Made in Italy di Letizia Gabaglio Argonauti dello spazio L’azienda torinese Argotec sviluppa tecnologie in ambito aerospaziale, con una curiosa incursione gastronomica, e ora punta a una loro applicazione sulla Terra

e persone hanno idee innovative prima dei La scheda trent’anni. Per questo la nostra è un’azien- Argotec da che assume giovani, e dove anche l’ul- timo arrivato può fare una proposta ed es- Fatturato Investimenti in ricerca sere ascoltato». David Avino, managing 1,7 milioni di euro 57 per cento del fatturato “director diL Argotec, azienda italiana che fra le altre cose fornisce i pasti agli astronauti europei che vanno sulla Stazione spaziale in- Dipendenti/collaboratori Brevetti rilasciati ternazionale, lo ripete più di una volta, come un mantra. E d’al- 24 di cui 17 impiegati 4 pendenti tronde anche lui, che ora di anni ne ha 43, le idee se le è fatte ve- in R&S nire quando lavorava in Alenia Spazio prima e poi in altre aziende legate al settore aerospaziale, tutte alle prese con la sfida dello Hu- man Space Flight; in Francia, Germania, Paesi Bassi, ma sempre in Tecnologia e alimentazione. Un ricercatore nel laboratorio collaborazione con l’Agenzia spaziale europea (ESA). di Argotec, e a fronte lo Space Food Lab dell’azienda, un laboratorio Giovane informatico, specialista nello sviluppo dei programmi unico in Europa, dove si studiano e preparano pasti per gli astronauti. che gestiscono i moduli spaziali, incontra, conosce mondi molto diversi fra loro, come quello statunitense e quello russo, che però anche 36 mesi senza aver bisogno di essere refrigerate, che soddi- riescono a collaborare per realizzare un progetto ambizioso come sfano però i gusti e le preferenze di ognuno. quello di mandare per lunghi periodi gli esseri umani nello spa- «Per esempio per abbiamo preparato una capo- zio, e decide di fare un salto di qualità: creare una realtà italiana nata, per ci siamo concentrati sulla quinoa, in grado di sedere ai tavoli internazionali e di partecipare a que- di cui è ghiotta, per elaborare un piatto a base di pollo, al tedesco sto progetto. Nasce così, nel 2008, Argotec: un piccolo gruppo di prepariamo gli spätzel», racconta Avino. Per far ingegneri che grazie all’esperienza precedente di Avino riesce ad fronte al progetto è nato lo Space Food Lab, un laboratorio unico aggiudicarsi i primi contratti con l’ESA per il training degli astro- in Europa in cui sono impiegati nutrizionisti, tecnologi alimentari nauti prima della partenza e del personale addetto al controllo a e il coordinatore, lo chef Stefano Polato, 32 anni. terra, e per la gestione di alcune operazioni all’interno della Sta- zione spaziale internazionale. Un caffè spaziale Che cosa non può mancare dopo un buon pasto? Un caffè Avvicinare due mondi espresso, hanno ragionato ancora i ricercatori di Avino. Che han- «Tre anni fa però abbiamo voluto cambiare le carte in tavo- no così dato vita alla prima macchina espresso spaziale mai rea- la, e oltre a fornire servizi abbiamo cominciato a sviluppare pro- lizzata: la macchinetta funziona con le abituali capsule di caffè, dotti a nostro marchio, adatti per lo spazio ma anche per la Terra», ma è pensata e costruita per funzionare in condizioni molto diver- racconta Avino. La svolta ha significato investire molto in ricer- se da quelle che si hanno sulla Terra. «Il comportamento dei fluidi è ca e sviluppo, nella realizzazione di laboratori, oggi uno spazio completamente differente. Inoltre alte temperature e pressione so- di 1000 metri quadrati, nell’assunzione di giovani brillanti. «L’e- no quanto di più pericoloso in un ambiente piccolo e delicato come tà media dei nostri ricercatori è 28 anni, per lo più ingegneri aero- la stazione spaziale», specifica Avino. Ma i ricercatori di Argotec ce spaziali, ma anche elettronici o chimici, fondamentali per riuscire l’hanno fatta, e la ISSpresso, prodotta in collaborazione con Lavaz- a realizzare il nostro obiettivo: portare la tecnologia spaziale al- za e Agenzia spaziale italiana, sarà nello spazio nei prossimi mesi, la portata di tutti». no dispendiosi delle pompe di calore. L’idea di sfruttare il know- a casa. «Lavorando all’addestramento degli uomini e delle donne insieme all’astronauta italiana Samantha Cristoforetti. È successo, per esempio, lavorando sul trasferimento di calo- how spaziale anche sulla Terra non è nuova, ma in pochi ci sono che dovranno andare sulla Stazione spaziale internazionale ab- Gli astronauti prelevano l’acqua dal dispenser grazie a uno spe- re passivo, in particolare sulla tecnologia denominata heat pipe. riusciti. «Il problema principale sono i costi di produzione: se pe- biamo capito quanto fosse essenziale per loro l’aspetto psicolo- ciale sacchetto agganciato alla macchina, da qui l’acqua passa «Si tratta di tubi evacuati, di cui abbiamo studiato una geometria rò fin dall’inizio si mette a punto un processo produttivo capace gico», racconta il managing director. «Agli astronauti ogni tanto nei tubi dove viene riscaldata e pressurizzata in maniera ottima- e fluidi particolari, grazie alla quale il calore viene trasferito sfrut- di sfornare grandi quantità e non solo pochi pezzi, come accade viene recapitato un pacco spedito dalle loro famiglie, un momen- le; a quel punto arriva a una macchinetta per espresso disegnata tando la caratteristica della capillarità interna», va avanti l’infor- quando un prodotto è pensato solo per essere mandato in orbita, to molto bello e molto importante per loro». Da questa osserva- in modo da sopportare una pressione fino a 400 bar e in cui viene matico. «In questo modo possiamo costruire scambiatori di calore allora il progetto funziona», sottolinea Avino. zione nasce il progetto Bonus Food, che l’azienda di Torino pre- inserita la capsula. Alla fine la bevanda viene erogata sempre in da mettere nelle caldaie a condensazione e realizzare un prodotto Con lo stesso spirito, quello di avvicinare due mondi apparen- senta all’ESA. un sacchetto, da cui si beve grazie a una cannuccia. L’azienda de- innovativo». La tecnologia sviluppata per sopportare le condizio- temente molto lontani, i ricercatori di Argotec hanno cominciato È così che da quasi quattro anni a questa parte tutti gli astro- gli Argonauti, leggenda greca da cui Avino ha deciso di prendere ni estreme dello spazio è stata poi trasformata in un’applicazione a ragionare su che cosa potesse rendere l’esperienza spaziale me- nauti europei possono contare su pranzi personalizzati, specialità ispirazione, ha realizzato così un’altra idea, anche questa venuta a

terrestre per costruire sistemi di riscaldamento più efficienti e me- no traumatica per gli astronauti, insomma come farli sentire più Cortesia Argotec ( foto in questa pagina e nella pagina a fronte ) rielaborate per poter essere conservate e consumate nello spazio, chi ha meno di trent’anni.

14 Le Scienze 552 agosto 2014 www.lescienze.it Le Scienze 15