STRADE ROMANE, 1

GIOVANNA CERA LA VIA POSTUMIA DA GENOVA A

«L'ERMA» dí BRETSCHNEIDER ATLANTE TEMATICO DI TOPOGRAFIA ANTICA

VII SUPPLEMENTO - 2000 a cura di Lorenzo Quilici e Stefania Quilici Gigli

Lo studio è stato condotto nell'ambito dei programmi di ricerca promossi dalla Cattedra di Topo- grafia dell'Italia antica del Dipartimento di Archeologia dell'Università degli Studi di Bologna per il Programma di ricerca scientifica MURST di rilevante interesse nazionale, anno 1999 «Carta archeologica d'Italia - Cartografia applicata in ambito urbano e territoriale». redazione: Giovanna Cera

ISBN 88-8265-104-5

© Copyright 2000 by «:'ERMA» D Ι ΒRΕΤSCΗΝΕΙDΕR - Via Cassiodoro, 19 - 00193 Roma. Tutti i diritti riservati. $ vietata la riproduzione di testi e illustrazioni senza il permesso scritto del direttore della rivista e dell'editore. INDICE

I. NOTE INTRODUTTIVE

Introduzione alla ricerca Ρ• 7

Le fonti antiche » 9

Storia degli studi » 13

Inquadramento storico » 18

Il tracciato della via Postumia: linee generali » 20

II. ANALISI STORICO-TOPOGRAFICA DEL PERCORSO

1. Genua Ricostruzione del tracciato urbano ed extraurbano » 23 Considerazioni sullo sviluppo diacronico e funzionale » 28

2. Da Genua a Libarna Ricostruzione del tracciato » 31 La variante dell'alta valle Scrivia » 43 Considerazioni sullo sviluppo diacronico e funzionale » 47 La via Postumia e l'assetto territoriale dell'Appennino ligure » 52

3. Libarna Ricostruzione del tracciato urbano ed extraurbano » 52 L'origine dι Libarna » 55 Ruolo della via Postumia nello sviluppo economico di Libarna » 59 Il declino di Libarna e la rinnovata connotazione strategica della via Postumia » 61

4. Da Libarna a Dertona Ricostruzione del tracciato » 64 La variante lungo la sinistra dello Scrivia » 70 Considerazioni sullo sviluppo diacronico e funzionale » 72

5. Dertona Ricostruzione del tracciato urbano ed extraurbano » 75 L'origine e lo sviluppo di Dertona » 80 Ruolo della via Postumia nello sviluppo economico di Dertona » 84

6. Da Dertona a Iria (Forum Iulii Iriensium) Ricostruzione del tracciato » 87

7. mia (Forum Iulii Iriensium) Ricostruzione del tracciato » 88 Considerazioni sullo sviluppo diacronico e funzionale » 93

8. Da mia (Forum Iulii Iriensium) a Clastidium Ricostruzione del tracciato » 94

9. Clastidium La funzione viaria di Clastidium » 95 Ricostruzione del tracciato » 96 Considerazioni sullo sviluppo diacronico e funzionale » 99 Il comprensorio di Clastidium e la via Postumia » 103

10. Da Clastidium a Camillomagus Ricostruzione del tracciato » 103 6 INDICE

11. Camillomagus Identificazione della mansio p. 105 12. Da Camillomagus a Placentia Ricostruzione del tracciato » 108 La via Postumia e l'ager placentinus tra Camillomagus e Placentia » 113 13. Placentia Ricostruzione del tracciato » 114 Considerazioni sullo sviluppo diacronico » 118 14. Da Placentia a Cremona Ricostruzione del tracciato » 121 Considerazioni sullo sviluppo diacronico » 128 La via Postumia e lager placentinus tra Placentia e Cremona » 130 15. Cremona Ricostruzione del tracciato urbano ed extraurbano » 130 Considerazioni sullo sviluppo diacronico e funzionale » 132

III. TEMATICHE DI SINTESI

1. La viabilità precedente alla via Postumia » 136 2. La via Postumia e il contesto geomorfologico » 137 3. La via Postumia e l'assetto poleografico » 139 4. La via Postumia e l'impianto urbanistico dei centri attraversati » 142 5. La via Postumia e l'organizzazione centuriale » 143 6. Considerazioni sulle caratteristiche tecnico-costruttive del tracciato viario » 144 7. Funzione militare e commerciale della via Postumia » 146 8. Evoluzione diacronica e frazionamento dell'unità del percorso » 149 9. Continuità e discontinuità in epoca postclassica » 151

IV. SCHEDE DELLA DOCUMENTAZIONE ARCHEOLOGICA » 155

V. ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE » 184

VI. TAVOLE » 191 ai miei genitori

I. NOTE INTRODUTTIVE

1. Introduzione alla ricerca to, al fine di focalizzare le problematiche rela- tive al settore più occidentale del tracciato, Costruita nel 148 a.C. ad opera del console che sembrerebbe essere stato il primo a subire Spurio Postumio Albino, la via Postumia fu le conseguenze di nuove condizioni storiche e concepita come strada militare funzionale agli topografiche. In base al testo del miliario di spostamenti delle truppe romane nelle regioni (3) (fig. 1), si è infatti ipotizzata la suc- comprese tra Tirreno e Adriatico, tra Genova e cessione di due fasi costruttive della strada (4): Aquileía, e al controllo delle popolazioni indi- la prima relativa al solo tratto occidentale, tra gene appena assoggettate, per divenire ben Genova e Cremona (5); la seconda, al suo pro- presto asse portante della romanizzazione, di seguimento fino ad Aquileía (6). sviluppo economico e di organizzazione terri- Tuttavia, il concetto di settorializzazione toriale. del percorso interessa prevalentemente il pe- Nonostante le rilevanti prerogative stori- riodo successivo alla sua costruzione. È noto che e topografiche, la via Postumia non ha ri- che la Postumia, una volta tracciata, secondo cevuto, fino a tempi recenti (1), un'adeguata un preciso e organico disegno politico, come attenzione da parte di storici e archeologi; se asse principale di collegamento diretto tra Ge- infatti per il tratto orientale del percorso gli nova e Aquileía, venne a perdere la sua unita- esemplari studi topografici di Plinio Fraccaro rietà, allorché ebbe, per così dire, esaurito il e, successivamente, dí Luciano Bosio hanno compito prevalentemente militare per cui era permesso di focalizzare le principali proble- stata realizzata; adeguandosi alla nuova situa- matiche relative alla ricostruzione del traccia- zione politica dell'Italia settentrionale, ormai to, per quanto riguarda il tratto occidentale le romanizzata, la via Postumia si trasformò in- conoscenze restano fino ad oggi lacunose e, fatti, a partire dal I sec. a.C., in asse di collega- soprattutto, fortemente condizionate da una mento e dí scambio commerciale. A rafforzare visione strettamente locale. le avvisaglie di disgregazione rilevabili a parti- L'incompletezza registrata nella storia de- re da quest'epoca, si aggiungono í dati desu- gli studi (2) ha pertanto suggerito l'opportu- mibili dall'Itinerarium Antonini e dalla Tabula nità di approfondire le tematiche pertinenti il Peutingeriana (7) per l'età tarda: alcuni tratti tratto di strada occidentale, finora solo margi- della via Postumia continuarono a sopravvive- nalmente indagato e privo di un'adeguata rico- re, ma all'interno di nuovi tracciati viari; altri struzione storico-topografica. Le motivazioni paiono invece esclusi dall'organizzazione del che hanno indotto a incentrare l'analisi sul sistema stradale del periodo, probabilmente tratto Genova-Cremona risiedono anche nel declassati a collegamenti di carattere stretta- proposito di indagare le cause sottese a quel fe- mente locale o forse anche in temporaneo di- nomeno di frammentazione dell'unitarietà to- suso. Tali elementi fanno supporre che la stra- pografica del percorso, di cui si è spesso parla- da abbia subito trasformazioni di una certa

Per l'interesse rivolto alla Postumia negli ultimi pp. 150-155; P. Tozzi, «Per la storia della via Postumia», amni, si rimanda al capitolo I.3. in Optima via 1998, p. 56. Per una rassegna degli studi relativi al settore oc- A questo tronco fanno riferimento anche il testo cidentale della via Postumia, cfr. il capitolo I.3. della Sententia Minuciorum (scheda n. 20) — esattamente Sul miliario di Spurio Postumio Albino si veda in- per l'area di transito lungo l'alta Val Polcevera — e il passo fra, pp. 9-10. di Strabon (V, 1, 11). F. SARTORI, «Verona romana. Storia politica, eco- CIL V, 83313 = ILS 5366 = ILLRP 487a; a questo nomica e amministrativa», in Verona e il suo territorio, I, settore si riferisce anche TAc. hist. III, 21. Verona 1960, p. 167; Basso 1986, p. 23; CALZOLARI 1998, Cfr. infra, pp. 11-12. 8 G. CERA entità, secondo un processo di successione Dertona, Placentia, ecc.), si b ritenuto oppor- diacronica, con momenti dí maggiore o mino- tuno non inserirle nell'apparato schedografico, re utilizzo, nonché sviluppando andamenti in quanto la disposizione dei rinvenimenti in differenti in termini più strettamente territo- ambito urbano non appare rilevante a i fini riali, secondo processi spesso indipendenti tra della ricostruzione del tracciato generale; í ri- í vari tratti viari, specialmente tra quello occi- ferimenti alla documentazione urbana, laddo- dentale e quello orientale. ve risultino significativi in tal senso, compaio- La tendenziale indipendenza dei due setto- no pertanto nel testo (9). ri gravitanti l'uno verso il settore nordocciden- Nella schedatura sono confluiti dati relati- tale della penisola e il mar Tirreno, l'altro ver- vi a evidenze archeologiche note da bibliogra- so quello nordorientale e l'Adriatico , ha inoltre fia nelle aree attraversate dalla strada. Non si determinato i limiti geografici della ricerca, è limitata la raccolta ai dati strettamente con- nell'ottica di confrontare i dati da essa ricavati nessi al tracciato della Postumia, ma si è este- con i più approfonditi studi concernenti la sa la ricerca a una zona più ampia, che pub parte orientale del tracciato. essere considerata, genericamente, la fascia L'articolazione interna degli argomenti trat- territoriale interessata dal transito de lla con- tati prevede una suddivisione territoriale per solare; in questo modo si sono infatti volute tratti di percorso che rispetta le principali focalizzare, in base ai dati raccolti, le dinami- tappe itinerarie individuate lungo l'asse della che di organizzazione e trasformazione terri- consolare, confo ι memente alle notizie fornite toriale condizionate dalla presenza della stra- dall'Itinerarium Antonini e dalla Tabula Peu- da o condizionanti le scelte relative alla co- tingerìana in relazione all'organizzazione del struzione del tracciato. cursus publicus. Fa eccezione la tappa di Cla- Si è inoltre stabilito di estendere i limiti stidium, non menzionata dalle fonti itinerarie, cronologici della documentazione archeologi- ma reputata inclusa nel cursus publicus di età ca confluita nel catalogo topografico anche augustea (8). all'epoca preromana e altomedievale: ciò allo La strutturazione delle tematiche all'inter- scopo, da una parte, di comprendere gli aspet- no di ogni capitolo segue un criterio di esposi- ti connessi al processo di trasformazione che zione che prevede una prima parte specifica- la realizzazione della consolare determinò, mente incentrata sulle ipotesi di ricostruzione specialmente in rapporto alle preesistenti realtà del tracciato avanzate sulla base dei dati forni- etniche e territoriali; dall'altra, di cogliere le ti dalle fonti geomorfologiche, archeologiche, forme di continuità e di discontinuità nell'uti- letterarie e toponomastiche antiche e medieva- lizzo della strada, la sua evoluzione in termini li; una seconda parte rivolta a considerazioni funzionali nei secoli successivi alla sua costru- di ordine più generale sullo sviluppo diacroni- zione. L'apertura della Postumia, così come la co e sull'evoluzione funzionale del tracciato, e deduzione dí alcune importanti colonie lungo sul rapporto topografico della strada con il il suo percorso (come ad esempio e territorio attraversato. Cremona) rappresentano infatti le tappe fon-

Tali suddivisioni del lavoro fanno diretto damentali del complesso processo di romaniz- riferimento alla raccolta sistematica del dati zazione che coinvolse larga parte delle regioni archeologici configurata come catalogo dei siti norditaliche tra 11 11 e il I sec. a.C. L'analisi e collocata in appendice al testo; di ogni sito delle preesistenze dí età preromana ha inoltre individuato lungo la fascia territoriale interes- consentito di focalizzare l'attenzione non sol- sata dal passsaggio della strada si forniscono tanto sugli aspetti di continuità con gli agglo- le coordinate geografiche, la schematica de- merati insediativi indigeni, ma anche sulla scrizione e la bibliografia; ciascuno di essi è ri- presenza di una direttrice di traffico preceden- portato sulla base cartografica. Per le evidenze te alla consolare e da essa ricalcata e raziona- archeologiche provenienti dai principali nuclei lizzata, come già proposto da Bosio per il trat- urbani attraversati dalla strada (per esempio to del percorso (10). Per quanto riguar-

Cfr. infra, p. 95. te, come nel caso, ad esempio, di Casteggio o di Voghera

Il criterio di distinzione tra le evidenze archeologi- (di cui non è ancora stata riconosciuta con sicurezza che provenienti da ambito urbano e d a quello extraurbano l'estensione dell'abitato romano), l'area dl pertinenza dei stato rigidamente osservato nel caso in cui le conoscen- rinvenimenti è stata riferita, in maniera del tutto conven- ze della forma urbis dei singoli centri hanno consentito di zionale, alla realtà topografica attuale. riconoscere il limite spaziale tra i due ambiti; diversamen- Bosso 1991, p. 43. INTRODUZIONE 9

da invece l'epoca tardoantica e altomedievale, la raccolta della documentazione storica e ar-

cheologica ha restituito un quadro piuttosto

lacunoso (e comunque un'analisi approfondita delle vicende storiche esulerebbe dagli obietti-

vi della ricerca), tanto da mostrarsi spesso

poco significativo se considerato per settori.

Esso tuttavia acquista maggiore spessore se

contestualizzato nell'ambito del panorama

storico e archeologico relativo alla strada nel tratto qui preso in esame, nonché, eventual-

mente, in tutta la sua estensione.

Nella terza parte del lavoro, infine , ho svi- luppato alcune considerazioni di sintesi, che permettono di vagliare la molteplicità delle problematiche evidenziate dí volta in volta nei singoli tratti di percorso esaminati, e che cer- tamente sfuggono a una lettura separata; si sono pertanto enucleate analogie e connessio- ni riconducibili alla presenza della Postumia come fattore di mediazione economica e com- merciale, come arteria di organizzazione terri- toriale e linea di demarcazione geopolitica.

Ringraziamenti

Desidero esprimere la mia sincera riconoscenza ai professori L. Quilici e S. Quilici Gigli per aver in- coraggiato la pubblicazione di questo lavoro, acco- gliendolo nella rivista da loro diretta; alla disponibi- lità e all'attenzione con cui hanno seguito lo svolgi- Fig. 1 Μi1Ιa ο di'Spurio Pztumiο Albino, proveniente da mento della ricerca e la stesura del testo devo εΡ preziosi consigli e utili spunti di riflessione. Appun- ins lccahtà imprecisata (forse Redondesco). ti e suggerimenti mi sono giunti anche dai membri del collegio dei docenti del dottorato di ricerca in Archeologia (Topografia), con sede presso l'Univer- La ria gratitudine si estende, infine, a tutti co- sità degli Studi di Bologna, e della commissione loro ehe in modo diverso mi hanno fornito infor- giudicatrice, costituita dai professori G.M. De Ros- razjoni e aàuto'nel corsu della ricerca. si, M. Fenelli e S. Quilici Gigli. Un ringraziamento particolare va ai miei genito- ri, Annalena e Adriano, e a mio fratello Francesco, 2. Le frr i antiche che mi hanno ripetutamente accompagnato durante ń í sopralluoghi, e a G. Tagliamonte, che ha letto il te- ΙΙ sto con pazienza, apportando utili miglioramenti. cippo repubblicano oggi conservato nel α Alla cortesia di D. ululi devo un valido contri- Museo Maffeί no di Jerona (fig. 1) olle e le buto all'elaborazione della documentazione foto- principali informazioii sulle caratteristiche grafica del volume. itinerarie della via Postumia (11): il nome del

α. (11) S(purius) Postumius S(puri) f(iliu.$) S(puri) n(epos) plenϊsr -n Augustae Taurinorum 1877, n. 890; CIL V, Albinus, co(n)s(ul) 8045; fß,S 58)6; CIL I2, 623 e p. 920); E. DIEHL, Altlatei- CX[X]II Genua Cr[e]mo[nam] niscke ānsehxí ften, Berlin 1964, n. 444; ILLRP, 452 add.; XXVII BAssc 1986, pp. 20-21 n. 3. Tra i numerosi studi, si ri-

Per le principali edizioni del testo si rimanda a B. cordano: O. HIRSCHFELD, «aie rämischen Meilensteine», BoRGHasI, «Cippo migliare di Verona», in Giornale Ar- in S~z τ_nghe.-ichte der Deutschen Akademie der Wissen- cadico X, 1821, pp. 211-229; CIL I, 540; F. RTTSCHL, Pri- schafter Ζ i Berlin, Klasse für Sp*achen, Literatur und scae Latinitatis monuments epigraphica ad archetyporum Kunst 19C7, p. 169 (= IDξµ,Kleine Schriften, Berlin fidem exemplis lithographis repraesentata, Berolini 1862, 1913 ο 743) F. SARTORI, ~lerona romana. Storia politi- υ tav. LV A; R. GARR ccl, Sÿlloge inscriptionum Latinarum ca, economica, amministrativa », in Verona e il suo terri- sevi Romance rei publicae us que ad C. lulium Caesarem torio_ 1, Vercna 1960,' ρ. 167; E. Bucmm, «Il Borghesi e 10 G. CERA costruttore, il console Spurio Postumio Albi- spesso differenti nei vari tratti della strada at- no, da cui si deduce anche l'anno di apertura, traverso i secoli e avrebbero segnato un desti- 11 148 a.C.; il caput vice, Genova, e una delle no in gran parte diverso per í due settori. principali tappe lungo il suo corso, Cremona; Un altro testo epigrafico parla della Postu- la distanza, infine, tra questi due centri, pari a mia, sia pure con riferimenti meno specifica- CXXII mula passuum. mente diretti alle sue caratteristiche itinerarie: La cifra di XXVIΙ miglia indicata nell'ulti- la Sententia Minuciorum (scheda n. 20) emes- ma riga è ancora di incerta interpretazione: si sa nel 117 a.C. in occasione di una controver- infatti supposto che essa indichi la distanza sia scaturita trα le comunità locali dei Genua- da Cremona in direzione di Verona, o anche, tes e dei finitimi Langenses Viturii relativamen- viceversa, la distanza da Verona verso Cremo- te all'occupazione di terre dell'agro pubblico e na (12). La prima pare tuttavia l'ipotesi più allo sfruttamento del compascuo. La delega- probabile, dal momento che, come osservato zione arbitrale inviata da Roma e capeggiata da M. Calzolarí (13), il calcalo delle miglia a dai fratelli Minucii sanzionò che i Langenses, partire da Verona collocherebbe il miliario in pur restando in possesso di un proprio ager un punto non significativo dell'asse viario; il privatus, dovessero versare, per l'usufrutto computo da Cremona, viceversa, preciserebbe dell'agrr publicus, un tributo in denaro o in la posizione originaria del cippo nelle vicinan- natura ai Genuates. Nella delimitazione dei ze di Redondesco, in corrispondenza del rac- confini dell'area oggetto di controversia, la via cordo tra la Postumia (nel tratto Cremona-Ve- Postumia viene menzionata per ben tre volte, rona) e il diverticolo in direzione di Mantova. in riferimento a un suo passaggio nel settore Una terza cifra, giustapposta alle lettere attualmente compreso nel perimetro segnato 111V della prima riga, con caratteri paleografi- da Pontedecimo e dalla linea appenninica in- ci nettamente diversi, sarebbe invece pertinen- cludente í monti Taccone e Capellino; tuttavia, te a un periodo successivo alla primitiva siste- le indicazioni topografiche fornite su tale mazione ed è forse da ritenere indicativa di comprensorio, spesso difficilmente localizza- modificazioni subite dal tracciato viario (14). bili nell'attuale assetto territoriale e topono- Resta problematica, in ogni caso, l'interpreta- mastico, non permettono di riconoscere nel zione della cifra: se si suppone una collocazio- dettaglio l'andamento del percorso. Il docu- ne invariata del miliario, la cifra potrebbe in- mento, in ogni caso, attesta indirettamente, dicare la distanza di questo dal Mincio (15); per un momento di poco successivo all'apertu- ipotizzando invece uno spostamento del cippo ra della strada, l'importanza del tracciato in epoca successiva, le soluzioni si prospetta- come principale elemento topografico e infra- no ancora più incerte (16). strutturale, sebbene la distribuzione del popo- Si è già detto, infine, delle problematiche lamento, anche allora caratterizzata da model- suggerite dal miliario in rapporto a una distin- li organizzativi di matrice preromana, appaia zione in due successive fasi costruttive del in gran parte indipendente rispetto alla pre- tracciato (17). L'indicazione fornita dall'iscri- senza della strada. zione veronese, relativa solo al tratto Genova- Alla via Postumia occidentale fa riferimen- Cremona, richiama all'attenzione le rilevanti to anche un famoso passo di Strabone (18), differenze che hanno imposto una sorta di in- che sottolinea la favorevole posizione topogra- dipendenza topografica del tronco occidentale fica di Dertona, posta esattamente a metà stra- della Postumia rispetto a quello orientale, che da sulla via che va da Genua a Placentia e di- avrebbero generato condizioni di funzionalità stante da entrambe 400 stadî. La notizia risul-

l'epigrafia veronese», in Bartolomeo Borghesi. Scienza e CALz0I.ARI 1998, p. 150; IDEM, «La via Postumia libertà (Atti del Colloquio Internazionale AIEGL, Bologna da Cremona a Verona», in Tesori 1998, p. 237. 1981), Bologna 1982, pp. 61-65 (ai quali si rimanda an- CALZOLARI 1998, p. 150. che per la bibliografia precedente); Bosio 1991, pp. 43- Bucrn, art. cit. a nota 11, pp. 62-65. 44; CALZOLARI 1992, p. 50; IDEM 1998, pp. 149-150; G. Calzolari (1998, p. 150), che ha recentemente rí- BANDELLI, «Miliario di Spurio Postumio Albino», in Te- discusso il problema, propone un'ubicazione del cippo a sori 1998, pp. 282-283. Gazoldo degli Ippoliti, «nel punto in cui il decumano di (12) In ogni caso, il calcolo delle miglia indica un luo- Piubega della centuriazione mantovana incrocia l'arteria go posto trα Oglio e Mincio. Meno probabile sembrerebbe consolare, puntando su Mantova». invece l'interpretazione che vede la collocazione origina- Cfr. supra, p. 7. ria del miliario a XXVIΙ miglia da Genova o da Cremona, STRAB. V, 1, 11. lungo il tratto di percorso che unisce í due centri. FONTI ANTICHE 11

ta particolarmente impo rtante non solo per-

ché riferisce la distanza itineraria tra Genova e e tra Tortona e Piacenza, pari a cir- , ç-evt• 144ßa' ρηle+πΙ *` ca L miglia romane, ma anche perché s i presta ad alcune considerazioni sull'evoluzione dia- W*'''` °~1 ~~• ~ fµ1`"` ι++`

cronica del percorso. È interessante rilevare ,~ infatti che la localizzazione di Dertona, indivi- γςΑ' duata, come si b visto, sul percorso della Postu-

mia, venga collocata, in un passo successivo,

tra Clastidium e Aquae Statiellae, sul tracciato ,tw• µt~ della Iulia Augusta (19), in rapporto dunque a

una situazione viaria di età augustea (20).

Sembra dunque potersi cogliere in Strabone il

riflesso della lettura di fonti di epoca diversa, che evidentemente fanno riferimento ad asset- ti topografici differenti; ciò dimostra indiretta- Fig. 2. Particolare della Tabula Peutingeriana (ΠΙ, 5) com-

prendente il tratto della mente la trasformazione avvenuta nell'ambito via Postumia tra Genua e 'na.

dei rapporti gerarchici del sistema viario di

questo comprensorio. ν ι Sulla íabilίtà della zona il geografo d Ama- gendo da teatro della guerra civile tra Otonia- sea riferisce ulteriori informazioni; nell'indica- ni e Vitelliani, su cui erano posti i capisaldi

re l'ubicazione di Aquae Statiellae sulla stessa militari di Placentia, Cremona e Bedriacum; strada che va da Genova a Piacenza, egli tradi- precipua e puntuale fonte d i tali avvenimenti b

sce una conoscenza confusa e non diretta delle il racconto di Tacito, che riporta molteplici ri- regioni descritte. Come noto, infatti, il centro ferimenti alla strada, ricordandola con l'espli- non si trovava sulla Postumia, bensì sulla via cito appellativo di Bedriacensis (22), in rappor-

Aemilia Scauri, poi sulla Iulia Augusta; anche to al tratto cremonese, e nominandola anche in questo caso l'errore d i Strabone (21) potreb- direttamente Postumia (23). be derivare dalla consultazione di fonti di epo- Nel quadro generale della rete viaria di ca diversa e probabilmente dal fraintendimen- epoca tardoimperíale, infine, gli Itinerari pre- to generato dal fatto che la via Postumia e la sentano la via Postumia suddivisa in tratti di successiva via Iulia Augusta vennero a sovrap- percorso di minore entità, inglobati all'interno porsi in età augustea nel tratto compreso tra di collegamenti stradali divenuti allora mag- Placentia e Dertona. gioi mente vitali e importanti, alternati a settori

Durante la seconda metà del I sec. d.C. il apparentemente caduti in disuso, pur essendo settore centro-occidentale del percorso assun- rimasto inalterato, sembra, l'originario anda- se una valenza militare di primo piano, fun- mento del tracciato (24) (fig. 2). L'Itinerarium

Sulla via Iulia Augusta, si rimanda a L. GI0RDA- scrizione del sis ιema viario), frutto della mancanza di una io, Vie liguri e romane tra Vado e , Imperia- conoscenza autoptica dei luoghi descritti e della sovrappo- Oneglίa 1932, pp. 12-18, 38 ss.; LAMBOGLIA 1939, pp. 29- sizione di notizie ricavate da fonti cronologicamente diffe- 33; CORRADI 1968, pp. 47-48, 78-82; L.A. GERVASINI, «I re- renti; si ricordano, ad esempio, le erronee indicazioni re- sti della viabilità romana nella occidentale», in lative alla , alla via Emilia e alla via `Emilia Rivista Ingauna e Intemelia n.s. XXXI-XXXIII, 1976-78, Altinate" (STRAB. V, 1, 11, c 217; sul problema, cfr. N. pp. 6-31; E. SALOMONE GAGGERO, «La via lulía Augusta: BIFFτ, L'Italia di Strabone, Bari 1988, p. 246 nota 105; P.L. considerazioni sulla viabilità nella Liguria romana», in DALL'AGLIO, «La così detta " Aitinate": un pro- Studi Genuensi n.s. II, 1984, pp. 19-34; F. BULGARELLI, B. blema aperto», in Padusa n.s. XXVI-XXVIΙ, 1990-91, p. MASSABU, «La via Iulía Augusta», in Tesori 1998, p. 261. 331). Per le fonti utilizzate da Strabone: F. LASSERRE, Specificamente sui ponti: B. MASSABU, «I ponti romani di Strabon, Géοgraρhie, Time III (Livres V et VI), Paris 1967, Loano lungo la via Iulia Augusta», in Strade romane. Ponti PP. 10-28. e viadotti, ATTA 5, 1996, pp. 223-230; F. BULGARELLI, TAc. hist. III, 27. «Ponti romani della Val Quazzola e del Finalese lungo la TAc. hist. III, 21. via Iulia Augusta», ibidem, pp. 231-250. Solamente per il settore iniziale della Postumia, Per una più approfondita disamina di tali aspet- dall'alta Val Polcevera fino al valico appenninico, è del ti, cfr. infra, pp. 95, 150; per l'eventuale riferimento a Cla- tutto verosimile che si sia venuta a creare (presumibil- stidium come tappa del cursus publicus in età augustea, si mente a partire da età tardorepubblicana e per tutto il pri- veda infra, p. 95. mo Impero) una variante alternativa al tracciato ufficiale; Non sono rari nell'opera di Strabone errori e non b escluso infatti che sia stato apprestato un percorso fraintendimenti (soprattutto per quanto riguarda la de- in direzione del valico della Vittoria (cfr. infra, p. 43 ss.). 12 G. CERA

Antonini (25), la Tabula Peutingeriana (26) e una sovrapposizione, almeno in parte, reale l'Itinerarium Burdigalense (27) ricordano l'effi- dei due percorsi nel settore mediopadano e cienza del tratto trα Verona e Vicenza (28), com- appenninico occidentale. La stessa narrazione preso nel percorso tra Milano e Lodi, e quello di Tacito nei libri II e III de lle Historiae, esclu- trα Vicenza e Aquileía (29), inserito all'interno sivamente incentrata sul tratto cremonese del del collegamento trα Milano e Aquileía; la Tabu- tracciato, suggerisce una connotazione preva- la indica anche la distanza tra Cremona e Be- lentemente locale della strada. dríacum (30), che tuttavia appare inclusa nel- Oltre a quanto fornito dalla tradizione let- l'asse Cremona-Mantova-Ostiglia-Ravenna. teraria antica, di per sé assai avara di riferi-

Per quanto riguarda specificamente il settore menti specifici alla via Postumia, lo spoglio occidentale del percorso, íl segmento Genua-Li- dei principali repertori documentari e archivi- barna-Dertona compare all'interno del percorso stici di epoca altomedievale e medievale ha re- della (31), mentre il tronco compreso stituito interessanti notizie, talvolta utili alla trα Dertona e Placentia (o, meglio, il fiume Treb- definizione del tracciato stradale, talvolta indi- bia), già inglobato nel tracciato della via Iulia cative della perpetuazione di alcuni suoi tratti

Augusta (32) a partire dalla fine del I sec. a.C., in epoca postclassica (33), o viceversa del de- costituì parte della via da Dertona ad Ariminum. clino di altri. In particolare, la memoria di

Altri tratti infine, come ad esempio il tronco Pla- ospizi e fondazioni monastiche costituisce una centia-Cremona, non menzionati negli Itinerari, fondamentale attestazione della frequentazio- caddero probabilmente in disuso o acquisirono ne della strada e spesso fornisce preziosi indi- rilievo del tutto secondarlo, comunque estraneo zi alla ricostruzione del percorso, specie in si- all'organizzazione del cursus publicus. tuazioni di generalizzato vacuo documentario.

Il silenzio pressoché totale della tradizione Anche la consultazione della documenta- letteraria di età imperlale sulla Postumia deve zione cartografica prescientifica ha offerto in- imputarsi prevalentemente alla perduta conce- teressanti spunti in tal senso. Uno dei docu- zione della strada come percorso unitario. È menti più significativi è rappresentato, per significativo in tal senso che l'accenno di Stra- l'antichità e per la precisione dei riferimenti to- bone alla strada riguardi soltanto la parte oc- pografici, dalla mappa di Piacenza e del suo cidentale della via Postumia, analogamente territorio redatta negli anni 1587-1588 da P. all'involontaria assimilazione tra Postumia e Bolzoni (34), dove compare, a ovest della città, Iulía Augusta (per il riferimento ad Aquae Sta- il tracciato dell'antica Postumia, allora ricorda- tiellae come centro 'dario sulla via Genova- to come Strata Romea, toponimo del resto noto

Piacenza), che sottintende per altro l'idea di anche dai documenti d'archivio medievali (35).

Sull'Itinerarium Antonini sí vedano: W. Kum-- 'tín. Anton. 294; Tab. Peut. III, 5 = Fontes p. 7 n. SCHECK, «Eine römische Strassenkarte», in Jahreshfte des 2; 4 n. 10. La distanza indicata per il tratto Genua-Libarna lester. Instituts V, 1902, pp. 20-96; 0. Cuirz, Itineraria è di XXXVI m.p. in entrambe le fonti, mentre la distanza Romana, I, Lipsiae 1929, pp. 1-85; N. REED, «Pattern and trα Libarna e Dertona b riferita dal solo Itinerarium Anti- Purpose in the Antonin Itinerary», in American Journal 0f fini (294) nella cifra di XXXV m.p. (tale misura, non con- Philology 99, 1978, pp. 228-254; P. AENnuD, «L'Itinéraire gruente con la ricostruzione topografica del tracciato, d'Antonin: un témoin de la littérature itinéraire du Bas- da correggere: cfr. in fra, p. 64). In epoca medievale, lo Empire», in Geographic Antiqua 2, 1993, pp. 33-49; M. stesso itinerario è ricordato, sia pure sommariamente, CaLΖΟLΑRt, Introduzione allo studio della rete stradale nell'Anonymi Ravvenatis Cosmographia (IV, 33; V, 2 = dell'Italia romana. L'Itinerarium Antonini, in Memorie Fontes p. 12 n. 5) e nella Geographica di Guidone (5, 37 = dell'Accademia Nazionale dei Lincei CCCXÇIlI, n. IX, 1996. Fontes p. 14 n. 6). Edizioni della Tabula: K. MJLLER, Itineraria Roma- (32) 'tin. Anton. 288: Placentia XV C οmillοmagο XXV na. Römische Reisewege an der Hand der Tabula Peutingeria- 'ria XVI Dertona X (ed. Cuntz); Tab. Peut. (= Fontes p. 9 n. na, Stuttgart 1916 (rist. anastatica Roma 1964); E. WEBER, 4): A Dertona Iria'n a Abiria Camelomagus milia XVI; tut-

Tabula Peutingeriana. Codex Vindoboniensis 324, Graz 1976. tavia la Tabula appare incompleta nella zona piacentina, Studi e commenti sono offerti da: Α. e M. LEvi, Itineraria dove non esiste un segno di collegamento tr α Placentia e Picts. Contributo allo studio della Tabula Peutingeriana, Camelomagus. Roma 1967; L. Bosco, La Tabula Peutingeriana. Una descri- Per un quadro completo de lla storia della Postumia zione pittorica del mondo antico, Città di Castello 1983. in epoca tardoantíca e medievale, cfr. oltre, capitolo 111.9. Sull'itinerarium Hierosolymitanum: Cuτ τTz, op. P. BoLzoNI, Nova, Vera et Integra Descriptio to- cit., pp. 86-102; W. KUBITSCHECK, s.v. in RE IX, 2, 1916, c. tius fluminis Padi incipiendo a Castro Arenae usque ad ca- 2352; 0. Cuirz, Corpus Christianorum, series latina CLXXV, strum Novum Bucce Abduce, et cum toto territorio Placen-

Turnholtí 1965, pp. 1-26. tiae, et eius confinibus ultra padum, 1587-1588 (Archivio

'tin. Anton. 128; It. Burd. 558-559; Tab. Peut. IV, 4. Storico di Parma, vol. 46, tav. 3).

Tab. Peut. IV, 4-5. La strada di collegamento tra Piacenza e Cremo-

Tab. Peut. IV, 3. na, indicata nella carta come Strata Cremonensis, per

STORIA DEGLI STUDI 13

_J I - . ε ε! υ. -- -. ~ ._ S P'ί- N ί•n λA:~ ~ η,,, ' ~ 1~,-y >~~α ~ ;á Α ?λ ~ #t ~ ~ ~ +? •~, ~ÿ,•,~~si~ á' ~ ,. `à~~α. ια ~ ~ . í~ ~ η• ς Λ λ/)✓λ 'e ► ~~ι 9' . ΙΑ ~ ~ '~~~11 Σ ΡοΝ•► *~τιτ g,~ -s► ~ ;1~~#': ~ »έ Jy ~~ zr~~ ?, /λιιι ~ ~~ χ GAI-L E C:~RCVM ~ ~~ Σν ?ι. tr .+λ ".~ ~:ει y λ :. PAllANAE ε` π'ιαχ ιrlæ λ~λ-# ~τ✓ κ'çt~~ ~`A "n-~ i ~~G πτ u.v ι ~ ' ήί~'' ι νι ιπε ρ ι ί ~. 1'~ ~)~λ~~*λ... •.ÿ~ >.. , : •1ι .λ .α,.Λ. ~ ι ιJ.;. . ' ~.-1 ~ ι~ι L c ~ nr fs 1 1 ~λ " τ. 'λ ' ~ •~ ι• ~ ~ :' .'.λ .~' λ~. ~~λ.ιλ•), . ~6•!)-t C1'1µt 0 Fς iλ.) .y7` _ f .'~✓λ` η: :ι ► ή τ λ - - aυ.•lσrι Ί 4 ► x:λ..η ~•~ή~Oft~, ~.•..... ' . ,...~ M~ . ~ 'λf-`£~ 1~ . ~ ~ 1'. ί ΙΙ[1. fl ►✓Γÿ /!• w+~. . λ τ:..a ~Y • ••. ... . ~ . ;π,~ l~ CLVVEIìIO. t; ~ /λ ρr- λ~ . λ ω υ ά " ""'υt:~ M ΓΛΓ ∆. lι/1► ~7 P Y ~~ c? ~# ~ λ l~r..- ll,i . l~ a ~ AlfLrvw υ., Wχ . ..~ RΣ....:1λ~ O '' : •~,Ī RA 5τ 4S; ΡΑΩΑ•, 1`1τι,.ω:Α'.; W•,` • `•'.;a+" ~.'-1,aηvg . ~ . .« .1 ) ι α. .ιι ! ,~,. • ι ,ι.tiδ••... ΜΓwιΛ . 1 . Ά 0— . ~.r..,ε:... ί Ca NOz i`." ζ ώλ7Σ . 1~ °~ , ~ . • ~~~~ _~!►~λ. IN: s 5Ν }SAES ~:.ΜΑΝΙ• .A+ v ~ ς4 '~` . `~~Σ:",G~.a,1..'.~• 1 - ~ . ~ ~+. _. ' ιω Έ Sεpte,ι•ιτ ì.'• φ ί..;•.ι 1 ~•y-. :+~. . ...... ,.. .. ~ Φ , .. . . . .Μ.J:- . ~, 1 {~•~.~ ] γ ''' •.. ... ~. L.. . :. i C ~ _. ί '-.._:1 ~ ., _.~ .... ~ .,λ.4..... _ 3) _. ...._.LΛενι. _ ι ι ~~ α ι ';ς F.. nlUR r Α ~ [ι λ Αιιυ. .. { 'L G L; i~f ,•.:~ • •: . ;ry~. . ._..., .Υρ+ ... . `~~ 1.q,1,'. ιι ΣJ ~ . • ~r µ... • ιι• y* _. .. . y,..:ι „ RyF ι.,.ι... f~~'.,'•••~ρ • ~ `~'ι .. ~ ~f~:lUγφφ q~ι; '•. : ._, C ιι ιιτιιι.ί ε4,ιι ,' ,~ι ' ί i ρ ~pg ~•:~• ,,,., . ~ πκι., ~ . ..: °~`~ ~{ ~°,.. •~ 4t INGO: : ά *~.:.ι ~cs. Α νπ:,ς 31g. „ 1 • :ι..~. . ~ Cευηιeιιτει ~?σ γ• . 4 a.~.t+,: ~ p} α., .. ,ι,«. } i +{~•. `'" ,:: I , L I G V,.4ι....: ...,. . dRς_έ λ ~~ •~ η 4' τ ~r•a~, τ.ι, ι Ή ι ι , ι ~-. „ ι~. g.:%1.,... 4 ia ~α ✓' ΙS - ~-'' •a PADAp .. ., Gd•' ~ Ν.. '..'ι •....` .. ί ί ::~^ ά iyJ.*~. i.i.~~,.~: λ ./λι η 1/~ Fυ1λ λTL,. /~ ./~..ti Ι.ι 4 _λ.? Í+. 3 * ι.ι ι ς/λ~ - F ~'/ i ά. # _ .Y~,~-'./ ύ.tl Ρr• . λ -λ . ι 3 ί~ ~~ ~ τπ ~ ~ r.ι f-iλ,. . ~Γ, ι Ηεευττs. ι1 ι~, /λ: ~ ~ . . ~^~\ 7 λ J, ; ~ , ι1r 1 ~ ~ ~7~ ή ί ,~,~Ί~ il~.~y~ργ _• λ - ~ ~~ 4 ~~ . :.σ pηy ~ι,..~ /... ι p,;.yT-L. . ς ~.. iu~ ~~ι+, Ιλ ÿ4 i /~/i. ~~~~ λ a ~~/~~~ ~•l ι].. Λ ήίηl ~~ ' f "a~,`.: ι ι : υ.. i}J„~ `..~` • ι .+ *a ,r.y ~-' ' /.l ~ ~~• •~y- -- ~ _~ : l J► ΛΝ . λ /λ., ' ηι. ~'•._' }'j~, .. "'ι -~= - ~'. s. J{iPV ί.,.M ~ •r. ~'~ ~ ~ , ~lJιLλ ~ - ..ι. . "ff Μ.. !•. ., . ~ - ? ~~iι. •~ .!ι ^" ~ 1 ~~ PANTERi. _ — ~._. . _ . - /λ ♦ 1 ,;ι ~`°'~ ~~.~• ~ ι y Μ. . ~. ι,ω.~•ι,~ ' MARE LIGVSTICV, ~E7RVKIA Σ pars. χ ~ 1ρ'- Γ σ 1 1 .. 2COl~ σüS ' l~ • ~Γf t~ldV. ~ .ι..~ -~: . .__,_f'•~.2:.~_~ ~ . • ι/ `~*' ~~ i ί υ..," ι~ι ;ς%`*,ςK•~~ ~ι ι .. _ _ . . . . . 1 .,r*• f° ~~_ _ J' ' ' • ~ ΜεΑτυιΣ . JJ ,ι,

Fig. 3. Carta della Gallia circumpadana di Filippo Cluverio (XVI secolo).

3. Storia degli studi la situazione di epoca romana, ma anche il più

recente e conosciuto periodo medievale (36). Condizionata da una documentazione let- La scoperta della Tavola di Polcevera (sche-

teraria antica alquanto scarna e da una memo- da n. 20), avvenuta nel 1506, ha rappresentato

ria storica sempre meno consapevole, la tradi- una tappa importante nella storia degli studi,

zione antiquaria e umanistica del primo Rina- in quanto permise di riconoscere il passaggio

scimento ha trasmesso una concezione della della Postumia, menzionata nel testo, attraver- via Postumia legata a una prospettiva fram- so le montagne dell'Appennino ligure alle spal-

mentaria, che rispecchia appieno non soltanto le di Genova, e alimentò di nuovo entusiasmo

quanto appaia come unico asse dí collegamento tra í due nome di Strata vetus Cremonensis; tale denominazione

centri, probabilmente non ricalca l 'antico tracciato della qualifica l'anteriorità di questo percorso rispetto alla

Postumia (cfr. infra, p. 123 ss.). Strata Cremonensis, allora in uso, alludendo anche al suo

La situazione di estrema instabilità idrogeologica totale abbandono a seguito dello spostamento dell 'alveo della zona ha condizionato la continuità di vita dei per- padano, che nella mappa appare interromperne il trac-

corsi ilari, compromettendo la persistenza de lle tracce a ciato.

essi pertinenti. Nella stessa carta del Bolzoní, infatti, con (36) Sull'argomento si veda anche C. MACCABRUNI,

un percorso più settentrionale rispetto alla Strata Cremo- «Memoria della Postumia nella storia degli studi tra XIV e

nensis, è indicato un altro tracciato a cui è attribuito il XIX secolo», in Tesori 1998, ρρ. 633639. 14 G. CERA l'interesse per l'antica storia del territorio. Tra cui lo studioso ammette l'identità solo per la gli studiosi e gli eruditi dell'epoca, lo storico parte orientale della strada, da Cremona a lu- genovese Agostino Giustiniani (che curb l'edi- hum Carnicum attraverso Bebriacum (identifi- zione della Sententia negli Annali della Repub- cato con Canneto sull'Oglio), Mantova, Vero- blica di Genova, del 1537) indagb per primo il na, Vicenza, Altino, Opitergium. Sul tratto tra percorso della consolare nell'entroterra geno- Dertona e Placentia si è incentrata la ricerca vese e lungo la valle Scrivia (37), aprendo la dello storico piacentino Poggiali (44), alla strada a studi di carattere storico-geografico, metà del Settecento, mentre verso la fine dello quali il Thesaurus geographicus di Ortelius (38), stesso secolo si collocano le indagini di G. Fi- del 1587, e le opere settecentesche d ί Capsoni e liai (45) sul tracciato mantovano e veneto della di Oderíco (39), che, nell'analisi complessiva del Postumia, che apportarono un nuovo impor- contesto storico e geografico di specifico inte- tante contributo al progresso delle conoscen- resse, fanno riferimento al tratto occidentale ze, soprattutto grazie all α sistematica raccolta della strada. di testimonianze, spesso andate perdute.

Il noto saggio di Cluverio, Italia Antiqua, Agli inizi dell'800 gli studi del canonico pubblicato alla metà del XVII secolo, ha se- tortonese Bottazzi (46) segnarono una svolta gnato un decisivo avanzamento negli studi determinante, non soltanto in rapporto alle

(fig. 3). Grazie alla scrupolosa interpretazione conoscenze sulla Postumia, alla quale ritenne delle fonti letterarie e alla diretta conoscenza pertinente il solo tratto appenninico ligure- dei luoghi lo studioso propose un percorso da piemontese, ma anche per quanto concerne la

Genova a Verona, di cui tuttavia indagb con conoscenza di alcuni centri dell'Italia nordoc- maggiore attenzione il tratto a partire da Cre- cidentale, tra cui Libarna, Tortona e Voghera. mona verso est (40); frutto delle sue assidue Le incessanti e appassionate ricerche dello perlustrazioni dei territori è inoltre la preziosa studioso nel territorio alessandrino portarono descrizione dί alcuni imponenti sepolcri fune- all'individuazione del sito dell'antica città ro- rari (forse l'unico accenno a resti monumenta- mana di Libarna, di cui fino ad allora era li pertinenti al tratto occidentale della consola- ignota l'ubicazione ( fig. 4); interessanti notizie re, allora detta Rimera) individuati alle porte vengono riferite dallo stesso relativamente ad del centro di Tortona (41). alcuni tratti di lastricato pertinenti alla via Pi- Sostanzialmente analoga alla proposta dί stumia nelle vicinanze di Libarna, in direzione Cluverio è la ricostruzione topografica offerta di Arquata e nell'area della città romana. nella Notitia orbis antiqui di Cellarius (42), per Il nuovo approccio metodologico che ca- quanto, diversamente da Cluverio, l'autore ab- ratterizzb la storia degli studi storici e archeo- bia lasciato aperto il problema dell'ιndiνidua- logici a partire dalla metà del XIX secolo se- zione del caput víae e abbia supposto un pro- gnδ un rinnovato interesse per le realtà locali, seguimento del percorso a est di Verona. L'esi- dando impulso a indagini che, nel proposito di stenza di un itinerario tra Genova e Tortona fu un sistematico recupero di notizie e testimo- riproposta anche dallo storico Beretti nella nianze, rappresentano spesso una finte inso-

Dissertatio chirographica (43); l'arteria non stituibile di dati ormai perduti. Si ricordano, viene tuttavia identificata con la Postumia, di ad esempio, i lavori di Celesia (47), di Cordero

A sostegno dell'ipotesi formulata sul percorso logica del Piemonte (eh-. ad esempio, S. Fiioccrn, «Torto- della strada in valle Scrivia, egli appo rta la notizia del rin- na. Area cimiteriale di via Emilia. Mausoleo a podio e cel- venimento di un'epigrafe romana pe rtinente ai resti di un la circolare», in QuadAPiem 4, 1985, pp. 11-12; inoltre in- ponte sullo Scrivia, menzionante la «via Costuma Placen- fra pp. 76-80 e schede nn. 101-102; 105-06). tiam». C. KELLER, Nitida orbis antiqui sive geographia, A. ÖRΤεL, Thesaurus geographicus, Anversa 1587. Lipsiae 1731-32, pp. 751-752. S.S. Cλrsο m, Memorie 'storiche della Regia Città di G.G. ΒnRκΤΙΙ, De Italia Medii Aevii Dissertatio cho-

Pavia e suo territorio antico e moderno, I, Pavia 1782 (-1788), rographica, in Rerum Italicarum Scriptores X, Milano 1727, pp. 177, 293-295; G.L. ODΕRIco, Lettere Ligustiche, ossia c. XLVIII. osservazioni critiche sullo stato geografico della Liguria fino C. POGGIALI, Memorie storiche della città di Pia- ai tempi di Ottone il Grande, Bassano 1792, p. 46. cenza, Piacenza 1757-66, I, p. 42.

CLuvrRuus 1624, I, ρ. 262, tal. a p. 116. G. FlUAS', Delle strade romane che passavano an- I monumenti, di cui riferisce anche Borrazz τ ticamente pel Mantovano, Guastalla 1792; IDni, Memorie

1808, p. 93 agli inizi dell'800, sono ancora in parte visibili storiche de' Veneti primi e secondi, I, Padova 1797, II, 1811. alla periferia della città, in parte sono stati rimessi in luce, ΒοΤΤΑΖΖΙ 1808; Inni 1815. poi restaurati e consolidati dalla Soprintendenza Archeo- CELESTA 1863.

STORIA DEGLI STUDI 15

COROGRAFIA Dl LIBARIYA

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Fig. 4. Corografsa di Libarna, con indicazione dei ritrovamenti archeologici, realizzata da G. Bottazzi nel 1815; col numero 6

sono indicati i punti in cui furono identificate tracce della via Postumia.

ι d San Quintino (48) e di Varní (49) per la deve infatti a Theodor Mommsen (che pure non zona dell'Appennino ligure-piemontese e di Li- abbandonò completamente le problematiche barna; di Giulietta (50) per l'abitato d ι Casteg- della disunità del tracciato) il merito di avere gio; di Saglio (51) e di Manfredi (52), rispetti- prospettato la completezza del percorso (53). vamente per il territorio di Broni e di Stradel- Bisognerà' tuttavia attendere fino quasi alla

la, e per Voghera ( fig. 5). metà del nostro secolo per l'avvio delle prime La concezione della via Postumia come col- ricerche di stampo più strettamente topografi-

legamento topograficamente continuo e unitario co sulla via Postumia. A studiosi quali Alessio

tra il Mar Tirreno e l'Adriatico rappresenta una De Bon (54), Plinio Fraccaro (55) e Luciano

tappa piuttosto recente de lla storia degli studi; si Bosio (56) (relativamente al tratto veneto del

G. CORDERO DΙ SAN Qutirxio, «Osservazioni in- di maggior interesse scientifico. Sulla figura di A. De Bon si torno ad alcune iscrizioni antiche, scoperte di recente tra veda ora: Il contributo di Alessio de Bon alla conoscenza del le rovine di Libarna presso Serravalle nella valle Scrivia», Veneto antico. Α 50 anni dalla pubblicazione de `Il Polesine ne in Atti Accademia delle Scienze di To rino 1825, p. 143 ss. l'antico impero", in Padusa XXVI-XXVII, 1990-91, pp. 227- Ι 1866 VARI -1873. 385; A. MEMEGAZZI, «Appunti di storia della topografia vene-

GIULIETTI 1890-1893. ta: Alessio De Bon e la via Postumia», in Tesori 1998, p. 643.

SAGLIO 1890. FRACCAR0 1957. ΜλνεΡΕΕnm 1908. L. Bosco, «La via Postumia da Oderzo ad Aqui-

Grazie al nuovo ritrovamento epigrafico di Aqui- leia in relazione alla rete viaria romana della Venetia», in leía, CIL V, 2, 8313; cfr. inoltre CIL V, 2, p. 827; S.I. ad CIL Atti Istituto veneto di scienze, lettere ed arti CCXXIV, 1964- V, n. 125; lo studioso propone comunque una distinzione 65, pp. 279-337; IDEM, Itinerari e strade della Venetia roma- del percorso, pur nella sua unitarietà, in due tronconi. na, Padova 1970, pp. 25-38; IDEM 1991, pp. 43-57; IDEM, DE Eli 1941 costituisce senza dubbio il contributo «L'asse padano», in Venetia 1990, pp. 23-27. 16 G. CERA percorso) (57) si deve il merito di aver lasciato novesato, prevalentemente incentrati sulla ri- contributi fondamentali per quanto riguarda costruzione del paesaggio, del popolamento e la ricostruzione del tracciato viario, offrendo dei percorsi viari naturali in uso dall'età antica al contempo esempi di ricerca del tutto inno- alla moderna. Il territorio della Val Polcevera vati nel campo della topografia, in specie stato poi oggetto, nell'ultimo decennio, di un della viabilità antica. Sempre per l'area veneta complesso progetto di ricerca coordinato da studi più recenti hanno avuto per oggetto più Marinella Pasqúinucci (64). Del tratto dertone- circoscritte aree di ricerca (58) e argomenti se della Postumia si è occupato Plinio Fracca- più latamente concernenti la strada e il suo ro (65), nell'ambito dello studio sulla centuría- rapporto con il territorio (59). zione di Tortóna, e successivamente Mariavït- Nell'ambito della regione centropadana, toria Antico Gallina (66), sia in relazione alla invece, mancano ancora indagini unitarie e viabilità della zona che alla topografia di Der- approfondite; un interessante contributo di in- tona romana, nel contesto di una una più va- quadramento preliminare è offerto da Mauro sta indagine sulla provincia di Alessandria. Calzolari (60) per il settore compreso tra Cre- Dal rinnovato interesse rivolto negli ultimi mona e Verona. Il tratto che attraversa l'Emi- anni alle problematiche storiche e topografi- lia occidentale e la Lombardia è stato indagato che relative alla strada sono scaturite due solo nell'ambito di ricerche territoriali di più grandi manifestazioni scientifiche svoltesi a ampio respiro, benché l'attenzione da sempre Cremona: il Convegno Internazionale di Studi concentrata sul sito dell'antica Sedriacum, dal titolo Postumia. Storia e archeologia di una come importante centro itinerario lungo la - grande strada romana alle radici dell'Europa, stumia, non abbia incoraggiato nuove ricerche tenutosi a Cremona il 13-15 giugno 1996, e la più miratamente rivolte all'analisi storico-to- mostra archeologica Tesori della Postumia. Ar- pografica di tale tratto di strada, indagata per cheologia e storia intorno a una grande strada il momento solo in alcuni contributi di carat- romana alle radici dell'Europa, inaugurata sem- tere preliminare (61). pre a Cremona nell'aprile del 1998. Relativamente al settore occidentale del Il programma dei lavori del Convegno percorso, oggetto specifico di questa ricerca, stato articolato in tre grandi sezioni: un primo non esistono lavori incentrati sulla strada nel gruppo di interventi è stato prevalentemente suo complesso, ma solo alcuni richiami all'in- incentrato sulle fasi della romanízzazione del- terno di tematiche più generali sul territorio. l'Italia settentrionale e sulle problematiche Per il settore appenninico ligure, interessanti storiche e topografiche concernenti la strada e spunti sul problema del valico sono stati avan- i territori da essa attraversati; una seconda se-

zati da Giorgio Monaco nel volume della Forma zione è stata invece dedicata alla cultura e ai Italiae su Libarna e il suo comprensorio (62). commerci lungo la via Postumia dall'età re- Frutto di υn'attiνítà legata alla conoscenza del pubblicana fino alla tarda antichità; la terza territorio e della cultura materiale sono poi gli sezione infine è stata rivolta allo studio degli studi di Tiziano Mannoni (63) sull'area del Ge- insediamenti, dell'economia e dei sistemi di

Su questo tratto si veda, da ultimo, G. ROSADA, Postumia nel territorio di Bedriacum», in Calvatone roma- «La via Postumia da Verona ad Aquiliea: un percorso in na. Studi e ricerche preliminari (Quaderni di ACME 13) (a ν terre umide», in Tesori 1998, pp. 242-248. cura di G.M. FAccmii), Milano 1991, pp. 71-99; Bo oaA

M.G. PEaaiIGO, «Le strade rom ane del territorio MAZZOLI 1991. Tra le ricerche concernenti questo ambito

di Verona. a) La Via Postumia», in Vita Veronese 22, 1969, territoriale si ricorda anche, per il transito nel territorio pp. 331-337; M. FaAizosx, «La via Postumia nel tratto Be- cremonese, F. DURANDO, «La viabilità romana nell'ager dríacum-Verona», in Vita Veronese XXXIIΙ, 1980, pp. 234- Cremonensis e i suoi rapporti con la centuriazione», in

237; E. Bucm, «I Romani nella Venetia. La memoria Bollettino Storico Cremonese, n.s. II, 1995, pp. 51-54. dell'antico nel paesaggio veronese», in Atti e Memorie dell'Ac- MονACO 1936; in particolare, per la via Postu-

cademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona 163, mia tra Genova e Libarna, cc. 62-70.

1991, pp. 451-453. MANNONx 1983; Μλννονι 1985. P. BASSO, «La devota Venetia: í miliari al servizio Sono state effettuate alcune campagne archeologi- dell'imperatore», in Venetia 1990, pp. 129-136; A. MaNu- co-topografiche (sia ricognizioni sistematiche che saggi stra- GAZZI, «Via Postumia e territorio: l'area dí transito tra col- tigrafici) in val Polcevera a partire dal 1987 a opera del Di- li Berici e monti Lessini», ibidem, pp. 87-96. partimento di Scienze Storiche del Mondo Antico dell'Uni- CALΖΟLΑRm 1992; un approfondimento de lle pro- versità di Pisa, con la parziale collaborazione di M.H. blematiche concernenti la stessa area è in CALZOIARI Crawford e del Department of Ancient History di Londra. 1998; IDEM, «La via Postumia da Cremona a Verona», in FRACCARO 1957a, pp. 125-126, 138.

Tesori 1998, pp. 235-239. Airxco GALLINA 1986, p. 141 ss. per la Postu- E. BANZι, «Considerazioni topografiche sulla via mia, pp. 61-84 per Dertona. STORIA DEGLI STUDI 17 18 G. CERA comunicazioni connessi alla grande via conso- nella Gallia Cisalpina (67). Nel tracciare il lare; in quest'ultima sezione, grande spazio quadro storico, archeologico e topografico re- stato dato all'attività de lle Soprintendenze Ar- lativo alle aree attraversate dal tratto occiden- cheologiche interessate, che hanno esposto i tale della via Postumia non si possono non evi- dati emersi dalle più recenti indagini svolte denziare, in rapporto ai singoli ambiti territo- nei territori attraversati dalla strada. riali, i principali eventi connessi al processo di Con la varietà delle tematiche, la molteplicità conquista che ha interessato l'Italia nordocci- e l'interesse dei materiali esposti, la mostra ar- dentale tra i decenni finali del III sec. a.C. e la cheologica ha offerto un percorso completo sugli metà del secolo successivo. Alla luce di tali aspetti storici, socio-economici e culturali con- eventi appare chiara la connotazione pretta- nessi alla via Postumia e alla romanizzazione mente militare e strategica della via Postumia; dell'Italia settentrionale, con uno sguardo tutta- essa fu ideata come percorso di penetrazione via rivolto anche alle realtà etniche e ambientali militare utilizzato dagli eserciti romani in oc- precedenti alla costruzione della strada, nonché casione di manovre e spostamenti tattici nelle al periodo tardoantico e alla memoria storica. regioni norditaliche, come risulta del resto do-

Il presente studio, condotto nell'ambito del cumentato anche dalla tradizione letteraria. Dottorato di Ricerca in Archeologia (Topogra- Negli anni successivi alla prima guerra pu- fia) presso l'Università degli Studi di Bologna nica, le mire imperialistiche di Roma si volse- nel triennio 1995-1998 e portato a pubblica- ro in direzione dell'Italia settentrionale, dove zione nell'ambito del progetto MURI «Ca rta la situazione di frammentazione etnica che ca-

Archeologica d'Italia», ha potuto tenere conto ratterizzava il territorio ligure e padano co- dell'esito delle pubblicazioni relative alle mani- strinse í Romani a un impegno simultaneo su festazioni cremonesi solo in fase d i elaborazio- diversi fronti (68). Nel 238 a.C. l'esercito ro- ne finale. Il taglio più strettamente topografico mano avanzò contro í Liguri (69), con un pri- della presente ricerca propone uno studio che mo attacco da parte di T. Semproriio Gracco si auspica possa inserirsi nell'ambito del dibat- diretto alle tribù dell'interno e agli Insubri; nel tito scientifico avviato in questi ultimi anni. 236 il console L. Cornelio Lentulo celebrò il

primo trionfo de Liguribus, mentre nel 233 Q. Fabio Massimo sottomise tutta la parte orienta-

4. Inquadramento storico le della regione fino a Genova (allora forse già cuitas foederata) e pose il primo accampamen- La costruzione della via Postumia rappre- to romano nell'area dove successivamente si senta uno dei principali eventi che scandisco- svilupperà Genua. Frattanto il tentativo di pe- no la fase finale dell'espansionismo romano netrare nel territorio degli Insubri e dei Boi (70)

In generale, sulla penetrazione romana in Cisalpi- storiche sui Liguri: le tradizioni fino alla Naturalis Histo- Χ, 1983, na e sulla romanizzazione del territorio si veda, da ultimo, ria di Plinio», in RSL XLI pp. 7-17; E. SALOMONE G. BATTELLI, «La penetrazione romana e il controllo del GAGGERO, «I Liguri nell'opera di Floro», ibidem L, 1984, territorio », in Tesori 1998, pp. 147-155, con ampia bibliogra- pp. 7-17. Sulla caratterizzazione etnica e culturale dei Li- fia precedente; cfr. 'métre, specificamente per i singoli am- guri in area ligure e piemontese, cfr. GAMBARI, VENTURI- biti territoriali, í contributi citati infra alle note 68-70, 333. No GAMBARI 1987, soprattutto p. 133 ss.; D ε MARJIlS Sulle guerre romano-liguri e sulla romanizzazio- 1988; E. CULASSO GASTALDI, «Il contesto ligure e celtico», ne della regione corrispondente all'odierna Ligu ria: N. in E. CULASSO GASTALDI, G. CRascτ MARROwa, «I Taurini LAMBOGLIA, Le guerre romano-ingaune e la romanizzazione ai piedi delle Alpi», in Storia di Torino 1997, pp. 95-102; della Ligu ria di Ponente, in Collana storico-archeologica Dε MARmνιs 1998, p. 59 ss.; in area emiliana: M. CATARSI, della Liguria occidentale, II, 1933; IDEM 1941, pp. 167-236; P.L. DALL'AGLIO, «Il territorio piacentino dall'età del F. Τιν BERTOCCHI, «Introduzione storica », in Roma e i bronzo alla romanizzazione. Ipotesi sulla formazione Τ1Ν Liguri (a cura di F. Έ BERrOccHI), Genova 1986, pp. 5- dell'ethnos ligure», in Celti ed Etruschi nell'Italia centro-set- 6; G. MENNBLLA, Regio IX. Liguria. Genua — Ora a Luna ad tentrionale dal V secolo a.C. alla romanizzazione (Atti del Genuam, in Supplemento Italica n.s. 3, Roma 1987, pp. Colloquio Internazionale, Bologna 1985) (a cura di D. VI- 223-239; D. ROMAN, «Rome, les Ligures et la conquête de TALI), Imola 1987, pp. 405-414. la Gaule du Sud», in L'Afrique, la Gaule, la religion d l'épo Per le guerre di Roma contro But e Insubri: E. que romaine. Mélanges à la mémoire de Marcel Le Giay GABBA, «Ticinum: dalle origini alla fine del III sec. d.C.», (Coll. Latomus 226), Bruxelles 1994, pp. 375-381; GABBA in Storia di Pavia 1984, pp. 205-248; G. BANDELLI, «Le pri- 1996, in particolare pp. 31-39. me fasi della colonizzazione cisalpina (295-190 a.C.)», in Sulle fonte storiche e letterarie riguandanti í Li- DdA 6, 1988, 2, pp. 105-116; GABBA 1990, pp. 69-70; M.T. guri cfr. G.A. MANSTJELLI, «Tradizione etnica e poleografi- GRASSI, La romanizzazione degli Insubri. Celti e Romani in ca della Liguria e della Traspadana», in RSL XLI-XLΙΙ, Transpadan attraverso la documentazione storica ed 1975-1976, pp. 81-91; Fontes; G.A. MANSUELLI, «Le fonti archeologica, Milano 1995, p. 25 ss. INQUADRAMENTO STORICO 19

impegnò i Romani più di quanto previsto; Minucio Rufo investi nuovamente il settore oc- l'inizio della seconda guerra punica vanificò in cidentale e interno della Liguria. Partendo buona parte í successi legati soprattutto al- dall'alleata Genova, il console volse rapidamen- l'episodio del 222 a.C., con la vittoria riportata te in direzione della Pianura Padana, seguendo a Casteggio dal console M. Claudio Marcello, e probabilmente lo stesso percorso della futura alla successiva conquista di Acerrae e di Me- Postumia e assoggettando lungo il suo cammi- Α ο, diolanum. Boy e Insubri infatti, incoraggiati no quindici oppida liguri dell' ppenίn tra cui dal sopraggiungere di Annibale, s i ribellarono, Litubium (forse Retorbido) e Casteggio (73). attaccando gli unici avamposti militari roma- Questa operazione sottintendeva evidentemen- ní, le colonie di Piacenza e Cremona, fondate te anche l'obiettivo da parte dei Romani di ga- nel 218 rispettivamente a sud e a nord del Po. rantire una linea difensiva e di collegamento Nello stesso tempo, sul fronte ligure, Ge- fra i tre capisaldi militari di Genova, Piacenza nova assunse un ruolo prioritario come punto e Cremona, che costituivano le uniche impor- di appoggio per le truppe impegnate in area tanti basi strategiche romane in territori anco- padana centrale; si intuì allora la fondamenta- ra non conquistati. le funzione del capoluogo ligure non solo Il buon esito dell'operazione d i Minucio, come base navale per i collegamenti con la co- unitamente alla vittoria decisiva conseguita sta, ma anche come caposaldo militare, a con- dal console P. Cornelio Scipione Nasica (74) trollo del percorso più rapido e diretto di col- sui Galli Bui (il cui territorio venne definitiva- legamento con la pianura padana (71), quello mente annesso a Roma), dovette riportare una attraverso le vallate interne del torrente Polve- certa stabiliti politica nelle regioni mediopa- cera e dello Scrivia, presumibilmente lo stesso dane, se nel 1 90 si provvide al rinforzo di Pia- itinerario in seguito razionalizzato dal traccia- cenza e Cremona (75) nel settore più occiden- to della Postumia. I Cartaginesi tentarono in- tale della pianura padana, e nel 187 alla co- fatti dí contrastare i Romani occupando Geno- struzione della via Emilia. va: nel 205 la città venne distrutta da Magone, In Liguria, invece, ancora per qualche de- il fratello di Annibale (72), ma l'urgenza con cennio si protrassero gli scontri, che segnarono, cui í Romani si adoperarono per ricostrui-rla, uno dopo l'altro, il progressivo ma totale assog- con un intervento di Spurio Lucrezio nel 203, gettamento delle popolazioni indigene: nel 181 riflette perfettamente il progetto di una futura a.C. si ebbe la vittoria sugli Ingauni (76); nel riconquista della Gallia Cisalpina, resasi tanto 180 la deportazione degli Apuani; nel 179 la più necessaria dopo che la discesa di Annibale sottomissione degli Statielli (77); nel 166 e nel nella regione padana aveva riacceso l'insoffe- 158 quella dei Liguri Eleates. La validità stra- renza delle indomite popolazioni celtiche. tegica del percorso tra Genova e la regione pa-

Fu probabilmente in questi anni che venne dana tomb ad ogni modo utile in occasione stipulato un primo trattato tra Roma e i Liguri della repressione delle tribù degli Oxibii e dei di Ponente; tuttavia gli scontri ripresero con Deciati, con un intervento caldeggiato da Mar- rinnovata crudezza e nel 197 a.C. l'azione di Q. siglia, alleata dei Romani, e condotto da Q.

Sulla romanizzazione dell'area insubre: G.A. ΜΑν- subri cit., in particolare p. 30 ss. suELa.τ, in Atti CeSDIR 3, 1970-1971, pp. 26-28; E.A. AR- Nel 218 a.C. Cornelio Scipione, provenendo dal- SLAN, in ètudes. Celtiques 15, 1978, pp. 441-481; G. LURA- la Gallia, sbarcò a Genova, per poi raggiungere rapida- scxm, Foedus Ius Latii. Aspetti costituzionali della romaniz- mente la valle padana, dove era già stazionato Annibale zazione in Transpadana, Padova 1979, soprattutto pp. con le sue truppe. Ne dà notizia Livio (XXI, 32, 5 = Fontes 6-10, 110-112 e passim; IDEM, «La romanizzazione della 1403). Tuttavia il passo resta di difficile interpretazione, Transpadana: questioni di metodo», in Studi in onore di dal momento che in un altro punto della stessa opera Ferrante Vonwiller, II, Como 1980, pp. 207-217; E. GABBA, (XXI, 39, 3) l'autore non fa menzione del passaggio per «Ticinum: dalle origini alla fine del III sec. d.C.», in Storia Genova, n6 vi fa accenno Polibio (III, 49, 4). Lo stesso epi- di Pavia 1984, pp. 205-247; IDEM 1986, pp. 31-41; G. Lu- sodio è ricordato anche da Ammiano Marcellino (V, 10, RASCHI, «Nuove riflessioni sugli aspetti giuridici della ro- 10 = Fontes 79), ma senza riferimenti al cammino in dire- manizzazione in Transpadana», in La Lombardia tra pro- zione del Po. tostoria e romanità. Atti del 2° Convegno Archeologico Re- Liv. XXXVIΙΙ, 46, 7-8 = Fontes 311; Liv. XXX, 1, gionale (Como 1984), Como 1986, pp. 43-65; M.T. GRAssI, 10 = Fontes 1406. «Insubri e Romani: un modello d integrazione», in Si- Liv. XXXIΙ, 29, 31. brium XXI, 1990-91, pp. 279-291; F. CASSOLA, «La colo- Liv. XXXVI, 38. nizzazione rom ana della Transpadana», in Die Stadt in Lw. XXXVIΙ, 46. Oberitalien 1991, pp. 17-44; M.T. GRASSI, I Celti in Italia, Liv. XL, 25; XL, 27; PLUT. Paul. Aem. VI, 1-6. Milano 1991, p. 47 ss.; EADEM, La romanizzazione degli In- Lw. XL, 53. 20 G. CERA

Opimio che nel 154 parti da Piacenza riper- Correndo lungo la destra idrografica dello correndo l'itinerario transappenninico in dire- Scrivia, la consolare puntava quindi in dire- zione del capoluogo ligure (78). zione di Libarna (posta a XXXVI miglia dal

A tali interventi seguì infine il vero proprio caput víae), il cui impianto urbano sorse in processo di romanizzazione, che si compì es- stretta connessione con il percorso. Qualche senzialmente in due fasi: la prima fu finalizza- miglio più a nord, grosso modo all'altezza di ta al consolidamento delle conquiste militari e Cassano Spinola, la via oltrepassava il fiume su venne attuata attraverso la costruzione della un ponte, i cui resti sono ancora oggi visibili; via Postumia nel 148, la stipulazione di foede- di qui, seguendo il corso dello Scrivia lungo le ra bilaterali con le comunità indigene, la de- falde pedecollinarí, attraversava Villavernia ed duzione di colonie e, infine, con il rafforza- entrava a Dertona (Tortona), costituendo l'asse mento di legami clientelari (79) con le élites generatore dell'impianto urbano più recente. indigene filoromane; la seconda, attuata so- Avanzando sempre lungo le estreme pro- prattutto a partire dal I sec. a.C., fu invece di- paggini collinari, la strada continuava poi in retta a conferire stabilità al sistema politico e direzione di Iría (Voghera), che distava X m.p. sociale, e a favorire la completa assimilazione da Dertona, per poi attraversare, poche miglia del modello romano nella regione (se ne ha ri- più avanti, l'abitato di Clastidium (Casteggio), scontro a livello archeologico nello sviluppo e la mansio di Camillomagus, forse da localiz- delle realtà urbane e delle att ίvίtà economiche zare, quest'ultima, nella zona di Vicomune, e commerciali). presso Cassino Po (ma, al riguardo, vi è anco-

Un'ultima annotazione, infine, sui fattori ra incertezza). di ordine politico e diplomatico che guidarono La via muoveva poi verso Stradella, punto la realizzazione della strada. Come meglio si dl passaggio obbligato tra il Po e la fascia pe- vedrà nel prosieguo della trattazione, alla base decollinare, e dl qui intraprendeva un percor- della scelta del percorso non vi furono soltan- so di pianura caratterizzato da un lungo retti- to motivazioni di carattere gemorfologico, ma filo diretto a est, il cui andamento (ricalcato anche il chiaro proposito da pa rte romana di dalla moderna strada statale N. 10) appare non invadere territori (come ad esempio quel- perfettamente inserito all'interno del vasto lo degli Insubri) che, attraverso foedera, man- piano di suddivisione agraria attuato nell'agro tenevano una loro autonomia (80), assegnan- piacentino. Dopo aver attraversato gli attuali do in tal modo alla via Postumia un ruolo dl li- centri di Castel S. Giovanni e di S. Nicolò a nea di demarcazione, di con fine settentrionale Trebbia, giungeva a Placentia (Piacenza), dove della penetrazione romana (81); non va di- entrava nella città adeguandosi a una rete via- menticata, inoltre, la necessità di raggiungere ria precedentemente definita, oppure oltrepas- direttamente Piacenza e Cremona, i due prin- sava il nucleo urbano con un tracciato tangen- cipali capisaldi romani in area mediopadana. ziale allo stesso.

La consolare volgeva quindi in direzione

del punto dl passaggio sul Po e di Cremona, 5. Il tracciato della via Postumia: linee gene- posta a distanza di XX miglia da Placentia; in

rali questo tratto la via Postumia affrontava un cammino attraverso una zona dí bassa pianu-

Partendo da Genova, la via Postumia se- ra particolarmente soggetta ai fenomeni di guiva la vallata del torrente Polcevera, incu- esondazione del Po, correndo, per questo, lun- neandosi all'interno dell'Appennino ligure, at- go una fascia di microrilievo e attraversando traverso un percorso di crinale che volgeva in la strettoia morfologica costituita dal Po nella direzione del valico della Bocchetta, per poi zona di Castelvetro piacentino. Nel tratto com- scendere verso la valle Scrivia, dove giungeva preso tra Caorso e Cremona, il riconoscimento all'incirca all'altezza di Pietrabissara (82). dell'antico tracciato presenta comunque moti-

POL. XXXIII, 10. GABBA 1990, p. 73; E.A. ARSLAN, «I Transpada- Sull'argomento si veda G. RANDELLI, «Le cliente- ní», in Ι Celti (catalogo della mostra), Milano 1991, p. 461. le della Cisalpina fra il III e il II sec. a.C.», in Optima via Un percorso alternativo a quello della via Postu- 1998, pp. 35-41; C. COMPOSTELLA, «Una famiglia locale fi- mia nel settore compreso tra Genova e la valle Scrivia loromana: il caso dei Postumii», in Tesori 1998, p. 302; sembra svilupparsi più a est, attraverso il passo della Vit- TORELLI 1998, pp. 25-26. toria: cfr. infra pp. 43-47. GABBA 1986, pp. 33-34.