Joseph Albers (Bottrop 1888 – New Haven 1976)
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
Joseph Albers (Bottrop 1888 – New Haven 1976) “Facile – sapere che i diamanti sono preziosi Bene – imparare che i rubini sono profondi più difficile – vedere che un sassolino è un miracolo”. Cenni biografici Pittore, grafico, designer tedesco, Joseph Albers comincia ad insegnare a Lagenhorst in Germania nel 1908, continuando a studiare fino agli anni Venti: prima a Essen e a Berlino per imparare le tecniche a stampa; poi disegno a Monaco come allievo di Franz von Stuck. Nel 1920, s’iscrive al Bauhaus di Weimar, dove segue i corsi di Johannes Itten e si specializza con un percorso autonomo nella pittura su vetro. È in quegli anni che disegna una serie di vetrate e mobili per Walter Gropius, direttore del medesimo istituto. Quando Itten lascia il Bauhaus, Albers prende il suo posto tenendo corsi sul design, l’architettura d’interni e i materiali. Nel 1925, dopo essersi trasferito con la moglie Anni a Dessau, è nominato Professore al Bauhaus. Dal 1926 alla seconda Guerra Mondiale, produce oggettistica e arredo, continuando ad insegnare e viaggiando per conferenze e mostre in Germania e Europa. Nel 1930, è vicedirettore del Bauhaus presieduto dal 1928 da Hannes Meyer, che gli organizza nel 1932 la prima monografica dei suoi lavori su vetro. È nel 1935 che produce i suoi primi oli astratti, dopo che la guerra lo obbliga ad espatriare in America. Continua ad insegnare, inizialmente al Black Mountain College nel North Carolina (di cui diventa rettore nel 1948), mentre comincia a viaggiare in Sudamerica (soprattutto in Messico). Dal 1950, si sposta in molte università americane come “visiting professor” e dà vita alla celebre serie di Omaggi al quadrato. Dopo numerose consacrazioni da parte dei più grandi musei americani e europei, si spegne nel Cunnecticut. Cinque anni dopo, la moglie Anni, inaugura il Joseph Albers Museum a Bottrop, in Germania. Poetica Joseph Albers è uno dei principali protagonisti della Scuola del Bauhaus, primo importante istituto nel quale belle arti, architettura e arti applicate sono considerate sullo stesso piano. Opere La sua ricerca in campo visivo s’iscrive nell’ambito dello studio dell’instabilità percettiva con conseguente sovvertimento del carattere statico della pittura. Nel 1912, esegue i primi collages di vetri traslucidi su tavola, nei quali la luce disegna forme in continuo movimento. Dal 1939, in America, studia le forme isometriche per ottenere effetti di ambiguità percettiva (per esempio nella seria Vice-versa del 1943); fino a sviluppare, dal 1950, una pittura fondata sulle variazioni di colore strutturate in griglie geometriche a base quadrata. Con la serie Omaggio al quadrato, Albers indaga il rapporto forma-colore grazie a sovrapposizioni prospettiche che producono effetti d’illusoria profondità. Il riferimento al numero come legge suprema e mistica della realtà è secondario rispetto ad una logica più prettamente razionale, basata sul principio di modularità utile alle pratiche della produzione industriale. La sua intensa attività didattica si corona nel 1963 con la pubblicazione del testo Interazione del colore ancor’oggi considerato come imprescindibile lettura sull’argomento. Pierre Alechinsky (Bruxelles 1927) “Disegnare è interrogarsi”. Cenni biografici Figlio di medici, Pierre Alechinsky s’iscrive nel 1945 alla scuola Nazionale Superiore di Architettura e Arti decorative di La cambre in seguito a studi secondari piuttosto deludenti. Frequenta la sezione di Pubblicità, dove impara a presentare progetti grafici e segue corsi d’illustrazione e tipografia. Nel 1949, conosce il poeta Christian Dotremont che fonda con Appel e Jorn il movimento Cobra. Affascinato dai libri d’artista comincia a creare e pubblicare illustrazioni per testi poetici. Con la moglie Micky dà vita a Bruxelles a “Les ateliers du Marais”, luogo d’incontro internazionale fino allo scioglimento del movimento nel 1951. Alechinsky si occupa dell’organizzazione delle mostre, della redazione della rivista, continuando a produrre opere pittoriche, illustrazioni e testi critici. Dal 1952, installatosi a Parigi, comincia ad interessarsi di calligrafia e arte orientale spinto dall’incontro con il pittore cinese Wallace Ting (più tardi, Wallace gli farà conoscere anche l’acrilico). Nel 1957, firma il suo primo contratto con la Galerie de France che gli fornisce uno stipendio minimo ma regolare. A partire dagli anni Sessanta, dipinge su grandi tele disposte a terra; le espone con successo all’estero in gallerie private e importanti musei (in Europa e America). Il disegno e gli inchiostri, le collaborazioni con poeti e scrittori continuano ad occupare le sue ricerche contemporanee, portando ad oltre 1500 le edizioni ad oggi pubblicate. Poetica Figura importante dell’arte del primo dopoguerra, Pierre Alechinsky unisce un sapere sofisticato, e una profonda conoscenza delle tecniche a stampa, al gesto folgorante della calligrafia giapponese e a quello d’azione di matrice espressionista. L’esperienza pittorica di Cobra L’esperienza del gruppo Cobra, acronimo dei nomi delle città d’origine dei protagonisti (Copenaghen, Bruxelles, Amsterdam) permette ad Alechinsky di scoprire la forza del colore puro, l’istintività di forme semplici, vicine all’Art Brut e ancora impregnate del pensiero surrealista. Il libro illustrato e la pittura giapponese L’immaginazione prolifica di Alechinsky trova nell’incontro con la scrittura e pittura giapponese il luogo ideale per realizzare l’interdisciplinarità insita nel suo approccio all’arte. I numerosi libri d’artista (in collaborazione con scrittori e poeti a lui contemporanei di grande calibro come Bonnefoy, Butor, Mansour ecc.) gli consentono di interpretare alla maniera occidentale il concetto d’ideogramma. In piedi, il corpo concentrato sul movimento del polso, il pittore disegna grafismi che sono immagini del pensiero, esplosioni del sentire, evocazioni di un sentimento infantile mai rinnegato. Attento a scegliere con cura inchiostri, pennelli e carte, Alechinsky saprà sempre farsi coadiuvare da specialisti delle tecniche a stampa, concedendosi spesso il piacere di lavorare a quattro mani con altri artisti. Le tele e l’acrilico Il quadro Central Park del 1965 costituisce una svolta nell’opera di Alechinsky, una sorta di sistematizzazione del suo metodo pittorico grazie alla scoperta dell’acrilico e della tecnica del marouflage. L’impianto della tela è formato da uno spazio centrale magmatico e da una sorta di cornice composta da una serie di finestre grafiche: Sono, come le definisce l’artista, “annotazioni ai margini”, appunti che hanno valore grafico-narrativo. Negli anni Ottanta, il disco e i cerchi concentrici, insieme al vulcano e ai lapilli diventano un leit motiv che Alechinsky sviluppa dopo numerosi viaggi tra New York, il sud della Francia e l’Europa, Tenerife… Karel Appel (Amsterdam 1921 – Zurigo 2006) "Dipingere è distruggere ciò che è stato. Non ho mai cercato di fare un quadro, ma un brano di vita. E' uno specchio, è una notte; è come un bambino, è una tigre dietro le sbarre" Cenni biografici Dal 1940 al 1943 è allievo all’Accademia di Belle Arti di Amsterdam, nello stesso periodo di Corneille, amico e collega con cui, insieme a Constant, lavora negli anni seguenti. Espone per la prima volta nel 1946 all’Het Beerenhuis di Groninga, in Olanda. Nel 1949, dopo aver dato vita con Corneille e Constant alla creazione del gruppo sperimentale e della rivista “Reflex”, fonda il movimento Cobra (insieme ad Asger Jorn e Pierre Alechinsky). Realizza un affresco per il ristorante del municipio di Amsterdam, che suscita tanto scalpore da essere coperto per dieci anni. Si stabilisce a Parigi nel 1950 e, dopo lo scioglimento di Cobra, partecipa con Jorn al Mouvement International pour une Bauhaus Imaginiste. Espone nel 1953 con una grande personale al Palais des Beaux Arts di Bruxelles. Nel 1957 visita il Messico e gli Stati Uniti e vince un premio di grafica alla Biennale di Ljubljana; nel 1959 gli viene assegnato il premio internazionale per la Pittura alla Biennale di San Paolo. Stabilitosi a sud-est di Parigi, crea negli anni Sessanta una serie di grandi rilievi policromi, sculture in legno e in poliestere. Nel 1976, collabora con gli abitanti delle bidonville di Lima (Peru’) nella realizzazione di affreschi murali. Intanto, continua a sperimentare pittura e la scultura, l’opera grafica e quella a stampa, i rilievi polimaterici e le vetrate. Dopo una serie di viaggi tra l’Italia, New York e il Sudamerica, muore a Zurigo, dove viveva, l’11 maggio 2006. Poetica Inizialmente influenzato dalla pittura di Picasso, Matisse e Dubuffet, Karel Appel impersona a pieno l’energia di matrice espressionista che riunisce i rappresentanti del gruppo Cobra. Cobra: la pittura e il gesto Il desiderio di sperimentazione, materiali e tecniche, dà vita ad assemblaggi e pitture tridimensionali, nel tempo trasformate in sculture polimateriche. Mai attratto dal cerebralismo di certo astrattismo europeo, Appel affonda la sua immaginazione nel mondo infantile e nelle forme primitive, dando libero sfogo al gesto liberatore: “la pittura è un'emozione piena di verità e risuona di un suono vivo, come il ruggito che viene dal petto di un leone". Ne risultano tele forti, nel segno come nel colore, in cui la materia pittorica stesa con pennellate ampie, dense e pastose, manifesta il carattere tra il giocoso e il tragico dell’artista olandese. Le sculture ei rilievi polimaterici, i murales e l’opera grafica Le immagini del folklore popolare, gli archetipi che formano la nostra razionalità e nutrono il nostro inconscio, e i