Terra Mia Castellamonte

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Terra Mia Castellamonte 1 Finito di stampare nel mese di Novembre 2014 presso la Tipografia Baima - Ronchetti & C. s.n.c. - Castellamonte (To) Il quaderno è distribuito gratuitamente ai soci. Gli articoli pubblicati nel presente quaderno sono di esclusiva responsabilità e proprietà degli autori. Foto di copertina e 4a di copertina: Momenti della mostra della ceramica (foto Nico Mantelli) 2 I Quaderni di Terra Mia 12 3 Organigramma dell’Associazione Terra Mia Presidente Emilio Champagne Vice Presidente pierangelo pIana Segretaria Tesoriere Francesca maRChello Aldo TONELLO Consiglieri giovanni Battista CollI – ezio gaRella – eliana gIanola - elena leone – liliana nICCo paolo TaRella – Carla TaRIZZo – andrea TIneTTI – Valentino TRUFFa – ezio ZUCCa pol In occasione della Festa del tesseramento e della presentazione del Quaderno n. 12 è stato illustrato ai Soci il testo del nuovo Statuto dell’Associazione che sostituirà quello precedente del 16 novembre 2001. Il nuovo Statuto è stato redatto per adeguarlo alle disposizioni legislative emanate nel corso degli anni per le Associazioni come la nostra e per renderlo formalmente in regola sotto ogni aspetto. Lo Statuto dovrà nel mese di gennaio 2015 essere approvato dall’Assemblea Straordinaria dei Soci che provvederanno anche alla nomina del nuovo Consiglio Direttivo e, per la prima volta, anche alla nomina dei Revisori dei conti. 4 PRESENTAZIONE Cari Soci, anche quest’anno ci presentiamo a Voi con il tradizionale QUADERNO, sintetico resoconto della nostre iniziative culturali e delle nostre attività sul territorio ed insieme strumento di divulgazione per i sempre più numerosi collaboratori sparsi per tutto il Canavese. Nell’anno che sta per chiudersi abbiamo raccolto i frutti di alcuni progetti avviati in precedenza: la riedizio- ne dell’antico libro Vita nelle campagne piemontesi di Antonio Gallenga, risale al settembre 2013; l’attività di promozione del volume edito a cura della nostra Associazione, con una decina di serate in tutto il Canavese, si è sviluppata nel corso di tutto il 2014; possiamo ora affermare che si è chiusa positivamente sia dal punto di vista economico, che soprattutto da quello culturale. Abbiamo riscontrato un notevole interesse verso il personaggio Antonio Gallenga, che si è concretizzato in contatti e richieste di volumi, giunti da tutto il Piemonte e non solo e questo ci fa meditare sull’opportunità di rilanciare in futuro analoghe iniziative. Altro progetto che abbiamo pensato di avviare nel 2013 è stato quello della Digitalizzazione dell’archivio parrocchiale di Castellamonte poi estesa anche alle parrocchie di Campo e Muriaglio. Questa iniziativa è nata dalla considerazione che, visto il buon andamento economico gestionale, vi era la possibilità di finanziare un progetto che fosse utile alla collettività e in linea con i principi definiti dal nostro Statuto. Il progetto è stato recentemente portato a termine e il 17 ottobre 2014 i risultati della digitalizzazione sono stati consegnati a don Angelo Bianchi. Consideriamo questa iniziativa, innovativa per quanto riguarda il Canavese, l’inizio di un progetto più ampio e ambizioso, che crediamo possa avere ulteriori e positivi sviluppi per la nostra Associazione. Per quanto riguarda l’organizzazione della stessa, il Direttivo, dopo aver esaminato le norme attualmente vigenti che regolano il settore, è giunto alla conclusione che è necessario procedere ad alcune modifiche e inte- grazioni del nostro ordinamento, per renderlo al passo con i tempi. Ciò comporterà la necessità di alcuni imprescindibili passaggi burocratici, come l’approvazione del nuovo Statuto tramite la convocazione di un’Assemblea degli associati. Ad inizio 2015 si svolgeranno anche le elezioni delle cariche sociali e per rendere più agevoli e funzionali questi momenti pur necessari di vita democratica, si è pensato di svilupparli in un’unica Assemblea, che verrà convocata nei tempi e nei modi previsti. Un caloroso ringraziamento ai membri del Direttivo per il lavoro svolto, ai nostri sponsor per l’importante sostegno profuso e a tutti gli associati e collaboratori per la preziosa e costante e partecipazione. Castellamonte, novembre 2014 Il Presidente Emilio Champagne 5 Ricordiamolo Giacomo Antonietto: l’impagliatore di Filia di Enzo SAPIA Tra i soci di TERRA MIA fino a pochi mesi fa figu- specialisti del settore, i quali attribuirono ai manufatti rava Giacomo Antonietto che, con la sua scomparsa il nome di Asce del Bric Filia e furono fatte risalire avvenuta nel maggio scorso, ha lasciato un altro vuoto al periodo del Neolitico.” Vincolate dalla Sovrinten- storico nell’associazione che aveva contribuito a fon- denza dei Beni Archeologici, Antonietto le conservò dare. Tutto ebbe inizio con il ritrovamento nei primi in casa per un po’ di anni e quindi, per non ritenersi anni ’70, da parte di Antonietto, di due asce di pietra più responsabile della loro custodia, li donò al Museo verde, durante i lavori di scasso in un suo appezzamen- Archeologico del Canavese, diretto dal dott. Marco to di terreno ubicato in Filia bassa, frazione collinare Cima, con sede presso la Manifattura di Cuorgnè, appena sopra Castellamonte. ‘’Questi reperti – testi- dove gli interessanti oggetti sono visibili al pubblico. moniano le figlie Rosanna e Carla - furono subito La scoperta di queste asce diede in seguito spunto ad fatti vedere al prof. Cassina, insegnante di scienze, il Antonietto e ad altri castellamontesi, tra cui Giaco- quale si rese immediatamente conto dell’importanza mo Mascheroni, Emilio Champagne, Carlo Dellaro- della scoperta, che ben presto attirò l’attenzione degli le, Renzo Mabrito, Domenico Mantelli, Ivan Miola, Francesco Pagliero, Pierangelo Piana, Don Vincenzo Salvetti, Andrea Tinetti e Valentino Truffa Giachet, di Giacomo Antonietto davanti ad alcune delle sue numerose realizzazioni. fondare TERRA MIA. L’ associazione nacque con il compito di salvaguardare e far conoscere il territorio, attraverso la promozione di iniziative di ricerca, con- servazione, studio e valorizzazione del patrimonio ar- cheologico, storico, culturale, ambientale, linguistico e delle risorse naturali del Canavese in particolare, ma non solo. Fu poi quasi naturale per i soci fondatori uti- lizzare come logo del nuovo sodalizio le due asce del neolitico ritrovate a Filia. Fatto questo breve excursus sul ruolo e sul contributo che ha fornito Antonietto in TERRA MIA, ci preme focalizzare l’attenzione sul suo percorso di vita e su un’ interessante attività per la quale egli era molto conosciuto e apprezzato: l’impagliatore di animali. Nato a Castellamonte il 24 gennaio 1931 dallo spinetese Antonio e dalla friulana Rosina Muzzolin, Giacomo crebbe come tanti bam- bini e ragazzi di quel periodo, attraversando anche gli eventi bellici della seconda guerra mondiale, fino al momento dell’entrata nel mondo del lavoro che per lui iniziò presso le linee di montaggio della Fiat Mi- rafiori, dove faceva i turni che si protrassero per ol- tre venti anni. In quel periodo, oltre che sposarsi con Osana Boriol, dalla quale ebbe le due menzionate figlie, strinse amicizia con un cacciatore come lui e 6 che gli avrebbe trasmesso una passione che ben presto sarebbe diventata una vera e propria at- tività: quella del tassidermista, più comunemente conosciuto come impagliatore di animali. La parola tassidermia deriva dal greco Tassein=ordine e Derma =pelle e indica la tecnica di pre- parazione a scopo scientifico o amatoriale di pelli di animali in modo da garantire nel tempo la loro conservazione. Per ot- tenere ciò va sostituita la quasi totalità della massa corporea degli esemplari con manichini armati, articolati e imbottiti con materiali vari, tra cui anche la paglia (da cui deriva il nome comune di impagliatore ), in Giacomo Antonietto ritira un premio dall’Associazione cacciatori. modo da dare loro l’aspetto di animali vivi, avendo cura di ogni particolare tecnico, sponsor. Alla sua morte le figlie si trovarono a dover non solo nelle forme ma anche negli atteggiamenti e gestire le vetrinette in cui erano conservati gli oltre nelle posture. Infatti su questi manichini vengono poi duecento animali impagliati della collezione priva- montate le pelli, sgrassate e trattate con opportune ta, cosi pensarono di fare una donazione alla Città sostanze concianti, degli animali precedentemente di Castellamonte. ”Ci siamo rivolte all’Amministra- spellati, cercando di ridurre al minimo le lacerazioni zione Comunale – dicono le sorelle Antonietto - per e i tagli. Antonietto in breve tempo diventò molto esternare la disponibilità della famiglia al lascito, ma bravo come impagliatore, cosicché le richieste per le la nostra intenzione non ottenne i risultati sperati e sue prestazioni aumentarono e quindi il tempo libero quindi ci siamo rivolte prima al Museo Archeologico da impegnare alla nuova professione non fu più suffi- del Canavese e da qui ci hanno indirizzate a prendere ciente. contatto con i responsabili dell’ Ente Parchi e Riserve Prese allora la decisione di licenziarsi dalla FIAT e si del Canavese , avendo come referente la guardia par- dedicò al trattamento degli animali, soprattutto vola- co sig.ra Eleonora Bertòlo.” tili o solo teste di esemplari di dimensioni più grandi. In poco tempo la questione ha trovato soluzione e Il nuovo lavoro lo occupava molto, ma non sempre adesso, dopo diversi interventi conservativi e restau- era sufficiente per mantenere la famiglia, così face- rativi, resosi necessari perché molti esemplari si erano va convivere questa nuova professione con quella di troppo deteriorati, al punto
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