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BOLOGNA Sotto DAL 20 GIUGNO le stelle AL 30 LUGLIO 2011 del Cinema Bologna dal 20 giugno al 30 luglio Piazza Maggiore, ore 22.00 Giovedì 7 luglio PIAZZA MAGGIORE, ORE 22.00 Il regista è il responsabile di tutto. Omaggio ad LA VALLE DELL’EDEN libero dalle regole della drammaturgia classica. […] Ma La valle dell’Eden resterà (East of Eden, USA/1955) soprattutto un ritratto di adolescente tormentato, infinitamente seducente, ancora intriso d’infanzia, lontano, lontanissimo anni luce dall’autonomia Regia: Elia Kazan. Sceneggiatura: Paul Osborn, dal romanzo di John Steinbeck. e dalla maturità dell’età adulta. Fotografia: Ted D. McCord. Montaggio: Owen Marks. Scenografia: James Basevi. (Jacques Lourcelles) Interpreti e personaggi: James Dean (Cal Trask), (Abran), Raymond Massey (Adam Trask), (Kate), Lois Smith (Anne), Burl Ives (Sam lo Sentivo che il corpo di Dean era molto grafico; a volte era letteralmente sceriffo), Richard Davalos (Aron Trask). Produzione: Elia Kazan per Warner Bros. torto dal dolore. Stava sempre storto, quasi come uno storpio o una specie di Durata: 115’. spastico. Non riusciva a fare niente stando dritto. Addirittura camminava come Oscar per la miglior attrice non protagonista a Jo Van Fleet un granchio, come se cercasse sempre di rannicchiarsi. Io me ne accorgevo, Versione originale con sottotitoli italiani ma non è una cosa visibile nei primi piani. Comunque Dean era storpio Introduce Lorenzo Buccella dentro – non era come Brando. La gente li paragonava, ma non c’era nessuna somiglianza. Era un ragazzo molto, molto più malato, e Brando non è malato, Primo dei tre film con James Dean come protagonista. Adattatamento da è solo tormentato. Ma penso anche che ci sia qualcosa di speciale nel volto di Steinbeck, è una variazione sulla storia di Caino e Abele, rivista e corretta in Dean. È un volto così desolato e solo e strano. E ci sono momenti in cui uno si chiave psicanalitica e alla luce di una nuova morale. Il punto di vista adottato e dice: “Oh, Dio, ma è bellissimo – che spreco! Quanta bellezza perduta!”. Dean difeso durante il racconto è costantemente quello di Caino. Tutti i personaggi era quello che aveva il talento più naturale dopo Marlon. Ma gli mancava la che gravitano che intorno a lui, a eccezione di Abram, sono responsabili dei suoi tecnica; non aveva una formazione adeguata. Non era in grado di interpretare complessi, del suo disequilibrio, di questa inappagata sete d’amore e di stima ruoli che non fossero nelle sue corde. Spesso azzeccava una scena istintivamente che si esprime nella maggior parte dei suoi comportamenti. L’investigazione al primo colpo. A volte invece no e allora cominciavano i problemi. Non aveva psicologica e psicanalitica qui realizzata non ricerca né l’oggettività né il realismo. neanche un’intelligenza di prim’ordine. Dirigerlo era gratificante perché coglieva Fa sì, al contrario, che il mondo sia visto attraverso lo sguardo di un solo sempre qualcosa dello spirito della gioventù che si considerava defraudata dalla personaggio, le cui sofferenze e gli alternanti stati di speranza e disperazione, generazione precedente. Ma c’era un elemento di autocommiserazione e lo generano, come onde, i movimenti lirici dell’azione. Legato all’utilizzo del colore trovavo seccante. C’era in lui una considerevole dose di innocenza, che però non e del Cinemascope che Kazan utilizza per la prima volta, questo lirismo inaugura si accompagnava alla forza o al coraggio ma all’odio e a una sorta di disperazione. un nuovo indirizzo nella sua opera, più aperto all’autobiografia, più poetico e più (Elia Kazan, Kazan sulla regia, Edizioni Cineteca di Bologna 2011)