Comune di CARONNO VARESINO - Piano di Governo del Territorio RELAZIONE ILLUSTRATIVA DI VARIANTE N.2/2016 luglio 2017

RELAZIONE ILLUSTRATIVA VARIANTE n.2 al PGT 2016 Ai sensi dell’art. 13 della L.R. 12/2005

Il sindaco: Mario De Micheli

Il responsabile del procedimento: Micaela Hollrigl Bertini

I Progettisti: Arch Anna Manuela Brusa Pasquè Arch. Massimo Mastromarino

PGT approvato con Del. n. 21 del 23 .07.2012 pubblicato BURL serie Avvisi e Concorsi n. 45 del 7 novembre 2012

Approvazione variante PGT.1/2014: Deliberazione C.C. 27 del 1.08.2014

Adozione variante PGT.2/2016 …………………………………

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PREMESSA

Il vigente Piano di Governo del Territorio (PGT) del Comune di Caronno Varesino è stato approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 21 del 23 Luglio 2012, ed i relativi atti hanno conseguito efficacia con la pubblicazione sul BURL della Regione Lombardia Serie Avvisi e Concorsi n° 45 del 7 Novembre 2012. Avviata la fase operativa di gestione dello strumento di pianificazione comunale, si era riscontrata la necessità di provvedere ad alcune modifiche e varianti al Piano delle Regole e al Piano dei Servizi che è stata approvata come variante n. 1/2014 con Del. N. 27 del 1.08.2014.

Successivamente l’amministrazione comunale ha deciso di recepire alcune istanze di rettifica presentate dai cittadini e di rivedere alcune previsioni di nuove aree per servizi che non riteneva più necessarie conseguire nel proprio programma di opere pubbliche . Si è data pertanto avvio ad una 2° variante nel 2016 che non incidendo nelle previsioni del Documento di Piano sarà sottoposta solo a verifica di esclusione di VAS.

1. ANALISI DELLE ISTANZE E DELLE RICHIESTE

Il Comune di Caronno Varesino ha pubblicato l’avviso di avvio del procedimento il 23.12.2015 all’Albo pretorio on-line, sul sito web comunale e il 28.12.2015 sul periodico "La Provincia". Nei termini indicati nell’avviso sono state presentate 36 istanze che riportiamo qui di seguito con un elenco che sintetizza i loro contenuti.

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ISTANZE PRELIMINARI per la redazione della seconda VARIANTE al P.G.T.

ISTANZE PRELIMINARI per la redazione della seconda VARIANTE al P.G.T.

RESIDENZ DATA IDENT. NOMINATIVO A INDIRIZ OGGETTO DELLA N° DEPOSI CATASTALE RICHIEDENTE RICHIEDE ZO AREA RICHIESTA TO (mappali) NTE 29.11.20 MONTAGNESE Da TUC residenziale 14 DAMIANO, denso a Aree verdi tra il 00 Loc. Zoia 7052 Prot. TASSONE territorio rurale ed 7584 ROSANGELA edificato 30.11.20 Da TUC residenziale 15 Caronno denso a Aree verdi tra il 01 CAON BRUNA Via Papa 5467 Prot. Varesino territorio rurale ed 8182 edificato 15.12.20 Da Aree verdi tra il 15 SOMMARUGA Caronno Via Don 3005, 5373, territorio rurale ed 02 Prot. PIETRO Varesino Radaelli 5375, 5295 edificato a TUC 8564 residenziale denso Da Aree verdi tra il 09.01.20 DE BRASI Caronno territorio rurale ed 03 16 ROSARIO C., Via Piave 3528 e 8124 Varesino edificato a TUC Prot. 131 OLIVIERO IDA residenziale denso Da TUC residenziale 13.01.20 GHIRINGHELLI Caronno Via denso a Aree verdi tra il 04 16 5483 CARLA Varesino Macchi territorio rurale ed Prot 232 edificato BESSEGA CLAUDIO per 14.01.20 Società Agricola Caronno Da Aree boscate ad Aree 05 16 Via Pollo 5481 La Germana di Varesino agricole Prot. 286 Bessega C.& S. s.s. 23.01.20 CASTELLAN Gazzada Da Aree Agricole a TUC 06 16 Via Papa 8018 GIUSEPPINA Schianno residenziale denso Prot. 498 2791, 2794, 2795, 2796, 2797, 2800, MAGRIN 2802, 2803, Da Aree agricole di 26.01.20 MARZIA, Caronno 2804, 2805, interesse ambientale e 07 16 MAGRIN SILVA, Via Pollo Varesino 2806, 2807, paesistico e Aree boscate Prot. 548 MAGRIN 2809, 2810, ad Aree agricole ANDREA 2812, 2813, 2816, 6004, 6006 26.01.20 BAU’ Caronno Via Da Aree agricole a TUC 08 16 7848 FRANCESCO Varesino Pasubio residenziale denso Prot. 549 Da Aree agricole di 26.01.20 CASOLI Caronno Via 3678, 3699, interesse ambientale e 09 16 MASSIMO Varesino Brughee 3721 paesistico a TUC Prot. 550 residenziale denso 27.01.20 PEREGO Stribiana Da Aree Agricole a TUC 10 16 1787 MARINO Inferiore residenziale denso Prot. 598

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27.01.20 BELLONI Via Don Da Aree Boscate a TUC 11 16 1476 ALBERTO Minzoni residenziale denso Prot. 599 27.01.20 Saggin Roberto Via 4315, 2123, Da Aree Agricole a TUC 12 16 per HABERSAAT Milano Brughiera 2122 residenziale denso Prot. 600 MARIA CARLA VANONI 27.01.20 Milano, Da Aree Agricole e Aree PIETRO, 3341, 3342, 13 16 Caronno Via Albini Boscate VANONI 5796, 5797 Prot. 601 Varesino a TUC residenziale denso GIUSEPPINA MADDALENA CINZIA, 28.01.20 5445, 5449, SOMMARUGA Caronno Da sede stradale a TUC 14 16 Via Casèe 6177, 6239, LINO, Varesino residenziale denso Prot. 664 6240 SOMMARUGA ENRICA 28.01.20 SOLDI Caronno 2711, 7693, Da sede stradale ad Aree 15 16 Via Maisa CLAUDIO Varesino 7694 Boscate Prot. 673 29.01.20 GHIRINGHELLI Porto Via Da Aree Agricole a TUC 16 16 804, 805 DONATA Ceresio Pianezzo residenziale denso Prot. 695 GENNARI LUIGI, GENNARI 29.01.20 Caronno Da sede stradale a TUC FRANCA, 5770, 5771, 17 16 Varesino Via Palani residenziale denso (v. GENNARI 6387, 6388 Prot. 697 Parabiago istanza n. 23) FRANCO, GENNARI ROBERTA Da TUC residenziale 30.01.20 DE TOMASI Caronno denso a Aree verdi tra il 18 16 Via Palani 1752 CARLO CESARE Varesino territorio rurale ed Prot. 714 edificato 30.01.20 SAPIA MARIO Caronno Da Aree Agricole a TUC 19 16 VINCENZO, Via Piave 2738, 5901 Varesino residenziale denso Prot. 716 SAPA COSIMO Da Aree Agricole 30.01.20 FACCIOLI Caronno Via 2308,2309,231 (interessate da Interventi 20 16 PIERINA Varesino Marconi 0,2313, 2338 sul sistema viario) a TUC Prot. 717 residenziale denso Via 30.01.20 VICELLI Caronno , 225, 6547, Da Aree Agricole a TUC 21 16 ADELINA Varesino località 6548 residenziale denso Prot. 719 Brughiera FACCHIN Da Tessuto storico a TUC 30.01.20 Via IVANO, Caronno residenziale denso (e 22 16 Stribiana 1927 PETRUZZELLI Varesino coerenziazione PdR 01b Prot. 720 Superiore ANGELITA Tav. 3/3 con PdR02b) 30.01.20 Da sede stradale a TUC FONTANEL Caronno 5770, 5771, 23 16 Via Palani residenziale denso (v. PIETRO Varesino 6387, 6388 Prot. 721 istanza n. 17) 15.02.20 MACCHI Da Aree verdi tra il 16 VITTORIO, Caronno Via territorio rurale ed 24 2991 Prot. FRANCHI Varesino Manzoni edificato a TUC 1123 LUCIANA residenziale denso 17.02.20 LIMONTA Via Da Aree verdi tra il Caronno 25 16 GIOVANNI, Manzoni 1366, 1398 territorio rurale ed Varesino Prot. LIMONTA – edificato a TUC

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1190 LUIGIA, consorzia residenziale denso LIMONTA le detta MARISA, Chiosi LIMONTA MAURO 19.02.20 Da TUC residenziale 16 CASTIGLIONI Caronno Stribiana denso a Aree agricole 26 1934 Prot. MARIO Varesino Superiore (Aree verdi tra il territorio 1299 rurale ed edificato) Ripristino previsione 02.03.20 contenuta nell’art. 32 16 CAPPELLARI Caronno Via delle Norme Tecniche di 27 117 Prot. MAURIZIO Varesino Bianchi Attuazione del Piano 1630 Regolatore Generale (PRG) 1) far coincidere la linea che delimita il PIF in tutto il territorio Via comunale; 22.03201 Boccaccio 2) eliminare dalla 6 PURICELLI Caronno / 28 3164 particella 3164 la Prot. GIUSEPPE Varesino Consorzia porzione di area 2200 le dei vincolata dal PIF Camaretti perché non vi è la presenza del bosco

1) rettifica confine di zona sul lato nord del lotto di proprietà; 24.03.20 2) da Tessuto terziario Via 16 SAAG S.r.l. di 7443, 7444, commerciale 29 Maggiolin Prot. Medina 4778, 1208 consolidato a Tessuto o 2234 produttivo consolidato misto (come area adiacente sul lato sud del lotto) Conferma indici di edificabilità previsti dal Benedetti Permesso di costruire n. 25.03.20 Gianni per 222, 1580, 05/2011 e successiva 16 Via F.lli 30 IMMOBILIARE 4577, 6644, variante DIA n. 13/2013, Prot. Rosselli NUOVA EUROPA 6646 in base al Piano Casa L.R. 2258 S.r.l. 13/2009 (creazione Ambito di Completamento?) Possibilità di demolire il 19.04.20 Petruzzelli Ivan fabbricato denominato 16 per Caronno Rio 31 885 “Cascina Trenca” e di Prot. IMMOBILIARE Varesino Cocchino recuperare volumetria e 2991 45 S.r.l. diritti edificatori 26.04.20 Via Destinare in via Montello 16 GIURIATO Caronno 32 Montello aree adibite a parcheggio Prot. SERVZI S.n.c. Varesino 38 pubblico 3247 Studio legale Mantenere la destinazione Micheletti per: urbanistica “Piani attuativi 14.05.20 Via BETTINELLI in itinere” oppure, in 16 Puccini / 33 ADELE, ex C.P.1 subordine, riconoscere Prot. Varese Via 1° BARDELLI capacità edificatoria alle 3802 Maggio MARIA, aree, sia pure in misura PEPPONI più ridotta

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CESARE

RUSSO 17.05.20 Caronno MATTEO, Eliminare previsione di 16 Varesino Via F.lli 34 FABRIS 4497 allargamento stradale su Prot. Carnago Rosselli DENISE, via Trento 3874 FABRIS IDO Da TUC residenziale 18.06.20 denso a Aree verdi tra il 16 POSENATO Caronno 35 Via Papa 5466 territorio rurale ed Prot. SEVERINO Varesino edificato 4678 (v. istanza n. 01) Da Tessuto produttivo consolidato misto a TUC residenziale denso oppure 07.09.20 Via variazione dell’art. 2.3.5. 16 MARAZZATO Caronno 36 Maggiolin 5737 NTA del PdR per Prot. STEFANO Varesino o 27 consentire di adibire 6759 completamente l’immobile esistente a residenza Modifica art. 2.3.1.1. per consentire l’utilizzo di 15.11.20 lastre di alluminio 16 BARDELLI Caronno Via 37 177, 178, 186 coibentate per Prot. GIORGIO Varesino Bianchi 5 sostituzione di coperture 8794 di edifici siti nel Tessuto storico MIGLIORE 10.01.20 Da Aree Agricole e Aree ANTONIO, Caronno Via 38 17 1017 boscate a TUC CARFORA Varesino Pasubio Prot. 168 residenziale denso CATERINA 23.06.20 POZZI IDA Via 17 ANGELA 4978, 6986, Da TUC residenziale 39 Milano Campolu Prot. MACCHI PAOLO 6987 denso a Aree agricole ngo 5040 MACCHI ELENA

Dall’elenco qui riportato, è stata redatta una cartografia “Allegato A - Istanze partecipative” dove sono state individuate tutte le istanze, suddividendole con colore tra quelle che ricadono all’interno e fuori del perimetro del Tessuto consolidato.

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Allegato A Istanze partecipative

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2. DESCRIZIONE DELLA VARIANTE

La presente variante al Piano di Governo del Territorio, in coerenza con le istanze partecipative pervenute, persegue l’obiettivo di adeguare lo strumento urbanistico alle esigenze emerse dopo l’entrata in vigore del piano stesso e sulla base delle istanze dei cittadini e delle esigenze della Amministrazione viene strutturata nella seguente classificazione :  varianti al Piano delle Regole ed al Piano dei servizi  rettifiche degli elaborati grafici

2.1 VARIANTE AL PIANO DELLE REGOLE ED AL PIANO DEI SERVIZI

Si conferma che la presente variante comporta la modifica del Piano delle Regole e del Piano dei servizi del vigente P.G.T., mentre per quanto riguarda il Documento di Piano la variante determina solo l’aggiornamento di alcuni dati conseguenti al recepimento delle modifiche previste nei precedenti atti , per renderli coerenti con quelli indicati nel Piano delle Regole, lasciando comunque invariati gli elementi fondamentali che lo caratterizzano quali: il quadro ricognitivo e programmatico di riferimento per lo sviluppo economico e sociale del comune, l’assetto viabilistico, il quadro conoscitivo del territorio comunale e l’assetto geologico, idrogeologico e sismico e gli aspetti che riguardano gli atti di pianificazione sovracomunale.

Verificato quindi che, non comportando la presente variante modifiche del Documento di Piano, non necessita di : - parere della Provincia di Varese , in merito alla compatibilità della variante con il Piano territoriale di coordinamento provinciale ai sensi dell’art. 13, comma 5 della l.r.12/2005, - di procedimento di Valutazione ambientale Strategica ai sensi dell’art. 4 della legge regionale n. 12/2005; la procedura da utilizzare per la presente variante è quella prevista dall’art 13 della legge regionale n. 12/2005 con esclusione delle fasi previste dai comma 5 e 5bis dello stesso articolo.

2.2 MODIFICHE E RETTIFICHE DEGLI ELABORATI

Una parte delle modifiche apportate al piano sono finalizzate ad apportare correzioni agli errori materiali e/o modeste incongruenze rilevate nell’ambito della normale gestione del Piano stesso e segnalate dagli stessi cittadini.

3. INDIVIDUAZIONE DELLE VARIANTI

Nell’allegato B Individuazione degli ambiti oggetto di variante” vengono individuate le varianti e le rettifiche recepite dal presente documento evidenziando già la destinazione urbanistica aggiornata a seguito la modifica del Piano vigente.

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Allegato B Individuazione degli ambiti oggetto di variante

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3.1 DESCRIZIONE DELLE RETTIFICHE

I documenti della variante 2016 contengono le seguenti rettifiche /modifiche :

N° RETTIFICA INDIRIZZO AREA IDENT. CATASTALE (mappali) OGGETTO DELLA RETTIFICA Da Aree verdi periurbane e di connessione tra il territorio rurale ed edificato a TUC residenziale denso e per la 3005, 5373, C Via Don Radaelli stessa superficie da Residenziale denso ad Aree 5375, 5295 verdi periurbane e di connessione tra il territorio rurale ed edificato Da Aree boscate ad Aree agricole in quanto il E Via Pollo 5481 terreno non risulta boscato e non è stato classificato come tale dal PIF. 2791, 2794, 2795, 2796, 2797, 2800, 2802, 2803, 2804, 2805, Da Aree agricole di interesse ambientale e paesistico F Via Pollo 2806, 2807, ad Aree agricole 2809, 2810, 2812, 2813, 2816, 6004, 6006 Da sede stradale a TUC residenziale denso in quanto 5445, 5449, trattasi di strada privata di cui l’Amministrazione G Via Casèe 6177, 6239, non ha mai previsto l’acquisizione al patrimonio 6240 pubblico Da sede stradale ad Aree Boscate in quanto il 2711, 7693, tracciato indicato attualmente non esiste e non H Via Maisa 7694 risulta necessario prevedere la sua formazione in quanto l’area è effettivamente boscata. Da sede stradale a TUC residenziale denso in quanto 5770, 5771, I Via Palani il tracciato come indicato nel vigente PGT risulta 6387, 6388 corrispondere ad un accesso privato alle proprietà Rettifica del perimetro del centro storico a seguito Via Stribiana una valutazione dello stato reali dei luoghi. Pertanto M 1927 Superiore una piccola porzione passerà da Tessuto storico a TUC residenziale denso Ripristino previsione contenuta nell’art. 32 delle O Via Bianchi 117 Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore Generale (PRG)

Eliminazione della previsione di allargamento della y Via Trento parte finale di Via Trento

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3.2 DESCRIZIONE DELLE VARIANTI

La variante interessa pochi ambiti ricadenti all’interno del Tessuto consolidato ed interviene in alcuni punti del testo normativo al fine di eliminare alcune incongruenze , precisare meglio alcune definizioni e prescrizioni e integrare la normativa con i nuovi aggiornamenti legislativi.

AREA AREA DELLA DELLA IDENT. N° DELLA N° DELLA OGGETTO OGGETTO (mappali) VARIANTE VARIANTE VARIANTE VARIANTE INDIRIZZO CATASTALE CATASTALE

Da TUC residenziale denso a Aree verdi periurbane e di A Loc. Zoia 7052 connessione tra il territorio rurale ed edificato

Da TUC residenziale denso a Aree verdi periurbane e di B Via Papa 5467 connessione tra il territorio rurale ed edificato

Da TUC residenziale denso a Aree verdi periurbane e di D Via Macchi 5483 connessione tra il territorio rurale ed edificato

Da TUC residenziale denso a Aree verdi periurbane e di L Via Palani 1752 connessione tra il territorio rurale ed edificato

Da TUC residenziale denso a Aree verdi periurbane e di N Via Montello 1934 connessione tra il territorio rurale ed edificato Conferma indici di edificabilità previsti dal Permesso di 222, costruire n. 05/2011 e successiva variante DIA n. 1580, 13/2013, in base al Piano Casa L.R. 13/2009 P Via F.lli Rosselli 4577, attraverso l’integrazione dell’art. 2.3.2 “Tessuto urbano 6644, consolidato residenziale denso” del testo normativo del 6646 Piano delle regole Viene eliminata la previsione del Piano di Lottizzazione comparto CP 1 di Via Puccini/Via 1° Maggio che fu approvato con Deliberazione di Consiglio Comunale n. 3 del 24.02.201, ma di cui la convezione non è mai stata Via Puccini / soscritta anche a seguito di sollecitazione ad Q ex C.P.1 Via 1° Maggio ottemperare a tale impegno da parte della Amministrazione Comunale. All’ambito di conseguenza è stata attribuita da destinazione di Aree verdi periurbane e di connessione tra il territorio rurale ed edificato . Da TUC residenziale denso a Aree verdi periurbane e di R Via Papa 5466 connessione tra il territorio rurale ed edificato Eliminare la previsione di area per servizi sull’intero lotto attribuendo al comparto la destinazione di S Via Puccini ambito di completamento residenziale ( vedi scheda successiva relativa nuovo ambito AC11)

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Eliminazione del comparto previsto per servizi ed inserimento del lotto contraddistinto nella tavola Via Papa T dei servizi come area in previsione con la sigla A7 Giovanni XXIII di 810 mq. nel TUC Tessuto urbano consolidato residenziale denso Eliminazione di una parte del comparto previsto per servizi, contraddistinto nella tavola dei servizi come area in previsione con la sigla P27 ; la U Via Brughiera riduzione dell’area per servizi è di 1.390 mq. a cui viene attribuita una nuova destinazione come Tessuto produttivo consolidato Integrazione dell’art. 2.3.5 Tessuto produttivo consolidato misto con l’individuazione del Via Maggiolino V comparto relativo ad un’attività artigianale 27 dismessa in cui viene consentita il recupero della volumetria esistente con la funzione residenziale. In considerazione dell’avvenuta attuazione e completamento delle previsioni del comparto di W AC8 completamento l’area viene ricondotta nel TUC Tessuto urbano consolidato residenziale denso . Si aggiorna la tavola contenuta nel Pugss 01 X Pugss relativa agli agglomerati – aree servite e non servite da fognatura-

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Ambito AC11

Identificazione dell’ambito di intervento:

Ambito di completamento di Via Puccini

Modalità di intervento Permesso di Costruire Convenzionato Dotazione Edificatoria di Comparto Itm = 0,80 mc./mq. Attrezzature pubbliche o di interesse Negli interventi che determinano un pubblico incremento del fabbisogno di aree per servizi ed attrezzature pubbliche dovrà essere determinata la quota necessaria per il soddisfacimento dello standard in base al Piano dei Servizi; tale quota dovrà essere monetizzata Rc 30 % H 10,50 m. P rapporto di permeabilità 50 % Destinazione d’uso principale R – Residenziale Destinazioni d’uso non ammesse Tutte le altre

Prescrizioni e Indicazioni del PGT . L’intervento deve prevedere la cessione di aree da destinare a parcheggio fronteggianti la via Puccini per una profondità di circa 7,50 m.

. Prescrizioni della classe geologica IIa

Sottoclasse IIa (aree a morfologia da subpianeggiante a debolmente ondulata con possibili fenomeni di drenaggio difficoltoso/ristagno idrico nelle aree depresse) Aree favorevoli allo sviluppo urbanistico. Nello specifico in via di minima dovranno essere verificati: - caratteristiche litologiche delle unità presenti in loco fino a profondità rappresentativa; - capacità portante e cedimenti indotti; - presenza di acque sotterranee, anche a carattere temporaneo e valutazione delle possibili interferenze con i piani di posa delle fondazioni;

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Ambito AC11

- eventuale presenza di rimaneggiamenti antropici pregressi e caratterizzazione dei materiali presenti; - grado di stabilità dei fronti di scavo con riguardo anche alle costruzioni adiacenti, sia in corso d’opera che a fine lavori; - modalità di intercettazione delle acque chiare e di prima pioggia; - eventuali interferenze con aree acclivi adiacenti; In fase progettuale andranno rispettate le seguenti prescrizioni: - predisposizione di presidi per la sicurezza delle maestranze in relazione agli esiti della valutazione della stabilità dei fronti di scavo e in relazione alla profondità degli stessi; - evitare accumulo di acqua sul fondo di scavi aperti; - asportazione del suolo e più in generale dei livelli a caratteristiche meccaniche più scadenti o visibilmente non addensati; - verifica, in fase esecutiva, dello spessore dei livelli suddetti ed eventuale miglioramento delle caratteristiche del piano di posa delle fondazioni; - predisposizione di accorgimenti per l'intercettazione o la regimazione e l'allontanamento delle acque piovane o di corrivazione soprattutto in prossimità di aree acclivi avendo cura di evitare l’insorgenza sulle stesse di episodi di erosione in forma concentrata o diffusa e loro smaltimento nella rete fognaria esistente; allacciamento degli insediamenti di nuova realizzazione sia produttivi che residenziali alla rete fognaria esistente Compatibilità con il PTCP Non si segnalano incongruenze Compatibilità con il PIF Non ricade in zona boscata Compatibilità con vincoli - Classificazione geologica e sismica II a – Z4 c Compatibilità con la rete ecologica Non si segnalano incongruenze

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3.3 DETERMINAZIONE E VERIFICA GENERALE DELLE MODIFICHE DIMENSIONALI DETERMINATE DALLA VARIANTE -CAPACITA’’ INSEDIATIVA TEORICA , RAPPORTO SUPERFICIE SERVIZI /ABITANTI

Le varianti contenute nel presente atto hanno determinato delle lievi modifiche dei dati dimensionali contenuti nel Piano che si riportano nella tabella allegata.

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Conteggio previsioni servizi pro‐capite

Da tessuto urbano consolidato residenziale denso / Da servizi a tessuto urbano consolidato residenziale denso / aree P.A.** ad aree verdi periurbane e di connessione tra il verdi periurbane e di connessione tra il territorio rurale ed edificato territorio rurale ed edificato (P.A.**) mc (con If = 0,9 abitanti mc (con If = 0,9 abitanti Numerazione mq mq da tavola mc/mq) (decremento) mc/mq) (incremento) A 456,2 410,6 3,0 B 523,2 470,9 3,0 D 303,4 273,1 2,0 L 479,6 431,6 3,0 N 279,2 251,3 2,0 S(*) 2300,0 1840,0 12,0 T 808,1 727,3 5,0 Q (P.A.**) 6564,3 39 591,0 0,0 0,0 R 583,1 524,7 3,0

TOT 9189,0 2362,1 55 3699,1 2567,3 17

Nota: L'ambito S(*) è l' A.C.11 con St=2300 L'indice fondiario è pari a 0,8 mc/mq L’ambito Q(PA**) è la lottizzazione di Via Puccini di cui non è mai stata sottoscritta la convenzione

A tale valutazione occorre aggiungere che la variante V che consente la trasformazione di un edifico artigianale in un edificio residenziale determina il seguente incremento di abitanti

V 600 mc 4,0

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PREVISIONI COMPLESSIVE DELLA VARIANTE PGT PGT VIGENTE Totale servizi previsti PGT vigente: 125.702,17 Totale abitanti previsti PGT vigente: 5.524 Dotazione mq/ab vigente 23,00

VARIANTE Totale servizi previsti dalla Variante: 124.581,00 Totale abitanti previsti dalla Variante 5.490 Dotazione mq/ab variante 22,69

ARCH. ANNA MANUELA BRUSA PASQUE’ ARCH. MASSIMO MASTROMARINO 18 Comune di CARONNO VARESINO - Piano di Governo del Territorio RELAZIONE ILLUSTRATIVA DI VARIANTE N.2/2016 luglio 2017

3.4 DETERMINAZIONE VARIAZIONE ABITANTI EQUIVALENTI

Varianti A, B, D, L, N, Q, R – Da TUC residenziale a Aree verdi

Si tratta di una serie di varianti che cambiano la previsione di alcune aree attualmente poste nel tessuto urbano consolidato residenziale denso / P.A.** ad aree verdi periurbane e di connessione tra il territorio rurale ed edificato.

Come evidenziato nella tabella seguente si tratta di ambiti che interessano quasi 9.200 mq di Tessuto Urbano Consolidato a destinazione residenziale densa che vengono svuotati dei rispettivi indici edificatori e destinate ad aree verdi. Nel complesso si assiste da un decremento della popolazione potenzialmente insediabile di 55 unità, in buona parte dovute alla soppressione della previsione di Via Puccini/Via 1° Maggio (ex C.P.1). I dati sono riportati in dettaglio nella tabella seguente.

Da tessuto urbano consolidato residenziale denso / P.A.** ad aree verdi periurbane e di connessione tra il territorio rurale ed edificato mc (con If = 0,9 abitanti Numerazione mq mc/mq) (decremento) da tavola A 456,2 410,6 3,0 B 523,2 470,9 3,0 D 303,4 273,1 2,0 L 479,6 431,6 3,0 N 279,2 251,3 2,0 Q (P.A.**) 6564,3 39 R 583,1 524,7 3,0 9189,0 2362,1 55 TOT L’ambito Q(PA**) è la lottizzazione di Via Puccini di cui non è mai stata sottoscritta la convenzione

Segue la descrizione e l’individuazione cartografica di ciascuna delle varianti.

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A – Loc Zoia Da TUC residenziale denso a Aree verdi periurbane e di connessione tra il territorio rurale ed edificato

PGT VIGENTE PGT VARIANTE

B - Via Papa Da TUC residenziale denso a Aree verdi periurbane e di connessione tra il territorio rurale ed edificato

PGT VIGENTE PGT VARIANTE

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D - Via Macchi Da TUC residenziale denso a Aree verdi periurbane e di connessione tra il territorio rurale ed edificato

PGT VIGENTE PGT VARIANTE

L – Via Palani Da TUC residenziale denso a Aree verdi periurbane e di connessione tra il territorio rurale ed edificato

PGT VIGENTE PGT VARIANTE

ARCH. ANNA MANUELA BRUSA PASQUE’ ARCH. MASSIMO MASTROMARINO 21 Comune di CARONNO VARESINO - Piano di Governo del Territorio RELAZIONE ILLUSTRATIVA DI VARIANTE N.2/2016 luglio 2017

N - Via Montello Da TUC residenziale denso a Aree verdi periurbane e di connessione tra il territorio rurale ed edificato

PGT VIGENTE PGT VARIANTE

Variante Q - Via Puccini/Via 1° Maggio (ex C.P.1) Viene eliminata la previsione del Piano di Lottizzazione comparto CP 1 di Via Puccini/Via 1° Maggio che fu approvato con Deliberazione di Consiglio Comunale n. 3 del 24.02.201, ma di cui la convezione non è mai stata soscritta anche a seguito di sollecitazione ad ottemperare a tale impegno da parte della Amministrazione Comunale. All’ambito di conseguenza è stata attribuita da destinazione di Aree verdi periurbane e di connessione tra il territorio rurale ed edificato .

PGT VIGENTE PGT VARIANTE

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R - Via Papa Da TUC residenziale denso a Aree verdi periurbane e di connessione tra il territorio rurale ed edificato

PGT VIGENTE PGT VARIANTE

La tabella seguente illustra il giudizio sui possibili effetti ambientali delle diverse modifiche proposte viene espresso attraverso un’analisi puntuale sulle diverse componenti del quadro ambientale di riferimento e un’analisi di sintesi matriciale che raffronta le singole modifiche oggetto di valutazione con i seguenti elementi.

Elementi Variante A, Note B, D, L, N, Q, R Uso del suolo L-p Le modifiche introdotte comportano un lieve effetto positivo sul consumo di suolo che viene ridotto rispetto al PGT vigente. Paesaggio e beni L-p Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto culturali sulla qualità del paesaggio delle aree agro naturali boscate e agricole che mantengono la loro funzionalità produttiva e paesaggistica, tuttavia viene definito meglio l’uso de suolo in ambito urbano. Aree protette ed Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto ecosistemi in grado di alterare le connessioni ecologiche. Rischio Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto idrogeologico e sul livello di protezione del territorio dal rischio radon idrogeologico. Rischio idraulico e Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto acque superficiali sul livello di protezione del territorio dal rischio idraulico adeguando studi e regolamento di polizia idraulica Qualità Le modifiche introdotte non influiscono sulla qualità dell’ambiente dell’ambiente urbano. urbano

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Variante P - Via F.lli Rosselli

Conferma indici di edificabilità previsti dal Permesso di costruire n. 05/2011 e successiva variante DIA n. 13/2013, in base al Piano Casa L.R. 13/2009 attraverso l’integrazione dell’art. 2.3.2 “Tessuto urbano consolidato residenziale denso” del testo normativo del Piano delle regole con la seguente dicitura “Nel comparto contrassegnato con (**) vengono confermati gli indici di edificabilità previsti dal Permesso di costruire n. 05/2011 e successiva variante DIA n. 13/2013, in base al Piano Casa L.R. 13/2009”.

PGT VIGENTE PGT VARIANTE

La tabella seguente illustra il giudizio sui possibili effetti ambientali delle diverse modifiche proposte viene espresso attraverso un’analisi puntuale sulle diverse componenti del quadro ambientale di riferimento e un’analisi di sintesi matriciale che raffronta le singole modifiche oggetto di valutazione con i seguenti elementi.

Elementi Variante P Note PdR Uso del suolo Le modifiche introdotte non comportano effetti sul consumo di suolo. Paesaggio e beni Le modifiche introdotte non comportano alcun culturali effetto sulla qualità del paesaggio delle aree agro naturali boscate e agricole che mantengono la loro funzionalità produttiva e paesaggistica. Aree protette ed Le modifiche introdotte non comportano alcun ecosistemi effetto in grado di alterare le connessioni ecologiche. Rischio Le modifiche introdotte non comportano alcun idrogeologico e effetto sul livello di protezione del territorio dal radon rischio idrogeologico.

ARCH. ANNA MANUELA BRUSA PASQUE’ ARCH. MASSIMO MASTROMARINO 24 Comune di CARONNO VARESINO - Piano di Governo del Territorio RELAZIONE ILLUSTRATIVA DI VARIANTE N.2/2016 luglio 2017

Elementi Variante P Note PdR Rischio idraulico e Le modifiche introdotte non comportano alcun acque superficiali effetto sul livello di protezione del territorio dal rischio idraulico adeguando studi e regolamento di polizia idraulica Qualità L-p Le modifiche introdotte non influiscono sulla qualità dell’ambiente dell’ambiente urbano, ma migliorano la possibilità urbano di attuazione dell’ambito.

Variante S - Via Puccini (Ambito di completamento AC 11)

Eliminare la previsione di area per servizi sull’intero lotto attribuendo al comparto la destinazione di ambito di completamento residenziale ( vedi scheda successiva relativa nuovo ambito AC11).

PGT VIGENTE PGT VARIANTE

Tale variante determina un incremento della popolazione potenzialmente insediabile di 12 unità. I dati sono riportati in dettaglio nella tabella seguente.

Da servizi a tessuto urbano consolidato residenziale denso mc (con If = 0,9 Numerazione mq abitanti (incremento) mc/mq) da tavola S 2300,00 1.840,00 12

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Segue la scheda d’ambito introdotta dalla variante.

Ambito AC11

Identificazione dell’ambito di intervento:

Ambito di completamento di Via Puccini

Modalità di intervento Permesso di Costruire Convenzionato Dotazione Edificatoria di Comparto Itm = 0,80 mc./mq. Attrezzature pubbliche o di interesse Negli interventi che determinano un incremento del pubblico fabbisogno di aree per servizi ed attrezzature pubbliche dovrà essere determinata la quota necessaria per il soddisfacimento dello standard in base al Piano dei Servizi; tale quota dovrà essere monetizzata Rc 30 % H 10,50 m. P rapporto di permeabilità 50 % Destinazione d’uso principale R – Residenziale Destinazioni d’uso non ammesse Tutte le altre

Prescrizioni e Indicazioni del PGT . L’intervento deve prevedere la cessione di aree da destinare a parcheggio fronteggianti la via Puccini per una profondità di circa 7,50 m.

. Prescrizioni della classe geologica IIa

Sottoclasse IIa (aree a morfologia da subpianeggiante a debolmente ondulata con possibili fenomeni di drenaggio difficoltoso/ristagno idrico nelle aree depresse) Aree favorevoli allo sviluppo urbanistico. Nello specifico in via di minima dovranno essere verificati:  caratteristiche litologiche delle unità presenti in loco fino a profondità rappresentativa;

 capacità portante e cedimenti indotti;

 presenza di acque sotterranee, anche a carattere temporaneo e valutazione delle possibili interferenze con i piani di posa delle fondazioni;

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Ambito AC11

 eventuale presenza di rimaneggiamenti antropici pregressi e caratterizzazione dei materiali presenti;

 grado di stabilità dei fronti di scavo con riguardo anche alle costruzioni adiacenti, sia in corso d’opera che a fine lavori;

 modalità di intercettazione delle acque chiare e di prima pioggia;

 eventuali interferenze con aree acclivi adiacenti;

In fase progettuale andranno rispettate le seguenti prescrizioni:  predisposizione di presidi per la sicurezza delle maestranze in relazione agli esiti della valutazione della stabilità dei fronti di scavo e in relazione alla profondità degli stessi;

 evitare accumulo di acqua sul fondo di scavi aperti;

 asportazione del suolo e più in generale dei livelli a caratteristiche meccaniche più scadenti o visibilmente non addensati;

 verifica, in fase esecutiva, dello spessore dei livelli suddetti ed eventuale miglioramento delle caratteristiche del piano di posa delle fondazioni;

 predisposizione di accorgimenti per l'intercettazione o la regimazione e l'allontanamento delle acque piovane o di corrivazione soprattutto in prossimità di aree acclivi avendo cura di evitare l’insorgenza sulle stesse di episodi di erosione in forma concentrata o diffusa e loro smaltimento nella rete fognaria esistente;

 allacciamento degli insediamenti di nuova realizzazione sia produttivi che residenziali alla rete fognaria esistente

Compatibilità con il PTCP Non si segnalano incongruenze Compatibilità con il PIF Non ricade in zona boscata Compatibilità con vincoli - Classificazione geologica e sismica II a – Z4 c Compatibilità con la rete ecologica Non si segnalano incongruenze

La tabella seguente illustra il giudizio sui possibili effetti ambientali delle diverse modifiche proposte viene espresso attraverso un’analisi puntuale sulle diverse componenti del quadro ambientale di riferimento e un’analisi di sintesi matriciale che raffronta le singole modifiche oggetto di valutazione con i seguenti elementi.

Elementi Variante S Note AC11 Uso del suolo Le modifiche introdotte non comportano effetti sul consumo di suolo. Paesaggio e beni Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto culturali sulla qualità del paesaggio delle aree agro naturali boscate e agricole che mantengono la loro funzionalità produttiva e paesaggistica.

ARCH. ANNA MANUELA BRUSA PASQUE’ ARCH. MASSIMO MASTROMARINO 27 Comune di CARONNO VARESINO - Piano di Governo del Territorio RELAZIONE ILLUSTRATIVA DI VARIANTE N.2/2016 luglio 2017

Elementi Variante S Note AC11 Aree protette ed Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto ecosistemi in grado di alterare le connessioni ecologiche. Rischio Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto idrogeologico e sul livello di protezione del territorio dal rischio radon idrogeologico. Rischio idraulico e Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto acque superficiali sul livello di protezione del territorio dal rischio idraulico adeguando studi e regolamento di polizia idraulica Qualità L-p Le modifiche introdotte non influiscono sulla qualità dell’ambiente dell’ambiente urbano, ma migliorano la possibilità di urbano attuazione dell’ambito. L’introduzione di un ambito di completamento consente comunque la cessione all’amministrazione di standard ad uso parcheggio necessari.

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Varianti T, U – Varianti ad ambiti per servizi

T - Via Papa Giovanni XXIII Eliminazione del comparto previsto per servizi ed inserimento del lotto contraddistinto nella tavola dei servizi come area in previsione con la sigla A7 di 810 mq. nel TUC Tessuto urbano consolidato residenziale denso

PGT VIGENTE PGT VARIANTE Tale variante determina un incremento della popolazione potenzialmente insediabile di 5 unità. I dati sono riportati in dettaglio nella tabella seguente.

Da servizi a tessuto urbano consolidato residenziale denso mc (con If = 0,9 Numerazione mq abitanti (incremento) mc/mq) da tavola T 808,10 727,30 5

Segue la descrizione e l’individuazione cartografica di ciascuna delle varianti.

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Variante U - Via Brughiera Eliminazione di una parte del comparto previsto per servizi ed inserimento del lotto contraddistinto nella tavola dei servizi come area in previsione con la sigla P27 la riduzione dell’area per servizi è di 1.390 mq. a cui viene attribuita una nuova destinazione come Tessuto produttivo consolidato.

PGT VIGENTE PGT VARIANTE

Tale variante non determina un incremento della popolazione potenzialmente insediabile ne’ degli abitanti equivalenti in quanto trattasi di una porzione di area già pertinente ad una attività esistente.

La tabella seguente illustra il giudizio sui possibili effetti ambientali delle diverse modifiche proposte viene espresso attraverso un’analisi puntuale sulle diverse componenti del quadro ambientale di riferimento e un’analisi di sintesi matriciale che raffronta le singole modifiche oggetto di valutazione con i seguenti elementi.

Elementi Variante T, U Note PdS Uso del suolo Le modifiche introdotte non comportano effetti sul consumo di suolo. L’azzonamento dei due ambiti si coerenzia con il contesto territoriale circostante (residenziale per variante T e produttivo per variante U) Paesaggio e beni Le modifiche introdotte non comportano alcun culturali effetto sulla qualità del paesaggio delle aree agro naturali boscate e agricole che mantengono la loro funzionalità produttiva e paesaggistica. Aree protette ed Le modifiche introdotte non comportano alcun ecosistemi effetto in grado di alterare le connessioni ecologiche.

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Elementi Variante T, U Note PdS Rischio Le modifiche introdotte non comportano alcun idrogeologico e effetto sul livello di protezione del territorio dal radon rischio idrogeologico. Rischio idraulico e Le modifiche introdotte non comportano alcun acque superficiali effetto sul livello di protezione del territorio dal rischio idraulico adeguando studi e regolamento di polizia idraulica Qualità L-p Le modifiche introdotte non influiscono sulla dell’ambiente qualità dell’ambiente urbano ma migliorano la urbano possibilità di attuazione degli ambiti. La dotazione degli ambiti per servizi si riduce da 23 mc/ab vigente a 22,7, comunque entro gli standard minimi di 18 mc per abitante.

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Variante V, Via Maggiolino – comparto artigianale

Integrazione dell’art. 2.3.5 Tessuto produttivo consolidato misto con l’individuazione del comparto relativo ad un’attività artigianale dismessa in cui viene consentita il recupero della volumetria esistente con la funzione residenziale.

PGT VIGENTE PGT VARIANTE

Le norme sono state integrate nel modo seguente. Nell’ambito contraddistinto con la sigla D (da rettificare con la lettera V), che comprende anche il sedime di un’attività artigianale ormai dismessa, si consente il recupero del volume esistente con la destinazione residenziale. Tale variante determina un incremento della popolazione potenzialmente insediabile di 12 unità. I dati sono riportati in dettaglio nella tabella seguente.

Modifica cambio destinazione d’uso da artigianale a residenziale

Numerazione mq mc abitanti (incremento) da tavola V - 600 4

Segue la descrizione e l’individuazione cartografica di ciascuna delle varianti.

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La tabella seguente illustra il giudizio sui possibili effetti ambientali delle diverse modifiche proposte viene espresso attraverso un’analisi puntuale sulle diverse componenti del quadro ambientale di riferimento e un’analisi di sintesi matriciale che raffronta le singole modifiche oggetto di valutazione con i seguenti elementi.

Elementi Variante V Note norme Uso del suolo Le modifiche introdotte non comportano effetti sul consumo di suolo. Paesaggio e beni Le modifiche introdotte non comportano alcun culturali effetto sulla qualità del paesaggio delle aree agro naturali boscate e agricole che mantengono la loro funzionalità produttiva e paesaggistica. Aree protette ed Le modifiche introdotte non comportano alcun ecosistemi effetto in grado di alterare le connessioni ecologiche. Rischio Le modifiche introdotte non comportano alcun idrogeologico e effetto sul livello di protezione del territorio dal radon rischio idrogeologico. Rischio idraulico e Le modifiche introdotte non comportano alcun acque superficiali effetto sul livello di protezione del territorio dal rischio idraulico adeguando studi e regolamento di polizia idraulica Qualità L-p Le modifiche introdotte non influiscono sulla dell’ambiente qualità dell’ambiente urbano ma migliorano la urbano possibilità di attuazione dell’ambito.

Considerazioni conclusive in merito incidenza della variante in relazione agli AE abitanti equivalenti

La rete fognaria comunale fa parte dell’agglomerato num. 1 individuato dall’ATO (Ambito Territoriale Ottimale) di Varese, connesso all’impianto di depurazione di (Codice AG 012090 01), di proprietà della “Tutela Ambientale dei torrenti Arno Rile Tenore SpA” e gestita dalla Prealpi servizi Srl. L’agglomerato num. 1 (AG01209001) comprende i comuni di Albizzate, , , Brunello, , , , Caronno Varesino, Carnago, , , Morazzone, Castronno, Cavaria, Fagnano , , , , Jerago, Lonate Pozzolo, Oggiona Santo Stefano, Samarate, , Sumirago, Vanzaghello, Magnago e l’Aeroporto di Malpensa. La dimensione totale dell’agglomerato in base al database ATO è pari a 373.123 AE e la potenzialità è di 450.000 AE. Sulla base delle stime del PGT verificando un decremento pari a 34 abitanti teorici, anche calcolando un analogo o superiore incremento nei comuni contermini (che comprendono anche città come Busto Arsizio, Gallarate, …) si raggiungerebbe verosimilmente un numero di AE al di sotto delle attuali potenzialità dell’impianto.

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Varianti X – Cartografia PUGSS

Si aggiorna la tavola contenuta nel Pugss 01 relativa agli agglomerati – aree servite e non servite da fognatura come illustrato nelle immagini seguenti.

PUGSS01 VIGENTE (2014)

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PUGSS01VARIANTE (2017) Figura 1 - Rete di smaltimento delle acque reflue (Fonte PUGSS01)

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La tabella seguente illustra il giudizio sui possibili effetti ambientali delle diverse modifiche proposte viene espresso attraverso un’analisi puntuale sulle diverse componenti del quadro ambientale di riferimento e un’analisi di sintesi matriciale che raffronta le singole modifiche oggetto di valutazione con i seguenti elementi.

Elementi Variante X Note PUGSS Uso del suolo Le modifiche introdotte non comportano effetti sul consumo di suolo. Paesaggio e beni Le modifiche introdotte non comportano alcun culturali effetto sulla qualità del paesaggio delle aree agro naturali boscate e agricole che mantengono la loro funzionalità produttiva e paesaggistica. Aree protette ed Le modifiche introdotte non comportano alcun ecosistemi effetto in grado di alterare le connessioni ecologiche. Rischio Le modifiche introdotte non comportano alcun idrogeologico e effetto sul livello di protezione del territorio dal radon rischio idrogeologico. Rischio idraulico e Le modifiche introdotte non comportano alcun acque superficiali effetto sul livello di protezione del territorio dal rischio idraulico adeguando studi e regolamento di polizia idraulica Qualità L-p Le modifiche introdotte non influiscono sulla dell’ambiente qualità dell’ambiente urbano ma descrivono in urbano modo più puntuale e preciso lo stato di fatto della rete di smaltimento e delle zone effettivamente servite

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Estratto norme tecniche del Documento di Piano vigenti con evidenziate le modifiche

Si riporta qui di seguito un estratto del testo normativo del Documento di Piano comprendente solo gli articoli che sono stati interessati dalla variante.

Vengono evidenziate in rosso le parti di nuova introduzione e barrate quelle eliminate

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3. DEFINIZIONI E INDICI

3.1 Definizione degli interventi edilizi

Gli interventi edilizi sono classificati e disciplinati dalla legislazione statale e regionale e dai regolamenti comunali vigenti, ai quali si fa espresso richiamo.

3.2. St = Superficie territoriale (mq.)

Per superficie territoriale si intende la superficie dell'area compresa all'interno del perimetro di un comparto soggetto a intervento indiretto mediante strumento urbanistico esecutivo. Comprende, oltre alla superficie fondiaria, la superficie necessaria alla realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria ed esclude le strade pubbliche esistenti alla data di adozione del Piano delle Regole, eventualmente ricadenti all'interno di detto perimetro.

3.3. Sf = Superficie fondiaria (mq.)

E’ la superficie delle aree destinate alla realizzazione degli interventi e costituisce pertinenza degli stessi, effettivamente utilizzabile ai fini dell’edificazione e che viene attuata a mezzo di intervento edilizio diretto; non comprende le aree destinate ad urbanizzazione primaria e secondaria. Nelle zone pubbliche la Sf è la superficie di effettiva pertinenza degli edifici o delle attrezzature, comprensiva degli spazi di parcheggio di uso pubblico.

3.4. Itm = Indice territoriale di zona (mc./mq.)

Esprime l'indice di zona, espresso in metri cubi di volume su metri quadrati di superficie territoriale: è l'indice da applicare alla superficie territoriale dell'ambito perimetrato per stabilire la capacità edificatoria ad esso riferita.

3.5. Utm = Indice di Utilizzazione territoriale (mq./mq.)

Esprime la superficie lorda di pavimento di zona ammessa per ogni metro quadrato di superficie territoriale.

3.6 lfm= Indice di fabbricabilità fondiaria (mc./mq.)

Esprime il volume costruibile per ogni unità di superficie fondiaria

3.7. Ufm = Indice di utilizzazione fondiaria (mq./mq.)

Esprime la superficie lorda di pavimento ammessa per ogni metro quadrato di superficie fondiaria.

3.8. lfM= Indice di fabbricabilità fondiaria massima (mc./mq.)

Esprime il volume massimo costruibile per ogni unità di superficie fondiaria.

3.9. lTM= Indice di fabbricabilità territoriale massima (mc./mq.)

Esprime il volume massimo costruibile per ogni unità di superficie territoriale.

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3.10. UfM = Indice di utilizzazione fondiaria massima (mq./mq.)

Esprime la superficie lorda di pavimento massima ammessa per ogni metro quadrato di superficie fondiaria.

3.11. Sc = Superficie coperta (mq.)

Per superficie coperta si intende la proiezione sul terreno delle parti edificate fuori terra, comprese quelle non considerate agli effetti del calcolo della SLP e compresi i fabbricati accessori (depositi, porticati, tettoie). Sono escluse dal calcolo della Sc le parti aggettanti aperte, sporgenti dal filo dei fabbricati, come balconi, gronde e simili, sempreché abbiano una profondità non superiore a m. 1,50. Negli insediamenti diversi da quelli abitativi, serbatoi ed impianti tecnologici all’aperto, nonché le scale di sicurezza aperte ma esterne all’edificio non concorrono al calcolo della superficie coperta. Gli aggetti, con sporgenza superiore a m. 1,50, vengono computati per intero.

3.12. Rc = Rapporto di copertura (%)

Rapporto massimo ammesso tra superficie coperta (Sc) e superficie fondiaria (Sf) espresso in percentuale

3.13. Sp = Superficie permeabile (mq)

Superficie che deve essere lasciata libera e scoperta anche da serbatoi ed impianti tecnologici, per consentire il drenaggio delle acque nel sottosuolo. La superficie drenante e scoperta dei fabbricati, da non adibire a posto macchina o deposito, dovrà essere conforme a quella stabilita dall’art. 3.2.3. del Regolamento di Igiene e gli autobloccanti in cemento tipo “prato armato” sono da considerarsi filtranti al 50 %, mentre gli autobloccanti in PVC sono da considerarsi filtranti al 100 %; è possibile inoltre considerare drenanti i manti in copertura vegetale delle solette dei piani interrati quando sia stato organizzato un sistema di convogliamento delle acque nel terreno naturale, utilizzando canali drenanti posti ad adeguata distanza dai manufatti al fine di garantire la salubrità del manufatto stesso In base all’art. 3.0.0 del Regolamento di Igiene è possibile, con l’ottenimento di una deroga dal parte del responsabile del Servizio n. 1, adottare delle soluzioni particolari che permettano il raggiungimento degli obiettivi prefissati in termini di permeabilità.

3.14. P = Rapporto di permeabilità (%)

Rapporto minimo ammesso tra superficie permeabile (Sp) e superficie fondiaria (Sf).

3.15. SLP = Superficie lorda di pavimento (mq.)

Per superficie lorda di pavimento si intende la somma della superficie lorda di tutti i piani dell'edificio: fuori terra, sottosuolo, sottotetto e soppalchi, misurata entro il profilo esterno delle pareti perimetrali. Per i fabbricati residenziali sono esclusi dal calcolo della SLP:

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a) spazi non interamente chiusi anche se coperti, manufatti quali logge, balconi, terrazzi coperti, altane, porticati; b) le autorimesse e gli spazi coperti a parcheggio fino alla concorrenza del minimo richiesto dalle presenti norme; c) le autorimesse interrate; d) le superfici degli ambienti sottostanti i tetti, con altezza media ponderale, calcolata ai sensi dell’art. 63 comma 6) della L.R. 12/2005, inferiore a m 2,00; e) le superfici strettamente necessarie alla collocazione degli impianti tecnologici, cioè i vani e gli spazi necessari a contenere le apparecchiature degli impianti idrici, delle centrali termiche, delle centrali di condizionamento dell'aria, delle centraline e dei contatori dell'energia elettrica o del gas, i locali macchine degli ascensori, i locali per la raccolta delle immondizie; f) per i soli edifici costituiti da più di una unità immobiliare :gli spazi destinati a deposito carrozzine, biciclette, compresi i relativi spazi d'accesso, ; le superfici dei vani scala e ascensore, calcolate in mezzeria dei muri in condivisione con le unità immobiliari o con altri vani comuni; g) i locali completamente interrati o seminterrati, qualora destinati a funzioni accessorie, quali locali tecnici, cantine, parcheggi, magazzini, depositi e locali di sgombero aventi altezza non superiore a m. 2,50; h) i volumi tecnici così come definiti nel successivo articolo 1.6.

vengono calcolati limitatamente al 60 %: 1. le autorimesse e gli spazi coperti a parcheggio eccedenti il minimo richiesto dalle presenti norme;

2. le superfici degli ambienti sottostanti i tetti con altezza media ponderale, calcolata ai sensi dell’art. 63 comma 6) della L.R. 12/2005, compresa tra m. 2,00 e m. 2,39.

Per gli insediamenti industriali e commerciali sono esclusi dal calcolo della SLP: a) gli spazi per gli impianti di depurazione, per gli impianti termici, per gli impianti elettrici i serbatoi e altri impianti tecnologici a stretto servizio dell'attività svolta; b) le superfici delle scale di sicurezza e degli impianti di sollevamento; c) gli spazi coperti a parcheggio fino alla concorrenza del minimo previsto dalle presenti norme; d) le superfici dei piani interrati o seminterrati adibiti a spazi di servizio magazzini e depositi che non comportino permanenza, ed aventi un’altezza inferiore a m. 2.50; e) le superfici di tettoie aggettanti di profondità non superiore a m. 2.00; vengono calcolati limitatamente al 60 %: 1. le superfici dei piani interrati o seminterrati aventi caratteristiche diverse da quelle indicate al presedente punto d);

2. le superfici di tettoie aventi caratteristiche diverse da quelle indicate al precedente punto e).

La modalità di calcolo della SLP sopra esposta deve essere utilizzata anche per la verifica della SLP dei fabbricati esistenti, ove questa risultasse necessaria ai fini dell'attuazione delle previsioni.

3.16. Snr = Superficie non residenziale (mq.)

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Superfici destinate a servizi ed accessori di pertinenza del singolo alloggio o dell'intero organismo abitativo, misurate al netto di murature, pilastri, tramezzi, sguinci e vani di porte e finestre, così come definite dal Decreto Ministeriale 10 maggio 1977, n. 801. Le superfici non residenziali riguardano: cantinole, soffitte, locali motore ascensore, cabine idriche, centrali termiche, lavatoi comuni, immondezzai ed altri locali a stretto servizio della residenza quali depositi per attrezzi, biciclette, carrozzine ecc, logge, balconi e terrazze, vano delle scale comuni comprensive dei pianerottoli di sbarco e vano ascensore misurato una sola volta in proiezione verticale, vani scale interni all'alloggio quando delimitati da pareti a tutta altezza, autorimesse singole o collettive coperte (comprensive degli spazi di manovra coperti) definite dalle delimitazioni perimetrali esterne con esclusione dei parcheggi scoperti e delle rampe di manovra scoperte, androni d'ingresso, porticati liberi salvo il caso in cui siano asserviti all'uso pubblico, spazi di distribuzione dei locali computati nella Snr.

3.17. Su = Superficie utile abitabile (mq.)

E' la superficie di pavimento degli alloggi, misurata al netto dei muri perimetrali e di quelli interni, dei pilastri, delle soglie di passaggio da un vano all'altro, degli sguinci di porte e finestre, e comprensiva di eventuali scale interne non delimitate da pareti a tutta altezza, così come definite dal Decreto Ministeriale 10 maggio 1977, n. 801.

3.18. V = Volume (mc.)

II volume delle costruzioni si ricava moltiplicando la SLP per l'altezza virtuale. Per tutti gli edifici tale altezza é convenzionalmente fissata nella misura di m. 3,00 quando l’altezza reale o la media della stessa non superi m. 3,99. In caso di altezze o medie di altezza superiori verrà conteggiata l’altezza reale. Eventuali soppalchi o aggetti intermedi non interrompono la misura delle altezze sopra definite. L’altezza viene definita misurando la distanza tra il piano di calpestio fino all’intradosso del piano superiore (in presenza di tetti a vista con orditura in travetti di legno tale misura è riferita al di sotto del travetto).

3.19. H = Altezza dei fabbricati (m.)

E' l'altezza stabilita per l'ingombro massimo in altezza dei fabbricati. Si determina misurando dalla quota di marciapiede (se pubblico o aperto al pubblico transito, e adiacente al fabbricato), o da quella naturale di campagna (in mancanza di marciapiede) fino all'intradosso del punto più alto della copertura e sull’elemento di maggiore altezza per ciascuna parte e su ogni lato della costruzione. Nel caso di fabbricati insistenti su terreni in pendio, l'altezza massima deve essere verificata per ciascun corpo di fabbrica con la verifica dell'altezza della verticale al punto più basso del terreno naturale a perimetro dell’edificio.

3.20. SV = Superficie di vendita (mq.)

Per superficie di vendita si intende l'area destinata all'esercizio dell'attività di vendita, comprensiva della superficie di esposizione o occupata da banchi, scaffalature ed altre attrezzature, con esclusione della superficie destinata a magazzini, depositi, locali di lavorazione, uffici e servizi.

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Nel caso di attività esclusiva di vendita di merci ingombranti, non immediatamente amovibili ed a consegna differita (ad es. mobilifici, autoconcessionarie, legnami, materiali edili) la SV è computata nella misura di 1/8 della SLP in base alla DGR n. 8/5054 del 04.07.2007.

3.21. U1 = Superficie per l'urbanizzazione primaria

Superficie della aree destinate ad opere di urbanizzazione primaria.

3.22. U2 = Superficie per l'urbanizzazione secondaria

Superficie della aree destinate ad opere di urbanizzazione secondaria.

3.23. Distanze

Le distanze si calcolano a partire dalla sagoma determinata dalla superficie coperta (Sc) e con il criterio del diametro del cerchio iscritto tra i punti più vicini da misurare.

3.23.1. Dc = Distanza minima del fabbricato dai confini di proprietà nonché dal confine di zona destinato a spazi pubblici o di uso pubblico (m.) Tale distanza corrisponde alla lunghezza del segmento minimo che congiunge l’edificio con il confine di riferimento. La distanza minima misurata in proiezione orizzontale del fabbricato dai confini di proprietà nonché dal confine di zona destinato a spazi pubblici o di uso pubblico, per gli interventi di nuova costruzione, deve essere minimo di metri 5,00 in modo che l’analogo distacco rispettato dall’edificazione sul lotto attiguo porti la distanza complessiva tra i due edifici a m. 10,00 (art. 9 D.M. 02.04.1968, n. 1444 e art. 17 Legge 06.08.1967, n. 765); La costruzione a confine è ammessa nei seguenti casi: a. qualora da atto convenzionale allegato alla richiesta del titolo abilitativi risulti convenzionata la possibilità dei confinanti di costruire in aderenza; b. si tratti di pertinenze e/o di costruzioni accessorie, ma nei limiti precisati all’art. 1.3.4. c. solo a copertura di fabbricati esistenti senza creazione di nuovi frontespizi Le costruzioni totalmente interrate, salvo il fronte d’accesso, non sono da computare al fine delle distanze tranne per quanto previsto dall’art. 1.3.4 delle presenti norme. Solo i confini delle aree-ambiti di trasformazione e delle aree-zone destinate a spazi pubblici o di uso pubblico (e non anche ogni altra delimitazione di ambito urbanistico) sono equiparati ai confini di proprietà ai fini delle distanze.

3.23.2. Df = Distanza minima tra fabbricati (m.)

Tale distanza si misura a partire dal limite esterno di ogni opera in elevazione e di ogni aggetto superiore a m 1,50, sulla perpendicolare tra le due pareti quando queste siano parallele, ovvero con il criterio radiale negli altri casi Le distanze minime tra le pareti di fabbricati prospicienti per le diverse zone omogenee sono stabilite dall'art. 9 del D.M. 02.04.1968, n. 1444. Nel centro storico per le operazioni di risanamento conservativo e per le eventuali ristrutturazioni, le distanze tra gli edifici non possono essere inferiori a quelle intercorrenti tra i volumi edificati preesistenti, computati senza tenere conto di costruzioni aggiuntive di epoca recente e prive di valore storico, artistico o ambientale. Nelle altre zone la distanza minima assoluta (Df) deve essere di m. 10,00 tra le pareti finestrate e pareti di edifici antistanti; tale norma si applica anche quando una sola parete è finestrata.

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Nel caso in cui il lotto attiguo risulti edificato con un edificio con pareti finestrate posto a distanza dal confine inferiore alla minima prescritta dal presente piano, chi edificherà successivamente all’entrata in vigore delle presenti norme dovrà tenere l’edificio ad una distanza minima di m. 10,00. Possono essere costruiti edifici, o parti di edifici, a distanze fra loro minori di m. 10,00 con un minimo di m. 6,00, solo nel caso in cui entrambe le pareti prospicienti non siano finestrate e previa convenzione registrata fra le proprietà. Le distanze minime di m. 10,00 tra edifici stabilite dal presente articolo e dalle disposizioni particolari di Zona, sono da applicarsi anche nel caso di edifici da realizzarsi su fondi della medesima proprietà. Le costruzioni accessorie quali autorimesse, ripostigli, serre o simili sono ammesse a confine sempreché siano distanti almeno m. 3,00 da ogni altro fabbricato o in aderenza all’edificio principale . In ogni caso, dovranno altresì rispettare le distanze dalle strade. Sono ammesse distanze inferiori a quelle indicate nei punti precedenti, nell’ambito di piani urbanistici esecutivi con previsioni planivolumetriche, purché venga assicurato il soleggiamento agli edifici stessi.

3.23.3. Ds = Distanza minima del fabbricato dalle strade (m.)

Tale distanza corrisponde alla lunghezza del segmento minimo che congiunge l’edificio con il confine della strada di riferimento Distanza minima tra l'edificio ed ogni opera fuori terra dal ciglio stradale ovvero da altro spazio aperto al pubblico transito. Lungo le strade destinate al traffico autoveicolare, gli edifici devono sorgere in arretramento dal ciglio stradale nelle seguenti misure: - 5,00 m. per strade di larghezza inferiore a 7 m. - 7,50 m. per strade di larghezza compresa tra 7 m. e 15 m. - 10,00 m. per strade di larghezza superiore a 15 m. La distanza dalla strada, potrà essere diminuita nei casi di allineamenti in atto chiaramente definiti (nel centro storico) e nei casi espressamente previsti da piani attuativi con previsioni planivolumetriche.

3.23.4. Deroghe alle distanze in materia dell’efficientamento energetico.

L’art. 11 del D.Lgs 30.05.2008, n. 115 in relazione all’efficientamento energetico prevede: -per le nuove costruzioni nel caso di verifica di una riduzione minima del 10 % dell’indice di prestazione energetica certificato con le modalità di cui al D.Lgs 192/2005, con riferimento alla sola parte eccedente i 30 cm. e fino ad un massimo di ulteriori 25 cm. per gli elementi verticali e di copertura è permesso derogare a quanto previsto dalle normative nazionali, regionali o dai regolamenti edilizi comunali in merito alle distanze minime tra edifici, distanze minime di protezione del nastro stradale, alle altezze massime degli edifici -per edifici esistenti nel caso di verifica di una riduzione minima del 10 % dell’indice di prestazione energetica certificato con le modalità di cui al D.Lgs 192/2005, è permesso derogare a quanto previsto dalle normative nazionali, regionali o dai regolamenti edilizi comunali in merito alle distanze minime tra edifici (nella misura massima di 20 cm.), alle distanze minime di protezione del nastro stradale (nella misura massima di 20 cm.), alle altezze massime degli edifici (nella misura massima di 25 cm.). La deroga può essere esercitata nella misura massima da entrambi gli edifici confinanti

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Sulla base di tali norme, tale deroga viene estesa anche alla verifica delle distanze dai confini applicando i valori di riferimento indicati in relazione alle nuove costruzioni o agli edifici esistenti.

3.24. Aree di pertinenza

In tutti i casi in cui si proceda ad interventi edilizi che incidono sui parametri di edificabilità (nuova costruzione, ampliamento), le aree fondiarie di pertinenza devono essere assoggettate a specifico vincolo di asservimento agli indici di utilizzazione edilizia, applicabili al momento della concretizzazione dell'efficacia del relativo procedimento.

Per l’assoggettamento delle aree fondiarie a specifico vincolo di asservimento il concessionario, mediante scrittura privata da registrare, deve individuare le aree che si considerano di pertinenza dell'edificio, vincolandole allo scopo di impedirne successivi impieghi ai fini del computo della capacità edificatoria. Tali aree sono assoggettate a specifico vincolo di asservimento, da costituirsi a mezzo di atto soggetto a registrazione, a cura e spese del proprietario o degli eventuali aventi titolo a conclusione dei lavori. Il vincolo di asservimento permane con il permanere degli edifici, anche se oggetto di un frazionamento ovvero di una alienazione, anche parziale, dell'area. L'area asservita ai fini del calcolo della edificabilità consentita non può essere considerata libera ai fini dell’ottenimento di un successivo titolo abilitativo edilizio. L'atto di vincolo deve indicare gli estremi catastali dell'area base di calcolo dell’edificabilità, la sua estensione espressa in metri quadrati, la superficie lorda di pavimento utilizzata, il relativo indice di densità di Piano riferito all'intera area fondiaria di pertinenza. In assenza di specifico atto di vincolo, l’area asservita di un edificio esistente si determina dividendo il volume esistente ( calcolato vuoto per pieno per la parte fuori terra ) per l’indice di edificabilità vigente all’epoca del rilascio del titolo abilitativo, salvo quanto precisato al comma successivo: - per le nuove costruzioni e gli ampliamenti operano gli indici e i parametri edilizi del relativo Tessuto secondo il presente piano;

- per le costruzioni esistenti prima dell’entrata in vigore della Legge 765/1967, può essere assunta, come area di pertinenza dell’edificio, quella corrispondente all’estensione del terreno necessaria, in base all’applicazione dell’indice di 1,0 mc./mq. per gli edifici residenziali o dell’indice di copertura di 1/3 per gli edifici con altra destinazione, a generare la volumetria insediata.

- per le costruzioni esistenti realizzate dopo l’entrata in vigore della Legge 6 agosto 1967, n. 765, operano gli indici di fabbricabilità previsti al momento del rilascio del titolo abilitativo edilizio.

3.25. Altre definizioni

Androni e vestiboli Ambienti di disimpegno ed ingresso, situati al piano terra degli immobili, aventi o due lati aperti o un lato aperto ed uno collegato direttamente al corpo scale ed agli impianti di sollevamento.

Ballatoio

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Struttura orizzontale, aperta almeno su un lato, sorretta da mensole o a sbalzo sporgente dalle delimitazioni perimetrali esterne, ad uso di disimpegno e comunicazione tra il corpo di distribuzione verticale e le unità immobiliari o parte di esse.

ciglio stradale (Decreto Ministeriale 1° aprile 1968 Numero 1404)

Si definisce ciglio della strada la linea di limite della sede o piattaforma stradale comprendente tutte le sedi viabili, sia veicolari che pedonali, ivi incluse le banchine od altre strutture laterali alle predette sedi quando queste siano transitabili, nonché le strutture di delimitazione non transitabili (parapetti, arginelle e simili).

Delimitazioni perimetrali esterne Sono costituite dalle pareti esterne opache di qualsiasi materiale, dalle pareti esterne trasparenti e dai serramenti che racchiudono il volume dell'edificio.

Edifìcio Complesso di unità immobiliari strutturalmente organizzate.

Edificio esistente Ai soli fini dell’applicazione del PdR si intende esistente un edificio che si trova in almeno una delle seguenti condizioni: - costruzione fisicamente esistente prima del 01.09.1967; - costruzione per la quale è stato emanato regolare provvedimento abilitativo. La consistenza dell’edificio esistente potrà essere verificata con ogni elemento disponibile (progetti approvati, schede catastali, fotografie, e simili). Di conseguenza non sarà possibile applicare i parametri urbanistici ed ogni norma sugli edifici esistenti a situazioni diverse da quanto stabilito dal precedente capoverso; in particolare tali norme non potranno applicarsi nei seguenti casi: - edifici o parti di edifici un tempo esistenti e successivamente demoliti o crollati; - edifici o parte di edifici regolarmente autorizzati e non realizzati, - edifici costruiti in violazione delle norme urbanistiche. Relativamente agli edifici in condizioni di fatiscenza e/o ai ruderi, l’edificio è considerato esistente nel caso in cui, di fatto, le murature siano presenti su tutti i lati (copertura ed aggetti esclusi).

Linea di colmo E' la retta orizzontale generata dall'intersezione dei piani inclinati opposti costituiti dalle falde o generata dall'intersezione superiore tra piani verticali e falda.

Linea di gronda E' la retta orizzontale posta al livello inferiore dei piani inclinati costituiti dalle falde. E' determinata dall'intersezione dei piani inclinati con l'estradosso del piano orizzontale di copertura

Loggia E' uno spazio aperto integrato al piano di un edificio, posto ad un livello superiore al piano terra caratterizzato da pilastri ed aperto almeno su due lati.

Piano di campagna o quota zero Corrisponde alla quota naturale del terreno. In caso di terreno che in ragione della sua conformazione orografica necessiti di un rimodellamento, corrisponde alla quota di terreno sistemato se preventivamente assentito su conforme parere della Commissione del Paesaggio.

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Qualora il fabbricato sia in fregio a strada, corrisponde alla quota del marciapiede o, dove questo non esiste, con la quota stradale finita.

Piano interrato E' il piano avente quota di pavimento finito e quota della soletta di copertura misurata all'estradosso inferiori alla quota del piano di campagna.

Piano seminterrato E' il piano avente quota di pavimento finito inferiore alla quota del piano di campagna e la quota dell'estradosso della soletta di copertura superiore alla quota del piano di campagna per un massimo di m. 1.50.

Piano sottotetto E' lo spazio compreso tra l'ultimo solaio delimitante l'ultimo piano abitabile o praticabile ed il solaio inclinato di falda che sorregge il manto di copertura.

Piano terra o terreno Corrisponde al primo piano fuori terra del fabbricato, posto al livello del piano di campagna o con quota del pavimento, misurata dal piano di campagna, inferiore o uguale a 20 cm.

Portico E' uno spazio posto al piano terra di un edificio con almeno due lati aperti e/o eventualmente sostenuto da pilastri; può essere sormontato da terrazzo, da copertura o edificio pieno.

Soppalco E' un ripiano intermedio all'interno di spazi primari avente almeno un lato non delimitato da pareti a tutta altezza.

Spazi residenziali accessori Sono locali integrativi ai locali di abitazione, caratterizzati da una permanenza di tipo saltuario e destinati ad esempio a sala da gioco, studio, sala di lettura e assimilabili (sottotetti accessibili, verande, tavernette, ecc..).

Spazi residenziali primari e di servizio Sono locali di abitazione caratterizzati da una permanenza di tipo continuativo e destinati ad esempio a camera da letto, sala, soggiorno, pranzo, cucina, spazi di cottura, stanze da bagno, servizi igienici, spogliatoi, guardaroba, corridoi di distribuzione.

Sporti aggettanti aperti Strutture orizzontali o inclinate sporgenti dalle delimitazioni perimetrali esterne quali balconi, pensiline, gronde e cornicioni.

Strutture temporanee stagionali (tensostrutture, palloni presso statici, e simili ) Sono da considerare manufatti precari c.d. dehors, strutture temporanee stagionali, assimilabili per dimensioni e caratteristiche funzionali a dei manufatti edilizi, ma destinate ad un uso limitato nel tempo, e volte a soddisfare le esigenze delle attività terziario – commerciali, ricreative e sportive, nell’arco temporale della loro durata. Tali manufatti devono avere carattere di precarietà dal punto di vista temporale, nel senso che la loro presenza sul territorio deve essere limitata nel tempo, di durata non superiore ai 5 mesi e rinnovabile ogni anno.

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Le strutture di cui sopra sono ammesse con osservanza del Codice Civile; sono soggette a contributo concessorio oneroso, limitato ad 1/3 degli oneri di urbanizzazione, da corrispondere in occasione del rilascio di titolo abilitativo e di ogni suo rinnovo.

Tettoia E' un corpo aggettante o sostenuto da pilastri che definiscono uno spazio mediante semplice copertura, aperto almeno su due lati.

Elementi ornamentali Sono considerati elementi ornamentali (esempio statue, fioriere, fontane, barbecue, pergolati, gazebo ) i manufatti avente natura ornamentale posati in giardini, cortili, terrazzi, realizzati materiali purché non stabilmente infissi al suolo e senza copertura Per i pergolati ed i gazebo devono essere soddisfatte le distanze dai confini previste dal Codice Civile. Gli elementi ornamentali e di arredo sono soggetti a comunicazione di inizio lavori senza alcun titolo abilitativo.

Piscine Le piscine scoperte pertinenziali ai fabbricati residenziali, ricettivi alberghieri e socio assistenziali, possono essere realizzate in ogni tessuto, nel limite di 60 mq. di superficie, mentre sono vietate negli ambiti agricoli e boschivi (ad esclusione dei lotti ove insiste l’attività agrituristica). La distanza minima da rispettare dai confini di fondi confinanti non deve essere inferiore a m. 2,00. Le piscine coperte non sono considerate costruzioni pertinenziali o accessori. Nel caso in cui la piscina sia coeva alla realizzazione dell’edificio principale o realizzata nei successivi dieci anni, il contributo deve essere calcolato considerando tutti i manufatti in corso di realizzazione o esistenti.

Sagoma La sagoma geometrica di una costruzione corrisponde al profilo esterno dell’insieme (copertura e pareti esterne, senza aggetti scoperti).

Tipologia edilizia Riguarda la classificazione di edifici o raggruppamenti di edifici secondo le loro omogenee caratteristiche distributive, organizzative e funzionali; le tipologie edilizie si distinguono in:  edifici isolati: edifici a villa, villino, a stella, a nastro, a gradoni, ecc. che siano comunque accorpati, con distacco dai confini e dalle strade;

 edifici abbinati: edifici costruiti in adiacenza, con un lato in comune sul confine di proprietà, senza formare frontespizi nudi;

 edifici a schiera: edifici costituiti da più unità, perlopiù unifamiliari, uguali o simili, ripetuti con o senza suddivisione tra le aree in proprietà distinte;

 edifici a cortina: edifici posti lungo il perimetro di uno o più lotti, senza interruzioni o distacchi superiori ai 10,00 m. e che in taluni casi racchiudono spazi formanti cortili.

Volume tecnico Devono intendersi per volumi tecnici, vedi Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici n. 2474 del 31.01.1973, ai fini della esclusione dal calcolo della slp ammissibile, i volumi strettamente necessari a contenere ed a consentire l’accesso di quelle parti degli impianti tecnici( idrico, termico, elevatorio, televisivo, di parafulmine, di ventilazione, ecc) che non

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possono per esigenze tecniche di funzionalità degli impianti stessi, trovare luogo entro il corpo dell’edificio realizzabile nei limiti imposti dalla normativa urbanistica. Ai soli fini di cui alla Legge Regionale 39/2004, art.4 comma 4, le serre bioclimatiche e le logge addossate o integrate all'edificio, opportunamente chiuse e trasformate per essere utilizzate come serre rientrano nella casistica dei “volumi tecnici”, non computabili ai fini volumetrici, se sono congiuntamente rispettati i seguenti criteri: a) La superficie netta in pianta della serra bioclimatica o della porzione di serra sia inferiore o uguale al 15% della superficie utile di ciascun subalterno a cui è collegata; la possibilità di realizzare una serra bioclimatica o una loggia addossata o integrata all’edificio, di superficie maggiore a quella sopra indicata, è ammessa solo qualora l’ampliamento relativo alla superficie che eccede il suddetto limite sia consentito dallo strumento urbanistico locale, fatto salvo il versamento, per la sola parte eccedente, degli oneri di urbanizzazione e dei contributi previsti dalle norme edilizie vigenti; b) La serra consenta una riduzione, documentata nella relazione tecnica di cui all’Allegato B della DGR VIII/5018 e s.m.i., pari ad almeno il 10% del fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione invernale o il riscaldamento di ciascun subalterno a cui è collegata; tale riduzione non è richiesta qualora la realizzazione della serra bioclimatica avvenga nell’ambito di un intervento di ristrutturazione edilizia che coinvolga più del 25% della superficie disperdente dell’intero edificio a cui è addossata o integrata e siano, di conseguenza, rispettati i requisiti di cui al punto 7 della dgr 8745/2008. c) La serra sia provvista di opportune schermature e/o dispositivi mobili e rimovibili ed apposite aperture per evitarne il surriscaldamento estivo; d) La serra non deve essere dotata di impianto di riscaldamento né di raffrescamento; e) La superficie disperdente della serra sia costituita per almeno il 50 % da elementi trasparenti.

serre bioclimatiche

Rientrano in tale classificazione le serre bioclimatiche e le logge addossate o integrate all’edificio, opportunamente chiuse e trasformate per essere utilizzate come serre per lo sfruttamento dell’energia solare passiva, progettate in modo da integrarsi nell’organismo edilizio nuovo o esistente e che dimostrino, attraverso i necessari calcoli energetici, la loro funzione di riduzione dei consumi di combustibile per riscaldamento invernale, attraverso lo sfruttamento passivo e attivo dell’energia solare o la funzione di spazio intermedio.

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Ambito AT11

Identificazione collocazione e descrizione dell’intervento

Comparto posto lungo la piazza Rodari, ai margini del centro storico di Caronno Varesino.

Il comparto è stato precedentemente interessato da un Piano per l’Edilizia Economica Popolare, alla fine degli anni ’90.

Obiettivi dell’intervento sono la sistemazione e l’acquisizione dell’area a parcheggio prospiciente la via F.lli Rosselli e la sistemazione a parco dell’area pubblica adiacente l’Ambito di Trasformazione, con realizzazione di ulteriori aree a parcheggio.

Compatibilità con il PTCP Non si segnalano incogruenze Compatibilità con il PIF Non ricade in zona boscata Compatibilità con vincoli Non si segnalano incongruenze Classificazione geologica e sismica IIa- IIIb- Z4c Superficie territoriale (St) 11.700 mq. Dotazione edificatoria del comparto 500 mq. di SLP con destinazione commerciale e terziaria, 5.500 mc. con

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destinazione residenziale

Attrezzature pubbliche o di uso pubblico 1.500 mq. da destinare a parcheggio pubblico o ad uso pubblico Aree per infrastrutture viarie 0,00 N° abitanti insediabili 37 H 12 10,50 m. RC rapporto di copertura 50 % Destinazione d’uso principale T – attività terziarie C - attività commerciali con esclusione delle attività C2- C3 - C4 - C5 R - residenziale Destinazioni d’uso non ammesse Tutte le altre

Prescrizioni e Indicazioni

. Per gli aspetti paesistici si rimanda a quanto previsto nella tavola PdR 03 - “Carta della sensibilità paesistica” e quanto indicato nelle NTA del PdR all’art 2.11. ”Norme di valenza paesistica” e all’art. 1.5 - “Esame dell’impatto paesistico dei progetti”.

. Per gli aspetti ambientali quanto previsto nella tavola PdR 04 - “Individuazione aree soggette a specifico vincolo di tutela paesaggistica (artt. 136-142 D.Lgs. 42/2004)”

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e quanto indicato nelle NTA del PdR all’art 2.1. “Quadro vincolistico esistente”.

. Il progetto dovrà cercare di limitare l’impermeabilizzazione del suolo e concentrare l’edificazione nella parte a sud del comparto in continuità con l’edificazione esistente lungo la strada a salvaguardia del nucleo di antica formazione di mantenendo le aree a verde a nord del comparto”.

. Obiettivi dell’intervento sono la sistemazione e l’acquisizione dell’area a parcheggio prospiciente la via F.lli Rosselli e la compartecipazione nella sistemazione a parco dell’area pubblica adiacente l’ambito di trasformazione, e la realizzazione di ulteriori aree a parcheggio.

. L’area ricade all’interno della fascia di pertinenza acustica stradale individuata ai sensi del D.P.R. n. 142/2004; di conseguenza vige l’obbligo prescritto dall’art. 8 della L. 447/1995 e dall’art. 5 della L.R. 13/2001 di presentazione di idonea documentazione di previsione di clima acustico relativo alla realizzazione di nuovi edifici residenziali.

. Il progetto dovrà essere corredato di un adeguato studio sui flussi di traffico.

. Per le piantumazioni si raccomanda l’utilizzo di elementi vegetali autoctoni, evitando in ogni caso l’utilizzo di specie di cui alla “Lista nera delle specie alloctone vegetali oggetto di monitoraggio, contenimento ed eradicazione” (Allegato E della DGR 24.07.2008 n. 8/7736)

. Prescrizioni delle classi geologiche IIa e IIIb

Sottoclasse IIa (aree a morfologia da subpianeggiante a debolmente ondulata con possibili fenomeni di drenaggio difficoltoso/ristagno idrico nelle aree depresse) Aree favorevoli allo sviluppo urbanistico. Nello specifico in via di minima dovranno essere verificati: - caratteristiche litologiche delle unità presenti in loco fino a profondità rappresentativa;

- capacità portante e cedimenti indotti;

- presenza di acque sotterranee, anche a carattere temporaneo e valutazione delle possibili interferenze con i piani di posa delle fondazioni;

- eventuale presenza di rimaneggiamenti antropici pregressi e caratterizzazione dei materiali presenti;

- grado di stabilità dei fronti di scavo con riguardo anche alle costruzioni adiacenti,

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sia in corso d’opera che a fine lavori;

- modalità di intercettazione delle acque chiare e di prima pioggia;

- eventuali interferenze con aree acclivi adiacenti;

In fase progettuale andranno rispettate le seguenti prescrizioni: - predisposizione di presidi per la sicurezza delle maestranze in relazione agli esiti della valutazione della stabilità dei fronti di scavo e in relazione alla profondità degli stessi;

- evitare accumulo di acqua sul fondo di scavi aperti;

- asportazione del suolo e più in generale dei livelli a caratteristiche meccaniche più scadenti o visibilmente non addensati;

- verifica, in fase esecutiva, dello spessore dei livelli suddetti ed eventuale miglioramento delle caratteristiche del piano di posa delle fondazioni;

- predisposizione di accorgimenti per l'intercettazione o la regimazione e l'allontanamento delle acque piovane o di corrivazione soprattutto in prossimità di aree acclivi avendo cura di evitare l’insorgenza sulle stesse di episodi di erosione in forma concentrata o diffusa e loro smaltimento nella rete fognaria esistente;

- allacciamento degli insediamenti di nuova realizzazione sia produttivi che residenziali alla rete fognaria esistente.

Sottoclasse IIIb (aree con fenomeni anche potenziali di drenaggio difficoltoso e/o ritardato o ristagno idrico anche prolungato, tendenza alla concentrazione di acque meteoriche; possibile presenza di falda locale a debole soggiacenza) Parere geologico tecnico sull'edificazione favorevole condizionata all'esecuzione di indagini/studi di approfondimento. In via di minima dovranno essere verificate: - assetto morfologico con definizione di dettaglio del quadro planoaltimetrico delle aree oggetto di intervento e delle aree adiacenti;

- ricostruzione di dettaglio delle direttrici di deflusso delle acque superficiali e presenza di acque sotterranee, anche a carattere temporaneo, ricostruzione delle modalità di circolazione delle stesse con particolare attenzione all’entità delle escursioni della falda ed interferenze con le opere;

- caratteristiche litologiche delle unità presenti in loco fino a profondità rappresentativa;

- capacità portante e cedimenti indotti;

- eventuale presenza di interventi di scavo e ritombamento pregressi e caratterizzazione dei materiali presenti;

- stabilità dei fronti di scavo, con riguardo anche alle aree adiacenti, sia in corso

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d’opera che a fine lavori, anche in relazioni a possibili infiltrazioni di acqua;

- modalità di governo delle acque di pioggia e/o di corrivazione.

In fase progettuale andranno rispettate le seguenti prescrizioni minime: - adozione di adeguati presidi di contenimento per la sicurezza delle maestranze in relazione agli esiti della verifica della stabilità dei fronti di scavo;

- predisposizione di opere per la regimazione delle acque meteoriche e conformazione morfologica finale dei siti al fine di favorirne l’allontanamento avendo cura di evitare l'innesco di fenomeni erosivi e destabilizzanti nelle aree acclivi adiacenti;

- in condizioni di acqua poco profonda impermeabilizzazione delle murature perimetrali di moduli interrati/seminterrati e predisposizione di adeguati sistemi di drenaggio delle acque sotterranee;

- limitazione delle superfici impermeabilizzate alle sole aree di bordo edificio e viabilità di accesso; da limitare ogni variazione consistente dell'uso del suolo;

 obbligo per gli insediamenti civili e/o produttivi di nuova realizzazione in ambito urbano/periurbano di allacciamento alla rete fognaria esistente sia per le acque nere che per lo smaltimento delle acque chiare e di prima pioggia.

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norme tecniche del Piano delle Regole vigenti con evidenziate le modifiche

Si riporta qui di seguito un estratto del testo normativo del Piano delle regole comprendente solo gli articoli che sono stati interessati dalla variante.

Vengono evidenziate in rosso le parti di nuova introduzione e barrate quelle eliminate

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3. DEFINIZIONI E INDICI

. 1 - DISPOSIZIONI GENERALI

1.1. CONTENUTI, FINALITÀ ED EFFETTI DEL PIANO DELLE REGOLE E RELAZIONI TRA IL PIANO DELLE REGOLE E GLI ALTRI ATTI DEL PGT

Il Piano delle Regole è il terzo degli atti costituenti il PGT e rappresenta lo strumento di controllo e di disciplina della qualità urbana e territoriale, ha valore prescrittivo e produce effetti diretti sul regime giuridico dei suoli, ha validità indeterminata e quindi è sempre modificabile. Il PdR disciplina l’intero territorio comunale, fatta eccezione per le aree comprese negli Ambiti di Trasformazione, dove le previsioni fatte dal Documento di Piano, diventano efficaci solo tramite l’approvazione di Piani Attuativi e/o atti di programmazione negoziata. Il Piano delle Regole riguarda sia le parti del territorio urbanizzato, dove il tessuto urbano si è consolidato e necessita di interventi conservativi, integrativi o sostitutivi, compresi quelli di nuova edificazione nei lotti interclusi e nelle aree di completamento, sia le parti del territorio non urbanizzate e non urbanizzabili perché destinate all'agricoltura o perché non suscettibili di trasformazione urbanistica. Il Piano delle Regole rimanda agli altri atti del PGT (Documento di Piano e Piano dei Servizi) per gli aspetti non disciplinati e/o non ritenibili di competenza; in particolare il Piano delle Regole non disciplina: . gli Ambiti di Trasformazione che sono previsti dal Documento di Piano e attuati con strumenti preventivi; . i servizi pubblici, di interesse pubblico o generale che sono normati nel Piano dei Servizi e attuati con progetti esecutivi delle opere pubbliche. Le definizioni riguardanti i “Parametri e indici per l’edificazione” e la “Classificazione delle destinazioni d’uso” nonché la “Disciplina delle destinazioni d’uso” riportate nelle norme tecniche del Documento di Piano sono integralmente recepite dalle presenti norme tecniche.

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1.2. STRUMENTI DI ATTUAZIONE DEL PIANO DELLE REGOLE

Il Piano delle Regole si attua tramite: - Permesso di Costruire, D.I.A., S.C.I.A. e C.I.A. secondo quanto stabilito dalla legislazione nazionale e regionale; - Permesso di Costruire convenzionato, secondo quanto previsto nelle presenti norme e disposto dalla L.R. 12/2005, art. 10, comma 2; - Piani Attuativi di iniziativa pubblica o privata, prescritti dal Piano; - Programmi Integrati di Intervento ai sensi degli artt. 87 a 93 della L.R. 12/2005. Gli interventi che richiedono la modificazione di destinazioni d’uso e/o l’incremento di SLP, determinano la necessità di conguaglio di aree per servizi ed attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale, nella misura prevista nel successivo art. 1.3.7.6. A tal fine detti interventi sono assoggettati a Permesso di Costruire convenzionato, e cioè a Permesso di Costruire subordinato alla stipulazione di una convenzione approvata e sottoscritta dal dirigente competente (per cui non è richiesto il voto degli organi politici comunali) ovvero alla sottoscrizione di un impegno da parte del richiedente. In detti atti convenzionali, da registrarsi e trascrivere in favore del Comune, saranno precisati lo schema planivolumetrico, gli oneri di urbanizzazione, e l’entità dell’onere monetizzato sostitutivo della cessione di aree per il soddisfacimento dei servizi e delle attrezzature pubbliche o di interesse pubblico. Per garantire la salvaguardia ambientale e per indirizzare le azioni idonee a riportare le condizioni di inquinamento acustico al di sotto dei limiti di norma gli interventi devono rispettare quanto contenuto nel Piano di Zonizzazione Acustica comunale.

1.2.1. Attuazione tramite Piani Attuativi

Sono interventi indiretti quelli subordinati all’approvazione di Piani Attuativi, d’iniziativa privata, come previsti dalla legislazione statale e regionale e dal PGT. La pianificazione esecutiva, dovrà prevedere: a) la cessione gratuita, entro termini prestabiliti, delle aree necessarie per le opere d’urbanizzazione primaria; b) la cessione gratuita, entro termini prestabiliti, delle aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale se prevista dalle presenti norme; c) la monetizzazione dove consentita; d) le ulteriori previsioni di cui alle presenti norme, in particolare indicate in riferimento agli ambiti di riqualificazione ed agli ambiti soggetti a pianificazione attuativa. Ove non diversamente specificato, si applicano ai Piani Attuativi gli indici ed i parametri dettati per l'ambito nel quale ricadono. Per i comparti di Piano Attuativo non specificamente individuati dal presente Piano delle Regole, è ammessa, in alternativa alla cessione delle aree per la realizzazione delle urbanizzazioni secondarie all'interno del Piano Attuativo, la cessione di altre aree individuate all'interno del Piano dei Servizi, oppure la corresponsione di una somma commisurata al valore economico delle aree da acquisire.

1.2.2. Attuazione tramite Programmi Integrati di Intervento

In attuazione dei contenuti del Documento di Piano, soggetti pubblici e privati, singolarmente o riuniti in consorzio o associati tra loro, possono presentare al Comune proposte di programmazione integrata. La documentazione minima da presentare a corredo della proposta è indicata nella circolare approvata con Deliberazione della G.R. del 9 luglio 1999, n. VI/44161

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(Adempimenti previsti dall’articolo 7, comma 3, della L.R. 12 aprile 1999, n. 9 “Disciplina dei Programmi Integrati di Intervento” – Approvazione circolare esplicativa). La disciplina concernente i Programmi Integrati di Intervento è contenuta nel capo I – dall’art. 87 all’art. 93 – della L.R. 12/2005.

1.2.3. Esame dell'impatto paesistico dei progetti

Come previsto nella IV parte “Esame paesistico dei progetti” delle norme paesaggistiche del PTPR, in tutto il territorio comunale, i progetti che incidono sull'esteriore aspetto dei luoghi e degli edifici, sono soggetti a esame sotto il profilo del loro inserimento nel contesto, ivi compresi i Piani Attuativi, i cui provvedimenti di approvazione devono essere preceduti dall'esame di impatto paesistico. Ai fini dell'esame di cui al primo comma la carta della sensibilità paesistica definisce il grado di sensibilità del sito per l'intero territorio comunale. Il grado d’incidenza del progetto e la valutazione dell'impatto paesistico sono determinati dal progettista sulla base delle disposizioni del Piano Territoriale Paesistico Regionale.

1.2.4. Criterio della perequazione per comparti

In base a quanto previsto dall’art. 11 della L.R. 12/2005 il Documento di Piano ha definito il seguente criterio: negli Ambiti di Trasformazione, nonché negli Ambiti di Completamento, vengono ripartiti tra tutti i proprietari degli immobili interessati dagli interventi, i diritti edificatori e gli oneri derivanti dalla dotazione di aree per opere di urbanizzazione, mediante l’attribuzione di un identico indice di edificabilità territoriale. Ai fini della realizzazione della volumetria complessiva derivante da tale indice di edificabilità, vengono individuate le aree ove dovrà essere concentrata l’edificazione e le aree da cedersi gratuitamente al Comune o da asservirsi per la realizzazione di servizi ed infrastrutture. Negli elaborati grafici e nelle schede di dettaglio vengono indicate in quale delle suddette aree o parti di esse dovrà essere realizzata la volumetria consentita e di conseguenza quali saranno le residue aree che dovranno essere cedute gratuitamente al Comune per la realizzazione dei servizi. L’utilizzo dei volumi trasferiti e la cessione delle aree destinate a servizi avverrà mediante sottoscrizione di atto notarile da registrarsi e poi da annotare nel Registro dei Diritti edificatori comunale

1.2.5. Criterio della compensazione

Le aree destinate dal Piano dei Servizi per la realizzazione degli interventi d’interesse pubblico o generale, gravate da vincolo espropriativo, a seguito richiesta della proprietà, possono essere dotate, dalla Amministrazione Comunale, di diritti edificatori, liberamente commerciabili e trasferibili su aree edificabili previste dal PGT, a compensazione della loro cessione gratuita al Comune. Possono inoltre essere oggetto di compensazione le cessioni gratuite fatte alla Amministrazione Comunale da parte di soggetti attuatori degli interventi riconoscibili per l’applicazione del criterio di premialità. L’utilizzo dei volumi trasferiti su aree edificabili non potrà determinare il superamento della capacità edificatoria assegnata dal PGT per tali ambiti. L’utilizzazione dei volumi assegnati che verranno trasferiti su altre aree edificabili del territorio e la conseguente cessione alla Amministrazione Comunale delle aree destinate ai

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servizi, avverrà mediante atto notarile da registrarsi e poi annotare nel Registro dei Diritti edificatori comunale, o comunque con le procedure vigenti al momento dell’accordo. Determinazione delle grandezze dei crediti compensativi ottenibili dal proprietario a fronte dell’assunzione delle obbligazioni di cessione previste. Il diritto edificatorio assegnato non potrà superare il valore dello 0,60 mc./mq. e dovrà tenere conto del volume dell’eventuale fabbricato insistente sulle aree suddette, calcolato vuoto per pieno fuori terra copertura compresa; verranno stabiliti in un Regolamento comunale, in base alle tipologie dei terreni interessati, i criteri e i parametri di riferimento per la determinazione dei valori assegnabili. Fino all’approvazione di tale Regolamento il valore assegnabile per metro quadro oggetto di cessione al Comune viene così stabilito: - le aree che il Piano dei Servizi ha previsto come necessarie per integrare la dotazione dei parcheggi comunali verranno compensate con 0,50 mc./mq.; - le aree che il Piano dei Servizi ha previsto come necessarie per integrare la dotazione di aree verdi, a parco per il verde gioco e sport verranno compensate con 0,20 mc./mq.; - le aree che il Piano dei Servizi ha previsto come necessarie per integrare la dotazione delle attrezzature pubbliche verranno compensate con 0,60 mc./mq.

1.2.6. Registro dei Diritti edificatori

Come previsto dal comma 4 dell’art. 11 dalla L.R. 12/2005 l’Amministrazione Comunale istituirà il Registro delle cessioni dei Diritti edificatori che dovrà essere sempre aggiornato e reso pubblico, mediante annotazione degli atti sottoscritti. Alla richiesta del titolo abilitativo per ogni intervento si dovrà dimostrare la titolarità dei diritti edificatori per cui si chiede l’edificazione. Alla richiesta di titolo abilitativo l’Amministrazione Comunale registra: . le pertinenze fondiarie dell’edificio su apposito Registro delle Aree; . i diritti edificatori utilizzati su apposito Registro dei Diritti edificatori; . le aree divenute prive di diritti edificatori per avvenuta cessione degli stessi. Solo in caso di decadenza del titolo abilitativo non utilizzato, la pertinenza territoriale ed i diritti edificatori tornano ad essere utilizzabili.

1.2.7. Criterio dell’incentivazione

Gli interventi che presenteranno, in fase di progetto, la proposta di introdurre operazioni di riqualificazione urbanistica, ambientale o edilizia che offrano maggiori benefici pubblici rispetto a quelli dovuti e coerenti con gli obiettivi fissati, potranno usufruire di un incremento volumetrico o di SLP fino ad un massimo del 15 %, ma nei limiti dell’indice massimo prescritto o della percentuale di incremento volumetrico o di SLP ammessa dal Piano. I criteri prevedono la seguente modalità di articolazione del riconoscimento dell’incentivazione, in relazione agli obiettivi conseguibili: a) Per gli interventi finalizzati al contenimento del consumo energetico, impiego di fonti di energia rinnovabile oltre gli obblighi di legge, interventi di edilizia bio-climatica si attribuisce un incremento fino al 5 % per interventi che assicurano una copertura del fabbisogno energetico superiore almeno del 20 % dei valori limite richiesti dalle norme vigenti in materia; b) Per gli interventi che prevedono la realizzazione d’opere di riqualificazione paesistica e/o ambientale, quali la connessione delle aree verdi interne all’abitato, la riqualificazione delle aree verdi nell’ambiente agricolo e naturale mediante filari, siepi, macchie boscate, o la valorizzazione e recupero di tracciati storici e/o naturalistici e del reticolo idrico minore, può essere ammesso un incremento fino al 10 %. L’accettazione della tipologia di riqualificazione paesaggistica e/o ambientale è delegata alla Giunta comunale.

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La definizione della quantità premiale di volume o di superficie lorda di pavimento viene definita attraverso la determinazione del costo delle opere che in eccedenza agli obblighi di legge o a quanto stabilito dal PGT per ciascun ambito, vengono proposte dall’attuatore privato. La determinazione del costo dell’intervento deve essere effettuata utilizzando il listino prezzi del Bollettino di Milano dell’anno in corso, applicando il criterio che ad ogni 70 Euro di opere realizzate (valore che potrà essere oggetto di variazione e/o aggiornamento tramite apposito Regolamento che dovrà essere approvato dagli organi comunali), corrisponda un incremento volumetrico di mc. 1, determinando così la quantità premiale complessiva. Gli interventi nei quali verranno utilizzati tali incentivi dovranno essere attuati mediante Piani Attuativi o Permessi di Costruire convenzionati subordinati alla trascrizione di un atto che dovrà essere annotato nel Registro dei Diritti edificatori comunale, dove verranno esplicitati tutti gli impegni presi da entrambe le parti e dove si concorderà la presentazione di una polizza fidejussoria bancaria o assicurativa “a prima richiesta” a garanzia dell’adempimento degli impegni assunti dal privato. In caso d’inadempimento, che costituisce irregolarità edilizia e che deve essere accertato prima del rilascio del certificato di agibilità, la polizza medesima è a garanzia dell’assolvimento della conseguente sanzione pecuniaria e/o ablativa, ove l’irregolarità stessa non venga rimossa volontariamente.

1.2.8. Criterio della premialità

Negli Ambiti di Trasformazione e in quelli ricadenti nel perimetro del tessuto urbano consolidato, sono previsti incrementi volumetrici che comunque dovranno essere contenuti entro il limite di edificabilità massimo o entro il limite della percentuale di incremento volumetrico o di SLP ammessi dal Piano. Per: a) Interventi che prevedono rilevanti benefici pubblici rispetto a quelli dovuti, concernenti progetti per la riqualificazione, la manutenzione straordinaria di infrastrutture e/o attrezzature pubbliche; b) Interventi che prevedono la realizzazione di spazi a parcheggio da cedere o asservire all’uso pubblico perpetuo, direttamente accessibili da viabilità aperta a pubblico transito (e quindi esterni ad eventuali recinzioni) in misura superiore almeno del 25 % del minimo prescritto dalla apposita disciplina inserita nel Piano delle Regole. Per tali tipologie di premialità la definizione della quantità premiale di volume o di superficie lorda di pavimento potrà essere definita attraverso la determinazione del costo delle opere che, in eccedenza agli obblighi di legge o a quanto stabilito dal PGT per ciascun ambito, verranno proposte dall’attuatore privato. La determinazione del costo dell’intervento deve essere effettuata utilizzando il listino prezzi del Bollettino di Milano dell’anno in corso, applicando il criterio che ad ogni 70 Euro di opere realizzate (valore che potrà essere oggetto di variazione e/o aggiornamento tramite apposito Regolamento che dovrà essere approvato dagli organi comunali), corrisponda un incremento volumetrico di mc. 1, determinando così la quantità premiale complessiva. Per: a1) Interventi tesi al miglioramento dell’ambiente costruito, mediante la demolizione di modesti manufatti pertinenziali (legnaie, tettoie, pergolati, ripostigli ecc… preesistenti alla data di adozione del PGT). In tal caso il volume demolito (calcolato vuoto per pieno), maggiorato del 20 % può essere utilizzato per il completamento del fabbricato principale. b1) Interventi che prevedono il recupero, la ristrutturazione o l’apertura di attività economiche piccole e/o preesistenti (artigianali di servizio, professionali,

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commerciali di vicinato e pubblici esercizi) negli ambiti del tessuto consolidato, con esclusione del centro storico: in tale caso il volume fondiario o la SLP di competenza del lotto edificabile viene incrementato del 5 % subordinatamente all’impegno di mantenere la destinazione per un periodo non inferiore ai 3 anni, oppure si potrà usufruire della riduzione del 40 % del contributo di costruzione. c1) Interventi che prevedono il recupero, la ristrutturazione o l’apertura di piccole attività economiche (artigianali di servizio, professionali, commerciali e pubblici esercizi) nell’ambito del tessuto del centro storico: in tale caso, potranno usufruire di una riduzione del contributo di costruzione fino al 60 %. d1) Interventi nel centro storico che prevedono l’abbattimento di manufatti fatiscenti, in grave stato di degrado sia strutturale che igienico, individuati nelle modalità di intervento prescritte dal presente Piano nella classe D; i volumi relativi possono essere trasferiti in aree del tessuto consolidato ovvero in Ambiti di Completamento; in tal caso il volume da considerare nel trasferimento corrisponderà a quello del volume demolito (calcolato vuoto per pieno), maggiorato del 15 %. Sarà cura del proprietario provvedere alla demolizione dei manufatti interessati e ripristinare con cura gli spazi liberi che di conseguenza verranno creati. L’incremento volumetrico da calcolare sul volume esistente potrà essere elevato al 30 % se l’area rimasta libera dagli edifici, a seguito della loro demolizione, verrà ceduta gratuitamente alla Amministrazione Comunale. e1) Interventi nel centro storico che contemplano la riqualifica totale degli edifici comprese le facciate prospicienti spazi e luoghi pubblici: in tal caso i proprietari potranno usufruire della riduzione del 60 % del contributo del costo di costruzione. f1) Interventi che prevedono su tutto il territorio comunale opere che riqualifichino l’aspetto esteriore dei luoghi, degli edifici, delle recinzioni o degli spazi verdi e che contribuiscano al miglioramento della qualità architettonica, paesaggistica ed ambientale: potranno usufruire di una riduzione degli oneri di urbanizzazione fino al 30 % o, in alternativa, dell’incremento fino al 5 % del volume di competenza del lotto. La premialità potrà riferirsi unicamente per quei manufatti regolarmente assentiti e di cui sia dimostrata la legittimità. Gli interventi nei quali verrà utilizzato tali premialità dovranno essere attuati mediante approvazione di Piano Attuativo o rilascio di Permesso di Costruire subordinato alla trascrizione di un atto dove verranno esplicitati tutti gli impegni presi da entrambe le parti e dove si concorderà sulla presentazione di una polizza fidejussoria “a prima richiesta” a garanzia dell’adempimento degli impegni assunti dal privato. In caso d’inadempimento, che costituisca irregolarità edilizia, la polizza medesima è a garanzia dell’assolvimento della conseguente sanzione pecuniaria e/o ablativa, ove l’irregolarità stessa non venga rimossa volontariamente. Nel caso in cui si riscontrassero irregolarità edilizie negli interventi, la polizza medesima verrà utilizzata a garanzia dell’assolvimento della conseguente sanzione pecuniaria e/o oblativa, ove le irregolarità stesse non vengano rimosse direttamente e volontariamente da parte dei responsabili.

1.2.9. Trasferimento volumetrico

Viene incentivato il programma di creazione di “spazi liberi” nell’edificato (all’interno del perimetro dell’urbano consolidato tra tessuti residenziali) mediante assenso al trasferimento in altra area edificabile del volume esistente e/o comunque di competenza di un’area, a fronte della apposizione su quest’ultima di un vincolo non aedificandi, con obbligo di demolizione dell’eventuale fabbricato preesistente e di mantenimento di destinazione a verde piantumato.

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1.3. PRINCIPI GENERALI

1.3.1. Norme transitorie da applicare negli Ambiti di Trasformazione previsti dal Documento di Piano

Le disposizioni che devono essere applicate negli Ambiti di Trasformazione, in fase transitoria, ovvero fino a quando non diverranno efficaci, in termine di conformazione dei diritti privati, mediante gli atti di programmazione negoziata o i Piani Attuativi, sono le seguenti: - mantenimento dell’utilizzo in atto del suolo, nonché delle destinazioni d’uso degli eventuali fabbricati ivi esistenti; - interventi manutentivi dei predetti fabbricati; - eventuali recinzioni sono ammesse solo se realizzate con siepi naturali e con elementi metallici trasparenti coperti con siepi naturali; sono vietate in ogni caso recinzioni in muratura piena o traforata di qualsiasi tipo.

1.3.2. Ambiti di esclusione dal recupero ai fini abitativi dei sottotetti esistenti

II recupero ai fini abitativi dei sottotetti esistenti ai sensi dell'art. 65 della L.R. 12/2005 e successive modifiche ed integrazioni, è escluso per gli immobili vincolati come beni storico-artistici o culturali. Nel centro storico, il recupero dei sottotetti nelle abitazioni esistenti è consentito solo nel rispetto di quanto indicato nell’art. 2.4.1. Tutti gli interventi di recupero ai fini abitativi dei sottotetti, se volti alla realizzazione di nuove unità immobiliari, sono subordinati all'obbligo di reperimento di spazi per parcheggi pertinenziali nella misura di 1 posto macchina per ciascun alloggio, con un minimo di un metro quadrato ogni dieci metri cubi della volumetria resa abitativa ed un massimo di 25 mq. per ciascuna nuova unità immobiliare. Il rapporto di pertinenza, garantito da un atto da trascriversi nei registri immobiliari, è impegnativo per sé per i propri successori o aventi causa a qualsiasi titolo. La monetizzazione della quota di aree da destinare a parcheggio è ammessa nel caso in cui fosse impossibile il reperimento di posti auto richiesti.

1.3.3. Edifici esistenti in contrasto con le previsioni del Piano di Governo del Territorio

Gli edifici esistenti alla data di adozione degli atti costituenti il Piano di Governo del Territorio e contrastanti con le previsioni del medesimo possono essere mantenuti; su di essi sono ammessi i soli interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria ed adeguamento igienico-sanitario senza modifiche di superfici e/o di volume.

1.3.4. Autorimesse, Edifici accessori e pertinenze manufatti pertinenziali

Sono considerati “costruzione pertinenziale” (o edificio accessorio” edifici accessori quei manufatti esterni all’edificio principale, completamente privi delle caratteristiche di abitabilità, aventi le seguenti dimensioni:  estradosso della copertura piana non superiore a m. 2,50;  quota quote di imposta delle coperture a falde non superiore superiori a m. 2,40;  quota di colmo delle coperture a falde non superiore a m. 3,50 (m. 3,00 se a confine di altro fondo, misurata a partire dalla quota del terreno del fondo finitimo);  superficie massima coperta 30 mq.

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Nel caso di fondi di proprietà finitime posti a quote diverse l’altezza massima dell’edificio accessorio da realizzare dovrà essere misurata rispetto alla quota più bassa tra quella relativa all’area di intervento e quella relativa all’area confinante.

Nuovi edifici accessori sono ammessi a confine sempreché siano distanti almeno m. 3,00 da ogni altro fabbricato sempreché non fronteggi pareti finestrate o in aderenza all’edificio principale. Qualora esistano edifici accessori realizzati a confine nei fondi finitimi, è ammessa la costruzione di edifici accessori in aderenza con quelli esistenti, fatti salvi i rapporti privatistici.

In ogni caso, gli edifici accessori dovranno rispettare le distanze dalle strade.

Se interrati, gli edifici accessori in prossimità delle strade non dovranno occupare il sottosuolo della fascia di rispetto ove prescritta; laddove non prescritta dovranno essere realizzati con un arretramento di m. 5,00 dalla mezzaria della strada; tale prescrizione non deve essere verificata nel caso di interventi nel Tessuto storico. Per “edifici accessori interrati” s’intendono quelli esterni all’edificio principale di cui almeno tre lati risultino completamente interrati e che siano ricoperti con almeno cm. 25 di spessore di terreno.

L’edificio accessorio Devono deve essere destinati destinato a funzioni al servizio delle attività svolte nell’edificio principale, isolati isolato o in aderenza a quest’ultimo; non è ammessa infatti la loro sua edificazione in assenza dell’edificio principale nella medesima proprietà fondiaria.

Entro i limiti sopra riportati l’edificio accessorio non costituisce SLP, e non genera volume e non risulta subordinato alla verifica del rapporto di copertura e del rapporto di permeabilità previsto per il tessuto in cui è sita l’area di intervento ed al rilascio di titolo abilitativo edilizio.

Per gli edifici accessori ad uso le autorimesse autorimessa (box) resta comunque valido anche quanto prescritto nel successivo art. 1.5.14; inoltre fino al soddisfacimento della dotazione di parcheggi richiesta nelle presenti norme del presente Piano al successivo art. 1.3.6 non vi è l’obbligo di rispetto delle della dimensione massima di 30 mq. e della verifica di Sc e Sp Rc e P.

Nei lotti edificati è E’ ammessa la realizzazione di un unico edificio accessorio su ogni sull’area di pertinenza di delle unità immobiliari esistenti alla data di approvazione delle presenti norme, nel rispetto dei parametri sopra indicati, in aggiunta all’autorimessa.

Sono sempre vietate costruzioni in lamiera, con copertura in lamiera o traslucido, chiusure e serramenti di tipo precario o provvisorio, e comunque nella sua realizzazione il manufatto dovrà pienamente rispettare le caratteristiche costruttive dell’edificio principale di pertinenza. Il Responsabile dell’Ufficio tecnico, sentito il parere della Commissione per il Paesaggio, ha la facoltà di imporre prescrizioni particolari al fine di garantire opportune condizioni di rispetto igienico e ambientale.

Nel centro storico, ad insindacabile giudizio della Commissione del Paesaggio e sempre che siano rispettate tutte le prescrizioni indicate per tale tessuto, è ammessa la realizzazione di costruzioni pertinenziali (ripostigli, gazebo, tettoie, ecc.) “elementi ornamentali” (pergolati, gazebo, ecc.) di cui al successivo articolo 1.6. che siano di servizio alla residenza, purchè non incidano negativamente sul paesaggio percepito, mentre l. La possibilità di realizzare box esterni è limitata ai casi in cui è preesistente un fabbricato edificio accessorio entro il

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cui sedime sia insediabile il box stesso; sono inoltre ammesse autorimesse interrate nelle aree libere, compatibilmente con la salvaguardia del patrimonio arboreo esistente, delle caratteristiche funzionale della rete viaria e dell’assetto edilizio-urbanistico del contesto edificato.

Negli altri tessuti consolidati, le pertinenze e/o gli edifici accessori sono ammesse ammessi, purché nel rispetto dei parametri dimensionali indicati nel primo capoverso e a condizione che siano compatibili per decoro con l’ambiente in cui si inseriscono e siano realizzate realizzati con l’utilizzo di materiali, e con tipologie costruttive e con colori analoghe analoghi a quelle quelli del fabbricato dell’edificio principale.

Nelle Aree Agricole la possibilità di realizzare pertinenze e/o edifici accessori deve essere verificata all’interno dei parametri urbanistici ed edilizi richiamati nell’art. 2.4.1., mentre nelle Aree agricole di interesse ambientale e paesistico la realizzazione di pertinenze e/o accessori non è ammessa.

Per gli edifici residenziali ricadenti esistenti in aree agricole, per gli edifici e manufatti produttivi/artigianali esistenti ricadenti fuori degli ambiti produttivi, commerciali, terziari consolidati e quelli per gli edifici le cui aree pertinenziali sono state contraddistinte dalla lettera “C” e “D”, valgono le stesse norme dei tessuti consolidati specificate nel presente articolo.

Sono sempre vietate costruzioni in lamiera, con copertura in lamiera o traslucido, chiusure e serramenti di tipo precario o provvisorio, e comunque nella sua realizzazione il manufatto dovrà pienamente rispettare le caratteristiche costruttive dell’edificio principale di pertinenza. Il Responsabile dell’Ufficio tecnico, sentito il parere della Commissione per il Paesaggio, ha la facoltà di imporre prescrizioni particolari al fine di garantire opportune condizioni di rispetto igienico e ambientale.

Le costruzioni accessorie interrate in prossimità delle strade non dovranno occupare il sottosuolo della fascia di rispetto ove prescritta; laddove non prescritta dovranno essere realizzate con un arretramento di m. 5,00 dalla mezzaria della strada; tale prescrizione non deve essere verificata nel caso di interventi nel Centro Storico. Per “costruzioni accessorie interrate” s’intendono quelle esterne all’edificio principale di cui almeno tre lati risultino completamente interrati e che siano ricoperte con almeno cm. 25 di spessore di terreno.

Gli edifici accessori sono ammessi a confine sempreché siano distanti almeno m. 3,00 da ogni altro fabbricato o in aderenza all’edificio principale. Qualora esistano edifici accessori realizzati a confine nei fondi finitimi, è ammessa la costruzione di edifici accessori in aderenza con quelli esistenti, fatti salvi i rapporti privatistici.

In ogni caso, gli edifici accessori dovranno rispettare le distanze dalle strade.

Nel caso di fondi finitimi posti a quote diverse l’altezza massima dell’accessorio dovrà essere misurata rispetto alla quota più bassa tra quella del mappale su cui esiste l’edificio e quella del mappale confinante.

Nei lotti edificati e nelle Aree verdi di connessione periurbane tra il territorio rurale ed edificato, sono ammissibili manufatti pertinenziali in legno (“casetta attrezzi”, ricoveri per piccoli animali domestici, legnaie, capanni per la caccia e pesca) di carattere provvisorio e amovibile, infissi a terra senza opere edilizie (basamenti) e/o impiantistiche, di superficie coperta non superiore a mq. 8,00 6,00 ed altezza max 2,30 mt. e di altezza massima non

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superiore a 2,30 m. posti almeno ad un 1,50 metri dal confine. Tali manufatti, se realizzati nel rispetto delle precedenti prescrizioni, non sono soggetti alla preventiva acquisizione di titolo abilitativo edilizio, ma solo a ad una semplice comunicazione di inizio lavori alla quale dovranno essere allegate pianta quotata e prospetto (o la scheda tecnica) del manufatto e una planimetria del lotto su cui sia indicata la posizione dove esso verrà installato .

Non è in ogni modo consentita la realizzazione di strutture pertinenziali in aree dove è stata usufruita la premialità volumetrica di cui al comma a) dell’art. 1.2.8.

1.3.5. Strutture temporanee stagionali

E’ ammessa la possibilità di installare nel territorio comunale manufatti leggeri, anche prefabbricati, e strutture di qualsiasi genere, quali gazebo, tensostrutture e simili, che siano utilizzati come ambienti per attività ricreative-sportive, per attività connesse ad esercizi pubblici per le somministrazioni di bevande e/o alimenti: il tutto per soddisfare esigenze di carattere stagionale (comunque per periodi non superiori, nel complesso, a mesi sei nell’anno solare) senza l’osservanza degli indici di edificabilità, propri della zona, stabiliti dal Piano delle Regole, ma nell’osservanza dei soli limiti di Codice Civile. Le strutture di cui sopra sono soggette a contributo concessorio oneroso, limitato ad 1/3 degli oneri di urbanizzazione, da corrispondere in occasione del rilascio di titolo abilitativo e di ogni suo rinnovo.

1.3.6. Parcheggi privati

Nelle nuove costruzioni, nelle ristrutturazioni e in occasione d’interventi di recupero con cambi di destinazione d’uso secondo le disposizioni di cui alla Legge 122/1989 e successive modifiche ed integrazioni, devono essere riservati appositi spazi pertinenziali per parcheggi privati, comprensivi degli spazi di manovra, in misura non inferiore ai seguenti indici: a) per la residenza, 1 mq. ogni 10 mc. con la previsione, arrotondata per eccesso, di almeno due posti macchina per ciascun alloggio, indipendentemente dalla dimensione del medesimo; b) per gli uffici privati e gli spazi direzionali - terziari, la destinazione a parcheggio di una superficie non inferiore a 1 posto macchina / 50 mq. SLP; c) per le attrezzature bar e ristorazione, ricettive alberghiere ed extra alberghiere, la destinazione a parcheggio di una superficie non inferiore a 1 posto macchina / 50 mq. SLP; d) per la destinazione ad attività commerciale, la destinazione a parcheggio di una superficie non inferiore a 1 posto macchina / 50 mq. SLP; e) per la destinazione produttivo - artigianato di servizio, la destinazione a parcheggio di una superficie non inferiore a 1 posto macchina / 100 mq. SLP f) per le scuole di ogni ordine e grado, 2 posti macchina per ogni aula; g) per le attività di spettacolo, cultura e simili, 1 posto macchina / 100 mq. SLP; h) per le attività sanitarie, cliniche, ospedaliere e simili nonché di fitness, la destinazione a parcheggio di una superficie non inferiore a 1 posto macchina / 100 mq. SLP. I parcheggi devono essere reperiti sia nell’ambito delle aree oggetto degli interventi a Permesso di Costruire semplice o convenzionato ovvero all’interno degli interventi subordinati a pianificazione particolareggiata esecutiva. Possono essere utilizzate per parcheggio anche aree contigue nei limiti di cui agli artt. 66 e 67 della L.R. 12/2005. Si intende per "posto macchina" una superficie minima di 12,50 mq. dedicata allo stazionamento del veicolo, esclusi gli spazi di manovra; ovvero 25,00 mq. comprendente gli spazi di manovra.

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Negli edifici di uso promiscuo, la dotazione di parcheggi di pertinenza deve essere calcolata separatamente per le porzioni di edificio aventi diverse destinazioni. I parcheggi collocati all'esterno del lotto asservito debbono risultare liberamente e funzionalmente accessibili da uno spazio di adeguata dimensione ed essere disimpegnati in modo tale da non creare pericolo o disagio per il traffico, nonché obbligatoriamente essere pavimentati e completati con l'apposita segnaletica stradale. La realizzazione e la manutenzione dei parcheggi pertinenziali esterni al lotto asservito compete ai relativi proprietari. Le superfici per parcheggi di pertinenza possono essere realizzate sia entro che fuori terra, anche in strutture multipiano. Nel caso di ampliamenti di fabbricati o di attività esistenti, le dotazioni obbligatorie vanno verificate solamente con riferimento alla SLP o al volume aggiunti in ampliamento

1.3.7. Opere di urbanizzazione primaria e secondaria

1.3.7.1. Esecuzione delle opere di urbanizzazione

Le opere di urbanizzazione primaria devono essere eseguite contestualmente alle realizzazioni degli interventi sia pubblici che privati entro la fine dei lavori medesimi così come le altre opere eventualmente pattuite nelle convenzioni e non diversamente disciplinate. Nell’ambito delle urbanizzazioni primarie, come previsto dal comma 3 dell’art. 15 del R.R. del 28.03.2006, le condotte per le acque meteoriche di dilavamento delle reti fognarie separate sono realizzate in modo da avviare all’impianto di trattamento delle acque reflue urbane l’aliquota delle acque di pioggia corrispondente ad un apporto di 1l/sec per ettaro di superficie scolante impermeabile, ricavata dal prodotto dell’effettiva area scolante per il coefficiente di assorbimento medio ponderabile.

1.3.7.2. Scomputo degli oneri di urbanizzazione

A scomputo totale o parziale della quota di contributo afferente le urbanizzazioni, gli interessati possono essere autorizzati a realizzare direttamente una o più opere di urbanizzazione primaria o secondaria, nel rispetto delle norme che regolano l'esecuzione dei lavori pubblici. Il Comune determina le modalità di presentazione dei progetti, di valutazione della loro congruità tecnico - economica e di prestazione di idonee garanzie finanziarie, nonché le sanzioni conseguenti in caso di inottemperanza. Le opere, collaudate a cura del Comune, sono acquisite alla proprietà comunale. 1.3.7.3. Urbanizzazione primaria (U1) – Definizione

Le urbanizzazioni primarie sono relative alle opere identificate dall'art. 44 comma 3 della L.R. 12/2005, cui vengono aggiunte alcune prescrizioni relative alle loro caratteristiche: a) Strade. Trattasi di tutte le strade occorrenti per l'allacciamento alla viabilità principale delle singole aree o di singoli lotti edificabili. Tali strade debbono essere idonee al transito veicolare e pedonale, essere costruite a regola d'arte e dotate comunque delle seguenti caratteristiche dimensionali minime: - la larghezza minima delle nuove sedi stradali è fissata di massima in m. 6,00. Sono comprese nel primo punto le piste ciclabili intese come spazi attrezzati per la circolazione delle biciclette e riservati alla stessa.

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Le piste ciclabili debbono essere realizzate a regola d'arte con pavimentazione adatta per il traffico specifico, con sede di larghezza non inferiore a m. 1,80 e, laddove le aree lo consentono, con fasce laterali verdi opportunamente piantumate. b) Spazi di sosta o di parcheggio. Trattasi degli spazi necessari per la sosta e il parcheggio degli autoveicoli da dimensionare e realizzare in relazione alla entità, alle caratteristiche e ai tipi degli insediamenti che essi servono. c) Fognature. d) Rete idrica. e) Rete di distribuzione dell'energia elettrica e del gas. f) Cavedi multiservizi e cavidotti per il passaggio di reti di telecomunicazioni. g) Pubblica illuminazione. h) Spazi di verde attrezzato.

1.3.7.4. Cessioni di aree per opere di urbanizzazione primaria

Ove occorra, il titolo abilitativo all’edificazione, quale sua condizione d’efficacia, è accompagnato da un’impegnativa, da trascriversi a cura e spese degli interessati, per la cessione al Comune, senza corrispettivo, delle aree necessarie alla realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria pertinenti all'intervento. E' comunque assicurata la disponibilità degli spazi necessari per l'installazione della rete dei servizi strumentali all'esecuzione della costruzione o dell'impianto oggetto del titolo abilitativo.

1.3.7.5. Urbanizzazione secondaria (U2) – Definizione

L’urbanizzazione secondaria è costituita da quell’insieme di servizi, aree ed opere e relative attrezzature tecnologiche che costituiscono i requisiti urbanistici necessari alla vita civile, pubblica, religiosa, collettiva della città e dei quartieri. Le urbanizzazioni secondarie sono relative alle opere identificate dall'art. 44 comma 4 della L.R. 12/2005: i) Asili nido e scuole materne. j) Scuole dell'obbligo e strutture e complessi per l'istruzione superiore all'obbligo. k) Mercati di quartiere. l) Presidi per la sicurezza pubblica. m) Delegazioni comunali. n) Chiese e altri edifici religiosi. o) Impianti sportivi di quartiere. p) Aree verdi di quartiere. q) Centri sociali e attrezzature culturali e sanitarie. r) Cimiteri.

1.3.7.6. Dotazione di servizi nei Piani esecutivi e negli ambiti di riqualificazione e per i Permessi di Costruire convenzionati

Le previsioni attuative nei Piani esecutivi e negli ambiti di riqualificazione o, dove prescritto, nei titoli abilitativi convenzionati, dovranno prevedere la dotazione di servizi nella quantità prescritta dal relativo Piano dei Servizi (Norme tecniche del Piano dei Servizi).

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1.3.8. Tutela e sviluppo del verde

Tenuto conto dei valori di carattere paesaggistico e ambientale presenti nel territorio comunale con particolare riguardo alle zone residenziali e di quelle di uso pubblico, deve essere curato in modo speciale il verde. Come previsto dalla D.g.r. 7 agosto 2009 - n. 8/10134 “Determinazioni relative alla qualificazione degli insediamenti attraverso la realizzazione di spazi verdi” (ex art. 3, comma 6, L.R. 13/2009) la progettazione degli interventi terrà conto dell’importante valore estetico-percettivo rivestito dagli spazi verdi, che possono contribuire a creare un ambiente gradevole e a migliorare la qualita` complessiva degli spazi urbani e periurbani. Per la progettazione delle aree verdi si dovrà pertanto considerare il rapporto con il contesto paesistico tenendo conto dei seguenti criteri (D.g.r. 8 novembre 2002, n. 7/11045 «Linee guida per l’esame paesistico dei progetti»):  rispetto delle regole morfologiche di organizzazione del comparto urbano con mantenimento degli allineamenti consolidati di edifici e recinzioni;  coerenza con le connotazioni degli spazi verdi limitrofi e adiacenti, privilegiando ad esempio: la continuità di siepi o alberate di delimitazione del lotto ove già consolidate quale connotazione del comparto urbano; il trattamento a giardino in contesti residenziali fortemente progettati e quello a prato e macchie boschive in contesti a connotazione più naturale; la coerenza con le tessiture del territorio rurale, anche in funzione di ricomposizione paesaggistica dei margini urbani, in situazioni di frangia;  rispetto della riconoscibilità degli elementi verdi connotativi del sistema degli spazi pubblici o rimarcanti presenze culturali e paesaggistiche consolidate, valutando per esempio con attenzione l’introduzione di alberate al fine di evitare di entrare in competizione con filari consolidati e viali alberati eventualmente adiacenti, per non mortificare continuità e riconoscibilità di componenti ad elevato valore simbolico ed identitario del paesaggio;  salvaguardia e valorizzazione degli elementi verdi connotativi del sistema degli spazi pubblici o rimarcanti presenze culturali e paesaggistiche consolidate, valutando per esempio con attenzione l’introduzione di filari ed essenze ad alto fusto in aree limitrofe a viali alberati, alberate monumentali o rimarcanti particolari coni visuali al fine di non mortificare e non compromettere continuità e riconoscibilità di componenti ad elevato valore simbolico ed identitario del paesaggio;  tutela e valorizzazione di corsi d’acqua, naturali o artificiali, eventualmente presenti;  rispetto degli andamenti morfologici del terreno (terrazzamenti in collina e montagna, continuità del piano di campagna e rispetto delle scarpate morfologiche in pianura...);  tutela e valorizzazione di tutti gli elementi propri della tessitura territoriale storica ancora riconoscibili (rogge ed altri elementi dell’idrografia, percorsi, accessi e relativi corredi verdi, manufatti e muretti di delimitazione o accesso agli insediamenti,..). Il posizionamento delle specie arboree e arbustive, nel rispetto dei limiti dettati dal Codice Civile, dovrà evitare interferenze con la viabilità, la segnaletica stradale e l’illuminazione pubblica, considerando lo sviluppo finale di chiome e radici delle diverse specie impiantate. La selezione delle specie e il loro posizionamento terrà conto anche delle funzioni di ombreggiamento che possono contribuire al raffrescamento degli ambienti interni. Relativamente alla scelta delle essenze e delle specie da impiantare è d’obbligo l’utilizzo di specie autoctone della Regione Lombardia, come indicate nell’allegato C del Regolamento Regionale n. 5 del 20 luglio 2007 «Norme forestali regionali in attuazione dell’articolo 11 della Legge Regionale 28 ottobre 2004, n. 27» (B.U.R.L. 1º Suppl. Ordinario al n. 30 del 24 luglio 2007), ovvero naturalizzate o consolidate nel paesaggio locale; sono comunque da evitare le specie esotiche invasive di cui alla L.R. 10/2008, come indicate dalla D.g.r. del 24 luglio 2008, n. 7736 (B.U.R.L. Serie Ordinaria n. 33 dell’11 agosto 2008).

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Inoltre si considereranno le seguenti indicazioni:  La progettazione degli spazi verdi deve privilegiare la continuità rispetto ad aree verdi limitrofe e possibilmente inserirsi organicamente nel disegno degli eventuali spazi verdi pubblici; laddove possibile gli spazi privati devono contribuire a costruire anche in ambito urbano una rete connessa di spazi verdi. A tale fine costituisce prioritario riferimento per la progettazione, il disegno dei corridoi ecologici e del sistema del verde di connessione tra territorio rurale ed edificato.  In funzione delle scelte progettuali, saranno da preferire superfici verdi continue con forme compatte che consentano lo sviluppo e la manutenzione nel tempo delle specie arboree e arbustive impiantate, meglio se prospicienti gli spazi pubblici o visibili da viabilità pubblica. Possono inoltre essere realizzate quinte arboree perimetrali, garantendo le necessarie condizioni per la conservazione nel tempo delle specie impiantate ovvero la loro pronta sostituzione in caso di decesso. Per quinta arborea è da intendersi una sequenza continua di essenze arboree o arbustive realizzata nel rispetto delle tecniche agronomiche. Tale opzione sarà da preferire per gli interventi destinati ad attività produttive o comunque per la realizzazione di edifici con un maggiore impatto visivo. In tali casi si terrà conto di quanto segue:  le quinte dovranno essere realizzate lungo almeno due lati perimetrali e comunque lungo tutti i lati prospicienti spazi pubblici o di pubblico accesso;  le fasce arboree e arbustive da realizzare dovranno avere una profondità superiore a 3 m.; tali fasce dovranno essere mantenute libere da impermeabilizzazioni garantendo la percolazione diretta in falda. In tutti i progetti subordinati ad atti abilitativi, gli alberi e gli arbusti esistenti in prossimità dell’area di intervento dovranno essere rilevati e indicati su apposita planimetria, con relativa documentazione fotografica. I progetti dovranno essere studiati in maniera da rispettare le piante esistenti, avendo particolare cura di non offendere gli apparati radicali. L’abbattimento di piante esistenti nel lotto di intervento può essere consentito eccezionalmente solo se previsto dal progetto approvato. In tale caso l’albero deve essere sostituito, a meno che le caratteristiche del progetto o considerazioni tecniche agronomiche non comprovino la necessità di differenti soluzioni. Nei progetti di cui sopra sarà inoltre inclusa planimetria dettagliata della sistemazione esterna di tutta l’area con indicazione delle zone alberate, a prato, a giardino o a coltivo, e di tutte le opere di sistemazione (pavimentazioni, recinzioni, arredi fissi, ecc.) precisando la denominazione di alberi ed arbusti. Il progetto relativo a sistemazioni a verde non connesse ad interventi edilizi deve consistere almeno in una planimetria in scala non inferiore a 1:500, riportante l’indicazione delle piante ad alto fusto.

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1.4. DESTINAZIONI D’USO

Il Piano delle Regole recepisce integralmente la sottoriportata classificazione delle destinazioni d’uso e la disciplina relativa così come definita dalle norme tecniche del Documento di Piano.

1.4.1. Destinazioni d'uso: definizioni, catalogazione ed esclusioni

II PGT indica le destinazioni d'uso, intese come funzione o complesso di funzioni, ammissibili e quelle non ammissibili nei singoli edifici, ambiti o zone del territorio; è considerata principale la destinazione d'uso qualificante, mentre è definita complementare od accessoria e compatibile la destinazione che rende possibile la principale o sia prevista a titolo di pertinenza o custodia. II mutamento delle destinazioni d'uso in atto è sempre ammesso, nel rispetto delle destinazioni ammissibili, nonché nel rispetto delle indicazioni del PGT ed, in particolare, del Piano dei Servizi in ordine ai casi in cui tali mutamenti con opere edilizie comportino un aumento o una variazione del fabbisogno di aree per servizi e attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale. Ai fini dell'accertamento delle destinazioni d'uso in atto, vale quanto dichiarato nelle precedenti pratiche edilizie oppure, in assenza di queste, nei documenti catastali e nei registri immobiliari. Sono considerate variazioni di destinazioni d’uso quelle, connesse o meno alla realizzazione di opere, che si verificano tra le funzioni principali descritte nel presente articolo. Non costituisce mutamento d’uso, ed è pertanto urbanisticamente irrilevante, la modifica della destinazione d’uso principale con le proprie funzioni complementari e/o compatibili, in quanto queste ultime risultano necessarie allo svolgimento della funzione principale e siano di pertinenza e custodia. II PGT può definire proporzioni quantitative di destinazioni d'uso e limitazioni percentuali delle destinazioni d'uso ammissibili al fine di promuovere la qualità urbana e la polifunzionalità; pertanto le destinazioni funzionali eccedenti tali proporzioni e limitazioni percentuali fissate sono definite non ammissibili. Gli elaborati di progetto allegati ai titoli abilitativi degli interventi diretti, nonché quelli approvati con piani urbanistici attuativi, devono indicare le destinazioni d'uso di ciascuna unità immobiliare. Nei "Criteri d'intervento negli Ambiti di Trasformazione" sono impartite specifiche prescrizioni per le destinazioni d'uso di ciascun ambito; pertanto, nei documenti presentati per l'approvazione dei Permessi di Costruire o dei Piani Attuativi conseguenti deve essere dimostrato il rispetto di tali prescrizioni e le convenzioni e/o atti d'obbligo devono includere l'impegno a tale osservanza. Le destinazioni d'uso, ai fini dell'applicazione della specifica disciplina, vengono individuate secondo le classi funzionali di seguito elencate e descritte.

R- Residenza Abitazioni (aree ed edifici) compresi gli spazi accessori e di servizio (autorimesse pertinenziali e relativi spazi di manovra, locali tecnici, cantine, depositi, locali per biciclette e carrozzine) nonché spazi e attrezzature di uso collettivo inserite negli edifici residenziali; le attività professionali, qualora esercitate in singole unità ad uso promiscuo residenziale- lavorativo, con SLP non superiore al 50 % della superficie lorda totale dell'unità stessa e nel limite massimo di 100 mq., sono considerate a tutti gli effetti appartenenti a questa classe.

A-Attività agricole

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Attività di coltivazione dei fondi agricoli, di allevamento di animali, di lavorazione, conservazione e vendita dei prodotti agricoli; l'attività agrituristica, come definita dalla normativa vigente, rientra in questa classe. A1 - Residenza connessa all'agricoltura Abitazioni dell'imprenditore agricolo e dei dipendenti dell'azienda o comunque dei soggetti aventi titolo compresi gli spazi accessori e di servizio. A2 - Attività agricola di allevamento Attività agricole prevalentemente orientate all'allevamento ed al commercio di bestiame vivo. A3 - Attività agricola di coltivazione Attività agricole prevalentemente orientate alla coltivazione dei campi, eventualmente integrate da attività accessorie d’allevamento, alla loro lavorazione, conservazione e vendita. A4 - Attività silvica Attività prevalentemente orientata alla cura e alla gestione dei boschi.

I- Attività produttive del settore secondario Attività produttive industriali e artigianali del settore secondario, per la produzione e la trasformazione di beni e per la prestazione di servizi compresi le destinazioni d'uso per i relativi uffici, laboratori, spazi accessori e gli alloggi per i proprietari e/o per il personale di custodia. I1- Attività industriali Attività di produzione e trasformazione di beni di carattere industriale svolte in fabbricati con tipologia e destinazione propria. I2- Attività artigianali Attività di produzione e trasformazione di beni di carattere artigianale generalmente svolte in fabbricati con tipologia e destinazione propria o in corpi di fabbrica dedicati. I3- Attività di magazzinaggio e di autotrasporto Attività di deposito, magazzinaggio, stoccaggio e autotrasporto, anche a cielo scoperto, non direttamente connesse alla produzione delle merci prodotte e con esclusione di tutte le attività che comportino vendita al pubblico delle merci non prodotte. I4.a- Attività artigianali di servizio non molesto Attività artigianali di servizio che non siano destinate alla produzione di merci ma al servizio della casa, delle persone, delle imprese, dell'automobile e delle attività urbane ed, in genere, che non richiedono fabbricati con tipologia propria o interamente dedicati all'attività medesima e che non rechino disturbo in termini di rumore e di inquinamento atmosferico. A titolo esemplificativo sono da considerare appartenenti a tale categoria: arrotini, barbieri, cantine sociali, ciclisti, decoratori, fotografi, elettricisti, idraulici, estetiste, istituti di bellezza, palestre ed impianti per la ginnastica estetico-curativa, massaggiatori, parrucchieri, laboratori odontotecnici, lavanderie-stirerie-tintorie, legatorie, orafi, panetterie, pasticcerie, pelliccerie, pelletterie, radioriparatori, restauratori, sarti, sartorie, stuccatori, tappezzieri, vetrai, corniciai, litografi, ecc. I4.b- Attività artigianali di servizio molesto e di produzione Attività artigianali destinate alla produzione che a titolo esemplificativo comprendono attività come quella delle carrozzerie, officine di riparazione, falegnami, fabbri, verniciatori , tipografie, ecc.

T- Attività terziarie Attività terziarie di produzione di servizi (direzionali, amministrative in genere, di servizio alle famiglie e alle imprese, centri di attività per il benessere fisico) comprese le relative pertinenze. T1 - Attività terziarie di contesto

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Attività terziarie connaturate al contesto urbano con SLP150 (mq.). T2 - Medie attività terziarie Attività terziarie di medie dimensioni con 150500 (mq.).

C- Attività commerciali Le attività commerciali di vendita al dettaglio e all'ingrosso sono ripartite con riferimento al settore prevalente o ad entrambi i seguenti settori merceologici: a) alimentare; b) non alimentare. C1 - Esercizi commerciali di vicinato Attività commerciali di vendita al dettaglio in piccole strutture con superfici di vendita SV<150 (mq.). C2 - Medie strutture di vendita Attività commerciali di vendita al dettaglio in medie strutture con superfici di vendita 1501500 (mq.).

C4 - Centri commerciali Attività commerciale di vendita al dettaglio in medie o grandi strutture di vendita costituita da più esercizi commerciali in una struttura a destinazione specifica con infrastrutture comuni e spazi di servizio gestiti unitariamente. C5 - Attività di commercio all'ingrosso Attività commerciali di vendita all'ingrosso come definite dalla normativa vigente (art. 4, primo comma, lettera a) del D.Lgs.114/1998). C6 - Pubblici esercizi di contesto Attività di pubblico esercizio connaturate al contesto urbano come bar, ristoranti, locali di intrattenimento e svago, e altri con capienza inferiore alle 200 persone che, generalmente, non richiedono fabbricati appositi o sono insediate in edifici destinati anche ad altri usi. C7 - Sale pubbliche da gioco con problematiche di impatto, come le sale gioco, le sale Vlt e Slot, le sale scommesse.

RA- Attività turistico-ricettive Attività di pubblico esercizio specifiche quali attività alberghiere ed extra-alberghiere, pensioni e le attività per bar, ristoranti, locali di intrattenimento e svago, e altri con capienza superiore alle 200 persone che, generalmente, richiedono con tipologia propria o sono insediate in edifici ad uso esclusivo.

S- Funzioni di servizio S1 -Funzioni di servizio pubblico Funzioni di servizio pubblico per i servizi alla persona, l'amministrazione, la cultura, lo sport e il tempo libero, il verde, la sosta. S2 -Funzioni di servizio privato di uso e di interesse pubblico o generale Funzioni di servizio privato di uso e di interesse pubblico o di interesse generale che svolgono una funzione integrativa alle attrezzature e ai servizi pubblici e che possono essere conteggiati quali dotazioni urbanistiche nel Piano dei Servizi. S3 - Impianti tecnologici Funzioni tecnologiche pubbliche, di uso e interesse pubblico o generale, per lo smaltimento dei rifiuti e la depurazione, l'approvvigionamento di acqua, il collettamento dei reflui, la produzione e la distribuzione dell'energia, la distribuzione del gas e altri come definiti dal Piano dei Servizi.

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S4 - Residenza pubblica Abitazioni (aree ed edifici), compresi gli spazi accessori e di servizio, di edilizia pubblica agevolata e sovvenzionata.

1.4.2. Mutamenti di destinazione d'uso con e senza opere edilizie

I mutamenti di destinazione d'uso, conformi alle prescrizioni del Piano delle Regole e alla normativa igienico sanitaria non comportanti la realizzazione di opere edilizie, sono soggetti esclusivamente a preventiva comunicazione al Comune. Sono fatte salve le previsioni dell’art. 20 comma 1 del D.Lgs 42/2004 in ordine alle limitazioni delle destinazioni d’uso dei beni culturali. Qualora la destinazione d’uso sia comunque modificata nei dieci anni successivi all’ultimazione dei lavori, il contributo di costruzione è dovuto nella misura massima corrispondente alla nuova destinazione, determinata con riferimento al momento dell’intervenuta variazione. I mutamenti di destinazione d’uso degli immobili, anche se non comportanti la realizzazione di opere edilizie, finalizzati alla creazione di luoghi di culto e luoghi destinati a centri sociali, sono soggetti al conseguimento di titolo abilitativo. I mutamenti di destinazione d'uso connessi alla realizzazione di opere edilizie sono soggetti al conseguimento di titolo abilitativo. I mutamenti di destinazione d’uso, con o senza opere edilizie, sono onerosi se la nuova destinazione d’uso determina un incremento di fabbisogno di dotazione di servizi.

1.4.3. Fabbisogno di aree per servizi in relazione ai mutamenti di destinazione d'uso con o senza opere

Il cambio di destinazione d’uso fra quelle principali e quelle compatibili ammesse, per ciascuna zona, è sempre possibile nei limiti indicati nelle presenti norme. I mutamenti di destinazioni d’uso in adeguamento alla destinazione principale in aree a prevalenza residenziale soggette ad intervento diretto non comportano incrementi al fabbisogno di dotazione di servizi. Comportano invece incremento del fabbisogno di aree per servizi ed attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale i mutamenti di destinazioni d’uso di aree e di edifici: a) Attuati con opere edilizie, nei seguenti casi: . conversione d'uso da residenza ad attività terziarie e/o commerciali; in tale caso il maggior fabbisogno di "aree per servizi e attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale" è stabilito nella misura di (100 mq.) ogni 100 mq. di SLP di cui, almeno il 50%, dovrà essere destinato a parcheggio; . conversione d'uso da attività produttive industriali ad attività terziarie o commerciali; in tale caso il maggior fabbisogno di "aree per servizi e attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale" è stabilito nella misura di (100 mq.) ogni 100 mq. di SLP di cui, almeno il 50 %, dovrà essere destinato a parcheggio; . conversione d’uso da attività produttive industriali ad attività residenziali; in tale caso il maggior fabbisogno di "aree per servizi e attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale" è stabilito nella misura di 26,5 mq. per ogni nuovo abitante che si andrà ad insediare; b) Attuati senza la realizzazione di opere edilizie nel caso in cui le aree o gli edifici siano adibiti a sede di esercizi commerciali non costituenti esercizi di vicinato; in tale caso il maggiore fabbisogno è stabilito nelle norme indicate nel precedente paragrafo a). II maggior fabbisogno di "aree per servizi e attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale" dovrà essere soddisfatto all'interno dell'area interessata dal cambio

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d'uso, oppure in altra area ritenuta idonea dal Comune all'interno del Piano dei Servizi, quando non sia già compensato in conseguenza di precedenti modifiche d'uso o di costituzioni di "aree per servizi e attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale" che abbiano interessato l'area o l'edificio, da documentare dettagliatamente in sede di procedura abilitativa. In alternativa alla cessione delle aree, il Comune può accettare la corresponsione di una somma commisurata al valore economico dell'area da acquisire.

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1.5. DEFINIZIONI E INDICI

Gli interventi edilizi sono classificati e disciplinati dalla legislazione statale e regionale e dai regolamenti comunali vigenti, ai quali si fa espresso richiamo.

1.5.1. St = Superficie territoriale (mq.)

Per superficie territoriale si intende la superficie dell'area compresa all'interno del perimetro di un comparto soggetto a intervento indiretto mediante strumento urbanistico esecutivo. Comprende, oltre alla superficie fondiaria, la superficie necessaria alla realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria ed esclude le strade pubbliche esistenti alla data di adozione del Piano delle Regole, eventualmente ricadenti all'interno di detto perimetro.

1.5.2. Sf = Superficie fondiaria (mq.)

E’ la superficie delle aree destinate alla realizzazione degli interventi e costituisce pertinenza degli stessi, effettivamente utilizzabile ai fini dell’edificazione e che viene attuata a mezzo di intervento edilizio diretto; non comprende le aree destinate ad urbanizzazione primaria e secondaria. Nelle zone pubbliche la Sf è la superficie di effettiva pertinenza degli edifici o delle attrezzature, comprensiva degli spazi di parcheggio di uso pubblico.

1.5.3. Itm = Indice territoriale di zona (mc./mq.)

Esprime l'indice di zona, espresso in metri cubi di volume su metri quadrati di superficie territoriale: è l'indice da applicare alla superficie territoriale dell'ambito perimetrato per stabilire la capacità edificatoria ad esso riferita.

1.5.4. Utm = Indice di Utilizzazione territoriale (mq./mq.)

Esprime la superficie lorda di pavimento ammessa per ogni metro quadrato di superficie territoriale.

1.5.5. lfm= Indice di fabbricabilità fondiaria (mc./mq.)

Esprime il volume costruibile per ogni unità di superficie fondiaria.

1.5.6. Ufm = Indice di utilizzazione fondiaria (mq./mq.)

Esprime la superficie lorda di pavimento ammessa per ogni metro quadrato di superficie fondiaria.

1.5.7. lfM= Indice di fabbricabilità fondiaria massima (mc./mq.)

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Esprime il volume massimo costruibile per ogni unità di superficie fondiaria acquisibile solo attraverso l’applicazione dei criteri di compensazione, incentivazione, premialità e trasferimento volumetrico previsti dalle presenti norme.

1.5.8. lTM= Indice di fabbricabilità territoriale massima (mc./mq.)

Esprime il volume massimo costruibile per ogni unità di superficie territoriale acquisibile solo attraverso l’applicazione dei criteri di compensazione, incentivazione, premialità e trasferimento volumetrico previsti dalle presenti norme.

1.5.9. UfM = Indice di utilizzazione fondiaria massima (mq./mq.)

Esprime la superficie lorda di pavimento massima ammessa per ogni metro quadrato di superficie fondiaria acquisibile solo attraverso all’applicazione dei criteri di compensazione, incentivazione, premialità e trasferimento volumetrico previsti dalle presenti norme.

1.5.10. Sc = Superficie coperta (mq.)

Per superficie coperta si intende la proiezione sul terreno delle parti edificate fuori terra, comprese quelle non considerate agli effetti del calcolo della SLP e compresi i fabbricati accessori (depositi, porticati, tettoie). Sono escluse dal calcolo della Sc le parti aggettanti aperte, sporgenti dal filo dei fabbricati, come balconi, gronde e simili, sempreché abbiano una profondità non superiore a m. 1,50. Negli insediamenti diversi da quelli abitativi, serbatoi ed impianti tecnologici all’aperto, nonché le scale di sicurezza aperte ma esterne all’edificio non concorrono al calcolo della superficie coperta. Gli aggetti, con sporgenza superiore a m. 1,50, vengono computati per intero.

1.5.11. Rc = Rapporto di copertura (%)

Rapporto massimo ammesso tra superficie coperta (Sc) e superficie fondiaria (Sf) espresso in percentuale

1.5.12. Sp = Superficie permeabile (mq.)

Superficie che deve essere lasciata libera e scoperta anche da serbatoi ed impianti tecnologici, per consentire il drenaggio delle acque nel sottosuolo. La superficie drenante e scoperta dei fabbricati, da non adibire a posto macchina o deposito, dovrà essere conforme a quella stabilita dall’art. 3.2.3. del Regolamento di Igiene e gli autobloccanti in cemento tipo “prato armato” sono da considerarsi filtranti al 50 %, mentre gli autobloccanti in PVC sono da considerarsi filtranti al 100 %; è possibile inoltre considerare drenanti i manti in copertura vegetale delle solette dei piani interrati quando sia stato organizzato un sistema di convogliamento delle acque nel terreno naturale, utilizzando canali drenanti posti ad adeguata distanza dai manufatti al fine di garantire la salubrità del manufatto stesso

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In base all’art. 3.0.0 del Regolamento di Igiene è possibile, con l’ottenimento di una deroga dal parte del responsabile del Servizio n. 1, adottare delle soluzioni particolari che permettano il raggiungimento degli obiettivi prefissati in termini di permeabilità.

1.5.13. P = Rapporto di permeabilità (%)

Rapporto minimo ammesso tra superficie permeabile (Sp) e superficie fondiaria (Sf).

1.5.14. SLP = Superficie lorda di pavimento (mq.)

Per superficie lorda di pavimento si intende la somma della superficie lorda di tutti i piani dell'edificio: fuori terra, sottosuolo, sottotetto e soppalchi, misurata entro il profilo esterno delle pareti perimetrali. Per i fabbricati residenziali sono esclusi dal calcolo della SLP: a) spazi non interamente chiusi anche se coperti, manufatti quali logge, balconi, terrazzi coperti, altane, porticati; b) le autorimesse e gli spazi coperti a parcheggio fino alla concorrenza del minimo richiesto dalle presenti norme; c) le autorimesse interrate; d) le superfici degli ambienti sottostanti i tetti, con altezza media ponderale, calcolata ai sensi dell’art. 63 comma 6) della L.R. 12/2005, inferiore a m 2,00; e) le superfici strettamente necessarie alla collocazione degli impianti tecnologici, cioè i vani e gli spazi necessari a contenere le apparecchiature degli impianti idrici, delle centrali termiche, delle centrali di condizionamento dell'aria, delle centraline e dei contatori dell'energia elettrica o del gas, i locali macchine degli ascensori, i locali per la raccolta delle immondizie; f) per i soli edifici costituiti da più di una unità immobiliare :gli spazi destinati a deposito carrozzine, biciclette, compresi i relativi spazi d'accesso, ; le superfici dei vani scala e ascensore, calcolate in mezzeria dei muri in condivisione con le unità immobiliari o con altri vani comuni; g) i locali completamente interrati o seminterrati, qualora destinati a funzioni accessorie, quali locali tecnici, cantine, parcheggi, magazzini, depositi e locali di sgombero aventi altezza non superiore a m. 2,50; h) i volumi tecnici così come definiti nel successivo articolo 1.6.

vengono calcolati limitatamente al 60 %: 3. le autorimesse e gli spazi coperti a parcheggio eccedenti il minimo richiesto dalle presenti norme; 4. le superfici degli ambienti sottostanti i tetti con altezza media ponderale, calcolata ai sensi dell’art. 63 comma 6) della L.R. 12/2005, compresa tra m. 2,00 e m. 2,39. Per gli insediamenti industriali e commerciali sono esclusi dal calcolo della SLP: a) gli spazi per gli impianti di depurazione, per gli impianti termici, per gli impianti elettrici i serbatoi e altri impianti tecnologici a stretto servizio dell'attività svolta; b) le superfici delle scale di sicurezza e degli impianti di sollevamento; c) gli spazi coperti a parcheggio fino alla concorrenza del minimo previsto dalle presenti norme; d) le superfici dei piani interrati o seminterrati adibiti a spazi di servizio magazzini e depositi che non comportino permanenza, ed aventi un’altezza inferiore a m. 2.50;

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e) le superfici di tettoie aggettanti di profondità non superiore a m. 2.00; vengono calcolati limitatamente al 60 %: 4. le superfici dei piani interrati o seminterrati aventi caratteristiche diverse da quelle indicate al presedente punto d); 5. le superfici di tettoie aventi caratteristiche diverse da quelle indicate al precedente punto e). La modalità di calcolo della SLP sopra esposta deve essere utilizzata anche per la verifica della SLP dei fabbricati esistenti, ove questa risultasse necessaria ai fini dell'attuazione delle previsioni.

1.5.15. Snr = Superficie non residenziale (mq.)

Superfici destinate a servizi ed accessori di pertinenza del singolo alloggio o dell'intero organismo abitativo, misurate al netto di murature, pilastri, tramezzi, sguinci e vani di porte e finestre, così come definite dal Decreto Ministeriale 10 maggio 1977, n. 801. Le superfici non residenziali riguardano: cantinole, soffitte, locali motore ascensore, cabine idriche, centrali termiche, lavatoi comuni, immondezzai ed altri locali a stretto servizio della residenza quali depositi per attrezzi, biciclette, carrozzine ecc, logge, balconi e terrazze, vano delle scale comuni comprensive dei pianerottoli di sbarco e vano ascensore misurato una sola volta in proiezione verticale, vani scale interni all'alloggio quando delimitati da pareti a tutta altezza, autorimesse singole o collettive coperte (comprensive degli spazi di manovra coperti) definite dalle delimitazioni perimetrali esterne con esclusione dei parcheggi scoperti e delle rampe di manovra scoperte, androni d'ingresso, porticati liberi salvo il caso in cui siano asserviti all'uso pubblico, spazi di distribuzione dei locali computati nella Snr.

1.5.16. Su = Superficie utile abitabile (mq.)

E' la superficie di pavimento degli alloggi, misurata al netto dei muri perimetrali e di quelli interni, dei pilastri, delle soglie di passaggio da un vano all'altro, degli sguinci di porte e finestre, e comprensiva di eventuali scale interne non delimitate da pareti a tutta altezza, così come definite dal Decreto Ministeriale 10 maggio 1977, n. 801.

1.5.17. V = Volume (mc.)

II volume delle costruzioni si ricava moltiplicando la SLP per l'altezza virtuale. Per tutti gli edifici tale altezza é convenzionalmente fissata nella misura di m. 3,00 quando l’altezza reale o la media della stessa non superi m. 3,99. In caso di altezze o medie di altezza superiori verrà conteggiata l’altezza reale. Eventuali soppalchi o aggetti intermedi non interrompono la misura delle altezze sopra definite. L’altezza viene definita misurando la distanza tra il piano di calpestio fino all’intradosso del piano superiore (in presenza di tetti a vista con orditura in travetti di legno tale misura è riferita al di sotto del travetto).

1.5.18. H = Altezza dei fabbricati (m.)

E' l'altezza stabilita per l'ingombro massimo in altezza dei fabbricati. Si determina misurando dalla quota di marciapiede (se pubblico o aperto al pubblico transito, e adiacente al fabbricato), o da quella naturale di campagna (in mancanza di

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marciapiede) fino all'intradosso del punto più alto della copertura e sull’elemento di maggiore altezza per ciascuna parte e su ogni lato della costruzione. Nel caso di fabbricati insistenti su terreni in pendio, l'altezza massima deve essere verificata per ciascun corpo di fabbrica con la verifica dell'altezza della verticale al punto più basso del terreno naturale a perimetro dell’edificio.

1.5.19. SV = Superficie di vendita (mq.)

Per superficie di vendita si intende l'area destinata all'esercizio dell'attività di vendita, comprensiva della superficie di esposizione o occupata da banchi, scaffalature ed altre attrezzature, con esclusione della superficie destinata a magazzini, depositi, locali di lavorazione, uffici e servizi. Nel caso di attività esclusiva di vendita di merci ingombranti, non immediatamente amovibili ed a consegna differita (ad es. mobilifici, autoconcessionarie, legnami, materiali edili) la SV è computata nella misura di 1/8 della SLP in base alla DGR n. 8/5054 del 04.07.2007.

1.5.20. U1 = Superficie per l'urbanizzazione primaria (mq.)

Superficie della aree destinate ad opere di urbanizzazione primaria.

1.5.21. U2 = Superficie per l'urbanizzazione secondaria (mq.)

Superficie della aree destinate ad opere di urbanizzazione secondaria.

1.5.22. Distanze

Le distanze si calcolano a partire dalla sagoma determinata dalla superficie coperta (Sc) e con il criterio del diametro del cerchio iscritto tra i punti più vicini da misurare.

1.5.22.1. Dc = Distanza minima del fabbricato dai confini di proprietà nonché dal confine di zona destinato a spazi pubblici o di uso pubblico (m.) Tale distanza corrisponde alla lunghezza del segmento minimo che congiunge l’edificio con il confine di riferimento. La distanza minima misurata in proiezione orizzontale del fabbricato dai confini di proprietà nonché dal confine di zona destinato a spazi pubblici o di uso pubblico, per gli interventi di nuova costruzione, deve essere minimo di metri 5,00 in modo che l’analogo distacco rispettato dall’edificazione sul lotto attiguo porti la distanza complessiva tra i due edifici a m. 10,00 (art. 9 D.M. 02.04.1968, n. 1444 e art. 17 Legge 06.08.1967, n. 765);

La costruzione a confine è ammessa nei seguenti casi: a. qualora da atto convenzionale allegato alla richiesta del titolo abilitativi risulti convenzionata la possibilità dei confinanti di costruire in aderenza; b. si tratti di pertinenze e/o di costruzioni accessorie, ma nei limiti precisati all’art. 1.3.4 c. solo a copertura di fabbricati esistenti senza creazione di nuovi frontespizi

Le costruzioni totalmente interrate, salvo il fronte d’accesso, non sono da computare al fine delle distanze tranne per quanto previsto dall’art. 1.3.4 delle presenti norme.

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Solo i confini delle aree-zone destinate a spazi pubblici o di uso pubblico (e non anche ogni altra delimitazione di ambito urbanistico) sono equiparati ai confini di proprietà ai fini delle distanze.

1.5.22.2. Df = Distanza minima tra fabbricati (m.)

Tale distanza si misura a partire dal limite esterno di ogni opera in elevazione e di ogni aggetto superiore a m 1,50, sulla perpendicolare tra le due pareti quando queste siano parallele, ovvero con il criterio radiale negli altri casi. Le distanze minime tra le pareti di fabbricati prospicienti per le diverse zone omogenee sono stabilite dall'art. 9 del D.M. 02.04.1968, n. 1444. Nel centro storico per le operazioni di risanamento conservativo e per le eventuali ristrutturazioni, le distanze tra gli edifici non possono essere inferiori a quelle intercorrenti tra i volumi edificati preesistenti, computati senza tenere conto di costruzioni aggiuntive di epoca recente e prive di valore storico, artistico o ambientale. Nelle altre zone la distanza minima assoluta (Df) deve essere di m. 10,00 tra le pareti finestrate e pareti di edifici antistanti; tale norma si applica anche quando una sola parete è finestrata. Nel caso in cui il lotto attiguo risulti edificato con un edificio con pareti finestrate posto a distanza dal confine inferiore alla minima prescritta dal presente piano, chi edificherà successivamente all’entrata in vigore delle presenti norme dovrà tenere l’edificio ad una distanza minima di m. 10,00. Possono essere costruiti edifici, o parti di edifici, a distanze fra loro minori di m. 10,00 con un minimo di m. 6,00, solo nel caso in cui entrambe le pareti prospicienti non siano finestrate e previa convenzione registrata fra le proprietà. Le distanze minime di m. 10,00 tra edifici stabilite dal presente articolo e dalle disposizioni particolari di Zona, sono da applicarsi anche nel caso di edifici da realizzarsi su fondi della medesima proprietà. Le costruzioni accessorie quali autorimesse, ripostigli, serre o simili sono ammesse a confine sempreché siano distanti almeno m. 3,00 da ogni altro fabbricato o in aderenza all’edificio principale . In ogni caso, dovranno altresì rispettare le distanze dalle strade. Sono ammesse distanze inferiori a quelle indicate nei punti precedenti, nell’ambito di piani urbanistici esecutivi con previsioni planivolumetriche, purché venga assicurato il soleggiamento agli edifici stessi.

1.5.22.3. Ds = Distanza minima del fabbricato dalle strade (m.)

Tale distanza corrisponde alla lunghezza del segmento minimo che congiunge l’edificio con il confine della strada di riferimento Distanza minima tra l'edificio ed ogni opera fuori terra dal ciglio stradale ovvero da altro spazio aperto al pubblico transito. Lungo le strade destinate al traffico autoveicolare, gli edifici devono sorgere in arretramento dal ciglio stradale nelle seguenti misure: - 5,00 m. per strade di larghezza inferiore a 7 m. - 7,50 m. per strade di larghezza compresa tra 7 m. e 15 m. - 10,00 m. per strade di larghezza superiore a 15 m. La distanza dalla strada, potrà essere diminuita nei casi di allineamenti in atto chiaramente definiti (nel centro storico) e nei casi espressamente previsti da piani attuativi con previsioni planivolumetriche.

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1.5.22.4. Deroghe alle distanze in materia dell’efficientamento energetico.

L’art. 11 del D.Lgs 30.05.2008, n. 115 in relazione all’efficientamento energetico prevede: -per le nuove costruzioni nel caso di verifica di una riduzione minima del 10 % dell’indice di prestazione energetica certificato con le modalità di cui al D.Lgs 192/2005, con riferimento alla sola parte eccedente i 30 cm. e fino ad un massimo di ulteriori 25 cm. per gli elementi verticali e di copertura è permesso derogare a quanto previsto dalle normative nazionali, regionali o dai regolamenti edilizi comunali in merito alle distanze minime tra edifici, distanze minime di protezione del nastro stradale, alle altezze massime degli edifici -per edifici esistenti nel caso di verifica di una riduzione minima del 10 % dell’indice di prestazione energetica certificato con le modalità di cui al D.Lgs 192/2005, è permesso derogare a quanto previsto dalle normative nazionali, regionali o dai regolamenti edilizi comunali in merito alle distanze minime tra edifici (nella misura massima di 20 cm.), alle distanze minime di protezione del nastro stradale (nella misura massima di 20 cm.), alle altezze massime degli edifici (nella misura massima di 25 cm.). La deroga può essere esercitata nella misura massima da entrambi gli edifici confinanti Sulla base di tali norme, tale deroga viene estesa anche alla verifica delle distanze dai confini applicando i valori di riferimento indicati in relazione alle nuove costruzioni o agli edifici esistenti.

1.5.23. Aree di pertinenza

In tutti i casi in cui si proceda ad interventi edilizi che incidono sui parametri di edificabilità (nuova costruzione, ampliamento), le aree fondiarie di pertinenza devono essere assoggettate a specifico vincolo di asservimento agli indici di utilizzazione edilizia, applicabili al momento della concretizzazione dell'efficacia del relativo procedimento. Per l’assoggettamento delle aree fondiarie a specifico vincolo di asservimento il concessionario, mediante scrittura privata da registrare, deve individuare le aree che si considerano di pertinenza dell'edificio, vincolandole allo scopo di impedirne successivi impieghi ai fini del computo della capacità edificatoria. Tali aree sono assoggettate a specifico vincolo di asservimento, da costituirsi a mezzo di atto soggetto a registrazione, a cura e spese del proprietario o degli eventuali aventi titolo a conclusione dei lavori. Il vincolo di asservimento permane con il permanere degli edifici, anche se oggetto di un frazionamento ovvero di una alienazione, anche parziale, dell'area. L'area asservita ai fini del calcolo della edificabilità consentita non può essere considerata libera ai fini dell’ottenimento di un successivo titolo abilitativo edilizio. L'atto di vincolo deve indicare gli estremi catastali dell'area base di calcolo dell’edificabilità, la sua estensione espressa in metri quadrati, la superficie lorda di pavimento utilizzata, il relativo indice di densità di Piano riferito all'intera area fondiaria di pertinenza. In assenza di specifico atto di vincolo, l’area asservita di un edificio esistente si determina dividendo il volume esistente ( calcolato vuoto per pieno per la parte fuori terra ) per l’indice di edificabilità vigente all’epoca del rilascio del titolo abilitativo, salvo quanto precisato al comma successivo: - per le nuove costruzioni e gli ampliamenti operano gli indici e i parametri edilizi del relativo Tessuto secondo il presente piano;

- per le costruzioni esistenti prima dell’entrata in vigore della Legge 765/1967, può essere assunta, come area di pertinenza dell’edificio, quella corrispondente all’estensione del

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terreno necessaria, in base all’applicazione dell’indice di 1,0 mc./mq. per gli edifici residenziali o dell’indice di copertura di 1/3 per gli edifici con altra destinazione, a generare la volumetria insediata.

- per le costruzioni esistenti realizzate dopo l’entrata in vigore della Legge 6 agosto 1967, n. 765, operano gli indici di fabbricabilità previsti al momento del rilascio del titolo abilitativo edilizio.

1.6. ALTRE DEFINIZIONI

Androni e vestiboli Ambienti di disimpegno ed ingresso, situati al piano terra degli immobili, aventi o due lati aperti o un lato aperto ed uno collegato direttamente al corpo scale ed agli impianti di sollevamento.

Ballatoio Struttura orizzontale, aperta almeno su un lato, sorretta da mensole o a sbalzo sporgente dalle delimitazioni perimetrali esterne, ad uso di disimpegno e comunicazione tra il corpo di distribuzione verticale e le unità immobiliari o parte di esse.

Ciglio stradale (Decreto Ministeriale 1° aprile 1968 Numero 1404)

Si definisce ciglio della strada la linea di limite della sede o piattaforma stradale comprendente tutte le sedi viabili, sia veicolari che pedonali, ivi incluse le banchine od altre strutture laterali alle predette sedi quando queste siano transitabili, nonché le strutture di delimitazione non transitabili (parapetti, arginelle e simili).

Delimitazioni perimetrali esterne Sono costituite dalle pareti esterne opache di qualsiasi materiale, dalle pareti esterne trasparenti e dai serramenti che racchiudono il volume dell'edificio.

Edifìcio Complesso di unità immobiliari strutturalmente organizzate.

Edificio esistente Ai soli fini dell’applicazione del PdR si intende esistente un edificio che si trova in almeno una delle seguenti condizioni: - costruzione fisicamente esistente prima del 01.09.1967 - costruzione per la quale è stato emanato regolare provvedimento abilitativo. La consistenza dell’edificio esistente potrà essere verificata con ogni elemento disponibile (progetti approvati, schede catastali, fotografie, e simili). Di conseguenza non sarà possibile applicare i parametri urbanistici ed ogni norma sugli edifici esistenti a situazioni diverse da quanto stabilito dal precedente capoverso; in particolare tali norme non potranno applicarsi nei seguenti casi: - edifici o parti di edifici un tempo esistenti e successivamente demoliti o crollati; - edifici o parte di edifici regolarmente autorizzati e non realizzati, - edifici costruiti in violazione delle norme urbanistiche. Relativamente agli edifici in condizioni di fatiscenza e/o ai ruderi, l’edificio è considerato esistente nel caso in cui, di fatto, le murature siano presenti su tutti i lati (copertura ed aggetti esclusi).

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Linea di colmo E' la retta orizzontale generata dall'intersezione dei piani inclinati opposti costituiti dalle falde o generata dall'intersezione superiore tra piani verticali e falda.

Linea di gronda E' la retta orizzontale posta al livello inferiore dei piani inclinati costituiti dalle falde. E' determinata dall'intersezione dei piani inclinati con l'estradosso del piano orizzontale di copertura

Loggia E' uno spazio aperto integrato al piano di un edificio, posto ad un livello superiore al piano terra caratterizzato da pilastri ed aperto almeno su due lati.

Piano di campagna o quota zero Corrisponde alla quota naturale del terreno. In caso di terreno che in ragione della sua conformazione orografica necessiti di un rimodellamento, corrisponde alla quota di terreno sistemato se preventivamente assentito su conforme parere della Commissione del Paesaggio. Qualora il fabbricato sia in fregio a strada, corrisponde alla quota del marciapiede o, dove questo non esiste, con la quota stradale finita.

Piano interrato E' il piano avente quota di pavimento finito e quota della soletta di copertura misurata all'estradosso inferiori alla quota del piano di campagna.

Piano seminterrato E' il piano avente quota di pavimento finito inferiore alla quota del piano di campagna e la quota dell'estradosso della soletta di copertura superiore alla quota del piano di campagna per un massimo di m. 1.50.

Piano sottotetto E' lo spazio compreso tra l'ultimo solaio delimitante l'ultimo piano abitabile o praticabile ed il solaio inclinato di falda che sorregge il manto di copertura.

Piano terra o terreno Corrisponde al primo piano fuori terra del fabbricato, posto al livello del piano di campagna o con quota del pavimento, misurata dal piano di campagna, inferiore o uguale a 20 cm.

Portico E' uno spazio posto al piano terra di un edificio con almeno due lati aperti e/o eventualmente sostenuto da pilastri; può essere sormontato da terrazzo, da copertura o edificio pieno.

Soppalco E' un ripiano intermedio all'interno di spazi primari avente almeno un lato non delimitato da pareti a tutta altezza.

Spazi residenziali accessori Sono locali integrativi ai locali di abitazione, caratterizzati da una permanenza di tipo saltuario e destinati ad esempio a sala da gioco, studio, sala di lettura e assimilabili (sottotetti accessibili, verande, tavernette, ecc..).

Spazi residenziali primari e di servizio

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Sono locali di abitazione caratterizzati da una permanenza di tipo continuativo e destinati ad esempio a camera da letto, sala, soggiorno, pranzo, cucina, spazi di cottura, stanze da bagno, servizi igienici, spogliatoi, guardaroba, corridoi di distribuzione.

Sporti aggettanti aperti Strutture orizzontali o inclinate sporgenti dalle delimitazioni perimetrali esterne quali balconi, pensiline, gronde e cornicioni.

Strutture temporanee stagionali (tensostrutture, palloni presso statici, e simili )

Sono da considerare manufatti precari c.d. dehors, strutture temporanee stagionali, assimilabili per dimensioni e caratteristiche funzionali a dei manufatti edilizi, ma destinate ad un uso limitato nel tempo, e volte a soddisfare le esigenze delle attività terziario – commerciali, ricreative e sportive, nell’arco temporale della loro durata.

Tali manufatti devono avere carattere di precarietà dal punto di vista temporale, nel senso che la loro presenza sul territorio deve essere limitata nel tempo, di durata non superiore ai 5 mesi e rinnovabile ogni anno.

Le strutture di cui sopra sono ammesse con osservanza del Codice Civile; sono soggette a contributo concessorio oneroso, limitato ad 1/3 degli oneri di urbanizzazione, da corrispondere in occasione del rilascio di titolo abilitativo e di ogni suo rinnovo.

Tettoia E' un corpo aggettante o sostenuto da pilastri che definiscono uno spazio mediante semplice copertura, aperto almeno su due lati.

Elementi ornamentali Sono considerati elementi ornamentali (esempio statue, fioriere, fontane, barbecue, pergolati, gazebo ) i manufatti avente natura ornamentale posati in giardini, cortili, terrazzi, realizzati materiali purché non stabilmente infissi al suolo e senza copertura. Per i pergolati ed i gazebo devono essere soddisfatte le distanze dai confini previste dal Codice Civile. Gli elementi ornamentali e di arredo sono soggetti a comunicazione di inizio lavori senza alcun titolo abilitativo.

Piscine Le piscine scoperte pertinenziali ai fabbricati residenziali, ricettivi alberghieri e socio assistenziali, possono essere realizzate in ogni tessuto, nel limite di 60 mq. di superficie, mentre sono vietate negli ambiti agricoli e boschivi (ad esclusione dei lotti ove insiste l’attività agrituristica). La distanza minima da rispettare dai confini di fondi confinanti e dalle strade non deve essere inferiore a m. 2,00 . Le piscine coperte non sono considerate costruzioni pertinenziali o accessori. Nel caso in cui la piscina sia coeva alla realizzazione dell’edificio principale o realizzata nei successivi dieci anni, il contributo deve essere calcolato considerando tutti i manufatti in corso di realizzazione o esistenti.

Sagoma

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La sagoma geometrica di una costruzione corrisponde al profilo esterno dell’insieme (copertura e pareti esterne, senza aggetti scoperti).

Tipologia edilizia Riguarda la classificazione di edifici o raggruppamenti di edifici secondo le loro omogenee caratteristiche distributive, organizzative e funzionali; le tipologie edilizie si distinguono in:  edifici isolati: edifici a villa, villino, a stella, a nastro, a gradoni, ecc. che siano comunque accorpati, con distacco dai confini e dalle strade;  edifici abbinati: edifici costruiti in adiacenza, con un lato in comune sul confine di proprietà, senza formare frontespizi nudi;  edifici a schiera: edifici costituiti da più unità, perlopiù unifamiliari, uguali o simili, ripetuti con o senza suddivisione tra le aree in proprietà distinte;  edifici a cortina: edifici posti lungo il perimetro di uno o più lotti, senza interruzioni o distacchi superiori ai 10,00 m. e che in taluni casi racchiudono spazi formanti cortili.

Volume tecnico Devono intendersi per volumi tecnici, vedi Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici n. 2474 del 31.01.1973, ai fini della esclusione dal calcolo della slp ammissibile, i volumi strettamente necessari a contenere ed a consentire l’accesso di quelle parti degli impianti tecnici( idrico, termico, elevatorio, televisivo, di parafulmine, di ventilazione, ecc) che non possono per esigenze tecniche di funzionalità degli impianti stessi, trovare luogo entro il corpo dell’edificio realizzabile nei limiti imposti dalla normativa urbanistica. Ai soli fini di cui alla Legge Regionale 39/2004, art.4 comma 4, le serre bioclimatiche e le logge addossate o integrate all'edificio, opportunamente chiuse e trasformate per essere utilizzate come serre rientrano nella casistica dei “volumi tecnici”, non computabili ai fini volumetrici, se sono congiuntamente rispettati i seguenti criteri: a) La superficie netta in pianta della serra bioclimatica o della porzione di serra sia inferiore o uguale al 15% della superficie utile di ciascun subalterno a cui è collegata; la possibilità di realizzare una serra bioclimatica o una loggia addossata o integrata all’edificio, di superficie maggiore a quella sopra indicata, è ammessa solo qualora l’ampliamento relativo alla superficie che eccede il suddetto limite sia consentito dallo strumento urbanistico locale, fatto salvo il versamento, per la sola parte eccedente, degli oneri di urbanizzazione e dei contributi previsti dalle norme edilizie vigenti; b) La serra consenta una riduzione, documentata nella relazione tecnica di cui all’Allegato B della DGR VIII/5018 e s.m.i., pari ad almeno il 10% del fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione invernale o il riscaldamento di ciascun subalterno a cui è collegata; tale riduzione non è richiesta qualora la realizzazione della serra bioclimatica avvenga nell’ambito di un intervento di ristrutturazione edilizia che coinvolga più del 25% della superficie disperdente dell’intero edificio a cui è addossata o integrata e siano, di conseguenza, rispettati i requisiti di cui al punto 7 della dgr 8745/2008. c) La serra sia provvista di opportune schermature e/o dispositivi mobili e rimovibili ed apposite aperture per evitarne il surriscaldamento estivo; d) La serra non deve essere dotata di impianto di riscaldamento né di raffrescamento; e) La superficie disperdente della serra sia costituita per almeno il 50 % da elementi trasparenti.

serre bioclimatiche

Rientrano in tale classificazione le serre bioclimatiche e le logge addossate o integrate all’edificio, opportunamente chiuse e trasformate per essere utilizzate come serre per lo sfruttamento dell’energia solare passiva, progettate in modo da integrarsi nell’organismo edilizio nuovo o esistente e che dimostrino, attraverso i necessari calcoli energetici, la loro funzione di riduzione dei consumi di combustibile per riscaldamento invernale, attraverso lo sfruttamento passivo e attivo dell’energia solare o la funzione di spazio intermedio.

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1.7. INTERVENTI EDILIZI: TIPOLOGIE E PROCEDURE

1.7.1. Tipologie interventi edilizi

Le definizioni generali delle tipologie degli interventi edilizi sono contenute nell’art. 27 comma 1 della L.R. 12/2005 a cui si rinvia. Indipendentemente dalla tipologia d’intervento indicata nella richiesta di Permesso di Costruire, nelle DIA, SCIA, C.Ass o CIAL, è prevalente l’eventuale diversa tipologia d’intervento così come individuata dal Responsabile del procedimento in sede d’istruttoria. Non è in nessun caso consentito da parte della stessa proprietà l’artificioso frazionamento degli interventi finalizzati ad eludere il versamento del contributo di costruzione ovvero teso ad operare nell’ambito della tipologia d’intervento “più leggera”. A tal fine verranno valutati “a sistema” gli interventi edilizi e gli eventuali cambi d’uso senza opere dell’ultimo quinquennio; limitatamente alla modifica delle destinazioni d’uso la verifica viene estesa ai 10 anni precedenti ai sensi dell’art. 52 comma 3 della L.R. 12/2005. Negli interventi sul patrimonio edilizio esistente lo stato di fatto degli immobili su cui si effettuano interventi edilizi deve essere legittimato da un provvedimento amministrativo precedente. Nel caso di vecchi edifici non vi fossero precedenti pratiche edilizie agli atti d’ufficio si farà riferimento alle schede catastali all’impianto.

1.7.2. Procedure edilizie da utilizzare per le diverse tipologie di intervento

Permesso di Costruire (PdC) in via facoltativa per tutti gli interventi edilizi, nonché obbligatoriamente per i mutamenti di destinazione d’uso di cui all’art. 52, comma 3 bis, della L.R. 12/2005 e per gli interventi di cui all’art. 60 della L.R. 12/2005;

Denuncia di Inizio Attività (DIA) alternativa al Permesso di Costruire, fatta eccezione per gli interventi assoggettati in via principale a SCIA, nonché per i nuovi fabbricati in zona agricola e per i mutamenti di destinazione d’uso di cui all’art. 52, comma 3 bis, della L.R. 12/2005, assoggettati unicamente al Permesso di Costruire;

Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) per tutti gli interventi non previsti dagli artt. 6 e 10 del D.P.R. 380/2001, più precisamente:

- interventi di manutenzione straordinaria ”pesanti”, ovvero eccedenti rispetto alla previsione di cui all’art. 6, comma 2, lett. a) del D.P.R. 380/2001;

- interventi di restauro e di risanamento conservativo;

- interventi di ristrutturazione edilizia “leggera”, ovvero non rientranti nella fattispecie di cui all’art. 10, comma 1, lett. c), del D.P.R. 380/2001;

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Comunicazione asseverata (C.Ass) per gli interventi di manutenzione straordinaria di cui all’art. 6, comma 2, lett. a) del D.P.R. 380/2001;

Comunicazione Inizio Attività Libera (CIAL) per le opere di cui all’art. 6, comma 2, lett. b), c), d), e) del D.P.R. 380/2001.

Per quanto riguarda specificamente la nuova disciplina della SCIA, la Direzione Generale della Regione Lombardia ha precisato che, nel caso di interventi da realizzarsi in zona soggetta a vincoli ambientali, paesaggistici o culturali, alla SCIA deve essere allegato lo specifico atto di assenso dell’ente preposto alla tutela del vincolo, atto di assenso che non può essere sostituito da SCIA.

Nel caso di interventi da realizzarsi in ambito non sottoposto a vincolo paesaggistico, ma che comunque incidano sull’aspetto esteriore dei luoghi e degli edifici, i relativi progetti sono soggetti all’esame di impatto paesistico previsto dal P.T.R. (vedi artt. 35 e ss., Parte 3, Piano Paesaggistico e DGR. n. 11045/2002).

In tal caso, se il progetto rimane sotto la soglia di rilevanza, alla SCIA deve essere allegato l’esame di impatto paesistico, sopra soglia deve essere acquisito, preliminarmente alla presentazione della SCIA, il giudizio di impatto paesistico con parere obbligatorio della Commissione per il Paesaggio.

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. 2 – DISCIPLINA DELL’USO DEL TERRITORIO COMUNALE

2.1. QUADRO VINCOLISTICO ESISTENTE

2.1.1. Beni storico-artistico-monumentali.

Ai sensi degli artt. 10, 11 e 12 del D.Lgs 42/2004 i beni culturali da tutelare e gli immobili assoggettati a prescrizioni di tutela indiretta ai sensi dell’art. 45 sono soggetti alla disciplina del presente articolo. Sono da considerarsi tali i beni culturali, le cose immobili e mobili appartenenti allo Stato, alle regioni, agli altri enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico e a persone giuridiche private senza fine di lucro, ivi compresi gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico, rientrano pertanto in questa categoria gli edifici storici, religiosi, civili, militari, rurali, ville, parchi e giardini storici, edifici di archeologia industriale, luoghi e scenari della memoria storica e loro ambiti paesistici e spaziali di pertinenza, testimonianze significative della storia e della cultura, che costituiscono emergenze puntuali. Sono inoltre da considerare cose immobili e mobili di cui al precedente comma, anche quelli che siano opera di autore non più vivente e la cui esecuzione risalga ad oltre settantanni, fino al momento in cui venga verificata la sussistenza della mancanza di interesse artistico-storico.

2.1.2. Beni paesaggistici

Sono, in particolare, soggetti a tutela: a) gli immobili e le aree di notevole interesse pubblico ai sensi degli artt. da 136 a 141 del D.Lgs 42/2004; b) le aree indicate dall’art. 142 del D.Lgs 42/2004; c) gli ulteriori immobili ed aree specificamente individuati a termini dell'articolo 136 del D.Lgs 42/2004 e sottoposti a tutela dai piani paesaggistici previsti dagli articoli 143 e 156. Comunque, nel rispetto della normativa vigente, l’individuazione dei beni e delle risorse essenziali del territorio indicati nel presente articolo, è accertamento delle loro caratteristiche intrinseche, così che limitazioni al loro godimento non determinano un diritto all’indennizzo ai sensi dell’art. 145 del D.Lgs. 42/2004. Le aree ed i beni assoggettati a specifica tutela paesaggistica sono evidenziati nell’elaborato grafico tav. PdR 05. In particolare nel territorio di Caronno Varesino i vincoli presenti corrispondono a quelli indicati nell’art 142 del D.Lgs 42/2004 ai commi:  1 lettera c) fiumi e corsi d’acqua; nell’elenco pubblicato in allegato alla DGR 25 luglio 1986 n. 12028, successivamente precisato sul Sistema Informativo dei Beni Ambientali (SIBA), per il territorio di Caronno Varesino sono stati evidenziati i seguenti corsi d’acqua da assoggettare a vincolo: torrente Arno, roggia Scirona, Valle di Travaino, torrente Riale, torrente Tenore;  1 lettera g) boschi e foreste; dove sono stati considerati boschi le formazioni vegetali a qualsiasi stadio di sviluppo, di origine naturale o artificiale, nonché i terreni su cui esse sorgono, caratterizzate simultaneamente dalla presenza di vegetazione arborea o arbustiva, dalla copertura del suolo, esercitata dalla chioma della componente arborea o arbustiva, pari o superiore al

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venti per cento, nonché da superficie pari o superiore a 2.000 metri quadrati e lato minore non inferiore a 25 metri, nonché le aree oggetto di rimboschimento e di imboschimento e le aree già boscate, prive di copertura arborea o arbustiva a causa di trasformazioni del bosco non autorizzate.

2.1.3. Aree a rischio archeologico

Nelle zone oggetto di ritrovamenti archeologici trovano applicazione le norme di tutela del patrimonio archeologico dettate in via generale dal D.Lgs. 42/2004 e dalla legislazione speciale, con particolare riferimento alle opere che prevedono l’esecuzione di escavazioni. Si prescrive inoltre che negli atti abilitativi di interventi ricadenti in tale zone venga inserito l’obbligo, da parte del proprietario o dell’impresa appaltatrice dei lavori di scavo, , per tutte le opere che comportino scavi e movimentazione di terra affinché sia possibile valutare ogni possibile interferenza con presenze archeologiche e sia possibile eseguire un controllo archeologico sul cantiere nei casi in cui l’ufficio della Soprintendenza lo ritenga opportuno. La comunicazione preventiva dovrà essere effettuata dal proprietario e dall’impresa appaltatrice dei lavori di scavo, sia per lavori in proprietà pubblica, sia privata che prevedano scavi per la realizzazione di fabbricati, box interrati, ampliamenti di edifici esistenti, e dovrà essere inviata alla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia con un anticipo di 15 giorni rispetto all’inizio dei lavori di scavo. La comunicazione dovrà contenere l’indirizzo e gli estremi catastali dell’area oggetto di intervento, un estratto mappa, una breve relazione che indichi la natura del’intervento ed in particolare l’ampiezza e la profondità dello scavo, oltre alla sua esatta ubicazione. Dovranno essere indicati i riferimenti telefonici del responsabile di cantiere o dell’architetto che dirige i lavori in modo da permettere di prendere i dovuti contatti. In caso di differimento della data prevista di inizio lavori si chiede una tempestiva comunicazione. Non occorre inviare il progetto completo. Si fa presente inoltre che il Codice dei Contratti pubblici relativi a lavori servizi e forniture, prevede che sia prodotta una relazione archeologica preventiva in fase di progettazione preliminare, per tutte le opere pubbliche sopra e sotto soglia comunitaria , nonché per i lavori di “pubblica utilità” con finanziamento privato o pubblico pari o superiore al 50% dei lavori , per concessioni di lavori pubblici, per lavori per opere di urbanizzazione sopra soglia comunitaria, per la realizzazione di infrastrutture strategiche ed insediamenti produttivi e per contratti relativi ai Settori speciali.

2.2. DEFINIZIONE DEGLI AMBITI DEL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO

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Sono costituiti dall’insieme delle parti di territorio su cui è già avvenuta l’edificazione o la trasformazione dei suoli e comprendono anche le aree libere intercluse o di completamento.

2.2.1. Classificazione degli ambiti appartenenti al tessuto consolidato

Il territorio del tessuto urbano consolidato, viene distinto in ambiti che, per la loro matrice storica, architettonica, il grado di densità, di aggregazione e di omogeneità di impianto, di rapporto con le parti pubbliche e con le infrastrutture, possono essere considerati omogenei o possono presentare caratteri identitari. Tali ambiti sono stati così definiti: . tessuto storico; . tessuto urbano consolidato residenziale denso; . tessuto urbano consolidato residenziale rado; . tessuto produttivo consolidato; . tessuto produttivo consolidato misto; . tessuto terziario commerciale consolidato.

2.2.2. Modalità generali di intervento nei comparti individuati nel tessuto consolidato con la sigla AC (Ambiti di Completamento).

Gli Ambiti di Completamento previsti dal Piano delle Regole sono soggetti a Permesso di Costruire convenzionato; per ciascun ambito sono state predisposte distinte “schede”, allegate alle presenti norme, dove sono indicate le destinazioni ammesse, gli indici ed i parametri di edificabilità Ogni scheda indica altresì l’onere unitario per ogni mc. o mq. edificabile (in aggiunta agli oneri di urbanizzazione tabellari) che viene posto a carico dei soggetti attuatori del comparto per concorrere nella realizzazione di opere e/o servizi. In alcuni casi nelle schede vengono indicate graficamente le aree oggetto di cessione al Comune, che possono essere previste sia all’interno che all’esterno del perimetro dell’ambito di completamento; in altri casi vengono indicate quantitativamente le aree che dovranno essere cedute, ma sarà lo stesso operatore a suggerire la loro localizzazione in fase di progetto. Nel caso in cui non sia stata valutata dalla Amministrazione Comunale la cessione della quota complessiva per attrezzature pubbliche o di interesse pubblico, verrà indicata la quota a cui dovrà essere commisurato l’onere monetizzato sostitutivo, che rappresenta in ogni caso il minimo che deve essere corrisposto alla Amministrazione Comunale. Il rilascio del Permesso di Costruire sarà quindi subordinato alla stipulazione di una convenzione e/o alla sottoscrizione di un atto unilaterale.

2.2.3. Edifici e manufatti esistenti ricadenti in fasce di rispetto di elettrodotti o in fasce di rispetto di sorgenti elettromagnetiche

Per quanto attiene le aree, gli edifici e i manufatti esistenti ricadenti in fasce di rispetto di elettrodotti o in fasce di rispetto di sorgenti elettromagnetiche, si applicano i seguenti disposti:

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- è fatto divieto di procedere a nuova edificazione o all’attivazione di destinazione d’uso che comportino la presenza continua di persone per un periodo di tempo superiore alle 4 ore; - sulle aree libere possono essere collocati unicamente manufatti accessori che non prevedano la permanenza continua di persone, - le aree sottoposte a vincolo concorrono alla verifica dei parametri urbanistici, ma i conseguenti manufatti debbono essere realizzati nelle parti di proprietà non sottoposte a fascia di rispetto.

2.2.4. Edifici e manufatti esistenti ricadenti in area di fattibilità IV geologica

Come meglio dettagliato all’articolo “2.10. Prevenzione del rischio idrogeologico”, per gli edifici esistenti ricadenti in tale classe IV di fattibilità geologica, sono consentite esclusivamente le opere relative ad interventi di demolizione senza ricostruzione, manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, risanamento conservativo, come definito dall’art. 27, comma 1, lettere a), b), c) della L.R. 12/2005, senza aumento di superficie o volume e senza aumento del carico insediativo. Sono inoltre consentite le innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica. Deve essere esclusa qualsiasi nuova edificazione, se non opere tese al consolidamento o alla sistemazione idrogeologica per la messa in sicurezza dei siti. Eventuali infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico possono essere realizzate solo se non altrimenti localizzabili; dovranno comunque essere puntualmente e attentamente valutate in funzione della tipologia di dissesto e del grado di rischio che determinano l’ambito di pericolosità/vulnerabilità omogenea.

2.2.5. Edifici e manufatti produttivi/artigianali esistenti ricadenti fuori degli ambiti produttivi, commerciali, terziari consolidati.

Per quanto riguarda gli edifici e i manufatti produttivi esistenti in zone diverse da quelle con destinazione specifica sono assentibili solo interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria ed adeguamenti tecnologici e funzionali. Per gli edifici ricadenti nei centri storici sono ammessi solo gli interventi relativi alla manutenzione ordinaria, straordinaria, conversione d’uso con e senza trasformazione tipologica. In caso di riconversione d’uso sono ammessi interventi di ristrutturazione, purché la destinazione e la tipologia finali siano compatibili con la normativa prevista nell’ambito in cui si trova l’edificio. Le attività produttive presenti, in ogni caso, non dovranno avere produzioni nocive e/ o moleste, fatta salva comunque la normativa sulle lavorazioni insalubri ex art. 216 del T.U.LL.SS. E’ comunque prescritta la richiesta di parere preventivo o ex art. 220 del T.U.LL.SS. all’ASL competente, in caso di ristrutturazioni o adeguamenti tecnologici di insediamenti produttivi e/o artigianali. Sono incentivate le dislocazioni di attività produttive in aree a destinazione produttiva specifica; trattasi in particolare di quelle attività sorte singolarmente nel territorio avente caratteristiche agricole boschive preminenti e pertanto incompatibili con l’ambiente in cui ricadono. Nel caso in cui l’attività presente in tali manufatti venisse trasferita in altre aree specificatamente destinate alle attività di produzione, il manufatto esistente potrà essere oggetto di recupero ai fini residenziali con un riconoscimento di un incremento volumetrico

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del 25 % rispetto a quello esistente. L’intervento, in tale caso, dovrà essere subordinato al rilascio di un Permesso di Costruire Convenzionato. Per gli edifici produttivi nei quali risulta invece dismessa l’attività produttiva è consentito il recupero del volume esistente con funzioni compatibili con la residenza, con il riconoscimento di un incremento volumetrico del 15%; in tale caso l’intervento dovrà essere soggetto a Piano Attuativo o Permesso di Costruire convenzionato. Tutti gli interventi di recupero dei manufatti di cui al presente articolo dovranno configurare una coerenza compositiva con l’intorno al fine di costituire un armonioso inserimento dell’edificio nell’ambiente naturale con un’alta qualità progettuale. Si precisa inoltre che nel corso della realizzazione di ristrutturazioni o conversioni d’uso su tali immobili dovessero emergere siti inquinati, è obbligatoria la loro bonifica e il ripristino ambientale, ai sensi del D.Lgs 152/2006 e della DGR n. 6/17252 del 01.08.1996, di entità commisurabile anche alla specifica futura destinazione d’uso dei siti, nonché il rispetto dei criteri previsti dall’art. 7 della L.R. n. 1 del 02.02.2007 e dal Regolamento d’Igiene per il recupero di dette aree.

2.2.6. Edifici esistenti nel tessuto consolidato con valore storico architettonico.

All’interno del tessuto residenziale consolidato si sono rilevati alcuni edifici di epoca precedente al 1940, che non hanno subito interventi di alterazione morfologica e che conservano caratteri architettonici originari di discreto valore storico ed architettonico. Gli interventi che riguarderanno tali edifici dovranno essere finalizzati alla conservazione/ ripristino della morfologia originaria. Il massimo livello di intervento ammesso è la ristrutturazione senza possibilità di demolizione e ricostruzione dell’edificio.

5.2.7. Ostacoli e pericoli alla navigazione aerea Norma transitoria

Premesso che gli interventi di nuova costruzione e di sopraelevazione dovranno rispettare i vincoli indicati nelle Mappe di vincolo definite dall’ENAC si precisa che , nelle more di definitiva approvazione delle suddette mappe , la Direzione Operativa Enac ha precisato che: non sono da assoggettare a verifica da parte ENAC ,gli interventi previsti nelle porzioni di territorio caratterizzati da una quota del terreno naturale che supera quella delle superfici di delimitazione ostacoli, ( vedi tav. PdR05) gli interventi edilizi in genere, ivi compresi quelli di sopraelevazione o nuova costruzione, previsti nei comuni interessanti la superficie orizzontale esterna e ricadenti nel tessuto urbano consolidato ( costituito cioè da aree già ampiamente edificate) il cui profilo naturale fori orograficamente la superficie di protezione; sono ammissibili a condizione che abbiano altezze non superiori agli edifici immediatamente circostanti e comunque non superiori a 10,50m. 15 m. da terra.

5.2.8. Serre bioclimatiche

Nei tessuti consolidati e negli edifici residenziali esistenti in aree agricole, sono ammesse, ad esclusione che negli immobili vincolati ai sensi dell’art. 136 comma 1, lettera b) – c) del D.lgs. 22/01/04 n. 42 “Codice dei beni culturali” e negli edifici appartenenti al centro storico, le serre bioclimatiche e le logge addossate o integrate all’edificio, opportunamente chiuse e trasformate per essere utilizzate come serre per lo sfruttamento dell’energia solare passiva.

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2.3. CRITERI E MODALITÀ DI INTERVENTO PER GLI AMBITI RESIDENZIALI DEL TESSUTO CONSOLIDATO

2.3.1. Ambito del tessuto storico

I nuclei di antica formazione costituiscono parti del territorio interessate da insediamenti aventi rilevante interesse storico, artistico e monumentale, verificate anche sulla base della cartografia IGM prima levatura e dei catasti storici. Per il Comune di Caronno Varesino sono stati individuati i seguenti ambiti: Centro, Travaino, Stribiane Superiore e Stribiane Inferiore, Palani, che costituiscono il luogo della memoria locale e comprendono le strutture insediative che presentano un valore storico morfologico degli edifici aggregati. Gli obiettivi che il Piano si pone per tali ambiti sono i seguenti: - la salvaguardia e la valorizzazione delle particolarità ambientali garantendo il mantenimento dei caratteri edilizi e di quelli architettonici degli edifici e degli spazi aperti, pur nel rispetto delle necessità di trasformazione dell’uso; - il miglioramento delle condizioni ambientali complessive e l’adeguamento degli spazi pubblici; - il miglioramento e il mantenimento della quantità degli spazi di verde privato; - il recupero ai fini abitativi del patrimonio edilizio inutilizzato o sotto utilizzato; - il risanamento del tessuto edilizio con interventi di riqualificazione coerenti con i caratteri morfologici ed architettonici del tessuto storico urbano garantendo il pieno rispetto degli elementi tipologici, la conservazione materiale degli edifici; - favorire la riduzione drastica delle incongruenze introdotte con interventi recenti, non consoni al carattere architettonico dell’ambiente e di consentire la trasformazione di alcune parti del tessuto edificato privi di valori e di significato purché gli interventi vengano realizzati conformemente all’impianto originario e congruentemente con caratteri tipologici ed architettonici dell’intorno. In seguito all’analisi dello stato di fatto dell’edificazione degli elementi significativi lo stato di conservazione, il valore architettonico e ambientale gli edifici sono stati classificati, ai fini della determinazione delle possibilità di intervento, nelle seguenti categorie: Classe A - Edifici di interesse storico e/o artistico, che conservano tuttora i caratteri architettonici originali. Classe B - Edifici che, pur non rivestendo elevato pregio architettonico o motivi di rilevante interesse storico, presentano comunque particolari caratteristiche architettoniche tipologiche e/o morfologiche da conservare. Classe C - Edifici che, per la loro serialità ed i reciproci rapporti che assumono nel contesto edilizio, sono determinanti nella conformazione dell'assetto strutturale complessivo degli spazi pubblici (vie, piazze, ecc.); ovvero edifici di interesse ambientale per la comune matrice funzionale ancora riconoscibile pur in assenza di qualità architettonica. In questa classe sono altresì compresi gli edifici che, pur rivestendo in origine un interesse documentario o ambientale, risultano oggi degradati o parzialmente alterati e gli edifici privi di interesse sia in relazione all'impianto strutturale dell'isolato o del nucleo, sia sotto l'aspetto documentario o ambientale, ivi compresi gli immobili di epoca recente o sostanzialmente trasformati. Classe D - Manufatti accessori, dipendenze di servizio, box, che non siano organici all'organismo architettonico principale; possono essere indifferenti al contesto o costituirne fattore compromissorio o superfetativo. Per i manufatti esistenti cui non è stata assegnata, nella tavola “PdR 02 Modalità di intervento nel centro storico”, una classe specifica di intervento, potrà essere richiesta da parte del proprietario, l’attribuzione di una classe, previa presentazione di una documentazione illustrante la consistenza, le caratteristiche costruttive, tipologiche e di uso e l’effettiva esistenza del manufatto prima della data di approvazione del PGT; tale

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attribuzione verrà rilasciata dalla Amministrazione comunale previo insindacabile giudizio della Commissione del Paesaggio. Nel centro storico di Caronno , in Via Bianchi è stato indicato con il simbolo * un edificio storico crollato per il quale si consente la possibilità di ricostruzio0ne al fine di ricucire la quinta muraria e la continuità compositiva complessiva . Tale inserimento potrà avvalersi anche di tecniche e di materiali non strettamene legati ala tradizione, purché la composizione del nuovo volume sia attenta alle scansioni e alla modulazioni degli edifici storici e costituisca un armonioso inserimento nel tessuto urbano e una alta qualità progettuale.

2.3.1.1. Prescrizioni generali e modalità di intervento

Non sono consentite: - modifiche tipologiche di scala edilizia o urbanistica, e modifiche dei caratteri distintivi dell'organismo strutturale degli edifici esistenti; - modifiche della rete viaria, dei perimetri degli isolati, della conformazione delle corti e della composizione delle cortine edilizie; - realizzazione di nuove costruzioni, autonome o accessorie, su aree inedificate;

In generale devono essere rispettate le seguenti modalità di intervento salvo eventuali variazioni che potranno essere proposte in sede di Piano di Recupero: . Ogni intervento deve essere finalizzato, in via generale, al mantenimento dei caratteri formali del singolo edificio, garantendo contemporaneamente la conservazione di tutti gli elementi che concorrono a definire le caratteristiche organiche dell'ambiente costruito in cui l'edificio stesso si inserisce. . Gli interventi sul patrimonio edilizio esistente, eseguiti in osservanza delle prescrizioni di cui alle presenti norme, sono attuati con intervento diretto, mentre ogni intervento che superi le limitazioni contenute nel presente articolo, può essere proposto nell’ambito di un piano di recupero esteso ad una intera unità (da identificarsi in generale con la corte o con un fronte di edifici adeguato). L’Unità minima di intervento deve comprendere l’edificio e la porzione di edificio da sottoporre ad intervento unitario, può ricomprendere anche le aree pertinenziali, appartenenti o meno allo stesso proprietario o gruppo di proprietari. Sono in ogni caso soggetti a piano esecutivo gli interventi che comportano una ristrutturazione urbanistica, nonché modifiche delle destinazioni d’uso connesse ad opere edilizie che comportino la necessità di acquisire aree ad uso pubblico. . Per gli edifici in classe A sono ammessi gli interventi di cui all’art.27, lettere a),b),c) della L.R. 12/2005, mentre negli edifici classificati in classe B, C e D sono ammessi anche quelli indicati alla lettera d) del citato art. 27 L.R. 12/2005. escludendo però, in caso di demolizione e ricostruzione dell’edifico, la modifica della sagoma . . I manufatti di origine agricola in cui tale attività risulti allo stato attuale dismessa possono essere recuperati anche per usi residenziali; gli interventi dovranno essere realizzati secondo le prescrizioni indicate per la classe in cui sono stati classificati. . E’ fatto obbligo eliminare tutte le superfetazioni di epoca recente non regolarmente autorizzate quali tettoie, parti aggettanti chiuse (servizi igienici, ripostigli, ecc.) tamponamenti di qualsiasi tipo di logge, ballatoi, balconi, terrazze e porticati, balconi, ballatoi o scale esterne aggiunte. . E’ vietato chiudere passaggi esistenti che mettono in comunicazione edifici o cortili o altri spazi di pertinenza. . Il Sindaco ha comunque la facoltà di prescrivere la demolizione di costruzioni accessorie indecorose o incompatibili con le caratteristiche ambientali dei luoghi. . Al fine di incentivare il recupero dei nuclei storici è possibile applicare, oltre alla superficie di sottotetto, un incremento della Slp pari al 10% della Slp esistente.

Gli Indici e parametri urbanistici ed edilizi da rispettare sono i seguenti:

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H: pari all’esistente (tranne nei casi previsti nel successivo articolo 2.3.1.3.); SLP: pari all’esistente con possibilità di incremento fino al 10% della Slp esistente; Rc esistente (escludendo dalla verifica le pertinenze ammesse conformemente a quanto previsto nel precedente art. 1.3.4)

Dc-Df-Ds: pari all’esistente (le distanze potranno variare, rispetto alla situazione esistente in relazione all’esigenza di ripristinare gli allineamenti originari o la continuità delle cortine edilizie costituenti gli allineamenti stradali).

Devono essere inoltre rispettati i seguenti criteri costruttivi estetici:

. Presenze rilevabili anche minori Tutte le presenze consolidate o in abbandono, ma ancora rilevabili in facciata o lungo le recinzioni quali: santelle, fontanelle e altre ad esse assimilabili devono essere salvaguardate e ripristinate nei tipi e, possibilmente, nell'uso. Le parti degli edifici esistenti che documentino tecniche costruttive non più in uso, se compatibili con la salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente, vanno conservate allo stato originario. Le insegne, le mostre di vetrine, i tabernacoli con immagini religiose, i frammenti decorativi, architettonici, pittorici o scultorei, lapidi, targhe varie, pozzi e fontane, ecc., in quanto documento significativo di modalità costruttive e decorative storiche, di costume e di vita, sono tutelati alla conservazione in loco ed al ripristino. Le parti in pietra (portali, balconi, scale, ecc.) presenti negli edifici e che rappresentano elementi documentali di significato storico o/e architettonico vanno conservate allo stato originario e i necessari interventi manutentivi non devono prevedere nessun tipo di tinteggiatura.

. Facciate e relativa definizione colori Le facciate devono essere ricomposte architettonicamente secondo lo schema naturale dell'edificio o delle tipologie circostanti. Qualora non fosse possibile, é necessario cercare nuove motivate simmetrie. Gli elementi di facciata tra loro contrastanti nonché eventuali contorni e rivestimenti impropri e non in sintonia con le parti dell'edificio vanno eliminati. Le facciate se non in pietra a vista o in cotto per le quali si chiede preferibilmente il mantenimento devono essere prevalentemente intonacate. Sono sempre vietate le coloriture parziali degli edifici. Le facciate siano intonacate al civile a grana fine, col divieto assoluto degli intonaci plastici o delle grane grosse, nonchè di rivestimenti lapidei o ceramici. Le esistenti decorazioni pittoriche o a graffito di facciata devono essere fatti oggetto di interventi di recupero e restauro mirati alla loro conservazione. E' assolutamente vietato l'uso di materiali plastici o al quarzo o in graniglia resinata. E' prescritto l'uso di intonaci colorati che contengono calce spenta e prodotti minerali idonei o di tinteggiature di intonaco fine di sottofondo con prodotti traspiranti. Per la definizione del colore delle facciate, oltre alla indicazione progettuale del colore, ne é richiesta la campionatura in cantiere su supporto definitivo per la conferma e salvo diversa prescrizione di Soprintendenze o Commissione del Paesaggio. Il colore delle facciate deve preferibilmente riprendere quello originale; laddove non sia possibile individuare la cromia originale, deve essere impiegato un colore ad azione neutralizzante che si rapporti armonicamente con le tinte delle facciate degli edifici adiacenti e circostanti. In particolare il colore da usarsi se non può essere riferito alla riproduzione della coloritura originaria, in quanto non è possibile reperire le tracce sulla facciata o documenti che ne attestino storicamente la coloritura, deve essere definito con la valutazione globale del contesto sufficientemente ampio nel quale è inserito l’edificio in oggetto; l’ampiezza del

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contesto è riferita alle fronti contrapposte e delimitate fra due strade, nel caso di edifici interni, a tutta la corte. Il colore delle facciate deve essere unitario e omogeneo; si potranno consentire variazioni di colore solo qualora un marcapiano distingua il 1° dagli altri piani.

. Sottogronda Il sottogronda deve avere forma tradizionale a cassonetto anche sagomato, intonacato e tinteggiato od anche in legno verniciato. In ogni caso il sottogronda deve essere verniciato con colori opachi e coprenti, chiari e luminosi. E' ammesso lo sporto di gronda realizzato in assito e travetti di legno, trattato al naturale o verniciato come sopra; è ammessa rifinitura della gronda con veletta merlata in legno o rame. Le esistenti decorazioni pittoriche o a graffito di sottogronda devono essere fatti oggetto di interventi di recupero e restauro mirati alla loro conservazione.

. Pluviali e canali I pluviali e i canali di gronda saranno realizzati mediante lastre in lamiera zincata/verniciata in colore marrone o grigio scuri o in rame e dovranno essere a sezione circolare. Il canale di gronda dovrà essere sostenuto da reggette metalliche di forma adeguata. E’ assolutamente vietato l'uso di materiali plastici. Al fine di garantire l’integrità della facciata, il posizionamento del pluviale deve essere realizzato possibilmente ai lati della stessa; il pluviale può essere posizionato là dove occorra attenuare lo stacco fra i diversi colori o mascherare il punto di unione tra differenti intonaci. Il tratto di pluviale verso terra va preferibilmente annegato in facciata con gocciolatoio ai gomiti o, in alternativa, dotato di terminale a terra in ghisa rinforzata.

. Zoccolature La zoccolatura deve essere realizzata in pietra o in intonaco di colore grigio. La zoccolatura in pietra deve essere in lastre verticali intere con altezza massima 70 cm. ed avere superficie a spacco con contorni rifilati a sega. La zoccolatura in intonaco deve essere in strollato fine con campitura continua e non lavorato. Non sono ammessi interventi di zoccolatura o rivestimenti di pareti in porzioni limitate di facciata o limitate al solo contorno di vetrina. La tipologia della zoccolatura sarà definita di volta in volta in base alle caratteristiche dell'edificio e delle unità edilizie confinanti. Vanno eliminate le zoccolature e i rivestimenti impropri, quali intonaci plastici, in graniglietta e resine, in tesserine riportate.

. Coperture Le coperture dei fabbricati devono essere a falda inclinata con manto in elementi di laterizio; sono ammesse anche soluzioni che prevedano l’utilizzo dell’ondulina sottocoppo al fine di ovviare la mancanza di pendenza.. Le finestre di sottotetto devono essere realizzate ad abbaino tradizionale e senza alcuna interruzione della linea di gronda o in falda (tipo velux) e comunque in asse con i serramenti sottostanti di facciata.

. Comignoli e camini I camini emergenti dalle falde di tetto dovranno essere a disegno semplice, realizzati in mattoni a vista o intonacati come la facciata, con copertura in cotto o in lastre di beola o serizzo; sono vietati comignoli prefabbricati di qualsiasi tipo.

. Portali

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Portoni e portoncini devono essere realizzati in legno o in PVC con disegno tradizionale, preferibilmente a doghe orizzontali e verniciati con colore opaco o satinato e coprente, in armonia con il colore di fondo della facciata Non sono consentiti rivestimenti o perlinature ad andamento verticale. Gli antichi cancelletti in ferro lavorato vanno salvaguardati con l'obbligo di rimuovere le tamponature ove esistenti. Sono vietate riduzioni o risagomature dei portali esistenti; è consentito il ripristino delle originarie campiture ed il ripristino di documentati contorni in pietra. In nessun caso é consentito l'uso di alluminio anodizzato o verniciato per formazione di portoncini ciechi, serramenti a vetri o per formazione di spallette e/o rivestimenti esterni. Sono vietati portoni scorrevoli di qualsiasi materiale o disegno con guide in facciata, anche se preesistenti. I campanelli, i citofoni e le cassette postali, devono essere collocati, preferibilmente senza sporto, sul portone o, in alternativa, in facciata escludendo ogni sporgenza verso la strada o su marciapiede. Sono inoltre vietati gli inserimenti di citofoni o pulsantiere nelle spalle in pietra o in intonaco dei portali.

. Balconi e pensiline e bow windows E' obbligatoria la conservazione delle tipologie e delle strutture storiche dei balconi esistenti se a mensola in pietra. La soletta dei nuovi balconi e ballatoi sarà preferibilmente in lastre di pietra naturale su mensole dello stesso materiale. In deroga a quanto sopra potrà essere consentito l’uso di cemento con finitura bocciardata con uno spessore molto contenuto. I parapetti di nuova costruzione devono essere in ferro verniciato e di forma lineare; è consentita la ghisa nelle forme classiche. Non sono ammessi parapetti in alluminio e acciaio inox. Tettoie e coperture improprie dei balconi vanno rimosse. Le pensiline ed i balconi coperti e circondati da pareti (« bow windows ») semplici e multipli, possono essere permessi solo quando non vi oppongono ragioni di estetica, di igiene e di viabilità. Per i balconi coperti debbono osservarsi le stesse altezze prescritte per quelli scoperti, con l'avvertenza che l'altezza va misurata in corrispondenza dei punto più basso dei loro profilo.

. Loggiati e porticati Premesso che negli edifici di classe A e B non è consentita la chiusura di logge e porticati, negli altri edifici può invece essere consentita a mezzo di vetrata trasparente neutra continua con la minima presenza di montanti verticali, purché arretrati dal filo facciata. La struttura di detta vetrata potrà essere realizzata in legno o profilati metallici o di alluminio purché tassativamente di colore marrone scuro o nero opaco. E’ escluso l’uso del vetrocemento, pannelli in metacrilato, grigliati, se non in cotto. L’eventuale oscuramento potrà essere assicurato dall’interno a mezzo di scuri, tende pesanti o altro con l’esclusione di serramenti esterni.

. Finestre, Persiane e gelosie Deve essere ripristinata l’apertura originaria ove preesistente; la forma delle finestre dei piani abitabili dovrà essere rettangolare con lato lungo verticale, le finestre dell’ultimo piano e quelle del piani seminterrato possono essere quadrate o rettangolari con il lato lungo orizzontale. Nelle cornici, contorni parapetti e davanzali dovranno essere mantenute e restaurate le eventuali decorazioni e cornici esistenti. In caso di rifacimento di cornici di contorno delle finestre queste dovranno essere realizzate in leggero rilevato di intonaco (spessore 0,5-1,0 cm., larghezza 10-15 cm.) di colore chiaro o in pietra in analoga foggia.

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E’ da preferire la realizzazione di serramenti di finestra a due battenti. E' ammessa la realizzazione di finestre suddivise orizzontalmente con traversine in materiale coerente con lo stesso serramento da realizzare a riquadri purché di grande dimensione. Nel caso di completa sostituzione dei serramenti dell'intera facciata, può esserne ammessa la realizzazione a luce unica, purché vengano accompagnati da persiane in legno o dalle inferriate se al piano strada. E' consentita l’apposizione di barrierine a davanzale in metallo con fogge tradizionali nelle porte finestre senza balcone. Le finestre su strada poste ad una quota superiore ai m. 4,50 dal piano strada possono essere dotate di persiane esterne a battente. L'utilizzo delle tapparelle è ammesso solo se in sintonia con le caratteristiche dell’edificio e solo se già presenti. E’ ammessa l’apposizione di persiane scorrevoli.

. Inferriate Le finestre su strada al piano terra possono essere dotate di inferriate. Le stesse devono essere di disegno semplice a maglie regolari in ferro verniciato in colore scuro e non sporgenti. Non sono consentite inferriate a disegni ornati e l'apposizione di tapparelle alla veneziana; l'eventuale oscuramento dovrà essere ottenuto con ante cieche o sistemi equivalenti da apporsi verso l'interno.

. Serrande Le serrande dei negozi devono essere realizzate preferibilmente con antoni ripiegabili o rimovibili in legno o in PVC a doghe orizzontali e con disegno tradizionale. In particolari casi può essere consentito l'utilizzo di serrande verticali a maglie aperte o cancelletti in ferro o alluminio purché non anodizzato. La scelta della soluzione è legata alle caratteristiche di ogni singolo edificio e delle presenze già in atto. L'utilizzo di serrande chiuse è opportuno in presenza di contorni decorati e quando la dimensione della luce di vetrina sia notevole. Nel caso di utilizzo di serrande a maglie aperte é prescritto l'inserimento di componenti a maglia quadrangolare. E' vietato l'uso dei cancelletti retrattili con maglie a pantografo e serrande scorrevoli con guide esterne in facciata.

. Vetrine Le vetrine di negozi diversi, appartenenti alla stessa unità edilizia e là dove si possano riscontrare simmetrie nella facciata, devono essere trattate in modo uniforme. Vetrine appartenenti alla stessa unità commerciale ma ricadenti in unità edilizie attigue e non omogenee, possono avere disegno differenziato. Vanno salvaguardate le vetrine con elementi di foggia tradizionale. Laddove non esistono vetrine da salvaguardare o restaurare é prescritto l'utilizzo dei materiali tipici per i serramenti come il ferro, legno e PVC verniciati con colori coprenti, e per i contorni e le soglie la pietra e i graniti. I colori devono essere in sintonia con quelli di facciata e preferibilmente scuri e neutri. Le vetrine e gli accessi devono essere mantenuti sul filo della battuta naturale dei serramenti della facciata. Sono vietati sporti verso l'esterno della vetrina e dei suoi accessori.

. Soglie Le soglie dei negozi e dei pubblici esercizi e in generale delle attività terziarie, pur costituendo parte del pavimento, devono essere realizzate in materiale correlato con la zoccolatura di facciata, con i contorni e con il marciapiede.

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La quota delle soglie deve essere uniformata preferibilmente a quella del piano finito della pavimentazione stradale favorendo l'accessibilità, in particolare dell’utenza debole.

. Isolamenti a cappotto Gli isolamenti a cappotto esterno sono ammessi solo per gli edifici di classe C , salvo il caso dove il cappotto vada ad interessare negativamente spazi pubblici (strade, piazze, percorsi, ecc). L’applicazione del cappotto non è inoltre permessa sulle facciate che presentano tessiture murarie di pregio, elementi decorativi in materiale lapideo (archi, spalle, contorni, davanzali, ecc.), decorazioni pittoriche o graffite, loggiati o porticati la cui lettura risulti alterata dall’incremento di spessore derivante dall’applicazione del cappotto. La finitura dei cappotti dovrà essere conforme alle indicazioni contenute nell’articolo relativo alle facciate.

In particolare, si evidenziano qui di seguito le condizioni prescrittive, valide per ciascuna delle classi di edifici, al di fuori di eventuali proposte introdotte in sede di pianificazione attuativa.

Sugli edifici appartenenti alla classe A si applicano le seguenti prescrizioni:  gli edifici sottoposti a vincolo nonché gli edifici di pregio storico artistico, dovranno essere oggetto di interventi volti a documentare o a conservare i materiali, gli elementi e le tecniche con cui sono stati costruiti  vengano conservati i materiali originali delle strutture portanti, ove siano in vista; le coperture conservino sagoma, pendenza e quota d'imposta originari, con uso del coppo lombardo, se possibile anche di recupero;  devono essere conservati gli elementi strutturali che caratterizzano l’edificio (murature portanti, colonne, arcate, loggiati);  la composizione delle facciate deve essere rispettata anche per ritmo e dimensione delle aperture; Il rispetto di tali prescrizioni è indicativo nel caso di edifici vincolati per i quali vale il parere della Soprintendenza.

Sugli edifici appartenenti alla classe B si applicano le seguenti prescrizioni: - vengano conservati gli elementi architettonici che caratterizzano l'edificio (colonne, arcate, loggiati); - vengano conservati i materiali originali delle strutture portanti, ove siano in vista; - le coperture siano in laterizio e conservino la pendenza originale; - le aperture in falda siano di tipo tradizionale (lucernari e abbaini), con esclusione di altre tipologie: non sono ammessi coperture trasparenti, serre e verande, terrazzi in falda;

Sugli edifici appartenenti alla classe C si applicano le seguenti prescrizioni: - le coperture siano realizzate con l'impiego di tegole in laterizio con pendenza analoga a quella degli edifici adiacenti; - è ammessa la formazione in falda di aperture, oltre che di tipo tradizionale, anche complanari; nonché di terrazzi il cui parapetto non emerga dalla linea della falda; coperture trasparenti, verande o serre sono ammesse sulle fronti interne degli edifici; - per gli eventuali box auto sono ammesse serrande ad anta o basculanti rivestite in legno, con esclusione del manufatto metallico a vista;

Sugli edifici appartenenti alla classe D, si applicano le seguenti prescrizioni: Gli edifici accessori possono essere mantenuti, ma con l'obbligo di adeguamento alle seguenti prescrizioni in caso di interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria: - la copertura sia in tegole di laterizio e venga escluso l’uso di lastre ondulate in materiale plastico o fibrocementizio nonché in lamiera;

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- gli elementi accessori della copertura siano coerenti con quelli degli edifici adiacenti: in particolare, si esclude l'uso di lattonerie a sezione quadra o in pvc; - gli intonaci siano al civile con divieto di intonaci plastici e rivestimenti lapidei o ceramici; - gli eventuali zoccoli siano in intonaco o pietra non lucida; - infissi, serramenti, parapetti, inferriate, e vetrine ai piani terra devono avere caratteristiche coerenti sull’intera facciata dell’edificio oggetto dell’intervento e con quelle degli edifici posti nell’immediato intorno; - per i box auto sono ammesse serrande ad anta o basculanti rivestite in legno, con esclusione del manufatti metallico a vista se non per la parte strutturale.

2.3.1.2. Destinazioni d’uso all’interno dell’ambito del tessuto storico

. Destinazioni principali: R- residenza. . Destinazioni complementari/compatibili, con la limitazione dimensionale stabilita, sempreché non arrechino disturbo: I4.a - artigianali di servizio non molesto; T1 - attività terziarie di contesto; T2 - attività terziarie medie; C1 - esercizi commerciali di vicinato; C6 - pubblici esercizi di contesto; S - funzioni di servizio. Destinazioni non ammissibili: - le destinazioni complementari/compatibili eccedenti la limitazione quantitativa ammissibile o, comunque, che non siano consone all’ambito storico interessato ed alla principale destinazione residenziale: - tutte le altre destinazioni d’uso elencate nelle classificazione.

2.3.1.3. Norme particolari per il riuso dei sottotetti

Il riuso dei sottotetti a scopo abitativo non è consentito negli edifici di classe A. Negli edifici di ogni altra classe è consentito nel solo caso in cui sussistano le caratteristiche di altezza ed aeroilluminazione previste dalle norme igienico-sanitarie. E' ammesso il raggiungimento dei minimi di altezza attraverso il sopralzo dell'edificio; tale possibilità è limitata dal rispetto delle prescrizioni di cui ai successivi capoversi, sempre che non sussistano limitazioni di ordine normativo sia all'interno del presente articolato sia in altre disposizioni di legge. Ciascuna fronte edilizia costituita da una continuità di edifici aventi diverse altezze in gronda, costituisce una unità architettonica cui deve essere fatto riferimento in ogni intervento, anche singolo, che venga ad interessare le facciate stesse; nella soluzione progettuale dovrà essere verificato, con particolari elaborati grafici, il rapporto volumetrico e gli allineamenti dell’edificio oggetto di intervento con l’intorno, basandosi su criteri di continuità paesaggistica al fine di dimostrare il miglioramento della qualità complessiva dei luoghi. In tali casi la Commissione per il Paesaggio esprimerà una valutazione di tipo paesaggistico, vincolante, sulla base di una specifica proposta del richiedente.

2.3.1.4. Deroga alle norme di igiene edilizia

Negli interventi di recupero a scopo residenziale di locali già destinati ad abitazione che abbiano superfici ed altezze inferiori a quelle prescritte dalle norme vigenti in materia di igiene edilizia, è consentito il mantenimento di tali valori purché rientrino in un margine del 10% rispetto ai minimi normativi quando ciò consenta la conservazione dell’impianto strutturale originario, così come previsto dall’art. 1 del Decreto Ministero della Sanità 9 giugno 1999.

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Sono inoltre possibili deroghe per i rapporti aeroilluminanti non adeguati qualora, in relazione al grado di intervento, non si possano modificare le dimensioni delle aperture esistenti, previo obbligatorio parere dell’ASL, ai sensi dell’art. 3.0.0 del Regolamento Locale di Igiene.

2.3.1.5. Aree libere

Le aree libere, o che diventino tali per effetto di demolizioni, sono di massima inedificabili, salvo che non sia consentito il riuso del volume demolito o la ricomposizione volumetrica dei corpi edilizi esistenti, in base alle prescrizioni contenute nel presente articolato. Per la pavimentazione delle aree libere devono essere adoperati i materiali più coerenti con l'ambiente locale, conservando o ripristinando le pavimentazioni in ciottoli, beole regolari, cotto, o simili. E' vietato l'impiego, o il ripristino se preesistenti, dei materiali seguenti: quadrotti o battuto, ceramica, grès, marmi levigati, pietre ad opus incertum, asfalto (quest'ultimo, salvo che non sia già preesistente). Sono assentibili pavimentazioni realizzate con materiali cementizi di tipo prefabbricato, purché la foggia e il colore dei manufatti siano assolutamente affini ai materiali tradizionali e purché le modalità di posa siano conformi a quelle originarie legate alla tradizione storica dei luoghi. Le aree a verde originarie costituenti giardini e in generale le alberature, i prati e le aiuole dovranno essere salvaguardate; eventuali nuove piantumazioni e la formazione di nuovi spazi a verde dovranno essere realizzate con essenze appartenenti alla tradizione locale.

2.3.2. Tessuto urbano consolidato residenziale denso

E' la zona consolidata occupata da insediamenti residenziali, corrispondente al tessuto edilizio sorto lungo le strade di attraversamento, in prossimità dei centri storici e che presenta un elevato indice volumetrico.

Le finalità perseguite dal Piano per questo tessuto sono: - il miglioramento delle condizioni ambientali complessive (inquinamento acustico e atmosferico); - il miglioramento della qualità del tessuto urbano mediante la creazione di alcuni spazi aperti, la formazione di marciapiedi, favorendo la ridefinizione degli isolati mediante l’arretramento, rispetto alla viabilità esistente, dell’edificazione a cortina; - creare nuovi rapporti morfologici tra edifici esistenti e spazi aperti; - mantenere e potenziare una complessità funzionale della parte più centrale dell’abitato.

Modalità di intervento In tali tessuti gli interventi vengono così disciplinati: a) l’intervento di ristrutturazione urbanistica si attua previa approvazione di Piano Attuativo; b) gli interventi di recupero nonché quelli di nuova costruzione, di ampliamento e sopralzo si attuano mediante Permesso di Costruire o Denuncia di Inizio Attività, salvo quanto qui di seguito precisato:  gli interventi che determinano l’esigenza di nuove aree standard sono soggetti a Permesso di Costruire convenzionato per la cessione gratuita al Comune della necessaria maggiore dotazione di aree a standard di cui sopra ovvero, a scelta insindacabile dell’Amministrazione comunale, per il versamento dell’onere monetizzato sostitutivo da quantificarsi secondo deliberazione comunale;  gli interventi di ricostruzione e/ ricomposizione volumetrica sono soggetti a Permesso di Costruire convenzionato e dovranno tendere a ricreare una continuità

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complessiva con gli edifici posti nell’intorno costituendo in tale modo un armonioso inserimento del nuovo manufatto edilizio nel tessuto urbano, con particolare attenzione al rapporto con gli spazi pubblici; c) tutti gli interventi di nuova costruzione, di ampliamento e sopralzo e di ristrutturazione edilizia che interessino edifici ricadenti in aree confinanti con il tessuto del centro storico, devono essere corredati da uno studio planovolumetrico che deve essere sottoposto al parere della Commissione del Paesaggio. Gli atti convenzionali di cui sopra saranno registrati e trascritti a favore del Comune. In ogni caso gli interventi si attuano a condizione che: . vengano rispettati i parametri urbanistici indicati; . il volume complessivo finale sia contenuto entro il limite consentito dall’indice di edificabilità fondiaria massimo IfM, acquisibile con i criteri individuati nell’art. 1.2.5 (compensazione), negli artt. 1.2.7 e 1.2.8 (incentivazione e premialità) e nell’art. 1.2.9 (trasferimento volumetrico). Ogni fabbricato che presenti indici e parametri urbanistico-edilizi, superiori a quelli prescritti per la zona in cui è inserito, potrà mantenerli in caso di sua demolizione e/o ricostruzione parziale o totale.

Indici e parametri urbanistici ed edilizi previsti Ifm 0,90 mc./mq. IfM 1,10 mc./mq. Rc 40% P 35% H 12,50 m. fatto salvo quanto previsto dal vincolo Enac Dc min. 5,00 m. nel rispetto di quanto previsto nelle presenti norme Df 10,00 m. nel rispetto di quanto previsto nelle presenti norme Ds 5,00 m. per strade di calibro inferiore a m. 7,00 7,50 m. per strade di larghezza compresa tra m. 7,00 e m. 15,00 10,00 m. per strade di larghezza superiore a m. 15,00 e per tutte le strade Provinciali.

Destinazioni principali ammesse: R - residenza. Destinazioni complementari / compatibili ammissibili che devono essere svolte in fabbricati con tipologia assimilabile a quella residenziale: I4.a - attività artigianali di servizio non molesto; T1 - attività terziarie di contesto; C1 - esercizi commerciali di vicinato; C6 - pubblici esercizi di contesto; S - funzioni di servizio. Destinazioni non ammissibili:  tutte le altre destinazioni d’uso elencate nelle classificazione;  le destinazioni d’uso nonché quelle complementari che comportino molestia alla collettività e/o situazioni di pregiudizio all’ambiente; attività nocive, inquinanti, rumorose o comunque incompatibili con la residenza non sono ammissibili. Nelle aree definite con la lettera d), al fine di tutelare e valorizzare il varco ecologico individuato dal PTR, gli interventi consentiti, saranno autorizzati solo se verranno effettuati nel rispetto del rapporto di copertura esistente. Non è inoltre ammessa la realizzazione di nuovi accessori o manufatti pertinenziali e comunque tutti gli interventi che potrebbero impedire la funzionalità del varco, quali depositi di materiali e realizzazioni di recinzioni piene o non sollevate da terra per almeno 20cm.

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Nel comparto contrassegnato con (**) vengono confermati gli indici di edificabilità previsti dal Permesso di costruire n. 05/2011 e successiva variante DIA n. 13/2013, in base al Piano Casa L.R. 13/2009.

2.3.3. Tessuto urbano consolidato residenziale rado

Consiste nella parte del territorio che presenta isolati prevalentemente caratterizzati da fabbricati tipo ville e piccole palazzine dotate di aree a giardino e parco.

Le finalità perseguite dal Piano per questo ambito sono: - consentire interventi di completamento edilizia compatibili con i caratteri tipologici dell’ambito - mantenere la dotazione di aree verdi e i rapporti morfologici tra gli edifici e gli spazi aperti

Modalità di intervento Gli interventi si attuano con titolo abilitativo semplice. Per gli edifici esistenti è consentita “una tantum” la realizzazione di una volumetria aggiuntiva fino ad un massimo di 150 mc.

Indici e parametri urbanistici ed edilizi Rc 30 % P 50 % H 8,50 m. (o l’esistente) fatto salvo quanto previsto dal vincolo Enac Dc min. 5,00 m. nel rispetto di quanto previsto nelle presenti norme Df 10,00 m. nel rispetto di quanto previsto nelle presenti norme Ds 5,00 m. per strade di calibro inferiore a m. 7,00 7,50 m. per strade di larghezza compresa tra m. 7,00 e m. 15,00 10,00 m. per strade di larghezza superiore a m. 15,00 e per tutte le strade Provinciali.

Prescrizioni particolari . Nel caso di interventi di ristrutturazione edilizia, ricostruzione che comportino cambiamenti di destinazioni d’uso o interventi di ampliamento, le dotazioni di parcheggi, gli accessi veicolari, gli spazi accessori dovranno essere adeguati secondo le norme specifiche in rapporto alla destinazione d’uso prevista. . Dovranno sempre essere tutelate e conservate le essenze arboree esistenti e di pregio e dovrà essere rispettata e valorizzata la tipologia originaria dell’edificio. . In tutti gli interventi deve essere prestata particolare attenzione ad uniformare gli elementi compositivi, anche di finitura (recinzioni, materiali, ecc.) nonché a valutare le variazioni compatibili in modo da evitare dissonanze negative, con il fine di valorizzare il paesaggio del quotidiano nel suo complesso. . In tutti gli interventi di ristrutturazione e di nuova costruzione deve essere perseguita la finalità di consentire la fruizione visiva del verde dagli spazi pubblici; potrà essere valutato positivamente anche l’utilizzo di siepi e/o filari di alberi; . L’arretramento delle recinzioni sulle pubbliche vie sarà valutata da parte della Amministrazione comunale con eventuale riconoscimento di premialità. . Sono in ogni modo non assentibili incrementi volumetrici per quegli edifici che avranno sfruttato tale possibilità dopo l’approvazione del PGT.

Destinazioni principali: R - residenza Destinazioni complementari / compatibili ammissibili

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con la limitazione percentuale del 50% rispetto alla SLP totale realizzabile che devono essere svolte in fabbricati con tipologia assimilabile a quella residenziale: I4.a - attività artigianali di servizio non molesto; T1 - attività terziarie di contesto; C1 - esercizi commerciali di vicinato; C6 - pubblici esercizi di contesto; S - funzioni di servizio. Destinazioni non ammissibili: . le destinazioni complementari / compatibili eccedenti la limitazione quantitativa ammissibile; . tutte le altre destinazioni d’uso elencate nelle classificazione; . le destinazioni d’uso nonché quelle complementari che comportino molestia alla collettività e/o situazioni di pregiudizio all’ambiente; attività nocive, inquinanti, rumorose o comunque incompatibili con la residenza non sono ammissibili.

2.3.4. Tessuto produttivo consolidato

E' la zona consolidata occupata da insediamenti produttivi situati in varie parti del territorio comunale.

Modalità di intervento Gli interventi previsti dall’art. 27 della L.R. 12/2005 commi a), b), c) e d) con esclusione della possibilità di demolizione e ricostruzione totale, si attuano con titolo abilitativo semplice. Nel caso di interventi di ampliamento e di ristrutturazione che prevedano la demolizione e ricostruzione parziale dell’organismo edilizio, la procedura abilitativa è subordinata al rilascio di un permesso di costruire convenzionato, subordinato quindi alla stipulazione di una convenzione e/o alla sottoscrizione di un atto unilaterale. In tali casi dovranno essere individuate fasce di rispetto piantumate e comunque con effetto di schermo per l'inquinamento acustico e dell'aria verso le aree contermini in generale, adottando particolare attenzione nei casi di vicinanza con destinazioni residenziali o con attrezzature pubbliche e/o di interesse pubblico o generale. In occasione del conseguimento di ogni titolo abilitativo deve essere garantito il rispetto di tutte le prescrizioni vigenti in materia d’inquinamento atmosferico, di scarichi nel suolo e nelle acque, di inquinamento acustico, di salubrità degli ambienti di lavoro.

Indici e parametri urbanistici ed edilizi Rc 50 % P 20 % H 12,00 m. (tale valore di altezza massima consentita, potrà essere superato solo per la realizzazione di impianti tecnologici) fatto salvo quanto previsto dal vincolo Enac Dc min. 5,00 m. nel rispetto di quanto previsto nelle presenti norme Df 10,00 m. nel rispetto di quanto previsto nelle presenti norme Ds 5,00 m. per strade di calibro inferiore a m. 7,00 7,50 m. per strade di larghezza compresa tra m. 7,00 e m. 15,00 10,00 m. per strade di larghezza superiore a m. 15,00 e per tutte le strade Provinciali.

Prescrizioni particolari Nell’ambito contraddistinto con la sigla A viene segnalata la presenza nel tessuto produttivo consolidato di una struttura commerciale “food”, per la quale valgono le seguenti prescrizioni: - gli interventi previsti dall’art. 27 della L.R. 12/2005, commi a), b), c) e d), si attuano con titolo abilitativo semplice, gli interventi di demolizione e ricostruzione o ampliamento si attuano mediante Permesso di Costruire convenzionato;

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- è consentito il mantenimento delle destinazioni d’uso esistenti con possibilità di incremento della SLP del 20%, nel rispetto comunque del rapporto di copertura, delle altezze e delle distanze previsto per il tessuto produttivo in cui la struttura commerciale ricade.

Destinazioni principali (I – Attività produttive del settore secondario): I1 – attività industriali I2 - attività artigianali I3 - attività artigianali di magazzinaggio e di autotrasporto I4.a - attività artigianale di servizio non molesto I4.b - attività artigianale di servizio molesto e di produzione. Destinazioni complementari / compatibili ammissibili: R - residenza del titolare dell’azienda e del personale di custodia con la limitazione massima percentuale del 10% rispetto alla SLP totale, fermo restando un massimo di 200 mq. di SLP C1- attività commerciali connesse alla funzione produttiva T - attività terziarie connesse alla funzione produttiva S - funzioni di servizio. Destinazioni non ammissibili: - le destinazioni complementari / compatibili eccedenti la limitazione quantitativa ammissibile; - tutte le altre destinazioni d’uso elencate nelle classificazione; - le destinazioni d’uso nonché quelle complementari che comportino molestia alla collettività e/o situazioni di pregiudizio all’ambiente, attività nocive, inquinanti, rumorose o comunque incompatibili con la residenza non sono ammissibili. Per le aree poste in stretto contatto con ambiti agricoli e/o boscati o ricadenti nel PLIS RTO sono consentite solo destinazioni d’uso che costituiscano un inserimento qualificante nel contesto ambientale. In tutti gli interventi, deve essere prestata particolare attenzione ad uniformare gli elementi compositivi, anche di finitura (recinzioni, materiali, ecc.) nonché a valutare le variazioni compatibili in modo da evitare dissonanze negative, con il fine di valorizzare il paesaggio del quotidiano nel suo complesso

Negli ambiti che ricadono nel "perimetro dei centri edificati" di cui al titolo 2.7.3.3 del Regolamento Locale di Igiene vigente, sono esclusi gli insediamenti di nuove attività (produttive, artigianali, commerciali, di deposito e di servizio) in cui si effettuino in tutto o in parte lavorazioni insalubri di prima classe di cui all'art. 216 del T.U.LL.SS. Regio Decreto n. 1265/1934 ed all’elenco del D.M. 05/09/94 e successive modificazioni ed integrazioni, nonché l’ampliamento e/o la ristrutturazione di insediamenti esistenti relativi a cicli di lavorazioni insalubri inscritte nella prima classe. Per le attività esistenti alla data di adozione del piano che effettuano lavorazioni insalubri di prima classe entro il perimetro del centro edificato non sono ammessi interventi edilizi che consentano un potenziamento dell’attività insalubre svolta; sono ammessi, viceversa, interventi edilizi finalizzati all’adeguamento tecnologico o igienico sanitario che concorrano alla riduzione dell'inquinamento e/o al miglioramento delle condizioni dell’ambiente di lavoro, comunque non correlati ad un ampliamento del ciclo di lavorazione insalubre. L’insediamento di nuove attività o l’ampliamento/ristrutturazione di attività esistenti insalubri di seconda classe, all’interno del perimetro del centro edificato, nelle zone in cui non è vietato dalle presenti norme, è subordinato dell’adozione di soluzioni progettuali atte a evitare o ridurre inquinamenti ed effetti molesti sulla popolazione

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2.3.5. Tessuto produttivo consolidato misto

E' la zona consolidata formatasi a seguito costruzione nello stesso ambito di insediamenti produttivi, commerciali e residenziali.

Modalità di intervento Gli interventi previsti dall’art. 27 della L.R. 12/2005, commi a), b) ,c) e d), con esclusione della possibilità di demolizione e ricostruzione totale, si attuano con titolo abilitativo semplice. Nel caso di interventi di ampliamento e di ristrutturazione che prevedano la demolizione e ricostruzione parziale dell’organismo edilizio, la procedura abilitativa è subordinata al rilascio di un permesso di costruire convenzionato, subordinato quindi alla stipulazione di una convenzione e/o alla sottoscrizione di un atto unilaterale. In tali casi dovranno essere individuate fasce di rispetto piantumate e comunque con effetto di schermo per l'inquinamento acustico e dell'aria verso le aree contermini in generale, adottando particolare attenzione nei casi di vicinanza con destinazioni residenziali o con attrezzature pubbliche e/o di interesse pubblico o generale. In occasione del conseguimento di ogni titolo abilitativo deve essere garantito il rispetto di tutte le prescrizioni vigenti in materia d’inquinamento atmosferico, di scarichi nel suolo e nelle acque, di inquinamento acustico, di salubrità degli ambienti di lavoro.

Indici e parametri urbanistici ed edilizi Ufm 0,60 mq/mq Rc 50 % P 20 % H 10,00 m. fatto salvo quanto previsto dal vincolo Enac Dc min. 5,00 m. nel rispetto di quanto previsto nelle presenti norme Df 10,00 m. nel rispetto di quanto previsto nelle presenti norme Ds 5,00 m. per strade di calibro inferiore a m. 7,00 7,50 m. per strade di larghezza compresa tra m. 7,00 e m. 15,00 10,00 m. per strade di larghezza superiore a m. 15,00 e per tutte le strade Provinciali.

Destinazioni principali (I – Attività produttive del settore secondario): I1 – attività industriali I2 - attività artigianali I3 - attività artigianali di magazzinaggio e di autotrasporto I4.a - attività artigianale di servizio non molesto I4.b - attività artigianale di servizio molesto e di produzione; (T – Attività terziarie): T1 - attività terziarie di contesto (attività terziarie connaturate al contesto urbano con SLP inferiore a 150 mq.) T2 - medie attività terziarie (attività terziarie direzionali, amministrative in genere, di servizio alle famiglie e alle imprese, di medie dimensioni con 150mq.500mq.); (C - Attività commerciali): C1 - esercizi commerciali di vicinato (attività commerciali di vendita al dettaglio in piccole strutture con superfici di vendita SV<150 mq) C2 - medie strutture di vendita (attività commerciali di vendita al dettaglio in medie strutture con superfici di vendita 150 mq.

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R - residenza del titolare dell’azienda e del personale di custodia limitata al 25% della SLP principale con un massimo di utilizzo di 300 mq. S - funzioni di servizio Destinazioni non ammissibili: - le destinazioni complementari / compatibili eccedenti la limitazione quantitativa ammissibile; - tutte le altre destinazioni d’uso elencate nelle classificazione; - le destinazioni d’uso nonché quelle complementari che comportino molestia alla collettività e/o situazioni di pregiudizio all’ambiente, attività nocive, inquinanti, rumorose o comunque incompatibili con la residenza non sono ammissibili.

Indicazioni progettuali In tutti gli interventi deve essere prestata particolare attenzione ad uniformare gli elementi compositivi, anche di finitura (recinzioni, materiali, ecc.), nonché a valutare le variazioni compatibili in modo da evitare dissonanze negative, con il fine di valorizzare il paesaggio del quotidiano nel suo complesso. I fabbricati di nuova costruzione e di ristrutturazione con demolizione devono essere per tipologia assimilabili a quelli residenziali e armoniosamente inseriti nel contento residenziale prossimo per finiture materiche e cromatiche. Non sono consentiti capannoni e pannellature di chiusura esterni prefabbricati.

Prescrizioni particolari: Nell’ambito contraddistinto con la sigla B, che comprende anche il sedime della cascina Trenca dove si prevede di realizzare un centro di servizio per le onoranze funebri, gli interventi ammessi sono i seguenti: . interventi di recupero fino alla ristrutturazione edilizia dell’edificio “ex cascina Trenca” ricadente sul mappale 885, escludendo però, in caso di demolizione e ricostruzione dell’edificio, la modifica della sagoma ; con possibilità di ampliamento contenuta nel 10 % del volume esistente; . interventi di nuova costruzione sull’area relativa al mappale 5934, nel rispetto dei seguenti indici e parametri: Ifm 0,80 mc./mq. Rc 50 % P 20 % H 10,00 m. (tale valore di altezza massima consentita potrà essere superato solo per la realizzazione di impianti tecnologici) Le destinazioni d’uso ammesse in tale ambito sono: S2 funzioni di servizio privato di uso e di interesse pubblico o generale - T1 attività terziarie di contesto - C1 attività commerciali di vicinato - C6 pubblici esercizi di contesto - R residenza del titolare dell’azienda e del personale di custodia

L’intervento potrà essere attuato tramite Permesso di Costruire convenzionato dove verranno stabiliti la cessione o la monetizzazione della quota complessiva di urbanizzazioni pubbliche e/o di uso pubblico determinate dalla realizzazione dell’intervento.

Gli interventi di ampliamento e/o ristrutturazione di insediamenti esistenti ove sono presenti attività produttive nocive o classificate come insalubri di 1° classe ai sensi del D.M. 05.09.1994 e s.m.i. non sono ammissibili.

Nell’ambito contraddistinto con la sigla D, che comprende anche il sedime di un’attività artigianale ormai dismessa, si consente il recupero del volume esistente con la destinazione residenziale.

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2.3.6.Tessuto terziario commerciale consolidato

E' la zona consolidata occupata da insediamenti terziari e commerciali situati in alcune zone dell’agglomerato urbano.

Modalità di intervento Gli interventi previsti dall’art. 27 della L.R. 12/2005, commi a), b), c) e d), con esclusione della possibilità di demolizione e ricostruzione totale, si attuano con titolo abilitativo semplice. Nel caso di interventi di ampliamento e di ristrutturazione che prevedano la demolizione e ricostruzione parziale dell’organismo edilizio, la procedura abilitativa è subordinata al rilascio di un Permesso di Costruire convenzionato, subordinato quindi alla stipulazione di una convenzione e/o alla sottoscrizione di un atto unilaterale. In tali casi dovranno essere individuate fasce di rispetto piantumate e comunque con effetto di schermo per l'inquinamento acustico e dell'aria verso le aree contermini in generale, adottando particolare attenzione nei casi di vicinanza con destinazioni residenziali o con attrezzature pubbliche e/o di interesse pubblico o generale. In occasione del conseguimento di ogni titolo abilitativo deve essere garantito il rispetto di tutte le prescrizioni vigenti in materia d’inquinamento atmosferico, di scarichi nel suolo e nelle acque, di inquinamento acustico, di salubrità degli ambienti di lavoro.

Indici e parametri urbanistici ed edilizi Ufm 0,40 mq./mq. Rc 50 % P 25 % H 12,00 m. fatto salvo quanto previsto dal vincolo Enac Dc min. 5,00 m. nel rispetto di quanto previsto nelle presenti norme Df 10,00 m. nel rispetto di quanto previsto nelle presenti norme Ds 5,00 m. per strade di calibro inferiore a m. 7,00 7,50 m. per strade di larghezza compresa tra m. 7,00 e m. 15,00 10,00 m. per strade di larghezza superiore a m. 15,00 e per tutte le strade Provinciali. Ogni intervento in sopraelevazione del fabbricato esistente alla data di approvazione del PGT potrà essere attuato mantenendo l’esistente filo di facciata, senza operare alcun arretramento.

Prescrizioni particolari: In tutti gli interventi deve essere prestata particolare attenzione ad uniformare gli elementi compositivi, anche di finitura (recinzioni, materiali, ecc.), nonché a valutare le variazioni compatibili in modo da evitare dissonanze negative, con il fine di valorizzare il paesaggio del quotidiano nel suo complesso. I fabbricati di nuova costruzione e di ristrutturazione con demolizione devono essere per tipologia assimilabili a quelli residenziali e armoniosamente inseriti nel contento residenziale prossimo per finiture materiche e cromatiche. Non sono consentiti capannoni e pannellature di chiusura esterni prefabbricati.

Destinazioni principali (T – Attività terziarie): T1 - attività terziarie di contesto (attività terziarie connaturate al contesto urbano con SLP inferiore a 150 mq.) T2 - medie attività terziarie (attività terziarie direzionali, amministrative in genere, di servizio alle famiglie e alle imprese, di medie dimensioni con 150mq.500mq.) (C - Attività commerciali):

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C1 - esercizi commerciali di vicinato (attività commerciali di vendita al dettaglio in piccole strutture con superfici di vendita SV<150 mq) C2 - medie strutture di vendita (attività commerciali di vendita al dettaglio in medie strutture con superfici di vendita 150 mq.

Destinazioni complementari / compatibili, R - residenza del titolare dell’azienda e del personale di custodia con la limitazione massima percentuale del 10% rispetto alla slp totale fermo restando un massimo di 200 mq. di SLP. I2 - attività artigianali I3 - attività artigianali di magazzinaggio e di autotrasporto I4.a - attività artigianale di servizio non molesto S1 - funzioni di servizio pubblico S2 - funzioni di servizio privato di uso e di interesse pubblico o generale S3 - impianti tecnologici. Destinazioni non ammissibili: - le destinazioni complementari / compatibili eccedenti la limitazione quantitativa ammissibile; - tutte le altre destinazioni d’uso elencate nelle classificazione; - le destinazioni d’uso nonché quelle complementari che comportino molestia alla collettività e/o situazioni di pregiudizio all’ambiente;

2.3.7. Aree verdi periurbane e di connessione tra il territorio rurale ed edificato

Comprende quelle aree che, pur essendo interne e contigue all’abitato, per motivi di interesse ambientale, estetico e morfologico, non possono essere oggetto di sviluppo edilizio. Al loro interno sono comunque consentite le attrezzature ricreative e/o sportive che non comportino la realizzazione di volumi edilizi, nonché modesti manufatti per ricovero di attrezzi per la cura del verde che non abbiano altezza superiore ai 2,00 m. e che non coprano superfici maggiori di mq. 8,00. Tali manufatti non sono considerati nuove costruzioni e sono ammessi in osservanza del codice civile.

2.3.8. Piani Attuativi in corso di esecuzione

A questo ambito appartengono tutti i Piani Attuativi in corso di esecuzione. In tutti gli ambiti residenziali e produttivi, per i lotti compresi in Piani Attuativi in itinere alla data d’adozione del presente PGT, anche laddove non specificamente individuati nella tavola di piano, continuano a valere le definizioni, le prescrizioni, gli indici ed i rapporti stabiliti in sede di Piano Attuativo per tutto il periodo di validità di detto piano. Per tali ambiti, prevalgono le previsioni contenute nei piani esecutivi, compresi i Programmi Integrati di Intervento, come regolate dalle rispettive convenzioni sottoscritte. Le eventuali varianti che dovessero intervenire nel periodo di validità del Piano Attuativo e della sua convenzione, che non incidano sul dimensionamento generale dello stesso, potranno essere redatte in conformità alle regole, ai criteri ed ai parametri del PRG in attuazione del quale sono stati approvati detti piani.

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2.4. CRITERI E MODALITA’ DI INTERVENTO PER GLI AMBITI ESTERNI AL PERIMETRO DEL TESSUTO CONSOLIDATO

2.4.1. Aree agricole

Sono comprese in tale ambito le aree e le costruzioni destinate all'agricoltura. Gli interventi ammissibili nelle aree agricole sono individuati negli artt. 59, 60, 61 e 62 della L.R. 12/2005 con effetti immediatamente prevalenti sulle norme e sulle previsioni del PGT, dei regolamenti edilizi e d’igiene comunali. Nelle zone agricole è ammessa, ai fini del computo dei volumi realizzabili, l'utilizzazione di tutti gli appezzamenti, anche non contigui, componenti l'azienda, compresi quelli esistenti su terreni di Comuni contermini, così come previsto dall'art. 59, comma 5, della L.R. 12/2005.

Destinazioni principali (A-agricola): A1 - residenza connessa all'agricoltura A2 - attività agricola di allevamento A3 - attività agricola di coltivazione A4 - attività silvica. Destinazioni complementari / compatibili: . attività agrituristiche . destinazioni d’uso turistico e per il tempo libero per edifici esistenti alla data di adozione del PGT I4 - attività artigianali di servizio T1 - attività terziarie di contesto connesse alla funzione agricola C1 - esercizi commerciali connessi alla funzione agricola S - funzioni di servizio. Destinazioni non ammissibili: . tutte le altre destinazioni d’uso elencate nelle classificazione; . le destinazioni d’uso nonché quelle complementari che comportino molestia alla collettività e/o situazioni di pregiudizio all’ambiente. Nel caso di cessazione di destinazioni non ammissibili in atto, fermo restando le attività non ammissibili, le nuove attività dovranno essere preventivamente autorizzate dalla Amministrazione Comunale, previa acquisizione dei pareri dovuti.

Modalità di intervento Gli interventi edificatori relativi ai nuovi fabbricati si attuano unicamente mediante Permesso di Costruire secondo quanto prescritto dall'art. 60 della L.R. 12/2005 e s.m.i. Sui fabbricati esistenti sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, nonché ampliamenti, modifiche interne e realizzazione di volumi tecnici e completamenti, nel rispetto della vigente normativa in materia; in tale caso è possibile procedere indipendentemente dal possesso dei requisiti soggettivi prescritti dal citato art. 60, nonché anche tramite presentazione della Denuncia di Inizio Attività.

Indici e parametri urbanistici ed edilizi . Per le abitazioni (accessori compresi): If 0.06 mc./mq. su terreni a coltura orto-floro-vivaistica specializzata If 0.01 mc./mq. per un massimo di cinquecento metri cubi per azienda su terreni a bosco, a coltivazione industriale del legno, a pascolo o a prato-pascolo permanente, If 0,03 mc./mq. sugli altri terreni agricoli Rc 10 %

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H 10.00 m., con un massimo di n. 2 piani fuori terra . Per le attrezzature e le infrastrutture produttive (accessori compresi) necessarie per lo svolgimento delle attività di cui all’art. 2135 del Codice civile: Rc non superiore al 10 % dell’intera superficie aziendale, salvo che: - per le aziende orto- floro-vivaistiche tale rapporto non può superare il 20 %; - per le serre tale rapporto non può superare il 40 %; H 10.00 m., con esclusione dei volumi tecnici Dc 5.00 m. Df 10.00 m. Ds 5.00 m.

Le tipologie costruttive dovranno essere congruenti con il paesaggio rurale. Per le aree ricadenti all'interno di questo ambito, valgono le prescrizioni definite ai comma 4, 4 bis 5, 6, 7 e 7bis dell'art. 59 della L.R. 12/2005. In mancanza del sistema fognario, tutti i nuovi interventi devono realizzare impianti di smaltimento dei reflui mediante quanto previsto dal Regolamento Regionale 24.03.2006 n. 3. Salvo quanto prescritto dall’art. 2.2.5 “Edifici e manufatti produttivi/artigianali esistenti ricadenti fuori degli ambiti produttivi, commerciali, terziari consolidati” , per gli edifici che alla data di adozione del PGT risultano con destinazione diversa da quella agricola, ovvero risultano dismessi dalla attività agricola da almeno tre anni, sono ammessi gli interventi di cui alle lettere a), b), c), d) dell’art. 27, comma 1, della L.R. 12/2005; è consentito, inoltre, un incremento massimo del 20 % del volume esistente calcolato vuoto per pieno per la parte fuori terra nel rispetto dei parametri relativi all’altezza, al Rapporto di copertura, di permeabilità e alle distanze previsti per il tessuto urbano consolidato residenziale rado. Per quanto concerne la realizzazione di accessori pertinenziali a tali edifici si rimanda a quanto previsto dall’art. 1.3.4 , per i tessuti consolidati, delle presenti norme. Eventuali cambi di destinazione d’uso saranno valutati di volta in volta con l’esclusione in ogni caso di attività produttive. Tutti gli interventi che riguardano le aree per una profondità di 3,00 m., prospicienti la viabilità esistente o ai corsi d’acqua del reticolo principale, dovranno essere finalizzati alla ricostituzione delle componenti paesistiche e naturalistiche degradate e alterate e a promuovere la componente paesaggistica, con piantumazione di alberi a bosco o a filari, la messa a dimora di cespuglietti, sistemi di siepi o coltivazioni che abbiano un effetto estetico.

Considerata la necessità di garantire lo sviluppo dell’attività produttiva esistente, l’area contraddistinta con la lettera “C” , è equiparata a quelle ricadenti nel Tessuto produttivo consolidato, con attribuzione degli indici e dei parametri di zona". Ai sensi dell’art. 62 comma 1.bis della l.r. 12/205, ai fini della manutenzione del territorio rurale, nelle aree agricole è ammessa la realizzazione di edifici accessori in legno ad uso deposito di attrezzi agricoli con le seguenti caratteristiche :  H. max m. 2,60;  Superficie coperta massima 20mq.;  Lotto minimo 5.000 mq a tal fine possono essere conteggiati solo i mappali contigui; In tali aree, le recinzioni da erigersi, che non siano a delimitazione di aree di pertinenza dell’abitazione dell’imprenditore agricolo, dovranno consistere anche fronte strada in una staccionata in legno tipo aperto (50% della superficie prospettica aperta) avente altezza massima di cm. 150 e con elementi orizzontali distanziati dal terreno in modo da consentire il passaggio della fauna.

2.4.2. Aree agricole di interesse ambientale e paesistico

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Questi ambiti, aventi utilizzazione prevalentemente agricolo-forestale, sono stati definiti in relazione alle classi di sensibilità paesaggistica ed in particolare ai coni visuali da tutelare e comprendono quelle aree meritevoli di salvaguardia in quanto determinanti nella preservazione di valori paesistici. Le aree comprese in tali ambiti, anche se contigue ad altre aree agricole, sono inedificabili. Le superfici fondiarie di queste aree possono essere utilizzate ai fini edificatori, salvo prescrizioni di cui ai commi seguenti, per la costruzione di manufatti agricoli da collocare negli ambiti destinati all’attività agricola secondo gli indici e le modalità descritte al precedente articolo 2.4.1. In queste zone sono ammessi i seguenti interventi:  la realizzazione e la manutenzione di infrastrutture tecniche di bonifica, di difesa idraulica e di difesa del suolo;  la realizzazione di manufatti infrastrutturali di piccola entità: acquedotti, cabine elettriche, purché correttamente inseriti nell’ambiente anche mediante l’uso di opere di mitigazione a verde;  la realizzazione di attrezzature e servizi di tipo pubblico: posti di ristoro, percorsi ciclopedonali, e spazi di sosta lungo i tracciati esistenti.  la manutenzione ordinaria e straordinaria dei percorsi esistenti. Gli interventi di cui sopra dovranno essere realizzati nel rispetto delle seguenti prescrizioni e con le finalità di:  recuperare e mantenere le peculiarità ambientali dei luoghi attraverso l’utilizzo di materiali e tipologie proprie della tradizione locale;  recuperare e mantenere intatte le realtà culturali presenti;  recuperare e mantenere le presenze alberate che caratterizzano i luoghi. Per eventuali edifici esistenti in tali ambiti, sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia.

2.4.3. Aggregazioni insediative di origine rurale da recuperare e valorizzare

Tali aggregazioni sono individuate con il simbolo “Cascine” sulla tavola di piano e comprendono quegli edifici ed insediamenti, realizzati prima del XIX secolo, che sono testimonianze significative nell'ambito dell'articolazione e della stratificazione storica, antropologica ed urbanistica del territorio, della storia delle popolazioni e delle comunità rurali, delle rispettive economie agricole tradizionali, dell'evoluzione del paesaggio. Il PGT si pone l’obiettivo di tutelare e valorizzare l’impianto storico delle cascine; recuperare e valorizzare gli edifici di interesse storico e testimoniale; adeguare gli spazi alle esigenze degli abitanti e delle attività con modalità compatibili; valorizzare gli spazi scoperti e il paesaggio agrario; consolidare e qualificare le attività agricole ancora presenti. In tali aggregazioni edilizie devono essere mantenuti e ripristinati: tipologie costruttive di copertura e materiali, apparati decorativi esistenti e manufatti di pregio quali verande, balconi e pensiline. Sugli edifici esistenti sono ammessi gli interventi di: manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, attuabili attraverso atto abilitativo diretto; la destinazione d’uso è quella esistente. Sono ammessi interventi di recupero dei sottotetti nel rispetto delle altezze esistenti. E’ però possibile ammettere interventi che superino le limitazioni su indicate, in essi compresi interventi che comportino un aumento fino al 20 % del volume esistente mediante Permesso di Costruire subordinato a convenzionamento per gli aspetti planovolumetrici, tenendo conto dell’obiettivo di valorizzazione dell’impianto unitario e degli elementi di interesse storico testimoniale.

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Il rilascio del Permesso di Costruire sarà quindi subordinato alla stipulazione di una convenzione e/o alla sottoscrizione di un atto unilaterale. In sede di convenzionamento potranno prevedersi oltre che il mantenimento della attività agricola (agriturismo compreso): attività ricettive, attività per la ristorazione e pubblici esercizi, attività per il tempo libero, l’istruzione, la cultura, la pratica sportiva e la cura personale; è ammessa anche la destinazione residenziale se l’attività agricola risulta dismessa. Su conforme parere della Commissione del Paesaggio, è ammessa la realizzazione di costruzioni pertinenziali (ripostigli, gazebo, tettoie, ecc.) di servizio, purché non incidano negativamente sul paesaggio percepito. La possibilità di creare ricoveri auto fuori terra è limitata nella misura massima definita dalle presenti norme e deve essere inserita in strutture accessorie aventi caratteri morfologici ed architettonici che garantiscano il pieno rispetto degli elementi tipologici dell’esistente. Gli spazi esterni di pertinenza degli edifici dovranno mantenere le originali caratteristiche di naturalità con superficie a prato e percorsi o limitate aree di sosta lastricate in pietra. Per gli eventuali dislivelli che richiedono manufatti di sostegno, questi saranno realizzati con muretti in pietra a secco e dovranno disporre di adeguati sistemi di percolazione di acque meteoriche Ogni intervento di recupero sarà valutato in relazione all’accessibilità e alla esistenza o alla realizzazione di tutte e opere di urbanizzazione che dovranno essere conformi alle prescrizioni tecniche contenute nelle norme vigenti in materia.

2.4.4. Aree boscate

Comprendono le parti di territorio comunale, coperte da boschi, che presentano caratteristiche naturalistiche che si ritiene utile tutelare da qualsiasi intervento che possa alterarle. Le aree comprese in tali ambiti sono inedificabili; possono essere comunque utilizzate per il computo dei volumi da destinare alle abitazioni degli imprenditori agricoli realizzabili solamente in Aree agricole, applicando il parametro dello 0.01 mc./mq., per un massimo di cinquecento metri cubi per azienda. Il tale caso però il Comune rilascerà una attestazione relativa alle aree su cui verrà costituito il vincolo di non edificazione , come previsto dal dall’art. 59 comma 6 della L.R. 12/2005. Per gli edifici esistenti sono consentiti interventi d’ordinaria e straordinaria manutenzione, di restauro conservativo così come definiti dalle lettere a), b) e c) del comma 1 dell’art. 27 della L.R. 12/2005 e la ristrutturazione edilizia, con l’obbligo sempre di mantenere la destinazione d’uso in atto alla data di adozione del PGT. Sono ammesse movimentazioni del terreno necessarie per interventi di rimboschimento e tutela del bosco. E’ ammessa in via generale la realizzazione d’infrastrutture d’interesse pubblico o generale per tutela idraulica o geologica.

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2.5. VIABILITÀ

Le aree interessate alla viabilità comprendono le sedi stradali e le relative pertinenze, i nodi stradali. Le aree comprese in tali zone non sono computabili nel calcolo delle volumetrie edificabili. Il tracciato delle nuove strade e degli adeguamenti delle strade esistenti, gli allineamenti e la precisa progettazione esecutiva, sono suscettibili di modifiche rispetto alle indicazioni del Piano delle Regole. Si richiamano le disposizioni della Legge 28.06.1991 n. 208, relativa alla individuazione degli itinerari ciclabili e pedonali. Per quanto non specificato si fa riferimento alle disposizioni del Codice della Strada (D.Lgs. 30.04.1992 n. 285) e del Regolamento di Attuazione del Nuovo Codice della Strada (D.P.R. 16.12.1992 n. 495 e s.m.i.). I nuovi tratti stradali, le riqualifiche dei tratti esistenti e gli interventi sulle intersezioni, compresi quelli proposti per gli ambiti di trasformazione, dovranno essere progettati secondo quanto richiesto dalla normativa regionale vigente, approvata con DGR del 27.09.2006 n. 3219.

2.5.1. Caratteristiche delle strade

Oltre alle indicazioni riportate sulle tavole “PdR01-Quadro urbanistico”, le caratteristiche delle strade e dei percorsi ciclopedonali sono definite dai progetti esecutivi delle opere stradali. Salvo diverse esigenze identificabili al livello di progetto esecutivo, le strade e i percorsi ciclopedonali rispondono comunque alle definizioni contenute nell’art. 3 del D.Lgs. 285/1992.

2.5.2. Norme generali

Le strade comunali già edificate lungo il fronte con edifici o recinzioni vengono confermate nelle larghezze esistenti, salvo interventi di adeguamento funzionale indicati nella tavola “PdR 01-Quadro urbanistico”, ovvero previsti da specifici progetti redatti dalla Amministrazione Comunale. I calibri stradali indicati hanno carattere di previsione sommaria; in sede di progettazione esecutiva della strada l’Amministrazione Comunale potrà indicare diverse larghezze sia maggiori che minori, al fine di migliorare la qualità in funzione delle reali esigenze del traffico veicolare e pedonale senza che ciò comporti variante urbanistica. Si prescrive l’obbligo, in caso di presentazione di pratiche edilizie, di produrre una impegnativa per la cessione bonaria delle aree esterne a recinzioni esistenti e già facenti parte, di fatto, del sedime stradale. Per ciglio stradale è da intendersi il confine tra la proprietà privata e la proprietà pubblica o destinata a diventare tale in attuazione delle previsioni del Piano delle Regole L’Amministrazione Comunale potrà sempre imporre allineamenti diversi o imporre maggiori arretramenti delle recinzioni, in relazione allo stato dei luoghi, della edificazione esistente, ovvero per motivi di interesse pubblico.

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Quando sono previste aree a parcheggio pubblico in fregio alla viabilità esistente o di progetto, l’arretramento dei fabbricati si misura a partire dagli allineamenti stradali senza tenere conto della interposta fascia di parcheggio. Le strade a fondo cieco devono essere dotate di idoneo spazio di manovra per l’inversione di marcia dei veicoli. Le strade esistenti in situazioni urbanistiche consolidate possono essere adeguate o riqualificate con appositi progetti redatti dall’Amministrazione Comunale. Le aree a viabilità a traffico limitato e pedonalità protetta dovrà essere realizzata con materiali atti a segnalare le parti protette ed esclusive per la pedonalità ed a rallentare il traffico. Per tale viabilità, qualora caratterizzata da presenze storiche significative o monumentali, si dovrà escludere l’uso dell’asfalto e tutelare e risanare i materiali e finiture originarie come memorie preesistenti. Per la viabilità i parcheggi e i percorsi ciclabili, dovranno essere realizzati alla stessa quota stradale, di norma protetti da aiuole verdi o barriere di arredo e sicurezza. Gli svincoli a raso, sopraelevati o interrati ed i ponti, dovranno essere dotati di apposite sedi pedonali e ciclabili protette, affiancate o separate dal tracciato viabilistico e con superamento delle barriere architettoniche. In tutte le zone del territorio comunale, dovranno essere conservati e mantenuti i sentieri pedonali esistenti, anche se non precisamente identificati nelle tavole di PGT. Il Comune può imporre l'arretramento delle recinzioni anche per consentire il ripristino di sentieri abbandonati, il completamento di quelli esistenti e l’apertura di nuovi passaggi pedonali.

2.5.3. Strade e accessi privati

E’ vietato aprire strade private senza l’autorizzazione comunale. Per strada privata, ai fini dell’applicazione del presente articolo, sono da intendersi le strade di accesso a diversi lotti edificabili. Per ottenere l’autorizzazione all’apertura occorre presentare domanda allegando il progetto esecutivo della strada. Alla domanda dovrà essere pure allegato uno schema di convenzione, che prescriva l’assunzione di tutti gli oneri di costruzione e di manutenzione a carico degli interessati, che prevede la possibilità da parte del Comune di rendere pubblica la Via stessa senza corrispettivo per la sua acquisizione, ma con solo carico di manutenzione, e che fissi i termini per l’esecuzione delle opere. Le nuove strade private dovranno avere una larghezza di almeno m. 6,00 di carreggiata, salvo casi particolari di carattere tecnico in cui potrà essere ridotta fino a m. 4,00; in ogni caso dovranno realizzarsi opportuni slarghi per incrocio di veicoli e per manovre. Nel caso di nuova viabilità a fondo cieco, se di lunghezza inferiore ai 60 metri, la strada potrà avere sezione inferiore a m. 6,00, solo se delimitata da idoneo cancello o altro manufatto e contraddistinta con la scritta “accesso privato”; se di lunghezza superiore ai 60 metri la strada potrà avere sezione limitata a m. 4,00 se provvista di opportuni slarghi per incrocio di veicoli e per manovre.

2.5.4. Percorsi pedonali e ciclabili

Per i percorsi pedonali o ciclabili: - la distanza delle costruzioni va misurata dal confine originario del mappale e rientra nelle disposizioni previste nel caso della “distanza dai confini”;

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- l’Amministrazione Comunale ha la facoltà di imporre ogni qual volta lo ritenga opportuno, nuovi percorsi pedonali, oltre a quelli previsti dal Piano delle Regole, al fine di favorire la circolazione dell’interno dell’abitato. Per quanto riguarda la tipologia, le caratteristiche tecniche, le dimensioni, i materiali e la segnaletica delle piste ciclabili occorre fare riferimento al D.M. 30.11.1999 n. 557 e alla L.R. 7/2009. Al fine di conservare la naturalità dei luoghi e rispettarne i delicati equilibri, la progettazione di nuovi tracciati deve essere eseguita attraverso soluzioni che prevedano l’uso di tecniche di ingegneria naturalistica in abbinamento a materiali tradizionali e non, che garantiscano la ricostruzione degli ecosistemi paranaturali o la ricucitura del paesaggio; dovranno inoltre essere previste soluzioni botaniche mitigative, con compiti di mascheramento, di assorbimento polveri, di connessione ecologica e di rinaturalizzazione.

2.5.5. Sentieri

Nel territorio comunale è vietata la soppressione e l’interruzione dei sentieri pubblici e privati, evidenziati sulla tavola “PdR 01-Quadro urbanistico”, o già esistenti, fatte salve le ragioni di pubblico interesse, di pubblica calamità e fenomeni naturali (dissesti e alluvioni). La realizzazione di nuovi sentieri e la modificazione di quelli esistenti è subordinata all’approvazione comunale del progetto esecutivo.

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2.6. AMBITI DI RISPETTO

Sono individuati con apposita simbologia in cartografia gli ambiti di rispetto derivanti da norme prevalenti quali: le fasce di rispetto cimiteriale, stradale, dei corsi d'acqua, delle reti ed impianti tecnologici. Per tali ambiti si rimanda alle relative norme sovraordinate di riferimento.

2.6.1. Fascia di rispetto stradale

Ai fini della qualificazione del paesaggio, e per garantire una maggiore protezione da fattori inquinanti, alcune particolari zone del territorio comunale sono state definite ed indicate graficamente nell’elaborato “PdR01- Quadro urbanistico” come fasce di rispetto stradale. Nelle fasce di rispetto stradale determinate dal limite di inedificabilità, non sono ammesse nuove costruzioni, nel sottosuolo o in elevazione, né opere che compromettano la visibilità e la sicurezza della circolazione, se non per quanto ammesso dalle leggi vigenti. Esse sono invece destinate ad accogliere interventi di riqualificazione e di riforestazione urbana, barriere antirumore integrate nel verde o interventi di recupero ambientale. Limitatamente alle aree comprese nelle fasce di rispetto stradale e ove non esistano vincoli di particolare interesse panoramico o ragioni di sicurezza, può essere consentita la realizzazione di: . chioschi . impianti di soccorso e di assistenza stradale . volumi per impianti tecnici e servizi pubblici e di interesse pubblico; . pensiline per i pubblici esercizi di trasporto . piste ciclopedonali. Sono inoltre ammessi parcheggi scoperti, canalizzazioni, sostegni ed attrezzature dei vari servizi (rete e cabine elettriche, idrica, fognante, irrigua, ecc.), strade e sistemazioni viarie, recinzioni trasparenti di altezza inferiore a m. 2,00 complessivi e distanti dal ciglio stradale almeno m. 7,50. L’eventuale localizzazione e installazione di impianti pubblicitari deve essere conforme alle disposizioni dell’art. 47 e seguenti del Regolamento di Esecuzione del Nuovo Codice della Strada. Gli edifici esistenti alla data di adozione del PGT all’interno delle fasce di rispetto stradale possono essere soggetti a interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, risanamento conservativo, che non comportino incremento di volume e di superficie utile. La fascia di rispetto stradale non rientra nel computo della volumetria e del rapporto di copertura. Nelle fasce di rispetto stradale, almeno per una profondità di m. 3,00 dal ciglio della strada, gli interventi dovranno essere finalizzati alla ricostituzione delle componenti paesistiche e naturalistiche degradate e alterate e a promuovere la componente paesaggistica delle aree verdi urbane e periurbane, quali la piantumazione di alberi a bosco o a filari, la messa a dimora di cespuglieti o sistemi di siepi o prati.

2.6.2. Zona di rispetto cimiteriale

Salvo quanto qui di seguito precisato, nella zona di rispetto cimiteriale è vietata la realizzazione di qualsiasi costruzione che presenti requisiti di durata, d’inamovibilità ed incorporamento col terreno o che sia caratterizzata dalla presenza dell’uomo, anche non

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continuativa, o comunque che risulti incompatibile con l’esigenza di assicurare decoro ai luoghi di sepoltura. Per le aree interessate dal cimitero esistente e quelle circostanti costituenti la fascia di rispetto dello stesso cimitero destinate all'ampliamento delle sue strutture e delle attrezzature complementari e alla salvaguardia igienico ambientale è esclusivamente consentito realizzare opere cimiteriali ed opere ad esse complementari, quali parcheggi e spazi di manovra, sistemazioni a verde, recinzioni, piccole attrezzature di servizio (chioschi per la vendita di fiori o di immagini sacre), nonché impianti tecnologici (cabine dei servizi di rete, impianti per telecomunicazioni, ecc). Non potranno essere costruiti nuovi edifici o strutture, anche se di modeste dimensioni destinate ad usi diversi da quelli sopra indicati, che presentino requisiti di durata, inamovibilità e di incorporamento col terreno. Le aree di cui sopra devono essere coltivate e mantenute in condizioni decorose con tassativo divieto di costruire depositi di materiale, discariche, scarico di rifiuti, ecc. Il vincolo di rispetto è da intendersi come vincolo superiore e le aree soggette a vincolo non saranno computate nel calcolo della volumetria edificabile. Per gli edifici esistenti e ricadenti nella fascia di rispetto, così come previsto dalla Legge 01.08.2002 n. 166, sono consentiti interventi di recupero, come indicati nelle lettere a), b), c) e d) del comma 1 dell’art. 27 della L.R. 12/2005, ovvero interventi funzionali all’utilizzo dell’edificio stesso, tra cui l’ampliamento nella percentuale massima del 10 % ed i cambi di destinazione d’uso. Le recinzioni potranno essere edificate sui confini fra le proprietà private e quelle pubbliche o destinate a diventare tali in attuazione del PGT. É consentita la coltivazione a scopo agricolo delle aree ricadenti nella fascia di rispetto, vincolando la coltivazione a colture che non richiedano permanenza di acqua sul terreno. Sono fatte salve eventuali deroghe annuali concesse dalle autorità competenti.

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2.7. RECINZIONI: DISTANZE DALLE STRADE E LORO SPECIFICAZIONI

Gli spazi liberi tra edifici, giardini e aree private dei tessuti consolidati potranno essere recintati nei seguenti modi: . nel centro storico sono ammesse le recinzioni solo per la chiusura dei vuoti esistenti nella cortina continua degli edifici recuperando e completando parti di murature originarie in sasso o in pietra con materiali conformi a quelli con cui sono state originariamente costruite, mentre quelle di nuova realizzazione saranno di tipo ”aperto“ con cancellate di ferro su zoccolo di cm. 50 max. e dell’altezza totale di m. 2,00 max; . nei tessuti residenziali consolidati potranno essere realizzate cancellate in ferro dell’altezza totale di m. 2,00 max compreso zoccolo di cm. 50 max., oppure recinzioni realizzate con pali e rete metallica verde dell’altezza totale di m. 2,00 max mascherate con siepi adeguatamente mantenute e regolate; . negli altri tessuti le recinzioni dovranno essere costituite da cancellate in ferro e / o legno, o recinzioni con pali e rete metallica verde mascherata con siepe, di altezza totale di m. 2,00 max con eventuale zoccolo di cm. 50 max. Possono essere realizzate, nelle aree destinate ad attività agricola, recinzioni connesse ad esigenze di tutela degli edifici agricoli e delle relative pertinenze, degli edifici esistenti in cui non risulta presente l’attività agricola e le relative pertinenze nonché quelle per l’esercizio di attività produttive agricole ,orto florovivaistiche e di allevamento; in tale caso non dovranno superare l’altezza totale di m. 1,80 ed essere costituite da staccionate in legno o da paletti e rete metallica verde, preferibilmente mascherate con siepi; in ogni caso tali recinzioni non potranno essere costruite ad una distanza superiore a m. 50,00 dalle costruzioni di loro pertinenza. Sono inoltre ammesse le recinzioni temporanee per la protezione di nuove vegetazioni o per altri motivi relativi all’esercizio della attività agricola. In caso di recinzioni afferenti a cascinali, ad edifici storici o edifici di particolare pregio, sono ammesse recinzioni realizzate in muratura (laterizio o pietrame) di h. max. 2,00 m. Tali manufatti dovranno riproporre gli elementi tipici della tradizione in armonia con le caratteristiche tipologiche del fabbricato, quali pilastrini in mattoni a vista, corsi in laterizio a vista, in pietra a vista, a spina di pesce, copertine in pietra, ecc; è consentito l’intonaco rustico o a civile, con colorazione in armonia con l’edificio principale. Negli ambiti boscati le recinzioni esistenti realizzate con muri a secco devono essere mantenute anche nel loro andamento planimetrico.; mentre non sono ammesse recinzioni di ogni genere tranne che siano riferite alle immediate pertinenze di fabbricati e impianti,in tale caso dovranno essere della tipologia consentita per le aree agricole o che siano riferite a strutture di protezione e sicurezza per la pubblica incolumità.

In tutto il territorio comunale dovrà essere realizzato un arretramento degli eventuali accessi o passi carrai di almeno 4,00 m. dal ciglio stradale. Sono ammesse eventuali deroghe nei casi previsti dall’art. 46 comma 4 del D.P.R. 495/1992 (Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada), previo parere dell’Ufficio di Polizia Locale. Per quanto riguarda gli incroci, ferme restando le norme vigenti in materia, si stabilisce quanto segue:  dal vertice degli allineamenti si seguirà una linea di raccordo – in curva o rettilineo - che sarà fissata dal Comune in relazione all’importanza delle strade, al valore dell’angolo ed alla sistemazione dell’incrocio con spartitraffico o apparecchi di segnalazione;  le recinzioni saranno costituite da cancellata o recinzione a giorno, posta in modo da consentire una perfetta visibilità per una lunghezza minima di m. 10,00 per ogni lato, partendo dal vertice; identicamente la visibilità dovrà essere garantita anche nel caso di posa di siepi;

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 sono proibite zoccolature superiori a m. 0,50 salvo in caso di contenimento delle terre; queste dovranno in ogni caso essere sistemate con pendenze delle scarpate a 45 gradi.  sono pure proibite le siepi oltre i m. 0,70 di altezza, con riferimento al piano stradale e la posa di teli e/o sistemi oscuranti a ridosso interno delle recinzioni. Le recinzioni degli spazi sportivi, purché funzionali alle esigenze delle attività praticate e finalizzate alle condizioni di sicurezza degli utenti degli spazi circostanti, sono ammesse secondo dimensioni superiori a quelle prescritte normalmente, purché siano di tipologia “aperta” e adeguatamente inserite nell’ambito circostante. Per le strade di larghezza inferiore ai 6 metri esterne al tessuto storico, le recinzioni devono essere realizzate a non meno di m. 3,00 dalla mezzeria stradale esistente, salvo diverse prescrizioni legislative nazionali e regionali. Per le strade esistenti o previste di larghezza uguale fino a 6 metri e comunque per tutte le strade comunali, le recinzioni devono essere realizzate a non meno di m. 3,00 dalla mezzeria stradale. In tutti i casi i nuovi cancelli carrabili arretrati, salvo i casi di comprovata necessità, dovranno aprirsi sempre verso l’interno della proprietà ed essere raccordati al filo delle recinzioni con smussi curvi o diagonali di inclinazione opportuna.

Per tutte le pratiche edilizie riguardanti proprietà in cui vi siano aree esterne alle recinzioni facenti parte, di fatto, della sede stradale esistente, l’ottenimento del titolo abilitativo edilizio è subordinato alla sottoscrizione di impegnativa unilaterale alla cessione bonaria e gratuita al Comune di tali aree.

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2.8. NORME SULLE ATTIVITÀ COMMERCIALI

Gli insediamenti commerciali sono classificati in relazione alla superficie di vendita, con riferimento alle diverse tipologie distributive definite dall'art. 4 del D.Lgs. 114/1998. Per superficie di vendita (SV) di un esercizio commerciale s’intende l'area destinata alla vendita, compresa quella occupata da banchi, scaffalature e simili, con esclusione della superficie destinata a magazzini, depositi, locali di lavorazione, uffici e servizi. La superficie di vendita degli esercizi che hanno ad oggetto esclusivamente la vendita di merci ingombranti, non facilmente amovibili ed a consegna differita, quali ad esempio i mobilifici, le concessionarie d'auto, le rivendite di legnami, di materiali edili e simili, è computata nella misura di 1/8 della SLP. In tali esercizi non possono essere introdotte o vendute merci diverse da quelle aventi le caratteristiche indicate, salvo che sia chiesta ed ottenuta l'autorizzazione prescritta dagli artt. 8 e 9 del D.Lgs. 114/1998 per l'intera superficie di vendita. L'attività di commercio al dettaglio deve essere esercitata con specifico riferimento ad uno od entrambi i seguenti settori merceologici: a) alimentare; b) non alimentare. Sono individuate le seguenti classi dimensionali:  esercizio di vicinato con superficie di vendita fino a 150 mq.;  media struttura con superficie di vendita compresa tra 151 mq e 1500 mq.;  grande struttura con superficie di vendita superiore ai 1500 mq.;  centro commerciale (CC) media o grande struttura che si caratterizza, in tutto o in parte, per l’unicità della struttura o dell’insediamento commerciale, la destinazione specifica o prevalente della struttura, gli spazi di servizio gestiti unitariamente e le infrastrutture comuni; per superficie di vendita del CC si intende quella risultante dalla somma delle superfici di vendita dei singoli esercizi al dettaglio in esso inseriti. Premettendo che nel Comune di Caronno Varesino non sono ammesse “grandi strutture di vendita”, laddove sia consentito l'insediamento di una altra classe dimensionale sono sempre ammesse tipologie con superficie di vendita inferiore a quella massima consentita dalle norme.

2.8.1. Correlazione dei procedimenti

Il procedimento di autorizzazione all'apertura di esercizi di vicinato e di medie strutture di vendita è contestuale a quello abilitativo di carattere urbanistico - edilizio. a) Apertura di un esercizio di vicinato Per aprire o modificare un esercizio di vicinato occorre presentare, per via telematica allo Sportello Unico Attività Produttive (SUAP), una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA). La presentazione della SCIA consente di iniziare subito l’attività. b) Apertura di una media struttura di vendita Qualora per il procedimento abilitativo di carattere urbanistico edilizio ci si avvalga della facoltà di presentare D.I.A. edilizia ai sensi dell’art. 22 del D.P.R. 380/2001, alla richiesta di autorizzazione va commerciale occorre allegare la relazione tecnica asseverata. Qualora non ci si avvalga della facoltà di presentare DIA edilizia, contestualmente alla richiesta di autorizzazione commerciale, va presentata istanza per il rilascio del costruire titolo edilizio, allegando il progetto e la documentazione tecnica necessaria, ai sensi dell’art. 10 del D.P.R. 380/2001. Qualora invece si debba ricorrere a Piano Attuativo, l’avvio del procedimento pianificatorio può essere contestuale o successivo al procedimento di rilascio dell’autorizzazione commerciale. Il rilascio di autorizzazione all’apertura di medie strutture di vendita è subordinato alla

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stipula di una convenzione o da sottoscrizione di apposito atto unilaterale d’obbligo che preveda il reperimento delle aree da destinare a servizi pubblici nella misura prevista dalle vigenti norme. Qualora l'intervento interessi aree paesaggisticamente vincolate, l'autorizzazione di cui all'art. 146 del D.Lgs. 42/2004 deve essere rilasciata con l’autorizzazione commerciale rispettando le procedure stabilite dalla vigente normativa in materia di tutela paesaggistica. Qualora l'intervento interessi aree non specificatamente vincolate ai sensi del D.Lgs. 42/2004 occorre, in base alle disposizioni del Piano Territoriale Paesistico Regionale e tenuto conto delle "linee guida per l'esame paesistico dei progetti", che i progetti siano accompagnati da una relazione paesistica. La conclusione del procedimento di natura urbanistico-edilizio non può in nessun caso precedere le determinazioni sulle domande di autorizzazione commerciale di cui all’art. 8 del D.Lgs 114/1998.

2.8.2. Insediamento attività commerciali

Gli insediamenti commerciali di qualsiasi classe dimensionale sono consentiti solo laddove sia ammessa la destinazione d'uso commerciale, nel rispetto degli indici e dei limiti dimensionali previsti dai singoli ambiti. Solo in alcuni ambiti indicati negli articoli precedenti in cui è definito il territorio comunale è consentito di insediare medie strutture di vendita del settore merceologico alimentare e non alimentare, limitando in alcuni casi la dimensione della superficie di vendita realizzabile. Sono sempre consentiti gli ampliamenti di superficie all'interno della medesima classe dimensionale e del medesimo settore merceologico. L'insediamento e l'ampliamento di attività commerciali deve rispettare la dotazione di parcheggi pertinenziali come indicati nell'art. 1.3.6 delle presenti norme e quelle per le aree a standard indicata nel successivo art. 2.8.4. L'insediamento di nuove medie strutture di vendita laddove previste ed ammesse, dovrà comunque soddisfare esigenze connesse alla viabilità ed alla sosta, prevedendo se nel caso la cessione di aree, previo specifico studio non escludendo il ricorso a Piano attuativo. Analoghe esigenze dovranno essere soddisfatte anche nel caso in cui si operi con un intervento di sostituzione e ristrutturazione edilizia, che comporti demolizione e ricostruzione dei manufatti, ovvero con un intervento con modificazione di destinazioni d’uso, che richieda il conguaglio di aree per servizi ed attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale. Le strutture di vendita operanti alla data di adozione del presente PGT vengono confermate nella loro effettiva consistenza; gli edifici nei quali sono inserite si intendono destinati all'insediamento di strutture di vendita della medesima classe dimensionale esistente, fermo restando l'adeguamento della dotazione di servizi per attrezzature pubbliche e di uso pubblico nella misura prevista all’art. 2.8.4.

2.8.3. Disposizioni sulla compatibilità urbanistica viabilistica ed ambientale

In caso di realizzazione di interventi destinati ad ospitare attività con superficie di vendita superiore, nel complesso, ai 150 mq., é necessario garantire che i nuovi insediamenti commerciali abbiano accesso e uscita dalla viabilità ordinaria senza che l'accumulo di traffico diretto e proveniente dal parcheggio di pertinenza dell'attività crei intralcio alla circolazione; a tal fine, se necessarie, dovranno essere previste apposite opere di raccordo alla viabilità ordinaria, insistenti su aree comprese nel comparto di intervento. Per gli insediamenti commerciali di medie strutture di vendita, consentiti dalle presenti norme, la realizzazione di efficaci soluzioni d’accesso e uscita per i clienti ed i fornitori, che non compromettano la fluidità del traffico sulla viabilità esistente, costituisce

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condizione imprescindibile per l'ammissibilità del nuovo insediamento commerciale. I parcheggi a raso dovranno prevedere obbligatoriamente adeguate alberature.

2.8.4. Dotazione di servizi per attrezzature pubbliche e di uso pubblico

Per le attività commerciali di media struttura di vendita lo standard minimo è pari al 100% della SLP, di cui almeno il 50 % destinato a parcheggi. La dotazione di parcheggi pubblici o di uso pubblico deve essere assicurata in aree a diretto servizio dell'ambito commerciale; deve inoltre essere garantita la realizzazione di adeguate aree destinate a verde pubblico. Per tutti gli interventi dovrà essere incluso un progetto dettagliato della sistemazione esterna di tutta l’area, con l’indicazione delle zone alberate, a prato, a giardino o a coltivo e di tutte le opere di sistemazione (pavimentazioni, recinzioni, arredi fissi, ecc.), precisando la denominazione di alberi e arbusti. In caso di dimostrata impossibilità a reperire all'interno dell'area la superficie necessaria, si potrà ricorrere eccezionalmente alla monetizzazione di tale superficie in misura non superiore comunque al 25 % del totale. In ogni caso deve essere garantita la realizzazione della quantità minima di parcheggi pari al 50 % della superficie richiesta totale. Gli ampliamenti delle medie strutture di vendita già esistenti alla data dell'adozione delle presenti norme saranno consentiti solamente a condizione che venga dimostrata la conformità alle presenti norme della dotazione di parcheggi e di aree a standard in rapporto all'intera superficie commerciale risultante a seguito dell'ampliamento.

2.8.5 Criteri relativi al rilascio delle nuove autorizzazioni per le attività di somministrazione degli alimenti e delle bevande e di quelle relative al trasferimento di sede.

E’ ammessa l’apertura di attività di somministrazione di alimenti e di bevande in tutti gli ambiti in cui le presenti norme consentano l’attività commerciale/terziaria; tali locali dovranno avere superfici adeguate, idonee ad assicurare la funzionalità della gestione e la razionalità del servizio da rendere al consumatore e tali da garantire l’agevole movimento del personale e della clientela, anche in relazione alle caratteristiche della attività esercitata e devono rispettare non sole le presenti norme, ma quelle igienico sanitarie. Per quanto riguarda la dotazione delle aree a parcheggio deve essere garantita un’adeguata dotazione di aree pubbliche o di uso pubblico che viene dimensionata nell’ambito delle norme del piano dei servizi e una dotazione di parcheggi pertinenziali secondo quanto previsto dall’art. 1.3.6 delle presenti norme. Nel caso sia ammesso dalle destinazione d’uso delle presenti norme, le attività che prevedano aperture serali, abbinate ad attività di intrattenimento o svago o dotate di spazi di somministrazione all’aperto l’Amministrazione Comunale si riserva di richiedere particolari misure di mitigazione in relazione al rispetto della quiete e della sicurezza pubblica e di regolarne gli orari di apertura serali e l’uso di apparecchi musicali. Per le attività di somministrazione di alimenti e bevande che danno origine ad inquinamento acustico deve essere rispettato quanto previsto dalle normative attuative della Legge 447/1995 e del D.P.C.M 14.11.1997. L’apertura e il trasferimento di sede degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande aperti al pubblico sono soggetti ad autorizzazione rilasciata dal Comune.

2.9. ELETTRODOTTI, ANTENNE, RIPETITORI E CAPTATORI, GENERATORI DI CAMPI MAGNETICI

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Su tutto il territorio comunale si applicano le norme relative alla protezione dall’elettrosmog come previste dal quadro normativo vigente (Legge-Quadro 22.01.2001 n. 36, D.Lgs. 01.08.2003 n. 259 -Testo Unico delle Comunicazioni Elettroniche- e D.P.C.M. 08.07.2003). L’obiettivo di riduzione dell’esposizione della popolazione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici deve essere perseguito tramite: a) la scelta di soluzioni a minore impatto sul paesaggio, sulle aree d’interesse storico architettonico e sulla popolazione; b) la regolamentazione dell’installazione di nuove antenne, sfruttando il principio del “cositing” (accordo di più gestori a mettere impianti nelle stesso luogo per evitare il moltiplicarsi di dispositivi elettromagnetici); c) l’individuazione delle fasce di rispetto e osservanza degli obiettivi di qualità previsti dalla normativa vigente, sia per le nuove edificazioni, sia per i nuovi impianti nei confronti delle costruzioni già esistenti; d) il risanamento di aree sensibili; e) la delocalizzazione incentivata delle stazioni radio-base. Le DPA (distanze di prima approssimazione) vengono indicate graficamente nella tavola “PdR 05 Vincoli specifici”: all’interno delle stesse, secondo quanto previsto dal Decreto n. 32618 del 29.05.2008, dovranno essere definite le effettive fasce di rispetto nelle quali si applicano i seguenti disposti:  è fatto divieto procedere a nuova edificazione o all’attivazione di destinazioni d’uso che comportino la presenza continua di persone per un periodo di tempo superiore alle 4 ore;  sulle aree libere possono essere realizzati manufatti accessori che non prevedano la permanenza continua di persone;  le aree sottoposte a vincolo concorrono alla verifica dei parametri urbanistici, ma i conseguenti manufatti debbono essere realizzati al di fuori di tale fasce. Gli impianti di telecomunicazione sono vietati: 1) nei tessuti consolidati a prevalente funzione residenziale o a servizi collettivi; 2) in aree destinate ad attrezzature sanitarie, assistenziali, scolastiche religiose e sportive; 3) su edifici: scolastici, sanitari, a prevalente destinazione residenziale, classificati di interesse storico-architettonico e monumentale, o di pregio storico, culturale e testimoniale. Gli impianti fissi per le telecomunicazioni e per la radiotelevisione, idonei a produrre campi elettromagnetici ai sensi della normativa statale e regionale vigente, sono installati preferenzialmente su aree pubbliche e nel rispetto delle esigenze di copertura universale delle reti, alle seguenti condizioni:  stipula di una convenzione con l’ente proprietario dell’area;  sottoposizione dell’impianto a periodiche campagne di rilevamento delle emissioni;  impegno alla sostituzione immediata dell’impianto in caso di disponibilità di una miglior tecnologia. Sono considerate nuove costruzioni l’installazione di torri e tralicci per impianti radioricetrasmittenti e di ripetitori per i servizi di telecomunicazione con esclusione delle stazioni radio base di potenza inferiore ai 300 Watt (art. L.R. 11/2001) che sono soggette a semplice autorizzazione ai sensi degli articoli 86-87 del D.Lgs 259/2003. Vengono segnalate le linee elettriche con potenza inferiore a 150.000 V. per le quali in base alla L.R. n. 52 del 16.08.1982 devono essere rispettate le relative fasce di rispetto indicate graficamente nella tavola grafica “PdR 05 Vincoli Specifici”.

2.10. PREVENZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO

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Ogni intervento sul territorio dovrà essere in ogni caso verificato con le risultanze dello “Studio sui caratteri geologici ed ambientali del territorio comunale del Comune di Caronno Varesino” dove sono indicate le cautele generali da adottare, gli studi e le indagini da effettuare e le eventuali opere da attuare per la riduzione del rischio idrogeologico. Le Norme Tecniche geologiche di tale Studio per ogni classe/sottoclasse di fattibilità vengono qui di seguito riportate.

2.10.1. Indagini e approfondimenti geologici generali

Le indagini e gli approfondimenti prescritti per le Classi di Fattibilità geologica e per le aree PSL di sismicità locale devono essere realizzati prima della progettazione degli interventi, in quanto propedeutici alla pianificazione dell’intervento ed alla progettazione stessa. Indipendentemente dalle prescrizioni ed approfondimenti previsti per ciascuna classe di fattibilità, ogni opera pubblica o privata è soggetta alle disposizioni di legge previste dal D.M. 14.01.2008 (“Norme tecniche per le costruzioni”). Su tutto il territorio comunale, gli interventi di nuova costruzione, di ristrutturazione edilizia, di restauro conservativo e di manutenzione ordinaria/straordinaria, così definiti dall’art. 27, comma 1, della L.R. 12/2005, dovranno essere progettati agli stati limite di cui al D.M. 14.01.2008. Fanno eccezione alcune tipologie d’interventi di minore importanza, sia in termini di progettazione che in termini di destinazione d’uso, come definiti al capitolo 2.7 - Verifica alle tensioni ammissibili - delle “Norme tecniche per le costruzioni”. In particolare, “per le costruzioni di tipo 1 (VN<10 anni) e 2 (50 anni

2.10.2. Norme di fattibilità geologica delle azioni di piano

In questo paragrafo vengono elencate le prescrizioni e le limitazioni d’uso relative alle classi di fattibilità geologica individuate nell’ambito dello studio. Si sottolinea comunque che le prescrizioni elencate costituiscono una “soglia minima” di tutela geologica-idrogeologica; sarà quindi facoltà del Professionista incaricato e/o dell'Amministrazione Comunale richiedere o prescrivere ulteriori e più dettagliate indagini di approfondimento rispetto a quelle elencate in relazione alla casistica e alla tipologia delle problematiche riscontrate.

Classe II di fattibilità geologica Sia in fase preliminare che di progettazione dovranno essere ottemperate tutte le prescrizioni di cui al D.M. 14.01.2008 “Norme Tecniche per le costruzioni” e succ. mod. Per strutture di basso impatto (es. edilizia uni- o bifamiliare) in fase preliminare ed in assenza di dati puntuali significativi rappresentativi della situazione locale, potrà ritenersi sufficiente una caratterizzazione litostratigrafica e geotecnica speditiva, per accertare la non sussistenza di caratteristiche puntuali sfavorevoli, non avvertibili alla scala della documentazione prodotta e tuttavia incidenti ai fini dell'intervento in progetto. Nel caso in cui l’esame preliminare fornisse esiti sfavorevoli o ritenuti insufficienti, potranno essere richieste integrazioni mediante esecuzione di indagini geognostiche di maggior dettaglio al fine di giungere ad una modellazione geologico-tecnica adeguata in relazione alla tipologia dell’intervento previsto e alla valutazione dei parametri geotecnici caratteristici

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da utilizzare per il corretto dimensionamento delle strutture fondazionali e per le verifiche dei cedimenti attesi in relazione ai carichi di progetto. Per strutture di maggior impatto sarà comunque da prevedere l’esecuzione di apposite indagini geognostiche di approfondimento la cui tipologia, numero e ubicazione dovrà essere valutata in relazione al tipo e alle dimensioni dell’opera. La caratterizzazione geologica dei siti oggetto d’intervento dovrà inoltre ottemperare alle prescrizioni tipiche di ogni classe di fattibilità descritta nel seguito, riportata al capitolo 10 della “Definizione delle componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio ai sensi della L.R. 12/05 e succ. mod.” e cartograficamente nell’ALLEGATO 8 – Carta della fattibilità geologica delle azioni di piano alla scala 1:2.000 (3 tavv.).

Sottoclasse IIa (aree a morfologia da subpianeggiante a debolmente ondulata con possibili fenomeni di drenaggio difficoltoso/ristagno idrico nelle aree depresse) Aree favorevoli allo sviluppo urbanistico. Nello specifico in via di minima dovranno essere verificati: - caratteristiche litologiche delle unità presenti in loco fino a profondità rappresentativa; - capacità portante e cedimenti indotti; - presenza di acque sotterranee, anche a carattere temporaneo e valutazione delle possibili interferenze con i piani di posa delle fondazioni; - eventuale presenza di rimaneggiamenti antropici pregressi e caratterizzazione dei materiali presenti; - grado di stabilità dei fronti di scavo con riguardo anche alle costruzioni adiacenti, sia in corso d’opera che a fine lavori; - modalità di intercettazione delle acque chiare e di prima pioggia; - eventuali interferenze con aree acclivi adiacenti; In fase progettuale andranno rispettate le seguenti prescrizioni: - predisposizione di presidi per la sicurezza delle maestranze in relazione agli esiti della valutazione della stabilità dei fronti di scavo e in relazione alla profondità degli stessi; - evitare accumulo di acqua sul fondo di scavi aperti; - asportazione del suolo e più in generale dei livelli a caratteristiche meccaniche più scadenti o visibilmente non addensati; - verifica, in fase esecutiva, dello spessore dei livelli suddetti ed eventuale miglioramento delle caratteristiche del piano di posa delle fondazioni; - predisposizione di accorgimenti per l'intercettazione o la regimazione e l'allontanamento delle acque piovane o di corrivazione soprattutto in prossimità di aree acclivi avendo cura di evitare l’insorgenza sulle stesse di episodi di erosione in forma concentrata o diffusa e loro smaltimento nella rete fognaria esistente; - allacciamento degli insediamenti di nuova realizzazione sia produttivi che residenziali alla rete fognaria esistente.

Sottoclasse IIb (aree moderatamente acclivi con potenziale innesco di fenomeni di dissesto corticali e abbondante acqua subsuperficiale associata a frequenti emergenze idriche temporanee) Aree favorevoli allo sviluppo urbanistico. Nello specifico in via di minima dovranno essere verificati: . caratteristiche litologiche delle unità presenti in loco fino a profondità significativa; . capacità portante e i cedimenti indotti; . eventuale occorrenza di interventi di rimaneggiamento antropico pregressi; . presenza di falde subsuperficiali anche a carattere temporaneo, valutazione delle possibili interferenze con i piani di posa delle fondazioni e influenza sulla stabilità degli scavi con riguardo anche alle costruzioni adiacenti, sia in corso d'opera che a fine lavori. In fase progettuale andranno rispettate le seguenti prescrizioni:

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. predisposizione di presidi per la sicurezza delle maestranze in relazione agli esiti della valutazione della stabilità dei fronti di scavo; . asportazione del suolo e più in generale dei livelli a caratteristiche meccaniche più scadenti o visibilmente non addensati (materiali organici e torbe); eventuale miglioramento delle caratteristiche del piano di posa delle fondazioni (rullatura, bonifica statica, predisposizione di vespaio drenante); . predisposizione di accorgimenti per l'intercettazione, la regimazione e l'allontanamento delle acque piovane o di corrivazione soprattutto in prossimità di aree acclivi avendo cura di evitare l’insorgenza sulle stesse di episodi di erosione in forma concentrata o diffusa; smaltimento delle stesse nella rete fognaria esistente (divieto di dispersione nel sottosuolo); . allacciamento degli insediamenti sia produttivi che residenziali alla rete fognaria esistente; - impermeabilizzazione di volumi interrati/seminterrati in caso di presenza di acqua di falda poco profonda con predisposizione di opportuni sistemi di drenaggio.

Classe III di fattibilità geologica Preliminarmente ad ogni intervento edificatorio, dovranno essere eseguiti gli studi in ottemperanza al D.M. 14.01.2008 e succ. mod.; per le varie tipologie di opere obbligatoria l’esecuzione di indagini geognostiche di approfondimento mediante prove in sito e/o laboratorio per la definizione dei principali indici geomeccanici da utilizzare per il corretto dimensionamento delle strutture fondazionali e per le verifiche dei cedimenti attesi in relazione ai carichi di progetto. La caratterizzazione geologica dei siti oggetto d’intervento dovrà inoltre ottemperare alle prescrizioni tipiche di ogni classe di fattibilità descritta nel seguito, riportata al capitolo 10 della “Definizione delle componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio ai sensi della L.R. 12/2005 e succ. mod.” e cartograficamente nell’ALLEGATO 8 – Carta della fattibilità geologica delle azioni di piano alla scala 1:2.000 (3 tavv.).

Sottoclasse IIIa (aree potenzialmente soggette ad esondazione torrentizia e di tutela dell’acquifero sfruttato per fini idropotabili) Parere geologico-tecnico sull’edificazione non consigliabile in quanto aree di tutela della risorsa idrica idropotabile; consentita la realizzazione di opere pubbliche o di pubblica utilità (se non diversamente localizzabili) previa esecuzione di studio idrogeologico-idraulico che ne valuti la compatibilità. Nello specifico in via di minima si ritengono necessari: - studio idrogeologico di dettaglio con ricostruzione dell’andamento della falda e definizione del grado di vulnerabilità della stessa; - studio idraulico per la definizione delle aree potenzialmente soggette ad esondazione; - definizione delle aree di richiamo delle captazioni ad uso idropotabile. In fase progettuale andranno rispettate le seguenti prescrizioni minime: - adozione di adeguati presidi di contenimento per la sicurezza delle maestranze in relazione agli esiti della verifica della stabilità dei fronti di scavo; - divieto di dispersione delle acque nel sottosuolo ed obbligo di allacciamento al collettore fognario esistente; - predisposizione di opere per la regimazione delle acque meteoriche e di quelle eventualmente provenienti dalle scarpate a monte. In aggiunta andranno verificate tutte le limitazioni valide per le zone di rispetto attorno alle captazioni ad uso idropotabile definite all’art. 6.

Sottoclasse IIIb (aree con fenomeni anche potenziali di drenaggio difficoltoso e/o ritardato o ristagno idrico anche prolungato, tendenza alla concentrazione di acque meteoriche; possibile presenza di falda locale a debole soggiacenza)

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Parere geologico tecnico sull'edificazione favorevole condizionata all'esecuzione di indagini/studi di approfondimento. In via di minima dovranno essere verificate: - assetto morfologico con definizione di dettaglio del quadro planoaltimetrico delle aree oggetto di intervento e delle aree adiacenti; - ricostruzione di dettaglio delle direttrici di deflusso delle acque superficiali e presenza di acque sotterranee, anche a carattere temporaneo, ricostruzione delle modalità di circolazione delle stesse con particolare attenzione all’entità delle escursioni della falda ed interferenze con le opere; - caratteristiche litologiche delle unità presenti in loco fino a profondità rappresentativa; - capacità portante e cedimenti indotti; - eventuale presenza di interventi di scavo e ritombamento pregressi e caratterizzazione dei materiali presenti; - stabilità dei fronti di scavo, con riguardo anche alle aree adiacenti, sia in corso d’opera che a fine lavori, anche in relazioni a possibili infiltrazioni di acqua; - modalità di governo delle acque di pioggia e/o di corrivazione. In fase progettuale andranno rispettate le seguenti prescrizioni minime: - adozione di adeguati presidi di contenimento per la sicurezza delle maestranze in relazione agli esiti della verifica della stabilità dei fronti di scavo; - predisposizione di opere per la regimazione delle acque meteoriche e conformazione morfologica finale dei siti al fine di favorirne l’allontanamento avendo cura di evitare l'innesco di fenomeni erosivi e destabilizzanti nelle aree acclivi adiacenti; - in condizioni di acqua poco profonda impermeabilizzazione delle murature perimetrali di moduli interrati/seminterrati e predisposizione di adeguati sistemi di drenaggio delle acque sotterranee; - limitazione delle superfici impermeabilizzate alle sole aree di bordo edificio e viabilità di accesso; da limitare ogni variazione consistente dell'uso del suolo; - obbligo per gli insediamenti civili e/o produttivi di nuova realizzazione in ambito urbano/periurbano di allacciamento alla rete fognaria esistente sia per le acque nere che per lo smaltimento delle acque chiare e di prima pioggia.

Sottoclasse IIIc (scarpate minori) Parere geologico tecnico sull'edificazione favorevole subordinato all’esecuzione di indagine geognostiche di approfondimento ed ad un incremento non consistente di nuove edificazioni con scelta di tipologie a carattere residenziale di basso impatto areale in relazione a problematiche geotecniche/morfologiche di varia natura; da prediligere interventi di completamento/ampliamento di opere già esistenti Nello specifico in via di minima si ritengono necessari: - rilevamento geologico-geomorfologico con ricostruzione delle direttrici di deflusso delle acque superficiali; - rilievo planoaltimetrico di dettaglio; - valutazione della stabilità dei fronti di scavo anche in relazione a strutture adiacenti esistenti; - valutazione delle modalità di circolazione idrica sotterranea e presenza, anche temporanea, di filtrazioni dalle pareti di scavo. In fase progettuale andranno rispettate le seguenti prescrizioni: - adozione di adeguati presidi di contenimento per la sicurezza delle maestranze in relazione agli esiti della verifica della stabilità dei fronti di scavo e dei versanti; - riconformazione morfologica finale atta a garantire l'allontanamento delle acque meteoriche e di corrivazione evitando l'insorgenza di episodi di ruscellamento concentrato nelle aree adiacenti o lungo i versanti; - divieto di dispersione nel sottosuolo delle acque chiare e di prima pioggia ed obbligo per gli insediamenti civili e/o produttivi di nuova realizzazione di allacciamento alla rete

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fognaria esistente sia per le acque nere che per lo smaltimento delle acque chiare e di prima pioggia.

Sottoclasse IIId (“aree di protezione” lungo i cigli di scarpata e di raccordo ai versanti principali) Nella “fascia di sicurezza” lungo i cigli di scarpata andrà categoricamente escluso un aumento significativo della pressione antropica; da privilegiare interventi di ristrutturazione conservativa dell’esistente e limitati interventi di completamento previa verifica delle possibili interferenze sulle costruzioni adiacenti e/o sulle caratteristiche di stabilità generale dell'area e sul drenaggio. Nello specifico in via di minima si ritengono necessari: - rilevamento geologico-geomorfologico e rilievo planoaltimetrico di dettaglio; - valutazione di dettaglio della stabilità dei fronti di scavo e del versante sia in corso d'opera e a fine intervento in funzione dei sovraccarichi; - valutazione delle modalità per la dispersione delle acque meteoriche al fine di non determinare l’innesco di dissesti lungo le scarpate adiacenti. In fase progettuale andranno rispettate le seguenti prescrizioni: - adozione di adeguati presidi di contenimento per la sicurezza delle maestranze durante e al termine dei lavori in relazione agli esiti della verifica della stabilità dei fronti di scavo e dei versanti; - riconformazione morfologica finale atta a garantire l'allontanamento delle acque meteoriche e di corrivazione evitando l'insorgenza di episodi di ruscellamento concentrato nelle aree adiacenti o lungo i versanti; - vietata la dispersione nel sottosuolo delle acque chiare e di prima pioggia che dovranno essere smaltite nella rete fognaria esistente.

Sottoclasse IIIe (aree interessate da rimaneggiamento antropico) Parere geologico-tecnico sull’edificazione favorevole condizionato all'esecuzione di indagini di approfondimento. Nello specifico in via di minima si ritengono necessari: - indagini in sito per la valutazione dello spessore e caratteristiche granulometriche dei materiali di riempimento fino al raggiungimento del fondo naturale; - ricostruzione dell’effettiva estensione del rimaneggiamento; - valutazione delle caratteristiche di portanza dei terreni di fondazione; - verifica della presenza di falde acquifere secondarie e/o acque di ristagno sostenute da eventuali materiali di riporto scarsamente permeabili; - capacità di dispersione delle acque nel sottosuolo; - valutazione della stabilità dei fronti di scavo. In fase progettuale andranno rispettate le seguenti prescrizioni: - predisposizione di contenimenti in relazione agli esiti della valutazione della stabilità dei fronti di scavo; - asportazione dei materiali visibilmente non addensati (l'eventuale smaltimento di materiali non naturali dovrà avvenire secondo le attuali normative vigenti in materia); - eventuale miglioramento delle caratteristiche del sottofondo con stesura di idoneo materiale compattato.

Sottoclasse IIIf (aree di protezione al piede dei versanti acclivi) Parere geologico tecnico non favorevole in quanto aree di tutela della risorsa idrica idropotabile; consentita la realizzazione di opere pubbliche o di pubblica utilità (se non diversamente localizzabili) previa esecuzione di studio idrogeologico-idraulico che ne valuti la compatibilità anche rispetto ai processi geomorfologici attivi sulle scarpate a monte. Nello specifico in via di minima oltre alle prescrizioni relative agli studi idrogeologici di dettagli si ritengono necessari:

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- caratteristiche litologiche delle unità presenti in loco fino a profondità rappresentativa; - capacità portante e cedimenti indotti; - grado di stabilità degli scavi sia in corso d’opera che a fine lavori; - analisi di dettaglio delle direttrici di drenaggio delle aree di monte con previsione dei relativi interventi di minimizzazione degli effetti indotti. In fase progettuale andranno rispettate le seguenti prescrizioni: - adozione di adeguati presidi di contenimento per la sicurezza delle maestranze in relazione agli esiti della verifica della stabilità dei fronti di scavo e del versante a monte; - predisposizione di opere adeguate per la regimazione delle acque meteoriche e di quelle eventualmente provenienti dalle scarpate a monte; - asportazione del suolo o dei livelli visibilmente non addensati delle falde colluviali; - attenta gestione dell'uso del suolo e delle coperture vegetali sui versanti al fine di evitare l'innesco di fenomeni erosivi e destabilizzanti; - interventi per la mitigazione dell’impatto sulla falda.

Classe IV di fattibilità geologica Trattasi di aree per le quali deve essere esclusa qualsiasi nuova edificazione. Le eccezioni al divieto assoluto di edificazione o modifica sono limitate ai seguenti casi: - opere tese al consolidamento o alla sistemazione idrogeologica per la messa in sicurezza dei siti; - edifici già esistenti, per cui sono consentite esclusivamente le opere relative ad interventi di demolizione senza ricostruzione, manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, risanamento conservativo, come definiti dall'art. 27, comma 1, lettere a), b), c) della L.R. 12/2005, senza aumento di superficie o volume e senza aumento del carico insediativo e variazione di destinazione d’uso; - infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico solo se non altrimenti localizzabili le quali dovranno comunque essere puntualmente e attentamente valutate in funzione della tipologia di dissesto e del grado di rischio che determinano l’ambito di pericolosità/vulnerabilità omogenea; - innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica. La realizzazione di opere che comportino l’alterazione delle condizioni morfologiche o di drenaggio dei terreni o l’alterazione delle condizioni di carico unitario e complessivo indotto è subordinata alla effettuazione di specifiche indagini geologico-tecniche e verifiche idrauliche ai sensi del D.M. 14.01.2008 “Norme Tecniche per le costruzioni” e succ. mod. La caratterizzazione geologica dei siti oggetto d’intervento dovrà inoltre ottemperare alle prescrizioni tipiche di ogni classe di fattibilità descritta nel seguito, riportata al capitolo 10 della “Definizione delle componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio ai sensi della L.R. 12/2005 e succ. mod.” e cartograficamente nell’ALLEGATO 8 – Carta della fattibilità geologica delle azioni di piano alla scala 1:2.000 (3 tavv.). Alle istanze per l'approvazione da parte dell'Autorità Comunale, deve essere allegata apposita relazione geologica e geotecnica che dimostri la compatibilità degli interventi previsti con la situazione di grave rischio idrogeologico.

Sottoclasse IVa (aree di pertinenza dei corsi d’acqua interessate dalla dinamica fluviale ordinaria/straordinaria e/o sottoposte a normativa specifica - “fascia A” P.A.I.) E’ vietata la realizzazione di nuove costruzioni, anche a seguito di demolizione di costruzioni esistenti, così come l’ampliamento areale delle costruzioni esistenti. Gli interventi edificatori ammissibili sono quelli previsti dalla normativa vigente del Piano Stralcio per l’assetto idrogeologico (P.A.I.), ed in particolare dagli articoli 1 (comma 6), 29, 32, 38, 38bis, 38ter, 39 delle Norme di Attuazione del P.A.I. Esclusivamente per opere pubbliche o di interesse pubblico, riferite a servizi essenziali non altrimenti localizzabili, i progetti devono essere corredati da uno studio di compatibilità secondo quanto previsto dalla normativa P.A.I.; per le aree di fascia A e B di progetto

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valgono le prescrizioni relative alle attività vietate e consentite previste dalle NTA del P.A.I. (Artt. 29-30).

Sottoclasse IVb (aree di versante in evoluzione morfologica) E’ vietata la realizzazione di nuove costruzioni, anche a seguito di demolizione di costruzioni esistenti, così come l’ampliamento areale delle costruzioni esistenti. Eventuali interventi di modifica del locale assetto geomorfologico sono consentiti unicamente ove finalizzati a manutenzione della rete di drenaggio e della viabilità e a alla prevenzione del rischio idrogeologico, previa esecuzione di specifico studio di fattibilità geologica. Sono sempre consentiti interventi di realizzazione di opere pubbliche, ove non diversamente localizzabili, fatta salva l’esecuzione di specifico studio di fattibilità geologica, geologico tecnica ed idrogeologica comprendente specifica valutazione delle condizioni di stabilità in corso d’opera e a fine intervento. In fase progettuale, limitatamente agli interventi consentiti, sono da privilegiare tecniche di ingegneria naturalistica per la mitigazione del rischio residuo o per interventi di regimazione idraulica o difesa spondale lungo le aste torrentizie. Fondamentale l’attenta gestione forestale delle aree dei versanti in fregio ai corsi d'acqua: qualsiasi intervento dovrà tenere in conto la possibilità di innesco di fenomeni di erosione superficiale. Particolare attenzione alla manutenzione delle aste torrentizie e dei manufatti esistenti; predisposizione di adeguati presidi per la sicurezza delle maestranze in presenza di scavi e per il contenimento del versante sia in corso d'opera che a termine lavori.

Sottoclasse IVc (area interessata da attività estrattiva dismessa) Parere geologico-tecnico sull’edificazione non favorevole in quanto aree di discreta valenza ecosistemica per le quali sono ammessi interventi atti a promuoverne la riqualificazione ecologica e paesaggistica da perseguirsi anche attraverso la previsione di idonei accorgimenti mitigativi e compensativi. In via minimale dovranno essere verificate: - caratteristiche del drenaggio superficiale; - valutazione della stabilità dei fronti di cava. In fase progettuale sono da prevedere interventi di recupero morfologico e ambientale, anche mediante interventi di riconformazione morfologica e adozione di interventi di consolidamento con tecniche di ingegneria naturalistica.

2.10.3. Aree soggette ad amplificazione sismica - edifici strategici e rilevanti

La “Carta degli scenari di pericolosità sismica locale – Analisi di primo livello” è proposta in allegato 5 dello Studio geologico estesa all’intero territorio comunale e sintetizzata su base aerofotogrammetrica comunale alla scala 1:5.000, è tesa al riconoscimento delle aree potenzialmente soggette ad amplificazione in relazione ad un evento sismico anche remoto.

Stati Limite e Tensioni Ammissibili, approccio per la caratterizzazione sismica locale In presenza di azioni sismiche e con riferimento alle conseguenze di una interruzione di operatività o di un eventuale collasso, il D.M. 14/01/2008, fatte salve le condizioni in cui viene ammessa l’applicazione di metodi di progetto e verifica semplificati, stabilisce la tipologia di approccio di calcolo da adottare per la caratterizzazione sismica locale, in base alla suddivisione in classi d’uso e vita nominale delle costruzioni.

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Su tutto il territorio comunale, gli interventi di nuova costruzione, di ristrutturazione edilizia, di restauro conservativo e di manutenzione ordinaria/straordinaria, così definiti dall’art. 27, comma 1, della L.R. 12/2005, dovranno essere progettati secondo gli stati limite di cui al D.M. 14.01.2008 “Norme tecniche per le costruzioni”. Fanno eccezione alcune tipologie d’interventi di minore importanza sia in termini di progettazione che in termini di destinazione d’uso, come definiti al capitolo 2.7 - Verifica alle tensioni ammissibili - delle “Norme tecniche per le costruzioni”. In particolare, così come definite ai capitoli 2.4.1 e 2.4.2 del D.M. 14.01.2008 “Norme tecniche per le costruzioni”, “per le costruzioni di tipo 1 (VN<10 anni) e 2 (50 anni

Obbligatorietà di analisi sismica per gli edifici e le opere strategiche e rilevanti In questo paragrafo viene proposto per completezza l’elenco tipologico degli edifici strategici e rilevanti di cui al D.d.u.o. 21 novembre 2003 - n. 19904 (... «edifici di interesse strategico e delle opere infrastrutturali la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile – edifici e opere infrastrutturali che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso»...) che, per i Comuni ricadenti in Zona 4 come è il caso di Caronno Varesino, devono essere sottoposti ai successivi livelli di approfondimento II° e III° in fase progettuale. Allegato A al D.d.u.o. 21.11.2003 n. 19904 - Elenco degli edifici e delle opere di competenza regionale art. 2, comma 3, D.p.c.m. n. 3274/2003 a) Edifici ed opere strategiche Categorie di edifici e di opere infrastrutturali di interesse strategico di competenza regionale, la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile: . Edifici destinati a sedi dell’Amministrazione regionale (*); . Edifici destinati a sedi dell’Amministrazione provinciale (*); . Edifici destinati a sedi di Amministrazioni comunali (*); . Edifici destinati a sedi di Comunità Montane (*); . Strutture non di competenza statale individuate come sedi di sale operative per la gestione delle emergenze (COM, COC, ecc.); . Centri funzionali di protezione civile; . Edifici ed opere individuate nei piani d’emergenza o in altre disposizioni per la gestione dell’emergenza; (*) Prioritariamente gli edifici ospitanti funzioni/attività connesse con la gestione dell’emergenza. . Ospedali e strutture sanitarie, anche accreditate, dotati di Pronto Soccorso o dipartimenti di emergenza, urgenza e accettazione; . Sedi Aziende Unità Sanitarie Locali (**); . Centrali operative 118; b) Edifici ed opere rilevanti Categorie di edifici e di opere infrastrutturali di competenza regionale che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso . Asili nido e scuole, dalle materne alle superiori; . Strutture ricreative, sportive e culturali, locali di spettacolo e di intrattenimento in genere; . Edifici aperti al culto non rientranti tra quelli di cui all’allegato 1, elenco B, punto 1.3 del decreto del Capo del Dipartimento della Protezione Civile, n. 3685 del 21 ottobre 2003; . Strutture sanitarie e/o socio-assistenziali con ospiti non autosuffìcienti (ospizi, orfanotrofi, ecc.);

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. Edifici e strutture aperti al pubblico destinate alla erogazione di servizi, adibiti al commercio (***) suscettibili di grande affollamento; (**) Limitatamente gli edifici ospitanti funzioni/attività connesse con la gestione dell’emergenza. (***) Il centro commerciale viene definito (D.Lgs. n. 114/1998) quale una media o una grande struttura di vendita nella quale più esercizi commerciali sono inseriti in una struttura a destinazione specifica e usufruiscono di infrastrutture comuni e spazi di servizio gestiti unitariamente. In merito a questa destinazione specifica si precisa comunque che i centri commerciali possono comprendere anche pubblici esercizi e attività paracommerciali (quali servizi bancari, servizi alle persone, ecc.). c) Opere infrastrutturali . Punti sensibili (ponti, gallerie, tratti stradali, tratti ferroviari) situati lungo strade “strategiche” provinciali e comunali non comprese tra la “grande viabilità” di cui al citato documento del Dipartimento della Protezione Civile nonché quelle considerate “strategiche” nei piani di emergenza provinciali e comunali; . Stazioni di linee ferroviarie a carattere regionale (FNM, metropolitane); . Porti, aeroporti ed eliporti non di competenza statale individuati nei piani di emergenza o in altre disposizioni per la gestione dell’emergenza; . Strutture non di competenza statale connesse con la produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica; . Strutture non di competenza statale connesse con la produzione, trasporto e distribuzione di materiali combustibili (oleodotti, gasdotti, ecc.); . Strutture connesse con il funzionamento di acquedotti locali; . Strutture non di competenza statale connesse con i servizi di comunicazione (radio, telefonia fissa e portatile, televisione); . Strutture a carattere industriale, non di competenza statale, di produzione e stoccaggio di prodotti insalubri e/o pericolosi; . Opere di ritenuta di competenza regionale.

Norme antisismiche di carattere generale Per tutti gli edifici per i quali non è consentita la “Verifica alle tensioni ammissibili” (cfr. art. 4.1) e per quelli di cui al precedente art. 4.2, si deve procedere alla caratterizzazione geologica, geotecnica e sismica per mezzo di adeguate indagini geognostiche, rilievi, prove e studi di dettaglio, commisurate all’importanza ed estensione dell’opera in progetto ed alle conseguenze che gli interventi possono produrre sull’ambiente circostante. Le relazioni geologiche, geotecniche e sismiche previste dal D.M. 14.01.2008 dovranno comprendere: . indagini geognostiche per la determinazione delle caratteristiche geotecniche dei terreni di fondazione, spinte fino a profondità significative in relazione alla tipologia di fondazione da adottare ed alle dimensioni delle opere da realizzare; . definizione della categoria di suolo di fondazione sulla base del valore di Vs30 calcolato sulla base del profilo di Vs ottenuto a mezzo di indagini geofisiche in foro (down-hole o cross-hole), indagini geofisiche di superficie (SASW: Spectral analysis of surface waves, MASW: multichannel analysis of surface waves, RE.MI: refraction microtremor for shallow shear velocity) o attraverso correlazioni empiriche di comprovata validità con prove di resistenza alla penetrazione dinamica o statica ed attraverso la correlazione e l’estrapolazione di dati litostratigrafici di sottosuolo e definizione dello spettro di risposta; . analisi di II/III Livello a seconda delle previsioni negli ambiti di amplificazione sismica locale secondo le direttive di cui all’Allegato 5 alla D.G.R. 28.05.2008 n. VIII/7374; . stima della Pericolosità Sismica Locale (PSL) con calcoli dei parametri Ss Cc Tb Tc Td Fv nonché delle accelerazioni massime e dei coefficienti sismici orizzontale e verticale.

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Norme relative agli ambiti di amplificazione sismica locale Il territorio comunale di Caronno Varesino, a seguito dell’analisi di I Livello della Pericolosità Sismica Locale, è stato suddiviso nelle seguenti aree omogenee: a) Z1: zone con possibili effetti di instabilità Z1a – zona caratterizzata da movimenti franosi attivi Z1b - zona caratterizzata da movimenti franosi quiescenti e stabilizzati per intervento antropico Z1c – zona potenzialmente franosa o esposta a rischio di frana b) Z2: zone con terreni di fondazione particolarmente scadenti c) Z3: zone con possibili effetti di amplificazione topografica Z3a – zona di ciglio con altezza H > 10 m d) Z4: zone con possibili effetti di amplificazione litologica e geometrica Z4a – zona di fondovalle con presenza di depositi alluvionali e/o fluvio-glaciali granulari e/o coesivi Z4c - zona morenica con presenza di depositi granulari e/o coesivi (comprese le coltri loessiche) e) Z5: zone con possibili effetti di comportamenti differenziali. Z5 – zona di contatto stratigrafico tra litotipi con caratteristiche fisico-meccaniche molto diverse

Zona PSL Z1 a) Scenario Z1a: zona caratterizzata da movimenti franosi attivi La classe individua aree di inedificabilità assoluta (Classe IV di Fattibilità Geologica); sono valide le prescrizioni di cui al D.M. 14.01.2008 e succ. mod. b1) Scenario Z1b - zona caratterizzata da movimenti franosi quiescenti e stabilizzati per intervento antropico b2) Scenario Z1c - zona potenzialmente franosa o esposta a rischio di frana Fermo restando l’applicazione di quanto previsto al D.M. 14.01.2008 e succ. mod. in fase progettuale è richiesto l’approfondimento di III° livello solo per edifici strategici e rilevanti di nuova realizzazione (o anche in caso di ampliamento di tali strutture se già esistenti) di cui all’elenco tipologico di cui al d.d.u.o. n. 19904/2003, qualora non sussistano prescrizioni di inedificabilità relativi alla Classe IV di fattibilità geologica.

Zona PSL Z2 a) Zone con terreni di fondazione scadenti Fermo restando l’applicazione di quanto previsto al D.M. 14.01.2008 e succ. mod. in fase progettuale è richiesto l’approfondimento di III° livello per edifici strategici e rilevanti di nuova realizzazione (o anche in caso di ampliamento di tali strutture se già esistenti) di cui all’elenco tipologico di cui al d.d.u.o. n. 19904/03.

Zona PSL Z3 a) Scenario Z3a - zona di ciglio con altezza H > 10 m Fermo restando l’applicazione di quanto previsto al D.M. 14.01.2008 e succ. mod. in fase progettuale è richiesto l’approfondimento di II° livello solo per edifici strategici e rilevanti di nuova realizzazione (o anche in caso di ampliamento di tali strutture se già esistenti) di cui all’elenco tipologico di cui al d.d.u.o. n. 19904/03 e l’approfondimento di III° livello nelle aree indagate con il II° livello qualora il fattore di amplificazione Fa calcolato risultasse superiore del valore soglia comunale.

Zona PSL Z4 a) Scenario Z4a - zona di fondovalle con presenza di depositi alluvionali e/o fluvio- glaciali granulari e/o coesivi b) Scenario Z4c - Zona morenica con presenza di depositi granulari e/o coesivi (compresi le coltri loessiche)

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Fermo restando l’applicazione di quanto previsto al D.M. 14.01.2008 e succ. mod. in fase progettuale è richiesto l’approfondimento di II° livello solo per edifici strategici e rilevanti di nuova realizzazione di cui all’elenco tipologico di cui al d.d.u.o. n. 19904/03 (o anche in caso di ampliamento di dette strutture se già esistenti) e l’approfondimento di III° livello nelle aree indagate con il II° livello qualora il fattore di amplificazione Fa calcolato risultasse superiore del valore soglia comunale.

Zona PSL Z5 a) Zona di contatto stratigrafico tra litotipi con caratteristiche fisico-meccaniche molto diverse Fermo restando l’applicazione di quanto previsto al D.M. 14.01.2008 e succ. mod. in fase progettuale è richiesto l’approfondimento di III° livello per edifici strategici e rilevanti di nuova realizzazione (o anche in caso di ampliamento di tali strutture se già esistenti) di cui all’elenco tipologico di cui al d.d.u.o. n. 19904/03.

2.10.4. Vincoli e norme di polizia idraulica

Il Comune di Caronno Varesino è dotato dello Studio per la “Determinazione del Reticolo Idrico Minore ai sensi della D.G.R. 25 gennaio 2002, n. 7/7868 e successive modifiche ed integrazioni – aggiornamento marzo 2009”; tale strumento è stato definitivamente approvato dallo S.Te.R. – Sede di Varese – nel marzo 2009.

Individuazione del reticolo idrico minore e applicazione della normativa Il Reticolo Idrico Minore del Comune di Caronno Varesino e le relative fasce di rispetto sono individuati sugli allegati 3-A e 3-B dello Studio per la “Determinazione del Reticolo Idrico Minore ai sensi della D.G.R. 25.01.2002, n. 7/7868 e successive modifiche ed integrazioni – aggiornamento marzo 2009”, e negli allegati 6 – Carta dei vincoli alla scala 1:5.000 e 8 – Carta della fattibilità geologica delle azioni di piano alla scala 1:2.000 (3 tavv. – Aree sottoposte a normativa specifica). Le norme sono applicate anche ai corsi d’acqua del Reticolo Idrico Principale.

Attività vietate all’interno delle fasce di rispetto e sui corsi d’acqua facenti parte del Reticolo Idrico Minore di competenza comunale Sono lavori ed atti vietati in modo assoluto i seguenti: a) l’esecuzione di opere e/o interventi che riducano le sezioni dei corsi d’acqua o che occupino le aree di espansione e di divagazione degli stessi; b) le variazioni o alterazioni alle opere di difesa e regimazione idraulica e relativi manufatti; c) il posizionamento di infrastrutture longitudinali in alveo (gasdotti, fognature, acquedotti, tubature e infrastrutture a rete in genere) che riducano la sezione del corso d’acqua. In caso di impossibilità di diversa localizzazione le stesse potranno essere interrate nel cui caso i manufatti, realizzati al di sotto dell’alveo, dovranno essere posti a quote inferiori a quelle raggiungibili in base all’evoluzione morfologica prevista dell’alveo e dovranno comunque essere adeguatamente difesi dalla possibilità di danneggiamenti per erosione del corso d’acqua. d) qualunque opera o fatto che possa alterare lo stato, la forma, le dimensioni, la resistenza e la convenienza all'uso, a cui sono destinati gli argini, i loro accessori e manufatti attinenti; e) l’abbandono di rifiuti derivanti dal taglio della vegetazione e dallo sfalcio delle sponde; f) le piantagioni che s'inoltrino dentro gli alvei dei fiumi, torrenti, rivi e canali e colatori a costringerne la sezione normale e necessaria al libero deflusso delle acque; g) il danneggiamento e l’eliminazione con ogni mezzo dei ceppi degli alberi o delle opere che sostengono le rive e gli argini dei corsi d’acqua;

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h) lo scarico delle acque di prima pioggia e di lavaggio di superfici scoperte scolanti di pertinenza degli insediamenti da assoggettare alla disciplina del terzo comma dell’art. 20 della L.R. 62/1985, individuate dalla D.G.R. 21.03.1990, n. IV/1946; i) l’estrazione di materiale inerte che non sia funzionale ad interventi di sistemazione idraulica; l) l’ampliamento areale delle costruzioni esistenti, la costruzione di nuovi edifici, di nuove opere e manufatti anche totalmente interrati e di ogni tipo di impianto tecnologico, fatte salve le opere attinenti alla difesa e regimazione idraulica, alla derivazione, al controllo e scarico delle acque ed agli attraversamenti dei corsi d’acqua nei casi previsti ai successivi articoli 3 e 4; m) la realizzazione di manufatti di attraversamento che restringano la sezione di deflusso mediante spalle e rilevati di accesso o che abbiano l’intradosso a quota inferiore al piano campagna o tali da comportare una riduzione della pendenza del corso d’acqua mediante l’utilizzo di soglie di fondo; n) gli scavi ed i movimenti di terra che modifichino sostanzialmente il profilo del terreno, fatti salvi gli interventi finalizzati alla realizzazione di progetti di recupero ambientale, di bonifica e di messa in sicurezza dal rischio idraulico; o) il deposito anche provvisorio di materiali di qualsiasi genere ad esclusione di quelli temporanei necessari per l’esecuzione dei lavori di manutenzione e sistemazione idraulica; p) le piantagioni di alberi e siepi ad una distanza minore di 4 metri dal ciglio di sponda, ad eccezione degli interventi di bioingegneria e di rinaturazione o mantenimento della vegetazione di ripa; q) la copertura e/o tombinatura dei corsi d’acqua, che non sia imposta da ragioni di tutela della pubblica incolumità ai sensi del D.Lgs. 152/1999, art. 41; r) la realizzazione di impianti di smaltimento dei rifiuti. All’interno delle fasce di rispetto è tuttavia ammessa la realizzazione di opere pubbliche, di interesse pubblico, di pubblica utilità riferite a servizi essenziali non altrimenti localizzabili, a condizione che ne venga dimostrata la sostenibilità dal punto di vista idraulico, paesaggistico ed ambientale e di opere/lavori necessari a garantire la tutela della pubblica incolumità. In particolare l’esecuzione di infrastrutture di reti di pubblico interesse, da realizzarsi necessariamente all’interno delle fasce idrauliche, dovrà essere preceduta da verifica idraulica e specifica progettazione.

Attività consentite all’interno delle fasce di rispetto e sui corsi d’acqua facenti parte del Reticolo Idrico Minore di competenza comunale Sono sempre ammessi, previa autorizzazione: a) la pulizia dell’alveo attraverso l’asportazione di materiali estranei che comportano il restringimento della sezione di deflusso (tipo materiale vegetale, plastica, vetro, materiale ferroso etc.) e la manutenzione delle sponde tramite sfalcio dell’erba e taglio di infestanti; dalle attività di manutenzione si esclude assolutamente il materiale inerte in alveo (pietrame, ghiaia e terra) la cui eventuale asportazione è di competenza comunale; b) la manutenzione ordinaria dell’alveo e delle sponde, anche da parte dei proprietari dei fondi limitrofi, eseguita sia manualmente che con mezzi meccanici volta al consolidamento degli stessi; c) le recinzioni di tipologia leggera in legname, ossia prive di consistenze metalliche o murarie; per tali tipologie è possibile il posizionamento fino ad una distanza di m. 4,00 dal ciglio di sponda, fermo restando le prescrizioni di pendenza e modalità costruttive tali da garantire un accesso carrozzabile all’alveo per le attività di manutenzione.

Attività consentite, soggette ad autorizzazione, all’interno delle fasce di rispetto e sui corsi d’acqua facenti parte del Reticolo Idrico Minore di competenza comunale

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Sono consentite e soggette ad autorizzazione Comunale le seguenti attività: a) le difese radenti (ossia senza restringimento della sezione d’alveo e a quota non superiore al piano campagna) realizzate in modo tale da non deviare la corrente verso la sponda opposta né provocare restringimenti d’alveo. Tali opere dovranno essere caratterizzate da pendenze e da modalità costruttive tali da permettere l’accesso al corso d’acqua; i muri spondali verticali o ad alta pendenza saranno consentiti solo all’interno del centro abitato e dove non siano possibili alternative di intervento a causa della limitatezza delle aree disponibili; b) gli attraversamenti tipo ponti, gasdotti, fognature, tubature e infrastrutture a rete in genere; c) gli attraversamenti aerei che non prevedano posa in opera di strutture di sostegno (pali o tralicci) entro l’alveo o all’interno della fascia di rispetto perimetrale.

Verifica di compatibilità idraulica di nuove opere Le attività di cui al precedente capoverso lettere “a”, “b”, “c” e tutte le opere pubbliche, di interesse pubblico o di pubblica utilità interferenti direttamente o indirettamente con il regime del corso d’acqua potranno essere realizzate solo previa esecuzione di studio di fattibilità idrogeologica che ne attesti la compatibilità idraulica. In particolare le opere di cui alla lettera “c” del precedente articolo dovranno essere realizzate secondo la direttiva dell’Autorità di Bacino “Criteri per la valutazione della compatibilità delle infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico all’interno delle Fasce A e B”, paragrafi 3 e 4 (approvata con Delibera dell’Autorità di Bacino n. 2/99): il progetto di tali interventi dovrà comunque essere accompagnato da apposita relazione idraulica attestante che gli stessi sono stati dimensionati per una piena con tempo di ritorno di almeno 100 anni e un franco minimo di 1 m. È facoltà del Comune richiedere l’applicazione, in tutto o in parte, di tale direttiva per i manufatti minori. In casi eccezionali, quando si tratti di corsi d’acqua di piccole dimensioni e di infrastrutture di modesta importanza, possono essere assunti tempi di ritorno inferiori, in relazione ad esigenze tecniche specifiche adeguatamente motivate. È comunque necessario verificare che le opere non comportino un significativo aggravamento delle condizioni di rischio idraulico sul territorio circostante per piene superiori a quelle di progetto. Le portate di piena dovranno essere valutate secondo le direttive idrologiche di Autorità di Bacino e Regione. In ogni caso i manufatti di attraversamento non dovranno: . restringere la sezione mediante spalle e rilevati di accesso; . avere l’intradosso a quota inferiore al piano di campagna; . comportare una riduzione della pendenza del corso d’acqua mediante l’utilizzo di soglie di fondo; . prevedere il posizionamento di infrastrutture longitudinali in alveo che riducano la sezione; solo in caso di effettiva e di dimostrata necessità e impossibilità di diversa localizzazione, le stesse potranno essere interrate. In ogni caso gli attraversamenti e i manufatti realizzati al di sotto dell’alveo dovranno essere posti a quote inferiori a quelle raggiungibili in base all’evoluzione morfologica prevista dell’alveo e dovranno comunque essere adeguatamente difesi dalla possibilità di danneggiamento per erosione del corso d’acqua. I manufatti di attraversamento dovranno essere dimensionati tenendo conto di eventuali progetti o necessità di ampliamenti futuri del corso d’acqua o di possibile aumento del carico idraulico. I manufatti dovranno inoltre essere verificati nei riguardi del possibile trasporto solido dello specifico corso d’acqua, al fine di ridurre il rischio di ostruzione per deposito di materiali sedimentabili o flottanti. Per quanto riguarda gli attraversamenti esistenti è ammessa, in deroga al punto precedente, la emissione di autorizzazione in sanatoria dello stato di fatto subordinata alla

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presentazione di regolare domanda entro 1 anno dalla data di approvazione della presente normativa corredate da verifica tecnica attestante la rispondenza dell’opera ai requisiti di cui sopra. Nel caso di opere già esistenti non rispondenti alle prescrizioni sopra elencate, il proponente è tenuto a predisporre progetto di adeguamento da presentarsi unitamente alla domanda di sanatoria

Scarichi nei corsi d’acqua L’autorizzazione allo scarico di acque nei corsi d’acqua del Reticolo Idrico Minore è rilasciata esclusivamente ai fini idraulici, con riferimento alle quantità delle portate e dei volumi conferiti. Per quanto riguarda la qualità delle acque, gli scarichi rientranti nell’ambito di applicazione del D.Lgs 152/1999, dovranno acquisire le prescritte autorizzazioni dell’autorità competente, in aggiunta a quella idraulica di cui alla presente normativa. La materia è normata dall’art. 12 delle Norme Tecniche di attuazione del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico, che prevede l’emanazione di una direttiva in merito da parte dell’Autorità di Bacino. In genere dovrà essere verificata, da parte del richiedente l’autorizzazione allo scarico e la capacità del corpo idrico a smaltire le portate scaricate. Nelle more dell’emanazione della suddetta direttiva ed in assenza di più puntuali indicazioni si dovrà comunque rispettare quanto disposto dal Piano di Risanamento Regionale delle acque, che indica i parametri di ammissibilità di portate addotte ai corsi d’acqua che presentano problemi di insufficienza idraulica. I limiti di accettabilità di portata di scarico fissati sono i seguenti: . 20 l/s per ogni ettaro di superficie scolante impermeabile, relativamente alle aree di ampliamento e di espansione residenziali ed industriali; . 40 l/s per ogni ettaro di superficie scolante impermeabile, relativamente alle aree già dotate di pubbliche fognature. Le domande di autorizzazione dovranno essere accompagnate da una relazione idrologica e idraulica, redatta con i metodi ed i criteri stabiliti dall’Autorità di Bacino e dalla Regione, a dimostrazione dell’entità dello scarico e della compatibilità del ricettore. Il manufatto di recapito dovrà essere realizzato in modo che lo scarico avvenga nella medesima direzione del flusso e prevedere accorgimenti tecnici (quali manufatti di dissipazione dell’energia) per evitare l’innesco di fenomeni erosivi nel corso d’acqua.

Corsi d’acqua coperti Per i corsi d’acqua già coperti individuati nelle tavole dello studio del reticolo minore ai numeri 2, 2a e 13 (sezione incrocio S.P. 20-via Varese), 14 (sezione a monte incrocio via Pasubio) e 37 (sezione incrocio via Piave) per i quali la verifica idraulica ha dato esito positivo si propone la riduzione dell’ampiezza della fascia di rispetto da 10 m. a 4 m.; tale fascia avrà la funzione di consentire l’ispezione e la manutenzione degli stessi e di migliorare le condizioni di accessibilità in occasione di interventi edilizi ai fabbricati o alle opere attualmente occupanti dette fasce. Lungo il tratto tombato del torrente n. 2 all’incrocio con via Leopardi in relazione all’esito negativo della verifica idraulica sulla sezione dovrà essere mantenuta una fascia di rispetto di ampiezza pari a 10 m. Si rammenta in ogni caso il divieto di nuove tombinature che non siano imposte da ragioni di tutela della pubblica incolumità secondo quanto esposto all’art. 115, Capo IV, del D.Lgs 152/2006. In caso di futura riapertura dei corsi d’acqua tombati sarà prevista una revisione dello studio in relazione alla possibilità di rettificare le relative fasce di rispetto.

Fabbricati esistenti nelle fasce di rispetto Nelle fasce di rispetto sono consentiti gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria (ex art. 27 commi a) e b) L.R. 12/2005), senza modifica alcuna della destinazione d’uso.

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Potranno essere ammesse quelle modifiche edilizie atte a migliorare le condizioni idrauliche di sicurezza e di accesso e manutenzione al corso d’acqua. Nel caso di fabbricati e strutture private in precarie condizioni di stabilità, tali da costituire serio rischio per il regolare deflusso della acque il Comune, mediante ordinanza sindacale, ingiungerà ai proprietari la messa in sicurezza dei fabbricati assegnando un congruo termine per l’esecuzione. In caso d’inadempienza o di somma urgenza il Comune potrà intervenire direttamente, addebitando le spese dell’intervento ai proprietari.

Autorizzazione paesistica Qualora l’area oggetto di intervento ricada in zona soggetta a vincolo paesistico, il richiedente dovrà presentare apposito atto autorizzativo rilasciato dalla Regione Lombardia – Direzione Territorio e Urbanistica – U.O. Sviluppo Sostenibile del Territorio o, se l’opera rientra tra le sub-delegate, dagli Enti competenti individuati dalla L.R. n. 18/1997 e dalle successive modificazioni che si rendano opportune in relazione ai disposti della D.G.R. di riferimento dei seguenti criteri. Nel caso di cui sopra sarà cura del comune rilasciare il decreto di sub-delega a norma della L.R. 18/1991.

Ripristino di corsi d’acqua a seguito di violazioni in materia di polizia idraulica In caso di realizzazione di opere non autorizzate o in difformità da quanto autorizzato, la diffida a procedere ed il ripristino potranno essere disposte con apposita Ordinanza Sindacale ai sensi dell’art. 35 del DPR 380/2001.

Procedure per concessioni nel caso di interventi ricadenti nel demanio Il Comune, in caso di necessità di modificare o di definire i limiti alle aree demaniali potrà proporre ai competenti Uffici dell’Amministrazione Statale (Agenzia del Demanio) le nuove delimitazioni. Le richieste di sdemanializzazione sul reticolo minore dovranno essere inviate alle Agenzie del Demanio. L’amministrazione Comunale dovrà in tal caso fornire il nulla-osta idraulico. Si ricorda che, ai sensi del comma 4 all’art. 115 Capo IV del D.Lgs 152/2006, le aree del demanio fluviale di nuova formazione ai sensi della Legge 37/1994, non possono essere oggetto di sdemanializzazione.

Canoni Per ogni opera realizzata da parte di qualsiasi privato o Ente dovrà essere versato un canone di polizia idraulica come da tabella ed elenco di cui all’allegato C alla D.G.R. n. 9/713 del 26/10/2010 che, a loro volta, saranno sostituiti, a partire dall’annualità 2013, dai canoni indicati nell’Allegato C della DGR n. 9/2767 del 22/12/2012. I canoni saranno aggiornati ed adeguati annualmente con delibera di Giunta Comunale in base all’indice ISTAT di variazione del costo della vita. Per quanto riguarda la richiesta di autorizzazione in sanatoria delle opere già esistenti di cui all’allegato C alla DGR n. 7/7868 del 25.01.2002 e successive modifiche e integrazioni il versamento dei relativi canoni sarà calcolato a partire dalla data di avvenuto inizio lavori dell’opera oggetto di sanatoria. Nel caso di opere preesistenti, i relativi canoni verranno imputati dal Comune a partire dalla data di entrata in vigore della DGR n. 7/7868 del 25.01.2002.

2.10.5. Aree di salvaguardia delle captazioni ad uso idropotabile

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Gli elementi di vincolo relativi alle aree di salvaguardia delle captazioni ad utilizzo idropotabile sono riportati cartograficamente in allegato 6 – Carta dei vincoli alla scala 1:5.000.

Zona di tutela assoluta Nelle zone di tutela assoluta delle captazioni ad uso idropotabile valgono le limitazioni di cui al D.Lgs. 152/2006, Art. 94 “Disciplina delle aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano”. La zona di tutela assoluta dovrà essere adeguatamente protetta ed adibita esclusivamente a opere di captazione o presa e ad infrastrutture di servizio.

Zona di rispetto Nella zona di rispetto definita secondo il criterio geometrico (o in quella definita secondo il criterio temporale qualora sia stato rilasciato l’atto autorizzativo da parte dell’Autorità competente) sono vietati l'insediamento dei seguenti centri di pericolo e lo svolgimento delle seguenti attività (D.Lgs. 152/2006, Art. 94 comma 4 - D.G.R. 10.04.2003 n. 7/12693): a) dispersione di fanghi e acque reflue, anche se depurati; b) accumulo di concimi chimici, fertilizzanti o pesticidi; c) spandimento di concimi chimici, fertilizzanti o pesticidi, salvo che l'impiego di tali sostanze sia effettuato sulla base delle indicazioni di uno specifico piano di utilizzazione che tenga conto della natura dei suoli, delle colture compatibili, delle tecniche agronomiche impiegate e della vulnerabilità delle risorse idriche; d) dispersione nel sottosuolo di acque meteoriche proveniente da piazzali e strade; e) aree cimiteriali; f) apertura di cave che possono essere in connessione con la falda; g) apertura di pozzi ad eccezione di quelli che estraggono acque destinate al consumo umano e di quelli finalizzati alla variazione dell'estrazione ed alla protezione delle caratteristiche quali-quantitative della risorsa idrica; h) gestione di rifiuti; i) stoccaggio di prodotti ovvero sostanze chimiche pericolose e sostanze radioattive; l) centri di raccolta, demolizione e rottamazione di autoveicoli; m) pozzi perdenti; n) pascolo e stabulazione di bestiame che ecceda i 170 chilogrammi per ettaro di azoto presente negli effluenti, al netto delle perdite di stoccaggio e distribuzione. E' comunque vietata la stabulazione di bestiame nella zona di rispetto ristretta. Per gli insediamenti o le attività preesistenti, ove possibile, e comunque ad eccezione delle aree cimiteriali, sono adottate le misure per il loro allontanamento; in ogni caso deve essere garantita la loro messa in sicurezza. La Regione Lombardia ha normato per le domande presentate successivamente al 22.04.2003 le attività permesse e non all’interno delle fasce di rispetto con la D.G.R. 10.04.2003 n. 7/12693 a cui si rimanda per i suoi vincoli prescrittivi.

2.10.6. Vincolo e norme PAI

Gli elementi di vincolo relativi alle Fasce A, B, C e B di progetto del Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI) unitamente all’individuazione delle perimetrazioni introdotte per le aree in dissesto (Fa, Fs, Em) ai sensi dell’Art. 9 delle Norme Tecniche di Attuazione (NTA) del PAI sono riportati cartograficamente in “Allegato 6 – Carta dei vincoli alla scala 1:5.000” ed in “Allegato 9 – Carta del dissesto con legenda uniformata PAI alla scala 1:5.000”.

Fascia A e Fascia B del PAI Nelle aree ricadenti nella fascia A e nella fascia B saranno consentite esclusivamente opere pubbliche o di interesse pubblico, riferite a servizi essenziali non altrimenti localizzabili, per

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le quali i progetti devono essere corredati da uno studio di compatibilità secondo quanto previsto dalla normativa PAI; per le aree di fascia A e B di progetto valgono le prescrizioni relative alle attività vietate e consentite previste dalle NTA del PAI (Artt. 29-30); comunque per la tipologia degli interventi edificatori ammissibili si rimanda a quanto previsto dalla normativa vigente del PAI, ed in particolare dagli articoli 1 (comma 6), 29, 32, 38, 38bis, 38ter, 39 delle NTA del PAI In base ai criteri di compatibilità definiti all’art. 38 delle NTA del PAI, gli interventi "non dovranno modificare i fenomeni idraulici naturali, …, non dovranno costituire significativo ostacolo al deflusso e non dovranno ridurre in modo significativo la capacità di invaso, …”. Sarà necessario produrre uno studio di compatibilità in conformità a quanto stabilito nella “Normativa contenente i criteri per la valutazione della compatibilità idraulica delle infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico all’interno delle fasce “A” e “B”. Lo studio di compatibilità dovrà quantificare gli effetti prodotti dall’intervento in progetto nei confronti delle condizioni idrauliche attuali del tratto di corso d’acqua interessato e di quelle di progetto dello stesso, nel caso siano diverse da quelle attuali. Lo studio dovrà essere condotto attraverso la definizione dei seguenti punti: - assetto geometrico dell’alveo, - caratteristiche morfologiche dell’alveo, - caratteristiche granulometriche del materiale d’alveo, - caratteristiche ambientali e paesistiche della regione fluviale, - portate di piena, - opere di difesa idraulica, - manufatti interferenti, - modalità di deflusso in piena, - effetti degli interventi in progetto. Oltre a quanto stabilito dalla normativa limitatamente ai casi consentiti: - le superfici abitabili o sede dei processi produttivi dovranno essere realizzate in posizione sopraelevata rispetto alla piena di riferimento; - le strutture e le opere accessorie dovranno essere progettate e disposte in modo da evitare allineamenti di lunghezza significativa nel senso dello scorrimento delle acque ed in quello ad essa perpendicolare; - evitare qualsiasi intervento che favorisca o determini l’accumulo delle acque; - prevedere opere di drenaggio per evitare sottopressioni idrostatiche nei terreni di fondazione; - prevedere presidi per evitare l’erosione in fondazioni superficiali; - prevedere vie di evacuazione e uscite di sicurezza situate al di sopra del livello della piena di riferimento; - prevedere l’impiego di materiali e tecnologie costruttive in grado di resistere alle pressioni idrodinamiche e poco danneggiabili al contatto con l’acqua.

Fascia C sottesa dal limite di Progetto fra fascia A e B Si fa riferimento alle porzioni di territorio lungo il Torrente Arno che comprendono la fascia di esondazione delle piene catastrofiche (ossia “Fascia C” del PAI) individuate dalla cartografia PAI Le aree appartenenti a questa sottoclasse rappresentano la FASCIA C del PAI, devono pertanto intendersi soggette alle disposizioni di cui all'art.1 - comma 5, l'art.31 delle NTA del PAI Non essendo state valutate le condizioni di rischio, e al fine di minimizzare le stesse in fase di cambio di destinazione d’uso del suolo si applicano gli articoli delle NTA del PAI relative alla Fascia B, nel rispetto di quanto previsto dall’art. 1, comma 1, lettera b), del D.L. 279/2000 convertito, con modificazioni, in Legge 365/2000. Il superamento della vincolistica dettate dagli articoli che regolano la fascia B è legata alla realizzazione di opere che salvaguardano questa porzione di territorio dalla potenziale

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esondazione o alla valutazione delle effettive condizioni di rischio attraverso apposito Studio Idraulico.

Em - aree di esondazione e dissesto geomorfologico di carattere torrentizio Nelle aree Em compete alle Regioni e agli Enti locali, attraverso gli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica, regolamentare le attività consentite, i limiti e i divieti, tenuto anche conto delle indicazioni dei programmi di previsione e prevenzione ai sensi della Legge 225/1992. Gli interventi ammissibili devono in ogni caso essere soggetti ad uno studio di compatibilità con le condizioni del dissesto validato dall'Autorità competente. In particolare alla luce della sola delimitazione con criterio geomorfologico adottata presente studio nelle aree a rischio Em: - le modalità di realizzazione degli interventi, dei presidi, delle difese e degli scarichi dovranno essere di volta in volta definiti a partire da specifico studio idraulico e idrogeologico che vada a valutare puntualmente le aree esondabili e le quote di battente d’acqua, verificandone le condizioni di rischio allo stato di fatto ed allo stato di progetto; - è esclusa ogni nuova edificazione e la realizzazione di nuovi spazi cantinati; - sugli edifici esistenti è permessa la esecuzione di interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione e la ristrutturazione; - nel caso di interventi di ampliamento in altezza, modifiche d’uso o recupero degli spazi inutilizzati è comunque richiesta dichiarazione di assunzione della responsabilità nel caso di danneggiamenti connessi con eventi di allagamento o ritorno delle acque; - le modifiche e gli ampliamenti delle costruzioni esistenti dovranno prevedere presidi di protezione degli ingressi e di miglioramento della protezione delle parti interrate già esistenti; - tutti gli interventi effettuati in queste aree dovranno realizzati secondo modalità tali da non ridurre la capacità di accumulo e laminazione delle acque di esondazione nonché a favorire la dispersione nel sottosuolo.

Aree in dissesto Fa e Fs Fatto salvo quanto previsto dall’art. 3 ter del D.L. 12.10.2000 n. 279, convertito in Legge 11.12.2000 n. 365, nelle aree Fa sono esclusivamente consentiti: - gli interventi di demolizione senza ricostruzione; - gli interventi di manutenzione ordinaria degli edifici; - gli interventi volti a mitigare la vulnerabilità degli edifici e degli impianti esistenti e a migliorare la tutela della pubblica incolumità, senza aumenti di superficie e volume, senza cambiamenti di destinazione d’uso che comportino aumento del carico insediativo; - gli interventi necessari per la manutenzione ordinaria e straordinaria di opere pubbliche o di interesse pubblico e gli interventi di consolidamento e restauro conservativo di beni di interesse culturale, compatibili con la normativa di tutela; - le opere di bonifica, di sistemazione e di monitoraggio dei movimenti franosi; - le opere di regimazione delle acque superficiali e sotterranee; - la ristrutturazione e la realizzazione di infrastrutture lineari e a rete riferite a servizi pubblici essenziali non altrimenti localizzabili, previo studio di compatibilità dell’intervento con lo stato di dissesto esistente validato dall'Autorità competente. Gli interventi devono comunque garantire la sicurezza dell’esercizio delle funzioni per cui sono destinati, tenuto conto dello stato di dissesto in essere. Nelle aree Fs compete alle Regioni e agli Enti locali, attraverso gli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica, regolamentare le attività consentite, i limiti e i divieti, tenuto anche conto delle indicazioni dei programmi di previsione e prevenzione ai sensi della Legge 225/1992. Gli interventi ammissibili devono in ogni caso essere soggetti ad uno studio di compatibilità con le condizioni del dissesto valicato dall'Autorità competente.

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Eventuali infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico possono essere realizzate solo se non altrimenti localizzabili; dovranno comunque essere puntualmente e attentamente valutate in funzione della tipologia di dissesto e del grado di rischio che determinano l’ambito di pericolosità/vulnerabilità omogenea utilizzando le procedure codificate dalla Regione Lombardia. A tal fine, alle istanze per l’approvazione da parte dell’autorità comunale, deve essere allegata apposita relazione geologica e geotecnica che dimostri la compatibilità degli interventi previsti con la situazione di rischio idrogeologico.

2.10.7. Gestione acque superficiali, sotterranee, scarichi

Norme di indirizzo generale per la gestione delle aste idriche non censite Nell’ambito del territorio comunale di Caronno Varesino sono stati individuati elementi dell’idrografia superficiale che, pur privi dei requisiti per un loro inserimento nel Reticolo Idrico Minore, contribuiscono da un lato alla definizione geometrica percettiva del paesaggio e dall’altro conservano un ruolo attivo nell’intercettazione e nel drenaggio delle acque. Trattasi per lo più di fossi e colatori in aree non demaniali, sia naturali che legati all’attività antropica (soprattutto la pratica agricola) ad andamento generalmente rettilineo o pseudorettilineo che, pur non potendo essere considerati veri e propri “corsi d’acqua”, hanno comunque un ruolo significativo nella connotazione del paesaggio. Nel corso di questo capitolo verranno pertanto elencate alcune norme di indirizzo generale volte alla tutela di tali elementi soprattutto per quanto attiene il mantenimento, il recupero e la valorizzazione del loro ruolo paesistico e della loro funzionalità idraulica, soprattutto in previsione di eventuali interventi edificatori futuri in aree caratterizzate dall’occorrenza di falda a debole soggiacenza. Sono incentivati in generale da parte dei proprietari frontisti: - tutti gli interventi volti al miglioramento della funzionalità idraulica limitatamente all’asportazione di materiale detritico vegetale che costituisce ostacolo al naturale deflusso delle acque, alla manutenzione ordinaria delle infrastrutture idrauliche e delle opere di attraversamento eventualmente esistenti; - il governo dell'assetto vegetazionale lungo le sponde con particolare riguardo all’invadenza delle piante anche ad alto fusto in alveo e della vegetazione spontanea infestante esistente lungo canali, fossi e colatori; - gli interventi di spurgo volti a contrastare eventuali fenomeni di interrimento che tendano a ridurre la funzionalità idraulica delle aste idriche. Sono consentiti ma con limitazioni i seguenti interventi: - interventi in alveo se non strettamente legati ad esigenze di governo delle aste idriche; - interramenti, coperture, intubamenti, e comunque interventi che modifichino in senso peggiorativo la funzionalità idraulica delle aste idriche; - interventi di consolidamento delle sponde o del fondo per la cui eventuale realizzazione è da privilegiarsi l’impiego di soli materiali naturali, con criteri di ingegneria naturalistica; Sono in generale da evitare: - gli interventi volti all'approfondimento degli alvei, l'alterazione morfologica delle sponde e dell'alveo, la riorganizzazione della trama delle aste idriche se non per esigenze di riordino idraulico, di opere di miglioria o di ricomposizione fondiaria; - rettifiche o variazioni significative dei tracciati delle aste idriche salvo i casi in cui siano indispensabili interventi finalizzati al riequilibrio idrogeologico.

Risparmio idrico Dovranno essere previste per le aree di trasformazione e in generale per i nuovi insediamenti misure atte a favorire il risparmi idrico tra cui: - per gli eventuali usi diversi dal consumo umano (irrigazione,…), l’adozione di sistemi di captazione, filtro e accumulo delle acque meteoriche provenienti dalle coperture degli edifici;

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- l’introduzione negli impianti idrico-sanitari di dispositivi idonei ad assicurare una significativa riduzione del consumo di acqua quali: frangigetto, erogatori riduttori di portata, cassetta di scarico a doppia cacciata, etc.

Concessioni acque superficiali e sotterranee – utilizzo sonde geotermiche L’utilizzo di acque pubbliche superficiali e sotterranee è soggetto al preventivo rilascio di regolare provvedimento di Concessione da parte della Provincia di Varese – Settore Ecologia ed Energia ai sensi del R.R. n. 2 del 24.03.2006 e del R.D. 1775/1933. Analogamente la realizzazione di impianti a pompa di calore con sistema “pozzo di presa/pozzo di resa” è soggetta alla preventiva autorizzazione all’escavazione dei pozzi ed al rilascio di concessione al prelievo delle acque sotterranee da parte della Provincia di Varese – Settore Ecologia ed Energia ai sensi del R.R. n. 2 del 24.03.2006 e del R.D. 1775/1933. Ai sensi del “Regolamento Regionale per l’installazione delle sonde geotermiche in attuazione dell’art. 10 comma 5 della L.R. 24/2006”, pubblicato sul BURL n. 9 del 05.03.2010 – 1° Supplemento Ordinario, l’eventuale installazione di sonde geotermiche è soggetta a preventiva registrazione telematica dell’impianto nel Registro Regionale Sonde Geotermiche. Nel caso di perforazioni superiori ai 150 m. di profondità dovrà inoltre essere ottenuta l’autorizzazione della Provincia di Varese – Settore Ecologia ed Energia ai sensi degli artt. 10 e 11 del sopraccitato Regolamento Regionale.

Scarichi nei corsi d’acqua superficiali L’autorizzazione allo scarico di acque di tipo quantitativo nei corsi d’acqua del Reticolo Idrico Minore e Principale è normata secondo quanto riportato al precedente art. 5.6. Per quanto riguarda la qualità delle acque, gli scarichi rientranti nell’ambito di applicazione del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., al quale si affiancano le disposizioni recate dai Regolamenti Regionali del 24.03.2006 (pubblicati sul BURL n. 13 del 28.03.2006): - n. 3, “Disciplina e regime autorizzatorio degli scarichi di acque reflue domestiche e di reti fognarie, in attuazione dell’art. 52 comma 1 lettera a) della legge regionale 12.12.2003, n. 26”; - n. 4, “Disciplina dello smaltimento delle acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne, in attuazione dell’art. 52 comma 1 lettera a) della legge regionale 12.12.2003, n. 26”; dovranno acquisire le prescritte autorizzazioni dell’autorità competente, in aggiunta a quella idraulica di cui alla presente normativa.

2.10.8. Tutela della qualità dei suoli

Tutela dei suoli Indipendentemente dalla classe di fattibilità di appartenenza, stante il grado di vulnerabilità, potranno essere proposti e predisposti o richiesti sistemi di controllo ambientale per gli insediamenti con scarichi industriali, stoccaggio temporaneo di rifiuti pericolosi e/o materie prime che possono dar luogo a rifiuti pericolosi al termine del ciclo produttivo. In relazione alla tipologia dell’insediamento produttivo, i sistemi di controllo ambientale potranno essere costituiti da: - realizzazione di piezometri per il controllo idrochimico della falda, da posizionarsi a monte ed a valle dell’insediamento; - esecuzione di indagini negli strati superficiali del terreno insaturo dell’insediamento, per l’individuazione di eventuali contaminazioni in atto, la cui tipologia è strettamente condizionata dal tipo di prodotto utilizzato. Tali sistemi e indagini di controllo ambientale saranno da attivare nel caso in cui nuovi insediamenti, ristrutturazioni, ridestinazioni abbiano rilevanti interazioni con la qualità del suolo, del sottosuolo e delle risorse idriche, e potranno essere richiesti dall’Amministrazione

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Comunale ai fini del rilascio di concessioni edilizie e/o rilascio di nulla osta esercizio attività, ad esempio nei seguenti casi: - nuovi insediamenti produttivi potenzialmente a rischio di inquinamento; - subentro di nuove attività in aree già precedentemente interessate da insediamenti potenzialmente a rischio di inquinamento per le quali vi siano ragionevoli dubbi di una potenziale contaminazione dei terreni; - ristrutturazioni o adeguamenti di impianti e strutture la cui natura abbia relazione diretta o indiretta con il sottosuolo e le acque, quali ad esempio rifacimenti di reti fognarie interne, sistemi di raccolta e smaltimento acque di prima pioggia, impermeabilizzazioni e pavimentazioni, asfaltatura piazzali, rimozione o installazione di serbatoi interrati di combustibili, ecc.

Bonifica siti contaminati Gli interventi di bonifica e ripristino ambientale dei siti contaminati, le procedure, i criteri e le modalità per lo svolgimento delle operazioni necessarie per l'eliminazione delle sorgenti dell'inquinamento e comunque per la riduzione delle concentrazioni di sostanze inquinanti sono disciplinati dal Titolo V del D.Lgs 152/2006 "Norme in materia ambientale" e dal D.Lgs. 4/2008, "Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale", Art. 186.

Terre e rocce da scavo La gestione delle terre e rocce da scavo è normata dall’Art. 186 del D.Lgs. 152/2006 "Norme in materia ambientale" come modificato dal D.Lgs. 4/2008. Le terre e rocce da scavo destinate all'effettivo riutilizzo nell'area di cantiere ove si è effettuato lo scavo non sono soggette ad alcuna prescrizione. Qualora terre e rocce da scavo siano destinate al riutilizzo per reinterri, riempimenti e rilevati al di fuori dell'area di cantiere ove si è effettuato lo scavo sono escluse dall'ambito di applicazione della normativa sui rifiuti solo nel caso in cui siano riutilizzate, senza trasformazioni preliminari, secondo le modalità previste nel progetto approvato dall'autorità amministrativa competente. Le terre e rocce da scavo, qualora non utilizzate nel rispetto delle condizioni di cui all’Art. 186 del D.Lgs 152/2006 come modificato dal D.Lgs 4/2008, sono sottoposte alle disposizioni in materia di rifiuti. La competenza per le verifiche è del Comune al quale spetta comunque la facoltà di richiedere parere ad ARPA per i casi complessi o ritenuti tali. Per ogni richiesta di Permesso di Costruire e/o Denuncia di Inizio Attività consegnata all’Ufficio Tecnico Comunale per lavori che prevedono scavi e/o riporti di qualsiasi natura il Progettista dovrà produrre idoneo progetto di gestione delle terre e rocce da scavo comprensivo di: - relazione tecnica che ne documenti il loro utilizzo integrale e preciso dal punto di vista volumetrico ed il rispetto dei requisiti previsti al comma 1 del D.Lgs 4/2008, nonché il riutilizzo entro un anno dall’avvenuto deposito, salvo proroga su istanza motivata dell’interessato; - indagine ambientale preventiva, da associare all’indagine geotecnica, nei casi di variazione di destinazione d’uso (progetti non sottoposti a VIA); - modello (allegato "A") per richiedere il parere per la produzione, utilizzo, destinazione a terzi, deposito momentaneo delle terre e rocce da scavo non inquinate provenienti da scavi. Per lavori pubblici non soggetti né a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) né a Permesso di Costruire o Denuncia di Inizio Attività, fatti salvi i casi d cui all'ultimo periodo del comma 2 del D.Lgs 4/2008, dovrà essere presentato idoneo progetto dell'opera, sottoscritto dal Progettista, che dimostri la sussistenza dei requisiti di cui al comma 1 del D.Lgs 4/2008 ed il riutilizzo entro un anno dall’avvenuto deposito, salvo proroga su istanza motivata dell’interessato.

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L'accertamento che le terre e rocce da scavo non provengano da siti contaminati e/o sottoposti ad interventi di bonifica è svolto a cura e spese del produttore e accertato dalle autorità competenti nell'ambito delle procedure previste dai commi 2, 3 e 4. L’Ufficio Tecnico Comunale, qualora lo ritenesse necessario sulla base di criticità eventualmente rilevabili dal progetto di gestione in questione, si riserva di chiedere parere all’ARPA con oneri del richiedente. I campionamenti e le determinazioni analitiche relative alle terre e rocce da scavo, qualora ritenuto opportuno o necessario effettuarle ai sensi della normativa vigente, dovranno seguire le indicazione proposte da ARPA Lombardia “Modalità di effettuazione di campionamento e analisi delle terre e rocce de scavo (art. 186 D.lgs. 152/06)”.

Cambiamento di destinazione d’uso di ex siti industriali Le eventuali dismissioni di aree industriali, per cessazione dell’attività produttiva, con cambio di destinazione d’uso in commerciale o residenziale, sottintendono un abbassamento dei limiti di legge per quanto riguarda le concentrazioni soglia di contaminazione. Sono previsti i seguenti interventi: - Ogni progetto di riconversione di siti industriali dovrà essere accompagnato da piano d’investigazione iniziale e della caratterizzazione comprensivo di resoconto storico delle attività svolte in sito e dello stesso, descrizione del locale assetto geologico- idrogeologico, piano degli accertamenti indagini ambientali nonchè verifica conclusiva della qualità dei terreni in loco mediante prelievo di campioni rappresentativi ubicati sia in corrispondenza dei punti sensibili sia in corrispondenza di maglia omogeneamente distribuita su tutta l’area di pertinenza delle attività produttive. - La documentazione prodotta, inviata all’ARPA, sarà sottoposta ad un parere di idoneità sia nella fase propositiva che in quella consuntiva. - ARPA potrà presenziare alle operazioni di campionamento e di analisi al fine di validare l’operato del proponente. - In caso di sito contaminato, dovrà essere previsto un intervento di bonifica secondo le procedure di cui al D.Lgs. 152/2006, come modificato dal D.Lgs. 4/2008. Dovrà inoltre essere prevista, qualora si ricada all’interno di zone ad elevata vulnerabilità dell’acquifero, una valutazione dell’impatto delle opere in progetto sulla situazione locale nei riguardi della vulnerabilità intrinseca della risorsa idrica sotterranea indicando successivamente le eventuali opere di mitigazione del rischio e la messa in sicurezza di eventuali attività produttive o infrastrutture potenzialmente inquinanti.

2.11. Norme di valenza paesistica

Nella “Carta di sintesi della valenza e della sensibilità paesistica” sono stati individuati, su tutto il territorio comunale, in funzione delle caratteristiche paesistico- ambientali gli ambiti a differente sensibilità e valenza paesistica. Per ciascuno di essi, ferme restando le modalità di intervento previste dai rispettivi articoli del PdR, vengono qui di seguito esplicitati i criteri minimi da assumere come guida per la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio. I criteri minimi da assumere su tutto il territorio comunale sono: . l’impiego per gli interventi, sia di nuova costruzione che di recupero del patrimonio esistente, di materiali e finiture preferibilmente di uso locale; . l’aspetto esterno degli edifici, i particolari costruttivi, la conformazione delle coperture, il colore delle tinteggiature e dei rivestimenti murali devono ispirarsi al contesto ed ai migliori esempi dell’architettura locale comunque, non porsi in contrasto con questi;

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. gli elementi decorativi di valore tradizionale ed ambientale quali affreschi, manufatti in ferro battuto, pietra o legno, portali soglie, gronde, iscrizioni, manufatti minuti tradizionale, etc. devono essere conservati, in loco, e restaurati; . la particolare attenzione nell’arredo degli spazi liberi e del verde, sia pubblici che privati; . la salvaguardia del verde inteso in senso lato la sua manutenzione ed il nuovo impianto.

Prescrizioni per coni ottici Nell’area compresa all’interno del “cono ottico”, indicato nella tavola “PdR 03 - Carta della sensibilità paesistica”, le eventuali costruzioni ammesse con particolare riguardo agli edifici funzionali alle attività produttive agricole dovranno avere una sagoma che non interferisca con la “visuale privilegiata” percepita dal punto (o tratto di percorso) a monte del cono ottico; la verifica dovrà essere dimostrata in sede di presentazione della richiesta del Permesso di Costruire o della Denuncia di Inizio Attività In particolare nelle aree comprese nei coni ottici: . vanno salvaguardati gli elementi orografici e geomorfologici del terreno; . è vietata l'apertura di nuove cave; . è vietata la realizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, salva la prova documentata di una oggettiva impossibilità di diversa localizzazione; la realizzazione è, in ogni caso, subordinata a misure di mitigazione e compatibilità ambientale; . è vietata l'installazione di cartellonistica pubblicitaria se non previa autorizzazione dell'amministrazione competente e previa favorevole valutazione di compatibilità paesaggistica dell’amministrazione comunale; . è vietata l’alterazione degli elementi di riconoscibilità e specificità tipologica esistente; . la creazione di nuove strade o la modifica dei tracciati esistenti, è consentita solo a seguito di comprovate necessità e del benestare della Commissione Paesaggio. Nelle aree a più elevata valenza paesaggistica è comunque vietata l'installazione di pannelli pubblicitari, permanenti e provvisori, ad eccezione delle insegne e delle indicazioni segnalabili relative alle attività produttive e ai servizi pubblici e privati ivi esistenti, nonché delle indicazioni segnalabili aventi finalità turistica locale.

2.12. Norme applicabili nelle aree soggette a prescrizione ecologico – ambientale

In tutte le aree del territorio comunale si applicano oltre alle norme specifiche di zona le seguenti prescrizioni ecologico-ambientali; sono inoltre, fatte salve le prescrizioni contenute nel PIF e negli altri eventuali strumenti di pianificazione e di programmazione di settore. Il Piano delle Regole si uniforma alla disciplina prevista dal PTCP vigente in materia di rete ecologica in particolare per quanto concerne i varchi ecologici e ne garantisce la attuazione. Gli interventi nelle aree della rete ecologica sono ammessi se coerenti con gli obbiettivi indicati dal PTCP vigente e, in particolare, se sono compatibili con le priorità di: a) limitare gli interventi di edificazione che possano frammentare il territorio e compromettere la funzionalità ecologica di tali ambiti; b) prevedere, per i progetti di opere che possono produrre ulteriore frammentazione della rete ecologica, opere di mitigazione e di inserimento ambientale in grado di garantire sufficienti livelli di continuità ecologica; c) favorire per le compensazioni ambientali la realizzazione di nuove unità ecosistemiche coerenti con la finalità della rete ecologici provinciale. Per quanto concerne i “Varchi locali”,in corrispondenza di ciascuno di essi, deve essere evitata la saldatura dell’urbanizzato mantenendo lo spazio minimo inedificato tra due fronti, tale da garantire la continuità del corridoio ecologico.

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2.13. Parco Locale di Interesse Sovracomunale ( PLIS )

Il perimetro del PLIS RTO Rile - Tenore – Olona è identificato nelle tavole di Piano. All’interno di tale perimetro viene confermato l’azzonamento definito dal PGT e le relative norme tecniche. Al suo interno si potranno realizzare interventi volti alla migliore fruizione dei valori ambientali e paesaggistici.

2.14 infrastrutture tecnologiche

Gli interventi per l’installazione delle infrastrutture quali le installazioni di torri, tralicci, pali, supporti d’ogni genere, infissi stabilmente sul terreno o su edifici esistenti, destinati a impianti di telecomunicazione di qualsiasi tipo , anche se costituiti da semplici antenne, sono subordinati alla verifica di conformità alle norme nazionali e regionali in materia ed alla verifica di incidenza ; tale verifica deve essere espressa in una relazione che accompagna il progetto e che deve essere predisposta da parte del progettista. La procedura ed i criteri di valutazione dell’incidenza, in aderenza alle disposizioni regionali in materia sono quelli contenuti nella D.g.r. 8 novembre 2002 – n. 7/11045. Le infrastrutture tecnologiche di nuova realizzazione dovranno tenere conto di quanto previsto dalla D.g.r. 10974/2009 “Linee guida per la progettazione paesaggistica di reti tecnologiche e impianti di produzione energetica in aggiornamento dei Piani di Sistema del Piano Territoriale Paesistico Regionale”. Nel Comune di Caronno Varesino è ammessa la possibilità di installare impianti solari, termici e fotovoltaici tranne che negli edifici vincolati ai sensi art. 136 del D.lgs 42/2004; sugli edifici, nelle parti prospicienti gli spazi pubblici, e sugli edifici nei centri storici, sono ammesse solo soluzioni integrate anche parzialmente che non alterino in modo sostanziale i caratteri cromatici e materici dei manufatti.

2.15 norme per la prevenzione ed il trattamento del gioco d’azzardo patologico

Nella cartografia del Piano dei Servizi vengono individuati, come stabilito dalla D.g.r. 24 gennaio 2014 n. X/1274, i luoghi sensibili e le aree in cui è interdetta la “nuova installazione” di apparecchi per il gioco d'azzardo lecito di cui all'articolo 110, comma 6, del r.d. 773/1931 , ai sensi dell’art. 5 della l.r. 8/2013 e s.m.i. In tali aree trova applicazione la normativa regionale per la prevenzione ed il trattamento del gioco d’azzardo patologico.

2.15 Zona a rischio di lesioni reversibili Per le zone di rischio di cui all'art. 102 del PTCP, si rimanda alle prescrizioni della D.G.R. 3753/2012.

ARCH. ANNA MANUELA BRUSA PASQUE’ ARCH. MASSIMO MASTROMARINO 149 Comune di CARONNO VARESINO - Piano di Governo del Territorio RELAZIONE ILLUSTRATIVA DI VARIANTE N.2/2016 luglio 2017

. ALLEGATO1 ALLE NORME TECNICHE DEL PIANO DELLE REGOLE: . SCHEDE AMBITI DI COMPLETAMENTO (AC)

All’interno del perimetro del tessuto urbano consolidato, il Piano ha individuato alcuni comparti che ha ritenuto idonei all’edificazione o alla riqualificazione dei manufatti esistenti, anche a seguito di verifica delle istanze presentate dai cittadini.

Corrispondono in parte ad aree poste all’interno di lotti interclusi del centro edificato, la cui posizione strategica, permette di conseguire miglioramenti in termini d’accesso stradale, allargamento dei calibri, formazione di marciapiedi e creazione di parcheggi pubblici.

Per alcuni di essi sono stati individuati criteri specifici di intervento indicando, dove si riteneva necessario per l’interesse comune, la cessione da parte dei soggetti attuatori di aree per la realizzazione di strade e/o parcheggi o di aree per la realizzazione di verde attrezzato.

L’attuazione degli interventi ammessi negli ambiti denominati AC è subordinata all’approvazione di Piani Attuativi o di Permessi di Costruire convenzionati

Per ciascuno di essi è stata redatta apposita scheda con indicazione delle destinazioni ammesse e degli indici e parametri di edificabilità, nonché degli obiettivi che con tali strumenti l’Amministrazione comunale intende conseguire; vengono indicate inoltre le coerenze di tali ambiti con i piani sovraordinati e con i vincoli specifici.

Per ciascun ambito rientrante nella tipologia AC viene assegnata una dotazione edificatoria predeterminata o definibile con l’applicazione di un indice territoriale; viene inoltre consentita la possibilità di incrementare del 25 % tale capacità edificatoria, solo attraverso l’utilizzo di incentivi, premialità, trasferimenti volumetrici e compensazioni.

In sede di presentazione del Piano Attuativo e del Permesso di Costruire convenzionato, la parte richiedente indica – corredando il progetto con schede tecniche e con ogni altro documento utile a comprovare i caratteri dell’intervento – le obbligazioni assunte (anche in relazione al mantenimento in efficienza nel tempo di manufatti, alberature ed impianti che consentono il perseguimento delle prestazionalità), delle quali si fa menzione nella convenzione, nella quale sono altresì previste le garanzie finanziarie a vantaggio del Comune in caso di mancato assolvimento delle prestazioni.

La sottoscrizione della convenzione che accede alla approvazione del Piano consente l’assegnazione e l’utilizzo del diritto volumetrico incrementale.

L’amministrazione Comunale – prima del rilascio dell’agibilità – verifica l’effettiva rispondenza dell’immobile a quanto indicato nel progetto.

La dichiarazione di fine lavori è corredata da una dichiarazione del direttore lavori, il quale attesta, documentandolo, il rispetto degli impegni assunti.

Gli interventi che beneficiano del regime incrementale saranno comunque soggetti a verifica da parte degli organi comunali.

In caso di mancato adempimento delle obbligazioni contenute nelle convenzione, al privato è assegnato un termine di sessanta giorni per conformarsi a quanto concordato in sede di convenzione ed alle ulteriori prescrizioni che possono essere impartite.

ARCH. ANNA MANUELA BRUSA PASQUE’ ARCH. MASSIMO MASTROMARINO 150 Comune di CARONNO VARESINO - Piano di Governo del Territorio RELAZIONE ILLUSTRATIVA DI VARIANTE N.2/2016 luglio 2017

In caso di perdurante inerzia ed inadempimento, il Comune dichiara la decadenza del diritto edificatorio incrementale.

In tal caso trova applicazione l’art. 38 del D.P.R. 380/2001.

In fase di presentazione dei Piani Attuativi o del Permesso di Costruire convenzionato, dovrà essere verificato, con appositi rilievi strumentali, il perimetro degli Ambiti di Completamento; nel caso di assegnazione di una dotazione edificatoria predeterminata potrà essere adeguato allo stato effettivo dei luoghi e delle proprietà solo il perimetro dell’ambito oggetto di intervento; dalla verifica delle superfici degli ambiti, anche rispetto alle risultanze catastali, deriveranno, in via definitiva, le volumetrie massime realizzabili a seguito dell’applicazione dell’indice massimo assegnato.

In caso di presentazione di un Piano Attuativo o del Permesso di Costruire convenzionato, in riduzione della perimetrazione d’ambito, la capacità edificatoria è proporzionalmente ridotta; deve invece essere assicurata la realizzazione di tutte le opere previste dalla scheda relativa all’Ambito di Completamento.

In alcune schede vengono indicate le aree necessarie per opere, per attrezzature pubbliche o di uso pubblico e per attrezzature viarie che dovranno essere cedute all’Amministrazione Comunale, a seguito della realizzazione dell’intervento.

Nel caso in cui non sia stata espressamente indicata la quota complessiva da cedere per attrezzature pubbliche e d’interesse pubblico o generale, dovrà essere determinata la corresponsione alla Amministrazione Comunale di una somma commisurata all’utilità economica che consegue all’operatore, sostitutiva della cessione delle aree per attrezzature pubbliche o di interesse pubblico.

Nel caso in cui la volumetria fosse maggiore rispetto a quella calcolata originariamente dal Piano delle Regole, a seguito dell’applicazione degli indici edificatori ammessi alla superficie effettiva del comparto, tale onere dovrà essere conseguentemente adeguato.

I progetti dovranno essere verificati anche in base alle norme dettate dal Piano dei Servizi e dalle presenti NTA del Piano delle Regole.

Negli interventi residenziali di nuova costruzione le tipologie edilizie da privilegiare sono quelle degli edifici isolati (edifici a villa, villino, mono o bifamiliare) o quella degli edifici a cortina (edifici posti lungo il perimetro di uno o più lotti, senza interruzioni o distacchi superiori ai 10,00 m. o che racchiudano spazi formanti cortili).

Sono da evitare invece tipologie come quelle degli edifici a schiera (edifici costituiti da più unità, per lo più unifamiliari, uguali o simili, ripetuti con o senza suddivisione tra le singole aree, in proprietà distinte).

E’ vietato l’utilizzo di tettoie di collegamento tra i diversi corpi di fabbrica.

Ai sensi dell’art. 16 comma 3, della Legge n°1150 del 17/08/1942 e come ribadito con sentenza TAR Lombardia , Milano, n. 6541/2007 e, successivamente, TAR Lombardia, Brescia, n. 959/2011, i PII/PA ricadenti in un vincolo paesaggistico devono essere sottoposti, prima della loro adozione, a verifica preliminare della Soprintendenza.

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Ambito AC1

Identificazione dell’ambito di intervento:

Ambito di completamento all’interno del Piano attuativo artigianale di via Piave – via Morandi

Modalità di intervento Permesso di Costruire Convenzionato Dotazione Edificatoria di Comparto Utm = 0,50 mq./mq. Attrezzature pubbliche o di interesse L’intervento dovrà garantire la realizzazione di pubblico una superficie a parcheggio di 150 mq. Rc 50 % H 12,00 m. P rapporto di permeabilità 20 % Destinazione d’uso principale I – Attività produttive del settore secondario Destinazioni d’uso non ammesse Tutte le altre

Prescrizioni e Indicazioni del PGT

. Considerato che l’intervento concerne un ambito produttivo, vige l’obbligo ai sensi dell’art. 8 della L.Q. 447/1995 della presentazione della documentazione di previsione di impatto acustico, redatta secondo i criteri e le prescrizioni della DGR 7/8313 (art. 4 e art. 5) del 08.03.2002, per il rilascio delle concessioni edilizie relative ai nuovi impianti ed attrezzature, al fine di valutare le emissioni del rumore prodotte dalle attività future nell’ambiente esterno.

. L’area ricade all’interno della fascia di pertinenza acustica stradale individuate ai sensi del D.P.R. 142/2004; di conseguenza vige l’obbligo prescritto dall’art. 8 della Legge 447/1995 e dall’art. 5 della L.R. 13/2001 di presentazione di idonea documentazione di previsione di clima acustico relativo alla realizzazione di nuovi edifici residenziali. . L’area ricade in parte in vicinanza di un elettrodotto di cui il PGT ha definito le DPA calcolate secondo quanto previsto dal Decreto n. 32618 del 29 maggio 2008 individuate nella tavola “PdR05- Vincoli specifici”, pertanto dovranno essere rispettati oltre alle norme vigenti in materia quanto previsto dall’art. 2.9 delle Norme tecniche. Nelle fasce di rispetto potranno essere realizzate aree a verde e parcheggi, al servizio delle residenze

. Prescrizioni della classe geologica III b e III d

Sottoclasse IIIb (aree con fenomeni anche potenziali di drenaggio difficoltoso e/o ritardato

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o ristagno idrico anche prolungato, tendenza alla concentrazione di acque meteoriche; possibile presenza di falda locale a debole soggiacenza) Parere geologico tecnico sull'edificazione favorevole condizionata all'esecuzione di indagini/studi di approfondimento. In via di minima dovranno essere verificate: - assetto morfologico con definizione di dettaglio del quadro planoaltimetrico delle aree oggetto di intervento e delle aree adiacenti; - ricostruzione di dettaglio delle direttrici di deflusso delle acque superficiali e presenza di acque sotterranee, anche a carattere temporaneo, ricostruzione delle modalità di circolazione delle stesse con particolare attenzione all’entità delle escursioni della falda ed interferenze con le opere; - caratteristiche litologiche delle unità presenti in loco fino a profondità rappresentativa; - capacità portante e cedimenti indotti; - eventuale presenza di interventi di scavo e ritombamento pregressi e caratterizzazione dei materiali presenti; - stabilità dei fronti di scavo, con riguardo anche alle aree adiacenti, sia in corso d’opera che a fine lavori, anche in relazioni a possibili infiltrazioni di acqua; - modalità di governo delle acque di pioggia e/o di corrivazione. In fase progettuale andranno rispettate le seguenti prescrizioni minime: - adozione di adeguati presidi di contenimento per la sicurezza delle maestranze in relazione agli esiti della verifica della stabilità dei fronti di scavo; - predisposizione di opere per la regimazione delle acque meteoriche e conformazione morfologica finale dei siti al fine di favorirne l’allontanamento avendo cura di evitare l'innesco di fenomeni erosivi e destabilizzanti nelle aree acclivi adiacenti; - in condizioni di acqua poco profonda impermeabilizzazione delle murature perimetrali di moduli interrati/seminterrati e predisposizione di adeguati sistemi di drenaggio delle acque sotterranee; - limitazione delle superfici impermeabilizzate alle sole aree di bordo edificio e viabilità di accesso; da limitare ogni variazione consistente dell'uso del suolo;  obbligo per gli insediamenti civili e/o produttivi di nuova realizzazione in ambito urbano/periurbano di allacciamento alla rete fognaria esistente sia per le acque nere che per lo smaltimento delle acque chiare e di prima pioggia

Sottoclasse IIId (“aree di protezione” lungo i cigli di scarpata e di raccordo ai versanti principali) Nella “fascia di sicurezza” lungo i cigli di scarpata andrà categoricamente escluso un aumento significativo della pressione antropica; da privilegiare interventi di ristrutturazione conservativa dell’esistente e limitati interventi di completamento previa verifica delle possibili interferenze sulle costruzioni adiacenti e/o sulle caratteristiche di stabilità generale dell'area e sul drenaggio. Nello specifico in via di minima si ritengono necessari: - rilevamento geologico-geomorfologico e rilievo planoaltimetrico di dettaglio; - valutazione di dettaglio della stabilità dei fronti di scavo e del versante sia in corso d'opera e a fine intervento in funzione dei sovraccarichi; - valutazione delle modalità per la dispersione delle acque meteoriche al fine di non determinare l’innesco di dissesti lungo le scarpate adiacenti. In fase progettuale andranno rispettate le seguenti prescrizioni: - adozione di adeguati presidi di contenimento per la sicurezza delle maestranze durante e al termine dei lavori in relazione agli esiti della verifica della stabilità dei fronti di scavo e dei versanti; - riconformazione morfologica finale atta a garantire l'allontanamento delle acque meteoriche e di corrivazione evitando l'insorgenza di episodi di ruscellamento concentrato nelle aree adiacenti o lungo i versanti;

ARCH. ANNA MANUELA BRUSA PASQUE’ ARCH. MASSIMO MASTROMARINO 153 Comune di CARONNO VARESINO - Piano di Governo del Territorio RELAZIONE ILLUSTRATIVA DI VARIANTE N.2/2016 luglio 2017

- vietata la dispersione nel sottosuolo delle acque chiare e di prima pioggia che dovranno essere smaltite nella rete fognaria esistente.

Compatibilità con il PTCP Non si segnalano incongruenze Compatibilità con il PIF Non ricade in zona boscata Compatibilità con vincoli Fascia di rispetto degli elettrodotti Classificazione geologica e sismica III b e III d – Z4 c

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Ambito AC2

Identificazione dell’ambito di intervento:

Ambito di completamento lungo la via Piave

Modalità di intervento Permesso di Costruire convenzionato Dotazione Edificatoria di Comparto Itm = 0,80 mc./mq. Attrezzature pubbliche o di interesse L’intervento dovrà garantire la realizzazione di pubblico una superficie a parcheggio di 100 mq. Rc 30 % H 12,50 m P rapporto di permeabilità 50 % Destinazione d’uso principale R - Residenziale Destinazioni d’uso non ammesse Tutte le altre

Prescrizioni e Indicazioni del PGT

. L’area ricade all’interno della fascia di pertinenza acustica stradale individuata ai sensi del D.P.R. 142/2004, di conseguenza vige l’obbligo prescritto dall’art. 8 della Legge 447/1995 e dall’art. 5 della L.R. 13/2001 di presentazione di idonea documentazione di previsione di clima acustico relativo alla realizzazione di nuovi edifici residenziali.

. Prescrizioni della classe geologica III b

Sottoclasse IIIb (aree con fenomeni anche potenziali di drenaggio difficoltoso e/o ritardato o ristagno idrico anche prolungato, tendenza alla concentrazione di acque meteoriche; possibile presenza di falda locale a debole soggiacenza) Parere geologico tecnico sull'edificazione favorevole condizionata all'esecuzione di indagini/studi di approfondimento. In via di minima dovranno essere verificate: - assetto morfologico con definizione di dettaglio del quadro planoaltimetrico delle aree oggetto di intervento e delle aree adiacenti; - ricostruzione di dettaglio delle direttrici di deflusso delle acque superficiali e presenza di acque sotterranee, anche a carattere temporaneo, ricostruzione delle modalità di circolazione delle stesse con particolare attenzione all’entità delle escursioni della falda ed interferenze con le opere; - caratteristiche litologiche delle unità presenti in loco fino a profondità rappresentativa; - capacità portante e cedimenti indotti; - eventuale presenza di interventi di scavo e ritombamento pregressi e caratterizzazione

ARCH. ANNA MANUELA BRUSA PASQUE’ ARCH. MASSIMO MASTROMARINO 155 Comune di CARONNO VARESINO - Piano di Governo del Territorio RELAZIONE ILLUSTRATIVA DI VARIANTE N.2/2016 luglio 2017

Ambito AC2

dei materiali presenti; - stabilità dei fronti di scavo, con riguardo anche alle aree adiacenti, sia in corso d’opera che a fine lavori, anche in relazioni a possibili infiltrazioni di acqua; - modalità di governo delle acque di pioggia e/o di corrivazione. In fase progettuale andranno rispettate le seguenti prescrizioni minime: - adozione di adeguati presidi di contenimento per la sicurezza delle maestranze in relazione agli esiti della verifica della stabilità dei fronti di scavo; - predisposizione di opere per la regimazione delle acque meteoriche e conformazione morfologica finale dei siti al fine di favorirne l’allontanamento avendo cura di evitare l'innesco di fenomeni erosivi e destabilizzanti nelle aree acclivi adiacenti; - in condizioni di acqua poco profonda impermeabilizzazione delle murature perimetrali di moduli interrati/seminterrati e predisposizione di adeguati sistemi di drenaggio delle acque sotterranee; - limitazione delle superfici impermeabilizzate alle sole aree di bordo edificio e viabilità di accesso; da limitare ogni variazione consistente dell'uso del suolo; - obbligo per gli insediamenti civili e/o produttivi di nuova realizzazione in ambito urbano/periurbano di allacciamento alla rete fognaria esistente sia per le acque nere che per lo smaltimento delle acque chiare e di prima pioggia.

Compatibilità con il PTCP Non si segnalano incongruenze Compatibilità con il PIF Non ricade in zona boscata Compatibilità con vincoli Non si segnalano incongruenze Classificazione geologica e sismica III b – Z4c Compatibilità con la rete ecologica Rientra in parte in fascia tampone

ARCH. ANNA MANUELA BRUSA PASQUE’ ARCH. MASSIMO MASTROMARINO 156 Comune di CARONNO VARESINO - Piano di Governo del Territorio RELAZIONE ILLUSTRATIVA DI VARIANTE N.2/2016 luglio 2017

Ambito AC3

Identificazione dell’ambito di intervento:

Ambito di completamento posto lungo la via Santa Croce

Modalità di intervento Permesso di Costruire Convenzionato Dotazione Edificatoria di Comparto 800 mc. (escluse le preesistenze) Attrezzature pubbliche o di interesse Da definire in sede di convenzionamento; pubblico prevedendo in ogni caso la realizzazione di un tratto di collegamento pedonale tra la frazione di Travaino e il centro di Caronno Varesino Rc 30 % H 8,50 m. P rapporto di permeabilità 50 % Destinazione d’uso principale R - Residenziale Destinazioni d’uso non ammesse Tutte le altre

Prescrizioni e Indicazioni del PGT

. L’area ricade all’interno della fascia di pertinenza acustica stradale individuata ai sensi del D.P.R. 142/2004, di conseguenza vige l’obbligo prescritto dall’art. 8 della Legge 447/95 e dall’art. 5 della L.R. 13/2001 di presentazione di idonea documentazione di previsione di clima acustico relativo alla realizzazione di nuovi edifici residenziali.

. L’area ricade all’interno della rete ecologica in un punto in parte frammentato dalla via Santa Croce e dalle abitazioni adiacenti, pertanto si ritiene necessario la posta di recinzioni sollevate da terra di almeno 10-15 cm., oppure lasciare sul lato est una fascia verde di almeno 2 m., dalla strada fino all’area boscata.

. Considerato che trattasi di un intervento di nuova costruzione che sottrae superfici agricole e che rientra nella perimetrazione definita dalla Regione (vedi art. 14.6 “Applicazione del comma 2-bis dell’art. 43 della L.R. 12/2005 in merito alla maggiorazione del contributo di costruzione” della Relazione del Documento di Piano), viene assoggettato ad una maggiorazione del 5 % del contributo di costruzione da destinare ad interventi forestali a rilevanza ecologica e di incremento di naturalità.

. Prescrizioni della classe geologica II a – III d

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Sottoclasse IIa (aree a morfologia da subpianeggiante a debolmente ondulata con possibili fenomeni di drenaggio difficoltoso/ristagno idrico nelle aree depresse) Aree favorevoli allo sviluppo urbanistico. Nello specifico in via di minima dovranno essere verificati: - caratteristiche litologiche delle unità presenti in loco fino a profondità rappresentativa; - capacità portante e cedimenti indotti; - presenza di acque sotterranee, anche a carattere temporaneo e valutazione delle possibili interferenze con i piani di posa delle fondazioni; - eventuale presenza di rimaneggiamenti antropici pregressi e caratterizzazione dei materiali presenti; - grado di stabilità dei fronti di scavo con riguardo anche alle costruzioni adiacenti, sia in corso d’opera che a fine lavori; - modalità di intercettazione delle acque chiare e di prima pioggia; - eventuali interferenze con aree acclivi adiacenti; In fase progettuale andranno rispettate le seguenti prescrizioni: - predisposizione di presidi per la sicurezza delle maestranze in relazione agli esiti della valutazione della stabilità dei fronti di scavo e in relazione alla profondità degli stessi; - evitare accumulo di acqua sul fondo di scavi aperti; - asportazione del suolo e più in generale dei livelli a caratteristiche meccaniche più scadenti o visibilmente non addensati; - verifica, in fase esecutiva, dello spessore dei livelli suddetti ed eventuale miglioramento delle caratteristiche del piano di posa delle fondazioni; - predisposizione di accorgimenti per l'intercettazione o la regimazione e l'allontanamento delle acque piovane o di corrivazione soprattutto in prossimità di aree acclivi avendo cura di evitare l’insorgenza sulle stesse di episodi di erosione in forma concentrata o diffusa e loro smaltimento nella rete fognaria esistente; - allacciamento degli insediamenti di nuova realizzazione sia produttivi che residenziali alla rete fognaria esistente.

Sottoclasse IIId (“aree di protezione” lungo i cigli di scarpata e di raccordo ai versanti principali) Nella “fascia di sicurezza” lungo i cigli di scarpata andrà categoricamente escluso un aumento significativo della pressione antropica; da privilegiare interventi di ristrutturazione conservativa dell’esistente e limitati interventi di completamento previa verifica delle possibili interferenze sulle costruzioni adiacenti e/o sulle caratteristiche di stabilità generale dell'area e sul drenaggio. Nello specifico in via di minima si ritengono necessari: - rilevamento geologico-geomorfologico e rilievo planoaltimetrico di dettaglio; - valutazione di dettaglio della stabilità dei fronti di scavo e del versante sia in corso d'opera e a fine intervento in funzione dei sovraccarichi; - valutazione delle modalità per la dispersione delle acque meteoriche al fine di non determinare l’innesco di dissesti lungo le scarpate adiacenti. In fase progettuale andranno rispettate le seguenti prescrizioni: - adozione di adeguati presidi di contenimento per la sicurezza delle maestranze durante e al termine dei lavori in relazione agli esiti della verifica della stabilità dei fronti di scavo e dei versanti; - riconformazione morfologica finale atta a garantire l'allontanamento delle acque meteoriche e di corrivazione evitando l'insorgenza di episodi di ruscellamento concentrato nelle aree adiacenti o lungo i versanti; - vietata la dispersione nel sottosuolo delle acque chiare e di prima pioggia che dovranno essere smaltite nella rete fognaria esistente. Ambito AC3

ARCH. ANNA MANUELA BRUSA PASQUE’ ARCH. MASSIMO MASTROMARINO 158 Comune di CARONNO VARESINO - Piano di Governo del Territorio RELAZIONE ILLUSTRATIVA DI VARIANTE N.2/2016 luglio 2017

Compatibilità con il PTCP Ricade in parte in un ambito agricolo definito dal PTCP Compatibilità con il PIF Non ricade in zona boscata Compatibilità con vincoli Vincolo sui corsi d'acqua e relative sponde (150 m. ai sensi del D.Lgs. 42/2004, art. 142 lett. c) L’ambito ricade in parte in un‘area a rischio archeologico Classificazione geologica e sismica II a e III d – Z4c Compatibilità con la rete ecologica Rientra in parte in fascia tampone

ARCH. ANNA MANUELA BRUSA PASQUE’ ARCH. MASSIMO MASTROMARINO 159 Comune di CARONNO VARESINO - Piano di Governo del Territorio RELAZIONE ILLUSTRATIVA DI VARIANTE N.2/2016 luglio 2017

Ambito AC4

Identificazione dell’ambito di intervento:

Ambito di completamento all’incrocio tra la via Santa Croce e la via Casee

Modalità di intervento Permesso di Costruire Convenzionato Dotazione Edificatoria di Comparto Itm = 0,80 mc./mq. Attrezzature pubbliche o di interesse Negli interventi che determinano un incremento pubblico del fabbisogno di aree per servizi ed attrezzature pubbliche dovrà essere determinata la quota necessaria per il soddisfacimento dello standard in base al Piano dei Servizi; tale quota dovrà essere monetizzata Rc 30 % H 12,50 10,50 m. P rapporto di permeabilità 50 % Destinazione d’uso principale R – Residenziale Destinazioni d’uso non ammesse Tutte le altre

Prescrizioni e Indicazioni del PGT

. L’area ricade all’interno della fascia di pertinenza acustica stradale individuate ai sensi del D.P.R. 142/2004, di conseguenza vige l’obbligo prescritto dall’art. 8 della Legge 447/1995 e dall’art. 5 della L.R. 13/2001 di presentazione di idonea documentazione di previsione di clima acustico relativo alla realizzazione di nuovi edifici residenziali.

. Considerato che trattasi di un intervento di nuova costruzione che sottrae superfici agricole e che rientra nella perimetrazione definita dalla Regione (vedi art. 14.6 “Applicazione del comma 2-bis dell’art. 43 della L.R. 12/2005 in merito alla maggiorazione del contributo di costruzione” della Relazione del Documento di Piano), viene assoggettato ad una maggiorazione del 5 % del contributo di costruzione da destinare ad interventi forestali a rilevanza ecologica e di incremento di naturalità.

. Prescrizioni della classe geologica II a

ARCH. ANNA MANUELA BRUSA PASQUE’ ARCH. MASSIMO MASTROMARINO 160 Comune di CARONNO VARESINO - Piano di Governo del Territorio RELAZIONE ILLUSTRATIVA DI VARIANTE N.2/2016 luglio 2017

Ambito AC4

Sottoclasse IIa (aree a morfologia da subpianeggiante a debolmente ondulata con possibili fenomeni di drenaggio difficoltoso/ristagno idrico nelle aree depresse) Aree favorevoli allo sviluppo urbanistico. Nello specifico in via di minima dovranno essere verificati: - caratteristiche litologiche delle unità presenti in loco fino a profondità rappresentativa; - capacità portante e cedimenti indotti; - presenza di acque sotterranee, anche a carattere temporaneo e valutazione delle possibili interferenze con i piani di posa delle fondazioni; - eventuale presenza di rimaneggiamenti antropici pregressi e caratterizzazione dei materiali presenti; - grado di stabilità dei fronti di scavo con riguardo anche alle costruzioni adiacenti, sia in corso d’opera che a fine lavori; - modalità di intercettazione delle acque chiare e di prima pioggia; - eventuali interferenze con aree acclivi adiacenti; In fase progettuale andranno rispettate le seguenti prescrizioni: - predisposizione di presidi per la sicurezza delle maestranze in relazione agli esiti della valutazione della stabilità dei fronti di scavo e in relazione alla profondità degli stessi; - evitare accumulo di acqua sul fondo di scavi aperti; - asportazione del suolo e più in generale dei livelli a caratteristiche meccaniche più scadenti o visibilmente non addensati; - verifica, in fase esecutiva, dello spessore dei livelli suddetti ed eventuale miglioramento delle caratteristiche del piano di posa delle fondazioni; - predisposizione di accorgimenti per l'intercettazione o la regimazione e l'allontanamento delle acque piovane o di corrivazione soprattutto in prossimità di aree acclivi avendo cura di evitare l’insorgenza sulle stesse di episodi di erosione in forma concentrata o diffusa e loro smaltimento nella rete fognaria esistente; - allacciamento degli insediamenti di nuova realizzazione sia produttivi che residenziali alla rete fognaria esistente.

Compatibilità con il PTCP Non si segnalano incongruenze Compatibilità con il PIF Non ricade in zona boscata Compatibilità con vincoli Non si segnalano incongruenze Classificazione geologica e sismica II a – Z4 c Compatibilità con la rete ecologica Non si segnalano incongruenze

ARCH. ANNA MANUELA BRUSA PASQUE’ ARCH. MASSIMO MASTROMARINO 161 Comune di CARONNO VARESINO - Piano di Governo del Territorio RELAZIONE ILLUSTRATIVA DI VARIANTE N.2/2016 luglio 2017

Ambito AC5

Identificazione dell’ambito di intervento:

Ambito di completamento posto lungo la via Favorita

Modalità di intervento Permesso di Costruire Convenzionato Dotazione Edificatoria di Comparto Itm = 0,80 mc./mq. Attrezzature pubbliche o di interesse Negli interventi che determinano un pubblico incremento del fabbisogno di aree per servizi ed attrezzature pubbliche dovrà essere determinata la quota necessaria per il soddisfacimento dello standard in base al Piano dei Servizi; tale quota dovrà essere monetizzata Rc 30 % H 12,50 10,50 m. P rapporto di permeabilità 50 % Destinazione d’uso principale R – Residenziale Destinazioni d’uso non ammesse Tutte le altre

Prescrizioni e Indicazioni del PGT

. Considerato che trattasi di un intervento di nuova costruzione che sottrae superfici agricole e che rientra nella perimetrazione definita dalla Regione (vedi art. 14.6 “Applicazione del comma 2-bis dell’art. 43 della L.R. 12/2005 in merito alla maggiorazione del contributo di costruzione” della Relazione del Documento di Piano), viene assoggettato ad una maggiorazione del 5 % del contributo di costruzione da destinare ad interventi forestali a rilevanza ecologica e di incremento di naturalità. . L’area ricade in parte in vicinanza di un elettrodotto di cui il PGT ha definito le DPA calcolate secondo quanto previsto dal Decreto n. 32618 del 29 maggio 2008 individuate nella tavola “PdR05- Vincoli specifici”, pertanto dovranno essere rispettati oltre alle norme vigenti in materia quanto previsto dall’art. 2.9 delle Norme tecniche. Nelle fasce di rispetto potranno essere realizzate aree a verde e parcheggi, al servizio delle residenze

. Prescrizioni della classe geologica II a

Sottoclasse IIa (aree a morfologia da subpianeggiante a debolmente ondulata con possibili fenomeni di drenaggio difficoltoso/ristagno idrico nelle aree depresse) Aree favorevoli allo sviluppo urbanistico.

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Ambito AC5

Nello specifico in via di minima dovranno essere verificati: - caratteristiche litologiche delle unità presenti in loco fino a profondità rappresentativa; - capacità portante e cedimenti indotti; - presenza di acque sotterranee, anche a carattere temporaneo e valutazione delle possibili interferenze con i piani di posa delle fondazioni; - eventuale presenza di rimaneggiamenti antropici pregressi e caratterizzazione dei materiali presenti; - grado di stabilità dei fronti di scavo con riguardo anche alle costruzioni adiacenti, sia in corso d’opera che a fine lavori; - modalità di intercettazione delle acque chiare e di prima pioggia; - eventuali interferenze con aree acclivi adiacenti; In fase progettuale andranno rispettate le seguenti prescrizioni: - predisposizione di presidi per la sicurezza delle maestranze in relazione agli esiti della valutazione della stabilità dei fronti di scavo e in relazione alla profondità degli stessi; - evitare accumulo di acqua sul fondo di scavi aperti; - asportazione del suolo e più in generale dei livelli a caratteristiche meccaniche più scadenti o visibilmente non addensati; - verifica, in fase esecutiva, dello spessore dei livelli suddetti ed eventuale miglioramento delle caratteristiche del piano di posa delle fondazioni; - predisposizione di accorgimenti per l'intercettazione o la regimazione e l'allontanamento delle acque piovane o di corrivazione soprattutto in prossimità di aree acclivi avendo cura di evitare l’insorgenza sulle stesse di episodi di erosione in forma concentrata o diffusa e loro smaltimento nella rete fognaria esistente; - allacciamento degli insediamenti di nuova realizzazione sia produttivi che residenziali alla rete fognaria esistente.

Compatibilità con il PTCP Ricade in parte in un ambito agricolo definito dal PTCP Compatibilità con il PIF Non ricade in zona boscata Compatibilità con vincoli Vincolo sui corsi d'acqua e relative sponde (150 m. ai sensi del D.Lgs. 42/2004, art. 142 lett. c) Il comparto è interessato da un elettrodotto Classificazione geologica e sismica II a – Z4 c Compatibilità con la rete ecologica Non si segnalano incongruenze

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Ambito AC6

Identificazione dell’ambito di intervento:

Ambito di completamento posto vicino alla via Don Minzoni

Modalità di intervento Permesso di Costruire Convenzionato Dotazione Edificatoria di Comparto Itm = 0,80 mc./mq. Attrezzature pubbliche o di interesse Negli interventi che determinano un pubblico incremento del fabbisogno di aree per servizi ed attrezzature pubbliche dovrà essere determinata la quota necessaria per il soddisfacimento dello standard in base al Piano dei Servizi; tale quota dovrà essere monetizzata Rc 30 % H 12,50 10,50 m. P rapporto di permeabilità 50 % Destinazione d’uso principale R – Residenziale Destinazioni d’uso non ammesse Tutte le altre

Prescrizioni e Indicazioni del PGT

. Considerato che trattasi di un intervento di nuova costruzione che sottrae superfici agricole e che rientra nella perimetrazione definita dalla Regione (vedi art. 14.6 “Applicazione del comma 2-bis dell’art. 43 della L.R. 12/2005 in merito alla maggiorazione del contributo di costruzione” della Relazione del Documento di Piano), viene assoggettato ad una maggiorazione del 5 % del contributo di costruzione da destinare ad interventi forestali a rilevanza ecologica e di incremento di naturalità.

. Prescrizioni della classe geologica III b

Sottoclasse IIIb (aree con fenomeni anche potenziali di drenaggio difficoltoso e/o ritardato o ristagno idrico anche prolungato, tendenza alla concentrazione di acque meteoriche; possibile presenza di falda locale a debole soggiacenza) Parere geologico tecnico sull'edificazione favorevole condizionata all'esecuzione di indagini/studi di approfondimento. In via di minima dovranno essere verificate: - assetto morfologico con definizione di dettaglio del quadro planoaltimetrico delle aree oggetto di intervento e delle aree adiacenti;

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Ambito AC6

- ricostruzione di dettaglio delle direttrici di deflusso delle acque superficiali e presenza di acque sotterranee, anche a carattere temporaneo, ricostruzione delle modalità di circolazione delle stesse con particolare attenzione all’entità delle escursioni della falda ed interferenze con le opere; - caratteristiche litologiche delle unità presenti in loco fino a profondità rappresentativa; - capacità portante e cedimenti indotti; - eventuale presenza di interventi di scavo e ritombamento pregressi e caratterizzazione dei materiali presenti; - stabilità dei fronti di scavo, con riguardo anche alle aree adiacenti, sia in corso d’opera che a fine lavori, anche in relazioni a possibili infiltrazioni di acqua; - modalità di governo delle acque di pioggia e/o di corrivazione. In fase progettuale andranno rispettate le seguenti prescrizioni minime: - adozione di adeguati presidi di contenimento per la sicurezza delle maestranze in relazione agli esiti della verifica della stabilità dei fronti di scavo; - predisposizione di opere per la regimazione delle acque meteoriche e conformazione morfologica finale dei siti al fine di favorirne l’allontanamento avendo cura di evitare l'innesco di fenomeni erosivi e destabilizzanti nelle aree acclivi adiacenti; - in condizioni di acqua poco profonda impermeabilizzazione delle murature perimetrali di moduli interrati/seminterrati e predisposizione di adeguati sistemi di drenaggio delle acque sotterranee; - limitazione delle superfici impermeabilizzate alle sole aree di bordo edificio e viabilità di accesso; da limitare ogni variazione consistente dell'uso del suolo; - obbligo per gli insediamenti civili e/o produttivi di nuova realizzazione in ambito urbano/periurbano di allacciamento alla rete fognaria esistente sia per le acque nere che per lo smaltimento delle acque chiare e di prima pioggia.

Compatibilità con il PTCP Non si segnalano incongruenze Compatibilità con il PIF Non ricade in zona boscata Compatibilità con vincoli Fascia di rispetto fluviale L’ambito ricade in un‘area a rischio archeologico Classificazione geologica e sismica III b – Z4 c Compatibilità con la rete ecologica Non si segnalano incongruenze

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Ambito AC7

Identificazione dell’ambito di intervento:

Ambito di completamento nei pressi della via Leonardo da Vinci

Modalità di intervento Permesso di Costruire Convenzionato Dotazione Edificatoria di Comparto Itm = 0,80 mc./mq. Attrezzature pubbliche o di interesse Negli interventi che determinano un pubblico incremento del fabbisogno di aree per servizi ed attrezzature pubbliche dovrà essere determinata la quota necessaria per il soddisfacimento dello standard in base al Piano dei Servizi; tale quota dovrà essere monetizzata Rc 30 % H 12,50 10,50 m. P rapporto di permeabilità 50 % Destinazione d’uso principale R – Residenziale Destinazioni d’uso non ammesse Tutte le altre

Prescrizioni e Indicazioni del PGT . L’intervento deve prevedere la strada di progetto indicata dal piano . L’area ricade all’interno della fascia di pertinenza acustica stradale individuate ai sensi del D.P.R. 142/2004, di conseguenza vige l’obbligo prescritto dall’art. 8 della Legge 447/1995 e dall’art. 5 della L.R. 13/2001 di presentazione di idonea documentazione di previsione di clima acustico relativo alla realizzazione di nuovi edifici residenziali.

. Prescrizioni della classe geologica II b

Sottoclasse IIb (aree moderatamente acclivi con potenziale innesco di fenomeni di dissesto corticali e abbondante acqua subsuperficiale associata a frequenti emergenze idriche temporanee) Aree favorevoli allo sviluppo urbanistico. Nello specifico in via di minima dovranno essere verificati: . caratteristiche litologiche delle unità presenti in loco fino a profondità significativa; . capacità portante e i cedimenti indotti; . eventuale occorrenza di interventi di rimaneggiamento antropico pregressi;

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Ambito AC7

. presenza di falde subsuperficiali anche a carattere temporaneo, valutazione delle possibili interferenze con i piani di posa delle fondazioni e influenza sulla stabilità degli scavi con riguardo anche alle costruzioni adiacenti, sia in corso d'opera che a fine lavori. In fase progettuale andranno rispettate le seguenti prescrizioni: . predisposizione di presidi per la sicurezza delle maestranze in relazione agli esiti della valutazione della stabilità dei fronti di scavo; . asportazione del suolo e più in generale dei livelli a caratteristiche meccaniche più scadenti o visibilmente non addensati (materiali organici e torbe); eventuale miglioramento delle caratteristiche del piano di posa delle fondazioni (rullatura, bonifica statica, predisposizione di vespaio drenante); . predisposizione di accorgimenti per l'intercettazione, la regimazione e l'allontanamento delle acque piovane o di corrivazione soprattutto in prossimità di aree acclivi avendo cura di evitare l’insorgenza sulle stesse di episodi di erosione in forma concentrata o diffusa; smaltimento delle stesse nella rete fognaria esistente (divieto di dispersione nel sottosuolo); . allacciamento degli insediamenti sia produttivi che residenziali alla rete fognaria esistente; - impermeabilizzazione di volumi interrati/seminterrati in caso di presenza di acqua di falda poco profonda con predisposizione di opportuni sistemi di drenaggio.

Compatibilità con il PTCP Non si segnalano incongruenze Compatibilità con il PIF Non ricade in zona boscata Compatibilità con vincoli L’ambito ricade in parte in un‘area a rischio archeologico Classificazione geologica e sismica II b – Z4 c Compatibilità con la rete ecologica Non si segnalano incongruenze

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Ambito AC8

Identificazione dell’ambito di intervento:

Ambito di completamento lungo la via Palani vicino al confine con il Comune di Carnago

Modalità di intervento Permesso di Costruire Convenzionato Dotazione Edificatoria di Comparto Itm = 0,80 mc./mq. Attrezzature pubbliche o di interesse Negli interventi che determinano un pubblico incremento del fabbisogno di aree per servizi ed attrezzature pubbliche dovrà essere determinata la quota necessaria per il soddisfacimento dello standard in base al Piano dei Servizi; tale quota dovrà essere monetizzata Rc 30 % H 12,50 m. P rapporto di permeabilità 50 % Destinazione d’uso principale R – Residenziale Destinazioni d’uso non ammesse Tutte le altre

Prescrizioni e Indicazioni del PGT

. L’intervento dovrà prevedere la creazione di uno slargo per consentire la possibilità di manovra e l’inversione di marcia. . L’area ricade all’interno della fascia di pertinenza acustica stradale individuate ai sensi del D.P.R. 142/2004, di conseguenza vige l’obbligo prescritto dall’art. 8 della Legge 447/95 e dall’art. 5 della L.R. 13/2001 di presentazione di idonea documentazione di previsione di clima acustico relativo alla realizzazione di nuovi edifici residenziali.

. Considerato che trattasi di un intervento di nuova costruzione che sottrae superfici agricole e che rientra nella perimetrazione definita dalla Regione (vedi art. 14.6 “Applicazione del comma 2-bis dell’art. 43 della L.R. 12/2005 in merito alla maggiorazione del contributo di costruzione” della Relazione del Documento di Piano), viene assoggettato ad una maggiorazione del 5 % del contributo di costruzione da destinare ad interventi forestali a rilevanza ecologica e di incremento di naturalità.

. Prescrizioni della classe geologica II a

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Ambito AC8 Sottoclasse IIa (aree a morfologia da subpianeggiante a debolmente ondulata con possibili fenomeni di drenaggio difficoltoso/ristagno idrico nelle aree depresse) Aree favorevoli allo sviluppo urbanistico. Nello specifico in via di minima dovranno essere verificati: - caratteristiche litologiche delle unità presenti in loco fino a profondità rappresentativa; - capacità portante e cedimenti indotti; - presenza di acque sotterranee, anche a carattere temporaneo e valutazione delle possibili interferenze con i piani di posa delle fondazioni; - eventuale presenza di rimaneggiamenti antropici pregressi e caratterizzazione dei materiali presenti; - grado di stabilità dei fronti di scavo con riguardo anche alle costruzioni adiacenti, sia in corso d’opera che a fine lavori; - modalità di intercettazione delle acque chiare e di prima pioggia; - eventuali interferenze con aree acclivi adiacenti; In fase progettuale andranno rispettate le seguenti prescrizioni: - predisposizione di presidi per la sicurezza delle maestranze in relazione agli esiti della valutazione della stabilità dei fronti di scavo e in relazione alla profondità degli stessi; - evitare accumulo di acqua sul fondo di scavi aperti; - asportazione del suolo e più in generale dei livelli a caratteristiche meccaniche più scadenti o visibilmente non addensati; - verifica, in fase esecutiva, dello spessore dei livelli suddetti ed eventuale miglioramento delle caratteristiche del piano di posa delle fondazioni; - predisposizione di accorgimenti per l'intercettazione o la regimazione e l'allontanamento delle acque piovane o di corrivazione soprattutto in prossimità di aree acclivi avendo cura di evitare l’insorgenza sulle stesse di episodi di erosione in forma concentrata o diffusa e loro smaltimento nella rete fognaria esistente; - allacciamento degli insediamenti di nuova realizzazione sia produttivi che residenziali alla rete fognaria esistente.

Compatibilità con il PTCP Ricade in parte in un ambito agricolo definito dal PTCP Compatibilità con il PIF Non ricade in zona boscata Compatibilità con vincoli Non si segnalano incongruenze Classificazione geologica e sismica II a – Z4 c Compatibilità con la rete ecologica Non si segnalano incongruenze

ARCH. ANNA MANUELA BRUSA PASQUE’ ARCH. MASSIMO MASTROMARINO 169 Comune di CARONNO VARESINO - Piano di Governo del Territorio RELAZIONE ILLUSTRATIVA DI VARIANTE N.2/2016 luglio 2017

Ambito AC9

Identificazione dell’ambito di intervento:

Ambito di completamento posto lungo la via Stribiana superiore

Modalità di intervento Permesso di Costruire Convenzionato per riconversione da uso produttivo a residenziale Dotazione Edificatoria di Comparto Itm = 0,80 mc./mq. Attrezzature pubbliche o di interesse L’intervento dovrà garantire la realizzazione di pubblico una superficie a parcheggio di 180 mq. Rc 30 % H 12,50 10,50 m. P rapporto di permeabilità 50 % Destinazione d’uso principale R - Residenziale Destinazioni d’uso non ammesse Tutte le altre

Prescrizioni e Indicazioni del PGT

. L’area ricade all’interno della fascia di pertinenza acustica stradale individuate ai sensi del D.P.R. 142/2004, di conseguenza vige l’obbligo prescritto dall’art. 8 della Legge 447/1995 e dall’art. 5 della L.R. 13/2001 di presentazione di idonea documentazione di previsione di clima acustico relativo alla realizzazione di nuovi edifici residenziali.

. La modifica di destinazione d’uso di aree produttive necessita la verifica dello stato di salubrità dei suoli ai sensi del Regolamento locale d’Igiene (ISS); qualora venga rilevato uno stato di contaminazione dei terreni o delle acque sotterranee, dovranno avviarsi le procedure previste dal D.Lgs. 152/2006 “Norme in materia ambientale”.

. Considerato che trattasi di un intervento di nuova costruzione che sottrae superfici agricole e che rientra nella perimetrazione definita dalla Regione (vedi art. 14.6 “Applicazione del comma 2-bis dell’art. 43 della L.R. 12/2005 in merito alla maggiorazione del contributo di costruzione” della Relazione del Documento di Piano), viene assoggettato ad una maggiorazione del 5 % del contributo di costruzione da destinare ad interventi forestali a rilevanza ecologica e di incremento di naturalità.

. Prescrizioni della classe geologica II a

ARCH. ANNA MANUELA BRUSA PASQUE’ ARCH. MASSIMO MASTROMARINO 170 Comune di CARONNO VARESINO - Piano di Governo del Territorio RELAZIONE ILLUSTRATIVA DI VARIANTE N.2/2016 luglio 2017

Ambito AC9

Sottoclasse IIa (aree a morfologia da subpianeggiante a debolmente ondulata con possibili fenomeni di drenaggio difficoltoso/ristagno idrico nelle aree depresse) Aree favorevoli allo sviluppo urbanistico. Nello specifico in via di minima dovranno essere verificati: - caratteristiche litologiche delle unità presenti in loco fino a profondità rappresentativa; - capacità portante e cedimenti indotti; - presenza di acque sotterranee, anche a carattere temporaneo e valutazione delle possibili interferenze con i piani di posa delle fondazioni; - eventuale presenza di rimaneggiamenti antropici pregressi e caratterizzazione dei materiali presenti; - grado di stabilità dei fronti di scavo con riguardo anche alle costruzioni adiacenti, sia in corso d’opera che a fine lavori; - modalità di intercettazione delle acque chiare e di prima pioggia; - eventuali interferenze con aree acclivi adiacenti; In fase progettuale andranno rispettate le seguenti prescrizioni: - predisposizione di presidi per la sicurezza delle maestranze in relazione agli esiti della valutazione della stabilità dei fronti di scavo e in relazione alla profondità degli stessi; - evitare accumulo di acqua sul fondo di scavi aperti; - asportazione del suolo e più in generale dei livelli a caratteristiche meccaniche più scadenti o visibilmente non addensati; - verifica, in fase esecutiva, dello spessore dei livelli suddetti ed eventuale miglioramento delle caratteristiche del piano di posa delle fondazioni; - predisposizione di accorgimenti per l'intercettazione o la regimazione e l'allontanamento delle acque piovane o di corrivazione soprattutto in prossimità di aree acclivi avendo cura di evitare l’insorgenza sulle stesse di episodi di erosione in forma concentrata o diffusa e loro smaltimento nella rete fognaria esistente; - allacciamento degli insediamenti di nuova realizzazione sia produttivi che residenziali alla rete fognaria esistente.

Compatibilità con il PTCP Non si segnalano incongruenze Compatibilità con il PIF Non ricade in zona boscata Compatibilità con vincoli Non si segnalano incongruenze Classificazione geologica e sismica II a – Z4 c Compatibilità con la rete ecologica Non si segnalano incongruenze

ARCH. ANNA MANUELA BRUSA PASQUE’ ARCH. MASSIMO MASTROMARINO 171 Comune di CARONNO VARESINO - Piano di Governo del Territorio RELAZIONE ILLUSTRATIVA DI VARIANTE N.2/2016 luglio 2017

Ambito AC10

Identificazione dell’ambito di intervento:

Ambito di completamento posto tra l'incrocio di via Palani e via Ronco

Modalità di intervento Permesso di Costruire Convenzionato Dotazione Edificatoria di Comparto 800 mc. Attrezzature pubbliche o di interesse Negli interventi che determinano un pubblico incremento del fabbisogno di aree per servizi ed attrezzature pubbliche dovrà essere determinata la quota necessaria per il soddisfacimento dello standard in base al Piano dei Servizi; tale quota dovrà essere monetizzata Rc 30 % H 12,50 10,50 m.. P rapporto di permeabilità 35 % Destinazione d’uso principale R – Residenziale Destinazioni d’uso non ammesse Tutte le altre

Prescrizioni e Indicazioni del PGT  l'ambito dovrà prevedere la cessione delle aree afferenti l'intersezione stradale tra le via Palani e via Leonardo da Vinci e le aree di innesto alla via Ronco.  l'ambito potrà mantenere la distanza dalla strada (Ds) pari a 5,00

- Prescrizioni della classe geologica II a

Sottoclasse IIa (aree a morfologia da subpianeggiante a debolmente ondulata con possibili fenomeni di drenaggio difficoltoso/ristagno idrico nelle aree depresse) Aree favorevoli allo sviluppo urbanistico. Nello specifico in via di minima dovranno essere verificati:  caratteristiche litologiche delle unità presenti in loco fino a profondità rappresentativa;  capacità portante e cedimenti indotti;  presenza di acque sotterranee, anche a carattere temporaneo e valutazione delle possibili interferenze con i piani di posa delle fondazioni;  eventuale presenza di rimaneggiamenti antropici pregressi e caratterizzazione dei materiali presenti;  grado di stabilità dei fronti di scavo con riguardo anche alle costruzioni adiacenti, sia in corso d’opera che a fine lavori;

ARCH. ANNA MANUELA BRUSA PASQUE’ ARCH. MASSIMO MASTROMARINO 172 Comune di CARONNO VARESINO - Piano di Governo del Territorio RELAZIONE ILLUSTRATIVA DI VARIANTE N.2/2016 luglio 2017

Ambito AC10

 modalità di intercettazione delle acque chiare e di prima pioggia;  eventuali interferenze con aree acclivi adiacenti; In fase progettuale andranno rispettate le seguenti prescrizioni:  predisposizione di presidi per la sicurezza delle maestranze in relazione agli esiti della valutazione della stabilità dei fronti di scavo e in relazione alla profondità degli stessi;  evitare accumulo di acqua sul fondo di scavi aperti;  asportazione del suolo e più in generale dei livelli a caratteristiche meccaniche più scadenti o visibilmente non addensati;  verifica, in fase esecutiva, dello spessore dei livelli suddetti ed eventuale miglioramento delle caratteristiche del piano di posa delle fondazioni;  predisposizione di accorgimenti per l'intercettazione o la regimazione e l'allontanamento delle acque piovane o di corrivazione soprattutto in prossimità di aree acclivi avendo cura di evitare l’insorgenza sulle stesse di episodi di erosione in forma concentrata o diffusa e loro smaltimento nella rete fognaria esistente;  allacciamento degli insediamenti di nuova realizzazione sia produttivi che residenziali alla rete fognaria esistente.

Compatibilità con il PTCP Non si segnalano incongruenze Compatibilità con il PIF Non ricade in zona boscata Compatibilità con vincoli Non si segnalano incongruenze Classificazione geologica e sismica II a – Z4 c Compatibilità con la rete ecologica Non si segnalano incongruenze

ARCH. ANNA MANUELA BRUSA PASQUE’ ARCH. MASSIMO MASTROMARINO 173 Comune di CARONNO VARESINO - Piano di Governo del Territorio RELAZIONE ILLUSTRATIVA DI VARIANTE N.2/2016 luglio 2017

Ambito AC11

Identificazione dell’ambito di intervento:

Ambito di completamento di Via Puccini

Modalità di intervento Permesso di Costruire Convenzionato Dotazione Edificatoria di Comparto Itm = 0,80 mc./mq. Attrezzature pubbliche o di interesse Negli interventi che determinano un pubblico incremento del fabbisogno di aree per servizi ed attrezzature pubbliche dovrà essere determinata la quota necessaria per il soddisfacimento dello standard in base al Piano dei Servizi; tale quota dovrà essere monetizzata Rc 30 % H 12,50 m. P rapporto di permeabilità 35 % Destinazione d’uso principale R – Residenziale Destinazioni d’uso non ammesse Tutte le altre

Prescrizioni e Indicazioni del PGT . L’intervento deve prevedere la cessione di aree da destinare a parcheggio fronteggianti la via Puccini per una profondità di circa 7,50 m.

. Prescrizioni della classe geologica IIa

Sottoclasse IIa (aree a morfologia da subpianeggiante a debolmente ondulata con possibili fenomeni di drenaggio difficoltoso/ristagno idrico nelle aree depresse) Aree favorevoli allo sviluppo urbanistico. Nello specifico in via di minima dovranno essere verificati: - caratteristiche litologiche delle unità presenti in loco fino a profondità rappresentativa; - capacità portante e cedimenti indotti; - presenza di acque sotterranee, anche a carattere temporaneo e valutazione delle possibili interferenze con i piani di posa delle fondazioni; - eventuale presenza di rimaneggiamenti antropici pregressi e caratterizzazione dei

ARCH. ANNA MANUELA BRUSA PASQUE’ ARCH. MASSIMO MASTROMARINO 174 Comune di CARONNO VARESINO - Piano di Governo del Territorio RELAZIONE ILLUSTRATIVA DI VARIANTE N.2/2016 luglio 2017

Ambito AC11

materiali presenti; - grado di stabilità dei fronti di scavo con riguardo anche alle costruzioni adiacenti, sia in corso d’opera che a fine lavori; - modalità di intercettazione delle acque chiare e di prima pioggia; - eventuali interferenze con aree acclivi adiacenti; In fase progettuale andranno rispettate le seguenti prescrizioni: - predisposizione di presidi per la sicurezza delle maestranze in relazione agli esiti della valutazione della stabilità dei fronti di scavo e in relazione alla profondità degli stessi; - evitare accumulo di acqua sul fondo di scavi aperti; - asportazione del suolo e più in generale dei livelli a caratteristiche meccaniche più scadenti o visibilmente non addensati; - verifica, in fase esecutiva, dello spessore dei livelli suddetti ed eventuale miglioramento delle caratteristiche del piano di posa delle fondazioni; - predisposizione di accorgimenti per l'intercettazione o la regimazione e l'allontanamento delle acque piovane o di corrivazione soprattutto in prossimità di aree acclivi avendo cura di evitare l’insorgenza sulle stesse di episodi di erosione in forma concentrata o diffusa e loro smaltimento nella rete fognaria esistente; allacciamento degli insediamenti di nuova realizzazione sia produttivi che residenziali alla rete fognaria esistente Compatibilità con il PTCP Non si segnalano incongruenze Compatibilità con il PIF Non ricade in zona boscata Compatibilità con vincoli - Classificazione geologica e sismica II a – Z4 c Compatibilità con la rete ecologica Non si segnalano incongruenze

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Estratto norme tecniche del Piano dei Servizi vigenti con evidenziate le modifiche

Si riporta qui di seguito un estratto del testo normativo del Piano dei Servizi comprendente solo gli articoli che sono stati interessati dalla variante.

Vengono evidenziate in rosso le parti di nuova introduzione e barrate quelle eliminate

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. 1 - DISPOSIZIONI GENERALI

. 1.1. Contenuti e finalità del Piano dei Servizi . Il Piano di Governo del Territorio è costituito dal Documento di Piano, dal Piano dei Servizi e dal Piano delle Regole. Il Piano dei Servizi si occupa delle infrastrutture, delle attrezzature e delle attività di servizio pubblico, di uso e interesse pubblico o generale, al fine dell’assolvimento delle specifiche esigenze espresse dagli utenti e di una dotazione per gli insediamenti rispondente in modo coerente. Il Piano dei Servizi, in accordo con gli obiettivi e le strategie definite dal Documento di Piano ed in coerenza con il Piano delle Regole: . valuta i servizi esistenti, attrezzature ed attività, determinandone la dotazione anche sulla base dei concetti di fruibilità e di qualità; . individua le necessità di adeguamento e implementazione dei servizi esistenti, indica le azioni necessarie per l’attuazione delle previsioni riguardanti i servizi medesimi e ne stabilisce i criteri di fattibilità economica; . concorre alla programmazione temporale indicativa degli interventi; . determina le dotazioni minime di servizi da assicurare agli insediamenti sia negli ambiti urbani consolidati che negli ambiti di trasformazione. Le norme del Piano dei Servizi riguardano: . la classificazione delle aree per servizi; . le dotazioni minime di servizi; . disposizioni specifiche per l’attuazione del Piano dei Servizi; . indirizzi per il coordinamento del piano dei servizi con la programmazione comunale e i piani di settore . . . 1.2. Effetti del Piano dei Servizi

Le previsioni del Piano dei Servizi hanno carattere prescrittivo e vincolante. L’identificazione nel Piano dei Servizi delle aree destinate alla realizzazione dei servizi pubblici e di uso pubblico, nell’accezione più ampia, ha carattere vincolante e configura vincolo espropriativo. Le previsioni che invece assegnano al proprietario dell’area la diretta realizzazione dei servizi e delle attrezzature pertinenti, ovvero ne contemplino la facoltà in alternativa all’esecuzione da parte di Enti pubblici, non configurano vincolo espropriativo. Le previsioni di servizi pubblici e di uso pubblico all’’interno degli Ambiti di Trasformazione individuati dal Documento di Piano, non configurano vincoli espropriativi. Il Piano dei Servizi non ha una durata predeterminata e può essere aggiornato in ogni tempo. In ogni caso l’Amministrazione Comunale controlla e rivaluta l’adeguatezza delle previsioni effettuate nell’ambito del Piano Triennale delle Opere Pubbliche e provvede eventualmente a varianti. La realizzazione di attrezzature diverse e/o integrative da quelle previste dal Piano dei Servizi non comporta l’applicazione della procedura di variante ed è autorizzata previa Deliberazione motivata del Consiglio Comunale. Sono da computare agli effetti della dotazione per servizi ed attrezzature pubbliche anche quelle aree realizzate da Enti istituzionalmente competenti; in tale caso la loro attuazione potrà avvenire tramite atto abilitativo diretto a titolo gratuito. Nel caso in cui le stesse aree per attrezzature e servizi con interesse pubblico fossero attuate da privati o da soggetti non istituzionalmente competenti, gli interventi attuabili sempre attraverso atti abilitativi diretti saranno onerosi.

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In ogni caso, quando gli impianti e le attrezzature verranno realizzati da privati, od enti, dovrà essere sottoscritta una apposita convenzione con l'Amministrazione Comunale. . . . 1.3. Coordinamento del Piano dei Servizi con altri strumenti

In sede di formazione del Bilancio comunale e di approvazione del Piano Triennale delle Opere Pubbliche è necessario procedere alla verifica dello stato di attuazione del Piano dei Servizi ed al suo eventuale adeguamento. I Piani di settore (Piano di illuminazione comunale, Piano Urbano Generale Sottoservizi, ecc.) devono essere coordinati con il Piano dei Servizi, pertanto, le previsioni di tali piani devono essere congruenti con il Piano dei Servizi o costituire adeguamento del Piano medesimo. Il Piano dei Servizi deve essere adeguato e/o aggiornato a seguito dell’attuazione dei Piani Attuativi e degli atti di programmazione negoziata.

. 1.4. Componente geologica, idrogeologica e sismica

Il Documento di Piano è integrato con lo “Studio della componente geologica, idrogeologica e sismica” secondo DGR n. 8/1556 del 22.12.2005, che definisce gli assetti del territorio a tali riguardi e, pertanto, le norme dettate da tale studio si intendono recepite nel presente del Piano dei Servizi. Le Norme tecniche di attuazione geologica unitamente alla Carta della fattibilità geologica per le azioni di piano e alla Carta dei vincoli, hanno carattere prevalente rispetto alle altre norme ed indicazioni contenute negli ulteriori atti del PGT.

. 1.5. Parametri e indici per l’edificazione

I parametri e gli indici per l’edificazione che sono definiti dalle norme tecniche del Documento di Piano vengono integralmente recepite da parte del Piano dei Servizi; pertanto la variazione e/o l’integrazione delle definizioni dei parametri e degli indici per l’edificazione è possibile solamente con una variante specifica del Documento di Piano. .

. 1.6. Destinazioni d’uso

Il Piano dei Servizi recepisce integralmente la “Classificazione delle destinazioni d’uso” e la “Disciplina generale delle destinazioni d’uso” definite dalle norme tecniche del Documento di Piano.

. 1.7. Modalità di acquisizione delle aree per servizi

L’acquisizione pubblica delle aree private necessarie per i servizi pubblici o d’interesse pubblico può avvenire nei seguenti modi: . cessione gratuita da parte del proprietario, a fronte dell’attribuzione di diritti edificatori trasferibili in aree edificabili in base ai criteri stabiliti dal Documento di Piano; . cessione gratuita da parte del proprietario, a fronte di cessione delle aree in permuta per conto dell’Amministrazione Comunale; . cessione da parte del proprietario, in esecuzione di specifico convenzionamento disciplinante la realizzazione e la gestione dei servizi ad iniziativa privata;

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. esproprio, nel caso di attuazione diretta da parte della Amministrazione Comunale, previa espressa imposizione di vincolo preordinato all’esproprio, nei modi e secondo le procedure stabilite dalle leggi vigenti.

. 1.8. Criterio della perequazione per comparti

In base a quanto previsto dall’art. 11 della L.R. 12/2005 il Documento di Piano ha definito il seguente criterio: negli Ambiti di Trasformazione, nonché negli Ambiti di Completamento, vengono ripartiti, tra tutti i proprietari degli immobili interessati dagli interventi, i diritti edificatori e gli oneri derivanti dalla dotazione di aree per opere di urbanizzazione, mediante l’attribuzione di un identico indice di edificabilità territoriale. Ai fini della realizzazione della volumetria complessiva derivante da tale indice di edificabilità vengono individuate le aree ove dovrà essere concentrata l’edificazione e le aree da cedersi gratuitamente al Comune o da asservirsi per la realizzazione di servizi ed infrastrutture. Negli elaborati grafici e nelle schede di dettaglio vengono indicate in quale delle suddette aree o parti di esse dovrà essere realizzata la volumetria consentita e di conseguenza quali saranno le residue aree che dovranno essere cedute gratuitamente al Comune per la realizzazione dei servizi. L’utilizzo dei volumi trasferiti e la cessione delle aree destinate a servizi avverrà mediante sottoscrizione di atto notarile da registrarsi e poi da annotare nel Registro dei Diritti edificatori comunale.

. 1.9. Criterio della compensazione

Le aree destinate dal Piano dei Servizi per la realizzazione degli interventi d’interesse pubblico o generale, gravate da vincolo espropriativo, a seguito richiesta della proprietà, possono essere dotate, dalla Amministrazione Comunale, di diritti edificatori, liberamente commerciabili e trasferibili su aree edificabili previste dal PGT, a compensazione della loro cessione gratuita al Comune. Possono inoltre essere oggetto di compensazione le cessioni gratuite fatte alla Amministrazione Comunale da parte di soggetti attuatori degli interventi riconoscibili per l’applicazione del criterio di premialità. L’utilizzo dei volumi trasferiti su aree edificabili non potrà determinare il superamento della capacità edificatoria assegnata dal PGT per tali ambiti. L’utilizzazione dei volumi assegnati che verranno trasferiti su altre aree edificabili del territorio e la conseguente cessione delle aree destinate ai servizi, alla Amministrazione Comunale avverrà mediante atto notarile da registrarsi e poi annotare nel Registro dei Diritti edificatori Comunale o comunque con le procedure vigenti al momento dell’accordo. Determinazione delle grandezze dei crediti compensativi ottenibili dal proprietario a fronte dell’assunzione delle obbligazioni di cessione previste. Il diritto edificatorio assegnato non potrà superare il valore dello 0,60 mc./mq. e dovrà tenere conto del volume dell’eventuale fabbricato insistente sulle aree suddette, calcolato vuoto per pieno fuori terra copertura compresa; verranno stabiliti in un Regolamento comunale, in base alle tipologie dei terreni interessati, i criteri e i parametri di riferimento per la determinazione dei valori assegnabili. Fino all’approvazione di tale Regolamento il valore assegnabile per metro quadro oggetto di cessione al Comune viene così stabilito: - le aree che il Piano dei Servizi ha previsto come necessarie per integrare la dotazione dei parcheggi comunali verranno compensate con 0,50 mc./mq.; - le aree che il Piano dei Servizi ha previsto come necessarie per integrare la dotazione di aree verdi, a parco per il verde gioco e sport verranno compensate con 0,20 mc./mq.; - le aree che il Piano dei Servizi ha previsto come necessarie per integrare la dotazione delle attrezzature pubbliche verranno compensate con 0,60 mc./mq.

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. 1.10. Monetizzazione delle dotazioni di servizi

Negli Ambiti di Trasformazione urbanistica o negli Ambiti di Completamento, nell’ipotesi in cui non sia prevista la cessione della quota complessiva per attrezzature pubbliche e d’interesse pubblico o generale all'interno del perimetro dell’ambito di intervento o all’esterno, in quanto la loro definizione-localizzazione non è ritenuta opportuna dalla Amministrazione Comunale, viene prevista la corresponsione al Comune di una somma commisurata all’utilità economica che consegue all’operatore, sostitutiva della cessione delle aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico.

. 1.11. Realizzazione dei servizi con il concorso dei privati

Gli interventi per la realizzazione di servizi sono usualmente effettuati dalla Amministrazione Comunale e/o dagli Enti Pubblici o con finalità pubbliche. I privati possono proporsi per la realizzazione delle attrezzature (socio sanitarie, turistico, ricreative, sportive, culturali) previste dal Piano dei Servizi a loro esclusiva cura e spese, ovvero in compartecipazione con il Comune od altro Ente, sia su aree di proprietà del Comune medesimo, sia sulle aree indicate per servizi. La realizzazione delle attrezzature di servizi da parte dei privati deve essere regolamentata con una specifica convenzione unita ad un atto di asservimento, redatti in conformità alle indicazioni del piano dei Servizi per l’attrezzatura medesima e approvati dal Consiglio Comunale. La convenzione deve prevedere: . la disciplina dell’uso della attrezzatura sia dal punto di vista quantitativo (orari, modalità di funzionamento, eventuali tariffazioni comprese le agevolazioni per le categorie svantaggiate o articolari) che prestazionale del servizio; . una relazione finanziaria che garantisca la sostenibilità economica dell’iniziativa ed il conseguimento degli obiettivi quantitativi e qualitativi stabiliti; . l’inclusione di clausole specifiche riguardo ai poteri di controllo e di vigilanza, di servizio sostitutivo della gestione e di risoluzione in caso di inadempienza; . l’applicazioni di penali per inadempimenti; . la prestazione di garanzie fidejussorie. L’atto di asservimento deve stabilire la permanenza nel tempo del vincolo di destinazione a servizio ad uso pubblico. Per quanto sopra, le previsioni di servizi pubblici e di uso pubblico previsti dal presente Piano non configurano vincolo espropriativo laddove sia possibile la loro realizzazione ad iniziativa dei privati.

. 1.12. Dimensionamento di aree per servizi

Il Piano dei Servizi individua la dotazione minima di aree per servizi che deve essere assicurata per soddisfare esigenze pregresse e quelle conseguenti a iniziative da attuarsi sul territorio comunale. La superficie da destinare a servizi per gli insediamenti residenziali viene dimensionata in ragione di 26,50 metri quadrati per abitante; tale parametro è stato determinato sulla base del rapporto attuale esistente tra servizi attuati e popolazione residente. La superficie da destinare a servizi per gli insediamenti a carattere industriale o ad essi assimilabile produttivo non può essere inferiore al 10% della superficie territoriale destinata a tali insediamenti.

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La superficie da destinare a servizi per gli insediamenti a carattere terziario- direzionale non può essere inferiore al 100% della SLP prevista, di cui almeno la metà destinata a parcheggi pubblici. Negli insediamenti a carattere commerciale la dotazione di servizi è determinata in relazione alle diverse tipologie insediative commerciali, come di seguito specificato:  esercizi di vicinato: la dotazione minima di servizi è quantificata nella misura del 100% della SLP degli edifici previsti, di cui almeno la metà da destinare a parcheggio pubblico.  esercizi di media struttura di vendita: lo standard minimo è pari al 100% della SLP di cui almeno il 50% destinato a parcheggi. La dotazione di parcheggi pubblici o di uso pubblico deve essere assicurata in aree a diretto servizio dell'ambito commerciale deve inoltre essere garantita la realizzazione di adeguate aree destinate a verde pubblico. Per tutti gli interventi dovrà essere incluso un progetto dettagliato della sistemazione esterna di tutta l’area, con l’indicazione delle zone alberate, a prato, a giardino o a coltivo e di tutte le opere di sistemazione (pavimentazioni, recinzioni, arredi fissi, ecc..).  pubblici esercizi: la dotazione minima di servizi è quantificata nella misura del 200% della SLP degli edifici previsti, di cui almeno la metà da destinare a parcheggio pubblico; tale dotazione per pubblici esercizi siti all’interno del centro storico potrà essere ridotta al 100 %.  Sale pubbliche da gioco con problematiche di impatto, come le sale gioco, le sale Vlt e Slot, le sale scommesse: la dotazione minima di servizi è quantificata nella misura del 200% della SLP della slp prevista da destinare a parcheggio pubblico, quota che non potrà essere oggetto di monetizzazione.  In caso di dimostrata impossibilità a reperire all'interno dell'area, ove prescritto, la superficie necessaria, si potrà ricorrere eccezionalmente alla monetizzazione di tale superficie. Gli ampliamenti delle medie strutture di vendita già esistenti alla data dell'adozione delle presenti norme, saranno consentiti solamente a condizione che venga dimostrata la conformità alle presenti norme sulla dotazione di parcheggi e di aree a standard in rapporto all'intera superficie commerciale risultante a seguito dell'ampliamento. Nel caso di interventi in Ambiti di Trasformazione o in Ambiti di Completamento, è facoltà dell’Amministrazione Comunale accettare, in luogo della cessione delle aree, l’asservimento delle aree. L’atto di asservimento e il regolamento d’uso devono comunque prevedere l'obbligo di manutenzione ordinaria e straordinaria dei servizi, delle attrezzature e delle aree di pertinenza, a cura e spese del soggetto obbligato e l'approntamento di idonee garanzie, anche finanziarie, ove ritenute necessarie ad avviso dell'Amministrazione Comunale, al fine della concreta attivazione dell’uso pubblico. Per la commisurazione della dotazione dei servizi e delle attrezzature pubbliche a servizio degli insediamenti residenziali, viene riferito agli abitanti teorici intesi come risultato del rapporto tra il volume edificabile massimo consentito e il valore medio di centocinquanta metri cubi.

. 1.13. Incremento del fabbisogno di servizi pubblici per cambi di destinazione d’uso

I mutamenti di destinazione d’uso, ammissibili in base alle norme del PGT, di unità immobiliari o porzioni di esse, comportano incrementi del fabbisogno di dotazioni di servizi secondo quanto indicato nelle norme tecniche annesse al Documento di Piano e sono stabiliti come qui di seguito riportato. Il cambio di destinazione d’uso fra quelle principali e quelle compatibili ammesse, per ciascuna zona, è sempre possibile nei limiti indicati nelle presenti norme.

ARCH. ANNA MANUELA BRUSA PASQUE’ ARCH. MASSIMO MASTROMARINO 181 Comune di CARONNO VARESINO - Piano di Governo del Territorio RELAZIONE ILLUSTRATIVA DI VARIANTE N.2/2016 luglio 2017

I mutamenti di destinazioni d’uso in adeguamento alla destinazione principale in aree a prevalenza residenziale soggette ad intervento diretto non comportano incrementi al fabbisogno di dotazione di servizi. Comportano invece incremento del fabbisogno di aree per servizi ed attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale i mutamenti di destinazioni d’uso di aree e di edifici: a) attuati con opere edilizie nei seguenti casi: . Conversione d'uso da residenza ad attività terziarie e/o commerciali. In tale caso il maggior fabbisogno di "aree per servizi e attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale" è stabilito nella misura di (100 mq.) ogni 100 mq. di SLP di cui, almeno il 50%, dovrà essere destinato a parcheggio; . Conversione d'uso da attività produttive industriali ad attività terziarie o commerciali. In tale caso il maggior fabbisogno di "aree per servizi e attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale" è stabilito nella misura di (100 mq.) ogni 100 mq. di SLP di cui, almeno il 50%, dovrà essere destinato a parcheggio. . Conversione d'uso da attività produttive industriali ad attività residenziali. In tale caso il maggior fabbisogno di "aree per servizi e attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale" è stabilito nella misura di (26,5 mq.) ogni nuovo abitante che si andrà ad insediare. b) attuati senza la realizzazione di opere edilizie nel caso in cui le aree o gli edifici siano adibiti a sede di esercizi commerciali non costituenti esercizi di vicinato. In tale caso il maggiore fabbisogno è stabilito nelle norme indicate nel precedente paragrafo a). II maggior fabbisogno di "aree per servizi e attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale" dovrà essere soddisfatto all'interno dell'area interessata dal cambio d'uso, oppure in altra area ritenuta idonea dal Comune all'interno del Piano dei Servizi, quando non sia già compensato in conseguenza di precedenti modifiche d'uso o di costituzioni di "aree per servizi e attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale" che abbiano interessato l'area o l'edificio, da documentare dettagliatamente in sede di procedura abilitativa. In alternativa alla cessione delle aree, il Comune può accettare la corresponsione di una somma commisurata al valore economico dell'area da acquisire.

. 1.14. Deroghe

Il Permesso di Costruire in deroga agli strumenti di pianificazione è rilasciato esclusivamente per edifici ed impianti pubblici o di interesse pubblico, previa Deliberazione del Consiglio Comunale e senza necessità di preventivo nulla-osta regionale. Per gli edifici pubblici o di interesse pubblico si intendono quelli che, a titolo esemplificativo, sono riportati nella C. M. LL.PP. n. m3210/67

. 2. ATTREZZATURE PUBBLICHE E DI INTERESSE PUBBLICO

. 2.1 Norme di edificabilità e modalità di attuazione attrezzature al servizio degli insediamenti residenziali

Tutti gli interventi edilizi nell’ambito delle attrezzature pubbliche e d’interesse pubblico o generale sono ammessi con titolo abilitativo semplice.

ARCH. ANNA MANUELA BRUSA PASQUE’ ARCH. MASSIMO MASTROMARINO 182 Comune di CARONNO VARESINO - Piano di Governo del Territorio RELAZIONE ILLUSTRATIVA DI VARIANTE N.2/2016 luglio 2017

Ai sensi dell’art. 33, comma 3 della L.R. 12/2005, la Deliberazione d’approvazione del progetto di un’opera pubblica comunale, assistita dalla relativa validazione secondo legge, ha i medesimi effetti del Permesso di Costruire. Tutti gli interventi per attrezzature e servizi pubblici o d’interesse pubblico devono perseguire l’efficienza energetica e la sostenibilità ambientale; particolare attenzione deve essere posta a coniugare gli interventi di promozione del verde con nuovi impianti di alberature e superficie inerbite e/o permeabili. Tutti gli interventi per infrastrutture e servizi pubblici, di uso e di interesse pubblico e/o generale devono essere mitigati ambientalmente in maniera preventiva e con particolare attenzione alla fase di cantiere. Tutte le tipologie di servizio devono perseguire, compatibilmente con i vincoli di natura storico-ambientale e all’impossibilità tecnica per preesistenze o impianti, l’abbattimento delle barriere architettoniche.

Destinazioni principali: S – Funzioni di Servizio

Destinazioni complementari / compatibili, - attività giudicate complementari al servizio all’espletamento delle funzioni di servizio e disciplinate da apposita convenzione o regolamento - attività che non comportano pregiudizio all’espletamento delle funzioni di servizio e disciplinate da apposita convenzione o regolamento.

Destinazioni non ammissibili: - tutte le altre destinazioni d’uso elencate nelle classificazione.

. 2.2. Attrezzature religiose

Comprendono le aree destinate alla realizzazione di servizi religiosi ai sensi degli articoli 70 e 71 della L.R. 12/2005. Infatti le aree destinate ad immobili destinati al culto, all’abitazione dei ministri del culto, del personale di servizio, ad attività di formazione religiosa e per l’esercizio del ministero pastorale e ad attività assistenziali, sono computate come standard urbanistici. Tutti gli interventi edilizi sono ammessi con titolo abilitativo semplice. Per la realizzazione degli edifici strettamente destinati al culto (chiese, cappelle, campanili), in ragione della loro particolarità, non vengono definiti indici e parametri da rispettare. Per gli altri edifici, a questi annessi, l'edificazione dovrà avvenire nel rispetto dei seguenti indici e parametri: Rc 60% H 11,50 m. La realizzazione delle attrezzature di interesse comune civili può essere affidata ad associazioni, enti, cooperative e singoli privati che si impegnino a realizzarle ed a gestirle in conformità ai programmi comunali. La dotazione dei parcheggi da verificare per le nuove costruzioni o per gli ampliamenti è la seguente: -1 posto auto ogni 300 mq. di slp. o ogni 5 utenti/addetti Sono ammesse attività commerciali ed equiparate collegate alla funzione di interesse pubblico che si svolge nell’area; la dimensione di norma è limitata agli esercizi di vicinato. Per l’area posta in località Via Macchi - Via Garibaldi, dotata di attrezzature destinate ad attività parrocchiali, gli interventi sono disciplinati dai disposti della Delibera di CC n. 20 del 28.06.2002.

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Con riferimento alle attrezzature religiose , il Piano si conforma ai disposti del Titolo IV capo III della l.r.12/2005, tanto sotto il profilo del recepimento della nozione estesa di attrezzature comuni per servizi religiosi, quanto con riferimento al criterio di identificazione di spazi riservati a tali strutture. Nell’assunto della insussistenza di richieste provenienti da professioni religiose ed di una attenta ponderazione delle esigenze locali si confermano le previsioni espresse dal PGT vigente garantendo un ampliamento solo di quelle già esistenti .

. 2.3. Attrezzature per parcheggi pubblici

Comprendono le aree individuate ed identificate nella tavola PS01 con l'apposita sigla (P) destinate rispettivamente alla realizzazione di parcheggi pubblici al livello stradale oppure all'interno di strutture multipiano, sia fuori terra che sotto suolo, per consentire la sosta temporanea dei veicoli. I parcheggi a raso devono essere alberati previa preventiva valutazione da parte della Amministrazione Comunale delle caratteristiche e delle funzioni attribuite a ciascuna area, la scelta delle essenze da impiegarsi, la situazione pedologica, e orografica in cui si opera. Si prescrive di prevedere nei parcheggi pubblici la piantumazione di un albero ogni 4 posti auto. I parcheggi – strutture multipiano devono essere osservanti degli indici urbanistico edilizi seguenti: Rc 60 % P 25 % H 8,00 m. Nelle aree destinate a parcheggi pubblici possono essere realizzate costruzioni funzionali alla fruizione dei parcheggi (es. chioschi, punti di ristoro, servizi igienici, attrezzature tecnologiche di servizio).

. 2.4. Attrezzature per servizi pubblici

Comprendono le aree destinate alla realizzazione di servizi pubblici, servizi assistenziali, istruzione, servizi comunali. Tutti gli interventi edilizi sono ammessi con titolo abilitativo semplice. I parametri urbanistico - edilizi sono i seguenti: Rc 50 % H verrà definita in sede di progettazione

. 2.5. Attrezzature cimiteriali

Le funzioni complementari ammesse sono le seguenti: . sanitaria; . religiosa; L’area utilizzata per servizi cimiteriali è soggetta alla disciplina all'articolo 338 del Testo unico delle leggi sanitarie, di cui al Regio Decreto 1265/1934, della LR 22/2003 e del Regolamento Regionale 6/2004. Per le aree interessate dal cimitero esistente e quelle circostanti costituenti la fascia di rispetto dello stesso cimitero destinate all'ampliamento delle sue strutture e delle attrezzature complementari e alla salvaguardia igienico ambientale è esclusivamente consentito realizzare opere cimiteriali ed opere ad esse complementari, quali parcheggi e spazi di manovra, sistemazioni a verde, recinzioni, piccole attrezzature di servizio quali chioschi per la vendita di fiori o di immagini sacre, nonché uffici della pubblica amministrazione inerenti la custodia e gestione dell'attrezzatura principale.

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Non potranno essere costruiti nuovi edifici o strutture, anche se di modeste dimensioni, destinate ad usi diversi da quelli sopra indicati, che presentino requisiti di durata, inamovibilità e di incorporamento col terreno. Le aree di cui sopra devono essere coltivate e mantenute in condizioni decorose con tassativo divieto di costruire depositi di materiale, discariche, scarico di rifiuti, ecc. Il vincolo di rispetto è da intendersi come vincolo superiore e le aree soggette a vincolo non saranno computate nel calcolo della volumetria edificabile. Per gli edifici esistenti e ricadenti nella fascia di rispetto, così come previsto dalla Legge 166/2002, sono consentiti interventi di recupero ovvero interventi funzionali all’utilizzo dell’edificio stesso, tra cui l’ampliamento nella percentuale massima del 10 % ed i cambi di destinazione d’uso, oltre a quelli previsti dalle lettere a), b), c) e d) dell’art. 27 della L.R. 12/2005. Le recinzioni potranno essere edificate sui confini fra le proprietà private e quelle pubbliche o destinate a diventare tali in attuazione del PGT. É consentita la coltivazione a scopo agricolo delle aree ricadenti nella fascia di rispetto, vincolando la coltivazione a colture che non richiedano permanenza di acqua sul terreno. Sono fatte salve eventuali deroghe annuali concesse dalle autorità competenti.

. 2.6. Attrezzature per aree verdi gioco e spazi pubblici

Comprendono le aree destinate alla realizzazione di aree verdi ed interventi deputati alla tutela di elementi rilevanti del paesaggio e dell'ambiente, nonché alla dotazione di spazi pubblici all'aperto. Rientrano in tale ambito tutti gli spazi di verde pubblico per gioco e sport intesi quali parchi attrezzati, campi da gioco all'aperto, giardini, orti comunali, ambiti naturalistici di contenimento ambientale e gli spazi pubblici, intesi come aree destinate all'aggregazione sociale e a funzioni all'aperto assimilabili. In queste aree. gli interventi edilizi sono ammessi con titolo abilitativo semplice. Possono essere realizzati manufatti a stretto servizio delle funzioni ammesse, quali servizi igienici e piccoli chioschi; in tale caso il rapporto di copertura non deve superare il 5% della superficie fondiaria. Per la realizzazione degli edifici destinati agli impianti sportivi e alla ricreazione l'edificazione dovrà avvenire nel rispetto dei seguenti indici e parametri: Rc 40 % H verrà definita in sede di progettazione I volumi eventuali e le recinzioni a protezione dei campi dovranno essere collocati in modo da determinare il minimo impatto ambientale, le altezze dei manufatti dovranno essere organizzate con attenzione all’andamento orografico del sito, senza invadere eventuali coni panoramici di vista. Nell'ambito delle zone dove si preveda la realizzazione di attrezzature sportive è ammessa la concessione a soggetti privati che si impegnino, con apposita convenzione, a realizzare a proprie spese ed a gestire opere ed impianti in conformità ai programmi di intervento comunali. In questo caso la realizzazione degli impianti per il gioco e lo sport dovrà avvenire sulla base di un progetto generale di organizzazione dell'area, che conterrà la distribuzione ed il dimensionamento delle aree per attrezzature sportive coperte e scoperte ed il disegno della sistemazione a verde. La copertura stagionale degli impianti sportivi non deve essere conteggiata nella verifica del rapporto di copertura. La convenzione deve essere accompagnata da atto di asservimento dell'attrezzatura realizzata. L'atto di asservimento garantisce la permanenza nel tempo del vincolo di destinazione.

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La convenzione disciplina l'uso dell'attrezzatura sotto il profilo quantitativo e prestazionale del servizio ed è accompagnata da una relazione finanziaria che garantisca i predetti obiettivi. La convenzione deve prevedere altresì i poteri di controllo e vigilanza, ivi compreso il potere d’esercizio sostitutivo della gestione ed il potere di risoluzione. La convenzione prevede inoltre l'applicazione di penali per l'inadempimento e la prestazione di garanzie fideiussorie. Specificatamente per agli ambiti destinati a verde di contenimento ambientale, al fine della tutela di elementi rilevanti del paesaggio e dell'ambiente e alla riqualificazione di elementi fitologici (alberate, boschine, ecc.) da attuarsi tramite la ricostruzione ambientale del bosco e/o ambiti naturali, è vietato qualunque tipo di edificazione e non è ammesso qualunque tipo di opera che preveda la realizzazione di superfici impermeabili. Sono ammesse piccole attività commerciali ed esercizi pubblici di contesto di piccola dimensione collegate alla funzione di interesse pubblico che si svolge nell’area.

. 2.7. Attrezzature e servizi pubblici e/o di interesse pubblico per gli insediamenti produttivi, direzionali commerciali

Si tratta di aree destinate a servizi, impianti ed attrezzature d’uso pubblico al servizio degli insediamenti produttivi, direzionali e commerciali. Possono essere di proprietà pubblica oppure d’uso pubblico convenzionato: sono per esempio le mense, le attività di ristorazione e i centri di formazione professionale. Sarà il proprietario dell'area che, previo impegno con apposita convenzione, dovrà realizzare a proprie spese e gestire opere ed impianti, a seguito della predisposizione di un progetto generale, che prevederà la distribuzione ed il dimensionamento delle aree coperte e scoperte ed il disegno della sistemazione a verde. Le destinazioni d'uso del suolo ammesse, sempre nell'ambito delle attrezzature pubbliche, sono le seguenti: attrezzature culturali, sociali, assistenziali, sanitarie, amministrative, mense, parco, gioco e verde a scala di quartiere, sport e parcheggi. Nell'ambito delle destinazioni d'uso ammesse, sono consentiti tutti i tipi di intervento con il rispetto dei seguenti indici: Rc 40 % H 10,50 m. Tutti gli interventi edilizi sono ammessi con titolo abilitativo semplice. La eventuale localizzazione grafica di aree a destinazione attrezzature produttive interne al perimetro di Piani attuativi non è vincolante, se non espressamente dichiarato, ma può essere rivista in sede di attuazione del piano.

. 2.8. Attrezzature per servizi privati ad uso pubblico

Tranne quelle aree che saranno occupate da attrezzature e servizi a carattere privato, che non contribuiscono alla dotazione di servizi pubblici, e che vengono normate all’interno del Piano delle Regole, s’intendono attrezzature private ad uso pubblico, quelle che si trovano in condizioni giuridiche d’asservimento all’uso pubblico o vengono regolamentate nell’uso medesimo. Le opere di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro, risanamento e ristrutturazione senza aumento di volume né cambio di destinazione d'uso sono soggette ad intervento diretto. Gli interventi che comportano un incremento volumetrico rispetto all'esistente (ove consentito dalle norme specifiche di area) sono soggetti a piano urbanistico preventivo. Le attrezzature per parcheggi privati ad uso pubblico possono essere realizzate al livello stradale oppure all'interno di strutture multipiano, sia fuori terra che sotto suolo, per consentire la sosta temporanea dei veicoli.

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L'edificazione dovrà avvenire nel rispetto degli indici e parametri indicati in ciascuna delle successive zone riferite alle varie attrezzature presenti e previste:

. per attrezzature assistenziali, sanitarie e culturali gli indici urbanistici da rispettare sono i seguenti: Rc 50 %. H 10,50 La dotazione dei parcheggi da verificare per le nuove costruzioni o per gli ampliamenti è la seguente: -1 posto auto ogni 200 mq. di slp. o ogni 5 utenti/addetti

. per attrezzature sportive, ricreative e destinate allo svago gli indici urbanistici da rispettare sono i seguenti: Rc 15% (Non costituisce superficie coperta la superficie risultante dalle proiezioni di eventuali coperture mobili di carattere stagionale. Nel caso di impianti scoperti la superficie effettivamente utilizzata per le attività sportive o ricreative non può superare il 40% dell’intera area.) H 8,00 m. La dotazione dei parcheggi da verificare per le nuove costruzioni o per gli ampliamenti è la seguente: -1 posto auto pubblico o di uso pubblico ogni 200 mq. di slp. e comunque almeno 1 posto auto ogni 5 posti di capacità dell’impianto

. 2.9. Attrezzature per impianti tecnologici

Nel Piano dei Servizi sono riportati gli ambiti e le strutture destinati ad impianti tecnologici di pubblica utilità secondo quanto previsto dal documento contenente i criteri "Modalità per la pianificazione comunale" capitolo 2, punto 2.1.4, emanato dalla Regione Lombardia ai sensi dell'art. 7 della L.R. 12/2005. Questo ambito viene escluso nel conteggio della dotazione globale di aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale, in quanto non contribuisce direttamente al raggiungimento dei requisiti di vivibilità e di qualità urbana. Tutti gli interventi edilizi sono ammessi con titolo abilitativo semplice. I parametri urbanistico edilizi sono quelli risultanti dalle esigenze funzionali. A questo ambito appartengono gli impianti e le strutture destinati ad impianti tecnologici di pubblica utilità quali: impianti per la trasformazione e distribuzione dell'energia elettrica, impianti di depurazione e sollevamento acqua, impianti di laminazione fognaria, cabine di decompressione del gas, ecc, con i relativi edifici di supporto a tali attività. In queste aree sono consentiti tutti gli interventi funzionali allo svolgimento del servizio e dell’attività previsti; in caso di dismissione esse sono assimilate al tessuto produttivo consolidato. .

. 2.10. Aree per servizi ricadenti in fasce di rispetto di elettrodotti

Alle aree destinate alla fruizione pubblica, ma ricadenti entro le fasce di rispetto degli elettrodotti, si applicano i seguenti disposti: - sulle aree possono essere solo attivate funzioni che non prevedano la presenza continuativa degli utenti; - la destinazione funzionale deve essere limitata al verde pubblico e ai parcheggi;

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- è vietata qualsiasi edificazione di manufatti, anche temporanei, con la sola eccezione di elementi di ricovero per attrezzature tecniche e funzionali di pertinenza dell’area.

. 3. CORRIDOI ECOLOGICI E VERDE DI CONNESSIONE

Il Piano dei Servizi individua, ai sensi dell'art 10 bis comma 5 della LR 12/2005, le dotazioni a verde i corridoi ecologici e il sistema di connessione fra territorio rurale e territorio edificato. L’individuazione degli interventi di valorizzazione della dotazione a verde e della rete ecologica nasce dalle indicazioni del PTCP. Il Piano dei Servizi identifica anche, all'interno del tessuto urbano consolidato, aree che, ad integrazione dei corsi d'acqua, rappresentano comunque importanti elementi di connessione fisica e visiva dell'edificato col territorio naturale e agricolo. Le aree destinate a Verde di connessione, ancorché non soggette ad esproprio, hanno valore di bene ambientale e sono pertanto da tutelare e valorizzare e potrebbero essere mantenute aperte alla fruizione collettiva, anche tramite accordi specifici con i privati proprietari. Sia che si tratti di aree pubbliche che di aree private, va conservata, qualificata e potenziata la presenza della vegetazione autoctona, incrementandola o sostituendola con una adeguata varietà di specie di diversa dimensione e lasciando il terreno allo stato naturale, libero da pavimentazioni, salvo il caso che tali aree vengano interessate da percorsi di attraversamento ciclo pedonali. Il Comune, d'accordo con i privati proprietari, potrà intervenire con opere di manutenzione e miglioramento.

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Estratto relazione Documento di Piano con evidenziate le modifiche

Si riporta qui di seguito un estratto del testo della relazione del Documento di Piano relativa alle parti i che sono state interessate dalla variante.

Vengono evidenziate in rosso le parti di nuova introduzione e barrate quelle eliminate

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Estratto relazione Documento di piano con evidenziate le modifiche

 13 DETERMINAZIONE DEGLI OBIETTIVI QUANTITATIVI DI SVILUPPO COMPLESSIVO DEL P.G.T. E DIMENSIONAMENTO DEL PIANO

L’obiettivo di sviluppo che ha individuato l’amministrazione è quello di soddisfare la popolazione residente favorendone la crescita naturale, mantenendo ed adeguando pertanto il tessuto urbano residenziale, migliorando la dotazione attuale di servizi e favorendo l’equilibrio territoriale tra i luoghi di residenza, i servizi e le aree di lavoro.

Osservando la dinamica demografica l’area di Caronno Varesino sembra presentare, insieme all’area d’indagine, una capacità di attrarre nuove famiglie e quindi un incremento demografico significativo. Nella determinazione degli obiettivi quantitativi di sviluppo del P.G.T. occorre in primo luogo riferirsi ad alcuni dati elaborati nella prima parte del presente documento; occorre pertanto procedere tenendo conto dei seguenti aspetti: a) Il territorio di Caronno Varesino ha: . una superficie di kmq. 5.62; . 4.944 abitanti residenti corrispondenti a 1998 famiglie al 31-12-10; . ha una densità di 879 ab/kmq. b) la dotazione attuale delle aree per attrezzature pubbliche o di interesse pubblico al servizio del residenziale comprese quelle private ma di uso pubblico è pari a 91.951 mq.; l’amministrazione ha intenzione di incrementare il patrimonio pubblico anche a seguito dell’attuazione dei piani di completamento e trasformazione da parte dei privati per un totale complessivo di circa 124.882 mq. c) nella verifica dell’andamento demografico è stata stimata la popolazione che si potrà insediare tra i prossimi 10 anni considerando il trend di sviluppo demografico che nel 2020 registrerà circa 2.243 famiglie, con un valore medio dei componenti pari a 2,37 equivalente ad un aumento degli abitanti teorici di 580 unità per complessivi 5524 abitanti.

Considerando che l’amministrazione comunale intende garantire alloggi non solo per la popolazione residente, ma anche per quella insediabile determinata in base al trend di sviluppo naturale, si ritiene di potere confermare i seguenti obiettivi quantitativi:

. capacità insediativa teorica: 5.524 abitanti; . standard previsti per la sola residenza dimensionato su 5.524 abitanti teorici corrispondente ad una parametro di mq/abitanti ( 125702 /5.524) pari a 23,00 mq/ab. A partire da tali dati definiti nel vigente PGT la presente variante determina un aggiornamento dei dati di riferimento che vengono qui di seguito riassunti: . capacità insediativa teorica: 5.490 abitanti; . standard previsti per la sola residenza dimensionato su 5.490 abitanti teorici corrispondente ad una parametro di mq/abitanti ( 124581 /5.490) pari a 22,69 mq/ab.

Appare corretto calcolare in conformità a tali obiettivi la volumetria prevista dal piano, che viene determinata considerando:

- la volumetria realizzabile all’interno dei previsti ambiti di completamento; - la volumetria realizzabile all’interno degli ambiti di trasformazione;

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- il volume recuperabile all’interno del centro storico; - il volume recuperabile all’interno del tessuto consolidato; - la volumetria realizzabile attraverso i piani in itinere;

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1 - STIMA DELLA POTENZIALITA’ INSEDIATIVA DEGLI AMBITI DI COMPLETAMENTO RESIDENZIALI SOGGETTI A PERMESSO DI COSTRUIRE CONVENZIONATO O PIANO ATTUATIVO

n. Superficie Indice volume s.l.p. Attrezzature Tipologia intervento Abitanti territoriale territoriale (It) mc mq pubbliche e di insediabili (St) mq mc/mq residenziale interesse pubblico n. Indice previste in cessione Utilizzazione mq territoriale (Ut) mq/mq AC1 2380 0,50 (Ut) -- 1190 150 mq per Produttivo -- parcheggio AC2 1570 0,80 (It) 1256 100 mq per Residenziale 8 parcheggio AC3 2600 -- 800 Residenziale 5 AC4 2460 0,80 (It) 1968 Residenziale 13 AC5 3570 0,80 (It) 2856 Residenziale 19 AC6 2430 0,80 (It) 1944 Residenziale 13 AC7 1700 0,80 (It) 1360 Residenziale 9 AC8 1780 0,80 (It) 1424 Residenziale 9

AC9 2560 0,80 (It) 2048 180 mq per Riconversione d’uso da 14 parcheggio produttivo a residenziale AC11 2300 0,80 (It) 1840 Da definire in 5 convenzione Totale 21130 -- 13656. 1190 430 mq 90

21.650 14.072 86

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2 - STIMA DELLA POTENZIALITA’ INSEDIATIVA DEGLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE RESIDENZIALI n. Superficie Indice Volume Aree infrastrutture Attrezzature pubbliche Tipologia Abitanti territoriale territoriale mc viarie e di interesse pubblico intervento insediabili (St) mq (It) mq previste in cessione n. mc/mq mq AT1 3.000 1,00 3.000 Adeguamento strada -- residenziale 20 collegamento tra Via Buzzetti e Via Montello AT4 5.350 FISSA 5.700 Sistemazione strada 650 mq per parcheggi residenziale 38 interna AT5 3980 1,00 3980 Sistemazione strada 600 mq per parcheggi residenziale 27 accesso AT6 8.450 1,00 8.450 -- 850 mq per parcheggi residenziale 56

AT9 9.400 0,60 5.640 -- 2000 mq per verde residenziale 38 pubblico; 850 mq per parcheggi Tot. 4950 mq 179 30180 26.770

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3 - INDIVIDUAZIONE DEGLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE PRODUTTIVI TERZIARI E COMMERCIALI n. Superficie Indice s.l.p. mq Volume Aree infrastrutture Attrezzature Abitanti Tipologia intervento territoriale territoriale residenziale viarie pubbliche e di insediabili (St) mq (It) mc mq interesse n. mc/mq pubblico previste in cessione mq AT2 2.200 -- 1.300 mq. -- (*) produttivo AT7 7.200 (*) (*) -- (*) (*) area per distributore di carburante AT8 4.600 1.400 mq. -- -- (*) produttivo AT11 11.700 -- 500 mq. destinazione 5.500 -- 1.500 mq per 37 terziario; commerciale e terziaria; parcheggi commerciale; residenziale Tot. 25700 5500 1500 37

(*) Da definire in sede di convenzione sulla base della proposta progettuale tenendo conto che: . La superficie da destinare a servizi per gli insediamenti a carattere industriale o ad essi assimilabili e produttivi non può essere inferiore al 10% della St destinata a tale insediamento, di cui almeno il 50% da destinare a parcheggi pubblici o di uso pubblico. . La superficie da destinare a servizi per insediamenti a carattere terziario – direzionale e a carattere commerciale e per pubblici esercizi non può essere inferiore al 100% della s.l.p. prevista di cui almeno il 50% da destinare a parcheggi pubblici o di uso pubblico.

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4 - PIANI IN ITINERE RESIDENZIALI Denominazione Superficie Volume Aree infrastrutture viarie mq Attrezzature pubbliche Abitanti territoriale mc e di interesse pubblico insediabili (St) mq previste in cessione n. mq Comparto di 6.496,32 5.844 Tratto di nuova strada di collegamento 591,17 mq. 39 perequazione tra Via Puccini e Via I° Maggio (mq. Parcheggio pubblico (CP1) di Via 1.258,83); nuova strada interna al PL e Puccini e Via I° in collegamento con tratto privato di Via Maggio Puccini a fondo cieco. Comparto di 11.075 9.967,50 Tratto di nuova strada interna e tratto di mq. 4.890 per 66 perequazione nuova strada esterna (ml. 45) per creare realizzazione giardino (CP5) di Via il collegamento con Via Da Vinci pubblico Donatori di Parcheggi pubblici Sangue Pista ciclabile Totale -- 15.811,50 -- -- 105

9.967,50 66

5 - PIANI IN ITINERE PRODUTTIVI Denominazione Superficie s.l.p. mq Aree infrastrutture viarie Attrezzature pubbliche Tipologia territoriale mq e di interesse pubblico intervento (St) mq previste in cessione mq Piano attuativo 37.767,53 17.959,68 Nuovo tratto di strada comprensivo di 1.944 mq. area a produttivo artigianale di rotatoria completo di fognatura, acque verde pubblico Via Piave – Via bianche, acque nere, asfaltatura, Morandi sottoservizi (Enel, metano, acqua, illuminazione), aree verdi, parcheggi pubblici.

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Pertanto la volumetria realizzabile a livello residenziale prevista negli ambiti di trasformazione e di completamento sarà pari a mc 45.926 46.942 a cui corrisponde un incremento complessivo di 306 306 abitanti teorici. A tale capacità insediativa va aggiunto il potenziale numero di abitanti insediabili all’interno del tessuto urbano consolidato. Premesso che gli interventi consentiti nell’ambito del tessuto consolidato non potranno essere realizzati in tutti i lotti interclusi anche parzialmente liberi, sia a causa dell’assetto delle proprietà, sia per la conformazione dei suoli, sia per la necessità di rispetto delle distanze minime di legge, nonché dei parametri di rapporto di copertura, si è effettuato un calcolo per singolo lotto della possibilità edificatoria; da tale analisi discende che il numero degli abitanti insediabili nel tessuto consolidato non supererà le 90 unità (pari a circa 13.500 mc).

Occorre inoltre considerare gli edifici esistenti nel centro storico, si ritiene potrà essere realizzato dal recupero di parte delle abitazioni non occupate presenti nel centro storico, corrispondenti in linea di massima ad una parte di quelle attualmente sfitte, il che determina un incremento di circa 50 abitanti teorici (pari a circa 7.500 mc).

A tali valutazioni vanno aggiunti gli abitanti che si andranno ad insediare a completamento dei piani attuativi in itinere che corrispondono a 66 105 unità per circa 10.000 16.000 mc. La verifica effettuata, che prevede un incremento di circa 512 575 unità, risulta in linea con le previsioni di sviluppo insediativo e l’andamento demografico che registra un costante anche se contenuto incremento.. L’incremento complessivo previsto corrisponde alla somma del volume di nuova edificazione e di recupero dell’esistente nei nuclei storici, pari a 82.926 mc (dei quali circa 16.000 già in fase di realizzazione attraverso i piani in itinere) in linea con la previsione di incremento del fabbisogno residenziale di circa 580 abitanti corrispondenti a 87.000 mc.

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Estratto relazione Piano dei Servizi con evidenziate le modifiche

Si riporta qui di seguito un estratto del testo della relazione del Piano dei servizi relativa alle parti i che sono state interessate dalla variante.

Vengono evidenziate in rosso le parti di nuova introduzione e barrate quelle eliminate

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Capitolo 2. Apparato conoscitivo: la dinamica demografica e la qualità, nonché la fruibilità e la accessibilità dei vari sistemi di servizi.

Il Piano dei Servizi definisce lo sviluppo e l’integrazione dei servizi esistenti e le loro modalità di intervento anche in relazione alle previsioni di sviluppo demografico del territorio; per questa ragione, si è analizzata la dinamica demografica

2.1. La dinamica demografica

POPOLAZIONE NEGLI ULTIMI 5 ANNI

DATA N. ABITANTI NUCLEI FAM. 31/12/2005 4.790 1.903 31/12/2006 4.774 1.918 31/12/2007 4.860 1.956 31/12/2008 4.917 1.983 31/12/2009 4.938 1.995 31/12/2010 4.944 1.988

COMPOSIZIONE DELLA POPOLAZIONE PER CLASSI DI ETA’ 2009

ETA’ MASCHI FEMMINE TOTALE Da 0 a 6 anni 152 134 286 Da 7 a 14 anni 225 180 405 Da 15 a 29 anni 357 346 703 Da 30 a 65 anni 1305 1355 2660 Oltre 65 anni 375 509 884 Totale 2414 2524 4938

VARIAZIONI ANAGRAFICHE INTERVENUTE NELL’ANNO 2009

VARIAZIONI MASCHI FEMMINE TOTALE Nati 26 24 50 Morti 18 21 39 Immigrati 79 88 167 Emigrati 76 81 157

Nel Documento di Piano è stato stimato che la previsione di incremento delle famiglie per il 2020 è di 245 unità; a tale valore corrisponde 580 abitanti (245x 2,37 composizione media famiglia) che aggiunti a quelli attualmente residenti, determina una stima dei residenti al 2020 di 5.524 abitanti.

Abitanti registrati alla fine del 2010 4.944 Totale abitanti stimati al 2020 5.524

2.2. La dotazione dei servizi esistenti.

Circa i criteri generali di valutazione della domanda e della offerta di servizi, ai fini della predisposizione e della attuazione del piano dei servizi, la valutazione della domanda e della offerta di servizi presuppone:

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a) l’analisi dello stato di fatto delle aree e delle strutture esistenti e confermate nel piano dei servizi, con la relativa identificazione cartografica, al fine di verificare la consistenza dei servizi (localizzazione, proprietà, caratteristiche tipologiche, strutturali e quantitative) e la loro effettiva fruibilità, accessibilità e modalità d’uso; b) la proposta degli interventi di riqualificazione progettuale, con la relativa individuazione cartografica. I servizi sono distinti in dotazioni residenziali e dotazioni non residenziali; in particolare si distingue in: a) sistema delle attrezzature di interesse comune (sanitarie, socio-assistenziali, amministrative pubbliche, ricreative e culturali, religiose); b) sistema delle attrezzature per spazi pubblici per il gioco e lo sport; c) sistema dell’edilizia sociale; d) sistema della sosta. Le tipologie dei sistemi di servizi sono: asilo nido; scuola materna; scuola elementare; scuola media; attrezzature amministrative; biblioteca; strutture socio assistenziali; attrezzature per gli anziani; poste; attrezzature religiose; verde attrezzato; attrezzature sportive; servizi per l’edilizia sociale; strutture residenziali pubbliche e convenzionate; servizi per le mobilità veicolare e protetta; aree di sosta; percorsi ciclo pedonali. L’analisi delle dotazioni esistenti e confermate è necessaria per la valutazione della dotazione e della funzionalità fornite dalle attrezzature pubbliche localizzate nel territorio comunale. L’analisi integrata sia delle aree che degli edifici sedi di servizi consente una migliore valutazione del rapporto esistente tra spazio e attività e, quindi, eventuali programmi di adeguamento e di riqualificazione delle attrezzature esistenti. A tal fine, si è analizzata la consistenza dei servizi (localizzazione, proprietà, caratteristiche tipologiche, strutturali e quantitative) e la loro effettiva fruibilità da parte dei cittadini, valutandone soprattutto l’accessibilità e le modalità d’uso.

2.3. Gli standard attuati dal Piano vigente: lettura quantitativa

Con una analisi puntuale e riportata nella seguente tabella, sono state verificate le aree per attrezzature e servizi pubblici, previste dal Piano ed attuate completamente o parzialmente dalla amministrazione comunale. Da ciò discende che il comune, per attrezzature pubbliche, di interesse residenziale, ha già acquisito 79.552 mq di aree, che per la maggior parte sono state attrezzate. Sono da considerarsi inoltre, come attrezzature residenziali, anche quelle religiose o assistenziali di proprietà privata, ma di uso pubblico, che ammontano a 12.399 mq. Complessivamente a livello di attrezzature pubbliche o di uso pubblico disponibili sul territorio sono da considerarsi 91.951 mq.

Proprietà Superficie Proprietà Elenco privata Descrizione (mq) comunale (mq) (mq) SERVIZI PUBBLICI I1 305 305 0 Municipio, Piazza Mazzini I2 342 342 0 Biblioteca - ambulatori, Via Manzoni I3 4694 4694 0 Ex casa del fascio, Via Manzoni I4 315 315 0 Farmacia, Via Porta I5 544 544 0 Piazza attrezzata, Piazza libertà I6 236 236 0 Posta, Via F.lli Rosselli I7 10123 10123 0 Cimitero, Via Rimembranze I8 363 0 363 Circolo cooperativa pro casa del popolo, Via Magenta I9 151 0 151 Circolo soc. circolo familiare di Traviano, Via Santa Croce I10 94 94 Circolo ACLI, Via Manzoni tot 17167 16559 608

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EDIFICI SCOLASTICI S1 16202 16202 0 Scuola media con palestra, Via Macchi S2 9905 9905 0 Asilo, Via Verdi S3 4142 4142 0 Scuola elementare, Via Macchi tot 30249 30249 PARCHEGGI PUBBLICI ESISTENTI P2 144 144 0 Parcheggio, Via Leonardo da Vinci P3 27 27 0 Parcheggio, Via Leonardo da Vinci P4 177 177 0 Parcheggio, Via Leonardo da Vinci P6 774 774 0 Parcheggio, Via Rimembranze P8 188 188 0 Parcheggio, Piazza libertà P9 199 199 0 Parcheggio, Via Santa Croce P10 90 90 0 Parcheggio, Via Porta P11 238 238 0 Parcheggio, Via Solferini P12 163 163 0 Parcheggio, Via Milano P13 372 372 0 Parcheggio, Piazza Rodari P14 51 51 0 Parcheggio, Piazza Cavour P15 58 58 0 Parcheggio, Piazza Cavour P16 92 92 0 Parcheggio, Piazza Cavour P17 129 129 0 Parcheggio, Piazza Rodari P18 37 37 0 Parcheggio, Piazza Cavour P19 56 56 0 Parcheggio, Via Gorizia P20 116 116 0 Parcheggio, Piazza Mazzini P21 43 43 0 Parcheggio, Via Garibaldi P22 153 153 0 Parcheggio, Via Manzoni P23 77 77 0 Parcheggio, Via Manzoni P24 71 71 0 Parcheggio, Via Manzoni P26 262 262 0 Parcheggio, Via Cesare Pavese P28 31 31 0 Parcheggio, Via Manzoni P29 91 91 0 Parcheggio, Via Garibaldi P30 22 22 0 Parcheggio, Via Garibaldi P31 37 37 0 Parcheggio, Via Largo Europa P32 290 290 0 Parcheggio, Via Diaz P33 114 114 0 Parcheggio, Via Diaz P34 934 934 0 Parcheggio, Via Cesare Pavese P35 93 93 0 Parcheggio, Via Castiglioni P36 151 151 0 Parcheggio, Via Milano P37 1776 1776 0 Parcheggio, Via Macchi P38 107 107 0 Parcheggio, Via Piave P39 245 245 0 Parcheggio, Via Puccini P40 796 796 0 Parcheggio, Via Macchi P41 146 146 0 Parcheggio, Piazza Rodari P42 140 140 0 Parcheggio, Via Milano P43 86 86 0 Parcheggio, Via Trenca P44 246 246 0 Parcheggio, Via Solferini P45 1260 1260 0 Parcheggio, Via Maggiolino tot 10082 10082 0 PARCHEGGI PUBBLICI A SERVIZIO DEL PRODUTTIVO 862 862 P27 0 4013 4013 Parcheggio, Via Montello

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862 862 tot 0 4013 4013 PARCHEGGI PRIVATI AD USO PUBBLICO P1 135 0 135 Parcheggio, Via Leonardo da Vinci P5 121 0 121 Parcheggio, Via Palani P7 65 0 65 Parcheggio, Via Caseé P25 387 0 387 Parcheggio, Via Manzoni P46 210 0 210 Parcheggio, Via Castiglioni P47 50 0 50 Parcheggio, Via pascoli P48 380 0 380 Parcheggio, Via Puccini P49 200 0 200 Parcheggio, Via Vittorini P50 100 0 100 Parcheggio, Via Diaz tot 1648 0 1648 ALTRE PROPRIETA' COMUNALI L1 2747 2747 0 Villa Menni, Via Garibaldi L2 3000 3000 0 Area comunale L3 2318 2318 0 Area soggetta a diritto di superficie, Via Puccini L4 196 196 0 Box comunali, Via Manzoni L5 1944 1944 0 Area di proprietà comunale da attrezzare, Via Piave Area di proprietà comunali, Via L6 3290 3290 0 Magenta 13495 13495 tot 0 11177 11177 ATTREZZATURE PER IL VERDE IL GIOCO E LO SPORT V1 9583 9583 0 Campo da gioco, Via Macchi V2 2253 2253 0 Area verde, Via Castiglioni V3 276 276 0 Area comunale, Via Baraggia V4 1084 1084 0 Parco giochi, Via Leonardo da Vinci V5 8396 8396 0 Area verde Campo da gioco polivalente, Via V6 800 800 0 Macchi V7 270 270 0 Area verde, Via Leonardo da Vinci tot 22662 22662 0 ATTREZZATURE RELIGIOSE AR1 1175 0 1175 Chiesa, Piazza Mazzini AR2 1492 0 1492 Chiesa, Via Santa Croce AR3 44 0 44 Chiesa, Via Baracca AR4 6543 0 6543 Oratorio, Via Garibaldi AR5 889 0 889 Oratorio, Piazza Libertà tot 10143 10143

2.4. I servizi esistenti: lettura qualitativa

A) strutture scolastiche.

Da un’analisi eseguita dalla Provincia di Varese nell’ambito territoriale di costituito da 13 comuni con una popolazione pari a 50.203 (dato 1/1/07) sono ubicati dieci asili nido, ventuno scuole dell’infanzia, quattordici scuole

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Comune di CARONNO VARESINO - Piano di Governo del Territorio RELAZIONE ILLUSTRATIVA DI VARIANTE N.2/2016 luglio 2017 primarie e otto scuole secondarie di primo grado.

Comune Asili nido Scuole per Scuole Scuole Sec. infanzia primarie Di 1° grado Azzate 1 1 1 1 Brunello 1 1 -- -- 1 1 1 1 Carnago 1 2 1 --- Caronno V. 1 1 1 1 -- 2 1 -- Castronno 1 1 2 1 Crosio della ------Valle 1 1 1 -- Gazzada 1 2 2 1 Morazzone -- 1 1 1 1 4 2 1 Sumirago 1 4 1 1

Scuola dell’Infanzia La scuola dell’infanzia è ubicata ini 12 comuni dell’ambito territoriale con almeno 1000 residenti, tranne che per il comune di . L’attività didattica si svolge nell’arco della giornata dalle 8.30 alle 16.00 e tutte le scuole, ad esclusione di quella di Montonate (Mornago), hanno il pre scuola dalle 7.30 fino all’avvio dell’attività didattica, mentre solo 9 hanno il dopo scuola (Azzate, Buguggiate, Carnago, Caronno Varesino, Casale Litta, Castronno, Daverio e Gazzada -2 scuole-). La chiusura estiva, per quasi la totalità delle scuole, comprende i mesi di luglio e di agosto; va però rilevato che nove scuole offrono un servizio ricreativo diurno nel mese di luglio.

Scuola Primaria La scuola primaria ha sede presso undici dei tredici comuni, ne sono privi Crosio della Valle e Brunello. L’attività didattica si colloca fra le 8.00 e le 13.00. In tutte le scuole è previsto almeno un rientro pomeridiano. Tutte le scuole, ad eccezione della “Marconi” di Castronno, hanno il pre- scuola,mentre il doposcuola non è presente nelle scuole di Casale Litta, Castronno (Marconi), Mornago (entrambe) e Sumirago. Il sabato risulta libero da attività didattiche, tranne per la primaria di Caronno Varesino che prevede tre aperture annuali. Nel periodo estivo, ad esclusione della sola scuola di Caronno Varesino, non risultano attivi centri ricreativi diurni; sono gli oratori o strutture private che intervengono a garantire il servizio di aggregazione e custodia nei confronti dei bambini. La mensa e il trasporto sono servizi erogati in tutte le scuole censite.

Scuola Secondaria di Primo Grado La scuola secondaria di primo grado è presente nei comuni con almeno tremila abitanti. L’attività didattica impegna i ragazzi e le ragazze a partire dalle 8.00 fino alle ore 13.00; i rientri sono mediamente due con un impegno orario di tre ore per ogni rientro, inoltre sei scuole su otto hanno attività didattica il sabato mattina (una prevede solo qualche rientro annuo e un’altra non ne effettua). Il pre scuola è previsto nelle scuole di Azzate, Caronno Varesino, Gazzada, Mornago e Sumirago, mentre il dopo scuola è erogato nelle scuole di Gazzada Schianno e di Castronno (qui però solo per le classi prime). Rispetto al 2005 vi sono ben tre scuole in più che hanno iniziato a prestare il servizio di pre scuola. Nel periodo estivo unica opportunità di aggregazione, è per i ragazzi delle scuole secondarie di primo grado l’oratorio estivo o l’attività organizzata da associazioni di volontariato. Il trasporto è garantito per tutti i plessi scolastici, ad esclusione di quello di Buguggiate, così pure la mensa.

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Premesso un inquadramento generale sul sistema territoriale esistente del servizio scolastico sono state esaminate le informazioni raccolte relative a tutte le strutture scolastiche pubbliche presenti sul territorio comunale

. Scuola materna non statale parrocchiale

Sita in via Marconi, 9 La scuola è frequentata da circa 110 -120 bambini Capacità aggregativa (numero dei bambini iscritti negli ultimi cinque anni e indicazione della loro provenienza)

N. ISCRITTI 2006/2007 = 119 (di cui 10-15 provenienti da altri comuni) N. ISCRITTI 2007/2008 = 120 (di cui 10-15 provenienti da altri comuni) N. ISCRITTI 2008/2009 = 118 (di cui 10-15 provenienti da altri comuni) N. ISCRITTI 2009/2010 = 102 (di cui 10-15 provenienti da altri comuni) N. ISCRITTI 2010/2011 = 112 (di cui 10-15 provenienti da altri comuni)

Le classi presenti nell’ultimo quinquennio sono le seguenti: 2006/07=5 2007/08=5 2008/09=5 2009/10=5 2010/11=5 Le attrezzature disponibili comprendono:SALA DA PRANZO - N. 5 AULE, CORRIDOIO, ATRIO

Il personale di assistenza è costituito da: 7 insegnanti e un direttore

I servizi presenti sono: mensa, servizio pre-scuola, dopo scuola, area attrezzata verde, servizio scuola bus

. Scuola elementare “ Luigi Sacco”

L'attuale edificio scolastico sito in Via Macchi fu inaugurato il 30 ottobre 1932, dopo solo un anno dall'inizio dei lavori. A partire dal 1949 ospitò, per pochi anni, anche gli uffici comunali. Di recente è stato oggetto di grandi lavori di ristrutturazione e di adeguamento. La scuola è intitolata a Luigi Sacco (Varese 1769/ Milano 1836), medico, igienista che si interessò anche di economia. Scrisse una "Memoria sul Vaccino", dove difendeva la validità del vaccino antivaioloso, la cui applicazione incontrava ancora molte resistenze. - sezioni presenti e numero di classi = 3 sezioni e 11 classi Capacità aggregativa (numero dei bambini iscritti negli ultimi cinque anni e indicazione della loro provenienza) N. ISCRITTI 2006/2007 = 197 (di cui 21 provenienti da altri comuni) N. ISCRITTI 2007/2008 = 217 (di cui 19 provenienti da altri comuni) N. ISCRITTI 2008/2009 = 225 (di cui 19 provenienti da altri comuni) N. ISCRITTI 2009/2010 = 233 (di cui 19 provenienti da altri comuni) N. ISCRITTI 2010/2011 = 236 (di cui 20 provenienti da altri comuni)

La distribuzione degli alunni nell’anno scolastico 2010 è la seguente: 237 alunni, così distribuiti:

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Classi

Sezioni Alunni Maschi Femmine

1^A 22 12 10

2^A 18 9 9

3^A 22 14 8

4^A 20 8 12

5^A 24 14 10

1^B 22 11 11

2^B 17 9 8

3^B 24 14 10

4^B 25 15 10

5^B 25 14 11

2^C 18 10 8

Le classi presenti nell’ultimo quinquennio sono le seguenti: 2006/07=10 2007/08=10 2008/09=10 2009/10=11 2010/11=11

Le attrezzature disponibili comprendono: laboratorio di informatica

L’ Ente Gestore è l’Istituto Comprensivo Statale "E. De Amicis", di Castronno (VA), le attività proposte dalla scuola ai ragazzi sono quelle di: laboratorio di psicomotricità, laboratorio di manualità "Pasticciarte", animazione alla lettura, laboratorio linguistico ed artistico, laboratorio logico-matematico, laboratorio di educazione alimentare; mentre quelle proposte ai genitori sono l’adesione progetto "METE" La famiglia protagonista del bene, conferenze organizzate dall'Associazione Coscienza e Salute con il supporto del CONACREIS Lombardia, collaborazione feste.

I servizi presenti: - Pre-scuola: Gestito dal Comune di Caronno Varesino dalle ore 7.30 alle 8.05 nei giorni dal lunedì al venerdì; - Dopo-scuola: Gestito dal Comune di Caronno Varesino dalle ore 13.10 alle 18.00 nei giorni dal lunedì al venerdì, mercoledì dalle ore 16.15 alle 18.00; - Mensa: Gestita dal Comune di Caronno Varesino - Trasporto: Gestito dal Comune di Caronno Varesino.

Nel periodo estivo è disponibile il centro estivo/centro ricreativo diurno. Nella scuola lavorano 20 docenti.

. scuola secondaria di 1° grado "Macchi"

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La scuola è localizzata in Via Diaz 9. L’ Ente Gestore è l’Istituto Comprensivo Statale "E. De Amicis", di Castronno (VA), Le attività proposte sono: attività opzionali (laboratori espressivo-creativi, sportivi, linguistici, musicali), progetti di educazione stradale e progetto alimentare; mentre quelle proposte ai genitori sono l’adesione progetto "METE" La famiglia protagonista del bene, conferenze organizzate dall'Associazione Coscienza e Salute con il supporto del CONACREIS Lombardia, collaborazione feste.

Capacità aggregativa (numero dei bambini iscritti negli ultimi cinque anni e indicazione della loro provenienza) N. ISCRITTI 2006/2007 = 110 (di cui 9 provenienti da altri comuni) N. ISCRITTI 2007/2008 = 106 (di cui 6 provenienti da altri comuni) N. ISCRITTI 2008/2009 = 115 (di cui 9 provenienti da altri comuni) N. ISCRITTI 2009/2010 = 124 (di cui 10 provenienti da altri comuni) N. ISCRITTI 2010/2011 = 136 (di cui 13 provenienti da altri comuni)

Le classi presenti nell’ultimo quinquennio sono le seguenti: 2006/07=6 2007/08=6 2008/09=6 2009/10=6 2010/11=6 Le attrezzature disponibili comprendono: laboratorio di arte e immagine, di musica, di informatica, di scienze, biblioteca e palestra

I servizi presenti: - Pre-scuola: Gestito da: Comune di Caronno Varesino; - Dopo-scuola: presente con patrocinio del Comune; - Mensa: Gestita da: Ass. Comunale, CCSS, Ditta Appaltatrice e Docenti per sorveglianza - Trasporto: Gestito da: Amministrazione Comunale. Nella scuola lavorano 21 docenti.

B) attrezzature collettive: comprendono quelle amministrative, culturali, religiose socio assistenziali. In particolare le:

- attrezzature amministrative sono costituite da:

. municipio L’indirizzo della sede è in P.zza Mazzini Attrezzature disponibili: locali vari ad uso ufficio, sala consiglio e servizi. Sono impiegate nei vari uffici: ragioneria, protocollo, tributi, demografici, ecc. circa 15 persone. Sono state segnalate le seguenti carenze in termini di accessibilità: non esiste la possibilità d’accesso ai portatori di handicap alla sala consigliare per la mancanza di un elevatore.

. Edificio polifunzionale (biblioteca, ambulatori, sede associazioni, box auto) via Manzoni In tale edificio sono presenti vari servizi. La biblioteca è aperta a tutti i cittadini anche non residenti. Sono state segnalate le seguenti carenze in termini carenza di spazi in quanto per la parte che riguarda il servizio medico non risultano sufficientemente adeguati a livello di superficie.

. Farmacia - indirizzo: Via Volta

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La farmacia è gestita da un operatore privato

. Ufficio postale - indirizzo della sede: Via F.lli Rosselli - descrizione del servizio: accettazione conti correnti raccomandate, assicurate, pacchi - numero di componenti: 4 - attrezzature disponibili: PC, stampante, server monitor - carenze segnalate o rilevate: Accessibilità: buona; stato di manutenzione: sufficiente

- attrezzature religiose sono costituite da:

. Chiesa di San Vincenzo Martire La chiesa sita in piazza Mazzini costruzione del 1600 dove è da segnalare un affresco raffigurante la Crocifissione, una tela con San Carlo dipinta dal Morazzone ed un altare barocco.

. Oratorio di Caronno con campo sportivo sito in via Macchi

Il centro è dotato dei seguenti impianti sportivi: campo di calcio, campo pallacanestro e campo di pallavolo.

. Chiesa di San Cristoforo in località Travaino

. edificio pluriuso e campo sportivo (Travaino) sito in Via Santa Croce

. Chiesa di San Michele a Palani Via Baracca

. Chiesa di San Giovanni Bosco con oratorio Via Garibaldi 11

. Chiesa di Cristo Re

. Oratorio femminile e scuola materna Cristo Re di Via Marconi 9

. Cimitero sito in via Rimembranze

Attrezzature socio assistenziali

Nel sopraccitato studio fatto dalla Provincia di Varese risulta che gli asili nido presenti nell’ambito territoriale di Azzate sono dieci di cui tre sono micro nidi, uno è aziendale ed uno è un nido famiglia. Rispetto al 2005 sono stati aperti un nido privato e un nido famiglia; inoltre, sempre in riferimento ai dati del 2005, la capienza di alcuni nidi è aumentata, cosicché si è passati dai 138 posti disponibili su tutto l’ambito ai 221, arrivando a coprire il 14,35% della popolazione compresa tra gli 0 e i 2 anni. L’orario del servizio è garantito in quasi tutte le strutture a partire dalle 7.30 fino alle 17.30 - 18.30. Dai dati disponibili solo due asili accolgono i bambini dai tre mesi (Asilo Comunale di Carnago e nido famiglia di Daverio). I costi vengono determinati, negli asili comunali, in base al reddito; i nidi privati, differentemente, stabiliscono l’importo delle rette facendo riferimento alla durata del servizio.

A Caronno Varesino si trovano:

. centro prima infanzia "stella stellina"

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Ubicato in via Solferino, 7 è aperto da lunedì a venerdì dalle ore 8.00 alle 12.30. il servizio si rivolge ai bambini/e da 1 a 3 anni ed il numero dei posti disponibile è di 15. Il servizio offre la possibilità di effettuare part-time con orari flessibili (frequenza tutti i giorni, frequenza tre giorni alla settimana, frequenza a ore). Il centro è gestito dalla Sig.ra Cavalli Franca, di Morazzone. i servizi presenti sono: - angolo per merende fornito di forno a microonde e frigorifero; - apertura il mese di luglio se pervengono sufficienti richieste; - incontri di formazione per i genitori sui temi della prima infanzia; - laboratori creativi di costruzione giochi per genitori; - la struttura possiede un giardino attrezzato per l'attività all'aperto.

. A.V.I.S. associazione volontari italiani sangue - Sita in via Alessandro Manzoni 8, l'Avis è un'associazione di volontariato (iscritta nell'apposito registro regionale e disciplinata dalla legge 266/91) costituita tra coloro che donano volontariamente, gratuitamente, periodicamente e anonimamente il proprio sangue. E' un associazione apartitica, aconfessionale, senza discriminazione di razza, sesso, religione, lingua, nazionalità, ideologia politica ed esclude qualsiasi fine di lucro e persegue finalità di solidarietà umana. Fondata a Milano nel 1927 dal dott. Vittorio Formentano, costituitasi ufficialmente come Associazione Volontari Italiani del Sangue nel 1946, riconosciuta nel 1950 con una legge dello Stato Italiano, l'AVIS è oggi un ente privato con personalità giuridica e finalità pubblica e concorre ai fini del Servizio Sanitario Nazionale in favore della collettività. Fonda la sua attività istituzionale ed associativa sui principi costituzionali della democrazia e della partecipazione sociale e sul volontariato quale elemento centrale e strumento insostituibile di solidarietà umana. Gli scopi dell'associazione fissati dallo Statuto erano e sono: venire incontro alla crescente domanda di sangue, avere donatori pronti e controllati nella tipologia del sangue e nello stato di salute, lottare per eliminare la compravendita del sangue, donare gratuitamente sangue a tutti, senza alcuna discriminazione. All'AVIS possono aderire gratuitamente sia coloro che donano volontariamente e anonimamente il proprio sangue e sia coloro che, pur non potendo per motivi di inidoneità fare la donazione, collaborano però gratuitamente a tutte le attività di promozione e organizzazione. L'AVIS è una Associazione di volontari: volontari sono i donatori e volontari sono i suoi dirigenti. L'AVIS è presente su tutto il territorio nazionale con una struttura ben articolata, suddivisa in sedi Comunali, Provinciali, Regionali e l'AVIS Nazionale, il cui organo principale è il Consiglio Nazionale. Il punto di raccolta del sangue è l'A.O. Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi di Varese. Iscritta alla Sezione F delle Associazioni di Promozione Sociale del Registro Provinciale delle Associazione senza scopo di lucro (L.R. 1/2008).

. centro di assistenza sociale Il centro presente nell’edificio comunale di piazza Mazzini, 2 offre i seguenti servizi:

- Servizio assistenza domiciliare; - Assistenza domiciliare minori su progetto; - Trasporti disabili e anziani;

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- Televita; - Infermiera a domicilio; - Prescuola e doposcuola elementari; - Mensa scolastica; - Soggiorni climatici anziani.

. fondazione aiutiamoli a vivere - Via Garibaldi, 9 c/o casa parrocchiale Si tratta di un'associazione di cooperazione e solidarietà internazionale, che attua campagne di informazione e sensibilizzazione ed aiuto economico all'estero. Iscritta al Registro del volontariato (L.R. 22/93), ONLUS.

. good samaritan – onlus - Via Manzoni, 8 "Good Samaritan - ONLUS" è un'Associazione per la cooperazione internazionale e il sostegno a distanza e svolge l'attività di aiuto ai Paesi in via di sviluppo. L'Associazione, costituita con la volontà di dare risposte concrete alle problematiche legate alla diffusione dell'AIDS, ha scelto di privilegiare il supporto ai bambini orfani o figli di malati di AIDS affinchè essi possano vedere riconosciuto il loro diritto fondamentale all'istruzione. Oltre all'impegno umanitario, l'attenzione è rivolta anche al rispetto dei diritti umani. Iscritta al Registro del Volontariato (L.R. 22/93), ONLUS.

. sportello immigrati - Via Garibaldi 7 Lo sportello immigrati ha lo scopo di informare ed orientare in modo omogeneo la popolazione immigrata sui propri diritti e doveri, sulle modalità di accesso ai servizi territoriali e sulle procedure ed opportunità per l'inserimento nel mondo del lavoro. Lo sportello fornisce, inoltre, assistenza, anche a cittadini italiani, per il disbrigo di pratiche amministrative finalizzate alla regolarizzazione della posizione dei cittadini stranieri presenti in Italia.

Esistono inoltre i seguenti centri di servizio ed aggregazione e circoli che pur essendo di proprietà privata assolvono alla funzione pubblica o di uso pubblico:

. Circolo ACLI – via Manzoni ang. via Garibaldi

. Circolo ARCI – via Puccini

. Circolo “Cooperativa pro casa del popolo soc. coop. a.r.l.”– via Magenta

. Circolo “Soc. circolo familiare di Travaino” – via Santa Croce C) servizi per il verde e per lo sport: il comune di Caronno Varesino è dotato delle seguenti attrezzature:

Nel territorio comunale l’area di maggiore rilevanza nel settore verde e sport risulta essere quella attrezzata con campo di calcio facente parte del complesso scolastico delle scuole medie. in via Macchi esiste un parco giochi che attualmente viene utilizzato anche come area per le feste.

D) aree per la sosta

Da un'indagine svolta dal comando di Polizia Municipale del comune, è risultato che quasi tutte le vie del comune dispongono di aree in grado di soddisfare la domanda della sosta dei residenti. Il sistema della sosta e della localizzazione è valutato a livello quantitativo sufficiente e la distribuzione consente un livello qualitativo soddisfacente, anche se in certi orari di punta, la disponibilità per i fruitori temporanei risulta ridotta, in quanto i residenti occupano per

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Comune di CARONNO VARESINO - Piano di Governo del Territorio RELAZIONE ILLUSTRATIVA DI VARIANTE N.2/2016 luglio 2017 lunghi periodi spazi che oltre ad essere più prossimi alle loro residenze risultano anche al servizio di attrezzature pubbliche. Alcuni problemi si rilevano invece per la sosta nelle vicinanze della scuola materna, visto che gli orari di entrata e di uscita dei bambini sono molto prolungati determinando così una difficoltà di gestione della via Marconi. Occorre tenere presente che il mezzo quasi esclusivamente utilizzato dai residenti per gli spostamenti sia all’interno che all’esterno del comune è quello privato; pochi sono coloro che utilizzano la bicicletta visto l’andamento altimetrico del territorio comunale. La linea di trasporto pubblico su gomma che è strutturata non per il trasporto interno ma per quello di transito, non presenta in generale delle problematiche tranne che viste le carreggiate in alcuni punti un poco strette possono nascere degli intoppi causati dalla irregolare sosta dei veicoli. Merita ricordare a livello di trasporti il servizio del “pedibus” di recente istituzione che coinvolge le famiglie ed un gruppo di circa 50 bambini.

i parcheggi pubblici esistenti sono:

Superficie Elenco Descrizione (mq)

P2 144 Parcheggio, Via Leonardo da Vinci P3 27 Parcheggio, Via Leonardo da Vinci P4 177 Parcheggio, Via Leonardo da Vinci P6 774 Parcheggio, Via Rimembranze P8 188 Parcheggio, Piazza libertà P9 199 Parcheggio, Via Santa Croce P10 90 Parcheggio, Via Porta P11 238 Parcheggio, Via Solferini P12 163 Parcheggio, Via Milano P13 372 Parcheggio, Piazza Rodari P14 51 Parcheggio, Piazza Cavour P15 58 Parcheggio, Piazza Cavour P16 92 Parcheggio, Piazza Cavour P17 129 Parcheggio, Piazza Rodari P18 37 Parcheggio, Piazza Cavour P19 56 Parcheggio, Via Gorizia P20 116 Parcheggio, Piazza Mazzini P21 43 Parcheggio, Via Garibaldi P22 153 Parcheggio, Via Manzoni P23 77 Parcheggio, Via Manzoni P24 71 Parcheggio, Via Manzoni P26 262 Parcheggio, Via Cesare Pavese P28 31 Parcheggio, Via Manzoni P29 91 Parcheggio, Via Garibaldi P30 22 Parcheggio, Via Garibaldi P31 37 Parcheggio, Via Largo Europa P32 290 Parcheggio, Via Diaz P33 114 Parcheggio, Via Diaz P34 934 Parcheggio, Via Cesare Pavese P35 93 Parcheggio, Via Castiglioni P36 151 Parcheggio, Via Milano ARCH. ANNA MANUELA BRUSA PASQUE’ ARCH. MASSIMO MASTROMARINO 209

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P37 1776 Parcheggio, Via Macchi P38 107 Parcheggio, Via Piave P39 245 Parcheggio, Via Puccini P40 796 Parcheggio, Via Macchi P41 146 Parcheggio, Piazza Rodari P42 140 Parcheggio, Via Milano P43 86 Parcheggio, Via Trenca P44 246 Parcheggio, Via Solferini P45 1260 Parcheggio, Via Maggiolino tot 10082

I parcheggi privati ad uso pubblico esistenti sono:

Elenco Superficie (mq) Descrizione

P1 135 Parcheggio, Via Leonardo da Vinci P5 121 Parcheggio, Via Palani P7 65 Parcheggio, Via Caseé P25 387 Parcheggio, Via Manzoni P46 210 Parcheggio, Via Castiglioni P47 50 Parcheggio, Via pascoli P48 380 Parcheggio, Via Puccini P49 200 Parcheggio, Via Vittorini P50 100 Parcheggio, Via Diaz tot 1648

Altre proprietà pubbliche

Immobile denominato “Villa Menni” – via Garibaldi / largo Europa. Corrisponde ad un edificio attualmente non utilizzato, che è stato in parte oggetto di interventi di ristrutturazione.

Boxes comunali (n. 4) – via Manzoni

Magazzino comunale – via Macchi

Chiosco (struttura x feste), area feste e parco giochi – via Macchi

Area pubblica in piazza Rodari

F) Gli impianti tecnologici

Nel territorio sono state rilevate 10.537 mq di aree utilizzate per impianti tecnologici; tra queste ricadono le zone:

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Superficie Superficie proprietà proprietà comunale privata UP1 2793 0 Discarica, Via Macchi UP2 283 0 Acquedotto, Via Fornace UP3 0 771 Pozzo acquedotto, Via Fornace UP4 0 1376 Pozzo acquedotto, Via Fornace UP5 224 0 Cabina elettrica, Via Varese Bacino acquedotto, Via Famiglia UP6 584 0 Bianchi UP7 178 0 Cabina gas, Via Trenca UP8 268 0 Cabina gas, Via Trenca UP9 0 81 Stazione radiobase (Centrale Telecom), Via Rimembranze UP10 1549 0 Bacino acquedotto, Via Carducci (Comune di Carnago) UP11 0 2430 Ex centrale telefonica, Via Papa Giovanni XXIII

G) le attrezzature produttive esistenti Nel territorio non sono state rilevate aree pubbliche al servizio degli impianti produttivi esistenti. Si può fare riferimento ad un comparto che è stato ceduto a seguito del Piano di lottizzazione artigianale Via Piave / Via Morandi di 1944 mq. che dovrà essere attrezzato e all’area contraddistinta con la sigla P27 di 4013 862 mq. in Via Montello destinata a verde e parcheggi. Viene con la variante 2/2016 modificata l’area , mantenendo come servizi 2.625 mq e inserendo in tessuto produttivo la restante area pari a 1388 mq.

Capitolo 3 – Analisi della domanda attuale e futura e della offerta attuale e potenziale di servizi.

3.1. Istruzione

Il sistema dei servizi per l’istruzione presenti sul territorio comprende i seguenti tipi di scuola: asili nido; scuole materne; scuole elementari; scuole medie. Il piano dei servizi attua la normativa vigente in materia di autonomia scolastica, secondo cui la Regione concorre con gli enti locali alla programmazione e all'attuazione delle azioni di integrazione del sistema scolastico. Pertanto, l’amministrazione comunale persegue gli obiettivi di rafforzamento dell’adeguatezza delle strutture, mediante costanti interventi manutentivi e di rafforzamento del materiale didattico e di arredo.

Verifica fabbisogno scolastico

Per verificare la domanda nei servizi scolastici e per l’infanzia è stata considerata la composizione dei 4944 residenti nel 2010, secondo le prime classi di età:

Tot residenti per Nati tipologia scolastica Anno nascita Età nel 2010 Media annuale nell’anno (primarie, secondarie,ecc)

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2010 0 56 2009 1 46 144 48 nido 2008 2 42 2007 3 51 2006 4 43 147 49 materne 2005 5 53 2004 6 50 2003 7 54 2002 8 48 237 47 elementari 2001 9 36 2000 10 49 1999 11 41 1998 12 43 122 41 medie 1997 13 38 1996 14 32 1995 15 32 1994 16 42 179 36 superiori 1993 17 31 1992 18 42

Nel 2010 le classi d’età: dei nati negli anni 2008-09-10 (riferimento quantitativo per il nido) ammonta a 144 residenti; queste classi d’età, tra un decennio saranno il riferimento per la scuola media; i nati negli 2005-06-07 (riferimento per le materne) ammontano a 147 residenti; i nati nel quinquennio tra il 2000 e il 2004 (riferimento per le primarie) sommano a 237 unità.

La domanda dipende dall’evoluzione della popolazione nel medio-lungo periodo, pertanto, in mancanza di stime significative, si può determinare che conformemente alla proiezione generale della popolazione riferendosi all’indice di crescita decennale e tenendo e conto anche dell’andamento delle iscrizioni nei vari livelli scolastici e delle iscrizioni di bambini residenti nei comuni limitrofi.

E’ possibile quindi fare la seguente valutazione:

Classe di età da 0 a 2 anni (2010-2008) è la classe di età che attiva la domanda di asili nido e comunque di servizi per l’infanzia Popolazione 2010:144 popolazione a medio – lungo termine (10 anni): 154

Classe di età da 3 a 5 anni (2007-2005) è la classe di età che attiva la domanda di scuole materne Popolazione 2010: 147 popolazione a medio – lungo termine (10 anni): 158

Classe di età da 6 a 10 anni (2004- 2000) è la classe di età che attiva la domanda di scuole elementari Popolazione 2010: 237 - popolazione a medio – lungo termine (10 anni): 254

Classe di età da 11 a 13 anni (1999-1997) è la classe di età che attiva la domanda di scuole medie Popolazione 2010: 122 - popolazione a medio 10 – lungo termine (10 anni): 131

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Classe di età da 14 a 18 anni (1994-1990) è la classe di età che attiva la domanda di scuole medie superiori Popolazione 2010: 179 - popolazione a medio – lungo termine (10 anni): 192

Come evidenziato dalle precedenti valutazioni, la popolazione di Caronno Varesino è cresciuta in modo costante e ciò è determinato, più che da un aumento della natalità, da un incremento delle famiglie che si stabiliscono sul territorio comunale, e considerato che si tratta di giovani coppie con figli piccoli che svolgono attività lavorativa fuori dal Comune e, quindi, hanno necessità di trovare sistemazione per i figli negli orari lavorativi, è da ipotizzare che nel prossimo futuro la domanda di servizi per l’infanzia è destinata a crescere (mentre attualmente la richiesta di accesso ai servizi comunali per la prima infanzia è alta e non soddisfatta).

Per questo si è attivata l’iniziativa privata con strutture per la prima infanzia, grazie ad una sempre maggiore collaborazione tra pubblico e privato per rispondere alla domanda sociale.

Per la scuola materna, considerando il contenuto incremento dei bambini previsti per il 2020, si ritiene che la struttura esistente non sia sufficiente per uno scenario futuro e che quindi potrebbe essere ampliata o integrata con una struttura anche di tipo pubblico.

Per fare una stima relativa alla scuola primaria, occorre partire dal parametro medio di 25 alunni per classe (D.M. 1975), con una disponibilità di 9 aule base, si può offrire quindi posti a 225 alunni, non proprio sufficiente per rispondere anche alle esigenze future. Sarebbe necessario prevedere una sezione in più per garantire, nel caso tale crescita fosse confermata nei prossimi anni la possibilità di soddisfare tutte le richieste.

Per quanto riguarda la mensa va segnalato che il servizio attuale non risulta sufficiente a rispondere alla domanda, pertanto si prevede l’istituzione di un doppio turno in attesa di provvedere ad intervento risolutivo a livello logistico Per la scuola media inferiore i posti attualmente disponibili nelle 6 classi sono 150 quindi sufficienti a coprire le future richieste.

Per quanto riguarda le medie superiori il servizio viene assolto dalle strutture esistenti nei comuni vicini. In ogni caso occorre segnalare che da un rilevamento effettuato nel 2008 su una popolazione residente di 4.860 persone ed una popolazione giovane in fascia di età 14-18 anni di 205 residenti, gli studenti pendolari delle scuole secondarie di 2° grado erano i seguenti.

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Tipo di scuola frequentata nell'a.s. '08/'09 dagli studenti del comune.

LSC - Licei Scientifici ITC - Istituti Tecnici Commerciali MAG – Socio Psico Pedagogico e Liceo delle Scienze Sociali (ex Scuole e Istituti Magistrali) IPIA - Istituti Professionali per l'Industria e l'Artigianato LAR - Licei Artistici LLI - Licei Linguistici ITG - Istituti Tecnici per Geometri LCL - Licei Classici ITPA - Istituti Tecnici Periti Aziendali ITI - Istituti Tecnici Industriali IPC - Istituti Professionali per i Servizi Commerciali e Turistici ITT - Istituti Tecnici per il Turismo

A livello di pendolarismo scolastico da dati registrati sia per le scuole statali e non statali per l’anno scolastico 2008-2009 sono i seguenti:

comuni maschi femmine Totale Busto Arsizio 0 2 2 Cassano Magnago 1 0 1 Gallarate 11 3 14 Gazzada Schianno 14 12 26 1 0 1 23 24 47 Varese 27 48 75 Totale comune di 77 89 166 residenza

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3.2. Le attrezzature collettive.

I servizi municipali, le attrezzature parrocchiali; i servizi socio-assistenziali, le attrezzature scolastiche culturali presenti nel territori comunale sono strutture importanti, che svolgono un ruolo prioritario nella vita della collettività e, per un comune delle dimensioni di Caronno Varesino, ne soddisfano in gran parte le esigenze. Sotto il profilo tipologico, sono, infatti, presenti i principali servizi per tutte le fasce d'età, dai giovani ai meno giovani.

3.3. Il verde pubblico e le attrezzature sportive

Le aree verdi sono identificate nella tavola “individuazione dei servizi esistenti” e si integrano con le aree agronaturali e di quelle dei parchi. Il verde pubblico è suddiviso, secondo categorie funzionali in: verde destinato alla localizzazione di impianti sportivi; verde attrezzato, con elementi significativi di arredo urbano (giochi per bambini, ecc.); parco urbano. I servizi pubblici o di uso pubblico per la ricreazione lo sport presenti nel territorio comunale sono strutture ben attrezzate e distribuite nel territorio svolgono quindi un ruolo importante nella vita della collettività e con gli ultimi interventi già previsti dalla Amministrazione ne soddisfano in gran parte le esigenze. Per quanto riguarda il sistema di collegamento interno al territorio comunale o con il parco RTO il Piano intende promuovere un sistema di verde pubblico – bosco di città tramite accordi con privati. In tale sistema verde potranno essere realizzati circuiti ciclo-pedali, piccole attrezzature per il tempo libero e tutto quanto necessario per offrire ai cittadini un’area verde da utilizzare per il tempo libero e lo svago.

3.4. Il sistema della sosta

Le aree di parcheggio presentano delle criticità nei tessuti centrali, nei quali sono presenti anche la più parte delle centrali erogative. L’azione compensativa punta principalmente sul rafforzamento delle aree di sosta. In particolari luoghi dove si cominciano ad avvertire fenomeni di congestione si è previsto di realizzare nuove aree di sosta di contenuta dimensione.

Capitolo 4 – Proposte di intervento

4.1. Gli indirizzi dell’amministrazione comunale.

Per la gestione e la pianificazione del territorio comunale nel settore dei servizi, l’amministrazione comunale, nel rispetto dei piani e dei programmi provinciale e regionale persegue i seguenti obbiettivi: a) mantenimento di un equilibrato rapporto fra centri urbani e territori agricoli nelle fasce periferiche; b) fruizione degli spazi agricoli mediante l’integrazione di percorsi e reti ecologiche; c) integrazione dei servizi locali di rilevanza territoriale con le dotazioni presenti nei territori comunali confinanti; d) potenziamento delle dotazioni mediante riuso delle aree pubbliche esistenti; e) riqualificazione dell’esistente e valorizzazione delle risorse presenti sul territorio.

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4.2. La città pubblica.

Il piano dei servizi ha lo scopo di sviluppare la c.d. città pubblica, in particolare disciplinando le aree e le attrezzature di interesse generale e individuando gli elementi strutturanti dello spazio pubblico e del sistema dei servizi. Il piano dei servizi valorizza il ruolo della città pubblica tramite: a) il riequilibrio delle dotazioni territoriali, in virtù di una loro nuova costruzione e/o diversa localizzazione; b) l’utilizzo dello strumento di perequazione, tramite il quale si giunge alla cessione gratuita di fondi necessari per la realizzazione di aree pubbliche, e si garantisce un equo trattamento ai proprietari coinvolti nei processi di trasformazione; c) la realizzazione di una città più vivibile, tramite nuovi spazi e luoghi pedonali, l'estensione della rete di percorsi ciclopedonali e la riorganizzazione del sistema della sosta. La città pubblica si compone della città c.d. infrastrutturale, della città c.d. dei luoghi

4.3. La Città infrastrutturale

La città infrastrutturale identifica le componenti della mobilità su strada e ferrovia, le fasce di rispetto e le zone per il verde di mitigazione e ambientazione stradale, al fine di garantire la compatibilità ecologica e l'inserimento paesistico delle infrastrutture. Il piano dei servizi disciplina in modo specifico le fasce di rispetto stradale site in territori sensibili, con la previsione di un complesso di interventi di mitigazione e ambientazione (alberature, fasce alberate, dune alberate, barriere antirumore, aree di rigenerazione ecologica) destinato a ridurre l'impatto e gli inquinamenti.

4.4. La Città verde produttiva di prestazioni

Nella consapevolezza che il processo di trasformazione urbanistica deve garantire uno sviluppo sostenibile ed ecologicamente orientato e che l'ambiente è fattore determinante di tale sviluppo sostenibile, il piano dei servizi persegue la salvaguardia, l'integrazione ed il potenziamento della rete ecologica di collegamento fra i diversi sistemi ambientali, da connettere attraverso corridoi ecologici. Il verde urbano pubblico, quale componente strutturale urbana fondamentale per l'equilibrio ecologico complessivo e strumento privilegiato per la riqualificazione dello spazio pubblico urbano, è finalizzato a creare una rete ambientale urbana, in particolare di connessioni verdi e piste ciclabili. Il piano dei servizi persegue la costruzione di una trama ciclabile e pedonale attrezzata (con pavimentazioni, alberature, verde), al fine di garantire il pieno e sicuro utilizzo della città alle categorie di cittadini/utenti potenzialmente più esposte ai pericoli della città (anziani e infanti) e al fine di garantire l’interconnessione tra l’ambito urbanizzato e le aree ambientali esterne (i parchi, le aree agricole le zone di pregio ambientale). Integrato con le prescrizioni del piano delle regole, il piano dei servizi garantisce il contenimento della impermeabilizzazione dei suoli urbani, tramite la definizione di parametri (rapporti di copertura e indici di permeabilità) per gli interventi e di specifiche prescrizioni ecologiche e ambientali relative alla tutela del verde e alla quantità di alberature da piantare all’occorrenza.

4.5. attrezzature pubbliche e/o di uso pubblico previste

Gli interventi previsti sono i seguenti:

- da realizzare da parte di privati e da convenzionare all’uso pubblico le: aree di interesse comune:

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- si prevede la realizzazione di opere sull’area A6 di 2220 mq con lo scopo di costruire un centro polivalente di ascolto e di assistenza Caritas.

- da realizzare direttamente da parte della Amministrazione Comunale o acquisibili attraverso la compensazione:

aree di interesse comune: - si prevede la realizzazione di ampliamento dell’area cimiteriale di 1740 mq. (A8) aree a verde pubblico:

- Le aree A1 - A4 site in Via Pianezzo, rispettivamente di 820 e 1690 mq per la realizzazione di una zona a verde attrezzato ad integrazione del sistema dei servizi nella frazione di Travaino.

- Le aree A2- A5 site in Via Macchi rispettivamente di 3135 e 3360 mq., per la creazione di un’area a verde attrezzata di supporto ai servizi scolastici adiacenti.

- L’area sita in Via Magenta contraddistinta con la sigla A9 di 1680 mq che verrà destinata a verde pubblico e parcheggi.

- nuova area da destinare a parco pubblico 2000,00 dovrà essere realizzato a seguito attuazione di un ambito di trasformazione (AT9)

aree a parcheggio pubblico:

- l’area A3 di 2325 mq al fine di implementare il sistema della sosta nei pressi del centro storico e dei servizi scolastici.

- l’area A7 in via Giovanni XXIII di 810 mq.

- previsti all’interno degli ambiti di trasformazione e di completamento a carico degli attuatori dei piani

parcheggi pubblici:

- nuova area da destinare a parcheggio in Via Piave angolo Via Morandi; tale intervento che interessa una superficie di mq. 100,00 dovrà essere realizzato a seguito attuazione di un ambito di completamento (AC2)

- nuova area da destinare a parcheggio in Stribiana; tale intervento che interessa una superficie di mq. 180,00 dovrà essere realizzato a seguito attuazione di un ambito di completamento (AC9)

- nuova area da destinare a parcheggio in Via Chiosetti; tale intervento che interessa una superficie di mq. 650,00 dovrà essere realizzato a seguito attuazione di un ambito di trasformazione (AT4)

- nuova area da destinare a parcheggio con accesso da Via Castiglioni; tale intervento che interessa una superficie di mq. 600,00 dovrà essere realizzato a seguito attuazione di un ambito di trasformazione (AT5)

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- nuova area da destinare a parcheggio in Via Carducci; tale intervento che interessa una superficie di mq. 850,00 dovrà essere realizzato a seguito attuazione di un ambito di trasformazione (AT6)

- nuova area da destinare a parcheggio con accesso da Via Leonardo da Vinci; tale intervento che interessa una superficie di mq. 850,00 dovrà essere realizzato a seguito attuazione di un ambito di trasformazione (AT9)

aree a verde pubblico:

- nuova area da destinare a verde pubblico nell’area adiacente a Via Leonardo da Vinci; tale intervento che interessa una superficie di mq. 2250,00 dovrà essere realizzato a seguito attuazione di un ambito di trasformazione (AT9)

- attrezzature previste all’interno dei Piani attuativi in itinere: denominazione Attrezzature pubbliche e di interesse pubblico Tipologia previste in cessione intervento Mq.

Comparto di 591,17 mq. Parcheggio pubblico residenziale perequazione (CP1) di Via Puccini e Via I° Maggio Comparto di 4890 mq Realizzazione giardino pubblico residenziale perequazione Parcheggi pubblici (CP5) di Via Pista ciclabile Donatori di Sangue

Da cui si deduce che la dotazione pubblica delle aree per parcheggi verrà incrementata di 591,17 mq., mentre per il verde attrezzato l’incremento sarà di 4890 mq.

4.6. Interventi previsti su aree comunali

Il Piano inserisce l’area di proprietà comunale L8 di 3.290 mq. nell’ambito di trasformazione ambito AT11 al fine di coinvolgere gli attuatori del piano di trasformazione nella costruzione del parco pubblico.

4.7. Interventi di sistemazione del sistema viario

Gli ampliamenti dei calibri stradali, creazione marciapiedi e formazione di nuovi percorsi sono i seguenti:

Superficie Descrizione Elenco mq. i1 230 adeguamento carreggiata viabilità di immissione su Via Moro(1) i2 430 adeguamento carreggiata Via Boccaccio o Via Casee (2) i3 530 adeguamento incrocio tra Via Morelli e Via Casee

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i4 400 adeguamento carreggiata Via Marconi i5 160 adeguamento carreggiata Via Trento verso Via Rosselli i6 90 adeguamento carreggiata Via Boccaccio o Via Casee (2) i7 1160 adeguamento carreggiata Via Marconi collegamento tra via Donatori di Sangue e Via Leonardo Da Vinci i8 100 (3) i9 120 adeguamento accesso da Via Marconi in Via Donizzetti I10 400 Completamento collegamento a sud di Via Moro I11 60 Ampliamento strada consorziale

Nota (1) : Agli attuatori dell’’ambito di trasformazione AT2 è stato prescritto di provvedere alla compartecipazione economica per la realizzazione del tratto di collegamento con la Via Aldo Moro ( nell’elenco contrassegnato con la sigla i1).

Nota (2) : Per i tratti contraddistinti dalle sigle i2 e i6 relativi alle vie Boccaccio e Via Casee, l’amministrazione ha indicato la necessità di provvedere all’allargamento della carreggiata; le relative opere potranno essere realizzate sono nel momento in cui i proprietari delle aree confinanti, provvederanno alla costruzione della loro recinzione arretrata rispetto a quella esistente.

Nota (3) : per il completamento del tratto tra via Donatori di Sangue e Via Leonardo Da Vinci si prevede solo l’esproprio o la cessione bonaria del sedime per la realizzazione della strada, in quanto le opere per la realizzazione della stessa, sono già comprese negli oneri a carico della lottizzazione in itinere.

Il totale delle superfici interessate da adeguamenti delle infrastrutture viarie è di 3680 mq. All’interno di alcuni comparti di trasformazione e di completamento il piano prevede che alcuni interventi vengano eseguiti dai privati, in particolare: - nel comparto di trasformazione AT1 l’adeguamento della strada di collegamento tra via Buzzetti e Via Montello. - nel comparto di trasformazione AT2 cessione aree per viabilità di accesso al comparto - nel comparto di trasformazione AT4 la sistemazione della strada interna. - nel comparto di trasformazione AT5 la sistemazione della strada di accesso. - nel comparto AC7 venga completata la viabilità esistente

Oltre agli interventi indicati, è stato previsto il completamento della rete dei percorsi ciclopedonali al servizio della residenza

4.8. Aree per attrezzature collettive o per urbanizzazioni primaria previste nei piani attuativi in itinere

Con l’attuazione degli ambiti relativi ai piani attuativi già approvati e quindi in fase di realizzazione, saranno ceduti dai privati al comune le seguenti aree per attrezzature:

denominazione Aree infrastrutture viarie Tipologia mq. intervento

Comparto di Tratto di nuova strada di collegamento tra Via Puccini e residenziale perequazione Via I° Maggio (mq. 1258,83); nuova strada interna al ARCH. ANNA MANUELA BRUSA PASQUE’ ARCH. MASSIMO MASTROMARINO 219

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(CP1) di Via PL e in collegamento con tratto privato di Via Puccini a Puccini e Via I° fondo cieco Maggio Comparto di Tratto di nuova strada interna e tratto di nuova strada residenziale perequazione esterna (ml. 45) per creare il collegamento con Via Da (CP5) di Via Vinci Donatori di Sangue

4.9. Interventi di adeguamento e completamento del sistema servizi sottosuolo

Il Piano Urbano generale dei servizi del sottosuolo allegato al Piano dei servizi definisce lo scenario di infrastrutturazione, la strategia di utilizzo del sottosuolo e i criteri di intervento per la realizzazione delle infrastrutture e le tecniche di posa delle reti.

4.10. Aree oggetto di riconferma del vincolo di esproprio

Le aree che il presente piano prevede che vengano acquisite al patrimonio pubblico e che dovranno essere oggetto di reiterazione, in quanto già previste dal P.R.G. ma non ancora acquisite, sono quelle contraddistinte dalle sigle A1-A2-A3-A4-A5-A6-A8

4.11. Interventi previsti per il sistema produttivo e commerciale

. previsti all’interno degli ambiti di trasformazione e di completamento a carico degli attuatori dei piani:

- nuova area da destinare a parcheggio con accesso da Via Morandi; tale intervento che interessa una superficie di mq. 150,00 dovrà essere realizzato a seguito attuazione di un ambito di completamento (AC1)

- nuova area da destinare a verde pubblico e parcheggio in Via Magenta; tale intervento che interessa una superficie di mq. 1500,00 dovrà essere realizzato a seguito attuazione di un ambito di trasformazione (AT11)

Ulteriori aree, rispetto a quelle indicate, per attrezzature pubbliche al servizio del produttivo e del commerciale, saranno realizzate e cedute a seguito l’attuazione degli ambiti di trasformazione individuati dal PGT ma la loro consistenza e definizione potrà essere definita solo al momento della elaborazione della convenzione relativa a ciascun singolo intervento.

- attrezzature previste all’interno dei Piani attuativi in itinere: denominazione Attrezzature pubbliche e di interesse pubblico Tipologia previste in cessione intervento Mq.

Piano attuativo 1944 mq. area a verde pubblico produttivo artigianale di Via Piave – Via

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Morandi

Le aree produttive sono integrate a livello di servizi con una superficie di 1944 mq.

- infrastrutture stradali previste all’interno dei Piani attuativi in itinere: denominazione Aree infrastrutture viarie Tipologia mq. intervento

Piano attuativo Nuovo tratto di strada comprensivo di rotatoria produttivo artigianale di completo di fognatura, acque bianche, acque nere, Via Piave – Via asfaltatura, sottoservizi (Enel, metano, acqua, Morandi illuminazione), aree verdi, parcheggi pubblici.

- infrastrutture stradali previste all’interno dei Piani di ambiti di trasformazione produttivi

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Capitolo 5 - Riepilogo previsioni aree per attrezzature

In particolare per una verifica complessiva della dotazione delle aree che si andranno a configurare, a seguito dell’attuazione del Piano dei servizi, si è definito il seguente quadro riepilogativo.

ATTREZZATURE RESIDENZIALI

ATTREZZATURE ESISTENTI Parcheggi pubblici 10.082 Attrezzature scolastiche 30.249 Attrezzature di interesse generale pubbliche 16.559 Attrezzature per il verde gioco e sport 22.662 A- TOTALE attrezzature pubbliche 79.552 Attrezzature religiose private ad uso pubblico 10.143 Attrezzature di interesse generale private ad uso pubblico 608 Parcheggi privati ad uso pubblico 1.648 B- TOTALE attrezzature private ad uso pubblico 12.399 C- Totale generale attrezzature di interesse residenziale 91.951 (A+B)

ATTREZZATURE DI NUOVA PREVISIONE ATTUAZIONE DIRETTA DA PARTE DELLA AMMINISTRAZIONE attrezzature per il verde gioco e sport 10.685 attrezzature di interesse comune 1.740 attrezzature per parcheggi 2.325 3.135 Aree rese fruibili a seguito interventi 3.290 aree private ad uso pubblico di nuova previsione 2.220 D- TOTALE 20.26021.070

ATTREZZATURE PREVISTE A SEGUITO ATTUAZIONE PIANI attrezzature previste a seguito dell’attuazione degli ambiti di 7.200 trasformazione attrezzature previste a seguito dell’attuazione degli interventi 280 residenziali in lotti di completamento o riqualificazione attrezzature previste a seguito dell’attuazione degli interventi in 4.890 5.481,17 itinere attrezzature previste realizzate direttamente dai privati -- E- TOTALE ATTREZZATURE PREVISTE A SEGUITO 12.370 12.681,17 ATTUAZIONE PIANI

TOTALE ATTREZZATURE COMPLESSIVE DI PIANO (C+D+E) 124.581125.702,17 totale abitanti previsti 5.490 5.524

DOTAZIONE DI AREE PER ATTREZZATURE PER ABITANTE 22,69 23,00 MQ/AB

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ATTREZZATURE PER INFRASTRUTTURE STRADALI DI NUOVA PREVISIONE Attrezzature stradali di nuovo impianto realizzate 3.680 direttamente dalla A.C. Attrezzature stradali previste a seguito realizzazione comparti di (*) completamento e trasformazione Attrezzature stradali previste a seguito attuazione piani in itinere (*) TOTALE NUOVE AREE PER INFRASTRUTTURE STRADALI 2.690

(*) le aree previste a seguito la realizzazione di nuovi interventi di completamento e trasformazione potranno essere definite solo a seguito elaborazione progettuale.

N.B. si fa presente che in tali prospetti non vengono conteggiate le aree necessarie per la realizzazione dei percorsi pedonali e ciclo-pedonali

ATTREZZATURE PRODUTTIVE E COMMERCIALI PUBBLICHE O DI USO PUBBLICO

ATTREZZATURE ESISTENTI 2625 2.806 ATTREZZATURE PREVISTE 1.650 ATTREZZATURE TOTALI 4275 4.456

In base a quanto verificato nelle tabelle sopra riportate, risulta che la dotazione prevista dal PGT, sia di poco superiore al minimo previsto dalla L.R.12/2005 di 18 mq/ab. Tale patrimonio che risulta soddisfacente a livello quantitativo, in termini qualitativi è da ritenersi più che adeguato alle esigenze dei cittadini di Caronno Varesino. Si rileva infatti, che tutti i servizi di base sono presenti nel territorio comunale, e che è nei programmi dell’amministrazione comunale, procedere alla riqualificazione ed integrazione degli stessi, recuperando aree e immobili già di proprietà pubblica, ma che al momento non sono utilizzati. Gli interventi previsti in tale senso sono: a) Ex Villa Menni: intervento di recupero per la creazione di un centro polifunzionale medico e culturale Sulla base di tali interventi, tenendo conto della presenza di un vasto ambito territoriale del Parco RTO con valenza naturale-paesaggistica, che costituisce valore aggiunto nella dotazione di aree di fruizione pubblica del verde, si ritiene soddisfatta la dotazione di aree pubbliche e di uso pubblico a disposizione dei cittadini di Caronno Varesino.

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Capitolo 6 – Programmazione economica Piano dei servizi

Il Piano dei Servizi deve esplicitare la sostenibilità economica-finanziaria delle sue previsioni in relazione alle varie modalità di intervento ed alle programmazioni in corso, con particolare riferimento al programma triennale dei lavori pubblici Occorre, infatti, cercare di coordinare e finalizzare le risorse sia pubbliche che private su progetti realizzabili e sostenibili.

Dalla fase di analisi dove si sono analizzati i bisogni a quello quella programmazione, nell’ambito delle disponibilità di bilancio o attraverso meccanismi di tipo perequativo- compensativo e di incentivazione, si può scegliere dove la Amministrazione comunale può intervenire direttamente. Con la nuova impostazione del piano non si opera partendo dal concetto che ad una crescita della popolazione e della domanda deve corrispondere una maggiore superficie di attrezzature da mettere a disposizione, ma è meglio procedere con una migliore gestione delle attrezzature esistenti, migliorando gli aspetti organizzativi e funzionali e attrezzando con qualità aree già acquisite dal patrimonio pubblico.

Al fine di verificare la fattibilità degli interventi si possono ipotizzare le seguenti previsioni di massima degli investimenti necessari per l’attuazione degli interventi previsti nel piano dei servizi.

Spese ipotizzate per le urbanizzazioni (in Euro)

1) Opere previste nel programma triennale OOPP – triennio 2013-2015) esclusa la realizzazione del nuovo plesso scolastico =€ 1.270.000,00

2) acquisizione nuove aree per attrezzature e servizi, per realizzazione interventi di adeguamento e completamento della rete stradale comunale: =€ 20.000,00

3) Nuova viabilità di competenza comunale, relativa agli interventi contrassegnati , nel presente piano , con le sigle: i3- i4-i7-i5- i9- i10- i11 = € 570.000,00

4) interventi previsti dal PUGSS da realizzare nel triennio: =€ 160.000,00

Totale opere di competenza comunale € 2.020.000,00

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Le previsioni relative alle entrate per oneri di urbanizzazione primaria e secondaria e contributo commisurato al costo di costruzione, calcolato sulla base delle Tariffe vigenti sono contenuti nella seguente tabella. funzioni residenza Terziario produttivo totale commerciale ricettivo € € € € Oneri di Urb. 1° e 514.218 39.750 57.240 611.208 2° Contributo costo 5.119.414 60.000 -- 5.179414 di costruzione totale 5.633.632 99.750 57.240 5.790.622

Tali entrate devono essere considerate nella misura del 75% in relazione alla necessità di destinarne la restante quota alla spesa corrente. Inoltre deve essere considerata l’eventualità che tutti gli interventi previsti dal PGT non vengono realizzati, nei tempi di verifica del Piano di conseguenza tale valore di entrata viene ulteriormente contento nella percentuale del 70%.

Pertanto il valore cui riferirsi per la proiezione dell’entrate per investimenti relativi a strade e servizi è pari a circa € 3.040.000,00 che dimostra la sostenibilità economica del Piano dei Servizi.

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