San Biagio della Cima Percorso Per Immagini di Francesco Paganelli

Il percorso parte dal passo dell’Annunziata dove si trova una piccola chiesa il cui campanile veniva eretto nel 1818. Il 21.03.1819 il marchese Doria di offriva la campana perché venisse suonata ogni volta si fosse svolta una funzione religiosa, col patto che se la cappella fosse stata abbandonata avrebbe avuto il diritto di riprendersi la campana.

Continuando il tragitto incontriamo sul sentiero per Santa Croce i ricoveri per animali e pastori, tali ricoveri in dialetto sono detti “cortì”.

Salendo ancora si incontrano lungo il sentiero dei grossi massi: la leggenda narra che un angelo lottasse con il diavolo che si trovava sull’altro versante della collina. L’angelo riuscì alla fine ad avere la meglio sul demonio che rimase schiacciato sotto il masso più grosso detto appunto in dialetto “ pria du diavu”. Sopra il masso si può ancora vedere i resti di una edicola votiva dedicata alla Madonna.

Pria du diavu

Se si sale in cima al masso fotografato nella pagina precedente, possiamo vedere i castellari del versante est di :

e del versante ovest di : Cima Fontana, Ciaxe

Arrivati in prossimità della doppia cinta muraria di cui parla il professor Durante nel suo libro, una sorta di piramide a gradoni di forma tondeggiante,

possiamo vedere la Cima Santa Croce e al di sotto la zona che doveva essere abitata in un passato molto remoto; tale zona è stata interessata da un grande movimento franoso di non si sa quale natura, si tramanda la voce che la terra addirittura ribollisse. Dopo tale evento la terra assunse un colore biancastro tale da far prendere alla zona anche il nome di “terre gianche” , l’altro nome è quello più famoso di Cian de cui, derivato, pare da Villa Colle di Coy, forse la nona villa data per distrutta dalla guerra tra guelfi e ghibellini. ( Citazione Durante )

Questi ruderi sono situati sopra altri di origine sconosciuta ma molto antichi e all’interno dell’abitazione è situata una grotta piena d’acqua. Nei dintorni vi è anche un’altra grotta con un canale per il trasporto dell’acqua che scende verso l’attuale Alta, tale canale è realizzato tutto in lastricato di ciottoli tipico del periodo romano.

la zona vista nell’insieme.

Sempre dalla piramide a gradoni, che penso possa essere un , si ha una vista dei luoghi sottostanti la cima molto suggestiva, si nota sulla destra una serie di fasce che formano un anfiteatro pressoché perfetto.

Arrivati a Cima Santa Croce lo spettacolo è veramente impagabile e si può comprendere come anche in passato questo luogo non possa essere passato inosservato.

notare la fioritura dei cisti sulle cui radici crescono quelle piante parassite che in dialetto chiamiamo “smusseghe” , il cui nome scientifico è Hypocistis.

Infine ecco la cappella di Santa Croce fatta costruire da Padre Vitaliano Maccario, ormai mantenuta in maniera veramente indecorosa. Ogni anno il primo di maggio è ancora in uso, come voleva padre Vitaliano, andare alla cima a celebrare una messa, a fare una bella scampagnata, portando i ragazzi più giovani a conoscere i luoghi, a vedere “la pila du crovu”, la pietra con l’incavo pieno di acqua piovana che serve da abbeveratoio per i corvi, i rifugi costruiti durante la seconda guerra mondiale e a raccogliere le “smusseghe”.

Pila du crovu

ingresso rifugio versante ovest

ingresso rifugio sotto Santa Croce

rifugio incompleto sotto Santa Croce

fiori che si possono trovare in primavera nei pressi di Santa Croce

anche la rara e protetta orchidea ophrys

megaliti nei pressi della cappella di Santa Croce