RAFFAELLO, , 1483 - Roma, 1520, in occasione del 500mo anniversario della sua morte.

Apprendistato (1482 – 1498) Raffaello Sanzio nacque a Urbino nel 1483. La data precisa non è nota. Il padre era un discreto pittore titolare di una bottega ben avviata. È molto probabile Raffaello abbia appreso le prime tecniche di base nella bottega del padre quando era ancora giovanissimo. Raffaello raggiunse precocemente la maturità artistica e ereditò la bottega dopo la morte del padre. Questo spiegherebbe anche come sia stato in grado di eseguire la sua prima opera ad appena quindici anni, l’affresco della di Casa Santi , del 1498 su una delle mura della casa di famiglia. A cavallo tra il 1400 e il 1500 risalgono le prime notizie di Raffaello presso la bottega del Perugino. Come vi sia arrivato non è noto. Probabilmente il padre, quando era ancora in vita, gli permetteva di intervallare l’attività nella bottega di famiglia con delle visite a quella del Perugino. Tra il 1400 e il 1500 risalgono le prime notizie di Raffaello presso la bottega del Perugino.

Prime opere (1499-1502) Raffaello si trasferì a Città di Castello nel 1499 dove ottenne l’incarico per il suo primo lavoro da artista professionista. I fedeli della Chiesa della Trinità, alla quale volevano rendere grazia per la fine di una pestilenza, gli commissionarono lo Stendardo della Santissima Trinità . Il successo ottenuto dallo stendardo permisero al giovane Raffaello di ottenere nuove commissioni. Nello stesso periodo produsse anche le sue prime Madonne con Bambino, tra le quali emergono la Madonna Solly , la Madonna col Bambino tra i santi Girolamo e Francesco , e la Madonna Diotallevi , tutte conservate in musei di Berlino. Il tema della Madonna con Bambino divenne uno dei più tipici di Raffaello, il quale riuscì a conferire al rapporto tra i due personaggi sacri dolcezza e intensità ineguagliabili.

Evoluzione dello stile (1503-1504) Intorno al 1503 Raffaello intraprese una serie di viaggi verso le città dell’Italia centrale, nelle quali l’arte rinascimentale aveva i suoi principali esponenti. Visitò Urbino, Roma, Siena e Firenze. A Roma, Raffaello vide le opere antiche dell’età classica, dalle quali rimase affascinato . Si recò a Siena su invito del Pinturicchio, pittore molto noto e più anziano di Raffaello. Pinturicchio lo chiamò per farsi aiutare negli affreschi della Libreria Piccolomini , forse sperando, attraverso Raffaello di rinnovare il suo stile, ormai in declino. Una delle opere del Pinturicchio sulle quali Raffaello prestò la sua opera, fu la Partenza di Enea Silvio Piccolomini per Basilea, oggi conservato presso il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe di Firenze. Mentre era a Siena da Pinturicchio, Raffaello seppe da altri artisti che a Firenze erano in mostra dei disegni eccezionali di Leonardo e Michelangelo, realizzati con uno stile mai visto prima, come il cartone di Sant’Anna di Leonardo, (andato perduto) e, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, Michelangelo e Leonardo avevano realizzato i disegni della Battaglia di Anghiari e della Battaglia di Cascina. I disegni restarono esposti per alcuni giorni, richiamando un grande afflusso di artisti e curiosi. Anche Raffaello andò a Firenze ad ammirare le opere dei due geni del Rinascimento. Tutte queste esperienze fatte da Raffaello nei suoi viaggi provocarono il distacco tra il suo stile e quello del suo maestro, . L’opera che segna la svolta dello stile di Raffaello è lo Sposalizio della Vergine , commissionata nel 1504 dalla famiglia Albizzini per la chiesa di San Francesco a Città di Castello, oggi conservata presso la Pinacoteca di Brera a Milano. Sebbene l’opera si ispiri ad una dello stesso soggetto dipinta da Perugino il dipinto di Raffaello mostra una decisa evoluzione rispetto allo stile quattrocentesco del suo maestro. II tempio dipinto sullo sfondo da Raffaello è posto molto più lontano dalle figure centrali ed è il fulcro dello spazio del dipinto. In questo modo Raffaello ha dimostrato un uso più della prospettiva più avanzato di quello del Perugino. Anche le figure dipinte sono più naturali e disposte su piani diversi di profondità. Nel 1504 Raffaello dipinse anche il Ritratto di Giovane con la mela , raffigurante Francesco Maria della Rovere, oggi conservato agli di Firenze.

Trasferimento a Firenze (1504-1506) Raffaello si fermò a Firenze per quattro anni. La permanenza a Firenze fu di fondamentale importanza per la formazione artistica di Raffaello. Oltre a stringere rapporti con molti artisti, poté vedere le opere di Leonardo e Michelangelo e studiare da vicino le opere dei maestri del primo Rinascimento, come Masaccio e Donatello. Da Leonardo assimilò le tecniche e i principi compositivi utili alla creazione di gruppi di figure ben posizionati nello spazio. Da Michelangelo apprese la ricchezza dei colori e le tecniche per conferire plasticità alle forme, dinamicità e movimento alle figure. Al primissimo periodo a Firenze viene datato il dittico formato dal Sogno del cavaliere e dalle Tre Grazie, conservati rispettivamente a Londra e a Chantilly, in Francia. Sempre dello stesso periodo sono la Madonna Conestabile , oggi all’Ermitage di San Pietroburgo, la , oggi a , e la Piccola Madonna Cowper, conservata a Washington.Tuttavia era ancora l’Umbria la principale fonte di commissioni per Raffaello. Nel 1504 da Perugia ebbe l’incarico di dipingere la Pala Ansidei, in cui raffigurò la Madonna col Bambino e i santi Giovanni Battista e Nicola per la chiesa di San Fiorenzo, (oggi l’originale si trova a Londra), e nel 1505, realizzò l’affresco con la Trinità e Santi nella chiesa di San Severo. La fama di Raffaello andava sempre più crescendo e, tra il 1505 e il 1506, venne ricevuto alla corte del Duca d’Urbino per realizzare alcuni dipinti, tra i quali il Ritratto di Guidobaldo da Montefeltro e il Ritratto di Elisabetta Gonzaga , sua moglie. Sempre per il Duca dipinse la Madonna D’Orleans , conservata nel Museo Condé di Chantilly , il Cristo Benedicente, (Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia), e il dittico San Michele e il Drago e San Giorgio e il Drago , conservato al Louvre di Parigi. Del primissimo periodo fiorentino è anche l'Autoritratto conservato agli Uffizi di Firenze.

Il Trasferimento a Roma (1508-1511) La fama che Raffaello si era guadagnato in Toscana e Umbria, gli permise di essere chiamato a Roma alla corte di Papa Giulio II. Subito dopo la sua elezione Giulio II aveva avviato un'opera di rinnovamento urbanistico e artistico del Vaticano e dell’intera città, per cui aveva riunito un gruppo di artisti di tutta Italia. Raffaello giunse a Roma verso la fine del 1508 e fu inserito un una squadra di artisti che aveva il compito di decorare le stanze dei nuovi appartamenti papali in Vaticano. Le prove che Raffaello fece nel 1509 sulla volta della stanza della Stanza della Segnatura , colpirono così tanto il Papa che lo indussero ad affidargli la decorazione dell’intero appartamento, autorizzandolo anche a rimuovere i capolavori quattrocenteschi preesistenti. Gli affreschi della Stanza della Segnatura furono dei capolavori considerati dei “classici” dell'arte del secondo Rinascimento. Nel 1511 Raffaello affrescò la sala delle Udienze, poi chiamata Stanza di Eliodoro. Nel primo affresco, la Cacciata di Eliodoro dal Tempio, si nota un ulteriore sviluppo stilistico, differente da quello della Stanza della Segnatura . Raffello utilizzò inediti toni drammatici, azioni e movimenti concitati, con torsioni delle figure d’ispirazione michelangiolesca che anticiparono il Manierismo.

Nuove commissioni a Roma (1511-1514) Gli affreschi nelle stanze papali accrebbero enormemente la fama di Raffaello, procurandogli nuove importanti commissioni. Nel 1511 affrescò il Profeta Isaia nella Basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio. Agostino Chigi, ricchissimo banchiere di origine senese, lo chiamò per decorare . Raffaello, nel 1511, vi eseguì il Trionfo di e nel 1518 l’affresco della Loggia di Amore e Psiche . (Durante i lavori, Raffaello aveva ottenuto il permesso di ospitare nella villa una ragazza, della quale si era innamorato e che avrebbe ritratto nel celebre dipinto ). Nel 1514, sempre per la famiglia Chigi, Raffaello dipinse l’affresco delle Sibille e Angeli in Santa Maria della Pace e progettò la Cappella Chigi in Santa Maria del Popolo. Nel 1510 dipinse il Ritratto di Cardinale , conservato al museo del Prado di Madrid, un dipinto ispirato alla

Gioconda di Leonardo per postura e posizione del soggetto. Le innovazioni stilistiche di Raffaello si accentuarono nel ritratto di Giulio II, realizzato in due copie nel 1511 e nel 1512, oggi conservate agli Uffizi e al National Gallery di Londra. L’atteggiamento malinconico e pensieroso del papa, che testimonia le preoccupazioni per la delicata situazione politica del momento, caratterizza psicologicamente il dipinto creando una assoluta novità per la ritrattistica ufficiale dell’epoca.

Le Pale d'altare. Nella Pala della Madonna di Foligno , del 1511, conservata nella Pinacoteca Vaticana, Raffaello supera la tradizionale iconografia accentuando atteggiamenti e sguardi de lle figure ritratte. Nella Madonna Sistina del 1513, conservata a Dresda, Raffaello compie un ulteriore passo in avanti nella sua capacità di “inventare“ raffigurazioni originali. Rappesenta Maria scalza e senza aureola che avanza verso lo spettatore circondata da un’aurea luminosa. Ma il punto più alto delle pale d’altare di Raffaello è l’ Estasi di santa Cecilia , del 1514, conservata alla Pinacoteca Nazionale di Bologna. La santa, presa dall’estasi divina, rinuncia alla passione terrena, rappresentata da vecchi strumenti musicali posti ai suoi piedi, per seguire la musica celestiale del coro degli angeli. Intanto ance nel tema della Madonna col Bambino Raffaello aveva raggiunto un livello assoluto di perfezione formale e di capacità di rappresentare i sentimenti materni in modo naturale. Ne sono un esempio la Madonna D’Alba , dipinta tra il 1511 e il 1514 e c la , oggi alla Galleria Palatina di Firenze.

Il confronto con Michelangelo (1514-1515) Nel marzo del 1513 fu eletto papa Leone X. Nello stesso periodo Michelangelo era a Roma e aveva da poco ultimato le pitture della Volta della Cappella Sistina. La presenza di Michelangelo e la vista degli affreschi della Sistina, influenzarono moltissimo l’arte di Raffaello al punto da mutarne lo stile. Nelle opere successive la plasticità delle figure che dipinse si ispiravano allo stile di Michelangelo, anche se interpretato con la grazia e l’armonia tipiche di Raffaello. Michelnagelo e Raffaello si confrontarono anche in architettura. Nel 1515 parteciparono alla gara per il rifacimento della facciata di San Lorenzo a Firenze. La gara fu vinta da Michelangelo con un innovativo progetto che però non fu realizzato. Il confronto con Michelangelo proseguì nel 1516, quando il cardinale Giulio de’ Medici commissionò a Raffaello e a Sebastiano del Piombo, pittore amico di Michelangelo, due pale d’altare per la cattedrale di Narbonne. Michelangelo, spinto dalla rivalità con Raffaello, aiutò Sebastiano del Piombo nel disegno del cartone preparatorio all’affresco. I due amici tentarono anche di ritardare la consegna dei lavori per vedere prima la pala realizzata da Raffaello. Raffaello rappresentò la Trasfigurazione in un modo completamente innovativo, ma non fece in tempo a completare l’opera e il dipinto, oggi conservato nella Pinacoteca Vaticana, fu completato da dopo la morte di Raffaello.

Dal 1515 al 1518 Raffaello progredì ulteriormente l’evoluzione della ritrattistica. Tra il 1514 e il 1515 dipinse il Ritratto di Baldassarre Castiglione , oggi al Louvre di Parigi. L'opera rappresenta alla perfezione l'estetica della cortigianeria che lo stesso Castiglione aveva espresso nel Trattato del Cortigiano da lui scritto. Nello stesso periodo dipinse due copie del Ritratto di Fedra Inghirami , una conservata alla Galleria Palatina di Firenze e l’altra a Boston. Grazie alla perfezione formale dell’opera, Raffaello riuscì a rendere elegante lo strabismo dal quale era affetto il grande umanista. Nel 1516 dipinse (Oggi alla Galleria Palatina di Firenze), ritratto in cui riuscì a fondere perfettamente il suo classicismo con il realismo e l'espressività del soggetto rappresentato. Dello stesso anno sono anche il doppio Ritratto di Andrea Navagero e Agostino Beazzano , (oggi alla Galleria Doria Pamphilj di Roma) e il Ritratto del Cardinal Bibbiena (Oggi alla Galleria Palatina di Firenze ). Contemporaneamente agli affreschi, ai ritratti e ai lavori per le pale d’altare, Raffaello si dedicò anche al cantiere di San Pietro, del quale era stato nominato responsabile dopo la morte di Bramante. Per far fronte al grande numero di commissioni, Raffaello organizzò un’importante bottega, utilizzando non solo gli aiutanti ma anche artisti già affermati. Con il passare del tempo e l’aumentare degli incarichi, Raffaello affidò sempre più ai suoi collaboratori la fase di realizzazione delle pitture, tenendo per se la progettazione e la preparazione dei disegni sui cartoni.

Gli ultimi anni di vita (1518-1520) Tra il 1518 e il 1519 realizzò il Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi, conservato agli Uffizi di Firenze. E La Fornarina, conservata alla Galleria Nazionale d’Arte Antica di Roma, nel quale Raffaello dipinse la sua amante Margherita Luti. Sempre nel 1518 realizzò la Visione di Ezechiele, conservata alla Galleria Palatina di Firenze, la Sacra Famiglia di Francesco I , e l’Autoritratto con un Amico , opere custodite al Louvre di Parigi. Raffaello morì il 6 aprile del 1520, aveva appena trentasette anni. La sua scomparsa generò grande cordoglio presso tutti gli ambienti culturali dell’epoca. Su richiesta dello stesso Raffaello, la tomba fu collocata nel Pantheon a Roma.

Il carattere di Raffaello Vasari ricorda Raffaello come “dalla natura dotato di tutta quella modestia e bontà che suole alcuna volta vedersi in coloro che più degl’altri hanno a una certa umanità di natura gentile aggiunto un ornamento bellissimo d’una graziata affabilità“ Raffaello è ricordato da tutti i biografi come bello, ricco e genio fin da bambino. Viene descritto come dotato di grazia, gentile e affabile, adorato da uomini e donne, benvoluto dai ricchi signori, dagli alti prelati e dalla semplice gente del popolo. Era, insomma, perfetto sotto tutti i punti di vista, tanto da essere considerato divino per l’aspetto, per l’insuperabile arte e per la nobiltà e gentilezza d’animo che lo hanno contraddistinto. Accanto all’immagine idealizzata del divino Raffaello, però, sono emerse descrizioni più umane e più vicine all’uomo comune. Oltre ad amare la bellezza idealizzata e divina sembra che Raffaello amasse anche quella terrena e carnale delle donne. Vi sono alcuni racconti che lo ritraggono impegnato in una vita amorosa molto intensa. Lo stesso Vasari racconta come la morte di Raffaello fosse sopraggiunta dopo due settimane di malattia, caratterizzata da una forte febbre, che sembra essere stata causata da una notte di eccessivo piacere.

L’influenza dello stile di Raffaello Raffaello è stato un pittore che, più di altri, ha generato forte influenza nella storia dell’arte occidentale. Lo stile di Raffaello, contaminato dai temi michelangioleschi e dalle tecniche di Leonardo e ulteriormente arricchito dall’influenza dell’arte antica di Roma, generò il Manierismo. Molti dei suoi allievi e collaboratori ebbero importanti carriere artistiche e diffusero nelle corti europee il suo stile. Perfino nelle accademie del 1700 e del 1800 Raffaello fu un modello per insegnare le tecniche dell’arte.

La bottega di Raffaello

Con l’aiuto degli ex collaboratori del padre defunto, Raffaello allestì la sua prima bottega a Città di Castello nel 1499, a soli sedici anni. Anche durante il soggiorno fiorentino si attrezzò con un laboratorio che gli permise di fare fronte alle numerose commissioni. A Roma, per sostenere il crescente numero di commissioni, Raffaello organizzò un efficiente laboratorio artistico perfettamente in grado di gestire con rapidità incarichi sempre più numerosi e importanti garantendo sempre un elevatissimo livello qualitativo della produzione.

I luoghi di Raffaello

Raffaello a Urbino. Raffaello nacque Urbino, all’epoca importante centro della cultura rinascimentale, dove passò anche l’infanzia. Dopo aver viaggiato nei principali centri del Rinascimento italiano, tornò a Urbino, invitato alla corte del Duca, per eseguire alcuni dipinti: • il Ritratto di Guidobaldo da Montefeltro e il Ritratto di Elisabetta Gonzaga, entrambi agli Uffizi; • la Madonna d’Orleans, conservata nel Museo Condé di Chantilly, e il Ritratto di Giovane con la mela, oggi agli Uffizi. A Urbino si trova la prima opera del giovanissimo Raffaello, la Madonna di Casa Santi, affrescata verso il 1498 in una stanza della casa di famiglia, e La Muta del 1507, presso la Galleria Nazionale delle Marche.

Raffaello a Città di Castello L’esordio artistico di Raffaello avvenne nel 1499 a Città di Castello, dove organizzò una bottega con ex aiutanti del padre. Qui realizzò, a soli sedici anni, le sue prime opere come artista indipendente come lo Stendardo della Santissima Trinità, conservato proprio nella Pinacoteca di Città di Castello. Del periodo di Città di Castello sono anche il San Sebastiano, la Resurrezione di Cristo e Produsse anche famose pale d’altare, come la Pala degli Oddi, la Pala Colonna

Raffaello a Perugia Dopo la morte del padre, Raffaello ha probabilmente svolto il suo apprendistato a Perugia, presso il pittore Pietro Perugino. Nella chiesa di San Francesco al Parto dipinse la Pala degli Oddi, oggi a Roma, e per la chiesa del convento di Sant’Antonio dipinse la Pala Colonna, oggi a New York.

Raffaello a Firenze Firenze è stata una tappa fondamentale per la crescita artistica di Raffaello. Le opere realizzate durante il soggiorno fiorentino sono per la maggior parte esposte in vari musei del mondo come Londra, New York, Parigi, San Pietroburgo, Washington, Roma e Milano. Il Museo degli Uffizi custodisce comunque numerose opere di Raffaello, eseguite anche dopo il soggiorno fiorentino: Autoritratto del 1505, Ritratto di Elisabetta Gonzaga, Ritratto di Guidobaldo da Montefeltro, Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi, Ritratto di giovane con la Mela, Ritratto di Giulio II

A Palazzo Pitti si trovano: Madonna del Granduca, Ritratto di donna Gravida, Ritratto di Agnolo Doni, Ritratto di Maddalena Strozzi, Madonna del Baldacchino Madonna dell’Impannata

Alla Galleria Palatina si trovano: Ritratto di Fedra Inghirami, Madonna della Seggiola, Ritratto del Cardinal Bibbiena, La Velata Visione di Ezechiele

Raffaello a Roma Roma è la città nella quale Raffaello fu consacrato artista divino, raggiungendo il massimo della fama. Poco dopo il suo arrivo a Roma, Raffaello fu incaricato di affrescare gli appartamenti vaticani, dove realizzò capolavori assoluti come: Stanza della Segnatura, Stanza di Eliodoro, Stanza dell’Incendio di Borgo, Trionfo di Galatea, Loggia di Amore e Psiche La Fornarina, Loggetta del Cardinal Bibbiena, Loggia di Raffaello, Madonna di Foligno, Trasfigurazione Pala Baglioni Dama col Liocorno