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l’immagine Perpignan, professione reporter La MICHELE SMARGIASSI Domenica cultura Soldi, donne, politica: processo a Dante DOMENICA 17 AGOSTO 2008 di Repubblica SIEGMUND GINZBERG Città futura Ieri Parigi, poi New York, oggi Dubai La “metropoli che verrà” sposta di continuo i suoi confini Ecco come FOTO SCIENCE PHOTO LIBRARY / GRAZIA NERI ETTORE LIVINI GABRIELE ROMAGNOLI spettacoli DUBAI La Swinging London di Battisti e Mogol a città del futuro c’è già. Una foresta di vetro, ac- a città del futuro è come la città ideale: tutti ne CARLO MORETTI ciaio e cemento con le fondamenta ben pian- parlano, ma nessuno la crea. La “città del sole” tate nella sabbia e nell’acqua. Immaginata dal di cui parlava il filosofo Tommaso Campanella figlio di una gloriosa famiglia di beduini arabi ha avuto molteplici tentativi di realizzazione, i sapori Lmezzo secolo fa. Cresciuta a tempo di record, strappando Lalmeno in piccolissima scala (Christiania in Danimarca, dune al deserto, acqua al Golfo Persico, azzurro al cielo. E Arcosanti in Arizona, per esempio), quella dell’avvenire è Salsa di pomodoro, il miracolo rosso diventata oggi con le sue opere faraoniche, le sue torri di Ba- un concetto che si sposta come l’avvenire stesso. Ogni vol- LICIA GRANELLO e MARINO NIOLA bele da vertigine e con il nome di Dubai il palcoscenico del ta che il modello appare identificato, corre in avanti. E cam- più ardito esperimento di urbanistica, architettura e mul- bia continente. Quando dominava l’Europa era nel diveni- ticulturalismo del terzo millennio. All’inizio, quasi cin- re di Parigi, quando il testimone è passato all’America si è le tendenze quant’anni fa, c’erano solo Rashid Bin Saeed Al Maktoum chiamata New York, Chicago, perfino Las Vegas. Ora è la — erede dell’omonima famiglia regnante sul piccolo emi- stagione dell’Asia: tocca a Shanghai, Dubai, ma forse la Safari, uno stile da giungle d’asfalto rato — e un villaggio di pescatori di perle. bussola dovrebbe puntare altrove. JACARANDA CARACCIOLO FALCK e STEFANO MALATESTA (segue nelle pagine successive) (segue nelle pagine successive) Repubblica Nazionale 36 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 17 AGOSTO 2008 la copertina Dubai – a differenza di quel che molti pensano – non poggia sui proventi Città futura del petrolio ma sul sogno dello sceicco Rashid Bin Saeed Al Maktoum, che mezzo secolo fa immaginò la sua città ideale come un mosaico di commerci, finanza, turismo e la creò dal nulla forzando all’estremo le frontiere dell’architettura e dell’urbanistica Metropolis nel deserto ETTORE LIVINI a ripetersi ogni giorno. Le barac- nato nella sua corazza di gru e im- tate un must del business immo- che dei pescatori sono un ricordo palcature — destinato a diventa- biliare da vip. Come la Palm Ju- (segue dalla copertina) da museo. Solo nel 2007 nell’e- re l’edificio più vicino al cielo con meriah, l’arcipelago a forma di mirato sono state effettuate tran- gli oltre ottocento metri. In palma costruito sul mare — gran- n villaggio di pe- sazioni immobiliari per 127 mi- ostentazione e lusso, come per il de come ottocento campi di cal- scatori di perle con liardi di dollari, il doppio dei sol- Burj Al Arab, l’albergo a forma di cio — che ha aggiunto 520 chilo- la sua flottiglia di di necessari secondo la Banca vela costato 650 milioni e diven- metri di coste al patrimonio geo- fragili dhow, ac- Mondiale per ricostruire l’Iraq tato il simbolo dell’emirato, dove grafico del paese. Uno dei pochi campato sulle rive dopo la Guerra del Golfo. Il vec- la suite può costare fino a 28mila artefatti umani visibili dal satelli- di un rigagnolo che chio molo dove una volta dondo- dollari a notte. Nemmeno gli ele- te, coperto di ville esclusive i cui Utagliava come una vena l’ultimo lavano pigre le nasse è oggi di- menti sono un ostacolo alla vo- prezzi sono cresciuti del seicento lembo di deserto prima del mare. ventato Jebel Ali, il quarto porto glia di stupire di chi sta pianifi- per cento dal 2002. Poche case, le reti stese al sole e il più trafficato del mondo, cernie- cando la metropoli del deserto. Un cocktail architettonico che piccolo pontile dove ogni tanto ra vitale del traffico merci tra est Centinaia di navi aspiratrici ri- sintetizza la globalizzazione e i — era un avvenimento — attrac- e ovest. Il posto dello sceicco Ra- succhiano giorno e notte sabbia miti della civiltà dell’immagine. cavano le navi dei commercianti shid è stato preso alla sua morte, dal fondo del Golfo Persico, l’az- Un po’ Manhattan e un po’ Di- sulle rotte tra Oriente e Occiden- nel 1990, dal figlio Mohammed zurro del mare è tagliato dalle sneyland, un buen retiro per pa- te. che nel frattempo ha messo da centinaia di scie ocra di peroni in fuga dall’umidità e in Erano anni in cui il petrolio parte un tesoretto personale questi mostri con l’elica. cerca di un esclusivo villaggio- non era ancora diventato oro ne- di 14 miliardi di dollari. Che poi sputano il loro vacanze dove prendere residen- ro e il Golfo era periferia estrema Le fondamenta della città prezioso carico lungo za, ma anche un paese che aspira del mondo. Eppure nel 1959 il vi- del futuro, contrariamente le coste della città a diventare il nuovo cuore della sionario sceicco, tra lo scettici- ai luoghi comuni, non creando dal nulla i finanza mondiale bagnando il smo dei suoi sudditi pescatori, ha affondano nei proventi del nuovi moli del naso a Wall Street e alla City. Mis- iniziato a pianificare la sua città petrolio. Il Dubai non è il porto e le in- sione in parte già riuscita visto ideale. Ha chiesto un po’ di soldi Kuwait e nemmeno Abu credibili isole che tutte le principali merchant in prestito al vicino Kuwait. Ha Dhabi. Certo, anche nel artificiali bank anglosassoni — a caccia di comprato gru, ruspe e camion. suo sottosuolo dal 1966 già diven- petrodollari — hanno messo su Ha iniziato a dragare il canale, si estrae del greggio. E casa da queste parti, mentre la rafforzandone gli argini e sca- questi soldi non guasta- Halliburton — colosso petrolife- vando il fondo per renderlo navi- no. Ma oggi solo il sei ro e di forniture militari da sem- gabile alle navi. Ha costruito nel per cento del Pil (cre- pre vicino all’amministrazione nulla (e dove nulla arrivava) ma- sciuto a tassi del più Bush — ha addirittura trasferito gazzini e grandi moli. Con un so- venti per cento da inizio qui il suo quartier generale. E del gno preciso: attirare al villaggio millennio) deriva dal- milione e duecentomila abitanti come un magnete il commercio e l’estrazione dell’oro ne- della città, ben l’ottanta per cen- la ricchezza. Certo che con loro ro. Il resto sono servizi to sono espatriati che si sono tra- sarebbero arrivati i soldi per co- portuali, finanza e turi- sferiti qui per lavorare sulle coste struire le case, le scuole e gli smo esattamente come del Golfo. ospedali che sarebbero serviti sognava lo sceicco Ra- La città ideale immaginata da- anche ai suoi concittadini. shid. gli Al Maktoum è governata da un Il sogno oggi è realtà. E la stra- Su queste basi è cre- refraindi fondo: il “vorrei ma non tegia di Rashid Bin Saeed è anco- sciuta in modo un po’ posso” non esiste. I soldi rea- ra la stella polare che guida la tu- magmatico una sorta di lizzano qualsiasi sogno, multuosa crescita della città nata urbanistica dell’impos- anche il più assurdo. Fino dal nulla. Il circolo virtuoso (per sibile. Il limite non esi- a generare bizzarri ora) funziona. Ricchezza chiama ste. In altezza, come per esempi di biotecnolo- ricchezza. Dollari chiamano dol- l’avveniristico Burj Du- gia urbanistica. Come lari. E il miracolo Dubai continua bai — ancora imprigio- le piste da sci tracciate Repubblica Nazionale DOMENICA 17 AGOSTO 2008 LA DOMENICA DI REPUBBLICA 37 EMIRATO DEL DUBAI Stato: Emirati Arabi Uniti Popolazione: 1.370.714 abitanti Età media popolazione: 27 anni Capitale: Dubai City Superficie: 3.885 km² Densità: 352,8 abitanti per km² Lingua: arabo (ufficiale), inglese (commerciale) Strana, nuova, alta... l’avvenire rompe le regole GABRIELE ROMAGNOLI (segue dalla copertina) l problema è che per individuare questo luogo-miraggio si sono spesso seguiti tre criteri architettonici di- scutibili: “famola strana”, “famola nuova”, famola alta”. Futuropoli deve necessariamente essere qualcosa Idi mai visto prima, con edifici dalle forme inedite, strade che si intrecciano su differenti livelli, artifici che creino quel che non era dato in natura. Per questo ora si guarda a Dubai, con le sue torri improbabili, le sue car- reggiate a misura di suv, le isole che non c’erano. Ma Dubai ha un limite: è invivibile nel lungo periodo e una città bisogna pur abitarla perché esista. Se non inventano anche un termostato, oltre alle montagne in scatola, come potrà assumere un aspetto urbano? Non è una società, piuttosto un gioco di. Per essere una novità lo è sicuramente, nasce dal nulla, sorge nel deserto e questa è un’altra prerogativa di Fu- turopoli. Anche Las Vegas è sbocciata in un ambiente simile, poco importa se è nata dal sogno di un gangster anziché da quello di uno sceicco. Il deserto determina molti svantaggi, ma nessun limite. Las Vegas può conti- nuare a moltiplicarsi, è un cruciverba insolubile perché tende all’infinito in un moltiplicarsi di edifici verticali sempre più arditi su un piano dalle illimitate traiettorie orizzontali. Ogni volta che sali sulla terrazza dell’hotel Rio scopri che le luci si sono spinte più lontano, verso l’orizzonte, mangiandosi buio e sabbia.