della Madonna col Bambino sulle nubi, così simile a quello nel disegno Brit. Mu­ seum di Peri no per decorazione di un al­ tare, di recente reso noto da Ph. Pouncey­ FIG. 37 - GENOVA, PAL. DORIA - PERIN DEL VAGA: CADUTA DEI GIGANTI, J. A. Gere (op. cit., n. 168, pp. 98-99, PARTICOLARE (Fot. Alinari) tav. 136) e attribuito ad epoca successiva alla partenza da Roma di Perino i ma so­ I Battaglia' di Giulio Romanoi e addirittura un inserto dalla vratutto la composizione del gruppo centrale di Augusto e la tavola pisana si riconosce nell'abbandono mortale dell'ignudo in Sibilla, e la vasta "impaginatura 11 architettonica della scena, secondo piano sulla destra della composizione (fig. 37). Un ricorso così bene ambientabile nel ter2;O decennio della pittura romana­ così preciso e puntuale da giustificarsi difficilmente con un ri­ raffaellesca. Ed è interessante osservare come più di una analogia cordo vecchio di più di un quinquennio, come sarebbe nel caso deve riconoscersi tra tali aspetti dell'affresco in Trinità dei Monti la tavola di Pisa appartenesse al soggiorno fiorentino del Rosso. e la incisione dello stesso soggetto che Antonio da Trento trasse 52) Dei rapporti tra Peri no e il Rosso fa fede anche la serie da un disegno del Parmigianino attribuibile al soggiorno romano degli " Amori degli dèi" incisa dal Caraglio: di tale serie, il del parmense (cfr. G. COPERTINI, op. cit., pp. 38-39i la incisione Vasari assegna esplicitamente al Rosso (V, p. 425) il 'Plutone e si trova nel Gab. Naz. delle Stampe, F. C. 69206) : la più nitida Proserpina ' e il ' Saturno e Fillira ' . Appartenenti, per la natura e vasta partitura architettonica e spaziale dell'affresco in Trinità stessa dei soggetti, al " classical revival" dell'ambiente raffael­ dei Monti - e il maggiore equilibrio tra figure e ambiente­ lesco, il ' Plutone e Proserpina ' ne partecipa anche per il ritmo rendono lecito supporre che, ove sia esistito un disegno di Perino teso e sostenuto della composizione, sciolto poi in un giuoco più per l'affresco di ' Augusto e la Sibilla " sia stato il Parmigianino fluido di arabesco nel ' Sa turno e Fillira ' : la grazia elegante a tenerne conto, piuttosto che pensare ad un rapporto inverso. del nudo della giovane donna, gli svolazzi dei drappi, delle ciocche Con la incisione di Antonio da Trento va poi collegato l'affresco ricciute della chioma o della criniera del cavallo, paiono soluzioni del Peruzzi nella chiesa di Fontegiusta a Siena (c . 1528): a meno convenienti anche a Perino, ma da lui realizzate solo in parte e che non si debba anche in questo caso rifarsi all'ipotetico disegno faticosamente nelle incisioni che per ordine del Baviera gli ven­ di Perin del Vaga per l'affresco in Trinità dei Monti. nero affidate a completare la serie lasciata interrotta dal Rosso. 58) Il disegno misura cm. 36 X 18 - recto: 'Natività della Nel' Saturno e Fillira' dovrà pertanto riconoscersi piuttosto una Vergine' , penna su carta acquarellata in brunoi quadrettato a pronta e rapida assimilazione, da parte del Rosso, di modi matu­ sanguigna - retro: vari studi di genietti in piedi ai lati di rati a Roma dal Parmigianino, così come accade di avvertire nello uno scudo araldico sormontato dal cappello cardinalizio, a , Apollo e Dafne ' di Perino, ove quei modi parmensi paiono poi sanguigna. meditati attraverso il Rosso : un rapporto di reciproche influenze Il disegno reca il marchio a doppia stella della collezione di pressochè impossibili a districarsi almeno allo stato attuale delle Carlo I i inoltre la sigla P. L. della collezione di Sir Peter LelYi nostre conoscenze. passò poi nella collezione di Padre Resta e in quella di I. C. Spen­ Un disegno del' Saturno e Fillira ' reca, nella collezione San­ gler (sigla I. C. S.). tarelli degli Uffizi (368 S), la attribuzione a Perino: di tratto 59) Cfr. disegni del Cigoli, Uffizi 969 F, 977 F (Catalogo Mostra piuttosto fine e sensibile specie nel nudo della donna, deve tut­ del Cigoli, 1959, tav. LXII) (' Gab. Naz. Stampe, Roma, scat. 18- tavia considerarsi con ogni probabilità copia della incisione. 124997· Altra copia, parziale e di mediocre qualità, nel Gabinetto Naz. Ringrazio qui la dottoressa Anna Forlani per avermi molto delle Stampe (scat. 12-F. N . 9619, B), ove un frammento per cortesemente suggerito il rapporto, da lei già individuato, tra il la figura di Fillira (ivi, F. N. 9619, A) - a biacca su carta disegno e la pala di Pistoia. tinta - viene riconosciuto al Rosso: in cattivo stato di conser­ Non è questo il solo errore di attribuzione da segnalare nei vazione, esso è mal giudicabile. disegni che vanno sotto il nome di Perino : almeno di un altro 53) Non mi risulta che la datazione intorno al '20 - suggeri ta occorre far cenno, per essere il disegno pubblicato con grande dal Vasari per la volta della Sala dei Pontefici nella "vita 11 di rilievo tra i pochi dell'artista resi noti dal Gamba nei monumen­ Perin del Vaga (V, p. 595) - sia stata discussa dalla critica: ad tali volumi sui Disegni della Galleria degli Uffizi (V, I): si tratta essa si è adeguato recentemente anche il FREEDBERG, Paint. 01 della' Allegoria' 13572 F, la cui attribuzione a Peri no va sosti­ the Renaissance ... , cit., pp. 566-67. Una lettera di Sebastiano tuita con quella a (cfr. disegno colI. Cellini, del Piombo, del settembre 1520, documenta che in quel mese Roma - foto Gab. Fot. Naz., F II685), con uno scarto cioè il lavoro della Sala non era stato ancora affidato ad alcun artista di circa mezzo secolo. (cfr. G. MILANESI, Les Correspondants de Michel-Ange, Firenze 60) cm. 21,3 X 15,8 - inchiostro su carta acquarellata e biacca. 1890, p. 12) i Leone X morì il l° dicembre del 1521 ed il lavoro Con questo disegno va collegato quello Besançon 3098 (fot. doveva esser stato eseguito solo in parte a quella data. Gernsheim 8347) probabilmente rielaborazione più tarda e di 54) VASARI, cit., VI, p. 559 s. un'altra mano della composizione del disegno Uffizì. 55) Lo Antal già nel 1927 (Krit. Berichte f. Kunstgesch ..., 6,) POPHAM-WILDE, op. cit., n. 975 e POUNCEy- GERE, op. cit., 1927-28, p. 148) poneva Perin del Vaga tra i pittori di p. 97·

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