Dizionario Geografico, Fisico e Storico della Toscana (E. Repetti) http://193.205.4.99/repetti/
Rocca S. Casciano, S. Casciano in Pennino, in Appennino - Via Regia Forlivese
ID: 3645 N. scheda: 45110 Volume: 4; 5; 6S Pagina: 790 - 794; 726; 217 ______Riferimenti: Toponimo IGM: Rocca S. Casciano Comune: ROCCA SAN CASCIANO Provincia: FC Quadrante IGM: 099-2 Coordinate (long., lat.) Gauss Boaga: 1727717, 4882288 WGS 1984: 11.8439, 44.05994 ______UTM (32N): 727780, 4882463 Denominazione: Rocca S. Casciano, S. Casciano in Pennino, in Appennino - Via Regia Forlivese Popolo: S. Maria a Rocca S. Casciano Piviere: S. Maria a Rocca S. Casciano Comunità: Rocca S. Casciano Giurisdizione: Rocca S. Casciano Diocesi: Bertinoro Compartimento: Firenze Stato: Granducato di Toscana (Romagna Granducale) ______
ROCCA, e ROCCHETTA. - Non vi è quasi castello in Toscana che non rammenti la sua rocca o rocchetta, cassero o girone ; ma più limitato è il novero di quelli che hanno dato il vocabolo a qualche paese, popolazione o contrada.
ROCCA S. CASCIANO, già S. Casciano in Pennino o Appennino , nella Valle del Montone in Romagna. - Terra illustre, Capoluogo di Comunità e di Giurisdizione, con Tribunale di prima istanza, pieve arcipretura (Santa Maria, già S. Cassiano) nella Diocesi di Bertinoro, Compartimento di Firenze. Risiede in valle alla confluenza del torrente Ridazzo che scende nel Montone alla sua destra e del fosso S. Antonio che vi scola dal lato opposto. È attraversata dalla nuova strada regia Forlivese, a 360 braccia sopra il livello del mare, fra il grado 29° 30' 2” di longitudine ed il 44° 4' di latitudine, circa 11 miglia toscane a scirocco di Modigliana, 15 a levante di Marradi , 10 a grecale di Terra dei Sole, 15 miglia toscane pure a grecale di Forlì, 7 a maestro di Galeata, e intorno a 18 miglia nella stessa direzione da Baglio in Romagna.
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Piuttosto che perdermi in vaghe congetture per assegnare alla Rocca S. Casciano un'origine remotissima, come fora quella di chi vorrebbe farne una immaginaria città etrusca, o gallica, col nome di Sassatica o Sassantina . ( Vedere ABAZIA DI GALEATA e SASSETO); debbo qui limitarmi a dire che questa Terra, già borgo di cui conserva tuttora la figura, ebbe nome e principio dal titolare della sua chiesa plebana ( S. Cassiano in Appennino ), la quale sino dal 1084 fu data in padronato al Monastero di S. Benedetto in Alpe da due coniugi, Alberto e Ligarda, per atto pubblico del 25 novembre scritto juxta basilicam S. Cassiani, quae vocatur in Apennino una cum suis justis et certis in terra finibus . - (ARCH. DEL CAPITOLO DI S. LORENZO A FIRENZE, e ANNAL. CAMALD. T. III. Append .) La stessa donazione fa confermata dal Pontefice Calisto II mediante bolla del 12 aprile 1124 diretta a don Teodorico abate del Monastero di S. Benedetto nell' Alpe di Biforco . Chi fossero poi i due coniugi che donarono nel 1084 il padronato della pieve di S. Cassiano nell'Appennino non mi è riescito di decifrare, siccome ignoro la famiglia degli eredi di quel conte Alberto, o Alberico, contro i quali nel giorno 25 Maggio del 1232 fu pronunziato giudizio tale che favorì il Monastero di S. Benedetto in Alpe, e ciò per il caso che un figlio di Ruggiero da Presenzano si era fatto eleggere arbitrariamente in arciprete della pieve di S. Casciano in Apennino . - ( ivi ). Da quel documento pertanto si scuopre che la chiesa plebana della Rocca S. Casciano sino dal secolo XIII era decorata dei titolo di parrocchia arcipretura. Il suo Locale situato in un angolo della Terra fu ridotto per poco tempo a campo santo, mentre la rocca, della quale restano in piedi due torri con i loro bastioni, trovasi poco lungi di là sopra un risalto di poggio nella ripa sinistra del fiume Montone. Comunque sia la cosa, noti è improbabile che i più antichi padroni della pieve di S. Cassiano in Pennino fossero stati gli autori dei signori da Calboli, i quali di buon ora ebbero dominio nella Rocca S. Casciano, come anco ne'castelletti del suo distretto. Quali e quante fossero nel secolo XIV coteste ville o castelli, lo dichiara l'istrumento del 4 aprile 1381, col quale il conte Francesco di Paoluccio da Calboli fu ricevuto per dieci anni in accomandigia dalla Repubblica Fiorentina con tutte le fortezze, ville e territorj di sua giurisdizione in Romagna, cioè, la Rocca S. Casciano, la villa di Lacuna, Monte Cerro, Monte Bello, Orsavola, S. Donnino (in Soglio), Particeto , Munsignano, Monte Maggiore, S. Casciano in Pennino, Pietra d'Appio, Calboli, Salto e Fiumana sul Rabbi , luoghi in gran parte compresi nella Comunità della Rocca S. Casciano e tutti nella Diocesi di Bertinoro. Dei quali luoghi tutti l'anno dopo il conte Francesco da Calboli, in vigore dell'ultimo testamento (7 agosto 1382) instituì suo erede universale la Repubblica Fiorentina, alla quale consecutivamente gli abitanti de'comuni predetti giurarono obbedienza, fra i quali quelli della Rocca che ottennero per capitolazione alcuni privilegj, stati loro per lungo tempo prorogati in vista della fedeltà da essi mostrata verso quella repubblica. Per tal mezzo può dirsi che il territorio della Rocca S. Casciano fosse tra i primi paesi della Romagna a passare sotto il governo della Repubblica Fiorentina, la quale avendo acquistato così un dominio più diretto sopra cotesta contrada, non omise mezzi onde felicitare quei popoli con l'efficace ajuto del commercio sostenuto da una prudente legislazione atta a stabilirvi una norma di vivere civile ed economico. Per effetto di chè la Signoria deputò al governo della Rocca S. Casciano un potestà ed un castellano nel tempo stesso che mediante un trattato di commercio nel 1390 procurava agli abitanti della Rocca una libera comunicazione e franchigia di merci con i paesi dominati dai figli di Guido da Polenta signori di Ravenna, da Astorgio Manfredi signor di Faenza e ( ERRATA : dai Malatesta) dagli Ordelaffi signori di
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Forlì. E perché sopra uno de'luoghi da Francesco da Calboli lasciati alla Repubblica ci pretendeva ragione un ultimo fiato de'nobili di Monte Cerro, anche costui venne a Firenze a farne la renunzia alla Signoria. Rispetto ai diritti dei conti Guidi, a quelli degli Ubaldini di Apeggio e di altri signorotti di Bertinoro sopra i paesi alla Rocca limitrofi, furono essi acquistati dal Comune di Firenze per i consueti mezzi di accomandigia perpetua, mezzi che vennero poco a poco a consolidarsi con il dominio su coteste parti della Romagna, sia mediante compre, ovvero per atti di permute ecc. Le ragioni poi ( ERRATA : dei signori Malatesta) de'signori Ordelaffi di Forlì, e Manfredi di Faenza si risolverono in favore della repubblica fiorentina talvolta per ribellione dei loro sudditi, tale altra per la soccombenza dei padroni, o vogliasi dire per diritto di guerra. Di chè somministrano altrettante prove gli Articoli DOVADOLA, GALEATA, PORTICO, PREMILCORE, TREDOZIO ecc., ai quali per minorare la noja si rinvia il lettore. Dondechè dal 1382 in poi il governo di Firenze inviò alla Rocca un castellano ed un giusdicente, siccome risulta dalle provvisioni della Signoria e dagli statuti fiorentini compilati nel 1415. Nei quali alla rubrica 57 del Libro V trattato IV, si ordina che il potestà de'Comuni di Salto, Monte Cerro, Calboli, S. Casciano in Pennino, Scannelli, Bufolano, Ferracciano, Orsavola, Monte Maggiore, Munsignano, Particeto, S. Donnino, la Rocca S. Casciano, Laguna, Monte Bello e Villa de'Rocchi, debba tenere la sua residenza continua nella Rocca S. Casciano con due notaci ecc. Gli stessi ordini furono dati per il capitano della Rocca e loro respettiva provvisione. Ma i paesi della Romagna fiorentina nel 142:, vennero orribilmente tartassati dall'oste milanese, allorchè i nemici della Repubblica dopo la giornata ali Zagonara, s'innoltrarono nella Valle del Montone dove riesci loro d'impadronirsi della Rocca S. Casciano. La qual cosa non essendo succeduta senza tristizia di coloro che n'aveano la cura, la Repubblica Fiorentina ne diede bando della testa a Piero Gianni, che v'era allora podestà, e condannò come ribelle Niccolò di Dello che v'era castellano. - (AMMIR. Stor. Fior. Lib. XIX.) Da quel tempo in poi le storie civili non rammentano vicende di rimarco rispetto a cotesto paese, che si tenne costantemente fedele al governo di Firenze. La vecchia pieve della Rocca fu disfatta nel 1784 quando già era in costruzione la nuova che innalzavasi dai fondamenti nel 1776 per le cure dei pievano Antonio Tassinari nel luogo dov'era situato l'oratorio di S. Maria delle Lacrime; ma per la morte di quell'arciprete la fabbrica essendo rimasta sospesa, il Granduca Leopoldo I nel suo passaggio dalla Rocca ordinò che il sacro edifizio fosse terminato a spese della Corona; il che venne in breve tempo tra il 1782 e il 1784 eseguito sotto la direzione di Carlo Setticelli di Firenze, cioè due anni dopo che con rescritto sovrano fu approvata la demolizione della vecchia chiesa plebana previa la traslocazione della medesima e delle sue onorificenze nella nuova. Questa, che è ad una sola navata, fu aperta nel 19 novembre del 1784, e consacrata nel 3 maggio 1787 da Francesco Maria Colombani vescovo di Bertinoro. Fra gli oggetti di belle arti vi è da contemplare in detta pieve un quadro rappresentante la deposizione dalla Croce di Giovanni Stradano, e nell'oratorio della Compagnia del Suffragio posto nella piazza è da vedersi una dipintura del Rosselli. Un convento de'Francescani Riformati fu eretto nella Rocca sulla fine del secolo XVII per le premure di Mons. Vincenzo Cavalli, vescovo di Bertinoro, che ebbe pure il lodevole progetto d'introdurre fra quei claustrali un lettore in scienze onde istruire gratis i giovinetti esciti dalle scuole di belle lettere; progetto che fu ben accolto non solo dalla Comunità della Rocca S. Casciano, ma da quelle limitrofe di Dovadola, di Portico e di Premilcore, le quali si
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accordarono a tal effetto di fornire a titolo di elemosina scudi 35 per anno a quel convento. I frati sussistono tuttora; vi manca però il lettore. Esisteva nella Terra stessa anche un monastero di donne sotto la regola di S. Domenico, con chiesa intitolala a S. Maria degli Angeli, che serviva eziandio di educatorio alle fanciulle il qual asceterio venne soppresso l'anno 1809 dal transitorio governo francese. La Rocca conta fra gli uomini distinti un celebre giureconsulto in Guid'Angelo Poggi nativo di questa Terra.