Giovannino Guareschi fotografo. Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna

Giovannino Guareschi nella campagna a Roncole Verdi Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna

Giovannino Guareschi fotografo. Uno sguardo in bianco e nero Cervia, 20 luglio-30 agosto 2018 Promotori: Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regio- ne Emilia-Romagna; Comune di Cervia, Assessorato alla cultura; Archivio Giovannino Guareschi di Alberto Guareschi, Roncole Verdi ().

La mostra rientra tra le manifestazioni indette per il Cinquantenario della morte di Giovannino Guareschi, fa parte di quelle incluse nell’An- no Europero del Patrimonio Culturale ed è evento culturale del program- ma della regione Emilia-Romagna denominato “Energie Diffuse”.

Un sentito ringraziamento ad Alberto Guareschi per la cortese e costante disponibilità e l’importante aiuto fornito durante le fasi preliminari Giovannino Guareschi fotografo della mostra; un commosso ringraziamento postumo a Carlotta Guareschi Uno sguardo in bianco e nero per la generosità umana e intellettuale con la quale, per anni, ha accol- to il lavoro di ricerca sui materiali dell’Archivio. a cura di Giuseppina Benassati presentazione di Roberto Balzani

Progetto della mostra e catalogo: Giuseppina Benassati Redazione, editing: Roberta Cristofori Digitalizzazione e stampa delle fotografie: Virtual Coop, Cooperativa Sociale Onlus, Bologna Progetto grafico mostra: IBC, Virtual Coop, Cooperativa Sociale Onlus, Bologna Progetto grafico del catalogo: Beatrice Orsini, IBC Comunicazione: Valeria Cicala, Carlo Tovoli, IBC; Ufficio Stampa e comunicazione, Comune di Cervia Social media: Beatrice Orsini, IBC Allestimento: Servizio Progettazione Culturale – Unità Eventi, Comune di Cervia ©Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della regione Emilia-Roma- gna ©Archivio Guareschi di Alberto Guareschi, Roncole Verdi (Busseto) per tutte le fotografie pubblicate

ISBN 9788897281740 Più che una “mostra” in senso classico, quella che Giuseppina Benassati ha curato per IBACN, approfittando della generosa disponibilità di Alberto Guare- schi, è la restituzione di un punto di vista, da fruire in modo non convenzio- nale, lasciandosi sedurre dai tagli, dagli oggetti, dalle ombre, dalle allusio- ni, dai pretesti incidentali. Guareschi racconta, utilizzando la macchina fotografica; e se il deposito di questa narrazione resta poi appeso a trame indefinite e slabbrate, quasi la- certo, impronta (o “sinopia”, osserva acutamente Benassati) di idee da svilup- pare poi, non per questo la tecnica d’indagine e il linguaggio sono meno inte- ressanti. La fotografia anzi, in Guareschi, forse ancor meglio della scrittura, tende a includere il surreale nella quotidianità senza ricorrere a forzosi funambolismi verbali, facendolo sgorgare dal paesaggio, da una quotidianità apparentemente riluttante al desueto e all’originale, eppure densa di quelle che la cultura alta chiamerebbe con qualche enfasi “corrispondenze”. Con ciò, sia chiaro, non intendiamo appiccicare etichette sul dorso di un in- classificabile assoluto come Giovannino Guareschi, al quale il canone, di qualsiasi tipo, sta stretto per definizione. E però, tentando di ricostruire l’itinerario della sua “carriera” di fotografo, non si può non restare colpi- ti dall’impianto di questi sguardi certificati, così precocemente coerenti col flusso di immagini che hanno arredato gli spazi assai stipati della sua men- te straordinaria.

Roberto Balzani Giovannino Guareschi fotografo. Uno sguardo in bianco e nero

Nella molteplice attività di Giovannino Guareschi (Fontanelle di Roccabian- ca 1908-Cervia 1968) giornalista, grafico, umorista, narratore d’eccezione, padre della celebre coppia di don Camillo e Peppone, eroi della saga narrativa e ci- nematografica de Il mondo piccolo, ruolo non secondario riveste la fotografia, medium espressivo al pari del disegno e della scrittura che qui si propone in una selezione riferita agli anni 1935-1952. Guareschi fotografo ci lascia ‘immagini’ della realtà inconsuete, ‘tagliate’ con l’occhio del grafico e del giornalista; negativi e positivi fotografici con- servati come i disegni e un ingente complesso documentario nell’Archivio di Roncole Verdi (Busseto), sono a pieno titolo elemento costitutivo la sua cifra espressiva, condotta all’insegna della semplificazione, della riduzione al bianco e nero, in una polarità che è connotato specifico sia della poetica che del ‘carattere’ dell’autore, del suo atteggiamento verso la vita. Le tante fotografie che Giovannino scatta a partire dal 1935 sono in netta controtendenza rispetto alle poetiche dominanti al tempo: il neo-pittorialismo dei dilettanti, lo sperimentalismo di derivazione futurista e, ancor più, la retorica della fotografia ufficiale del Ventennio, per non parlare della na- scente fotocronaca. Tralasciando la vera natura delle fotografie di esordio, legate al servizio militare in Lucania -per le quali pare quanto meno azzar- dato proporre interpretazioni in chiave documentario-antropologica data l’e- videnza della qualità sperimentale e poetica sia delle immagini che dei testi che le accompagnano- proponiamo invece un nucleo consistente di opere rea- lizzate tra la fine degli anni Trenta e l’inizio degli anni Cinquanta. La photo-graphia, ovvero la scrittura con la luce così come il disegno che negli stessi anni utilizza nelle vignette de «Il Bertoldo» sono essenziali, ridotti all’opposizione del bianco e nero, riassunta nel dualismo luce-ombra. Come per la scrittura usa un ‘vocabolario minimo’, minimo nel senso di usuale e non grandioso, il paesaggio ripreso, sottoposto a preventiva eliminazione dell’eccezionale, del caratteristico, del pittoresco, del monumentale. Le inqua- drature delimitano piccole porzioni di realtà, un piccolo mondo -apparente- mente facile, in realtà abile condensato di una visione perennemente oscil- lante tra la fantasia, il sogno, il surreale, il comico. Un atteggiamento verso la realtà al contempo percettivo e inventivo, in piena aderenza, e in campo fotografico non è poi così scontato, al tanto amato motto verdiano “Copiare il vero può essere ancora buona cosa: ma inventare il vero è meglio, molto me- glio.” Tutto ciò è ben evidente negli scatti che realizza nel viaggio cicloturisti- co da Milano all’Adriatico compiuto nel 1941 per il «Corriere della Sera» che nell’estate di quell’anno pubblica sei articoli, brevi cronache “più vere del vero”. Nelle riprese della Pianura padana, affiorano la dimensione fantastica, quella surreale e quella, se non comica, lievemente scanzonata. L’umorismo dell’Autore risiede nella capacità di ‘saper vedere’ l’insolito, il ‘divertente’ all’interno dell’apparentemente banale e insignificante: come nel caso dell’in- quadratura parziale di una scritta sul muro di una casa, o di un cartello tra le messi di una rigogliosa piantagione di un grano “Comandante Baudi”; tra quelle spighe il cartello con “Tiriamo dritto”, al contempo motto di regime e monito per eventuali brame del viandante, è sottilmente offerto dall’Autore in altro senso, come incitamento a sorvolare, a procedere spediti tralasciando l’incalzare della retorica del ‘grano di regime’. Se la pianura è colta con l’u- so della cifra ironica e surreale, le riprese sui laghi d’Iseo e Maggiore sono invece pretesto per studiati chiaroscuri grafici interpretati da uomini, cose e mezzi di trasporto; circa questi ultimi sono da rimarcare le vedute dal tre- no, anticipazione di tanta fotografia contemporanea. Milano, poi, è luogo di opposti, come fosse trasposizione visiva di Visto da de- stra e visto da sinistra, la celebre rubrica del «Candido»; infatti alla poesia degli scorci presi dal balcone di casa paiono contrapporsi le asettiche geo- metrie dei caseggiati della periferia. Geometrie disegnate in piano nel ret- tangolo dell’inquadratura. Nei quartieri a Est è un vero e proprio germinare di edifici, a crescere è soprattutto la zona intorno alla Città degli Studi ove, dal 1924, svetta un’architettura popolarmente definita “ll Cremlino”, più volte ripresa, non a caso, dal Nostro che Carlo Manzoni immortala nell’atto di foto- grafare. Nei primi anni Cinquanta Guareschi è ormai un Autore estremamente popola- re grazie all’attività di pubblicista, narratore, autore di testi per la radio, fotoromanzi, fumetti e, soprattutto, è il padre ampiamente riconosciuto della saga di Mondo piccolo, pubblicata a puntate sul «Candido» dal ’46 al ’48, poi in volume e infine tradotta in una serie di film. Il viaggio a Parigi del 1952 per la prima del film Don Camillo -diretto da con gli indimentica- bili Gino Cervi e , nei panni di Peppone e don Camillo- conferma, per quanto riguarda la fotografia, la singolarità della sua visione che continua a ignorare il vedutismo cartolinesco approfondendo e accentuando una dimen- sione interiore dello sguardo, oltre che costanti assonanze con la produzione grafica. Tutto ciò per dire che la fotografia è una faccia della complessa e multifor- me creatività dell’Autore la cui conoscenza, solo di recente affrontata senza Giovannino Guareschi fotografo pregiudizi, è un processo in divenire, fortemente accelerato negli ultimi dieci Uno sguardo in bianco e nero anni grazie al lavoro costante sulle carte d’archivio e al fiorire degli studi intrapresi e pubblicati per il Centenario della nascita nel 2008. Confidiamo che la rosa di filoni interpretativi scaturita da quegli stu- di, unita all’accessibilità diretta dei materiali, consultabili in originale nell’Archivio di Roncole Verdi -gestito con amore e intelligenza da Alberto Guareschi- nonché la loro libera consultazione su web nel catalogo online IMAGO dell’IBC, possano fornire aiuto a quanti vogliano avvicinarsi all’Autore i cui successi editoriali, e di pubblico, sono stati per lungo tempo inversa- mente proporzionali alla fortuna critica. Nel 2008, centenario della nascita, grazie a importanti studi multidisciplinari internazionali, Guareschi è sta- to finalmente collocato tra i grandi protagonisti della letteratura, o meglio della cultura, del Ventesimo secolo; è entrato in quel pantheon che forse non gli sarebbe piaciuto troppo ma che, anziché irrigidirlo in schematismi astrat- ti ne ha fatto un ‘nuovo classico’. Conoscendolo un ’, per averne frequentato carte e immagini, ci aspettiamo che un giorno scenda dall’erigendo monumento e, ricalcando le orme delle sue cele- bri vignette in cui l’amato Verdi usciva dall’edicola marmorea per calarsi tra i passanti, ci si pari davanti e dica la sua. Prepariamoci. Potrebbero essere “lamp e tron”! [lampi e tuoni]

Giuseppina Benassati [A proposito del Varietà e della Rivista ‘Lamp e Tron’, all’epoca l’Autore, che si firmava, Nino Guareschi, scrive:] “Si mette in scena la rivista più dinamica e divertente che mai stata rappresentata a […] un documentario vivo e di palpi- tante attualità: tutti i momenti più caratteristici della vita cit- tadina sono stati colti e commentati argutamente. L’orma dei passi spietati è il migliore dei film […] è sonorizzato, parlato e canta- to alla perfezione…” “Se per cucinare una lepre in salmì, ci vuole, come tutti sanno, almeno almeno la lepre, per ammannire un piatto succulento e pic- cante, quale una rivista goliardica, ci vuole almeno almeno dello spirito. Mancando questo la rivista diventa un piatto scipito, una frittura indigesta fatta di rimasugli, non meglio identificabili, un coccotello di sette e più colori e nessun sapore”. Annunci dello spettacolo, in «Corriere emiliano», febbraio, 1934, citazione tratta da Roberta Cristofori, Ad occhio libero. Gli arche- tipi del disegno satirico di Guareschi, in Le carte di Giovannino. Prime indagini sui materiali dell’Archivio Guareschi, a cura di Giuseppina Benassati, Bologna, Bononia University Press, 2008, pp. 96-97

1934-35 Piccola serie di ritratti in pose da attore tra Il Bell’Arturo e Gastone, attingendo al serbatoio iconico del Varietà. Giovannino è un giovane cronista -in partenza per il servizio militare- che ha per palestra giornali e periodici umoristici parmensi. Frequenta il teatro, progetta e reclamizza spettacoli dinamici, in stretto dialogo fra la tradizione popolare e le sperimentazioni futuriste, tra cui “una rivista dinamica e palpitante” , uno spettacolo “sonorizzato, parlato e cantato alla perfezione: i suoi interpreti sono tutti indi- stintamente fotogenici e fonogenici”, un “brioso e scintillante spet- Ritratti in pose da attore, 1934 tacolo di Lamp e Tron [lampi e tuoni ]”.

12 13 1 Giovannino Guareschi nel suo studio mentre legge, 1940

2 Carlo Manzoni, Giovannino Guareschi con la Rolleiflex a tracolla in compagnia di un amico, Milano, 1940 (particolare)

3 Vista dalla finestra della stanza affittata da Giovannino Guareschi in occasione della venuta di Ennia; sul tavolo la macchina per scrivere, Pietraporzio (Cuneo), no- vembre 1939

4 L'angolo del lavoro allestito da Giovannino Guareschi nella stanza dell'albergo Giovannino al lavoro tra parola e immagine. Ai luoghi e ai modi del Windsor Savoia, Assisi (Perugia), inverno 1956 suo operare alludono chiaramente gli allestimenti, gli oggetti e gli 5 Lo stanzone-ricovero dei mobili del palazzo delle scuole trasformato in atelier da strumenti della stanze-studio di Pietraporzio (1939), Marore (1943) e Giovannino Guareschi, Marore (Parma), 1943 Assisi (1956).

14 15 Risiede a Milano con Ennia dal 1936. L’appartamento di Via Ciro Me- notti in cui vive è luogo in cui crea. Quasi canzonando la fotogra- fia di ricerca, nel ’41-’42 allestisce e fotografa pseudo nature-morte, in realtà teatrini in cui gli oggetti mettono in scena il proprio vissuto. L’angioletto violinista della Val Gardena -che lo accompa- 1 L'angioletto violinista della Val Gardena, l'orso con l'organetto e il ritratto di Giu- gnerà nel Lager nel 1943-45 e in seguito nella carcerazione del 1954- seppe Verdi sulla copertina de «L’Illustrazione italiana», Milano, 1941 55 per l’Affaire De-Gasperi- è sulla macchina da scrivere e anche sul violino del fratello, al tempo dato per disperso in Russia, poi 2 La macchina da scrivere con l'angioletto violinista della Val Gardena, Milano, 1942 tornato incolume. L’angioletto in cirmolo, insieme a un orsetto con 3 L'angioletto violinista della Val Gardena e il violino del fratello, Milano, 1942 fisarmonica, omaggia Giuseppe Verdi -uno dei miti di Giovannino- nel ritratto di Boldini pubblicato da «L’Illustrazione Italiana» in occa- 4 «La Stampa» e il macinino del caffè, Milano, 1942 sione delle celebrazioni del quarantesimo della morte nel 1941.

16 17 [Incontro al caffè tra l’Autore e un amico, parlano dei figlioletti] “…Peccato che non abbia neanche una fotografia”, ho concluso. “ti confesso”, ho aggiunto, “io non ho mai potuto soffrire quelli che viaggiano con dozzine di fotografie dei loro bambini in tasca. Mi fanno venire in mente i piazzisti che girano coi cataloghi della loro merce. Ti pare?” “Dillo a me”, ha risposto l’amico Giovanni, “Se c’è una faccenda antipatica è proprio questa. È cattivo gusto, è una cosa borghesis- sima, senza scopo. Ti dirò di più: io non ho mai voluto che si fa- cessero fotografie al mio bambino: i bambini, da piccoli, sono tutti uguali. Non è vero?” Abbiamo parlato a lungo dell’educazione dei figli poi, nel cercare in tasca la bustina dei fiammiferi, l’amico Giovanni ha avuto una esclamazione di sorpresa: “Che cosa è questo?” Era una fotografia del suo bambino. “Deve essere stata mia moglie”, ha aggiunto Giovanni. “Sai come sono le donne. Be’, come ti pare?” Gli ho detto che era un gran bel bambino e che mi spiaceva di non potergli far vedere il mio. Ma poi a un tratto, frugando nel porta- carte, ho avuto anch’io un grido di sorpresa. Ma sì, una fotografia del mio pupo. Le donne sono davvero tutte uguali.” Giovannino Guareschi, La scoperta di Milano, Milano, Rizzoli, 1941, edizione consultata, BUR, 2006, pp. 149-150

1 Albertino seduto sul pavimento, accanto alla raccolta de «La Domenica del Corriere», Milano, ottobre 1942

2 Ennia nella cucina dell’appartamento al quarto piano di via Ciro Menotti 18, Milano, 11 novembre 1939

3 Alberto nel campo di frumento coltivato dalla famiglia Rastelli, Marore (Parma), giu- gno 1943

4 Carlotta e Alberto sul balcone di casa di via Pinturicchio, 25, Milano, aprile 1946 Gli appartamenti di Milano racchiudono il mondo degli affetti: la moglie Ennia, i figli Alberto e Carlotta, i futuri Margherita, Alber- 5 Carlotta e Alberto in casa, Milano, aprile 1946 tino e la Pasionaria de Il mondo piccolo.

18 19 [Questo lo scanzonato ‘ritratto’ che Giovannino fa della fotocamera]: “Fra i congegni più malefici sta certo la macchina fotografica. Privo di macchina fotografica, voi camminate allegramente e notate le cose essenziali. Corredato di una macchina fotografica voi entrate in un singolare ordine di idee […] quando l’avete a tracolla ogni più povera cosa vi sembra originale e interessante.” (Liquidazione dei laghi e autostrada di chiusura, in «Corriere della sera», 12-13 agosto 1941), citazione tratta da Angelo Varni, Guareschi al «Corriere», Milano, Fondazione Corriere della Sera, 2007, p. 17. [Sul viaggio in bicicletta] “Io penso con nostalgia al tempo dei primi capitoli, quando viaggiavo incatenato alla bicicletta e, pedalando, costruivo il mio mondo, pieno di bellissime cose.” La scoperta di Milano, cit., p. 54

Durante l’estate del 1941 scrive per il «Corriere della Sera» sei cronache, resoconti surreali e fantastici, più ‘veri del vero’, di un viaggio sulla sua bicicletta superleggera da Milano, via Piacenza, al mare con ritorno dal Delta del Po a Verona, Brescia e laghi. Nell’occasione scatta numerose fotografie, lontane da ogni canone espressivo del tempo, ‘tagliate’ dall’occhio del grafico, con un bianco e nero vivamente contrapposto e Lungolago, Iseo (Brescia), 21 luglio 1941 una netta predilezione per l’ombra.

20 21 La Pianura Padana offre spunti infiniti di letture visive antina- turalistiche. Scorci e frammenti della realtà danno vita a una geo- 1 Podere “Liguria” sulla via Emilia. Sulla facciata “In questa casa non si bestemmia”, Rubiera (Reggio Emilia), 17-18 luglio 1941 grafia poetica in cui il fantastico e il surreale si sposano a una vena di lieve umorismo. Non sono vedute o panorami, ma ‘aforismi’ di 2 Campo sperimentale di frumento “Comandante Baudi”. In mezzo al frumento il cartello paesaggio padano da comporre in una antologia visiva che è perfet- “Tiriamo dritto”, Emilia, luglio 1941. tamente omologa a quella letteraria proposta dalla narrativa di 3 Veduta surreale del ferrarese. In primo piano la bottiglia d’acqua minerale San Pel- Giovannino. I ‘mari di frumento’ in cui si trova immerso in tardi po- legrino, luglio 1941 meriggi assolati, non sono visivamente distanti dal Mare Adriatico visto come un succedersi di piani orizzontali, di sabbia, di acqua e 4 Porzione di casa con scritte sulla facciata, agosto 1941 di cielo.

22 23 [Il Po] “I paesi in riva al Po hanno il loro ingresso d’onore dall’argine: due colonne di ghisa con le lampade, una scaletta di pietra con ringhiere di ferro. Le case basse si rannicchiano attorno ai cam- panili altissimi, così come, sul tavolo di cucina, accade che i dadi per il brodo si raggruppino attorno alla bottiglia dell’olio. A Ficarolo il campanile altissimo pende decisamente da un lato, ma questo non sembra preoccupare nessuno: né le case né gli uomi- ni. A qualche chilometro da Ficarolo ecco un incontro di sapore let- terario bacchelliano: il mulino sul Po. La casetta a cavalcioni delle due grandi chiatte affiancate è dipinta a losanghe bianche e nere. Il Po passa senza strepito tra le due chiatte e la grande ruota si muove. Sul fianco della casetta una grande scritta: «Dio mi salvi». Nel mulino navigante non c’è nessuno, ma le mole girano e macina- no frumento.” Chi sogna nuovi gerani? Giovannino Guareschi, autobiografia, a cura di Carlotta e Alberto Guareschi, Milano, Rizzoli, 1993, edizio- ne consultata, BUR, 2002, p. 186

Nei pressi della foce del Po, Giovannino scatta numerose fotografie che divengono una sorta di sinopia per elaborati grafici successivi utilizzati come illustrazioni in «Candido» o come copertina per la prima edizione in volume de Il mondo piccolo (1948). Si tratta di im- 1 Mare della riviera romagnola, estate 1941 magini un po’ surreali, portatrici di un lieve turbamento. Il Mare Adriatico poi, è colto nella sua placida piattezza, le attivi- 2 Un moscone a remi su una spiaggia della riviera romagnola, estate 1941 tà balneari sono suggerite dalla presenza, non del tutto centrata, 3 In riva al Po, agosto 1941 del ‘moscone’ il “moderno galleggiante da spiaggia”, questa la defi- nizione di Alfredo Panzini nel Dizionario moderno edito da Hoepli 4 Il mulino galleggiante, Rive del Po, Ficarolo (Rovigo). agosto 1941 nel 1923.

24 25 1 Giro in bicicletta sulle Dolomiti, scorcio dalla finestra dell’alloggio di Giovanni- no, estate 1942

2 Paesaggio di San Marino dal finestrino dello scompartimento del treno, luglio 1941

3 Interno del treno partito da San Marino, luglio 1941

4 - 5 Giro in bicicletta sulle Dolomiti, Passo Sella (sul fondo il Sassolungo), estate 1942

6 Giro in bicicletta sulle Dolomiti, scorcio dell’edificio che ospita una funivia con le montagne sullo sfondo, estate 1942 Paesaggi ‘visti da dentro’, dal finestrino del treno o dalla finestra 7 Giro delle Dolomiti in bicicletta, la bicicletta di Giovannino è appoggiata a un di un albergo: cornici che fermano schegge di visione; colti (nel ’41 palo della luce, luglio 1942 e nel ’42) nelle caratteristiche di generalità e mai di eccezionalità.

26 27 Nel viaggio di ritorno del Giro cicloturistico, Verona e i laghi sono soggetto di molteplici riprese fotografiche, ‘tagliate’ dall'occhio esperto del giornalista-grafico. Giovannino propone un linguaggio in stretta analogia con quello che adotta nelle vignette che dise- gna per «Il Bertoldo», la rivista umoristico-satirica-anticonformista edita da Rizzoli dal ’36 al ’43, della quale egli è condirettore insie- 1 Strada con passanti e arco, Verona agosto 19411 me a Giovanni Mosca e Vittorio Metz. I controluce, i forti chiaroscuri, l’interesse per una trasposizione 2 Arco della Costa prospicente Piazza delle Erbe, Verona, agosto 1941 degli elementi architettonici in quinte teatrali, la riduzione della 3 Piazza dei Signori, Verona, agosto 1941 figura umana a sagoma scura che si staglia nel chiarore, propongo- no costantemente il tema dell’ombra, tema assai caro all’Autore, e da 4 Piazza Garibaldi dalla stanza d’albergo, Iseo (Brescia), agosto 1941 questi trattato in tutti gli aspetti.

28 29 Partenza da Laveno, Lago Maggiore. agosto 1941

30 31 Il Lago d’Iseo e il Lago Maggiore, sono luoghi di scatti ove l'ombra e il suo potere suggestivo, evocano atmosfere di calura estiva e dele- gano al definirsi e allo stagliarsi di sagome scure, la narrazione di un paesaggio che non è mai descritto ma trasposto in composizio- ni bidimensionali. Contrappunti di bianco e nero, creati dalla sapienza di un occhio 1-2 Veduta di una riva del Lago Maggiore, agosto 1941 che partendo da elementi di dettaglio è capace di restituire il sen- 3 Traghetto Laveno-Stresa, Lago Maggiore, agosto 1941 (particolare) so di una stagione.

32 33 Le inquadrature del lago visto dall’alto, della prua del traghetto 1 Pontile e barcone sul lago, Iseo (Brescia), agosto 1941 o della cabina di una funivia non cedono mai alla tentazione di rappresentare, sono perfette e astratte composizione di piani obliqui, in 2 Strada che costeggia il lago, Lago Maggiore, agosto 1941 cui la parte suggerisce la bellezza del tutto. Nessun romanticismo nella 3 Lago Maggiore dal traghetto Laveno-Stresa, agosto 1941 ripresa del lago o della strada che lo costeggia, ridotta al minimo e

4 Giro in bicicletta sulle Dolomiti, primo piano della cabina, aperta, della funivia, quasi invisibile la presenza dell’uomo; l’acqua del lago o il cielo delle estate 1942 Alpi sono come piani ribaltabili di un paesaggio fantastico.

34 35 [La casa] “La casa è la base della vita: anche a doversi trovare costretti a pranzare con una sola mela, altro è il dover mangiare questa mela seduti su una panchina del Parco, altro è il poterla mangia- re seduti a una tavola con tovaglierie, cristallerie, vasellami. La casa ha un valore morale indiscutibile: nei casi disperati è la zattera cui vi aggrappate durante il naufragio, nei momenti di gioia rappresenta l’arengo dall’alto del quale potete annunciare al mondo la vostra felicità.” La scoperta di Milano, cit., p. 83 [La moglie Ennia] “L’ho vista in tutte le espressioni: seria, piangente, sorridente, triste, lieta, contenta e malcontenta. Accidenti, com’era fotogenica! Mai vista una bellezza simile.” La scoperta di Milano, cit., p. 103 “Ha una splendida chioma rossa, occhi fiammeggianti e un carat- tere molto volitivo. Ennia sarà «Margherita», la mia compagna, nel bene e nel male, nei miei libri e nella vita.” Chi sogna nuovi gerani? Giovannino Guareschi, autobiografia, cit., p. 139

Milano è il luogo della vita e del lavoro. Per Giovannino il balco- ne dell’appartamento di Via Ciro Menotti è teatro di riprese dall’al- to, pretesto per ‘prendere’ giochi di luci e di ombre nei riflessi di strade bagnate dopo la pioggia. Ma la Milano elegante e un po’ ro- 1 Ennia sul balcone dell’appartamento di via Ciro Menotti 18, Milano, 11 novembre 1939 mantica che si ‘vede da dentro’ non rappresenta il volto della cit- tà che inesorabilmente cambia. Nel 1942 Giovannino non si ferma al 2 Gioco di specchi nelle pozzanghere del viale, Milano, 1942 fascino dei palazzi umbertini del centro, va a fotografare in peri- 3 Casa d’angolo tra via Ciro Menotti e via Gustavo Modena, vista dal terrazzo dell’ap- feria, talvolta accompagnato dall’amico e collega Carlo Manzoni al partamento della famiglia Guareschi al quarto piano di via Menotti 18, Milano, 1942 quale dobbiamo il ritratto di Guareschi nell’atto di fotografare.

36 37 Porzione di caseggiato elaborato graficamente, Milano, 1942

38 39 [Milano che cambia] “A Milano anzi succede comunissimamente che voi, la sera, ritor- nando dal lavoro per la strada che conoscete a memoria -tanto da poterla percorrere facilmente leggendo l’«Ambrosiano»- a un bel momento picchiate il naso contro una cantonata. Perché stamattina quella grande casa a cinque piani non c’era all’angolo di via Bi con via Ci. Bisogna stare attenti a camminare, in questa straordinaria città. Le case vengono su in modo straordinariamente rapido…” La scoperta di Milano, cit., p. 76

1 Veduta di un palazzo, Milano, 1942

2 Veduta di un palazzo che si affaccia sul cortile interno, Milano, 1942

3 Caseggiato di città con parete cieca affrescata a trompe-l’oeil, Milano, 1942 In periferia edifici asciutti, razionali, sviluppati in altezza. 4 La Città degli Studi. Nel fondo il cosiddetto ‘Cremlino’, ovvero l’Istituto Ronzoni sede Caseggiati con pareti sagomate geometricamente, strade in prospettiva, della Facoltà di ricerche chimiche e biomediche, costruito tra il 1924 e il 1927, Milano, inquadrature dal basso all'alto. Un germinare di edifici sobri nella 1942 zona Est, nei pressi della città degli Studi, ove dagli anni Venti svetta 5 Giovannino Guareschi fotografa la periferia, Milano, 1942 il celebre «Cremlino» alias Istituto Ronzoni.

40 41 [Parigi] “Parigi è facilissima da descrivere perché ognuno se la figura in modo diverso dagli altri e il meraviglioso è che, quando poi la vedono, tutti la trovano precisa, spiccicata di come se l'erano figurata. Questa sarebbe la descrizione generale della città: per i partico- lari basta consultare una guida”. Giovannino Guareschi, Appunti su un viaggio a Parigi, in La fa- miglia Guareschi. Racconti di una famiglia qualunque 1936-1952, a cura di Alberto e Carlotta Guareschi, Rizzoli, 2010, p. 1150

Siamo nel 1952. Giovannino è autore di grande popolarità. Il successo della saga cinematografica di Don Camillo e Peppone valica la fron- tiera, complici il regista Julien Duvivier e l'interpretazione di Fer- Ennia e Alberto davanti al cinema Berlitz che proietta il film Le petit monde de Don nandel. L'Autore e la famiglia sono a Parigi per la proiezione della Camillo, Parigi, luglio 1952 prima al Cinema Berlitz.

42 43 [Il viaggio a Parigi] “Passato Chambery, Albertino incominciò a guardare in aria per vedere se apparisse la Torre Eiffel e io a un bel momento gli dis- si che la Francia non consiste esclusivamente nella Torre Eiffel, cosa questa che suscitò il risentimento di Margherita. “Ognuno fa consistere il mondo in quello che gli pare e piace: ci sono stranieri che vedono l’Italia soltanto nella Torre di Pisa altri nelle gondole di Venezia altri nel Vesuvio. (…) “Della torre Eiffel si riparlerà soltanto quando saremo a Parigi!” (…) “Arrivati ai piedi dell’incredibile monumento io rimasi lì come schiacciato dai trecento metri di ferro, Margherita no (…) Entrò fieramente, a braccetto di Albertino, nell’ascensore. E volle sali- re fino alla terza e ultima terrazza. E quando fu lassù mi mostrò con un ampio gesto Parigi che sterminata si stendeva tutt’attor- no.” La famiglia Guareschi, cit., pp. 1294-1295

[Ma a Parigi manca la Pasionaria…] “No”disse Margherita “lei resta a casa. A parte il fatto che il viaggio è lungo e pesante anche per un adulto, non vale davvero la pena di far vedere l’estero a una che non sa ancora cosa sia la patria. (…) La Pasionaria meditò qualche istante su tutto il complesso, indi, trovando evidentemente che l’utile non avrebbe compensato l’inco- modo, stabilì: “Me resto a casa: però voglio la Torre Eiffel dentro la palla di vetro che poi a muoverla nevica. Come il Duomo di Milano, il pano- rama del Vesuvio e la Torre di Pisa sul mio comò”. La famiglia Guareschi, cit., p. 1289

A Parigi Giovannino, preso tra interviste e presentazioni, gira per la città e, come di consueto, non realizza inquadrature scontate, vedute cartolinesche. La Tour Eiffel non svetta sul fondo di panorami ma, 1 Alberto Guareschi, ripreso dal padre mentre a sua volta sta fotografando, dal basso, la Tour Eiffel, Parigi, estate 1952 ancora una volta, ‘vista da dentro’, incornicia ‘ritratti ambientati’ dei propri familiari, del figlio Albertino e della moglie Ennia. 2 Alberto ed Ennia al primo piano della Tour Eiffel, Parigi, luglio 1952 Suggestivi i panorami in cui la Ville Lumiere pare dissolvere 3 Ennia al primo piano della Tour Eiffel, Parigi, luglio 1952 arrondissements e celebri monumenti in visioni pulviscolari. Ancora una 4 Veduta di Parigi dal primo piano della Tour Eiffel, Parigi, luglio 1952 riduzione in piano dei tanti volumi del reale.

44 45 Giovannino al lavoro tra parola e immagine. GIOVANNINO GUARESCHI PROMOTORI Ai luoghi e ai modi del suo operare alludono chiara-

Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della mente gli allestimenti, gli oggetti e gli strumenti Regione Emilia-Romagna fotografo [ Uno sguardo in bianco e nero della stanze-studio di Pietraporzio (1939), Marore (1943) e Assisi (1954). Cervia Comune di Cervia, Assessorato alla Cultura 20 luglio - 30 agosto 2018

Nella molteplice attività di il ‘divertente’ all’interno Giovannino Guareschi (Fontanelle dell’apparentemente banale e di 1908-Cervia 1968) insignificante: come nel caso giornalista, grafico, umorista, dell’inquadratura parziale di narratore d’eccezione, padre della una scritta sul muro di una casa, celebre coppia di Don Camillo e o di un cartello tra le messi di Peppone, eroi della saga narrati- una rigogliosa piantagione di un Archivio Giovannino Guareschi, va e cinematografica de Il mondo grano ‘Comandante Baudi’; tra di Alberto Guareschi, piccolo, ruolo non secondario ri- quelle spighe il cartello con Roncole Verdi, (Busseto) [ veste la fotografia, medium “tira dritto” monito per il vian- espressivo al pari del disegno e dante, è sottilmenteinteso della scrittura che qui si propo- dall’Autore in altro senso, come ne in una selezione riferita agli incitamento a sorvolare, a proce- ©Archivio Giovannino Guareschi di Alberto Guareschi, Roncole Verdi (Busseto) per tutte le fotografie le tutte per (Busseto) Verdi Roncole Guareschi, Alberto di Guareschi Giovannino ©Archivio fotografie le tutte per (Busseto) Verdi Roncole Guareschi, Alberto di Guareschi Giovannino ©Archivio fotografie le tutte per (Busseto) Verdi Roncole Guareschi, Alberto di Guareschi Giovannino ©Archivio fotografie le tutte per (Busseto) Verdi Roncole Guareschi, Alberto di Guareschi Giovannino ©Archivio © © © © © anni 1935-1952. dere lontani dall’incalzare della © © © retorica del ‘grano di regime’. Se Un vivo ringraziamento Guareschi fotografo ci lascia la pianura è colta con l’uso della ad Alberto Guareschi ‘immagini’ della realtà inconsue- cifra ironica e surreale, le ri- te, ‘tagliate’ con l’occhio del prese sui laghi sono invece pre- grafico e del giornalista; nega- testo per studiati chiaroscuri tivi e positivi fotografici con- grafici interpretati da uomini, servati come i disegni e un’inge- cose e mezzi di trasporto; circa nte complesso documentario questi ultimi sono da rimarcare nell’Archivio di Roncole Verdi, le vedute dal treno, anticipazio- sono a pieno titolo elemento co- ne di tanta fotografia contempo- LA MOSTRA RIENTRA stitutivo la sua cifra espressi- ranea. NELL'AMBITO DELLE MANIFESTAZIONI: va, condotta all’insegna della semplificazione, della riduzione Milano, poi, è luogo di opposti,

Celebrazioni Cinquantesimo al bianco e nero, in una polarità come fosse trasposizione visiva Giovannino Guareschi che è connotato specifico sia di “Visto da destra e visto da della poetica che del ‘carattere’ sinistra”, la celebre rubrica dell’autore, del suo atteggiamento del «Candido»; infatti alla

[ verso la vita. poesia degli scorci presi dal bal- cone di casa paiono contrapporsi Energie Diffuse Le tante fotografie che Giovan- le asettiche geometrie dei caseg- nino scatta a partire dal 1934-35 giati della periferia. Geometrie sono in netta controtendenza ri- disegnate nel rettangolo spetto alle poetiche dominanti dell’immagine. Nei quartieri a 1934-35 Piccola serie di ritratti in pose da attore tra Risiede a Milano dal 1936. L'appartamento di Via Ciro al tempo: sia il neo-pittoriali- Est è un vero e proprio germina- smo dei dilettanti che lo speri- re di edifici in quell’area della 'Il Bell'Arturo' e 'Gastone', attingendo al serbatoio Menotti in cui vive e` luogo in cui crea. mentalismo di derivazione futu- ‘Città degli Studi’ ove, dal 1924, rista che, ancor più, la retorica svetta un’architettura popolar- iconico del Varietà. Quasi canzonando la fotografia di ricerca, nel '41 della fotografia ufficiale del mente definita ‘Il Cremlino’ più ` Anno del patrimonio Ventennio, per non parlare della volte ripresa, non a caso, Giovannino e un giovane cronista -in partenza per allestisce e fotografa pseudo nature-morte, in realtà nascente fotocronaca. La ‘pho- dal Nostro. to-graphia’, ovvero la “scrittura il servizio militare- che ha per palestra giornali teatrini in cui gli oggetti mettono in scena il pro- con la luce” così come il disegno La Tour Eiffel del viaggio a che negli stessi anni utilizza Parigi del 1952 per la prima del e periodici umoristici parmensi. prio vissuto. L'angioletto violinista della Valgarde- nelle vignette de «Il Bertoldo» film Don Camillo -diretto da è essenziale, ridotta a un vocabo- Julien Duvivier con gli indimen- Frequenta il teatro, progetta e reclamizza spettacoli na -che lo accompagnerà nel Lager nel 43-45 e in lario minimo, ‘minimo’ nel senso ticabili Gino Cervi e Fernandel, di usuale e non eccezionale, il nei panni di Peppone e Don Ca- dinamici in stretto dialogo tra la tradizione popo- seguito nella carcerazione del 1954- e` sulla macchina paesaggio ripreso, come ‘minimi’ millo- è infine una sorta di tra- sono gli oggetti e ‘ridotte’ le sposizione dell’impianto grafico lare e le sperimentazioni futuriste tra cui "una ri- da scrivere e anche sul violino del fratello, al tempo porzioni di realtà ambientale di tante vignette in cui tralicci MOSTRA A CURA DI colti dal suo sguardo. metallici e fili della luce Giuseppina Benassati vista dinamica e palpitante", uno spettacolo "sono- dato per disperso in Russia, poi tornato incolume. creano aeree geometrie metalliche DIGITALIZZAZIONE Realizza immagini apparentemente qui di durezza opposta al pulvi- rizzato, parlato e cantato alla perfezione: i suoi L'angioletto in cirmolo, insieme a un orsetto con E STAMPA FOTOGRAFIE: facili, in realtà complesse scolare panorama della città. Virtual Coop perché sempre concepite come interpreti sono tutti indistintamente fotogenici fisarmonica, omaggia Giuseppe Verdi -uno dei miti Cooperativa Sociale Onlus, Bologna opere bidimensionali autonome e Tutto ciò per dire che la foto- coerenti sia formalmente che poe- grafia non è che una faccia della PROGETTO GRAFICO MOSTRA: e fonogenici" un "brioso e scintillante spettacolo diGiovannino- nel ritratto di Boldini pubblicato da ticamente. creatività dell’Autore la cui sco- IBC perta è un processo in essere Virtual Coop di Lamp e Tron (fulmini e tuoni)". "L'Illustrazione Italiana"»in occasione delle celebra- Cooperativa Sociale Onlus, Bologna Il viaggio da Milano all’Adriatico favorito, oltre che da questa che compie nel 1941 per il «Cor- occasione, dall’accessibilità dei zioni del quarantesimo della morte. COMUNICAZIONE: riere della Sera» è una sorta di materiali, consultabili in origi- Valeria Cicala e Carlo Tovoli Ufficio Stampe IBC rappresentazione visiva della nale nell’Archivio di Roncole Ufficio Stampa e Comunicazione, poetica dell’autore, sintetizzata Verdi, gestito dal figlio di Gio- Comune di Cervia in un racconto per immagini. vannino, Alberto e liberamente SOCIAL MEDIA: disponibili via web nel catalogo Beatrice Orsini, IBC Nelle riprese della Pianura online dell’IBC IMAGO padana, affiorano la dimensione ALLESTIMENTO: fantastica, quella surreale e < https://ibc.regione.emilia-ro- Servizio Progettazione Culturale – quella, se non comica, lievemente magna.it/servizi-online/catalo- Unità Eventi scanzonata. L’umorismo dell’auto- go-delle-biblioteche/imago/imago Comune di Cervia re risiede nella capacità di per- -catalogo-regionale-di-opere-gr cepire, vedere e restituire, afiche-e-cartografiche>.

L'appartamento di Milano racchiude il mondo degli Durante l'estate del 1941 scrive per «il Corriere della Paesaggi 'visti da dentro', dal finestrino del treno affetti: la moglie Ennia, i figli Alberto e Carlotta, Sera» sei cronache, resoconti surreali e fantastici, o dalla finestra di un albergo: cornici che fermano i futuri Margherita, Albertino e Pasionaria de piu 'veri del vero', di un viaggio sulla sua biciclet- schegge di visione; colti (nel '41 e nel '42) nelle 'Il Mondo piccolo'. ta superleggera da Milano, via Piacenza, al mare con caratteristiche di generalità e mai di eccezionalità. ritorno dal Delta del Po a Verona, Brescia e laghi. Nell'occasione scatta numerose fotografie, lontane da ogni canone espressivo del tempo, 'tagliate' dall'oc- chio del grafico, con un bianco e` nero vivamente contrapposto e una netta predilezione per 'l'o mb ra'. Questo lo scanzonato 'ritratto' che fa della fotocame- ra: "Fra i congegni piu malefici sta certo la mac- china fotografica. Privo di macchina fotografica, voi camminate allegramente e notate le cose essen- ziali. Corredato di una macchina fotografica voi en- ©Archivio Giovannino Guareschi di Alberto Guareschi, Roncole Verdi (Busseto) per tutte le fotografie le tutte per (Busseto) Verdi Roncole Guareschi, Alberto di Guareschi Giovannino ©Archivio fotografie le tutte per (Busseto) Verdi Roncole Guareschi, Alberto di Guareschi Giovannino ©Archivio fotografie le tutte per (Busseto) Verdi Roncole Guareschi, Alberto di Guareschi Giovannino ©Archivio fotografie le tutte per (Busseto) Verdi Roncole Guareschi, Alberto di Guareschi Giovannino ©Archivio fotografie le tutte per (Busseto) Verdi Roncole Guareschi, Alberto di Guareschi Giovannino ©Archivio © © © © © © © trate in un singolare ordine di idee (...) quando l'a- © © © vete a tracolla ogni più povera cosa vi sembra ori- ginale e interessante."

La Pianura Padana offre spunti infiniti di letture Nei pressi della foce del Po, Giovannino scatta nume- visive antinaturalistiche. Scorci e frammenti rose fotografie che divengono una sorta di sinopia della realtà danno vita a una geografia poetica per elaborati grafici successivi utilizzati come in cui il fantastico e il surreale si sposano a illustrazioni in «Candido» o come copertina per la una vena di lieve umorismo. Non sono vedute o prima edizione in volume de "Il mondo piccolo" (1948). panorami, ma 'aforismi' di paesaggio padano da Si tratta di immagini un po' surreali, portatrici di comporre in una antologia visiva che e` perfetta- un lieve turbamento. "I paesi in riva al Po hanno mente omologa a quella letteraria proposta dalla il loro ingresso d'onore dall'argine: due colonne di narrativa di Giovannino. I "mari di frumento" in ghisa con le lampade, una scaletta di pietra con rin- cui si trova immerso in tardi pomeriggi assolati, ghiere di ferro". Il Mare Adriatico poi, e` colto nella non sono visivamente distanti dal Mare Adriatico sua placida piattezza, le attività balneari sono sug- visto come un succedersi di piani orizzontali, gerite dalla presenza, non del tutto centrata, di sabbia di acqua e di cielo. del 'moscone' il "moderno galleggiante da spiaggia".

I pannelli della mostra sul Lungomare Gabriele D'Annunzio a Cervia ©Archivio Giovannino Guareschi di Alberto Guareschi, Roncole Verdi (Busseto) per tutte le fotografie le tutte per (Busseto) Verdi Roncole Guareschi, Alberto di Guareschi Giovannino ©Archivio fotografie le tutte per (Busseto) Verdi Roncole Guareschi, Alberto di Guareschi Giovannino ©Archivio ©Archivio Giovannino Guareschi di Alberto Guareschi, Roncole Verdi (Busseto) per tutte le fotografie le tutte per (Busseto) Verdi Roncole Guareschi, Alberto di Guareschi Giovannino ©Archivio ©Archivio Giovannino Guareschi di Alberto Guareschi, Roncole Verdi (Busseto) per tutte le fotografie le tutte per (Busseto) Verdi Roncole Guareschi, Alberto di Guareschi Giovannino ©Archivio ©Archivio Giovannino Guareschi di Alberto Guareschi, Roncole Verdi (Busseto) per tutte le fotografie le tutte per (Busseto) Verdi Roncole Guareschi, Alberto di Guareschi Giovannino ©Archivio © © © © © © © © © ©

Nel viaggio di ritorno del Giro cicloturistico, Verona LeLe inquadrature del lago visto dall’alto, della prua Milano e` il luogo della vita e del lavoro. Per Gio- e i laghi sono soggetto di molteplici riprese foto- del traghetto o della cabina di una funivia non vannino il balcone dell'appartamento di Via Ciro grafiche, 'tagliate' dall'occhio esperto del giornali- cedono mai alla tentazione di rappresentare, sono Menotti e` teatro di riprese dall’alto, pretesto per sta-grafico. Giovannino propone un linguaggio in Il Lago d’Iseo e il Lago Maggiore, sono luoghi di perfette e astratte composizione di piani obliqui, 'prendere' giochi di luci e di ombre nei riflessi stretta analogia con quello che adotta nelle vignette scatti ove l'ombra e il suo potere suggestivo, evo- in cui la parte suggerisce la bellezza del tutto. della strada bagnata dopo la pioggia. che disegna per «Il Bertoldo», la rivista umoristico- cano atmosfere di calura estiva e delegano al defi- Nessun romanticismo nella ripresa del lago o della Ma la Milano elegante e un po'’romantica che si satirica-anticonformista edita da Rizzoli dal '36 al nirsi e allo stagliarsi di sagome scure, la narra- strada che lo costeggia, ridotta al minimo e quasi 'vede da dentro' non rappresenta il volto della ` ` ` ` '43, della quale egli e capo-redattore insieme all'umo- zione di un paesaggio che non `e mai descritto ma invisibile la presenza dell’uomo; l'acqua del lago città che inesorabilmente cambia. Nel 1942 Giovan- rista Giovanni Mosca. trasposto in composizioni bidimensionali. o il cielo delle Alpi sono come piani ribaltabili nino non si ferma al fascino dei palazzi umberti- I controluce, i forti chiaroscuri, l'interesse per una Contrappunti di bianco e nero, creati dalla di un paesaggio fantastico. ni del centro, va a fotografare in periferia, tal- trasposizione degli elementi architettonici in quinte sapienza di un occhio che partendo da elementi di volta accompagnato dall'amico e collega Carlo teatrali, la riduzione della figura umana a sagoma dettaglio e` capace di restituire il senso di una Manzoni al quale dobbiamo il ritratto di Guareschi scura che si staglia nel chiarore, propongono stagione. nell'atto di fotografare. costantemente il tema dell'ombra, tema assai caro all'autore, e da questi trattato in tutti gli aspetti.

In periferia edifici asciutti, razionali, sviluppati in altezza. Caseggiati con pareti sagomate geometri- camente. Siamo nella zona Est di Milano, nei pressi della Città degli Studi, ove dagli anni Venti svetta il celebre "Cremlino" alias Istituto Ronzoni. ©Archivio Giovannino Guareschi di Alberto Guareschi, Roncole Verdi (Busseto) per tutte le fotografie le tutte per (Busseto) Verdi Roncole Guareschi, Alberto di Guareschi Giovannino ©Archivio ©Archivio Giovannino Guareschi di Alberto Guareschi, Roncole Verdi (Busseto) per tutte le fotografie le tutte per (Busseto) Verdi Roncole Guareschi, Alberto di Guareschi Giovannino ©Archivio fotografie le tutte per (Busseto) Verdi Roncole Guareschi, Alberto di Guareschi Giovannino ©Archivio fotografie le tutte per (Busseto) Verdi Roncole Guareschi, Alberto di Guareschi Giovannino ©Archivio fotografie le tutte per (Busseto) Verdi Roncole Guareschi, Alberto di Guareschi Giovannino ©Archivio © © © © © © © © © ©

A Parigi Giovannino, preso tra interviste e presenta- zioni, gira per la città e, come di consueto, non rea- lizza inquadrature scontate, vedute cartolinesche. La Tour Eiffel non svetta sul fondo di panorami ma, ` Siamo nel 1952. Giovannino e autore di grande popola- ancora una volta, 'vista da dentro', incornicia 'ri- rità. Il successo della saga cinematografica di tratti ambientati' dei propri familiari, del figlio Don Camillo e Peppone valica la frontiera, complici Albertino e della moglie Ennia. il regista Julien Duvivier e l'interpretazione di Suggestivi i panorami` in cui la Ville Lumiere, pare Fernandel. L'Autore e la famiglia sono a Parigi per la dissolvere arrondissements e celebri monumenti in proiezione della prima al Cinema Berlitz. Della Ville visioni pulviscolari. Ancora una riduzione in piano ` Lumiere scrive: "Parigi e una città facilissima perché dei tanti volumi del reale. ognuno se la figura in un modo diverso dagli altri e E dalla sommità di un piano Giovannino ci guarda...… il meraviglioso e` che, quando poi la vedono, tutti la trovano precisa, spiccicata di come se l'erano figura- ta. Questa sarebbe la descrizione generale della città: per i particolari basta consultare una guida."

47 Tutte le fotografie pubblicate appartengono all’Archivio Guareschi, di Alberto Guareschi di Roncole Verdi (Busseto). L’Archivio è luogo di conservazione della biblioteca e dell’enorme complesso artistico e documentario prodotto dall’Auto- re, nonché centro di raccolta e propulsione di iniziative ed eventi culturali. Per notizie biografiche, calendario di attività e aggiornamenti bibliografici in tempo reale, si rimanda al sito ufficiale dell’Archivio: http://www.giovanninoguareschi.com/

Le fotografie, al pari dei disegni e della biblioteca di Guareschi, sono state catalogate per cura dell’IBC e sono consultabili nel catalogo regionale IMAGO all’indirizzo: https://ibc.regione.emilia-romagna.it/servizi-online/catalogo-del- le-biblioteche/imago/imago-catalogo-regionale-di-opere-grafi- che-e-cartografiche

Ancora molto scarsi gli studi sulla produzione fotografica di Guareschi og- getto del volume, curato da Alberto e Carlotta Guareschi, Un po’ per gioco. Fo- toappunti di Giovannino Guareschi, le sue fotografie dal 1934 al 1952, Milano, Rizzoli, 2000 e di un breve saggio di Alessandro Gallo, Giovannino fotografo, in Le carte di Giovannino. Prime indagini sui materiali dell’Archivio Guare- schi, a cura di Giuseppina Benassati, Bologna, Bononia University Press, 2008, pp. 139-148

49 Finito di stampare nel mese di luglio 2018

Carlo Manzoni, Giovannino Guareschi immortalato mentre sta risalendo la scala antin- cendio all’esterno di un palazzo, Milano, 1940