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dicembre numero 2012 1 5,50 €

NUMERI, VISIONI E PROSPETTIVE DEL CINEMA ITALIANO SIAMO UN PAESE DI ANALFABETI FILMICI? Tax Credit, import/export, Credit, Tax marketing e web Scenari per il cinema italiano. Geografie del cinema Pasolini al MoMa di New York. sul cinema rumeno. Focus Atlante del cinema italiano. La new wave dell'animazione italiana Da Milano a Roma, una mappa delle nuove factory digitali.

EDITORIALE di Gianni Canova

PER CHI HA A CUORE IL CINEMA ITALIANO

l nome è un numero perché 8 ½ parlerà di numeri: quelli del cinema Ogni numero di 8 ½ si aprirà con un’ampia e approfondita discussione su un italiano, ma anche – più in generale – quelli del cinema in Italia. Ma il tema. Con una polemica. Con una proposta. Senza assumere posizioni nome evoca anche il titolo di un film. Un grande film. Un film sul cinema precostituite, cercheremo di stimolare confronti, anche franchi, che non abbiano Ie sull’urgenza di uscire da una profonda crisi ideativa, creativa e timore di infrangere pregiudizi, rendite di posizione o luoghi comuni. Come progettuale. 8½ (la nuova rivista che avete fra le mani) ha l’ambizione di proviamo a fare già in questo primo numero con il servizio d’apertura: riallacciarsi al grande passato del cinema italiano (quello rappresentato – un’inchiesta che dimostra come l’Italia sia uno dei paesi a più alto tasso di anal- appunto – dal capolavoro di Fellini) per cercare di dare il proprio contributo al fabetismo iconico di tutto l’Occidente. Con tutto ciò che questo comporta superamento delle difficoltà e delle criticità che incombono sul presente. anche sul piano della mancata formazione dei nuovi pubblici del cinema.

Dunque, non l’ennesima rivista di critica. Non un magazine Ma 8 ½ si occuperà anche di dare visibilità alle realtà mondano infiorettato di gossip e “colore”. Ma neanche un virtuose che operano in modo innovativo sul mercato del- house organ o un bollettino aziendale. Piuttosto uno l’audiovisivo (in questo numero il servizio sulla new wave strumento combattivo e fortemente innovativo (almeno dell’animazione italiana), dedicherà un focus di approfon- nelle intenzioni…), che apra discussioni, susciti polemiche dimento allo stato del cinema in aree geopolitiche e culturali e dia un contributo significativo a riposizionare con forza il diverse dalla nostra (il focus sulla Romania) e pubblicherà i cinema italiano nell’agenda mediatica e nella percezione dati sul mercato cinematografico elaborati dall’Osservatorio del pubblico. della Direzione Generale Cinema e dall’Ufficio Studi di Anica. Spazi fissi di analisi e discussione saranno poi Lo stato di salute di una cinematografia si valuta anche dedicati al rapporto fra il cinema italiano e il web, alle espe- dalla quantità e dalla qualità di discorsi sociali che essa è in rienze innovative di marketing e di promozione, all’export grado di innescare e dal tipo di immaginario che sa mettere del cinema italiano e ai riconoscimenti che ottiene nel in moto. Da troppo tempo, in Italia, i discorsi sul cinema mondo (il servizio su Pasolini al MoMa di New York). Il sito alimentati dai media si incentrano solo attorno alla liturgia www.8-mezzo.it si offrirà come luogo online in cui i contenuti dei red carpets e si avvoltolano nella ricerca di scandalucci della versione cartacea della testata troveranno declinazioni da star system che hanno ormai fatto il loro tempo. multimediali e approfondimenti crossmediali destinati a implementarsi in modo significativo nei prossimi mesi. 8½ osserverà il cinema italiano (e cercherà di dialogare con i suoi protagonisti) L’auspicio è che 8 ½ non sia solo una testata fra le tante, ma diventi uno a partire da altre prospettive: quelle dell’economia e della tecnologia, del strumento utile al cinema italiano. A quelli che lo pensano e lo fanno, come a marketing e della comunicazione, della distribuzione e dell’innovazione. E poi, quelli che lo vedono e lo amano. soprattutto, nella prospettiva della politica. Culturale, ma anche imprenditoriale. Nella convinzione che uno dei problemi che da sempre strozzano il nostro paese sia quello del ritardo con cui si è affermata da noi un’industria culturale degna di questo nome. Ammesso che si sia mai affermata.

1 SOMMARIO

08 DALLA FRANCIA 25 OFFICINE CREATIVE 38 ITALIA PIÙ 46 ANALFABETISMO ALLA GRAN ATTRAENTE PER FILMICO, BRETAGNA, VIAGGIO 30 DA ROMA ALLA LE PRODUZIONI LE INIZIATIVE NEI PAESI DOVE GRECIA CON STRANIERE DI CONTRASTO IL CINEMA È L’ABC RAINBOW E LA di Iole Maria di Roberta Ronconi SCUOLA ROMANA Giannattasio 47 I RISULTATI DEI FUMETTI IN SALA DEL CINEMA EDITORIALE 10 SCUOLE DI CINEMA, COSA MI PIACE di Andrea Guglielmino 40 IL BONUS FISCALE DI INTERESSE NON SOLO CENTRO DEL CINEMA PIACE A IMPRESE CULTURALE 01 PER CHI HA SPERIMENTALE ITALIANO 32 SIMONE MASSI: FINANZIARIE di A.C. A CUORE IL CINEMA di Paola Casella L’ARTE DELLA E ASSICURATIVE ITALIANO 19 CARLO CHATRIAN RESISTENZA di Fabio Ferrazza 12 di Gianni Canova COSÌ LA BIENNALE di Stefano Stefanutto di A.G. DIVENTA Rosa 42 UNO STRUMENTO PRODUTTORE 34 MARCO CINELLO EFFICACE PER LA di Marilena Vinci di Nicole Bianchi MEGAPRODUZIONE DI SORRENTINO 14 LA MEGLIO di A.C. GIOVENTÙ NEL MONDO (DEL CINEMA) 43 PRIMA VOLTA 48 Pasolini di Michela Greco DA COPRODUTTORI al MoMA SCENARI CON SOLDINI 16 NELLA TERRA di I.M.G. 50 05 CHIEDIGLI DI NESSUNO INNOVAZIONI LE PAROLE CHI ERA FELLINI… 44 DI PASOLINI di Leonardo Quaresima NUMERI DOPO DIAZ, UNA di Gianni Canova e Francesco Pitassio 22 RI-ANIMAZIONI. NUOVA AVVENTURA di Paola Ruggiero AL CUORE DEL 37 IL TAX CREDIT FA CON FANDANGO 07 QUESTIONARIO 51 I NOSTRI VIAGGI 18 IL SILENZIO DELLA CINEMA ITALIANO BENE. BILANCIO di I.M.G. LA CONOSCENZA DA OUARZAZATE TOPONOMASTICA di Giulio Bursi DEI PRIMI TRE ANNI FILMICA IN ITALIA 45 ALLA CAPPADOCIA di G.C. di Andrea Corrado COSÌ AUMENTANO GLI INVESTIMENTI di Dante Ferretti NEL TALENT ARTISTICO di F.F.

8½ NUMERI, VISIONI E PROSPETTIVE DEL CINEMA ITALIANO

Mensile d’informazione e cultura cinematografica

Iniziativa editoriale realizzata da Istituto Luce-Cinecittà in collaborazione con ANICA e Direzione Generale Cinema

Direttore Responsabile Capo Redattore Coordinamento editoriale Francesca Medolago Albani, Giancarlo Di Gregorio Stefano Stefanutto Rosa Nicole Bianchi Magda Mihailescu, Serafino Murri, Francesco Patierno, Francesco Direttore Editoriale In Redazione Hanno collaborato Pitassio, Leonardo Quaresima, Gianni Canova Carmen Diotaiuti Giulio Bursi, Paola Casella, Ilaria Ravarino, Rossella Rinaldi, Andrea Guglielmino Francesca Cima, Andrea Corrado, Roberta Ronconi, Federico Rossin, Vice Direttore Responsabile Fabio Ferrazza, Pierfrancesco Favino, Paola Ruggiero, Pier Luigi Sacco, Cristiana Paternò Dante Ferretti, Iole Maria Marilena Vinci Giannattasio, Michela Greco, SOMMARIO

52 AVREI VOLUTO 56 Import-export 63 NEMO PROFETA CONOSCERLO IN PATRIA ASCOLTARLO 56 NUOVI MERCATI di Magda Mihailescu di Pierfrancesco Favino PER IL CINEMA ITALIANO 53 VOLEVAMO NELL’ERA 2.0 ANDARE SULLA di Federica D’Urso LUNA, MA NON e Francesca Medolago GEOGRAFIE INTERNET E NUOVI PUNTI DI VISTA C’È STATO TEMPO Albani per ANICA CONSUMI di Ninetto Davoli Ufficio Studi 66 I LUOGHI 74 EUROPA CREATIVA: DEL CINEMA 70 RITORNO LA PRODUZIONE 54 Cinema italiano di Nicole Bianchi AL FUTURO: CULTURALE nei festival stranieri IL MARKETING DEL IL CINEMA ITALIANO EUROPEA AL DI LÀ CINEMA ITALIANO E LA GALASSIA DELLA CRISI 54 DA ANNECY YOUTUBE di Pier Luigi Sacco AIUTI ALLA 65 MARKETING di Serafino Murri DISTRIBUZIONE E FILM: LA POLITICA 77 RIPARTIAMO IN FRANCIA (SI) VENDE 72 SEI GRADI DALLE REGOLE di Rossella Rinaldi di Ilaria Ravarino DI SEPARAZIONE. (E DAL PASSATO) FOCUS COMUNITÀ di Francesca Cima 55 METTI UNA SERA CINEMA ESPANSO VIRTUALI E A CENA CON 58 IL CASO ROMANIA PROMOZIONE 68 IL CINEMA CINEMATOGRAFICA di Francesco Patierno 60 NUOVO CINEMA NEI MUSEI di Carmen Diotaiuti ROMANIA, di Federico Rossin 55 INTERVALLO LA RICETTA D’AUTORE È SERVITA A LONDRA di Cristiana Paternò di R.R. 80 BIOGRAFIE

Progetto Creativo Stampa ed allestimento Direzione, Redazione, Registrazione 19novanta communication partners Arti Grafiche La Moderna Amministrazione presso il Tribunale Creative Director Via di Tor Cervara, 171 Istituto Luce-Cinecittà Srl di Roma n° 339/2012 Bruno Capezzuoli, Serena Quarta 00155 Roma Via Tuscolana, 1055 - 00173 Roma del 7/12/2012 Designer Tel. 06722861 fax: 067221883 Sara Gerbasio [email protected] Videoimpaginazione Valeria Ciardulli

SCENARI Analfabetismo filmico CHIEDIGLI CHI ERA FELLINI…

di Gianni Canova

Siamo il paese a più alto tasso Il popolo più analfabeta, la borghesia più arrivare con il massimo dei voti alla maturità ignorante d’Europa”: a quasi cinquant’anni classica (cioè al più alto livello di istruzione di analfabetismo iconico di tutto di distanza, la diagnosi sull’Italia che Pier superiore previsto dal nostro ordinamento) senza l’occidente. Non conosciamo “Paolo Pasolini faceva pronunciare a un sapere nulla – ma proprio nulla – di alcune delle sardonico nel film La ricotta discipline fondamentali e imprescindibili per il cinema, ma neanche i media. (1963) è più attuale che mai. Non solo perché comprendere il mondo in cui viviamo: l’economia, l’”ignoranza” resta una piaga cronica del nostro il cinema, i media vecchi e nuovi. A differenza di Siamo beatamente inconsapevoli paese (con più dell’80% della popolazione priva di quanto accade in quasi tutti i paesi europei, un della bellezza e della potenza quella che i tecnici chiamano l’alfabetizzazione ragazzo italiano attraversa tutto l’iter scolastico superiore), ma perché alle storiche arretratezze del senza che nessuno mai gli spieghi che cosa sia del nostro patrimonio filmico nostro sistema formativo – da sempre basato più l’Iva, o una ritenuta d’acconto o come si legga un così come dei meccanismi sulle necessità e le tutele dei docenti che sulle bilancio (casuale? inessenziale? non proprio…), ma esigenze degli studenti e del paese – si sono andate anche senza che nessuno – a parte poche di funzionamento della aggiungendo le conseguenze dei ritardi e degli esperienze di sperimentazione non curriculare – gli comunicazione audiovisiva errori commessi – appunto – negli ultimi faccia incontrare 2001: Odissea nello spazio (1968) cinquant’anni. Il nostro sistema formativo è fermo o La dolce vita (1960), o gli faccia apprezzare la nella società multimediale. a mezzo secolo fa: oggi un ragazzo italiano può bellezza e la potenza (emozionale, estetica e

L’ALFABETIZZAZIONE ICONICA È UN’EMERGENZA ASSOLUTA: PER IL FUTURO NON SOLO DEL NOSTRO CINEMA MA ANCHE DEL NOSTRO PAESE.

5 SCENARI // Analfabetismo filmico E

F L L

cognitiva) di un film di Hitchcock o di Francesco cente ricerca della Fondazione Rosselli dimostra Rosi. In tutto il mondo occidentale il cinema si come dal 2006 al 2010 gli italiani abbiano media- studia nelle scuole, fa parte del patrimonio culturale mente dedicato venti minuti in più ogni giorno al condiviso, diventa momento di crescita e piccolo schermo televisivo, passando da 238 a 258 strumento di analisi del mondo e di sé. Da noi no: minuti di permanenza quotidiana davanti alla Tv: noi siamo ancora lì a trastullarci con Ugo Foscolo oltre 4 ore di esposizione a un medium rispetto al e Giosué Carducci e con un’idea di cultura elitaria, quale gli italiani non hanno nessuna forma di alfa- appassita e incartapecorita, che non offre più nulla betizzazione neanche minima, nessuna capacità alle giovani generazioni. di lettura e di analisi, nessuna conoscenza neanche I Il questionario che pubblichiamo in queste pagine elementare di come funzionano la grammatica e la è sconfortante: la maggior parte dei ragazzi italiani sintassi delle immagini in movimento, nessuna ad alto tasso di alfabetizzazione (iscritti cioè al idea dei meccanismi e delle procedure che articolano primo anno di università) non è in grado di ricono- il rapporto fra un medium audiovisivo e il suo scere alcuni dei capolavori assoluti della storia del utente. Risultato? Di nuovo: analfabetismo. Cronico, cinema. Dobbiamo ammetterlo senza infingimenti: diffuso, capillare, pervasivo. È stato calcolato che siamo il paese a più alto tasso di analfabetismo nel Medio Evo un qualsiasi contadino umbro o to- N iconico di tutto l’occidente. E se il cinema da noi scano incontrava più o meno 40 immagini artificiali soffre più che altrove è anche per questo: perché nel corso della vita (gli affreschi sulle pareti della nessuno ha fatto nulla per creare i nuovi pubblici, chiesa e poco altro…).Oggi lo stesso uomo medio o per far sentire alle nuove generazioni la ricchezza intercetta oltre 600.000 immagini artificiali (cioè I unica e insostituibile che il cinema può regalare. artefatti visivi progettati e realizzati per comunicare Del resto, non c’è da stupirsi : la cultura italiana e qualcosa) al giorno. In un arco di tempo relativamente le classi dirigenti di questo paese hanno sempre breve dal punto di vista dell’evoluzione della specie avuto nei confronti del cinema o una volontà di umana – pochi secoli – il nostro apparato percettivo uso strumentale in funzione egemonico-ideologica visivo ha subito e sta subendo una mutazione gi- o un atteggiamento di sprezzante disdegno e di gantesca, i cui effetti sono ancora tutti da studiare aristocratica diffidenza. Il risultato? Fuori il cinema e da capire. Come governiamo un traffico di 600.000 dalle scuole. Fuori dai palinsesti della televisione immagini al giorno? Che ne facciamo? Come le se- pubblica. Fuori dai programmi di ricerca sostenuti lezioniamo? Quali metabolizziamo? Non è più am- nelle università (dove ad essere finanziate dalle missibile che un intero popolo venga lasciato privo lobbies accademiche sono ricerche che quasi mai delle strumentazioni minime per orientarsi nel si- riguardano il cinema e i mass-media). Non solo: stema comunicativo contemporaneo. La battaglia benché l’Unione Europea insista da anni sulla cen- per insegnare il cinema e la media literacy nelle tralità della media literacy (l’educazione ai media) nostre scuole è una delle priorità politiche assolute come base necessaria e imprescindibile per la del nostro paese: serve a dare fiato e pubblico al creazione di società inclusive civili e moderne, da nostro cinema del futuro, ma anche a creare una noi tutti gli appelli in tal senso vengono lasciati ca- popolazione consapevole del mondo in cui vive e dere nel vuoto (col risultato che ci ritroviamo con dei modi in cui in questo mondo si comunicano una società “incivile”, rancorosa e frustrata, sempre emozioni e informazioni. Ogni ulteriore rinvio più portata all’invettiva lapidaria che alla riflessione, sarebbe non solo colpevole ma catastrofico, e ormai quasi incapace di argomentare….). Una re- avrebbe effetti devastanti sulle generazioni future.

6 SCENARI // Analfabetismo filmico

QUESTIONARIO LA CONOSCENZA FILMICA IN ITALIA

Sono stati distribuiti 250 questionari a studenti del primo anno di università (età 19-20 anni). Ne sono stati restituiti 217. Il questionario chiedeva di riconoscere titolo ed autore dei film descritti qui di seguito:

legenda

X le risposte in bianco S le risposte corrette N le risposte errate

Per continuare il test, collegati al sito www.8-mezzo.it

N N S Un cronista insoddisfatto S 6 Per un inspiegabile fenomeno, 2 3 A va a caccia di incontri 51 G un gruppo di ricchi borghesi e notizie nel mondo convulso X resta bloccato nel salone in cui X che ruota attorno a Via Veneto 160 era stato invitato a cena e non 212 nella Roma della fine degli Anni ‘50 riesce a uscire per giorni e giorni

N N S Durante la Seconda Guerra S 0 25 2 B Mondiale un gruppo di soldati 47 Due balordi attraversano H X italiani resta isolato per tre anni X l’America a bordo dei loro su un’isola vicino alla Turchia. 170 choppers per recarsi 190 Non tutti torneranno a casa al carnevale di New Orleans

N Una giovane donna scompare S S N C 2 2 6 3 durante una crociera alle Isole Un padre, un figlio Eolie. Gli amici che erano con I X X e un corvo a zonzo nel brullo lei reagiscono in modo diverso 213 paesaggio della campagna 208 alla sua misteriosa sparizione romana

N S N Una ragazza ha una turbolenta S 5 Dopo aver ritrovato un 9 4 D relazione sessuale con un J orecchio mozzato in un prato, 46 X X uomo più anziano di lei in un un giovano ingenuo si trova 204 appartamento vuoto in Rue Jules 166 ad indagare in un mondo Verne a Parigi molto molto oscuro

N S 14 N Un vagabondo è talmente 10 Due jazzisti squattrinati, S X 8 E affamato che si mangia K testimoni involontari di una 31 193 X le sue scarpe strage mafiosa, per sfuggire ai gangster che li vogliono 178 eliminare si travestono da donna

N S

Invitato per sbaglio ad 4 13 Risposte

di B. Wilder B. di caldo piace qualcuno A

F un ricevimento, è talmente K

di D. Lynch Lynch D. di blu Velluto J Pasolini P.P. di uccellini e Uccellacci

imbranato che a furia X I

di D. Hopper D. di Rider Easy H Buñuel L. di sterminatore L'angelo

200 G

di B. Edwards Edwards B. di Party Hollywood F C.Chaplin di dell'oro febbre La di gaffes distrugge la villa E

di B. Bertolucci Bertolucci B. di Parigi a tango Ultimo D Antonioni M. di L'avventura in cui si svolge la festa C

di G. Salvatores G. di Mediterraneo B Fellini F. di vita dolce La A

7 SCENARI // Analfabetismo filmico DALLA FRANCIA ALLA GRAN BRETAGNA, VIAGGIO NEI PAESI DOVE IL CINEMA È L’ABC SCENARI // Analfabetismo filmico

Una ricerca del British Film Institute rivela come si insegna Film Literacy sul territorio dell’Unione Europea. Non solo nelle scuole superiori, ma persino alle elementari. Come accade ad esempio nei Paesi Bassi. di Roberta Ronconi

a cultura cinematografica ha sempre di educazione ai media, ma spesso affianca anche in relazione alla letteratura e alla lingua inglesi. Ha avuto un ruolo centrale in gran parte dei lo studio delle materie letterarie nel normale orario inoltre un ruolo nell’educazione civica (in Scozia e paesi europei, ha sviluppato storia e scolastico, ed è materia obbligatoria all’interno di Nord Irlanda) e nell’educazione civile (Inghilterra). L coscienza nazionali, ha favorito la Lettere per la preparazione alla maturità. Le linee L’uso della materia cinema è dunque esteso in molti conoscenza del mondo, ha aiutato alla guida dell’insegnamento cinematografico sono dei curricula scolastici. Ci sono inoltre possibilità formazione del senso critico e ad approfondire il indicate dagli enti governativi in collaborazione con per gli studenti tra i 14 e i 19 anni di specializzarsi senso estetico. Molti istituti, associazioni private, il CNC. Quest’ultimo, soprattutto sotto l’impulso in Film Study e Media Study, sia in Inghilterra che archivi ed enti specializzati contribuiscono alla di Jack Lang, a lungo ministro francese della in Galles. Due organizzazioni nazionali, il BFI e diffusione del suo linguaggio all’interno dei singoli Cultura, negli ultimi venti anni ha promosso diversi Film Education, offrono diversi supporti tecnici e paesi. Ma, per quanto riguarda un’educazione programmi di educazione al cinema per tutti i livelli professionali per l’insegnamento nelle scuole. Sono sistematica e integrata vera e propria nei sistemi di età, fuori e dentro le scuole. Attualmente, si circa 20mila gli studenti del Regno Unito tra i 16 e educativi nazionali, molto è ancora da fare. Al stima che circa il 7,5% degli studenti delle medie i 19 anni a ricevere una specifica educazione contrario di altre materie artistiche (musica, arti superiori in Francia riceva un insegnamento cinematografica nelle scuole di grado superiore, figurative, letteratura), il cinema ha raramente specifico della materia. 60mila quelli che studiano più in generale “Media”, trovato un suo spazio autonomo all’interno delle In Germania i 16 stati federali hanno strategie di cui il cinema è una delle componenti. scuole. Più spesso invece lo incontriamo abbinato educative indipendenti, ma tutti prevedono nelle Per capire come le diverse istituzioni cinematogra- alle ore di “Lettere” o, nelle scuole di grado inferiore, scuole di ogni grado un’educazione ai media e fiche interagiscano con l’insegnamento del cinema a quelle di “Educazione civica”. L’argomento è alcune in modo specifico alla materia cinema. nelle scuole, prendiamo il caso dei Paesi Bassi, talmente sensibile e in fase di evoluzione che il BFI Vision Kino, network nazionale cine-audiovisivo, da dove non esiste una strategia governativa univoca (British Film Institute), all’inizio del 2012, ha avviato anni cura delle settimane di educazione in proposito, ma dove il ministero dell’Educazione una ricerca in tutto il territorio dell’Unione Europea cinematografica per le scuole. Dal 2010, tutti i ha delegato in buona parte all’EYE (Istituto di Cine- sullo stato dell’insegnamento della Film Literacy, i ministeri federali per l’educazione, in matografia dei Paesi Bassi) di elaborare strategie cui risultati dovrebbero essere resi pubblici entro la collaborazione con Vision Kino, hanno tratteggiato educative di Film Literacy. fine del 2012. obiettivi comuni riguardanti l’educazione ai media Già da diversi anni, l’EYE di Amsterdam offre alle Dai dati sinora reperibili presso i siti dei singoli nelle scuole, inclusa l’educazione cinematografica. scuole di tutto il territorio 4 livelli formativi: per le ministeri per l’istruzione e gli istituti cinematografici, Quest’ultima coinvolge circa l’11,5% della popolazione scuole elementari (6-12 anni), inferiori (12-14), su- ecco il quadro che emerge. Nel caso delle scuole scolastica tra i 15 e i 24 anni. periori (14-18) e per gli adulti. All’interno delle 6 ore pubbliche, l’insegnamento della materia Cinema è Poco più bassa la percentuale in Spagna, dove le settimanali dedicate normalmente alle “materie spesso facoltativo, molto presente nei programmi materie specificamente cinematografiche raggiun- creative” (musica, cinema, danza…), gli insegnanti extra-scolastici, meno negli orari obbligatori. Nel gono circa il 10,3% degli studenti delle medie supe- possono appunto scegliere la materia “cinema”. Regno Unito, in Irlanda, Germania, Norvegia, Svezia, riori. Anche qui, le 17 comunità autonome in cui il L’Istituto mette a disposizione aule per le proiezioni, l’educazione ai media (stampa, audiovisivi, radio, tv, paese è diviso, possono interpretare in buona parte, film dedicati o scelti dagli stessi organi scolastici teatro, computer, cinema) è usata come integrazione individualmente, le linee guida dettate dalle autorità (studenti e/o professori), tutto il materiale didattico all’insegnamento delle materie letterarie. Il cinema statali. Il cinema non risulta come materia e sé gratuito e laboratori in cui gli studenti possono im- trova invece un orario “dedicato” (anche se spesso stante, ma in ausilio alle altre materie curriculari. parare a “fare” un film. Da alcuni anni, inoltre, nei facoltativo) nei Paesi Bassi, Ungheria, Cipro, Nel Regno Unito esistono strategie comuni per Paesi Basi tutte le istituzioni cinematografiche (ar- Finlandia, Francia, Malta, Croazia, Svizzera. Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda del Nord. In chivi, festival, cineteche, istituti) si sono consorziati In Francia, l’educazione cinematografica nelle tutte e quattro le nazioni, la Film Literacy è materia nell’associazione Film Educatie, che controlla e ve- scuole superiori è offerta sia come materia integrata all’interno del programma di Lettere, rifica che ogni evento cinematografico sul territorio facoltativa che obbligatoria. Fa parte dei programmi usata per lo sviluppo del senso critico degli allievi preveda uno spazio dedicato all’educazione.

9 SCENARI // Analfabetismo filmico Scuole di cinema, non solo Centro Sperimentale

di Paola Casella

asta digitare la voce “scuole di di sé. Inoltre una scuola di cinema dovrebbe spendiose, non valga nulla. È vero, una retta cinema” su Google e compare essere formata da professionisti ben inseriti elevata potrebbe discriminare, ma per questo un mare magnum di nomi nel nel mondo del lavoro che basino l’insegna- dovrebbero esistere correttivi come borse Bquale è difficile non annegare, mento sulla pratica”, conclude Quatriglio. di studio o prestiti da restituire quando si è con tutti i rischi accademici (ed raggiunto uno status lavorativo”. economici) che ciò comporta. “Un anno fa La frequentazione di professionisti del settore ho cercato di compilare una lista”, ricorda contribuisce alla didattica anche quando re- La quota di iscrizione ai corsi della Scuola Caterina D’Amico, che in passato ha guidato gisti, attori o produttori sono visitatori oc- di cinema e televisione del Comune di il Settore Formazione della Scuola Nazionale casionali. Il regista Alessandro D’Alatri, che Milano, che annovera fra i suoi docenti Ma- di Cinema e presieduto l’Associazione ha tenuto lezioni al Centro Sperimentale, rina Spada e Michelangelo Frammartino, è Europea di Scuole di Cinema e Televisione alla Cattolica di Milano, all’Università di Yale ad esempio calcolata sulla base della con- GEECT e l’Associazione Mondiale di Scuole e alla Scuola di Cuba, nel 2010 ha deciso di dizione economica del nucleo familiare dello di Cinema e Televisione CILECT. “La mia presentare il suo Sul mare alla Nuct di Roma studente secondo l’attestazione Isee e l’of- impresa si è rivelata disperata. Ho visto che aveva scelto come protagonisti ferta è articolata su un corso diurno triennale contattato le Film Commission delle varie del film due giovani ex studenti. “È un e uno serale (per chi di giorno lavora), en- Regioni, chiedendo di mandarmi un elenco dovere, alla mia età, andare incontro ai trambi a numero chiuso. Completamente delle realtà locali del settore: non avevano giovani e dare anche lezioni di sopravvivenza gratuito è il corso biennale per 66 studenti cognizione di quello che c’era sul territorio”. sui contratti non rispettati e lo sfruttamento selezionati tramite colloqui individuali offerto “È anche vero che le scuole di cinema sono che colpisce soprattutto chi è alle prese con dalla Scuola d’arte cinematografica Gian in gran parte concentrate a Roma - continua la sua opera prima”. Maria Volonté, creata poco più di un anno D’Amico - e ho sempre sognato che da noi, fa nella Capitale da un comitato fondatore come in altri paesi, ci fossero ottime scuole Importante è anche organizzare stage sul fra cui figurano Elio Germano e Valerio Ma- dislocate in tutte le Regioni e che le Film campo e diventare un bacino cui le produzioni standrea, finanziata dalla Provincia di Roma. Commission si occupassero di assicurare possano attingere. “Nel selezionare il cast Il primo anno gli studenti seguono in comune una formazione locale, indirizzando poi i della serie televisiva Romanzo criminale ci le varie discipline: tutti fanno tutto e si im- loro migliori alunni verso una scuola nazionale siamo rivolti in primo luogo al CSC”, ricorda mergono nel lavoro cooperativo, imparando che a quel punto lavorerebbe su un terreno ad esempio Riccardo Tozzi, patron della Cat- a relazionarsi e a distinguere i vari ruoli. Il già arato e seminato”. tleya. “Purtroppo, a fronte di alcune realtà secondo anno è più specialistico, con corsi solide e funzionanti, la maggioranza delle full immersion la mattina e laboratori e trai- È d’obbligo quindi partire dal Centro Speri- scuole sponsorizzate dagli enti sul territorio ning il pomeriggio”. mentale di Cinematografia di Roma, l’unica rientra nella forma di spesa locale fatta più A Bolzano si è costruita una solida reputa- realtà pubblica nazionale, anche se ramificata per la propaganda e per il consenso dei zione la Scuola di documentario, televisione in varie sedi, tra cui quella di Palermo. “In partiti. Per non parlare delle molte realtà e nuovi media Zelig che, oltre a fornire un grandi capannoni industriali riconvertiti e private che creano solo illusioni e fanno corso triennale di formazione cinemato- poi abbandonati, che sembravano una cat- perdere soldi e tempo ai ragazzi”. grafica specializzata nel film di realtà, si tedrale nel deserto, è nata qualche anno fa Un altro criterio di valutazione, quindi, po- occupa anche di produzioni cine e televisive questa sede distaccata”, ricorda la regista trebbe essere il costo della retta in propor- e fa parte di una rete internazionale di Costanza Quatriglio, chiamata nel 2010 a zione al tipo di formazione e di contatti che centri d’eccellenza accademica nel settore. insegnarvi documentario. “L’obiettivo era la scuola assicura. “Lo studente deve sentire La Mediateca Regionale Toscana invece formare 12 studenti provenienti da ogni che c’è un investimento condiviso – cautela ospita la sede fiorentina della prestigiosa parte d’Italia insegnando a girare e montare Caterina D’Amico - altrimenti ha l’impressione New York Film Academy, che qui offre corsi un doc tutto da soli, ma anche offrire un che ciò che gli viene insegnato, anche grazie di regia in pellicola e in digitale nonché di metodo che consentisse di indagare dentro a mezzi tecnici e strutture di produzione di- recitazione. A Napoli, infine, una delle pa-

10 SCENARI // Analfabetismo filmico

i Come orientarsi nella geografia frastagliata della formazione di settore da Bolzano a Palermo? Ne parliamo con Caterina D’Amico, che ha guidato il settore formazione del CSC, con i registi Costanza Quatriglio e Alessandro D’Alatri, con Angelo Curti di Teatri Uniti e con il produttore Riccardo Tozzi.

lestre di cinema più interessanti è il labora- torio permanente di formazione sul campo dei Teatri Uniti, di cui è presidente Angelo Curti. “Non è una scuola vera e propria ma qualcosa di simile alla bottega di un tempo”, precisa Curti. “Con Teatri Uniti produciamo anche cinema e accogliamo giovani istruen- doli nei vari settori: Paolo Sorrentino venne qui come assistente di produzione, capimmo che non era quello il suo mestiere ma rico- noscemmo che aveva altri talenti”. Curti, come Sorrentino, Stefano Incerti e il pro- duttore Nicola Giuliano, sono anche docenti occasionali della scuola di cinema napole- tana Pigrecoemme: stanno cercando con la nuova amministrazione comunale di ra- dicare a Napoli una scuola pubblica nel campo delle arti sceniche.

11 SCENARI // Analfabetismo filmico

12 progetti da 150mila euro per lanciare registi e produttori emergenti da tutto il mondo. È Biennale College, iniziativa sostenuta dalla Biennale con Gucci, il MiBAC e la Regione Veneto. Ne parliamo con il direttore della Mostra di Venezia Alberto Barbera:

“Credo che l’industria culturale sia destinata ad avere un grande sviluppo negli anni a venire, si moltiplicano le piattaforme di distribuzione e il consumo degli audiovisivi, quello che manca IN sono i contenuti” VISTA Si parte da un bando internazionale da cui ven- Biennale College. I vincitori parteciperanno a gono scelti 15 progetti, ognuno di questi deve un nuovo workshop a febbraio in cui saranno essere presentato da un team regista-produttore, affiancati da altri tutor e produttori e poi avranno la figura del produttore garantisce la corretta cinque mesi a disposizione per realizzare il COME utilizzazione dei 150mila euro per la realizzazione. film, in tempo per presentarlo alla Mostra 2013 Gli autori dei 15 film selezionati andranno a Ve- dove ci sarà una sezione apposita che diventerà FUNZIONA nezia a gennaio per un workshop e con l’aiuto fissa. Dopo la presentazione alla Mostra, Biennale di tutor ed esperti del settore svilupperanno i College si occuperà di garantire una circuitazione Biennale loro soggetti e li renderanno compatibili con la successiva attraverso i festival, internet, piatta- loro realizzazione. Al termine di questo workshop forme on demand o la vendita a canali televisivi College ci sarà una seconda selezione in cui si arriverà e a distributori commerciali che possano essere a tre progetti, che saranno quelli finanziati dalla interessati.

www.labiennale.org/it/cinema/collegecinema

12 SCENARI // Analfabetismo filmico

COSÌ LA BIENNALE DIVENTA PRODUTTORE di Marilena Vinci

i sono precedenti a livello internazio- Questa tendenza è generata anche dall’attuale Quali sono i criteri di selezione? nale di questa esperienza? Per quanto crisi economica? Il criterio fondamentale è che i progetti devono ne sappia non esiste nulla di simile al Il cinema in questo momento si trova di fronte a un essere realizzabili con 150mila euro. Il budget Cmondo. Quelli di Cinéfondation di bivio: da un lato c’è la tendenza, soprattutto tipica tuttavia può essere utilizzato liberamente. I giovani Cannes, dei festival di Berlino e Rot- delle grandi produzioni, a investire su pochi titoli registi hanno tutte le opzioni, possono anche terdam, per citare i più famosi, sono dei laboratori con budget elevatissimi, dall’altra c’è l’esigenza di scegliere degli attori famosi. L’altro criterio è cercare temporanei, mentre il nostro ha l’ambizione di riu- riuscire a realizzare opere di grande qualità con cifre di capire quali di questi aspiranti registi abbia più scire ad aiutare alcuni giovani a realizzare un film più basse. La crisi sta tagliando le risorse e di talento, maggiore originalità e maggiori prospettive dell’arco di 12 mesi. Oggi le tecnologie leggere, l’ab- conseguenza i costi. La vera scommessa del di condurre in porto una piccola impresa come battimento dei costi di produzione e la pratica dei cinema di oggi è andare alla ricerca di una qualità questa. Ci vogliono una bella idea, un progetto film a micro-budget consentono di farlo. Molti dei ancora maggiore spendendo meno. Quindi le originale e un talento che sia in grado di farci intuire film che abbiamo presentato nella sezione Oriz- esperienze di produzioni a basso e bassissimo la potenzialità della storia, che possa essere zonti quest’anno, ad esempio, sono stati realizzati budget sono sempre più numerose e dimostrano interessante anche sul piano del linguaggio, della con cifre persino inferiori ai 150mila euro che noi di saper raggiungere i mercati e in qualche caso messinscena e della dimensione estetica. pensiamo di dare per ciascuno dei progetti. diventare film di successo cioè remunerativi.

Un laboratorio di alta formazione, “In realtà è un vecchio progetto che ha preso ricerca e sperimentazione forma già con TorinoFilmLab - ci racconta per lo sviluppo e la produzione Alberto Barbera - e quando Baratta mi ha di opere audiovisive proposto di tornare a Venezia una delle iniziative a micro-budget che permetta che gli ho prospettato è stata questa: s’inserisce a giovani registi e produttori perfettamente nella Biennale, in cui esiste emergenti di tutto il mondo, già l’idea di affiancare ad ogni evento un’attività laboratoriale” alla loro opera prima o seconda, di realizzare un film in un anno: Come si colloca il vostro progetto rispetto alle problema è che i posti sono pochissimi e le scuole di cinema? richieste tantissime, quindi è molto difficile entrare. è Biennale College - Cinema, Non è assolutamente competitivo o alternativo un’iniziativa sostenuta rispetto alle scuole esistenti. Noi abbiamo altre Quindi bisognerebbe aumentare i posti a ambizioni: intanto di lavorare in ambito disposizione? dalla Biennale di Venezia internazionale e poi di lavorare in maniera Credo che l’industria culturale sia destinata ad con la partnership di Gucci, pragmatica senza alcun approccio di tipo avere un grande sviluppo negli anni a venire. Si il sostegno del MiBAC - accademico o scolastico, ma in modo dinamico, moltiplicano le piattaforme di distribuzione e il mettendo la pratica avanti alla teoria. consumo degli audiovisivi perché la nuova DG Cinema - e della Regione tecnologia non fa che aumentare i canali a Veneto. Cosa pensa delle scuole di cinema del nostro disposizione. Quello che manca sono i contenuti e paese? quindi ci sarà sempre più bisogno di giovani in Ammetto di non conoscerle tutte ma credo che la grado di rispondere a questa sfida. Io credo che le scuola ancora più prestigiosa ed efficace sia il CSC. scuole servano e debbano essere capaci di Nonostante tutte le difficoltà che sta attraversando confrontarsi con la realtà dell’industria culturale di in termini economici e gestionali, rimane oggi. Ci vogliono una formazione teorica e una comunque una scuola di altissimo livello che negli cultura di base che però devono essere finalizzate ultimi anni ha contribuito a formare una serie di alla domanda del mercato, quindi dinamiche e figure professionali, dal regista all’attore, dallo sempre più pratiche. sceneggiatore allo scenografo fino al produttore. Il

13 SCENARI // Analfabetismo filmico La meglio gioventù (del cinema)

di Michela Greco

“La questione morale ci riguarda tutti”. Perciò ci vuole una “ribellione non tanto e soltanto contro ciò che gli altri hanno mal fatto, ma contro ciò che noi avremmo dovuto fare e non abbiamo fatto”

“Guardiamo alle altre esperienze europee ma senza dimenticare che non siamo uguali, perché abbiamo anche la Cineteca Nazionale. E poi il CSC non è una scuola, discorso di insediamento di Stefano cinema è stato centrale, ma bisogna trovare una Rulli al Centro Sperimentale di Ci- capacità di sintesi. Dovremo accogliere nuovi lin- ma un progetto di riflessione nematografia, primo momento di guaggi per trovare modelli narrativi diversi. sul cinema, l’audiovisivo, Il incontro con studenti, docenti e dipendenti nel nuovo ruolo di pre- Quindi da dove bisogna partire per rilanciare il la cultura. Dobbiamo sidente, ha raccolto entusiasmo e consenso. Af- Centro? attingere a nuovi linguaggi, fiancato dai consiglieri di amministrazione Nicola Ci sono grandi professionalità che hanno voglia di come il videogioco” Giuliano, Carlo Verdone e Aldo Grasso, lo sceneg- partecipare al cambiamento senza paura. Bisogna giatore di La meglio gioventù (2003) è stato chiamato guardare alla crisi come a un’occasione per la tra- dal ministro Ornaghi a presiedere la storica scuola sformazione, in un paese capace di rinnovarsi solo La parola a Stefano Rulli, di cinema di via Tuscolana, dopo 10 anni di mandato dagli sconquassi. Una difficoltà sta nel reperimento del sociologo Francesco Alberoni. di risorse, ma bisogna dare un segnale dall’interno, nuovo presidente del CSC di trasparenza, efficacia, responsabilità. www.snc.it Rulli, nel suo discorso di insediamento ha evocato Calamandrei e incitato alla “resistenza” e all’as- Il valore della formazione va cercato solo nel per- sunzione di responsabilità. Ma ha anche detto che corso di studi o anche altrove? vuole ridare valore alla parola “sperimentale”. Ci sono altri due passaggi molto delicati in una scuola C’è necessità di innovazione. Anche la parola “ci- d’eccellenza. Il primo è quello dell’accesso: proverò nematografia” ormai va un po’ stretta, perché esi- ad allungare i tempi dell’esperienza propedeutica di stono nuove forme di narrazione audiovisiva e bi- chi supera la prima fase delle selezioni. Attualmente i sogna tenerne conto, perché importanti autori in- ragazzi vengono “testati” per 2-3 settimane. Voglio ternazionali si dedicano alle serie tv di eccellenza o che si arrivi a 2-3 mesi, perché c’è bisogno di più al documentario. Da statuto, fino a oggi, al CSC il tempo di osservazione per capire dove sia il talento.

14 SCENARI // SCENARIAnalfabetismo// Inchiesta filmico

“Dobbiamo osservare con attenzione anche il mondo del videogioco, molto interessante dal punto di vista narrativo”

“D’altronde, dopo quella di Mosca, il Centro è la scuola di cinema più importante del mondo.”

Ci vuole rispetto per i ragazzi, non deve essere una disperata corsa competitiva ma un’esperienza formativa che resti e non lasci solo frustrazione. Serve poi una scelta più meditata che impedisca fughe successive. Anche l’ultimo anno è importantissimo, per offrire uno sbocco professionale: una strada potrebbero essere i rapporti trasparenti con le istituzioni.

C’è bisogno anche di una razionalizzazione dei costi? Bisogna fermare gli sprechi. Raccoglieremo dati per verificare quanto l’attuale organizzazione si adatti ai nuovi obiettivi. Il problema economico non è diretto, non siamo sommersi dai debiti. Ma bisogna dare il massimo delle risorse alla didattica.

Si lascerà ispirare da qualche scuola inter- nazionale? Le sembra che gli studenti siano poco preparati Guarderemo ad altre esperienze europee, a Londra, sulla storia del cinema? Parigi, Berlino, pur sapendo che non siamo uguali, È importante padroneggiare la storia del cinema anche perché noi abbiamo anche la Cineteca Na- non solo per un motivo accademico ma perché zionale. Sarà utile scambiarsi informazioni sui offra spunti in un percorso creativo. Se ami il cinema modelli finanziari e sui progetti formativi. D’altronde, lo devi conoscere, ma non è giusto non selezionare dopo quella di Mosca, il Centro è la scuola di un ragazzo che ha talento se non conosce la storia cinema più importante del mondo. del cinema: insegnargliela è tra i compiti del CSC.

C’è bisogno di nuove formule narrative per rac- In questo ha un ruolo importante la Cineteca Na- Cosa non vorrebbe più vedere al Centro Speri- contare la realtà? zionale. mentale? Sì. Dobbiamo osservare con attenzione anche il Sì, non è affatto accessoria per informare gli allievi Demonizzazione e demoralizzazione. Il CSC non è mondo del videogioco, molto interessante dal punto sul cinema del mondo. Bisogna capire come solo una scuola, ma un progetto di riflessione sul di vista narrativo, e rimettere in discussione la renderla più funzionale con la scuola. La Cineteca cinema, l’audiovisivo, la cultura. Questo progetto didattica contaminando i linguaggi. I ragazzi dovranno non deve solo restaurare e preservare il patrimonio è a lungo mancato. Dobbiamo essere un punto di essere capaci di destrutturare l’immagine tradizionale, cinematografico e la memoria storica, ma anche riferimento per il cinema italiano, in cui i maestri si ma per farlo devono conoscerla benissimo. promuovere. misurino con i nuovi autori.

15 SCENARI // Analfabetismo filmico NELLA TERRA DI NESSUNO

di Leonardo Quaresima e Francesco Pitassio

ome avviene il ricambio professionale più seri e consolidati ai più palesemente implausibili. zione universitaria nella professionalizzazione ci- in Italia? In che modo un sapere pro- I dati raccolti sono consultabili in un database on nematografica (il 3% dell’offerta complessiva), per fessionale stratificato e una compe- line (www.cinemaformazione.it).Alcuni aspetti ri- la maggior parte concentrata a un livello di base Ctenza tecnica raffinata si tramandano sultano evidenti: in primis, la progressiva ritirata (master di I livello), a differenza di quanto accade da una generazione all’altra? Preval- dell’investimento pubblico (meno del 10% dell’offerta in altri contesti nazionali: due esempi immediati gono ancora dei metodi da bottega artigianale, radi- complessiva), la riduzione dello spazio di manovra sono il sistema accademico britannico e quello cati nell’esperienza diretta e nell’umile praticantato? a sua disposizione a fronte dell’emersione di delle Hochschule tedesco. Infine, dato forse più al- L’istruzione avviene in specifici luoghi, con un’ade- soggetti dallo statuto incerto (corsi a finanziamento larmante, in Italia si registra la limitata attenzione guata dotazione tecnica e con protocolli pedagogici equivalenti ai programmi di formazione offerti dalle migliori accademie del cinema europee o dai corsi universitari britannici o statunitensi? In sintetici ter- Indiscriminata e caotica l’offerta di scuole mini, come avviene il cambio della guardia nella fi- liera del cinema italiano? di cinema e corsi di formazione secondo

A queste molto concrete domande ha provato a ri- una ricerca universitaria. I giovani si orientano spondere una ricerca universitaria finanziata dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ri- ancora, soprattutto, con il passaparola. cerca e coordinata dall’Università degli Studi di Ma ora è consultabile un database online: Udine, con la Libera Università di Lingue e Comu- nicazione IULM, l’Università della Calabria e l’Uni- www.cinemaformazione.it versità degli Studi di Roma 3. Per semplificazione, gli ambiti di interesse possono essere rubricati sotto le voci istruzione, mercato, linguaggio, cultura F.S.E., Accademie di Belle Arti) e della proliferazione alla trasformazione tecnologica e all’emersione di e patrimonio. dell’offerta privata. Sul piano della distribuzione nuovi profili professionali. I corsi per filmmaker La formazione professionale si è rivelata una terra delle realtà formative, si è notata la prevalente sono decine, mentre mancano ancora percorsi di nessuno, con un’ offerta indiscriminata di corsi concentrazione nei centri tradizionali di produzione formativi destinati ad attività più rilevanti negli di cinema: si è realizzato un censimento dell’offerta audiovisiva (Roma, in subordine Milano), con ultimi anni, successivamente al Decreto Urbani e formativa nazionale, grazie anche al sostegno della punte inattese in aree meno rilevanti sul piano al nuovo protagonismo territoriale: esperti di Regione Autonoma della Sardegna. Attraverso la produttivo (Sicilia), che suscitano interrogativo product placement e location manager, per fare mappatura, relativa il biennio 2009-11, si è colta la sull’effettiva funzionalità di tali iniziative. due esempi di nuove professionalità per le quali complessità dello scenario: più di 1000 corsi, dai A questi dati si associa il ruolo esiguo della forma- mancano occasioni strutturate di formazione.

16 SCENARI // Analfabetismo filmico

Una volta tracciata la mappa del paese, si è cercato (spesso opaca) funzione è l’alfabetizzazione, o la che questa prima ricognizione possa fornire qualche di comprendere in che modo lo si attraversi: come formazione di base. Lo scenario ha ricadute pro- dato per aumentare la consapevolezza delle sfide ci si orienti, con quali aspettative, e superando blematiche per tutte le parti in campo: negli allievi future e delle strategie utili a vincerle. In tal senso quali ostacoli. Lo si è fatto attraverso un’indagine ingenera una difficoltà di orientamento, con parti- sarebbe auspicabile un tavolo progettuale condiviso qualitativa, a partire da un questionario strutturato colare riguardo alla scelta della realtà formativa. tra gli stakeholder (istituzioni nazionali e locali, impartito a protagonisti della formazione, da am- Per le scuole, diviene impervio tutelare la specificità centri formativi partecipanti al consorzio internazionale bedue i lati della cattedra. del proprio progetto professionalizzante e qualificarlo CILECT, centri di ricerca universitari, associazioni di Il campione è stato costituito da venti scuole, per agli occhi del mercato del lavoro: si associa la pre- rappresentanza dell’industria dell’audiovisivo, as- un’adeguata immagine della distribuzione territoriale. carietà della condizione dei docenti. Per i datori di sociazioni professionali), finalizzato a fissare soglie La finalità principale era la descrizione del vissuto lavoro, risulta complicato attribuire una valenza istituzionali di qualificazione, identificazione e esperienziale: in altre parole, come ognuno viva la stabile a un percorso di formazione anziché a un ingresso nel mondo del lavoro, con il vantaggio di formazione, cosa attende, quale futuro le assegni. altro. A farla da padrone in Italia è ancora e so- chiarire i percorsi e le sedi formative, per consentire Ne è emerso un quadro poco confortante: le tre prattutto la dimensione relazionale: il passaparola di passare da un vivace ma spaesato mucchio sel- caratteristiche distintive sono frammentazione, di- tra allievi consente l’individuazione delle iniziative vaggio, a un più disciplinato e funzionale plotone, somogeneità e mutabilità. Frammentazione delle formative più accreditate, la realtà della scuola mutando uno sguardo preoccupato sul ricambio in discipline in una molteplicità di corsi. Disomogeneità produce reti di contatti tra allievi e la conoscenza un efficace cambio della guardia. di offerta formativa tra realtà. Mutabilità di una tra questi e docenti professionisti offre un primo proposta, soggetta a costanti variazioni da una contatto con il mondo del lavoro. Tuttavia, altri stagione alla successiva. Perciò, accanto a scuole contesti industriali e formativi da tempo si sono consolidate e di rinomanza internazionale, con posti il problema di rendere quanto più lineari il criteri di selezione rigorosi, piano formativo chiaro percorso di formazione e le soglie di ingresso nel e vocazione professionalizzante o di specializzazione, mercato del lavoro. Nel caso italiano, questo pro- convive una schiera di iniziative la cui prevalente cesso richiede di essere perfezionato. Crediamo

17 SCENARI // Analfabetismo filmico IL SILENZIO DELLA TOPONOMASTICA

di G.C.

a scorsa estate, durante una breve va- Il risultato, sconfortante, è nella tabella che Nelle dieci più grandi canza nella provincia francese, mi è capi- pubblichiamo in questa pagina. Il vuoto della città italiane, solo una tato più volte di imbattermi – in villaggi toponomastica dice di come il cinema non faccia L con poche migliaia di abitanti – in vie o parte del nostro patrimonio nazionale. Di come via dedicata a Fellini, strade intitolate ai grandi maestri del ci- continui a non essere ammesso tra i beni (o i nema francese. Registi, ma anche attori. patrimoni…) artistico-culturali della nazione. Le nessuna ad Antonioni. Talora attori molto popolari come Fernandel. Segno nostre vie sono intitolate spesso a figurine minori che in Francia i cineasti e gli uomini di cinema in della cultura aulica ottocentesca, ma rimuovono a generale sono considerati patrimonio della nazione. tal punto la modernità da condannare all’oblio gli Segno che fanno parte dell’orgoglio nazionale, e artisti dell’immagine in movimento. Segno che un che contribuiscono alla definizione della memoria po’ tutti noi – operatori culturali, giornalisti, opinion collettiva. E da noi? Mentre passeggiavo in rue René maker, autori – non abbiamo fatto ciò che Clair, o in rue Jean Renoir, mi veniva da chiedermi potevamo e dovevamo per dare al cinema la dignità quante – fra le grandi città italiane – abbiano che gli spetta. Se ora ci ritroviamo con il pubblico dedicato una piazza o una via – poniamo – a più ignorante d’Europa, la colpa – dobbiamo Federico Fellini, o a . O a un ammetterlo – è un poco anche nostra. gigante della cultura e dell’arte del Novecento come Charlie Chaplin.

Antonioni Fellini De Sica Pasolini Rossellini Visconti Leone Sordi Magnani Chaplin Torino via via De Sica Rossellini Milano

Genova

Padova rotonda Visconti Bologna via Pasolini Firenze largo via via via via piazza Fellini De Sica Pasolini Rossellini Magnani Chaplin Roma via via via De Sica Rossellini Chaplin Napoli

Bari

Palermo

L'indagine è stata effettuata su Google Maps e TuttoCittà nel novembre 2012

18 COSA MI PIACE DEL CINEMA ITALIANO di Stefano Stefanutto Rosa

www.pardolive.ch

a poco più di un mese è alla guida C’è poi la Piazza Grande, un appuntamento per del Festival di Locarno, prevede un pubblico più largo. delle modifiche sostanziali con l’edi- Dzione in programma dal 7 al 17 ago- Negli ultimi anni, la Piazza Grande, che è un po’ il sto 2013? cuore del Festival, si è aperta ad accogliere personalità Carlo Chatrian, 41enne torinese, note non solo ai cinéphiles. Senza voler snaturare dallo scorso novembre è direttore La formula adottata dal mio predecessore Olivier un festival, che ha privilegiato sempre la qualità Père non necessita di grossi cambiamenti, è ben alla notorietà, penso che questo aspetto non vada artistico del Festival del film Locarno, adeguata al posizionamento del Festival e alla sua trascurato. E poi la piazza è “talmente grande” da dopo aver collaborato con Cinéma identità. Locarno è sempre stato un luogo di far convivere autori con attori. I due concorsi cono du réel di Parigi, Courmayeur Noir scoperta. Scoperta di tutto quello che il presente invece rivolti a quei film destinati a segnare la in Festival e Alba Film Festival. offre con uno sguardo al futuro, in termini di registi scena contemporanea: il Concorso Cineasti del e di direzioni che il cinema sta prendendo, ma presente, aperto solo a opere prime e seconde, e il Critico cinematografico per le riviste anche (ri)scoperta della storia del cinema, dei modi Concorso internazionale con un equilibrio tra registi Filmcritica, Duellanti, Cineforum di raccontare. Le ultime retrospettive di Minnelli, più affermati e filmmaker che necessitano della e direttore della rivista Panoramiques, Lubitsch, Preminger, che ho curato, e quell’annunciata giusta piattaforma internazionale per presentarsi è dal 2010 consulente della Cineteca di George Cukor, sono un contrappunto impre- ai distributori. Dunque un doppio canale per nuovi svizzera di Losanna e dal 2011 scindibile alla ricerca sul presente visto che il registi ed esordienti. Questa è la struttura del Festival, oltre che frequentato da professionisti e Festival a cui s’aggiungeranno altri omaggi, eventi direttore della Fondazione Film giornalisti, ha un pubblico di appassionati, giovani che daranno l’impronta della nuova direzione, ma Commission Vallée d’Aoste. e meno giovani. al momento è prematuro parlare di nomi e titoli.

19 COSA MI PIACE DEL CINEMA ITALIANO

“Se la personale è intesa come un omaggio a un regista che è emerso, che rappresenta anche quello che mi piace del nostro cinema, sceglierei Daniele Gaglianone che ha la capacità, la sfrontatezza di toccare generi e linguaggi differenti”

Se dovesse comunque annunciare domani una ras- Quale film italiano recente l’ha stupita? segna di un autore italiano, da chi comincerebbe? Le quattro volte di Frammartino mi ha sorpreso Due le risposte possibili. Se penso a una retrospettiva appena l’ho visto a Cannes. Era un progetto che nel senso di un autore che ha un corpus di opere già conoscevo grazie anche ad alcune immagini importanti, il nome più forte è Marco Bellocchio. viste in anteprima. Eppure il risultato finale mi è Anche se ci limitiamo all’ultimo decennio Bellocchio, parso da subito sorprendente, per il modo in cui con i suoi lavori che recuperano la storia italiana e l’autore ha lavorato su una commedia e sulla ripro- il nostro archivio, arriva a raccontare il nostro Paese duzione della profondità di una cultura, senza mai meglio di altri. Narrarlo nel suo caso non significa annoiare. Vi ho trovato il piacere intellettuale che riprodurre in modo mimetico il presente, limite di deriva dalla forza del linguaggio utilizzato, e al tanto cinema, ma indagare le strutture di fondo, a tempo stesso un piacere che rimanda a quello volte andando indietro nel tempo come accade offerto dai film di Jacques Tati con le sue gag e il con Buongiorno, notte o Vincere. Nei suoi film il suo lavoro sui corpi e sugli spazi che alla fine racconto non è solo un percorso narrativo, ma al vengono modificati. tempo stesso un tragitto in cui il viaggiatore riceve gli strumenti per orientarsi nel viaggio e così capire Altri film nazionali che l’hanno colpita? il mondo in cui viviamo. La bocca del lupo di Pietro Marcello, anche se Allora una personale di Bellocchio a Locarno 2013? l’effetto sorpresa è qui meno evidente, visto che in questo film si assiste per me al compimento di un No, perché è già stata fatta alla fine degli anni ’90 percorso iniziato già con i primi cortometraggi. Ri- da Paola Malanga, che aveva curato una bellissima corderei poi L’estate di Giacomo di Alessandro Co- pubblicazione. modin, vincitore del concorso Cineasti del presente a Locarno 2011: un’opera intensa ed efficace, anche E l’altra risposta? questa su spazi e corpi. E poi Rumore bianco di Al- berto Fasulo, un film orizzontale che include degli Se la personale è invece intesa come un omaggio a inserti di narrazione o di saggio, con uno straordinario un regista che è emerso, che rappresenta anche lavoro sul suono. C’è in Italia una generazione di quello che mi piace del nostro cinema, sceglierei filmmaker, poco nota e visibile in modo frammen- Daniele Gaglianone che ha la capacità, la sfrontatezza tario, che ha un grosso potenziale e che si esprime di toccare generi e linguaggi differenti. Un docu- al meglio quanto è stretto il collegamento con mentario inclassificabile come Rata nece biti (La territori specifici da un punto di vista culturale, guerra non ci sarà), che è la cartografia di un paese geografico e antropologico. Penso a Salvatore che sta cambiando; un lavoro assolutamente indi- Mereu e al lavoro che da anni conduce in Sardegna, pendente come Pietro, tra i titoli recenti più inte- il primo episodio di Ballo a tre passi è stato una ri- ressanti; o film più interni al sistema produttivo velazione. E ancora Gianfranco Rosi, documentarista come Ruggine. Mi piacciono i registi che non hanno dai tempi creativi lunghi che realizza film sorprendenti timore, anche sbagliando, di sperimentare. Penso come Below Sea Level. Il cinema italiano ovviamente a Michelangelo Frammartino o a Pietro Marcello. non si riduce a questi nomi, ci sono registi, giovani e meno giovani, che hanno la fortuna di uscire in sala con film di valore. È il caso di Saverio Costanzo, Matteo Garrone, per citarne alcuni. Ma se il punto d’osservazione è quello di critico e di direttore del Festival di Locarno, scelgo di segnalare quei registi meno noti tra il pubblico.

20 COSA MI PIACE DEL CINEMA ITALIANO

Come giudica l’idea del direttore Marco Müller di C’è un problema di promozione di questo prodotto Ma questo cinema d’autore e indipendente non riservare un concorso a parte per il cinema italiano, all’estero? può limitarsi alla sala. prima a Venezia e ora a Roma? Non direi. L’attività che svolge in questa direzione Sempre più in futuro funzionerà il sistema delle Nell’affrontare il mio nuovo impegno alla guida Luce Cinecittà, nonostante le risorse limitate in piattaforme on-line: a un costo accessibile scarichi del Festival di Locarno, il primo modello a cui mi epoca di tagli, è importante e precisa, a cominciare il film oppure lo vedi in streaming, anche se il viene di pensare è proprio quello delle edizioni dalle indicazioni offerte e dalla conoscenza dei ritorno economico per il film è per ora basso. Non dirette da Müller negli anni ‘90. Anche il lavoro festival di riferimento. Semmai c’è scarsa attenzione credo invece alla collocazione di questo cinema in svolto a Venezia è egregio, penso soprattutto a rispetto a queste forme di linguaggio da parte dei un palinsesto televisivo generico, a meno di non ri- Orizzonti. Per quanto riguarda un concorso dedicato selezionatori dei festival internazionali. Vedi La voluzionarne la concezione. Confido piuttosto nei al cinema italiano penso che sia un ottimo modo bocca del lupo che ha girato nel circuito mondiale canali tematici. per dare visibilità alla cinematografia locale. Il solo dopo il passaggio al Forum di Berlino, nel frat- pericolo è semmai quello di creare una riserva in tempo la sua vittoria al Concorso del TFF era Utile sarebbe una promozione in televisione. cui delimitare la produzione italiana. passata inosservata ai programmatori stranieri. Direi che spesso la sensibilità, l’idea che il selezio- Le confido un sogno: una rubrica settimanale di Che posto occupa il nostro cinema d’autore al- natore ha della nostra cinematografia non si raccorda 15/20 minuti, su una rete di riferimento in un l’estero? con l’immagine che ne riceve dai film proposti. orario decente, con un conduttore carismatico e ri- Così è accaduto recentemente con L’intervallo di conoscibile, dedicata al cinema che non si vede, All’estero c’è la considerazione generale che il Leonardo Di Costanzo la cui forza espressiva, no- che presenta e lancia titoli fuori dai circuiti tradizionali nostro cinema abbia vissuto una stagione straordi- nostante una carriera estera appena iniziata ma si- e dalle logiche di mercato. Titoli non solo italiani naria negli anni ’60 e ’70 e che poi sia calato irre- gnificativa (dopo Venezia, il film è passato a Toronto ma anche di cinematografie straniere. versibilmente, tranne alcune importanti eccezioni. e Londra), non mi sembra sia stata colta appieno. Negli ultimi anni registi come Paolo Sorrentino e Matteo Garrone hanno avuto riconoscimenti a Can- Questa produzione è purtroppo ignorata dai nes, i Taviani quest’anno a Berlino; non sono sicuro giovani e dagli adolescenti. se questi segnali siano sufficienti a far parlare di ri- nascita del cinema italiano. Mi sembra che manchi Per i giovani, soprattutto in Italia ma non solo, è il un’adeguata conoscenza della complessità della fenomeno cinema a segnare il passo. L’intratteni- nostra produzione, soprattutto di quella che si mento corre attraverso altri mezzi. E quando lo muove in un territorio che non è quello del cinema spettatore giovane frequenta la sala, o meglio il tradizionale, molto legato per contenuti e personaggi multiplex, cerca qualcosa che s’avvicini il più alla cultura del proprio paese. possibile ad esempio al videogioco. S’aggiunga il fatto che questi film da noi, a differenza dei nostri cugini francesi, non godono di un’adeguata comu- “Se penso a una retrospettiva nicazione. La stampa nazionale privilegia quello che il mercato offre. Se poi un film come Le quattro nel senso di un autore che ha volte venisse programmato in un multiplex, credo che gli spettatori uscirebbero subito, perché c’è un corpus di opere importanti, una sproporzione tra le aspettative del pubblico di il nome più forte è Marco quel luogo e il prodotto. Esemplare l’esperienza che ho vissuto in un multiplex con Habemus Papam Bellocchio. Anche se ci di Nanni Moretti, un film certo non minore e con un cast conosciuto. Ebbene eravamo in cinque a limitiamo all’ultimo decennio vederlo. Eppure il film ha avuto un percorso in sala Bellocchio, con i suoi lavori di tutto rispetto. che recuperano la storia italiana e il nostro archivio, arriva a raccontare il nostro paese meglio di altri”

21 INNOVAZIONI La new wave dell’animazione italiana

RI-ANIMAZIONI. AL CUORE DEL CINEMA ITALIANO di Giulio Bursi

a rivoluzione digitale ha negli ultimi anni stimento iniziale. Il mutato panorama mediale in trasformato profondamente i modi di cui si situa questo decennio dell’animazione ita- produzione dell’animazione: la crea- liana (dalla promozione al consumo) è l’altro lato L zione di tecnologie consumer ibride tra della medaglia: l’esplosione delle nuove piattaforme la fotografia ed il cinema, e l’immissione digitali di social media e portali di video sharing sul mercato delle digital-reflex ad alta definizione, come You Tube, Vimeo, l’ormai veterano Myspace, hanno realmente fatto “rinascere” una tecnica “an- e anche web-log come Tumblr e Wordpress, hanno tica” quanto il cinema, ovvero la stop motion o permesso di far diventare queste piattaforme i mo- “passo uno”, base dell’animazione, rendendola più tori della trasformazione dei princìpi e delle prassi semplice e immediata. L’accessibilità sempre cre- dell’autopromozione dell’audiovisivo contempora- scente di hardware e software dedicati ai personal neo. Grazie a questo mutamento e rinnovamento computer è l’altro elemento fondante di queste delle condizioni di produzione (tecnologia accessi- nuove forme di creatività e professionalità che bile e a basso prezzo) e di promozione (pratica- hanno, di fatto, aperto nuove possibilità d’accesso mente gratuita), in pochi anni l’Italia ha raggiunto, a pratiche artistiche artigianali fino agli Anni ’90 so- nell’animazione, un alto livello di competenze e di stenibili, economicamente e tecnicamente, solo da prodotti che sono ora acclamati come tra i più ac- case di produzione e da artisti affermati. La pellicola curati tecnicamente e stilisticamente originali a li- costa(va), e costa lavorarla, e così il suono, mentre vello internazionale. il digitale permette di avere risultati immediati, Citiamone solo alcuni: autori di animazione “classica” grande definizione, e non ha costi se non nell’inve- che si fanno strada nei festival (Simone Massi con-

22 INNOVAZIONI // La new wave dell’animazione italiana

sacrato quest’anno a Venezia), altri che con tecniche primi Anni ’80, visivamente affine ad artisti come miste vincono premi importanti (Sergio Basso e Keith Haring o Harry Smith, che con una diascopia, Lorenzo Latrofa ad Annecy 2009, Magda Guidi e un piccolo trapano e dei colori, ha per anni creato Mara Cerri a Torino 2012), nascita di factory al- opere con la sola logica dell’autoproduzione e “di- l’avanguardia da Milano a Roma (Dadomani, Mam- pingendo” direttamente su negativo 35mm. Da mafotogramma, Magicmindcorporation, N9ve, La una scuola d’arte, in assenza di studi e produttori Testuggine, Opificio Ciclope), street artists che ri- e non intessendo diretti rapporti col mercato, nasce voluzionano l’animazione internazionale (Blu con la geniale Ursula Ferrara, figura mitica per le giovani il suo Muto), ma anche cineasti solitari, che prati- generazioni. Dall’altro lato anche la superstar Gian- cando il do it yourself come filosofia produttiva luigi Toccafondo, da sempre sponsorizzato da Arte, (Donato Sansone, Virgilio Villoresi) riescono a pittore di formazione come la Ferrara, ha lasciato il flirtare con il mainstream dei grossi brand pubblicitari segno. Entrambi capaci di costruire uno stile unico sempre più innamorati della stop motion. e senza compromessi, maestri di un artigianato Il fenomeno emerso in maniera dirompente negli del “passo uno” che ancora oggi trova pochi eguali ultimi 4-5 anni viene “dal basso”, ha a che fare con nel mondo, i due sono artisti il cui profilo si lega al il recupero di tecniche antiche, con l’autoproduzione, mondo dell’arte (gli straordinari “olii animati” della con la reinvenzione continua del cinema col cinema, Ferrara) e delle gallerie, nonostante Toccafondo sia grazie ad una serie di giovani autori che fanno oggi approdato anche al grande cinema dopo aver carne delle proprie visioni. Villoresi, Sansone, i realizzato una serie di sigle e advertising entrati Tambellini, Mori, Ericailcane, sono una generazione nella storia dell’industria culturale italiana. A queste senza padri (padroni), che non ha potuto usufruire due figure vanno aggiunte alcune personalità che né degli studi di animazione che tra gli Anni ’50 e hanno fatto da ponte tra arte, video e cinema spe- ’70 tra Milano e Roma hanno prodotto film, rimentale (da quest’ultimo hanno preso le tecniche, pubblicità e caroselli, né delle case di produzione dall’arte video hanno invece imparato ad “installare” specifiche per questo tipo di opere e finanziate le proprie opere), e che completano le influenze dallo stato attraverso l’industria del cinema coi andando al di là dei classici circuiti di cui si parlava premi di produzione (come la Corona Cinemato- (importanti musei, gallerie, biennali). Una genera- grafica, che dagli Anni ’60 agli Anni ‘80 ha fatto la- zione “di mezzo”, che a partire da Saul Saguatti, vorare ed esordire alcune genialità indipendenti Cristiano Carloni e Stefano Franceschetti fino ad come Claudio Cintoli, Manfredo Manfredi, Rosa Alvise Renzini, si è mossa sul crinale di diverse tec- Foschi, Magdalo Mussio e foraggiato giovani maestri niche, con risultati veramente notevoli, approdando come Pino Zac, Bruno Bozzetto, Gibba). E di chi ad un riconoscimento “internazionale” (parados- sono figli, dunque? Se con la crisi del cinema salmente, la più “alta” ci sembra la presenza delle italiano e la morte di molte di queste società pellicole dipinte di Saguatti al fianco dei 70mm restano vivi pochi studi (tra cui quello di Fuzellier- strips di Brakhage nella mostra Le macchine della Cavazzuti-Ferrari e successivamente quello creato meraviglia alla Venaria Reale, ma il passaggio di dal loro allievo Mario Aldis, che fonderà la Gertie opere di Carloni e Franceschetti al Louvre o al Mu- nel 1989 sempre a Milano), gli Anni ’80 e l’inizio seum of Contemporary Art di Chicago dice molto dei ’90 hanno fatto uscire allo scoperto i loro sul riconoscimento internazionale ricevuto d questi probabili fratelli maggiori, rare genialità solitarie, artisti). L’emergere delle realtà più giovani (tra cui autori che hanno basato i loro esordi sulle rovine Igor Imhoff, Virginia Mori, Alice e Stefano Tambellini, della nostra industria. Il torinese Vincenzo Gioanola Beatrice Pucci, Marco Cappellacci, Giovanni Munari su tutti, tra i fondatori di Lanterna Magica nei e Dalila Rovazzini) deve molto al progetto di anto-

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logizzazione, tanto importante quanto fuori da ogni logica di mercato editoriale, che Andrea Mar- Oggi, timidamente, anche gallerie tignoni e Paola Bistrot stanno portando avanti con d’arte e musei puntano sulla sponda la loro serie di DVD Animazioni (ora alla seconda uscita, con ben 25 autori coinvolti), e a quello di prevalentemente artigianale storicizzazione e curatela iniziati, in solitaria, da uno storico dell’avanguardia italiana come Bruno di questo lavoro. di Marino e da un curatore e programmatore come Federico Rossin (con mostre, articoli, retrospettive). tonomia ed un’impronta artigianale. Il fenomeno Non va sottovalutato anche il ruolo “attivo” delle che descriviamo, per ora, tende a “conservare” an- scuole come il Centro Sperimentale di Cinematografia ziché disperdere le conoscenze pregresse, fa del nella sua sede piemontese (spesso anche in veste passato virtù mantenendo alto il senso critico, ed è di produttore) e il classico Istituto Statale d’Arte di per questo che è interessante. Oggi, timidamente, Urbino, o i nuovi corsi di animazione della CFP anche gallerie d’arte e musei puntano sulla sponda Bauer e dello IED di Milano; il versante pedagogico prevalentemente artigianale di questo lavoro e, semplicemente mancava in Italia, che pur non promuovendo il percorso artistico “home-made” avendo una gloriosa storia alle spalle (non abbiamo nella produzione delle opere, si sono aperti percorsi avuto la “scuola di Praga”, o quella polacca o jugo- (Wow di Milano, Tricromia di Roma) dove gli ani- slava) è riuscita a sfornare decine di animatori 2D matori espongono il loro lavoro e possono presentare e 3D, scenografi, tecnici e registi di ottimo livello e vendere persino i materiali preparatori delle opere. (Roberto Catani, Carloni-Franceschetti e Gianluca La creazione di vere e proprie factory dell’animazione Lo Presti su tutti, che infatti coniugano insegnamento da una parte, ed il continuo sviluppo del movimento e lavoro artistico). Se i padri sono lontani, dai dei giovani animatori italiani dall’altra, hanno rap- fratelli maggiori e minori questa generazione ha presentato una nuova forma di joint venture tra imparato l’indipendenza, la necessaria trasversalità, una nuova autorialità indipendente e una filiera affermando un’internazionalità che in parte mancava produttiva trainata per ora solo in parte dai grandi ai grandi maestri (con l’eccezione di Manfredo brand commerciali, che sfocia in forme di collabo- Manfredi, candidato all’Oscar per Dedalo, a cui il razione in cui le prassi delle case di produzioni lavoro di Simone Massi deve molto); maestri che pubblicitarie si legano all’artigianato autoriale e troppo dazio pagavano all’animazione americana, alla committenza del mercato globalizzato. al “cartone animato”, all’estetica del carosello. Molti di questi giovani autori citati ricoprono vari ruoli della loro stessa filiera produttiva: sono grafici, animatori 3D, montatori, scenografi, sceneggiatori, che sono in grado di realizzare e seguire direttamente, passo a passo, la propria opera, abbassando note- volmente i costi di produzione e rendendo produt- tivamente “conveniente” conservare una forte au-

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OFFICINE CREATIVE

VIRGILIO VILLORESI Per visionare e commentare www.virgiliovilloresi.com i prodotti delle factory, collegati al sito www.8-mezzo.it

hi oggi è riuscito a sublimare la pro- stallazioni (Netmage 2009) ed una serie di pubbli- pria cinefilia e a superare questa im- cità, video e sigle “d’autore” di alto livello. Citiamo passe tra underground e overground su tutti i recenti exploit per Rai5 (gli stacchi per Cè sicuramente Virgilio Villoresi. Classe Ubik), le pubblicità per Moleskine, Jello, UNDP, e 1979, fiorentino, laureato al DAMS di quella, in realizzazione, per Valentino, veri e propri Antonio Costa, ha saputo scegliere nella propria for- gioielli di semplicità e immediatezza semantica mazione una serie di collaborazioni e suggestioni unita ad una grande eleganza visiva, in cui non si vincenti sia nel campo della moda (Vivì Ponti del rinuncia ad omaggiare vecchi maestri poco cono- brand Vivetta) che delle arti plastiche (il “maestro” sciuti (Jiri Trnka, con lo splendido Fine, in cui si cita dei pupazzi animati e delle illustrazioni Erica il congiuntamente il talento del suo conterraneo Cane). Da qui una carriera completamente indipen- Mario Mariotti) e a creare uno spazio interdimen- dente (non ha una casa di produzione di riferi- sionale in cui zootropi, camere oscure, oggetti fe- mento e vive nel suo studio-casa), che nel continuo ticcio dell’estetica vintage/indie dialogano con omaggio al cinema primitivo e a quello sperimen- suoni, colori e moda dei brands contemporanei. tale (che sia polacco, ceco, americano) ha creato in- G.B.

MAMMAFOTOGRAMMA www.mammafotogramma.it

ianluca Lo Presti, Giulio Masotti, Marco Falatti, Federico Della Putta ed Ettore Tripodi hanno creato a Milano Guno studio unico nel suo genere, in cui l’animazione è solo una delle tante arti utilizzate. Non ancora trentenni ma già artigiani inventivi (Lo Presti), progettisti sicuri (Masotti) e di- segnatori/incisori di talento (Tripodi), hanno saputo coniugare l’home made nella forma più radicale, rea- lizzando da zero e con le loro mani progetti di allesti- mento di assoluto pregio (come Al gran sole carico d’amore, mostra documentaria su Luigi Nono alle- stita per la Triennale di Milano) e facendosi notare anche oltre oceano (il recente allestimento di Allez- up, Montreal 2012). Il versante “pedagogico” (IED, Bauer, IULM) è forse una delle loro declinazioni/in- clinazioni più interessanti, che li ha portati a realiz- zare, in reale collaborazione con gli studenti, sigle (IULM Creative Happening 2012), installazioni (IED 2012), e altri lavori. Prediligono la materia prima pla- smata, che sia legno, carta, plastilina o metallo poco importa, e sono al contempo dotati di grande cono- scenza di software e hardware per pilotare questa ma- teria e connetterla con le loro visioni. G.B.

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GRAPHILM www.graphilm.com

uesto è il pensiero di Maurizio Fore- “Credo che l’epoca stieri di Graphilm, una delle aziende più antiche del settore dell’anima- delle tv generaliste Qzione in Italia. Nata nel 1988 vanta la sia terminato e che collaborazione con i maggiori profes- sionisti e artisti dell’animazione, da Freccia Azzurra il futuro molto (1996) a Totò Sapore (2003), avendo realizzato im- portanti serie di animazione con Mediaset e Rai, in- prossimo sia dicato come il partner coproduttivo più importante.

esclusivamente Graphilm, il cui credito si annovera anche tra quelli in rete: questo del recente progetto Cenerentola Una Favola In Di- retta, per la regia di Carlo Verdone, nella prospettiva presuppone anche del prossimo progetto che sarà in 3D stereoscopico, è uno studio tradizionale, che opera in 2D con un una tv on demand e perfezionamento della CGI connessa alle nuove tecnologie. Graphilm è sinonimo di artigianato di la possibilità di alta qualità, dimostrato dalla realizzazione rigorosa del disegno manuale, in fase di preproduzione, na- un’enorme scelta turalmente con il supporto di ink and paint e di a costi molto compositing che hanno molto velocizzato il processo produttivo, un tempo lungo e laborioso. più contenuti” Nel rispetto della tradizione manuale del disegno animato, Forestieri guarda al futuro di Graphilm e dell’animazione italiana tutta con la constatazione che la crisi abbia molto rallentato, e in alcuni casi annientato, il motore produttivo del settore, eppure con la fiducia che una grande trasformazione dal punto di vista dei supporti, quindi degli utenti, sia un processo in atto. Anche se ancora oggi questo adeguamento fatica a delinearsi, potrebbe avere il suo riscatto se si delineasse una new economy dello spettacolo che desse la possibilità di un nuovo profilo e di una più radicata affermazione del genere animato nel nostro paese. N.B.

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GRUPPO ALCUNI www.alcuni.it

ruppo Alcuni nasce nel 1973 ed è tra le prime factory europee specializ- zate nella produzione di cartoon e Gfiction per ragazzi, presente in più di 60 paesi nel mondo dagli USA alla Repubblica Popolare Cinese, dall’India agli Emirati Arabi. Tra i brand di maggior successo del gruppo, per la televisione: Cuccioli (tra i cartoon più amati dai bambini nel mondo, sbarcato anche al cinema con Cuccioli - Il codice di Marco Polo del quale si sta realizzando il sequel), Leonardo, Slash, Eppur si muove, Symo & Rose, h2Oooo!. Da ricor- dare anche il programma televisivo Ciak Junior de- dicato al cinema fatto dai ragazzi e attualmente in onda in 18 paesi.

“Lavoriamo principalmente per la televisione e per della nostra società investire tutti gli utili in nuove il cinema – spiega il direttore generale del Gruppo produzioni o in attività collaterali come il “Parco Francesco Manfio, socio fondatore assieme al degli Alberi Parlanti”, un parco a tema dedicato ai fratello Sergio, direttore artistico - ma siamo presenti nostri cartoon che abbiamo aperto nel 2008 a anche nel settore dei videogiochi e delle applicazioni Treviso. Il nostro nuovissimo film Senzanome nel per cellulari. Molte delle nostre serie in animazione paese del vento uscirà anche in 3D stereoscopico. sono coprodotte con RAI Fiction, ma abbiamo La scelta non è soltanto estetica ma permetterà un partner pubblici e privati in quasi tutto il mondo. maggior coinvolgimento del pubblico, che è una Per i nostri ultimi 2 lungometraggi abbiamo ottenuto delle peculiarità che caratterizzano le nostre pro- anche l’appoggio del MIBAC. Abbiamo chiuso nel- duzioni per i ragazzi”. l’ultimo triennio un utile operativo, ma è prassi A.G.

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LA CASA DEI CONIGLI www.lacasadeiconigli.com

a casa dei conigli nasce nel 2006 in una cantina domestica di Nola, dove ancora stanzia, “spe- rando un giorno di salire in superficie.” Giovanna Pignataro e Tiziano Squillace da sempre la- vorano con mezzi non professionali, perché più economici e perché credono non ci sia bisogno L di grandi fondi quando si hanno buone idee. Questo apparente limite logistico non ha mortifi- cato l’artigianalità di altissimo profilo che La casa è riuscita a dimostrare, realizzando produzioni significative: sono 3 le serie tv di cui Rai Cinema ha acquisito i diritti per la programmazione per piccoli, Minuti Montati, Facciamo luce!, Storie S-piegate, in onda su Rai Tre e Rai YoYo. Allo stato presente sono in fase di acquisto e produzione altre 3 serie, dalla cantina di Nola con furore!

La stop motion, la telecamerina acquistata al su- Attingendo ai salvadanai personali raschiati fin sul permercato, abbinate a tecniche inventate sul fondo, vedendo il resto del mondo come non facil- posto, con attrezzi costruiti appositamente, come mente raggiungibile per un’anima troppo raffinata il proiettore d’ombre di Facciamo luce!, sono gli del prodotto, il colore del futuro dell’animazione ita- strumenti che lo studio usa nella creazione delle liana, secondo La casa dei conigli, “è Nero!” proprie serie, espressione pragmatica dell’inge- gno, messa in opera della fantasia e poesia allo “Ci sono buone potenzialità, ci sono stato puro, con la capacità di incantare, come suc- studi, soprattutto piccoli, che potreb- cede con Storie S-piegate, un esempio di anima- zione realizzata con pezzi di oggetti trovati in giro bero fare grandi cose, ma si guarda per casa e stoffe piegate col ferro da stiro, che troppo al commerciale e questo an- “non determinano un stile,” precisa Giovanna, nulla le possibili peculiarità italiane, “ma un modo di essere, genuini!” omologando tutto al Dio Business, che secondo noi è negativissimo! Nero!” N.B.

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MAGA ANIMATION STUDIO www.maga-animation.com

ubrick o la poesia di Fellini sono impre- scindibili fonti d’ispirazione - accanto alle più tradizionali Pixar, Masamune K Shiro, Miyazaki - per l’animazione creata da Maga, puntualizza esplicita- mente Massimo Carrier Ragazzi, CEO del Maga Ani- mation Studio di Monza, nato nel 1996, che vanta produzioni con Disney Channel e Rai Fiction, oltre una lunga esperienza nell’animazione CGI.

Lo studio anima trasversalmente per il cinema, le serie tv, la pubblicità, i videogames, le applicazioni per tablet e cellulari, la video arte e il videoclip: per quello che riguarda il cinema, Maga sta lavorando da molto tempo a soggetti che auspica un giorno possano venire alla luce, senza avere fretta. “La cosa importate è realizzare in futuro qualcosa di speciale. – precisa Massimo - Non mi interessa livello di un film di qualità Hollywoodiana. Mi pia- uscire a tutti i costi al cinema. Prima vorrei che lo cerebbe un giorno realizzare un film interessante e studio riuscisse ad acquisire sufficiente esperienza, bello come Toy Story o Monster & Co., magari con insieme alle giuste capacità tecniche ed artistiche, un’ottima regia e la struttura narrativa di Iron Giant per posizionare un eventuale progetto allo stesso o la poesia di Totoro.”

Nell’attesa di questo, Maga collabora con diverse aree del mondo, tra cui Taiwan, Corea, USA, l’Europa tutta, paesi latini e sud Africa: in Italia è di queste settimane l’esordio della nuova coppia di personaggi Birgale&Skiro, riconoscibili per il grande pubblico in messaggi promozionali realizzati sia mono che 3D stereoscopico, in onda Tv e nella sale cinematografiche. Per quello che riguarda Maga, fortunatamente esistono contatti internazionali o rari committenti lungimiranti ma la prospettiva dell’animazione italiana, vista da Carrier Ragazzi, comporta la constatazione che sia al- tissimo il costo di chi voglia creare un sogno se, come accade nel nostro paese, viene accompagnato dall’inesistenza di qualsiasi aiuto pratico da parte dello stato: è un’indifferenza che uccide le idee, insieme alla passione degli imprenditori e degli artisti, che potrebbero esportare un Made in Italy speciale e creare benessere per tutto il paese. N.B.

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DA ROMA ALLA GRECIA CON RAINBOW E LA SCUOLA ROMANA DEI FUMETTI di Andrea Guglielmino www.scuolaromanadeifumetti.it www.rbw.it/it/attivita/animazione gni impero ha la sua capitale. E se scena può contenere fino a 100 inquadrature. Na- l’impero è quello dell’animazione turalmente, non si tratta ancora della versione de- italiana alla sua testa non può che finitiva, per cui in questa fase non usiamo O esserci Rainbow Cgi, divisione della doppiatori ma qualche “malcapitato” dei nostri uf- Rainbow Srl di Iginio Straffi fon- fici che presta la sua voce per darci un’idea di come data nel 2007 e specializzata nella realizzazione di sarà la scena. Facciamo anche 10 o 20 prove per film d’animazione in computer graphics. Non ab- ogni inquadratura”. biamo scelto a caso la metafora, non solo per l’im- ponenza che la Rainbow sta mano a mano La fase successiva, illustrata dal direttore artistico Vi- acquisendo arrivando a diventare, con la recente ac- ncenzo Nisco - che alle spalle ha ben 12 film quisizione del 30% della società da parte del co- realizzati in Disney - non fa che confermarlo. Prima losso statunitense Viacom, la più importante realtà di tutto ci sono bozzetti e schizzi, disegnati a mano italiana legata al mondo dell’entertainment, ma da artisti con la A maiuscola, che definiscono il anche per affinità con il tema dell’ultimo film rea- look di ambienti, luci e personaggi e faranno da lizzato dalla compagnia, Gladiatori di Roma, che base a quanto dovranno fare poi modellatori e ani- dopo essere approdato nei cinema italiani in otto- matori. “Parliamo di circa 150 scenografie e 350 bre – fungendo anche da pre-apertura per Alice personaggi - racconta Nisco - senza tener conto di nella Città, kermesse parallela al Festival di Roma dettagli come vestiti, folle, materiali, espressioni dedicata ai ragazzi – si appresta, a partire da pa- facciali. Disegniamo tutto, comprese le pietre e i squa, a “ecumenizzare” il resto del globo come fili d’erba“. Poi passiamo al reparto modellazione, hanno già fatto altri celebri prodotti della compa- dove il senior modeler Lino Masciulli ci svela in gnia, dalle Winx a Huntik. Il film è un divertente piccola parte i segreti di Maya, il programma mag- omaggio al genere “peplum” e naturalmente al ce- giormente usato per la modellazione in 3D. “Tutto lebre predecessore di Ridley Scott con Russell parte da un poligono semplice, come un cubo, da Crowe: per permetterci di calarci al meglio cui, attraverso vari strumenti, si definiscono le nell’’arena’ l’amministratore responsabile France- forme, ad esempio il volto di un personaggio “. At- sco Mastrofini, coadiuvato dai rappresentanti dei traverso l’ausilio di una tavoletta grafica, Masciulli vari reparti, ha simulato per la stampa l’intero pro- inizia a incidere i dettagli come rughe o cicatrici: cesso di strutturazione di una sequenza in partico- sembra proprio di trovarsi davanti a uno scultore lare, che vede protagonista la buffa strega Circe. Il che lavora con il suo scalpello. Il reparto ‘rigging’ è percorso è organizzato in modo da coprire ogni deputato a rendere credibili i movimenti dei perso- tappa del processo di realizzazione, partendo natu- naggi precedentemente modellati, attraverso la ralmente dall’idea, che poi diventa bozzetto e infine strutturazione di parti “invisibili” come scheletro, vera e propria sceneggiatura. “Parliamo di circa muscoli e ossa. Da statue immobili che erano, i cento pagine - ci spiegano - con 130 scene, e ogni protagonisti dopo questa fase di lavorazione di-

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ventano vere e proprie marionette, che poi gli ani- matori potranno utilizzare con relativa facilità. Do- podiché parliamo con l’animatrice Valentina D’Orsi, e finalmente vediamo “recitare” i personaggi. Ma ancora, per la versione definitiva, la strada è lunga. I vestiti, ad esempio, si deformano addosso al per- sonaggio ma non si muovono dinamicamente e in maniera autonoma come farebbero delle vere stoffe. I capelli sembrano un blocco unico e non un insieme di corpi separati, e mancano le luci. Di ognuno di questi aspetti si occupa naturalmente uno specifico reparto, e il tour continua fino ad ar- rivare alla fase di ricomposizione. Ce la spiega il CG Supervisor Gianmario Catania: “Quel che molti non sanno è che l’immagine arriva alla fase prefinale scomposta in piccoli pezzi. Siamo in grado di mo- dificare l’illuminazione di ogni signolo panneggio“. Parliamo di Ulisse - Il mio nome è nessuno, serial a cartoni prodotto da RaiFiction e realizzato per Essere rappresentati nel mondo buona parte - soprattutto la pre-produzione - dagli da una compagnia che presto autori della scuola: da Massimo Rotundo che si è potrebbe raggiungere standard occupato del character design a Stefano Santarelli e Massimo Vincenti che hanno coperto analoghi a quelli di colossi l’aspetto narrativo creando i soggetti e le sceneg- come Dreamworks e Pixar giature dei vari episodi, fino a Claudio Bruni che ha è certamente motivo di orgoglio, fatto da aiuto regista all’uomo dietro al timone, Giuseppe Maurizio Laganà. ma il futuro e il presente dell’animazione italiana “È un premio piccolo - dice il regista - ma molto im- non stanno solo nei grandi budget e nelle produzioni portante. Forse è un nostro complesso, ma si ha imponenti. E nemmeno è vero che l’aiuto delle sempre l’impressione che negli articoli dei giornali nuove tecnologie escluda la compresenza del lavoro ci si dimentichi spesso che ai festival partecipano classico e artigianale. Se abbiamo paragonato Rain- anche i cartoon, che invece popolano da sempre la bow alla Capitale dell’Impero romano, è bello anche fantasia di tutti, basti pensare ad esempio al suc- trovare – per mantenerci su una metafora di stampo cesso che ottengono le band che suonano sigle di “classico” – gruppi di coraggiosi spartani che senza serie a cartoni. Il problema è che forse oggi ai car- tema si gettano all’avventura fronteggiando anche toon è dedicato poco spazio. Sulla Rai ne passano le difficoltà legate a budget non certo milionari. Ot- pochi, ormai sono tutti sul digitale terrestre e spero tenendo però dei risultati pregevoli, con tanto di ri- che questa tendenza non mortifichi il genere”. conoscimenti. Alla 69ma Mostra di Venezia, ad esempio, Cartoons on the Bay in Venice, ha “Ciò di cui andiamo fieri - dichiara Rotundo - è di conferito il Premio Kineo - Diamanti a un’altra essere riusciti a portare il tutto a un livello alto no- piccola grande creatura che porta la firma della Scuola nostante si tratti di una serie rivolta ai bambini e ai Romana dei Fumetti, un’autentica istituzione che ragazzi. Abbiamo evitato i luoghi comuni, la Grecia da 20 anni, con l’ausilio dei corsi tenuti da riconosciuti dei tempietti e del peplum. Ci siamo rivolti invece professionisti del settore, aiuta i giovani a formarsi alla vera arte arcaica, proprio per evitare un’icono- nel campo dell’arte visuale, che si tratti di strisce grafia fin troppo classica, da “pupi siciliani”. È la di- cartacee o di cartoni per la tv.

mostrazione del fatto che se anche fai un prodotto commerciale puoi comunque inseguire la qualità, e funziona. In Italia questo ragionamento si fa poco: o si fa qualcosa di altamente culturale, magari rivolto a pochi eletti, o si sceglie la serie B”. E per il futuro? “Non è facile coinvolgere i ragazzi nel processo che sta dietro alla realizzazione di un cartoon - commenta Rotundo - perchè l’allievo medio si sente già un autore, vuole firmare, immagina già il suo nome su un cartonato, mentre lì si tratta di lavorare in squadra, per molte ore filate. È tecnicamente difficile: bisogna equilibrare la fluidità dei movimenti e il mantenimento delle proporzioni. C’è tanta gavetta da fare e questo spesso li scoraggia, ed è un peccato, perché alcuni sono bravissimi”. Arriverà mai, dunque, un Ulisse 2? “Noi lo vorremmo - conclude Vincenti - e lo propor- remo. Dopodiché, beh...speriamo riesca a superare le Colonne d’Ercole!”

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SIMONE MASSI: L’ARTE DELLA RESISTENZA

www.simonemassi.it

ome un eremita, chino sulla sua scriva- accettato subito con molto entusiasmo, anche per- nia, Simone Massi disegna le sue ta- ché mi hanno lasciato totale libertà creativa. L’unico vole a mano, una dopo l’altra, ora dopo vincolo, chiaramente, era dover realizzare un’ani- Cora, senza pause. Il computer lo usa mazione che avesse attinenza con il cinema. È stata solo per rispondere alle e-mail, per il una sorpresa, mi aspettavo direttive molto strette, resto i suoi strumenti sono quelli della tradizione: e invece ho potuto scegliere ognuno dei 300 foto- matita, gessetti, carboncini, pastelli. Una tradizione grammi che compongono la sigla e collegarli nella che resiste, come resiste lui, con la sua passione. È maniera che ritenevo più opportuna. nato a Pergola, settemila anime, nelle Marche, nel 1970. E lì ha deciso di rimanere. Prima ha fatto l’ope- Si definisce un “animatore resistente”. Quanta raio. Poi si è iscritto alla Scuola di Urbino dove ha resistenza ci vuole per fare oggi questo mestiere, conosciuto Julia Gromskaya, che ora è sua moglie, in Italia? con cui ha realizzato quasi tutti i suoi film. Che par- lano proprio di quelle anime lì: sono sogni, poesie, Disegno da una vita, da quando ero bambino. Ma scene di vita contadina, sguardi, nuvole, animali, idee vengo da una famiglia povera, né io né i miei fratelli che si trasformano in sguardi e poi in paesaggi e abbiamo avuto la possibilità di continuare gli studi volti. I suoi corti animati sono stati selezionati in fe- e chi prima e chi dopo siamo tutti entrati in fab- stival di oltre cinquanta paesi nel mondo, in tutti i brica. Si può dire che avessimo la strada segnata. continenti, duecento i riconoscimenti ricevuti. Del- Rispetto ai miei fratelli, io avevo in più questo l’ammazzare il maiale è il miglior cortometraggio se- “dono” – come lo chiama mia madre – ma soprat- condo la giuria dei David di Donatello 2012, ed è sua tutto avevo la passione, che per me conta anche più la sigla animata di Venezia 69. Ma Simone è tutt’altro della capacità di disegnare vera e propria. Questa che una star. Continua a sentirsi soprattutto un arti- passione mi ha portato, a 23 anni, a lasciare il la- giano e conduce una vita umile e consacrata al la- voro e a iscrivermi alla scuola d’arte di Urbino, tra voro, che ci racconta in esclusiva. mille preoccupazioni, perché avevo lasciato gli studi tanto tempo prima e pensavo di non avere più la La sua ultima opera è la sigla di Venezia 69, di capacità di apprendere, la disposizione a memoriz- grande impatto. Ci racconta com’è stato coinvolto zare nozioni. Ai miei dubbi si aggiungevano quelli e com’è nato il concept, artisticamente parlando? degli altri: erano in tanti a dirmi che stavo facendo una pazzia. Erano tempi in cui ancora si poteva par- Sono stato contattato il 29 febbraio, quando ancora lare di posto fisso, di certezze, di fronte all’incer- non avevo vinto il David per Dell’ammazzare il ma- tezza a cui certamente il nuovo percorso mi iale ed ero considerato un autore “di nicchia”. Ho avrebbe messo di fronte.

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Della sua esperienza di operaio, cosa si è portato dietro?

I ritmi di lavoro e la produzione. Non mi ha mai spaventato l’idea di dover disegnare tanto. Ero abi- tuato alla produzione incessante, al lavoro fisico e manuale. In fabbrica lo facevo per prodotti di cui a malapena potevo comprendere l’utilizzo finale, a cui non potevo essere sentimentalmente legato. Anche l’animazione è produzione, anche se di qual- cosa che apparentemente sembra meno concreto, perché proiettata da un fascio di luce.

Torniamo alla “resistenza”…

Il mio primo corto si chiamava Immemo- ria, era un piccolo omaggio alla lotta par- tigiana e, a quanto mi risulta, è stato il primo a trattare questo tema, che mi è molto caro. Tanto che l’ho ripreso poi nel 2001, in Tengo la posizione, e lo farò ancora in Animo resistente, che uscirà a gennaio, e che tratterà pro- prio del ritorno sui luoghi della lotta. E di resistenza, per tornare alla sua do- manda, per fare animazione d’autore in Ita- lia, ce ne vuole parecchia. Non ci sono i fondi, non c’è disponibilità da parte dei produttori, non c’è distribuzione, non ci sono spazi in Tv. Disegno tutto a mano e da solo, anche perché non posso permettermi collaboratori, e i tempi finiscono col dilatarsi. Per un corto mi ci vogliono due anni, senza feste, sabati o domeniche libere. Questo è un lavoro che richiede un impegno costante, non si può fare a tempo perso.

E lei, come ha fatto ad arrivare dov’è ora? tuto andare avanti così come ho fatto io, per 19 che colorato. Attualmente uso pastelli a olio graffiati anni. poi delle punte secche, degli strumenti d’incisione Con un passo alla volta, senza pensare e senza vol- che mi riportano in qualche modo alla mia forma- tarmi, con pazienza, determinazione e l’aiuto del Lei è resistente anche nello stile, rigorosamente zione in fabbrica, all’utilizzo del ferro e alla forma tempo. Soldi, per la verità, non ce ne sono mai stati. “carta e matita”. Si lascia mai tentare dalle nuove ottenuta per sottrazione. Mi sembra di aver trovato All’inizio, con molta ingenuità nei confronti del tecnologie? la tecnica che cercavo da sempre, sono circa 7 anni mondo dell’animazione, ma anche del paese, mi il- che la uso e per ora non sto cercando altro. Anche ludevo che sarei arrivato a fare questo mestiere gra- Ne comprendo il potenziale, ma non è la mia strada, la sigla di Venezia l’ho realizzata così. zie alla meritocrazia, costruendomi un curriculum. per vari motivi. Il primo è che io sono un uomo del Non è stato così. Anche quando ho cominciato a Novecento e un disegnatore del Novecento e come Come vede il futuro dell’animazione in Italia? ricevere premi, prima 50, poi 60, poi 100, oggi ho tale ragiono, lavoro e mi affeziono. Come il povero superato i 200. Ebbene, io non ho mai trovato una Sanguineti ha continuato a usare fino all’ultimo una Potrebbe essere una sorpresa. Io ho incontrato tante produzione. Per quel che riguarda il cortometraggio macchina da scrivere, così io continuo a disegnare di quelle difficoltà che potrei riempirci un’enciclopedia, ormai nemmeno ci provo più. Mi sono proposto a nella maniera che conosco e con i mezzi che amo ma proprio perché sono riuscito a superarle e ad an- vari studi, ma non ho mai ricevuto risposte positive. veramente, la matita e il foglio di carta. Insomma dare avanti, oggi mi sento più ottimista di 10 anni fa. Non so se dipenda dal genere che faccio, dall’aver c’è un attaccamento al mezzo, una sorta di legame. Ho dimostrato a me stesso e anche ai colleghi più gio- incontrato le persone sbagliate, magari dal mio ca- È un modo di lavorare probabilmente anacronistico vani che fare animazione d’autore in Italia è possibile. rattere. Probabilmente c’è un sistema in Italia che ma che alla fine produce qualcosa di ‘concreto’, mi- Non siamo più quattro gatti, c’è un gruppo forte che il cinema d’animazione d’autore non lo considera gliaia di fotogrammi che corrispondono ad altret- cresce sempre di più per numero e qualità. Anche al- proprio: né comeANIMATORE arte, né come mestiere, né come tante illustrazioni e che esistono, si possono l’estero c’è più attenzione, ci sono premi importanti. cinema, in nessun senso. Nei primi anni, mi appog- toccare. Magari un giorno anche vendere. C’era stata una buona stagione negli Anni ’70, con il giavo ai miei genitori. Il precedente governo mi fiorire dell’animazione comica di Bozzetto, Manuli, avrebbe definito un “bamboccione”. In verità, ho E la sigla veneziana? Cavandoli, poi l’oblio. Ora le cose stanno andando fatto molte rinunce: niente macchina, zero soldi in meglio, paradossalmente proprio grazie a quella tec- tasca. In questoRESISTENTE modo però sono riuscito a co- Quattro mesi per 30 secondi, calcolando però che nologia che poco fa le ho detto di non amare: Internet, struirmi una piccola filmografia nella speranza che mi hanno rallentato il formato, l’uso del colore e le e-mail, i social network, Youtube, sono tutti stru- mi sarebbe servita a trovare lavoro. Da circa 6 anni l’ansia di non poter sbagliare: era la platea più menti che permettono di creare contatti facilmente, di ho una casa mia dove vivo con mia moglie Julia, grande che avessi mai affrontato! mettere in giro le opere con efficacia. Pur non essendo animatrice anche lei. Neanche a dirlo, i problemi si ottimista sugli italiani, tutto sommato delle speranze sono triplicati. Conduco un’esistenza molto umile, Quali sono le sue tecniche predilette? le ho. Poi non è detto che un autore debba necessa- ma fin qui ci sono arrivato. Ad essere sincero, non riamente risiedere in Italia. Si possono realizzare opere saprei dire come. Credo che il mio caso abbia del Sono partito dalla grafite, dalla matita. Poi ho fatto italiane anche con finanziamenti stranieri. miracoloso, non so quanti altri autori avrebbero po- un po’ di ricerca con chine e carboncino, sia nero A.G.

33 INNOVAZIONI // La new wave dell’animazione italiana

MARCO CINELLO di Nicole Bianchi

Grafic artist: eccellenza italiana nella produzione statunitense, esordisce alla Amblin di Spielberg, cura il design di Spongebob The Movie e oggi pubblica Batula, libro illustrato per bambini, sold out a New York Comic Con 2012

SpongeBobTheMovie©Nickelodeon

Marco Cinello, un romano in America, un italiano ternazionale”, che ha trovato un’audience non solo in America. italiana, e come tale lo rende appetibile e di successo. Il fatto che siano riusciti a realizzare una produzione ono nato e cresciuto a Roma. Avviato a così partendo da una piccola città e senza essere una poco brillante carriera da ragioniere, passati per il “canale obbligato” della RAI, ai miei sono stato fulminato dalla consapevo- occhi, li rende ancor più capaci. lezza che un lavoro fisso, in una stanza S John Lasseter ha invitato Bruno Bozzetto a tenere buia e dietro a un computer, non era quello che volevo, così ho deciso di inseguire il mio una lezione alla Pixar, spiegando di reputarlo tra sogno “da artista”. L’importante era disegnare ed le unicità artistiche della storia mondiale del- essere creativo. Nel 1989 ho avuto la fortuna di es- l’animazione: riflessione sulla storia dell’anima- sere assunto dalla Amblin di Steven Spielberg a zione italiana. Londra, che mi ha portato poi a lavorare su oltre 20 film e numerose serie televisive. Ironicamente, oggi Bruno Bozzetto è stato, è e sarà sempre il più im- mi ritrovo a lavorare in una stanza buia e dietro a portante artista italiano dell’animazione. Allegro Non un computer, ma facendo cose decisamente più Troppo (1976) ha 36 anni e sfido chiunque a trovare creative. un altro film animato italiano o un artista che abbia avuto lo stesso impatto internazionale da allora... Gli U.S.A, Los Angeles: il perché dell’emigrazione professionale. a nessuno: o si è capaci ad adattarsi a determinati ritmi o ci sarà sempre qualcuno pronto a rimpiazzarti, Los Angeles era la destinazione più naturale: con non importa la nazionalità. la maggior parte degli Studios (e dei soldi) con- centrati in questa città è normale che le sfide pro- Prospettive future dell’animazione internazionale, fessionali che puoi trovare siano di livello altissimo. su cui anche l’Italia dovrebbe cercare di puntare. Se riesci a vincerle puoi veramente lavorare ovunque nel mondo. Indipendentemente dalla tecnica di realizzazione, sono i contenuti che rendono una produzione Storia di successo di un italiano all’estero: da appetibile al mercato internazionale. Storie su pizze, Spongebob The Movie allo sviluppo del design spaghetti e mandolini non fanno altro che rinforzare dell’ultima serie Tv The Flintstones. determinati stereotipi e certamente non radicano la nostra credibilità nel sapere raccontare storie che ab- Non credo sia un discorso di italianità ma di pro- biano un respiro e un’ audience perlomeno europea. fessionalità. È vero che come italiani possiamo portare in una produzione qualcosa che all’America Il caso Winx visto dagli States. manca: flessibilità, capacità di adattarsi, un certo tipo di creatività fuori dagli schemi. Ma è anche L’esperienza della Rainbow conferma la mia osser- vero che la professionalità americana non è seconda vazione precedente. Le Winx sono un prodotto “in-

34

NUMERI Il dossier economico della DG Cinema

on il primo numero della rivista 8½ inizia una sfida innovativa e stimo- dell’attuale fase economica e nel conseguente rinnovamento delle politiche lante: trasferire su un piano divulgativo e giornalistico i contenuti istitu- pubbliche di sostegno al settore, le agevolazioni fiscali rappresentano un zionali, finora frequentati soprattutto dagli addetti ai lavori attraverso il passo avanti verso un sistema più automatico e neutrale, in grado di web o in occasioni pubbliche di confronto e discussione. Si tratta di un compensare la diminuzione di risorse disponibili. Il tax credit è in scadenza a Culteriore sforzo di comunicazione e trasparenza, attraverso la carta stam- dicembre 2013 e gli operatori del settore confidano nella sua estensione per i pata, che affrontiamo con entusiasmo e curiosità. Questa sezione della rivista prossimi anni. - curata da Andrea Corrado, Iole Maria Giannattasio e Fabio Ferrazza - proporrà Ma quale è stato il suo concreto utilizzo ad oggi? Come ha funzionato? E con ogni mese l’approfondimento di un tema specifico: numeri, analisi statistiche quali risultati? Grazie a cifre e interviste abbiamo indagato sulle opportunità e testimonianze, con il coinvolgimento di operatori pubblici e privati, in colla- offerte dal nuovo strumento e sui suoi effetti, raccogliendo anche le valutazioni borazione con il Centro Studi della Direzione generale per il Cinema-MiBAC, di imprese che vi hanno fatto ricorso. per offrire occasioni di conoscenza e riflessione sugli strumenti normativi e A completare questa sezione, altre pagine nelle quali racconteremo le novità, sull’economia della cinematografia italiana. spesso poco note o scarsamente valorizzate, collegate all’attività istituzionale In questo primo numero, il dossier è dedicato a un bilancio dei primi tre anni a favore del cinema nazionale, nel contesto del mercato e della cultura cine- di applicazione del tax credit al settore cinematografico. Nella difficoltà matografica.

36 NUMERI // L'economia del cinema italiano

IL TAX CREDIT FA BENE. BILANCIO DEI PRIMI TRE ANNI di Andrea Corrado

€ 32.977.181 tax credit fa bene al cinema. Le imprese, e non solo quelle cinematografi- € 185.515.981 14,35% che, lo utilizzano, gli investimenti privati nel cinema aumentano, le pro- 80,75% € 11.251.434 duzioni internazionali girano in Italia e le sale si rinnovano. Dopo circa tre 4,90% anni dall’entrata in vigore degli incentivi fiscali per il settore cinematogra- ILfico, il bilancio è positivo e i dati lo confermano. Dall’introduzione delle misure a ottobre 2012, i film per i quali esiste almeno una richiesta di riconosci- mento di credito d’imposta sono 609. Sono 541 i soggetti che hanno presentato domanda per l’attribuzione del “bonus” fiscale. produzione Il credito totale richiesto è pari a circa 229,7 milioni di euro, di cui l’80,75% da 359 imprese di produzione cinematografica, il 4,90% da 28 imprese di investitori esterni distribuzione e il 14,35% da 154 soggetti (“investitori esterni”) non appartenenti distribuzione al settore cineaudiovisivo che investono nella produzione di opere nazionali (Fig. 1). Il credito d’imposta già riconosciuto è pari a circa 147 milioni di euro. Fig. 1) Del credito totale autorizzato, l’78,47% è concesso ad imprese di produzione ci- Ripartizione del credito richiesto per tipologia di credito d’imposta: produzione nematografica, il 14,57% ad imprese di distribuzione cinematografica e il 6,96% e distribuzione cinematografica ed “investitori esterni” (dati aggiornati a ottobre ad “investitori esterni” (Fig. 2). 2012) L’investimento per il quale è richiesto il beneficio fiscale è pari circa 1.360 Fonte: Elaborazione su dati Direzione Generale per il Cinema-MiBAC milioni di euro, di cui circa 85 milioni, il 6,24%, effettuato da “investitori esterni”. Per quanto riguarda il credito d’imposta destinato alla digitalizzazione delle sale, a partire dall’introduzione delle misura fiscale e sino al mese di ottobre 2012, il totale delle agevolazioni richieste dagli esercenti ammonta a circa 27 milioni, mentre il credito concesso complessivamente è pari a circa 25,5 milioni. LA NORMA E I DESTINATARI Le richieste per accedere al beneficio fiscale evidenziano, inoltre, un investimento totale di circa 86 milioni, effettuato per digitalizzare 1.008 schermi, la maggior parte presente nelle multisale da 5 e 10 schermi e in quelle con non più di 4 Con l’obiettivo di tutelare e rafforzare le potenzialità culturali del settore cinemato- schermi, che costituiscono rispettivamente il 42,06% ed il 25,10% del totale grafico, la recente normativa (Legge Finanziaria 244/2007 e successivi decreti (Fig. 3).Nei prossimi mesi sembra molto probabile un aumento delle richieste attuativi) ha introdotto in Italia agevolazioni fiscali sotto forma di credito d’imposta per digitalizzare le sale più piccole, anche grazie alla novità normativa introdotta (tax credit). Le disposizioni prevedono la possibilità di compensare debiti fiscali dal cosiddetto “Decreto Sviluppo”, convertito dalla Legge n. 134/2012, che con il credito maturato a seguito di un investimento. Destinatari sono le imprese rende cedibile il credito alle banche e ai fornitori degli impianti. di produzione e distribuzione cinematografica, gli esercenti cinematografici, le imprese di produzione esecutiva e post-produzione (industrie tecniche), nonché le imprese non appartenenti al settore cineaudiovisivo (“investitori esterni”) che eseguono apporti in denaro in esecuzione di contratti di associazione in partecipazione e di contratti di cointeressenza stipulati con il produttore cinema- tografico. Gli incentivi previsti in favore delle imprese di produzione sono in vigore dal 15 luglio 2009, mentre quelli per le imprese non appartenenti al settore cineaudiovisivo, di distribuzione ed esercizio cinematografico dal 13 aprile 2010.

€ 21.424.080 14,57% € 10.239.077 6,96% Multisala Monosala € 115.417.636,74 fino a 4 schermi 170 253 16,87% 78,47% 25,10%

Multisala Multisala produzione oltre 10 schermi da 5 a 10 schermi 161 424 distribuzione 15,97% 42,06% investitori esterni

Fig. 2) Fig. 3) Ripartizione del credito autorizzato per tipologia di credito d’imposta: produzione Tax credit esercenti cinematografici: ripartizione del numero schermi per tipologia e distribuzione cinematografica ed “investitori esterni” (dati aggiornati a ottobre di complesso (dati aggiornati a ottobre 2012) 2012) Fonte: Elaborazione su dati Direzione Generale per il Cinema-MiBAC Fonte: Elaborazione su dati Direzione Generale per il Cinema-MiBAC

37 NUMERI // L'economia del cinema italiano , ITALIA PIU ATTRAENTE PER LE PRODUZIONI STRANIERE di Iole Maria Giannattasio

poco più di tre anni di applicazione dell’age- volazione fiscale, sono 24 le società italiane di produzione esecutiva che hanno richiesto il credito d’imposta, per un totale di circa IN20,6 milioni di euro, a seguito di un investi- ALGERIA 1 mento nella produzione di 30 film stranieri di varie nazionalità. Tra questi, più numerose sono le opere AUSTRALIA 1 di paesi di area anglosassone (Australia, Regno Unito, Stati Uniti) ma non mancano quelle di altri paesi europei (Austria, Belgio, Francia, Germania, AUSTRIA 1 Olanda, Spagna e Svizzera) ed extra-europei (Alge- ria, Giappone e Marocco) (Fig. 4). BELGIO 1 Tra i titoli più noti, gli americani The Tourist di Florian Henckel von Donnersmarck e To FRANCIA 1 with Love di Woody Allen insieme agli inglesi Nine di Rob Marshall e di Anton Corbijn. The American GERMANIA 4

GIAPPONE 2

MAROCCO 1

OLANDA 1

REGNO UNITO 11

SPAGNA 1

STATI UNITI 4

SVIZZERA 1

Fig. 4) Film stranieri per i quali richiesto credito d'imposta: ripartizione del numero film per nazionalità* del film (dati aggiornati a ottobre 2012) Fonte: Elaborazione su dati Direzione Generale per il Cinema-MiBAC

Il credito già riconosciuto è pari a circa 14,5 milioni, mentre l’investimento nella produzione di film stranieri, per il quale è stato richiesto il beneficio fiscale, ammonta a circa 82,4 milioni, di cui il 74,5% per la realizzazione di film inglesi ed americani (Fig. 5). L’introduzione di questa agevolazione rende l’Italia più attraente per le produzioni internazionali, che portano risorse finanziarie, opportunità di formazione per la manodopera locale e innovazione nei processi di lavorazione. La realizzazione sul nostro territorio di opere cinematografiche destinate a platee internazionali favorisce anche la circolazione e la promozione dell’immagine e della cultura italiane all’estero.

38 NUMERI // L'economia del cinema italiano

Fig. 5) Film stranieri per i quali richiesto credito d'imposta: ripartizione dell’investimento per nazionalità* del film (dati aggiornati a ottobre 2012) Fonte: Elaborazione su dati Direzione Generale per il Cinema-MiBAC *La nazionalità del film è determinata in base alla sede legale della società di produzione committente

39 NUMERI // L'economia del cinema italiano

IL BONUS FISCALE PIACE A IMPRESE FINANZIARIE E ASSICURATIVE di Fabio Ferrazza

beneficio fiscale previsto per gli “investitori numero di soggetti, 42 pari al 27,27% del totale, Le imprese del Lazio effettuano anche la maggior esterni” è strumento per attrarre risorse pro- mentre sono 22 quelli della Lombardia e 19 quelli parte dell’investimento, il 35,89% del totale, seguite venienti da altri settori economici da impie- sia della Campania sia del Piemonte. da quelle del Piemonte e dell’Emilia Romagna ri- gare nella produzione cinematografica ed Le regioni in cui non si registra a ottobre 2012 la spettivamente con il 20,01% e il 17,36% del totale ILanche una opportunità di investimento e di presenza di “investitori esterni” sono: Basilicata, (Fig. 9). visibilità per le imprese. Friuli Venezia Giulia, Liguria, Molise e Valle d’Aosta Dall’entrata in vigore dell’agevolazione fino a ottobre (Fig. 8). 2012, 154 imprese non appartenenti al settore cine- audiovisivo hanno richiesto il riconoscimento di credito d’imposta a seguito di un investimento di b - estrazione di minerali da cave e miniere 1 circa 85 milioni di euro nella produzione di 126 c - attività manifatturiere 21 opere filmiche nazionali. Le richieste sono relative ad apporti di capitale che d - fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 1 vanno da meno di 4mila euro a 2,5 milioni. I e - fornitura di acqua, reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento 1 soggetti intervenuti svolgono attività economiche f - costruzioni 9 diverse e hanno le loro sedi distribuite sul territorio g - commercio all'ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli 24 nazionale. Ma quali sono le caratteristiche degli “investitori h - trasporto e magazzinaggio 2 esterni” che intervengono finanziariamente nella i - attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 9 produzione di film nazionali e richiedono il ricono- j - servizi di informazione e comunicazione 13 scimento del “bonus” fiscale? Nelle figure seguenti il numero degli “investitori k - attività finanziarie e assicurative 21 esterni” e l’investimento per il quale è richiesto il l - attività immobiliari 10 beneficio sono ripartiti per settore di attività, sulla m - attività professionali, scientifiche e tecniche 26 base dei codici Ateco 2007 presenti nella Visura Ca- rale merale. Tra gli “investitori esterni” sono più numerose n - noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 6 le imprese operanti nel settore delle attività profes- p - istruzione 1 sionali, scientifiche e tecniche, 26 imprese pari al q - sanità e assistenza sociale 2 16,67% del totale; sono invece 24 quelle del settore r - attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 5 di attività “Commercio all’ingrosso e al dettaglio, ri- parazione di autoveicoli e motocicli” e 21 sia quelle s - altre attività di servizi 2 che svolgono attività finanziarie e assicurative sia quelle che svolgono attività manifatturiere (Fig. 6). Fig. 6) La maggior parte dell’investimento, 38,6 milioni Tax credit “investitori esterni”: ripartizione del numero di investitori per settore di attività* (dati aggiornati a ottobre pari al 45,47% del totale, proviene però dalle imprese 2012). Fonte: Elaborazione su dati Direzione Generale per il Cinema-MiBAC e su dati Registro Imprese delle Camere operanti nel settore delle attività finanziarie e assi- di Commercio curative, seguite da quelle che svolgono attività pro- Attività finanziarie e assicurative Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di fessionali, scientifiche e tecniche e da quelle che €38.632.282 - 45,47% supporto alle imprese svolgono attività manifatturiere, rispettivamente con il 12,54% ed il 10,29% del totale (Fig. 7). Attività professionali, scientifiche e € 2.030.000 - 2,39% All’interno del settore “Attività finanziarie e assicu- tecniche Trasporto e magazzinaggio rative”, di particolare rilievo è il ruolo giocato delle €10.657.500 - 12,54% € 1.600.000 - 1,88% banche (codice Ateco 2007: K.64.19.1). Il 38,45% Attività manifatturiere Fornitura di energia elettrica, gas, dell’investimento delle società esterne al settore ci- € 8.743.012 - 10,29% vapore e aria condizionata neaudiovisivo, circa 32,7 milioni, è effettuato da 10 € 1.100.000 - 1,29% banche intervenute nella produzione di 46 film. Servizi di informazione e comunicazione € 6.447.760 - 7,59% Costruzioni Anche grazie allo strumento del credito d’imposta, € 1.085.000 - 1,28% le banche possono sostenere il cinema in una logica Commercio all'ingrosso e al dettaglio; industriale, valorizzando risorse professionali ed Riparazione di autoveicoli e motocicli Sanità e assistenza sociale artistiche e impiegando vantaggiosamente risorse € 5.640.300 - 6,64% € 340.000 - 0,40% economiche. Allo stesso tempo, le produzioni cine- Altre attività di servizi Attività immobiliari € 140.000 - 0,16% matografiche possono migliorare il proprio “know €3.548.000 - 4,18% how” finanziario, interagendo con le banche. Estrazione di minerali da cave e miniere Dalla ripartizione del numero degli “investitori Attività artistiche, sportive, di intrat- € 90.000 - 0,11% esterni” e dall’investimento per il quale è richiesto tenimento e divertimento Istruzione il riconoscimento del beneficio per regione di pro- € 2.667.500 - 3,14% € 5.000 - 0,01% venienza, si evince che sono le imprese del Lazio Attività dei servizi di alloggio e di Fornitura di acqua; reti fognarie, attività ad essere maggiormente coinvolte. ristorazione di gestione dei rifiuti e risanamento È infatti il Lazio la regione in cui ha sede il maggior € 2.221.600 - 2,61% € 10.000 - 0,01% Fig. 7) Tax credit “investitori esterni”: ripartizione dell’investimento per settore di attività* (dati aggiornati a ottobre 2012)

*La classificazione delle imprese per tipo di attività esercitata è sulla base dei codici ATECO 2007 presenti nella Visura Came *La classificazione delle imprese per tipo di attività esercitata è sulla base dei codici ATECO Fonte: Elaborazione su dati Direzione Generale per il Cinema-MiBAC e su dati Registro Imprese delle Camere di Commercio 40 NUMERI // L'economia del cinema italiano

Trentino Alto Adige 1

Veneto 9

Lombardia 22

Piemonte 19

Emilia Romagna 9

Toscana 9

Fig. 8) Marche 1 Tax credit “investitori esterni”: ripartizione del numero di investitori per regione di provenienza* (dati aggiornati Umbria 1 a ottobre 2012) Fonte: Elaborazione su dati Direzione Generale per il Cinema-MiBAC e su dati Registro Imprese delle Camere Abruzzo 2 di Commercio Lazio 42

Campania 19

Puglia 6

Sardegna 2

Trentino Alto Adige Calabria 11 € 160.000 - 0,19% Sicilia 1 Veneto € 8.115.000 - 9,55% ommercio Lombardia € 8.143.512 - 9,59% Piemonte € 17.000.000 - 20,01% Emilia Romagna € 14.744.582 - 17,36% Fig. 9) Tax credit “investitori esterni”: ripartizione dell’investimento Toscana per regione di provenienza* (dati aggiornati a ottobre € 3.993.800 - 4,70% 2012) Marche Fonte: Elaborazione su dati Direzione Generale per il Cinema-MiBAC e su dati Registro Imprese delle Camere € 10.000 - 0,01% di Commercio Umbria € 10.000 - 0,01% Abruzzo € 300.000 - 0,35% Lazio € 30.492.360 - 35,89% Campania € 664.000 - 0,78% Sardegna € 120.000 - 0,14% Puglia € 429.700 - 0,51% Calabria € 770.000 - 0,91% Sicilia € 5.000 - 0,01% *La classificazione delle imprese per regione di provenienza è sulla base dell’iscrizione al Registro Imprese delle Camere di C *La classificazione delle imprese per regione di provenienza è sulla base dell’iscrizione al Registro Imprese Camere

41 NUMERI // L'economia del cinema italiano

UNO STRUMENTO EFFICACE PER LA MEGAPRODUZIONE DI SORRENTINO di A.C.

LUCKY RED

Società indipendente di produzione e distribu- propri “casi” cinematografici, come La marcia Renato De Maria e, a livello internazionale, ha zione, creata da Andrea Occhipinti, Lucky Red dei pinguini, Cous cous, Il Divo e, soprattutto, coprodotto film di Lars von Trier, Peter Mullan, festeggia i venticinque anni di attività. Sono oltre The Millionare, vincitore di 8 premi Oscar. La Michael Haneke, Alejandro Amenabar, Patrice 300 i titoli distribuiti in sala, inclusi quelli di società ha prodotto film di Mario Martone, Ago- Leconte, Michel Ocelot, Jean-Pierre e Luc Dar- autori di fama internazionale e alcuni veri e stino Ferrente, Salvatore Mereu, Paolo Sorrentino, denne.

tax credit è uno strumento “efficace e fon- Tanto più in una congiuntura come l’attuale, in nema non sia messa in discussione: “È uno damentale per il cinema, come dimostra il cui si riducono le risorse disponibili e le fonti di strumento ormai sperimentato e soprattutto suo utilizzo in tutti i paesi del mondo”. Non finanziamento per la produzione di film, per funziona. È stato perfezionato dopo i primi due lascia spazio a dubbi la valutazione di An- Massenzi “è importante potere contare su un anni, sono stati chiariti i dubbi sull’utilizzo, ILdrea Occhipinti, che con la sua Lucky Red meccanismo come il tax credit, che ha la carat- sono stati tolti i limiti sull’utilizzo annuale, che ha utilizzato il credito di imposta sia per la mega teristica di essere neutrale e non deve essere lo frenavano. In più, è uno strumento democra- coproduzione di This Must Be the Place, sia per la sottoposto al giudizio di una commissione o al tico: è possibile fare un film libero, anche con distribuzione di titoli come La kryptonite nella gusto personale, svincolato com’è da decisioni meno contributi ministeriali, ma con uno stru- borsa, Dieci regole per fare innamorare e il docu- soggettive, sempre criticabili e discrezionali”. mento fiscale accessibile a tutti”. mentario su Vasco Rossi Questa storia qua. Per quanto riguarda la distribuzione, Massenzi Un’esperienza significativa, della quale ci parla spiega che “il tax credit è un aiuto in un settore Stefano Massenzi, responsabile acquisizioni della particolarmente rischioso. Quando compriamo società e artefice del piano finanziario per il film un film all’estero acquisiamo tutti diritti, invece di Sorrentino. “Il tax credit è stato uno dei per i titoli italiani quella serie di diritti sono stati mattoni della costruzione finanziaria del film, già alienati per costruire il budget produttivo. che ha messo insieme Medusa, l’investimento Quindi, visto che statisticamente solo pochi rie- di Banca Intesa, Eurimages grazie alla coprodu- scono a recuperare in sala le spese di copia e di zione con Francia e Irlanda, anche qui con un lancio, il rischio è notevole. Di fatto, il credito di tax credit, fino al coinvolgimento della società imposta con la possibilità di recuperare parte di vendite internazionali Pathè. Nel caso di This dell’investimento riduce il costo e, per questo, Must Be the Place, visto l’ingente investimento interviene a sostegno della distribuzione dei complessivo, lo strumento del credito d’imposta film italiani”. è stato importante per una parte di poco inferiore In conclusione, l’augurio di Massenzi è che al 10 per cento”. l’agevolazione fiscale per gli investimenti nel ci-

42 NUMERI // L'economia del cinema italiano

Tra le 154 imprese estranee al cinema, che hanno richiesto il credito d’imposta per l’investimento nella produzione di film italiani, abbiamo raccolto le testimonianze di due imprenditori che raccontano la loro esperienza. PRIMA VOLTA DA COPRODUTTORI CON SOLDINI di I.M.G.

llva Saronno ha finanziato la produzione del film Il comandante e la ci- Il film è uscito nella sale a ottobre e il primo bilancio di Battioni è cogna di Silvio Soldini. Il direttore generale Stefano Battioni definisce positivo: “L’esperienza ci ha permesso di approfondire i contatti con un questo investimento come un aspetto di una più ampia vocazione ai mondo che ci interessa molto. Un futuro investimento si baserà chiaramente mercati internazionali e alla costruzione di strategie sofisticate di mar- anche sui risultati di questa prima operazione. Al di là delle valutazioni fi- I keting. “Da circa tre anni abbiamo individuato nel cinema una delle più ef- nanziarie, ancora da farsi, quando abbiamo visto il film per la prima volta ficaci piattaforme di comunicazione, un’area in cui con Disaronno vogliamo ci siamo emozionati all’idea di aver contributo ad un’opera di tale classe essere presenti per arrivare alle persone in maniera più appropriata. Questo e raffinatezza”. deriva dall’evoluzione del modo di fare marketing che da verticale diventa oriz- zontale, coinvolgendo il consumatore a 360 gradi e con una particolare atten- zione ai contenuti. Abbiamo fatto diversi esperimenti nel settore cinematografico: dal product placement alla creazione di spazi nei festival in- ternazionali più importanti. Abbiamo sviluppato l’idea di una scuola di cinema ILLVA SARONNO HOLDING per i giovani, di cui Silvio Soldini è stato direttore sotto l’egida di Film Factory insieme a Istituto Europeo di Design e alla rivista ‘Ciak’ ”. È così che l’azienda è entrata in contatto con il regista e ha deciso di Illva Saronno Holding è una multinazionale italiana sostenerlo nel film che stava preparando, anche incentivati dalla possibilità con sede a Saronno a forte diversificazione strategica di beneficiare del credito d’imposta. “Quando abbiamo proposto alla Illva di business. L’azienda è leader nella produzione di al- Holding di investire nella produzione cinematografica, l’amministratore colici grazie a Disaronno, ‘il liquore italiano più bevuto delegato Augusto Reina è stato lungimirante. Nella decisione finale la nel mondo’, distribuito in oltre 160 paesi e con cinque possibilità di utilizzare il tax credit è stata fondamentale perché riduce in secoli di storia alle spalle, insieme ad altri prodotti di maniera sostanziale il rischio, garantendo un ritorno immediato grazie alla grande prestigio. compensazione fiscale”.

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DOPO DIAZ, UNA NUOVA AVVENTURA CON FANDANGO di I.M.G.

azienda Rossi Restauri ha contributo alla produzione di due film prodotti da Fandango: Il paese delle spose infelici di Pippo Mezzapesa e Diaz-Don't Clean Up This Blood di Daniele Vicari. Angela Rossi, titolare della ditta, è venuta a conoscenza del credito d’imposta proprio attraverso il produttore L’conterraneo Domenico Procacci, fondatore e alla guida di Fandango. “Se- guivamo da tempo l’attività della Fandango in quanto appassionati di cinema e letteratura, apprezzandone la linea produttiva condotta nel tempo con coe- renza di ideali. Le produzioni sono per lo più espressione di ricerca, denuncia e libertà che, per la loro trasposizione cinematografica, vengono spesso affi- date a sceneggiatori, registi ed attori giovani che danno al cinema prodotto dalla Fandango un sapore di leggerezza, passione, colore ed impegno sociale. Inoltre - continua Angela Rossi - Procacci è pugliese e questo ci spinge a sostenere, nel nostro piccolo, la sua attività. Circa due anni fa lo incontrammo per proporgli una nostra partecipazione economica alla sua impresa. In quel- l’occasione il produttore ci segnalò la legge sul tax credit, da poco attiva, e convenimmo sulla possibilità di iniziare a collaborare tramite questo strumento. Riteniamo che l’attività di impresa non possa prescindere dal sostegno ad attività culturali ed artistiche e abbiamo prediletto il cinema data l’opportunità offerta dal credito d’imposta”. Il giudizio complessivo sull’esperienza è quindi molto positivo.“Ci ha fatto conoscere da un altro punto di vista ed in maniera più concreta un mondo che amiamo. Stiamo già concordando con la Fandango la collaborazione alla produzione di un altro film. Ripeteremo l’investimento su altri titoli finché ci sarà la legge sul tax credit e probabilmente anche qualora non venisse rinnovata. Riteniamo però - conclude la titolare della Rossi Restauri - che sarebbe opportuno estendere tali sostegni ad altri settori artistici, quali la musica, l’arte, il teatro, bisognosi, specialmente in questo momento, di aiuti economici”.

ROSSI RESTAURI

Rossi Restauri è un’azienda pugliese che si occupa di restauro architettonico ed artistico di edifici storici e monumentali sin dal 1948. Impresa di fiducia della Soprintendenza ai Beni Artistici e Monumentali di Puglia, ha restaurato importanti monumenti pugliesi tra cui le Cattedrali di Trani, Bitonto, Bari, Monopoli, il Castello di Ceglie Messapica, il Palazzo del Sedile a Bari. Attualmente è impegnata nel restauro del Com- plesso monumentale denominato “Casale di Balsi- gnano” in Modugno, nel restauro del Palazzo Tupputi in Bisceglie, della Cattedrale di Conversano e di notevoli altri palazzi privati.

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, COSI AUMENTANO GLI INVESTIMENTI NEL TALENT ARTISTICO di F.F.

credito d’imposta è un tradizionale strumento domanda per fruire in modo retroattivo dell’agevo- Dopo l’introduzione dell’agevolazione fiscale, le di politica fiscale utilizzato per incentivare gli lazione (“film retroattivi”) e su un campione di film imprese studiate producono film con un costo investimenti e sostenere così la crescita eco- prodotti, dopo l’introduzione della misura, da im- medio più alto. L’incremento è maggiore dell’importo nomica. I risultati di uno studio*, realizzato prese che hanno potuto prevedere la possibilità di teoricamente recuperabile in compensazione e con- ILdalla Direzione Generale per il Cinema- compensare debiti fiscali a seguito dell’investimento, frontando l’aumento del costo medio con il credito MiBAC e recentemente pubblicato, mostrano come permettendo all’effetto incentivante dell’agevola- d’imposta teorico spettante è possibile stimare, l’incentivo fiscale sia stato efficace nello stimolare zione di manifestarsi (“film non retroattivi”). per ciascun euro di mancato gettito, un investimento investimenti addizionali nella produzione cinema- I due campioni sono costruiti in modo tale da poter aggiuntivo di 1,56 ¤. tografica. Obiettivo della ricerca è determinare l’ef- essere considerati “rappresentativi” della totalità Questo aumento di spesa riguarda, in particolare, fetto dell’introduzione del credito d’imposta pensato delle opere cinematografiche di lungometraggio non la voce di costo “Spesa per personale artistico” e la per le imprese di produzione cinematografica sul a carattere documentaristico, di nazionalità italiana, voce di costo “Oneri sociali complessivi”, ad indicare costo di produzione del film. L’analisi è condotta su non realizzate in regime di coproduzione, prodotte un maggiore investimento nel talento artistico e un campione di film prodotti, prima dell’introdu- prima e dopo l’introduzione della misura da imprese creativo. zione della misura, da imprese che hanno presentato che vogliono e che possono fruire dell’agevolazione.

*Fabio Ferrazza e Iole Maria Giannattasio, “Analisi input-side dell’impatto del Tax Credit in Italia” in Le ricadute del Tax Credit. L’impatto economico delle forme di incentivazione alla produzione cinematografica, Luiss Business School e Anica con la collaborazione della DG per il Cinema-MiBAC, Graffietti Stampati, Roma, 2012

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ANALFABETISMO FILMICO, LE INIZIATIVE DI CONTRASTO

proposito di analfabetismo filmico, fenomeno purtroppo diffuso al quale degli esercenti cinematografici (Anec) con Agiscuola, per mettere a disposizione il primo numero di 8½ dedica l’apertura, lo Stato sostiene o promuove delle scuole attività e servizi in campo audiovisivo e multimediale, con ap- alcune iniziative che, sebbene non siano da sole risolutive, contribui- profondimenti sulla storia, il linguaggio e le tecniche del cinema. scono a diffondere la cultura cinematografica e a formare le nuove ge- Ancora, gli esercenti delle sale sono i soggetti beneficiari della recente Anerazioni. A cominciare dall’attribuzione della qualifica di “Film per introduzione della cedibilità del credito d’imposta (tax credit), riconosciuto ragazzi”, assegnata dal Ministero per i Beni e le Attività culturali insieme agli per gli interventi di digitalizzazione degli schermi. Inclusa nel cosiddetto incentivi per gli esercenti delle sale cinematografiche nelle quali siano pro- “Decreto sviluppo”, la cedibilità del credito rende quest’ultimo “monetizzabile” grammati i titoli riconosciuti “per ragazzi”. A partire dal 2010, sono stati 126 e spinge, quindi, le tante piccole e medie imprese dell’esercizio ad avvantaggiarsi i film che hanno ricevuto questa qualifica, di cui una trentina di titoli italiani. dell’agevolazione fiscale per rinnovare la tecnologia delle rispettive sale. Con il Il risultato dovrebbe essere un ampliamento degli spazi per il cinema social- loro adeguamento, affiancato da programmazioni flessibili e strategie mente positivo ed educativo per i minori. promozionali sui prezzi dei biglietti, è possibile attrarre un pubblico Con la stessa finalità ricevono contributi pubblici sia festival dedicati al cinema potenzialmente interessato ma spesso scoraggiato dalla qualità insufficiente per ragazzi sia corsi di formazione e percorsi educativi per far conoscere ai di molte strutture. giovani spettatori le diverse cinematografie, le tecniche e i generi. Tutte occasioni Anche se le risorse sono poche e le difficoltà economiche pesano, alcuni per alimentare l’immaginario e stimolare la creatività delle nuove generazioni. interventi a basso costo possono essere efficaci e aiutare a invertire tendenze In tema di educazione all’immagine, il MiBAC e il Ministero dell’Istruzione, che rischiano di danneggiare il cinema come cultura e come industria. dell’Università e della Ricerca partecipano al progetto proposto dall’Associazione

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I RISULTATI IN SALA DEL CINEMA DI INTERESSE CULTURALE di A.C.

dati Cinetel dicono che nel mese di ottobre il ci- ha invece incassato poco più di 760mila ¤ nell’ultima Non sono al momento valutabili, ma ne riparleremo nema italiano, con 56 titoli sugli schermi, ha ri- settimana di ottobre ed è arrivato a superare 1 nel prossimo numero, i risultati al botteghino di chiamato in sala 1.634.086 spettatori. L’incasso milione e 600mila nella rilevazione del 18 novem- altri quattro titoli di interesse culturale, in sala dal supera i 10 milioni di euro, pari al 18,6 per cento bre. 15 novembre: Il sole dentro di Paolo Bianchini, rea- Idel mercato, che è stato dominato dalle produ- Nel mese di ottobre, insieme a quelli già indicati, i lizzato con 500mila ¤ di contributo; Vitriol esordio zioni Usa, arrivate al 70,7 per cento con quasi 38 film riconosciuti di interesse culturale che hanno di Francesco Afro De Falco, con il contributo di 50 milioni incassati da 69 titoli in sala. Nella classifica esordito sugli schermi sono stati in totale 12, mila ¤;v il secondo lungometraggio di Stefano Mor- dei primi 20 incassi del mese, 6 sono di film italiani, incluso anche Appartamento ad Atene in sala come dini Acciaio, che ha avuto un sostegno di 150 mila tutti riconosciuti di interesse culturale. Il risultato il film di Garrone dal 28 settembre. L'opera prima ¤, e Alì ha gli occhi azzurri di Claudio Giovannesi, migliore è stato quello di Gladiatori di Roma, il film di Ruggero Dipaola, realizzata con un contributo con un contributo di 100mila ¤. Il film è arrivato in di animazione di Iginio Straffi uscito in sala il 18 ot- ministeriale di 550mila ¤, si è fermata a 90mila ¤ di sala dopo il doppio riconoscimento nel Festival del tobre, che a fine mese aveva totalizzato 1.917.729 incasso. Gli altri titoli sono Un giorno speciale di Film di Roma, che gli ha consegnato il Premio spe- euro in 14 giorni di programmazione, per arrivare Francesca Comencini, con poco più di 200mila ¤ ciale della giuria e quello per la Migliore opera oltre i 3 milioni e 200mila ¤ al 18 novembre, ultima di incasso, Bellas mariposas di Salvatore Mereu, prima o seconda. rilevazione prima che questo numero della rivista realizzato con un contributo di 600mila ¤ e arrivato Doppio successo nel Festival diretto da Marco andasse in stampa. Subito dietro Viva l’Italia di dal 25 ottobre nei cinema, dove fino al 18 novembre Müller anche per E la chiamano estate, nei cinema Massimiliano Bruno, nei cinema dal 25 ottobre con aveva incassato circa 160mila ¤, lo stesso risultato dal 22 novembre. Realizzato con un contributo di un incasso di 1.822.394 ¤ in una sola settimana e ottenuto al botteghino dal secondo film di Edoardo 600 mila ¤, il film di Paolo Franchi ha vinto il Mar- andato oltre i 5 milioni a novembre. Gabbriellini Padroni di casa, che ha ricevuto un c'Aurelio per la regia e il Premio per l'interpretazione A seguire Tutti i santi giorni di Paolo Virzì, che dalla contributo di 250 mila euro. A questi, va aggiunto femminile, andato a Isabella Ferrari. prima uscita dell’11 ottobre a fine mese aveva rag- il film di esordio All’ultima spiaggia di Gianluca An- Stessa uscita prevista per l'atteso Dracula 3D di giunto quota 1.762.319 ¤, per fermarsi sotto i 2 sanelli, con 285mila ¤ di incasso dall’uscita in sala Dario Argento, 300mila ¤ di contributo, e per Il milioni a metà novembre. Poco sopra i 2 milioni, il 4 ottobre. peggior Natale della mia vita di Alessandro Genovesi, sempre al 18 novembre, è arrivato Reality il film di Mentre scriviamo Venuto al mondo di Sergio Ca- che ha chiesto e ottenuto il riconoscimento dell’in- Matteo Garrone vincitore del Grand Prix a Cannes, stellitto, arrivato in sala l'8 novembre, è alla seconda teresse culturale senza contributo. A completare le che dal 28 settembre a fine ottobre aveva incassato settimana di programmazione. Realizzato con un uscite in sala di novembre Itaker di Toni Trupia, 1.991.830 ¤. Inferiore, anche se con meno giorni di contributo pubblico di 700mila ¤, il film ha già in- 300mila ¤ di contributo assegnato ad agosto 2011. programmazione, il risultato al botteghino di Il co- cassato 3.112.476 ¤. Uscito nella stessa data, non Sempre a ottobre, sono iniziate le riprese di Il sud mandante e la cicogna, in sala dal 18 ottobre: sta ottenendo lo stesso successo La nave dolce di o niente dell’esordiente Fabio Mollo, coproduzione 1.256.156 ¤ al 18 novembre per il film di Silvio Daniele Vicari, riconosciuto di interesse culturale e italo-francese riconosciuta di interesse culturale a Soldini, che è stato realizzato con un contributo premiato con il Pasinetti nel corso della Mostra del dicembre 2011 con un contributo di 150 mila ¤. pubblico di 1.100.000 ¤. Io e te di Bernardo Bertolucci Cinema di Venezia.

PRODUZIONE ITALIANA IN CRESCITA NEL 2012 Nei primi 9 mesi del 2012 i film di lungome- traggio nazionali prodotti (ossia che hanno ricevuto nulla osta per la visione in pubblico) sono stati 112, 10 in più di quelli realizzati nello stesso periodo dell’anno precedente. Le opere interamente italiane sono 89, più 7 per cento rispetto al periodo gennaio/settembre 2011, mentre le coproduzioni sono 23, anche queste in aumento rispetto all’analogo periodo 2011 (+21%). Si tratta di 13 coproduzioni maggioritarie, 9 minoritarie e 1 paritaria. Tra i 112 lungometraggi prodotti fino a set- tembre, 23 hanno ottenuto l’interesse culturale per opere di registi già affermati, 14 anche con contributo; 27 lo hanno avuto in quanto opere prime o seconde, 22 anche con il contri- buto. Sono invece 65 i film per i quali, fino a ottobre, è stata richiesta almeno una forma di tax credit. di I.M.G

47 Al MoMA di New York NEL MONDO la retrospettiva completa, una mostra, Pasolini al MoMA due performance dal vivo e un volume per celebrare l’uomo e l’artista.

48 NEL MONDO // Pasolini al MoMA

Dal 13 dicembre al 5 gennaio

49 NEL MONDO // Pasolini al MoMA Le parole di Pasolini

di Paola Ruggiero

osì Pier Paolo Pasolini definiva New York nel 1966 in un’ intervista rilasciata “È una città magica, travolgente, bellissima… a Oriana Fallaci per il settimanale l’Eu- Cropeo, in occasione del suo primo viag- una di quelle città fortunate che hanno la grazia. gio in America. Proprio a New York, dal 13 dicembre al 5 gennaio, il Luce-Cinecittà, in colla- Come certi poeti che ogniqualvolta scrivono borazione con il Fondo Pasolini, la Fondazione Ci- neteca di Bologna e il Museum of Modern Art, un verso fanno una bella poesia… mette addosso organizza un grande evento dedicato all’autore. Pro- porre una retrospettiva su Pasolini non è parlare di la voglia di fare, affrontare, cambiare: Pasolini, ma lasciar parlare Pasolini attraverso i suoi film, i suoi dipinti, i suoi scritti, attingendo ad un’ere- ti piace come le cose che piacciono a 20 anni” dità artistica tra le più vaste e variegate.

Pasolini è regista, pittore, giornalista, poeta; leggere diario, pagine di soggetti e sceneggiature, disegnano i suoi scritti è addentrarsi in un universo denso di la fisionomia del laboratorio creativo di questo significati, dove ogni parola ha un peso, ogni poeta-regista, seguendo le sue riflessioni sui ventidue pensiero ne genera altri, come evocato dal bellissimo film realizzati in 14 anni di attività. New York allestimento curato da Dante Ferretti e Francesca accoglie anche la mostra di Ritratti e autoritratti al- Lo Schiavo per la mostra proposta all’Auditorium lestita nello spazio Location One nella zona di di Roma lo scorso anno, nel quale una gigantesca Soho: quaranta opere provenienti dal Fondo Pasolini, macchina da scrivere era posta al centro dello conservate nell’Archivio contemporaneo Alessandro spazio e da essa uscivano e si spargevano tutto in- Bonsanti del Gabinetto scientifico e letterario torno centinaia di fogli scritti. È lo stesso Pasolini a Vieusseux di Firenze, nelle quali Pasolini indaga, dichiarare: “Amo ferocemente, disperatamente la attraverso i tratti somatici, le caratteristiche psico- vita… divoro la mia esistenza con un appetito insa- logiche del soggetto, interpretandone con pochi ziabile..” . È questo lo spirito della sua continua segni la personalità. Un solo tratto deciso segna, ricerca, affrontata con il fervore proprio di ogni pas- ad esempio, il profilo di Maria Callas, svelandone sione. Parlare di Pasolini è riduttivo, meglio lasciar la fierezza del portamento; un segno a matita parlare lui, con la modernità che gli è propria, una traccia invece il profilo autorevole e ironico al modernità atemporale, che supera il presente stesso, tempo stesso di Roberto Longhi, suo professore un presente che ancora oggi, a quasi 40 anni dalla all’università e suo “maestro”, come egli stesso lo sua scomparsa, è attuale o, meglio ancora, futurista. definiva. “Il suo lessico era una completa novità.

Sono le stesse parole di Pasolini ad anticipare a La sua ironia non aveva precedenti. La sua curiosità New York la proiezione dei suoi film, attraverso non aveva modelli. La sua eloquenza non aveva filmati selezionati dagli archivi del Fondo Pasolini, motivazioni - diceva di lui Pasolini, e aggiungeva - nei quali è proprio l’autore a parlare dell’opera in Per un ragazzo oppresso, umiliato dalla cultura programma. La retrospettiva completa è proposta scolastica, dal conformismo della cultura fascista, al pubblico statunitense con copie nuove, alcune questa era la rivoluzione”. La sua visione della fatte oggetto di un’opera di conservazione e di re- cultura era aperta, priva di schemi e la sua arte ne stauro, come nel caso di Medea (1969) che, grazie è la testimonianza, un’arte che ha il suo destinatario al contributo di Gucci, ha visto la trasposizione in ideale nei giovani, i più idonei a cogliere la sua 35mm di un’edizione digitale restaurata dalla SNC natura rivoluzionaria, anticonformista, la sua lettura di Parigi. Al cinema di Pasolini è dedicato il volume profetica dei fenomeni sociali. È a loro che è dal titolo Pier Paolo Pasolini My Own Cinema nato dedicato un ciclo di conferenze organizzato nelle anch’esso dalla collaborazione tra Luce-Cinecittà, Università newyorkesi da Antonio Monda e un La Fondazione Cineteca di Bologna e il Fondo Pa- recital dal vivo in programma al MoMA con attori solini. 250 pagine illustrate che, attraverso una italiani e statunitensi che interpretano le parole di ricca antologia di interviste, racconti, appunti di Pasolini. Ma Pasolini è molto altro ancora.

50 NEL MONDO // Pasolini al MoMA I nostri viaggi da Ouarzazate alla Cappadocia

di Dante Ferretti

Lo scenografo Premio Oscar Dante Ferretti racconta la sua lunga collaborazione con lo scrittore e regista, iniziata quando aveva solo 21 anni. “Il grande rimpianto della mia vita è non aver potuto fare insieme Porno-teo-kolossal, sarebbe stato un lavoro smisurato e visionario”

onobbi Pier Paolo Pasolini agli inizi la scenografia come invenzione e reinvenzione di Corinto. Non sempre al campo girato in un luogo della mia carriera, nel 1964, quando elementi reali, storici, adottando il mélange e la con- corrispondeva il controcampo nello stesso luogo: avevo solo ventun anni e lavoravo taminazione degli stili, di elementi apparentemente per esempio, la soglia della casa di Medea, il grande Ccome assistente scenografo di Luigi dissonanti che invece trovano armonie formali im- portone dove si affaccia, l’abbiamo costruito e filmato Scaccianoce. Il primo suo film a cui col- prevedibili. in teatro, ma il controcampo è stato girato ad Anzio laborai fu Il Vangelo secondo Matteo(1964), cui se- dove abbiamo allestito la casa della maga su una guirono, sempre come assistente di Scaccianoce, L’importanza che dava al rapporto diretto con la collina che finiva nel mare. La veste estetica del film Uccellacci e uccellini nel 1965 e Edipo Re nel 1967. Fu realtà, naturalmente, si ritrovava anche nelle scelte risulta miracolosamente unitaria, anche se è stato poi con Medea (1969) che firmai per la prima volta dei luoghi dove effettuare le riprese. Con Pasolini si girato in modo molto frammentario e in luoghi di- la scenografia a parte intera. viaggiava molto: per Medea andammo in Turchia, versissimi. Quando girammo Edipo Re, per la prima volta, per I racconti di Canterbury (1972) in Inghilterra, per Come dicevo, Medea fu la mia prima esperienza da rimasi a lavorare da solo alla scenografia. Arrivammo Il fiore delle Mille e una notte (1974) in Yemen, scenografo a tutti gli effetti. Avevo appena finito di a Ouarzazate, che all’epoca era una sorta di villaggio Persia, Nepal. Non a caso, quando ha voluto rac- lavorare come assistente di Danilo Donati al Satyricon western, con due alberghi, un ospedale, un luogo contare un universo che odiava, si è chiuso in interni (1969) di Fellini e all’improvviso mi arrivò una tele- desolato. Mangiammo insieme a Scaccianoce poi o in studio per Salò (1975). fonata del produttore di Medea, Franco Rossellini, lui ripartì per Marrakech. Pasolini si arrabbiò un po’ Tutti i film che ho fatto con lui erano ambientati nel che mi chiamava in Cappadocia sul set. Pasolini per l’assenza di Scaccianoce e mi incaricò di andare passato, remoto nel caso dei primi due film della non voleva lo scenografo proposto dalla produzione avanti da solo. Mi disse di andare a Roma, a vedere Trilogia, addirittura favoloso per Le Mille e una notte e aveva chiesto che venissi chiamato io. Partii seduta le scenografie degli interni fatte da Scaccianoce, e più recente per Salò. La realtà del passato, però, stante. Iniziammo a girare alle sette di sera e la perché aveva cambiato stile rispetto al lavoro fatto non voleva ricostruirla filologicamente, ma reinventarla. prima cosa che costruii fu il carro su cui Medea in quella fase e voleva che anche le scene in studio Il lavoro scenografico diventava un processo che fugge dalla Colchide per unirsi a Giasone. Ho letto recassero queste modifiche. In studio era stata conduceva ad una contaminazione fra stili diversi: la sceneggiatura durante la notte e realizzai le sce- allestita la camera nuziale del palazzo reale, dove non voleva essere legato alla realtà ma crearne una nografie giorno dopo giorno, adattandole ad ambienti Edipo fa l’amore con sua madre. Pasolini voleva che autonoma che corrispondeva alla sua visione, alla che erano già stati scelti. Fu una grande scuola, quella stanza fosse spoglia e barbarica, con forme sua visionarietà. anche perché era un film audace, dal punto di vista essenziali ma incombenti. Me ne occupai quasi in- I viaggi con Pasolini erano esperienze di vita e non figurativo e narrativo. teramente. solo di lavoro, perché sceglieva luoghi, spazi, ambienti, L’anno dopo facemmo Il Decameron e iniziò la Fu in quel momento che emerse quella sintonia fra carichi di storia, a volte drammatica, oppure disagevoli Trilogia della vita. Pasolini voleva mostrare un’Italia me e lui che sarebbe durata fino alla sua morte, per ma sorprendenti dal punto di vista figurativo. Pensate popolare che già allora stava scomparendo e la quasi dieci anni, e che per me è stata fondamentale. alle cuspidi, alle vallate della Cappadocia, uno scenario cercava a Caserta vecchia, nel napoletano, a Napoli, A pensarci bene, la sintonia che si stabilì fra me e quasi irreale, da sogno, o da incubo. che conosceva benissimo e dove si erano conservati Pasolini è un fenomeno strano perché avevamo Ma al tempo stesso, creava delle analogie sorprendenti alcuni vicoli, ambienti, strade, dove potevamo inter- gusti pittorici differenti: le mie predilezioni sono che sulla carta potevano lasciare perplessi e invece venire su una materia preesistente consumata dal l’Art Déco, l’immaginario degli Anni ‘30 e ‘40, l’arte sullo schermo funzionano sempre, creando effetti tempo ma ancora lì, concretamente esistente. metafisica di De Chirico e anche l’arte astratta, sorprendenti e stranianti: in Medea la Cappadocia Ricordo anche la sua sofferenza quando durante i mentre Pasolini detestava l’arte astratta e adorava diventa la Colchide, la laguna di Grado è stata tra- sopralluoghi scopriva che un edificio antico era stato gli artisti del ‘200, del ‘300 e del ‘400. sformata nello scenario dell’infanzia mitica di Giasone lasciato nell’incuria e minacciato di distruzione. Nel Credo che la nostra sintonia dipendesse dal concepire col Centauro, la piazza dei Miracoli a Pisa è diventata ‘70 ormai erano già ben visibili i danni della specula-

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zione edilizia selvaggia e lui soffriva anche fisicamente del nord, gotico, più tetro di quello napoletano, e mi film uscisse, arrivò la notizia del suo assassinio. Ri- di questa situazione, di cui comprendeva la gravità. mostrò ancora Bosch, le riproduzioni della pittura cordo che fu molto duro quel momento, fu terribile. Per Il Decameron, mi mostrò le riproduzioni di nordica medievale. Buona parte del villaggio di Can- Pochi mesi prima mi aveva dato il copione di Porno- Giotto, dell’arte del ‘300 e del ‘400, di artisti come terbury è stata ricostruita e io costruii i grandi letti teo-kolossal per cui voleva delle scenografie visionarie. Bosch ma anche successivi, come Bruegel, anche del film. Se guardate con attenzione, noterete nei Sarebbe stato un lavoro smisurato, straordinario ed se era un film mediterraneo, calato nell’universo na- costumi, nelle decorazioni e perfino nella sequenza è un grande rimpianto della mia vita. Mi ricordo l’ul- poletano. Giravamo in ambienti dal vero e da una di un rogo (dove viene bruciato un uomo), l’impor- tima cosa che ho fatto per lui, quando andai da parte, filmò vecchie abitazioni riadattate, dall’altra le tanza del rosso, un rosso acceso. Pasolini cercava il Sergio Citti a disegnare i primi abbozzi delle sceno- architetture preesistenti rovinate furono ricostruite. rosso della lava, come una tinta che percorre tante grafie. Nel 2011, quando la Cineteca di Bologna mi Era sempre particolarmente attento ai valori plastici scene e ambienti del film. Sull’Etna, poi, costruimmo ha chiesto di pensare ad un’installazione dedicata a e grafici delle immagini, agli equilibri come agli l’Inferno ispirandoci a Bosch con i dannati e i demoni Pasolini per la Festa di Roma, ho pensato ad una squilibri espressivi e in particolare alle simmetrie immersi nella terra vulcanica. grande macchina da scrivere, da cui usciva una compositive, nei volumi, nelle linee, nei colori. Aveva una grande passione per Sana’a, questa città nuvola di fogli di carta, con i suoi scritti, le sue A proposito dei materiali usati, nel Decameron il incredibile, al tempo stesso barbarica e raffinatissima. parole. Dietro quell’immagine c’era anche il ricordo legno è un elemento fondamentale, domina ovunque Il mio primo impatto con Sana’a era avvenuto nel dell’impressione che mi fece leggere, quando era e non solo negli interni. Prima delle riprese, avevo ‘70 quando girammo un episodio del Decameron, ancora vivo, i testi che scriveva sul Corriere della saputo che vicino a Roma stavano smontando una Alibech, che poi fu tagliato al montaggio. Già allora sera. L’immagine che ho di lui, la associo alla forza casa antica e coi miei collaboratori ci siamo precipitati Pasolini pensò di girarvi una parte delle Mille e una e all’intelligenza acuminata di quei testi, che erano a prendere tutto quel legno. Abbiamo costruito tutti notte, la visione di quella città si legò subito alla la diagnosi implacabile del presente che stiamo vi- gli arredi, i mobili con quel legno e la sua materia è visione del film futuro. vendo. divenuta una componente importante del film, con Salò è stato un lavoro più lungo perché è un film Dal volume Pier Paolo Pasolini My Cinema, a cura di le pietre affumicate delle vecchie case popolari. Per quasi tutto in interni, quindi ambienti da ricreare ex Graziella Chiarcossi, edito da Cineteca di Bologna e Canterbury, Pasolini voleva invece ricreare un mondo novo. Poi, all’improvviso, pochi mesi prima che il Luce Cinecittà, 2012 Avrei voluto conoscerlo

Pierfrancesco Favino non ha mai incontrato Pasolini, assassinato quando lui aveva sei anni, ma l’ha conosciuto, e amato, attraverso ascoltarlo la sua poesia. “E il poeta dovrebbe essere sacro”

di Pierfrancesco Favino

lberto Moravia nell’orazione funebre dei funerali di Pasolini disse primo nemico di chi non avrebbe mai voluto che le verità venissero messe a che prima di tutto avevamo perso un poeta. Che in un secolo, di nudo e per di più spiegate alle masse. Avevo sei anni quando fu assassinato e poeti, ne nascono tre o quattro, che il poeta dovrebbe essere non ho potuto che leggere quanto ha scritto o vedere i suoi lavori di regista e A sacro. Queste parole mi sono sempre rimaste in mente perché sempre mi è capitato di chiedermi che cosa sarei diventato se lui fosse ancora raccontano molto bene la fragilità e la delicatezza della poesia e in vita. Tutti noi sogniamo a volte di voler vivere in altre epoche, in altre città: io quanto sia necessario preservarla e proteggerla. Eppure Pasolini, proprio il più vorrei poter tornare indietro per conoscerlo, per ascoltarlo, per sentire da lui la fragile e delicato dei poeti, perfino fisicamente, ha voluto con tutta la sua opera luce che ha lasciato accesa sotto forma di parole. Purtroppo questo non è pos- non essere mai protetto da nulla. Oggi forse i poeti non fanno più paura ma al- sibile ma quello che possiamo fare invece è ridirle quelle parole, tener viva quella lora, nella ricerca delle verità del mondo e delle società, la poesia, l’intelligenza luce, come direbbe Moravia, preservarla e proteggerla. erano capaci di destabilizzare animi e poteri. Senza dubbio Pasolini è stato il

52 NEL MONDO // Pasolini al MoMA

Volevamo andare sulla luna, ma non c’è stato di Ninetto Davoli Complice di tante avventure, Ninetto Davoli tempo racconta come diventò attore grazie a Pier Paolo, anche se non si sentiva all’altezza. Prima di fare riso moltissimo per questo. Intanto la frequenta- zione tra me e Pier Paolo era diventata quotidiana: Uccellacci e uccellini, lo portò a cena da Totò. io ragazzino di borgata , trasferito all’età di quattro anni da un paesino della Calabria alla periferia ro- “Quando me ne andai disinfettò la sedia su cui mana, un padre manovale che portava a casa “il pane” e una famiglia numerosa, mi trovai catapul- mi ero seduto, ho riso moltissimo per questo” tato in un mondo fatto di intellettuali, letterati, poeti; a volte sentivo un grande disagio perché non capivo casa dicevano, un disagio fisico, stavo male, l mio primo incontro con Pier Paolo Pasolini che non dovevo far altro che essere me stesso e mi veniva proprio il mal di stomaco, ma non avvenne sul set de La ricotta, era il 1963, io così feci. Recitavo con Totò, un mito del cinema, e quando mi trovavo solo con lui. Pier Paolo sapeva avevo 15 anni e mi trovavo da quelle parti prima di iniziare le riprese Pier Paolo volle che ci in- parlarmi e mi spiegava quello che non era alla mia Iper caso, mi avvicinai, insieme agli amici contrassimo. Fummo invitati a cena a casa di Totò portata. Io ho avuto molto da Pier Paolo, moltis- con cui ero, incuriosito da tutta quella gente e Franca Faldini, un appartamento ai Parioli, per me simo, ma anche lui avvicinandosi a me ha potuto vestita in modo strano. Mio fratello lavorava come al tempo anche solo accedere al quartiere Parioli accostarsi e comprendere meglio il mio mondo, falegname alle scenografie ed era anche lui sul set, era una magnifica avventura, ricordo che perfino quello della borgata, un mondo naturalmente poe- mi presentò Pier Paolo che mi sorrise e mi fece una l’ascensore mi parve una scoperta incredibile, aveva tico che Pasolini ha sempre difeso perché, vero, lui “scafetta” sulla testa. Da quel momento la mia vita al suo interno un sedile in velluto rosso e chiesi a diceva che le persone sono migliori fino alla quinta è cambiata completamente. L’anno successivo a Pier Paolo quale fosse il motivo di sedersi per arri- elementare. Non esiste oggi nessuno come lui, ca- quell’incontro Pier Paolo mi fece fare una piccola vare solo al terzo piano: lui si divertiva a vedere la pace di vedere tanto profondamente la realtà e di parte ne Il Vangelo secondo Matteo, io non mi sen- mia meraviglia rispetto a tutto, per me ogni cosa dire la verità, lui non accettava mai compromessi tivo all’altezza, per me fino a quel momento il ci- era nuova. Fummo accolti da Totò in una lunga ve- perché non gli importava di essere escluso dal si- nema era qualcosa di lontano e irraggiungibile, ma staglia di seta, c’era una grande tavola imbandita e stema, per questo era molto contestato. Pier Paolo lui mi rassicurò, sapeva sempre farlo, aveva un fu un problema capire quale forchetta tra le tante mi manca molto, così come credo la sua “voce” modo accogliente, ma allo stesso tempo determi- usare, quale bicchiere e come stare seduto, ma Pier manchi molto al nostro paese: chissà quante “sto- nato. Nel ’65 il primo ruolo da protagonista in Uc- Paolo non sembrava mai giudicarmi: anni dopo rie” avrei ancora vissuto e poi dicevamo sempre cellacci e uccellini, anche in quel caso tutte le mie seppi da Franca Faldini che, una volta andati via, che avremmo fatto un viaggio insieme sulla luna, resistenze svanirono quando Pier Paolo mi disse Totò disinfettò la sedia sulla quale ero seduto, ho ma non c’è stato il tempo!

53 NEL MONDO // Cinema italiano nei festival stranieri

Da Annecy aiuti Jean Gili: “Il cinema italiano all’estero non ha alla distribuzione il successo commerciale che merita, ma è rimasto in Francia il gusto di vederlo nelle rassegne” di Rossella Rinaldi

ato nel 1983, Annecy Cinéma Italien solo i film già usciti nelle sale italiane, ma anche opere Stefano Chiantini, regista di Isole, ci ha raccontato la ha visto da subito un tale amore da inedite, e da pochi anni è stata aggiunta una sezione sua esperienza al festival: “Il giorno della mia ultima parte del pubblico da diventare il più competitiva per i documentari. proiezione mi sono recato al cinema con la paura Nimportante festival di cinema italiano che la sala fosse semi deserta. Fuori invece c’era una in territorio francofono. “Ho l’impres- Annecy – vinta quest’anno da La kryptonite nella fila interminabile. Al mini dibattito non sapevo bene sione che il cinema italiano all’estero non abbia il suc- borsa di Ivan Cotroneo che si è aggiudicato anche il cosa dire e, per farla breve, ho chiesto agli spettatori cesso che merita nelle sale commerciali, ma è Premio per l’interpretazione femminile per Valeria di lasciare 10 euro a testa per aiutarmi a produrre il rimasto il gusto di vederlo nelle rassegne”, ci spiega Golino - cerca soprattutto di favorire la vendita dei nuovo film se avessero apprezzato Isole. Bene, 78 Jean Gili, direttore artistico della manifestazione dopo nostri film in Francia attraverso un aiuto alla distribuzione persone hanno lasciato i dieci euro. Ecco, questo se- la scomparsa di Pierre Todeschini, nel 2007, e storico del vincitore, un compenso che viene dato all’eventuale condo me rende bene lo spirito di Annecy”. critico di Positif (ai cui sessant’anni il festival ha de- distributore per la pubblicità televisiva sul canale sa- dicato un omaggio lo scorso ottobre). “Credo che da tellitare Cinéplus. Riguardo alla presenza di distributori una decina di anni tutto sia diventato più semplice, francesi, spiega ancora Gili: “Siamo in ottimi rapporti ma in passato avevamo problemi a trovare delle con loro. Magari hanno già visto i film, ma vengono a opere prime e seconde di qualità per il nostro con- verificare le reazioni del pubblico. Devo ammettere corso. Ora presentiamo film d’autore e impegnati, che ora è meno diffusa l’idea che un film italiano commedie, progetti super indipendenti: stiamo cer- debba necessariamente essere un insuccesso”. Tra i cando di dare la più ampia visione possibile del ci- titoli presentati, ad esempio, sia Cesare deve morire nema italiano”. La selezione di Annecy non riguarda che Diaz avevano già una distribuzione oltralpe. Calendario Festival Stranieri:

FILM IN SELEZIONE A BUENOS AIRES, ISTANBUL, BARCELLONA Buenos Aires, 4 dicembre, Ventana Sur Istanbul, 9-15 dicembre Barcellona, 14-18 dicembre Italian Screenings 3° Appuntamento con il cinema italiano 1° Mostra de Cinema Italià de Barcelona • Il Pasticciere di Luigi Sardiello • È stato il figlio di Daniele Ciprì • Magnifica presenza di Ferzan Ozpetek • La scoperta dell'alba di Susanna Nicchiarelli • L’intervallo di Leonardo Di Costanzo • Padroni di casa di Edoardo Gabbriellini • Tutto tutto niente niente di Giulio Manfredonia • Il rosso e il blu di Giuseppe Piccioni • Nina di Elisa Fuksas • Tutti contro tutti di Rolando Ravello • Padroni di casa di Edoardo Gabbriellini • La guerra dei vulcani di Francesco Patierno • Tutti i santi giorni di Paolo Virzì • Romanzo di una strage di Marco • È stato il figlio di Daniele Ciprì • Il comandante e la cicogna di Silvio Soldini Tullio Giordana • L'intervallo di Leonardo Di Costanzo • Benur di Massimo Andrei • La guerra dei vulcani di Francesco Patierno • Il rosso e il blu di Giuseppe Piccioni • Breve storia di lunghi tradimenti • Evento speciale: Pinocchio di Enzo D’Alò • Romanzo di una strage di Marco Tullio di Davide Marengo Giordana • Workers di Lorenzo Vignolo • La guerra del maiale di David Maria Putortì • L'Intervallo di Leonardo Di Costanzo • Eventi speciali: le proiezioni della copia • È stato il figlio di Daniele Ciprì restaurata di Stromboli e di Pinocchio • Un giorno speciale di Francesca Comencini di Enzo D’Alò • Gli Equilibristi di Ivano De Matteo • Pinocchio di Enzo d'Alò • Bella addormentata di Marco Bellocchio • Venuto al mondo di Sergio Castellitto 54 NEL MONDO // Cinema italiano nei festival stranieri

Metti una sera Il regista, ospite del New York Film a cena con Festival con La guerra dei vulcani, racconta Martin Scorsese una domenica piuttosto speciale di Francesco Patierno dal New York Film Festival 2012

na domenica di fine settembre. È Ingrid Rossellini (figlia di Roberto e gemella di film, vero? C’è Martin che ha una gran voglia di ve- New York. Antonio Monda ha orga- Isabella), che ha saputo del mio documentario ed derlo. Sai, sta girando e non può venire alla proie- nizzato per i Taviani e il sottoscritto è ansiosa di vederlo “perché tutti quanti ne hanno zione. Dai, vieni con me che ti vuole conoscere”. Uun brunch nel “Monda’s World”, detto un gran bene”. Nel giro di mezz’ora diventiamo E così, Martin Scorsese mi stringe amichevolmente come lo definisce il New York amici (anche perché è una delle poche persone a la mano e con la sua nota e appassionata parlata Times, cioè la casa che si affaccia su Central Park, parlare in italiano), conversiamo amabilmente e frenetica mi fa domande che non capisco e mi dice abituata ad accogliere e a connettere gente più o mi racconta un sacco di fatti pazzeschi sulla sua altre cose che capisco ancora meno. Io faccio “sì meno famosa proveniente da tutto il mondo. vita e su quella dei suoi. È passata un’ora e già mi sì” con la testa e sorrido ad ogni cosa che dice. Gli Dopo aver ricevuto indicazioni dal tipico portiere sento di casa a New York. passo il dvd della Guerra dei vulcani, che lui dopo newyorkese, salgo al secondo piano, apro la porta All’improvviso si apre la porta ed entra... Lui. Il mio aver guardato attentamente infila nella tasca del e... già mi sembra di stare a Hollywood. Un mito, in carne ed ossa. Devo contenermi per non al- suo abituale completo blu, e anche Ingrid ci simpatico Jeff Goldblum inizia a chiacchierare con zarmi dal divano, abbandonare i miei nuovi amici raggiunge per formare un gruppetto che, dall’esterno, me degli attori italiani e fa un brindisi sul cinema. americani e andare ad abbracciarlo. Mi contengo a potrebbe essere un terzetto di grandi amici. A qualche metro, Paul Schrader racconta una bar- fatica e continuo a sentire distrattamente le parole Sono brillo e contento. Allora, in un momento di zelletta a un produttore americano (che ho visto in degli altri. Lui, intanto, è scomparso dalla mia vista, loro distrazione, prendo il cellulare, faccio finta di foto da qualche parte) e alla moglie. Antonio viene forse in un’altra stanza della grande casa. leggere una importantissima mail e scatto una a scusarsi con Jeff e, prendendo la bottiglia di vino Poi, come per magia, succede quello che ad ognuno foto, perché tutto questo non sembri il frutto di un che gli ho portato, mi dice: “C’è una persona che dovrebbe capitare almeno una volta nella vita. Si bellissimo sogno. non vede l’ora di parlare con te”. avvicina Antonio e mi dice: “Ce l’hai un dvd del tuo Intervallo d’autore a Londra

ono stati sette i film italiani invitati que- d’autore in Europa e nel resto del mondo”. È un st’anno al BFI London Film Festival, film “non affaticato dalle metafore, che radica le L’opera prima programmati nelle sezioni volute dalla sue suggestioni simboliche nel dramma sobrio e di Leonardo Di Costanzo, Snuova direzione, affidata all’australiana nell’autenticità delle interpretazioni dei suoi attori Claire Stewart (ex direttrice del Sydney non professionisti”. Continua Marshall: “venendo al BFI London Film Film Festival). Tre anteprime britanniche, Reality di dai documentari, Di Costanzo rende questo disin- Matteo Garrone, distribuito da Independent, Cesare cantato romanzo di formazione sorprendentemente Festival, piace ai critici deve morire di Paolo e Vittorio Taviani , che uscirà reale”. Lusinghiero l’articolo di The Guardian. in sala con New Wave Films, e La guerra dei vulcani e conferma il trend di Francesco Patierno. Il trend positivo del cinema Secondo Peter Bradshaw L’intervallo ed È stato il italiano in UK è confermato dai dieci titoli distribuiti figlio sono “un paio di gioielli italiani”. Se L’Intervallo positivo per i nostri nelle sale negli ultimi dodici mesi (nel periodo è “attento, ponderato e recitato benissimo”, il film 1999/2001 sono usciti uno o due film italiani di Ciprì è “assolutamente sfolgorante. Una pazza cineasti nel Regno Unito l’anno). tragicommedia sull’avidità e il tabù” che paragona La stampa inglese ha accolto con notevole apprez- a “Ben Jonson e a L’amico di famiglia di Sorrentino”. zamento i nostri titoli. Per Lee Marshall di Screen Toni Servillo è definito “il re del cinema contempo- International “L’intervallo è un film che può facil- raneo italiano”. mente trovare la sua strada negli spazi del cinema R.R.

55 NEL MONDO // Import-export

Nuovi mercati per il cinema italiano nell’era 2.0

di Federica D’Urso e Francesca Medolago Albani per ANICA Ufficio Studi

Dei 612 film prodotti in Italia nel quinquennio 2006-2010, il 60% ha avuto accesso al mercato internazionale. La commercializzazione di questi titoli ha portato a ricavi complessivi pari a circa 45 milioni di euro, una cifra modesta. Ma scenari inediti potrebbero aprirsi.

opo l’epoca gloriosa che vide il picco struttura dell’industria cinematografica si è trasfor- scambio con gli altri paesi erano molto più semplici negli Anni ’60, quando il mercato ci- mata, a partire dallo stesso “stile imprenditoriale” e ridotti. Nello specifico, inoltre, il settore del- nematografico internazionale era do- di tutti i soggetti coinvolti nella filiera: produttori, l’esportazione di prodotto cinematografico subisce Dminato dai grandi titoli italiani, la distributori, società di servizi tecnici, circuiti di influenze contrastanti, che vedono lo scontro fra la curva del successo dei nostri film esercizio. Il contesto generale dei mezzi di comu- spinta centrifuga verso la “globalizzazione” dei lin- all’estero ha visto una progressiva e inesorabile ca- nicazione, come è noto, è in costante evoluzione, guaggi e dei bacini di mercato e la forza centripeta duta, che si è protratta fino alla fine del secolo sia sul fronte del contenuto, sia sul fronte della tec- che cerca un recupero delle identità culturali e lin- scorso, per poi cercare una nuova ascesa nell’ul- nologia, sia su quello economico-industriale. Il guistiche locali. Complessivamente, la bilancia com- timo decennio. Il panorama dell’attuale mercato peso specifico di ciascun comparto – accanto al ci- merciale per il settore audiovisivo pende sempre dell’esportazione assume quindi forme e dimen- nema, la televisione, il web, le telecomunicazioni più fortemente a favore dell’importazione. Nessuna sioni certamente più modeste rispetto a 50 anni fa mobili, l’editoria, la musica – si riduce e si riadatta istituzione, tuttavia, rileva statisticamente la com- ma, nonostante questo, interessanti nell’ottica di andando a cercare fette di mercato sempre più ponente “cinema” all’interno del più ampio seg- una reimpostazione dei modelli produttivi e distri- specifiche e connotate in termini di target, modalità mento, in cui naturalmente il prodotto televisivo butivi a cui l’intera industria dei contenuti è chia- di fruizione, offerta. Il ruolo che assume il cinema prevale quantitativamente sia in termini di volumi mata a rispondere. sia nel mercato interno che in quello internazionale, (ore) che di valore.Il segmento dell’export cinema quindi, non è in alcun modo raffrontabile con e del suo valore economico, estrapolato dal ma- Non solo il mercato dell’export ha subito profonde quanto avveniva 50 anni fa, quando la concorrenza crosettore audiovisivo, ha iniziato a essere osservato modifiche nel corso degli ultimi decenni, ma l’intera di altri mezzi era di fatto inesistente e i flussi di in profondità solo di recente1.

Dal punto di vista più strettamente economico, va innanzitutto rilevato che l’attuale mercato del- Il commercio estero dei diritti audiovisivi in Italia l’esportazione vede la commercializzazione di titoli (anni 2003-2011 / valori in migliaia di euro) che per il 98% appartengono al cosiddetto “catalogo”, importazioni ovvero film prodotti precedentemente al 2006: una sorta di “rendita” dell’epoca d’oro del cinema 350 italiano. Il restante 2% del mercato, che riguarda i film di produzione recente, è invece il segmento più interessante dal punto di vista dell’industria e degli operatori attualmente attivi: l’analisi dei volumi coinvolti in questo mercato e l’osservazione di flussi e tendenze commerciali in atto rappresenta uno spunto fondamentale in fase di impostazione delle politiche imprenditoriali degli operatori più

evoluti.

Dei 612 film prodotti in Italia nel quinquennio 2006-2010, il 60% ha avuto accesso al mercato in- esportazioni ternazionale. La commercializzazione di questi titoli 0 ha portato a ricavi complessivi pari a circa 45 2003 2011 milioni di euro, con una media di 9 milioni l’anno in un trend costante nel periodo. Si tratta indub- Fonte: Celata e Marinelli / Digilab su dati Istat 2003-2011 per DGCinema - MiBAC / Schermi di Qualità, ottobre 2012

1 Gli unici dati economici disponibili sul tema dell’esportazione di cinema italiano sono forniti da due ricerche promosse e realizzate dall’Ufficio Studi ANICA: L’export di cinema italiano, I QUADERNI DELL’ANICA N. 5, agosto 2010. L’export di cinema italiano 2006-2010, I QUADERNI DELL’ANICA N. 6, agosto 2012. Entrambe le pubblicazioni sono disponibili in formato elettronico sul sito ANICA. www.anica.it/online/index.php/studi-anica/quaderni-anica.html

56 NEL MONDO // Import-export

Numero di transazioni di titoli italiani 2006-2010 europa 964

medio oriente 106

nord america 109 africa 5 estremo oriente 213

america latina 128 australia Fonte: ANICA su varie e nuova zelanda 84

biamente di una cifra modesta, soprattutto nel Focalizzando infine l’attenzione sulla tipologia di prodotto maggiormente esportato, emerge con evidenza confronto con i valori generati dal mercato interno: che i film che hanno maggiori chance di accedere con successo al mercato internazionale sono, non sor- basti pensare che i ricavi derivanti dal solo “mercato prendentemente, quelli che hanno partecipato ai principali festival e mercati di settore e che hanno quindi sala” nazionale – pari a non più del 25/30% dei avuto una visibilità presso i compratori e distributori stranieri. Oltre a questa, che sembra essere la con- ricavi del film sul mercato interno, derivanti dallo dizione essenziale e imprescindibile per un buon risultato commerciale all’estero, altri elementi che con- sfruttamento su tutte le piattaforme distributive - tribuiscono in modo positivo sono la presenza di un cast riconoscibile o un regista di fama internazionale. nel 2011 hanno raggiunto 662 milioni di euro com- Ma al di là dei valori numerici, ciò che sembra davvero interessante nell’osservazione di questo mercato plessivi, di cui 235 milioni per i soli film italiani. è il ruolo che il cinema può assumere in una generale ottica di esportazione del cosiddetto “Made in Italy”. Ancora oggi l’immagine che dell’Italia arriva all’estero è veicolata da storie e personaggi che hanno narrato Generalmente il contratto di vendita del film prevede il paese attraverso la pellicola cinematografica. Il valore reale di questo mercato va quindi calcolato nel- un “minimo garantito” per la cessione di tutti i l’ambito più generale dell’esportazione dell’immagine del paese nel mondo, a cui il cinema offre un valore diritti di distribuzione sul territorio di riferimento e aggiunto dato dal prestigio dell’opera d’arte: il cinema non solo è di per sé un mercato economicamente il valore medio delle transazioni si attesta intorno rilevante, ma è anche un attivatore di valore che a cascata si riverbera su tutti gli altri settori industriali, a ai 10-20.000 euro, con variazioni molto significative partire dal manifatturiero. Questo valore non è calcolato né probabilmente calcolabile, ma certamente as- in base al paese acquirente. Storicamente, il bacino sume dimensioni considerevoli. Ciò che l’industria cinematografica auspica è quindi una sempre maggiore più importante per l’export di prodotto italiano, sia integrazione fra settori produttivi apparentemente molto lontani fra loro, in un’ottica di sistema che deve per volumi sia per valori, è l’Europa occidentale e avere come obiettivo la promozione dell’immagine dell’Italia nel mondo. in primo luogo la Francia, dove il valore medio della singola transazione oscilla fra i 60.000 e i Circolazione di titoli italiani 2006-2010 200.000 euro. Va tuttavia rilevato che l’Europa Oc- cidentale è anche il mercato più saturo per il prodotto italiano, mentre stanno emergendo aree europa nord geografiche più lontane e potenzialmente molto 216 estremo america recettive, che dimostrano un interesse crescente oriente 86 per i film italiani di produzione recente, pur mante- 102 austalia africa nendosi su un valore delle transazioni ancora piut- america 5 tosto modesto: si tratta dei paesi dell’Europa latina 84 dell’Est, che tendono a investire sui volumi più che 87 sui valori, puntando sull’acquisto di numerosi titoli; Nord America, Sud America e Asia, che tendono ad acquistare diritti prevalentemente televisivi pay e free (Sud America) o relativi ai mercati secondari (particolarmente interessante il mercato dei diritti medio ancillari in Medio ed Estremo Oriente), rinunciando oriente al classico diritto theatrical. Si può evincere da 69 questo fenomeno che la diversificazione e lo spac- chettamento dei diritti rappresentano una fra le più efficaci strategie di accesso a nuovi potenziali mercati. Fonte: ANICA su varie

57 FOCUS // Dove il cinema sta meglio

Di numero in numero, 8½ esplorerà lo stato di salute dell'industria e della cultura cinematografica in vari paesi del mondo. Molti dei quali hanno affrontato con intelligenza problemi e contraddizioni che noi non riusciamo a sbrogliare. La prima tappa di questo viaggio è Bucarest. Informazioni Generali

Superficie Popolazione Moneta Capitale

238.391 21.848.504 LEU BUCAREST abitanti popolazione (plurale LEI) 2 milioni kmq (2011) di abitanti

58 FOCUS // Dove il cinema sta meglio

FOCUS Il caso Romania Gruppi etnici Romeni 89% Ungheresi 7,5% Gitani 1,9% Tedeschi, altri 1,6% Religioni Ortodossi 87% Cattolici 5% Protestanti 5% Altro 4,5%

59 FOCUS // Dove il cinema sta meglio

Nuovo Cinema Romania, la ricetta è servita di Cristiana Paternò

“Molto popolare in Francia, il cinema romeno viene snobbato dal nostro pubblico che preferisce le produzioni americane, nutrito com’è, fin dall’infanzia, dalle serie Tv Usa. Così la distribuzione d’essai versa in condizioni davvero disastrose. Il pubblico, per un film nazionale, si è assottigliato a poche migliaia di spettatori, mentre per un film di Hollywood è dieci volte tanto”

a fotografia, ben poco lusinghiera, viene rinascita del cinema romeno (l’ultima Palma risa- Raccontava una storia che affondava nel passato dal regista romeno attualmente più fa- liva a cinquant’anni prima con il cartoon Breve sto- nazionale, situata al tramonto del regime di Ceau- moso al mondo, Cristian Mungiu, pre- ria di Ion Popescu-Gopo, cineasta a cui è anche sescu, e mostrava con stile secco, duro e un’este- L miato all’ultimo festival di Cannes per dedicato il premio di cinema nazionale, paragona- tica rigorosa, la vicenda di due studentesse e di un Oltre le colline (miglior sceneggiatura e bile ai nostri David di Donatello). All’epoca quaran- aborto illegale. migliore interpretazione femminile alle due giovani tenne, all’opera seconda, Mungiu arrivò al Festival interpreti Cosmina Stratan e Cristina Flutur), storia più grande del mondo con un film dal titolo bi- Ma a guardar bene quel successo non fu, almeno vera – e agghiacciante - di un esorcismo in un con- slacco di cui nessuno sapeva nulla e che, subito agli occhi degli osservatori più attenti, un fulmine vento della remota Moldavia. Ma Mungiu è soprat- dopo la prima proiezione per la stampa, era diven- a ciel sereno. Il raccolto degli anni precedenti era tutto la Palma d’oro del 2007 con 4 mesi, 3 tato il favorito del palmarès, tanto da soffiare la già abbastanza ricco, specie se si considerano le settimane e 2 giorni. Ovvero l’uomo simbolo della Palma a rivali come i Fratelli Coen e Gus Van Sant. dimensioni lillipuziane di questa cinematografia:

60 FOCUS // Dove il cinema sta meglio

La morte del signor Lazarescu di Cristi Puiu - consi- devono spendere almeno il 20% del budget in uno geograficamente difficili nella zona del Delta, è derato da molti l’apripista della Nouvelle Vague di Stato membro della UE o firmatario del Central Eu- filata liscia”. Difficoltà invece ci sono state per Bucarest – ottenne il Prix Un Certain Regard nel ropean Free Trade Agreement; per le coproduzioni l’uscita in Romania di Mar nero, nonostante i rico- 2005 e una sfilza di altri riconoscimenti ovunque è richiesta una partecipazione di coproduttori noscimenti internazionali, “ci sono poche sale e nel mondo, A Est di Bucarest di Corneliu Porumboiu romeni al 10% (se multilaterali) o 20% (per le co- anche la loro Nouvelle Vague viene vista più vinse la Caméra d’or nel 2006, mentre il 2007 è produzioni bilaterali). Ora è allo studio anche un all’estero che in patria”. anche l’anno di California dreamin’ vincitore del sistema di incentivi sulla tassazione, ma i costi di premio Un Certain Regard, opera di un autore produzione risultano già particolarmente favorevoli, “Il periodo della transizione dal comunismo al ca- appena ventisettenne, Cristian Nemescu, purtroppo come dimostra l’enorme mole di mega-produzioni pitalismo ha generato storie intriganti per il cinema scomparso a pochi mesi dal debutto per un tragico straniere che hanno messo qui le tende (vedi box - dice Bobby Paunescu di Mandragora Movies – e incidente d’auto. La cosa impressionante è che sugli studios): per dire, la Miramax nel 2003 ha le porte dei festival si sono aperte per gli autori mentre dal ’57 al 2000, cioè in oltre quarant’anni, il realizzato negli Studios CastelFilm il kolossal sulla romeni che ormai possono permettersi anche di cinema romeno vince appena quattro premi inter- guerra di secessione Ritorno a Cold Mountain, con raccontare vicende contemporanee”. Il dinamico nazionali di un certo peso, dalla metà degli anni la superstar Nicole Kidman, economizzando circa produttore, che ha al suo attivo un titolo simbolo 2000 la lista si allunga a dismisura. Ed è ancora 20 milioni di dollari, un quarto dell’intero budget della rinascita come La morte del signor Lazarescu, più impressionante se si pensa che i film prodotti pari a 80 milioni di dollari. è perfettamente bilingue (è cresciuto a Milano, in questo paese sono 18 o 19 l’anno, cifra grosso Tra il 2003 e il 2010 il CNC ha sostenuto più di 90 dove ha studiato). Nel 2009 ha debuttato nella modo stabile dal 2006 al 2010, ma con un calo nel film. Tra questi anche Mar nero, opera prima di Fe- regia con Francesca la storia di una ragazza di Bu- 2007 e 2008 quando furono rispettivamente 11 e 9 derico Bondi con Ilaria Occhini nel ruolo di Gemma, carest (Monica Birladeanu) decisa, tra mille ostacoli anche per una forte flessione delle coproduzioni un’anziana e un po’ scorbutica signora fiorentina e difficoltà, ad aprire un asilo multietnico in Italia. (principali partner sono Francia, Germania, Italia, che, rimasta vedova, viene accudita da Angela, una Coprodotto da Domenico Procacci, il film esordì a Polonia). Nel 2011 sono stati prodotti 12 lungome- badante romena dall’animo gentile e sofferente. Il Venezia nella sezione Orizzonti non senza polemiche traggi e 10 documentari per il cinema. progetto, finanziato al 10% dalla Francia e al 10% e strascichi legali per una battuta contro la deputata Tra gli artefici di questi successi figura il Centro dalla Romania con la HiFilms di Ada Solomon, ha Alessandra Mussolini, famosa per le sue dichiarazioni Nazionale della Cinematografia che si chiama pro- come produttore di maggioranza l’italiana Film venate di razzismo. E infatti l’idea della pellicola, prio CNC Centrul National al Cinematografiei, ri- Kairòs. Per la produttrice Giorgia Priolo “Mar nero come ci aveva raccontato all’epoca Paunescu, era calcando anche nella sigla il modello francese. Il era perfetto per una coproduzione di questo tipo e nata dopo l’omicidio a Roma di Giovanna Reggiani, CNC, istituito nel 1998, dipende direttamente dal Ada mi disse subito di sì anche perché era una seviziata e assassinata il 30 ottobre 2007 a Tor di Ministero della Cultura e Affari Religiosi (si chiama storia che poteva risollevare l’immagine del suo Quinto dal romeno Romulus Nicolae Mailat, con- proprio così). Eroga finanziamenti – sia rimborsabili paese, appannata da alcuni episodi di cronaca nera dannato per questo all’ergastolo in secondo grado. che a fondo perduto - non solo per la produzione, che si erano verificati l’anno prima”. Il film vinse Paunescu, che ha da poco prodotto il primo progetto ma anche per la distribuzione e l’esportazione. I poi a Locarno il premio per l’interpretazione fem- in lingua inglese di Nae Caranfil, Closer to the soggetti finanziati devono rispondere ovviamente minile, andato a Ilaria Occhini, che divideva la moon con Vera Farmiga, iniziò a fare ricerche, sco- a una serie di requisiti minimi oltre ad aver superato scena dall’inizio alla fine con la bravissima Dorothea prendo che in Italia vivono 1 milione e 400mila ro- una prova selettiva: essere iscritti al registro della Petre. Bilancio decisamente positivo per la giovane meni e che ci sono 20mila imprese gestite da suoi cinematografia, avere un capitale sociale di almeno produttrice italiana: “In Romania certo non hanno connazionali di cui 1.700 solo a Verona. “La Romania 5.000 euro, garantire almeno il 6% del budget tanti soldi come in Francia ma tutto funziona e non è solo 900 criminali in carcere nel vostro totale del film in contanti o servizi; i produttori anche la settimana di riprese, tra l’altro in condizioni paese, è anche la patria dell’inventore dell’insulina

Il TIFF Transilvania International Film Festival, nato nel 2002 si svolge a Cluj, nella regione ben nota ai cultori delle gesta del Conte Dracula ed è la principale manifestazione con un concorso internazionale per opere prime e seconde. Un altro festival internazionale è quello di Timisoara, il Ti- mishort, che si svolge a maggio ed è dedicato al cortome- traggio e diretto dal regista Paul Negoescu, autore dell’opera prima, Un mese in Thailandia, presentata alla Settimana della critica di Venezia 2012. Nella capitale Bucarest troviamo varie rassegne, tra cui Anim’est, riservato al cinema d’animazione con sei sezioni competitive, che spa- ziano dallo spot pubblicitario alle produzioni delle scuole di cinema, con un occhio di riguardo alla creatività dei Balcani. Sempre a Bucarest nel mese di aprile si svolge Next nato in memoria del regista Cristian Nemescu.

www.tiff.ro www.animest.ro www.nextfilmfestival.ro

61 FOCUS // Dove il cinema sta meglio

e del pap test, la patria di Brancusi e Mircea Eliade“. Ma il film non si limita a introiti pubblicitari al fondo del CNC e al finanziamento di progetti cinematografici. denunciare incomprensioni e pregiudizi e vuole dare conto della “crisi di Infine la Romania aderisce al SEE Cinema Network, rete di undici paesi identità di una società post-comunista che non ha ancora trovato la sua dell’Europa sud-orientale (Albania, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Cipro, strada, anche se è dotata di un’energia vulcanica”. Spiega ancora Paunescu, Macedonia, Grecia, Slovenia, Turchia, Serbia & Montenegro) che eroga che ha lanciato nel 2012 la Solar, una società di produzione indipendente con anch’esso finanziamenti. base negli Stati Uniti: “Nella situazione difficile seguita alla caduta di Ceausescu ci sono stati giovani autori molto bravi a raccontare i problemi di corruzione e Più che mai forte a livello internazionale, il cinema romeno ha tuttavia il suo disorientamento, in una sorta di neorealismo in sedicesimo”. punto debole proprio nell’esercizio (vedi box sull’esercizio). Le sale cinemato- grafiche, che nel 2004 erano 155, sono nel 2010 appena 68 con 194 schermi e La fine del regime è uno spartiacque significativo non solo per la società 50.733 posti, nel 2011 sono salite a 75 con 56.728 posti, le multisale sono 20 in romena, ma anche per il suo cinema. “Ci sono voluti 16 anni dopo la morte tutto (erano 9 nel 2004), gli spettatori sono 6 milioni e mezzo su una del Conducator perché una nuova generazione di registi, grosso modo popolazione di quasi 22 milioni di persone, gli incassi ammontano a 27 trentenni, riuscisse a rompere col periodo precedente al 1989, quando la milioni 206mila con un prezzo medio del biglietto che si aggira attorno i 4 ¤. censura del regime costringeva il cinema a trincerarsi dietro metafore”. Lo Se si guarda ad esempio la top ten del 2010 balza agli occhi la sproporzione teorizza il critico del Guardian, Ronald Bergan. “Anche la New Wave utilizza tra gli spettatori di Avatar (610.075) e quelli del campione nazionale If I Want gli strumenti della metafora per dipingere la società romena, ma fa suo pure to Whistle, I Whistle (55.858). Meno di un decimo. Proprio come dice Mungiu. un approccio documentaristico, un realismo intenso e a volte disturbante e un Mentre nella prima metà del 2012 sono usciti otto titoli nazionali: miglior sottofondo di humour nero”. incasso quello della commedia The Bride was stolen al 41° posto con 16.874 ingressi in quattro settimane. Anche nel 2011 il campione di casa è stata una Parte del merito, come si diceva, è sicuramente del sistema di sostegno commedia, The Godmother, finita all’83° posto con 26.788 biglietti venduti. pubblico, che fino al 2010 ha erogato cifre che vanno dagli 11.949.600 ¤ del 2007 ai 7.554.700 ¤ del 2010 (tuttavia nel 2011 è saltata una sessione e il Fonti: credito è stato di 2.381.000 con il finanziamento più elevato, pari a 144.418, Romanian Film Centre (si ringrazia Alina Salcudeanu, responsabile Foreign assegnato al Transylvania International Film Festival 2012 (vedi box sui festival). Affairs); Filmneweurope.com (in particolare il dossier Industry realizzato Ad esso si aggiungono ora gli oltre 80 mln ¤ messi dalla Commissione per il Festival diLocarno nel 2012); Legge Cinema del 14 luglio 2005; “Shooting Romania”, pubblicazione a cura della Romanian Film Promotion europea per il cinema romeno. Inoltre la televisione nazionale TVR (www.tvr.ro) aderente all’EFP. è obbligata a contribuire per una percentuale che va dal 7,5% al 15% degli

Nel 2011 i biglietti venduti sono stati 7 mln 200mila con 241 schermi di cui 110 digitali (saliti nel 2012 a 122). Leader dell’esercizio è Cinema City (www.cinemacity.ro) con 106 schermi in 9 città alla fine del 2011. Il trend vede l’apertura di sempre nuovi multiplex, tra cui quello del Baneasa Shopping City a Bucarest, con 13 schermi tra cui il più grande del paese, che misura 22 metri di larghezza.

Studios Castel Film Tra i set ospitati da questa struttura troviamo Ghost Rider: the Spirit of Vengeance della Columbia con Nicolas Cage, il Barbarossa di Renzo Martinelli, il dramma postbellico Adam re- e MediaPro Studios surrected di Paul Schrader con Willem Dafoe e Jeff Goldblum e la serie BBC The last enemy con Robert Carlyle e la star nazionale Anamaria Marinca, la trentenne protagonista di 4,3,2, che A 40 km da Bucarest, in una vasta e grigia vive a Londra e ha avuto un piccolo ruolo anche nel film “romeno” di Francis Ford Coppola pianura seminata a grano e contrappuntata Un’altra giovinezza. MediaPro Studios, a 40’ da Bucarest e 20’ dall’aeroporto internazionale, da laghetti e specchi d’acqua, sorgono dal nato addirittura negli anni ’50 ma riconvertito a standard internazionali dopo la caduta del co- ‘92 gli Studios Castel Film (www.castelfilm.ro) munismo, è la struttura più grande in Romania sia per la produzione che per la post- fondati dal direttore della fotografia e produttore produzione, con 19 teatri di posa tra cui il più vasto nell’Europa continentale (4.200 mq). Vlad Paunescu. Otto teatri di posa su 9.590 Disponibile anche un laboratorio per gli effetti speciali. Hanno girato qui Claude Lelouch, mq, il vasto Teatro 5 – proprio come quello di Fanny Ardant per la sua opera da regista Cendres et Sang, Franco Zeffirelli con Callas Forever e Fellini a Cinecittà - di 3.354 mq con vasca per una schiera di divi americani. riprese subacquee. Qui si può ancora vedere il villaggio di Cold Mountain di Anthony Min- http://www.mediaprostudios.com/ ghella, kolossal in costume girato nel 2003. http://www.castelfilm.ro/

62 FOCUS // Dove il cinema sta meglio

Nemo profeta in patria di Magda Mihailescu

Filo diretto da Bucarest. Il punto di vista critico.

“Sono pazzi questi romeni”. Così scriveva Libération nel settembre del 2003. “È pazzo questo romeno”, ripeteva lo stesso giornale in una cronaca dedicata al film di Corneliu Porumboiu A Est di Bucarest.

i sembra che i giornalisti siano a a quale punto le vecchie ferite siano ancora dolorose. capace di assorbire questi prodotti. In altre parole, volte a corto di parole quando si I successi hanno creato un modello che ha stimolato la scarsità di sale. Prima del 1989, avevamo 300 tratta di esprimere l’intensità e – tutti i giovani che si affacciavano alla settima arte, schermi, oggi sono a 70, multiplex a parte. Ci sono Mperché no? – la peculiarità di un ma anche una pressione non trascurabile sugli città dove, non essendoci un centro commerciale, cinema che non smette di autori e sul cinema romeno come fenomeno situato non c’è una sola sala. L’unica possibilità per chi sorprendere. Se si tentasse di fare l’inventario di nell’orizzonte di osservazione del mondo cinema- vive in queste zone è la carovana del cinema, un ci- tutti i titoli e, ancor più, di tutti i premi ottenuti dai tografico nel suo complesso. nema itinerante iniziato da Cristian Mungiu con il giovani cineasti romeni in questi ultimi tempi, temo Nello spazio di otto anni abbiamo vinto a Cannes suo 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni. Ma anche con che questo piccolo spazio non sarebbe sufficiente. tre Palme d’oro (di cui due per il cortometraggio), questo metodo, la media resta una delle più basse Tutti i successi sono la prova di un immenso un premio per la sceneggiatura e per l’interpretazione in Europa, lo 0,19 per abitante. Un piccolo quadro capitale che, onestamente, abbiamo sognato ma femminile, una Caméra d’Or, tre premi Un Certain dei biglietti venduti dai più blasonati titoli romeni non avremmo mai immaginato potesse avere Regard e poi due premi EFA, due Orsi d’oro (del nel decennio 1997-2007 la dice lunga: 4,3,2 (Cristian queste dimensioni. Dopo il dicembre 1989, alla cortometraggio) e un Orso d’argento a Berlino, Mungiu) - 88.684; La morte del signor Lazarescu fine di una lunga attesa, è nato un nuovo cinema. per non citare che i riconoscimenti più importanti. (Cristi Puiu) - 28.735; California Dreamin’ (Cristian Non ri-nato, benché, alle sue spalle, il terreno non E dunque la vita, di sicuro, è bella, ma tutt’altro Nemescu) - 21.912; A Est di Bucarest (Corneliu Po- sia sempre stato arido. OltreAll’inizio degli anni ’90, Le che facile da vivere.le Soprattutto quandocolline il successo rumboiu) - 12.984. Il solo cineasta romeno che sia chêne di Lucian Pintilie apriva già un nuovo orizzonte. all’estero non corrisponde all’accoglienza in patria riuscito a unire al prestigio critico l’apprezzamento Purtroppo il film non è diventato una vera locomotiva. da parte del cosiddetto grande pubblico. Ancora da parte del pubblico resta il cinquantaduenne Nae Doveva emergere un’altra generazione, per imporre una volta si conferma il detto „Nemo profeta in pa- Caranfil, creatore sui generis nel paesaggio del film una nuova definizione di cinema: Cristi Puiu, Cristian tria”. Ma qui bisogna sfumare il discorso. Non si romeno, ai confini tra le due generazioni. Più re- Mungiu, Corneliu Porumboiu, Catalin Mitulescu, tratta di poca voglia o curiosità degli spettatori per centemente Tudor Giurgiu, direttore del Festival di Cristian Nemescu, Radu Muntean, Tudor Giurgiu, i film romeni tanto acclamati all’estero, verso quel Transilvania, ha seguito le sue orme dirigendo la Calin Netzer, Tudor Voican, Razvan Radulescu. cinema serio, che chiede conto alla coscienza commedia Des gens et des escargots, che ha venduto Senza elaborare manifesti estetici, hanno voluto, umana. Ci sono almeno due fattori che pesano 51.341 biglietti nel primo mese di uscita nelle sale. semplicemente, fare un altro cinema, vivo, liberato sulla bilancia: la perversione del gusto di una gene- Aspettiamo con curiosità le sorti del nuovo film di da restrizioni, dogmi, cliché e menzogne, un cinema razione educata allo spirito del cinema americano Mungiu, Oltre le colline, fresco di uscita e mi chiedo che, senza essere un regolamento di conti pro- commerciale che invade le nostra sale, e un’altra se stavolta il doppio successo di Cannes gli sarà di grammatico col passato, fosse capace di ricordarci realtà, ancor più dura: l’assenza di un vero mercato qualche aiuto.

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IL MARKETING DEL CINEMA ITALIANO MARKETING E FILM: LA POLITICA (SI) VENDE di Ilaria Ravarino Bastò un solo annuncio di Albanese, “Lancio il Partito du Pilu”, perché 250.000 click contemporanei mandassero in tilt il sito internet del film Qualunquemente. Alle radici di un caso di corto circuito mediatico. Che tenta il bis con Tutto tutto, niente niente.

Prima voti, poi rifletti”. Era l’autunno del “Prima voti, poi rifletti”, arringava Cetto dai suoi ma- il secessionista Rodolfo Favaretto e il mistico 2010 e Antonio Albanese, nei panni del po- nifesti elettorali, strizzando l’occhio al popolo di Frengo Stoppato. Le tappe: affissioni dal 5 novembre, litico Cetto La Qualunque, spronava i so- sinistra sopravvissuto alle primarie nazionali del con i volti e gli slogan dei tre candidati e il lancio, “stenitori del Partito du Pilu a non perdere 2009 e nuovamente chiamato al voto per le primarie dalla Fiera di Lucca Comics & Games, dei loro tempo in inutili ruminazioni intellettuali. Il regionali del marzo 2010. Partita con grande anticipo “saluti agli elettori”, teaser destinati alle sale scritti voto, spiegava Cetto agli italiani, è una questione sull’uscita del film per sfruttare il fenomeno delle pri- dagli autori del film. meccanica: l’importante non è parlarsi addosso, marie, e finita casualmente per cavalcare il boom del ma infilare la scheda nell’urna. caso Ruby, la campagna ebbe subito un avvio incen- Riposto in soffitta il gazebo, Cetto si è poi manifestato diario. Bastò un solo annuncio di Albanese, “Lancio nelle principali città italiane attraverso un bus “bran- Mai messaggio pubblicitario fu più azzeccato di il Partito du Pilu”, perché 250.000 click contemporanei dizzato”: una scelta inevitabile nell’anno in cui a fare quello: uscito il 21 gennaio 2011 in 560 copie, il mandassero in tilt il sito internet del film. Ma il colpo scuola sono stati il pullman di Barack Obama e il primo film di Cetto, Qualunquemente, fu uno dei di genio arrivò a dicembre, quando nelle piazze di al- camper di Matteo Renzi. La parola d’ordine, stavolta, più grandi successi della stagione italiana. E non cune città italiane comparvero i gazebo – con tanto è stata una: semplicità. E anche in questo caso ad solo a livello di incassi. Il personaggio interpretato di logo - del Partito du Pilu. Strutture del tutto essere chiamato in causa è stato soprattutto il popolo da Albanese, infatti, registrò un consenso persino identiche a quelle che gli elettori avevano da poco di sinistra, perso nei cavilli dei regolamenti delle pri- maggiore di quello ottenuto in sala, dove pure frequentato per le primarie, dove accedere a gadget marie. Quelle di Cetto sono state molto più semplici arrivò a toccare i 17 milioni di euro. “Se il Partito du elettorali e dove registrare la propria adesione. Le di quelle del Pd: solo un click sul sito del film e Pilu fosse una forza politica - diceva un sondaggio firme raccolte dal partito di Albanese, per la cronaca, l’utente ha potuto assegnare la sua preferenza a Fa- riportato dal quotidiano La Repubblica - otterrebbe furono 20.000. In soli due giorni. varetto, Stoppato o La Qualunque, ottenendo la pos- il 2,3% dei consensi degli italiani”. Orchestrata in sibilità di far campagna per uno dei tre candidati quattro mesi, la campagna promozionale di Qua- Mutato (ma non troppo) lo scenario politico, a (leggi: pubblicità al film) diffondendo il materiale lunquemente è ancora oggi uno dei più brillanti due anni di distanza Antonio Albanese ci riprova. E promozionale sui propri canali social. Come nel 2009, casi di corto circuito tra realtà e fantasia creativa. così, proprio mentre il popolo di destra si divide e il grosso del lavoro di promozione è avvenuto in an- quello di sinistra torna a interrogarsi sulle primarie, ticipo. Una scelta decisiva in un’era in cui, come dice “Siamo stati molto fortunati – spiega Gianluca Pi- ecco che Cetto La Qualunque scende in campo anche il press agent della dolce vita Enrico Lucherini, gnataro, direttore marketing di Fandango - perché con Tutto tutto niente niente, nuova avventura ci- il lancio dei film è soprattutto “un problema di ci siamo ritrovati a gestire un prodotto che aveva nematografico-politica del candidato du Pilu alle tempo, che non c’è più”. Lavorando all’interno della contenuti talmente forti da uscire dai confini stessi prese, stavolta, con gli intrighi delle poltrone romane. produzione, la squadra marketing della Fandango è del film. La degenerazione della politica italiana, in partita ancora una volta avvantaggiata: per Pignataro un certo senso, ci ha aiutati”. Sarebbe impossibile In uscita il 13 dicembre, il film si è avvalso di una “il segreto è lavorare in anticipo, la strategia diventa infatti spiegare il successo della campagna (Ciak campagna promozionale modellata su quella del una questione creativa, divertente, un gioco di squadra d’oro 2011 al miglior manifesto; miglior campagna 2010, definita insieme ai distributori della 01 e da portare avanti con sceneggiatori e registi”. Il e miglior locandina cinematografica al Trailers Fil- ideata in collaborazione con il cast del film. Titolo denaro resta una parte importante nella creazione di mFest di Catania) senza prendere in considerazione della campagna? Le vere primarie: ogni riferimento un buon lancio (la campagna delle primarie è costata il periodo storico-politico di riferimento. E cioè il a Renzi, Vendola e Bersani non è, ovviamente, ca- circa il 20% del budget del lancio di Tutto tutto declino di Berlusconi e le primarie del Pd, evento suale. Partita ai primi di novembre con più di un niente niente), ma molto più forte del potere economico mediatico che proprio durante la lavorazione del migliaio di manifesti a Roma e Milano, la campagna è quello delle idee. Specialmente se arrivano al mo- film era giunto - tra candidature ritirate, bocciate e ha giocato stavolta non solo con il volto e il pro- mento giusto. “Prima voti, poi rifletti” è un must che ripensate - a un faticoso traguardo. gramma di Cetto, ma anche con quello degli sfidanti, non sembra passare mai di moda. GEOGRAFIE I LUOGHI DEL CINEMA Atlante di cineturismo del cinema italiano, tra set e ambientazioni narrative

di Nicole Bianchi

La rubrica che qui esordisce ha l’ambizione di provare a costruire, di numero in numero, una sorta di geografia del cinema italiano: un piccolo atlante in progress, che aggiorni la mappa mutevole dei luoghi in cui il cinema italiano sceglie di ambientare le proprie storie e di costruire i propri paesaggi ambientali, narrativi ed emozionali.

a lettura del rapporto tra set e ambien- bano. Alla fine si passa il confine: ma è la Valle tazioni narrative dei film italiani distribuiti d’Aosta che “interpreta” il territorio svizzero. Senza nei mesi di ottobre e novembre 2012 che produttivamente questa trasferta sia effettiva- L dimostra come solo un terzo dei titoli mente avvenuta, per affinità estetica di territorio, rifletta effettivamente il luogo comune vive la massima credibilità: l’ambientazione del- di un presunto romanocentrismo del cinema italiano: l’ultima sequenza vede una baita montana immersa la maggior parte delle pellicole è stata ambientata nel verde, che difficilmente potrebbe consentire di realmente e narrativamente in luoghi altri da Roma, affermare che non si tratti effettivamente del territorio quasi andando alla scoperta di geografie non elvetico. Il confine, invece, l'ha passato realmente scontate e poco frequentate, quali l’appennino to- Sergio Castellitto scegliendo Sarajevo quale prota- sco-emiliano di Gabriellini in Padroni di casa, girato gonista geografica del suo Venuto al mondo. interamente a Montepiano, frazione di Vernio, pro- vincia di Prato e la Sardegna - Poltu Quatu - di E io L’assenza di un marcato romanocentrismo si ac- non pago di Alessandro Capone o la Piombino di compagna anche - nei due mesi presi in esame – a Stefano Mordini in Acciaio. un interessante – e anche qui non scontato – equilibrio tra gli spazi metropolitani e le località di provincia, Succede anche che l’ambientazione sia in località come se il cinema italiano seguisse una sorta di geo- non apertamente o esplicitamente dichiarate o che grafia del decentramento: Piombino, Monopoli, il territorio nazionale venga usato, per analogia Fasano, non dimenticando l’appennino sopra citato, geofisica, anche per inscenare viaggi narrativi oltre le montagne valdostane e il settentrione sardo, sono confine: questa è la geografia secondo Silvio Soldini le località ricorrenti in queste pellicole. Roma rimane ne Il comandante e la cicogna, in cui ci sono tagli la città prediletta quando la stessa deve essere prota- d’inquadratura e dettagli che suggeriscono una gonista ma, altrimenti, le escursioni hanno destinazioni ibridata città del nord Italia, in cui sono riconoscibili, affatto prevedibili. A dimostrazione di come la scelta con una voluta indeterminatezza, sia Torino che dei luoghi diventi sempre più uno degli elementi Milano, in una sorta di ipotetico inanellamento ur- creativi caratterizzanti del cinema italiano.

66 GEOGRAFIE

ALL'ULTIMA SPIAGGIA A Roma A ambientazione L Roma

PADRONI DI CASA L location A Montepiano provincia di Prato L Montepiano provincia di Prato

UN GIORNO SPECIALE A Roma L Roma A L A L TUTTI I SANTI GIORNI L A Roma L Roma A L IL COMANDANTE E LA CICOGNA L L A Torino, Valle d’Aosta L Torino, Valle d’Aosta A L IO E TE A Roma L Roma A L A L VIVA L'ITALIA A Roma, L’Aquila L Roma, L’Aquila A L L A L E IO NON PAGO A Poltu Quatu A L L Poltu Quatu

VENUTO AL MONDO A L A Sarajevo A L A L L Sarajevo, Dubrovnik, Roma, Torino A L A L ACCIAIO L A L L A Piombino (LI) A L L L Piombino (LI) L A L L ALÌ HA GLI OCCHI AZZURRI A Roma L Roma

IL SOLE DENTRO A Africa L Bari

VITRIOL A Napoli L Napoli

E LA CHIAMANO ESTATE A Non dichiarata L Bari, Monopoli, Fasano

IL PEGGIOR NATALE DELLA MIA VITA A Non dichiarata L Valle d'Aosta

COSIMO E NICOLE A Genova, Francia, Roma L Genova, Francia, Torino

UNA FAMIGLIA PERFETTA A Todi L Todi

A

67 CINEMA ESPANSO

IL CINEMA NEI MUSEI di Federico Rossin

68 CINEMA ESPANSO

l cinema sperimentale esce dal circuito underground e approda nei musei più importanti d’Europa e d’America: un esempio fondante di questa nouvelle vague è quella di The Tanks, alla Tate Modern di Londra, dal 18 luglio al 28 ottobre. The Tanks è un evento-mostra decisivo per una riscrittura radicale Idello statuto del cinema sperimentale di oggi e di ieri, della curatela museale per il domani, della pratica artistica in generale. Si tratta di ben quindici settimane di “Art in Action”: performance, proiezioni, in- stallazioni, dibattiti che mirano a reinscrivere nello spazio museale varie forme di arte live e in particolare un fenomeno come quello dell’expanded cinema che, teorizzato nei gloriosi Anni ‘60 e ‘70 da Gene Youngblood & C. e praticato da cineasti-artisti come forma sinestesica totalizzante e liberatoria, ritrova oggi nuova linfa vitale e propulsività progettuale. I “serbatoi” della Tate sono quelli della sperimentazione che, vuoti e arrugginiti da decenni, vengono riempiti oggi di una nuova benzina artistica che possa al contempo aiutare a ripensare e riattivare l’expanded e a rimettere in sesto il motore dell’arte contemporanea, ibridando le forme e rinsaldando tra loro blocchi di tradizione e pratiche fino ad oggi considerati lontani. La storia della performance viene at- traversata e resa nuovamente leggibile attraverso una ricontestualizzazione museale che la fortifica teorica- mente e ne ristruttura l’ontologia artistica: i concetti di esposizione e opera vengono allargati e resi più dinamici, senza tuttavia cadere in un’indifferenziata pappa multimediale.

The Tanks pone domande fonda- mentali sulla storia dell’avanguardia e sulla sua storicizzazione: come mettere in tensione dialettica il passato di un’azione con il presente di una mostra? Come ri-presentare, documentare e archiviare la pratiche artistiche live senza violarne lo spirito e la lettera? Come realizzare nel museo di oggi nuove forme di expanded art che sappiano guardare con acutezza e senza nostalgia al passato?

Per giungere ad un tale livello di complessità lo I due curatori della performance espansa – Pia Bo- sull’arte del montaggio e sull’uso dello spazio- spazio museale della Tate è stato completamente ri- lognesi e Giulio Bursi – hanno solcato lungamente tempo. La Tate Modern si è fatta carico di produrre, semantizzato: le installazioni, performance e proiezioni il mare magnum dell’archivio di Tambellini mettendo finanziare e veicolare un’esperienza estetica che espanse portano con sé un’avvolgente apertura per- insieme i pezzi di un puzzle che sembrava inestri- altrove né ieri né oggi sarebbe stata possibile: cettiva, forano e percorrono i muri della galleria cabile: è una lezione di come la curatela non si nessuna cineteca, né cinema potrebbero oggi dare aprendo verso un denso altrove conoscitivo – ad debba limitare a esumare figure dimenticate rilan- corpo alla sensualità dirompente dei sogni cine- esempio nell’opera Light Music di Lis Rhodes – ir- ciandole sul palcoscenico museale, ma debba sem- matici di Tambellini. rompono energicamente nel canonico universo- mai operare a cavallo fra l’esattezza filologia, l’in- museo rendendelo un multi-verso organico e utopico venzione archeologica e il rigore della teoria. Ecco perché il fenomeno expanded nei musei non (si veda tutta le sezione dedicata al collettivo britannico La documentazione messa a punto ha permesso va rubricato come modaiolo o passatista, ma con- Filmaktion): un nuovo spazio-tempo attraverso cui non solo di ricostruire un evento perduto e sognato, siderato seriamente in tutta la sua complessità e ripensare alla radice i concetti di socialità artistica, di ripercorrere una storia delle forme e delle azioni stratigrafia, perché possa arrivare ad innervare l’arte rito museale e comunità politica (come in Plato artistiche più importanti degli ultimi decenni, ma del presente e modificare attivamente il nostro Now di Juan Downey). soprattutto di realizzare oggi una nuova opera. Il sguardo di spettatori troppo spesso pigri e passivi, L’expanded cinema diventa portatore di nuove idee ripensamento dell’espressionismo pittorico, del che sia al cinema o in una galleria d’arte. e pratiche che bypassano il concetto stesso di mostra cinema astratto, del video di lotta, porta verso e di evento: il pubblico viene coinvolto – concet- un’opera espansa che parla del presente esploso tualmente e fisicamente – in un percorso che riapre dell’epoca contemporanea: il mondo nero e al e scava la nozione di archivio, collezione, museo e collasso di Tambellini è un gorgo percettivo che opera d’arte. Si prende dal passato prossimo e re- arriva a tener insieme arte materica e concettuale, moto per guardare al futuro: vengono ripensati al esperienza espansa e riflessione politica. Il suono contempo lo statuto del cinema e quello del museo. elettronico e noise fa da contrappunto alle proiezioni e alle performance, la materia pulsante dei video A guidare il tutto non è un appiattimento che mira entra in dialettica con la scultura cinetica: Retracing all’evenemenziale commerciale, ma un serio lavoro Black è una panoramica a 360° sulle pratiche arti- di scavo e documentazione. Un ulteriore e decisivo stiche contemporanee più radicali e una lezione esempio per comprendere e analizzare il nuovo fe- nonemo dell’expanded cinema proposto nei Tanks è Retracing Black di Aldo Tambellini. Artista poliva- lente e infaticabile, di origini italiane ma immigrato negli States, figura chiave dell’underground ne- wyorkese, Tambellini è un maestro dell’arte multi- mediale che ha incrociato per cinquant’anni film, video, danza, fotografia e pittura.

69 INTERNET E NUOVI CONSUMI RITORNO AL FUTURO: IL CINEMA ITALIANO E LA GALASSIA YOUTUBE di Serafino Murri

Se una delle rock band più importanti del nostro tempo, i Radiohead, ha deciso di offrire i propri album in versione scaricabile a offerta libera dal proprio sito, continuando a venderne versioni lussuose in vinile o biglietti dei concerti come merci destinate a un mercato basato sull’esperienza diretta e materiale, c’è speranza di poter applicare un modello simile anche ai film.

n un’epoca in cui esperienze come quella di denti, sembra inarrestabile. Ma occorre saper leg- inseriti, sono però solo poche migliaia i lungometraggi. Spike Lee con il Babelgum Online Film Fe- gere tra le righe delle sue iperboliche cifre, per com- La preoccupazione per il rispetto del copyright su stival dimostrano che canali come YouTube prendere cosa determini le perduranti resistenze YouTube dovrebbe già trovare risposta nel sistema Ipossono rimuovere antichi pregiudizi econo- dell’industria a un suo ampio e dinamico uso. gratuito ContentID, che permette di rilevare lo sca- mici e culturali alla circolazione del cinema ricamento video non autorizzato, e chiederne la indipendente, qual è: quale potrebbe essere il rap- YouTube è il sito di streaming più visto al mondo. monetizzazione. Compensare i timori dell’industria porto del cinema italiano con questo mezzo di dif- Nato nel febbraio 2005 e acquistato dalla Google è un processo lento, che implica scommessa im- fusione planetaria di contenuti video? È notizia Incorporation nel 2006, in sette anni è divenuto il prenditoriale ma anche una riformulazione dei pa- recente che l’Istituto Luce abbia aperto su YouTube maggiore broadcaster del pianeta: in un solo mese radigmi della circolazione dei beni culturali, di un canale dove il suo patrimonio di memoria cine- sono caricati su YouTube più contenuti video di benefici degli autori e oneri dei fruitori. Se una delle giornalistica (30.000 video dell’Archivio Storico) è a quelli realizzati dai tre maggiori network USA nell’arco rock band più importanti del nostro tempo, i Ra- disposizione di tutti. Per il resto, il traffico “ufficiale” di sessant’anni. Uno dei dati più interessanti è che diohead, ha deciso di bypassare la mediazione di- si limita ai canali delle distribuzioni, alla diffusione il 70% del traffico di YouTube proviene dal di fuori stributiva fornendo i propri album in versione scari- di trailer e materiali promozionali, eventi che regi- degli USA, ed esiste una versione localizzata del cabile a offerta libera dal proprio sito, continuando strano “poche” centinaia di milioni di visualizzazioni sito in 39 paesi, in 54 lingue, cosa che ha permesso a vendere versioni lussuose in vinile o biglietti dei annue. I numeri relativi al flusso video di YouTube il risultato di oltre 30.000 partner commerciali nel concerti come merci destinate all’esperienza diretta sono di ben altra portata. Mentre le televisioni, alla mondo. Per quanto riguarda i “contatti”, nel 2011 e materiale, c’è speranza di poter applicare un cui espansione è storicamente imputato il declino YouTube ha registrato la vertiginosa cifra di un modello simile anche al cinema, differenziando i del cinema di sala, si dibattono in una crisi pro- trilione di visualizzazioni (un milione di milioni di target commerciali, rinunciando ad alcuni privilegi fonda, la crescita di questo strumento, che sta ai milioni, una media di 140 visualizzazioni per ogni dell’antico assetto. Il punto è comprendere che il ci- “nativi digitali” come la tv alle generazioni prece- persona sulla Terra): tra i tre miliardi di video nema di sala sarà sempre, come il vinile e il concerto,

70 INTERNET E NUOVI CONSUMI

un’esperienza non surrogabile: YouTube non un rivale, ma un formidabile strumento di supporto. YOUTUBE Del resto, il vero discrimine resta quello della qualità. È UNO DEI RARI STRUMENTI A fianco dei sofisticati canali dedicati, i contributi user-generated privati rappresentano il vero corpo IN GRADO DI “GLOBALIZZARE” delle statistiche a crescita esponenziale. Ogni giorno su Facebook vengono guardati 500 anni di video di UN PRODOTTO SENZA YouTube e ogni minuto su Twitter condivisi oltre 700 video. Il punto di forza di YouTube è che chi lo RI-LOCALIZZARLO. utilizza passa per il motore di ricerca per arrivare ai pubblico alla visione dell’opera. Sfruttando quelli zionale. YouTube è uno dei rari strumenti in grado contenuti, laddove il social networking si basa per che appaiono come punti deboli: simultaneità ed di “globalizzare” un prodotto senza ri-localizzarlo. lo più sull’interazione casuale tra utenti. Eppure, il estemporaneità. Il cinema italiano potrebbe così dimostrare quanto, suo impatto promozionale è considerato debole, al contrario, la sua essenza sia “glocal”: quanto la nonostante le inserzioni pubblicitarie sui video siano Infine, attraverso YouTube e la sua democrazia sua specificità e lontananza dai modelli holly-bolly- in crescita costante. La speranza è che in futuro sia orizzontale, si potrebbero perseguire obiettivi am- wodiani, egemoni delle (anti)estetiche del pianeta, possibile differenziare l’offerta cinematografica su biziosi per il nostro cinema. Primo fra tutti, quello sia fatta di storie universali, che sanno cogliere il YouTube, prevedere sneak-preview online gratuite di smentire l’etichetta che distributori internazionali senso del presente più a fondo dei prodotti da dei film a tempo limitato, o la diffusione temporanea (soprattutto anglosassoni) affibbiano da decenni al export costruiti sui cliché dell’entertainment. E molto di estratti dalle opere in uscita, mettendo in circola- cinema italiano: essere un prodotto “local”, di spesso, con non meno spettacolarità. zione prodotti creati per la Rete, che spingano il difficile comprensione al di fuori del contesto na-

71 INTERNET E NUOVI CONSUMI

SEI GRADI DI SEPARAZIONE. COMUNITÀ VIRTUALI E PROMOZIONE CINEMATOGRAFICA di Carmen Diotaiuti

Che influenza hanno Mentre sono al cinema pubblicano i social network nel decidere commenti sul film che stanno cosa guardare o ascoltare? guardando: 44% ritiene non siano influenti 24% degli utenti di Facebook 56% ritiene siano importanti 21% degli utenti di Twitter

ome si sta modificando la Rete e pubblico, riduce il rischio perché è frutto di un’espe- Un recente sondaggio come i social network cambiano il rienza autentica, e in pochissimo tempo i giudizi The Hollywood Reporter modo di conoscere, comunicare e degli spettatori sul web possono lanciare o stroncare di Ccondividere il cinema? Le nuove forme un film. Occorre quindi programmare in maniera espressive messe a disposizione dal accurata la promozione di un film attraverso i social fuga i timori dell’industria cosiddetto Web 2.0 rappresentano un’opportunità media: non si tratta di presenziare la rete con la o un rischio per l’industria cinematografica? creazione e proliferazione di profili ma trovare la italiana nell’utilizzare strategia in grado di catturare l’attenzione del pubblico La capacità di creare contenuti autonomamente e potenzialmente interessato, incuriosirlo con anteprime i social network. condividerli in Rete è il principale presupposto del e contenuti esclusivi, stimolarlo e divertirlo in modo Non solo oltre la metà Web 2.0, termine che identifica una vera rivoluzione che si senta coinvolto in una relazione emotiva con nei comportamenti dei navigatori, stimolata dalla il film e arrivi a sponsorizzarlo spontaneamente al- degli intervistati (56%) diffusione di applicazioni ad alto livello di interattività. l’interno della propria rete di contatti. Blog, forum, community e piattaforme di condivisione ritiene che questi hanno creato un nuova tipologia di utente: non più Uno spazio d’elezione per la condivisione di opinioni fruitore passivo di informazioni ma creatore di sono le comunità virtuali cinematografiche: spazi siano uno strumento contenuti. Lo spettatore in Rete ha assunto una di prossimità, dal forte potere fidelizzante, in cui la nuova identità, quella del prosumer: un produtto- vicinanza tra gli spettatori non è fisica ma comunque influente nel decidere re-consumatore che partecipa attivamente alla de- molto forte perché stimolata da un sentimento di finizione e produzione di informazioni, fortemente appartenenza e dalla comunanza d’interessi. È pro- cosa vedere al cinema inserito in una rete di relazioni sociali. All’interno prio all’interno di una comunità virtuale che la di questa rete le possibilità di condivisione sono il- strategia del passaparola può esprimere il suo po- o in Tv, ma ammette limitate e diventa economicamente rilevante da un tenziale promozionale, valorizzato dagli strumenti punto di vista promozionale quel messaggio che innovativi offerti dal web: Facebook, Twitter, blog, di essere più condizionato gli spettatori arrivano a ritenere degno di essere forum. L’obiettivo non è svelare o anticipare parte condiviso. del film ad una comunità ristretta di utenti, ma dai commenti positivi offrire la possibilità di un’esperienza allargata del che da quelli negativi. Mentre il mercato pubblicitario assiste ad una decli- contenuto cinematografico e di gettare uno sguardo nante credibilità verso i messaggi tradizionali, i su un mondo finzionale ben più ampio di quello consigli dei consumatori sono diventati la forma di offerto dalla fruizione del film al cinema. Scene promozione più influente perché percepiti come im- inedite, suggestioni sonore, scenari possibili ma parziali e disinteressati. Il passaparola, secondo il esterni alla trama principale del film, contest e

72 INTERNET E NUOVI CONSUMI

OGNI SETTIMANA SI SPENDONO ONLINE:

ore per consultare 8 social network 4 ore per guardare film ore per guardare 7 spettacoli televisivi ore per ascoltare 8 musica ore per guardare 4 video-clip ore per utilizzare 8 sistemi di messaggistica istantanea

Gli utenti dicono di esser maggiormente influenzati dai post positivi che da quelli negativi per:

82% musica 76% spettacoli tv 75% film 74% videogiochi giochi a tema diffusi attraverso la community, Timore peraltro infondato, come dimostra un creano un pubblico fidelizzato e appassionato, e recente sondaggio di Penn Schoen Berland per fanno in modo che la community si alimenti anche The Hollywood Reporter. Non solo oltre la metà dopo l’uscita in sala del film. Ne è esempio il degli intervistati (56%) ritiene che i social network blockbuster The Amazing Spider-Man uscito in sala siano uno strumento influente nel decidere cosa lo scorso luglio, che vanta una pagina Facebook vedere al cinema o in Tv, ma ammette di essere tutt’ora attiva e con oltre due milioni e mezzo di più condizionato dai commenti positivi che da fan, in cui vengono regolarmente pubblicate curiosità quelli negativi. Sebbene il 40% ritenga di sentirsi e nuovi contenuti sui personaggi del film, molti dei maggiormente influenzato nella scelta dalla visione LEGGI quali frutto della creatività stessa degli utenti. di trailer e anteprime, strumenti di marketing tutto IL SONDAGGIO sommato tradizionali, un navigatore su tre ammette DI THE HOLLYWOOD Lo spettatore nei social network si relaziona attiva- di aver visto un film dopo averne letto sui social REPORTER mente con l’opera cinematografica, ne ricodifica la network. Soprattutto il genere horror e i film per : struttura narrativa, inventa nuovi contenuti e li dif- teenagers sembrano beneficiare maggiormente del COME FACEBOOK fonde in prima persona. Diventa parte integrante passaparola spontaneo generato dalla rete. E TWITTER INFLUENZANO della narrazione ma anche medium primario della L’INDUSTRIA promozione. I sei gradi di separazione tra gli Facebook e Twitter vengono percepiti il più delle DELL’AUDIOVISIVO individui diventano il circuito di trasmissione del volte (88%) come una vera e propria forma d’in- E DEI VIDEO GAMES messaggio promozionale del film. Ma in questa trattenimento, utilizzata a supporto delle esperienze nuova forma di comunicazione sono cambiate le di entertainment tradizionale di cui stanno inevita- direttrici: è l’individuo, che diffonde e non subisce bilmente modificando le modalità di fruizione. più il messaggio, ad essere diventato il medium Spinti dal desiderio di rimanere ovunque connessi primario della comunicazione. Proprio per questo, e di condividere in tempo reale le impressioni sui però, è anche diventato impossibile controllarne film, infatti, buona parte degli spettatori ammette del tutto l’oggetto. Il rischio ovviamente è che con di postare commenti direttamente dalla sala e lo stesso meccanismo e la stessa velocità di tra- ritiene addirittura che questa attività sia un valore smissione si diffonda in Rete un giudizio positivo aggiunto alla visione del film. o una critica. Deriva forse da questo lato incontrol- labile del web e delle sue infinite connessioni, la ri- luttanza che talvolta l’industria cinematografica ita- liana ancora mostra nell’utilizzare appieno i social media come mezzo di promozione dei film.

73 PUNTI DI VISTA

Europa Creativa: la produzione culturale europea al di là della crisi

di Pier Luigi Sacco

74 PUNTI DI VISTA

La finestra 2014-2020 sarà per noi una sorta di ultimo treno: se non saremo in grado durante questo periodo di fare dello sviluppo dell’industria culturale e creativa uno degli assi portanti del nuovo modello di crescita post-crisi, avremo definitivamente dilapidato una delle fonti più potenti, riconosciute e credibili di vantaggio competitivo di cui ancora disponiamo.

e politiche dell’Unione Europea po- nuti dai due programmi sono stati molto significa- tranno avere molti limiti, ma un merito tivi, contribuendo soprattutto alla creazione di reti va riconosciuto: destinano da sempre di co-produzione e di distribuzione su scala euro- L una quantità significativa di risorse (se pea che hanno permesso una circolazione reale dei comparata con quello che accade, ad contenuti creativi, abbattendo le barriere linguisti- esempio, in Nord America) alla produzione cultu- che ma soprattutto mettendo in comunicazione rale e creativa, rendendo possibile un’area di ricerca scene culturali spazialmente e socio-storicamente e sperimentazione relativamente libera dai vincoli lontane, che altrimenti avrebbero avuto poche op- di mercato di cui peraltro beneficiano indiretta- portunità concrete di interazione e scambio. mente, ma significativamente, anche i segmenti del Il carattere dualistico del programma, che separava sistema più commercialmente orientati. I due pila- appunto l’industria audiovisiva dalle altre sfere di stri tradizionali su cui si è retto finora il finanzia- produzione culturale, finiva però per produrre una mento comunitario della produzione culturale cesura piuttosto artificiale tra ambiti creativi spesso erano i programmi MEDIA e Cultura: il primo ri- profondamente interconnessi. È per questa ragione volto all’industria audiovisiva (cinema, televisione, che, a partire dal 2014 e per il ciclo di programma- animazione, new media, ecc.), il secondo a tutti gli zione che si estenderà fino al 2020, i due programmi altri campi (le arti visive, lo spettacolo dal vivo, i fe- sono stati riuniti nel nuovo Europa Creativa (Creative stival, la musica, la letteratura, ecc.). I risultati otte- Europe). Il programma continuerà, come faceva il

75 PUNTI DI VISTA 1.000 film europei precedente MEDIA, a fornire supporto alla circola- contrario: la scommessa europea è proprio quella zione del cinema europeo: in particolare, continuerà di fare, ancora più che in passato, di questa diversità l’impegno a favore della distribuzione, sia in pellicola un elemento portante del proprio sistema di offerta che in digitale, di più di 1.000 film europei tanto culturale, guardando al di là delle oggettive com- nelle sale continentali che al di fuori dei confini co- plicazioni create da uno spazio geografico relativa- munitari, sostenendo 2.500 sale in modo da per- mente ristretto, con 23 lingue ufficiali e una diversità mettere loro di destinare almeno il 50% della loro culturale tra le più elevate su scala globale. programmazione al cinema europeo. Allo stesso tempo, il programma cercherà di cogliere più che È importante sottolineare come, a meno di sorprese2.500 in passato le nuove opportunità offerte dalla globa- dell’ultimo momento in fase di approvazione par- lizzazione dell’offerta e della circolazione dei prodotti lamentare, il programma Creative Europe aumenti, culturali e dalla crescente digitalizzazione dei seppur di poco, il volume complessivo dei finan- processi creativi, ampliando le modalità e gli schemi ziamenti alla produzione e circolazione creativa di supporto in modo da migliorare ulteriormente europea in questo difficile momento: non è il la capacità di circolazione e di aumentare l’orienta- segnale di un cambio di paradigma, ma certamente mento all’esportazione della cultura europea nei è un modo concreto per riconoscere una crescente nuovi mercati emergenti. Queste novità si traducono rilevanza delle politiche culturali all’interno dell’agenda in un aumento dei finanziamenti per lo sviluppo europea della politica economica. Sarebbe bello delle competenze creative dei professionisti culturali poter cogliere riflessi simili nell’agenda della salepolitica e delle attività transnazionali anche al di fuori dei economica italiana, ma in questo caso, purtroppo, confini comunitari, nella creazione di un innovativo la strada appare molto più lunga e accidentata. fondo di garanzia che faciliterà l’accesso al credito dei produttori europei nonché l’ottenimento di Eppure dovrebbe essere chiaro che la finestra 2014- prestiti a condizioni agevolate rispetto al mercato, 2020 sarà per noi una sorta di ultimo treno: se non e nell’elaborazione di nuove forme di sostegno alla saremo in grado durante questo periodo di fare produzione audiovisiva che tengano conto del pro- dello sviluppo dell’industria culturale e creativa fondo mutamento su molti livelli degli scenari com- uno degli assi portanti del nuovo modello di crescita petitivi e tecnologici.23 La forte attenzione verso la post-crisi,lingue avremo definitivamente dilapidato una dimensione del mercato non implica un passaggio delle fonti più potenti, riconosciute e credibili di in secondo piano di questioni decisive, quali l’at- vantaggio competitivo di cui ancora disponiamo. tenzione verso la diversitàufficiali culturale e linguistica, al

76 PUNTI DI VISTA

RIPARTIAMO DALLE REGOLE (E DAL PASSATO) di Francesca Cima

La crisi deve essere un’opportunità anche per la ricerca dei contenuti, perché il pubblico va sempre stimolato con nuovi prototipi e percorsi narrativi.

e si provasse a digitare queste tre parole È tempo in un motore di ricerca: “crisi”, “ci- che il cinema nema”, “italiano”, l’esito dei risultati sa- Srebbe rilevante nei numeri e costante in torni nel patrimonio una cronologia che possiamo far partire all’indomani di Cabiria, il film di Giovanni Pastrone collettivo, che entri del 1914, di imponente, ricco e molto esportato im- patto scenografico, impreziosito dalle auliche dida- nelle scuole, scalie di Gabriele D’Annunzio. Solo in quel che la sua storia, momento, forse, il cinema è stato considerato da un intero paese, a partire da chi lo faceva, pensava depositata nelle e costruiva ma anche da chi lo accompagnava alla conquista del mondo, un’arte e un’in- cineteche, diventi dustria importanti. Poi, certo, altri momenti fruibile dal grande felici sono seguiti: la stagione neorealista e i grandi maestri degli Anni ‘60, evocati pubblico. spesso come contrappunto estetico ed espressivo al cinema del presente; ma già si parlava di crisi, e se ora può sembrare stonato l’uso di questo termine applicato a quei decenni, resta il fatto che quelle stagioni più fortunate non sono mai state messe a frutto e non hanno fatto nascere un’industria matura ed autonoma. La domanda a cui tutti gli operatori del settore (autori, produttori, distributori) dovrebbero rispon- dere, per poterla poi rinviare ai legislatori, è se

77 RUBRICA // Punti di vista

l’attuale crisi aggiunga solo un nuovo capitolo ad andrebbero inseriti in un protocollo di cura più pro- sugli altri mina l’esistenza degli altri due e che è ne- una storia già nota, o se siamo di fronte ad un feno- fondo, anche aggressivo, che combatta il morbo cessario fare qualche passo indietro, ridurre qualche meno straordinario, il nodo più stretto di una ciclica più pericoloso in questo momento che è quello numero, rinunciare a qualche incasso immediato catena, venuto al pettine dopo decenni di anarchia della sfiducia, del non crederci più, dell’accontentarsi per il futuro dell’intero comparto. Più che un elenco progettuale e politica rispetto alla cultura. In attesa dei piccoli numeri o della logica del meno peggio. di provvedimenti urgenti, sui quali le associazioni di risposte e di analisi più approfondite, appare Allora provvedimenti mirati, urgenti, più semplici stanno già lavorando, propongo tre frasi in grado di chiaro che il settore deve essere da una parte salvato da individuare, dovrebbero essere inseriti in un contenere sia un indirizzo per il futuro che alcuni con provvedimenti urgenti e non più procrastinabili, pensiero più ampio, condiviso da tutti i settori della interventi di minore calibro ma comunque utili per legati alla fotografia di questo preciso momento; filiera: produzione, distribuzione, esercizio. Oggi l’intera filiera. dall’altra anche gli interventi più urgenti (come più che mai i tre settori dovrebbero comprendere spesso recitano i nostri provvedimenti legislativi) che la sopravvivenza o la supremazia di uno solo 1 2

RIPARTIAMO CHE IL PASSATO DALLE REGOLE SIA VERAMENTE CON NOI

Sembra ormai una frase fatta e quindi priva di si- Mentre si rievoca il passato illustre del nostro gnificato, ma dopo un ventennio di assenza totale cinema che nessuno vuole mettere in discussione la regola dovrebbe diventare la parola d’ordine nel ma che alle volte può finire con lo schiacciare qual- prossimo futuro. Regole per la produzione e il fi- siasi tentativo di innovazione e di ricerca, la sensa- nanziamento, soprattutto in rapporto alle emittenti, zione è che in realtà si sia fatta tabula rasa del tutte, vincolate agli investimenti da una normativa nostro patrimonio. Scomparsa la storia del cinema ora troppo sfuggente, da indici di valutazione eco- offerta fino a qualche decennio fa dalla televisione, nomica del prodotto poco uniformi e non condivisi il nuovo spettatore, pur cresciuto a pane e immagini da tutta l’industria. Urge regolare il luogo per ec- di qualunque tipo, fatica a riconoscere non solo il cellenza delle non regole, la rete, dove oramai si cinema di qualità ma i classici del passato; Chaplin, trova, gratis, di tutto, anche quei film di scarso im- Ford, lo stesso Fellini sono nomi svuotati del loro patto sul mercato. Alcune regole si dovrebbero corredo filmico per molti ragazzi, che pur consumano quasi inventare, con grande ingegno e fantasia, ore di immagini ogni giorno. È tempo che il cinema per arginare i vari conflitti di interesse e la concen- torni nel patrimonio collettivo, che torni nei palinsesti trazione verticale del mercato. Distribuzione ed televisivi ed entri nelle scuole, che la storia del esercizio potrebbero accogliere alcune regole col- cinema depositata nelle cineteche diventi viva e laudate in altri paesi, ad esempio quella in vigore fruibile dal grande pubblico. Solo così, per il cinema nella sempre ammirata Francia che limita e definisce del presente, ci saranno spettatori possibili e non il numero massimo di copie di un film nello stesso occasionali consumatori sempre più difficili da in- multiplex. In generale, complici la crisi e l’abbassa- tercettare. Piccoli passi si potrebbero già sperimentare mento della media per ogni schermo di questo con una circuitazione più strutturata sulla profondità, caldo autunno, se si riducessero un po’ le copie in sul territorio, con agevolazioni e incentivi per quelle uscita ogni weekend forse riusciremmo a far respirare sale che sono riuscite a fidelizzare un pubblico at- meglio tutti i film, non solo quelli di qualità, e pro- traverso rassegne e cineforum. lungarne la vita oltre la prima settimana di pro- grammazione. L’elenco potrebbe continuare, ma intanto impariamo questa nuova parola: “regole”.

78 RUBRICA // Punti di vista 3

LA CRISI PUÒ ESSERE UN’OPPORTUNITÀ

Come spesso accade, i momenti di riduzione delle risorse e di difficoltà finanziaria fanno emergere, oltre che le criticità di un sistema, anche le oppor- tunità connesse alla necessità di ridurre gli investi- menti. Se per la produzione c’è già stata una forte contrazione dell’impatto finanziario anche grazie alle nuove tecnologie digitali, gli altri settori ancora seguono regole e cifre che peraltro non sembrano più in linea con un mercato sempre più frammentato e con un pubblico esigente, che sembra non accor- gersi più degli imponenti, ma forse troppo tradi- zionali, piani di lancio messi a punto dai reparti marketing. È il momento di giudicare, per poi ana- lizzare e studiare, i numeri non più in termini assoluti (l’incasso e quindi il successo o l’insuccesso di un film, come capita di leggere spesso sulla stampa “catastrofica” e polemica sul cinema italiano) ma relativi: esaminare l’incidenza dell’uscita rispetto alle successive fasi di sfruttamento di un film, veri- ficare la sostenibilità di un piano di lancio commi- surato ai risultati e ai costi di produzione. Alcuni casi di questo autunno (il modello Teodora, per in- tenderci) dovrebbero aprire la strada a formule più agili, eque e sostenibili, small e slow, per prendere a prestito parole e formule anticrisi di altri settori dell’industria nostrana.

In tutto questo non di soli numeri si dovrebbe passato, anzi ricordare il passato per valorizzare il parlare e anche gli autori dovrebbero in questo presente, alimentando il dibattito, la coscienza e la momento prendere parte al dibattito: la crisi deve cultura, quella alta dell’arte e quella bassa del essere un’opportunità anche per la ricerca dei con- glamour e dello star system, proprio come nell’in- tenuti, perché il pubblico va sempre stimolato con vidiata Francia dove il cinema è diventato parte in- nuovi prototipi e percorsi narrativi. Senza però di- tegrante della vita pubblica e politica, orgoglio na- menticare i “fondamentali” che ci vengono dal zionale da esportazione.

79 BIOGRAFIE

opo la laurea in Storia del cinema con una tesi sui musical della Warner degli Anni '30 (re- latore Gian Piero Brunetta), si trasferisce a Roma dove frequenta il corso di Produzione al Centro Sperimentale. Lì conosce Nicola Giuliano e Carlotta Calori, assieme ai quali fonda Dnel 1994 la Indigo Film. Per qualche anno ognuno dei tre soci segue un percorso personale, finchè nel 2001 la Indigo produce il suo primo lungo, L'uomo in più, esordio alla regia di Paolo Sorrentino. Da allora, la Indigo produce tutti i successivi film di Sorrentino ma anche altri titoli im- portanti del cinema italiano contempraneo come La ragazza del lago, La guerra di Mario, La kryptonite nella Borsa, oltre a documentari diretti - tra gli altri - da Leonardo Di Costanzo, Pietro Marcello e Daniele Vicari. Insegna Produzione al Centro Sperimentale.

Il suo articolo è a pag.77 FRANCESCA CIMA

ritico e storico del cinema, membro della Romanian Filmakers Union e della FIPRESCI. Scrive per numerose riviste culturali (Cultura, Dilema Veche, Observator Cultural) e collabora rego- larmente con la radio e la tv romene. Dal 1990 lavora per Adevarul, il principale quotidiano Cnazionale, come capo della sezione Cinema. Ha scritto libri su Sophia Loren, Lucian Pintilie (pubblicato anche in Italia col titolo Guardare in faccia il male), Malvina Ursianu, François Truffaut. Ha vinto per cinque volte il Romanian Filmakers Union’s Prize per la critica e l’editoria di settore. Ama la letteratura orientale, i viaggi e i gatti, sia in carne ed ossa che in foto.

Il suo articolo è a pag. 63

MAGDA MIHAILESCU

ato a Roma nel 1966. Critico cinematografico (Close-Up, FilmMaker’s Magazine, Bianco e Nero, XL di Repubblica), autore di monografie (Pasolini, Kieslowski, Scorsese), selezionatore di Fe- stival (Nuovo Cinema di Pesaro, Mostra del Cinema di Venezia, Roma Fiction Fest), ha scritto, Ndiretto e condotto trasmissioni per RaiSat Cinema World ed è autore per RaiMovie. Ha esordito alla regia cinematografica nel 2004 con Movimenti; tra gli altri film, l’episodio finale di Feisbum (2009), Angelo Azzurro Reloaded. Ha insegnato in diverse università a Roma e a Milano.

Il suo articolo è a pag. 70

SERAFINO MURRI

rofessore ordinario di Economia della cultura presso l'Università IULM di Milano, dove è anche prorettore all'internazionalizzazione. È direttore della candidatura di Siena a Capitale Europea della Cultura 2019 e Presidente dell’Osservatorio Culturale Regionale delle Marche. Nei suoi Pinteressi culturali rientrano anche l'arte partecipativa, i manga giapponesi, i tv drama giappo- nesi e coreani, il tango e la techno minimale e dub.

Il suo articolo è a pag. 74

PIER LUIGI SACCO

80 Sul prossimo numero, in uscita a febbraio 2013:

• Servono ancora a qualcosa i festival del cinema? • Nuove creatività digitali: le web series italiane • Focus: cinema e pubblico in Svezia "L'Italia? Il popolo più analfabeta, la borghesia più ignorante d'Europa." (Orson Welles in La ricotta, 1963, di Pier Paolo Pasolini)