RICORDI Giulio Einaudi: un ricordo “personale”

Come nacque la seconda edizione della Guida alla formazione di una biblioteca pubblica e privata di Piero Innocenti dei collaboratori di turno movimentato per portare a uando “Biblioteche oggi” Nella “Piccola Biblioteca Einaudi” termine la commissione. Ed è per mi ha chiesto se me la (PBE), varata nel 1960 e arrivata questo che ho finito con l’aderire Q sentivo di tentare un ricor- nel 1999, alla vigilia di una presu- volentieri alla richiesta di Belotti: do personale di Giulio Einaudi, la mibile trasformazione editoriale, al se Einaudi lo ho conosciuto tutto prima reazione fu di perplessità, in titolo n. 654, spicca una di quelle sommato poco, con lo “stile” Eina- quanto pensavo (e penso) di non situazioni che di solito fanno orrore udi, se così si può dire, ho avuto a avere elementi per poter produrre al classificatore: una sua sottosezio- che fare, e molto, per almeno un un ricordo “personale” del grande ne definisce infatti una intera clas- quinquennio, e quindi mi sento editore scomparso quest’anno, ri- se, occupata però (all’origine, e sem- autorizzato a dire due parole su ducendosi i miei contatti con lui a pre, anche dopo) da un solo indivi- come mi è capitato di lavorare per tre soli incontri: due, di lavoro, al duo. Si tratta di Bibliografia. Bi- l’azienda di quell’editore che è termine del decennio Settanta (a blioteconomia, composta da un sempre stato, in tutto l’arco della Roma) e uno, cerimoniale, poco unico titolo: Guida alla formazio- sua lunga esperienza, una sorta di oltre la metà degli anni Ottanta (a ne di una biblioteca pubblica e pri- leggenda vivente. (Per come lo ho Matera). Poi mi sono reso conto vata, che ne occupa il n. 123, in conosciuto io, in occasione di quel che la cornice all’interno della qua- due edizioni: la prima del 1969, la lavoro, naturalmente; ci insisto e le si erano create le prime due oc- seconda del 1981.2 sottolineo: è troppo facile, e lo casioni poteva forse rappresentare Questo titolo, in effetti, smuove in fanno in troppi, vantare passata un qualche interesse per il pubbli- me molte memorie, avendo parte- confidenza con illustri scomparsi co di “Biblioteche oggi”, trattandosi cipato a suo tempo, per la mia che non possono smentire). Da al- di una situazione pertinentemente competenza, alla redazione della tri punti di vista, potrei solo dire bibliografico-bibliotecaria. Non so- seconda edizione; in minima parte, quel che molti della mia genera- lo: del tutto casualmente, l’occasio- come ho detto, esse sono relative zione possono dire: essersi formati ne di lavoro per cui ho conosciuto alla frequentazione personale con forse prima ancora alla lettura di Einaudi ha rappresentato anche il Giulio Einaudi, in massima parte cultura che allo studio attraverso i motivo per cui ho poi conosciuto invece sono relative al clima di in- libri Einaudi, ma anche Laterza ed Massimo Belotti, che mi volle a combente presenza che la sua fi- Editori riuniti, e con questo ho for- raccontare quell’esperienza nel gura comunque riusciva a creare, se disegnato una costellazione di convegno di Novate Milanese del come essenza e traccia permanen- riferimento in qualche modo ideo- 1981, inaugurando così una frequen- te della committenza che la sua logica, e certamente datata, ma alla tazione che presto divenne l’attuale azienda avesse di volta in volta quale ho riconosciuto un grosso amicizia.1 esercitato, all’interno del gruppo debito (il primo Einaudi “tutto

6 Biblioteche oggi - Novembre ’99 mio” che io mi ricordi è le Poesie e posizioni politiche e canzoni di Bertolt Brecht nella tra- alle vicende dell’area duzione Fortini-Leiser). del Pci, compresa la Ripensare a quella esperienza vuol disillusione del 1956. dire riflettere su come lo ha cono- E traduttore del Ca- sciuto un bibliotecario dall’interno pitale, tanto per chiari- della professione, nell’àmbito di in- re che l’adesione era teressi per un mondo tecnico anche di tipo culturale (quello bibliotecario, appunto) che e scientifico, oltre che la casa editrice ha voluto dichiara- politica. Sapeva di stra- re quasi in forma di svolta pro- no che un personaggio grammatica verso un àmbito non così si occupasse di bi- primariamente ideologico, senza blioteca e di pubblica poi mai coltivarli a fondo. lettura.3 La prima edizione della Guida fu Nel 1969 io facevo il una sorta di bomba, nel mondo, bibliotecario da pochi allora assai più ristretto di oggi, giorni e avevo già liti- delle biblioteche civiche e in gene- gato col direttore ge- rale d’interesse pubblico: prima di nerale delle bibliote- tutto perché veniva redatta e pub- che, che era proprio blicata da una casa editrice “di si- quel Salvatore Accar- nistra”, e il mondo bibliotecario non do di una cui lettera era precisamente orientato in quella si fregiava la Guida; direzione; poi perché si parlava di Cantimori lo avevo biblioteche pubbliche entro un ca- conosciuto all’uni- talogo estremamente ideologizzato, versità (mi ero laurea- in anni in cui lo sport principale to l’anno prima), ero delle autorità di controllo prefetti- affascinato dal suo zio (cui soggiacevano allora le de- scrivere, in particolare liberazioni comunali, la trasforma- dai continui rimandi zione delle Regioni con relativi or- fra le sue ricerche sul- gani di controllo non essendo an- l’Umanesimo e quelle cor stata attuata) era tagliare i bi- di Garin, problematica lancî proprio delle civiche bibliote- che forse avevo in qualche modo Giulio Einaudi (nella foto insieme a che pubbliche, a caccia di inquina- introiettato anche perché all’epoca e Bruno Zevi) all’inaugu- menti ideologici: e se ne parlava ero personalmente legato proprio razione della Biblioteca civica di Dogliani, nel 1963 rivendicando presso le autorità am- con una studiosa di Rinascimento; ministrative e politiche una mag- la sua prefazione di In de scha- giore attenzione, anzi, un impegno duwen van morgen di Huizinga mi quale stavo lavorando all’edizione politico interamente nuovo (questi aveva impressionato perché mi italiana di I primi filosofi di George toni, come vedremo, furono fatti colpiva in interessi più marcata- Thomson, la continuazione di un proprî da Einaudi stesso nel 1963). mente politici, ed ero rimasto – co- titolo einaudiano voluto a suo tem- Ma fu una sorta di bomba anche me tutti del mio corso – colpitissi- po da Pavese e Bianchi Bandinelli) nel mondo della cultura accademi- mo dalla sua morte improvvisa, nel a recensire il volume: il che assun- ca, perché il progetto era firmato 1966, e dalla toccante commemo- se forma pubblica nel 1970.4 ed avallato dallo storico Delio Can- razione che ne aveva fatta Ernesto Pensavo che era finita lì, anche timori, uno dei più grandi studiosi Sestan una prima volta a Firenze, perché all’epoca consideravo l’im- della generazione formatasi nei tar- in San Marco (nell’atrio del Retto- pegno bibliografico come stretta- di anni Venti e negli anni Trenta, rato) sulla bara, e poi a Pisa, in mente confinato nella professione, che aveva conosciuto di prima ma- Normale; mi parve non solo inte- non ne avevo fatto un obiettivo no il fascismo e – come pochi in ressante, ma ovvio raccogliere l’in- primario di studio. Italia – la Germania nazista, per vito generoso della rivista “Studi Agli inizî del 1976, fui però contat- approdare in modo “organico” Urbinati” (nella persona di Livio tato a Firenze, dove lavoravo pres- (sempre come si diceva allora) alle Sichirollo, per la mediazione del so la Biblioteca nazionale cen- ➤

Biblioteche oggi - Novembre ’99 7 RICORDI trale, dalla casa editrice (nella per- ma, in pectore, di scienza dello que, oggettivamente, portatrice? sona di Paolo Terni, che lavorava spirito); ma il discorso è, per Sono questi elementi del dibattito nell’ufficio romano di via Gre- l’Italia, più ampio e complesso. sviluppatosi negli anni passati a ri- goriana) che progettava una secon- Non si tratta infatti di tornare a guardo della partecipazione all’isti- da edizione della Guida: Terni Dilthey assumendo come scienza tuzione, nell’àmbito della discus- avendo passato in rassegna le re- dello spirito – appunto – una espe- sione sugli statuti regionali, che mi censioni che il libro aveva avuto, rienza vista precedentemente come paiono applicabili, così come lo fu- era in qualche modo rimasto colpi- tecnica, ma di costruire attraverso rono all’urbanistica (De Carlo e il to dalla mia (mai ho saputo spie- una riflessione sul “filtro” una im- piano regolatore di Urbino), anche garmene il perché), e voleva pro- magine della evoluzione culturale alla politica della lettura pubblica. pormi di collaborare alla seconda e quindi, mediatamente, della evo- Come è stato scritto a proposito di edizione. La decisione di accettare luzione sociale italiana. Cantimori tali questioni: “... la partecipazione la proposta maturò nel giro non ne parla alle pp. 541 ss., quando sollecitata e richiesta da bisogni che brevissimo di sei mesi circa, sulla riflette sul “lettore tipo” di cinquan- non hanno trovato modo di espri- base di una mia lettera-progetto ta anni addietro e il “lettore tipo” di mersi attraverso i canali tradizionali che è quella che segue: oggi. E quando in quel contesto (p. ‘ufficiali’ si genera sempre e si ri- 546) conclude che “stupido sarebbe verbera a partire dai luoghi dove «Ci ho pensato: sta bene, provia- per la stessa ragione, parlare di pro- più forte viene subìto il processo mo. E vediamo su che base. gresso o di miglioramento” come di sfruttamento e di emarginazio- Ho riletto Cantimori. Non c’è dub- pure di decadenza a proposito dei ne”; a proposito anche della rete bio, Per un catalogo va tolto e pre- mutati livelli di preparazione del locale, mette dunque il conto di sentato autonomamente, e con una pubblico stesso, se da un lato pren- sottolineare che dove Cantimori prefazione adeguata (se mi è con- de atto dell’inserirsi delle attività di parla (beato mazzinianismo!) di cesso dare un suggerimento, per il studio in una dimensione di massa “cittadini”, la Costituzione parla di prefatore ti consiglierei di rivolgerti richiesta dalla diversa articolazione lavoratori. Non si tratta dunque di a Renzo Pecchioli, insegna storia della società, dall’altro – forse – stiracchiare il tessuto dell’istituzio- moderna a Firenze [...])5 che ne tocca una volta di più solo per in- ne per allungarla o allargarla fino a colga gli elementi provocatorî ma tuizione giacobina un aspetto del coprire – e sia pure in modo de- anche la impostazione estrema- problema che successivamente si mocratico – una realtà precedente- mente “datata” in cui la provoca- continua a trattare in termini illu- mente non attinta, ma di riuscire zione si colloca ed entro cui, dun- ministico-paternalistici: l’accesso al ad enucleare in qualche modo il que, finisce in ultima analisi per libro, la “tribù” dei bibliotecarî, il dramma della costruzione dello Sta- spegnersi. Che cosa ne sarebbe sta- ruolo sociale del bibliotecario, le to italiano sul lungo periodo prima to, mi è venuto fatto di chiedermi “pagnotte” di pane integrale da la- della rivoluzione passiva e poi del- durante la lettura, di Cantimori da- sciare a disposizione di “qualche la rivoluzione democratica. Da vanti al ‘68 studentesco? Ma, a par- vero uomo” che si aggiri fra il pub- questo punto di vista, le valu- te questo, le ragioni del divorzio blico, etc. La stagione – che pure è tazioni cantimoriane sulla scienza fra Guida e Per un catalogo stanno stata aurea – di quella complessa “soda” e sul farsi i denti sono real- in quello stesso àmbito di riflessio- ricerca di rapporti personali che si mente di un laicismo in parte anti- ni che – mi rendo conto, piuttosto facevan sociali (e viceversa), credo tetico alla fisionomia stessa del confusamente – ti venivo esponen- sia da presupporre per finita. Io, personaggio (che fu, mi pare, in- do a voce nel nostro incontro a Ro- modestamente, suggerirei di rove- tellettuale chierico). ma, e che mi portavano a spostare sciare l’impianto. Le zone del cor- Ben lontano, dunque dall’abolire la l’attenzione dalla bibliografia più o po sociale non toccate dall’“ordi- sezione Periodici, io ne farei in qual- meno aggiornata e ben congegnata ne”, dall’istituzione, dalla cultura, che modo una cerniera; addirittura alla mediazione culturale che la bi- sono patologia dell’ordine stesso, o ipotizzerei la emeroteca, con un bliografia implica e presuppone. son piuttosto la fisiologia di una catalogo comprendente alcuni titoli Lo abbiamo definito, nella nostra realtà esterna, esclusa dalla gestio- della stampa nazionale e aperto chiacchierata, il “filtro”. Io parlavo ne del potere (in tutti i sensi) e quanto a indicazioni locali (di avendo in mente le rivendicazioni quindi costretta a circolazione sot- grande efficacia Cantimori, pp. di Wilamowitz e di Pasquali circa terranea, a reinventare continua- 569-570, dove la garbata polemica l’opportunità di passare alla storia mente sé stessa per impossibilità di contro i due versanti del provincia- della filologia classica come forma coagulo e stratificazione, ad occul- lismo, da un lato il – falso – co- autonoma della storiografia (e for- tare quei valori di cui è comun- smopolitismo, dall’altro il munici-

8 Biblioteche oggi - Novembre ’99 palismo localistico, mi sembra ar- l’Italia nel 1946; la ricostruzione di intorno agli inizî degli anni Cin- gutamente indirizzata contro una una struttura amministrativa (bi- quanta o, se si vuole, all’operazio- certa tradizione di erudizione della blioteche) e di organizzazione del- ne Francoforte nel suo complesso sua stessa Romagna). In Italia, so- la cultura in un àmbito sostanzial- (ma quale Francoforte? il francofor- no statistiche del giugno [1976], si mente nuovo, che rende proble- tese più interessante, Franz Neu- stampano (non si vuol dire si leg- matici i collegamenti col preesi- mann, è ancora da tradurre!),7 for- gono) cinque milioni di copie di stente. Di qui i problemi da un la- se una buona linea di approssima- quotidiani; ciò significa che leggo- to di sprovincializzazione della cul- zione si trova anche lì. In fondo a no il giornale solo i lettori di me- tura italiana postfascista, dall’altro tutto io, con dichiarato settarismo, stiere (che poi son quelli che di della sua neocolonizzazione (il vedo anche qui esiti abbastanza giornali ne leggono al minimo “partito americano” ha avuto anche poco mediatamente politici. due); perché lasciare la sede depu- un suo versante culturale, e la sto- È incompatibile quanto ho in men- tata di questa lettura al circolo (al ria di quest’ultima isola terzaforzi- te con la struttura della Guida? Pen- barbiere?), al caffè, o, sia pure, alla sta è ancora da scrivere) e di un so di no. Proprio per come la ve- casa del popolo o alla sezione di suo parziale infeudamento ai nuovi do su questioni di biblioteconomia partito? (N. B. Nella Toscana rossa miti, in positivo e in negativo, del e bibliografia (che considero, per ci sono biblioteche civiche che trentennio democristiano. l’80% della forma in cui ci vengo- hanno fatto abbonamenti alla Pra- no presentate, pseudo-scienze) il vda: non intendo questo per eme- problema non è di ripensare classi- roteca.) ficazioni (quale mai bibliotecaria o Dopo di che, mi orienterei sulla bibliotecario, in passato o in più ampia informazione politica presente, non si è buttato ad a carattere regionale e naziona- escogitare schemi di classifi- le; ho occasione in questo pe- cazione ritenuti nuovi e ri- riodo di collaborare a un solutivi?) né di polarizzare progetto di rivista mensile le scelte, facendole diven- del Pci in Toscana,6 ed ho tare anche provocatorie, avuto modo di constatare sia all’interno di una suddivi- il proliferare di riviste politi- sione che se non altro ha che di àmbito regionale (alme- il pregio di collegarsi a no per quanto riguarda il Pci), grandi linee ad un modello sia il relativo successo di tiratura di classificazione (e quindi di che esse incontrano; conosco quelle schedatura) generalmente accetta- di Piemonte, Veneto, Toscana, Lazio, to, con gli evidenti vantaggi pratici Campania, Basilicata, Sicilia. Non so che ciò comporta. di altre, ma ve ne saranno certamen- In àmbito europeo, lo svolgimento Veniamo con questo alla parte più te. In àmbito anche nazionale, piove dei cataloghi delle singole sezioni tecnica del discorso. È impossibile sul bagnato se faccio notare che nel- lungo la direttrice della riflessione valutare l’efficienza di una bibliote- la sezione Periodici della Guida sullo sviluppo metodologico delle ca se non si tiene conto della sua mancano i partiti. Io da Rinascita al- singole discipline, dall’europocen- destinazione sociale. Il catalogo di la Discussione a Concretezza (per di- trismo di inizio secolo e fra le due una biblioteca è funzione di ambe- re) devo confessare che ce li farei guerre all’Europa colonia america- due le cose, efficienza e destina- entrare in massa. Perché delegare na (e sovietica) del secondo dopo- zione sociale. Il motore, dunque, l’informazione politica a riassunti di guerra, se ci riuscisse di condurlo del centro di interessi che la biblio- riassunti? organicamente in porto, potrebbe teca rappresenta è dato dalla ne- Quanto alle sezioni non politiche tranquillamente far gridare alla riu- cessità di mettere in relazione i ma tecniche, ferma restando la di- scita. prodotti intellettuali di alcuni uo- mensione – tecnica, appunto – dei Io, devo ripeterti, parlo sopratutto mini con le necessità intellettuali di modi di aggiornamento, il criterio influenzato da filologia classica e altri uomini, distanti dai primi nello sul quale si potrebbe discutere per affini, dove i tempi sono forse più spazio e/o nel tempo. Si ha effi- elaborare un progetto penso po- maturi per una operazione del ge- cienza di questo sistema di correla- trebbe essere questo: la dimensio- nere; per altre cose ho le idee non zioni solo in quanto esso sia so- ne nuova in cui l’allargamento del- altrettanto chiare, ma – ad esempio cialmente economico, in quanto la base sociale dello Stato colloca – se si pensa all’operazione Dewey cioè il tempo necessario a pro- ➤

Biblioteche oggi - Novembre ’99 9 RICORDI curarsi l’informazione desiderata sia bibliotecaria, molto più, però, di di entità minore del tempo necessa- quanto si occupassero di bibliote- rio a fare l’esperienza (le esperienze) che gli editori di allora (e di oggi). in grado di fornire l’informazione Provo a elencare i punti che mi stessa di prima mano. Definendo, avevano colpito allora, e che sono dunque, per comodità di ragiona- qualificanti, credo, ancor oggi: mento, secondo uno schema di – Concepire un catalogo che si Serrai: stacchi dal suo uso di biblioteca – k il fattore relativo all’efficacia (= per diventare uno strumento di “grado di realizzazione delle fina- guida alla lettura ed eventualmente lità inerenti al sistema”), compreso di formazione anche di una biblio- fra i i valori 0 e 1; teca privata. – C il costo del sistema (installazio- – Pensare il libro e la lettura all’in- ne, esercizio e manutenzione, svi- terno di una comunità ben defini- luppo); ta, scavalcando “da un lato i sillo- – N il numero di operazioni richie- gismi dei teorici, dall’altro le me- ste dal sistema; Foto G. Saccani diazioni e le distorsioni del merca- Giulio Einaudi interviene al 39° – T il tempo necessario ad eseguir- Congresso dell’Associazione italiana to” (p. XXV); del resto presentan- le; biblioteche (1993) do Dogliani aveva detto: “L’abbia- si ha questa formula di efficienza: mo voluta [la biblioteca] legata alla E[fficienza] = kN giore ampiezza, e che sceverino vita del paese, inserita spontanea- CT l’informazione utile dalla disutile. mente in essa, familiare agli abitan- Fra gli elementi disutili (a parte le ti. Noi pensiamo infatti che una bi- È evidente che si ha efficienza solo considerazioni già svolte nella re- blioteca modernamente intesa, coi quando la destinazione sociale del- censione)8 vedo: il formato (che suoi libri e le sue attività culturali la biblioteca è ben nota, consen- comunque per il libro moderno le collegate, possa essere uno dei tendo così di assegnare a k il valo- convenzioni indicano in cm e non centri fondamentali della vita asso- re di massima omogeneità. Ma an- in formula), che se utile nella sche- ciata di una comunità media o pic- che N e T possono essere control- da di biblioteca, nella Guida non cola” (p. 663). lati da noi in sede di catalogo, se serve a niente; il prezzo. Fra gl’irri- – “Stanare” il pubblico che non funzionalizziamo la raccolta di nunciabili: l’indicazione di collana, c’è, coniugando servizio dell’edito- schede alla omogeneità prefissa a l’indicazione di prima edizione e/o re e servizio di biblioteca come scopo. Solo C, in ultima analisi, ca- successive ristampe (preziosa per servizio pubblico; si riprendeva de fuori dal nostro dominio. D’al- la storicizzazione dell’indicazione); con questa considerazione uno tra parte, lo strumento-catalogo il titolo originale e l’anno di prima spunto espresso in modo più non è oggetto di queste forze, ma edizione per le opere tradotte, etc. esplicito il giorno della inaugura- anche soggetto. Se accettiamo per Ma sono spunti che potranno esse- zione di Dogliani: gli “straordinari buona la definizione data da re codificati anche d’intesa con Bar- progressi qualitativi compiuti dal- Cantimori della comunale (e io so- beri [...]».9 l’editoria italiana negli ultimi anni no d’accordo: una delle cose da re- [...] sono il risultato del senso di re- cuperare all’articolazione ammini- La lettera presupponeva, anche se sponsabilità che viene agli editori strativa è l’identità specifica), la non se ne parlava, per evitare di dal sentirsi gli intermediari tra il struttura-biblioteca è data dal pub- dare l’immagine di stare officiando mondo della cultura e il pubblico blico, ma in parte lo modifica, pro- il committente, la lettura attenta di [...] Produrre libri, promuovere la prio nel senso prospettato da due documenti pubblici firmati da lettura e lo studio, è un servizio Cantimori: l’adesione rigorosa ad Giulio Einaudi: la Premessa dell’e- pubblico; tanto più oggi, in un un codice teoreticamente definito ditore alla prima edizione e il suo momento di grandi trasformazioni porterà automaticamente, sostan- Intervento, tenuto il 29 settembre economiche e sociali che richiedo- ziata di passione intellettuale e po- 1963 in occasione della inaugura- no un elevamento del livello me- litica, disciplina nell’utente. zione della Biblioteca civica di Do- dio di istruzione in tutto il paese” Dunque: schede che diano il mas- gliani, per la quale il catalogo che (p. 662). Si era a poca distanza di simo della informazione utile a fa- sta originariamente alla base della tempo, lo si ricordi, dall’introduzio- re da cerniera con reticolati di re- Guida era stato redatto.10 Troppo ne in Italia della scuola media del- cupero dell’informazione di mag- poco per parlare di una filosofia l’obbligo.

10 Biblioteche oggi - Novembre ’99 – La biblioteca concepita come un centro di cultura, col quale ci si pro- pone, come era stato detto a Do- gliani, “di offrire un contributo alla soluzione del problema della pub- blica lettura”, insistendo poi: “Ab- biamo voluto che la biblioteca, già nella sua architettura, suggerisse l’idea di un luogo aperto, demo- cratico, di facile e invitante acces- so, di gradevole sosta” (p. 663). – Il funzionamento di una singola biblioteca di comunità concepito come modello di “una fitta rete di piccole biblioteche su tutto il terri- torio nazionale”, riprendendo an- che qui toni già usati in occasione della inaugurazione della Biblio- teca di Dogliani, definita “una ini- Un’immagine della sala di lettura della Biblioteca civica di Dogliani ziativa locale e comunale, ma ca- pace di rispecchiare problemi e parte del mio Il bosco e gli alberi, qualità alle scelte, soprattutto di ca- prospettive di ampiezza nazionale” col titolo Leggere la biblioteca, ne è rattere tecnologico, antropologico, (p. 661), e auspicando che “questo il diario di lavoro, e di nuovo ci so- letterario. Sulla sezione di Antro- nostro esperimento venga discus- no tornato sopra più recentemen- pologia pesava, tra l’altro, uno sfer- so, criticato, perfezionato: solo così te.11 Ne richiamerò dunque soltanto, zante giudizio interno di Italo potrà diventare un prototipo di bi- e non tecnicamente, alcune fasi. Calvino, di cui circolava un docu- blioteca che noi ci auguriamo di Fu deciso di attenersi a una De- mento di lettura che non aveva ri- veder ripetuto nei mille e mille co- wey meno manipolata che nella sparmiato colpi alla prima edizione muni italiani che di biblioteca sono prima edizione, fu sistematicamen- della Guida: si guardava a quella privi” (p. 663). te usata come fonte la “Bibliografia sezione come ad una cartina di tor- Le ultime parole di quella premes- nazionale italiana” di quegli anni, nasole della nuova scelta da farsi. sa sono stracitate, e piace ricordar- così da costruire uno schedario ge- Questa richiesta dell’editore, for- le ancora una volta: “Io penso che nerale della disponibilità bibliogra- mulata con critiche intuitive quan- il catalogo com’è ora sia molto mi- fica in italiano, preselezionato, da to puntuali, determinò da un lato gliorato [...] Nel proporlo come elaborare ulteriormente, sintetiz- un notevole slittamento dei tempi Guida alla formazione di una bi- zando, in una seconda fase. Qui di esecuzione, dall’altro un notevo- blioteca mi auguro che la sua sorte avemmo il primo incontro con l’e- le innalzamento della qualità del sia di essere criticato, discusso, ditore in persona, che fu fermissi- prodotto, che si accompagnava ad smontato e rimontato in cento mo- mo, pur apprezzando il progetto, un drastico ingrossamento della con- di diversi, ma usato. Mi auguro che nel rivendicare una decisa presa di sistenza del numero di schede prese possa servire, in qualche misura, distanza dai canali bibliotecarî. Era in considerazione. Non si dimentichi allo scopo per cui è : diffon- maturata in lui, dopo quindici anni che sullo sfondo dell’attività azien- dere il libro e la lettura, ma in mo- dall’auspicio di Dogliani, una forte, dale stava in quel periodo anche la do serio, in modo critico, nel vivo anzi fortissima diffidenza verso ciò grande avventura dell’Enciclopedia, della corrente storica” (p. XXVI). che sapesse anche vagamente di incominciata nel 1977 e terminata, Il lavoro che era previsto per due ministeriale, e ricordo che usò l’e- in sedici volumi, nel 1984. Serpeg- anni ne durò cinque, e si svolse spressione di “intellettuale colletti- giava in casa editrice l’idea di fare essenzialmente presso la sede ro- vo” – oggi certamente un poco fuo- della Guida anche una sorta di mana della casa editrice, con pun- ri di moda – per definire il ruolo percorso di lettura divulgativo e in tate a Torino e a Dogliani; la sua che egli attribuiva invece al gruppo tono minore rispetto alle scelte del storia, a chi interessa, è stata scritta di collaboratori che, gravitando in- repertorio “alto”. Al termine di da Ida Terni (che non c’è più) ne- torno alla casa editrice come con- questo non brevissimo lavoro, si si- gli atti del già citato convegno di sulenti delle varie collane, avreb- tua il mio secondo incontro con Novate Milanese; l’intera ultima bero potuto dare peso specifico di l’editore, che ebbe carattere ➤

Biblioteche oggi - Novembre ’99 11 RICORDI speculare e apparentemente schi- cale civica biblioteca vidi che la 1970, cui rimando per approfondimenti zofrenico rispetto al primo: ora si seconda edizione della Guida vi sulla figura del grande storico. trattava di tagliare, tagliare, tagliare era stata usata come fonte per co- 4 Si tratta di In margine ad una propo- senza pietà, salvando il buono. Il struire le raccolte; quando, incon- sta bibliografica, “Studi Urbinati”, 44, colloquio fu anche questa volta, trando l’editore nel Palazzo Lan- n. s. B, 1970, p. 368-380, che poi è stata ripubblicata quindici anni dopo a come si dice nel linguaggio della franchi di Matera, per una cerimo- bilancio delle accoglienze alla secon- diplomazia, cordiale ma franco. nia su , glielo raccontai, da edizione della Guida: Il bosco e gli Una disperazione, in apparenza; in mi disse solo, con un certo brillìo alberi. Storie di libri, storie di bibliote- realtà una grande lezione di meto- degli occhi chiarissimi e indimenti- che, storie di idee, vol. 2, Firenze, do, anche bibliografico: considera- cabili: “Hai visto?”. Fu l’ultima volta Giunta regionale toscana - La nuova re l’orizzonte il più vasto e artico- che lo incontrai. Italia, 1984, [ma: 1985], p. 101-115. lato possibile, seguendo i rivoli di 5 Seguono, nella lettera, notizie di ca- pensiero e di posizioni in apparen- rattere esclusivamente personale sul za anche i più secondarî (la do- compianto amico Pecchioli, scompar- so nell’estate 1998. manda posta con curiosità: chi 6 Si tratta di “Politica e società”, sa dove porta questa strada? fondata da Leonardo Paggi e deve essere sempre presen- poi diretta da Giulio Quercini, te in bibliografia e nella ri- che visse fra il 1976 e il cerca in genere, e forse 1982. anche nella vita) per poi 7 Oggi non più: FRANZ NEU- selezionare con occhio MANN, Behemoth. Struttura e sicuro e mano ferma so- pratica del nazionalsociali- lo i grandi percorsi. In smo, intr. di Enzo Collotti, Milano, Feltrinelli, 1977, tr. di due brevi contatti, l’edito- M. Baccianini. re ci (mi) aveva fatto capi- 8 La nota, già citata, in “Studi re il mestiere dell’editore, e Urbinati”. non solo quello. 9 Da una mia lettera alla casa Il resto venne quasi da sé, la stra- editrice del 6 luglio 1976. Francesco da essendo ormai in discesa: l’in- Barberi doveva scrivere una introdu- troduzione generale, le introduzio- zione alla Guida, che poi non prese ni alle singole sezioni, l’apparato Note corpo (prima di lui aveva rinunziato di redazione ultimo. Quando Gui- Angela Vinay). Se ne trovano tracce 1 Gli atti in PROVINCIA DI MILANO - CO- nel suo FRANCESCO BARBERI, Biblioteche da 2 uscì, Vittore Branca la salutò MUNE DI NOVATE MILANESE, Biblioteca in Italia, Firenze, Giunta regionale to- sul “Corriere della sera”, in prima quale modello. 19-21 novembre 1981, scana – La nuova Italia, 1981 (Archivi pagina, così: a cura di Massimo Belotti e Gianni e biblioteche. 3). Raccoglie complessi- Stefanini, Milano, Mazzotta, 1982. vamente 52 lavori, il testo che interes- Una svolta fra cultura e politica, il 2 Rispettivamente: 1. Guida alla for- sa è La guida Einaudi (inedito, ascrit- cambiamento, se non ribaltamento, av- mazione di una biblioteca pubblica e to al 1971), p. 149-155. È nelle mie venuto fra il ‘68 e l’80 nella nostra cul- privata. Catalogo sistematico e disco- mani la stesura della minuta dell’origi- tura, nella stessa cultura cosiddetta grafia, p. XXVII, 681, con un com- nale del progetto. progressista, è ormai chiaro e noto. Di mento di Delio Cantimori (col titolo 10 Si leggono rispettivamente alle p. tale mutamento un ritratto sorprenden- Per un catalogo, p. 531-658), una let- XXV-XXVII e 661-664 di Guida 1. te e convincente è offerto da quella tera di Salvatore Accardo e la docu- 11 PIERO INNOCENTI, Un itinerario ragio- che in apparenza è la più sterilizzata mentazione sull’esperienza della Bi- nato per il leggere negli anni Ottanta. delle scienze, la bibliografia.12 blioteca civica “” di Guida alla formazione di una biblio- Dogliani, inaugurata nel 1963; 2. teca pubblica e privata, in Biblioteca La distanza dall’edizione del 1969 Guida alla formazione di una biblio- quale modello cit., pp. 56-59, oggi col era stata presa, salvandone lo spiri- teca pubblica e privata, a cura di Ida titolo In margine ad una proposta bi- to, ma calandolo entro il nuovo e Paolo Terni, e di chi scrive, p. bliografica, dodici anni dopo, in Il bo- clima in cui il prodotto doveva cir- XXXIX, 655. sco e gli alberi cit., vol. 2, p. 117-126; 3 L’anno successivo usciva la biografia Metodi e tecniche nella ricerca biblio- colare. cantimoriana GIOVANNI MICCOLI, Delio grafica, Manziana, Vecchiarelli, 1999, Nel 1987, mi trovai ad Accettura, Cantimori. La ricerca di una nuova p. 187-189. in Basilicata (dove la professione critica storiografica. In appendice, 12 VITTORE BRANCA, Come cambia la bi- mi aveva nel frattempo condotto), l’elenco dei corsi e dei seminari, e la bi- blioteca “ideale” dell’italiano, “Corriere per la festa del Maggio, e nella lo- bliografia degli scritti, Torino, Einaudi, della sera”, 25 settembre 1981, p. 1-2.

12 Biblioteche oggi - Novembre ’99