Tommaso Salini Gli Inizi a Roma Del Vaso Di Fiori*
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Franco Moro FRANCO MORO TANTI MAESTRI UN SOLO NOME: tOMMASO SALINI Gli inizi a Roma del vaso di fiori* a rigorosa semplicità Fillide (già Berlino, Kaiser Friedrich nasce dalla centralità del vaso che nel rappresentare i Vasi Museum), nelle canestre del Bacco li contiene, come se in quest’ultimo L di fiori sinora assegnati (Firenze, Galleria degli Uffizi) e risiedesse il cuore della sacralità ai cosiddetti Maestri del vaso a del Ragazzo e nei frutti sparsi del dell’immagine e da esso nascesse grottesche1 - e di quelli avvicinati Bacchino malato (entrambi a Roma, la vita; perennemente nel pieno in questi ultimi anni al nome di Galleria Borghese). della fioritura, senza alcun cenno Tommaso Salini2 - è anche frutto L’autore di questi vasi fioriti do- di deperimento, i fiori appaiono della suggestione riformista post- vette ben presto intuire la propria intoccati dalla corruzione dello tridentina e la scandita definizione strada, cogliendo l’opportunità di scorrere del tempo, eretti in tutto delle loro forme indica in modo cavalcare le più moderne novità, il loro splendore a eterno memento esplicito l'esordio della messa in ispirandosi ad esse, sviluppandole e proprio per questo sacri. scena da protagonista del fiore. prima di altri e creando un vero Queste composizioni in effetti Certo, tenendo ben saldo l’assunto e proprio inedito filone tematico. traggono non solo ispirazione ma dell’indubbia primogenitura ita- Questo potrebbe essere un ulterio- paiono vere e proprie riproduzioni liana di tale invenzione da parte di re motivo del rancore nutrito dal colorate del primo e più noto re- Michelangelo Merisi da Caravag- Caravaggio, sfociato nella famosa pertorio floreale, quel Florilegium gio, per il quale, senza riprendere disputa che, sul finire dell'agosto stampato verso il 1590 con le 24 ta- in questa sede argomenti talmente 1603, lo vede coinvolto contro il vole di Adriaen Collaert (Anversa, dibattuti e famosi, intendiamo Baglione e l’amico di questi, Tom- 1560 circa – 1618), commissionato ribadire la totale priorità non solo maso Salini6, forse motivata dalla da Don Giovanni de’ Medici, figlio pensando alla mitica vetta della fortuna che incominciavano a ri- di Cosimo I, e dedicato alla sua fa- Canestra di frutta dell’Ambrosiana scuotere i suoi vasi di fiori, opere miglia con uno stemma nel fronte- ma alla fama della perduta Caraffa che vengono a colmare l'ampia spizio attorniato da una ghirlanda di fiori con le trasparenze dell’acqua, e zona d'ombra del suo fino ad ora e due vasi colmi di fiori9. Anche del vetro, e co’ i riflessi della fenestra poco chiaro percorso. altri incisori svilupperanno questo d’una camera, sparsi li fiori di fre- La severità dell’impianto sce- tema, da Jan I Sadeler (Anversa, schissime rugiade3. Esito che possia- nico delle telette romane - o napo- 1550 - 1600) a Georg Hoefnagel mo comunque ricostruire, oltre che letane, finché si dava credito alla 1. Georg Hoefnagel, Amoris attraverso i due spontanei esempi loro assegnazione al patriarca della Monumentum Matri Charissimae, di Mazzi di fiori in una boccia di vetro famiglia Recco, a quel Giacomo 1589, New York, Metropolitan di Jan Brueghel dei Velluti (Roma, che inizia a prendere ora la corretta Museum Galleria Borghese)4, segnati dal fisionomia7 - al di là dei significati naturalismo delle prime prove del simbolici, non deve dunque stupi- Caravaggio, dalla divulgazione re, quanto è semmai la freschezza nell’ambiente romano delle tele del della sfarzosa cascata floreale della cosiddetto Maestro di Hartford5 Composizione di fiori di campo idea- e ammirando il costante interesse ta ancora nel pieno Cinquecento dimostrato dal Merisi nei molti (verso il 1570) dal pittore tedesco inserti presentati nelle opere dei Ludger Tom Ring il Giovane a primi anni romani: nelle duplici lasciarci sorpresi e curiosamente versioni del Suonatore di liuto (San esterrefatti, ponendo la questione Pietroburgo, Hermitage e collezio- sull'importanza di un dipinto come ne privata) e del Ragazzo morso dal questo all’origine delle suggestioni ramarro (Firenze, Fondazione Lon- sceniche che andiamo a trattare8. ghi e Londra, National Gallery), Infatti la distribuzione quasi sim- ma anche nel fiore tra i capelli della metrica dell’esposizione floreale 107 Tanti maestri un solo nome: Tommaso Salini (Anversa, 1542 - Vienna, 1601), botanica basato sull’osservazione che illustrano il volume degli avendo già impostato la compo- diretta delle piante che favorisce, Archetypa (Francoforte, 1591). Ma sizione sul medesimo asse di sim- seppure indirettamente, lo svilup- l’aspetto che ci pare rilevante è il metria durante l’ultimo decennio po dell’illustrazione scientifica10. viaggio che Jan e suo figlio Justus del Cinquecento (fig. 1), supporta- Roma diviene così un importante (Anversa, 1583 – Leida, 1620), ti dai numerosi repertori botanici centro di ricerca dove ugualmente autore del Florae Deae, realizzano che incominciavano a fiorire, è si amplifica la passione botanica proprio a Roma nel 1600, mentre proprio il caso di dire, e che for- per la coltivazione dei fiori oltre a partire dall’anno seguente risul- nivano ai pittori precise e scienti- alla loro riproduzione a stampa e tano possedere a Venezia una loro fiche informazioni delle varietà da in pittura attraverso rari esempi bottega, che sembra ben introdotta dipingere. Il vero impulso verso il che dapprincipio mantengono nell’ambiente artistico lagunare e tema del vaso fiorito nasce dunque implicazioni religiose, ma che in dove quest’ultimo trascorrerà il da questi stimoli e si sviluppa a breve virano anche verso curiosità resto della carriera12. Un pittore Roma durante l’ultimo decennio scientifiche, allegoriche, simboli- legato all’ambiente degli incisori è del Cinquecento, con il contributo che, decorative e esaltazioni nobi- inoltre quel Jacob II de Gheyn (An- dell’eminente studioso Andrea liari11. Sulla scorta di questo vivace versa, 1565 – L’Aia, 1629) al quale Cesalpino (Arezzo, 1519 – Roma, fermento, in città si svilupperanno sono assegnati due dipinti su rame 1603), già direttore dell’orto bota- ricchi giardini privati, nei quali è che raffigurano entrambi una Bot- nico di Pisa, chiamato in città nel possibile ammirare rarità di ogni tiglia di vetro con fiori e frutta (La 1592 da papa Clemente VIII Al- specie provenienti dai luoghi più Rochelle, Musée des Beaux-Arts)13, dobrandini per divenire archiatra lontani. particolarmente significativi per pontificio e professore di medicina Anche l’incisore Jan Sadeler, a i contemporanei esiti romani che alla Sapienza; egli introduce un causa del declino economico che andiamo ad esaminare, benché nuovo metodo di classificazione affligge la sua attività ad Anver- non sia l’unico a cimentarsi in un sa, nel 1588 decide di trasferirsi universo che, ben presto al nord, 2. Alessandro Allori, particolare del a Francoforte, dove stringe un assumerà il carattere di specializ- vaso di fiori nell’Incoronazione della rapporto lavorativo proprio con zazione anche maniacale. Vergine, 1593, Firenze, Galleria il più celebre Georg Hoefnagel, Dunque gli stimoli che perve- dell’Accademia 3. Tommaso Salini, Vaso di fiori con già artista naturalista alla corte nivano dagli artisti fiamminghi lo stemma del cardinale Fausto Poli, dell’imperatore Rodolfo II e auto- come dai lombardi, dovettero collezione privata re dei disegni allegorici e floreali risultare determinanti per l’esplo- 108 Franco Moro sione romana del nostro tema. Va andremo a esaminare, a riprova origine toscana non contraddice perciò tenuto in grande considera- di come con esse “si può trovare affatto il nome del Salini visti gli zione il passo nel quale Giovanni anche la traccia della sua attività stretti legami intrattenuti dal pit- Baglione ricorda che “Thomasso, come pittore di frutti e di tavole tore con la terra dei suoi avi19. Un overo Mao, Salini Romano si mise apparecchiate, le vere e proprie terzo esemplare, il Vaso in argento a far de’ fiori, e de’ frutti, e d’altre nature morte citate negli inventari biansato con la lotta di due putti alati cose dal naturale ben’ espresse; e distinte dai fiori”15. (Milano, collezione Scaglia; fig. 5, e fu il primo, che pingesse, et ac- Grazie a queste precise indica- tav. )20 veniva inaspettatamente comodasse i fiori con le foglie ne’ zioni, che permisero all’acume di assegnato al Maestro del vaso a vasi, con diverse inventioni molto Longhi di porre il Salini ai vertici grottesche, nonostante la coerenza capricciose, e bizzarre, le quali a del genere in Italia ben prima di stilistica con entrambi e quindi tutti recavano gusto e si brava- conoscerne le opere e lo stile16, e da restituire al medesimo autore, mente le faceva che ne ritrasse verificata l’inconsistente fonda- per quanto si esprima con una buonissimo guadagno”14. Non ba- tezza della pista napoletana, per materia densa e fluida che eviden- sta certo l’amicizia intercorsa fra i la dibattuta serie di vasi di fiori è zia il successivo passaggio a quel due a favorire questo positivo ri- stato proposto il nome di Mao17, linguaggio più sciolto ed evoluto cordo; il Baglione di fatto fornisce presentando all’esposizione di che diverrà caratteristico della un’immagine molto dettagliata e Monaco di Baviera due esemplari maturità del pittore. Si affiancano puntuale della fortunata stagione tra quelli allora assegnati a Giaco- ad essi i due inediti Mazzi di fiori che vede protagonista Mao, af- mo Recco: l’esuberante Vaso di fiori in vasi metallici istoriati con scene fermando inoltre come “diedesi a con lo stemma del cardinale Fausto di caccia (figg. 6-7, tav. ), apparsi ritrarre dal vivo, e varie cose di- Poli (fig. 3), i cui dubbi sollevati sul mercato romano21 e caratteriz- pingeva, & assai bene le imitava”: successivamente circa l’autogra- zati dall’esuberante e voluttuosa parole dalle quali riceviamo pun- fia in riferimento alla datazione freschezza dei petali di tulipano tuali conferme circa le opere che dell’emblema nobiliare vengono nella solita esposizione calibrata e fugati dalla conferma della sua volutamente teatrale che si staglia 4.