PONTIFICIA UNIVERSITÀ DELLA SANTA CROCE

Uficio Comunicazione

* * *

Rassegna Stampa

APRILE - GIUGNO 2013

© Pontiicia Università della Santa Croce Elaborazione: Uficio Comunicazione [email protected] - +39 06 68164399

* Bollettino ad uso interno *

Rassegna Stampa – APRILE/GIUGNO 2013

Scheda sintetica

Nel secondo trimestre del 2013, dopo le intense giornate della Sede Vacante e dell'elezione di Papa Francesco, l'attività comunicativa è ritornata alla normalità. La copertura informativa riservata alle Attività interne della nostra Università ha dato risalto sia al Convegno della Facoltà di Diritto Canonico su "Fede e diritto canonico" che a quello della Facoltà di Comunicazione su "La figura del padre nella serialità televisiva". Nel primo caso si è registrata la presenza stabile di un giornalista dell'Agenzia SIR, che ha rilanciato le sintesi di ciascun intervento. [SIR, ZENIT, ROMASETTE, AVVENIRE, RADIO VATICANA, ACEPRENSA] Attenzione è stata riservata anche al Corso per vaticanisti (GAUDIUM PRESS, VATICAN INSIDER, AGENZIA EFE); alla presentazione del Master su "Finanza e Etica" (ANSA, FORMICHE, ADNKRONOS, AVVENIRE, IL FATTO QUOTIDIANO, ITALIA OGGI, ZENIT, IL TEMPO); al simposio su "Joseph Ratzinger e E. Peterson" (OSSERVATORE ROMANO, SIR, ZENIT); alla presentazione dell'ultimo volume della Sinossi del Concilio Vaticano II (DIARIO DE BURGOS) e del volume sui 100 giorni del pontificato di Papa Francesco (CATHOLIC.NET, VATICAN INSIDER, AFP, NOTIMEX).

L'Università è citata relativamente al Convegno "Sacra Liturgia 2013" organizzato dalla Diocesi di Fréjous-Toulon (Francia) che ha usufruito dei locali dell'Apollinare (ZENIT, CATHOLIC NEWS AGENCY, CATHOLIC CULTURE.ORG, VATICAN INSIDER); inoltre è indicata nella notizia della nomina di SER. Mons. Juan Ignacio Arrieta come segretario della commissione per lo studio sullo IOR istituita da Papa Francesco (EFE, EL MUNDO, LA GAZETA, CORRIERE DELLA SERA, IL FOGLIO, et all.) e in quella per il 10º compleanno di RomeReports (RELIGION EN LIBERTAD).

Come professori citati sulla stampa, risultano: - Rev. Martin Schlag (ALMUDI.ORG) - Rev. John Wauck (REUTERS) - Rev. Luis Romera (ALMUDI.ORG, ABC, - Rev. José Ángel Lombo (UNAV) EUROPA PRESS, TE INTERESA.ES, - Rev. Johannes Grohe (ACIPRENSA, ZENIT, ADNKRONOS, TMNEWS) ARCHISEVILLA, OPUSDEI) - Diego Contreras (LA RAZÓN) - R e v. C r i s t i a n M e n d o z a (EUROPA - Rev. José María La Porte (AICA, PRESS, INFO CATÓLICA) NATIONAL CATHOLIC REPORTER) - Rev. Davide Cito (POLSKA) - Rev. L u c i o R u i z (AICA, - J u a n A n d r é s M e r c a d o INTERECONOMIA) (INFORMAZIONE.TV, ABRUZZO WEB) - R e v. R o b e r t G a h l (ASSOCIATED - Rev. Bernardo Estrada (AICA) PRESS, ABC NEWS, THE GUARDIAN) - Rev. Mariano Fazio (ANÁLISIS DIGITAL) - Rev. H é c t o r F r a n c e s c h i - Rev. Carlo Pioppi (OPUS DEI) (BELLUNOPRESS) - Rev. Martin Rhonheimer (CATHOLIC NEWS AGENCY)

Hanno rilasciato interviste i professori: - Rev. Philip Goyret (EL OBSERVATOR) - Rev. Eduardo Baura ( REPORTS) - Rev. Miguel Ángel Ortiz (ZENIT) - Rev. John Wauck (ABC NEWS) - Rev. Laurent Touze (GLORIA.TV) - Rev. Pablo Requena (ZENIT) - R e v . M a r t i n S c h l a g (ALETEIA, - Rev. Javier López (PALABRA) PALABRA)

Sulla rivista PALABRA sono invece apparsi gli articoli dei professori Jerónimo Leal, Ralf van Bühren, Rev. Ángel Rodríguez Luño, Mons. Mariano Fazio, Rev. Juan José Silvestre, Rev. Paul O'Callaghan; THE WASHINGTON POST ha ospitato un articolo del Rev. Prof. Robert Gahl, mentre su L'OSSERVATORE ROMANO è apparso un contributo del Rev. Prof. John Wauck. © Uficio Comunicazione

Indice APRILE - GIUGNO 2013

Attività interne pag. 1. 05/04/2013 Anno della fede: Univ. Santa Croce, Agenzia SIR 1 “Fede, evangelizzazione e diritto canonico” 2. 10/04/2013 De visita en la Congregación para la Doctrina de la Fe Gaudium Press 2

3. 11/04/2013 Fede e Diritto: Mons Müller, Agenzia SIR 3 “Il compito essenziale di ogni cristiano oggi” 4. 12/04/2013 Fede e Diritto: Francisca Perez (Giurista), Libertà religiosa e ʻincitamento odioʼ Agenzia SIR 5

5. 18/04/2013 La figura del padre nella serialità televisiva Agenzia ZENIT 7

6. 23/04/2013 Cinema: Mastroianni (Univ. Santa Croce), “Arrivare al largo pubblico” Agenzia SIR 8

7. 23/04/2013 La figura del padre en las series de televisión Agenzia ZENIT 9

8. 23/04/2013 La figura paterna nella "età dell'oro" della TV Agenzia ZENIT 11

9. 23/04/2013 Cultura e Società: Quale "padre" nelle serie tv? Roma Sette 13

10. 24/04/2013 “La fiction Made in Italy ha buoni padri” Avvenire 14

11. 25/04/2013 La figura del padre nelle fiction tv analizzata in un Convegno alla Santa Croce Radio Vaticana 15

12. 29/04/2013 Teologia: Pont. Univ. Santa Croce, Un simposio su Ratzinger e Peterson Agenzia SIR 16

13. 30/04/2013 Nostalgia del padre Aceprensa 17

14. 01/05/2013 De Benedicto a Francisco, los treinta días que cambiaron la Iglesia Catholic.net 21

15. 01/05/2013 Così diversi e così vicini LʼOsservatore 22 Romano 16. 06/05/2013 Cardenal Ouellet: ''Un obispo debe promover la santidad de sus fieles'' Agenzia ZENIT 23

17. 07/05/2013 El arzobispo presenta en Roma su último libro Diario de Burgos 24

18. 13/05/2013 A Ateneo Opus Dei Master Finanza e Etica, Presenta G. Tedeschi Agenzia ANSA 25

19. 13/05/2013 Finanza ed etica possono convivere? Formiche 26

20. 16/05/2013 Crisi: Gotti Tedeschi, non ci sarebbe se cattolici avessero letto Encicliche Agenzia 27 ADNKRONOS 21. 16/05/2013 Crisi: Gotti Tedeschi, in Vaticano si rileggano le Encicliche Agenzia ANSA 28

22. 17/05/2013 Encicliche da rileggere Avvenire 29

23. 17/05/2013 Crisi, Gotti Tedeschi: ” La colpa è dei preti che non insegnano la dottrina” Il Fatto Quotidiano 30

24. 17/05/2013 Indiscrezionario Italia Oggi 31

25. 18/05/2013 “Risk management, prodotti finanziari ed aspetti etici” è il titolo del master Agenzia ZENIT 32 presentato alla Pontificia Università della Santa Croce, lo scorso 16 maggio. 26. 24/05/2013 Credere e sapere: fede, tradizione e fiducia nell'attività dell'uomo di scienza Agenzia ZENIT 33

27. 03/06/2013 Famiglia e Media: un seminario su Agenzia SIR 34 “sfide e opportunità per lʼassociazionismo” 28. 04/06/2013 Dom Fisichella analisa pontificado de Bento XVI Gaudium Press 35 Indice APRILE - GIUGNO 2013

29. 04/06/2013 Chiesa e abusi. Cosa fa lʼistituzione ecclesiastica per combattere la pedofilia Vatican Insider 36

30. 06/06/2013 El Vaticano recibe al año 400 casos de abuso sexual contra menores Agenzia EFE 38

31. 10/06/2013 Famiglia: "Raccontare la famiglia" fuori dagli stereotipi Roma Sette 40

32. 17/06/2013 Los 30 días que cambiaron la Iglesia Vatican Insider 41

33. 19/06/2013 Papa/ Guzman Carriquiry: Diabolico opporre Bergoglio e Ratzinger AFP 42

34. 20/06/2013 Cumple Francisco 100 días de pontificado NOTIMEX 43

35. 21/06/2013 Da Benedetto a Francesco, dalla rinuncia all'elezione Agenzia ZENIT 45

36. 25/06/2013 Costantini, si pensa a farlo beato Messaggero 46 Veneto Citazioni Università e/o professori pag. 37. 04/04/2013 Explore "Art and Faith" with John & Ashley Noronha Chicago Tribune 47

38. 08/04/2013 Economía y ética: ¿Separación o integración? Almudi.org 48

39. 10/04/2013 Telegénico por naturaleza La Razón 49

40. 11/04/2013 Getting to the Bottom of Liturgical Reform Agenzia ZENIT 51

41. 12/04/2013 «El pueblo cristiano necesita nuevos pastores bien formados» ABC 53

42. 12/04/2013 Concluyó en Chile el II Seminario Internacional de Comunicación de Iglesia AICA 54

43. 12/04/2013 Rector de Universidad Pontificia de la Santa Cruz: Europa Press 56 "Francisco con sus gestos ejemplifica el magisterio de Benedicto XVI" 44. 12/04/2013 Luis Romera remarca la fuerza de la fe en esta etapa de la Historia La Razón 58 y valora el impulso dado por el Papa 45. 12/04/2013 Proszą o przyjęcie do Kościoła katolickiego Nasz Dziennik 59

46. 12/04/2013 Hard questions about Francis in Argentina and a lesson from Chile National Catholic 60 Reporter 47. 12/04/2013 El papa Francisco "transmite oración, Te Interesa 62 sencillez y misericordia con naturalidad" 48. 15/04/2013 Premio De Carli: prorogato il termine La Stampa.it 64

49. 22/04/2013 Argentine ex-bishopʼs widow wants Agenzia Associated 65 to make priestly celibacy optional press 50. 23/04/2013 A Vittorio Veneto Due giornate di studi interdisciplinari su diritto e matrimoni. Focus Bellunopress 68 con medici e docenti su disturbi della personalità e nuove tecnologie 51. 24/04/2013 Theologian: Same-Sex Civil Unions Discriminate Against Married Couples Catholic News 69 Agency 52. 29/04/2013 Rey reflects on Pope's liturgy, evangelization connection Catholic News 71 Agency 53. 01/05/2013 Vatican Radio highlights Sacra Liturgia conference Catholic Culture / 72 CWN 54. 03/05/2013 Ex-Pope Benedict back at Vatican to live out retirement Agenzia Reuters 73

55. 08/05/2013 El papa nombra nuevo obispo auxiliar de Brasilia y de Marilia, en Brasil La Información 75

56. 10/05/2013 Presentazione del libro "Lettera a mia figlia" di Antonio Socci Tracce 76 Indice APRILE - GIUGNO 2013

57. 10/05/2013 Un libro aborda desde la filosofía y Università Navarra 77 la neurociencia la unidad psicofísica de la persona 58. 14/05/2013 Simposio de Academia de Historia sobre la Iglesia ACIPRENSA 78 subraya vigencia del Concilio Vaticano II 59. 14/05/2013 El Simposio de la Academia de Historia subraya la vigencia del Vaticano II Archisevilla 79

60. 15/05/2013 Con la vista en el Vaticano II Opus Dei 80

61. 17/05/2013 Riforma finanziaria etica contro la dittatura dellʼeconomia senza volto Il Tempo 82

62. 21/05/2013 The Pope and the Devil: Is Francis an Exorcist? ABC News 83

63. 22/05/2013 Polémica por un supuesto exorcismo del Papa Francisco Agenzia Associated 85 press 64. 23/05/2013 Premio "Giuseppe De Carli": ecco i nomi dei componenti Agenzia ZENIT 87

65. 24/05/2013 De Carli e l'etica dell'informazione religiosa Vatican Insider 88

66. 03/06/2013 Unos 50 profesionales de 25 diócesis participarán en una jornada sobre dirección Europa Press 90 de equipos en entidades de la Iglesia 67. 06/06/2013 Mons. Arrieta: «El Derecho canónico tiene como reto Info Católica 91 mostrar correctamente la identidad y principios de la Iglesia» 68. 09/06/2013 Molestowanie seksualne: afera, która wciąż gnębi Watykan Polska Times 93

69. 10/06/2013 Sacerdotes en la era digital Intereconomia 95

70. 15/06/2013 Delegazione della Confartigianato di Ascoli e Fermo Informazione.TV 96 presente allʼassemblea nazionale 71. 17/06/2013 Congreso Vocacional Europeo AICA 97

72. 18/06/2013 Forestazione: agronomi, ʻNoi unica regione senza norma riordinoʼ AbruzzoWeb 98

73. 18/06/2013 El Papa según don Mariano Análisis digital 100

74. 20/06/2013 «Fede teologale e pensiero filosofico» Agenzia ZENIT 101

75. 20/06/2013 Esce un nuovo volume di Studia et Documenta Opus Dei 102

76. 21/06/2013 Vaticano: Ruini, ʻPremio Ratzingerʼ per la prima volta a un non cattolico Agenzia 104 ADNKRONOS 77. 21/06/2013 Papa/ Assegnato terza edizione del premio Ratzinger per teologia TM News.it 105

78. 23/06/2013 Dismay among Britain's Catholics as church The Guardian 106 says cardinal's successor must lead investigation 79. 26/06/2013 El obispo vasco Arrieta Ochoa será miembro de comisión para reformar el IOR Agenzia EFE 108

80. 27/06/2013 Lo spagnolo Arrieta Ochoa «leone» dell'Opus Dei Corriere della Sera 109 è l'uomo chiave del gruppo 81. 27/06/2013 Il Papa si riprende lo Ior in punta di chirografo e lo mette sotto inchiesta Il Foglio 110

82. 27/06/2013 “Tributo” a Benedetto XVI animatore della riforma liturgica Vatican Insider 112

83. 28/06/2013 The Bishop's Role in Liturgical Reform Agenzia ZENIT 113

84. 29/06/2013 Rome Reports: 10 años contando en videos la actualidad de la Iglesia Religión en Libertad 114 y del Papa desde Roma Indice APRILE - GIUGNO 2013

Interviste pag. 85. 06/04/2013 “Francisco representa una buena corriente de aire fresco” El Observador 115

86. 14/04/2013 «Mi labor será ayudar a Uganda a través de la predicación» El Norte de Castilla 117

87. 29/04/2013 En qué medida la falta de fe puede ser motivo de nulidad matrimonial Agenzia ZENIT 119

88. 07/05/2013 L'abbé Laurent Touze - Professeur à l'Université de la Sainte- Croix - Gloria TV 122 2ème partie 89. 15/05/2013 Etica e finanza, “l'agire economico sia guidato da valori veri” Aleteia 123

90. 17/05/2013 La penitencia del cardenal Patrick O'Brien: Rome Reports 125 una explicación desde el Derecho Canónico 91. 21/05/2013 Papal Protest Followers Upset By Changes to Religious Custom ABC News 126

92. 31/05/2013 Serve ancora la bioetica? (Prima parte) Agenzia ZENIT 127

93. 01/06/2013 Serve ancora la bioetica? (Seconda parte) Agenzia ZENIT 129

94. 01/06/2013 Es urgente reconducir la economía Palabra 131 financiera al servicio de la economía real 95. 01/06/2013 Claves teológicas de Palabra 132 la enseñanza de san Josemaría Professori come autori pag. 96. 01/04/2013 Los primeros cristianos, alma del mundo pagano Palabra 133

97. 01/04/2013 La iconografía del arte cristiano Palabra 134

98. 01/05/2013 De la convicción a la actividad política: la coherencia cristiana Palabra 135

99. 01/05/2013 Con el Papa en Aparecida Palabra 136

100. 01/05/2013 El legado litúrgico de Benedicto XVI Palabra 137

101. 01/05/2013 Gestos y mímica. La retórica del arte Palabra 138

102. 07/05/2013 Can Pope Francis finish the job that Benedict began? Washington Post 139

103. 01/06/2013 Esperanza y memoria Palabra 141

104. 01/06/2013 Catequesis con arte Palabra 142

105. 20/06/2013 More than words LʼOsservatore 143 Romano AGENZIA SIR www.agensir.it 05/04/2013

argomento Attività interne

http://www.agensir.it/pls/sir/v4_s2doc_b.stampa_quotidiani_cons?id_oggetto=259598

Anno della fede: Univ. Santa Croce, “Fede, evangelizzazione e diritto canonico” In occasione dell‘Anno della fede, la facoltà di Diritto canonico della Pontificia Università della Santa Croce dedica, l’11 e il 12 aprile, l‘annuale convegno al tema dell‘evangelizzazione.

Intitolato “Fede, evangelizzazione e diritto canonico”, il convegno rifletterà sulla “rilevanza diretta della fede nel diritto ecclesiale”. In particolare, si discuterà del rapporto tra fede e ragione nell‘ambito canonico; delle problematiche giuridiche relative al munus docendi Ecclesiae; dei diritti e doveri dei laici nell‘evangelizzazione; del riconoscimento e della tutela civile dell‘identità cristiana di istituzioni e persone ispirate alla fede; del rilievo della fede nell ‘organizzazione della Chiesa, soprattutto in ambito missionario e nella tutela della dottrina e della morale.

Tanti i relatori: Carlos José Errázuriz (Santa Croce), Mauro Rivella (consultore Pontificio Consiglio testi legislativi), Giorgio Feliciani (facoltà di Diritto canonico San Pio X, Venezia), Gaetano Lo Castro (Università La Sapienza), Francisca Pérez-Madrid (Università di Barcellona), Iñigo Martínez-Echevarría (Santa Croce), Andrea D‘Auria (Urbaniana), Fernando Puig (Santa Croce). Le quattro sessioni saranno presiedute dal cardinal Stanislaw Rylko, dal cardinal Francesco Coccopalmerio, da Gerhard Ludwig Müller, e da monsignor José Tomás Martín de Agar.

- 1/144 - GAUDIUM PRESS es.gaudiumpress.org 10/04/2013

argomento Attività interne

es.gaudiumpress.org/content/45645-De-visita-en-la-Congregacion-para-la-Doctrina-de-la-Fe

De visita en la Congregación para la Doctrina de la Fe

Más de 30 periodistas participaron en la mañana de ayer en un encuentro que tuvo lugar en el Palacio del Santo Oficio -sede de la Congregación para la Doctrina de la Fe -, con el objeto de conocer de cerca la labor y misión que desempeña la organización vaticana al servicio de la Iglesia Universal.

Guiado por Mons. Graziano Borgonovo, quien labora en la Oficina Doctrinal de la Congregación, el encuentro ocurrió como parte de las actividades que desarrolla la Pontificia Universidad de la Santa Cruz en Roma, dentro del Curso sobre Información Religiosa, en el que participan desde el pasado mes de marzo, hasta el próximo mayo, periodistas que cubren la fuente de la Iglesia Católica.

Durante el encuentro Mons. Borgonovo recordó que la principal tarea de la Congregación es la de ayudar al Papa "en su tarea de confirmar a los fieles en la fe". Misión que se desarrolla en la promoción y custodia de la doctrina católica. "Deseamos custodiar el carácter profético del Evangelio (...) la fe se defiende mejor promoviendo la Doctrina", según expuso.

A continuación desarrollamos algunos de los aspectos presentados por Mons. Borgonovo durante el encuentro celebrado ayer:

Constitución Apostólica "Pastor bonus" y la labor de la Congregación La Congregación para la Doctrina de la Fe es un instrumento en las manos del Papa, que está puesto al servicio de la Iglesia Universal para salvaguardar y promover la fe en vista del bien de las almas. La actual organización de la Congregación y sus tareas están estipuladas por la Constitución Apostólica "Pastor bonus" del Papa Juan Pablo II, en la que se determina: "Es función propia de la Congregación de la Doctrina de la Fe promover y tutelar la doctrina sobre la fe y las costumbres en todo el orbe católico; por lo tanto, es competencia suya lo que de cualquier modo se refiere a esa materia". Asimismo, como sigue la Constitución Apostólica, ella "promueve la doctrina, fomenta los estudios dirigidos a aumentar la comprensión de la fe y a que se pueda dar una respuesta, a la luz de la fe, a los nuevos problemas surgidos del progreso de las ciencias o de la cultura humana".

Del mismo modo, la Congregación "ayuda a los obispos, tanto individualmente como reunidos en asambleas, en el ejercicio de la función por la que están constituidos maestros auténticos de la fe y doctores, oficio por el cual están obligados a guardar y a promover la integridad de la misma fe". En este sentido, y de manera específica, el organismo vaticano se encarga de: resguardar todas las cuestiones sobre la doctrina de la fe y de la vida moral; estudia las nuevas teorías en materia dogmática y moral; aprueba y, eventualmente, condena las doctrinas que resultan contrarias a los principios de la fe; orienta los documentos de otros dicasterios que conciernen a su propia competencia; y examina los delitos contra la fe, la moral y la celebración de los sacramentos.

Labor que se desarrolla desde tres secciones: Sección Doctrinal, Disciplinar y Matrimonial. También hacen parte de la Congregación la Pontificia Comisión Bíblica y la Comisión Teológica Internacional. Actualmente el Prefecto de la Congregación es el Cardenal almán Gerhard Ludwig Müller. También fue Prefecto de este organismo el Cardenal Joseph Ratzinger, Papa Emérito Benedicto XVI.

- 2/144 - AGENZIA SIR www.agensir.it 11/04/2013

argomento Attività interne

http://www.agensir.it/pls/sir/v4_s2doc_b.stampa_quotidiani_cons?id_oggetto=259863

Fede e Diritto: Mons Müller, “Il compito essenziale di ogni cristiano oggi” “Il compito essenziale di ogni cristiano è quello di risvegliare, approfondire e diffondere la comprensione di cosa significhi essere cattolico”: lo ha detto questa mattina a Roma, inaugurando i lavori del convegno su fede e diritto canonico promosso dall’Università della Santa Croce, il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, mons. Gerhard Ludwig Müller. “La mentalità corrente odierna, fondata spesso sulla ricerca del benessere soggettivo e sulla soddisfazione individuale - ha proseguito - entra a volte in rotta di collisione con la Chiesa e con l’annuncio del Vangelo, che in tal caso diviene un annuncio scomodo”. L’arcivescovo ha sottolineato che la Congregazione per la dottrina della fede svolge, a questo riguardo, un compito di studio e di “sostegno al Papa e ai vescovi nell’azione di annuncio del Vangelo e di correzione degli errori”. In particolare si è riferito ai compiti affidati alle sezioni dottrinale, disciplinare e matrimoniale, “chiamate a rispondere a domande e questioni di natura teologica e antropologica molto complesse e delicate. Basti pensare ai temi dei delitti contro la fede e la morale, quali gli abusi in campo sessuale verso i minori da parte dei chierici”. In conclusione ha ricordato che negli ultimi anni si verifica un avvicinamento di pastori di altre denominazioni cristiane alla Chiesa cattolica, “ogni settimana sono circa 3-4”.

http://www.agensir.it/pls/sir/v4_s2doc_b.stampa_quotidiani_cons?id_oggetto=259864

10:53 - FEDE E DIRITTO: ERRÀZURIZ, “RIFLETTERE SU CIÒ CHE È GIURIDICO NELLA CHIESA” “Negli ultimi anni siamo diventati specialmente consci dell’ingiustizia inerente agli attentati contro il bene giuridico naturale dell’intimità e della libertà nella sfera sessuale della persona, specialmente quando vengono compiuti contro minori e da parte di coloro, come i sacerdoti, che hanno speciali responsabilità nella Chiesa”: è uno dei passaggi della relazione di apertura dei lavori del convegno “Fede, evangelizzazione e diritto canonico”. Il docente di diritto canonico mons. Carlos José Erràzuriz ha affermato che “l’Anno della fede indetto da Benedetto XVI, nel cui ambito s’inserisce l’odierno convegno, rimanda al binomio fede-ragione invitandoci a riflettere su ciò che è ‘giuridico’ nella Chiesa”. Sviluppando il rapporto tra “indole soprannaturale del diritto nella Chiesa e dimensione umana naturale dei singoli credenti”, mons. Erràzuriz ha sottolineato che “l’intreccio tra naturale e soprannaturale nel diritto ecclesiale dà luogo a una visione profondamente unitaria dell’operare della ragione e della fede nell’ambito canonico”. Da qui “deriva l’apporto decisivo del cristianesimo alla cultura giuridica, a cominciare dalla coscienza della dignità della persona umana e del valore dei vincoli sociali. Nel diritto ecclesiale è presente quanto di buono e di nobile, e perciò aperto alla trascendenza, si trova nella dinamica giuridica naturale”, ha concluso.

http://www.agensir.it/pls/sir/v4_s2doc_b.stampa_quotidiani_cons?id_oggetto=259878

12:30 - FEDE E DIRITTO: MONS. RIVELLA, “UN’IMPRONTA MARCATAMENTE FORMATIVA” “L’annuncio del Vangelo, per innervarsi efficacemente nella cultura e per ispirare scelte di vita e comportamenti conseguenti, deve caratterizzarsi per un’impronta marcatamente formativa”: lo ha detto oggi a Roma, nel convegno in corso su fede e diritto canonico presso la Pontificia Università della Santa Croce, mons. Mauro Rivella, giudice del Tribunale ecclesiastico del Piemonte e già sotto-segretario della Conferenza episcopale italiana. Nella sua relazione sul compito della Chiesa d’insegnare il Vangelo, ha toccato in particolare il rapporto tra i ministri ordinati (vescovi, preti) e i fedeli laici. A questi ultimi, ha detto, “la Chiesa stessa deve offrire una adeguata formazione religiosa che in particolare compete poi ai genitori riproporre nell’educazione cristiana dei propri figli”. Mons. Rivella ha poi richiamato il valore della “cristiana obbedienza” da parte dei fedeli laici agli “insegnamenti dei pastori in quanto maestri di fede”, rimarcando tale obbligo quando ci si trova di fronte all’“insegnamento infallibile” del Papa e dei vescovi su materie dottrinali da accogliere come verità rivelata. Tra gli esempi citati “l’illiceità dell’eutanasia, della prostituzione, della fornicazione” e la “riserva ai soli uomini dell’ordinazione sacerdotale”. Su tutto ha auspicato una “adesione schietta” agli insegnamenti della gerarchia.

http://www.agensir.it/pls/sir/v4_s2doc_b.stampa_quotidiani_cons?id_oggetto=259910

16:30 - FEDE E DIRITTO: CARD. RILKO, “NON È LECITO A NESSUNO RIMANERE IN OZIO” “Nel compito vitale per la Chiesa di annunciare il Vangelo oggi un ruolo determinante spetta ai fedeli laici, non è lecito a nessuno di rimanere in ozio”. Lo ha detto il cardinale Stanislaw Rilko, presidente del Pontificio Consiglio per i laici, intervenendo a Roma al convegno su fede e diritto in corso presso la Pontificia Università della Santa Croce. “L’evangelizzazione odierna non si deve basare su una ‘formula magica’, ma sull’essere veri cristiani da parte di tutti, - 3/144 - AGENZIA SIR www.agensir.it 11/04/2013

argomento Attività interne

http://www.agensir.it/pls/sir/v4_s2doc_b.stampa_quotidiani_cons?id_oggetto=259863

per poter così annunciare Cristo con la vita prima ancora che con le parole”, ha aggiunto. Parlando della “nuova evangelizzazione”, il cardinale ha poi sottolineato che “nuova” significa “più evangelica”. “Occorre sapersi rivolgere a ogni forma di difficoltà e lontananza da Dio, quelle situazioni che Papa Francesco ha chiamato le ‘periferie’, non solo fisiche ma anche esistenziali”, ha concluso il card. Rilko, sottolineando che “bisogna ritrovare il coraggio e lo slancio missionario nel mondo tramandando la luce di Cristo a tutti”. Da ultimo ha esortato i fedeli a “non chiudersi in una mentalità clericale, intraecclesiale, riscoprendo la bellezza di essere cristiani nel cuore del mondo, dove solamente loro, i laici, possono entrare”.

http://www.agensir.it/pls/sir/v4_s2doc_b.stampa_quotidiani_cons?id_oggetto=259911

16:42 - FEDE E DIRITTO: FELICIANI (GIURISTA), “RUOLO SEMPRE PIÙ IMPORTANTE DEI FEDELI LAICI” “Oltre a un impegno diretto e personale nelle realtà temporali generalmente intese, l’apostolato dei laici oggi si può specificamente manifestare quali ‘ministri della sapienza cristiana’ nell’immenso campo di apostolato che si apre nell’ordine nazionale e internazionale”. Lo ha detto il giurista Giorgio Feliciani nella sua relazione, oggi pomeriggio presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma, sul tema dei diritti e doveri dei fedeli laici nell’evangelizzazione. Questa testimonianza, ha proseguito Feliciani, “chiama i fedeli a far valere il peso della propria opinione in maniera tale che il potere civile venga esercitato secondo giustizia e le leggi corrispondano ai precetti morali e al bene comune”. Secondo il relatore, “la carità dei fedeli laici è oggi più che mai chiamata ad essere veramente ‘cattolica’, senza confini prestabiliti, abbracciando tutti quelli che vivono nel proprio raggio d’azione e non escludendo alcun bene spirituale o temporale realizzabile”. “A causa della diminuzione dei sacerdoti - ha proseguito - ai laici oggi può essere chiesto di sostituire in qualche modo gli stessi presbiteri in attività di annuncio. Ne deriva che oggi l’opera evangelizzatrice dei laici divenga sempre più importante e insostituibile nella vita della Chiesa”.

- 4/144 - AGENZIA SIR www.agensir.it 12/04/2013

argomento Attività interne

http://www.agensir.it/pls/sir/v4_s2doc_b.stampa_quotidiani_cons?id_oggetto=259962

Fede e Diritto: Francisca Perez (Giurista), Libertà religiosa e ‘incitamento odio’

“La fede presuppone un atto libero di pieno consenso dell’intelletto alla verità conosciuta, con la disposizione della volontà di adeguarvi la propria vita e il diritto-dovere di trasmettere la dottrina creduta”. Lo ha detto stamane Francisca Pérez-Madrid, docente di diritto civile e canonico dell’università di Barcellona (Spagna), aprendo la sua relazione su identità religiosa e libertà di espressione al convegno su fede e diritto presso l’Università della Santa Croce. “Spesso - ha proseguito - quanti oggi esercitano la propria libertà di espressione in materia religiosa e il proprio diritto di partecipazione alla vita politica sono sospettati di voler imporre la propria religione agli altri”. Al riguardo ha richiamato il caso del vescovo spagnolo Reig Pla che in una omelia aveva parlato di comportamenti quali adulterio, aborto, rapporti omosessuali, sfruttamento dei lavoratori da parte delle imprese, alcol, droghe, sacerdoti dalla ‘doppia vita’. Il vescovo aveva affermato che da tali comportamenti “derivano il peccato, l’ingiustizia, l’autodistruzione” ed era stato denunciato da un’associazione spagnola “per incitamento all’odio”. Secondo la relatrice “non si può considerare ‘hate speech’ la predicazione che dà giudizi morali su determinati comportamenti” a condizione che “ci sia il rispetto della persona in quanto tale e si valuti soltanto il comportamento dal quale si dissente”.

http://www.agensir.it/pls/sir/v4_s2doc_b.stampa_quotidiani_cons?id_oggetto=259992

13:09 - FEDE E DIRITTO: MARTINEZ-ECHEVARRÌA, LA “TENAGLIA” SULLA “LIBERTÀ DI COSCIENZA”

“All’interno del cosiddetto ‘Obamacare’, la riforma sanitaria varata negli Stati Uniti, l’uso strumentale del diritto alla non discriminazione è capace di modificare i principi essenziali di reciproca articolazione tra i diritti fondamentali: così la libertà di coscienza, di pensiero e di religione perde il suo ruolo di diritto alla base dei diritti”. Lo ha detto il giurista della Pontificia Università della Santa Croce, Inigo Martinez-Echevarrìa, nella sua relazione sul caso “Obamacare” in rapporto alla “protezione dell’ispirazione cristiana nelle istituzioni mediche, educative e assistenziali”. Secondo Martinez, che ha analizzato il percorso giuridico dei provvedimenti di riforma sanitaria promossi dal presidente degli Usa, “viene messo da parte il riconoscimento del ruolo strutturante dei diversi patrimoni morali presenti nella società”. A venire colpite sono le istituzioni sanitarie da “uno scenario di discriminazione artificiale a partire dalla prestazione offerta dalle istituzioni stesse e non a partire dai soggetti destinatari dei servizi”. Il riferimento è agli obblighi previsti per le istituzioni sanitarie cattoliche di erogare servizi di contraccezione, aborto, etc. anche se “contrari alla propria ispirazione morale e religiosa”. Martinez ha anche parlato di “tenaglia pronta a stringere la libertà di coscienza delle persone che lavorano in istituzioni religiose”.

http://www.agensir.it/pls/sir/v4_s2doc_b.stampa_quotidiani_cons?id_oggetto=260005

15:50 - FEDE E DIRITTO: D’AURIA, CHIESA OGGI TRA “MISSIONARIETÀ” E “PROSELITISMO”

“Non si può negare che da dopo il Concilio Vaticano II le realtà missionarie della Chiesa e il loro stesso impeto comunicativo hanno subito una crisi. Quella che doveva essere la nuova primavera della Chiesa si è rivelata invece essere, in parte, una stagione d’incertezza, vecchiaia e disorientamento”. Lo ha detto questo pomeriggio a Roma, al convegno su fede e diritto presso la Pontificia Università della Santa Croce, Andrea D’Auria nella sua relazione su “Il diritto missionario nella vita della Chiesa. Questioni problematiche aperte”. Missionarietà ed evoluzione del diritto canonico in rapporto allo sviluppo delle “giovani Chiese”, questo il tema assegnato a D’Auria, secondo il quale “il problema si è profilato in questi ultimi anni come piuttosto profondo e radicale, in quanto legato non solo alla debolezza delle strutture giuridiche e organizzative, quanto piuttosto all’identità teologica e all’autocoscienza della realtà ecclesiale”. Questa crisi della missionarietà ha però sollecitato - secondo il relatore - una considerazione nuova “del modo di intendere il dialogo ecumenico ed interreligioso”. L’indebolimento missionario deriva però soprattutto “dalla crisi delle chiese dei paesi di più antica tradizione cattolica”. Il ruolo missionario è poi messo in crisi dalle contestazioni che si fanno alla Chiesa per “proselitismo” da parte di numerosi Paesi.

http://www.agensir.it/pls/sir/v4_s2doc_b.stampa_quotidiani_cons?id_oggetto=260018

17:00 - FEDE E DIRITTO: PUIG, “FEDELTÀ DOTTRINALE E MORALE ALL’INTERNO DELLA CHIESA” “La fedeltà dottrinale e morale dell’azione ecclesiale è una dimensione specifica della vitalità della Parola di Dio nella Chiesa, perché è in gioco una garanzia qualificata del pacifico possesso e della conservazione di questo bene ecclesiale della Parola di Dio nella comunità ecclesiale”. Così Fernando Puig, giurista della Pontificia Università - 5/144 - AGENZIA SIR www.agensir.it 12/04/2013

argomento Attività interne

http://www.agensir.it/pls/sir/v4_s2doc_b.stampa_quotidiani_cons?id_oggetto=259962

della Santa Croce, ha definito oggi al convegno su fede e diritto il motivo per cui si esige fedeltà dell’organizzazione ecclesiastica alla dottrina e alla morale della Chiesa. “Non esiste un governo ecclesiale neutrale dal punto di vista della Parola di Dio - ha proseguito -, una sorta di tecnica di governo ecclesiastico guidato dalla sola efficacia pratica. Il governo ecclesiale o è in comunione e al servizio dei beni della comunione, o non è giusto”. Per ovviare ai numerosi casi di “confusione tra i fedeli” dovute ai moderni mezzi della comunicazione sociale, il relatore ha affermato che “la presenza anche degli organi istituzionali della Chiesa in ambiti quali stampa, televisione, blog, reti sociali ecc. è ormai un’esigenza irrinunciabile”. “Il buon governo, guidato da criteri di giustizia nel contesto della fede e della morale - ha poi concluso - è di conseguenza un irrinunciabile ambito di promozione della stessa fede e il diritto nella Chiesa offre uno spazio ineludibile per il servizio dell’autorità al suo interno”.

- 6/144 - AGENZIA ZENIT www.zenit.org 18/04/2013

argomento Attività interne

http://www.zenit.org/it/articles/la-figura-del-padre-nella-serialita-televisiva? utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+zenit%2Fitalian+(ZENIT+Italiano)

La figura del padre nella serialità televisiva

Il 22-23 aprile un convegno della Facoltà di Comunicazione 'Poetica, Comunicazione & Cultura' alla Pontificia Università della Santa Croce

"La figura del padre nella serialità televisiva" è il tema scelto per la sesta edizione del Convegno 'Poetica, Comunicazione & Cultura', organizzato ogni due anni dalla Facoltà di Comunicazione della Pontificia Università della Santa Croce e in programma dal 22 al 23 aprile 2013 (Aula Magna Giovanni Paolo II, Piazza Sant'Apollinare, 49).

Per due giorni, un gruppo di esperti cercherà di riflettere su come la paternità viene rappresentata in varie serie televisive, a partire dal suo ruolo nella vita familiare, l'assenza della figura paterna, le relazioni tra padri e figli, e così giungere al tema più generale nella famiglia nella sua rappresentazione popolare.

Secondo gli organizzatori della due giorni di studio, si tratta di un tema rilevante dal momento che viviamo nella cosiddetta "età dell’oro della fiction televisiva", che negli ultimi anni ha raggiunto "un livello di qualità tecnica quasi cinematografico". Grazie poi alla globalizzazione e alla diffusione di internet, che sono diventati così influenti e così capaci di "modellare abiti e consuetudini", i creatori di questo particolare ambito artistico vengono oggi definiti "grandi narratori del XXI secolo".

Il Convegno prenderà il via lunedì 22 aprile, proprio con una riflessione sulla "età dell'oro" delle fiction televisive, con la relazione del Prof. Alberto Nahum García, dell'Università di Navarra. La giornalista RAI e scrittrice Costanza Miriano parlerà invece del ruolo di guida del padre, mentre il Dott. Alberto Fijo, direttore della rivista Fila Siete e caporedattore di Aceprensa, analizzerà i modelli parentali nelle tre fiction britanniche Dowtown Abbey, Luther, The Hour.

Martedì 23 aprile interverranno, invece, il Prof. Paolo Braga, dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, sulla crisi della figura paterna in alcune cable series statunitensi (Mad Men,Breaking Bad, In Treatment, Shameless, Dexter), e il Prof. Juan José García-Noblejas, della Santa Croce, sulla "crisi del benessere" e le "nostalgie familiari" nelle serie del Nordic Noir scandinavo. L'ultima relazione della giornata sarà affidata al Prof. Armando Fumagalli, dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, che racconterà alcune esperienze su come "conciliare il conflitto drammatico con un approccio positivo alla paternità".

Durante i due giorni sono previste la presentazione di comunicazioni da parte dei partecipanti e due tavole rotonde, moderate rispettivamente dalla Prof.ssa María Caballero, dell'Università di Siviglia, e dal Rev. Prof. John Wauck, della Santa Croce.

Nell'ambito del Convegno, alle 18.00 di lunedì 22 aprile è inoltre in programma la presentazione del libro di Armando Fumagalli Creatività al potere. Da Hollywood alla Pixar (passando per l'Italia), mentre alle 16.35 di martedì, la presentazione della mostra Nessuno genera se non è generato: alla scoperta del Padre in Omero, Dante, Tolkien, organizzata con la collaborazione della Fraternità di San Carlo e accessibile al I piano del Palazzo dell'Apollinare fino a mercoledì 24 aprile.

- 7/144 - AGENZIA SIR www.agensir.it 23/04/2013

argomento Attività interne

http://www.agensir.it/sir/documenti/2013/04/00260681_spagna_andalusia_al_via_la_campagna_s_con.html

Cinema: Mastroianni (Univ. Santa Croce), “Arrivare al largo pubblico”

Del fatto che “nei diversi ambiti il pubblico generalista conta sempre di più, e questo innesca un procedimento virtuoso per cui il prodotto funziona se vicino alla gente e a contatto con tematiche universali” ha parlato Bruno Mastroianni, docente di Media relations all’Università della Santa Croce: “Nel connubio tra economia e contenuti adatti a un largo pubblico - ha detto - riscuote successo la storia che parla di amicizia, eroismo, onestà”. Sul fruitore medio, che “non deve per forza andare a vedere il cinepanettone”, pesa un “pregiudizio che si concretizza se consideriamo il pubblico in senso astratto, ma non se il pubblico è quello vero: la famiglia, la provincia, dove alcuni valori sono attaccati e radicati”. Esiste, secondo Mastroianni, “un modo di arrivare al largo pubblico pur mantenendo la qualità dei temi: il fruitore, dal canto suo, deve scoprire il suo potere”. Se la famiglia, in questo senso, “è il pubblico più ambito in assoluto”, è proprio in casa, ma anche a scuola e in parrocchia, “che i ragazzi vanno educati ad essere pubblico, a fruire di beni all’altezza di uomini e donne completi. La storia buona - conclude - non è per forza a lieto fine: anche contrasti incredibili si sciolgono con il bene, che risulta sempre coinvolgente”.

http://www.agensir.it/pls/sir/v4_s2doc_b.stampa_quotidiani_cons?id_oggetto=260629

11:43 - CINEMA: FUMAGALLI (UNIV. CATTOLICA), VICINANZA “AI VALORI DELL’UOMO COMUNE”

“La capacità di raccontare delle storie, proprio in un mondo altamente tecnologico e interconnesso come il nostro, è diventata una delle più rilevanti competenze che possono arricchire una persona, ma anche la forza di un intero gruppo sociale, di un complessivo sistema-Paese”. Lo ha detto ieri sera alla Pontificia Università della Santa Croce di Roma Armando Fumagalli, docente di Storia del cinema alla Cattolica, in occasione della presentazione del suo nuovo volume intitolato “Creatività al potere. Da Hollywood alla Pixar, passando per l’Italia. Non è questione di lieto fine, soldi o marketing: a contare, nella produzione culturale, sono “la mentalità delle persone”, e “la storia che viene raccontata: senza, gli attori famosi sono inutili, così come le grandiose scene di battaglie”. Se le connessioni tra il mondo dell’entertainment e quello politico si rivelano “molto più strette di quanto fosse immaginabile”, la “forza principale del cinema hollywoodiano” è rimanere “vicino ai valori dell’uomo comune: i film di successo sono tutti a favore della libertà del singolo contro l’oppressione di sistemi totalitari, a favore della speranza in un mondo migliore, dell’uguaglianza degli uomini di fronte alla legge, contro il razzismo e per l’unità della famiglia umana”.

- 8/144 - AGENZIA ZENIT www.zenit.org 23/04/2013

argomento Attività interne

www.zenit.org/es/articles/la-figura-del-padre-en-las-series-de-television

La figura del padre en las series de televisión

Rocío Lancho García

La figura del padre en la televisión es el tema elegido por la sexta edición del Congreso Poetice, Comunicación & Cultura, organizado cada dos años por la Facultad de Comunicación de la Universidad Pontificia de la Santa Cruz en Roma, durante los días 22 y 23 de abril. Durante estos dos días, un grupo de expertos está tratando de reflexionar sobre cómo se presenta la paternidad en diferentes series televisivas, a partir de su rol en la vida familiar, la ausencia de la figura paterna, las relaciones entre padres e hijos y así añadir al tema más general de la familia en su representación popular. Según los organizadores de estas dos jornadas de estudio, es un tema relevante dado que vivimos en la llamada edad de oro de la ficción televisiva, que en los últimos años ha alcanzado un nivel de calidad técnica casi cinematográfico. Las ponencias del día de ayer estuvieron a cargo del profesor Alberto Nahum García, de la Universidad de Navarra, la periodista de la Radio Televisión Italiana (RAI) Constanza Miriano, y el director de la revista Fila Siete y redactor jefe de la agencia Aceprensa, Alberto Fijo.

El profesor Nahum analizó los motivos por los que las series de TV tienen hoy este gran éxito entre los que se encuentran: el empuje de innovación tecnológica que ha hecho alcanzar los niveles del cine, las estructuras narrativas conducidas siempre a cuestiones antropológicas vivas y actuales, los perfiles morales marcados por una evidente ambigüedad, la dimensión narrativa de los personajes de la trama con los que entretienen al espectador y por último el aspecto de la producción que se sirve de la fuerza viral del intercambio de ideas de la red multimedial ofrecida por internet. Por su parte, la periodista y escritora Constanza Miriano se centró en el análisis de modelos comportamentales de los padres y en general de los progenitores, en la relación con los hijos y cómo se refleja esto en la pequeña pantalla.

Sobre el debate de lo positivo y negativo que aporta la televisión en la educación de los más pequeños se han lanzado varias recomendaciones: evitar que vean películas y escenas de violencia, intentar ver la televisión junto a los hijos, no hacer de la televisión una niñera, promover otras actividades como la lectura y pasatiempos al aire libre. Para finalizar las charlas del primer día, Alberto Fijo realizó un análisis de tres series británicas: Downton Abbey, Luther y The Hour. Afirmó que "la figura del padre en un porcentaje muy alto de la ficción seriada contemporánea, es, a mi juicio, más un recurso que un argumento o una trama principal de la ficción". Sobre las series británicas en general dijo que "de alguna manera, en su producción audiovisual seriada, la ficción británica se mantiene fiel tanto en los dramas como en las comedias a unas tradiciones, a una manera de contar y a unas estrategias dramáticas, incluso cuando nos ocupamos de formatos aparentemente innovadores por temática o tratamiento.

El segundo día del Congreso ha comenzado con la ponencia de Paolo Braga, profesor de la Universidad del Sagrado Corazón. También él ha realizado un análisis de la figura paterna en tres series, en esta ocasión norteamericanas: Mad Men, Breaking Bad e In Treatment. Títulos de referencia para fijar el nivel expresivo (escritura, puesta en escena, imagenes, recitación) más alto de la industria televisiva americana. Las tres tienen un padre como protagonista. Y se basan todas sobre un esquema dramático común. Reduciendo al mínimo, sería esto: crisis de la media edad del personaje principal que tiene o inicia una doble vida, ha explicado. Además, ha mencionado una serie que es referencia en el mundo de las series: Los Soprano. Depresiones, crisis de pánico, psicoanálisis, amantes, paternidad... todo esto está ya en la serie que cuenta las aventuras de Tony Soprano, jefe mafioso italoamericano en tratamiento con una analista que desconoce su banda, ha mencionado.

A continuación, el profesor de la Universidad que organiza el Congreso, Juan José García-Noblejas, ha hablado sobre la crisis del bienestar y las nostalgias familiares en las series del Nordic Noir escandinavo. Una de las observaciones realizadas ha sido "que la perspectiva ética que asoma por los resquicios de las historias del 'noir nórdico' quisiera pedir y a veces pide una ética de bienes estables, sin la desesperación de verlos reducidos a meros placeres inmediatos que puedan proporcionar --no sólo las drogas o el sexo ocasional indiscriminado- sino los mismos resultados del trabajo profesional". Del mismo modo, ha querido "destacar que estas series ofrecen una salida a la misma situación que retratan, que (con las exageraciones y los matices propios de todo arte), apunta hacia el principio moral de hacer bien el bien, o de hacer lo que se tiene que hacer y hacerlo bien".

- 9/144 - AGENZIA ZENIT www.zenit.org 23/04/2013

argomento Attività interne

www.zenit.org/es/articles/la-figura-del-padre-en-las-series-de-television

La última ponencia del día la ha realizado el profesor Armando Fumagalli, de la Universidad Católica del Sagrado Corazón. Ha contado algunas experiencias sobre como "conciliar el conflicto dramático con un enfoque positivo sobre la paternidad". Ha explicado que "una familia sólida tiende a ser más difícil de serializar" pero ha afirmado que se puede hacer, "es necesaria más capacidad y más maestría". Durante los dos días se ha realizado la presentación de comunicaciones por parte de participantes y dos tablas redondas, moderadas respectivamente por la profesora María Caballero, de la Universidad de Sevilla y del profesor John Wauck, de la Santa Cruz. En el ámbito del Congreso, el lunes por la tarde se ha presentado el libro de Armando Fumagalli Creatività al potere. Da Hollywood alla Pixar (passando per l’Italia) [Creatividad al poder. De Hollywood a Pixar (pasando por Italia)], y el martes por la tarde se presentará la muestra "Ninguno genera si no es generado: al descubrimiento del Padre en Homero, Dante, Tolkien", organizada con la colaboración de la Fraternidad de San Carlo.

------ANCHE IN:

- GLORIA.TV: it.gloria.tv/?media=433632

- CATHOLIC.NET: http://es.catholic.net/familiayvida/154/294/articulo.php?id=57933

- FORMICHE: (Italiano) http://www.formiche.net/2013/04/22/la-figura-del-padre-nella-serialita-televisiva/

- 10/144 - AGENZIA ZENIT www.zenit.org 23/04/2013

argomento Attività interne

www.zenit.org/it/articles/la-figura-paterna-nella-eta-dell-oro-della-tv

La figura paterna nella "età dell'oro" della TV

La figura del padre nella serialità televisiva è stata l’ultima conferenza del ciclo sul tema “Poesia, comunicazione e cultura”, promosso ogni due anni dalla facoltà di comunicazione della PUSC.

La conferenza punta ad offrire uno studio della paternità così come è rappresentata nelle serie televisive più popolari, in particolare per quanto riguarda il ruolo del padre nella famiglia, l’assenza della figura paterna, il rapporto tra padre e figli.

La sessione di ieri è iniziata con la presentazione della “età dell’oro” della fiction televisiva, a cura del professor Alberto Nahum García, dell’Università di Navarra. Di seguito è intervenuta la giornalista del TG3 e scrittrice Costanza Miriano, madre di quattro figli, che ha parlato del ruolo del padre nella famiglia, mentre Alberto Fijo, direttore del quotidiano Fila Siete e caporedattore di Acerensa, ha analizzato tre serie televisive britanniche: Dowtown Abbey, Luther e The Hour.

Padre John Wauck, professore di comunicazione istituzionale alla PUSC, tra i moderatori della conferenza, ha spiegato a ZENIT che il tema di quest’anno è stato scelto, in parte, per “attirare l’attenzione sul notevole ruolo che la paternità gioca in molti programmi televisivi di oggi”.

Come università pontificia, ha spiegato il docente, “siamo interessati in primo luogo alle questioni teologiche e, spesso, anche antropologiche, filosofiche e morali. In un ambiente accademico, troppo spesso ci dimentichiamo che non è necessariamente nei libri di testo o nelle aule che questi temi vanno sviluppati”.

Alcuni dei relatori della sessione di oggi (ieri, ndt), ha proseguito, hanno notato come “stiamo attraversando una ‘età dell’oro’ della televisione, nella quale ci permettiamo il lusso di un’enorme quantità di tempo per raccontare storie assai lunghe e complicate con una tecnologia che ora è quasi alla pari con la tecnologia usata nei film. In termini di qualità, la differenza tra televisione e cinema, si è quindi ridotta”.

A differenza dei film, ha osservato padre Wauck, che di solito hanno una durata limitata intorno alle due ore, le serie televisive sono in grado di approfondire questioni complesse riguardanti la vita e l’esistenza, nel corso di svariate ore. “Questioni di identità e di paternità, il rapporto tra padri e figli, le questioni etiche che coinvolgono l’esercizio dell’autorità genitoriale, la reazione dei figli alla presenza o all’assenza del padre, i vari difetti o mancanze dei padri stessi: tutte queste tematiche possono essere trattate in modo più approfondito in queste lunghe serie televisive, che non in un film che deve sintetizzare tutto in un paio d’ore”. “La saga di una famiglia è difficile da rappresentare in appena due ore, mentre in queste serie televisive è possibile ed è ciò che tu vedi”.

L’obiettivo della conferenza della facoltà di comunicazione di quest’anno non è quello di offrire una soluzione ai problemi della famiglia ma ad identificarne la crisi dal punto di vista della televisione. “Spesso in molte serie televisive il problema è l’assenza di un padre o un padre che è, in un certo senso, inadeguato. Cercare padri perfetti sta diventando molto difficile nel mondo della TV di oggi. Una delle relazioni presentate oggi ha a che fare con il papà de La casa nella prateria ma è stato necessario tornare indietro a quei tempi per riscontrare una tale figura paterna”. “Molte delle figure paterne che troviamo nelle serie televisive di oggi sono profondamente difettose, quando sono presenti”, ha detto padre Wauck, osservando come “talvolta la vera storia della paternità in una serie è l’assenza del padre, così come avviene nella società in generale”.

Sebbene la maggior parte degli spettacoli televisivi presi in esame siano britannici o statunitensi, i relatori sono quasi esclusivamente spagnoli o italiani. “C’è una dimensione assai internazionale in questa conferenza – ha detto padre Wauck – non solo per il fatto che i relatori vengono da vari paesi ma anche per le diversità culturali tra questi ultimi e i programmi che vengono analizzati. I relatori sono quindi in grado di guardare alle serie televisive americane con un occhio un po’ diverso da quello di un commentatore americano”.

Lo studioso ha anche trovato significativo che uno dei relatori, Costanza Miriano, ha affermato di non avere tempo di guardare la televisione. “Quest’ultimo è un punto di cui vale la pena tenere conto, in una conferenza come questa, perché suscita una domanda: se i genitori non hanno il tempo di vedere i programmi in cui si parla di genitorialità, allora chi è li guarda? Probabilmente non sono visti da persone con figli”.

- 11/144 - AGENZIA ZENIT www.zenit.org 23/04/2013

argomento Attività interne

www.zenit.org/it/articles/la-figura-paterna-nella-eta-dell-oro-della-tv

- 12/144 - ROMA SETTE www.romasette.it 23/04/2013

argomento Attività interne

http://www.romasette.it/modules/news/article.php?storyid=10262

Cultura e Società: Quale "padre" nelle serie tv?

di Christian Giorgio

Analizzare la figura del padre nell'età dell'oro delle serie televisive. Questo l’obiettivo al centro dei due giorni di convegno organizzati dalla facoltà di Comunicazione sociale della Pontificia Università della Santa Croce per il 22 e 23 aprile. «Quello di Francesco è un pontificato focalizzato sulle periferie - ha esordito il rettore, monsignor Luis Romera -. Ciò che dobbiamo fare è esplorare il lontano da noi, conoscerlo. Le serie tv ci avvicinano, per prime, a queste realtà e tramite esse riusciamo a capire come, nel contesto postmoderno, stia cambiando il modo di raccontare la famiglia e in essa la figura del padre». Il retroterra culturale su cui si basa la nuova generazione di fiction, soprattutto di stampo anglosassone, è quello che parte dagli anni '90 e che arriva ai nostri giorni mutando stereotipi e racconti. È quello della decostruzione valoriale all'interno della quale, ha continuato il rettore, «il rischio di interpretare il concetto di libertà in termini di autonomia è alto. In questo senso, la figura del padre è a rischio perché è quella che trasmette i valori, che ci fa confrontare con coraggio con noi stessi rendendoci liberi. Quando si confonde la paternità con il paternalismo, quindi, si mette in crisi la dimensione che rende possibile la libertà»

Un tranquillo professore di chimica, padre di famiglia e marito perfetto scopre un giorno di essere malato di cancro. C'è poco tempo, vuole lasciare qualche soldo alla famiglia e così decide di produrre droga sintetica. È la migliore di tutto il sud America. Il timido professore diventa presto uno spietato trafficante, sempre più avido e lontano dalla famiglia che voleva aiutare. Si tratta della sinossi di “Breaking Bad”, serie tv americana nata nel 2008 e giunta alla sua ultima stagione. L'ha citata, nel suo intervento, Alberto Nahum Garcìa, docente di Comunicazione audiovisiva all'università di Navarra. «L'esempio è lampante - ha detto lo studioso -; l'ambiguità morale viene sempre di più usata dagli sceneggiatori per interessare lo spettatore. Al punto di andare ad intaccare una figura che, fino agli anni 70, veniva considerata un totem della narrazione cinematografica e televisiva, quella del padre». Diverse sono le serie tv che giocano in questa zona grigia, proponendo figure ai limiti dell'accettazione etica da parte della coscienza dello spettatore. “I Soprano” e “Dexter” su tutte. In questi casi «i personaggi sono tecnicamente cattivi - ha indicato Garcìa -, ma ci portano ad avere empatia nei loro confronti. Siamo di fronte a nuovi modi di concepire storie e di strutturarle in un contesto che, per diversi motivi, non ha più nulla da invidiare al cinema».

Ma sono i prodotti culturali ad influenzare le persone e i comportamenti o viceversa? A una delle domande più difficili, non solo in campo sociologico ma anche per quello che attiene la vita quotidiana, ha cercato di rispondere la giornalista Costanza Miriano. «I messaggi che provengono dai modelli culturali che conosciamo ci indicano, sempre di più, una perfetta sovrapponibilità dei ruoli di padre e madre. Maschio e femmina tendono a uniformarsi nell'educazione dei figli, producendo la perdita dell'identità familiare che abbiamo sempre conosciuto».

Poco preoccupato delle ripercussioni sociali dei nuovi modelli narrativi delle fiction è sembrato invece Alberto Fijo, direttore della rivista di critica cine-televisiva spagnola Fila Siete. «La post-modernità offre molte occasioni; tra queste - ha osservato Fijo - quella di tuffarsi in una vertigine della narrazione che permette di sperimentare e di allontanare la paura del silenzio che oggi opprime l'uomo». In questo senso la figura paterna, soprattutto nella fiction anglosassone, ha concluso Alberto Fijo, «è più una risorsa che un argomento nella trama. È la figura che permette di unire il puzzle disgregato di una storia che è quella narrata dal postmodernismo».

- 13/144 - AVVENIRE www.avvenire.it 24/04/2013 argomento Attività interne

“La fiction Made in Italy ha buoni padri”

***Segue il testo in originale

- 14/144 - Lettori: 385.000 24-APR-2013 Diffusione: 107.541 Dir. Resp.: Marco Tarquinio da pag. 25 RADIO VATICANA www.radiovaticana.org 25/04/2013

argomento Attività interne

! http://it.radiovaticana.va/news/2013/04/25/la_figura_del_padre_nelle_fiction_tv_analizzata_in_un_convegno_all/it1 -686213

La figura del padre nelle fiction tv analizzata in un Convegno alla Santa Croce

Si è concluso nei giorni scorsi, presso la Pontificia Università della Santa Croce, il Convegno della Facoltà di Comunicazione su “La figura del padre nella serialità televisiva”. Per due giorni, un gruppo di esperti si è confrontato per offrire uno studio su come la paternità viene rappresentata nelle serie televisive più popolari, a partire da quale sia il ruolo del padre nella famiglia, la sua presenza o assenza e il suo rapporto con i figli. Il servizio di Carla Ferraro:

Ad aprire i lavori, il rettore dell’Università, mons. Luis Romera, che ha offerto un suo spunto di riflessione sul rapporto del Padre con la modernità: “La figura del padre, che potrebbe essere interpretata come una minaccia alla libertà, è invece la figura di chi apre lo spazio della libertà perché il padre, il padre autentico, ci dà la vita, perché il padre trasmette un’educazione dell’umano, che ci aiuta a crescere umanamente. E’ la figura di chi ci protegge e quindi ci fa sentire sicuri dinanzi alle sfide della libertà ed è anche la persona che sa esigere che noi ci confrontiamo con la nostra libertà e quindi in questo modo possiamo andare incontro alla grande alla bella esperienza di essere liberi”.

Mons. Romera ha poi proseguito citando la catechesi del Papa emerito Benedetto XVI del 30 gennaio scorso, in cui spiega la paternità di Dio partendo da quella umana: “Il Papa in questa catechesi ha affrontato il tema, bellissimo argomento, di Dio padre, di Dio padre onnipotente. Ci fa capire, all’inizio del suo intervento, come sia difficile a volte oggi parlare di paternità di Dio proprio perché siamo in una società nella quale vediamo la figura del padre con meno luce, con più difficoltà, per tanti motivi che il Papa elenca in maniera succinta ma molto acuta. La cosa bella del discorso del Papa è che, riconoscendo la difficoltà di oggi di parlare della figura del padre, dice tuttavia che la Sacra Scrittura, e concretamente già il Vangelo, ci permettono di ascoltare direttamente da Dio cosa sia essere padre e riscoprire la paternità di Dio e magari riscoprendo la paternità di Dio riscoprire anche la paternità umana”.

Gli aspetti peculiari che contraddistinguono le serie televisive italiane e il modo in cui esse rappresentano la figura del padre sono stati spiegati dal prof. Armando Fumagalli, direttore del Master universitario in Scrittura e produzione per la fiction e il cinema: R. – In generale, si parla molto bene delle serie americane fra i critici e male di quelle italiane. Invece, secondo me, la cosa buona di essere italiane è che c’è un certo pluralismo mentre nelle serie americane è molto frequente avere figure molto negative del padre, famiglie molto disgregate, dove la figura del padre viene vissuta quasi più per assenza. In Italia, ci sono alcuni esempi positivi come le serie di “Don Matteo” col maresciallo Cecchini, o “Che Dio ci aiuti”, che in teoria parla di una suora ma in realtà c’e lì una figura di un padre che deve recuperare il ruolo paterno nei confronti di un bambino e secondo me si è riusciti a trattare bene questo tema della paternità.

D. – Quali sono i valori che vengono veicolati mediante le fiction televisive in Italia? R. – Grazie al cielo, in Italia c’è una certa pluralità e c’è anche spazio – cosa che non avviene in altri Paesi – per fiction a contenuto religioso. In questi giorni, esce nelle librerie un mio volume che si chiama “Creatività al potere”, in cui cerco di far vedere come moltissimo dipenda dalla sensibilità della cultura dei creativi i quali, a partire dalla loro specifica sensibilità ed esperienza personale, raccontano poi le grandi storie che arrivano a milioni, decine di milioni, anche centinaia di milioni, di persone in tutto il mondo. Si possono raccontare storie che hanno conflitto, hanno dramma, hanno quindi interesse, in cui non è che non succeda niente, ma nello stesso tempo danno anche una visione della famiglia non malata, non ideologicamente e aprioristicamente negativa o pessimista. Ovviamente questo non è facile, bisogna anche riflettere. E noi, come cristiani, dobbiamo riflettere su come riuscire a raccontare le cose in modo interessante, attraente, coinvolgente e non banale.

- 15/144 - AGENZIA SIR www.agensir.it 29/04/2013

argomento Attività interne

www.agensir.it/sir/documenti/2013/04/00260971_teologia_pont_univ_santa_croce_un_simposi.html

Teologia: Pont. Univ. Santa Croce, Un simposio su Ratzinger e Peterson

“Joseph Ratzinger ed Erik Peterson. Due itinerari teologici”. È il titolo del simposio che si terrà il 2 maggio, a partire dalle ore 15, alla Pontificia Università della Santa Croce (piazza Sant’Apollinare, 49) su iniziativa della Pontificia Academia Theologica, della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI e della Fondazione Benedetto XVI (Ratisbona).

L’evento sarà introdotto dalla “lectio” di Thomas Söding, dell’Università di Bochum, su “La Sacra Scrittura nella Chiesa cattolica. Sul dialogo teologico di J. Ratzinger con E. Peterson”. Saranno inoltre presentate due comunicazioni, rispettivamente da parte di Albert Gerhards, dell’Università di Bonn, su “Il nodo teologico ed ecclesiologico della liturgia”, e di Hanna-Barbara Gerl-Falkovitz, dell’Università di Dresda e di Vienna, su “Il problema del confronto con la cultura secolare”.

A fare gli onori di casa, il vice gran cancelliere dell’Università, monsignor Fernando Ocáriz, affiancato da monsignor Manlio Sodi, presidente dell’Academia Theologica, che introdurrà i lavori, e da monsignor Stephan Heid, del Römisches Institut der Görres-Gesellschaft, come moderatore. La giornata si concluderà con un atto accademico per il conferimento del diploma di emeritato a monsignor José Luis Illanes, direttore dell’Istituto Storico San Josemaría Escrivá, che terrà la “lectio magistralis” dopo la “laudatio” di monsignor César Izquierdo, dell’Università di Navarra.

------ANCHE IN:

- ZENIT: www.zenit.org/it/articles/joseph-ratzinger-ed-erik-peterson-due-itinerari-teologici

- 16/144 - ACEPRENSA www.aceprensa.com 30/04/2013

argomento Attività interne

http://www.aceprensa.com/articles/nostalgia-del-padre/

Nostalgia del padre

Cristina Abad Cadenas 30. Abr. 2013

Las series televisivas son hoy las ficciones más influyentes, continuación de los grandes relatos de la literatura popular. Por eso es interesante ver cómo reflejan los distintos papeles en la familia. En un mundo en que la figura del padre está hoy más desvaída, la imagen que nos dan de él las series refleja y provoca también este cambio.

Vivimos la edad de oro de la ficción televisiva. Nunca hasta ahora se había producido tal eclosión de series de televisión y, lo más curioso, en muchos casos sin televisor y sin serialidad en el visionado. Internet se ha convertido en el catalizador, capaz de acelerar, inducir y propiciar la creación y la recepción de las historias de siempre.

Porque, ¿qué son al fin y al cabo las series sino la continuación de los grandes relatos de la literatura popular que han fascinado al público desde los albores de la humanidad? Nos gusta que nos cuenten historias porque nos gusta que nos cuenten nuestra propia historia.

Personalidades del mundo académico, creativos de series y apasionados de la ficción televisiva han discutido sobre la figura del padre en la ficción seriada, en el marco de un congreso celebrado en la Pontificia Universidad de la Santa Cruz de Roma (PUSC) entre los días 22 y 23 de abril.

No podemos saber qué pensaría Aristóteles del detective Kurt Wallander, personaje creado por el escritor sueco Henning Mankell y protagonizado por Kenneth Branagh para la serieWallander de la BBC, expresión del género “nordic noir”. Según el profesor Juan José García-Noblejas, el estagirita reconocería las reglas de la mímesis que estableció en suPoética: “La actividad de mimetizar es propia de la naturaleza humana, porque en ese proceso aprendemos a conocer, también a conocer el mal”.

“Wallander –explica el profesor de Teoría General de la Comunicación de esta Universidad– es un buen policía pero no es buen hijo, ni buen esposo, ni buen padre. Tiene un gran desconcierto respecto de la sociedad en la que vive y se esfuerza en batallar por la piedad respecto de su padre y busca ser acreedor de honor por parte de su hija, las dos grandes tendencias de la ética social”.

“Mad Men”, “Breaking Bad” e “In Treatment” tienen en común la crisis de la edad del personaje principal que lleva o comienza una doble vida

Fronteras borrosas ¿No es acaso esta nuestra propia historia? Costanza Miriano, periodista de la RAI y escritora, pone el dedo en una de nuestras llagas contemporáneas: “Las fronteras entre el bien y el mal se vuelven borrosas, también los roles padre- madre tienden a uniformarse. Antes la madre protegía y el hombre marcaba el camino. Hoy no hay jerarquía interna, ni autoridad”.

Y el director de la revista de crítica cinematográfica y televisivaFila Siete y profesor del Centro Universitario Villanueva,Alberto Fijo, como el cirujano que entra en el quirófano, examina esas manifestaciones de la enfermedad a la luz de un texto de Juan Orellana: “Una de las características evidentes de nuestra civilización posmoderna es el cambio de rol de la figura paterna, o más bien su progresiva disolución y difuminación”.

Para concluir, Mons. Luis Romera, rector de la PUSC, con un diagnóstico de disfunción: “Según Bauman, la autonomía da derechos que no podemos vivir de hecho porque el ser humano no es autónomo. El padre es la figura que da la vida, que protege, que trasmite el gran valor de lo humano: el que abre el espacio de la libertad. Cuando se cae en el paternalismo o en el autoritarismo, entra en crisis”.

En ese arco de posibilidades y en la ausencia del padre encontramos a muchos de los protagonistas de la ficción televisiva actual.

Paternidades periféricas y vicarias Fijo ve la figura del padre en las series como recurso más que como tema, como pilar sobre el que se construye las aventuras del “héroe”, en particular en la serialidad británica contemporánea. - 17/144 - ACEPRENSA www.aceprensa.com 30/04/2013

argomento Attività interne

http://www.aceprensa.com/articles/nostalgia-del-padre/

Downton Abbey, Luther, The Hour tienen en común ser series “vivas”, emitidas en abierto por cadenas públicas y con guionistas británicos que han dado el salto al cine. “Ese héroe es el hijo que no tiene padre o que ha perdido la relación con él o que la tiene, pero tremendamente desvirtuada –asegura–. Matthew Crawley y John Luther no tienen padre. Freddie Lyon lo tiene pero se trata de lo queda de un padre”.

“Paternidad periférica hay, y mucha, en The Hour –continúa–. Freddie Lyon pierde tres padres (el suyo, Clarence y Lord Elms), juguetes rotos en un guiñol donde los que manejan los hilos son personajes por así decirlo sin familia, absolutamente consagrados a la maquinación. El protagonista de Luther no se hace a la idea de estar sin su mujer. Esquizoide, abrumado por el mal, se enfrenta a él y se rompe, porque no tiene donde reponerse. Su refugio, su medicina, será cuidar de los demás, en una suerte de paternidad vicaria: hacer las veces de padre de gente que o no lo tiene o lo ha eliminado de su vida”. “Robert y Matthew, las figuras paternas en Downton Abbey, son la tradición, en dos estadios evolutivos. La modernidad les afecta, una modernidad que rebota en el frontón femenino. Celos, lealtad, soberbia, venganza, perdón se ponen en marcha con el concurso de personajes masculinos que el guionista Julian Fellowes modela con mucha habilidad, convirtiéndolos en reactivos que hacen cambiar a las mujeres”.

El protagonista de “Luther” hace las veces de padre de gente que o no lo tiene o lo ha eliminado de su vida

El padre que cae Precipitándose como esposos y padres, y con gran sentimiento de culpabilidad, tenemos a los personajes principales de las series de cable estadounidenses. Según Paolo Braga, profesor de la Università Cattolica del Sacro Cuore, Mad Men, Breaking Bad e In Treatment tienen en común que se transmiten por canal de pago, tienen un padre por protagonistas y están basados en un esquema dramático común: la crisis de la edad del personaje principal que tiene o comienza una doble vida. En el origen de esta fórmula encontramos Los Soprano (HBO, 1999). Más atrás toda una tradición de ficción televisiva basada en la crisis existencial que bebe de un patrimonio de la literatura contemporánea, “de Salinger a Carver y Cheever, a través de Miller y Mamet”.

“Mad Men no es una serie enteramente dedicada al tema de la paternidad –dice Paolo Braga–, pero esta cuestión se encuentra cerca del corazón de la historia”. “Don Drapper es un padre desprovisto de puntos de referencia. Un hombre que tiene una hermosa familia y éxito en el trabajo, pero que está cayendo en picado”, como bien expresa la presentación del personaje en caída libre desde un rascacielos de Madison Avenue. La serie trata de las expectativas: “El choque entre lo que quiero y lo que quieren de mí”. La publicidad es la concreción en la serie de expectativas metafóricas de los demás y el humo de los omnipresentes cigarrillos simboliza esta tensión no resuelta entre las expectativas internas y externas.

Mr. White, de Breaking Bad, es un profesor de química que sabe que sufre de cáncer, y comienza a producir drogas sintéticas en secreto para ganar dinero y apoyar económicamente a su familia cuando muera: “una mezcla entre Mr. Chips y Scarface”. “La cuestión de fondo es: ¿hasta dónde se puede caer en la transformación de un personaje? La serie explora el tema de la responsabilidad moral. Para ser más precisos, el tema de las consecuencias de una conducta inmoral”.

El psicoanalista Paul Weston de In Treatment es un profesional serio, convencido de la utilidad de su trabajo, una persona equilibrada con una esposa hermosa y a su altura, un padre que sabe cómo hablar con sus hijos, y que en la primera temporada asiste al propio derrumbe de esa autoimagen positiva y a la pérdida del sentido de la ética.

Sin embargo, como espectadores podemos empatizar con los tres. “La estrella de Mad Men hace cosas equivocadas, no es un moralista pero tiene un sentido moral parcial, vive en un malestar existencial del que es consciente”, sobre todo en momentos de soledad. “Mr. White ama a su familia. Lo que hace, lo hace por ellos. Y despierta en el espectador la admiración, la compasión, el amor y la esperanza de redención”. “Paul Weston, a pesar de la caída de la existencia, es un buen profesional, hay repercusiones de su trabajo que hacen comprensible su disolución como psicoanalista. Actúa mal pero es consciente de estar equivocado”.

¿Por qué enganchan las series? Alberto Nahum García, profesor de Comunicación Audiovisual en la Universidad de Navarra, alude a cinco factores que explican por qué enganchan las series.

En primer lugar, la distribución marcada por la globalización, que ha servido para extender contenidos de calidad. “Medio mundo amaneció antes para ver en directo el final de Lost. Hablamos de la TV como la caja tonta, pero en - 18/144 - ACEPRENSA www.aceprensa.com 30/04/2013

argomento Attività interne

http://www.aceprensa.com/articles/nostalgia-del-padre/

realidad es una caja muy lista que se ha emancipado y ya no necesita de un único receptor”.

En segundo lugar, el producto, que ha experimentado un salto de calidad. “Se han roto las fronteras entre TV y cine. Hay una gran tradición, sobre todo en EE.UU., donde cada vez más cineastas y actores maduros se pasan a la TV”.

También, la ambientación temática, marcada por una “ambigüedad, un gris moral” (Breaking Bad, The Shield), que reta constantemente nuestra conciencia, a lo que contribuye la ‘libertad’ del cable (más violencia, más sexo), la posibilidad de ahondar temporalmente en conflictos que requieren tiempo, y de tratar cuestiones políticas, como vemos enHomeland, 24, The Americans.

Por último –señala García–, la sofisticación de las historias, para lo que las series se han convertido en campo ideal de guionistas (posibilidad de contar la historia a fuego lento, como en Fringe; o de tener 25 minutos para hablar, como enIn Treatment), incluso volviendo sobre sí misma hasta “romper la cuarta pared”. Y las narrativas trasmedia, en las que el espectador es actor y creador, reina y gobierna: ve la serie cuando quiere, la deja, habla sobre ella, etc.

Alberto Fijo da un paso más. “Vivimos la edad de oro de la ficción seriada televisiva, con unos niveles de escritura, realización y diseño de producción nunca vistos. Pero, como decía Joubert, ‘los primeros poetas o los primeros autores volvían sabios a los locos. Los autores modernos buscan volver locos a los sabios’. Basta asomarse a buena parte de la producción del cable norteamericano para extender un cheque en blanco a Joubert. Se multiplican los relatos que buscan desesperadamente la atención de los productores, que, a su vez, se las ingeniarán para ganarse la fidelidad de un espectador que no es el espectador que hemos conocido hasta el año 2000, sino lo que llamaremos el espectador posmoderno, el espectador-seguidor, que se ha quitado el yugo de los programadores de TV y consume series en Internet. Es el espectador que ha soltado el mando y ha empuñado el ratón o levantado el índice para descargarlo sobre la pantalla del iPad”.

Las series no son la vida Recogiendo la llamada de atención de Roger Silverstone sobre el “peligroso trasvase” entre el mundo de los medios y nuestro mundo, García-Noblejas concluye algo evidente pero no por ello recordado: que el mundo de la ficción televisiva no coincide con nuestro mundo real.

Es preciso “reconocer la fragilidad y porosidad de nuestra frontera”, que se debe –según Silverstone– a que “las infinitas pequeñas historias de los medios sustituyen a las grandes narraciones del mundo: las ideologías, las filosofías, las religiones”.

Con frecuencia nos identificamos con los personajes, como personas de referencia para nuestro mundo real. Y esto, explica el profesor, es un error. “La ética está en la capacidad de comprender los principios de acción que el hombre tiene. No siempre vale la identificación final con los personajes, porque éstos no tienen en sí mismos los principios de las acciones, que de ordinario vienen con las historias que incluyen a esos personajes”.

Saber contar buenas historias Llegados a este punto, ¿es misión del cine o de la televisión transmitir valores? Alberto Fijo lo tiene claro: “El cine está para narrar y la ficción seriada también, no para transmitir valores”, además de que “no creo en los valores sino en las virtudes”. “En The Good Wife, hay pocos valores y sin embargo es interesantísimo el modo de abordar la cuestión de la paternidad. Lo importante es procurar la formación de la gente y saber cuándo está preparada para ver determinada cosa”.

Costanza Miriano apostilla: “Me preocupa enormemente el problema de la estupidez. Creo que la inteligencia es tan importante como la verdad. Yo no tengo tiempo de ver series, creo que la única que me ha enganchado ha sido The Newsroom. No puedo estar de acuerdo con lo que veo pero no por ello resulta poco instructivo”. “Realmente –añade Fijo– un niño expuesto a algo aparentemente inocuo como Disney Channel muchas horas al día puede caer en la estupidez”.

Armando Fumagalli, profesor de la Universidad Católica del Sacro Cuore de Milán y consultor de guiones para la productora Lux Vide, que presentó su libro Creatividad al poder. De Hollywood a Pixar (pasando por Italia), puso algunos ejemplos que ponen de manifiesto las posibilidades de conciliar el conflicto dramático con una visión positiva de la paternidad.

En particular mencionó la miniserie sobre Ana Karenina, en la que se da relieve a todas las historias, y se recupera la importancia como contrapeso de la pareja Levin-Kitty. Habló también de tres series de éxito en Italia donde priman - 19/144 - ACEPRENSA www.aceprensa.com 30/04/2013

argomento Attività interne

http://www.aceprensa.com/articles/nostalgia-del-padre/

buenas figuras paternas: Don Mateo, Que Dios nos ayude y Me he casado con un policía.

En busca de la catarsis La cuestión de fondo es que muchas de las series mencionadas “muestran y al mismo tiempo ponen en tela de juicio el desequilibrio vital que supone centrarse en las responsabilidades de la ocupación profesional, cuando esto sucede en detrimento de la vida familiar”, comenta el profesorGarcía-Noblejas. “Ofrecen una salida a la misma situación que retratan, que apunta hacia el principio moral de hacer bien el bien, o de hacer lo que se tiene que hacer y hacerlo bien”.

Es lo que sucede, por ejemplo, con Wallander. “Nos enfrentamos a un mundo contextual con un estilo de vida que en principio podría parecer envidiable pero que constituye un estado de cosas muy críticamente explorado y juzgado por los profesionales que idearon y produjeron estas series”.

“Han sido sus respectivos públicos nacionales, añade, quienes –viviendo como ciudadanos en un contexto semejante al realísticamente dramatizado–, no solo han convertido unosbestsellers (como los de Mankell) en blockbusters, sino que también han convertido en un acontecimiento social las series producidas por Danmarks Radio (DR), la televisión pública danesa, concebidas como provocación al debate acerca de los asuntos cívicos presentados, sin dejar de ser un entretenimiento de calidad”.

Hay en los personajes del “nordic noir” –concluye el profesor de la PUSC– una especie de nostalgia, es decir, de sentido de ausencia de un patria, una familia y unos amigos, que no están en ninguna arcadia feliz del pasado, sino que se encuentran en un futuro deseado y que se ha de traer al presente para que las cosas no continúen siendo lo que ahora son: el tono ético-político y estético con que su vida llega al espectador dice: “nuestra realidad es así, pero no queremos o no quisiéramos que siguiera siendo así para nuestros hijos”. “En este sentido, son catárticas”. “Siguen –añade Paolo Braga acerca de las tres series citadas por él con anterioridad– una narración lineal claramente trágica, una forma de contar historias que enseña a través de la negación”.

Ejemplos de esta catarsis han sido expuestos tanto en ponencias como en comunicaciones a lo largo del congreso sobre “La figura del padre en la serialidad televisiva” con títulos como “Fringe, desesperación y redención de un padre”, “Los Soprano. El conflicto de vincular dos mundos irreconciliables: el crimen y la vida familiar”, “La catarsis incompleta de Father&Son” o “¿Un sicario nace o se hace? Claves narratológicas del éxito de la webserieThe Confession”.

- 20/144 - CATHOLIC.NET www.catholic.net 01/05/2013

argomento Attività interne

es.catholic.net/laiglesiahoy/noticias.php?id=45711

De Benedicto a Francisco, los treinta días que cambiaron la Iglesia

Qué todo lo que sucede en el cónclave sea secreto, es sabido, entretanto que pasó en este período, cómo nació y se reforzó la candidatura del papa Francisco. Desde la renuncia de Benedicto XVI el 11 de febrero al 13 de marzo, elección del papa Bergoglio, la Iglesia cambió, pasando por un inusitado período de sede vacante, con papa un emérito, y la elección de un papa latinoamericano buscado en un país “en el final del mundo”. El libro escrito por el vaticanista argentino Andrés Beltramo, de la agencia de noticias Notimex y de Vatican Insider; y del periodista colombiano, César Mauricio Velásquez, ex embajador colombiano ante la Santa Sede, analiza indicios, noticias y hechos e intenta dar respuestas.

El libro editado por Planeta indica que en el pre cónclave, o sea durante las Congregaciones Generales de los cardenales, las noticias que llegaron a los medios de prensa sobre presuntas o reales divisiones, reafirmaron la convicción entre los cardenales de la necesidad de no votar ni a un italiano ni a un europeo, por lo que algunos cardenales, africanos, asiáticos, latinoamericanos y estadounidenses desde el inicio votaron por Bergoglio. Andrés Beltramo Álvarez era uno de los cuatro periodistas que seguían en la Sala de Prensa de la Santa Sede el Consistorio en que se pensaba se anunciarían solamente algunas canonizaciones. Y relata, en una crónica completa y a flor de piel, los momentos históricos desde el mismo instante de la renuncia - que vivió en primera persona- hasta la elección de Jorge Mario Bergoglio en la Capilla Sixtina.

César Mauricio Velásquez, ex embajador ante la Santa Sede, narra algunos de sus encuentros y diálogos personales con el papa Benedicto XVI y desarrolla los temas fundamentales de su pontificado, así como las causas de su renuncia y el futuro de la Iglesia con el nuevo Papa Francisco. Constituye una vivencia directa del pontificado de Benedicto XVI, el papa de las grandes decisiones, y de los asombrosos hechos que terminaron con la “fumata” blanca y la posterior aparición, ante el mundo, del primer pontífice latinoamericano. Un relato organizado en cuatro capítulos, 225 páginas, 23 fotografías, publicado por Editorial Planeta en Colombia y que será distribuido en diferentes países de América Latina.

César Mauricio Velásquez.- Periodista de la Universidad de La Sabana. Redactor político de radio, prensa y televisión. Fue presidente del Círculo de Periodistas de Bogotá. Secretario de prensa de la Presidencia de la República de Colombia durante el gobierno de Álvaro Uribe Vélez y embajador de su país ante la Santa Sede entre 2010 y 2012.

Andrés Beltramo Álvarez.- Licenciado en Ciencias de la Comunicación por la Universidad Popular Autónoma del Estado de Puebla (México). Especializado en periodismo religioso por la Pontificia Universidad de la Santa Cruz de Roma. Es corresponsal ante la Santa Sede de la agencia mexicana NOTIMEX y de La Red, estación de radio de Argentina. Escribe para el diario italiano La Stampa de Turín, en su sitio Vatican Insider y mantiene el blog Sacro&Profano.

------ANCHE IN:

- DIARIO CORREO: http://diariocorreo.pe/opinion/noticias/4546523/columnistas/treinta-dias-que-cambiaron-la-iglesia

- 21/144 - L’OSSERVATORE ROMANO www.osservatoreromano.va 01/05/2013

argomento Attività interne

www.osservatoreromano.va/portal/dt?JSPTabContainer.setSelected=JSPTabContainer% 2FDetail&last=false=&path=/news/cultura/2013/100q13-Un-incontro-sorprendente-Joseph-Ratzinger-e.html&title= Così diversi e così vicini &locale=it

Così diversi e così vicini

Il 2 maggio a Roma, alla Pontificia Università della Santa Croce, si svolge il convegno «Joseph Ratzinger ed Erik Peterson. Due itinerari teologici», dies academicus della Pontificia Accademia Teologica organizzato in collaborazione con la Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger - Benedetto XVI e con la Fondazione Benedetto XVI di Ratisbona. La giornata approfondirà — spiega Manlio Sodi, presidente della Pontificia Accademia Teologica — «tre grandi temi che appaiono particolarmente rilevanti ai fini di un confronto tra i percorsi teologici di Peterson e Ratzinger. Si tratta della teologia biblica, della teologia della liturgia e di quella riflessione sulla cultura secolare che si colloca tra l’antropologia teologica e la filosfia cristiana della storia».

Afferma Thomas Söding nel suo intervento: “L’incontro di Joseph Ratzinger con Erik Peterson è sorprendente. Gli elementi di contrapposizione biografica e teologica non potrebbero essere maggiori”. A dividere i due è lo spazio di una generazione, con tutti i suoi drammi. L’uno si è convertito al cattolicesimo in un’epoca caratterizzata dai cosiddetti pontificati piani, l’altro ha lasciato una sua documentabile traccia nei testi del concilio Vaticano II. Peterson è un outsider. Joseph Ratzinger è invece decisamente un insider. Peterson è uno spirito mosso dall’inquietudine, Ratzinger è invece un esteta, un contemplativo; entrambi hanno però criticato in termini costruttivi la teologia del proprio tempo: Peterson quella evangelica, Ratzinger quella cattolica. Peterson ha scritto un’ecclesiologia dominata dalla prospettiva escatologica, Ratzinger invece un’ecclesiologia che vive di un’anima eucaristica. A prevalere nell’opera di Peterson è la prospettiva apocalittica, connotata in particolare dalla categoria della riserva escatologica; in quella di Ratzinger prevale invece l’elemento giovanneo in cui convergono in forma simbiotica la presenza della salvezza e il suo futuro.

E probabilmente sono state proprio certe differenze a destare l’interesse di Joseph Ratzinger per Erik Peterson.

- 22/144 - AGENZIA ZENIT www.zenit.org 06/05/2013

argomento Attività interne

www.zenit.org/es/articles/cardenal-ouellet-un-obispo-debe-promover-la-santidad-de-sus-fieles

Cardenal Ouellet: ''Un obispo debe promover la santidad de sus fieles''

El arzobispo de Burgos, Francisco Gil Hellín, ha presentado esta mañana en la Universidad de la Santa Cruz en Roma, el volumen Sinopsis del Decreto Conciliar Christus Dominus, sobre el ministerio episcopal. El libro es la octava publicación de una serie dedicada a las Sinopsis de los documentos del Concilio Vaticano II publicada por la Editorial Santa Croce. Los volúmenes escritos anteriormente por el arzobispo han sido sobre los siguientes documentos conciliares: Dei Verbum, Lumen Gentium, Presbyterorum Ordinis, Gaudium et Spes, Sacrosanctum Concilium, Unitatis Redintegratio y Dignitatis Humanae.

El encuentro ha comenzado con el saludo y bienvenida del rector de la Universidad, monseñor Luis Romera, que ha mencionado el "evidente valor científico" de la obra y ha señalado que estamos viviendo un momento de renovación en el que se nota la acción del Espíritu Santo. Tras estas palabras ha dado paso al cardenal Ouellet, prefecto de la Congregación para los Obispos.

El cardenal ha reconocido el intenso trabajo que ha supuesto este volumen que "es indispensable para estudiosos ya que en un único volumen se recogen las intervenciones de los padres conciliares". Ha señalado también la importancia de realizar sinopsis de estos decretos. Sobre las funciones de los obispos ha remarcado la responsabilidad y el deber que tienen de hacer operante al Espíritu Santo en la Iglesia de Cristo, es una "responsabilidad del obispo hacia la Iglesia particular y la Iglesia universal". Además, un obispo debe "promover la santidad de sus fieles en su diócesis" acompañado del carácter misionero que debe tener su labor. Otro punto que ha destacado es el sentido de familia que se debe crear entre los presbíteros en la que el obispo cumple con la figura del padre.

A continuación los profesores J. Grohe y M. De Salis, han intervenido para contextualizar y explicar algunos puntos fundamentales y significativos de la obra del arzobispo Francisco en la que han realizado un recorrido histórico y teológico sobre el ministerio episcopal. Matizando conceptos como la colegialidad episcopal y la creación y papel fundamental de las conferencias episcopales, y el sentido teológico de este ministerio. También se ha querido recordar las palabras que Benedicto XVI dirigió al clero de Roma el 14 de febrero del 2013 sobre los aspectos fundamentales del Concilio Vaticano II desde su experiencia personal.

Para finalizar, monseñor Francisco Gil Hellín ha dado las gracias a todos los presentes tras recibir los ánimos por parte de los mismos, a seguir con este trabajo de investigación con otros documentos conciliares que son "una herramienta de trabajo tan útil". Además, ha adelantado que el próximo documento conciliar sobre el que podría escribir sería Nostra Aetate, declaración sobre las relaciones de la Iglesia con las religiones no cristianas.

- 23/144 - DIARIO DE BURGOS www.diariodeburgos.es 07/05/2013

argomento Attività interne

www.diariodeburgos.es/noticia/ZDD930267-9E3A-F37A -3DC354DD75D865D8/20130507/arzobispo/presenta/roma/ultimo/libro

El arzobispo presenta en Roma su último libro

Angélica González / Burgos - martes, 07 de mayo de 2013

El arzobispo, Francisco Gil Hellín, presentó ayer en Roma su última obra, titulada Sinopsis del decreto del Concilio Vaticano II Christus Dominus. Se trata de un trabajo expositivo que acerca al lector la evolución del texto conciliar sobre el ministerio pastoral de los obispos (’Christus Dominus’) desde su primitivo esquema hasta el texto final aprobado por los asistentes al concilio, del que ahora se cumplen cincuenta años.

El acto ha tenido lugar en el aula Benedicto XVI de la Universidad Pontificia de la Santa Cruz. En el mismo ha intervenido el cardenal de la Santa Sede Marc Ouellet, prefecto de la congregación para los obispos.

El motivo de la presentación en la Ciudad Eterna radica en que el volumen, que consta de 923 páginas, ha sido publicado por la editorial vinculada a la citada universidad.

Con esta obra, Gil Hellín suma el octavo volumen a la colección de sinopsis sobre los documentos del concilio, de los que ya analizado sus cuatro constituciones Dei Verbum (sobre la revelación), Lumen Gentium (sobre la Iglesia), Gaudium et Spes (sobre la Iglesia y su misión en el mundo actual) y Sacrosanctum Concilium (sobre liturgia); los decretos Presbyterorum Ordinis (sobre el ministerio y la vida de los presbíteros) y Unitatis Redintegratio (sobre el ecumenismo)y la declaración Dignitatis Humanae (sobre la libertad religiosa).

Tras su presentación en la capital italiana, Gil Hellín hará lo propio en Burgos. La cita será el miércoles 22 de mayo, a las 20 horas en el Aula Magna de la Facultad de Teología.

------ANCHE IN:

- EUROPA PRESS: http://www.europapress.es/castilla-y-leon/noticia-arzobispo-burgos-presenta-roma-ultima-obra- sinopsis-decreto-concilio-vaticano-ii-20130506134904.html

- 24/144 - AGENZIA ANSA www.ansa.it 13/05/2013

argomento Attività interne

A Ateneo Opus Dei Master Finanza e Etica, Presenta G. Tedeschi

ROMA, 13 MAG - L'universita' dell'Opus Dei lancia un master in finanza ed etica. E' dedicato a ''Risk management, prodotti finanziari e aspetti etici'', con al centro quindi anche le criticita' legate all'uso dei derivati, il ciclo di studi in programma da ottobre a dicembre prossimi alla Pontificia Universita' della Santa Croce, riservato a dirigenti e funzionari di banche e assicurazioni, amministratori pubblici e giovani laureati.

A presentarlo, giovedi' prossimo con un pomeriggio di studi su ''Etica e rischio: scenari per una nuova finanza'', saranno tra gli altri l'ex ministro Antonio Martino e l'ex presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi. ''E' possibile coniugare il ricorso ai derivati finanziari con il buon uso del potere?'', e' una delle domande cui vuole rispondere il nuovo master, partendo anche da presupposto che tra i principali responsabili dell'attuale crisi economica ci sono gli strumenti finanziari e la loro modalita' di funzionamento.

Proprio sui piu' discussi prodotti finanziari, come i derivati, e' stato allestito il programma di approfondimento post laurea, promosso dal Centro di Ricerca ''Markets, Culture & Ethics'' dell'Universita' della Santa Croce, in collaborazione con il Gruppo Schult'z. Il corso prevede 60 ore di lezioni suddivise in otto moduli didattici, attraverso i quali si offrira' una sintesi di contenuti necessari ''affinche' gli scenari presenti e futuri si aprano davvero su una finanza nuova, che non riduca l'etica ad un'etichetta, ma la renda criterio costante e sicuro dell'azione economica'', ha affermato in proposito il Prof. Mons. Martin Schlag, direttore di del Centro ''Mercati, cultura e etica''.

La proposta formativa, nelle intenzioni dei promotori, abbina contenuti di carattere specificamente tecnico nel campo della finanza ai fondamenti etici della saggezza pratica e del successo: lo scopo di fondo e' dimostrare che gli strumenti finanziari, se sostanziati dalla riflessione sull'agire umano, non hanno nulla da perdere. Infatti, ''rimettere l'uomo al centro dell'azione economica e finanziaria potenzia gli esponenti di ogni algoritmo'' - ha aggiunto Schlag -, ben consapevoli che ''l'etica non e' una salsa che copre ogni azione'', ma ''deve essere gia' dentro l'azione''. A chiudere il corso, a dicembre, sara' Lord Brian Griffiths of Fforestfach, vice presidente di Goldman Sachs, ''notoriamente coinvolto nei temi di etica e finanza'', sottolineano all'Universita' della Santa Croce.

(ANSA). GR 13-MAG-13 16:21 NNN

- 25/144 - FORMICHE www.formiche.net 13/05/2013

argomento Attività interne

http://www.formiche.net/2013/05/13/finanza-ed-etica-possono-convivere/

Finanza ed etica possono convivere?

Redazione

È possibile coniugare il ricorso ai derivati finanziari con il buon uso del potere? C’è compatibilità tra la gestione del rischio in ambito bancario e assicurativo e la gestione di se stessi? Si può parlare contemporaneamente di algoritmi e virtù?

La crisi economica del 2008 ha portato alla luce evidenti criticità collegate ai meccanismi di scambio che animano i mercati finanziari; pur trattandosi di un fenomeno dalle cause più complesse, tra i principali responsabili di questa crisi ci sono senz’altro gli strumenti finanziari e la loro modalità di funzionamento.

Per cercare di dare una risposta a queste problematiche ancora lontane da una soluzione unitaria e condivisa, il Centro di Ricerca Markets, Culture & Ethics della Pontificia Università della Santa Croce, in collaborazione con il Gruppo Schult’z diretto da Luigi Pastorelli, ha allestito un programma di approfondimento sui più discussi strumenti finanziari, rivolto a dirigenti e funzionari di banche e assicurazioni, amministratori del settore pubblico e giovani laureati.

Il corso, concepito come un master e in programma da ottobre a dicembre 2013, prevede 60 ore di lezioni suddivise in otto moduli didattici, attraverso i quali si offrirà una sintesi di contenuti necessari “affinché gli scenari presenti e futuri si aprano davvero su una finanza nuova, che non riduca l’etica ad un’etichetta, ma la renda criterio costante e sicuro dell’azione economica”, ha affermato in proposito monsignor Martin Schlag, direttore di Mce.

Una proposta indubbiamente audace, che abbina contenuti di carattere specificamente tecnico nel campo della finanza ai fondamenti etici della saggezza pratica e del successo. Lo scopo di fondo è pertanto quello di dimostrare che gli strumenti finanziari, sostanziati dalla riflessione sull’agire umano in senso pieno, non hanno nulla da perdere. Infatti, “rimettere l’uomo al centro dell’azione economica e finanziaria potenzia gli esponenti di ogni algoritmo” – ha aggiunto Schlag – ben consapevoli che “l’etica non è una salsa che copre ogni azione”, ma “deve essere già dentro l’azione”.

Questo programma di “Risk management, prodotti finanziari e aspetti etici” sarà presentato il prossimo giovedì 16 maggio alle ore 15,30, in Piazza Sant’Apollinare alla Pontificia Università della Santa Croce con un pomeriggio di studi sul tema “Etica e rischio: scenari per una nuova finanza”, al quale interverranno, tra gli altri, l’ex ministro Antonio Martino e l’economista ed esperto di finanza Ettore Gotti-Tedeschi (nella foto).

A chiudere il corso a dicembre sarà Lord Brian Griffiths of Fforestfach, vice-chairman di Goldman Sachs, notoriamente coinvolto nei temi di etica e finanza.

- 26/144 - AGENZIA ADNKRONOS www.adnkronos.com 16/05/2013

argomento Attività interne

Crisi: Gotti Tedeschi, non ci sarebbe se cattolici avessero letto Encicliche

CRISI: GOTTI TEDESCHI, NON CI SAREBBE SE CATTOLICI AVESSERO LETTO ENCICLICHE 'LA FINANZA E' IL TIPICO STRUMENTO CHE E' SFUGGITO DALLE MANI DELL'UOMO'

Roma, 16 mag. (Adnkronos) - La crisi globale non ci sarebbe stata se il mondo cattolico avesse studiato con attenzione le encicliche dei Papi. Lo ha sottolineato Ettore Gotti Tedeschi, ex presidente dello Ior e rappresentante in Italia del Santander, intervenendo ad un convegno di 'Finanza ed Etica' organizzato all'Universita' Pontificia della Santa Croce. E in Vaticano si leggono le encicliche? "Si leggono, ma forse vanno rilette per capire bene che cosa volessero dire i Papi".

L'esperto di finanza ed economista e' stato invitato dalla Pontificia Universita' della Santa Croce in occasione del convegno di presentazione di un'iniziativa che si svolgera' a partire da ottobre e che si rivolge appunto al mondo finanziario. Gotti Tedeschi non e' stato presentato come ex presidente dello Ior ne' lui ha mai fatto riferimento nel suo intervento all'esperienza passata all'Istituto di opere religiose del Vaticano. Parla pero' della crisi globale e dice chiaramente che "la crisi non ci sarebbe stata se il mondo cattolico avesse studiato con attenzione le enclicliche dei Papi". Una su tutte, ad esempio, per l'economista, "racconta le origini della crisi economica con una precisione esemplare". Si tratta della 'Caritas in veritate'.

Gotti Tedeschi, quindi, fa riferimento all'intervento che oggi il Papa ha fatto parlando agli ambasciatori della crisi economica. "Perche' il Papa e' stato costretto a fare questo discorso? -chiede alla platea Gotti Tedeschi- Per capirlo bisogna leggere le encicliche perche' magari voi leggete solo il Bignami non le encicliche. Come si cambia il mondo? Discutendo appunto le encicliche dei Papi". Secondo l'economista, "la finanza e' il tipico strumento che e' sfuggito dalle mani dell'uomo".Gotti Tedeschi spiega anche il rischio di uno strumento quando non viene gestito. "Il rischio - dice- e' che l'uomo perde il senso della vita. E di chi e' la colpa? La colpa e' dei preti che non insegnano la dottrina". (Dav/Opr/Adnkronos)

- 27/144 - AGENZIA ANSA www.ansa.it 16/05/2013

argomento Attività interne

Crisi: Gotti Tedeschi, in Vaticano si rileggano le Encicliche

In Vaticano si leggono le encicliche? Si e' letta Caritas in veritate? Un momento di silenzio, un sospiro, poi la risposta: "Se e' stata letta forse andava riletta". Risponde cosi' l'ex presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, interpellato nel corso di un convegno alla Pontifica Universita' Santa Croce organizzato per presentare un corso su Etica e finanza concepito come un master che partira' in autunno, da ottobre a dicembre.

Un corso di grande attualita', visto che proprio oggi papa Francesco ha richiamato la necessita' di una riforma finanziaria per superare la crisi. Secondo Gotti Tedeschi, alcune encicliche e in particolare Caritas in veritate di Benedetto XVI, ma anche la Rerum Novarum di Leone XIII e la Centesimus Annus di Giovanni Paolo II, sono fondamentali per capire la crisi economica e individuare soluzioni.

"Ma le encicliche non le leggete", ha detto provocatoriamente Gotti Tedeschi rivolgendosi ai partecipanti al seminario e idealmente ai cattolici. Il suo intervento all'incontro e' la sua prima partecipazione a un convengo pubblico dopo la sua uscita dallo Ior, circa un anno fa, quando su sfiduciato dal board. Ma nel presentarlo, al tavolo dei relatori, di Gotti viene ricordata la sua carica come rappresentante italiano del Santander, non l'esperienza alla "banca" vaticana. Nel suo discorso, il banchiere ed economista torna sui temi che gli sono cari: la crisi demografica come causa della caduta del Pil a cui si e' risposto con l'aumento sfrenato dei consumi; i processi di delocalizzazione per far aumentare il potere d'acquisto che si sono tradotti in una perdita di capacita' produttiva; il futuro assalto dei paesi asiatici che "compreranno l'Occidente, anche sul piano culturale".

L'unica via e' "ricostruire una morale", ma senza pretendere che la finanza sia etica: "La finanza e' solo uno strumento, non e' buona o cattiva, e' neutra. Ma e' uno strumento sofisticato che e' sfuggito dalle mani dell'uomo. Etico non e' mai lo strumento, e se qualcuno parla di banca etica, sparategli. In senso metaforico, s'intende", scherza l'economista, secondo il quale, tra l'altro, "negli ultimi due anni non e' stato preso nessun provvedimento per innalzare la produzione" e da questo clima "non vengono fuori gli Einaudi, ma i Grillo".

Al termine del suo intervento, all'economista e' stato chiesto se in Vaticano si leggano le encicliche. "Si leggono, ma le encicliche vanno approfondite per capire cosa volesse dire l'estensore - ha risposto Gotti -. Benedetto XVI, che a mio giudizio meriterebbe l'appellativo di 'Grande', con la Caritas in veritate ha scritto un documento la cui introduzione rappresenta da sola un'enciclica. Se non si parte da li' e' come leggere i dieci comandamenti saltando il primo. E invece non e' stata da molti affrontata con quella doverosa attenzione che merita. Specie in quei passaggi in cui spiega cosa accade se l'uomo non distingue tra fini e mezzi". Quindi se in Vaticano "quell'enciclica e' stata letta, forse andava riletta". (ANSA).

- 28/144 - AVVENIRE www.avvenire.it 17/05/2013 argomento Attività interne

Encicliche da rileggere

***Segue il testo in originale

- 29/144 - AVVENIRE 17 maggio 2013, pag. 3 IL FATTO QUOTIDIANO www.ilfattoquotidiano.it 17/05/2013

argomento Attività interne

! http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/17/crisi-gotti-tedeschi-colpa-e-dei-preti-che-non-insegnano-dottrina/596548/

Crisi, Gotti Tedeschi: ” La colpa è dei preti che non insegnano la dottrina”

Passano i Papi, ma non i misteri del Vaticano. Neanche quelli che riguardano episodi apparentemente minori, ma senz’altro non casuali. Come quello della scelta del relatore per presentare il nuovo corso Finanza & Etica che la Pontificia Università della Santa Croce attiverà dal prossimo anno accademico: Ettore Gotti Tedeschi. Sì, proprio il banchiere che nel maggio 2012 era stato rimosso dall’incarico di presidente dello Ior dallo stesso consiglio della banca vaticana per “non aver svolto varie funzioni di primaria importanza per il suo ufficio”.

Una dura motivazione e un’amara delusione per un uomo che Papa Benedetto XVI aveva chiamato allo Ior nel 2010 con l’incarico di incrementare la trasparenza sulla scia della “legge 127” che fissava in vaticano nuove norme antiriciclaggio. Ma del resto, sin dall’inizio del suo incarico allo Ior Gotti Tedeschi è transitato da uno scandalo all’altro: come ricorda il Giornale del 13 febbario 2012, “da settembre 2010 il banchiere è sotto inchiesta a Roma col dg Paolo Cipriani per 23 milioni di euro dello Ior movimentati verso il Credito Artigiano e destinati a JpMorgan Frankfurt e a Banca del Fucino, soldi sequestrati e restituiti a giugno 2011”. Seguono le indagini sui Grandi eventi-G8 da cui emergono i conti Ior di don Evaldo Biasini, detto don bancomat.

Gotti Tedeschi, che nel suo curriculum vanta anche, con la sua banca Akros, il collocamento in Borsa della Parmalat del bancarottiere Callisto Tanzi, viene poi tagliato fuori dagli affari finanziari della Santa Sede in modo piuttosto brusco. In Vaticano ora lo si vede poco, mentre è più facile incontrarlo a Siena su richiesta della Procura che indaga sul dissesto del Monte dei Paschi di cui è stato uno degli attori, essendo stato a lungo il braccio destro italiano di don Emilio Botin, il banchiere spagnolo che nel 2007 vendette banca Antonveneta al gruppo senese.

Alla luce di tutto questo, l’iniziativa della Pontificia Università di dar spazio a Gotti Tedeschi, appare come una sorta di riabilitazione. Del resto a Gotti Tedeschi i Santi in Vaticano non mancano. Magari lo stesso cardinale Tarcisio Bertone, che, a suo tempo, lo volle ai vertici dello Ior, proprio mentre rappresentava in Italia gli interessi della banca spagnola Santander di Botin che ebbe molto a guadagnare anche dall’acquisizione dell’iberica Recoletos da parte dell’editrice del Corriere della Sera, Rcs. Operazione, come quella di Antonveneta, che Gotti Tedeschi conosce molto bene, ma di cui difficilmente racconterà i dettagli anche solo etici.

Il banchiere di Piacenza preferisce soffermarsi sul senso delle encicliche papali più che sui bilanci delle società di cui si è occupato. E agli studenti consiglia di leggere ciò che scrive il Santo Padreper comprendere il senso della crisi economica: “La finanza è il tipo strumento che è sfuggito dalle mani dell’uomo – precisa in aula – Il rischio – dice – è che l’uomo perda il senso della vita. E di chi è la colpa? La colpa è dei preti che non insegnano la dottrina”. Insomma, i banchieri, quelli no, non c’entrano proprio un bel niente con la crisi, con i crac finanziari, con le tangenti e i conti segreti.

- 30/144 - ITALIA OGGI www.italiaoggi.it 17/05/2013

argomento Attività interne

http://www.italiaoggi.it/giornali/stampa_giornali.asp?id=1825723&codiciTestate=1&accesso=FA

Indiscrezionario

Alla Pontificia Università della Santa Croce, a Roma, si sono posti alcune domande: è possibile coniugare il ricorso ai derivati finanziari con il buon uso del potere? C'è compatibilità tra la gestione del rischio in ambito bancario e assicurativo e la gestione di se stessi? Si può parlare contemporaneamente di algoritmi e virtù? Per questo è stato ideato un corso, concepito come un master e in programma da ottobre a dicembre 2013, che prevede sessanta ore di lezioni suddivise in otto moduli didattici, attraverso i quali si offrirà una sintesi di contenuti necessari “affinché gli scenari presenti e futuri si aprano davvero su una finanza nuova, che non riduca l'etica ad un'etichetta, ma la renda criterio costante e sicuro dell'azione economica”.

I docenti? D'eccezione: come Ettore Gotti Tedeschi, già alla guida dello Ior. E a chiudere il corso a dicembre sarà lord Brian Griffiths of Fforestfach, vice- chairman di Goldman Sachs: come si legge nel testo diramato dall'ateneo, «notoriamente coinvolto nei temi di etica e finanza”

Dopo il successo dei primi due libri, dedicati al regno d'Italia e alla repubblica, Il progetto editoriale «La lira siamo noi» di Editalia si completa con il nuovo volume Uomini e monete tra le due guerre. L'opera sarà presentata in anteprima al salone del libro di Torino assieme a sei «riconiazioni» delle monete più significative dal punto di vista iconografico, scelte fra i tagli emessi in oro e in argento tra il 1922 e il 1936. L'iniziativa di Editalia sta stabilendo record assoluti nel mercato dei libri di pregio: tra il 2011 e il 2012, il volume La lira siamo noi dedicato alla repubblica ha venduto copie per un valore commerciale superiore ai 15 milioni di euro.

- 31/144 - AGENZIA ZENIT www.zenit.org 18/05/2013

argomento Attività interne

http://www.zenit.org/it/articles/risk-management-prodotti-finanziari-ed-aspetti-etici

“Risk management, prodotti finanziari ed aspetti etici” è il titolo del master presentato alla Pontificia Università della Santa Croce, lo scorso 16 maggio. Promosso dal Centro di Ricerca Markets, Culture & Ethics della Santa Croce, in collaborazione con il Gruppo Schult’z, il corso avrà inizio a ottobre e durerà fino a dicembre 2013, per un totale di 60 ore di lezioni suddivise in otto moduli didattici. È rivolto in primo luogo a dirigenti e funzionari di banche e assicurazioni, ma può interessare anche amministratori del settore pubblico e giovani laureati in scienze economiche che intendono acquisire know-how nel settore.

Si può coniugare il ricorso ai derivati finanziari con il buon uso del potere? E gli algoritmi con le virtù? Il programma prevede un approfondimento sui più discussi strumenti finanziari, dove i contenuti di carattere tecnico saranno abbinati a un’analisi degli aspetti etici all’interno di un’economia globalizzata. Per dirla con le parole del Prof. Mons. Schlag, direttore di MCE, “rimettere l’uomo al centro dell’azione economica e finanziaria potenzia gli esponenti di ogni algoritmo” e, ha aggiunto, “l’etica non è una salsa che copre ogni azione”, ma “deve essere già dentro l’azione”. La gamma di temi che verranno affrontati in quest’ottica è ampia. Nel primo modulo, esposto dal Prof. Luigi Pastorelli, direttore del Gruppo Schult’z, e dal Prof. Schlag, si partirà dal concetto di crisi, per chiedersi poi cosa sia successo. Nei moduli successivi si parlerà di sviluppo ambientale compatibile e sostenibile, fondi sovrani, self-management, tanto per citare alcuni argomenti.

Alla presentazione del master sono intervenuti, tra gli altri, l’ex ministro Antonio Martino e l’economista ed esperto di finanza Ettore Gotti-Tedeschi, il quale ha affermato che la crisi globale non ci sarebbe stata se il mondo cattolico avesse studiato con attenzione le encicliche dei Papi. In particolare, Gotti-Tedeschi ha citato Caritas in veritate di Benedetto XVI, ma anche la Rerum Novarum di Leone XIII e la Centesimus Annus di Giovanni Paolo II, a suo dire fondamentali per capire la crisi economica e trovare soluzioni.

- 32/144 - AGENZIA ZENIT www.zenit.org 24/05/2013

argomento Attività interne

www.zenit.org/it/articles/credere-e-sapere-fede-tradizione-e-fiducia-nell-attivita-dell-uomo-di-scienza

Credere e sapere: fede, tradizione e fiducia nell'attività dell'uomo di scienza

Credere e sapere: fede, tradizione e fiducia nell’attività dell’uomo di scienza è il titolo del Workshop del DISF (Documentazione Interdisciplinare di Scienza e Fede) Working Group, in programma i prossimi 25 e 26 maggio presso il Centro Convegni Bonus Pastor in via Aurelia, a Roma. Scopo dell’evento è favorire lo scambio intellettuale fra ricercatori e docenti interessati ai rapporti fra scienze, filosofia e teologia.

Il workshop, giunto alla sesta edizione, conclude l’anno accademico 2012/13 del DISF Working Group, che è un programma di formazione per giovani laureati promosso dal Centro di Ricerca DISF presso la Pontificia Università della Santa Croce, a Roma. Il programma è articolato in un seminario permanente triennale che prevede cinque incontri per anno accademico: quattro seminari e, appunto, un workshop finale.

Al gruppo di lavoro partecipano ricercatori e studiosi che intendono arricchire le loro conoscenze o l’attività professionale con un approccio interdisciplinare, attento ai fondamenti filosofici delle scienze e alla luce dei contenuti della Rivelazione cristiana.

Il tema scelto per il workshop del 2013 è in linea con l’Anno della Fede, inaugurato da Papa Benedetto XVI lo scorso ottobre. Fra i relatori invitati figurano Roberto Timossi, filosofo e saggista, che terrà una lezione dal titolo La fede nella scienza: a cosa (e a chi) deve credere chi fa ricerca scientifica e Lino Conti, ordinario di Storia della Scienza presso l’Università degli Studi di Perugia, che terrà una conferenza pubblica sabato 25 alle 18.30 dal titolo Generazione e creazione nella tradizione del pensiero scientifico e teologico.

Sono inoltre previste delle comunicazioni programmate a cura dei partecipanti, tra cui ricordiamo Miriam Savarese, con il suo intervento Conoscenza personale e credenza: l’insegnamento di Michael Polanyi e Marco Crescenzi, con la relazione: Distinguere per unire. I gradi del sapere: l’insegnamento di Jacques Maritain.

- 33/144 - AGENZIA SIR www.agensir.it 03/06/2013

argomento Attività interne

http://www.agensir.it/pls/sir/v4_s2doc_b.stampa_quotidiani_cons?id_oggetto=263274

Famiglia e Media: un seminario su “sfide e opportunità per l’associazionismo” “Raccontare la famiglia: sfide e opportunità per l’associazionismo”. Il tema della relazione complessa tra associazionismo, famiglia e comunicazione è al centro del seminario organizzato, a conclusione del Progetto Associated Families dal Forum delle associazioni familiari in partnership con la Pontificia Università della Santa Croce e con il Fiuggi Family Festival che si terrà venerdì 7 giugno, alle ore 10, presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma.

“Il seminario - spiegano gli organizzatori - costituisce un ulteriore momento di riflessione, formazione e rilancio su alcuni temi centrali della comunicazione associativa delle associazione familiari”, da sempre impegnate nel reclamare “urgenti politiche familiari che sostengano i giovani, la natalità e la conciliazione tra famiglia e lavoro”. La domanda di fondo sarà: “Come è possibile includere le politiche familiari nell‘agenda della politica nazionale, attraverso un utilizzo sapiente dei media?”. Cercheranno di rispondere a questa domanda Maria Mussi Bollini, Norberto Gonzalez Gaitano, José Marie La Porte, Luciano Moia, Daniel Arasa, Antonella Bevere, Fernando Muraca.

------ANCHE IN:

- ZENIT: http://www.zenit.org/it/articles/raccontare-la-famiglia-sfide-e-opportunita-per-l-associazionismo

- 34/144 - GAUDIUM PRESS es.gaudiumpress.org 04/06/2013

argomento Attività interne

http://noticias.cancaonova.com/noticia.php?id=289338

Dom Fisichella analisa pontificado de Bento XVI

Da Redação, com Gaudium Press "Espero que Bento XVI seja recordado na história por ter identificado o modo da Igreja relacionar-se com o mundo contemporâneo". Com estas palavras, o presidente do Pontifício Conselho para a Promoção da Nova Evangelização, Dom Salvatore Fisichella, se referiu, nesta terça-feira, 4, ao Pontificado do Papa Emérito.

Dom Fisichella falou a um grupo de jornalistas que participavam do curso sobre informação religiosa promovido pela Pontifícia Universidade da Santa Cruz, desde o mês de março, em Roma. O prelado foi o encarregado de dar a conferência conclusiva do encontro acadêmico, que levou como tema "2005-2012: uma análise do Pontificado de Bento XVI".

Durante sua dissertação, Dom Fisichella descreveu o serviço petrino do Pontífice emérito a partir de quatro aspectos: um Pontificado onde não houve descontinuidade no Magistério, mas desenvolvimento; que deu forte atenção a questão de Deus no mundo contemporâneo; onde se abordou o tema do pecado da Igreja e que enfatizou a alegria como algo constante do ser cristão.

Especial ênfase deu o prelado à questão de Deus no mundo contemporâneo, assinalando que Bento XVI foi o Papa que "mais questionou o motivo pelo qual o homem esqueceu-se de Deus", aspecto que se vê - como descreveu - com a importância que o Pontífice deu ao fenômeno do secularismo e do relativismo. A esse respeito, disse que foi justamente o tema da questão de Deus o que colocou a Igreja em um estado de Nova Evangelização, que significa "colocar tudo em uma nova linguagem, em categoria cristã". Razão pela qual - segundo comentou - o Papa Emérito criou no ano de 2010 o Pontifício Conselho para a Promoção da Nova Evangelização, que justamente hoje é presidida por Dom Fisichella.

Em relação com o tema do pecado da Igreja, o prelado recordou que durante o Ano Sacerdotal, celebrado em 2010, o Papa Emérito falou de frente sobre o fenômeno dos escândalos da Igreja; "um escândalo que encontrou a resposta com Bento XVI", que, "trocou as cartas, querendo mostrá-las sobre o pensamento: 'é a verdade que salva'", opinou. Finalmente, Dom Fisichella referiu-se ao tema da alegria, como uma constante do pontificado de Bento, que em repetidas ocasiões convidou os fiéis a viverem, "a alegria de serem filhos do Criador". Mais de 30 jornalistas e comunicadores que trabalham em diversos meios de comunicação participaram do curso sobre informação religiosa.

- 35/144 - VATICAN INSIDER http://vaticaninsider.lastampa.it 04/06/2013

argomento Attività interne

http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/pedofilia-paedophilia-pedofilia-chiesa-church-iglesia -25386/

Chiesa e abusi. Cosa fa l’istituzione ecclesiastica per combattere la pedofilia

L’intervento del professor Davide Cito al seminario dell’Università Santa Croce MARCO TOSATTI

Qualche settimana fa si è svolta alla Pontificia Università della Santa Croce una seduta del Corso di aggiornamento che l’ateneo organizza regolarmente per gli operatori della comunicazione su temi relativi alla vita della Chiesa. Il professore di Diritto Canonico Davide Cito, consultore della Congregazione per il Clero, ha tenuto una conferenza sul tema degli abusi sui minori all’interno della Chiesa.

E’ una fotografia dello stato delle cose, e presenta alcuni aspetti degni di rilievo. “Non saremo mai abbastanza grati a Benedetto XVI per quello che ha fatto in questo campo terribile”, per le nuove norme che dal 2001 regolano il problema. “Anche consapevole del fatto che le critiche sarebbero piovute addosso a lui, e non ad altri, aiutato in questo anche da mons. Charles Scicluna, che era Promotore di giustizia all’epoca” non ha avuto paura di riconoscere che c’era un fenomeno nella Chiesa terribile. “Invece di delegare alle Conferenze episcopali e alle diocesi il problema l’ha assunto lui, nel bene e nel male. Ha preso tutte le negatività”; adesso si sta trasferendo di nuovo la gestione alle conferenze; “E i vescovi non vogliono prendersi queste responsabilità, vogliono che sia la Santa Sede a farlo. La Santa Sede non vuole accentrare questa tematica su di sé, ma vorrebbe che fossero le diocesi a occuparsene”. La consistenza numerica: “Adesso i casi all’anno che arrivano a Roma da tutto il mondo sono circa 400. A me sembra un numero molto alto. Quello che è cambiato è la geografia dei luoghi. I casi di cui parlava Scicluna nel 2001 erano quasi tutti del continente nord-americano e del mondo anglosassone; adesso c’è Sud America, Messico, Europa, Italia, Spagna, Polonia. Ancora non ci sono molto Africa e Asia. Paesi che sembravano immuni non lo sono stati. Benedetto se ne era reso conto”. Il problema sociale di questo tema è universale; è un tema non solo di Chiesa, ma anche civile, e quindi se è universale da un punto di vista civile, lo è anche per la Chiesa.

Il prof. Cito ha insistito sul fatto che “Le persone vengono incoraggiate a sporgere denuncia all’autorità civile. Molto spesso le persone non vogliono questo; le situazioni sono diverse da Paese a Paese. Ultimamente ci sono strette collaborazioni fra autorità civile ed ecclesiastica che portano molto frutto”. “Ma 400 casi l’anno ti lascia male. E non serve a consolarsi che nella società civile siano di più”. E’ interessante notare la tipologia delle vittime. “Mentre nel caso degli abusi “civili” la maggioranza è sotto i 10 anni, ed è mostruoso, nella Chiesa sui 400 casi circa il 90 per cento sono dello stesso sesso dell’abusatore; in controtendenza rispetto ai casi “civili” che sono al massimo del 30 per cento. Nella Chiesa l’età è molto più alta, dai 15 ai 17 anni. Non è più pedofilia, in senso tecnico, ma è un abuso di minori”.

Alla domanda che parte abbia l’omosessualità in tutto questo, il prof. Cito ha risposto: “L’ omosessualità esiste nella Chiesa. Ma bisogna stare attenti a dire che l’omosessualità è la causa di tutto questo. Sarebbe come a dire che le ragazze messe incinta dai preti hanno la loro causa nell’eterosessualità. Indubbiamente nella Chiesa c’è l’ambiente che può favorire tutto questo. Quello che si vuole evitare è farne una causa-effetto, quasi imputando al’omosessualità l’origine di quel problema. Non appare questa parola, nel rapporto del John Jay College”. C’è da dire però che il rapporto del John Jay College un istituto di criminologia statunitense è stato di recente criticato dal presidente del National Review Board, un organismo laico che assiste i vescovi USA nella lotta contro gli abusi. Un giornalista aveva detto ad Al Notzon III, presidente dell’organismo che i ricercatori del John Jay hanno concluso che “l’attrazione omosessuale non era in fattore significativo” nella crisi. Al Nozton III ha risposto: “La maggioranza delle vittime di abusi da parte di preti sono ragazzi in età post-puberale. Non concordo con le conclusioni raggiunte, dal momento che l’83 per cento dei casi sono di maschio verso un maschio”. Il prof. Cito ha rilevato che “Molti dei responsabili di questi casi sono stati a loro volta abusati”. E ha ricordato che nel documento creato all’inizio del secolo sui nuovi ordinamenti per i seminari si istituiva la regola per cui persone con tendenze omosessuali non devono essere accettate nei seminari.

- 36/144 - VATICAN INSIDER http://vaticaninsider.lastampa.it 04/06/2013

argomento Attività interne

http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/pedofilia-paedophilia-pedofilia-chiesa-church-iglesia -25386/

- 37/144 - AGENZIA EFE www.efe.es 06/06/2013

argomento Attività interne

http://www.milenio.com/cdb/doc/noticias2011/e3049191e35e6623158aa0296721e4c1

El Vaticano recibe al año 400 casos de abuso sexual contra menores

México • El Vaticano recibe al año 400 casos de abuso sexual contra menores por parte del clero, lo que “es un dato doloroso, y no sirve consolarse sabiendo que en la sociedad civil son más”, afirmó el sacerdote Davide Cito, asesor de la Congregación para el Clero, a la que llegan las denuncias de pederastia desde todo el mundo. El también profesor en derecho canónico participó en un curso de actualización para los agentes de la comunicación sobre temas relacionados a la vida de la Iglesia en la Pontificia Universidad de la Santa Cruz y el tema de su conferencia fue sobre los abusos contra menores dentro de la Iglesia.

La exposición de Cito, en la que destaca la firmeza del papa emérito Benedicto XVI contra los abusos cometidos por el clero, fue divulgada por la página de internet Vatican Insider, un blog formado por vaticanistas tras la renuncia de Ratzinger en el que difunden los temas más importantes de la sede pontificia. De acuerdo con el informe de Cito, la geografía de los lugares en donde se denuncian casos de pederastia de sacerdotes ha cambiado en los últimos 12 años, pues en un inicio casi todos eran de Norteamérica y de países anglosajones, mientras que ahora se concentran más en Latinoamérica (incluido México), España, Italia y Polonia. El sacerdote destacó en su ponencia que “mientras en el caso de los abusos civiles la mayor parte es en menores de 10 años, y es monstruoso… en la Iglesia la edad es mucho más elevada, de los 15 a los 17 años, ya no se trata de pederastia en sentido estricto, pero sigue siendo abuso de menores”.

Sobre el papa emérito expresó que “nunca podremos agradecer por completo a Benedicto XVI por lo que hizo en este terrible campo”, por las nuevas normas que desde 2001 regulan el problema. “Conscientes de que las críticas habrían caído sobre él, y no sobre otros, y ayudado por monseñor Charles Scicluna —promotor de justicia en esa época—, no tuvo miedo al reconocer que había un fenómeno terrible en la Iglesia católica”, señaló Cito.

“En lugar de delegar a las conferencias episcopales y a las diócesis el problema, lo asumió él, en las buenas y en las malas. Y cargó consigo todas las negatividades”, agregó. El experto en derecho canónico también comentó que en la actualidad los obispos evaden la responsabilidad sobre estos casos, “no quiere cargar con esto en sus espaldas y prefiere que sea la santa sede la que se ocupe”. Cito destacó el hecho de que “en los últimos tiempos ha habido colaboraciones estrechas entre autoridades civiles y eclesiásticas que han dado muchos frutos”, pero a pesar de que “las personas son animadas a denunciar a instancias civiles, a menudo no quieren esto, las situaciones cambian dependiendo de los países.”

Homosexualidad Cito también expuso que “en 90 por ciento de los casos dentro de la Iglesia la víctima es del mismo sexo que el abusador; una tendencia diferente con respecto a los casos civiles en los que representan máximo 30 por ciento”. Durante su ponencia fue cuestionado sobre la tendencia de las relaciones con personas del mismo sexo y señaló que “la homosexualidad existe en la Iglesia, pero decir que es la causa de todo esto sería como decir que la heterosexualidad es lo que lleva a sacerdotes a embarazar a muchachas”. El sacerdote acotó que, “sin duda en la Iglesia existe el ambiente que puede favorecer esto, pero lo que se pretende evitar es crear una relación de causa-efecto que establezca que el origen de este problema es la homosexualidad”. Cito además destacó en su exposición que en el informe del John Jay College, instituto de criminología estadunidense, no figura la palabra homosexualidad.

Ese documento fue criticado por el presidente del National Review Board, organismo laico que ayuda a los obispos de EU en la lucha contra la pederastia, cuyo presidente, Al Notzon, señaló: “No concuerdo con las conclusiones alcanzadas, puesto que 83 por ciento de los casos son de varón hacia varón”. Al respecto, Davide Cito solo respondió que “muchos de los responsables de estos casos sufrieron abusos a su vez”.

Estados rechazan a refugiados: Iglesia El encargado del Vaticano para los Emigrantes, cardenal Antonio María Veglio, ha denunciado que muchos Estados en vez de acoger a los refugiados y evacuados adoptan medidas para disuadirlos, “al considerarlos un problema y no tener en cuenta las razones que los llevaron a huir de sus países”. En un artículo publicado en L’Osservatore Romano, Veglio explicó el documento “Acoger a Cristo en los refugiados y en las personas desarraigadas a la fuerza”, que presentará hoy, y añadió que además de los Estados, la opinión pública “cada vez se muestra más recelosa” con los refugiados. “La respuesta correcta no es cerrar las fronteras. Los países deberían garantizar los derechos de los refugiados y - 38/144 - AGENZIA EFE www.efe.es 06/06/2013

argomento Attività interne

http://www.milenio.com/cdb/doc/noticias2011/e3049191e35e6623158aa0296721e4c1

actuar según la Convención de 1951, dándoles acogida y trato como si fuesen ciudadanos de esos países”, afirmó el purpurado.

El cardenal manifestó que la comunidad internacional se ha mostrado en muchos casos atenta a la situación de los refugiados, pero que los compromisos adoptados no siempre se llevan a la práctica y se ven casos de “cruda miseria”. Según Veglio, la situación de los refugiados y los evacuados es “un índice de referencia del nivel de civilización en el que se encuentra el mundo”, y señaló que actualmente hay en el mundo 100 millones de personas afectadas por la emigración forzosa. (EFE/Ciudad del Vaticano)

- 39/144 - ROMA SETTE www.romasette.it 10/06/2013

argomento Attività interne

http://www.romasette.it/modules/news/article.php?storyid=10580

Famiglia: "Raccontare la famiglia" fuori dagli stereotipi

Né quella del «Mulino Bianco» né l'«inferno dei delitti»: all'Università Santa Croce convegno su media e realtà familiare. Luciano Moia (Avvenire): «Scriviamo di chi affronta i problemi di tutti i giorni» di Mariaelena Finessi Le manifestazioni a favore della famiglia e delle politiche familiari, «tanto in Francia in questi ultimi mesi quanto in Spagna e in Italia negli ultimi anni, dimostrano un risveglio della presenza della famiglia nella società civile. Presenza che trova una sordità paradossale nella classe politica e anche filtri e travisamenti sui media». Norberto Gonzalez Gaitano, ordinario di Comunicazione pubblica e coordinatore del progetto Family&Media, con questa denuncia apre il convegno "Raccontare la famiglia, sfide e opportunità per l'associazionismo", organizzato il 7 giugno a Roma dal Forum delle associazioni familiari, dalla Pontificia Università Santa Croce e dal Fiuggi Family Festival.

Un'occasione per dibattere sulla difficoltà che incontrano le famiglie a farsi ascoltare da tv, giornali e radio. Eppure - questa è di certo la riflessione più ricorrente - tutti sono parte di un nucleo familiare ma pochi sanno raccontarlo, compreso coloro che intendono difenderlo. «Vorrei segnalare una difficoltà rappresentata dal fatto che associazioni familiari, istituzioni e media parlano spesso linguaggi diversi - spiega Antonella Bevere, presidente del Fiuggi Family Festival - dal momento che guardano la stessa realtà da angolazioni diverse». Basterebbe poter utilizzare i linguaggi e gli strumenti che la modernità offre per raccontare una storia antica invece quanto il mondo, quella della famiglia per l'appunto: «Le immagini e la musica, quando raccontano storie, sono buoni "traduttori simultanei" che bisogna imparare a usare». «Del resto - aggiunge Francesco Belletti, presidente del Forum - è sempre più difficile far passare nei media l'idea che la famiglia sia davvero una buona notizia», una difficoltà resa possibile «purtroppo anche dalla disattenzione della politica che non considera la famiglia tra i fattori di sviluppo e di rilancio economico di fronte alla crisi, oltre che primo e insostituibile fattore di protezione sociale».

Il nodo è qui. «Occorre uscire dagli stereotipi, quelli del "Mulino Bianco" o "dell'inferno", estremi con cui viene spesso descritta la famiglia». Se non è idilliaca come negli spot delle merendine, «la famiglia diviene allora teatro reso a tinte fosche», polemizza Luciano Moia, giornalista di Avvenire. E allora i quotidiani, «tutti ideologicamente schierati tanto che chi sostiene il contrario - continua Moia -, siatene certi, vi sta mentendo», si soffermano nella descrizione di «morbosi dettagli» di quelli che ormai vengono identificati come «delitti familiari». Un'espressione, quest'ultima, che il giornalista invita a non utilizzare: «Si gettano ombre sulla famiglia, come se essa fosse la causa di tali atrocità. Una definizione forse giornalisticamente efficace ma eticamente sbagliata. Occorre il coraggio invece di andare controcorrente per risalire alle vere cause di questi drammi», legati spesso ad un insieme di situazioni difficili, dalla separazione dei coniugi alla perdita del lavoro, dai figli quasi sempre tolti al padre se non addirittura anche la perdita della casa. «Ecco, occorrerebbe piuttosto proporre storie di chi, con modalità diverse, ha affrontato e risolto in positivo quegli gli stessi problemi».

«Il nostro sistema sociale genera continui attacchi alla famiglia ma questa situazione - è il suggerimento dato allora da Josè Maria La Porte, docente di Comunicazione istituzionale - può costituire anche un'opportunità grandiosa: mai come adesso è possibile trovare uno spazio per affermare il valore della famiglia. Occorre riflettere su come comunicare la famiglia con concetti che riescano a scavalcare il pregiudizio». Anche perché, conclude Norberto Gonzales Gaitano, «dal punto di vista informativo i media sono molto efficaci nel dire cosa pensare, non come pensare: puntano per lo più all’ovvietà e finisce che molti identificano opinione pubblica con opinione pubblicata». Per scardinare questo modo di agire possono risultare di grande aiuto i social media che contano su un seguito crescente: il 34% della popolazione mondiale, infatti, utilizza Internet, mentre Facebook ha ormai superato il miliardo di utenti. In finale, gli strumenti ci sono, «occorre solo competenza per comunicare il valore della famiglia» conclude Maria Mussi Bollini, vicedirettore di RaiRagazzi, visto mai che «la normalità» non diventi finalmente una notizia.

- 40/144 - VATICAN INSIDER http://vaticaninsider.lastampa.it 17/06/2013

argomento Attività interne

http://vaticaninsider.lastampa.it/es/resenas/dettagliospain/articolo/francesco-francis-francisco-25745/

Los 30 días que cambiaron la Iglesia

El 19 de junio será presentado el volumen del reconocido vaticanista en Roma. Francisco ya tiene su ejemplar

"¡Cuántas tonterías debe decir...!". Con una sonrisa cómplice, el Papa Francisco bromeó al leer la portada del libro "De Benedicto a Francisco. Los 30 días que cambiaron la Iglesia". A tres meses del inicio de su pontificado, parece no tomarse demasiado en serio. O no desea que se magnifique su elección como sucesor de Pedro, aunque ya cambió la Iglesia para siempre. El miércoles 12 de junio recibió una copia del texto, que hojeó con curiosidad. "Es la fotografía periodística de un tiempo histórico, ojalá se anime a leerlo", le dijimos, aunque sabemos que tiene otras prioridades.

Jorge Mario Bergoglio se concede a todos, sin distinción. Desde los "motoqueros" fanáticos de las Harley-Davidson hasta los activistas pro-vida. Pero su elección no se podría comprender sin su predecesor, Benedicto XVI. Sin la sorpresiva renuncia de Joseph Ratzinger, nunca hubiese existido el Papa "venido del fin del mundo". El testimonio de este paso de estafeta quedó atestiguado a lo largo de las 200 páginas de este libro, escrito a cuatro manos con el periodista y diplomático colombiano, César Mauricio Velásquez, que ya alcanzó su segunda edición. A 90 días exactos de la misa de inicio de pontificado, resulta interesante escuchar un primer balance. Tendrá lugar en un coloquio con motivo de la presentación del libro. Una excusa para hablar del pontificado de Francisco y las expectativas abiertas en torno a él. Comentarán el texto dos personajes que conocen desde hace tiempo a Bergoglio y pueden hablar con conocimiento de causa: Guzmán Carriquiry Lecour, secretario de la Pontificia Comisión para América Latina y Andrea Tornielli, coordinador del Vatican Insider (La Stampa de Turín).

¿Que provocó la dimisión de Benedicto XVI? ¿Cuáles son las motivaciones más profundas de su decisión histórica? ¿Cómo se vivió este significativo acontecimiento en el corazón del Vaticano? ¿Qué situaciones han influido la reflexión de los cardenales antes del más reciente Cónclave? ¿Qué determinó la elección de Francisco, el Papa "venido del fin del mundo"? En un ejercicio periodístico el libro intenta responder a estas preguntas y a otras preguntas, además de ser un relato muy dinámico de los días que pusieron a la Iglesia "patas para arriba". Como escribió el propio Tornielli en su reseña: “El libro describe el periodo (inédito en la historia de la Iglesia) que transcurrió entre el anuncio de la decisión de Benedicto XVI, sorpresivamente pronunciado en latín el 11 de febrero por la mañana (justamente Andrés Beltramo Álvarez era uno de los cuatro periodistas que se encontraban en la Sala de Prensa vaticana en ese momento), y el instante en el que la renuncia se hizo efectiva, es decir a las 20.00 del 28 de febrero de 2013. Durante esos días y, precisamente el 22 de febrero, entre los nombramientos anunciados destacaba el del subsecretario para las Relaciones con los Estados, el “tercero de a bordo” de la Secretaría de Estado, Ettore Balestrero, que fue promovido a nuncio apostólico en Colombia.”

“En el libro se desmonta la hipótesis que lanzaron algunos artículos periodísticos según la cual el nombre del joven prelado habría estado, de alguna manera, vinculado con la investigación sobre los ‘vatileaks’, por lo que su nombramiento se habría cocinado tras la publicación de esta información. En realidad, la promoción de Balestrero a una de las nunciaturas más prestigiosas de América Latina, en el país que también alberga la sede del Celam, fue tomada dos meses antes, cuando Benedicto XVI todavía no había comunicado a nadie la decisión de su renuncia”. Todos estos temas serán motivo de atención en el coloquio, la invitación es abierta y la participación libre. La cita es el próximo miércoles 19 de junio a las 17:00 horas en el Aula del Senado Académico de la Pontificia Universidad de la Santa Cruz de Roma, Piazza di Sant'Apollinare, 49.

- 41/144 - AFP www.afp.com 19/06/2013

argomento Attività interne

http://www.ilmondo.it/politica/2013-06-19/papa-guzman-carriquiry-diabolico-opporre-bergoglio-ratzinger_278229.shtml

Papa/ Guzman Carriquiry: Diabolico opporre Bergoglio e Ratzinger

Città del Vaticano, 19 giu. "Concentrarsi ossessivamente sulle differenze" tra Joseph Ratzinger e Jorge Mario Bergoglio, "contrapporre" i due Papi, "coltivare la nostalgia del primo per criticare il Papa regnante, oppure sottolineare troppo fortemente le novità introdotte da Francesco per disprezzare la grandezza di Benedetto XVI": "Ho paura che sia opera del demonio, principe della menzogna e della divisione".

E' l'analisi del professore Guzman Carriquiry Lecour, segretario della Pontificia Commisione per l'America Latina nonché amico storico del Papa argentino, che, a cento giorni dall'elezione in Conclave, ha presentato alla Pontificia università della Santa Croce (Opus dei) il libro 'De Benedicto a Francisco. Los 30 dias que cambiaron la Iglesia' scritto da Andres Beltramo e Cesar Mauricio Velasquez.

Alla presentazione è intervenuto anche il vaticanista Andrea Tornielli. "Oggi - ha detto Guzman Carriquiry - possiamo dire che la decisione di Benedetto XVI di rinunciare è stata fatta davvero per il bene della Chiesa". Per l'intellettuale uruguayano, "il pontificato di Benedetto XVI rischiava di continuare languidamente, senza le forze necessarie per affrontare le grandi sfide aperte". Con la decisione delle dimissioni, invece, - "anche se rimane una parentesi di mistero in cui è difficile addentrarsi" - Papa Ratzinger ha lasciato il passo "a chi può svolgere questo comito in diverse e migliori condizioni".

E oggi, "di fronte alla moltitudine di gente che affolla San Pietro, di fronte a ciò che ascoltiamo, di fronte a ciò che i nostri amici e conoscenti dicono di questo Papa, di fronte ai tanti che sembrano riavvicinarsi o avvicinarsi alla Chiesa, ci ricordiamo ciò che Benedetto XVI diceva: che la Chiesa, sebbene non manchino tremendi problemi da affrontare, è giovane ed è viva". Pur sottolineando di non essere d'accordo su alcuni punti del libro (come il discorso del cardinale Angelo Sodano nella messa 'pro eligendo Pontifice' che, a suo avviso, era di una "apertura notevole"), Guzman Carriquiry ha elogiato il libro mettendone in luce l'utilità tanto cronachistica quanto saggistica sui "trenta giorni che hanno cambiato la Chiesa". AFP

------ANCHE IN:

- IL MONDO: http://www.ilmondo.it/politica/2013-06-19/papa-guzman-carriquiry-diabolico-opporre-bergoglio- ratzinger_278229.shtml

- 42/144 - NOTIMEX http://www.notimex.gob.mx/ 20/06/2013

argomento Attività interne

http://www.imagenpoblana.com/2013/06/20/cumple-francisco-100-dias-de-pontificado

Cumple Francisco 100 días de pontificado

Jueves, 20 de Junio de 2013 09:00 Andrés Beltramo Alvarez. Corresponsal

Ciudad del Vaticano.- El Papa Francisco cumplió hoy 100 días de pontificado entre el entusiasmo popular por sus gestos de cercanía con la gente y la expectativa por las reformas que implementará para cambiar la estructura del Vaticano.

Este jueves Jorge Mario Bergoglio lo pasó como un día más de trabajo, durante el cual celebró la misa en la capilla de su residencia vaticana (la Casa Santa Marta) y recibió en audiencia a diversos grupos.

Desde su elección como líder máximo de la Iglesia su ritmo ha sido extenuante. No se ha tomado vacaciones y todos los fines de semana ha presidido diversas ceremonias, desde misas hasta rosarios, todos masivos.

La principal característica de estos poco más de tres meses ha sido unaespectacular revitalización de la asistencia a los eventos papales.

Mientras con Benedicto XVI durante el año las audiencia generales de los miércoles tenían un promedio de entre 30 y 50 mil asistentes, con el Papa Francisco esas cifras se han multiplicado.

Cada semana entre 90 y 100 mil personas asisten a las catequesis del obispo de Roma. La capital italiana sufre constantemente el caos de tráfico producto de losríos de personas que se dirigen hasta la Plaza de San Pedro.

El otro signo tangible del cambio de pontificado han sido los gestos del Papa "venido del fin del mundo", como él mismo se llamó aquel 13 de marzo, durante su primera aparición en público en el balcón central de la basílica vaticana.

Hombre práctico y de discurso sencillo, Bergoglio ha rechazado el automóvil oficial más lujoso, ha preferido no mudarse al apartamento pontificio en el Palacio Apostólico, ha mantenido sus zapatos negros cómodos traídos de Argentina y la cruz pectoral sencilla.

Sin intentar contraponerse a sus predecesores, ha elegido un estilo más sobrio en las formas; lo que ha mezclado con detalles concretos hacia los más necesitados.

Cada semana, antes de la audiencia, pasa hasta 45 minutos a bordo del papamóvil recorriendo la Plaza de San Pedro saludando a los fieles, que acuden en multitud.

En muchas oportunidades ha pedido que se frene el vehículo para besar a niños y bebés, abrazar a discapacitados y ancianos. Signos acogidos con gran entusiasmo por los fieles, que se han sentido acogidos e identificados.

Sus gestos han encontrado sustrato en sus palabras, incisivas y casi políticamente "incorrectas". Ha denunciado por igual la hipocresía en la Iglesia, la corrupción, la avaricia, la ambición, la falta de ética y el escándalo del hambre en el mundo.

La mayoría de estos mensajes los ha lanzado en los sermones de sus misas matutinas, celebradas en la capilla de Santa Marta ante grupos de no más de 100 personas que cambian cada día.

Sus reflexiones son preparadas (el Papa dedica dos horas diarias a meditar sobre la Biblila), pero no están escritas con anticipación; él las pronuncia libremente en "itañol", una mezcla poco pulida del español y el italiano.

No obstante su contenido se comprende y, a menudo, termina en los medios de comunicación. Llega incluso a establecer la agenda de la prensa.

"Todo lo que hemos vivido en estos meses no puede no propiciar muchas interrogantes, nos interroga a fondo sobre lo ocurrido", dijo un viejo amigo del Papa,Guzmán Carriquiry, secretario de la Pontificia Comisión para América Latina del Vaticano. - 43/144 - NOTIMEX http://www.notimex.gob.mx/ 20/06/2013

argomento Attività interne

http://www.imagenpoblana.com/2013/06/20/cumple-francisco-100-dias-de-pontificado

Durante la presentación del libro: "De Benedicto a Francisco. Los 30 días que cambiaron la Iglesia", en la sede de la Pontificia Universidad de la Santa Cruz de Roma, aseguró que no se puede contraponer a los dos últimos papas.

Confesó su temor porque sea "obra del demonio, príncipe de la mentira y de la división" el concentrarse obsesivamente sobre las diferencias entre Joseph Ratzinger y Jorge Mario Bergoglio.

De la misma manera, consideró negativo cultivar la nostalgia del primero para criticar el Papa reinante, o quizás subrayar demasiado fuertemente las novedades introducidas por Francisco para despreciar la grandeza de Benedicto XVI.

"Hoy podemos decir que la decisión de Benedicto XVI de renunciar fue de verdad por el bien de la Iglesia. Su pontificado corría el riesgo de continuar lánguidamente sin las fuerzas necesarias para afrontar los grandes desafíos abiertos", señaló.

Ante la multitud de gente que llena la Plaza de San Pedro, ante tantos que parecen acercarse de nuevo a la Iglesia, nos acordamos aquello que Benedicto XVI decía: que la Iglesia, no obstante los tremendos problemas que debemos afrontar, es joven y viva", añadió.

Mientras el Papa Francisco goza de un gran consenso público se apresta a aplicar una profunda reforma de la Curia Romana, el aparato burocrático que permite el funcionamiento del Vaticano.

El gran desafío para él será el nombramiento del "primer ministro" de la Santa Sede, un nuevo secretario de Estado que sustituirá a Tarcisio Bertone, el cardenal italiano con más de 78 años que fue designado en ese puesto por Ratzinger.

Ese cambio será seguido de una reforma que, observadores informados, consideran será radical y abrirá una nueva etapa en el gobierno central de la Iglesia católica.

- 44/144 - AGENZIA ZENIT www.zenit.org 21/06/2013

argomento Attività interne

http://www.zenit.org/it/articles/da-benedetto-a-francesco-dalla-rinuncia-all-elezione

Da Benedetto a Francesco, dalla rinuncia all'elezione

Alla Pontificia Università della Santa Croce la presentazione del libro di Andres Beltramo e Cesar Mauricio Velasquez sui trenta giorni che hanno cambiato la Chiesa

Roma, (Zenit.org) Laura Guadalupi | 179 hits

De Benedicto a Francisco. Los 30 días que cambiaron la Iglesia è il titolo del libro presentato il 19 giugno presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma. Oltre agli autori, Andres Beltramo e Cesar Mauricio Velasquez, all’evento erano presenti due personaggi che da anni conoscono Papa Bergoglio: Guzman Carriquiry Lecour, segretario della Pontificia Commissione per l'America Latina, e di Andrea Tornielli, coordinatore di Vatican Insider.

L’originalità del libro, ha spiegato il giornalista Andres Beltramo, sta nel fatto che la mattina dell’11 febbraio 2013, lui si trovava in Sala Stampa Vaticana ed ha assistito in diretta all’annuncio di Ratzinger. Il volume racconta, quindi, di come ha vissuto quel momento storico in prima persona, e si sviluppa con l’analisi dei trenta giorni successivi, che portarono all’ennesimo colpo di scena: l’elezione di un pontefice sudamericano.

Alla vigilia dei primi cento giorni di pontificato di Francesco, Guzman Carriquiry Lecour ha messo in evidenza innanzitutto la “sorprendente continuità della grande tradizione cattolica, del patrimonio di fede” tramandato dagli apostoli sino ad oggi. In seguito ha sottolineato l’unità fra Bergoglio e Ratzinger, soprattutto nella preghiera, come mostra l’immagine dei due pontefici inginocchiati a Castel Gandolfo. Come non menzionare, poi, che la prima enciclica di Papa Francesco sarà a quattro mani con Benedetto XVI?

Secondo Andrea Tornielli fondamentale elemento di continuità tra i due è l’umiltà. È evidente che ci sono anche dei fattori di discontinuità imputabili alla differente maniera con cui viene esercitato il ministero petrino. Una diversità ovvia, visto che si tratta di persone distinte.

Altro punto interessante emerso dal discorso è il “cambiamento di percezione da parte dell’opinione pubblica”, mutamento che, secondo Tornielli, riguarda anche il lavoro giornalistico. In pratica, oggi, pubblico e media sono attratti non più tanto da quello che accade dietro le quinte, quanto piuttosto da ciò che avviene davanti alle telecamere. La gente vuole essere informata sulle parole del Papa e sulle sue azioni. I riflettori tornano a puntare il palcoscenico come forse, da troppo tempo, non facevano più.

(21 Giugno 2013) © Innovative Media Inc.

- 45/144 - http://messaggeroveneto. MESSAGGERO VENETO 25/06/2013 gelocal.it/ argomento Attività interne

http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2013/06/25/news/costantini-si-pensa-a-farlo-beato-1.7322409

Costantini, si pensa a farlo beato

Il vescovo: ha salvato la vita a 355 bambini figli della guerra

I vertici della Chiesa e dello Stato hanno resp omaggio al cardinale Celso Costantini. I messaggi di Papa Francesco e del presidente Giorgio Napolitano sono stati letti in apertura della presentazione del volume “Foglie secche” del porporato pordenonese, ora pubblicato in edizione critica curata da monsignor Bruno Fabio Pighin per i tipi di Marcianum Press di Venezia.

L’opera è stata presentata all’Università della Santa Croce, in piazza Navona, a Roma. L’aula magna era gremita di vescovi, di esponenti politici e della cultura, di ambasciatori e di cittadini. Dalla diocesi di Concordia-Pordenone hanno partecipato in 120 persone.

L’evento, presieduto dal cardinale Fernando Filoni, è stato aperto dal saluto del sindaco di Zoppola, Francesca Papais, e di Giuseppe Bressa per la Provincia.

Il vescovo, monsignor Giuseppe Pellegrini, ha evidenziato che Costantini si rivela all’origine del trasferimento della sede diocesana da Concordia a Pordenone: «L’avere salvato la vita a 355 bambini, da lui chiamati “Figli della guerra” rimane un monumento insigne, che lo qualifica come degno candidato per un processo di beatificazione». Le relazioni su “Foglie secche” sono state tenute dall’arcivescovo cinese Hon Tai Fai, dal direttore de L’Osservatore Romano Giovanni Maria Vian, dal vescovo Arrieta e dall’avvocato Pompeo Pitter, nuovo presidente dell’associazione “Amici del cardinale Celso Costantini”.

In sintesi, i relatori hanno definito l’opera il «capolavoro letterario» di Celso Costantini, la quale dà un notevole contributo alla verità storica, evidenziata dall’apparato critico del testo fornito dal curatore Bruno Fabio Pighin. Eccezionale è stata considerata la testimonianza sulla prima guerra mondiale, come anche il ritratto composto dal futuro cardinale su Gabriele D’Annunzio che egli seppe fronteggiare a Fiume evitando un bagno di sangue alla città martoriata e favorendo l’uscita di scena del comandante poeta. Infine, i pordenonesi hanno visitato i giardini vaticani e la sede della Pontificia accademia delle scienze. Domenica, all’Angelus, il saluto del papa.

- 46/144 - CHICAGO TRIBUNE wwww.chicagotribune.com 04/04/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://www.chicagotribune.com/news/local/suburbs/plainfield/community/chi-ugc-article-explore-art-and-faith-with-john- ashley-no-2013-04-04,0,3594447.story

Explore "Art and Faith" with John & Ashley Noronha

By David Bachtel, Community Contributor 3:51 p.m. CDT, April 4, 2013

Tour Roman churches and study their classic art treasures with John and Ashley Noronha. Our tour starts at 7:30pm on April 18th in St. Mary Immaculate Parish’s Cana Hall at 15629 South Rt. 59 in Plainfield.

As we look at classic Roman art, we wonder how to begin to understand its significance and message. As our guides, John and Ashley will help us get to the heart of Roman art. We’ll better understand the historical context (the who, what, when, where and why) bringing the art to life to make its message present to us today.

Married in 2008, they have been working, studying and living in bella Roma ever since. Their passion is to share their knowledge, helping others know and appreciate the riches of our faith through the profound symbolic meaning in the classic art of Rome’s famous churches and museums.

For instance, you’ll visit Rome’s Church of St. Jerome of Charity where St. Jerome, the great Scripture Scholar who translated the first official version of the Bible, once lived. They will discuss Domenichino's famed “Viaticum of St. Jerome” helping us get deeper to penetrate the messages hiding inside.

Ashley, a graduate of the University of Dayton, is a journalist, the Rome Correspondent for the Relevant Radio Network, a Professor and holds a Masters in Theology. She is now doing her PhD in Journalism and Communications at the Pontifical University of the Holy Cross (Santa Croce). She speaks Italian, loves a good cappuccino and sharing Rome with everyone from Romaphiles to first time visitors of all ages.

John is a Professor of Art & Architecture and Theology. He brings a diverse cultural and academic background with a bachelor degree in Electronics and Telecommunications Engineering, a Master’s in Computer Engineering and Information Systems and a Master’s in Philosophy and Theology. John enjoys integrating all these different fields with his expertise in Church and Roman history.

Demonstrating how Roman art and faith come together, John and Ashley have been featured on EWTN's "Vatican Reports" and in "Inside the Vatican" magazine,

For more information, visit http://johnandashley.org/ or call 815-436-2651.

- 47/144 - ALMUDI.ORG www.almudi.org 08/04/2013

argomento Citazioni Università e/o professori www.almudi.org/Noticias/tabid/474/ID/2044/Economia-y-etica-Separacion-o-integracion.aspx

Economía y ética: ¿Separación o integración?

En un video corto (3,37 min) producido por la Cátedra de Ética Empresarial del IESE se afronta la relación entre economía y ética. Intervienen los profesores Miguel Alfonso Martínez-Echevarría y Joan Fontrodona de la Universidad de Navarra (España) y Martin Schlag y Luis Romera de la Pontificia Universidad de la Santa Cruz (Italia). Entre las ideas que sostienen destacan las siguientes:

• Debajo de toda teoría económica hay una idea de hombre. • La renovación de la teoría económica pasa por profundizar en la naturaleza del ser humano. • La ética estructura desde dentro la acción económica. • Hay que crear riqueza tomando como medida al hombre. • Una economía financiera desligada de la economía real no es humana. • La ética es intrínseca a la acción del empresario. • La opinión dominante en la sociedad no es suficiente para definir qué es ético.

- 48/144 - LA RAZÓN www.larazon.es 10/04/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://www.larazon.es/detalle_normal/noticias/1701595/religion/telegenico-por-naturaleza#.UVoQXKT4ekm

Telegénico por naturaleza

Darío Menor

La autenticidad de sus gestos y lenguaje hacen que Francisco empatice al segundo con quien le mira

Ciudad del vaticano - El mundo vio a Jorge Mario Bergoglio por primera vez vestido de blanco el 13 de marzo. El Papa Francisco apareció en el balcón central de San Pedro sin llevar sobre los hombros la muceta y con la cruz metálica que porta desde su ordenación episcopal, no el crucifijo de oro que se le presupone a un obispo de Roma. Se presentó con un «buenas tardes», con una broma sobre que los cardenales habían ido «al final del mundo» para buscarle y con un gesto sencillo: inclinó la cabeza pidiendo a los fieles que rezasen por él.

Aquella fue la primera muestra como Papa de una actitud con la que está encandilando a la opinión pública. Después vinieron los zapatos negros y no rojos, vivir en la residencia Santa Marta y no en el Palacio Apostólico, bendecir en silencio a los periodistas para respetar a los no creyentes, celebrar su primera misa en una pequeña parroquia y no en la basílica de San Pedro, romper continuamente el protocolo para abrazar a los fieles... Y, ayer mismo, renunciar a las felicitaciones de Pascua en 65 idiomas distintos para acortar los tiempos.

«Los gestos y los modos de Francisco dan una idea de gran humanidad. Supone una novedad por su forma de presentarse, por su gestualidad... Utiliza un lenguaje privo de lo superfluo. Es denso pero sintético, con frases breves y modos de gesticular muy comprensibles. Logra la empatía del oyente, que se compartan los sentimientos de los que habla», opina Paolo Peverini, profesor de Semiótica de los Medios de Comunicación en la Universidad Luiss de Roma. «Habla de forma sintética, con una voz que implica a quien tiene delante, provocando una escucha emotivamente activa».

En su opinión, aquel gesto inicial en el balcón central de San Pedro ha entrado ya en la historia y en la memoria colectiva de todos gracias a la televisión. El encargado de recoger todas las imágenes que tienen que ver con el Papa es Dario Viganò, director del Centro Televisivo Vaticano. En una entrevista con el diario «Avvenire», Viganò calificaba a Francisco de «naturalmente telegénico». Consideraba que con sus gestos, que «enseñan mucho», ha escrito ya «su primera encíclica», en la que transmite que «la verdad cristiana es testimonial antes incluso de ser argumentativa».

Nueva era comunicativa Diego Contreras, decano de la Facultad de Comunicación de la Pontificia Universidad de la Santa Cruz de Roma, sostiene que Francisco abre un nuevo periodo comunicativo. «Hace que el balón esté ahora en el campo de la Iglesia, que recupere la iniciativa. Le ayuda a liberarse de la zahorra que hacía que la voz de Benedicto XVI no se escuchase en muchos momentos, sepultada por dificultades como el «caso Vatileaks». Por supuesto que hay que seguir resolviendo estas cuestiones, yendo hacia una purificación interior, pero ahora la opinión pública también trata otros puntos sobre la Iglesia», opina Contreras.

El «enamoramiento» que los medios muestran con Francisco hace temer que vaya luego seguido por periodos más difíciles. «Estamos efectivamente en una luna de miel. Con Benedicto XVI, con quien resultan inevitables las comparaciones, ocurrió lo contrario. Sus principios, desde la percepción pública, fueron muy duros y sólo pudo mejorar. Habrá que ver lo que ocurre con Francisco. Hay quien analiza sus gestos con una visión ideológica y quedará luego probablemente decepcionado», comenta el decano y profesor de la Universidad de la Santa Cruz. Es lo que ocurre, por ejemplo, con la pobreza, cuya raíz está en «la pobreza evangélica», sostiene Contreras.

Peverini, por su parte, destaca que el Papa acompaña sus gestos, que «comunican cambio», con sus palabras: «Él es el primero que habla de corrupción». Lo hace incluso improvisando, algo que para este semiólogo es muy significativo, pues da idea de diálogo y de toma de contacto con el oyente. Francisco, además, tiene un gran capacidad para ser entendido por la Prensa por dos motivos: utiliza «palabras clave que los medios de comunicación en seguida relanzan», y realiza gestos que lo liberan de algunos símbolos radicados en el «imaginario colectivo desde hace tiempo», lo que consigue que parezca «más humano».

Los dos expertos coinciden al considerar auténticas las formas con que Francisco habla y actúa. «La fuerza de sus gestos es que son auténticos. El gran público no conocía antes a Bergoglio, pero quienes sí lo conocían perciben la continuidad. Si actuara de forma artificial acabaría notándose y sería como un bumerán, al final tendría un efecto - 49/144 - LA RAZÓN www.larazon.es 10/04/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://www.larazon.es/detalle_normal/noticias/1701595/religion/telegenico-por-naturaleza#.UVoQXKT4ekm

negativo», apunta Contreras, para quien se ha vuelto a la «fuerza de los gestos» de Juan Pablo II. Peverini también cree que el Papa «no busca un efecto», pues habla con las personas con total naturalidad y sin tener en cuenta que la opinión pública mundial esté pendiente de él.

- 50/144 - AGENZIA ZENIT www.zenit.org 11/04/2013

argomento Citazioni Università e/o professori www.zenit.org/en/articles/getting-to-the-bottom-of-liturgical-reform

Getting to the Bottom of Liturgical Reform

A major international conference on the liturgy will take place June 25-28 in Rome in which a large number of highly distinguished and world-renowned speakers will discuss liturgical formation and celebration, and its foundation for the mission of the Church. Cardinal Raymond Burke, Cardinal Malcolm Ranjith and Augustine DiNoia will be among those taking part.

Conference convener Bishop Dominique Rey of the Diocese of Fréjus-Toulon, France, says the liturgy is the point of departure for the new evangelisation. The June meeting, he adds, will be held in the light of the Year of Faith and the 50th anniversary since the start of the Second Vatican Council. Around 300 participants from more than 20 countries are expected to attend “Sacra Liturgia 2013,” which will take place at the Pontifical University of the Holy Cross.

To find out more, Dom Alcuin Reid, a monk in the Diocese of Fréjus-Toulon, France, who has been given by Bishop Rey the responsibility for organising the conference, discussed with ZENIT the conference’s main aims, how it could help heal post-conciliar liturgical disputes, and how to register to take part.

* * * What are the main aims of the conference? Sacra Liturgia 2013 aims to underline the centrality of sound formation in and the optimal celebration of the sacred liturgy in the life and mission of the Church in the 21st century and to emphasise that these are crucial foundations, not optional extras, as we engage in the imperative of the new evangelisation.

We hope to give further impetus to the “new liturgical movement,” something that has spread throughout the Church in recent years and which encompasses a desire to implement the liturgical reforms called for by the Second Vatican Council more faithfully as well as an openness to the riches of the pre-conciliar liturgy. Both of these have much to give in sustaining our Christian life and mission today, and both have their rightful place in the life of the Church. At the conference we will celebrate solemn Mass and Vespers in both forms.

How could it help heal the post-conciliar liturgical disputes? These disputes are often caused by reading into the Council’s Constitution on the Sacred Liturgy later ideas or enthusiasms, of differing merit, which are simply not there. For example, Mass facing the people, having the entire liturgy in the vernacular, communion in the hand, the introduction of altar girls and of extraordinary ministers of Holy Communion are commonplace now, but have nothing to do with the Council itself. Sometimes an appeal to the “spirit” of Vatican II is made to justify these later innovations, but this ignores the authoritative nature of the Council’s texts, dissipates their integrity and relativises them.

If we are to be faithful to the Council, good, careful scholarship is necessary. Scholarship which looks at what the Council said, the context in which it was said, and how faithfully it was or was not implemented.

Then we must ask: are the policies of the Council the best ones for the beginning of the 21st century? We have seen and learnt much in the past 50 years. We need to learn from these experiences, good and bad. For example the place of the vernacular in the reading of Sacred Scripture at Mass has taken root across the world and now is even an expectation of many congregations attending the older rite. We have also learnt that the older rite, celebrated well and respecting its integrity, is highly valued by young people of this century and bears significant fruit in vocations to the priesthood and religious life. So too, generations have been raised with the newer rites, and that is a pastoral reality which must be respected.

It is by taking all the relevant factors into account, rather than by standing behind “party lines,” that such disputes will be left behind as the unfortunate baggage of a liturgically turbulent era that they are. The Conference hopes to help move us forward in this way.

Some argue that liturgical abuses were sown in Sacrosanctum Concilium, others say they began before the Second Vatican Council constitution. What position will the conference take on this, if any? Individual speakers may examine particulars of Sacrosanctum Concilium and identify influences in its drafting or explore ways its phrases were interpreted. The organisers take no formal position on this other than asking for scholarship that is clear and sound. - 51/144 - AGENZIA ZENIT www.zenit.org 11/04/2013

argomento Citazioni Università e/o professori www.zenit.org/en/articles/getting-to-the-bottom-of-liturgical-reform

I would add personally that a lot of work needs to be done in studying this issue. There was good and bad practice before and after the Council, and there were also key individuals seeking to influence official liturgical reform at both times. Scholarship is needed to assist us in identifying these clearly so that the Church of the future may see whether elements of liturgical tradition were unduly jettisoned and also whether some later developments might be of value to the older rites.

How does the papal transition affect the conference? Does it make it more important and relevant? The Conference was certainly inspired by the liturgical vision and teaching of Pope Benedict XVI and by the Year of Faith inaugurated by him. He could rightly be called the father of the new liturgical movement to which we hope to make a contribution. We were all delighted when Bishop Rey received Pope Benedict’s “strong encouragement” for the initiative after informing him about it during his ad limina visit last December. Pope Benedict’s resignation left us sad, of course, but it is something that we must accept and respect.

According to God’s Providence different popes address different issues in the life of the Church—and rightly. Pope Francis will, no doubt, be considering what his emphases are to be. In respect of the sacred liturgy much of the fundamental work has been done by his predecessor. The Holy Father does not need to write another Sacramentum Caritatis or Summorum Pontificum. These are already in place and a change of pope does not detract from their magisterial or legal status, just as the teaching and acts of Blessed John Paul II did not lose their import with the election of a new pope in 2005. Pope Francis is in a good position to build on his predecessor’s acts in this area if he wishes. And in many ways, because of the work of his predecessor, he is freer to concentrate on other important aspects of the Church’s life.

Certainly, Sacra Liturgia 2013 will draw richly on the example and teaching of Pope Benedict XVI and will in some ways be a fitting tribute to him and a testament to the ongoing value of his liturgical teaching and example, but not in a way that sets one pope against another. The Conference is in Rome in order to be close to Peter, with whom we hope to be present at the Mass of Saint’s Peter and Paul on June 29th.

What sort of people will be present at Sacra Liturgia 2013? Is it still possible to register for a place? Registrations are coming in all the time, but yes, there are full and part-time places available. We have delegates from approximately 25 countries around the world (and will, of course, have simultaneous translation available). , priests, deacons, seminarians, lay men and women and religious are registering from around the world. Some delegates are responsible for teaching liturgy or for sacred music in their dioceses or parishes, others are interested in the issues personally or academically. Some are using the opportunity as a week of liturgical formation. Some simply wish to hear the internationally renowned speakers.

No doubt many new connections will be made between those present and friendships will be formed in June. In this, Sacra Liturgia 2013 will be something of a catalyst for authentic liturgical renewal in the 21st century.

- 52/144 - ABC www.abc.es 12/04/2013

argomento Citazioni Università e/o professori www.abc.es/local-castilla-leon/20130412/abci-pueblo-cristiano-necesita-nuevos-201304120853.html

«El pueblo cristiano necesita nuevos pastores bien formados»

El Centro Académico Romano Fundación (CARFA) lleva 24 años ayudando a la formación de sacerdotes y seminaristas, tanto en la Universidad Pontificia de Santa Cruz, en la ciudad de Roma, como en las Facultades de Estudios Eclesiásticos que se encuentran en Navarra. Desde 1989, y a través de esta Fundación, se trata de poner en marcha el funcionamiento y mantenimiento de los centros donde se imparten las enseñanzas que forman a los nuevos sacerdotes. Además, también abogan porque desde los colegios eclesiásticos internacionales y convictorios que existen, los alumnos puedan recibir la mejor formación y educación de cara a servir a la Iglesia. Ha sido a través de él mediante el cual ha tenido lugar en Valladolid una conferencia que giró en torno a la Ayuda a la Formación de Sacerdotes y Seminaristas, con el objetivo de que puedan acceder a este tipo de estudios sea cual sea su procedencia, y sus recursos económicos. De este modo, participaron en el coloquio Luis Alberto Rosales (CARFA) , Monseñor Luis Romera, rector de la Universidad de la Santa Cruz (Roma), y Joseph Kalungi, sacerdote que actualmente se forma en esta universidad. Presentados por María Dolores Cuadrado, delegada de CARFA Castilla y León, el coloquio giró en torno a este proyecto de apoyo a la Iglesia, y de la necesidad de esta cooperación y difusión para que se pueda llevar a cabo. Desde la Fundación, lamentan “que se hable mal de la Iglesia”, ya que están intentando que se posibilite que seminaristas y sacerdotes vayan a estudiar a Roma o Pamplona. Esto, según Luis Alberto Rosales, “tiene unos costes que hay que cubrir”, pero es sin duda un ejercicio de educación para estas personas.

Por su parte, Luis Romera comentó que Roma “es un lugar privilegiado para estudiar”, sobre todo para aquellos que son “hombres de Dios”, como es el caso de los sacerdotes. Consideró que las personas que quieren dedicarse a la Fe, “saben abrirse al mundo contemporáneo y dialogar con hombres y mujeres en su contexto”. Además, señaló que la importancia de estos programas a la hora de formar sacerdotes tiene que ver con unir “la capacidad intelectual y la fraternidad sacerdotal, de la que luego se recogen frutos”.

El rector y el consejero Antes de la intervención de Joseph Kalungi, hubo palabras para el nuevo Papa Francisco. Según Rosales, es alguien “que sonríe, que transmite alegría, sencillez, sobriedad, y que invita rezar”. Aspectos que considera fundamentales para el presente y futuro de la Iglesia, y que pueden sacar al ser humano de la profunda crisis que vive Occidente: “el Papa transmite la gran idea de la misericordia de Dios, y podríamos salir de esta etapa si aprendiésemos a tenerlaVolviendo a la formación eclesiástica, el último ponente, cuyo testimonio era esperado por su origen ugandés, y su educación en este momento, vino de la mano de Kalungi. Comentó que “Uganda es uno de los países de África con mayor número de católicos, unos 15 millones”. Sin embargo, hay “una necesidad aguda de formar sacerdotes”, agregando que “el pueblo cristiano necesita pastores bien formados que les guíen”. Además, considera que la tarea de la Evangelización es muy difícil, y en su país, como en tantos otros, existen muchos jóvenes que sienten la llamada de Dios, pero no han tenido educación suficiente para llevarla a cabo. Por ello, y a través del Centro Académico Romano Fundación, lanzó la idea de la necesidad de la formación para futuros curas, por el bien de la Iglesia.

------ANCHE IN:

- EL NORTE DE CASTILLA: www.elnortedecastilla.es/20130411/local/valladolid/importante-todos-sentidos-vida -201304112206.html

- 53/144 - AICA www.aica.org 12/04/2013

argomento Citazioni Università e/o professori www.aica.org/5986-concluyo-en-chile-el-ii-seminario-internacional-de-comunicacion-iglesia.html

Concluyó en Chile el II Seminario Internacional de Comunicación de Iglesia

Santiago (Chile) (AICA): Desde el 8 al 10 de abril, se desarrolló en el Centro de Extensión de la Pontificia Universidad Católica de Chile (PUC) el II Seminario Internacional de Comunicación de Iglesia: ¨Fe, jóvenes historias¨. Organizado por la Conferencia Episcopal de Chile, la PUC y el Duoc UC, y el auspicio del Pontificio Consejo para las Comunicaciones Sociales (PCCS). Contó con la presencia de destacadas personalidades nacionales y extranjeras del ámbito de la comunicación. Monseñor Claudio María Celli, presidente del PCCS, expuso un completo estudio donde reveló inéditas cifras sobre las redes sociales, los medios de comunicación masiva y su relación con el catolicismo.

Desde el 8 al 10 de abril, se desarrolló en el Centro de Extensión de la Pontificia Universidad Católica de Chile (PUC) el II Seminario Internacional de Comunicación de Iglesia: "Fe, jóvenes historias". Organizado por la Conferencia Episcopal de Chile, la PUC y el Duoc UC, y el auspicio del Pontificio Consejo para las Comunicaciones Sociales (PCCS). Contó con la presencia de destacadas personalidades nacionales y extranjeras del ámbito de la comunicación.

El discurso de apertura estuvo a cargo del obispo auxiliar de Santiago, monseñor Cristián Contreras, quien destacó la importancia de los tres conceptos en que se centró el seminario: "Fe, jóvenes e historias son tres palabras cargadas de contenido de vida y esperanza que nos invitan a reflexionar sobre el servicio comunicativo de la Iglesia, porque la comunicación es un verbo propio de la misión de la Iglesia. La comunicación en la Iglesia es diaconía, tal como lo hizo Jesús que vino a servir al mundo y no a ser servido".

Según el prelado, estos tres elementos "resumen con claridad el momento que está viviendo la Iglesia Católica en el contexto del Año de la Fe y en el pleno desarrollo de la Misión Joven, que sigue revitalizando la acción pastoral de la Iglesia durante este año".

Mons. Celli: “Internet es el nuevo continente por evangelizar” La primera ponencia del seminario estuvo a cargo de monseñor Claudio María Celli, presidente del PCCS, quien expuso un completo estudio donde reveló inéditas cifras sobre las redes sociales, los medios de comunicación masiva y su relación con el catolicismo.

Monseñor Celli mostró, a través de estadísticas y gráficos, la evolución del uso de las nuevas redes sociales en las distintas generaciones, resaltando el fuerte impacto que ellas han generado en los jóvenes.

En su conferencia “La Comunicación y el Concilio Vaticano II: ¿Puede ser actual un Concilio celebrado hace 50 años?”, el presidente de la PCCS recordó que los últimos pontífices han insistido en los desafíos que plantean las nuevas tecnologías.

“Las nuevas tecnologías forman parte de la propia misión de la Iglesia. Los últimos pontífices nos ayudan a comprender que la vocación de la comunicación social en la Iglesia es la presentación de la verdad sobre el hombre”, afirmó.

Sin embargo, recordó que Benedicto XVI enfatizó en que la evangelización necesita de verdaderos testimonios cristianos.

“No podemos imaginar que el anuncio, con las tecnologías más actuales, pueda prescindir de un testimonio personal profundo de fe en Nuestro Señor. Es por ello que el hombre contemporáneo escucha más a gusto a los que dan testimonio que a los que enseñan. Y si escuchan a los que enseñan es porque dan testimonio”, enfatizó.

Asimismo, recordó que el uso de las nuevas tecnologías para la evangelización tuvo un importante impulso con el beato Juan Pablo II, principalmente a partir de su carta apostólica “El rápido desarrollo”.

Este cambio pasó por dejar de ver a los medios de comunicación como simples herramientas, sino más bien como espacios culturales donde la misma gente habita. “Internet es el nuevo continente para evangelizar”, afirmó.

Destacados expositores Una larga y destacada nómina de conferencistas expusieron al auditorio su experiencia profesional y respondieron a - 54/144 - AICA www.aica.org 12/04/2013

argomento Citazioni Università e/o professori www.aica.org/5986-concluyo-en-chile-el-ii-seminario-internacional-de-comunicacion-iglesia.html

las inquietudes de los jóvenes participantes.

Fueron ellos: Andrea Tornielli (Italia), periodista y editor de Vatican Insider, publicó más de 50 libros sobre Historia de la Iglesia, colabora con numerosas publicaciones internacionales y su blog “Sacri Palazzi” es uno de los más reconocidos sobre información vaticana.

Gustavo Entrala (España), fundador y director general de 101, fue responsable de la apertura y uso de la cuenta en Twitter del Papa y con su agencia desarrolló “Pope App”, la aplicación del Papa.

Rafael Rubio (España), director de Comunicación en la JMJ de Madrid 2011; Pbro. José María La Porte (España), decano de la Facultad de Comunicación Institucional de la Pontificia Università della Santa Croce (Roma, Italia); Pbro. Marcio Queiroz (Brasil), director de Comunicaciones, Jornada Mundial de la Juventud - JMJ- Río 2013 y asesor de Comunicaciones de la Pastoral de Rio de Janeiro, Brasil.

Mons. Lucio Adrián Ruiz (Argentina), director del Servicio Internet Vaticano, que maneja varios sitios web del Vaticano, entre ellos www.vatican.va. Asesor de la Red Informática de la Iglesia en América Latina (RIIAL); Susana Nuin (Uruguay), secretaria Ejecutiva de Comunicación del CELAM y vice coordinadora de la RIIAL.

John L. Allen Jr. (USA), corresponsal del semanario National Catholic Reporter, y analista sobre el Vaticano para CNN y NPR; José María Irisarri (España), presidente de Globomedia y Vértice 360, productor ejecutivo de películas y series y formatos televisivos; Gustavo Ron (España), guionista y director de cine español; Ryan Worms (Canadá), director de Comunicación de Development and Peace, organización dependiente de la Iglesia Católica Canadiense y parte de Caritas Internationalis.

Bosco Ybarra (España), fundador de May Feelings, red social que intercambia oraciones por intenciones, comentarios y mensajes; Pbro. Cristián Roncagliolo (Chile), vice-gran canciller de PUC; Pbro. Emiro Cepeda (Colombia), profesor de la Università Pontificia Salesiana (Roma, Italia); Irene Villa (España), periodista y conductora en la radio COPE y en Canal 13 (España) y Carlos Schaerer (Chile), subdirector de El Mercurio de Santiago.+

- 55/144 - EUROPA PRESS www.europapress.es 12/04/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://www.europapress.es/sociedad/noticia-rector-universidad-pontificia-santa-cruz-francisco-gestos-ejemplifica- magisterio-benedicto-xvi-20130412192834.html

Rector de Universidad Pontificia de la Santa Cruz: "Francisco con sus gestos ejemplifica el magisterio de Benedicto XVI" El presidente de la Conferencia de Rectores de las Universidades Pontificias de Roma y rector de la Universidad Pontificia de la Santa Cruz de Roma, monseñor Luis Romera, ha indicado que observa una continuidad entre el Pontificado de Benedicto XVI y el de Francisco en el sentido de que el primero fue el de "un hombre intelectual que sabe dialogar con la modernidad y poner de manifiesto las razones de la fe" y el actual es un Papa "que desde una experiencia pastoral distinta, latinoamericana, con su vida y sus gestos está ejemplificando esos grandes temas que Benedicto XVI había puesto de manifiesto con su magisterio".

"Juan Pablo II es el Papa de la caída de muro de Berlín, pero también el Papa con el que empezó a despertar en una cultura secularizada la nostalgia de Dios, el sentido de la fe; luego viene Benedicto XVI y dice que todo ese entusiasmo por la fe hay que saber asumirlo con profundidad, requiere poner la cabeza y desglosa el gran tema de la fe cristiana; y después de esa profundización intelectual, viene un Papa pastor, que dice vamos a asumirlo personalmente, vamos a ser personas de oración, personas de misericordia", ha explicado, al tiempo que ha recordado a Benedicto XVI como "una persona de extraordinaria afabilidad y acogedora".

En declaraciones a Europa Press con motivo de su participación en Madrid en la preparación del X Encuentro Romano de Emprendedores organizado por el Centro Académico Romano Fundación, Romera ha destacado del Papa Francisco que está poniendo de manifiesto a través de su persona, sus gestos, su palabra, una serie de "grandes valores de la fe cristiana": la prioridad de la oración en la vida cristiana --algo que mostró el mismo día de la elección cuando puso a rezar a todos en la Plaza de San Pedro--; la sencillez y la sobriedad; y la misericordia.

Sobre este último aspecto, Romera ha explicado que el Dios de Jesucristo es un Dios misericordioso y eso lo tiene que ver el cristiano para saber transmitir a los demás esa misericordia, más aún en "una sociedad que está viviendo una crisis dura" de la que se saldrá "con medidas de carácter técnico, económico, político o social" pero, sobre todo, "cuando las personas aprendan a tener misericordia, a comprenderse, a perdonar, a no guardar rencores, a superar las distancias ideológicas, a vivir la solidaridad".

En este sentido, considera que el Papa está enviando un mensaje, no solo para salir de la crisis coyuntural, sino también de "esas otras crisis quizá menos evidentes, más latentes, de carácter cultural y existencial, pero que son más profundas, la crisis de la ausencia de sentido en la vida".

El presidente de la Conferencia de Rectores de las Universidades Pontificias de Roma, universidades promovidas y dirigidas por la Santa Sede que tienen por objeto formar a sacerdotes, seminaristas, religiosos y laicos de los cinco continentes, para que desempeñen papeles relevantes en la Iglesia, ha señalado que estas instituciones pueden ayudar al Papa, primero con su cercanía física desde el punto de vista afectivo pero, sobre todo, con el "efecto multiplicador" que tiene su "seria" formación en todo el mundo.

Y aunque el Papa Francisco no les ha pedido aún nada directamente, ellos, según ha indicado Romera van a esforzarse por "profundizar intelectualmente y transmitir también vitalmente a los alumnos esa grandeza de la fe" en que el Papa les ha "confirmado". En esta tarea de transmitir la fe es en lo que piden ayuda al Papa pues, según ha apuntado, en un contexto que es herencia de la modernidad con una serie de desafíos culturales, "hacen falta cristianos que hayan sabido asumir con hondura la fe".

Para Romera, en la actualidad hay "una ausencia cultural de nociones, de imágenes, de símbolos". Sin embargo, al mismo tiempo cree que es "un momento sumamente interesante" al existir "una cultura en la cual la presunción de hace unas décadas de que quizá con la ciencia y con la técnica se podían resolver todos los problemas humanos, ha entrado en crisis" y que se está dando cuenta de que "los grandes temas de la existencia humana, el sentido de la vida, el modo de orientarse, los desafíos éticos, la familia, el amor, requieren de una elaboración distinta".

------ANCHE IN:

- LA INFORMACION: http://noticias.lainformacion.com/religion-y-credos/papa/rector-de-universidad-pontificia-de-la- santa-cruz-francisco-con-sus-gestos-ejemplifica-el-magisterio-de-benedicto-xvi_bddTDMlP6RZguEcnWMTe17/

- 56/144 - EUROPA PRESS www.europapress.es 12/04/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://www.europapress.es/sociedad/noticia-rector-universidad-pontificia-santa-cruz-francisco-gestos-ejemplifica- magisterio-benedicto-xvi-20130412192834.html

- 57/144 - LA RAZÓN www.larazon.es 12/04/2013 argomento Citazioni Università e/o professori

Luis Romera remarca la fuerza de la fe en esta etapa de la Historia y valora el impulso dado por el Papa ***Segue il testo in originale

- 58/144 - 6 Viernes. 12 de abril de 2013 LA RAZÓN Castilla y León EL DÍA EN IMÁGENES

Edu ardo Margareto/Ical SOCAD IED Amenazados por desahucios demandan en Valladolid tiempo para alegar los abusos Decenas de personas se manifestaron ayer frente a las puertas de los juzgados de lo Social de Valladolid para exigir la paralización de las ejecuciones hipotecarias hasta que no exista una regulación que cumpla la sentencia del Tribunal de Luxemburgo. La plataforma Stop Desahucios 15M Valladolid entregó al juzgado un documento con hasta trece «ideas» que consideran abusos. Además, la plataforma pide que se amplíe el para que los afectados puedan alegar dichas cláusulas. Stop Desahucios denuncia que de las 150 familias amenazadas que les han pedido ayuda en Valladolid, una treintena ha recibido una carta en la que les dan diez días para alagar esos supuestos abusos hipotecarios. En la imagen, Dori Benegas, asesora de Stop Desahucios en Valladolid, conversa con Andrés, uno de los afectados.

Dosn Sa tos RELIGIÓN Luis Romera remarca la fuerza de la fe en esta etapa de la Historia y valora el impulso dado por el Papa El rector de la Universidad Pontifica de la Santa Cruz, de Roma, Monseñor Luis Romera (2d), pronunció ayer, en Valladolid, una conferencia en la que subrayó la «pujanza» de la fe y el sentido de la misma. A pesar de los avances científicos y tecnológicos, «el ser humano sigue siendo un ser humano para sí mismo, desde el punto de vista intelectual y existencial», explicó. «Ahí es donde entra la fe», argumentó Romera, quien valoró el «nuevo impulso» dado por el Papa Francisco con su «ejemplo extraordinario» de vida y gozo cristiano.

Juan Lázaro/Ical

J. L. Leal/Ical

Unos 400 comensales disfrutaron ayer en el Salón SOCAD IED de Gourmets de Madrid del plato estrella de Castilla y León: el lechazo. El ágape, compuesto por 70 kilos Jinetes de toda España, desde los que necesitan ayuda para El lechazo de chuletillas, elaborado por profesores y alumnos SOCAD IED realizar la monta hasta algunos que compiten en Doma Clásica, de la Escuela de Cocina Fernando Pérez, se degustó se encuentran estos días en la localidad zamorana de Pereruela triunfa en el con pan de Candeal y quesos de Entrepinares, y se de Sayago participando en la Semana de Formación y en el Salón de regó con tintos de la Ribera, rosados de Cigales y Semana hípica para Campeonato Hípico de España de Doma para personas con blancos de Rueda e Yllera. En la imagen, el alcalde de discapacitados en discapacidad intelectual. Un evento que se realiza por vez primera Gourmets Valladolid, Javier León de la Riva, y la concejala en esta provincia. En la imagen, Fernando Martínez Maillo y Mercedes Cantalpiedra, prueban las chuletillas. Pereruela de Sayago Alberto de Castro, asistieron ayer a la entrega de premios. NASZ DZIENNIK www.naszdziennik.pl 12/04/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://www.naszdziennik.pl/wiara/29558,prosza-o-przyjecie-do-kosciola-katolickiego.html

Proszą o przyjęcie do Kościoła katolickiego

Piątek, 12 kwietnia 2013 (16:25)

Średnio od 3 do 4 duchownych niekatolickich prosi co tydzień o przyjęcie do Kościoła katolickiego - ujawnił ks. abp Gerhard Müller, prefekt Kongregacji Nauki Wiary.

Jak wyjaśnia Radio Watykańskie w przekonaniu arcybiskupa Müllera jest to nowa tendencja, która w ostatnich lat wyraźnie przybiera na sile.

Ksiądz arcybiskup Müller otworzył wczoraj na Papieskim Uniwersytecie św. Krzyża obrady konferencji o wierze i prawie kanonicznym. Hierarcha zaznaczył, że Ewangelia koliduje z dominującą dziś mentalnością, opartą na poszukiwaniu subiektywnej i indywidualnej satysfakcji. Dlatego też - zdaniem prefekta Kongregacji Nauki Wiary - głoszenie Ewangelii staje się czymś niewygodnym.

Watykańska rozgłośnia dodaje, że hierarcha przypomniał, iż istotnym obowiązkiem każdego członka Kościoła jest pogłębianie swej katolickiej tożsamości i rozumienia własnej wiary

- 59/144 - NATIONAL CATHOLIC REPORTER http://ncronline.org/ 12/04/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://ncronline.org/blogs/all-things-catholic/hard-questions-about-francis-argentina-and-lesson-chile

Hard questions about Francis in Argentina and a lesson from Chile

John L. Allen Jr.

The more you move around, the more you sense that the problems the church faces are often pretty much the same everywhere. My experience on Monday and Tuesday in Santiago, Chile, brought the point home.

I was in Chile for a conference on church communications sponsored by the Pontifical Catholic University of Chile and the country's bishops' conference. The audience was composed mainly of people involved in media work about the church, either as church spokespersons or as independent journalists, bloggers and so on.

Despite the obvious differences in culture and geography that separate Chile from the United States or Europe, I was struck by how eerily similar the conversations seemed. I found the same concern about a hostile press climate, the same frustration that it's difficult to tell positive stories about the church, which one often hears from Catholics in the West.

My friend and colleague Andrea Tornielli, for instance, spoke on the same day he published an article for La Stampa back in Italy about how priests were reporting an increase in demand for confession, which they attribute to the "Francis effect." Tornielli told the crowd in Santiago that priests told him Italians were showing up in droves, citing Francis' line that "God never gets tired of forgiving us; it's we who get tired of asking forgiveness."

Tornielli said at a moment when commentators are focused on other matters about the new pope, it would seem "they haven't understood what's really going on."

Heads nodded up and down the room as Chileans said the same thing was true in terms of commentary here.

Fr. Josè Maria La Porte, a Spaniard who teaches at the Opus Dei-run University of the Holy Cross Rome, described a recent trip he'd taken to Cuba in which he met priests who travel around the countryside ministering to the poorest of the poor, traveling in a beat-up old car where they have to carry cans of gas because it's too expensive to buy it along the way, even if they could find stations that work. He described seeing them stop the car and take out a rubber hose, sucking on it to get the gas flowing and then pouring it into the tank.

"I wish we could see stories about priests like this in the media sometimes," La Porte said, once again drawing strong agreement from the locals, who said these types of stories rarely see the light of day in their media.

I was asked to speak about unity in the church. Jokingly, I told the crowd that inviting a journalist to talk about unity is a bit like asking a terrorist to talk about peace in the sense that we're not really in the unity business. If everybody got along, frankly, we'd have precious little to talk about.

That said, I told the crowd I have thought a fair bit about the subject of unity, perhaps because I come from a Catholic culture in the United States that in many ways is profoundly divided. I served up my usual diagnosis, which is that although people say we American Catholics are polarized, the truth is that we're more tribalized.

Looking around, what one sees are different tribes: pro-life Catholic, peace-and-justice Catholics, liturgical traditionalist Catholics, church reform Catholics, Obama Catholics, neo-con Catholics, the movements, various ethnic churches, and on and on. In principle, all that diversity is a treasure, but it becomes dysfunctional when these various tribes start seeing one another as the enemy, and too often that's our situation.

I suggested that what the church in the United States needs is a grassroots effort to build zones of friendship across the tribal lines, places where Catholics of different temperaments and outlooks can rub shoulders -- not to debate issues, but simply to get to know one another.

I was struck by how much all this seemed to resonate with the Chileans, who told me that many of the same tribal divisions exist in their backyard, too.

Along the way, I told a story about Benedict XVI's trip to the United Kingdom in 2010, and as a joking aside, I said poking fun of the pope is sort of the national sport in the U.K. Within seconds, somebody in the crowd had tweeted - 60/144 - NATIONAL CATHOLIC REPORTER http://ncronline.org/ 12/04/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://ncronline.org/blogs/all-things-catholic/hard-questions-about-francis-argentina-and-lesson-chile

out: "What about Chile?"

Of course, the is a global brand with almost 1.2 billion members, and the situations it faces around the world are often wildly diverse. The moral of my experience in Chile, however, is that sometimes we have more in common than we might think.

[John L. Allen Jr. is NCR senior correspondent. His email address is [email protected]. Follow him on Twitter: @JohnLAllenJr.]

- 61/144 - TE INTERESA www.teinteresa.es 12/04/2013

argomento Citazioni Università e/o professori www.teinteresa.es/religion/Francisco-transmite-naturalidad-sencillez-misericordia_0_899911154.html

El papa Francisco "transmite oración, sencillez y misericordia con naturalidad" B. Aragoneses

Salir a las periferias, abrirse a los demás, transmitir la fe... Es la gran misión encomendada a los cristianos en este Año de la Fe, y a la que el Papa Francisco ha urgido en sus discursos y homilías. Darse a los demás, ser pastores "con olor a oveja", no teniendo miedo a la ternura y a la bondad, como él mismo ha recordado.

El rector de la Pontificia Universidad de la Santa Cruz de Roma, monseñor don Luis Romera Oñate, que esta tarde imparte en Madrid una conferencia acerca de "¿Por qué creemos? El sentido de la fe en la sociedad contemporánea" organizada por el Centro Académico Romano Fundación CARF, señala para Teinteresa que "el cristiano debe aprender la lección de los nuestros dos últimos Papas. De Benedicto XVI, la lección de una fe que dialoga con la modernidad, una fe consciente".

Y ha destacado "la relevancia de que haya cristianos que piensen su fe, con buena formación religiosa". Y es que, comos señala don Luis, "no basta con el catecismo que aprendimos de pequeños, se requiere una fe de convicciones hondas porque la hemos pensado. Una fe que encuentra razones, y que es capaz de transmitirlas".

Por su parte, del Papa Francisco señala el rector de la Pontificia Universidad de la Santa cruz que "nos ha enseñado que cuando la fe se vive con profundidad nos lleva a rezar, a la vida espiritual, y al mismo tiempo es una fe que transmite misericordia a los demás… porque creemos en un Dios que es misericordioso". Salir a las periferias

El Papa Francisco, un Papa todo corazón que alude constantemente a la misericordia de Dios, ha hecho multitud de referencias a esta misericordia. En este sentido, don Luis Romera destaca que "hoy en día, la crisis que vivimos requiere una gran lección de misericordia: comprendernos, saber perdonar y pedir perdón, vivir una solidaridad profunda, convivir... Y esto entronca con ese salir a las periferias de las que habla el Papa: a la periferia de las ciudades donde la gente sufre y a los que hay que atender cristianamente, pero también a las periferias del espíritu, de aquellos que han perdido el sentido de la vida, los que están desalentados y deprimidos porque no saben reaccionar ante las vicisitudes de la vida".

Precisamente la misericordia es uno de los grandes valores que, según don Luis, el Papa sabe transmitir "con gran naturalidad, además de la prioridad de la oración (ya desde su primera salida al balcón) y por extensión una gran devoción a la Virgen; la sencillez, que es la apertura a los demás sin temor porque se tiene confianza no en uno mismo sino en Dios; y la sobriedad, que forma parte de la vida cristiana y que quizás se ha perdido en los últimos años".

¿Cómo transmitir la fe?

Don Luis recuerda que la fe es el acto interior de la persona más profundo porque tiene que ver con el sentido último de la persona. En este sentido es un don porque es abrirse a un Dios que nos viene al encuentro. Y es un don que en el caso de España fundamentalmente se recibe a través de la familia. Y también es un acto de la libertad, en el que la persona se implica. Una libertad madura y consciente de los grandes desafíos que nos rodean y que se da cuenta de cuál es la respuesta última a la existencia".

"La transmisión de la fe", continúa el rector, "debe ser profunda y por tanto tocar necesariamente la esfera afectiva pero eso no lo es todo, porque la fe no es sentimiento y no debe estar en manos de los vaivenes de las emociones. Por eso es importante que se piense la fe y que se haga pensar la fe".

Precisamente don Luis, que es catedrático de Metafísica, explica que "la filosofía es el ámbito de diálogo de la fe; es el ámbito en el cual el ser humano se ha enfrentado a las grandes preguntas. Y la filosofía que uno no pierde nunca es la que vuelve a plantear los grandes temas de la existencia: quiénes somos, adónde vamos, de dónde venimos, por qué estamos aquí".

"Ahora mismo", continúa don Luis, "hay una situación cultural y existencial de las personas en la que hay una desconfianza en la razón, desconfianza a veces resignada, como si la vida hubiera que vivirla sin razones, sin sentido. Hay un recelo ante palabras que orienten, que den sentido. Hay que tener el coraje de abrirse - 62/144 - TE INTERESA www.teinteresa.es 12/04/2013

argomento Citazioni Università e/o professori www.teinteresa.es/religion/Francisco-transmite-naturalidad-sencillez-misericordia_0_899911154.html

intelectualmente a la luz de la fe". Con la ciencia y la técnica no basta

Don Luis añade que "vivimos un contexto muy peculiar porque hemos heredado una historia de la modernidad llena de grandes valores humanos, caracterizada por una valoración de la libertad, la dignidad y la razón de la persona. Y estos valores tienen una raíz es claramente cristiana. Y ya en la segunda mitad del siglo XX ha habido un desarrollo extraordinario de la ciencia y de la técnica que ha generado una cultura en la cual el ser humano cree que se puede vivir con las respuestas que dan la ciencia y la técnica, y la fe se queda relegada".

"Pero la misma fe nos da cuenta de que no podemos hacer todo por nosotros mismos. Aparece la pregunta radical de quiénes somos". Y el catedrático concluye: "Percibo ahora que nos estamos empezando a dar cuenta de que con la ciencia y la técnica podemos hacer mucho, pero no todo".

- 63/144 - LA STAMPA.IT http://www.lastampa.it 15/04/2013

argomento Citazioni Università e/o professori lastampa.it/2013/04/15/blogs/san-pietro-e-dintorni/premio-de-carli-prorogato-il-termine- MeaApLU3CMUzIofIcT4XCL/pagina.html

Premio De Carli: prorogato il termine

Marco Tosatti

È stato prorogato al prossimo 30 aprile il termine ultimo per l'invio dei lavori al Premio "Giuseppe De Carli", promosso dall'associazione che porta il nome del noto giornalista scomparso, e che ha l’obiettivo di mantenere viva la sua eredità umana e professionale. È stato prorogato al prossimo 30 aprile il termine ultimo per l'invio dei lavori al Premio "Giuseppe De Carli", promosso dall'associazione che porta il nome del noto giornalista scomparso, e che ha l’obiettivo di mantenere viva la sua eredità umana e professionale. La decisione di posticipare i termini è stata adottata tenendo conto degli eventi straordinari che si sono susseguiti negli ultimi mesi nella Chiesa: dalla rinuncia al pontificato di Benedetto XVI all'elezione di papa Francesco. Il Premio "Giuseppe De Carli", alla prima edizione, è riservato ai giornalisti che operano nell'ambito dell'informazione religiosa nella carta stampata, nell'emittenza radiofonica, televisiva e dei nuovi media oltre che a laureati e dottori di ricerca che hanno discusso una tesi di laurea magistrale o specialistica, licenza o dottorato presso le Università pubbliche, private, pontificie o presso gli Istituti Superiori di Scienze Religiose.

L'obiettivo del Premio è, attraverso il ricordo di Giuseppe De Carli responsabile della struttura Rai Vaticano scomparso nel 2010, di sensibilizzare, promuovere e premiare un giornalismo e una ricerca universitaria improntati a professionalità, serietà, rispetto della deontologia e alla passione per questo particolare tipo di informazione. L'iniziativa è promossa in collaborazione con il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza Università di Roma, con la Pontificia Università della Santa Croce e con la Pontificia Facoltà Teologica "San Bonaventura". Gode inoltre del patrocinio di Rai Vaticano, dell'Ordine nazionale dei giornalisti, della Federazione nazionale stampa italiana, dell'Unione cattolica stampa italiana, del Parco nazionale della Pace di Sant'Anna di Stazzema, del Consiglio regionale del Lazio e della Provincia di Roma.

Queste le categorie e le modalità di partecipazione: Sezione A - Giornalisti (professionisti, pubblicisti, praticanti o corrispondenti esteri): il Premio sarà attribuito a insindacabile giudizio della Giuria a uno o più operatori dell'informazione che si siano distinti per qualità e professionalità dei loro articoli o servizi apparsi su testate nazionali, internazionali o locali della carta stampata, on- line, di radio e televisione, che abbiano come tema centrale l'informazione religiosa nei suoi diversi aspetti e declinazioni, prodotti dall'1 gennaio 2012 al 30 marzo 2013. La data ultima per la consegna del materiale è il 30 aprile 2013. Sezione B - Laureati e dottori di ricerca: la Giuria prenderà in esame le tesi inviate dai candidati, discusse negli Anni accademici 2010/2011 e 2011/2012, che abbiano come tema centrale l'informazione religiosa nei suoi diversi aspetti e declinazioni. Anche in questo caso, la data ultima per la consegna degli elaborati è il 30 aprile 2013. Il Regolamento completo è disponibile sul sito dell'Associazione (www.associazionedecarli.it). È inoltre possibile seguire le novità attraverso l'account Facebook (http://www.facebook.com/assodecarli) e Twitter (https://twitter. com/assodecarli).

------ANCHE IN:

- ZENIT: http://www.zenit.org/it/articles/prorogato-il-termine-per-la-presentazione-dei-lavori-al-premio-giuseppe-de- carli

- 64/144 - AGENZIA ASSOCIATED PRESS www.ap.org/ 22/04/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://www.washingtonpost.com/world/europe/pope-francis-who-once-said-priestly-celibacy-could-change-is-lobbied- to-make-it-optional/2013/04/22/052869ec-ab65-11e2-9493-2ff3bf26c4b4_story.html

Argentine ex-bishop’s widow wants Pope Francis to make priestly celibacy optional By Associated Press

BUENOS AIRES, Argentina — She uses a wheelchair and carries the weight of her 87 years, but Clelia Luro feels powerful enough to make the Roman Catholic Church pay attention to her campaign to end priestly celibacy.

This woman, whose romance with a bishop and eventual marriage became a major scandal in the 1960s, is such a close friend with Pope Francis that he called her every Sunday when he was Argentina’s leading cardinal.

Luro’s convinced that he will eventually lead the global church to end mandatory priestly celibacy, a requirement she says “the world no longer understands.” She believes this could resolve a global shortage of priests, and persuade many Catholics who are no longer practicing to recommit themselves to the church.

“I think that in time priestly celibacy will become optional,” Luro said in an interview with The Associated Press in her home in Buenos Aires, after sending an open letter to the pope stating her case. “I’m sure that Francis will suggest it.”

John Paul II, Benedict XVI and other popes before them forbade any open discussion of changing the celibacy rule, and Francis hasn’t mentioned the topic since becoming pope last month.

“I don’t see how in any way this would form part of his agenda,” said the Rev. Robert Gahl, an Opus Dei moral theologian at the Pontifical Holy Cross University in Rome.

But as Cardinal Jorge Mario Bergoglio, he referred to the issue of celibacy in ways that have inspired advocates to think that the time for a change has come.

In his book “On Heaven and Earth,” published last year, Bergoglio said: “For the moment I’m in favor of maintaining celibacy, with its pros and cons, because there have been 10 centuries of good experiences rather than failures.” But he also noted that “it’s a question of discipline, not of faith. It could change,” and said the Eastern Rite Catholic church, which makes celibacy optional, has good priests as well.

“In the hypothetical case that the church decides to revise this rule ... it would be for a cultural reason, as with the case of the Eastern church, where they ordain married men,” he said in “Pope Francis. Conversations with Jorge Bergoglio,” re-published last month by his authorized biographers, Sergio Rubin and Francesca Ambrogetti.

Luro and her husband, the former bishop of Avellaneda, Jeronimo Podesta, felt ostracized from the church for many years, but she says Bergoglio didn’t hesitate to minister to them when Podesta was hospitalized before his death in 2000. They became such good friends thereafter that Luro said Bergoglio called her every Sunday for 12 years, and often discussed the celibacy issue as they debated all sorts of hot topics in private conversations.

Luro now feels that the cardinals’ election of a Jesuit and Vatican outsider who is committed to expanding the global church and reaffirming its commitment to the poor shows their willingness to undertake profound changes to stem an exodus of the faithful.

The Rev. Thomas Reese, a Jesuit priest and Vatican analyst at Georgetown University, said a first step might be for Francis to simply signal that it’s OK to debate the issue.

“The Vatican led by John Paul and Benedict said that certain topics were just off the table, and any bishop who discussed them would be in trouble. And theologians who wrote about them would get into trouble. So this is part of a bigger question of how much open discussion Pope Francis is going to allow in the church,” Reese said.

“This would be exactly the kind of open discussion that the Vatican does not like,” Reese added. “Their attitude is that you shouldn’t confuse the children by having the parents argue.”

Canon 277 of the Vatican’s legal code reads: “Clerics are obliged to observe perfect and perpetual continence for the sake of the kingdom of heaven and are therefore bound to celibacy. Celibacy is a special gift of God by which sacred ministers can more easily remain close to Christ with an undivided heart, and can dedicate themselves more freely to - 65/144 - AGENZIA ASSOCIATED PRESS www.ap.org/ 22/04/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://www.washingtonpost.com/world/europe/pope-francis-who-once-said-priestly-celibacy-could-change-is-lobbied- to-make-it-optional/2013/04/22/052869ec-ab65-11e2-9493-2ff3bf26c4b4_story.html

the service of God and their neighbor.”

Still, celibacy is not dogma — a law of divine origin — but a tradition of the Roman Catholic church. Dogma cannot change, but traditions can.

“We’re very enthusiastic and hopeful that Francis could reverse this canonic measure,” said Guillermo Schefer, a former priest who along with his wife, Natalia Bertoldi, are vice presidents of the Latin-American Federation of Married Priests. “It’s important that the priests can also opt for a life of marriage and family. It would help them integrate more with the people.”

In the Eastern Rite Catholic Church, seminarians who are already married can be ordained later as priests. Some married Anglican priests also have been allowed to convert to Roman Catholicism, and some widowers with families have become priests later.

But as Gahl notes, no Roman Catholic tradition allows men who have already “married the church” to later marry a wife. This would create a divided heart, a weakened commitment, and go against much of what Francis has said since becoming pope about the need for priests to deny themselves earthly pleasures as they spread the Gospel, he said.

“He’s been preaching this pretty much every morning” at the Vatican, Gahl said. Advocates for optional celibacy are “saying priesthood is too hard; why don’t we make it easier? But what the pope is saying is, “If you make this sacrifice, it would bring you pure joy.’ ”

Those resisting change say celibacy has other benefits, not least among them financial: Imagine if the world’s 400,000 Roman Catholic priests all had families, presumably large ones given the church’s ban on contraception. Suddenly, relatively meager priestly salaries would have to increase exponentially.

Still, tens of thousands of priests have left their ministries to marry, and many others, particularly in Africa and Latin America, have remained while having relationships with women and children on the side. Bergoglio condemns that practice in his books.

“What I won’t permit is the double life,” he said. “If he can’t carry on his ministry, I tell him to stay home, that we seek a papal dispensation, and that way he can receive the sacrament of marriage.”

Benedict reaffirmed mandatory celibacy in response to a high-profile crusade by a married African archbishop who was excommunicated after defying the Vatican and ordaining four married men as bishops.

Bergoglio’s great friend Cardinal Claudio Hummes of Brazil got into hot water when he noted that priestly celibacy is not a matter of divine law during a 2006 newspaper interview he gave before arriving in Rome to take over the Vatican’s office for the world’s priests. It sparked such speculation about a potential change that Hummes had to issue a lengthy statement reaffirming celibacy.

Luro was 39, separated and with six children when she met Podesta, then 45, in 1966. He was already a bishop, and very committed to social causes, advocating liberation theology as part of the Movement of Third World Priests.

“I was the first woman for Jeronimo,” she recalls. Far from hiding it, they made their relationship public and launched a campaign for optional celibacy that took them to the Vatican’s doors. Shortly thereafter, Pope Paul VI issued the encyclical “Sacerdotalis Caelibatus” in 1967, ratifying priestly vows of perpetual celibacy.

Luro said Bergoglio’s Sunday phone calls were a huge support for her. “We would speak of the church, we debated. I sent him Jeronimo’s writings.”

And after becoming Francis, he called her again, she said. Out of respect for the pope, she won’t say what he told her.

------ANCHE IN:

- THE RECORD: http://www.therecord.com/living/faith/article/924292--argentine-ex-bishop-s-widow-wants-pope- francis-to-make-priestly-celibacy-optional

- 66/144 - AGENZIA ASSOCIATED PRESS www.ap.org/ 22/04/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://www.washingtonpost.com/world/europe/pope-francis-who-once-said-priestly-celibacy-could-change-is-lobbied- to-make-it-optional/2013/04/22/052869ec-ab65-11e2-9493-2ff3bf26c4b4_story.html

- DELMARVA NOW: http://www.delmarvanow.com/viewart/20130427/LIFESTYLE/304270021/Old-friend-hopes-pope- will-end-priestly-celibacy

- PHIL STAR: http://www.newsflash.org/2004/02/hl/hl112377.htm

- JAPAN TIMES: http://www.japantimes.co.jp/news/2013/04/30/world/ex-bishops-widow-takes-on-priestly-celibacy/#. UX_PuRm42UY

- EL NUEVO HERALD: (Spagnolo) http://www.elnuevoherald.com/2013/04/27/1464494/celibato-otro-desafio-en-el- horizonte.html

- 67/144 - BELLUNOPRESS www.bellunopress.it 23/04/2013

argomento Citazioni Università e/o professori www.bellunopress.it/2013/04/23/a-vittorio-veneto-due-giornate-di-studi-interdisciplinari-su-diritto-e-matrimoni-focus- con-medici-e-docenti-su-disturbi-della-personalita-e-nuove-tecnologie/

A Vittorio Veneto Due giornate di studi interdisciplinari su diritto e matrimoni. Focus con medici e docenti su disturbi della personalità e nuove tecnologie L’Aula Magna degli Istituti Paritari – International College “Dante Alighieri” di Vittorio Veneto ospiterà sabato 27 aprile e sabato 25 maggio due incontri sul tema “Mondo contemporaneo e realtà matrimoniale oggi”, riconosciuti dall’Ordine degli Avvocati di Treviso per la formazione obbligatoria degli iscritti.

Questa prima edizione degli incontri di studio vuole presentare e fare comprendere agli operatori del Diritto civile e canonico, e a tutti coloro che a vario titolo si occupano di famiglia e matrimonio, i principali sviluppi di alcuni argomenti legati alle scienze mediche e informatiche che si possono presentare anche nei tribunali ecclesiastici.

I due incontri avranno carattere interdisciplinare. La prima area tematica affronterà i temi dei disturbi della personalità e la loro incidenza sulla capacità di un soggetto di contrarre matrimonio. La seconda analizzerà l’influsso delle nuove tecnologie nel campo del diritto processuale canonico alla luce dell’evoluzione nel campo dell’informatica e dei cambiamenti strutturali e culturali della comunicazione. Ampio spazio sarà riservato all’interazione tra relatori e partecipanti.

“I seminari in questione – ricorda il presidente degli Istituti Paritari avv. Marco Caliandro – sono la prima iniziativa del Centro studi “Dante Alighieri” che, nell’ambito dell’attività del nostro Istituto, si occuperà di organizzare eventi, seminari e corsi di formazione per imprese, professionisti e lavoratori ma anche di produrre pubblicazioni e studi in merito. Abbiamo già un grande numero di professionisti che si sono iscritti e parteciperanno alla nostra prima iniziativa, che siamo sicuri avrà buon esito”.

Ore 10.45: “Il consenso matrimoniale e i disturbi psicologici. Dottrina e giurisprudenza rotale” (Rev. Prof. Héctor Franceschi, Ordinario di Diritto matrimoniale canonico Pontificia Università della Santa Croce – Roma)

Entrambi gli incontri si svolgeranno nell’Aula Magna dell’International College “Dante Alighieri” in via Niccolò Tommaseo 10 a Serravalle di Vittorio Veneto. Informazioni al numero 342-0282174, e – mail [email protected].

------ANCHE IN:

- L’AZIONE: www.lazione.it/news

- LA TRIBUNA DI TREVISO: tribunatreviso.gelocal.it/cronaca/2013/04/26/news/matrimonio-e-diritti-civili-1.6956204

- 68/144 - www.catholicnewsagency. CATHOLIC NEWS AGENCY 24/04/2013 com argomento Citazioni Università e/o professori http://www.catholicnewsagency.com/news/swiss-theologian-same-sex-civil-unions-discriminate-against-married- couples/

Theologian: Same-Sex Civil Unions Discriminate Against Married Couples

by ESTEFANIA AGUIRRE/CNA/EWTN NEWS 04/24/2013

Ethics professor cautions equating homosexual unions to marriage because the legal system starts to transform the nature of marriage as a social and legal institution.

ROME — After a Vatican official stated that the Church could support same-sex civil unions as “private law solutions” for protecting people’s rights, a Swiss theologian is saying that if they are equated with marriage these unions discriminate against married heterosexual couples.

“Besides containing an erroneous moral message, it actually means to objectively discriminate against married people, who intentionally have engaged in a union ordered towards the task of the transmission of human life, accepting all the burdens and responsibilities of this task,” said Swiss theologian Father Martin Rhonheimer.

“Conferring legal equality to same-sex unions signifies to publicly establish, in the law system, the principle of dissociation of sexuality and procreation,” he explained in an April 22 telephone interview with Catholic News Agency. His comments come after Archbishop Piero Marini, president of the Pontifical Committee for International Eucharistic Congresses, expressed his openness to same-sex civil unions.

“In these discussions, it is necessary, for example, to recognize the union of people of the same sex, because there are many couples who suffer because their civil rights are not recognized,” he said on April 20 in an interview with the Costa Rican newspaper La Nacion.

“What cannot be recognized is that that couple be a marriage,” said Archbishop Marini.

A second Vatican official, Archbishop Vincenzo Paglia, who spoke on the subject in a March 27 news conference, was misquoted by the press to make it seem he favored it.

Archbishop Paglia, the head of the Pontifical Council of the Family, said that the Church is opposed to anything that treats other unions as equivalent to marriage between a man and a woman, but that it could accept “private law solutions” for protecting people’s rights.

In a Vatican press conference on Feb. 4, he said that there are “several kinds of cohabitation forms that do not constitute a family” and that their number is increasing.

The archbishop suggested that countries could find “private law solutions” to help people living in non-matrimonial relations to “prevent injustice and make their life easier.”

But Archbishop Paglia persisted in reaffirming that it is society’s responsibility to preserve the unique value of marriage.

Father Rhonheimer, who teaches political philosophy and ethics at the Pontifical University of the Holy Cross in Rome, said accepting same-sex civil unions is equating them with marriage, which, “by its very nature, is a union between a man and a woman.”

But he does not exclude private law solutions, as mentioned by Archbishop Paglia, protecting same-sex couples’ civil rights and facilitating, for example, mutual care in case of illness and old age or adaptations in the field of inheritance law.

“When equating homosexual unions to marriage, however, the legal system starts including a principle which in fact transforms the nature of marriage as a social and legal institution,” Father Rhonheimer said.

“Besides being discriminating against those who bear considerable sacrifices in raising children and contribute in a most essential and irreplaceable way to the common good of society over time, it also has non-predictable long-term consequences for the entire legal and social system,” he added.

- 69/144 - www.catholicnewsagency. CATHOLIC NEWS AGENCY 24/04/2013 com argomento Citazioni Università e/o professori http://www.catholicnewsagency.com/news/swiss-theologian-same-sex-civil-unions-discriminate-against-married- couples/

He explained that approving same-sex unions could only be consistently argued for by assuming there is no moral relevant link between sexuality and procreation, an idea which is the legacy of the “sexual revolution” of the second half of the 20th century having disastrous effects on the societies of Western countries.

“Any attempt of proving the equality, in social and political terms, of heterosexual and homosexual unions is vain, simply because homosexual unions are by their very nature non-procreative,” Father Rhonheimer said.

According to the Swiss professor, the Church teaches that homosexual orientation is a disorder, but people who experience that disorder should not be blamed or somehow seen as guilty for having it.

“On the other hand, the Church teaches that homosexual acts are gravely and intrinsically sinful and that, therefore, persons with homosexual orientation should abstain from sexual acts, being continent (equal to unmarried people),” he said.

The Vatican’s Congregation for the Doctrine of the Faith published a document in June 2003 that stated that “respect for homosexual persons cannot lead in any way to approval of homosexual behavior or to legal recognition of homosexual unions.”

The document, titled “Considerations Regarding Proposals to Give Legal Recognition to Unions Between Homosexual Persons,” says the common good requires that laws recognize, promote and protect marriage as the basis of the family.

The document says: “Legal recognition of homosexual unions or placing them on the same level as marriage would mean not only the approval of deviant behavior, with the consequence of making it a model in present-day society, but would also obscure basic values which belong to the common inheritance of humanity.”

- 70/144 - www.catholicnewsagency. CATHOLIC NEWS AGENCY 29/04/2013 com argomento Citazioni Università e/o professori http://www.catholicnewsagency.com/news/bishop-rey-reflects-on-popes-liturgy-evangelization-connection/

Bishop Rey reflects on Pope's liturgy, evangelization connection

By David Uebbing

Vatican City, Apr 29, 2013 / 07:17 am (CNA/EWTN News).- Pope Francis understands the important role the liturgy plays in the New Evangelization and combines it with his own to communicate the grace of God, says Bishop Dominique Rey. “I think each Pope arrives at his own charism, his own personality. And the personality of Pope Francis is a sense of freedom, simplicity, (an awareness) of context,” Bishop Rey observed in an April 23 interview with CNA.

And the way the faith is conveyed during the liturgy, he said, “is very important.” Pope Francis, he noted, “speaks each day in the homily, for all the services of the Vatican, and he develops a very strong and simple homily. “I think many persons are touched by these thoughts, and many persons receive the Holy Father and his teaching as the grace of God,” he said.

Bishop Rey, who heads the Diocese of Fréjus-Toulon in France, came to Rome last week to prepare for the June 25 -28 summit on the Sacred Liturgy and the New Evangelization, which will be held at the Pontifical University of the Holy Cross.

The international gathering is intended to underscore the “central place” of the liturgy in “the mission of the Church,” he said, adding that the “source and the goal of the New Evangelization is the adoration and the contemplation of God.” The conference will feature talks on celebrating the Mass in both the ordinary and extraordinary form, which will be given by Cardinals Antonio Cañizares Llovera and Walter Brandmüller, respectively. Other liturgy-related topics that will be addressed include, sacred architecture, music, new ecclesial movements, academic formation, catechesis, the bishop’s role as guardian of the liturgy, and liturgical law in the Church’s mission.

As for Pope Francis, Bishop Rey thinks his reflections and Magisterium enter into “the traditional sense of the liturgy; there is no change.” For more information on the conference, please visit http://sacraliturgia2013.com.

------ANCHE IN: - DFW CATHOLIC: http://www.dfwcatholic.org/bishop-rey-reflects-on-popes-liturgy-evangelization-connection-10662/. html

- 71/144 - www.catholicculture. CATHOLIC CULTURE / CWN 01/05/2013 org/news argomento Citazioni Università e/o professori www.catholicculture.org/news/headlines/index.cfm?storyid=17748

Vatican Radio highlights Sacra Liturgia conference

Vatican Radio has interviewed Bishop Dominique Rey of Fréjus-Toulon (France) about Sacra Liturgia 2013, a conference devoted to liturgy and the new evangelization. Bishop Rey is the organizer of the conference, which will take place in June at the Pontifical University of the Holy Cross in Rome. Among the speakers are Cardinals Antonio Cañizares Llovera, Walter Brandmüller, Malcolm Ranjith, and Raymond Burke; Archbishop Alexander Sample; and bishops, priests, and laity, including Jeffrey Tucker of the Church Music Association of America.

Holy Mass will be celebrated in both the ordinary form and the extraordinary form during the conference. “I had the joy of participating in the Synod for the New Evangelization,” said Bishop Rey. “I have seen . . . the essential place of the liturgy for the New Evangelization, because in the liturgy we receive the grace of God, and in the liturgy there is the association between the Sacrament, and the transmission of faith, the content of faith, and the meeting of all the community during this sacred moment.”

- 72/144 - AGENZIA REUTERS Agenzia Reuters 03/05/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://www.reuters.com/article/2013/05/02/us-pope-benedict-idUSBRE9410TC20130502

Ex-Pope Benedict back at Vatican to live out retirement

By Philip Pullella

VATICAN CITY(Reuters) - Benedict XVI moved back to the Vatican on Thursday, opening an uncertain era in Catholic Church history where an "emeritus pope" and a ruling pontiff will live as neighbors for the first time.

Benedict, the first pope to abdicate in 600 years, will live out his retirement in a restored convent in the Vatican gardens with a view of the dome of St. Peter's Basilica and just a short walk from the residence of his successor, Francis.

Benedict, 86, arrived by helicopter from Castel Gandolfo, the papal summer residence south of Rome, where he had been staying since February 28 while the convent was being restored.

Francis, 76, greeted Benedict in front of the convent, the first time they have met since March 23, when Francis visited Benedict at Castel Gandolfo and Benedict renewed a pledge of "unconditional reverence and obedience" to Francis.

A Vatican statement said the two later prayed together in the chapel of the small building, which also includes a library for the former theology professor, quarters for his aides and a guest room for his older brother, Georg, a monsignor.

"He is happy to be back at the Vatican ... where he intends to dedicate himself to the service of the Church, above all with prayer," it said.

Unlike on the day of his abdication and his March 23 meeting with Francis at Castel Gandolfo, Vatican television decided not to distribute images of Benedict's return. It gave no reason.

When the two met in March, Benedict looked exceptionally frail. But the Vatican says he suffers only from normal ailments of old age and has no serious illness.

While the presence of a reigning pope and a former one is a new situation, experts say it would only cause difficulties if Benedict tried to influence Pope Francis's decisions, something he has promised not to do.

Shortly before his resignation, Benedict said he would live out his remaining days "hidden from the world".

Still, some Church scholars say that in the event that Francis undoes some of Benedict's policies while he is still alive, the former pope could become a lightning rod for conservatives and polarize the Church.

CONSERVATIVE REFERENCE POINT "Benedict almost certainly will be a point of reference for critics of Francis, especially in conservative circles. You can easily imagine them saying, ‘Benedict wouldn't have done it this way,'" said John Allen, author of several books on the Church and correspondent for the National Catholic reporter.

"That criticism will circulate on blogs, in journals, and in the pews, no matter where he's physically located, and Benedict himself won't be a party to it. If anything, being behind Vatican walls will make it more difficult for the opposition to reach him and claim some sort of blessing," Allen said.

Vatican officials have said the men, both of whom wear slightly different white vestments, would likely meet occasionally and perhaps confer on Church matters but that Francis is his own man.

"On a human level, it's hard to imagine that Pope Francis would treat the retired pope as some sort of 'untouchable'. I think they can certainly spend time together and exchange views without causing any crisis in the Church," said John Thavis, author of "The Vatican Diaries".

Benedict's two months away have allowed everyone to get used to the idea that he is no longer on the Vatican stage, said Father John Paul Wauck, professor at the Pontifical University of the Holy Cross in Rome.

"It was a healthy hiatus during which Francis had the freedom to establish himself as the new successor of St. Peter," - 73/144 - AGENZIA REUTERS Agenzia Reuters 03/05/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://www.reuters.com/article/2013/05/02/us-pope-benedict-idUSBRE9410TC20130502

Wauck said, adding that he would be surprised if Benedict tried to influence Church decisions.

(Reporting By Philip Pullella; Editing by Ralph Boulton and Michael Roddy)

------ANCHE IN:

- LA NACIÓN: http://www.lanacion.com.ar/1578384-una-situacion-que-despierta-algunas-incognitas

- PERÙ 21: http://peru21.pe/mundo/papa-emerito-benedicto-xvi-regresa-al-vaticano-vivir-convento-2129143

- 74/144 - http://www.lainformacion. LA INFORMACIÓN 08/05/2013 com/ argomento Citazioni Università e/o professori

! noticias.lainformacion.com/religion-y-credos/papa/el-papa-nombra-nuevo-obispo-auxiliar-de-brasilia-y-de-marilia-en- brasil_1zpbSSDPBOVEhxdzu1EtV6/

El papa nombra nuevo obispo auxiliar de Brasilia y de Marilia, en Brasil

Ciudad del Vaticano, 8 may.- El papa Francisco ha nombrado a los sacerdotes José Aparecido Gonçalves de Almeida, de 53 años, obispo auxiliar de Brasilia, y a Luiz Antônio Cipolini, de 51, obispo de Marília, ambas diócesis de Brasil, informó hoy el Vaticano.

José Aparecido Gonçalves de Almeida, del clero de la diócesis de Santo Amaro, era actualmente subsecretario del Consejo Pontificio para los Textos Legislativos.

Luiz Antônio Cipolini, del clero de la diócesis de São João da Boa Vista, era actualmente rector del Instituto Diocesano de Filosofía y sucede al obispo Osvaldo Giuntini, que presentó su renuncia al gobierno pastoral de Marília por motivos de edad y fue aceptada por el Pontífice, informó también hoy el Vaticano. Gonçalves de Almeida nació en 1960 en Ourinhos (Brasil) y fue ordenado sacerdote en 1986. Es doctor en Derecho Canónico por la Universidad de la Santa Cruz, de Roma.

En su ministerio pastoral ha sido vicario y administrador parroquial de "Santa Cruz" en Parelheiros; párroco de "Nossa Senhora do Perpétuo Socorro" en Jardim Prudência. La archidiócesis de Brasilia tiene una superficie de 5.814 kilómetros cuadrados, una población de 2.246.000 personas, de las que 1.541.000 son católicos. Cuenta con 320 sacerdotes y 674 religiosos. Cipollini nació en 1962 en Caconde (Brasil) y fue ordenado sacerdote en 1986. Es licenciado en Teología Moral por el Alfonsianum de Roma.

En su ministerio pastoral ha sido vicario parroquial y párroco de "Nossa Senhora do Rosário" en Mogi Guaçu; párroco de Santana" en Vargem Grande do Sul; rector del Seminario diocesano de Teología; profesor de Ética en el "Centro Universitário de Administração" en São João da Boa Vista. Desde 2006 es profesor y rector del Instituto diocesano de Filosofía y párroco de "Nossa Senhora de Fátima" en São João da Boa Vista. La diócesis de Marilia tiene una superficie 11.958 kilómetros cuadrados y una población de 711.000 personas, de las que 568.000 son católicos. Cuenta con 91 sacerdotes y 163 religiosos.

- 75/144 - TRACCE www.tracce.it 10/05/2013

argomento Citazioni Università e/o professori www.tracce.it/default.asp?id_ev=2732&id=6

Presentazione del libro "Lettera a mia figlia" di Antonio Socci

Venerdì 10 maggio, alle 17.30, presso l'Aula Magna Giovanni Paolo II della Pontificia Università della Santa Croce (Piazza di S. Apollinare 49, Roma) si terrà la presentazione del libro "Lettera a mia figlia" di Antonio Socci. Intervengono con l'autore Paolo Mieli, giornalista e presidente di RCS Libri, e il cardinale Camillo Ruini. Modera Roberto Fontolan, direttore del Centro Internazionale di Comunione e Liberazione.

- 76/144 - UNIVERSITÀ NAVARRA http://www.unav.es 10/05/2013

argomento Citazioni Università e/o professori www.unav.edu/web/vida-universitaria/detalle-noticia-pestana/2013/05/14/un-libro-aborda-desde-la-filosofia-y-la- neurociencia-la-unidad-psicofisica-de-la-persona?articleId=2749407

Un libro aborda desde la filosofía y la neurociencia la unidad psicofísica de la persona Sus autores son José Ángel Lombo, profesor de la Pontificia Universidad de la Santa Cruz, y José Manuel Giménez- Amaya, director del grupo CRYF

José Ángel Lombo, profesor de la Pontificia Universidad de la Santa Cruz (Roma), y José Manuel Giménez- Amaya, director del grupo de investigación ‘Ciencia, Razón y Fe' de la Universidad de Navarra, han publicado el libro La unidad de la persona. Aproximación interdisciplinar desde la filosofía y la neurociencia. En el volumen, los autores tratan de explicar la unidad psicofísica de la persona, tanto en su estructura interna como en su actividad vital, desde el diálogo de la neurociencia con la filosofía.

La obra consta de tres apartados. En ‘Cognición: consideraciones filosóficas y neurobiológicas', se abordan cuestiones como el concepto de vida y de formalidad, el conocimiento sensible, los sentidos externos e internos, la atención…

En el segundo, ‘La emoción desde la filosofía y la neurobiología', los autores tratan la distinción entre sentimiento, afecto, emoción, pasión y los estados de ánimo; el comportamiento emocional y la toma de decisiones, entre otros temas.

Por último, ‘¿La unidad perdida? Las enfermedades mentales' se centra en aspectos como la racionalidad, la articulación entre lo orgánico y lo sensible, la articulación emocional entre conocimiento y acción… Al final, se incluye un epílogo sobre la libertad del hombre.

José Ángel Lombo es licenciado y doctor en Filosofía por la Facultad de Filosofía y Letras de la Universidad de Navarra. También se licenció en la Facultad Eclesiástica de Filosofía del campus y se doctoró en la Pontificia Universidad de la Santa Cruz, donde actualmente ejerce la docencia y la investigación.

José Manuel Giménez-Amaya es catedrático de Anatomía y Embriología de la Universidad Autónoma de Madrid y doctor en Filosofía por la Universidad de Navarra. Ha sido investigador en Neurociencia y profesor visitante en diversas universidades europeas y norteamericanas. En la actualidad, imparte docencia en la Facultad Eclesiástica de Filosofía de Universidad de Navarra y dirige el Grupo de Investigación ‘Ciencia, Razón y Fe'.

- 77/144 - ACIPRENSA www.aciprensa.com 14/05/2013

argomento Citazioni Università e/o professori

! www.aciprensa.com/noticias/simposio-de-academia-de-historia-sobre-la-iglesia-subraya-vigencia-del-concilio- vaticano-ii-26773/#.UZTZufFkWUd

Simposio de Academia de Historia sobre la Iglesia subraya vigencia del Concilio Vaticano II La Fundación Cajasol, en Sevilla (España), ha acogido la celebración de la 24º edición del Simposio de Historia de la Iglesia en España y América, centrado en los "50 años del Concilio Ecuménico Vaticano II". El presidente de la Academia de Historia, José María Prieto, organizador del Simposio, destaca la vigencia de las enseñanzas del Concilio Vaticano II, afirmado que el cuerpo doctrinal del Vaticano II "es una incitación perenne, abierta a la vida de cada cristiano".

El encuentro ha tenido lugar este lunes en sede de la Fundación Cajasol, en la plaza San Francisco de Sevilla, contando con la presencia del presidente de la entidad, Antonio Pulido, y el Cardenal Julián Herranz, entre otros, según ha informado la Fundación en una nota.

Por su parte, el profesor de la Universitá della Santa Croce (Roma), Johannes Grohe, ha subrayado el carácter ecuménico del Concilio, reivindicando así su carácter universal y trascendente, y la llamada implícita que, con ese carácter ecuménico, tenía también para todos los cristianos no católicos. El profesor de la Universidad Eclesiástica de San Dámaso (Madrid), Gabriel Richi, ha explicado las aportaciones del cardenal Bueno Monreal al esquema de la constitución apostólica 'De Ecclesia'.

En su intervención, el Cardenal Julián Herranz, presidente emérito del Consejo Pontificio para los Textos Legislativos, ha disertado sobre la reforma de la legislación de la Iglesia a partir del Concilio Vaticano II, fundamentado en dos pilares, uno de carácter científico, basado en el Derecho; y otro de carácter histórico, basado en la rica producción magisterial del propio Concilio.

El Cardenal Herranz ha destacado asimismo que la finalidad de esta reforma se fraguó en vistas a un mayor espíritu de servicio de la propia Iglesia hacia sus fieles, que deben ser los protagonistas del Derecho. En la clausura del Simposio, el Arzobispo de Sevilla, Monseñor Juan José Asenjo Pelegrina, ha abordado la recepción fiel de las enseñanzas del Concilio, que califica como "potencial no suficientemente explotado", e invita a volver sobre los textos conciliares para reconocer y aprovechar su valor y esplendor. Asimismo, Mons. Asenjo ha anunciado que la edición del próximo año 2014 del Simposio de Historia de la Iglesia en España y América versará sobre la Nueva Evangelización, en la que destacarán ponencias sobre la tarea apostólica de San Juan de Ávila, de San Francisco Solano.

- 78/144 - ARCHISEVILLA www.archisevilla.org 14/05/2013

argomento Citazioni Università e/o professori www.archisevilla.org/secciones.php?sec=&ssec=21&id=2264

El Simposio de la Academia de Historia subraya la vigencia del Vaticano II

La Fundación Cajasol ha acogido la celebración de la XXIV edición del Simposio de Historia de la Iglesia en España y América, centrado en los 50 años del Concilio Ecuménico Vaticano II. El presidente de la Academia de Historia, José María Prieto, organizador del Simposio, destacó la vigencia de las enseñanzas del Concilio Vaticano II, afirmado que el cuerpo doctrinal del Vaticano II “es una incitación perenne, abierta a la vida de cada cristiano”.

El profesor de la Universitá della Santa Croce (Roma), Johannes Grohe, subrayó el carácter ecuménico del Concilio, reivindicando así su carácter universal y trascendente, y la llamada implícita que, con ese carácter ecuménico, tenía también para todos los cristianos no católicos. Por su parte, el profesor de la Universidad Eclesiástica de San Dámaso (Madrid), Gabriel Richi, explicó las aportaciones del cardenal Bueno Monreal al esquema de la constitución apostólica De Ecclesia.

El cardenal Julián Herranz, presidente emérito del Consejo Pontificio para los Textos Legislativos, disertó sobre la reforma de la legislación de la Iglesia a partir del Concilio Vaticano II, fundamentado en dos pilares: uno de carácter científico, basado en el Derecho; y otro de carácter histórico, basado en la rica producción magisterial del propio concilio. Mons. Herranz destacó asimismo que la finalidad de esta reforma se fraguó en vistas a un mayor espíritu de servicio de la propia Iglesia hacia sus fieles, que deben ser los protagonistas del Derecho.

En la Clausura del Simposio, el arzobispo de Sevilla, mons. Juan José Asenjo, disertó sobre la recepción fiel de las enseñanzas del Concilio, que calificó como “potencial no suficientemente explotado”, e invitó a volver sobre los textos conciliares para reconocer y aprovechar su valor y esplendor.

Asimismo, mons. Asenjo anunció que la edición del próximo año 2014 del Simposio de Historia de la Iglesia en España y América versará sobre la Nueva Evangelización, en la que destacarán ponencias sobre la tarea apostólica de San Juan de Ávila, de San Francisco Solano.

------ANCHE IN:

- DIARIO DE SEVILLA: www.diariodesevilla. es/article/sevilla/1523029/asenjo/lamenta/la/confusion/desmemoria/y/analfabetismo/religioso.html

- 79/144 - OPUS DEI www.opusdei.es 15/05/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://www.opusdei.es/art.php?p=53449

Con la vista en el Vaticano II

Un nutrido grupo de personas asistió un año más a esta actividad, que tuvo lugar en el salón de actos del Centro Cultural Cajasol, en Sevilla. Abrió el acto José María Prieto Soler, Presidente de la Academia de Historia Eclesiástica y organizador del Simposio, quien destacó la vigencia de las enseñanzas del Concilio Vaticano II, afirmado que el cuerpo doctrinal del Concilio “es una incitación perenne, abierta a la vida de cada cristiano”.

Johannes Grohe, profesor de la Pontificia Universidad de la Santa Cruz (Roma), subrayó el carácter ecuménico del concilio, reivindicando así su carácter universal y trascendente, y la llamada implícita que, con ese carácter ecuménico, tenía también para todos los cristianos no católicos. Recordó cuáles son las características de un Concilio ecuménico a través de un rápido paseo por la Historia de la Iglesia.

Luego llegó el turno para Gabriel Richi, Profesor de la Universidad Eclesiástica de San Dámaso, de Madrid, con una ponencia titulada “Aportaciones del Cardenal José María Bueno Monreal al esquema de la constitución apostólica De Ecclesia”.

El recuerdo de quien fuera Arzobispo de Sevilla llenó su ponencia, donde puso de relieve la figura del purpurado, a través de sus intervenciones orales en el Concilio, que contribuyeron a revalorizar la misión de los laicos en la Iglesia. Gracias a sus aportaciones, se terminaron las definiciones negativas del laicado, lo que en su momento fue celebrado por la prensa como “la hora de los laicos”.

El papel del Concilio en la reforma de las leyes de la Iglesia Por último, el Cardenal Julián Herranz, Presidente Emérito del Consejo Pontificio para los Textos Legislativos, disertó sobre “El Concilio Vaticano II y la Reforma de la legislación de la Iglesia”. Su discurso estuvo fundamentado en dos pilares: uno de carácter científico, basado en el Derecho; y otro de carácter histórico, basado en la rica producción magisterial del propio concilio.

Herranz destacó que la finalidad de esta reforma legislativa, cuyos orígenes se remontan al Concilio Vaticano II, se fraguó en vistas a un mayor espíritu de servicio de la propia Iglesia hacia sus fieles, que deben ser los protagonistas del Derecho. Recordó que toda persona, desde que es bautizada, se hace titular de unos derechos y deberes, encaminados a desplegar su vocación a la santidad.

En palabras del purpurado: “Aún hemos de conocer y vivir mejor las enseñanzas del Vaticano II; aún podemos encarnar mejor toda su riqueza doctrinal en la vida de la Iglesia. La sabiduría del Vaticano II fue un regalo de Dios, como lo han sido los Papas que se han sucedido desde entonces interpretando y difundiendo fielmente aquellas enseñanzas, que además siguen plenamente vigentes”.

Entre sus múltiples recuerdos, salpicados de buen humor, destacó la figura histórica del Venerable D. Álvaro del Portillo, por su enorme contribución a las tareas preparatorias, de desarrollo y posterior aplicación de los textos conciliares. Animó a los presentes a profundizar en su conocida obra “Fieles y laicos en la Iglesia”.

Preguntado sobre las expectativas reales de cambios en la Iglesia a raíz de los gestos del Papa, que apuntan a una renovación, contestó: “Pienso que no se trata de hablar sólo y siempre de cambios; precisamente en las enseñanzas del Concilio Vaticano II tenemos un cuerpo doctrinal riquísimo y renovado, al que todos los Papas se vienen refiriendo justamente como fuentes de renovación en la continuidad. En todo caso, la principal renovación y cambio ha de comenzar en el corazón de cada uno de nosotros”.

La recepción de las enseñanzas del Vaticano II

En la Clausura del Simposio, el Arzobispo de Sevilla, Mons. Juan José Asenjo disertó sobre la recepción fiel de las enseñanzas del Concilio, que calificó como “potencial no suficientemente explotado”, e invitó a volver sobre los textos conciliares para reconocer y aprovechar su valor y esplendor. Asimismo, Mons. Asenjo anunció que la edición del próximo año 2014 del XXV Simposio de Historia de la Iglesia en España y América versará sobre la Nueva Evangelización, en la que destacarán ponencias sobre la tarea apostólica de San Juan de Ávila en tierras españolas y de San Francisco Solano en tierras latinoamericanas.

- 80/144 - OPUS DEI www.opusdei.es 15/05/2013 argomento Citazioni Università e/o professori http://www.opusdei.es/art.php?p=53449

- 81/144 - IL TEMPO www.iltempo.it 17/05/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://www.iltempo.it/politica/2013/05/17/riforma-finanziaria-etica-contro-la-dittatura-dell-economia-senza-volto -1.1139307

Riforma finanziaria etica contro la dittatura dell’economia senza volto

La soluzione a questa crisi mondiale? «Una riforma finanziaria che sia etica e che produca una riforma economica salutare per tutti». Con una vera e propria scossa, Papa Francesco indica la strada da percorrere e mette in guardia dalle «conseguenze funeste» della «precarietà quotidiana» in cui vivono «la maggior parte degli uomini e delle donne del nostro tempo». Parole forti, pronunciate in una circostanza apparentemente di scarso rilievo quale può essere la presentazione delle credenziali di quattro Stati che non sono certo potenze mondiali (Kirgizistan, Antigua, Lussemburgo e Botswana) e che invece dimostrano l’attenzione di Francesco ai bisogni concreti dell’uomo. Dopo aver evidenziato l’aumento di patologie, violenze e povertà, mentre «la paura e la disperazione prendono i cuori di numerose persone, anche nei Paesi cosiddetti ricchi» (e ne sono un segnale inquietante i suicidi causati dai debiti, dalla perdita di lavoro o della casa) il Papa ha espresso il suo parere su una delle cause della crisi: il «rapporto che abbiamo con il denaro, nell’accettare il suo dominio su di noi e sulle nostre società». Una crisi che affonda le sue radici «nella negazione del primato dell’uomo.

Abbiamo creato nuovi idoli», al posto del vitello d’oro il «feticismo del denaro» e della «dittatura dell’economia senza volto». Una prospettiva che «riduce l’uomo a una sola delle sue esigenze: il consumo. E peggio ancora, oggi l’essere umano è considerato egli stesso come un bene di consumo che si può usare e poi gettare», tanto che la solidarietà che «è il tesoro dei poveri» è considerata controproducente. Uno scenario dominato da ideologie che «promuovono l’autonomia assoluta dei mercati e la speculazione finanziaria» al di fuori del legittimo controllo degli Stati e finiscono con l’instaurare «una nuova tirannia», tanto più pericolosa perché spesso invisibile. Ma il Papa ha denunciato con vigore anche «una corruzione tentacolare e un’evasione fiscale egoista che hanno assunto dimensioni mondiali».

Parole che scuotono il mondo della finanza e mettono di fronte alle loro responsabilità i governanti, che hanno il dovere di trovare un nuovo equilibrio: «Il denaro deve servire e non governare! - ha detto Francesco - Il Papa ama tutti, ricchi e poveri; ma ha il dovere, in nome di Cristo, di ricordare al ricco che deve aiutare il povero, rispettarlo, promuoverlo. Il Papa esorta alla solidarietà disinteressata e a un ritorno dell’etica in favore dell’uomo nella realtà finanziaria ed economica». E sempre ieri l’ex presidente dello Ior, Gotti Tedeschi, partecipando a un convegno su finanza ed etica organizzato dall’Università della Santa Croce, ha detto che la crisi globale non ci sarebbe stata se il mondo cattolico avesse studiato con attenzione le encicliche. Il Papa è tornato sul tema ricevendo il card. Maradiaga e i vertici di Caritas Internationalis: «Oggi è in pericolo l'uomo, è in pericolo la persona umana»; c'è «uno squilibrio negli investimenti finanziari», per cui a fronte di «grandi riunioni internazionali, si muore di fame».

Il richiamo di Francesco ovviamente non è rivolto solo ai cattolici ma a quanti cooperano per la promozione del bene comune. Non c’è dubbio, però, che i cattolici devono sentirsi particolarmente toccati. Nell’omelia a S. Marta ieri il Pontefice, commentando «i guai» di S. Paolo ha ricordato che «annunciando Gesù, le conseguenze sono queste!» ma ha avvertito che nella Chiesa ci sono troppi «cristiani tiepidi, da salotto. Quelli educati, tutto bene, ma che non sanno fare figli alla Chiesa con il fervore apostolico». Andrea Acali

- 82/144 - ABC NEWS http://abcnews.go.com/ 21/05/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://abcnews.go.com/International/wireStory/pope-devil-francis-exorcist-19223208#.UZx90St4eKM

The Pope and the Devil: Is Francis an Exorcist?

Pope Francis' fascination with the devil took on remarkable new twists Tuesday, with a well-known exorcist insisting Francis helped "liberate" a Mexican man possessed by four different demons despite the Vatican's insistence that no such papal exorcism took place.

The case concerns a 43-year-old husband and father who traveled to Rome from Mexico to attend Francis' Mass on Sunday in St. Peter's Square. At the end of the Mass, Francis blessed several wheelchair-bound faithful as he always does, including a man possessed by the devil, according to the priest who brought him, the Rev. Juan Rivas. Francis laid his hands on the man's head and recited a prayer. The man heaved deeply a half-dozen times, shook, then slumped in his wheelchair. The images, broadcast worldwide, prompted the television station of the Italian bishops' conference to declare that according to several exorcists, there was "no doubt" that Francis either performed an exorcism or a simpler prayer to free the man from the devil. The Vatican was more cautious. In a statement Tuesday, it said Francis "didn't intend to perform any exorcism. But as he often does for the sick or suffering, he simply intended to pray for someone who was suffering who was presented to him."

The Rev. Gabriele Amorth, a leading exorcist for the diocese of Rome, said he performed a lengthy exorcism of his own on the man Tuesday morning and ascertained he was possessed by four separate demons. The case was related to the legalization of abortion in Mexico City, he said. Amorth told RAI state radio that even a short prayer, without the full rite of exorcism being performed, is in itself a type of exorcism. "That was a true exorcism," he said of Francis' prayer. "Exorcisms aren't just done according to the rules of the ritual." Rivas took the Vatican line, saying it was no exorcism but that Francis merely said a prayer to free the man from the devil. "Since no one heard what he said, including me who was right there, you can say he did a prayer for liberation but nothing more," Rivas wrote on his Facebook page, which was confirmed by his religious order, the Legionaries of Christ.

Fueling the speculation that Francis did indeed perform an exorcism is his frequent reference to Satan in his homilies — as well as an apparent surge in demand for exorcisms among the faithful despite the irreverent treatment the rite often receives from Hollywood. Who can forget the green vomit and the spinning head of the possessed girl in the 1973 cult classic "The Exorcist"? In his very first homily as pope on March 14, Francis warned cardinals gathered in the Sistine Chapel the day after he was elected that "he who doesn't pray to the Lord prays to the devil." He has since mentioned the devil on a handful of occasions, most recently in a May 4 homily when in his morning Mass in the Vatican hotel chapel he spoke of the need for dialogue — except with Satan. "With the prince of this world you can't have dialogue: Let this be clear!" he warned. Experts said Francis' frequent invocation of the devil is a reflection both of his Jesuit spirituality and his Latin American roots, as well as a reflection of a Catholic Church weakened by secularization.

"The devil's influence and presence in the world seems to fluctuate in quantity inversely proportionate to the presence of Christian faith," said the Rev. Robert Gahl, a moral theologian at Rome's Pontifical Holy Cross University. "So, one would expect an upswing in his malicious activity in the wake of de-Christianization and secularization" in the world and a surge in things like drug use, pornography and superstition.

In recent years, Rome's pontifical universities have hosted several courses for would-be exorcists on the rite, updated in 1998 and contained in a little red leather-bound booklet. The rite is relatively brief, consisting of blessings with holy water, prayers and an interrogation of the devil in which the exorcist demands to know the devil's name, how many are present and when they will leave the victim. Only a priest authorized by a bishop can perform an exorcism, and canon law specifies that the exorcist must be "endowed with piety, knowledge, prudence and integrity of life." While belief in the devil is consistent with church teaching, the does urge prudence, particularly to ensure that the victim isn't merely psychologically ill.

The Rev. Giulio Maspero, a Rome-based systematic theologian who has witnessed or participated in more than a - 83/144 - ABC NEWS http://abcnews.go.com/ 21/05/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://abcnews.go.com/International/wireStory/pope-devil-francis-exorcist-19223208#.UZx90St4eKM

dozen exorcisms, says he's fairly certain that Francis' prayer on Sunday was either a full-fledged exorcism or a more simple prayer to "liberate" the young man from demonic possession. He noted that the placement of the pope's hands on the man's head was the "typical position" for an exorcist to use. "When you witness something like that — for me it was shocking — I could feel the power of prayer," he said in a phone interview, speaking of his own previous experiences. The Vatican spokesman, the Rev. Federico Lombardi, sought to temper speculation that what occurred was a full- fledged exorcism. While he didn't deny it outright — he said Francis hadn't "intended" to perform one — he stressed that the intention of the person praying is quite important. Late Tuesday, the director of TV2000, the television of the Italian bishops' conference, went on the air to apologize for the earlier report.

"I don't want to attribute to him a gesture that he didn't intend to perform," said the director, Dino Boffo. That said, Francis' actions and attitude toward the devil are not new: As archbishop of Buenos Aires, the former Cardinal Jorge Mario Bergoglio frequently spoke about the devil in our midst. In the book "Heaven and Earth," Bergoglio devoted the second chapter to "The Devil" and said in no uncertain terms that he believes in the devil and that Satan's fruits are "destruction, division, hatred and calumny." "Perhaps its greatest success in these times has been to make us think that it doesn't exist, that everything can be traced to a purely human plan," he wrote. Italian newspapers noted that the late Pope John Paul II performed an exorcism in 1982 — near the same spot where Francis prayed over the young disabled man Sunday.

------ANCHE IN:

- PORTLAND PRESS HERALD: www.pressherald.com/news/nationworld/popes-blessing-sparks-exorcism- debate_2013-05-22.html

- 84/144 - AGENZIA ASSOCIATED PRESS www.ap.org/ 22/05/2013

argomento Citazioni Università e/o professori www.losandes.com.ar/notas/2013/5/22/polemica-supuesto-exorcismo-papa-francisco-715898.asp

Polémica por un supuesto exorcismo del Papa Francisco

¿El Papa Francisco es un exorcista?

La pregunta circula desde que el Pontífice argentino colocó sus manos el domingo sobre la cabeza de un hombre joven tras celebrar misa en la Plaza de San Pedro. El joven respiró profundamente media docena de veces, sufrió una convulsión y luego se abatió sobre su silla de ruedas mientras el Papa oraba frente a él.

El canal televisivo de la Conferencia Episcopal italiana dijo que había hablado con exorcistas, quienes coincidieron en que no hay duda de que el Papa Francisco efectuó un exorcismo o una oración para liberar al hombre del poder del demonio.

El Vaticano fue más cauto ayer. En un comunicado, indicó que el Pontífice "no pretendía efectuar ningún exorcismo pero, como suele hacer con los enfermos o los que sufren, simplemente pretendió orar por alguien que estaba sufriendo y que le fue presentado".

La especulación es azuzada por lo que parece ser una obsesión del Papa con el tema del diablo, frecuente en sus homilías, y un aparente repunte en la demanda de exorcismos entre los fieles a pesar del trato irreverente que Hollywood suele dar a ese rito.

¿Cómo olvidar el vómito verde y la cabeza giratoria de la niña poseída en el clásico "El exorcista" de 1973?

En su primera homilía como Papa el 14 de marzo, Francisco advirtió a los cardenales reunidos en la Capilla Sixtina al día siguiente de que fue elegido, que "el que no le reza a Dios le reza al diablo".

Desde entonces ha mencionado al demonio en varias ocasiones, la más reciente en una homilía el 4 de mayo durante su misa matutina en la capilla del hotel del Vaticano, en la que habló de la necesidad de diálogo... pero no con Satanás.

"Con el príncipe de este mundo uno no puede dialogar. ¡Que esto quede bien claro!", advirtió.

Los expertos dicen que el hecho de que el Papa Francisco mencione con frecuencia al diablo es un reflejo tanto de su espiritualidad jesuita y sus raíces latinoamericanas como de una Iglesia Católica debilitada por la secularización.

"La influencia y la presencia del diablo en el mundo parece fluctuar en una cantidad inversamente proporcional a la presencia de la fe cristiana", dijo el padre Robert Gahl, teólogo de la Universidad Pontificia de la Santa Cruz en Roma. "Así, uno esperaría un incremento en su actividad mal intencionada como consecuencia de la descristianización y secularización" en el mundo y un incremento de cosas tales como el consumo de drogas, la pornografía y la superstición.

En los últimos años, las universidades pontificias de Roma han sido sede de varios cursos para aspirantes a exorcistas en torno al rito, actualizado en 1998 y contenido en un pequeño libro rojo empastado en cuero. El rito es relativamente breve y consiste en bendiciones con agua bendita, oraciones y un interrogatorio al diablo en el que el exorcista exige saber el nombre del demonio y cuándo saldrá de la persona a la que posee.

Sólo un sacerdote autorizado por un obispo puede efectuar un exorcismo y el derecho canónico especifica que el exorcista debe estar "dotado de piedad, conocimiento, prudencia e integridad''.

Aunque la Iglesia enseña que el diablo sí existe, la Santa Sede exhorta a la prudencia, en especial para asegurarse que la persona afligida no esté simplemente postrada por una enfermedad psicológica.

El padre Giulio Maspero, quien está especializado en teología sistemática y vive en Roma, ha participado en más de una decena de exorcismos. Dice estar seguro de que la oración del Papa Francisco el domingo fue un exorcismo hecho y derecho o cuando menos una oración para "liberar" al hombre joven de la posesión diabólica.

Hizo notar que la colocación de las manos del Pontífice sobre la cabeza del hombre es la "posición típica" que usa un exorcista. - 85/144 - AGENZIA ASSOCIATED PRESS www.ap.org/ 22/05/2013

argomento Citazioni Università e/o professori www.losandes.com.ar/notas/2013/5/22/polemica-supuesto-exorcismo-papa-francisco-715898.asp

"Cuando se es testigo de algo así -para mí fue impactante- podría sentir el poder de la oración", afirmó en una entrevista telefónica, refiriéndose a sus propias experiencias.

Maspero dijo que fue especialmente simbólico que el presunto exorcismo efectuado por el Pontífice se haya efectuado en Pentecostés, una fiesta muy importante de la Iglesia en la que enseña que los apóstoles de Jesús recibieron al Espíritu Santo.

"El Espíritu Santo está relacionado con el exorcismo porque... es la manifestación de cómo Dios está presente entre nosotros y en nuestro mundo", señaló.

Aunque el portavoz del Vaticano, el padre Federico Lombardi, buscó atemperar las sugerencias de que lo que ocurrió fue un exorcismo en serio; tampoco lo negó. Sólo dijo que el Papa Francisco no había "pretendido" realizar uno.

La prensa italiana hizo notar que el fallecido Papa Juan Pablo II efectuó un exorcismo en 1982, cerca del mismo sitio donde Francisco oró el domingo frente al hombre joven en la silla de ruedas.

- 86/144 - AGENZIA ZENIT www.zenit.org 23/05/2013

argomento Citazioni Università e/o professori www.zenit.org/it/articles/premio-giuseppe-de-carli-ecco-i-nomi-dei-componenti

Premio "Giuseppe De Carli": ecco i nomi dei componenti

L'Associazione culturale "Giuseppe De Carli - Per l'informazione religiosa", promotrice della prima edizione dell'omonimo Premio istituito per ricordare la figura umana e professionale del vaticanista fondatore e responsabile di Rai Vaticano, ha definito la composizione della giuria che dovrà valutare tutti gli elaborati pervenuti, in vista della cerimonia di premiazione, in programma per la metà di ottobre.

Questi gli otto componenti: Aldo Cazzullo, inviato speciale ed editorialista del Corriere della Sera; Marina Corradi, editorialista di Avvenire; Enzo Iacopino, presidente dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti; Rodolfo Lorenzoni, giornalista Raie a lungo collaboratore di De Carli; Massimo Enrico Milone, responsabile di Rai Vaticano; Mario Morcellini, docente e direttore del Dipartimento di comunicazione e ricerca sociale dell'Università La Sapienza; padre Domenico Paoletti(OFMConv), docente e preside della Pontificia Facoltà teologica San Bonaventura Seraphicum; Carla Rossi Espagnet, teologa e docente presso la Pontificia Università della Santa Croce e l'ISSR all'Apollinare. Una sessantina i lavori pervenuti, di cui 48 da giornalisti operanti in tutte le tipologie di testate: carta stampata con quotidiani e periodici, radio, televisione, new media, sia a carattere nazionale sia locale. Per quanto riguarda invece la categoria dei laureati e dottori di ricerca, partecipano lavori provenienti dalle Università di Padova, Pisa, Milano, dagli Istituti Superiori di Scienze Religiose delle città di Cosenza, Cagliari, Benevento e Roma.

Il Comitato promotore, come da Regolamento, opererà una prima selezione di conformità al bando, sottoponendo ai membri della Giuria gli elaborati rispondenti alle norme previste. Il giudizio sui lavori sarà basato su criteri di rilevanza e originalità dei contenuti, rigore, completezza e accuratezza dell’informazione, qualità della scrittura, stile espositivo, forza comunicativa, aderenza alle finalità del Premio. I vincitori saranno premiati nel corso di una cerimonia che si svolgerà a Roma attorno alla metà di ottobre, nell'ambito di un Convegno di studi sui temi inerenti l'informazione religiosa. In quell'occasione sarà anche presentata la seconda edizione del Premio. Per ulteriori informazioni sul bando e sull'Associazione: http://www.associazionedecarli.it/

- 87/144 - VATICAN INSIDER http://vaticaninsider.lastampa.it 24/05/2013

argomento Citazioni Università e/o professori

vaticaninsider.lastampa.it/news/dettaglio-articolo/articolo/giuseppe-de-carli-vaticanisti-premio-25100/

De Carli e l'etica dell'informazione religiosa

Intervista a Elisabetta Lo Iacono, presidente dell'Associazione intitolata al vaticanista Luca Rolandi Roma

Giusppe De Carli, vaticanista scomparso tre anni fa, ha lasciato un grande eredità grazie al suo lungo lavoro al seguito di tre Papi e nell'informazione religiosa. Per onorare la sua lezione e memoria un gruppo di amici e colleghi ha dato vita ad una Associazione che promuove un premio e iniziative per promuovere una infomrazione religiosa improntata sulla competenza, la passione e la capacità di testimoniare valori cristiani.

Di questa esperienza con la presidente lavorano con grande impegno il vice presdiente dell'Associazione il vice presidente Giovanni Tridente, Rita Megliorin e Paolo Cecilia.

Presidente Lo Iacono, quali le modalità dell’assegnazione e perché ricordare il vaticanista De Carli fondatore e responsabile di Rai Vaticano? L'Associazione nasce per ricordare Giuseppe De Carli attraverso quelle che erano le sue priorità per l'ambito giornalistico, ovvero la qualificazione della professione, l'etica e la particolare attenzione ai giovani. Sono queste le direttrici sulle quali intendiamo muoverci e che ispirano anche i criteri guida per la valutazione dei lavori, ovvero originalità dei contenuti, rigore, completezza e accuratezza dell’informazione, qualità della scrittura, stile espositivo, forza comunicativa, aderenza alle finalità del Premio. Giuseppe De Carli è stato un grande maestro e amico per molti di noi, riteniamo che il suo patrimonio di conoscenze, il suo stile, il suo amore per la professione e per la Chiesa non debbano finire archiviati nelle teche Rai o nei nostri ricordi, piuttosto essere tramandati alle nuove generazioni, rappresentando al contempo uno stimolo per tutti noi.

Quali sono i componenti della giuria del Premio? Il Premio prevede due categorie: quella dei giornalisti e quella dei laureati e dottori di ricerca di Università e Istituti superiori di scienze religiose. La giuria si compone quindi di esperti sia in ambito giornalistico sia accademico, peraltro l'Associazione si avvale della collaborazione scientifica dell'Università La Sapienza, della Pontificia Università della Santa Croce e della Pontificia Facoltà teologica "San Bonaventura". I componenti di giuria di questa prima edizione sono Aldo Cazzullo, inviato speciale ed editorialista del Corriere della Sera; Marina Corradi, editorialista di Avvenire; Enzo Iacopino, presidente dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti; Rodolfo Lorenzoni, giornalista Rai e a lungo collaboratore di De Carli; Massimo Enrico Milone, responsabile di Rai Vaticano; Mario Morcellini, docente e direttore del Dipartimento di comunicazione e ricerca sociale dell'Università La Sapienza; padre Domenico Paoletti (OFMConv), docente e preside della Pontificia Facoltà teologica San Bonaventura Seraphicum e Carla Rossi Espagnet, teologa e docente presso la Pontificia Università della Santa Croce e l'ISSR all'Apollinare.

Le iniziative dell’Associazione si rivolgono ai giovani. Come è cambiata la figura del vaticanista e in generale del giornalista che si occupa della realtà religiosa I cambiamenti cui stiamo assistendo da qualche anno sono comuni al settore dell'informazione in generale, dettati in particolare dai profondi e rapidi mutamenti tecnologici. La rapidità che sta caratterizzando l'ambito dell'informazione può far scivolare in una certa semplificazione dettata dalla velocità dei flussi comunicativi. Non dimentichiamo che il giornalista che tratta l'informazione religiosa deve affrontare la sfida suppletiva di andare oltre la notizia in sé, rendendo al fruitore dell'informazione quella dimensione di fede, spirituale, che rappresenta la vera sfida ed essenza di questo specifico ambito. Essere vaticanisti, al di là delle novità degli strumenti, richiede sempre una vasta formazione, la capacità di saper parlare a tutti della Chiesa e del suo messaggio, anche e soprattutto ai non credenti, con quella passione e quell'equilibrio necessari per essere credibili. Per dirla con parole di De Carli, "l'informazione è una questione di sguardo, di profondità spirituale dello sguardo".

Avete già pensato ad organizzare incontri e seminari sul tema della comunicazione religiosa sempre onorare la memoria di De Carli? Il primo appuntamento si svolgerà attorno alla metà di ottobre, a Roma, con un convegno di studi sull'informazione religiosa, durante il quale avverrà la premiazione di questa prima edizione del Premio e la presentazione della seconda. Tra i nostri principali obiettivi, oltre al Premio a cadenza annuale, c'è quello di promuovere periodici appuntamenti di riflessione e confronto sullo stato dell'informazione religiosa, mediante il coinvolgimento di operatori del mondo della comunicazione, studiosi di questo ambito e rappresentanti della Chiesa. Un sorta di cammino comune, nei rispettivi ruoli, per conoscersi meglio e migliorarsi, attraverso stimoli reciproci. Oltre a questo, intendiamo - 88/144 - VATICAN INSIDER http://vaticaninsider.lastampa.it 24/05/2013

argomento Citazioni Università e/o professori

vaticaninsider.lastampa.it/news/dettaglio-articolo/articolo/giuseppe-de-carli-vaticanisti-premio-25100/

promuovere iniziative di formazione per i giovani e, su questo fronte, sarà senz'altro preziosa la collaborazione dei soggetti che hanno dimostrato attenzione verso la nostra Associazione, come l'Ordine nazionale dei giornalisti, la Federazione nazionale della stampa, l'Unione cattolica stampa italiana, Rai Vaticano e quei singoli professionisti che vorranno offrire il loro patrimonio di conoscenze ai più giovani, proprio come faceva Giuseppe De Carli.

- 89/144 - EUROPA PRESS www.europapress.es 03/06/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://www.teinteresa.es/navarra/pamplona/profesionales-participaran-direccion-entidades-Iglesia_0_931108317.html

Unos 50 profesionales de 25 diócesis participarán en una jornada sobre dirección de equipos en entidades de la Iglesia 03/06/2013 - EUROPA PRESS, PAMPLONA

Medio centenar de profesionales asistirán este martes y miércoles a una jornada de la Universidad de Navarra que abordará la dirección de equipos en las entidades de la Iglesia. Entre los asistentes, se encuentran profesionales de 25 diócesis españolas

La actividad está organizada por el Grupo de Investigación sobre el Sostenimiento de la Iglesia Católica (GISIC), según ha informado la Universidad de Navarra a través de una nota. La primera sesión versará sobre los 'Fundamentos de la dirección de personas en la Iglesia' y será moderada por Ignacio Ferrero, subdirector del Máster en Dirección de Personas en las Organizaciones. En ella intervendrán los siguientes expertos del centro académico: Miguel Ángel Ariño, profesor del IESE; Jorge Miras, profesor de Derecho Administrativo Canónico; José Ramón Villar, profesor de Teología Dogmática; e Ignacio Cristóbal, director de Recursos Humanos de la Clínica. Entre otros temas, tratarán el trabajo en equipo y la participación de los fieles en la toma de decisiones.

El profesor Javier Otaduy moderará la segunda sesión, que lleva por título 'Competencias para la dirección de personas'. Los ponentes serán el coach y consultor Carlos Andreu, que hablará sobre 'Conocerse para dirigir a las personas'; el catedrático de Economía Aplicada Miguel Alfonso Martínez de Echevarría, con la ponencia 'El trabajo bien hecho, clave de la Dirección de Personas'; y Cristian Mendoza, profesor de Comunicación Institucional de la Pontificia Universidad de la Santa Cruz (Roma), que se centrará en 'La comunicación interna y la transparencia de la Verdad'.

MESA REDONDA En la tercera y última sesión, 'Nuevos escenarios de la dirección de personas', actuará como moderadora la catedrática María Blanco. En primer lugar, Mons. Juan Ignacio Arrieta, secretario del Pontificio Consejo para los Textos Legislativos, hablará sobre 'El gobierno patrimonial y la comunión'. Por su parte, David Martín, director de Compras de la Conferencia Episcopal Española, impartirá una ponencia sobre 'Gestión del cambio y motivación de las personas'.

A continuación se celebrará una mesa redonda sobre 'El gobierno patrimonial y la autoridad en la Iglesia', que contará con Antonio Fernández, vicario general de la Diócesis de Cuenca; Gaspar Martínez, secretario general de la Diócesis de Bilbao; y José Javier Romera, vicario general y moderador de Curia de la Diócesis de Getafe.

- 90/144 - INFO CATÓLICA http://infocatolica.com 06/06/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://infocatolica.com/?t=noticia&cod=17558

Mons. Arrieta: «El Derecho canónico tiene como reto mostrar correctamente la identidad y principios de la Iglesia» «El Derecho canónico expresa el ser de la Iglesia y tiene como reto mostrar correctamente la identidad y principios de ésta, con un lenguaje y formas adecuados a la cultura de cada momento». Así lo indicó Mons. Juan Ignacio Arrieta, secretario del Pontificio Consejo para los Textos Legislativos, durante una Jornada celebrada en la Universidad de Navarra sobre dirección de equipos en las entidades de la Iglesia, organizada por el Grupo de Investigación sobre el Sostenimiento de la Iglesia Católica (GISIC).

(UNAV/InfoCatólica)Tal y como apuntó Mons. Arrieta, las leyes de la Iglesia «traducen en formas jurídicas socialmente reconocidas el contenido de la fe», por eso «cuando el Magisterio profundiza en aspectos nuevos, a veces hay que corregir también la formulación de algunas leyes para que expresen mejor la realidad de la Iglesia». A este respecto, se refirió al proyecto de revisión del libro VI del Código de Derecho canónico, ‘De las sanciones en la Iglesia’ que se está llevando a cabo desde hace unos años: «Algunas opciones que se hicieron en este terreno en los años setenta se ha comprobado que eran difíciles de ejecutar, creaban incerteza y complicaban mucho el rol del obispo que tiene que aplicar la ley penal. Por eso, como ocurre con cualquier ley que se comprueba que no funciona adecuadamente, se ha hecho necesario corregirla».

Adaptación a nuevas realidades y diferentes culturas

Mons. Arrieta afirmó que la flexibilidad es una de las características del Derecho de la Iglesia, como se refleja «en su capacidad de adaptación a nuevas realidades» y «de amoldarse a culturas muy diferentes respetando el núcleo fundamental de la fe». En ese sentido, recordó cómo «el ordenamiento jurídico de la Iglesia ha sabido adaptarse a las diferentes culturas de la tierra, asumir tradiciones tan diferentes como las de África, Japón, Latinoamérica a lo largo de veinte siglos, siendo siempre fiel a sus principios fundamentales. Esta capacidad no tiene parangón alguno y es reflejo en campo jurídico de la universalidad de la fe católica».

El secretario del Pontificio Consejo para los Textos Legislativos hizo estas declaraciones en el marco de la jornada ‘La dirección de personas en el gobierno patrimonial de las entidades eclesiásticas’, que tuvo lugar en las Facultades Eclesiásticas de la Universidad de Navarra los días 4 y 5 de junio. Asistieron más de 50 expertos, entre los cuales había miembros de equipos de gobierno y gestión de 25 diócesis españolas.

Las ponencias y mesa redonda

La primera sesión versó sobre los Fundamentos de la dirección de personas en la Iglesia y fue moderada por Ignacio Ferrero, subdirector del Máster en Dirección de Personas en las Organizaciones. Intervinieron Miguel Ángel Ariño, profesor del IESE; Jorge Miras, profesor de Derecho Administrativo Canónico; José Ramón Villar, profesor de Teología Dogmática; e Ignacio Cristóbal, director de Recursos Humanos de la Clínica Universitaria. Entre otros temas, trataron sobre el trabajo en equipo y la participación de los fieles en la toma de decisiones.

El profesor Javier Otaduy moderó la segunda sesión, sobre Competencias para la dirección de personas. Los ponentes fueron el coach y consultor Carlos Andreu; el catedrático de Economía Aplicada Miguel Alfonso Martínez de Echevarría; y Cristian Mendoza, profesor de Comunicación Institucional de la Pontificia Universidad de la Santa Cruz (Roma)

En la tercera y última sesión, Nuevos escenarios de la dirección de personas, actuó como moderadora la catedrática María Blanco. Intervinieron Mons. Juan Ignacio Arrieta, secretario del Pontificio Consejo para los Textos Legislativos, quien habló sobre 'El gobierno patrimonial y la comunión', y David Martín, director de Compras de la Conferencia Episcopal Española, que lo hizo sobre 'Gestión del cambio y motivación de las personas'.

Finalmente se celebró una mesa redonda sobre El gobierno patrimonial y la autoridad en la Iglesia, que contó con Antonio Fernández, vicario general de la Diócesis de Cuenca; Gaspar Martínez, secretario general de la Diócesis de Bilbao; y José Javier Romera, vicario general y moderador de Curia de la Diócesis de Getafe.

- 91/144 - INFO CATÓLICA http://infocatolica.com 06/06/2013 argomento Citazioni Università e/o professori http://infocatolica.com/?t=noticia&cod=17558

- 92/144 - POLSKA TIMES www.polskatimes.pl 09/06/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://www.polskatimes.pl/artykul/915464,molestowanie-seksualne-afera-ktora-wciaz-gnebi-watykan,id,t.html? cookie=1

Molestowanie seksualne: afera, która wciąż gnębi Watykan

Data dodania: 2013-06-09 08:33:13 Ostatnia aktualizacja: 2013-06-11 10:41:18 Sophie Tedmanson Do Watykanu ciągle płyną sygnały z wielu krajów o przypadkach molestowania seksualnego nieletnich przez księży. Rocznie jest ok. 400 takich doniesień - pisze Sophie Tedmanson

Ta kolejna porcja sygnałów to jednocześnie kolejny ból głowy watykańskich oficjeli, którzy obiecują rozliczanie księży dopuszczających się takich przestępstw. Ostatnie informacje zaprezentował ksiądz profesor Davide Cito z Kongregacji ds. Duchowieństwa, a trafiły one do opinii publicznej za sprawą Vatican Insider, portalu włoskiego dziennika "La Stampa".

Wedle statystyk rocznie Watykan otrzymuje ok. 400 doniesień o seksualnym wykorzystywaniu nieletnich przez duchownych, ale nie ma wątpliwości, że to czubek góry lodowej, że wciąż o wielu przypadkach opinia publiczna nie dowiaduje się, panuje bowiem wśród duchowieństwa zmowa milczenia. Ciekawa jest jednak uwaga księdza Davide Cito - otóż do niedawna doniesienia o przypadkach pedofilii w Kościele napływały niemal wyłącznie z Ameryki Północnej. Teraz geografia tych szokujących czynów zmieniła się, obejmuje kraje Ameryki Południowej i coraz więcej krajów europejskich, m.in. Włochy, Hiszpanię i Polskę. Okazało się, że kraje uznawane za odporne na takie zjawiska wcale takimi nie były.

Zdaniem księdza Cito ofiary wykorzystywania seksualnego zachęca się, by załatwiały swoje krzywdy na drodze procesów cywilnych, z tego powodu wielu rezygnuje z takiej drogi dochodzenia sprawiedliwości. - Około 400 przypadków rocznie to dane, które bolą - nie krył ksiądz Cito i dodawał, że nie jest dla Kościoła pociechą to, iż w społeczeństwie cywilnym przypadków pedofilii jest więcej. Ten duchowny podkreślił, że o ile w społeczeństwie cywilnym większość ofiar pedofilii ma mniej niż 10 lat, to w przypadku tych czynów popełnianych przez duchownych wiek ten jest wyższy: od 15 do 17 lat. To oznacza, że pod względem prawnym przypadki te kwalifikują się nie jako pedofilia, lecz seksualne wykorzystywanie nieletnich - mówił ksiądz Cito. Duchowny ten nie kryje faktu, iż homoseksualizm istnieje w Kościele. Ale dodaje, że trzeba być ostrożnym w mówieniu, że homoseksualizm jest przyczyną tego wszystkiego. Wedle niego w Kościele jest środowisko sprzyjające takim zjawiskom. Ale - jak powiedział na papieskim Uniwersytecie Świętego Krzyża w Rzymie - trzeba unikać stwierdzeń o przyczynach i rezultatach, bo to jest niemal wskazywanie homoseksualizmu jako przyczyny tego problemu. Nie napawały optymizmem jego słowa, że biskupi w niektórych krajach nie biorą na siebie odpowiedzialności w rozpatrywaniu przypadków pedofilii - wolą, by zajmował się nimi Watykan.

O tym, jak wyglądała i pewnie nadal wygląda praktyka w Kościele wobec przypadków molestowania nieletnich przez duchownych, powiedział kardynał George Pell, najwyższy hierarcha katolicki w Australii. Otóż zeznając przed komisją parlamentarną w Melbourne, przyznał, że Kościół katolicki w stanie Wiktoria przez dziesiątki lat tuszował wykorzystywanie seksualne dzieci w obawie przed skandalem. Innymi słowy - ofiary tych czynów ani ich rodzice i opiekunowie nie mieli szans dochodzenia sprawiedliwości, kurtyna rozpostarta przez duchowieństwo była bowiem bardzo szczelna. W ostatnim tygodniu maja kardynał Pell, arcybiskup Sydney i były arcybiskup Melbourne, składał zeznania przed komisją śledczą parlamentu stanu Wiktoria badającą przypadki wykorzystywania seksualnego dzieci. Kardynał powiedział, że wyraża pełną skruchę i absolutnie przeprasza za molestowanie przez księży, które doprowadziło do wielu samobójstw. W obecności ofiar i ich rodzin przyglądających się z galerii dla publiczności kardynał Pell przez kilka godzin składał zeznania w czasie ostatniego publicznego przesłuchania parlamentarnej komisji śledczej badającej sprawę molestowania dzieci w Melbourne. Niektórzy ludzie w galerii dla publiczności płakali, gdy kardynał Pell przyznał, że systemowe tuszowanie przestępstw pozwoliło księżom pedofilom żerować na dzieciach.

Kardynał powiedział, że niekiedy duchownych stawiano ponad prawem i niszczono dokumenty, by ukryć przypadki seksualnego wykorzystywania dzieci. - Głównym motywem była ochrona reputacji Kościoła. Obawiano się skandalu - powiedział komisji kardynał. George Pell, który w latach 1996-2001 był arcybiskupem Melbourne, przyznał, że już w 1988 r. Kościół katolicki dostrzegał, iż pedofilia jest ogromnym problemem w Australii. Kardynał odrzucił jednak twierdzenia, że w Kościele istniała kultura molestowania seksualnego. Stwierdził, że większość księży nie była "plotkarzami" i główny problem polegał na tym, że nikt nie chciał o tym mówić. - Sądzę, że większym błędem było to, iż nikt o tym nie mówił, nikt o tym nie wspominał - powiedział kardynał. - Ja z pewnością nie - 93/144 - POLSKA TIMES www.polskatimes.pl 09/06/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://www.polskatimes.pl/artykul/915464,molestowanie-seksualne-afera-ktora-wciaz-gnebi-watykan,id,t.html? cookie=1

byłem tego świadomy. Nie sądzę, by wiele osób - jeśli ktokolwiek z kierownictwa Kościoła katolickiego - zdawało sobie sprawę, z jak strasznym i powszechnym problemem mamy do czynienia. Kardynał Pell musiał zmierzyć się z wieloma pytaniami, w tym o to, czy osobiście wiedział o wykorzystywaniu seksualnym dzieci, ale tuszował te sprawy, czy wiedział o ignorowaniu ofiar i dlaczego w Kościele katolickim tak często dochodziło do wykorzystywania seksualnego dzieci. Zdaniem kardynała Kościół podchodził do wykorzystywania seksualnego dzieci "niedoskonale" i nie rozumiał szkody, jaka jest wyrządzana ofiarom. - Zgadzam się, że zbyt późno odnieśliśmy się do cierpienia ofiar i że zajmowaliśmy się tą sprawą bardzo niedoskonale - powiedział komisji. - Myślę, że duże znaczenie miało po prostu pragnienie ochrony dobrego imienia Kościoła. Wielu ludzi w Kościele nie rozumiało, jak wielka szkoda jest wyrządzana ofiarom.

Teraz lepiej to rozumiemy. Wcześniej kardynał przyznał, że były arcybiskup Melbourne sir Frank Little był uwikłany w tuszowanie przypadków wykorzystywania seksualnego dzieci, a były arcybiskup Ballarat niszczył dokumenty, jednak zaprzeczył, by sam był w jakikolwiek sposób uwikłany w te aferalne sprawy. Kardynał Pell zgodził się jednak z twierdzeniem, że stawianie pedofilów ponad prawem i przenoszenie ich do innych parafii prowadziło do kolejnych ohydnych przestępstw seksualnych. - Bez wątpienia zrujnowano życie wielu ludziom - powiedział kardynał. - Nie ma wątpliwości, że te przestępstwa przyczyniły się do wielu samobójstw.

Wcześniej demonstranci zgromadzeni na schodach parlamentu stanu Wiktoria wyrazili nadzieję, że w czasie przesłuchania kardynał George Pell powie prawdę. Garstka demonstrantów z organizacji zrzeszającej wychowanków australijskich sierocińców Care Leavers Australia Network (CLAN), trzymając transparenty, skandowała: "George Pell, powiedz prawdę" i "Nie ma usprawiedliwienia dla molestowania dzieci". Demonstranci twierdzili, że więcej przedstawicieli ich organizacji jest na sali obrad komisji. 44-letnia Sherrin Caird z CLAN powiedziała, że to bardzo ważny dzień dla ofiar wykorzystywania seksualnego. - Mamy nadzieję, że on powie prawdę i że skończy się tuszowanie tych przestępstw - powiedziała Caird. - Mamy też nadzieję, że Kościół się poprawi i nie będzie tolerował wykorzystywania seksualnego dzieci - dodała.

Śledztwo w stanie Wiktoria w sprawie wykorzystywania seksualnego dzieci trwa od listopada ubiegłego roku. W dokumentach przedłożonych komisji Kościół katolicki przyznał, że przez ostatnie 80 lat co najmniej 620 dzieci w stanie Wiktoria było molestowanych przez księży. Komisja śledcza ma ogłosić swój raport pod koniec września. Śledztwo w stanie Wiktoria jest jednym z kilku dochodzeń w sprawie wykorzystywania seksualnego dzieci w Australii, prowadzonych ostatnio w całym kraju. W listopadzie ubiegłego roku prowadzono śledztwo w Nowej Południowej Walii w sprawie molestowania seksualnego w regionie Hunter Valley. W kwietniu w sądzie okręgowym w Melbourne rozpoczęła prace komisja królewska ds. reakcji instytucjonalnych na wykorzystywanie seksualne dzieci, która została powołana przez premier Australii Julię Gillard w celu zbadania reakcji wszystkich organizacji religijnych, szkół i instytucji opiekuńczych na przypadki molestowania seksualnego. Prokurator generalny Australii Mark Dreyfus ocenia, że przed komisją królewską stanie ponad 5 tys. osób i będzie to najszerzej zakrojone śledztwo w historii kraju. Pierwszy, tymczasowy raport z ustaleń komisji ma zostać ogłoszony w czerwcu przyszłego roku.

- 94/144 - INTERECONOMIA www.intereconomia.com 10/06/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://www.intereconomia.com/blog/chimango-sur/sacerdotes-digital-20130610

Sacerdotes en la era digital

Monseñor Lucio Ruiz es el Jefe del Servicio de Internet del Vaticano desde 2009. Escudero y estratega informático de la Iglesia Católica.

Pareciera ser que las nuevas tecnologías van de la mano con el carácter cientificista, excesivamente racional y amigo del ateísmo. La cultura del hombre tecnológico muy a menudo se empeña en negar la existencia de Dios por que no la puede comprobar con los artilugios de la ciencia.

No es el caso de Monseñor Lucio Ruiz, argentino experto en tecnologías de la información. Nacido en 1965, fue ordenado sacerdote en Santa Fe de la Vera Cruz, en 1990. El P. Lucio Adrián Ruiz estudió en el Seminario Metropolitano de Santa Fe. Es Analista en Informática Aplicada de la Universidad Nacional del Litoral. Obtuvo una maestría en Administración de Negocios en la Universidad Politécnica de Madrid y una licenciatura en Teología Fundamental y Dogmática en la Pontificia Universidad de la Santa Cruz (Roma), con una tesis en Teología de la Comunicación.

Mons. Ruiz es un entusiasta del ciberespacio bien aprovechado para la difusión del cristianismo. El santafecino sostiene que la Iglesia siempre utilizó todos los medios a su disposición para trasmitir el mensaje de Jesús. Pintura, literatura, música, prensa, radio y televisión. Internet y las redes sociales se suman a esa dinámica. Sus frases denotan el carácter de una generación que ha protagonizado los grandes cambios en materia de comunicación. “El Papa Francisco es una nueva tecnología. Él, la persona suya, es una tecnología 2.0, por su humildad, por su sonrisa, por su mensaje pequeñito, simple, profundísimo. Su mejor tecnología es su cuerpo” (13/4/2013), afirma Lucio Ruiz. La Iglesia se adapta a los tiempos e intenta traducir el mensaje de Jesús en la clave que les es propia a las nuevas generaciones. Conozcamos un poco más a este sacerdote argentino a través de una entrevista de sólo 4 min. 25 seg., realizada por el diario Perfil.com.

A medida que el hombre incorpora nuevas tecnologías informáticas y de comunicación, el cuerpo se acostumbra y se hace dependiente de los nuevos canales. En muchos casos reemplazamos la capacidad natural por los nuevos aparatos que no forman parte de nuestro cuerpo. Para el hombre religioso, el exceso de comunicación disminuye el tiempo de introspección. De a poco va perdiendo la sensibilidad espiritual que lo conecta con Dios y el Espíritu Santo. En una época de vertiginoso desarrollo tecnológico, se impone un pensamiento reflexivo y humanista. Julio Ariza Irigoyen, presidente del Grupo Intereconomía y uno de los referentes cristianos de los medios de comunicación, aboga por “un equilibrio entre las relaciones humanas presenciales y las virtuales” y una “recuperación del contacto personal de lo cercano” (26/5/2013). El gran reto de monseñor Lucio Ruiz y otros sacerdotes formados como él, es utilizar las nuevas tecnologías lo más que se pueda para difundir las enseñanzas cristianas. Pero al mismo tiempo aconsejar que no es bueno excederse en el uso de las mismas, para preservar la condición natural de los seres humanos.

Contenidos relacionados Conferencia de Mons. Lucio Ruiz: “Nueva evangelización, nuevas tecnologías. La evangelización en la era digital” - 11/4/2013. Descarga PDF. UCA - Pontificia Universidad Católica Argentina.

- 95/144 - INFORMAZIONE.TV www.informazione.tv 15/06/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://www.informazione.tv/index.php?action=index&p=55&art=44022#.Ub8XzOu42UY

Delegazione della Confartigianato di Ascoli e Fermo presente all’assemblea nazionale Una presenza significativa si è rivelata quella della delegazione di Ascoli e Fermo, composta da dirigenti, artigiani e funzionari dell’associazione, all’Assemblea nazionale della Confartigianato svoltasi al Parco della Musica di Roma.

l'intervento di Daniele Scotucci Proprio un rappresentante del territorio di Ascoli e Fermo, l’imprenditore calzaturiero di Porto Sant’Elpidio, Daniele Scotucci, è intervenuto, insieme ad altri due artigiani, a rafforzare ed ampliare la relazione del presidente nazionale di Confartigianato, Giorgio Merletti.

I tre imprenditori artigiani hanno riportato in platea la propria esperienza nel corso della crisi economica e, in particolare, Scotucci, ha descritto il faticoso e difficile percorso che la sua azienda ha dovuto affrontare per salvarsi, puntando l’indice in particolare sul ruolo negativo degli istituti di credito nel rapporto con le aziende. “Vorrei che l’azienda continuasse a crescere - ha rimarcato Scotucci - per le venti famiglie che hanno permesso a noi di vincere la battaglia e di continuare a combattere. Il problema per noi è stato quello del credito. Le banche non analizzano più i business aziendali ma solo i rating, solo numeri e non progetti e serietà. Il sostegno della Cooperativa Artigiana Kuferle è stato l’unico quando tutti, le banche in particolare, ci hanno voltato le spalle”. Un discorso fortemente applaudito dai numerosi presenti.

Al termine dell’assemblea, nel pomeriggio il gruppo dei dirigenti associativi si è portato presso la Pontificia Università Santa Croce dove il professor Juan Andrés Mercado – vice direttore del centro MCE - ha tenuto una lezione interattiva sulle virtù del lavoro, facendo emergere la centralità della persona e l’apporto essenziale e positivo che la relazione tra persone può generare in un ambiente lavorativo, soprattutto nella risoluzione di problemi complessi ed in questo tempo di crisi.

- 96/144 - AICA www.aica.org 17/06/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://www.aica.org/6981-congreso-vocacional-europeo.html

Congreso Vocacional Europeo

Lunes 17 Jun 2013 | 12:45 pm

Roma (Italia) (AICA): La Oficina Nacional italiana para la Pastoral de las Vocaciones informó que con el lema ¨El sacerdote, testimonio gozoso de la fecundidad de las vocaciones¨, se realizará del 1 al 4 de julio en Roma el Congreso Vocacional Europeo. Un acto organizado cada año por el Servicio Europeo para las Vocaciones (SEV), con el objeto de impulsar las iniciativas de promoción vocacional en Europa.

La Oficina Nacional italiana para la Pastoral de las Vocaciones informó que con el lema "El sacerdote, testimonio gozoso de la fecundidad de las vocaciones", se realizará del 1 al 4 de julio en Roma el Congreso Vocacional Europeo. Un acto organizado cada año por el Servicio Europeo para las Vocaciones (SEV), con el objeto de impulsar las iniciativas de promoción vocacional en Europa.

El encuentro, que tendrá lugar en la Casa La Salle, reunirá a los directores de los servicios nacionales europeos para la pastoral de las vocaciones, con el objeto de reflexionar sobre el documento "Orientaciones pastorales para la promoción de las vocaciones al ministerio sacerdotal", emitido por la Congregación para la Educación Católica el 25 de marzo de 2012.

El encuentro se iniciará en la tarde del 1 de julio con el saludo de bienvenida a los participantes que ofrecerá monseñor Oscar Cantoni, obispo de Crema, Italia y presidente del SEV. Durante este primer día monseñor Celso Morga Iruzubieta, secretario de la Congregación para el Clero, presentará el documento de la Congregación para la Educación Católica sobre la promoción vocacional.

El martes 2 de julio comenzará la segunda sesión de trabajo en la que se abordará el tema "La alegría del corazón y la vida del hombre -la Palabra de Dios que surge en cada testimonio vocacional gozoso y fecundo", que guiará el padre Bernardo Estrada, biblista y director del departamento de Ciencias Bíblicas de la Pontificia Universidad de la Santa Cruz de Roma.

El miércoles 3 de julio, los participantes asistirán a la audiencia general del papa Francisco, y en la tarde reflexionarán sobre el tema "La dimensión de la alegría en la propia vocación", que se trabajará por grupos de acuerdo a los diversos idiomas. Ese día el cardenal Mauro Piacenza, prefecto de la Congregación para el Clero presidirá una misa para los asistentes.

Finalmente, el 4 de julio se desarrollará la última sesión con el tema "La vocación al sacerdocio madura en la comunidad cristiana, y crece por el testimonio alegre del presbítero".+

- 97/144 - ABRUZZOWEB www.abruzzoweb.it 18/06/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://www.abruzzoweb.it/contenuti/forestazione-agronomi-noi-unica-regione-senza-norma-riordino-/520941-268/

Forestazione: agronomi, ‘Noi unica regione senza norma riordino’

PESCARA - "Nonostante il 40 per cento del suo territorio sia coperto da boschi, l’Abruzzo è l’unica regione italiana che non si è ancora dotata di una legge regionale di riordino del sistema forestale". La denuncia arriva dalla Federazione degli Agronomi e dei Forestali abruzzesi che ha promosso a Pescara per sabato 22 giugno, alla Sala Favetta del Museo delle Genti d’Abruzzo, a partire dalle 9.30.

"La mancanza di una disciplina organica di riferimento - si legge - a livello regionale impedisce agli operatori del settore di programmare in modo efficiente le attività, determinando confusione di competenze ed eccessiva burocratizzazione delle procedure autorizzative, come nel caso dei tagli boschivi e dei lavori forestali". Una proposta di legge, alla cui redazione ha contribuito anche la Federazione regionale dei Dottori Agronomi e Forestali, è stata depositata da un anno in Commissione Agricoltura della Regione, e da allora la categoria sta attendendo che la politica discuta e prenda provvedimenti circa il riordino del sistema regionale. Alla necessità di approvare in tempi rapidi una legge che ridisegni gli ambiti di attività della categoria sarà dedicata la prima parte della Convention.

La Convention sarà distinta in due momenti, uno pubblico con tre tavole rotonde sulla legge regionale, sul consumo del suolo e sul dissesto idrogeologico, e la presentazione di un accordo per la formazione con l’Università degli Studi di Teramo; l’altra, nel pomeriggio, dedicata invece al riordino delle professioni e ad approfondire i servizi promossi dall’Ordine nazionale per gli iscritti. Dopo i saluti del presidente regionale Mario Di Pardo, la Convention sarà aperta dalla tavola rotonda dal titolo Una legge regionale per l’Abruzzo, alla quale parteciperanno il consigliere regionale Ricardo Chiavaroli, relatore del progetto di legge, Giuseppe Farinae Federico Roggero, rispettivamente coordinatore della Commissione sulla Legge forestale e docente di alla Facoltà di Giurisprudenza di Teramo.

“L’Abruzzo sconta un ritardo normativo che è diventato davvero inaccettabile, afferma il presidente della Federazione regionale, Mario Di Pardo, e la politica, nonostante i segnali di attenzione all’inizio della legislatura, non è ancora riuscita a portare a termine tale progetto. In questi anni il legislatore regionale ha proceduto con interventi sporadici, senza però intervenire con una normativa organica, che potesse ridisegnare nel complesso spazi e competenze di tutti i protagonisti del settore. In relazione alla recente riforma delle professioni, la nostra categoria, dimostrando una maturità significativa, non ha subito la riforma passivamente ma l’ha interpretata con grande spirito di cambiamento, con determinazione e con lungimiranza, cercando di gestire il rinnovamento per favorire l’ingresso e la tutela dei giovani professionisti".

La giornata di studi proseguirà con la convenzione per il riconoscimento dei crediti formativi e per la realizzazione di percorsi formativi destinati agli studenti ed agli iscritti all’Ordine, che sarà siglata dal Consiglio nazionale dell’Ordine e dall’Università degli Studi di Teramo. A firmare la convenzione saranno il Rettore Luciano D’Amico, e Andrea Sisti, presidente del Conaf nazionale. Alla iniziativa interverrà anche Dario Compagnone, preside della Facoltà di Bioscienze. La parte pubblica della Convention proseguirà con altri tre momenti di discussione: l’intervento di Sebastiano Carbonara, docente di estimo alla Facoltà di Architettura di Chieti-Pescara, che illustrerà in che modo si è intervenuti per la stima sommaria dei costi per la ricostruzione dei comuni abruzzesi colpiti dal sisma del 2009, e due tavole rotonde conclusive. Nella prima, moderata da Alessandro Marini, presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali L’Aquila, i rappresentanti degli ordini professionali tecnici si confronteranno sulla prevenzione del dissesto idrogeologico. A seguire ci sarà un focus sull’uso e sul consumo del suolo, che vedrà come protagonisti il presidente dell’Inu (Istituto Nazionale di Urbanistica) Abruzzo e Molise Raffaella Radoccia, Davide De Laurentis, dirigente superiore del Corpo Forestale dello Stato, Antonio Sorgi, direttore Programmazione Aree e Parchi della Regione e Paolo Sonni, presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali di Pescara.

Nella seconda parte della giornata, che avrà inizio alle ore 15 con l’introduzione del presidente dell’Ordine di Teramo, Marcella Cipriani, si parlerà di temi più attinenti alla categoria e al suo sviluppo professionale. Spazio, quindi, ai temi dell’assicurazione e della formazione, con gli interventi di Riccardo Pisanti, segretario Conaf, del presidente del Conaf Sisti e della vicepresidente Zari. Si discuterà anche del problema del credito in agricoltura con la relazione di ConcezioGiovanni Di Matteo, di Agriventure Banca dell’Adriatico, e della riforma della previdenza nell’ambito della riforma delle professioni, a cura di Arcangelo Pirrello e Oronzo Milillo, presidente e vicepresidente dell’Epap. Concluderà la giornata di studi la riflessione di Juan Andres Mercado, docente alla Pontificia - 98/144 - ABRUZZOWEB www.abruzzoweb.it 18/06/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://www.abruzzoweb.it/contenuti/forestazione-agronomi-noi-unica-regione-senza-norma-riordino-/520941-268/

Università della Santa Croce, sul tema della intraprendenza in situazioni di difficoltà.

Gli agronomi in Abruzzo In Abruzzo operano 430 professionisti abruzzesi iscritti all’Ordine regionale degli Agronomi e dei Forestali; di questi solo il 15% è donna. In provincia di Teramo, dove la percentuale sale al 20%, tre consiglieri su nove sono donne. Pochissimi, inoltre, sono i professionisti under 35, che rappresentano solo il 14% dei tecnici abruzzesi, mentre il 23% ha un’età compresa tra 36 e 45 anni, il 57% tra 46 e 65, il 4% tra 65 e 75, il restante 2% ha oltre i 75 anni.

------ANCHE IN:

- RETE8: http://www.rete8.it/it/attualita/8197-forestazione-gli-agronomi-e-chiedono-norma-di-riordino.html

- 99/144 - ANÁLISIS DIGITAL www.analisisdigital.com 18/06/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://www.analisisdigital.org/2013/06/18/el-papa-segun-don-mariano/

El Papa según don Mariano

18 junio, 2013 Por Redacción Cien días son cien días. Tautología. Para la sociedad de los medios, cien días son pulso, tendencia, y proyección. Y así se aplica a quienes pasan al protagonismo de lo mediático. También al Papa Francisco que, durante estas fechas pasadas, se ha visto sometido al primer balance de urgencia de una prensa internacional que sigue acariciando su figura, su personalidad, su forma de ser y de estar.

No seré yo quien añada a esta radiografía global algunos tópicos al uso. Una vez leída la principal bibliografía al alcance de la mano, es decir, los libros del Papa Francisco, he comenzado a espigar los libros sobre el Papa Francisco. Y en este ejercicio de paciente encrucijada me he topado en la librería con uno singular, de especial valor, el escrito por Mariano Fazio, editado por Rialp, y titulado “El Papa Francisco. Claves de su pensamiento”, que me ha parecido el acercamiento más realista y sintético de cuantos me he echado, hasta ahora, al coleto.

Bien es cierto que tengo que confesar mi admiración por don Mariano, a quien conocí, antes de que se convirtiera en una personalidad social y académica, hace veinte años en una fría mañana salmantina. Después de pasar por el Rectorado de la Pontificia Universidad de la Santa Cruz, en el año 2008, don Mariano regresó a su tierra, Argentina, de la que se había marchado 27 años atrás. Según confiesa el autor en la página 13 del libro “actualmente soy el Vicario Regional de la Prelatura del Opus Dei en Argentina” y en razón de esta misión trató en repetidas ocasiones al hoy Papa Francisco.

Este libro está cargado de ideas, anécdotas, experiencias, recuerdos, que conforman una pintura de la personalidad del Papa Francisco en la que destaca, tal y como hace nuestros autor, el sentido sobrenatural del Papa. Se pueden contar las veces que don Mariano escribe “sentido sobrenatural” para referirse a la forma de comprender los acontecimientos que tiene el Papa Francisco. Un hombre que nos ha traído la “dulce y confortadora alegría de Evangelizar”.

Por estas cien páginas se van desgranado las devociones particulares del Papa, su forma de relacionarse con los demás, sus prioridades, las claves de su pensamiento, su trayectoria, los apuntes principales de su biografía. Anécdotas elevadas a categorías, y categorías que se encarnan en vida de quien es un hombre que “desde la contemplación de Jesucristo y desde la adoración de Jesucristo ayuda a la Iglesia a salir de sí hacia las periferias existenciales, a ser madre fecunda” (Intervención del cardenal Berboglio en las Congregaciones Generales previas al Cónclave según el cardenal de la Habana).

Hay que agradecer a nuestro autor que, en este mosaico que ayuda a acompañar espiritual e intelectualmente al Papa Francisco, haya buscado lo esencial cristiano como criterio y no haya caído en la trampa de los grandes escenarios y de las dialécticas que discurren por las plateas. Trabajo que bien pudiera haber hecho, entre otras razones, por ser autor una de las mejores introducciones a la historia de las ideas contemporáneas recientemente publicadas.

Y, también, que no haya olvidado destacar el sentido del humor y la alegría, expresión del ejercicio del ministerio de Pedro, y de la santidad cristiana.

José Francisco Serrano Oceja

- 100/144 - AGENZIA ZENIT www.zenit.org 20/06/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://www.zenit.org/it/articles/fede-teologale-e-pensiero-filosofico

«Fede teologale e pensiero filosofico»

Domani, venerdì 21 giugno, alla Lateranense, il convegno nell'ambito del X Simposio Internazionale dei docenti universitari.

Roma, (Zenit.org) | 90 hits «Fede teologale e pensiero filosofico». È il titolo del convegno che il prossimo venerdì, 21 giugno, si terrà presso l’aula Pio XI della Pontificia Università Lateranense.

Strutturata in due sessioni (l’una mattutina, l’altra pomeridiana), l’iniziativa intendeinterrogarsi sul dialogo tra la prospettiva sintetica e fondamentale della fede e la plurivocità delle esperienze culturali, filosofiche e religiose. Presieduta dal Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense, il vescovo Enrico dal Covolo, la sessione mattutina (dalle 9.30) sarà caratterizzata dalle relazioni di Pierangelo Sequeri (Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale), Markus Krienke (Facoltà Teologica di Lugano), Mario Micheletti (Università di Siena) e Lubos Roika (Pontificia Università Gregoriana).

Al pomeriggio (dalle 15.00) interverranno Orlando Todisco (Università di Cassino), Michael Konrad (Pontificia Università Lateranense), Giovanni Ferretti (Università di Macerata) e Christian Ferraro (Pontificia Università Lateranense).

Presiederà il Magnifico Rettore della Pontificia Università della Santa Croce e Presidente della Conferenza dei Rettori delle Pontificie Università Romane, Luis Romera.

Il convegno rientra nell’ambito delle iniziative del X Simposio Internazionale dei docenti universitari organizzato dall’Ufficio per la Pastorale Universitaria della Diocesi di Roma. Tema dell’evento, che inizierà domani 20 giugno per concludersi domenica 23 giugno, sarà “Le culture dinanzi a Dio. Sfide, ricerche, prospettive, dal Mediterraneo al mondo”. Il meeting, suddiviso in 22 convegni, coinvolgerà tutti gli atenei della capitale nei quali si incontreranno e confronteranno circa 800 docenti universitari provenienti dall’Europa ma anche dall’Africa, dagli Stati Uniti e dal Sud America.

Consulta il programma completo del X Simposio Internazionale dei docenti universitari. (20 Giugno 2013) © Innovative Media Inc.

------ANCHE IN:

- SIR: http://www.agensir.it/pls/sir/v4_s2doc_b.stampa_quotidiani_cons?id_oggetto=264423

- 101/144 - OPUS DEI www.opusdei.es 20/06/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://www.opusdei.it/art.php?p=53752

Esce un nuovo volume di Studia et Documenta

Esce il settimo numero di Studia et Documenta, la rivista annuale dell’Istituto Storico San Josemaría Escrivá, che contiene diversi articoli con particolari inediti sulla storia dell’Opus Dei.

20 giugno 2013 www.josemariaescriva.info

Uno di questi articoli è dedicato ad un viaggio, intrapreso in Spagna nel 1954, dal cardinale Roncalli, adesso Beato Giovanni XXIII, nel corso del quale venne ospitato in due residenze universitarie, opere di apostolato corporativo dell’Opus Dei, situate in Santiago di Compostela e in Saragozza. Ricorrendo a fonti di prima mano, Alfredo Méndiz racconta le impressioni positive che tale esperienza aveva prodotto in Roncalli e conclude con una breve chiosa sul rapporto che si era instaurato successivamente fra Papa Giovanni XXIII e Josemaría Escrivá.

Ministero sacerdotale di San Josemaría Il fascicolo monografico con il quale si apre la rivista affronta diversi aspetti del ministero sacerdotale del fondatore dell’Opus Dei negli anni ‘30 e ’40. Il primo lavoro scopre un tema praticamente sconosciuto: l’apertura dell’Opus Dei alle donne. Gloria Toranzo ha svolto una minuziosa ricerca negli archivi ecclesiastici e non, ed ha intervistato diverse persone che hanno avuto contatti con quelle donne che per prime s’impegnarono nell’attività di apostolato di san Josemaría durante il decennio 1930-40. Furono inizi difficili, e alla fine, la maggior parte di quelle persone, malgrado la loro generosa risposta iniziale alla chiamata a ricercare la santificazione attraverso il lavoro, abbandonò l’Opus Dei per i motivi più diversi.

Il secondo articolo ricostruisce un altro viaggio di san Josemaría durante la guerra civile spagnola per incontrare i giovani che avevano frequentato a Madrid, prima del 1936, le attività di formazione cristiana ed erano risultati dispersi nella Penisola Iberica. L’autore, Joaquín Herrera Dávila, buon conoscitore dell’ambiente andaluso, traccia con dovizia di particolari, l’itinerario di san Josemaría da Burgos a Siviglia e Cordova, servendosi di testimonianze dell’epoca − tra le quali spiccano due lettere di Escrivá de Balaguer− e presentandoci un quadro realistico delle difficoltà di spostamento attraverso la Spagna durante la guerra nell’aprile del 1938.

Constantino Ánchel è l’autore di un articolo riguardante le centodiciassette attività di predicazione di san Josemaría − alcune sinora sconosciute − datate tra il 1938 e il 1946. Rivolte ad un ampio ventaglio di pubblico − sacerdoti, religiosi, militanti di associazioni cattoliche, studenti, professori di Istituto, collaboratrici familiari, ecc.− queste attività si svolsero in una ventina di località diverse. Per portare a termine questa ricerca, Ánchel si è avvalso di annotazioni scritte proprio da Josemaría Escrivá, di diari dei centri dell’Opus Dei e di appunti presi dai partecipanti alle attività.

Nella rubrica Studi e Note, Martín Ibarra presenta una monografia sul periodo che il giovane Escrivá trascorse nel collegio de “Las Escuelas Pías” di Barbastro (1908-1915). Ricardo Estarriol, autore di un altro articolo, racconta la storia di quei tre viaggi in Austria di Escrivá de Balaguer, tra il 1949 e 1955, che gettarono le basi per la futura istituzione del primo centro dell’Opera in quel paese, che avvenne nel 1957, e di quella volta in cui il fondatore si rivolse con fervide preghiere alla Vergine Maria “Stella Orientis”, confidando nella Sua intercessione per la diffusione dell’apostolato in un prossimo futuro nei paesi che in quel tempo si trovavano dietro “la cortina di ferro”.

Collegio Romano L’apertura del Collegio Romano di Santa Maria ci pone di fronte ad un altro straordinario impegno di san Josemaría per aprire nuove strade, spinto, in questo caso, dal desiderio che le donne potessero avere accesso alle università ecclesiastiche per diffondere la dottrina cattolica nelle condizioni migliori. Dopo una sintesi dello status quaestionis sulla presenza delle donne nelle università, Maria Isabel Montero mette al corrente il lettore di tutte quelle pratiche compiute dal fondatore dell’Opera presso la Santa Sede affinché tale opportunità di accesso alle donne potesse infine esser presa in considerazione. La sua monografia rivela anche le difficoltà che presentava l’impresa di avviare un centro internazionale di studi, a causa dello scarso numero di presenze femminili nell’Opera. Gli sforzi di san Josemaría culminarono con l'erezione, nel dicembre del 1953, del Collegio Romano di Santa Maria, che ha visto passare più di milletrecento alunne provenienti da sessantadue paesi dei cinque continenti.

La rubrica Studi e Note si chiude con una collaborazione di Adelaida Sagarra. Prendendo spunto dalla Scuola Alberghiera Zunil in Guatemala, avviata nel 1956, si delinea un modello d’integrazione sociale tra la cultura maya e la cultura ispanica, in ambito rurale e urbano, ispirato dal fondatore dell’Opus Dei. - 102/144 - OPUS DEI www.opusdei.es 20/06/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://www.opusdei.it/art.php?p=53752

La rubrica dedicata a documentazione inedita – Documenti − si apre con un intervento di José Luis González-Gullón, che pubblica alcune annotazioni prese da Ricardo Fernández Vallespín nel 1934, in cui viene messo in risalto, grazie all’attività pastorale del fondatore dell’Opera, il clima sereno di lavoro e di cordialità che si respirava in seno all’Accademia DYA, prima sede dell’Opus Dei, nella Spagna politicizzata di allora e scossa a livello sociale.

Francisca Colomer, in un altro articolo, scopre un resoconto di Prudencio Melo y Alcalde, arcivescovo di Valenza, indirizzato al Nunzio in Spagna, Monsignor Gaetano Cicognani, nel 1941. A quei tempi in Spagna circolavano notizie discordi sull’attività dell’Opus Dei, che varcarono le frontiere e giunsero a Roma. In via riservata, il Nunzio raccolse dati dai vari vescovi e ne informò la Santa Sede: Melo y Alcalde fu uno di quei vescovi.

Nella rubrica Notiziario, curata da José Carlos Martín de la Hoz, si acclude una serie di informazioni esaurienti riguardanti lo stato dei sedici processi di canonizzazione di persone appartenenti all’Opus Dei attualmente in corso.

Le rubriche “Recensioni” e “Schede” presentano complessivamente ventidue recensioni di pubblicazioni, selezionate tra i libri più recenti, riguardanti san Josemaría Escrivá e l’Opus Dei.

L’Elenco bibliografico che chiude il numero è l’ultimo di quelli finora pubblicati da “Studia et Documenta” con la bibliografia generale sull’Opus Dei, il suo fondatore, e sui prelati Álvaro del Portillo e Javier Echevarría sino all’anno 2002. Nei numeri successivi verrà pubblicata anche la bibliografia posteriore a quella data.

Cambio del direttore La presente pubblicazione è caratterizzata da un cambio nella direzione della rivista: José Luis Illanes, attualmente direttore di “Studia et Documenta” ha rimesso l’incarico, che ha ricoperto per dieci anni, al prof. Carlo Pioppi, che ha lavorato al suo fianco sin dal primo momento in qualità di vicedirettore. Il Professor Pioppi insegna Storia della Chiesa presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma.

Per maggiori informazioni vedi il sito dell'Istituto Storico San Josemaría Escrivá www.isje.org

- 103/144 - AGENZIA ADNKRONOS www.adnkronos.com 21/06/2013

argomento Citazioni Università e/o professori

Vaticano: Ruini, ‘Premio Ratzinger’ per la prima volta a un non cattolico

(Adnkronos) - Il cardinale Ruini osserva che "la Fondazione Benedetto XVI consentira' di conservare a lungo termine il grande contributo di Joseph Ratzinger alla teologia; la pubblicazione della sua opera omnia facilitera' gli studiosi che vorranno approfondire il suo pensiero". Il pontefice emerito "ha dato un contributo importantissimo sul piano telogico - sottolinea ancora Ruini - e si puo' considerare fra i grandi teologi del XX secolo. La sua opera rimarra', sara' studiata e sta gia' fecondando il pensiero teologico e la visione del mondo". Presentando il simposio su 'I Vangeli: storia e cristologia.

La ricerca di Joseph Ratzinger' che si terra' a Roma dal 24 al 26 ottobre alla Pontificia Universita' Lateranense, monsignor Giuseppe Scotti, presidente della Fondazione Benedetto XVI, dichiara l'intenzione di voler "dare eco a quel grande impegno scientifico cui si e' sottoposto Ratzinger, nonostante il peso del pontificato". E cita "la rigorosa ricerca scientifica" che ha portato all'elaborazione della sua trilogia su 'Gesu' di Nazareth'.

Anche per monsignor Luis Romera, vicepresidente del comitato organizzativo del simposio della Fondazione Benedetto XVI, "la pubblicazione dei tre volumi su Gesu' ha rappresentato un significativo apporto e uno stimolante contributo alla ricerca accademica e alla riflessione teologica. L'interesse suscitato dalla trilogia deriva non soltanto dal fatto che l'allora Papa pubblicasse scritti teologici contenenti il risultato della sua ricerca personale, ma anche dal riconosciuto prestigio dell'autore come intellettuale e professore, in sessanta anni di studio e insegnamento". (Bon/Opr/Adnkronos) 21-GIU-13 14:16 NNNN

- 104/144 - TM NEWS.IT www.tmnews.it 21/06/2013

argomento Citazioni Università e/o professori

Papa/ Assegnato terza edizione del premio Ratzinger per teologia

Papa/ Assegnato terza edizione del premio Ratzinger per teologia Papa/ Assegnato terza edizione del premio Ratzinger per teologia Il biblista inglese Burridge e il teologo tedesco Schaller Città del Vaticano, 21 giu. (TMNews) - La fondazione vaticana Joseph Ratzinger - Benedetto XVI ha presentato oggi i nomi dei candidati prescelti dal Comitato Scientifico per l`assegnazione della terza edizione del proprio premio.

"Sono lieto di presentare brevemente i profili dei due studiosi che riceveranno il 26 ottobre prossimo il Premio Ratzinger, che giunge così alla sua terza edizione", ha detto in una conferenza stampa il card. Camillo Ruini, presidente del comitato scientifico e della fondazione. "Si tratta di un biblista inglese, il Prof. Richard A. Burridge, Decano del King`s College di Londra e ministro della Comunione Anglicana - il primo cristiano non cattolico a cui viene conferito il Premio Ratzinger - e del teologo tedesco Christian Schaller, laico, docente di teologia dogmatica e Vicedirettore dell`Istituto Papa Benedetto XVI di Regensburg, che sta pubblicando l`Opera Omnia di Joseph Ratzinger".

Tra Papa Francesco e Benedetto XVI "nei contenuti sostanziali c'è grande continuità", ha detto peraltro Ruini. "La continuità - ha spiegato - non toglie il fatto che ognuno è autenticamente se stesso, come abbiamo visto con tutti i Papi dell'ultimo secolo, ognuno ha avuto una grande originalità, ogni Papa ha avuto il suo stile, ma c'è profonda continutà. Il caso in cui la continuità sembrava più difficile è stato il passaggio tra Pio XII e Giovanni XXIII, ma poi Pio XII è il più citato nei testo del Concilio Vatyicano II e adesso vediamo che nella nuova Enciclica sulla Fede, Papa Francesco mostra una profonda continuità con Benedetto XVI".

Alla conferenza stampa in Vaticano hanno partecipato anche mons. Jean-Louis Brugues, presidente del Comitato organizzativo del simposio 'I Vangeli: storia e cristologia. La ricerca di Joseph Ratzinger' che si svolgerà a Roma presso la Pontificia Università Lateranense, dal 24 al 26 ottobre prossimo; mons. Luis Romera, vice-presidente del comitato organizzativo e mons. Giuseppe Scotti, presidente della fondazione Joseph Ratzinger. Ai cronisti che domandavano se Joseph Ratzinger parteciperà in qualche modo, ad esempio inviando un messaggio, al simposio di ottobre, mons. Romera ha risposto: "A oggi non lo sappiamo". Ska 21-GIU-13 12:45 NNNN

- 105/144 - THE GUARDIAN www.guardian.co.uk 23/06/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://www.guardian.co.uk/world/2013/jun/23/vatican-obrien-sex-abuse-claims-inquiry

Dismay among Britain's Catholics as church says cardinal's successor must lead investigation Catherine Deveney The Observer, 23 giugno 2013

The Vatican has finally acceded to demands for a formal inquiry into Britain's most senior Catholic cleric, Cardinal Keith O'Brien, whoresigned from the diocese of St Andrews and Edinburgh in Februaryfollowing allegations of sexual misconduct.

An apostolic visitation, a high-level inspection in which the "visitator" is given authority directly by the pope, will take place in the diocese, which has been accused of having had a "gay mafia" during the cardinal's tenure. News of the apostolic visitation came via the papal nuncio, Antonio Mennini, in a meeting with one of the complainants, a former priest known as "Lenny" who accused the cardinal of making sexual advancesto him when he was a seminarian. "The archbishop told me the holy see had decided there would be an investigation into all of the allegations. Anyone affected would be able to give evidence. If it is judged that there is sufficient evidence, then it would go to another, deeper process in Rome," said Lenny. Lenny expressed relief that the facts would finally be examined.

"I am glad the Catholic church has faced up to the need for a process to determine the truth," he said. "If this story had not gone public in theObserver in February, if there had not been consistent calls for action, we would not have got to this point. But it's now important to scrutinise the scope and remit of the visitation. "It must address Keith O'Brien's behaviour, but also examine whether any promotions were awarded to the cardinal's cronies."

However, Lenny was dismayed by the nuncio's insistence that the visitator should be the new archbishop of St Andrews and Edinburgh. O'Brien's successor is expected to be announced this month and there is widespread speculation that he will be a Scot currently working in Rome. "I told Archbishop Mennini that the process was not likely to reach the truth if it was conducted by the new archbishop, whoever that turns out to be. Priests are hardly likely to be completely frank with someone who holds their lives in his hands for years to come. I hope the nuncio rethinks."

"It would be ridiculous to appoint the cardinal's successor," agreed Tom Doyle, a senior canon lawyer who worked at the nunciature in Washington before representing abuse victims all over the world in cases against the Catholic church.

"The whole point is that it's someone from outside. If they appoint O'Brien's successor to lead the investigation, they are going to look like fools." The cardinal's resignation and removal from Scotland for six months of prayer and penance had cast doubt over an inquiry.

In a statement in March, he acknowledged: "My sexual conduct has fallen below the standards expected of me as a priest, archbishop and cardinal." The admission suggested that his behaviour had covered a long period, but because it was non-specific the allegations have subsequently been minimised. Mennini's only public pronouncement has been that the cardinal made mistakes but had also done "a lot of good". "He didn't say anything about Keith's victims," said Lenny. "I told him that was deeply offensive and hurtful." "It's blame-shifting," said Doyle. "Hitler created the autobahn and Mussolini made the trains run on time. That's not the point.

"Probably good was done while O'Brien was in charge, but the fact is that people's lives were seriously, seriously harmed by him. That's certain." Senior figures in Rome say the apostolic visitation is a way of dealing not just with the cardinal but with the more general accusations of moral malaise sweeping the church in Scotland.

"Given that the Cardinal O'Brien case seems to be a salient feature of a larger network of dysfunction, an apostolic visitation could be a very appropriate way of addressing the larger problem," said Father Robert Gahl, an associate professor of ethics at the Pontifical University of the Holy Cross in Rome.

- 106/144 - THE GUARDIAN www.guardian.co.uk 23/06/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://www.guardian.co.uk/world/2013/jun/23/vatican-obrien-sex-abuse-claims-inquiry

Doyle, who was involved in several apostolic visitations in Washington, is less convinced. Ireland's apostolic visitation in 2011, following widespread child abuse cases, was a "total farce", he said. "I don't think an apostolic visitation will achieve much. In my experience of sexual abuse – which dates back 30 years – the only significant truth that has ever arisen has been when totally independent investigations have been carried out.

"In America, it's been grand juries. In Ireland, it's been statutory commissions. If they are really looking into alleged abuse by Keith O'Brien, the only way to do it is to appoint outside investigators who have free rein. But they won't."

- 107/144 - AGENZIA EFE www.efe.es 26/06/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://www.elconfidencial.com/ultima-hora-en-vivo/2013/06/obispo-vasco-arrieta-ochoa-miembro-comision-20130626 -166804.html

El obispo vasco Arrieta Ochoa será miembro de comisión para reformar el IOR

EFE - 26/06/2013 Ciudad del Vaticano, 26 jun (EFE).- El obispo vasco Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru perteneciente a la Prelatura del Opus Dei formará parte de la comisión que ha nombrado el papa Francisco para estudiar y posteriormente reformar el polémico Instituto para las Obras de Religión (IOR), el llamado banco del Vaticano. Arrieta es desde enero 2007 secretario del Pontificio Consejo para los Textos Legislativos de la Santa Sede.

La comisión estará presidida por el cardenal italiano y compuesta por el cardenal francés Jean-Loise Pierre Tauran, la profesora estadounidense y el obispo Peter Bryan Wells, como secretario. Arrieta Ochoa de Chinchetru, de 62 años, tendrá el cargo de coordinador de dicha comisión. Nació en Vitoria el 10 de abril de 1951, fue ordenado sacerdote el 23 de agosto de 1977, y ha desempeñado diferentes cargos pastorales, como capellán en España e Italia. Doctor en Derecho Canónico y en Jurisprudencia, ha sido profesor de derecho canónico en la Universidad de Navarra y en Roma y Venecia.

Ha sido decano de la Facultad de Derecho Canónico de la Universidad Pontificia de la Santa Cruz, de Roma, dirigida por el Opus Dei y ha fundado la revista "Ius Eclessiae".

La creación de esta comisión es "un deseo del papa" para conocer mejor "la posición jurídica y las actividades del Instituto y para "llegar a una mejor armonización del instituto respecto a la misión de la Iglesia católica", en el contexto más general de las reformas que sea oportuno realizar por parte de las Instituciones que ayudan a la Santa Sede". Esta comisión, según el documento de creación firmado por el papa, "recogerá documentos, datos e informaciones necesarias para el desarrollo de sus funciones institucionales". EFE

------ANCHE IN:

- El Confidencial: http://www.elconfidencial.com/ultima-hora-en-vivo/2013/06/obispo-vasco-arrieta-ochoa-miembro- comision-20130626-166804.html

- EL MUNDO: http://www.elmundo.es/elmundo/2013/06/26/internacional/1372264036.html

- PERIODISTA DIGITAL: http://www.periodistadigital.com/religion/vaticano/2013/06/27/un-obispo-espanol-del-opus- para-limpiar-el-banco-vaticano-iglesia-religion-papa-obispo-ior-banco.shtml

- LA GAZETA: http://www.intereconomia.com/noticias-gaceta/iglesia/primer-paso-papa-para-reforma-banco-vaticano -20130626

- NOTICIAS DE ÁLAVA: http://www.noticiasdealava.com/2013/06/27/politica/estado/el-papa-ordena-investigar-el- banco-vaticano

- EL SALVADOR: http://www.elsalvador.com/mwedh/nota/nota_completa.asp?idCat=47860&idArt=7996361

- 108/144 - CORRIERE DELLA SERA www.corriere.it 27/06/2013 argomento Citazioni Università e/o professori

Lo spagnolo Arrieta Ochoa «leone» dell'Opus Dei è l'uomo chiave del gruppo *** Segue il testo in originale

- 109/144 - Lo spagnolo Arrieta Ochoa «leone» dell'Opus Dei è l'uomo chiave del gruppo di Maria Antonietta Calabrò in “Corriere della Sera” del 27 giugno 2013 Un vescovo dell'Opus Dei, di 62 anni, monsignor Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru, è «l'uomo chiave» della nuova Commissione istituita con Chirografo di papa Francesco in vista della riforma dello Ior. Uno spagnolo, dal temperamento forte. Qualcuno lo descrive come «un leone». Un leone, non per l'aggressività, però. Anzi, ma per la sua forza tranquilla: un po' come il Leone protagonista delle «Cronache di Narnia», che entra in campo, conduce e infine vince la buona battaglia. Arrieta è un fine giurista scelto, nel 2007, da Benedetto XVI come segretario del Pontificio Consiglio dei Testi legislativi. L'anno dopo è vescovo (ad ordinarlo è il Segretario di Stato Bertone, insieme al vicario Agostino Vallini e all'allora arcivescovo Coccopalmerio). È stato per quindici anni (dal 1984 al 1993 e dal 1995 al 1999) preside della Facoltà di Diritto Canonico e ordinario della cattedra di Diritto dell'Organizzazione Ecclesiastica della Pontificia Università della Santa Croce, università dell'Opus (proprio ieri sera a Roma una Messa in onore di San Josemaría Escrivá è stata celebrata a Roma dal Prelato dell'Opus Javier Echevarría). E questo fatto chiude definitivamente il capitolo delle polemiche che hanno coinvolto la presidenza dello Ior di Gotti Tedeschi (anch'egli dell'Opus). Arrieta, è stato infine preside e professore ordinario dell'Istituto di Diritto Canonico «S. Pio X» di Venezia, per gran parte (2003-2008) del mandato come Patriarca del cardinale Scola. «Uomo chiave», perché Arrieta è il «coordinatore» e come spiega il Chirografo questo vuol dire che «ha poteri ordinari di delegato» della Commissione stessa. È un esempio molto imperfetto, ma rende l'idea: ha i poteri come un amministratore delegato rispetto al proprio consiglio di amministrazione. Il «coordinatore» infatti — scrive il Pontefice nel suo Chirografo — «agisce nel nome e per conto della Commissione nella raccolta di documenti, dati e informazioni necessari», «allo svolgimento delle funzioni istituzionali» della Commissione stessa. Davanti ad Arrieta in quanto «delegato» della Commissione quindi non valgono «il segreto d'ufficio e le altre eventuali restrizioni stabiliti dall'ordinamento giuridico». Solo l'Aif, presieduta dal cardinale Attilio Nicora, direttore generale, lo svizzero René Bruhelart, in quanto autorità di vigilanza sullo Ior, è sottratto al potere dell'organismo. Nella commissione sono stati nominati due Cardinali: il presidente Raffaele Farina, salesiano, classe 1933, già bibliotecario di Santa Romana Chiesa, che ne è il legale rappresentante. Al suo fianco il francese Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso e membro della Commissione di vigilanza cardinalizia dello Ior. Tauran, quindi, funzionerà da «ponte» tra il nuovo organismo voluto da papa Francesco e il «vecchio» organismo della Commissione cardinalizia (presieduta dal Cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone), prevista dal Chirografo del 1990 di Giovanni Paolo II. La legge voluta da Wojtyla, per riformare l'Istituto dopo lo scandalo del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi. Tra i cinque «commissari» c'è un altro «ponte»: monsignor Peter Bryan Wells, americano, presidente della Commissione per le assunzioni negli organismi vaticani sottosegretario per gli Affari Generali della Segreteria di Stato. «Ponte» — in questo caso — tra la «vecchia» e la «futura» Segreteria di Stato, sempre nell'ottica della Riforma della Curia cui dovrà lavorare il G8 dei Cardinali coordinati da Oscar Maradiaga. Wells è il segretario del nuovo organismo. In realtà gli americani sono due. La seconda è una donna, la professoressa di diritto ad Harvard (il National Law Journal l'aveva già dichiarata nel 1998 una delle cinquanta donne avvocato più influenti degli Stati Uniti): Mary Ann Glendon, ex ambasciatore di George W. Bush. Attualmente Glendon è presidente della Pontificia Accademia delle Scienza sociali. «La signora Glendon — spiega il portavoce vaticano padre Federico Lombardi — contribuirà anche per lo specifico della sua attuale posizione». E quindi per la conoscenza del contesto sociale mondiale in cui dovrà inserirsi la missione ecclesiale dello Ior. I vertici dello Ior, e lo stesso board hanno appreso della nuova Commissione a cose fatte. Il comunicato della segreteria di Stato che ha accompagnato il Chirografo però è molto chiaro: «Il Santo Padre si augura una felice e produttiva collaborazione tra la Commissione e l'Istituto» e del suo intero personale. IL FOGLIO www.ilfoglio.it 27/06/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://www.ilfoglio.it/soloqui/18804

Il Papa si riprende lo Ior in punta di chirografo e lo mette sotto inchiesta

Con un chirografo spedito dalla suite numero 201 Santa Marta, Papa Francesco ha deciso di istituire una commissione d’indagine sulle attività dello Ior, l’istituto per le opere di religione fondato da Pio XII. Decisione giunta a sorpresa che segue di un paio di settimane la nomina del fidatissimo mons. Battista Ricca (che della Casa di Santa Marta è il direttore) a prelato della stessa banca vaticana. Una lettera scritta di proprio pugno e datata 24 giugno con cui Bergoglio, “sentito il parere di diversi cardinali e altri fratelli nell’Episcopato, nonché di altri collaboratori”, decide di creare ex novo un organismo che dovrà “raccogliere puntuali informazioni sulla posizione giuridica e sulle varie attività dell’Istituto al fine di consentire, qualora necessario, una migliore armonizzazione del medesimo con la missione universale della Sede Apostolica”. La commissione avrà pieni poteri e sarà chiamata fin da ora (e in tempi brevi) a “raccogliere documenti, dati e informazioni necessari allo svolgimento delle proprie funzioni istituzionali”. Importante, poi, il fatto che per l’organismo “il segreto d’ufficio e le altre restrizioni stabilite dall’ordinamento giuridico non inibiscono o limitano l’accesso ai documenti”.

Vuole vederci chiaro, il Papa, nelle attività della banca che ha sede nel quattrocentesco torrione di Niccolò V, adiacente a quel Palazzo apostolico in cui Francesco non ha voluto abitare. A presiedere la commissione sarà il cardinale Raffaele Farina, salesiano ottantenne già prefetto della Biblioteca vaticana e dell’Archivio segreto. Al suo fianco, il protodiacono e presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, Jean-Louis Tauran, che rimane anche membro della commissione di vigilanza sullo Ior e che in tale veste più volte ha fatto sentire la sua voce contro la gestione dell’istituto presieduto dallo scorso febbraio dal tedesco Ernst von Freyberg. Il coordinatore del gruppo (con poteri di delegato nella raccolta dei dati) è il vescovo spagnolo Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru, già preside della Facoltà di diritto canonico alla Pontificia Università della Santa Croce e attualmente segretario del Pontificio consiglio per i Testi legislativi, il dicastero guidato dal canonista Francesco Coccopalmerio. A completare il gruppo ci sono poi mons. Peter Bryan Wells e la professoressa Mary Ann Glendon, ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede dal 2008 al 2009. Il Papa, nel chirografo, annuncia di voler essere costantemente informato sui lavori della commissione, e una volta che questi saranno ultimati, “gli esiti nonché l’archivio” dovranno essere consegnati “in modo tempestivo” sul suo tavolo. Al vescovo di Roma non sono bastate le interviste rilasciate alla stampa estera dal presidente dello Ior in cui si ricordava il lavoro svolto per rendere trasparente l’istituto e i progetti per il futuro.

E’ stato perentorio, Bergoglio, nel battere un rintocco che, come scrive il vaticanista Sandro Magister, “ha il rimbombo della campana da morto per la discussa banca vaticana”. Il metodo seguito dal Papa è stato lo stesso già applicato lo scorso aprile con la creazione del gruppo di lavoro incaricato di studiare la riforma della costituzione apostolica Pastor Bonus che regola l’attività della curia romana: nessuna scelta avventata, niente stravolgimenti repentini né destituzioni di prelati. Prima ci si siede attorno a un tavolo, si leggono le carte, si studia e ci si confronta. E solo dopo si agisce. Senza fretta. Ma quando poi c’è da prendere le decisioni, lo si fa senza preallertare nessuno, sorprendendo tutti e spesso anche i diretti interessati. E a decidere è solo uno, il Papa. Non a caso, nel chirografo reso noto nella tarda mattinata di ieri con un comunicato esplicativo della Segreteria di stato a corredo, Francesco scrive di suo pugno che d’ora in poi vorrà essere informato personalmente circa i lavori della commissione. Ancora una volta, senza mediazioni. Un po’ come aveva fatto sabato scorso con gran parte dei nunzi apostolici giunti a Roma da tutto il mondo: chiacchierate informali a Santa Marta, faccia a faccia per farsi un’idea dettagliata sulla situazione della chiesa nelle periferie più lontane. Senza filtri della Segreteria di stato, senza sintesi dettagliate preparate dagli uffici. D’altronde, anche a Buenos Aires il gesuita Bergoglio era abituato a lavorare così, a fidarsi più del suo fiuto che dei rapporti redatti da commissioni e consigli. Francesco fa chiaro appello all’olfatto spirituale citato da Ignazio negli Esercizi spirituali, e come fa il Generale della Compagnia, decide in prima persona. La collegialità va bene, le riunioni sono necessarie per confrontarsi, per discutere e per delineare scenari su cui solo uno, poi, sarà chiamato a esprimersi.

- 110/144 - IL FOGLIO www.ilfoglio.it 27/06/2013 argomento Citazioni Università e/o professori http://www.ilfoglio.it/soloqui/18804

- 111/144 - VATICAN INSIDER http://vaticaninsider.lastampa.it 27/06/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/liturgia-liturgy-benedetto-xvi-benedicto-xvi-benedict- xvi-26004/

“Tributo” a Benedetto XVI animatore della riforma liturgica

Una due giorni all'Università della Santa Croce, tra gli oltre 350 partecipanti, sul recupero del senso del sacro e del mistero ALESSANDRO SPECIALE ROMA

Il suo organizzatore, il vescovo di Tolone monsignor Dominique Rey, lo ha detto chiaramente nel suo discorso di apertura: “Sacra Liturgia 2013”, la conferenza internazionale in corso a Roma in questi giorni, vuole essere prima di tutto un “tributo” a Benedetto XVI e al suo programma, solo avviato, di rinnovamento della liturgia attraverso quella che gli appassionati chiamano la “riforma della riforma” – un riesame della modernizzazione del culto della Chiesa introdotto dal Concilio Vaticano II, a cominciare dalle messe nelle lingue locali, nell'ottica di un recupero del senso del sacro e del mistero che secondo alcuni cattolici si è andato troppo perdendo nel corso dei decenni passati.

Ma nei primi due giorni di lavori all'Università della Santa Croce, tra gli oltre 350 partecipanti, non è emerso nessun particolare scetticismo o pregiudizio nei confronti di papa Francesco, malgrado le sue priorità e le sue inclinazioni siano diverse da quelle dei fautori del recupero della messa tridentina, liberalizzata da Benedetto XVI con il suo Motu Proprio Summorum Pontificum.

La sensazione è che non si voglia riaprire all'interno della Chiesa una stagione di 'guerre culturali' come quelle che avevano caratterizzato i decenni passati e, in parte, anche il pontificato del papa tedesco – complice anche la fine almeno apparente dei negoziati con la lefebvriana Fraternità San Pio X.

L'unico relatore donna del convegno, la professoressa Tracey Rowland, docente di filosofia e teologia all'Istituto Giovanni Paolo II per il Matrimonio e la Famiglia di Melbourne, in Australia, ha riscosso molti consensi quando ha invitato anche il mondo più vicino alla liturgia tradizionale a fare un po' di autocritica: resistere allo spirito della modernità, ha detto, a volte arriva a degli eccessi, “come far vestire le proprie mogli e figli come orfani di una fattoria Amish”.

Soprattutto, ha avvertito, finché la messa tridentina, pur liberalizzata da papa Ratzinger, verrà percepita come espressione di una parte politico-teologico all'interno della Chiesa, ad esempio come un'avversione nei confronti del Concilio Vaticano II, il suo appeal tra i cattolici 'comuni' rimarrà limitato. E questo anche in un clima, come quello della post-modernità, in cui la maggior parte dei giovani guardano con curiosità e interesse alla tradizione, “come fossero tesori nella soffitta della nonna”, senza ostilità ideologica.

Un rifiuto esplicito della contrapposizione che è emerso anche dalla conferenza stampa di presentazione del secondo pellegrinaggio a Roma del popolo 'tradizionalista', quello che si descrive come il “popolo del Summorum Pontificum”. “Papa Francesco ha grande interesse per tutto ciò che può rinnovare e ringiovanire il volto della Chiesa”, ha detto don Claude Barthe, cappellano del pellegrinaggio. “Sembra che questo papa venuto da lontano – ha aggiunto rifiutando l'idea che Francsco sia pregiudizialmente ostile al mondo tradizionalista – abbia compreso con un'intelligenza molto intuitiva quali fossero le forze vive del cattolicesimo nella nostra attempata cattolicità europea”. Dopo decenni di contrapposizione ideologica all'interno della Chiesa, per Barthe, ormai “gli steccati stanno cadendo”.

Il pellegrinaggio si terrà a Roma dal 24 al 27 ottobre, e culminerà con una messa celebrata da monsignor Fernando Areas Rifan, ordinario della diocesi personale di Campos, in Brasile.

- 112/144 - AGENZIA ZENIT www.zenit.org 28/06/2013

argomento Citazioni Università e/o professori http://www.zenit.org/en/articles/the-bishop-s-role-in-liturgical-reform

The Bishop's Role in Liturgical Reform

Rome, (Zenit.org) Ann Schneible | 1263 hits To know how to celebrate the liturgy, the sacred mystery of the Mass must be understood, says Archbishop Alexander Sample of Portland, Oregon, who was one of the speakers at an international conference on Sacred Liturgy held this week in Rome. The four-day conference, which concluded today, offered studies of Sacred Liturgy with the aim of promoting and renewing appreciation of liturgical formation and celebration, as well as its foundation for the mission of the Church. Organized by Bishop Dominique Rey of Fréjus-Toulon, France, the overarching theme of the gathering was approached within the context of the Second Vatican Council, 50 years on, and the many liturgical reforms that followed. Sacra Liturgia 2013, consisting of more than 16 conferences and the solemn celebration of Mass in both the ordinary and extraordinary forms of the Roman Rite, was held at the Pontifical University of the Holy Cross in Rome.

In an interview with ZENIT ahead of the conference, Archbishop Sample, who delivered an address on the roll of the diocesan bishop as governor, promoter, and guardian of liturgical life, spoke on the bishop's responsibility to renew and reform the Sacred Liturgy at the diocesan level. This role, he said, "involves his threefoldoffice as teacher, sanctifier and governor of the local Church entrusted to his pastoral care." Archbishop Sample noted how this 50th anniversary of the Second Vatican Council provides the opportunity to revisit the council texts and re-examine its message with regard to the Sacred Liturgy. "We must be able to read again these beautiful teachings, but within a hermeneutic of reform in continuity, as Pope Benedict XVI called us to do. Much good has been accomplished, but there are shadows as well that have resulted from what I believe was a misinterpretation of the Council itself on the part of not a few. We need to be open and honest in our assessment of the fruitfulness of liturgical reform."

"By studying again the direction the Council Fathers gave," he said, "remembering the whole period that preceded the Council, we can, I hope, regain our bearings and steer the course of liturgical reform and renewal according to the true mind of the Council." In the years following the council, the archbishop said, the poor catechesis and faith formation created serious challenges in directing the faithful toward a proper understanding of what the liturgy is about. "We are beginning to regain some ground in this regard," Archbishop Sample continued, "but we have a long way to go. My generation and those younger are simply not well catechized and formed in the teachings of the Church. Not only does this impact our fundamental understanding of the mystery of our redemption in Christ, but even more so how that mystery is celebrated and made present in the holy Mass." "If we do not fully understand what is happening in the holy sacrifice of the Mass," he said, "we cannot properly understand how to celebrate the sacred liturgy." When speaking of the true "full, active, and conscious" participation in the liturgy, called for by the Second Vatican Council, Archbishop Sample said that this participation "must first be directed to this fundamental need for the faithful to understand the essential and intrinsic meaning of the Mass, helping them participate first on the level of the mind and heart."

- 113/144 - RELIGIÓN EN LIBERTAD www.religionenlibertad.com 29/06/2013

argomento Citazioni Università e/o professori

! http://www.religionenlibertad.com/articulo.asp?idarticulo=29969

Rome Reports: 10 años contando en videos la actualidad de la Iglesia y del Papa desde Roma Todo comenzó en 2003 en las aulas de la facultad de comunicación de la Pontificia Universidad de la Santa Cruz, en Roma: como una manera experimental de hacer televisión. Y fue así que se convirtió en la primera agencia católica de noticias en formato video, cuando YouTube todavía no existía.

Apenas dos años después de que YouTube diera sus primeros pasos, el 11 de abril de 2007 inauguraron un canal en lengua inglesa: 17.115.288 visualizaciones y 19.989 suscriptores son, hasta hoy, el resultado de un trabajo arduo que animó a la creación, el 4 de febrero de 2009, de un canal en lengua española. La acogida no pudo ser menos buena pues en cuatro años se hicieron con 21.961 suscriptores y su canal tiene más de 18.578.200 visualizaciones.

¿Claves del éxito? Cercanía a las fuentes, creatividad, competencia técnica y profesional, conocimiento de la Iglesia y presencia en Roma, donde está su sede, lo que facilita el contacto directo con las informaciones que tratan y las personas en torno a las cuales gira la información.

Pero el trabajo de «Rome Reports News Agency» no queda circunscrito únicamente a los videos diarios producidos en lengua española e inglesa: entre sus servicios se cuentan el ofrecer productores, corresponsales, crews y montaje a cadenas de televisión de todo el mundo que necesitan cubrir eventos especiales desde Roma. No es todo: además de los documentales preparados con cierta periodicidad (el último de ellos titulado «Manzanas podridas», sobre la pederastia en la Iglesia católica) realizan un noticiero semanal titulado «El mundo visto desde el Vaticano», un exclusivo informativo de media hora con toda la actualidad del mundo desde la óptica del país más pequeño del mundo.

Detrás de este gran proyecto de información que cientos de webs y cadenas de televisión en el mundo reproducen diariamente han estado y están grandes profesionales de la comunicación: Daniel Arasa, Jorge Milán, Yago de la Sierva, Marc Carroggio o Javier Martínez Brocal, quien al día de hoy es su joven director.

«Doy gracias de corazón a quienes han sabido observar y presentar estos acontecimientos de la historia de la Iglesia, teniendo en cuenta la justa perspectiva desde la que han de ser leídos, la de la fe », decía el Papa Francisco en la audiencia brindada a los periodistas que cubrieron el Cónclave y su elección. Y añadía: «Los acontecimientos de la historia requieren casi siempre una lectura compleja, que a veces puede incluir también la dimensión de la fe. Los acontecimientos eclesiales no son ciertamente más complejos de los políticos o económicos. Pero tienen una característica de fondo peculiar: responden a una lógica que no es principalmente la de las categorías, por así decirlo, mundanas; y precisamente por eso, no son fáciles de interpretar y comunicar a un público amplio y diversificado. En efecto, aunque es ciertamente una institución también humana, histórica, con todo lo que ello comporta, la Iglesia no es de naturaleza política, sino esencialmente espiritual: es el Pueblo de Dios. El santo Pueblo de Dios que camina hacia el encuentro con Jesucristo. Únicamente desde esta perspectiva se puede dar plenamente razón de lo que hace la Iglesia Católica». Palabras que parecerían describir y que bien pueden aplicarse a estos primeros diez años de trabajo de «Rome Reports News Agency».

- 114/144 - EL OBSERVADOR www.elobservador.com.uy 06/04/2013

argomento Interviste

http://www.elobservador.com.uy/noticia/247577/francisco-representa-una-buena-corriente-de-aire-fresco/

“Francisco representa una buena corriente de aire fresco”

El experto en eclesiología destaca que el continente de la esperanza “da sus frutos” Era el año 2001 y el sacerdote Philip Goyret, argentino pero nacido en Estados Unidos, participaba en el sínodo de obispos y trabajaba codo a codo con un hombre de “una sólida personalidad espiritual”: era el cardenal Jorge Mario Bergoglio, quien hoy es la imagen viviente de la “apertura universal de la Iglesia Católica hacia todo el género humano”.

¿Qué implica para la Iglesia de hoy tener un papa que en principio rompe con muchas de las especulaciones previas al cónclave? Rompe, efectivamente, con todas las especulaciones, y esto una vez más prueba como quien gobierna la Iglesia no son los hombres sino el Espíritu Santo, que sopla donde quiere. No es esto una scappatoia spiritualista: la Providencia, a través del Espíritu, mueve las mentes y los corazones de los hombres (cardenales incluidos) en la dirección adecuada, que no es siempre la que “prevén” los ojos humanos.

¿Qué incidencia tiene el hecho de que sea latinoamericano? Tener un papa latinoamericano, ni italiano ni europeo, manifiesta muy claramente la catolicidad de la Iglesia Católica: o sea, una característica que no es solo denominacional, sino de apertura universal hacia todo el género humano, europeo y no europeo, para llevar todo el Evangelio a todos los hombres. Y no solo a la humanidad, sino al universo entero.

Como argentino, como latinoamericano, ¿cómo lo interpela la elección del papa Francisco? El nombre elegido marca todo un programa, donde la paz y la austeridad se ponen en primer plano, según la emblemática figura del santo de Asís. Este programa incluye también la referencia al mundo natural: su protección y su uso como vía de acceso a Dios. A los latinoamericanos, y de modo particular a los argentinos, es natural que esta elección produzca una gran alegría. Creo que es también motivo de sano orgullo: el “continente de la esperanza” da sus frutos...No es solo “todo esperanza”, sino que, en el tiempo actual, Latinoamérica está dando mucho a la Iglesia, con un papa y con más del 40% de los católicos del mundo. Esto nos lleva más directamente a la “interpelación”, a la que me parece se debe responder con una especial responsabilidad respecto a la nueva evangelización. Pero sin que ello se convierta en un mero eslogan sino en una evangelización que es “nueva” porque se realiza desde la caridad, que renueva siempre todo. Europa hizo mucho por la evangelización de Latinoamérica, pero ahora se encuentra más necesitada; sería el caso de que los recursos de la Iglesia latinoamericana se redoblasen para acometer los desafíos actuales, muy particularmente el que representan las sectas, pero también para cruzar fronteras y llevar el Evangelio a otros continentes, incluido el viejo continente.

¿Esto implica una ruptura con la línea de los pontífices anteriores? Cada pontificado tiene su especificidad, sin que ello necesariamente signifique ruptura. Pienso que el actual pontificado, como se puede entrever por los gestos ya realizados, se moverá hacia la simplicidad del Evangelio, y esto representa una buena corriente de aire fresco. Pienso también que los cuatro aspectos que, a mi juicio, caracterizaron el pontificado anterior, encontrarán continuidad en el papa Francisco: la lucha contra la “dictadura del relativismo”, la reforma de la Iglesia, la formación de los sacerdotes y la correcta recepción y aplicación del Concilio Vaticano II.

¿Cuál es, según su punto de vista, la fortaleza de la figura de Bergoglio? Pude trabajar codo a codo con el entonces cardenal Bergoglio durante el Sínodo de Obispos del 2001: él era relator general adjunto (pero quedó como relator principal, porque el designado para este cargo, el arzobispo de New York, volvió a su ciudad para atender a las víctimas del atentado a las torres gemelas) y yo era perito teólogo, de modo que fueron semanas de relación intensa. Puedo decir que es una persona de oración auténtica, manifestada en lo que luego dice; predica la pobreza encarnándola primeramente en su vida; y es lo que se llama “hombre de principios”: nada ni nadie los doblega. Un conjunto de características que determinan una sólida personalidad espiritual.

- 115/144 - EL OBSERVADOR www.elobservador.com.uy 06/04/2013

argomento Interviste

http://www.elobservador.com.uy/noticia/247577/francisco-representa-una-buena-corriente-de-aire-fresco/

¿Y qué sucederá desde el punto de vista del ecumenismo y el diálogo interreligioso? Con respecto a los judíos y a los cristianos no católicos, pienso que el punto fuerte del nuevo pontificado será una tendencia a volver a lo esencial, sin dejar que las miserias y las superficialidades de los hombres ensucien o empañen la belleza innata del Evangelio. Jesús arrastró multitudes solo con su palabra y su persona. Si mostramos a Jesucristo tal cual es, sin que los hombres lo “tapemos”, nos encontraremos nuevamente todos en el monte de las bienaventuranzas, olvidando las tonterías que nos separan. ¡Viva papa Francisco!

- 116/144 - EL NORTE DE CASTILLA www.elnortedecastilla.es 14/04/2013

argomento Interviste

http://www.elnortedecastilla.es/20130414/local/valladolid/labor-sera-ayudar-uganda-201304141856.html

«Mi labor será ayudar a Uganda a través de la predicación»

C. D. | VALLADOLID

La ayuda del Centro Académico Romano Fundación ha sido «vital» para que el ugandés Hernan Joseph Kalungi logre ordenarse diácono

Hernan Joseph Kalungi supo desde los 18 años que su camino conducía al sacerdocio. Comenzó sus estudios en su Uganda natal, pero cuatro años después llegó a Pamplona gracias a la oportunidad que le brindó el Centro Académico Romano Fundación (CARF).

El principal objetivo de esta fundación es precisamente contribuir a la preparación humana y espiritual de sacerdotes y seminaristas en la Universidad Pontificia de Santa Cruz y en las Facultades de Estudios Eclesiásticos de la Universidad de Navarra. Tras esta formación los sacerdotes podrán transmitir lo aprendido en sus países de origen, que en la mayoría de los casos están en vía de desarrollo.

Ese es el caso de Hernan Joseph Kalungi, que gracias a CARF pudo lograr avanzar por ese camino del sacerdocio, el que él deseaba seguir y el 20 de abril se ordenará diácono.

–¿En qué consiste la ayuda que les aporta el CARF? –Recibimos ayuda para costear los gastos de estudio y alojamiento. Además, a algunos nos ayudan a algunos gastos ordinarios como puede ser libros de texto o asistencia sanitaria.

–¿Hasta que punto considera que ha sido necesaria para usted esta ayuda? –En mi caso ha sido fundamental, vital. Sin ella no podría haber estudiado y haberme formado en Pamplona. Un ejemplo muy claro: con todo el dinero que cuesta la formación y la residencia en Pamplona, en mi país podría comprarme una casa. Sería imposible haberme costeado todo esto sin la ayuda del CARF. Imposible para mi familia, imposible para mi diócesis… una locura sólo de pensarlo.

–¿Cómo conoció la opción de acudir a esta asociación? –Gente de la Universidad de Navarra se puso en contacto con mi obispo para ofrecerle esta gran oportunidad y fue el mismo obispo el que me eligió a mí. Entonces me explicó cómo iba a ser mi manutención y pude conocer el CARF.

–¿La vocación sacerdotal en Uganda alcanza a un gran número de personas? –La verdad es que muchos jóvenes en Uganda querrían ser sacerdotes y los necesitamos de veras porque en un territorio tan grande y con parroquias tan extensas requiere mucho trabajo. Pero hay gente que no tiene la educación necesaria para poder llegar a estudiar e, incluso, algunos de los que tienen el nivel no puede ir al seminario porque no hay suficientes plazas. Hay cinco en todo el país y cada diócesis envía a sus candidatos hasta que se llena el cupo. En resumen, muchas personas que podrían haber sido sacerdotes santos no llegan a serlo por la falta de medios. Y eso les frustra.

–¿Cuáles son las dificultades que atraviesan los seminaristas en su país? –Lo principal es la falta de medios: cada familia tiene que ayudar económicamente al seminarista con unos 250 dólares al año, pero esa cantidad, que aquí puede sonar casi como una broma para vivir, es un esfuerzo tremendo. Muchos de ellos tienen que trabajar muy duro durante las vacaciones para poder conseguir ese dinero, y luego en el seminario no hay suficientes libros para una buena formación. A veces era imposible estudiar otra cosa que no fueran los apuntes de clase porque no había un solo libro para consultar. Y dentro del seminario la comida no es una maravilla. ¡Perdía seis kilos cada semestre!

–¿Cómo ha sido el proceso hasta su ordenación como diácono? –Cuando tenía 18 años, después de madurarlo mucho, llegué a la conclusión de que Dios me llamaba al sacerdocio y así lo comuniqué a las autoridades de mi diócesis. Pero como tenía beca del gobierno para estudiar en una universidad, mi superior vio que era prudente que hiciera primero una carrera civil, que en mi caso es la veterinaria. Cuando terminé la carrera volví al obispo y este me envió a un seminario mayor en mi país, donde estuve cuatro años formándome antes de enviarme a Pamplona. Y así hasta el próximo 20 abril en que, Dios Mediante, espero ordenarme diácono.

- 117/144 - EL NORTE DE CASTILLA www.elnortedecastilla.es 14/04/2013

argomento Interviste

http://www.elnortedecastilla.es/20130414/local/valladolid/labor-sera-ayudar-uganda-201304141856.html

–¿Cuál es su labor en la actualidad? –En el momento actual sigo formándome, pero a partir del día 20 de abril, cuando me ordene, ejerceré el ministerio propio de los diáconos. Y cuando termine los estudios de Teología a finales de mayo volveré a Uganda y el obispo me asignará un encargo pastoral que, sea cual sea, será bienvenido.

Esta entrevista se puede leer completa en la edición impresa de El Norte de Castilla

- 118/144 - AGENZIA ZENIT www.zenit.org 29/04/2013

argomento Interviste

www.zenit.org/es/articles/en-que-medida-la-falta-de-fe-puede-ser-motivo-de-nulidad-matrimonial

En qué medida la falta de fe puede ser motivo de nulidad matrimonial

Entrevista al profesor Miguel Ángel Ortiz de derecho matrimonial de la Pontificia Universidad de la Santa Cruz y juez en el tribunal de apelación del Vicariato de Roma

Benedicto XVI poco antes de concluir su mandato, en su alocución anual a la Rota Romana, y en el contexto del Año de la Fe, habló de la falta de fe como motivo de nulidad matrimonial. ¿Sería una nueva causal de nulidad, como han transmitido algunos medios? O algo relacionado directamente al momento de dar el 'sí'. Aquí se plantean una serie de matices que el reverendo Miguel Angel Ortiz, profesor de derecho matrimonial y juez en el tribunal de apelación del Vicariato de Roma, explica a nuestros lectores en esta entrevista

¿Por qué para la nulidad de matrimonio hay siempre dos instancias judiciales? --Prof. Ortiz: Porque el matrimonio goza del favor del derecho: se presume que alguien que se casa lo hizo de verdad. Ya que el matrimonio es algo tan natural (la institucionalización de la vocación más radical del hombre, la vocación al don de sí), para que pueda concluirse que quien celebró el matrimonio no quiso o no pudo hacerlo, se requiere una prueba fuerte. Por ese motivo, para que las personas puedan volver a casarse, es preciso que haya dos tribunales que coinciden en considerarlo nulo. Normalmente los procesos se resuelven en el mismo país en que se celebró el matrimonio. Si las dos sentencias no son conformes (o si uno de los cónyuges lo pide expresamente), ordinariamente se acude al tribunal de la Rota Romana.

Alguien dijo que el problema de nulidades fáciles a veces era más de los abogados que de los jueces --Prof. Ortiz: En realidad el abogado asesora, no sería necesario acudir a un abogado, pero hay una complejidad técnica que hace que la persona necesite un asesoramiento. Claro, el abogado tiene que ser honrado y no puede falsear: también él está comprometido con la causa de la verdad. Además, el juez cuenta con pruebas (testigos, pericias, documentos) que le ayudan a alcanzar la certeza moral sobre si la petición de nulidad está fundada o no.

¿Lo que se plantea es si hubo impedimento o un vicio del consentimiento en el momento del matrimonio? --Prof. Ortiz: Por eso las sentencias de nulidad son declarativas y no constitutivas. El juez no dice de quién es la culpa del fracaso del matrimonio, sino más bien si en el origen del mismo, cuando se casaron, de algún modo no hubo matrimonio. El juez declara que a pesar de la apariencia (la celebración) en realidad no hubo matrimonio, esto es, que a pesar de que alguien dijo que quería casarse, o bien no quiso o no pudo hacerlo, o bien se dio un vicio de forma o un impedimento.

Muchas cosas son subjetivas y dependen de lo que la persona declara ¡pero la persona puede engañar! --Prof. Ortiz: Puede pretender engañar, puede también engañarse a sí mismo: incluso pensando que es sincero puede verse traicionado por la memoria, o condicionado por el trauma que supone el fracaso matrimonial. En el pasado se consideraba que el juez no podía tomar en cuenta lo que decían las partes porque se presumía que siempre mienten a su favor.

¿Y hoy en día? --Prof. Ortiz: Gracias a Dios, no. El juez no puede desconfiar sistemáticamente de lo que dicen los cónyuges, pero tampoco puede ignorar que en alguna ocasión las personas pueden autoengañarse o pretender engañar al tribunal. Hoy se considera que la persona quiere hacer luz sobe su situación. El juez tiene que creer a las personas, y dar crédito a lo que afirman, tanto con las palabras como sobre todo con su comportamiento, con los hechos probados. La jurisprudencia suele afirmar que los hechos son más elocuentes que las palabras; por ejemplo, si digo que excluí la indisolubilidad del matrimonio, pero el matrimonio ha durado muchos años, y he hecho numerosos intentos por salvarlo, los hechos pueden desmentir lo que afirmo.

¿Cuáles son los porcentajes de nulidades en los diversos países? --Prof. Ortiz: Depende de los países. Juan Pablo II alertó sobre una visión que puede parecer pastoral, porque el juez sabe que de su decisión dependerá el futuro de los esposos, y posiblemente su acceso a los sacramentos. Es una actitud que puede parecer pastoral, pero en realidad no lo es si el juez cede a la “tentación” de “favorecer” a la persona para que pueda volver a casarse, aunque no haya alcanzado la convicción que el derecho le pide: la “certeza moral”.

Juan Pablo II indicó en el año 1990 y Benedicto XVI lo ha retomado, que la pastoralidad no consiste en actuar contra el derecho. Sino que si uno dicta una sentencia de nulidad de la que no tiene esa certeza firme, porque no se - 119/144 - AGENZIA ZENIT www.zenit.org 29/04/2013

argomento Interviste

www.zenit.org/es/articles/en-que-medida-la-falta-de-fe-puede-ser-motivo-de-nulidad-matrimonial

sustenta en las pruebas, sino que lo hace por hacer un favor, pero que no corresponde con la verdad, no es verdadera pastoralidad, puesto que llevaría a la persona a vivir contra su verdadera condición. Como volverse a casar estando ya casado.

¿Y en ese caso quien se carga la responsabilidad? --Prof. Ortiz: Ante Dios y ante su conciencia cada uno, es un problema para el juez y también para quien mintió. En Estados Unidos, son datos orientativos, las decisiones afirmativas (es decir, las que concluyen que consta la nulidad) se acercan al 90% de los casos presentados. En Italia el porcentaje es sensiblemente menor, quizás porque hay una cultura jurídica más consolidada. También puede influenciar la actitud pastoralista a la que me referí precedentemente. Se corre el riesgo de que se introduzca en la Iglesia una mentalidad divorcista que considera que matrimonio fracasado, casi casi es un matrimonio nulo. Pero no es así.

Benedicto XVI levantó el problema de que la falta de fe daña el matrimonio ¿y podría ser causa de nulidad? --Prof. Ortiz: Todos los años el papa hace su alocución a la Rota. Esta vez, en el año de la Fe, quiso aprovechar para poner de manifiesto la relación entre matrimonio y fe. Benedicto XVI parte de una premisa que está en la base de los discursos de Juan Pablo II en 2001 y en 2003, en los que trató de la relación entre matrimonio natural y matrimonio sacramental. No hay dos matrimonios (civil y religioso), sino uno solo, la unión del hombre y de la mujer que forman una sola carne y que Juan Pablo II había denominado en una catequesis anterior sacramento primordial, de donde se puede concluir que todo matrimonio tiene una naturaleza sagrada.

¿La Fe cómo incide? --Prof. Ortiz: Benedicto XVI subraya la raíz común de la fe (fides) y la alianza (foedus) matrimonial natural, y aún con la fidelidad (fidelitas) matrimonial. Eso quiere decir que la fe sostiene y refuerza la fidelidad conyugal. Juan Pablo II, en la exhortación Familiaris Consortio de 1981 había dicho también que toda decisión de casarse “naturalmente” (en “un amor indisoluble y en una fidelidad incondicional”) obedece siempre a la acción de la gracia, aunque los cónyuges no sean plenamente conscientes. Si tienen esa intención de “hacer lo que hace la Iglesia”, el consentimiento es suficiente.

¿Por qué dice: 'lo que hace la Iglesia', y no 'lo que dice'? --Prof. Ortiz: Porque el signo sacramental (lo que hace la Iglesia cuando celebra el matrimonio de los bautizados) es el mismo matrimonio de la creación, el matrimonio natural. Como acabo de decir, el verdadero consentimiento siempre está sostenido por la gracia. Aunque no lo sepan los cónyuges, Dios une ese matrimonio. Para vivirlo en su plenitud, y en la exigencia de la fidelidad conyugal la fe ayuda. La gracia no transforma el matrimonio que es solamente uno, pero ayuda a vivirlo con plenitud. Por eso el papa Benedicto elogió a los cónyuges con dificultades o abandonados que permanecen fieles con la ayuda de la fe.

¿Fe y consentimiento? --Prof. Ortiz: A propósito de la incidencia de la fe en la validez del matrimonio, Benedicto XVI cita unas proposiciones de la Comisión Teológica Internacional del año 1977, en la cuales se dice que aunque la fe personal no es necesaria para casarse, cuando faltara una disposición para creer (para dejar obrar a la gracia) habría que plantearse si no falta la misma disposición de casarse.

Por otro lado, en la Familiaris Consortio, Juan Pablo II señala de qué manera la falta de fe puede influir en la validez del matrimonio: si los cónyuges rechazan de manera explícita y formal “lo que la Iglesia realiza cuando celebra el matrimonio de los bautizados” (la unión fiel, indisoluble y abierta a la vida), el consentimiento sería sólo aparentemente matrimonial, y el matrimonio inválido.

¿O sea no por la fe sino por la exclusión de las condiciones inherentes al matrimonio? --Prof. Ortiz: En efecto, unos años antes Juan Pablo II había dicho, en otro discurso a la Rota, que la falta de fe podía anular el matrimonio “sólo si niega su validez en el plano natural, en el que se sitúa el mismo signo sacramental”. En la jurisprudencia es relativamente frecuente encontrar decisiones que consideran válido el matrimonio de quien no deseaba el sacramento, e incluso había accedido a casarse por la Iglesia para hacer un favor al otro cónyuge, siempre que la falta de fe no se hubiera traducido en un rechazo (una exclusión) del matrimonio mismo o de una propiedad o elemento esencial del mismo.

¿O sea que lo que entra en juego es lo que se quiso en el momento mismo del 'sí' del matrimonio, y no la fe veinte años después? --Prof. Ortiz: Ciertamente, la validez o nulidad del matrimonio debe hacer referencia siempre a la existencia de un verdadero consentimiento en el momento de casarse, no al devenir de la vida matrimonial. Por ejemplo, ¿los malos - 120/144 - AGENZIA ZENIT www.zenit.org 29/04/2013

argomento Interviste

www.zenit.org/es/articles/en-que-medida-la-falta-de-fe-puede-ser-motivo-de-nulidad-matrimonial

tratos son causa de nulidad? En sí mismos no, pero claro que es diferente si el maltrato se produce muchos años después del matrimonio o al poco de casarse, en la medida en que esta actitud puede manifestar una anomalía psíquica o una exclusión, o sea 'no quise casarme, quise tener una sierva'. Es decir, el maltrato en sí no es motivo de nulidad pero puede ser indicio de un vicio presente en el momento de la boda. Lo que sucede veinte años después es relevante en la medida que arroja luz sobre la voluntad que existió en el momento de casarse. Del mismo modo, como dije, la falta de fe puede ser relevante si comportó la exclusión de las dimensiones naturales, como la indisolubilidad, la fidelidad, etc.

O sea que no es una nueva causal de nulidad el que la persona perdiera la fe durante la vida. ¿Pero así como existe el privilegio paulino, podría crear un privilegio de una segunda oportunidad? --Prof. Ortiz: Juan Pablo II dedicó el discurso a la Rota del año 2000 a exponer distintos aspectos de la indisolubilidad del matrimonio, entendida como un bien del mismo (aunque con frecuencia se la considere más como un límite a la felicidad de las personas). Recordó que aunque todo matrimonio es indisoluble, en algunos casos cabe excepcionalmente que se disuelva: cuando media el privilegio de la fe (sobre la base de la doctrina de san Pablo conocida como privilegio paulino) o bien cuando el matrimonio no ha sido consumado, siempre que haya una causa justa. Pero el matrimonio sacramental (entre dos bautizados) y consumado nunca puede ser disuelto, no se le puede aplicar ningún privilegio. Se entiende que el signo sacramental es perfecto y completo, pues los cónyuges han “dicho” que quieren entregarse no sólo con las palabras sino con toda la persona (con la cópula conyugal).

¿Lo que las Sagradas Escrituras dicen es tan claro como la fórmula de la Iglesia, 'hasta que muerte les separe'? --Prof. Ortiz: Lo que dice el Nuevo Testamento es 'Lo que ha unido Dios el hombre no lo separe'. Desde luego, la posibilidad de disolver matrimonios en casos especiales (en favor de la fe y en el caso de no consumación) se entiende en el contexto de la praxis de la Iglesia y del modo cómo el romano pontífice ejerce su potestad. Precisamente en ese contexto, la afirmación de Juan Pablo II del año 2000 no deja lugar a equívocos, pues no sólo recordó la doctrina en vigor (el matrimonio rato y consumado no se puede disolver), sino que añadió que esa doctrina hay que entenderla como infalible: “se ha de considerar definitiva, aunque no haya sido declarada de forma solemne mediante un acto de definición que es como decir ni yo ni mis sucesores podemos cambiarla.

- 121/144 - GLORIA TV www.gloria.tv/‎ 07/05/2013 argomento Interviste

! en.gloria.tv/?media=440467

L'abbé Laurent Touze - Professeur à l'Université de la Sainte- Croix - 2ème partie Video

- 122/144 - ALETEIA http://www.aleteia.org/ 15/05/2013

argomento Interviste

http://www.aleteia.org/it/economia/interviste/etica-finanza-agire-economico-sia-guidato-da-valori-veri-1405001

Etica e finanza, “l'agire economico sia guidato da valori veri”

Intervista a mons. Martin Schlag, docente della Pontificia Università Santa Croce

Il nesso tra economia ed etica è diventato ancora più palese con la crisi economica che stiamo vivendo, che è “fondamentalmente una crisi culturale”. In questa intervista ad Aleteia, mons. Martin Schlag, docente di teologia morale e direttore del Centro di Ricerca Markets, Culture & Ethics della Pontificia Università della Santa Croce (PUSC), affronta il rapporto tra etica e finanza, le sue ripercussioni nella società attuale, il vivere del cristiano in questo settore, troppo spesso manovrato dalla logica dell'interesse e delle speculazioni. Considerazioni che mons. Schlag offre alla vigilia di un convegno dal titolo “Etica e rischio: scenari per una nuova finanza” promosso dalla PUSC per giovedì 16 maggio, alla presenza dell'economista Ettore Gotti-Tedeschi.

Quale rapporto tra etica e finanza?

Mons. Martin Schlag: L'etica non è una salsa che si può versare sulla carne, se piace, oppure non versare se non piace, ma è parte integrante dell'agire umano, anche in senso economico. Esiste, è vero, una distinzione teoretica fra l'etica e la scienza economica, e quindi anche della logica del mercato e della finanza, però entrambe sono intrinsecamente collegate. In altre parole, l'agire economico deve essere retto da valori veri e pratiche buone. Questo significa che un'azione moralmente cattiva è sbagliata anche in senso economico, almeno alla lunga. E un'azione economicamente sbagliata può essere uno spreco di risorse della comunità, e quindi un male morale. Il nesso fra economia ed etica è diventato palese nella crisi di cui stiamo soffrendo: è fondamentalmente una crisi culturale. Sembra che le nostre società occidentali non trovino la forza per mettere il treno deragliato di nuovo sui binari. Ci manca un nucleo di valori morali condivisi da dove rigenerare le forze umane che creano un futuro pieno di speranze. Allora, il nostro desiderio non è semplicemente insegnare a mangiare a dei cannibali, ma cambiare il loro menù.

Può esistere un'etica nel mondo della speculazione e della finanza?

Mons. Martin Schlag: Certamente! Anche il mercato finanziario e certi tipi di speculazione servono il bene umano: mettono a disposizione il capitale finanziario necessario per realizzare grandi progetti e distribuire il rischio fra più persone. Purtroppo esistono molti pregiudizi e persino risentimenti ingiusti contro il mondo finanziario e chi lavora in questo settore. Nella tradizione cristiana si parla della virtù della magnificenza che impiega i mezzi economici necessari. Senza questa virtù non esisterebbero le grandi basiliche romane. Con questo voglio sottolineare anche i limiti di una finanza eticamente buona: deve veramente servire l'economia reale. Una finanza che serve se stessa crea un mondo fittizio e una ricchezza falsa. Chi poggia la sua speranza su tale ricchezza costruisce la sua casa sulla sabbia. Tantissimi soldi senza lavoro e in poco tempo: questo puzza.

Dall'altro canto dobbiamo essere attenti al fatto che non tutto è oggetto del mercato. Constatiamo la tendenza a passare da una situazione in cui la nostra società ha o usa un mercato, a una situazione in cui la società diventa un mercato in cui tutto è vendibile o comprabile. Amore, dono, perdono, amicizia, anche decisioni politiche e meriti per il bene comune non possono essere comprati: sono beni relazionali che non hanno un prezzo, ma sono parte della dignità dell'essere umano.

Come deve comportarsi il cristiano in questo settore?

Mons. Martin Schlag: Un cristiano può e deve santificarsi anche nel lavoro finanziario. Quindi è obbligato a essere esemplare e ineccepibile nel suo comportamento, sapendo che è chiamato a trasformare il mondo dal di dentro come il lievito. È il compito dei laici di illuminare il mondo secolare con la luce del Vangelo e con la loro esperienza e le loro competenze tecniche. Questo presuppone l'amore alla cultura in cui viviamo e lavoriamo, la sua profonda conoscenza e un lavoro ben fatto in senso professionale. Inoltre, ognuno deve scoprire che cosa significa per lui inserire l'amore non solo nelle microrelazioni ma anche nelle macrorelazioni come l'economia e la politica, come ha detto più volte Benedetto XVI.

I derivati e i nuovi strumenti finanziari sempre più sofisticati sono da rigettare in toto, cristianamente parlando?

Mons. Martin Schlag: Affatto no! Ci vuole un lavoro di distinzione e uno studio attento. Anche alcuni strumenti finanziari moderni servono a uno scopo lodevole, ad esempio l'assicurazione contro i rischi. Se però la sofisticatezza degli strumenti diventa una maschera per una prassi immorale, per ingannare innocenti, per rubare i risparmiatori e le - 123/144 - ALETEIA http://www.aleteia.org/ 15/05/2013

argomento Interviste

http://www.aleteia.org/it/economia/interviste/etica-finanza-agire-economico-sia-guidato-da-valori-veri-1405001

famiglie, privare gli anziani della loro pensione, allora senza dubbio il giudizio è negativo. Un buon consiglio è di non agire in casi di dubbio oppure di incomprensione.

- 124/144 - ROME REPORTS www.romereports.com 17/05/2013

argomento Interviste

http://www.romereports.com/palio/la-penitencia-del-cardenal-patrick-obrien-una-explicacion-desde-el-derecho- canonico-spanish-10050.html#.UZoMPfFkWUc

La penitencia del cardenal Patrick O'Brien: una explicación desde el Derecho Canónico El pasado miércoles, el Vaticano anunció que el cardenal Patrick O'Brien dejaría Escocia para pasar algunos meses de renovación espiritual, oración y penitencia.

Aunque no se especifica por qué se retira de la vida pública, O'Brien había sido anteriormente acusado de abusos sexuales a seminaristas.

P. EDUARDO BAURA Profesor Derecho Canónico Pontificia Universidad de la Santa Cruz (Roma) “El comunicado es bastante escueto pero por lo que ahí se dice parece que se trata de una penitencia que el cardenal hará de acuerdo con el Papa. Pero no parece que se ha tratado de una imposición de una pena, sino de una penitencia por los pecados, por los hechos tan graves que ha cometido. Y como se trata de una persona pública, de un cardenal, se ha dado noticia de que además abandonará Escocia y estará retirado durante un tiempo para hacer penitencia, para hacer oración”.

Este retiro de la vida pública del cardenal O'Brien supone un caso excepcional en el Derecho Canónico por tratarse de un cardenal. Pero puede servir para entender el procedimiento que el Derecho Canónico y el Derecho Civil establecen para luchar contra estos casos.

P. EDUARDO BAURA Profesor Derecho Canónico Pontificia Universidad de la Santa Cruz (Roma) “Aunque sea cardenal es un fiel de la Iglesia católica, y también es un clérigo. Está previsto que un clérigo, si comete pecados graves externos contra el sexto mandamiento, pueda ser punido por la ley canónica. Se trata de hacer un proceso canónico. Existen diversas modalidades más o menos veloces, según se trate de delitos que tienen pruebas evidentes, o hay que hacer primero un proceso judicial para aclarar la verdad, pero evidentemente podría ser también perseguido aunque sea un cardenal”.

El comunicado termina informando de que “cualquier decisión relativa al destino futuro del cardenal se acordará con la Santa Sede”. Y es que según el profesor Baura, cuando se trata de obispos o cardenales el Derecho Canónico prevé que sea el mismo Papa el que tome cartas en el asunto.

P. EDUARDO BAURA Profesor Derecho Canónico Pontificia Universidad de la Santa Cruz (Roma) “Sería el Papa, pero habitualmente delega en la Congregación para la Doctrina de la Fe para este tipo de delitos. En el caso de un cardenal el Papa podría tomar el caso más en primera persona. Podría también, porque es una pena más prevista, y al ser el caso de un cardenal, existe la posibilidad, que se dio solo en un caso histórico, de quitar la dignidad cardenalicia”.

Que el cardenal O'Brien se retire de la vida pública no es sólo un gesto, se trata de una primera y fuerte medida prevista en el Derecho Canónico para luchar contra los abusos sexuales cometidos por sacerdotes.

- 125/144 - ABC NEWS http://abcnews.go.com/ 21/05/2013

argomento Interviste

www.youtube.com/watch?v=Z5oy4cUnhJk

Papal Protest Followers Upset By Changes to Religious Custom

* Video intervista al Rev. Prof. John Wauck

- 126/144 - AGENZIA ZENIT www.zenit.org 31/05/2013

argomento Interviste

http://www.zenit.org/it/articles/serve-ancora-la-bioetica-prima-parte

Serve ancora la bioetica? (Prima parte)

Intervista a Pablo Requena, autore di un recente saggio sulla sacralità della vita

Roma, (Zenit.org) Laura Guadalupi |

Il concetto di sacralità della vita viene tradizionalmente associato alla dottrina cristiana, eppure spesso si dimentica che questa nozione era presente, in modo diverso, già nelle religioni primitive, mentre il divieto per il medico di praticare aborto ed eutanasia risale addirittura al Giuramento di Ippocrate. In un’epoca caratterizzata dal dilagante relativismo etico, abbiamo parlato di sacralità della vita con Pablo Requena, medico e professore di Teologia Morale alla Pontificia Università della Santa Croce, nonché autore del libro La sacralità della vita. Serve ancora per la bioetica? (Rubettino).

Il Suo libro sulla sacralità della vita ha come sottotitolo una domanda: “Serve ancora per la bioetica?”. Ci potrebbe dare la risposta, in poche parole?

Requena: Se si comprende bene ciò che si intende per sacralità applicata alla vita e se ripercorriamo le tappe del suo uso lungo la Storia, la risposta non può che essere affermativa. Non intendo dire che questo sia l'unico modo per fondare una bioetica, tanto filosofica come religiosa. Ci sono, infatti, altri concetti basilari nell'etica, come per esempio la dignità umana, su cui si sono sviluppate diverse proposte interessanti. Ma oggi risulta sempre più chiaro che se la bioetica non si fonda su qualcosa di stabile, su un concetto di persona non riduzionista, allora difficilmente sarà in grado di compiere la sua missione. A quel punto, ci si potrebbe chiedere se “serve ancora la bioetica”, domanda che è sempre più presente nelle pubblicazioni accademiche del settore.

Che cosa significa affermare che la vita dell’uomo è sacra?

Requena: Vuol dire che la vita ha qualcosa di misterioso che sfugge alla nostra possibilità, non soltanto di comprensione, ma anche di manipolazione. Il termine “sacro” è stato inventato dall'uomo per riferirsi a realtà che andavano oltre l’ordinario, il comune, il profano. In senso etico, serviva a indicare che le persone, ma non solo, sono inviolabili. Gli studi fatti sul sacro, soprattutto nella seconda metà del XIX secolo e nella prima metà del XX, hanno evidenziato che si tratta di qualcosa presente nella cultura umana di tutti i popoli. I nomi utilizzati sono diversi, ma c'è sempre quel senso che Rudolf Otto chiama numinoso e che viene presentato come mysterium tremendum et fascinans. Leggendo attentamente alcuni autori dell'ambito sociologico, fenomenologico ed ermeneutico, si scopre che il sacro è presente nella vita dell'uomo, in particolare durante la nascita, la procreazione e la morte.

Ribadisce, quindi, che il sacro non è solo una prerogativa della religione cattolica…

Requena: Certamente. È chiaro che le diverse religioni applicano alla vita umana un proprio concetto di sacralità, ciascuna in maniera differente. Ma è importante sottolineare che questo concetto non è il “modo cattolico” per contrastare l'aborto o l'eutanasia. Alcuni autori di bioetica contemporanei criticano l'uso della nozione di sacralità come se fosse un’ingerenza della religione nella bioetica, ma basta conoscere un po' di storia delle culture per rendersi conto che tale posizione è una semplificazione sbagliata.

La dottrina cristiana aggiunge qualcosa al concetto di sacralità?

Requena: Sì, aggiunge moltissimo. Ho scritto questo libro soprattutto per far vedere ai cristiani, sulla scia dell'enciclica Evangelium Vitae del Beato Giovanni Paolo II, il valore e la grandezza della vita umana, in quanto partecipazione alla Vita di Dio. Per un cristiano dire che la vita è sacra significa che in quella vita c'è qualcosa della Vita di Dio. Non siamo stati creati soltanto ad immagine e somiglianza di Dio (cfr. Gen 1,26). Il Verbo si è incarnato perché “abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza” (Gv 10,10), cioè il farsi carne del Figlio di Dio, il farsi vita umana, ha una pregnanza teologica molto grande che dà enorme valore a qualsiasi vita umana, sia maschio o femmina, giovane o anziana, sana o malata. Per questo motivo gli attentati contro la vita sono così gravi. Tuttavia, la sacralità della vita non consiste solo nel vietare l’uccisione dell’uomo, ma spinge anche a trattare ogni persona nel modo migliore, specialmente gli ammalati. Ciò apre al discorso sulla virtù della carità in ambito sanitario.

[La seconda parte dell’intervista al prof. Requena sarà pubblicata domani, sabato 1 giugno]

- 127/144 - AGENZIA ZENIT www.zenit.org 31/05/2013

argomento Interviste

http://www.zenit.org/it/articles/serve-ancora-la-bioetica-prima-parte

- 128/144 - AGENZIA ZENIT www.zenit.org 01/06/2013

argomento Interviste

http://www.zenit.org/it/articles/serve-ancora-la-bioetica-seconda-parte

Serve ancora la bioetica? (Seconda parte)

Intervista a Pablo Requena, autore di un recente saggio sulla sacralità della vita

Roma, (Zenit.org) Laura Guadalupi | 113 hits

Come coniugare la dottrina sulla sacralità della vita con la bioetica?

Requena: Come dicevo prima, la bioetica sta attraversando un momento difficile, perché ha voluto rispondere a molti interrogativi che la tecnologia e lo sviluppo delle scienze pongono all'uomo di oggi. Nel far questo ha eliminato, però, alcuni principi che durante i secoli hanno sostenuto la riflessione di filosofia morale e di etica medica. Puntando sul principio di autonomia, l’etica ha finito col superare molti degli argini che si era posta proprio per proteggere l'uomo. Lei menzionava prima il Giuramento Ippocratico che, per 25 secoli, ha dato delle indicazioni molto precise. In quel testo il medico ha imparato che in nessuna circostanza uccidere un paziente è un’opzione terapeutica. Al contrario, per una certa bioetica quel principio, oggi, non esiste più. Il problema è diventato individuare casi e circostanze in cui eutanasia o suicidio assistito possano essere accettabili.

La clonazione è un altro prodotto di una bioetica senza solidi fondamenti. Dopo l'annuncio della nascita della pecora Dolly, tutti si affrettarono a condannare la clonazione umana. Poi fu inventata la distinzione tra clonazione terapeutica e clonazione riproduttiva, per condannare la seconda e permettere la prima. Ma se andiamo a vedere le motivazioni, anche il secondo tipo di clonazione potrebbe diventare, in determinati casi, un’opzione “ragionevole”.

Nel libro Lei scrive dei tentativi di “desacralizzazione” della vita umana da parte di alcuni filosofi e bioetici di impostazione utilitarista, che criticano la visione cristiana e, al posto della sacralità, mettono al centro la qualità della vita. Secondo Lei questa sostituzione è parte di un processo irreversibile a favore del relativismo, tanto in bioetica quanto nella società?

Requena: Penso che sia abbastanza chiaro che il clima di relativismo morale presente nelle nostre società abbia influenzato non poco la riflessione in bioetica. Va segnalato, comunque, che il concetto di qualità della vita non è in contraddizione con quello di sacralità, anzi, sono complementari, stanno su due livelli diversi del discorso morale. Un cristiano deve difendere la sacralità della vita, così come deve battersi perché quella vita si trovi nelle migliori condizioni possibili, sia nella salute che nella malattia. In quest’ultimo caso è importante mitigare il dolore e combattere tutti quei sintomi che fanno soffrire il paziente. Non ha senso dire che una vita non è più degna di essere vissuta perché non arriva a una certa qualità, questo discorso è valido per la produzione industriale, per le cose, non per le persone. L'atteggiamento adeguato davanti a un ammalato è riconoscere il mistero che c'è dietro a quell'individuo in quella data situazione (riconoscere la sua sacralità) e, di conseguenza, tentare di aiutarlo facendo tutto il possibile (e si può fare molto) per migliorarne la qualità di vita fino alla fine.

Tra gli altri temi che tratta nel suo libro, quali pensa che siano di particolare interesse, oggi?

Requena: Aggiungerei due argomenti. Il primo si riferisce all'importanza di definire bene i diversi tipi di azione, così da evitare inutili discussioni o fraintendimenti della dottrina cristiana sulla vita. Un esempio è la definizione di eutanasia, termine spesso usato per riferirsi ad azioni con cui non ha niente a che fare. Quando non si ha un concetto chiaro, si può pensare che la condanna netta della Chiesa sia troppo esigente, mentre se si comprende bene di che tipo di azione si tratta, ci si rende conto della ragionevolezza della dottrina. Un altro tema importante, oggi, è il dibattito sulla distinzione tra uccidere e lasciare morire. Anche qui, è necessario specificare i diversi tipi di azione, per non incorrere in valutazioni morali affrettate.

Nell’enciclica Evangelium Vitae Giovanni Paolo II definisce aborto ed eutanasia delle uccisioni volontarie. Ritiene che le persone siano sufficientemente informate sul valore della vita nel Cristianesimo e sulla gravità morale di azioni ad esso contrarie?

Requena: Come si legge nel secondo capitolo dell'enciclica Evangelium Vitae, la dottrina cristiana dà grande valore alla vita dell'uomo. Da ciò emerge con chiarezza la malvagità dell'uccisione volontaria di un altro essere umano. Giovanni Paolo II si è soffermato concretamente su aborto ed eutanasia perché nella nostra società vengono a volte presentati non come uccisioni, bensì come segni di libertà, manifestazione di sviluppo sociale o addirittura come modi di azione compassionevoli. Sarebbe lungo spiegare, ora, il perché, ma nel terzo capitolo dell’Evangelium Vitae si - 129/144 - AGENZIA ZENIT www.zenit.org 01/06/2013

argomento Interviste

http://www.zenit.org/it/articles/serve-ancora-la-bioetica-seconda-parte

possono trovare delle risposte. Tra le tante cose per le quali siamo debitori di Giovanni Paolo II c’è sicuramente il suo Magistero e la sua testimonianza a favore della sacralità della vita... che può avere ancora un ruolo per la bioetica.

- 130/144 - PALABRA www.revistapalabra.com 01/06/2013 argomento Interviste

Es urgente reconducir la economía financiera al servicio de la economía real ***Segue il testo in originale

- 131/144 - ÉTICA Y FINANZAS Es urgente reconducir la economía financiera al servicio de la economía real

Martin Schlag, teólogo y Director del Centro de Investigación Mar- kets, Culture & Ethics, de la Universidad Pontificia de la Santa Cruz

El Papa Francisco ha hablado de la ne- ción. Por ejemplo, nuestra Universi- crisis antropológica. Es decir, a nues- cesidad de regresar a la ética en campo dad comienza en octubre un curso tra sociedad le falta la fuerza moral económico para poner fin finalmente sobre ética y finanzas, que no va- di para superar las dificultades por sus a la larga crisis financiera que afecta a rigido contra las finanzas o contra el propios medios. Eso se manifiesta en pueblos enteros. mundo económico; quiere estimular a la deuda pública y privada, que es un la búsqueda del bien en el quehacer fi- problema moral que no conseguimos —El Santo Padre se ha referido a una nanciero. Sin embargo, la ética es una controlar, en la falta de voluntad de especie de dictadura del dinero... parte integral de esa comprensión: no poner la economía financiera al servi- —El dinero es un medio muy útil de es como una salsa que se puede añadir cio de la economía real, y en la civiliza- cambio, una medida de valor y una re- o no según los gustos. ción de la muerte que paraliza la fami- serva para el futuro. Jesús no lo conde- La crisis en la que estamos no es lia y dice no al futuro. El futuro está en na en ningún lugar. Sí condena la ido- sólo una crisis económica, sino una los hijos y las familias numerosas. n latría del dinero, diciendo que no po- crisis cultural, en el sentido de una Giovanni Tridente demos servir a Dios y a él. O sea, no es un problema sólo de hoy, sino de todos los tiempos; diría que de la naturaleza humana caída. Hoy sin embargo está más patente el materialismo. El bien- estar de que gozamos en general en Occidente es una bendición, pero he- mos caído en un super-consumismo: muchos viven por encima de sus posi- bilidades. La mejor solución para salir de esta crisis es estimular la produc- Las superiores religiosas durante la audiencia con el Papa tividad individual. Necesitamos más ahorro, es decir renuncia al consumo inmediato para poder invertir en em- presas que crean trabajo, futuro y es- peranza para la juventud.

—¿No es posible concebir una socie- dad sin instrumentos financieros? —No. El mercado financiero, cuando funciona como debe, cumple un ser- vicio muy grande: coordina la oferta y la demanda de capital, o sea, lleva el dinero hacia donde la gente lo nece- sita para sus empresas y industrias. El dinero como tal no significa riqueza: Como una buena madre no se puede comer, en sí no produce Como una buena madre que “ayuda a sus hijos a crecer y quiere que crezcan nada. Sólo tiene sentido en corres- bien”, que piensa en su salud y los educa “para que afronten las dificultades pondencia con el trabajo humano. Es de la vida” y les ayuda “también a tomar decisiones definitivas con libertad”: urgente reconducir la economía fi- esto es para cada uno la Santísima Virgen, y así la describió el Papa Francisco nanciera para que sirva a la economía en la basílica de Santa María la Mayor, al inicio del mes mariano por excelencia, real, como ha dicho Papa Benedicto mayo. El Santo Padre recordó “la importancia y la belleza de la oración del san- XVI en su encíclica Caritas in Veritate. to Rosario”, que debe ser rezado “en familia, con los amigos, en la parroquia” Las finanzas, cuando están ordena- para dar “más espacio al Señor en nuestra vida”, contemplando su rostro a tra- das al bien común, son buenas y ho- vés de la mirada de su Madre. Francisco quiso también cerrar el mes con esta nestas. Todas las actividades honestas oración, en un acto mariano celebrado en la plaza de San Pedro. pueden ser un camino de santifica- Palabra, Junio 2013 | 17 PALABRA www.revistapalabra.com 01/06/2013 argomento Interviste

Claves teológicas de la enseñanza de san Josemaría ***Segue il testo in originale

- 132/144 - Entrevista Análisis

Vista parcial de los participantes en la canonización de san Josemaría, el 6 de octubre de 2002 Claves teológicas de la enseñanza de san Josemaría Conversación con los profesores Ernst Burkhart y Javier López Díaz

l 26 de junio, la contemporánea de la Iglesia, también respectivamente, suman un total Iglesia hace me- puede ser fuente de inspiración para 1.827 páginas. Se trata de la pri- moria en la litur- el pensamiento teológico. En efecto, mera exposición sistemática del gia del dies natalis la investigación teológica, que lleva a conjunto de las enseñanzas de san de san Josemaría, cabo una mediación imprescindible en Josemaría, y es a la vez uno de los Eel día de su nacimiento a la vida las relaciones entre la fe y la cultura, estudios más completos sobre la eterna del Cielo. Con esta ocasión progresa y se enriquece acudiendo a la espiritualidad laical y secular. se celebran en todo el mundo Misas fuente del Evangelio bajo el impulso de Palabra ha conversado con los de acción de gracias con la parti- la experiencia de los grandes testigos autores, ambos sacerdotes de la cipación de numerosos fieles que del cristianismo. Y el beato Josemaría Prelatura del Opus Dei, sobre el conocen sus enseñanzas y acuden a es, sin duda, uno de éstos” (discurso mensaje de san Josemaría y sobre su intercesión. Pero san Josemaría del 14 de octubre de 1993). esta obra, fruto de diez años de in- no es sólo un santo popular por los El número de los estudios teo- vestigación. favores que obtiene. lógicos dedicados a su mensaje no En los años que han transcurri- deja de crecer. El último y más am- —¿Cómo ha nacido la idea de lle- do desde su beatificación en 1992 y, plio de los hasta ahora publicados var a cabo esta reflexión teológica sobre todo, desde la canonización es la obra en tres volúmenes Vida sobre la enseñanza del fundador en 2002, su mensaje atrae cada vez cotidiana y santidad en la enseñanza del Opus Dei? más la atención de los teólogos. El de san Josemaría, de Ernst Burkhart —[E. Burkhart] Los escritos de san mismo Juan Pablo II afirmó que y Javier López Díaz, profesores de Josemaría suman más de 13.000 pá- “Josemaría Escrivá de Balaguer, como Teología en Roma. Los tres tomos, ginas. Son meditaciones, homilías, otras grandes figuras de la historia publicados en 2010, 2011 y 2013, cartas, discursos, conversaciones

54 | Palabra, Junio 2013 familiares y textos varios en los la vida religiosa −desde los aspectos estado”. Por eso solía decir que el que expone sus enseñanzas sobre más básicos como la entrega total a mejor modo de comprender su en- los diversos temas de la vida cris- Dios, hasta ciertas prácticas de vida señanza era pensar en los primeros tiana. Todo este material presenta cristiana como la oración mental−, cristianos, que buscaban la san- una gran unidad, hasta el punto de configurando de modo nuevo los tidad y llevaban a cabo la misión que resulta más apropiado hablar temas clásicos de los que se han apostólica en la vida cotidiana civil de “enseñanza”, en singular, que ocupado los grandes maestros es- y secular. Este es el precedente más de “enseñanzas”, porque todo está pirituales. Por ejemplo, cuando ha- claro de su mensaje. penetrado por el espíritu de santi- bla de vida contemplativa, enseña ficación en medio del mundo que que es posible ser contemplativos —¿Quiénes son los destinatarios vio el 2 de octubre de 1928. Pero en medio del mundo; cuando se re- de la enseñanza de san Josema- hacía falta mostrar teológicamente fiere a virtudes como la pobreza o ría? ¿A quiénes se dirige? esa unidad, exponiendo su doctri- la humildad, enseña a vivirlas radi- —[E. Burkhart] El mensaje de san na espiritual de modo sistemáti- calmente de acuerdo con la condi- Josemaría es universal. Cualquier co. Esta es la razón que nos llevó a ción secular y laical; etc. fiel cristiano e incluso cualquier emprender el trabajo. Deseábamos Pero además, en su enseñanza pa- persona de buena voluntad puede ayudar a que se comprendiera cada san a primer plano una serie de te- sacar provecho de sus enseñanzas. enseñanza de san Josemaría dentro mas propios de la condición laical y Los que no sean creyentes podrán del conjunto de su doctrina, a que secular que antes estaban ausentes apreciar los valores humanos, la se captara el espíritu que anima o difuminados. Por ejemplo, cuan- defensa de la libertad, el empe- toda su predicación. do comenzó a predicar su mensaje ño por el progreso, la justicia y la se encontró –cito sus palabras− con paz…, aunque no percibirán su fun- —¿Qué es lo que caracteriza la “un paréntesis de siglos, inexplicable damento más profundo mientras espiritualidad de san Josemaría y muy largo, en el que sonaba y suena no se abran a la fe en Jesucristo. respecto a la de otros santos o esta doctrina a cosa nueva: buscar la Los católicos tendrán ocasión de maestros espirituales del pasado? perfección cristiana, por la santifica- experimentar la fuerza de la lla- —[J. López Díaz] San Josemaría se ción del trabajo ordinario, cada uno a mada universal a la santidad y al caracteriza por haber enseñado través de su profesión y en su propio apostolado en la Iglesia, y se verán “una auténtica espiritualidad laical”, como afirma en el libro de Con- versaciones (n. 21). Su doctrina es- piritual impulsa a los laicos a res- ponder a la llamada universal a la santidad y al apostolado en la vida profesional, familiar y social, no “a pesar” de esas ocupaciones, como si fueran un obstáculo, sino a tra- vés de ellas, porque son camino de santificación,como resulta patente en la vida de Jesús en Nazaret.

—Entonces, ¿qué relación tiene su enseñanza con la de quienes le han precedido? —[J. López Díaz] El mensaje de san Josemaría está dentro de la gran tradición de los maestros de vida espiritual, desde san Bernardo, por ejemplo, a santa Catalina de Siena, o de Santa Teresa de Jesús a san Francisco de Sales y a santa Te- resa de Lisieux…., pero posee una personalidad teológica propia. No “adapta” las espiritualidades reli- giosas a la vocación laical, sino que recupera para esta última diversos elementos comunes del espíritu cristiano que ya vivían los prime- ros fieles, pero que con el paso de tiempo se habían materializado y conservado fundamentalmente en Imagen de san Josemaría Escrivá en el exterior de la basílica de San Pedro

Palabra, Junio 2013 | 55 Entrevista

impulsados a seguir a Cristo, cada —¿Cómo se ha orga- uno por el camino de su vocación nizado el análisis de los personal. Pero quienes se sentirán diversos textos de san más directamente interpelados son Josemaría? los laicos y los sacerdotes seculares, —[J. López Díaz] Los tres pues a ellos se dirige derechamente volúmenes correspon- san Josemaría. den a las tres partes del esquema al que me he —¿Cuáles son los elementos que referido antes. Hay una definen el estudio teológico que Primera Parte sobre la han realizado ustedes? finalidad última de la vida —[J. López Díaz] Lo más caracterís- cristiana que san Jose- tico son las fuentes, la perspectiva y maría describe en un el esquema. Por lo que se refiere a texto muy bello: “Hemos las fuentes, hemos podido emplear de dar a Dios toda la gloria todos los escritos que san Josema- (…). Y por eso queremos no- ría ha redactado para transmitir sotros que Cristo reine, ya su enseñanza, así como los textos que (…) por Él, y con Él, y procedentes de la predicación oral, en Él, es para ti Dios Padre también aquellos que están en vías Omnipotente en unidad del de publicación por parte del Institu- Espíritu Santo todo honor to Histórico San Josemaría Escrivá. y gloria. Y exigencia de su En cuanto a la perspectiva, diré gloria y de su reinado es que solamente que hemos usado la lla- todos, con Pedro, vayan a mada “perspectiva de la primera Jesús por María”. persona” porque queríamos hablar Para san Josemaría, Ernst Burkhart de las acciones que constituyen la dar gloria a Dios se tra- vida espiritual, vistas no desde fue- duce en ser contempla- ra sino desde el sujeto que actúa. tivos en medio del mundo; buscar “sentido de la filiación divina” como El esquema ha surgido de la misma que Cristo reine significa ponerle fundamento de la vida espiritual. enseñanza de san Josemaría, que en la entraña de la actividad pro- Esta enseñanza característica de san habla de un “fundamento” de la vida fesional, unida a la vida familiar y Josemaría fue fruto de una moción cristiana (el sentido de la filiación social; y querer que todos, con el interior del Espíritu Santo que le divina), de un “eje” (la santificación Sucesor de Pedro, vayan a Jesús por llevó a sentirse no sólo “otro Cristo” del trabajo profesional) y de un fin María, es edificar la Iglesia por la sino “el mismo Cristo”, ipse Christus, último (que expresa de diversos santificación personal y el aposto- como san Pablo cuando afirmaba: modos como, por ejemplo, la santi- lado, que se resume en hacer de la “No soy yo el que vive, es Cristo quien vive dad y el apostolado). Vimos que en Santa Misa el centro y la raíz de la en mí” (Ga 2, 20). Saborear esa reali- torno a estos tres elementos se po- propia vida o, lo que es lo mismo, dad, apoyarse en ella, da una nueva dían agrupar todas sus enseñanzas en hacer del día “una misa”. perspectiva a los sucesos, hace ver la –todos los aspectos de la existencia Se trata, en definitiva, de tres mano amorosa de Dios Padre detrás de un cristiano− y así lo hemos he- expresiones del fin último que, de todo, llena de alegría el vivir, esti- cho. juntas, componen la riqueza ence- mula la audacia apostólica… rrada en esa finalidad. Permítame Después se habla de la libertad —¿Por qué apenas hacen refe- concluir haciendo notar la presen- cristiana que nace de la adopción rencia al Opus Dei? cia de María en la finalidad última, sobrenatural (la “libertad de los hijos —[E. Burkhart] En estos volúmenes tal como la describe san Josemaría, de Dios”). El gran espacio que de- no se habla del Opus Dei como ins- y que esto significa que en la vida dica san Josemaría a este tema en titución, es decir, como Prelatura del cristiano la Santísima Virgen su predicación es también un sello personal, pero se habla constan- ha de estar “en todo y para todo”, propio de su mensaje, cargado de temente del espíritu del Opus Dei, como decía el venerable Álvaro del implicaciones: desde la esponta- que es la enseñanza de san Josema- Portillo, poniendo de relieve el pro- neidad en la relación con Dios has- ría. Lo hemos hecho así porque su fundo carácter mariano de la ense- ta la convicción de que no hay dog- mensaje no es sólo para los fieles ñanza de san Josemaría. mas en las cuestiones temporales, del Opus Dei, sino para cualquier y de que el pluralismo de opiniones fiel corriente o sacerdote secular. —En la Parte Segunda de esta e iniciativas es algo no sólo tolera- En el Opus Dei se intenta vivir fiel- obra se habla de filiación divina y ble, sino necesario para santificar mente la enseñanza recibida del de la libertad del cristiano… el mundo desde dentro, que es la fundador y se procura difundirla, —[E. Burkhart] El segundo volumen misión de los laicos. sabiendo que está destinada a una trata, en efecto, de la perfección El segundo volumen se cierra multitud de personas. del cristiano. Se habla ante todo del con un extenso capítulo sobre el

56 | Palabra, Junio 2013 amor y las demás virtudes de los za de san Josemaría. Si procuro ac- había desaparecido de la literatu- hijos de Dios, los dones y frutos del tuar siempre para dar a Dios toda ra espiritual de nuestro tiempo… Paráclito. En todos los temas se ma- la gloria, mi vida se ordena, se je- —[E. Burkhart] La santidad es una nifiesta la luz que recibió san Jose- rarquiza, todo acto se encuadra en meta preciosa –¡qué puede ser más maría en 1928. el proyecto de una existencia que atractivo que tener en cierto modo no busca otra cosa que agradar a el cielo ya en la tierra!–, pero no se —Los temas de la Parte Tercera, Dios. De esta unidad del fin deriva alcanza sin la gracia de Dios, a la que se acaba de publicar, parecen también la crecimiento en la uni- que hay que corresponder libre- los más prácticos. dad interior del cristiano –unidad mente. Y esta correspondencia im- —[J. López Díaz] En cierto sentido entre sentimientos, voluntad y ra- plica una lucha incesante contra la es así, porque se estudia cómo se zón–, que le ayuda a actuar siem- inclinación al mal que todos arras- realiza todo lo anterior en el cami- pre coherentemente con su fe, sin tramos como consecuencia del pe- no de la vida presente. Se habla pri- miedo al “qué dirán”, sin dejarse cado original. mero de la santificación del trabajo dominar por un ambiente quizá Efectivamente, es un tema del profesional y de la vida familiar y hostil. Quien vive la unidad de vida que hoy día apenas se habla. Hi- social. Nos encontramos aquí ante es un hombre o una mujer “de una cimos un descubrimiento curioso el “eje” de la enseñanza de san Jo- pieza”, como gusta decir san Jose- precisamente al trabajar en el ca- semaría. Después se explica que maría. pítulo sobre la lucha cristiana. Al en la vida cristiana es necesario el revisar la literatura teológica que esfuerzo, la lucha interior, porque —Una pregunta sobre una cues- se ocupa de la ascesis cristiana, el camino de santificación se ha tión particular, ¿qué significa vimos que a partir de la mitad de puesto cuesta arriba como conse- ser contemplativo en medio del los años 60 el número de títulos cuencia del pecado. Por último se mundo? había descendido vertiginosa- considera que el cristiano dispone —[J. López Díaz] La contemplación mente: de varias docenas a sólo de unos medios para recorrer su es la oración más sencilla, una ora- tres o cuatro. camino de santificación y de apos- ción sin palabras que resulta posi- Pero quien lee el Evangelio, se da tolado, medios sobrenaturales y ble cuando el amor es intenso. Es cuenta enseguida de que aquí hay humanos que san Josemaría resu- un don que el Señor puede conce- algo que no va bien. San Josemaría me en un “plan de vida espiritual”. der a quien no pone obstáculos –las lo detectó con clarividencia. “Este es distracciones, los pensamientos nuestro destino en la tierra” –dice, ya —Hay un epílogo sobre la “uni- centrados en uno mismo, la dis- casi al final de su vida–, “luchar por dad de vida”. ¿En qué consiste? persión de los sentidos….– y cultiva amor hasta el último instante. Deo gra- —[E. Burkhart] Es un concepto que la presencia de Dios, con la ayuda tias”. La lucha del cristiano –contra resume de algún modo la enseñan- de su gracia. Entonces se está pen- el diablo, el “mundo” y la “carne”, diente de Él en todo como dice a veces con la tradición momento, realizan- espiritual de la Iglesia– es para él, do con perfección los como esas mismas palabras expre- propios deberes, tam- san, una lucha por amor, esperan- bién cuando se trata zada, alegre. Enseña un “ascetismo de actividades que re- sonriente”. quieren toda la aten- ción de la mente. Una —Para ustedes, que lo han cono- persona enamorada cido personalmente, ¿qué signifi- puede tener presente ca san Josemaría? a quien ama sin dejar —[E. Burkhart y J. López Díaz] Más de poner atención en que un maestro extraordinario, ha lo que hace. Para san sido un padre del que se ha valido Josemaría, no se trata el Señor para entrar a fondo en sólo de rezar mientras nuestras vidas. Además de ense- se trabaja (lo cual está ñarnos con su palabra, sus escritos muy bien, si el traba- y su ejemplo, nos ha dado el calor jo lo permite) sino de de un corazón enamorado de Dios. convertir el mismo Le hemos conocido y querido, y de- trabajo en oración, y seamos que muchas otras personas en oración contempla- descubran el camino de santifica- tiva. ción que el Espíritu Santo ha abier- to sirviéndose de san Josemaría, y —¿Por qué insiste que experimenten la amabilidad de san Josemaría en la su trato y la eficacia de su interce- “lucha” del cristiano? sión. n Javier López Díaz Parece un tema que Giovanni Tridente (Roma) Palabra, Junio 2013 | 57 PALABRA www.revistapalabra.com 01/04/2013 argomento Professori come autori

Los primeros cristianos, alma del mundo pagano

***Segue il testo in originale

- 133/144 -

PALABRA www.revistapalabra.com 01/04/2013 argomento Professori come autori

La iconografía del arte cristiano

***Segue il testo in originale

- 134/144 -

PALABRA www.revistapalabra.com 01/05/2013 argomento Professori come autori

De la convicción a la actividad política: la coherencia cristiana

***Segue il testo in originale

- 135/144 -

PALABRA www.revistapalabra.com 01/05/2013 argomento Professori come autori

Con el Papa en Aparecida

***Segue il testo in originale

- 136/144 -

PALABRA www.revistapalabra.com 01/05/2013 argomento Professori come autori

El legado litúrgico de Benedicto XVI

***Segue il testo in originale

- 137/144 -

PALABRA www.revistapalabra.com 01/05/2013 argomento Professori come autori

Gestos y mímica. La retórica del arte

***Segue il testo in originale

- 138/144 -

http://www.washingtonpost. WASHINGTON POST 07/05/2013 com/ argomento Professori come autori www.washingtonpost.com/blogs/on-faith/wp/2013/05/07/can-pope-francis-finish-the-job-that-benedict-began/

Can Pope Francis finish the job that Benedict began?

By Robert A. Gahl J.r., Published: May 7, 2013 at 4:24 pm

In October of 1999, at the end of a meeting of departmental chiefs in the Vatican, I confronted Cardinal Joseph Ratzinger and challenged him. The meeting was meant to discuss available options for dealing with the already- burgeoning international crisis of sexual abuse. Everyone in that room aimed for justice, especially for the victims, but also for the accused. Ratzinger was leading the curial push to decisively deal with perpetrators who were still a threat because of some weak-minded administrators and their policy to move criminals first to treatment and then back into ministry.

I had been invited by the Congregation for to present an ethical analysis of the extrajudicial, administrative practices used by the church to prosecute cases of clerical sexual abuse. At that meeting, I highlighted the risks of violating the natural right to a fair trial. The cardinals expressed differences of opinion regarding their concern for the rights of the accused and the terrible wounds of the victims who had been abused by those whom they had held in sacred trust. Despite his gentleness, Ratzinger demonstrated deep determination to satisfy justice.

Ratzinger did not aim for a middle place between the competing interests of the victims and of the accused, but to ascertain the truth, reach a verdict, and impose a just penalty, all while doing everything possible to heal the victims and repair the damage done to the church and society. After noting my concern for judicial due process, he indicated his unshakeable commitment to do everything possible to root out abusive clergy, fully cognizant that he could be criticized by canon lawyers for eliminating traditional steps in ecclesiastical trials designed to protect the rights of the accused.

That moment in 1999 was an emergency. The problem was even worse than it appeared. First under John Paul, Ratzinger drafted new norms, extended statutes of limitations, and even offered dispensations from the retroactive statutes of limitations in the case of the most grievous crimes committed against minors.

Once elected pope, Benedict continued the reform. He revised the church’s penal law and sharpened its teeth to make sure that no criminal could evade sanction. He created tribunals, met with victims and purified the ranks of clergy from those who might hurt the young. He held judicial trials and removed more than a 1,000 from the priesthood and several from the episcopacy. Towards the end of his papacy, in 2010, Benedict again reformed church law to empower a tribunal to hear cases brought against bishops and cardinals.

Benedict is rightly known for uplifting men and women of good will by preaching that God is love and Jesus is divine Logos incarnate. Benedict also taught about the dark side of humanity. “Evil,” he once stated “draws its power from indecision and concern for what other people think.” He had experienced the malignancy of the Nazi regime and reconfirmed his commitment to sweep out the filth from the Bride of Christ.

Upon retirement, Benedict explained that he no longer enjoyed the needed vigor, of body and spirit, to govern the church. He stepped aside so that a younger man might continue the task and follow through with reform of church governance.

Now, the world observes the eloquent gestures in these first few weeks of Pope Francis, while wondering whether the new pope will continue Benedict’s reform. Francis has already shown the world the Christ-like characteristics that the cardinals, inspired by the Holy Spirit, had been seeking for the new pope.

In his third tweet, Pope Francis stated: “True power is service. The pope must serve all people, especially the poor, the weak, the vulnerable.” And when archbishop in Buenos Aires, Bergoglio commented on the responsibility of bishops regarding priests who have committed sexual abuse. “You must never look away” he said. “You cannot be in a position of power and use it to destroy the life of another person.” It would be a mistake, he added, to put the church’s reputation first, in a “corporate spirit … to avoid damaging the image of the institution.”

After meeting for the first time with Archbishop Mueller, the head of the Vatican’s office responsible for prosecuting culpable clerics, whether priests, bishops, or even cardinals, Francis publicly confirmed his commitment to continue Benedict’s efforts to protect minors, assist victims of abuse, prosecute criminals according to due process, and to help bishops’ conferences around the world to implement the “necessary directives in this area that is so important for the - 139/144 - http://www.washingtonpost. WASHINGTON POST 07/05/2013 com/ argomento Professori come autori www.washingtonpost.com/blogs/on-faith/wp/2013/05/07/can-pope-francis-finish-the-job-that-benedict-began/

church’s witness and credibility.”

Cardinals have confided that when deliberating in the Sistine Chapel, they were looking for a pope who could lead a reform of the Vatican while continuing Benedict’s policy of zero tolerance for sexual abuse. Benedict’s new laws specify how to satisfy justice and guarantee accountability within the church by bringing to trial even the highest ranking clerics accused of abuse of power, whether by sexual or financial crimes. In a mystical apparition, Jesus told St. Francis of Assisi to repair his church. All signs point to a Pope Francis ready to keep cleaning the house of God.

Rev. Robert A. Gahl, Jr. is Associate Professor of Ethics at the Pontifical University of the Holy Cross.

- 140/144 - PALABRA www.revistapalabra.com 01/06/2013 argomento Professori come autori

Esperanza y memoria

***Segue il testo in originale

- 141/144 -

PALABRA www.revistapalabra.com 01/06/2013 argomento Professori come autori

Catequesis con arte

***Segue il testo in originale

- 142/144 -

L’OSSERVATORE ROMANO www.osservatoreromano.va 20/06/2013

argomento Professori come autori http://www.osservatoreromano.va/portal/dt?JSPTabContainer.setSelected=JSPTabContainer% 2FDetail&last=false=&path=/news/vaticano/2013/inglese/142q13-Pope-Francis-at-100--days-.html&title=More%20than %20words&locale=en

More than words

Late on the rainy March evening of Pope Francis’ election, I took a cab home from St Peter’s Square and had the first of what would become a long string of similar conversations with taxi-drivers, shopkeepers and total strangers on the streets of Rome. It was as though the cabbie had fallen in love at first sight, despite the fact that he hadn’t actually seen the new pope yet — he was working when Francis first appeared on the balcony, winning over the hearts of the crowd with two very ordinary words, “buona sera,” and one extraordinary gesture, bowing in silence after asking the crowd to pray for him. But my cabbie was receiving, on his phone, a play-by-play commentary from his wife who was watching the scene on television at home, and she was in tears. That night, the reaction of the cab-driver and his wife was repeated all over the globe. Why do people experience this warm and immediate connection with Francis? What accounts for the overwhelming crowds around St Peter’s at the Wednesday audience and the Sunday Angelus? Without question, Francis has his share of pithy picturesque expressions — shepherds ought to smell like they’ve been with the sheep! — and a clear-sighted, no-punches-pulled bluntness that was already evident in his first homily, to cardinals in the Sistine Chapel on 15 March, when he said: “When we walk without the Cross, when we build without the Cross, and when we profess Christ without the Cross, we are not disciples of the Lord. We are worldly, we are bishops, priests, cardinals, Popes, but not disciples of the Lord.” What is most distinctive, however, is not actually his powerful clarity or skillful turns of phrase. After all, Benedict XVI was also an excellent communicator, capable of speaking forcefully about cleansing the “filth” from the Church, able to give amazingly cogent, off-the-cuff remarks and even catchy, easy-to-grasp sound bites like “The Church is alive, and the Church is young.” Yet, despite the fundamental continuity in content, people sense a change. Whereas Benedict was content to let his words speak for themselves — one of his many forms of humility — Francis communicates at another, more personal level. With Benedict, the message was always clear, but the messenger was self-effacing. What you find with Francis is a tendency to ad-lib, to spontaneously depart from a text and rephrase it so as to make the point hit home, or else to invite the public to lend their voice in assent. As a consequence, with Francis, the message tends to become, in a way, a personal plea. The words and ideas do not simply speak for themselves but become part of a personal encounter. Without making himself the center of attention, without any self-consciousness, he allows himself to be himself. We all know he loves the Argentinian soccer team, San Lorenzo. Not long ago, as he was waving to people from the pope- mobile in St Peter’s Square, when he caught sight of a San Lorenzo fan and quickly signaled 3-0 — the score of San Lorenzo’s latest victory — and then, without missing a beat, resumed waving to the rest of the piazza. Clearly he is a man comfortable in his own skin, whose naturalness sets others at ease and attracts them.

Francis communicates with more than words. Stopping to pay his bill at the Casa del Clero the day after his election was an eloquent expression of personal responsibility and of reluctance to accept privileges or special treatment. Living in Casa Santa Marta expresses a similar message, along with a hunger for Christian fraternity and fellowship. By spending time hearing confessions in the first Roman parish he visited, Francis sent priests everywhere a clear signal about the importance of this sacrament in parish life. Indeed, teaching by example, Francis is fast becoming a model for pastors everywhere. The vast majority of priests could scarcely dream of imitating the scholarly brilliance of Benedict, but Francis’s example of outgoing charity and direct evangelical simplicity is accessible to all. With time, it may well become evident that, in the successive papacies of Benedict and Francis, the Holy Spirit has provided the Church with an exceptionally powerful “1-2 punch” of theory and praxis. So far, the spring of Pope Francis has been a sun-filled period for the Church. Many say that, surely, the rains will come. Fortunately, we have some idea of how Francis will respond. One of the already-indelible images of this new papacy is of one Wednesday audience: in the pouring rain, a lone white figure standing out above a immense, motley sea of umbrellas, both black and brightly-colored — the successor of St Peter, the shepherd without an umbrella, drenched and smiling, forgetting about himself with an infectious joy that made his flock forget the rain.

Fr John Paul Wauck, Professor of Social Communications at the Pontifical University of the Holy Cross, Rome

- 143/144 - L’OSSERVATORE ROMANO www.osservatoreromano.va 20/06/2013

argomento Professori come autori http://www.osservatoreromano.va/portal/dt?JSPTabContainer.setSelected=JSPTabContainer% 2FDetail&last=false=&path=/news/vaticano/2013/inglese/142q13-Pope-Francis-at-100--days-.html&title=More%20than %20words&locale=en

- 144/144 -