Supplemento al n. 38 del 7 ottobre 2016 di Riforma – L’Eco delle valli valdesi FREEPRESS OTTOBRE 2016 NUMERO DIECI reg. Trib. di n. 175/60. Resp. Luca Maria Negro. Poste italiane S.p.A. – Spedizione in A.P. – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB/CN

Foto Marzia Verona Meizoun-Fourest-Alp Vita da alpeggio A ottobre in vari Comuni, fra Se da un lato termina la Il Cai nel Pinerolese conta cui Bobbio e , c’è stagione dell’alpeggio, inizia diverse migliaia di associati. una festa particolare, quella quella delle chiese. Con le Il 23 ottobre a si della discesa dagli alpeggi, che prime due settimane di ottobre terrà l’assemblea dei delegati si tramanda da sempre. Gli infatti in tutte le comunità delle regioni Liguria, Piemonte animali sono i veri protagonisti delle valli valdesi si tengono e Valle D’Aosta. Il tutto fra di questo appuntamento e culti e «feste del raccolto»: è Aula sinodale e Foresteria sfilano per le vie del paese. l’inizio delle attività. valdese. Alzo gli occhi verso i monti, da dove

RIUNIONE DI QUARTIERE mi verrà l’aiuto? Il mio aiuto vien dal Storie di pascolo SIGNORE, che ha fatto il cielo e la terra. Valeria Tron (Salmo 121) ppena uscito Storie di pascolo vagante chiesi a Marzia di portarmene una copia. A Gregorio Plescan biente perfetto e i racconti degli anziani ci con- Siamo amiche e questo libro lo attendevamo lzo gli occhi ai monti: uno dei Salmi più fermano quanto la vita potesse essere dura. Ma con ansia. amati nelle nostre valli. Parole che ci ri- oltre a quell’asprezza, c’è anche un altro pericolo, La sera stessa cominciai a leggerlo con portano a un tempo lontano, quando si più sottile e per nulla remoto: l’idolatria. Quando avidità. Mi accorsi dopo un paio d’ore di essere seguiva il ritmo lento della natura, in cui questo Salmo è stato scritto, sulle cime dei monti arrivata a pagina centododici, l’ultima. iA ruvidi panorami mozzafiato dei monti facevano venivano innalzate delle lapidi in onore degli dei Questo libro inizia e finisce con un messaggio da sfondo alle giornate. Un mondo di pericoli, – per questo la domanda: da dove mi verrà l’aiu- di speranza che lascia il lettore fiducioso rispetto prevedibili o improvvisi, dove si era consapevoli to? Nella difficoltà, dove mi volgo? Ai monti, co- al futuro di questo lavoro millenario: il pastore che una vera e propria autosufficienza è impos- stellati di lapidi pagane? No: il mio aiuto viene dal sibile e si deve poter sempre contare sull’aiuto Signore. Non devo fondare la mia esistenza sulla vagante, appunto. esterno, fosse anche delle nuvole che mandano natura (madre, ma talvolta matrigna), sul lavo- Pagina dopo pagina, la vita di queste persone la pioggia al momento adatto. Ma non è solo no- ro (che a volte rende sereni, altre volte schianta), che oserei definire oltremodo coraggiosa, viene stalgia: leggendo attentamente il Salmo, vediamo sulle relazioni umane (nelle quali tutti portiamo illustrata con assoluta lucidità, proiettando che la Bibbia non ci vuole abbandonare nel mon- anche i nostri limiti e il nostro egoismo), ma in lo sguardo in un mondo fatto di tribolazioni, do romantico del bel tempo che fu, ma si rivolge Dio, che guida con la sua parola capace di solle- disincanto e molto sacrificio, sia in termini di anche a noi, anche oggi. Dal giardino dell’Eden vare e illuminare, proteggere e accompagnare in forze che di denaro. in poi l’umanità non ha mai vissuto in un am- ogni situazione. Una realtà cruda nella quale molte persone faranno fatica a riconoscersi, specie se legate a un mondo dove la modernità impera. Questo libro mette a nudo le paure, le piccole gioie quotidiane e ancor di più i sentimenti nostalgici di chi la terra la vive in perenne cammino, traendo quel poco che basta al sostentamento delle greggi e degli uomini, legati indissolubilmente gli uni agli altri. Un racconto schietto, per nulla schematico, davvero utile a tutti: dai montanari alle genti di città. Ai primi perché ribadisce valori che andreb- bero salvaguardati, legami da mantenere saldi nel tempo. Ai secondi perché vengono proiettati in un mondo denso di rispetto per la terra e amore- volezza che nulla hanno a che spartire con la moda di convertire le leggi di natura, umaniz- zando gli animali o rendendoli simboli delle instabilità sociali. Storie di pascolo vagante è uno specchio molto sincero sulle vicissitudini quotidiane di Pecore al pascolo – foto Samuele Revel uomini e di donne, dove di fatto la misura dell’uomo custode è indispensabile proprio perché contrasta con tenacia l’omologazione Langeneck e il suo impegno ecumenico imperante del nostro tempo. Alberto Corsani diventare un vero segno ecumenico di condivisio- Una lettura che andrebbe ripetuta più volte, ra sovrintendente delle chiese valdesi del ne». Per questo suo convinto impegno, Klaus Lan- anche ai più piccoli. Primo Circuito (val Pellice), e il suo ultimo geneck è stato ricordato da più di un presbitero impegno rilevante, proprio in questo ulti- della diocesi nelle funzioni pomeridiane e serali il Un libro da consultare, quando si ha bisogno mo anno, l’aveva profuso in campo ecu- giorno della sua scomparsa. E a sottolineare la pro- di un briciolo di verità. Emenico, come parte attiva nella commissione che duttività di questo impegno in campo ecumenico nel I Distretto, quello delle valli valdesi, lavorando c’è stata la presenza al funerale di mercoledì 28 RIUNIONE DI QUARTIERE parallelamente a una commissione istituita dalla settembre a Torre Pellice del vescovo Piergiorgio La sera, nelle borgate delle valli valdesi, la riunione serve a discutere di Bibbia, storia, temi di attualità diocesi di Pinerolo, ha formulato nella primavera Debernardi e di alcuni parroci della zona. Oltre scorsa un testo di liturgia ecumenica per il batte- ai colleghi pastore e pastori e molti suoi membri simo di bambini figli di coppie interconfessionali di chiesa, anche i giovani e i giovanissimi catecu- (il recente Sinodo ha disposto che il testo venga meni: fra loro anche membri di chiesa venuti dalle inviato in studio alle chiese valdesi e metodiste): regioni più lontane dove negli anni aveva svolto il «Il battesimo – aveva allora detto a Riforma – può suo ministero.

Riforma - L’Eco delle Valli Valdesi Redazione Eco delle Vall Valdesi Direttore: Supplemento realizzato in collaborazione Supplemento al n. 38 del 7 ottobre 2016 recapito postale: Alberto Corsani ([email protected]) con Radio Beckwith Evangelica: Simone di Riforma - L’Eco delle Valli Valdesi, Redazione centrale - Torino via Roma 9 - 10066 Torre Pellice (To) Direttore responsabile ai sensi di legge: Benech, Denis Caffarel, Leonora Camusso, registrazione del Tribunale di Torino via S. Pio V, 15 • 10125 Torino tel. 366/7457837 oppure 338/3766560 Luca Maria Negro Matteo De Fazio, Daniela Grill, Alessio Lerda, ex Tribunale di Pinerolo tel. 011/655278 e-mail: [email protected] In redazione: Marco Magnano, n. 175/51 (modifiche 6-12-99) fax 011/657542 Samuele Revel (coord. Eco delle Diego Meggiolaro, Susanna Ricci, Paolo Rovara, e-mail: [email protected] Valli), Marta D’Auria (coord. Centro-Sud), Matteo Scali Stampa: Alma Tipografica srl - Villanova Claudio Geymonat, Gian Mario Gillio, Piervaldo Mondovì (CN) tel. 0174-698335 Rostan, Federica Tourn (coord. newsletter quotidiana), Sara Tourn. Editore: Edizioni Protestanti s.r.l. Grafica: Pietro Romeo via S. Pio V 15, 10125 Torino

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 2 DOSSIER/Vita in alpeggio Una bambina di cinque mesi a 1700 metri per tutta un’estate. L’esperienza di vita di una famiglia con la passione per la pastorizia, fra pecore e mucche in alta val Pellice Un’estate all’alpeggio Gianna

La famiglia di Barbara Charbonnier al completo - foto Charbonnier

Samuele Revel Si può crescere un bambino caso da Cavour facciamo tappa il telefono cellulare non riceve e il punto più vicino e grange della Gianna si piccolo in alpeggio? «La alla Plà e poi solo a luglio salia- è il rifugio Barbara, nel vallone a fianco? «Onesta- trovano a oltre 1700 metri nostra scelta è stata quella mo alla Gianna, in alpeggio». mente sappiamo a che cosa andiamo incontro. È in una piccola conca, cir- di stare tutti insieme, quindi E come si trascorre una gior- una questione di organizzazione, prima di partire condata da prati e larici. questa era l’unica soluzione nata in alpeggio? valutiamo attentamente che cosa portare e che LAlcune baite, molte abbandona- percorribile» «Al mattino sistemo la nostra medicine prendere per superare le difficoltà che te, una strada sterrata che le rag- piccola casa, lavo alla fontana possono insorgere. Lo stesso discorso vale anche giunge e due famiglie che resisto- ciò che devo ripulire, preparo per noi, per il mio compagno che passa a volte tutta no. Anzi esistono. il cibo per noi e per i cani e sa- la giornata sotto la piogga nella nebbia senza vedere «Ci stiamo preparando per la discesa – ci spiega liamo dove le pecore e le mucche sono rinchiuse nessuno. Anche queste sono situazioni di pericolo. Barbara Charbonnier, che di lavoro fa l’operatrice nei recinti di rete. In uno zaino mettiamo tutto il Ma affrontando in modo organizzato questo tipo sociosanitaria all’Asilo valdese per persone anzia- necessario per la giornata e la trascorriamo al pa- di vita ci siamo sempre trovati a nostro agio. Inoltre ne di e il suo tempo libero scolo con gli animali. Se il tempo è brutto e pio- alla Gianna c’è anche un’altra famiglia, gli Aglì, con e le vacanze le passa in alpeggio – che ci occuperà ve io rimango in casa e solo il mio compagno Ivan cui ci si “controlla” a vicenda. So che questo tipo di tutta una giornata. Stiamo parlando di circa 60 (Grand) sale con le bestie». Ma la giornata di Bar- vita non potrà piacere a tutti ma per quanto mi ri- mucche e 400 pecore (di cui “solo” 200 di nostra bara è anche caratterizzata da un altro elemento guarda mi è entrato dentro e non riuscirei a farne a proprietà). Dalla Gianna scenderemo sulla strada importante, anzi due. Cinque anni fa nasceva il suo meno. Anche mio fratello lavora in questo ambito, che conduce alla Conca del Barbara e poi giù fino primo figlio, William, e a febbraio di quest’anno la e sale all’alpeggio della Ciabraressa». a Villar Pellice. Prima dobbiamo però sistemare e seconda, Isabel. Entrambi hanno trascorso l’estate Alla Gianna da alcuni anni è arrivato un pan- chiudere fino all’anno prossimo la baita che uti- in alpeggio, approfittando anche della maternità di nello solare che produce un po’ di energia elettrica lizziamo». Ma le fatiche della discesa non sono Barbara. «Siamo scesi soltanto per la spesa, altri- (grazie all’interessamento del Comune) ma Wil- finite. «La domenica, dopo aver diviso le greggi, menti tutta l’estate l’abbiamo passata alla Gianna e liam e Isabel non hanno passato l’estate a contatto risaliremo alla Plà, un fourest nel comune di Villar nei pascoli attorno all’alpeggio. Isabel a luglio aveva con uno schermo. «William sa come nasce un vi- Pellice, dove c’è ancora erba per il pascolo. Infine appena cinque mesi, ma anche con William ci era- tellino o un agnello. Abbiamo passato le giornate altra discesa, fino a Cavour, dove per l’inverno af- vamo comportati allo stesso modo, portandolo fin di tempo brutto a disegnare, colorare e a imparare fittiamo una cascina in quanto nelle nostre stalle da piccolo in alpeggio. Anche il mio compagno Ivan a riconoscere le lettere. Quest’anno inizierà l’asilo a Villar Pellice non avremmo spazio per tutti gli ricorda che in tenera età trascorreva l’estate alla che fino ad adesso non ha frequentato perché deve animali. Naturalmente il percorso lo effettuiamo Gianna». Una domanda sorge spontanea. Non c’è iniziare a inserirsi in questo mondo, fatto di orari a piedi». una sorta di timore a stare isolati in alta montagna e aule, così diverso da quello dell’alpeggio. Ma al- Discorso simile per la salita. «Anche in questo con due figli piccoli, aggiungendo che alla Gianna trettanto importante». l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 2 l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 3 DOSSIER/Vita in alpeggio La salita e la discesa in montagna degli animali e delle persone sono dettati dai ritmi della natura, dall’erba e dalle condizioni climatiche: ecco i tre momenti del «viaggio» Meizoun, fourest e alp

A , ai Bosi, si Marco Rostan trova questa meizoun, attività pastorale nelle Valli è una luogo di partenza delle di quelle che hanno contribuito tante transumanze nel alla differenziazione delle varie corso dei secoli. Più confortevole e ampia abitazioni tradizionali. Con poche dei fourest e degli alp L’differenze fra le valli Pellice, e e costruita con gli stessi mate- riali (lose dei tetti, legno per balconi, porte e finestre, pietre per i muri a secco) si può distinguere l’abitazione permanente (mei- zoun) situata in genere nei villaggi più importanti di fondovalle o mezza costa. I più grandi sono spesso a cortile chiuso (come le cascine della pianura). La cantina e la stalla sono al piano del terreno, cucina e camera L’alpeggio della Balma in alta valle Germa- da letto al primo piano, fienile nel sottotetto nasca, nel vallone di Rodoretto, ancora oggi utilizzato dai pastori. Raggiungibile con o accostato alla stalla, nei piccoli vani sotto- una strada sterrata è luogo di partenza per scala i conigli e i volatili, il maiale. I piani escursioni sulle vicine montagne. sono evidenziati dai balconi, a volte logge sostenute da pilastri. Prima di salire agli alpeggi, le famiglie (specie in val Pellice e val d’Angrogna) pas- sano con le bestie un periodo nei fourest, abitazioni più piccole, con bassi locali semin- terrati per il bestiame e la cantina e sopra fienile e camera. Altitudine sui 1200 mt. Infine, sui 1600-2200 mt. si trovano gli alpeggi (chiamati a seconda dei luoghi alp, bergerie, malghe, miande). Le abita- zioni sono staccate le une dalle altre, in una conca o su leggero pendio, ci sono i locali Il Chiot di Angrogna, ospita a per la conservazione del latte, lavorazione cavallo di fine agosto–inizio set- tembre una festa degli alpeggi. del formaggio, basse tettoie per gli animali e la mungitura, recinti per le pecore.

L’alpe della Roussa, in alta val Pellice – Foto Samuele Revel

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 4 DOSSIER/Vita in alpeggio Ieri e oggi, il confronto fra un «vecchio» e un «giovane» pastore. Le difficoltà di un tempo e le agevolazioni di oggi, per un lavoro che rimane ancora affascinante e duro Malgari di oggi, malgari di ieri

Samuele Revel zano grazie all’aiuto delle moto. Si è orenzo Catalin ha 21 anni. La tornati all’antico per via del problema sua famiglia è una famiglia del lupo. Se la generazione di mio pa- con una lunga tradizione di dre non ha riscontrato questo pro- pastorizia. Nel corso della sto- blema, lasciando le greggi libere sui Lria le vacche sono state il loro ambito pendii delle montagne e controllan- lavorativo preferito, ma Lorenzo ha dole solo di tanto in tanto, oggi devo deciso di cambiare. «Quest’anno per costantemente rimanere accanto alle la prima volta sono salito in alpeggio, mie pecore per il rischio di attacchi nella Conca del Pra, con le mie peco- da parte del predatore, come peral- re, circa 270, più altre affidatemi da tro già facevano i pastori sulle nostre altri allevatori. Ho sempre avuto la montagne anni addietro e la notte passione per questo animale e quindi devo rinchiuderle in recinti elettrifi- ho deciso di “rompere” con la tradi- cati, con l’aiuto di cani. Un altro pro- zione di famiglia». Le vacche riman- blema che riscontro è la mancanza gono però una parte importante del di pascoli, ormai invasi dalla vege- lavoro famigliare. «Al mattino aiuto tazione. Questo fenomeno è scaturi- mio padre nella fase della mungitura to da una scarsa frequentazione dei poi mi preparo lo zaino e salgo ai pa- pascoli nell’immediato dopo guerra, scoli con il gregge di pecore. Rimango quando salivano pochi capi rispetto al pascolo fino alla sera, fin verso le a oggi». A Lorenzo chiediamo anche 20-20,30. Poi ridiscendo e se sono an- se questo lavoro, duro e impegnativo, cora in tempo aiuto nella mungitura richiama i giovani. «Della mia leva, della sera». Un lavoro che è rimasto fra Bobbio e Villar Pellice sono qua- simile a quello svolto da suo nonno. si certo di essere l’unico (ma siamo «Diciamo di sì anche se abbiamo al- in pochi, appena 8). Ma ho visto che cune agevolazioni. Prima di tutto per ragazzi più giovani di me iniziano ad arrivare al Pra c’è la strada e si può appassionarsi alla pastorizia. In que- salire in auto e poi i tempi di avvicina- sto caso parliamo di pochi capi per mento alle zone di pascolo si dimez- persona ma è pur sempre un inizio.

Diego Meggiolaro si aggiungeva il caglio, dopo un’ora appello di velluto in testa, si batteva per la tuma e si levava la camicia a quadri rossa e je- ricotta. La vita non era semplice né ans d’ordinanza ed elegan- comoda, era faticosa, anche perché za. Barba fatta ma basettoni per la famiglia Rivoire sono arri- Ccome si portavano negli anni ’70. vati momenti difficili: «Nel 1973 Guido Rivoire si presenta così per il veterinario dell’Ussl (la vecchia l’intervista. Ha 63 anni, ha sempre Asl) diagnosticò una brucellosi al fatto il pastore e lo fa da quando ne nostro toro, la Forestale ci bloc- aveva dieci. «Mia mamma era en- cò dicendoci che non saremmo trata in fabbrica, mio padre faceva più potuti salire in alpeggio e così il fieno a mano e io andavo con mio vendemmo tutte le nostre mucche, nonno e mia nonna con le mucche. era ottobre. A gennaio, le mucche Partivamo da casa nostra alla Pian- erano tutte sane. Il veterinario ce tà, la borgata di Villar Pellice prima le aveva fatte vendere per colpa del del ponte sul Subiasco e del vallone toro ma in realtà erano sane». Sono degli Invincibili, e poi andavamo su stati momenti difficili e riiniziare è alla Meira, al Fustet, a Mamauro e stata dura. «Sono andato avanti con arrivavamo all’alpeggio della Cia- pecore e capre fino al 1996 quando braressa, nell’inverso tra Bobbio e l’Asl non ci ha più permesso di fare Villar, sotto il Frioland». Allora non il formaggio in alpeggio come face- c’era la strada e si saliva solo a piedi. vamo in passato». Si sarebbe dovu- «Facevamo il formaggio: le tume, le to costruire un nuovo locale adatto ricotte fresche e il burro. Le ricotte che rispettasse le nuove e moderne andavano via subito, io rifornivo tut- norme sanitarie. Le spese sarebbe- ti i negozi della val Pellice. Le por- ro state troppe ma Guido Rivoire tavo giù il martedì e il venerdì. Si non se lo poteva permettere, così mungeva mattina e sera, si metteva nel 1998 decise di lasciare tutto e a scaldare il latte, pastorizzandolo, andare in pensione.

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 5 DOSSIER/Vita in alpeggio Rubare il bestiame come strumento di guerra. Il nostro territorio di confine a cavallo fra ’600 e ’700 ha subito conflitti e passaggi di eserciti con razzie di grandi greggi Le razzie strategiche dei valdesi Davide Rosso guidati in Piemonte dal Catinat, erano ora nemici compiute in alta val Chisone e val Susa, al tempo l 18 luglio 1690, sotto la guida del ca- dopo essere stati alleati. I valdesi (fino a poco pri- dei fatti francesi, e sull’altro fronte in val Pellice e pitano Pellenc, trecento uomini piom- ma perseguitati, esiliati e quindi irriducibili nemi- San Martino. A farne le spese, come si diceva, la bavano sul Queyras attraverso il colle ci dopo il loro ritorno in armi) erano ora stati ar- popolazione e i suoi miseri possedimenti. della Croce, saccheggiavano la Montà, ruolati fra le fila del duca, che li aveva «perdonati» Con la guerra (che in realtà, a fasi alterne, era «IRistolas e l’Echalp e riconducevano alle Valli 1800 e invitati a combattere per lui. presente da lungo tempo alle Valli) i colli diventa- capi di bestiame e abbondante bottino». A rac- La guerra era combattuta anche attraverso le no luogo di transito non per gli scambi ma per gli contarci questo episodio di cui le milizie valdesi milizie territoriali e fra queste i valdesi si distin- eserciti e i bottini, sono anche presidi armati vigi- furono protagoniste, basandosi su fonti dell’epoca, guono per la loro preparazione. Tra le strategie lati dalle milizie territoriali; quelli che oggi spesso è Augusto Armand Hugon, che nel 1947 scrive per utilizzate, da entrambe le parti in guerra, anche sono alpeggi di alta quota si trasformano all’epoca la Società di studi valdesi un interessante opusco- quella di ricorrere alle incursioni in territorio ne- in alcuni casi in campi di battaglia, in altri in luogo lo del XVII Febbraio dedicato a Le milizie valdesi mico con «gruppi leggeri» di milizie per realizza- di razzie di animali o di transito di questi ultimi, al XVIII secolo. Quello riportato è solo uno dei nu- re razzie e, così facendo, procurarsi rifornimenti prelevati più a valle. merosi episodi di questo tipo che caratterizzarono e impoverire il campo avversario e nel contempo Un territorio, quello delle valli valdesi e delle valli quel periodo, anche se uno dei più importanti in terrorizzare la popolazione, che tra l’altro aveva già confinanti, che nel periodo a cavallo tra il 1600 e il termini di quantità di bestiame razziato. Erano il carico di dover «ospitare» i soldati dei due eserci- 1700 venne depredato e impoverito fino allo stremo appena avvenuti il Glorioso Rimpatrio dei valdesi ti ed era impegnata spesso in corvée al servizio del dagli eserciti e dalla necessità di rifornirli oltre che e la loro rocambolesca fuga da Balziglia nel vallo- re o del duca. di ospitarli. Una situazione che lascerà una carestia ne di . Il duca Vittorio Amedeo II di Sa- L’incursione nel Queyras, quindi in Francia, è da cui ci vollero decenni per riprendersi. voia aveva appena cambiato alleanze e i francesi, una di queste azioni «strategiche»; altre furono

LA GALLERY Abbiamo cercato di racchiu- dere in alcune foto e in po- che parole una delle attività principali dell’alpeggio: la creazione dei formaggi. Tutti conosciamo il plaisentif, il formaggio delle viole della val Chisone (e alta val Susa), da poco riscoperto oppure il saras del fen. Molte sono le produzioni, diverse fra loro per tipo di latte, stagio- nature ecc… e a fianco dei materiali tradizionali (rame e legno) si sono inseriti il moderno acciaio inox e le piastrelle anche in alpeggio (severe norme sanitarie). Il risultato? Una diversità e una ricchezza unica. [Foto di Lorenza Barolin]

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 6 l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 7 DOSSIER/Vita in alpeggio Lo sfalcio dell’erba è una componente fondamentale per la salvaguardia del paesaggio ma è anche fonte di sostentamento per l’inverno, come il foraggio per gli animali Verde dell’erba e giallo del fieno

Un prato in fiore – foto Riforma

Piervaldo Rostan scolare. Ma di fieno no; troppo complesso per le ualche anno fa (eravamo negli anni ’80) pendenze, fienare e portare via il foraggio, magari Le diverse ricchezze dei prati l’allora presidente della Comunità monta- senza averlo potuto «imballare»... Proprio su questo tema, sugli sfalci dei prati di na val Pellice Piercarlo Longo, intervenen- Una sensazione che proviamo a confrontare media montagna, quelli dei fourest, Paolo Varese, do a un convegno, sottolineava la progres- sentendo alcuni pastori, persone che d’estate sal- dottore in Scienze naturali, ha vinto un bando Qsiva «chiusura» dei pascoli montani della valle: «se gono agli alpeggi, non prima di una passata, più o indetto dalla Compagnia di San Paolo all’interno guardo i versanti della valle noto come i prati siano meno lunga nei fourest, situazioni a quota inter- del progetto «Torino e le Alpi» e nei mesi scorsi ormai dei piccoli francobolli circondati dal bosco media e di solito (al contrario degli alpeggi per lo ha lavorato proprio su queste terre che potrem- mo definire di mezzo. «La situazione di questi che avanza». E quella situazione descritta da Longo più comunali), di proprietà famigliare. prati va verso l’imboschimento, uno sviluppo è proseguita inesorabile: se guardassimo le poche Natalino Catalin sale d’estate a Caugis, Villar naturale se manca lo sfalcio costante. Un tempo cartoline delle valli dei primi anni del ’900 trove- Pellice: «Ai fourest praticamente si fa solo più pa- ogni piccolo appezzamento veniva attentamente remmo grandi prati regolarmente sfalciati e fienati, scolo». Ma la vostra azienda è autosufficiente quan- curato e sfalciato, oggi si preferisce lavorare dove alternati a filari di viti e campi di segale o patate. to alla produzione di fieno? «Non siamo autosuffi- il terreno permette l’utilizzo di macchinari e dove gli appezzamenti sono più grandi. Nel censimento Oggi quegli spazi sono coperti da arbusti o boschi. cienti al 100%, ma se il tempo dà una mano, quasi. che abbiamo effettuato (non completo, a cam- È stato probabilmente il periodo ’60-’80 quello Mi spiego: se la campagna non è troppo asciutta e pione nella zona del Pinerolese pedemontano e del maggior allontanamento dalla montagna, ma si può stare più a lungo in alpeggio e nel fourest e delle valli Pellice, Chisone e Germanasca) abbiamo anche negli anni successivi, che pure hanno visto a fondovalle c’è erba, allora il periodo di “stalla” è notato questa tendenza all’imboschimento con il una ripresa dell’agricoltura, la pratica della fiena- di circa 4 mesi e il fieno prodotto è quasi sufficien- rischio anche di perdere delle varietà di fiori. Al mio lavoro si sono poi anche affiancate tre tesi di gione è stata via via abbandonata. Anche perché, te, ma se la campagna è troppo asciutta o troppo laurea del corso di laurea magistrale in Economia al contrario delle Alpi bolzanine dove i versanti bagnata allora il periodo di pascolo si accorcia e il dell’ambiente e cultura del territorio e abbiamo sono comunque più dolci e molto ampi, qui è dav- fieno prodotto è decisamente insufficiente». individuato una serie di servizi ecosistemici offer- vero difficile pensare all’utilizzo di macchinari, Deborah Melli, di , che sale con la ti dai prati come: produzione foraggera, mellifera, assai costosi, che, là come in Svizzera, consentono famiglia all’alpeggio del Barbara racconta invece consumo umano, produzione e protezione acque, ruolo anti erosivo, habitat per la biodiversità, una fienagione anche in alta montagna. la situazione della propria azienda: «Abbiamo tut- valore estetico e valore ricreativo». Dopo questa Pian piano si è ridotto il numero di aziende zo- to fieno nostro fatto nei prati a Bobbio, Luserna e prima parte si è passati agli incontri di formazio- otecniche; attenzione non di capi, ma di addetti: Campiglione! Il silato è anche del nostro mais pro- ne sul territorio in collaborazione con il Gal e con rispetto agli anni ’60, quando tante piccole azien- dotto a Campiglione. Abbiamo i fourest intermedi l’Università di Torino, partner del progetto. «La de avevano poche unità bovine o caprine, oggi un a Zarute e Randulire nel comune di Bobbio Pellice risposta è stata buona – continua Varese – e ab- biamo gettato le basi con due aziende agricole per numero di aziende decisamente inferiore hanno dove però si fa solo pascolo». iniziare un lavoro in comune sull’aspetto dei prati però un parco animali nettamente superiore. Ancora più radicale la situazione dell’azienda e le “buone pratiche” per la loro gestione, non solo Ma se negli anni ’60-’70 si litigava ancora per Durand Canton, sempre di Bobbio: «noi il fieno lo legate all’aspetto foraggero: una dimostrazione pochi ciuffi d’erba da utilizzare per almeno un compriamo tutto perché non abbiamo prati adat- che economia ed ecologia possono andare a brac- taglio di fieno e un successivo utilizzo di forag- ti a lavorare con dei macchinari quindi facciamo cetto». Il 25 ottobre ci sarà a Torino la presenta- zione dei progetti, fra cui anche «Pra.t.i.q – Prati- gio fresco, da tempo, specie nella fascia di mezza mangiare tutto prima di salire... al fourest quindi coltura per un territorio incrementato di qualità» montagna, si trovano facilmente terreni da pa- pratichiamo solo il pascolo». di Paolo Varese. [S.R.] l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 6 l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 7 DOSSIER/Vita in alpeggio La dura vita d’alpeggio è sempre stata caratterizzata da una vasta produzione di canti. I «Quaderni di cultura popolare» sono una fonte preziosa: ecco tre brani Gli antichi canti d’alpeggio

Matteo De Fazio Les cinq-cents moutons La Bergère (A l’âge de quatorze ans) Marco Magnano ella tradizione popolare, Mon père avait cinq-cents moutons, A l’âge de quatorze ans piemontese e non solo, il lavoro del pastore è mon père avait cinq-cents moutons, mon père me fit bergère (bis) Nscandito dal ritmo delle stagioni dont j’étais la bergère; il m’envoyait au champs e da quello di giornate che con il lan leru, lan leru, la la; pour ses moutons garder passare dei mesi diventano più dont j’étais la bergère. et moi qui suis la jeune belle lunghe e poi più corte, più calde e fille j’y suis allée. poi più fredde delimitando l’inizio e la fine del periodo in pastura. Un jour en revenent des champs, Ma c’è un altro ritmo che marca un jour en revenent des champs, A l’ombrette d’un buisson un lavoro che spesso si sovrappo- le loup m’en a pris quinze; la belle resta endormie (bis) ne a una vita intera, ed è quello lan leru, lan leru, la la; delà vient passer joli chasseur du roi dei canti e delle melodie intonate le loup m’en a pris quinze; en lui disant: «la jeune belle fille e suonate dai pastori per rac- contare la propria esperienza o n’avez-vous point froid?». per far passare giornate lunghe Un beau monsieur, passant par là, fatte spesso di attesa. Storie di un beau monsieur, passant par là, Comment voulez-vous que j’aie froid? persone comuni, tramandate di me paya la quinzaine; J’aie double et double couverture (bis) valle in valle e di generazione in lan leru, lan leru, la la; «Si vous avez froid, belle, dites-le moi generazione, che costituiscono un patrimonio da salvare. me paya la quinzaine. de mon joli manteau, la belle, je vous couvrirai». Quand nous toundrons nos blancs moutons, quand nous toundrons nos blancs moutons, De votre joli manteau vous en aurez la laine; mon beau monsieur, je vous remercie (bis) La cabaço lan leru, lan leru, la la; Je suis encore trop jeune pour me marier. vous en aurez la laine. J’ai donné mon coeur en gage Më rëcordou cont erou mëndìo je le veux garder. mi anavou ën pasturo a la mèiro, Ce n’est pas la laine qu’il me faut, pon e toummo minjavou për la vio ce n’est pas la laine qu’il me faut, «A qui le voulez-vous garder e anavou ën pasturo la mitarìo. (bis) c’est ton p’tit coeur, bergère; mon aimable belle bergère?» (bis) lan leru, lan leru, la la; Je veux le garder à mon mignon berger Filh e sfillhe d’Ounçin e d’Oustano c’est ton p’tit coeur, bergère. qui en jouant de sa musette nous anàvën për òmpoule a La Piato, il m’a appris à danser. pion pianin l’apountamënt nous së dounàvën Mon petit coeur n’est pas pour vous, për anà la diamënjo balà. (bis) mon petit coeur n’est pas pour vous, Ricordata da Robert Tagliero (Torre Pelli- je l’ai gardé pour Pierre; ce) e cantata dallo stesso Robert con Enrico E ma mamo con erou pëcitto lan leru, lan leru, la la; Gay i më pourtavo a fënà ënt’la cabaço, je l’ai gardé pour Pierre. ënt’al panìe lh’avìo la poulënto qui pourtavo a moun ce për dinà. (bis) Ton Pierre n’est que un grand nigaud, ton Pierre n’est que un grand nigaud, E ënt’louro cont mi erou jouve rempli de pommes de terre; l’alegrio i coustavo pa gnente, lan leru, lan leru, la la; e le ruze sabìou moutou bën. (bis) rempli de pommes de terre.

Cont erou bou moun po e ma mamo Si mon Pierre ne le veut pas, mi pourtavou la çouquëtte dë stofo, si mon Pierre ne le veut pas, mentre èiro quë siou a la vostro je saurei bien qu’en faire; mi n’ën portou ën chouçìe e na çoco. (bis) lan leru, lan leru, la la; je saurei bien qu’en faire. Cont le choque i sounàvën da festo i së butàvën la couefo s’la testo, Ricordata da Robert Tagliero (Torre Pellice) e lhi dounàvën la mon a le nounne cantata dallo stesso Robert con Enrico Gay e ënt’la guìëzo anàvën pregà. (bis)

Cont le choque da mort i sounàvën lou mizerere soutvous nous chantàvën NOTA al çemëntìëri pourtàvën la douno Ogni valle e ogni epoca hanno le loro varianti linguistiche e diffe- per lhi mort nous anàvën pregà. (bis) renti versioni degli stessi canti, da quelle più «ufficiali» a quelle tramandate in famiglia. La selezione di canti presenti in questa pagina proviene dai quaderni di cultura popolare raccolti e pub- Registrata a Oncino nel gennaio 1984 da blicati tra il 1976 e il 1984 dal gruppo di ricerca Da pare ‘n fieul. Emma Lombardo (Emma dë Guiaudou ‘d Tot) e i figli Claudia e Piero. l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 8 Lo spopolamento della montagna passa anche attraverso le malghe Infografica: Leonora Camusso Infografica:

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 9 TERRITORIO Dopo la pausa estiva, in cui però si è tenuto l’importante evento del Sinodo delle chiese valdesi e metodiste, le attività ecclesiastiche sono pronte per un nuovo anno: catechismo, precatechismo, scuola domenicale, unioni femminili, corali, studi biblici...

ABITARE I SECOLI Riprendono le attività I veri fedeli di Piercarlo Pazè metà febbraio 1488 i valdesi dell’alta val Chisone,A informati che era stato riunito un esercito per procedere alla crocia- ta contro di loro, decisero di avviare delle trattative. Giovannetto Champs di e Giovanni Disdier di Usse- aux, delegati dei valdesi, si recarono in ambasciata dal commissario apostolico Alberto de Capitani e gli proposero una disputa in un sinodo generale o par- ticolare. Proclamandosi «i veri fedeli della Valle del Chisone» dichiararono di essere pronti a mostrare con l’autorità del vecchio e del nuovo Testamento che il loro sentire era retto, non si allonta- navano dalla tradizione apostolica e avevano a cuore la povertà e l’innocenza su cui era fondata e cresciuta la fede ortodossa. «Noi abbiamo posto la nostra speranza in Dio e cerchiamo di piacere più a Lui che agli uomini». La storia non Culto a Luserna San Giovanni – foto Riforma si fa con i «se», ma per la prima volta Daniela Grill noira aperta a tutti (necessaria prenotazione). forse si apriva la possibilità di un dialogo Ottobre, tempo di ripresa di attività nelle chiese: quasi Culto di inizio attività particolare anche per le della Chiesa cattolica con il movimento tutte le comunità delle valli valdesi hanno fissato per chiese di Massello, Perrero-Maniglia e Villasecca: alle valdese per riconoscere l’apporto della domenica 9 ottobre la data di inizio del calendario di 10 nel tempio di Perrero culto con predicazione del sua pietà peculiare ed espungerne o eventi e impegni per il nuovo anno liturgico. Prevista pastore Eugenio Bernardini, moderatore della Tavo- moderarne alcune posizioni polemiche; e ovunque la partecipazione delle corali, dei bambini e la valdese, per ricordare anche i centocinquant’anni la religiosità valdese poteva uscire dalle delle bambine delle scuole domenicali, precatechismo dall’inaugurazione del tempio. La giornata proseguirà catacombe ed essere riconosciuta. e dei ragazzi e ragazze dei catechismi. con un pranzo comunitario al palazzetto e nel po- Non andò così perché il commissario A e a Luserna San Giovanni, oltre al culto meriggio con un concerto della Corale e della scuola apostolico richiese la pura e semplice di inizio attività, ci sarà nel pomeriggio anche il bazar e domenicale al presbiterio. A questo momento pome- la Festa del raccolto, dalle 14,30 nelle rispettive sala del ridiano, prenderà parte anche la signora Gloria Ro- sottomissione proclamando la superio- teatro e sala Albarin, mentre a Bobbio Pellice l’Unione staing con storie e aneddoti sulla storia del tempio e rità della dottrina di dottissimi uomini femminile riprenderà le sue attività nel pomeriggio. della comunità. di Chiesa su quella di rustici ignari delle La chiesa di Luserna San Giovanni propone nel cul- La chiesa di avrà il suo culto di inizio attività lettere. Se fossero di mente sana, rispose, to la predicazione del pastore Giuseppe Platone, co- domenica 23 ottobre, alle 10 nel tempio, con assem- non metterebbero bocca nelle cose del gliendo l’occasione per l’inaugurazione del nuovo pia- blea di chiesa. cielo e non interpreterebbero sfronta- noforte a coda ricevuto in dono dalla chiesa valdese di Ripresa delle attività anche a , San Ger- tamente le scritture, ma presterebbero Milano. Nel pomeriggio, alle ore 17, il maestro Paolo mano Chisone e Pinerolo, dove ci sarà un pranzo co- fede ai sacerdoti più esperti. Abbastanza Calzi proporrà un concerto di pianoforte nel tempio munitario. era stato disputato di ciò che attiene alla dei Bellonatti. In conclusione di giornata, merenda si-

Supplemento al n. 26 del 1° luglio 2016 di Riforma – L’Eco delle valli valdesi reg. Trib. di Pinerolo n. 175/60. Resp. Luca Maria Negro. Poste italiane S.p.A. – Spedizione in A.P. – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB/CN

FREEPRESS purezza della fede cattolica e non era LUGLIO 2016 NUMERO SETTE

permesso rimettere in dubbio le cose FESTA DELLA RIFORMA: Verso i cinquecento anni Non volete perdervi nessun nume- omenica 30 ottobre sarà un inquadramento storico, ro dell’Eco delle Valli Valdesi free stabilite. Quindi a marzo l’esercito cro- celebrata la Domenica della senza tralasciare la posizione press? Non sapete dove trovarlo? ciato attaccò i valdesi nei loro rifugi sulle DRiforma, che aprirà anche l’an- dei valdesi, fino a valutare Non preoccupatevi: in tutti i montagne di e Fenestrelle. no ufficiale di festeggiamenti come l’arte si è posta di fronte templi delle chiese valdesi del Uscire dalle dipendenze

per i 500 anni della Riforma agli avvenimenti. Sei occasioni Pinerolese nell’apposito esposi- foto Pietro Romeo si può Droghe. Fumo. Alcol. Gioco. Televisione. Social Network. ABITARE I SECOLI protestante. Molte chiese per sentire e colloquiare con i tore trovate sempre il nume- La lista è molto estesa e Ribaltone a Pinerolo. Dopo 20 riguarda le dipendenze, tema del anni di governo della città da nostro dossier. parte del centro sinistra, agli Moltissimi appuntamenti Abbiamo incontrato chi ultimi ballottaggi vittoria netta Pagine di storia nelle valli valdesi lavora in questo ambito, chi fa a Prali in occasione del Movimento 5 stelle e del proporranno culti dedicati relatori su argomenti che sono ro corrente. Prali, Perrero, volontariato cerca di aiutare dell’importante rassegna suo candidato a sindaco Luca letteraria che per tutta l’estate le persone che sono cadute in Salvai. Completa il quadro questa trappola. Il pubblico (Asl) trasforma il piccolo centro in anche la clamorosa vittoria di alta val Germanasca: Pralibro e nel Pinerolese e il privato (chiese, associazioni) Chiara Appendino, che sarà lavorano fianco a fianco giunta alla undicesima edizione. anche presidente della Citta Per chi ama le camminate invece a questo anniversario, con ancora attuali. Pomaretto, , San Metropolitana di Torino. è spazio agli itinerari storici in valle Angrogna e all’incontro del Colle *Piercarlo Pazé partecipazioni delle corali e dei In val Pellice quattro serate Germano, Pramollo, Angro- della Croce magistrato, è fra gli organizzatori catechismi e scuole domenicali. tra Torre Pellice e Luserna San gna, Bobbio Pellice, Villar Pel- dei Convegni storici estivi presso il lago La Fondazione Centro culturale Giovanni i martedì 4, 11, 18, lice, Rorà, Torre Pellice, Luserna S. Giov., S. del Laux in alta val Chisone valdese di Torre Pellice orga- 25 ottobre. In val Germanasca Secondo di Pinerolo, Prarostino e Pinerolo sono nizza delle serate per appro- due serate il 6 e il 21 ottobre. i locali di culto dove è presente il free press. fondire il tema della Riforma Informazioni sul sito www. Oppure scaricatelo gratis da riforma.it. protestante: si comincerà da fondazionevaldese.org.

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 10 TERRITORIO Cinquant’anni per la struttura gestita dalla Diaconia valdese che ospita persone con gravi disabilità. L’Uliveto di Luserna San Giovanni è un punto di riferimento anche in virtù dei metodi d’intervento all’avanguardia che mettono al centro la persona

Buon compleanno Uliveto! SPORT GIOVANE Emigrare per giocare Pietro Canale i inizia tutti allo stesso modo: portati dai ge- Snitori, spinti da un amico, semplicemente curiosi di sapere che cosa può voler dire allenarsi in quel campetto con altri, in quello stadio così grande che da sempre abbiamo avuto sotto casa. Si inizia quasi per gioco, per divertimen- to, senza renderci conto che il piacere che stiamo affrontando diventerà parte integrante delle nostre giornate, delle nostre stagioni, delle nostre vite. In questi ambienti sportivi cresciamo con i nostri nuovi compagni, con i nostri amici, conosciamo e ci facciamo conoscere. Senza banchi e sedie di legno, imparia- mo ugualmente a convivere con i nostri pari, a stare nel gruppo, a farne parte, a impegnarci per i colori che scrivono in- sieme ad altre voci la storia di un luogo. Ed è nel tutto che i giorni passano senza Daniela Grill torta con le candeline. Siete pronti a intonare con noi che neppure ce ne accorgiamo, lasciando Uliveto di Luserna San Giovani, struttura “Tanti Auguri Uliveto?”». lo spazio ai mesi, poi agli anni. Le nostre educativo-assistenziale per persone con disa- capacità aumentano, la consapevolezza bilità, festeggia i suoi primi 50 anni di vita e Venerdì 21 ottobre, alle 21 al tempio valdese dei attività. Una vera e propria casa per gli ospiti Bellonatti di Luserna San Giovanni: serata di ricordi, di quello che siamo, dei nostri limiti, ci L’delle due comunità, Aria e Terra, e per gli operatori ambizioni, progetti futuri, immagini, musica aperta a porta a esplorarne di nuovi. delle équipe educativo-assistenziali, dove il punto di chiunque voglia partecipare. Ed eccoci dunque in partenza da partenza di ogni azione è il rispetto per la persona, quella valle che per anni ha scritto le dove i tempi del singolo vengono rispettati e i familiari Scrive Elena Ravazzini Corsani nel suo libro La nostre piccole carriere personali in cerca coinvolti il più possibile nella quotidianità. casa degli Ulivi: «Un mondo lontano da ogni secondo di qualcosa di nuovo. Borsoni colmi dei Una struttura che ha saputo avviare attività innova- fine, da ogni finzione… dove si impara ad avere fiducia nostri effetti, della nostra attrezzatura, tive volte a un sempre maggior benessere degli ospiti gli uni negli altri e dove si lavora perché la vita dell’al- si arriva in un nuovo ambiente, pronti e di chi frequenta i servizi: le immagini della Comuni- tro sia migliore ogni giorno un po’... dove la costanza a metterci in gioco e a dare il meglio di cazione aumentativa alternativa, i laboratori della Buf- e la tenacia di chi vi opera trova la sua ricompensa in ficina, lo sportello d’aiuto «Crescere Insieme», la ma- un minimo progresso che per l’ospite è una grande noi stessi. Chi qui, chi là, chi più distante gnifica stanza di rilassamento Snoezelen, l’approccio conquista... dove si misura con metro diverso il dare e chi più vicino, tutti pronti a dimostrare al movimento Kinaesthetics, il centro Autismo Bum. e l’avere». la capacità del vivaio di appartenenza, E poi ancora concorsi fotografici, feste annuali, ippo- pronti a dimostrare che ormai siamo terapia, gite e soggiorni. Impossibile elencare tutte le grandi anche noi, capaci e consapevoli iniziative avviate dall’Uliveto in questi primi 50 anni di poter essere un tassello importante per di vita. Il merito va alle persone che nell’Uliveto han- le nuove squadre. L’inizio forse non è dei no creduto, investito e lavorato per renderlo sempre più facili, ma bisogna crederci, insistere più accogliente. e non demordere, sapendo che un giorno Come ci dicono alcuni operatori, «Raccontare i 50 anni di storia di una “struttura” come l’Uliveto, si- riusciremo a raccogliere i frutti... gnifica certo raccontare 50 anni di vita di una casa, Il mio è un augurio a tutti quelli che ma anche delle persone: di chi l’ha abitata e di chi, sono partiti, a tutti quelli che della casa lavorandoci, ne ha condiviso ogni momento, da quelli biancorossa hanno fatto per quest’anno più “banali” della quotidianità a quelli che lasciano il il proprio punto di partenza. Dunque un segno. Significa raccontare dei cambiamenti persona- «in bocca al lupo» a tutti i cuore Valpe, li, ma anche di quelli sociali e del loro intersecarsi. E ci si vedrà in campionato, o al più presto allora, venerdì 21 ottobre, proveremo a raccontare, in per le vie dei nostri paesi. modo inevitabilmente parziale, tutto questo: attraver- so le parole e le immagini, insieme a chi ha fatto parte SPORT GIOVANE di questa storia e a chi è semplicemente curioso di co- Pietro Canale Giocatore di hockey noscerla. Ma 50 anni sono anche un bel compleanno e quindi non ci faremo mancare la musica e una bella

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 11 TERRITORIO Un’importante assemblea che riunisce i rappresentanti dei Club alpini di Liguria, Piemonte e Valle D’Aosta si confrontano a Torre Pellice. Il meteo invece ci racconta di come questo settembre appena concluso sia stato un mese da record per le alte temperature

I delegati del Cai a Torre

COLTIVARE PAROLE fine ottobre, più precisamente domenica accompagnatori dei delegati. All’interno del Cai 23, a Torre Pellice si terrà l’Assemblea dei Uget Val Pellice si è creata una commissione ad Lî tourtèl delegati LPV. Stiamo parlando dell’as- hoc guidata dalla vicepresidente Dilva Casta- semblea che rac- gno, che in questi mesi ha Francesca Richard chiudeA tutti i rappresen- lavorato per organizza- entre gli orti del fondo- tanti dei Cai (Club Alpino re al meglio il convegno. valle offrono ancora i Italiano) delle regioni Ligu- «Al mattino oltre ai saluti Mloro frutti, l’alta valle si tin- ria, Piemonte e Valle D’Aosta. istituzionali ci saranno le vota- ge dei colori dell’autunno, Assemblea che è giunta all’undi- zioni di alcune cariche che vanno perciò non c’è niente di meglio che scal- cesima edizione ed è itinerante: rinnovate. Dopo il pranzo inve- dare gli animi con un buon piatto tipico: ogni anno l’organizzazione tocca ce avremo nel pomeriggio un a una sezione diversa. Il Cai Uget momento di confronto con un i , che possono essere considerati tourtèl Val Pellice, organizzatore dell’e- dibattito su “Cai e agonismo, un la variante della val San Martino dei vento nel passato, è già stato in- binomio impossibile?” moderato gofri della val Chisone. caricato altre volte di ospitare gli dal giornalista e storico dell’al- Per prepararli si utilizza lou lait bét oltre 150 delegati (l’ultima nel 2003 pinismo Roberto Mantovani», ci (il colostro) in particolare quello munto a Villar Pellice) e quest’anno ha scelto spiega Castagno. il terzo giorno dopo il parto della mucca: il filone del mondo valdese. Fra Piemonte, Valle D’Aosta e Liguria le sezio- a pensarci può fare un po’ impressione, L’assemblea infatti si terrà nell’Aula sinodale e ni Cai sono oltre 120 e hanno un ruolo importan- ma si tratta di un latte che lega bene la il pranzo, momento conviviale importante, nella te per la fruizione della montagna. L’assemblea di farina. A questo semplice impasto di latte e vicina Foresteria. Inoltre è stata organizzata una Torre Pellice precederà quella nazionale di Napoli, visita ai luoghi storici della val d’Angrogna per gli prevista per il 27 e 28 maggio 2017. farina viene aggiunto un pizzico di sale. Una volta per cuocerli ci si serviva di padelle di péiro douso (talco) che veni- vano messe sulla stufa, in modo da farli cuocere dolcemente; la cottura richiede Quando le stagioni rubano lo spazio ad altre... un lasso di tempo abbastanza lungo. Era Di solito il mese di settembre, già dal suo esor- abitudine ingrassare la padella strofi- bbiamo già parlato in un dio, propone le prime incursioni fresche e perturbate nandola con del lardo prima di versarvi numero precedente della simil-autunnali, che segnano un punto di rottura una mestolata di pastella, in modo da questioneA riguardante la corretta con la stabilità e la calura durature tipiche dell’estate. coprirne il fondo per intero. suddivisione delle stagioni, con la Quest’anno però l’estate ha deciso di prolungarsi per In mancanza della padella di talco, i distinzione tra le stagioni «astro- metà del mese, come dimostrano i seguenti dati clima- tourtèl si possono anche cucinare con nomiche» (che hanno inizio e tici relativi ai primi 14 giorni di settembre a Pinerolo: un tegame normale, unto con dell’olio. fine negli equinozi e nei solstizi) e Con una paletta di legno si voltano da quelle «meteorologiche» (che com- T. media entrambi i lati, più volte per lato, fino prendono esattamente i trimestri 2016 24,6 T. media storica* Settembre 18,5 a che non risultano ben cotti; quindi si dic-gen-feb, mar-apr-mag, giu- 2015 19,9 T. media storica Agosto 22,6 tolgono dal fuoco e si sistemano in un lug-ago, set-ott-nov). 2014 21,1 T. media storica Luglio 23,2 piatto. La realtà è che le stagioni non 2013 21,1 Non c’è una stagione particolare in cui improvvisamente da un 2012 20,6 *riferita al periodo 1988-2013 2011 23 prepararli, in genere si cucinano quan- giorno all’altro, ma attraverso un progressivo muta- 2010 19,1 do la vacca partorisce, in genere non mento del campo termico e della frequenza, intensità 2009 21 e distribuzione delle precipitazioni in una determina- durante l’estate, nel periodo d’alpeggio. 2008 21,5 ta zona (come può essere a esempio il Piemonte). Al giorno d’oggi non sono più molte 2007 20,5 le famiglie che hanno le bestie: chi vuole Il cambiamento stagionale può seguire fedelmente il 2006 22,6 preparare i tourtèl chiede loro di poter calendario ma anche avvenire in anticipo o in ritar- avere un po’ di lait bét. Se non si ha do, casi in cui una stagione può letteralmente «rubare La temperatura media del periodo in esame è addi- occasione di prepararli con il colostro spazio» a quella vicina. rittura superiore alle medie storiche mensili di luglio appena munto lo si può congelare, Negli ultimi anni, il riscaldamento climatico e agosto! Quindi una prima parte di settembre che perché altrimenti andrebbe a male in globale ha avuto conseguenze evidenti anche nelle potrebbe benissimo sostituirsi a un normale periodo poco tempo. In questo modo i tourtèl si nostre zone, sottraendo sempre più spazio all’inverno estivo... possono fare anche in estate! e incrementando il tempo utile per assistere a ondate Stracciati i pur anomali caldi 2011 e 2006, mentre di caldo di stampo estivo, anche ben oltre il periodo di risultano ben più normali il 2015, 2014, 2013, 2012, solito concesso a esse. 2009, 2008 e 2007 (un po’ fresco il 2010). COLTIVARE PAROLE In questo articolo evidenziamo ciò che è successo nel Una volta il Ferragosto segnava la fine del perio- settembre 2016, caratterizzato nella prima metà da In collaborazione con il sito do clou dell’estate, d’ora in poi dovremmo aspettare http://coltivareparole.it temperature costantemente e nettamente superiori alla l’apertura delle scuole? media storica del periodo.

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 12 SPORT Pietro Manduca ha accompagnato la spedizione azzura in Brasile per i Giochi paralimpici di Rio. Le sensazioni e i ricordi di un’esperienza formativa, nonostante non siano arrivate medaglie

Alla scoperta delle Paralimpiadi

Matteo Chiarenza rienza unica, la più bella che ’è un’immagine che, mi sia mai capitata di vivere più di altre, rimarrà – ci spiega Pietro –. È stato in- impressa nella men- credibile trovarsi nel villaggio te di Pietro Manduca olimpico, dov’è presente tutto Cquando ripenserà a Rio e alle il mondo con i suoi atleti in Paralimpiadi a cui di recente attesa del proprio momento, ha partecipato come spar- in un clima che è a metà tra ring partner degli sciabolatori la festa e la naturale tensione Alessio Sarri e Andrea Pelle- della gara della vita». Una Pa- grini. L’immagine è quella di ralimpiade di grande successo una donna, Marcia Maslar, per il movimento italiano, che prima atleta paralimpica del ha portato a casa la bellezza suo paese a vincere una me- di trentanove medaglie, di cui daglia d’oro durante i Giochi nove d’oro. Medaglie impor- Paralimpici di Los Angeles tanti, perché danno visibilità nel 1984 e tedofora in questa a un movimento che, nono- Foto Wikipedia edizione. Durante la cerimo- stante una costante crescita, nia d’apertura la donna, con ha ancora molti passi da fare: ganizzazione dell’evento nel Un’esperienza di vita stra- era più forte, ma l’emozione evidenti problemi di deam- «La sensazione è che la pari- 2024. Su questo argomento ordinaria quella raccontata lo ha un po’ tradito». bulazione, è caduta anche a tà con il movimento sportivo Pietro, sull’onda dell’entusia- da Pietro Manduca che, in Ma, smaltita l’inevitabile causa della forte pioggia che dei normodotati sia soltanto smo, replica: «Sono convinto parte, attenua la delusione delusione, al rientro in Ita- rendeva il terreno scivoloso. una parità formale. Servono che un evento come le Olim- per il risultato sportivo. Ales- lia, il bagaglio di ricordi ed Ma Marcia non si è arresa e, fondi e investimenti e si spe- piadi sia un’occasione di cre- sio Sarri, l’atleta che da quat- emozioni di un’esperienza sospinta dal lunghissimo ap- ra che questi successi possano scita, non tanto economica tro anni si allena a Pinerolo speciale prevale sull’amarez- plauso che il pubblico com- servire a qualcosa in più che quanto soprattutto culturale sotto la guida di Fabio Gio- za: l’immagine della sconfitta mosso le ha tributato, si è ri- un semplice miglioramento e di apertura al mondo. Cer- vannini, non è infatti riuscito cede il posto a quella di una alzata e ha portato a termine d’immagine». to è che qualcosa dovrebbe a piazzarsi sul podio nono- donna anziana che, sotto la il suo percorso. L’Olimpiade è un argo- cambiare, perché lo spreco stante godesse dei favori del pioggia e l’applauso di mi- Un’immagine forte che rac- mento di grande attualità di generato da questo tipo di pronostico. «L’Olimpiade è gliaia di mani, trova la forza chiude in sé il significato dello questi tempi nel nostro pae- manifestazioni è eccessivo, anche questo, a volte la testa per portare a termine il suo spirito olimpico, ben oltre i re- se, dopo il «no» dell’ammi- bisogna creare una cultura conta più delle caratteristiche cammino, nientemeno che al cord e le medaglie. «È un’espe- nistrazione di Roma all’or- dell’evento sostenibile». tecniche: Alessio sulla carta Maracanà di Rio de Janeiro. Hockey: al via la stagione fra dubbi e nuove proposte stata un’estate «calda» altre società della serie A di lasciati liberi di accasarsi al- per lo sport del ghiac- «emigrare» in un campiona- trove (Milano, Varese, Chia- cio re nel Pinerolese, to privato, una sorta di serie venna…). A Torre rimangono vale a dire l’hockey su B austriaca, con anche una quindi le categorie giovanili e Èghiaccio. Accanto alle que- squadra slovena. Si è quindi una serie C. stioni sportive ve ne sono seguito l’esempio del Bolza- Ma nella serata pubblica state molte altre, spinose, le- no, una delle più blasonate tenutasi a fine settembre allo gate agli impianti e alla loro squadre italiane, che da quat- storico palazzetto del ghiac- gestione. tro anni milita nel campio- cio «Filatoio» di Torre Pellice, L’Hockey Club Valpelli- nato privato della «Ebel» con Fabrizio Gatti, già presidente ce, dopo sette anni conse- squadre austriache, cèche, nel 2001, ha dichiarato, dopo cutivi disputati nella mas- slovene e ungheresi. aver provato inutilmente a ri- sima serie con risultati mai La Valpe si è quindi ritro- levare la società accollandosi raggiunti prima (una finale vata tagliata fuori da un cam- quasi 200.000 euro di debiti scudetto e due Coppe Italia, pionato con costi e trasferte durante l’estate, la creazio- l’ultima vinta proprio l’anno maggiori della passata serie ne di una nuova società che scorso), ha alzato bandiera A e dal livello probabilmente dall’anno prossimo dispu- bianca. Le motivazioni sono più basso. La società non è poi terà un campionato naziona- principalmente due: il deficit riuscita a iscriversi a una va- le e che cercherà di allestire nel bilancio di gestione della lida serie B nazionale e quin- anche le categorie giovanili. società e la scelta di tutte le di tutti i giocatori sono stati Sempre a Torre Pellice.

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 13 CULTURA Storia e natura si intrecciano nella valle laterale alla val Chisone. Personaggi storici come Bartolomeo Jahier hanno le origini in queste borgate immerse nei boschi e nella natura

Passeggiate nel vallone di Pramollo

Marco Rostan

eguendo il filo conduttore di queste pagine mensili dedicate al sistema museale delle valli valdesi e ad alcuni itinerari di interes- se storico, dalla val Pellice ci spostiamo in Sval Chisone, nell’importante paese di S. Germano. Prima degli sviluppi industriali di Villar Perosa ci furono in questo Comune due importanti atti- vità: quella tessile e quella mineraria (grafite). Sul piano assistenziale nell’Ottocento il pa- store Charles-Albert Tron fu protagonista nell’a- pertura di un Asilo dei Vecchi. La prima fabbrica venne impiantata nel 1862 da Paolo Mazzonis e impiegava 800 dipendenti, poi fu la volta dei Wi- demann, fino al fallimento (1978). Il paese visse in modo diretto il contrasto fra un’economia agrico- la e l’avvento di quella industriale, che investì an- che la chiesa valdese: nel piccolo museo, allestito nelle antiche scuole valdesi – oggi non visitabile – questa vicenda è ricostruita con particolare at- tenzione alle variazioni nel tempo del lavoro delle Il colle del Lazzarà innevato – foto Samuele Revel donne. Due illustri personaggi sono originari di S. Ger- Nella scuoletta Beckwith della frazione Pellen- i solchi, ancora visibili in parte. Chi ha voglia di mano: lo scrittore Piero Jahier (1884-1986, autore chi si può rivivere l’ambiente scolastico delle valli camminare, dal Lazzarà può seguire la larga cre- di Ragazzo e Con me e con gli alpini); il medico, valdesi nell’800 – primi del ’900. È l’arredamento sta che diventa sempre più erta fino all’anticima e botanico, studioso Pietro Edoardo Rostan (1826- che parla, non solo con i banchi, ma con lampa- alla cima del Gran Truc (2366 mt.) Nella discesa 1895), cui si deve la proposta di creare una Société de, bibbie, innari, tavolo del maestro, lavagna in si può raggiungere Souiran, sul versante di An- d’Histoire Vaudoise che si occupasse del patrimo- legno, riviste, fotografie. grogna e l’Alp del Coulet, tuttora funzionante. Un nio valdese e che si realizzò nel 1881. Pramollo si deve visitare soprattutto con pas- sentiero riporta sulla cresta e al punto di partenza. A S. Germano si fabbricarono anche i primi sci seggiate: la più nota parte dal tempio valdese, sale e lo sviluppo di questa industria artigianale coin- ai Bocchiardoni (albergo Gran Truc) e poi al Pla- IL CAPITANO CORAGGIOSO cise con il lancio dello sport sciistico al Colle del net (area attrezzata) per raggiungere il colle Laz- Di Pramollo era il capitano Bartolomeo Jahier, , con i primi impianti di risalita. Oggi si zarà (anche in auto): il colle fu luogo di transito che combattè a fianco di Gianavello nella resisten- può visitare il museo della fabbrica Rochon, unica con la val S. Martino e vi passarono numerosi za che i valdesi organizzarono dopo il massacro a produrli nel Pinerolese (li fornì anche al 3° Reg- eserciti, dai Trucchetti nel 1560 a Catinat nel 1686, delle Pasque Piemontesi (1655). Dotato di grande gimento degli Alpini). ai valdesi nel 1689, agli austro-russi che insegui- coraggio, riconquistò la val S. Martino assaltando Alle spalle di S. Germano si apre il vallone di vano il governo della Repubblica provvisoria pie- Perrero. Comandò anche la spedizione contro S. Pramollo; solo nel 1963 la strada carrozzabile rag- montese. Il generale Lesdiguières, ugonotto, ne Secondo e fu ucciso in combattimento a Osasco. giunse la frazione principale di Ruà. fece un campo trincerato, da cui il nome Las Aras,

Dalle trincee alla preistoria La conversione di di un feroce massacro da Pramollo Molti luoghi delle Valli parte alle truppe francesi. valdesi conservano segni Una mulattiera scende da della preistoria: a Pramollo Pomeano sulla strada asfal- sulle pareti della caratteri- tata che conduce a S. Germa- Mentre nel Cinquecento quasi stica Roccio Clapier, enorme no; oppure si può continuare tutto il territorio circostante monumento megalitico, si la camminata, su percorso era già divenuto protestante, possono osservare più di faticoso e pieno di arbusti, Pramollo restava un’isola cat- 700 incisioni (in prevalenza superando vari valloncelli e tolica. Ma nel 1573 il pastore di coppelle, croci, canaletti). giungere in fine al pianeg- S. Germano, Francesco Guarino Per raggiungere il roccione, giante colle della Vaccera di Dronero, prima rifugiato a si parte dalla borgata degli da cui si può scendere in val Ginevra dove aveva studiato te- Eissart, per salire ai Piani e d’Angrogna. ologia e poi inviato in Piemonte, al Gard (tutte borgate ridot- Sempre partendo dal tempio salì a Pramollo e al termine della te a ruderi) e con fatica fra della Ruà, si può fare un bella funzione cattolica chiese all’of- arbusti invadenti si perviene e riposante passeggiata ver- ficiante di spiegare il significato sulla sommità. Dal roccione, so il Poggio dei Pini toccando della messa. Il prete non riuscì scendendo nel bosco e poi le borgate Bosi, Ciaurenchi, a reggere il contraddittorio e il su una stradina si raggiunge Ribet, Micialetti. Dal Poggio pastore ci mise poco per convin- Pomeano, preceduto dal la vista spazia dalla pianura cere i pramollini ad abbandonare minuscolo cimitero e dalla alla vicina val Chisone. Dal una religione che non si sapeva scuola Beckwith. Poggio si può scendere su spiegare e ad adottare la forma Pomeano fu teatro, nel 1686, sentiero a S. Germano. La Ruà di Pramollo – Disegno di Marco Rostan del cristianesimo riformato.

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 14 CULTURA Gaia, il Global Astrometric Interferometer for Astrophysics, è un progetto a cui Daniele Gardiol ha dedicato dieci anni di lavoro:ora sta mappando la nostra galassia con foto inedite

L’esordio di Cristina Meschia alle radici della musica

Denis Caffarel ispirato dalle proprie radici, dalla a tradizione popolare, quel- volontà di raccontare gli orizzonti la tramandata di generazio- visti e vissuti, di trasmettere nel ne in generazione, è fonda- modo più pulito e fedele possibile mentalmente l’inizio della un mondo di una immensità scon- Lmusica. Le storie, le prime rime, le volgente, fatta di volti, di gesti, di leggende e gli insegnamenti han- ricordi. Il titolo è il nome di una no costruito, nel corso del tempo, frazione del Verbano, e significa Appuntamenti l’ossatura sulla quale è cresciuta «in mezzo», ma è anche un verbo quella che noi conosciamo come la che in dialetto invita a entrare. Ed di ottobre colonna sonora del nostro quoti- è un invito che la giovane artista Il Gruppo Teatro Angrogna riprende diano. Allo stesso modo, si ritiene fa semplicemente con melodie la tournée nelle Valli. Lo spettacolo che il jazz rappresenti il comune elaborate, ma mai complicate. I Étoile des neiges, canti e racconti della denominatore di tutti i vari generi caldi ma ariosi toni del jazz ve- tradizione popolare delle valli valdesi che siamo abituati ad etichetta- stono testimonianze, poesie, rac- grado di percepire come propri e occitane, sarà rappresentato sabato 8 alle 21 nella sala valdese di Pramollo, re in tanti modi diversi, ma che conti; il dialetto esalta la pulizia e familiari. Unendo questi due sabato 15 alle 21 nella sala Albarin di condividono antenati che, a volte, degli arrangiamenti, permettendo aspetti, Cristina Meschia realiz- Luserna San Giovanni e sabato 28 alle appaiono così lontani. Dato il loro di apprezzare non solo l’accurata za un lavoro maturo, profondo, 21 nel tempio del Serre di Angrogna. carattere così importante, pare ricerca dei materiali e delle fonti, radicato, solidamente protratto quasi improprio pensare di unir- ma anche la bellezza senza tem- verso il futuro, perché questa è Continua la rassegna musicale Suoni li, e invece il raffinatissimo lavo- po di alcuni scorci, perfetti come l’essenza del vivere la tradizione: d’autunno, che prevede i seguenti con- ro d’esordio di Cristina Meschia cartoline ma vivi e coinvolgenti non solo ripetere, ma rinnovare, certi, tutti alle 21 nei rispettivi templi ha dimostrato come tradizione e come ricordi condivisi davanti al vivere, continuare, percorrere, valdesi: sabato Spirituals & Hymns 8, jazz non solo stiano perfettamen- caminetto. e infatti sono proprio i giovani proposto dal Freedom Gospel Quartet te bene insieme, ma addirittura Intra non racconta solo il Pie- come Cristina che, nell’ultimo a Torre Pellice; sabato 15 L’ensemble pare si cerchino, si inseguano, si monte, ma un mondo intero, periodo, stanno realizzando il Paris qui chante a Villar Pellice; sabato 22 gli Artisti del Teatro Regio a San intreccino istintivamente. Clas- perché ci sono storie che sono futuro del nostro presente con Marcellino (chiesa cattolica) a Bibiana; se 1990, originaria di Verbania, universali, che non conoscono intelligenza, sensibilità, gusto e sabato 29 musica Gospel a Luserna ha studiato molto e a lungo pri- né confini né lingue, così come tantissimo rispetto. San Giovanni. ma di realizzare Intra, un album ci sono suoni che tutti sono in Sabato 15 ottobre, nella basilica di San Maurizio, nel centro storico di Pinero- lo, concerto del coro Ana di Pinerolo e della corale valdese di Prarostino, per Che cosa sono le nuvole?/Le tante Gaia il 144° anno di nascita del Corpo Alpini.

Daniele Gardiol Per me Gaia è il Global Astrome- dal Sole, che sulla Terra sono scher- La corale valdese di Luserna San Gio- Nel cortometraggio Che cosa sono le tric Interferometer for Astrophysics, mate dal campo magnetico (gene- vanni prosegue con i festeggiamenti nuvole? di Pier Paolo Pasolini (1967), dei suoi 150 anni. Domenica 23 ottobre Totò e Ninetto Davoli, due marionette un satellite astrometrico dell’Esa rando le aurore boreali e australi), gettate via dal teatrino dove lavorava- lanciato nel 2013 con il compito di ma nello spazio no… propone un concerto pomeridiano, nel no, distesi in una discarica guardano in mappare oltre un miliardo di stelle Insomma, tutta una serie di pro- tempio dei Bellonatti, con altre otto corali del I Distretto. alto. A Ninetto che chiede che cosa siano della nostra galassia. Un progetto su blemi a cui, come responsabile del quelle cose lassù nel cielo, Totò rispon- cui ho lavorato per circa dieci anni, modello di strumento, ho dovuto de: «le nuvole... ah, straziante, meravi- Il progetto Xsone 3.0 della Diaconia gliosa bellezza del creato». Due firme e che è passato attraverso numero- trovare una soluzione. Perciò è una se vicissitudini. Nato come interfe- enorme soddisfazione ora sapere Valdese propone il convegno Brainer, diverse si alternano da un mese all’altro sviluppato attorno al tema «Progetta- in questa pagina per guardare con rin- rometro (uno strumento cioè che che Gaia, a un quarto circa della sua re il territorio: quali percorsi?». Dalle novato stupore ciò che ci circonda. misura la coerenza di due fasci lu- missione, ha già prodotto una map- 14 alle 18,30 nella sala Asl in stradale minosi e permette di avere misure pa della nostra galassia con una pre- Fenestrelle 72 a Pinerolo, venerdì 28 aia per molti è la teoria di posizione molto precise) è diven- cisione mai raggiunta prima. ottobre. formulata da James Love- tato in corso d’opera un semplice lock nel 1979 secondo cui imager che scatta fotografie a ciclo la Terra, nel suo comples- continuo, «sbucciando» fette di cie- Gso, è un enorme essere vivente. Il lo come se fossero arance. In fase nome deriva dalla dea primordiale avanzata di progettazione è poi stato che personifica appunto la Terra necessario trovare una soluzione al (Gea) nella mitologia greca. Per gli problema del bombardamento della appassionati di fantascienza Gaia è radiazione solare. Gli astronomi del anche il pianeta perfetto immagi- Gaia Science Team si erano infatti nato da Isaac Asimov nel suo ciclo scordati che i rivelatori a semicon- della Fondazione. Per alcuni è un duttore (i Ccd, gli stessi che ci sono programma televisivo di Rai3, per nelle macchine fotografiche digitali altri un semplice nome di persona. o nei telefonini, solo un po’ più sen- Per i più piccoli un personaggio del- sibili) sarebbero stati letteralmente le DuckTales o di Capitan Planet. «fritti» dalle particelle provenienti Foto – ESA/ATG medialab; background image: ESO/S. Brunier

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 15 RADIO BECKWITH EVANGELICAIl 5 ottobre è partito il palinsesto invernale: FM 87.60 (Val Germanasca); 87.80 (Val Pellice); 88.00 (Val Chisone); digitale terrestre ch 42; streaming: www.rbe.it