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questa pagina è intenzionalmente bianca REPORT A CURA DELL’ASSOCIAZIONE LABMONZA

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Questo report è stato realizzato collettivamente dai membri dell’associazione LabMonza. In particolare, si ringrazia Alessandro Gerosa per l’analisi dei dati e Arianna Bettin e Filippo Villa per l’impaginazione. Le analisi statistiche sono state realizzate tramite l’uso di STATA e di LibreOffice; i grafici sono stati realizzati tramite l’uso di LibreOffice e RAW Graphs. Le immagini della città di Monza in copertina sono di proprietà di Wikipedia Commons, rilasciate sotto licenza CC BY-SA 3.0. Il report e tutto il materiale contenuto in esso è rilasciato sotto licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 4.0

Prima edizione, Aprile 2018 Indice

1 Introduzione ...... 8 1.1 Perché un report sulle mutazioni del voto elettorale?8 1.2 Istruzioni per la lettura9

2 Una panoramica del voto ...... 10 2.1 L’astensione nelle tre tornate elettorali 10 2.2 Le elezioni politiche 2013 11 2.3 Le elezioni Comunali 2017 12 2.4 Le elezioni politiche 2018 13

3 Il voto ai singoli schieramenti ...... 14 3.1 Il centro. 15 3.2 L’estrema destra. 16 3.3 17 3.4 Fratelli d’Italia 18 3.5 La 19 3.6 Il Movimento 5 Stelle 20 3.7 Il Partito Democratico 21 3.8 La sinistra 22 3.9 La «estrema sinistra» 23 3.10 Riassumendo: i grafici a barre per ogni schieramento 24

4 Le analisi dei flussi elettorali ...... 29 4.1 Tasso di variazione dell’elettorato fra 2013 e 2018 30 4.2 I flussi in entrata ed uscita 31 4.3 Istogrammi in pila dei flussi in entrata e in uscita 33 4.4 Interpretazione dei dati 35 4.4.1 Dal Centro al Partito Democratico...... 35 4.4.2 Dal PdL a Forza Italia: un bilancio in perdita...... 35 4.4.3 Dalla Lega Nord alla Lega di Salvini: fenomenologia di un successo...... 35 4.4.4 Il Movimento 5 Stelle e gli elettori di centro-sinistra...... 35 4.4.5 Il Partito Democratico dalla «non vittoria» di Bersani alla fine del ciclo Renziano...... 36 4.4.6 Da SEL a LeU, la travagliata vicenda della sinistra italiana...... 36

5 Come cambia il voto per genere ed età ...... 37 5.1 Come leggere il grafico alla figura 5.1 37 5.2 Quali partiti aumentano il consenso se cresce il numero di donne? Quali all’au- mentare dell’età media? 39 5.3 Grafici a dispersione con linee di regressione e intervalli di confidenza per le correlazioni statisticamente significative 39

6 Appendice metodologica ...... 44 Elenco delle figure

2.1 L’astensione nelle tre tornate elettorali, fonte: LabMonza su dati di Monza ...... 10 2.2 voto alle liste alle politiche 2013, fonte: LabMonza su dati Comune di Monza ...... 11 2.3 voto alle liste alle comunali 2017, fonte: LabMonza su dati Comune di Monza ...... 12 2.4 voto alle liste alle politiche 2018, fonte: LabMonza su dati Comune di Monza ...... 13

3.1 Il centro nelle tornate elettorali, grafico a stella; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza . 15 3.2 L’estrema destra nelle tornate elettorali, grafico a stella; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza...... 16 3.3 Forza Italia nelle tornate elettorali, grafico a stella; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza 17 3.4 Fratelli d’Italia nelle tornate elettorali, grafico a stella; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza18 3.5 La Lega Nord nelle tornate elettorali, grafico a stella; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza19 3.6 Il Movimento 5 Stelle nelle tornate elettorali, grafico a stella; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza ...... 20 3.7 Il Partito Democratico nelle tornate elettorali, grafico a stella; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza ...... 21 3.8 La sinistra nelle tornate elettorali, grafico a stella; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza 22 3.9 La «estrema sinistra» nelle tornate elettorali, grafico a stella; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza ...... 23 3.10 Il centro nelle tornate elettorali, grafico a barre; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza . 24 3.11 L’estrema destra nelle tornate elettorali, grafico a barre; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza...... 24 3.12 Forza Italia nelle tornate elettorali, grafico a barre; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza 25 3.13 La Lega Nord nelle tornate elettorali, grafico a barre; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza25 3.14 Fratelli d’Italia nelle tornate elettorali, grafico a barre; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza26 3.15 Il Movimento 5 Stelle nelle tornate elettorali, grafico a barre; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza ...... 26 3.16 Il Partito Democratico nelle tornate elettorali, grafico a barre; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza ...... 27 3.17 La sinistra nelle tornate elettorali, grafico a barre; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza 27 3.18 La «estrema sinistra» nelle tornate elettorali, grafico a barre; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza ...... 28

4.1 Tasso di variazione dell’elettorato ai partiti nel 2018 rispetto al 2013 ...... 30 4.2 I flussi in uscita dagli schieramenti, diagramma alluvionale. Fonte: LabMonza su dati Comune di Monza ...... 31 7

4.3 I flussi in entrata agli schieramenti, diagramma alluvionale. Fonte: LabMonza su dati Comune di Monza ...... 32 4.4 I flussi in uscita dagli schieramenti, istogramma in pila. Fonte: LabMonza su dati Comune di Monza ...... 33 4.5 I flussi in entrata agli schieramenti, istogramma in pila. Fonte: LabMonza su dati Comune di Monza...... 34

5.1 Correlazione fra percentuali di voto e dati anagrafici alle politiche 2018, fonte: LabMonza su dati Comune di Monza...... 38 5.2 Correlazione fra astensione ed età, grafico a dispersione più retta di regressione; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza ...... 40 5.3 Correlazione fra voti a Virtuani (Csx) e genere, grafico a dispersione più retta di regressione; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza ...... 40 5.4 Correlazione fra voti a Virtuani (Csx) ed età, grafico a dispersione più retta di regressione; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza ...... 41 5.5 Correlazione fra voti a De Poli (M5S) e genere, grafico a dispersione più retta di regressione; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza ...... 41 5.6 Correlazione fra voti a De Poli (M5S) ed età, grafico a dispersione più retta di regressione; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza ...... 42 5.7 Correlazione fra voti a Forza Italia e genere, grafico a dispersione più retta di regressione; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza ...... 42 5.8 Correlazione fra voti a Lega Nord e genere, grafico a dispersione più retta di regressione; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza ...... 43 5.9 Correlazione fra voti a Fratelli d’Italia e genere, grafico a dispersione più retta di regressione; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza ...... 43 1. Introduzione

1.1 Perché un report sulle mutazioni del voto elettorale?

Di Arianna Bettin

Parto da una premessa: pubblicare uno studio dei flussi elettorali su Monza, anche a distanza di due mesi dal voto delle politiche, non è un mero esercizio di stile. Un giornalista, a ragione, definirebbe il pezzo "freddo", scaduto, vecchio. Per quello che ci proponiamo di fare come associazione, però, si tratta di una base di lavoro indispensabi- le, che consente di andare fino in fondo nell’analisi di un voto che ci ha visti sconfitti, il primo tassello per capire meglio una città che cambia - e che in cinque anni è cambiata.

Non si può ragionare di un nucleo urbano come di un blocco compatto e uniforme: ogni quartiere è parte integrante di un tutto organico, una parte che si struttura e si sviluppa in modo proprio attorno ai suoi poli, in base alle sue esigenze e alla sua composizione sociale. I quartieri storicamente popolari, in linea peraltro con una tendenza nazionale, per buona parte misco- noscono la loro collocazione storica, non identificano nel centro-sinistra del Partito Democratico, né nelle forze di sinistra, il loro riferimento, bensì (e non credo di esagerare) il nemico. Non solo non si sentono rappresentati da questi, ma sviluppano un odio viscerale e violento nei loro confronti. Il rifiuto si traduce per un verso nel voto estremo, per l’altro, nella perdita di fiducia in qualsiasi possibilità della politica. Ancora più indicativo è infatti il dato dell’astensione, che trova il suo picco proprio in quelle aree generalmente reputate più problematiche. Nelle periferie, in particolare nella terza Circoscrizione, per disincanto, per rabbia o per disinteresse, sono molti i cittadini che scelgono di non esprimersi, molti scelgono di schierarsi con forze che propongono le misure più estreme. Per quanto collocata nel cuore economico d’Italia, in un delle sue province più ricche e produttive, Monza non fa e non riesce a fare eccezione.

Logicamente si deve supporre che laddove si sia dato un notevole spostamento del voto, o dove ha prevalso il cosiddetto "voto di protesta", sia anche dove sussistono conflitti e problemi irrisolti, o avvertiti in quanto tali. Che siano, più precisamente, quei luoghi dove non si è riusciti a dare una risposta adeguata, soddisfacente, né nei fatti (per quanto riguarda l’amministrazione locale e il Governo), né nei programmi (per quanto riguarda la campagna elettorale, e, nello specifico, la nostra campagna del 2017). E in base alla direzione del mutamento si può cercare di identificare, perlomeno a grandi linee, le sue cause. Per farlo, si deve fare quello che, alla prova dei fatti, finora non siamo riusciti a fare: in primo luogo individuare puntualmente quali siano le domande e le richieste a cui non abbiamo saputo rispondere, senza scadere in analisi superficiali. In seconda battuta, bisogna comprendere se queste poggino su una criticità effettiva, concreta, o su una percezione differente dalla nostra, quando non distorta, di un fenomeno, 1.2 Istruzioni per la lettura 9

attribuendo a entrambi i casi la stessa dignità e legittimità. Senza arroganza, senza presunzione. Entrambi, allo stesso modo, sono il sintomo di un disagio reale e complesso. Perciò riteniamo questo studio tanto importante: ci dice da dove bisogna iniziare.

Le elezioni passano - in questo senso «il pezzo è "freddo"» - ma i motivi del loro esito persistono, e creano, peraltro, un precedente da cui si può sempre trarre insegnamento. Oltretutto, questo strumento ci consente di dare una collocazione geografica al malcontento - elemento preziosissimo per andare alla radice del conflitto e del distacco tra popolazione e istituzioni. Constatando la mancanza di un’analisi simile su Monza, abbiamo deciso di mettere in condivisione i risultati del presente studio, perché pensiamo sia uno strumento potenzialmente utile per tutti coloro che, pure per schieramenti diversi dal nostro, si occupano di politica cittadina; col pensiero - forse eccessivamente ottimistico - che, in qualche modo, questo nostro prodotto possa giovare un domani alla comunità. Esso fornisce di fatti una cartina di tornasole per tutti coloro abbiano a cuore il benessere della cittadinanza, al di là del mero successo elettorale.

1.2 Istruzioni per la lettura Di Alessandro Gerosa Lo scopo di questo dossier è offrire ai lettori un’analisi rigorosa, ma allo stesso tempo concisa e facilmente comprensibile, di come il voto nel territorio di Monza sia mutato nel corso degli ultimi cinque anni, ovvero nel tempo trascorso fra le scorse elezioni politiche e quelle appena tenutesi. La prima parte del dossier è composta da analisi descrittive, che riportano come si è distribuito il voto a livello comunale e a livello di circoscrizione (vedi nota metodologica 1 in appendice). Abbiamo deciso di comparare il voto del 4 marzo 2018 sia con quello delle politiche 2013, sia con quello delle comunali del 2017. Per quanto i dati ottenuti non ci possano dire nulla sulla scomposizione e ricomposizione del voto di un partito fra una tornata e l’altra, tuttavia rappresentano nel loro insieme due istantanee di due momenti e ci consegnano un «saldo» elettorale, positivo o negativo, che è difficile dire da dove provenga o dove sia andato (vedi box approfondimento sotto). Per provare a rispondere almeno sommariamente a quest’ultimo quesito, nella seconda parte del dossier presentiamo un’analisi dei flussi elettorali tramite applicazione del metodo di Goodman. Il metodo di Goodman è una tecnica d’analisi elaborata dall’Istituto Cattaneo negli anni ‘80, e ancora in uso oggi, che permette, esclusivamente a livello cittadino, tramite un’analisi dei voti nei singoli seggi, di tracciare un modello dei flussi elettorali in entrata e in uscita dalle forze politiche fra un’elezione e l’altra. Rimandando alla nota metodologica 2 per una trattazione più approfondita e dettagliata del modello, ci limitiamo qui a rimarcare che, sebbene il lettore avrà modo di vedere per ciascun flusso da un partito all’altro dei coefficienti precisi al centesimo, un’interpretazione letterale dei dati sarebbe profondamente falsata: l’analisi dei flussi è uno strumento molto utile e potente per delineare delle tendenze generali altrimenti inosservabili, dunque un’interpretazione valida non può guardare a differenze a livello decimale o di unità fra una componente e l’altra, ma dovrà mantenersi su un livello, per l’appunto, generale. Questa regola vale tanto più quanto è piccola la percentuale reale raccolta dal partito politico in questione: più il partito ha raccolto una bassa percentuale di voti, più l’interpretazione dei coefficienti deve essere cauta. Una simile analisi è stata condotta comparando le politiche del 2013 e quelle del 2018, mentre un’analisi dei flussi fra le politiche del 4 marzo scorso e le elezioni comunali del 2017 si è rivelata non dare risultati abbastanza solidi, ed è stata quindi scartata. Le analisi descrittive e le analisi dei flussi di Goodman sono state condotte impiegando i software “Stata” e “R”; per la realizzazione grafica si è attinto anche dal progetto “RAW Graphs”.

Box d’approfondimento: Occhio a non sovrainterpretare i dati! Un consiglio (non richiesto) ai lettori perché nell’analisi dei dati descrittivi non si lascino andare ad interpretazioni apparentemente logiche, ma nella realtà ingannevoli: se si leggerà, come è naturalmente accaduto, che fra una tornata e l’altra il partito A ha perso consensi mentre il partito B ne ha guadagnati, non esistono in realtà elementi per concludere che il partito A abbia perso consensi in favore del partito B, anche nel caso in cui siano gli unici partiti ad avere avuto una variazione significativa. Queste interpretazioni sono osservabili, per sommi capi, solo tramite analisi dei flussi elettorali. 2. Una panoramica del voto

In questo capitolo introduttivo vogliamo semplicemente fornire una panoramica compatta e riassuntiva dello storico dei voti espressi dalla cittadinanza monzese, circoscrizione per circoscrizione, tornata per tornata. Scopo del confronto è mettere in luce come si sia modificato in cinque anni il voto dei residenti di ciascuna zona rispetto a quello delle altre, includendo anche il dato dell’astensione con lo stesso livello di dettaglio (quest’ultimo costituisce anche un’utile chiave di lettura del risultato delle elezioni amministrative del 2017). Vuole essere insomma come un compendio schematico a cui tornare quando ci si vuole ricordare, scorrendo il testo, l’andamento esatto di questa o quella lista in ciascuna tornata; proprio per questo, abbiamo anche omesso qualsiasi testo di commento, che invece abbiamo inserito nei capitoli successivi.

2.1 L’astensione nelle tre tornate elettorali

Figura 2.1: L’astensione nelle tre tornate elettorali, fonte: LabMonza su dati Comune di Monza 2.2 Le elezioni politiche 2013 11 2.2 Le elezioni politiche 2013

Figura 2.2: voto alle liste alle politiche 2013, fonte: LabMonza su dati Comune di Monza 12 Capitolo 2. Una panoramica del voto 2.3 Le elezioni Comunali 2017

Figura 2.3: voto alle liste alle comunali 2017, fonte: LabMonza su dati Comune di Monza 2.4 Le elezioni politiche 2018 13 2.4 Le elezioni politiche 2018

Figura 2.4: voto alle liste alle politiche 2018, fonte: LabMonza su dati Comune di Monza 3. Il voto ai singoli schieramenti

In questa sezione si prende in considerazione lo storico dei risultati di ciascuno schieramento politico, ponendo l’accento su come il voto si è distribuito sul territorio monzese a livello geografico. Ciascuno schieramento è raffigurato tramite due grafici: i diagrammi a stella, che permettono di comparare facilmente come sia cambiato il voto per ciascuno schieramento di circoscrizione in circoscrizione, visualizzando le contrazioni o espansioni del consenso ottenuto da ogni area politica a seconda della tornata elettorale; i più tradizionali diagrammi a barre, posti alla fine capitolo, che raffigurano gli stessi dati, ma ne consentono una visualizzazione più intuitiva e immediata ai fini della verifica della fluttuazione del voto. Per ciascuno schieramento politico, ai grafici viene accompagnato un breve commento che sintetizza le conclusioni deducibili dalle figure e ne facilita la comprensione.

I dati presentati in questo capitolo sono di natura descrittiva. Non sono però il frutto di alcuna analisi statistica originale: ci siamo limitati a raccogliere dati già pubblicamente disponibili (i voti espressi per seggio elettorale, disponibili sul sito del Comune di Monza), e riorganizzarli. Quest’operazione è preliminare e complementare alla successiva analisi empirica dei flussi elettorali: la lettura delle variazioni geografiche nel voto agli schieramenti fra le tornate elettorali ci indica quali partiti hanno vissuto una mutazione maggiore nella composizione sociale del proprio elettorato. In altre parole, data la composizione sociale di ciascuna zona della città, è possibile avere un’idea di quali fasce di popolazione abbiano cambiato negli anni la propria forza di riferimento. Di conseguenza, questi dati suggeriscono, tra le altre cose, su quali partiti è più interessante soffermarsi nell’analisi dei flussi elettorali. Questi ultimi, se incrociati con i grafici a stella, ci permettono di formulare delle interpretazioni più ricche e accurate di quanto è avvenuto all’interno dell’elettorato sul nostro territorio.

Per una definizione e delimitazione puntuale dei quartieri cittadini contenuti in ciascuna circoscrizione, nonché per la giustificazione della scelta di impiegare le circoscrizioni come unità d’analisi in questo capitolo, si rimanda alla nota metodologica n. 1 riportata in appendice. La scelta di analizzare il voto per schieramenti politici, dettato da ragioni di sintesi e comparabilità dei dati, ha comportato una serie di scelte di accorpamento ed esclusione delle liste, che sono enunciate e motivate estesamente nella nota metodologica n. 3. Si tenga infine presente che tutti i dati rappresentati nei grafici sono valori percentuali calcolati sul totale dei voti validi. 3.1 Il centro. 15 3.1 Il centro.

Figura 3.1: Il centro nelle tornate elettorali, grafico a stella; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza

Sebbene passata pressoché inosservata, l’implosione elettorale del centro è la vera novità delle elezioni politiche del 2018. Come osservabile dalla figura 3.1, nel 2018 Scelta Civica, insieme a Fare per Fermare il Declino nella Circoscrizione 5 toccavano il 20% e nella Circoscrizione 1 andavano ben oltre il 15%, mentre nel 2018 la somma dei voti di +Europa, Civica Popolare e Noi con l’Italia (che pure erano forze non costituenti un polo autonomo, ma aggregate alle coalizione di centrosinistra o centrodestra) in nessuna circoscrizione raggiungono il 10%. La distribuzione del voto rimane pressoché invariata fra il 2013 ed il 2018: quello allo schieramento di centro è un voto molto sbilanciato a favore della Circoscrizione 5 e a seguire la Circoscrizione 1, le zone della cosiddetta «Monza bene», mentre crolla in particolare nella Circoscrizione 3, dove il valore arriva a toccare la metà delle percentuali prese a Cazzaniga e San Biagio. Il voto alla lista Monza con Maffè, che alle comunali 2017 ha costituito al primo turno un polo autonomo, poi confluito nella coalizione di centrodestra al ballottaggio, mostra invece delle differenze significative con l’andamento delle due tornate politiche. Il risultato è generalmente più contenuto, ma la performance migliore viene ottenuta nelle Circoscrizioni 2 e 4, che invece hanno risultati nettamente più modesti nelle tornate politiche. In cinque anni, dunque, la distribuzione del voto al centro non cambia, probabile indice di uno scarso mutamento nella composizione sociale del suo elettorato, ma il centro scompare come polo autonomo, ed elettoralmente, come singole forze politiche, si riduce a meno di un terzo del valore iniziale, come mostra la figura 3.2: l’elettorato di centro è rimasto immutato, ma ha spostato il voto verso altri partiti, potenzialmente complice l’assenza di un polo autonomo di centro e la frammentazione dei partiti nelle coalizioni di centrosinistra e centrodestra (anche se, alle comunali, il tentativo di mantenere un polo autonomo di centro ha comunque raccolto, rispetto al 2013, risultati modesti). Diventa dunque interessante analizzare le analisi dei flussi in uscita dal centro, in particolare da Scelta Civica, per capire dove la maggioranza dell’elettorato di centro si sia orientata. 16 Capitolo 3. Il voto ai singoli schieramenti 3.2 L’estrema destra.

Figura 3.2: L’estrema destra nelle tornate elettorali, grafico a stella; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza

L’estrema destra a Monza nelle tre tornate elettorali prese in esame ha aumentato costantemente, in tutte e cinque le circoscrizioni, il proprio consenso, pur non superando in nessuna occasione ed in nessuna circoscri- zione la soglia del 2%. In entrambe le tornate politiche, il voto alla lista appare territorialmente omogeneo fra le circoscrizioni, con una varianza quasi impercettibile fra una circoscrizione e l’altra. All’aumento pur contenuto delle percentuali in occasione delle politiche 2018 può contribuire il fatto che per la prima volta si siano presentate tre liste che rappresentano tre anime differenti (e più di una volta concorrenti) dell’estrema destra: l’anima più in continuità con l’estrema destra storica italiana (Forza Nuova), il tentativo di rifondare un «fascismo del terzo millennio» (Casapound) e un partito che si candida a rappresentare l’integralismo religioso cattolico (il Popolo della Famiglia). Alle elezioni comunali del 2017, ricevendo comunque il sostegno politico e candidati di Forza Nuova, il Popolo della Famiglia mostra una distribuzione leggermente più disomogenea, con un radicamento elettorale maggiore nelle Circoscrizioni 4 e 5. Nel complesso, data l’alta omogeneità territoriale del voto collegata alla complessiva scarsa rilevanza elettorale, si può avanzare l’ipotesi che quello all’estrema destra rappresenti largamente un voto di opinione da parte di uno «zoccolo duro» nostalgico legato al pensiero neofascista o integralista cattolico; data la sostanziale irrilevanza politica appare poco interessante, dunque, indagarne i flussi in entrata e in uscita alle politiche. 3.3 Forza Italia 17 3.3 Forza Italia

Figura 3.3: Forza Italia nelle tornate elettorali, grafico a stella; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza

Nel 2013 il Popolo della Libertà, già orfano di , costituiva il secondo partito cittadino, con un risultato complessivo oltre il 20%, ed era largamente il primo partito della coalizione (la Lega Nord aveva meno della metà dei suoi voti). Nel 2018, alle nuove elezioni politiche, Forza Italia prende circa il 15%: il calo di cinque punti percentuali è però un boccone particolarmente amaro, poiché fa scendere Forza Italia dal podio dei principali partiti cittadini (dietro a Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Lega Nord) e ribalta negativamente i rapporti di forza interni alla coalizione di centrodestra, ampiamente superata dalla Lega. La distribuzione geografica del voto appare pressoché invariata ed omogenea, eccezion fatta per il voto sensibilmente maggiore nella Circoscrizione 5, generalmente considerata a livello cittadino la roccaforte della destra e, in particolare, di Forza Italia. Il voto alle comunali 2017, inferiore ad entrambe le tornate politiche e con una distribuzione territoriale notevolmente differente, è qui poco indicativo, perché influenzato dalla presenza alle elezioni comunali di una lista civica del Sindaco elettoralmente rilevante e di una lista di centro che, per composizione, è possibile andasse a contendere l’elettorato di Forza Italia. Anche in questo caso, dunque, emerge un quadro simile a quello osservato per lo schieramento di centro, anche se su scala ben maggiore: la distribuzione territoriale invariata dell’elettorato suggerisce una certa stabilità nella sua composizione, ma la perdita in cinque anni di circa un quarto dei voti suggerisce di guardare con attenzione ai flussi in uscita dal PdL per comprendere dove essi si siano indirizzati. 18 Capitolo 3. Il voto ai singoli schieramenti 3.4 Fratelli d’Italia

Figura 3.4: Fratelli d’Italia nelle tornate elettorali, grafico a stella; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza

Fratelli d’Italia in questi anni ha stabilmente rappresentato la terza colonna del centro-destra. Possiamo osservare distintamente come fra il 2013 e le ultime due tornate elettorali, comunali 2017 e politiche 2018, il voto a Fratelli d’Italia sia più che raddoppiato. Se nel 2013 Fratelli d’Italia non raggiungeva il 2% in nessuna circoscrizione, nel 2017 e nel 2018 aumenta considerevolmente il proprio consenso in tutte le circoscrizioni. È curiosa la distribuzione geografica del voto nelle due ultime tornate elettorali: alle comunali del 2017 c’è un evidente exploit nella Circoscrizione 3, che invece è l’ultima circoscrizione per consensi nel 2018, con una differenza di quasi 3 punti percentuali. In generale, si può notare come l’espansione del consenso fra il 2013 ed il 2018 è avvenuta ovunque, ma in maniera fortemente difforme: fra il risultato nelle Circoscrizioni 5 e 4 e quello nelle 2 e 3 c’è circa un punto e mezzo percentuale di distanza. Rispetto all’analisi dei flussi elettorali, l’aumento dei consensi e la variazione geografica di essi suggerisce un interesse per l’analisi dei flussi in entrata a Fratelli d’Italia nel 2018. 3.5 La Lega Nord 19 3.5 La Lega Nord

Figura 3.5: La Lega Nord nelle tornate elettorali, grafico a stella; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza

La Lega Nord diventa a Monza il secondo partito, dopo il PD, ed il primo della coalizione di Centro-Destra. Nel corso dei cinque il suo trend di crescita è confermato e ben visibile in ogni circoscrizione. Il caso del partito di Salvini può essere considerato particolarmente interessante perché fra le politiche 2013 e quelle 2018 si osserva la compresenza di due cambiamenti significativi: non solo l’elettorato leghista più che raddoppia la propria consistenza, ma c’è un cambiamento radicale nella distribuzione geografica del voto. Se nel 2013 erano la Circoscrizione 2 e la Circoscrizione 5 a trainare il voto, mentre nella Circoscrizione 3 si registravano i consensi più bassi, nel 2018 la situazione si ribalta: la Circoscrizione 3 diventa quella dove il raccoglie i maggiori consensi, mentre la Circoscrizione 5 si attesta fanalino di coda (la Circoscrizione 2 si mantiene invece di poco sotto la Circoscrizione 3). In conclusione, l’aumento imponente di consenso elettorale impone all’attenzione i flussi in entrata alla Lega Nord nel 2018, e di interpretare le evidenze empiriche alla luce del cambiamento radicale della distribuzione geografica del voto. 20 Capitolo 3. Il voto ai singoli schieramenti 3.6 Il Movimento 5 Stelle

Figura 3.6: Il Movimento 5 Stelle nelle tornate elettorali, grafico a stella; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza

Il Movimento 5 Stelle aumenta solo lievemente (meno di un punto percentuale) il proprio consenso a Monza, distinguendosi così nettamente dal contesto nazionale (in linea tuttavia con il trend che ha visto l’M5S aumentare considerevolmente nel Sud Italia e non al Nord). Se guardiamo alla distribuzione geografica, la crescita è frutto di un aumento percettibile solamente nella Circoscrizione 2 e, sopratutto, nella Circoscrizione 3, dove l’aumento è di quasi 4 punti percentuali; nella Circoscrizione 5 il consenso del M5S addirittura cala, seppur lievemente. Una situazione particolare, che mette in luce come il consenso del M5S nella città di Monza sia cresciuto in modo sensibile solo a San Rocco, rimanendo sostanzialmente identico altrove. Significativo è anche il risultato alle Comunali 2017, che ricalca la stessa composizione geografica del voto alle politiche, ma presenta valori pressoché dimezzati in maniera uniforme: si può avanzare così l’ipotesi, puramente speculativa, che si sia di fronte ad un voto di opinione, non sostenuto da un radicamento territoriale forte del partito. Ciò impedisce al Movimento di replicare il risultato delle elezioni politiche in quelle occasioni in cui sono i candidati del territorio a essere più influenti e a fare la differenza, come nel caso delle elezioni comunali. È interessante, dunque, capire da dove provengono i flussi in entrata del 2018, vista la loro forte localizzazione geografica, ma anche guardare ai flussi in uscita dal 2013, per comprendere se la sostanziale stabilità nel voto ai Cinque Stelle sia il frutto di un’alta fedeltà dell’elettorato al partito o se ci siano state delle variazioni significative nell’elettorato che si compensano a vicenda, lasciando questo fenomeno invisibile a livello descrittivo. 3.7 Il Partito Democratico 21 3.7 Il Partito Democratico

Figura 3.7: Il Partito Democratico nelle tornate elettorali, grafico a stella; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza

Il Partito Democratico a Monza rimane il primo partito, con una media leggermente superiore al 25%. Un risultato notevole se comparato a quello nel resto della penisola, che ha visto, come noto, il tracollo elettorale del PD sotto la quota del 20%. Un dato comunque molto lontano dal picco maggiore, avuto alle elezioni europee del 2014, quando a Monza il partito superava l’incredibile quota del 47%, ma che testimonia come il PD in città regga e scenda di poco rispetto alle politiche 2013 e alle comunali 2017. Queste ultime, peraltro, segnano il dato migliore fra i tre in analisi, nonostante la sconfitta della coalizione di Centro-Sinistra e la fine dell’Amministrazione Scanagatti. A fronte di una sostanziale tenuta elettorale osservata, il voto al PD è quello che sembra mutare maggiormente la propria distribuzione geografica: la Circoscrizione 3, considerata storica roccaforte della sinistra in città, passa dall’essere l’unica circoscrizione dove il PD cittadino supera ampiamente il 30% alla circoscrizione dove il PD ottiene il risultato peggiore e molto vicino al 20%, con una perdita secca di più di 10 punti percentuali; la Circoscrizione 5 diventa l’unica dove il voto al PD aumenta invece che diminuire, mentre un calo consistente avviene nella Circoscrizione 2. Se nel 2013 il voto al PD era concentrato nelle Circoscrizioni 3, 2 e 4, con le Circoscrizioni 1 e 5 a fare da fanalini di coda, ora la situazione si è pressoché ribaltata (Figura 3.14). I due fenomeni osservati - la tenuta complessiva del dato elettorale, unita alla grande variazione territoriale del voto - richiedono un’analisi dei flussi sia in entrata che in uscita, per comprendere come possano coesistere. 22 Capitolo 3. Il voto ai singoli schieramenti 3.8 La sinistra

Figura 3.8: La sinistra nelle tornate elettorali, grafico a stella; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza

La sinistra a Monza gode di una crescita contenuta ma progressiva dei consensi, come si può facilmente evincere dalla Figura 3.17. Nel 2013 SEL raccoglieva il 2,4%, non riuscendo a superare in nessuna circoscrizione la soglia del 3%: la distribuzione del voto appariva piuttosto omogenea e scalava negativamente dalla Circoscrizione 1, dove SEL totalizzava un 2,76%, alla 5, dove si fermava al 2,13%. Il voto del 4 marzo, con Liberi e Uguali, ci consegna un risultato in netto miglioramento, di un punto percentuale pieno. Analizzando il dato per circoscrizione, in particolare, possiamo osservare come l’aumento nei consensi si verifichi in tutte e cinque le circoscrizioni, anche se in modo disomogeneo: nella Circoscrizione 1 e nella Circoscrizione 2 (quelle in cui SEL raccoglieva i risultati migliori) LeU cresce di un punto percentuale circa; l’aumento maggiore si registra nelle Circoscrizioni 4 e 5, che segnavano i peggiori risultati di SEL nel 2013 e che invece alle politiche 2018 sostanzialmente colmano il gap precedente. La Circoscrizione 3 - ed è rilevante - è quella che aumenta sensibilmente di meno, di uno 0,5%: si conferma così, come accaduto anche per il Partito Democratico, l’inversione di tendenza per cui il quartiere considerato storicamente «rosso» sia diventato, in cinque anni, il più ostile alle forze variamente appartenenti alla sinistra o al centro-sinistra. Interessante il confronto con le comunali 2017, dove si è presentata LabMonza, lista civica di sinistra con il sostegno di Sinistra Italiana, Articolo 1 e Campo Progressista, che mostra una distribuzione del voto molto disomogenea con entrambe le politiche: LabMonza prende più di SEL ma meno di LeU nelle Circoscrizioni 1, 2 e 4, mentre nella Circoscrizione 5 ha un exploit notevole, arrivando al 3,88% delle preferenze, e nella 3 crolla ben al di sotto di SEL, all’1,48%. Due picchi, quello positivo e quello negativo, che se letti congiuntamente possono far ipotizzare che la lista civica sia stata capace di valorizzare i propri caratteri di civismo e competenza, ma sia stata molto meno efficace nel caratterizzarsi come forza politica di sinistra e raccogliere consenso negli strati più popolari. 3.9 La «estrema sinistra» 23 3.9 La «estrema sinistra»

Figura 3.9: La «estrema sinistra» nelle tornate elettorali, grafico a stella; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza

Come spiegato nella nota metodologica, abbiamo scelto di separare le due componenti dell’arcipelago a sinistra del Partito Democratico in due «tradizioni», una quella proveniente da Sel l’altra dal Prc. Per quanto riguarda questo seconda tradizione, possiamo osservare una decrescita dell’elettorato nel corso degli anni. Se nel 2013 Rivoluzione Civile passa da meno dell’1% nella circoscrizione 5 a lambire il 2% nelle circoscrizioni 2 e 3, nel 2018 Potere al Popolo non supera, in nessuna circoscrizione, lo 0,8%. Il risultato delle Comunali 2017 ricalca invece sostanzialmente il risultato delle politiche 2013, indice che qualcosa fra il 2017 ed il 2018 è cambiato: si può ipotizzare che Pap abbia sofferto la concorrenza di un’altra lista di sinistra indipendente dal Centro-sinistra, non presente alle comunali, o che il nuovo simbolo non abbia avuto tempo e modo di attecchire nella città monzese. Dall’analisi emergono scarsi elementi di interesse per l’analisi dei flussi giacché pur essendo presente una variazione molto significativa in termini relativi (in cinque anni lo schieramento dimezza il proprio consenso), la variazione in termini assoluti è inferiore al punto percentuale e il consenso raccolto nel 2018 è attorno allo 0,6%. 24 Capitolo 3. Il voto ai singoli schieramenti 3.10 Riassumendo: i grafici a barre per ogni schieramento politico

Figura 3.10: Il centro nelle tornate elettorali, grafico a barre; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza

Figura 3.11: L’estrema destra nelle tornate elettorali, grafico a barre; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza 3.10 Riassumendo: i grafici a barre per ogni schieramento politico 25

Figura 3.12: Forza Italia nelle tornate elettorali, grafico a barre; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza

Figura 3.13: La Lega Nord nelle tornate elettorali, grafico a barre; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza 26 Capitolo 3. Il voto ai singoli schieramenti

Figura 3.14: Fratelli d’Italia nelle tornate elettorali, grafico a barre; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza

Figura 3.15: Il Movimento 5 Stelle nelle tornate elettorali, grafico a barre; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza 3.10 Riassumendo: i grafici a barre per ogni schieramento politico 27

Figura 3.16: Il Partito Democratico nelle tornate elettorali, grafico a barre; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza

Figura 3.17: La sinistra nelle tornate elettorali, grafico a barre; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza 28 Capitolo 3. Il voto ai singoli schieramenti

Figura 3.18: La «estrema sinistra» nelle tornate elettorali, grafico a barre; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza 4. Le analisi dei flussi elettorali

In questo capitolo si prendono in analisi i flussi in entrata e in uscita relativi alle elezioni politiche del 2013 e del 2018. Come precisato nell’appendice metodologica, il voto è segreto, pertanto è impossibile sapere se il singolo elettore abbia confermato o cambiato il proprio voto rispetto al passato, ma dallo studio dei flussi è possibile dedurre delle macrotendenze, come illustrato più estesamente nella nota metodologica n.2. Lo scopo dell’analisi riportata in questo capitolo è quello di indagare, partito per partito (o candidato uninominale per candidato uninominale), le modificazioni nella composizione dell’elettorato. In pratica, la percentuale raccolta da ciascuno schieramento (compreso l’astensionismo) nel 2013 viene scomposta a seconda di come si è distribuito quell’elettorato alle elezioni del 2018. Lo stesso avviene per il voto del 2018: la percentuale raccolta da ciascuno schieramento nel 2018 viene scomposta sulla base di come quell’elettorato aveva votato nel 2013. Ne risulta una tabella a doppia entrata in cui come righe abbiamo i partiti nel 2013, come colonne i partiti nel 2018 (o viceversa, è ininfluente). In ciascuna cella è riportata la percentuale di elettori che hanno votato il partito corrispondente alla riga nel 2013 ed il partito corrispondente alla colonna nel 2018 (o viceversa, a seconda della scelta iniziale). Ne consegue che la somma dei valori di tutte le celle sia pari al 100% degli aventi diritto al voto (non dei votanti, perché gli astenuti sono inclusi!), la somma dei valori di ciascuna riga è pari alla percentuale ottenuta dal dato partito nel 2013 e la somma dei valori di ciascuna colonna è pari alla percentuale ottenuta dal dato partito nel 2018. Questa modalità di visualizzare i dati, sia in tabella sia graficamente è, a nostro parere, la migliore perché restituisce un quadro più fedele possibile all’originale. Per rappresentarla graficamente abbiamo scelto un grafico cosiddetto alluvionale, realizzato grazie a RAW, opensource project di DensityDesign. Prima delle analisi dei flussi vere e proprie, abbiamo inserito un istogramma che rappresenta il tasso di variazione dell’elettorato fra 2013 e 2018: tramite di esso, è possibile visualizzare per ciascuno schieramento la percentuale di elettori che nella precedente tornata non hanno votato per quello stesso partito o schieramento (n.b.= Nel caso di LeU, si sono sommati gli elettori provenienti da Sel e PD). Questo permette di cogliere immediatamente quali partiti abbiano subito una trasformazione più profonda nel proprio elettorato. Un altra modalità che includiamo nella nostra analisi è costituita dalla rappresentazione di due tabelle separate, l’una rappresentante la matrice dei flussi in entrata agli schieramenti nel 2018, dove i valori sono stati ricalcolati perché la somma dei valori per ciascuno schieramento nel 2018 sia pari a 100%; l’altra la matrice dei flussi in uscita dal 2013, dove i valori sono ricalcolati perché la somma dei valori per ciascuno schieramento del 2013 sia pari al 100%. La rappresentazione grafica in questo caso avviene tramite istogramma in pila (realizzato tramite LibreOffice Calc). Questa seconda modalità facilità una visualizzazione immediata di come il voto ad uno schieramento in una tornata si sia scomposto rispetto agli schieramenti nell’altra tornata, sopratutto per i partiti con basse percentuali la cui visualizzazione è resa ardua dal diagramma alluvionale. N.B.= I valori rappresentati dai grafici nelle figure 4.1 e 4.2 sono identici, essendo la rappresentazione di una tabella a doppia entrata. 30 Capitolo 4. Le analisi dei flussi elettorali 4.1 Tasso di variazione dell’elettorato fra 2013 e 2018

Figura 4.1: Tasso di variazione dell’elettorato ai partiti nel 2018 rispetto al 2013

Partito Tasso di variazione dell’elettorato Gerosa (LeU) 20.44% Forza Italia 23.52% De Poli (M5S) 24.24% Astensione 32.54% Virtuani (Csx) 45.47% Lega Nord 66.48% Altri 87.66% Fratelli d’Italia 94.09% 4.2 I flussi in entrata ed uscita 31 4.2 I flussi in entrata ed uscita

Figura 4.2: I flussi in uscita dagli schieramenti, diagramma alluvionale. Fonte: LabMonza su dati Comune di Monza 32 Capitolo 4. Le analisi dei flussi elettorali

Figura 4.3: I flussi in entrata agli schieramenti, diagramma alluvionale. Fonte: LabMonza su dati Comune di Monza 4.3 Istogrammi in pila dei flussi in entrata e in uscita 33 4.3 Istogrammi in pila dei flussi in entrata e in uscita

Figura 4.4: I flussi in uscita dagli schieramenti, istogramma in pila. Fonte: LabMonza su dati Comune di Monza 34 Capitolo 4. Le analisi dei flussi elettorali

Figura 4.5: I flussi in entrata agli schieramenti, istogramma in pila. Fonte: LabMonza su dati Comune di Monza 4.4 Interpretazione dei dati 35 4.4 Interpretazione dei dati 4.4.1 Dal Centro al Partito Democratico Il centro, abbiamo osservato nell’analisi descrittiva, a Monza come a livello nazionale è pressoché scomparso dalla scena politica. Scelta Civica nel 2013 a Monza prende oltre il 12%, ben circa 4 punti percentuali in più della media nazionali, a riprova della consistenza del voto moderato nel capoluogo brianzolo. Di questo 12%, ogni 10 elettori 6 nel 2018 decidono di votare per il candidato del Centro-Sinistra Virtuani, quindi per il PD o i suoi alleati minori. I restanti 4 si dividono quasi egualmente fra il voto a formazioni minori ("altri"), la Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Tirando le somme, «l’elettorato di centro» del 2013 in assenza di un polo centrista autonomo ha optato per il 60% circa per il voto alla coalizione attorno al Partito Democratico, per il 30% circa al Centro-Destra, mentre un 10% circa ha votato formazioni minori. Da notare come nessuna quota significativa degli elettori di Scelta Civica abbia deciso, nel 2018, di astenersi, dimostrando in generale come quello centrista sia un elettorale con un’alta mobilitazione elettorale.

4.4.2 Dal PdL a Forza Italia: un bilancio in perdita Rispetto a Forza Italia, abbiamo osservato nell’analisi descrittiva la perdita, rispetto al consenso raccolto dal 1 PdL, di circa ⁄4 dei propri voti. L’analisi dei flussi ci permette di comprendere meglio questa trasformazione: a Monza solo poco più della metà dell’elettorato del PdL nel 2013 ha votato per Forza Italia, ovvero il suo erede diretto, nel 2018; un quarto circa degli elettori del PdL nel 2018 sono stati invece convinti dalla Lega Nord. L’elettorato restante si è disperso fra le altre forze politiche, con un significativo 9% circa di elettorato che è passato addirittura da votare PdL nel 2013 a votare la coalizione di Centro-Sinistra nel 2018. 3 Forza Italia nel 2018 oltre che dal PdL, che vale più dei ⁄4 del suo consenso, raccoglie voti da chi nel 2013 aveva votato partiti minori (circa il 15% dei propri voti proviene da questa fascia) e per il 7% dall’elettorato di Scelta Civica.

4.4.3 Dalla Lega Nord alla Lega di Salvini: fenomenologia di un successo La Lega Nord è il partito che ha saputo incrementare di gran lunga maggiormente il proprio consenso elettorale nel corso di cinque anni, passando dall’8,8% al 21,5%. Come è noto nel 2013 diventa il Segretario Federale del Partito sconfiggendo con un plebiscito il fondatore , con l’81% dei consensi. Il partito tuttavia è ai minimi storici e in forte crisi interna. Matteo Salvini, come è noto, reagisce trasformando profondamente l’identità del partito e le sue parole d’ordine (da «Prima il Nord!» a «Prima gli Italiani!»), processo culminato con la rimozione della parola Nord dal simbolo elettorale. Il saldo finale, abbiamo visto, è ampiamente positivo, ma l’analisi dei flussi ci permette di compiere delle analisi più approfondite delle conseguenze di questa trasformazione nel territorio monzese. Innanzitutto, come ha preso l’elettorato monzese «storico» del Carroccio il nuovo corso salviniano? Dai flussi in uscita possiamo osservare come circa un elettore su quattro della Lega Nord nel 2013 abbia 1 deciso di astenersi nel 2018: possiamo così ipotizzare che a Monza circa ⁄4 dell’elettorato storico leghista non abbia mandato giù la rimozione del Nord e della lotta a Roma ladrona da parte del nuovo segretario confederale. Significativamente non sono presenti flussi in uscita verso altre forze politiche: chi è rimasto deluso da Salvini è rimasto a casa senza essere stato convinto da alcun altro partito. La parte di analisi più interessante rimane, naturalmente, la lettura dei flussi in entrata da dove emerge immediatamente la chiave di volta del successo salviniano: la Lega è l’unica forza politica che sia riuscita a pescare significativamente dall’astensione, visto che ben un quarto circa dell’elettorato raccolto nel 2018 proviene proprio da chi nel 2013 era rimasto a casa deluso dalla politica. Un altro quarto proviene da chi nel 2013 aveva votato PdL, a dimostrazione che Salvini è riuscito a guadagnare consensi anche dal proprio alleato. Significativo anche l’8% di elettorato della Lega proveniente da elettori precedentemente del PD. L’analisi dei flussi ci permette dunque di avanzare un’ipotesi coerente con le trasformazioni nella distribuzione geografica degli elettori del Carroccio: il boom avuto a San Rocco si può dedurre sia composto in larga parte da elettori precedentemente astenutisi, e in parte molto minore da precedenti votanti del PD.

4.4.4 Il Movimento 5 Stelle e gli elettori di centro-sinistra Il Movimento 5 Stelle a Monza è cresciuto in totale di poco meno di un punto percentuale, a differenza della media nazionale dove l’aumento è stato del 7% circa. Questa crescita, abbiamo visto nel capitolo precedente, è fortemente concentrata nella circoscrizione 3, dove l’M5S passa dal 24 al 28% circa, ed in misura minore in circoscrizione 2. 36 Capitolo 4. Le analisi dei flussi elettorali

Nel dibattito nazionale hanno tenuto ampiamente banco discussioni tese a ricondurre l’elettorato grillino nelle categorie storiche di destra e di sinistra: il «popolo del M5S» è stato votato più da elettori di destra o di sinistra? L’analisi dei flussi ci permette di formulare una risposta chiara, per quanto attiene al nostro territorio: a Monza nessun flusso di voti è arrivato al M5S dai partiti che compongono il centro-destra, mentre quasi un quinto dell’elettorato del M5S nel 2018 nel 2013 aveva votato PD nel 2013, e il 3% circa dei suoi voti attuali proviene da chi nel 2013 aveva votato Sel (una cifra bassa ma significativa, se contiamo l’esigua consistenza elettorale complessiva del partito di nel 2013). Solo un altro 3% dei suoi consensi nel 2018 proviene invece da elettori che nel 2013 si erano astenuti, a dimostrazione di una scarsa capacità dei pentastellati a recuperare ulteriori voti dal «partito dei delusi» a Monza.

4.4.5 Il Partito Democratico dalla «non vittoria» di Bersani alla fine del ciclo Renziano Si è discusso molto nel corso degli ultimi cinque anni dei cambiamenti impressi dalla rottamazione di al Partito Democratico: nel corso di cinque anni il Partito Democratico ha acquisito parlamentari e dirigenti ed esponenti sia da destra dalle fila di Scelta Civica, sia da sinistra dalle fila di Sel. Ha visto l’uscita prima di esponenti singoli e poi di una parte non indifferente del gruppo dirigente «rottamato». Questi avvenimenti hanno portato in molti ad ipotizzare uno spostamento al centro del Pd e del suo elettorato. L’analisi dei flussi su Monza ci consegna uno scenario interessante: a livello complessivo il Partito Democratico nel 2018 cala di 3%, rimanendo però il primo partito cittadino e ben sopra la media nazionale (che è del 18%), con una differenza fra voto cittadino e voto nazionale nel 2018 che è più del doppio della differenza che si registrava nel 2013. Dove sono andati i voti dell’elettorato PD del 2013? il 60% circa è rimasto nell’alveo del Centro-Sinistra (PD+alleati), mentre il restante 40% si divide fra protesta e sinistra: un 10% circa è rimasto a casa deluso ingrossando le fila dell’astensione, pressoché la stessa proporzione ha deciso di dare una possibilità a Di Maio, mentre l’8% circa ha deciso di dare fiducia a LeU e un 5% circa alla Lega Nord. Il PD ha quindi principalmente perso consensi nei confronti dell’astensione, del M5S e di LeU. Ma se solo il 60% dei votanti del PD di Bersani hanno confermato il proprio voto per Renzi, da dove ha invece tratto nuovi elettori il «partito della nazione» renziano? A Monza, circa un quarto dei voti totali presi dal PD nel 2018 proviene da passati elettori di Scelta Civica, l’11% circa da formazioni minori (presumibilmente altre forze dell’alveo del centro come Fare, Udc, Centro Democratico) ed un inaspettato 6% circa da precedenti elettori del centrodestra. Nessun nuovo apporto proviene da chi si era precedentemente astenuto. A Monza, città di forte tradizione politica moderata, si può dunque ipotizzare che il PD regge perché più che altrove ad una significativa emorragia di voti verso il voto di protesta e la sinistra si contrappone una trasfusione di voti dall’elettorato di centro e in piccola parte del centrodestra. La tesi della mutazione dell’elettorato piddino impressa da Renzi sembra venire confermata, e non diventa più elemento di sorpresa il fatto che il PD crolli di 10% nella circoscrizione 3 mentre, nonostante il calo complessivo, aumenti nella circoscrizione 5, storica roccaforte del centro e del centrodestra monzese.

4.4.6 Da SEL a LeU, la travagliata vicenda della sinistra italiana Se le sue dimensioni troppo contenute ci hanno impedito di prendere in esame nell’analisi dei flussi la tradizione di sinistra proveniente da Rifondazione, l’analisi dei flussi riguardante SEL e LeU ci restituisce il travaglio vissuto dalla sinistra nel corso degli ultimi cinque anni, sia in entrata sia in uscita. Come abbiamo visto, SEL nel 2013 raccoglieva a Monza il 2,4% (-0,8% rispetto alla media nazionale), mentre LeU nel 2018 raccoglie il 3,7% (+0,3 rispetto alla media nazionale). Se guardiamo ai flussi in entrata a LeU nel 2018, notiamo come il 66% di essi provenga dal PD, e solamente il 12% circa da SEL. Dunque risulta naturale interrogarsi dove siano finiti i restanti voti raccolti da SEL nel 2013. Guardando ai suoi flussi in uscita, possiamo notare una vera e propria diaspora del popolo del partito Vendoliano: più di un terzo va nell’astensione, circa un quinto va al M5S ed altrettanto circa a LeU; il 15% vota per la coalizione di centrosinistra. Alla base del risultato al di sotto delle aspettative di LeU pare quindi esserci una scarsa capacità oltre che di raccogliere consenso proveniente dal cosiddetto «popolo dell’astensione», a cui spesso la sinistra fa riferimento, anche ad una larga incapacità di convincere il proprio elettorato di sinistra originario, dato probabilmente per scontato ed invece dispersosi e demoralizzatosi dopo due scissioni e travagliati e ripetuti processi costituenti. 5. Come cambia il voto per genere ed età

Una volta analizzato come si è evoluto il voto a Monza fra il 2013 ed il 2018 a livello territoriale e come i flussi di voto si siano spostati fra un partito e l’altro, abbiamo pensato di chiudere questo dossier statistico con un capitolo dedicato a rispondere ad una domanda differente ma ugualmente interessante: «Il voto ai partiti cambia a seconda dell’età media e della composizione di genere della sezione elettorale? Quali sono i partiti con un elettorato più giovane e quelli con un elettorato più "rosa"?». La risposta a questa domanda è stata resa possibile solo grazie alla disponibilità dell’Ufficio Statistica del Comune di Monza, in particolare nella figura del responsabile dell’Ufficio Dott. Vittorio Rossin, che ringraziamo per avere fornito i dati anagrafici in questione aggregati a livello di sezioni elettorali. Sfortunatamente dati di tipo socio-economico (come il titolo di studio, reddito pro-capite o similia), sebbene altrettanto interessanti, non sono utilizzabili perché aggregati al massimo a livello di circoscrizione e non di sezione. Per una descrizione dettagliata del metodo impiegato si rimanda alla nota metodologica n. 4. Come per l’analisi dei flussi valgono anche qui le accortezze derivanti dal problema della fallacia ecologica: poiché la nostra unità d’analisi è la singola sezione elettorale e non il singolo cittadino avente diritto al voto, sarebbe un grave errore affermare sulla base dei nostri dati che il partito x sia stato più votato dai giovani o dalle donne mentre il partito y dagli anziani o dagli uomini. Si potrà solo e soltanto affermare che un aumento dell’età media o della percentuale di donne in una sezione elettorale è correlata ad un aumento o una diminuzione dei voti ricevuti dal partito x (o dall’astensione) in quella stessa sezione elettorale. La precisazione, tutt’altro che di natura formale, è invece fondamentale da tenere a mente per evitare interpretazioni fallaci.

5.1 Come leggere il grafico alla figura 5.1 Per illustrare i risultati della nostra regressione abbiamo deciso di rappresentare i coefficienti graficamente, per rendere il più intellegibili possibile i risultati evitando tabelle. Nella figura 5.1, per ciascuno schieramento viene visualizzato il coefficiente che esprime il rapporto fra il dato anagrafico ed il voto allo schieramento. • Se la barra interseca la linea tratteggiata, significa che non è possibile trarre conseguenze dal dato; • Se la barra rimane interamente a destra della linea tratteggiata, c’è una correlazione positiva fra il dato anagrafico e il voto al partito, ovvero all’aumentare della percentuale di donne o dell’età media nella sezione elettorale, il voto allo schieramento aumenta; • Se la barra rimane interamente a sinistra della linea tratteggiata, c’è una correlazione negativa, ovvero all’aumentare della percentuale di donne o dell’età media nella sezione elettorale, il voto allo schieramento diminuisce; • Più la barra è distante, da destra o da sinistra, dalla linea tratteggiata, più è significativo e potente l’aumento o la diminuzione del voto al partito alla variazione del dato anagrafico. 38 Capitolo 5. Come cambia il voto per genere ed età

Figura 5.1: Correlazione fra percentuali di voto e dati anagrafici alle politiche 2018, fonte: LabMonza su dati Comune di Monza. 5.2 Quali partiti aumentano il consenso se cresce il numero di donne? Quali all’aumentare dell’età media? 39 5.2 Quali partiti aumentano il consenso se cresce il numero di donne? Quali all’aumentare dell’età media? Il Partito Democratico può essere considerato il partito più «rosa» di Monza delle ultime politiche, ma anche il più «anziano»: in una sezione elettorale più aumenta la percentuale di donne sul totale e più aumenta l’età media degli elettori, più cresce il voto al Partito Democratico; possiamo osservare come l’effetto sia, per entrambi, significativo. La situazione opposta si verifica per l’elettorato del M5S: più aumenta la percentuale di uomini sul totale degli abitanti della sezione, più aumenta il voto al Movimento Cinque Stelle. C’è anche un effetto negativo, di minore significatività, legato all’età media: al diminuire dell’età media nella sezione, c’è un lieve aumento di consenso al M5S. L’unica altra forza politica che vede una correlazione, pur lievemente significativa, con l’età media è purtroppo il «popolo dell’astensione»: dove l’età media diminuisce, aumenta lievemente il numero di coloro che decidono di non vanno a votare, che suggerisce come anche a Monza i giovani abbiano una maggiore tendenza a non andare a votare. Anche nel centrodestra il genere sembra possa giocare un ruolo rilevante: se la Lega Nord aumenta lievemente il proprio consenso all’aumento della percentuale di maschi residenti nella sezione, Forza Italia e Fratelli d’Italia lo aumentano lievemente all’aumentare della popolazione femminile.

5.3 Grafici a dispersione con linee di regressione e intervalli di confidenza per le correlazioni statisticamente significative Per aiutare a far comprendere visivamente il significato di correlazioni statisticamente significative fra voto al partito e percentuale di donne o età media, abbiamo deciso di rappresentare graficamente queste correlazioni tramite dei grafici a dispersione, con sull’asse delle y la percentuale di voto presa dal partito e sull’asse delle x la percentuale di donne o l’età media: ogni cerchio azzurro nel grafico corrisponde una sezione elettorale con i corrispondenti valori sull’asse delle y e delle x. A questo grafico, si sovrappone la retta di regressione lineare (con relativi intervalli di confidenza), da cui si può facilmente evincere se la correlazione è positiva o negativa (dall’inclinazione positiva o negativa della retta) e la sua intensità (più la retta è inclinata, maggiore è l’intensità della correlazione). N.B.= A chi è più competente nelle tecniche statistiche, non sfuggirà che alcune rette di regressione qui rappresentate non corrispondono perfettamente ai valori rappresentati graficamente nella figura 5.1; questo avviene perché per semplicità la retta di regressione qui riportata è la rappresentazione di una regressione lineare semplice con la variabile indipendente significativa come unico regressore. Ai fini pratici la differenza è impercettibile. 40 Capitolo 5. Come cambia il voto per genere ed età

Figura 5.2: Correlazione fra astensione ed età, grafico a dispersione più retta di regressione; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza

Figura 5.3: Correlazione fra voti a Virtuani (Csx) e genere, grafico a dispersione più retta di regressione; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza 5.3 Grafici a dispersione con linee di regressione e intervalli di confidenza per le correlazioni statisticamente significative 41

Figura 5.4: Correlazione fra voti a Virtuani (Csx) ed età, grafico a dispersione più retta di regressione; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza

Figura 5.5: Correlazione fra voti a De Poli (M5S) e genere, grafico a dispersione più retta di regressione; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza 42 Capitolo 5. Come cambia il voto per genere ed età

Figura 5.6: Correlazione fra voti a De Poli (M5S) ed età, grafico a dispersione più retta di regressione; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza

Figura 5.7: Correlazione fra voti a Forza Italia e genere, grafico a dispersione più retta di regressione; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza 5.3 Grafici a dispersione con linee di regressione e intervalli di confidenza per le correlazioni statisticamente significative 43

Figura 5.8: Correlazione fra voti a Lega Nord e genere, grafico a dispersione più retta di regressione; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza

Figura 5.9: Correlazione fra voti a Fratelli d’Italia e genere, grafico a dispersione più retta di regressione; fonte: LabMonza su dati Comune di Monza 6. Appendice metodologica

Alcune note metodologiche: 1. Abbiamo tenuto la vecchia suddivisione in cinque circoscrizioni, ormai abolita amministrativamente, perché ci è parsa una buona mediazione fra l’esigenza di cogliere le differenze fra diverse zone cittadine e quella di non perdersi in un livello di dettaglio eccessivo per trarre comparazioni significative.

Si ricorda, per facilitare la lettura dei dati, la suddivisione delle circoscrizioni.

Circoscrizione 1: quartieri Centro, San Gerardo e Libertà. Circoscrizione 2: quartieri Cederna, Sobborghi, Sant’Albino e San Donato. Circoscrizione 3: quartieri San Rocco e Sant’Alessandro. Circoscrizione 4: quartieri San Giuseppe, San Carlo, Triante e San Fruttuoso. Circoscrizione 5: quartieri San Biagio e Cazzaniga.

2. Il principale problema di un’analisi post-voto dei flussi elettorali è che, naturalmente, il voto è segreto, dunque è impossibile conoscere se il singolo elettore abbia confermato o cambiato il proprio voto rispetto al passato, a meno di molto costose, e spesso largamente inaffidabili, indagini statistiche su commissione. Qualsiasi tentativo di analizzare le mutazioni nelle scelte di voto degli elettori a partire dalle percentuali raccolte su base cittadina o provinciale è reso vano da quello che in statistica è noto dal 1950 come «fallacia ecologica», ovvero dall’impossibilità di dedurre, da analisi su dati o percentuali raccolti a livello di gruppi, informazioni sul comportamento dei singoli individui. Una risposta a questo problema, e pressoché l’unica fino ad ora, è arrivata dallo statistico Goodman nel 1953, il quale ha sostenuto come, se si ha un’unità d’analisi contenuta e prossima a quella dell’individuo, e se si hanno delle variabili che permettono di dividere la totalità della popolazione analizzata in frazioni, è possibile superare l’ostacolo della fallacia ecologica studiando i comportamenti individuali sulla base di quelli collettivi con il metodo dei minimi quadrati. L’analisi dei flussi elettorali attualmente impiegata dai principali istituti di ricerca, nonché in questo dossier, è stata formalizzata dall’Istituto Cattaneo negli anni ‘80 sulla base dell’intuizione di Goodman, e per questo è comunemente chiamata con il suo nome. Nella pratica, l’analisi consiste in una serie di regressioni lineari multiple, con i voti presi dai partiti politici e le astensioni nell’ultima tornata elettorale come variabile dipendente, e i voti e le astensioni nella tornata elettorale comparata precedente come variabile indipendente. Si può calcolare così, per ciascun voto, quanto ciascun voto alle elezioni precedenti abbia contribuito ad esso. I coefficienti così ottenuti possono variare da 0 ad 1. È piuttosto usuale, però, che il metodo produca anche valori fuori da questo intervallo, i quali, nel caso, vanno corretti tramite un algoritmo ipf. L’istituto Cattaneo ha sviluppato un indice, denominato indice Vr, che misura l’incidenza dei valori fuori norma sul modello complessivo: nella prima formulazione il limite da non superare per avere dei risultati validi è stata 45

fissata a 15 (anche se recentemente lo stesso Istituto Cattaneo ha pubblicato indagini con indice Vr più alto) con la semplice indicazione di mantenere una maggiore cautela nei confronti dei dati. 3. La scelta di analizzare separatamente gli schieramenti politici ha reso necessario delle scelte arbitrarie, che qui riassumiamo e giustifichiamo brevemente: • Cinque liste elettorali presentatesi alle elezioni comunali sono rimaste escluse da questa analisi, perché difficili da ricondurre ad uno schieramento preciso: in particolare sono rimaste escluse Noi con e Monza X Scanagatti, CambiaMonza, Monza Futura e Io Cambio. È evidente che la lettura del voto ai partiti politici nella tornata amministrativa deve tenere conto anche di liste civiche elettoralmente rilevanti (le prime tre citate superano o comunque sfiorano il 5%) che hanno certamente eroso consenso ai partiti maggiori. • Fratelli d’Italia, che ha rappresentato uno dei tre alleati della coalizione di centrodestra nel 2013, nel 2017 e nel 2018, è stata analizzato come schieramento a sé. La Destra di Storace invece, presentatasi solo alle politiche 2013, è stata considerata nel novero dell’estrema destra nonostante fosse anch’essa nell’allora coalizione di centro-destra, in virtù del proprio posizionamento più radicale di quello di Fratelli d’Italia. Anche il Popolo della Famiglia è stato accorpato all’estrema destra, in virtù del sostegno ricevuto alle comunali 2017 da Forza Nuova. • La travagliata storia della sinistra e del centro lungo questi cinque anni ha richiesto delle scelte ragionate cionondimeno arbitrarie. – Si è deciso di dividere la sinistra in due schieramenti, che in questi anni a parte la breve parentesi europea (esclusa dall’analisi) sono rimasti sostanzialmente paralleli e in conflitto: * Da una parte la tradizione di sinistra proveniente da Sel, che ha espresso alle comunali la lista civica di sinistra LabMonza e alle politiche 2018 Liberi e Uguali, nonostante quest’ultima oltre ai membri provenienti da Sel ha raccolto esponenti di Possibile e Mdp che nel 2013 facevano parte del PD; * Dall’altra la tradizione di sinistra avente origine in Rifondazione Comunista, che ha espresso alle politiche 2013 Rivoluzione Civile, alle comunali 2017 Sinistra Alternativa e alle politiche 2018 Potere al Popolo. – Per lo schieramento di centro la discendenza è meno semplice da individuare, vista la vera e propria diaspora subita da Scelta Civica. Abbiamo facilmente considerato Scelta Civica e Fare per fermare il declino entrambe liste di centro alle politiche 2013, Monza con Maffè come espressione del centro alle comunali 2017, mentre alle politiche 2018 l’assenza di un polo centrista autonomo ci ha interrogato sull’opportunità di considerare esistente uno schieramento di centro. Alla fine si è optato per raccogliere quelle forze che, pur coalizzate con il centrosinistra (+Europa e Civica Popolare) o con il centrodestra (Noi con l’Italia), si ponessero in maggiore continuità ideologica con Fare e Scelta Civica. 4. L’analisi è una regressione multipla lineare, effettuata tenendo come unità d’analisi le sezioni elettorali, i voti al singolo partito o forza come variabili dipendenti e età media e percentuale di donne sul totale della popolazione come variabili indipendenti; sono stati impiegati sandwich estimator of variance per limitare eventuali distorsioni dovute a eteroschedasticità. I risultati sono stati sottoposti a verifica controllando i valori degli indici di eteroschedasticità, asimmetria e curtosi tramite test di Cameron e Trivedi, e i calcoli sono stati ripetuti effettuando regressioni robuste con stimatore M per verificare la possibile influenza di outlier, con risultati simili. Le principali parametri riguardanti le regressioni realizzate sono sintetizzate qui sotto: si può osservare in particolare come gli F-test e l’R2 appaiano sufficientemente significativi per ogni regressione nella quale compaiano p-values statisticamente significativi. Equation Obs Parms RMSE R-sq F P Astensione 108 3 4.424392 0.1025 5.993469 0.0034 Altri 108 3 0.5448083 0.0021 0.1110902 0.895 Virtuani 108 3 3.976317 0.316 24.25038 0 De Poli 108 3 3.00371 0.3939 34.11743 0 Gerosa 108 3 0.8079635 0.0575 3.204055 0.0446 Forza Italia 108 3 3.065066 0.1617 10.13025 0.0001 Lega Nord 108 3 2.459412 0.0945 5.476559 0.0055 Fratelli d’Italia 108 3 0.9040581 0.0754 4.280339 0.0163