Kylian, Il Dolore a Passo Di Danza Blico L'esigenza Di Un Profondo Coinvolgi- Mento Negli Eventi Di Tamino E Pamina, Papageno E Papagena
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Colore: Composite ----- Stampata: 15/06/01 21.49 ----- Pagina: UNITA - NAZIONALE - 19 - 16/06/01 sabato 16 giugno 2001 in scena 19 GINO PAOLI A LA SPEZIA Stasera alle 21 concerto «speciale» PRÊTRE IN TRIONFO PER UNA «TURANDOT» INUTILE e a ingresso gratuito di Gino Paoli Rubens Tedeschi con la Orchestra D.I.M.I. e la Nella zoppicante stagione verdiana, la Scala ha tormentato corso della composizione, la principessa possa far meglio. Quel che si sa è che il restauro, la piccola schiava il fascino di una illimitata soavi- partecipazione di Niccolò Fabi: inciampato nel postumo Puccini. Doveva essere crudele che manda il boia ai pretendenti incapaci atteso a Milano, andrà in scena ad Amsterdam con tà. Tra le due donne, Nicola Martinucci riprende succede a La Spezia nella centrale una «Turandot» particolare, con Sinopoli sul po- di risolvere tre indovinelli, perde il ruolo di protago- Chailly. Sul podio scaligero, Georges Prêtre, genoro- con slancio il ruolo di Calaf che fu suo dal 1983 in di Enel Produzione, dove il dio, il giovane Johan Botha nei panni del principe nista: nel primo atto fa soltanto una muta compar- samente prestatosi a sostituire Sinopoli, riprende il poi; Andrea Papi dà giusto rilievo alla dolente figu- concerto inaugura il programma Calaf e il finale incompiuto ricostruito da Luciano sa; nel secondo è sconfitta dall’abilità enigmistica finale di Alfano. ra di Timur e il trio Lepore-Bertocchi-Bolognesi Luci, Parole e Musica 2001. Le Berio. La fatalità, associata a qualche imprevisto, di Calaf; nel terzo, la piccola Liù, suicida per amore Ha offerto, in compenso, la “sua” interpretazione realizza, con involontaria attualità, la caricatura centrali sono soprattutto luoghi ha rimescolato le carte. L’improvvisa fine di Sinopo- del bel principe, le ruba la scena. Personaggio tipica- della «Turandot», accendendo smaglianti contrasti di ministri berlusconiani in Cina. dove si produce energia, ma li ha eliminato un direttore molto atteso, mentre il mente pucciniano, Liù toglie spazio al ferino dan- attorno alla crudeltà della Cina favolosa e, al con- Dell’allestimento del giapponese Keita Asari non possono anche diventare scenario tenore è stato colpito dai guai di stagione. nunzianesimo di Turandot, rendendo improbabile trario, soffermandosi con tenerezza sulla melanco- occorre dir molto: tra le montagne stilizzate di colo- suggestivo di incontro, di festa, di Il mancato restauro di Berio aggiunge invece un la conversione della frigida belva in trepida aman- nia dell’amore votato alla morte. re azzurro, l’inciso di arti marziali e gli ingombran- espressione e fruizione artistica. mistero alle incertezze di Puccini che, per un paio te. Nonostante qualche scompenso tra palcoscenico e ti mascheroni, si addensano, in una scena affollata, Luci, Parole e Musica in d’anni, si tormentò attorno al gran duetto del Nel 1824, la morte tolse Puccini dall’imbarazzo e, orchestra, il contrasto è accentuato dall’imperiosa tutti i luoghi comuni di una vecchia regia. Inutile particolare, è il programma con cui “disgelo” annotando temi e passaggi poco convin- al posto suo, il modesto Franco Alfano ricucì gli aggressività di Alessandra Marc (che, mangiandosi come questa «Turandot», di cui è memorabile sol- Enel Produzione ospita all'interno centi. appunti con devota diligenza. Non poteva fare di le parole rende ancora più incomprensibili gli enig- tanto il trionfo personale (non senza una punta dei propri impianti eventi musicali all’opera Il blocco della fantasia non era senza motivo: nel più, e resta da chiedersi se Berio, 75 anni dopo, mi), mentre Cristina Gallardo-Domas elargisce al- polemica) di Prêtre. musica in centrale di forte impatto emotivo. Il Flauto è magico, lo spettacolo anche Emozionante messinscena del capolavoro mozartiano firmata da Pizzi e Gelmetti Erasmo Valente ROMA Miracolo al Teatro dell'Opera. Il miracolo d'un Flauto magico - vertiginosa summa del genio mozartiano - che, per la prima volta, qui, dopo le non numerose rappresentazioni tra gli anni Trenta e Set- tanta, lascia il pubblico - c'era sempre sta- to un senso di delusione- in una interna, emozionata felicità. È il miracolo dei due- centodieci anni della scomparsa di Mozart (1756 - 1791) e della comparsa del Flauto magico, nella cui immortalità Mozart, mo- rendo, si è trasferito. Ma è, chissà, anche il miracolo della forte presenza del "9" che, in Mozart, ha una straordinaria afferma- zione. Ci capita spesso di indugiare sul "9" da quando abbiamo accostato i 153 brani pianistici del Mikrokosmos˘ di Bartòk ai 153 grossi pesci che riempirono la rete di Simon Pietro, come racconta San Giovan- ni - e lui soltanto - nel suo Vangelo. È il "9" che unisce in un misterioso rapporto le cose più diverse. Prendiamo, ad esem- pio, l'Ulysses di Joyce: è articolato in 18 capitoli nei quali corrono le diciotto ore orchestra, coro, cantanti che Gelmetti co- Monostatos (Steven Cole e di tutti gli altri dia di un fraintendimento, né solo una denuncia dei rapporti op- (dalle otto del mattino alle due di notte) me un ispirato dèmone tira giù dal cielo e - non tedeschi e prevalentemente italiani - superprime pressivi instaurati dal maschio nei confronti della donna. La ferocia del 16.6.1904 - ancora un "9" - che è il risospinge in alto tra gli incantati rintoc- calati in un tedesco leggero (si canta e si con cui Pentesilea distrugge Achille e sé stessa, la assolutezza della giorno in cui si svolge il racconto. chi del Glockenspiel, in una inedita luce parla) reso comprensibile da sopratitoli sua passione e del suo orgoglio, il suo disperato possedere e strazia- Bene, il "9" ha una formidabile presen- fonica. esemplarmente ben collocati e ben scritti. re il cadavere dell'amato non possono essere ricondotti a dimensio- za nel delineare in Mozart l'iter dell'opera Splendidi i cantanti. Diciamo di Giu- Tant'è, il pubblico - come si è detto - ni razionali. Quando Pentesilea si rende conto di ciò che ha fatto, tedesca. Il "9" del 1773 ha le musiche per il seppe Filianoti (Tamino) ed Eva Mei (Pa- partecipa e fa suoi i riti e le prove imposte Chi è «Penthesilea»? afferma che baci e morsi sono simili (in tedesco le due parole fanno Thamos Koenig in Aegypten; il "9" del 1782 mina), Anna Maria Dell'Oste (Papagena) ai poveri mortali, da che mondo e mondo rima), rivendicando il trasporto di odio e di eros cui ha ceduto, ha l'opera in tedesco,˘ Il ratto dal Serraglio e Detlef Roth (Brillantissimo Papageno): - per vincere la vita, senza perdere né sem- rifiutando ogni freno razionale, davvero «metà Furia e metà Gra- e quello del 1791 reca proprio la sublima- Diciamo ancora delle tre Dame, della Regi- plicità né sapienza. Eccezionale il succes- Fa a pezzi Achille zia», come Achille l'aveva definita. Ormai non le resta che morire, e zione della deutsche Oper, con il Flauto na della Notte (Desiré Rancatore), di Sora- so. Repliche oggi, domani e poi il 19, 20, per uccidersi non ha bisogno di armi: da se stessa trae e forgia con la magico. Un capolavoro che nasce dal felice stro (Carsten Stabell), dei tre bambini, di 22, 23 e 24. Potevano essere molte di più. disperazione e il rimorso il metaforico pugnale con cui si trafigge. incontro di Mozart˘ con un personaggio ma in fondo lo ama La gelida quiete che circonda le ultime parole di Pentesilea piuttosto dimenticato: Emanuel Schikane- appartiene ai momenti più alti della musica di Schoeck. Nel suo der (1751-1812) che merita di essere ricor- atto unico che dura circa un'ora e venti minuti egli appare piena- dato nei 250 anni della nascita. Dramma- Paolo Petazzi mente consapevole della eccezionalità del testo lacerato e visionario turgo, librettista, attore, cantante e impre- di Kleist, ne segue con concisione l'incalzare furioso, ricorrendo ad sario, fu lui a coinvolgere Mozart nel Flau- una vocalità che costringe le voci scure dei protagonisti ad emissio- to magico rappresentato nel Teatro auf der La prima rappresentazione in Italia della Penthesilea di Othmar ni isteriche, condotte a feroce tensione; ma facendo uso anche della Wieden (poi an der Wien) nel settembre Schoeck è stata accolta con successo al Teatro Comunale di Firenze declamazione intonata e del parlato. I colori dell'orchestra sono fra 1791. Il librettista stesso interpretò la figu- da un pubblico convinto e partecipe, anche se un poco diradato gli aspetti più originali della partirura: riducendo i violini solo a ra di Papageno. Schikaneder offrì, senza dalla sfortunata coincidenza con la finale di Coppa Italia. Merito quattro, e introducendo due pianoforti al posto delle arpe, moltipli- successo, un libretto anche a Beethoven degli artefici dello spettacolo e dell'interesse di una proposta che cando i clarinetti e gli archi del registro medio e grave egli ottiene del quale però rappresentò, nello stesso sottrae all'oblio un'opera rara quanto ardua e impegnativa. Davve- effetti talvolta prosciugati, tinte ora grige, ora acide e luminose. Il teatro, la prima edizione del Fidelio nel ro singolare è Penthesilea, composta nel 1924-25, anche all'interno lirismo del pathos melodico trova un certo spazio quasi solo nel 1805. Goethe si era proposto di dare un della produzione di un autore appartato come lo svizzero Schoeck duetto d'amore al centro dell'opera. La sfida con la violenza visiona- seguito al Flauto magico, entusiasmato dal- (1886-1957), di cui sono noti (non in Italia) soprattutto i Lieder. ria del linguaggio di Kleist è impari, e Schoeck non conosce le la musica e convinto dei molti pregi del La singolarità dipende in primo luogo dalla scelta del testo, la soluzioni radicali ed estreme dell'Espressionismo. Non sarebbe leale libretto. Desiderò sempre che potesse ave- tragedia visionaria e terribile di Heinrich von Kleist, che fu scritta confrontarla con esiti assoluti come Erwartung (1909) di Schö re da Mozart una musica per il suo Faust.