foto Daniele Buffa/Image Sport TMW Certi amori non finisc ono n° 22-ottobre2013 Ricardo KAK

Saranno I Giganti del I Re del L’

Intervista Intervista MaSSIMO ORLANDO DOMENICO DICARLO DAVIDE ZAPPACOSTA GIUSEPPE ACCARDI Mercato Campioni Calcio ma Mensile dicriticaeapprofondimentocalcistico à g azine TUTTO mercato B E W

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Walter Mazzarri

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Sede redazione Napoli vincente Piazza Municipio 22, di Michele on si può piacere a tutti. Un assunto imprescin- 81031 Aversa (CE) | Tel. 081 0148867 dibile nella vita di tutti i giorni, ma che assu- CRISCITIELLO Sede redazione Milano me una valenza ancora più importante e si- Via Lodovico Settala 8, 20124 Milano gnificativa se legata al mondo del calcio. Non Tel. 02 83412081 è difficile trovare esempi aderenti a questo Sede redazione Firenze N genere di profilo, ma nell’attualità del nostro Via da Pordenone 12, Firenze Tel. 055 3999336 | Fax 055 3999336 movimento nazionale colui che più degli altri si identifica come tale è . Un antipatico vincente, verrebbe da Direttore Responsabile: Michele Criscitiello dire, e gli indizi in questo senso ci sono tutti. Incredibile come la [email protected] verve del tecnico di San Vincenzo abbia totalmente ribaltato lo Redazione: spirito e l’animus pugnandi di una squadra svuotata e privata di Marco Conterio ogni logica tattica dalla dissennata gestione firmata Stramac- [email protected] Luca Bargellini cioni. Impossibile immaginare che in soli tre mesi di cura l’ex ani- [email protected] ma pulsante del progetto Napoli potesse essere in grado di im- Chiara Biondini [email protected] primere una scossa tanto veemente ad una rosa ristrutturata ma Gianluca Losco con fondamenta nemmeno così solide. Un mercato di prospettiva, [email protected] assolutamente sì, ma non all’altezza delle altre squadre consi- Hanno collaborato: derate tra le favorite ai blocchi di partenza del campionato. Alessio Alaimo, Lorenzo Di Benedetto, Alessio Calfapietra, Alessandro Carduc- E allora l’antipatico di successo ha fatto di necessità virtù, tra- ci, Barbara Carere, Raimondo De Ma- sformando Ricky Alvarez da oggetto misterioso a miglior cal- gistris, Giampaolo Gaias, Cristina Guer- ri, Gianlugi Longari, Tommaso Loreto, ciatore per media voto della ; riesumando Jonathan e Andrea Losapio, Gaetano Mocciaro, plasmandolo in un esterno d’assalto dopo essere stato esposto Max Sardella, Antonio Vitiello, Alessan- dro Zappulla. per anni a figuracce che lo stavano bollando come l’ennesi- Fotografi: mo pacco arrivato dal Brasile. Nagatomo da buon terzino che Simone Cargnoni/Sony Music, Vincen- zo Blandino, Federico De Luca, mage- era si è trasformato in lama affilata per le malcapitate re- Sport. Nato ad Avellino il 30/09/1983, giornalista e troguardie avversarie, e soprattutto per la prima volta dopo conduttore televisivo. Lavora troppo tempo si ha una sensazione di coerenza e costrutto in a Milano, Capo-Redattore un progetto partorito da corso Vittorio Emanuele. Le polemiche Realizzazione grafica: TC&C srl della Redazione calcio di contro Montella, la Lega Calcio o chi per loro sono il segnale Sportitalia. Direttore Respon- che l’Inter ha un cuore che ha ripreso a pulsare ed un’identità TMWmagazine sabile di TuttoMercatoWeb e Supplemento mensile gratuito alla testa- di TMWmagazine che vuole fare rispettare. Anche a costo di risultare antipatica, ta giornalistica Tuttomercatoweb.com® purché la conseguenza sia quella di tornare vincente. Testata iscritta al Registro degli Opera-

foto Matteo Gribaudi/Image Sport tori di Comunicazione, numero 18246 TMW coPERTINA/Ricardo Kakà magazineTUTTOmercatoWEB com® 3 in questo numero Ricardo Kakà Mensile di critica e approfondimento calcistico

tmn° 22 - ottobreW 2013 magazinetUttomercatoWeB com®

L’ Intervista DOMENICO DI CARLO I Re del Mercato GIUSEPPE ACCARDI I Giganti del Calcio MASSIMO ORLANDO Saranno Campioni DAVIDE ZAPPACOSTA Torna a

Ricardo KAKà foto Daniele Buffa/Image Sport foto Daniele Buffa/Image Certi amori non finisCono casa, Ricky 3 copertina Milano-Madrid andata Ricardo Kakà e ritorno, la storia di un 9 l’intervista Domenico Di Carlo brasiliano atipico. editoriale juventus 15 di Gianluca Losco e Cristina Guerri 16 editoriale inter - foto Image Sport 17 editoriale milan 18 editoriale napoli 19 editoriale roma 20 editoriale lazio n brasiliano atipico. Così 21 editoriale fiorentina potrebbe essere classificato 22 editoriale cagliari Ricardo Izecson dos Santos 23 editoriale Leite, che nel calcio si è reso 24 editoriale estero famoso con il soprannome di U Kakà. Non perché il ragaz- 25 i Re del mercato Giuseppe Accardi zo non abbia mostrato nel corso della sua 35 i giganti del calcio carriera i numeri e la tecnica che da sempre Massimo Orlando contraddistingue la sopraffina scuola di cal- 42 saranno campioni cio verdeoro; il motivo è da ricercare nella Davide Zappacosta storia del giovane Ricardino, che non cerca come altri suoi colleghi di sfuggire alla po- 45 l’altra metà di Ciro Immobile vertà o a qualche dramma familiare. 46 questione di cuore LE ORIGINI - Nato a Brasilia, ma trasferito- Marlene Kuntz si in tenera età a San Paolo, Kakà ha potu- 49 social soccer - Gareth Bale to godere degli agi di una famiglia della 50 recensioni - auguri TMW media borghesia, con un padre ingegnere TMW coPERTINA/Ricardo Kakà magazineTUTTOmercatoWEB com® 4

e una madre professoressa. Così, spesso L’INCIDENTE - Un tuffo in piscina sbagliato, LO SCETTICISMO - Ma il cammino di Kakà è che conta. Ancora una volta il destino aveva un casa Leite ospitava anche gli altri rappre- una vertebra del collo rotta, il terrore di rima- già cominciato: in quella partita alza gli occhi parere diverso, e nel giro di due anni arrivano sentati delle giovanili del San Paolo: tutti nere paralizzato. La storia rimane sconosciuta al cielo due volte (il noto gesto per ringraziare i Mondiali con il Brasile e l’approdo in Europa, riuniti per fare merenda, un quadretto che ai più, Ricardo passa una lunga convalescenza il Signore dopo ogni gol) e la gente comincia a destinazione Milan. può sembrare all’ordine del giorno in Ita- nella quale ovviamente non può essere consi- conoscere il suo nome. Anzi il suo soprannome, lia, ma assai raro in Brasile. Eppure le “no- derato dal San Paolo: anche per questo il suo nato perché il fratello minore non riusciva a IL PASSAGGIO - Anche il trasferimento al Mi- bili” origini lo allontanano dall’etichetta di ingresso in campo nella finale della Copa Rio- pronunciare “Ricardo” e lo chiamava “Cacà”. lan fu visto con un’ottica scettica: “Erano in tanti predestinato, una considerazione tutt’altro Sao Pãulo non viene salutato con particolare Non tutti sono convinti, il ragazzo è simpatico, a pensare che Kakà non fosse pronto per il Milan che veritiera se si considera l’incidente calore, con i tifosi che danno del “loco” al tec- bello soprattutto, ma non ha la stoffa per gio- - ha affermato Gaetano Paolillo, che ai tempi dell’ottobre 2000. nico Oswaldo Alvarez. care le partite importanti e sfondare nel calcio gestiva gli interessi del giocatore -, anche per- TMW coPERTINA/Ricardo Kakà magazineTUTTOmercatoWEB com® 5

ché i rossoneri avevano in rosa elementi come Sicuramente anche per merito della famiglia, Rui Costa e Rivaldo, ma per Braida il discorso da sempre un valore fondamentale per i su- era diverso, e andammo insieme a prelevare il damericani: “Io ho avuto modo di conoscere i giocatore dal San Paolo. Lo vidi per la prima suoi genitori e anche il fratello. Parliamo di una volta nell’aprile del 2003 a Belo Horizonte in bella famiglia, non ha sentito la mancanza an- occasione di Atletico Mineiro-San Paolo. Oltre che perché gli sono sempre stati molto vicini e si a lui notai anche Luis Fabiano, ma aveva un ca- sono trasferiti a Milano quasi subito. Per questo rattere particolare. All’epoca ricevetti tante pro- non possiamo parlare della classica saudade”. poste per Kakà, anche da parte dell’Inter, che Supportato da tutti, anche dalla gente che lo rinunciò per volontà di mister Cuper e del suo circondava abitualmente, nello spogliatoio e 4-4-2”. non solo: “È una persona equilibrata, ma quan- do c’era da scherzare era comunque il primo a L’IMPATTO IN ROSSONERO - Nonostante tut- ridere o a fare scherzi, ma sempre in modo intel- to l’Italia accolse Kakà con grande entusiasmo, ligente. Sapeva vivere bene dentro a questo tipo che lui ripagò segnando il suo primo gol uffi- di gruppo, una persona che dentro lo spogliato- ciale nel derby con l’Inter. Un predestinato che io fa bene, che unisce. Anche per questo si sono da subito ha saputo farsi voler bene: “Fu dal tutti innamorati di lui”. primo giorno un impatto importante - ha con- fermato l’ex compagno di squadra Giuseppe LA RELIGIONE - Un altro valore sicuramente Pancaro -. Si capì subito che avevamo di fronte importante è la fede nel Signore, che lo ha un campione dal futuro roseo. Lui non ha avuto plasmato e sicuramente aiutato nel corso del- alcuna difficoltà né dal punto di vista tecnica né la sua carriera. “Parliamo di un ragazzo mol- da quello personale, si è subito integrato bene. to equilibrato, con la testa sulle spalle, che sa Giovane ma molto composto, da subito si è fat- comportarsi e gestirsi bene. Non è ossessiona- to volere bene, è una cosa che riusciva facile”. to dalla religione, ha una grandissima fede ma

“Non è ossessionato dal- la religione, ha una grandissima “Le nobili origini lo allontana- fede ma anche questa la vive in no dall’etichetta di predestinato” modo molto equilibrato” - Giusep- pe Pancaro TMW coPERTINA/Ricardo Kakà magazineTUTTOmercatoWEB com® 6

di Kakà. Eppure, nonostante la quasi certezza dell’addio il brasiliano volle comunque riceve- re l’abbraccio della folla assiepatasi sotto il suo balcone. L’accordo fra i due club era già stato trovato; il Milan avrebbe addirittura guadagnato una cifra superiore a quella ottenuta dal Tottenham per la cessione di Bale. Mancava solo il sì del giocatore, che “Prima di prelevarlo dal San sarebbe arrivato a guadagnare fra i 18 Paolo erano in tanti a pensare che e i 20 milioni di euro a stagione con tutti i Kakà non fosse pronto per il Milan” dettagli discussi e approvati minuziosamente - Gaetano Paolillo dall’entourage del numero 22. Ma appena dopo l’ora di cena interviene Berlusconi con un vero e proprio colpo di scena: “Kakà re- sta al Milan. Kakà non è soltanto un grande anche questa la vive in modo molto equilibrato, campione ma anche un grande uomo che ha anche perché fa parte della sfera personale”. La rinunciato all’offerta del Manchester City di- testa era soprattutto al pallone: “Lui è arrivato cendo che i soldi non sono tutto, privilegiando in un’età in cui il grande hobby era giocare a la sua volontà di stare al Milan, per l’amore calcio, una fase in cui vivi il calcio in tutto e per per la sua maglia, per i suoi compagni”. Tutto tutto. Adesso magari avrà anche altri hobby”. risolto, insomma, in attesa di giugno e del suo “Real” addio ai colori rossoneri. “La sto- CITIZEN MANCATO - 19 gennaio 2009. Una ria con il Manchester City? È nata e morta in lunga e fredda giornata di calciomercato in pochi giorni - ha confermato ancora Paolillo. quel di Milano. Nei luoghi rossoneri si stava Lui voleva restare al Milan e il Milan voleva infatti trattando la cessione di Kakà al Man- che Kakè restasse in rossonero”. chester City. Sembrava tutto fatto per il tra- sferimento del brasiliano al club dello sceicco Mansour; nelle prime ore di quello ormai sto- rico lunedì di gennaio. Il pranzo-riunione nel- la residenza di Silvio Berlusconi con Adriano Galliani sembrava aver gettato le basi per la cessione del pallone d’oro. Troppo alta la po- sta in gioco, nonostante si trattasse di uno dei giocatori più rappresentativi del calcio mon- diale. La giornata scorreva lenta e inesorabi- le, specie per i tifosi milanisti, ora dopo ora “Con l’avvento di Mourinho sempre più rassegnati e consapevoli di quello che stava per accadere, tanto da manifestare le cose sono cambiate” - Ernesto il proprio disappunto con una protesta sotto Bronzetti la sede del Milan e successivamente sotto casa TMW coPERTINA/Ricardo Kakà magazineTUTTOmercatoWEB com® 7

L’ERA MADRIDISTA - Quattro di limbo al Real Madrid fra Milan e Milan. Un periodo parti- colare, sfortunato e ricco di incomprensioni. “All’inizio della sua avventura con il Real Madrid il vero problema sono stati gli infortuni - rac- conta Ernesto Bronzetti, storico intermediario per le due società -; il primo anno l’ha passato praticamente in infermeria. Poi con l’avvento di Mourinho le cose sono cambiate, nei suoi piani figurava Ozil e non Kakà. E’ un ragazzo che per dare il meglio di sé deve giocare costantemente, altrimenti si rischia di non averlo al cento per cento. E purtroppo in questi anni a Madrid non è mai successo. Con Ancelotti le cose sono state chiare fin da subito, e gli arrivi di Isco, Bale e Illarramendi hanno fatto subito intendere quale sarebbe stata la politica della società”.

DI NUOVO IN ROSSONERO - “Il presente? Il Milan aveva bisogno di un rinforzo - chiosa Paolillo -, era difficile trovare alle stesse con- dizioni e sia economiche che tecniche, qualcosa di meglio. Kakà è felice di essere tornato al Milan, e nonostante questo inizio un po’ malin- conico riuscirà a fare del suo meglio”. A poche ore dalla chiusura della finestra di mercato estiva del 2013, il Milan ha ufficializzato il ritorno in squadra di Kakà. Non si è tratta- ta di un vero e proprio colpo di scena per- ché anche nelle due estati precedenti si era parlato del possibile nuovo matrimonio fra il giocatore e i colori rossoneri. Sicuramente il Milan ha riacquistato, oltre alla tecnica e alle giocate, anche un vero leader, un’immagine che forse mancava all’interno dello spoglia- toio. Un ritorno romantico quello del brasi- liano, festeggiato nel noto ristorante mila- nese “Giannino”: le parole di Galliani come melodia di contorno ad una passione mai sopita, perché certi amori non finiscono... TMW coPERTINA/Ricardo Kakà magazineTUTTOmercatoWEB com® 8

“Il Milan ha riacquistato, oltre alla tecnica e alle giocate, anche un vero leader, un’immagine che forse mancava all’interno dello spogliatoio” TMW L’intervista/Domenico Di Carlo magazineTUTTOmercatoWEB com® 9 Domenico Di Carlo L’importanza della gavetta Protagonista come calciatore del “miracolo Vicenza” e dei successi del Chievo in veste di tecnico, Domenico Di Carlo racconta la sua vita nel mondo del pallone di Gaetano Mocciaro - foto Image Sport

omenico Di Carlo è l’esempio di quelli che non mollano mai, nonostante tutto, e arrivano all’obiettivo. Un’onesta carriera da giocatore destinata a rima- D nere nel limbo della . Poi l’approdo al Vicenza e la svolta, la Serie A a 31 anni, tra i migliori della massima serie per rendimento. E una parabola che lo porta a vince- re una storica e a mettere paura al Chelsea a Stamford Bridge, in una semifinale di Coppa delle Coppe. Il tutto grazie a una cultura del lavoro che ha trasmesso anche in panchina, fruttando il miracolo Mantova e le imprese col Chievo. Pronto a tornare in pista, il tecnico di Cas- sino si racconta per il nostro magazine. TMW L’intervista/Domenico Di Carlo magazineTUTTOmercatoWEB com® 10

Mister, ripercorriamo la sua lunga carriera. jax e vincemmo 4-0. Era l’anno di Caramanno Tre anni di Palermo, poi la svolta col Vicenza. è anche normale. In 10 anni con la gente di Da calciatore hai fatto molta gavetta. allenatore, giocavamo a memoria e seguiva- “Caramanno andò a Vicenza e mi portò con Vicenza abbiamo condiviso molto”. “Ho esordito presto tra i professionisti al Cassino, mo il mister al 100%. Salimmo in C1 e arrivò lui. Mi ha fatto scoprire un’altra città dove avevo 16 anni. Poi sono andato a Treviso, Como, Rumignani, che era bravissimo ad arrangiarsi. si vive molto di calcio e c’è una grossa pas- Pensava una volta arrivato a Vicenza di as- ancora Treviso, Terni e Palermo. Avevo 24 anni”. Ricordo che all’epoca lo stadio era inagibile sione per la squadra”. saggiare la Serie A? per lavori di ristrutturazione, noi ci allenava- “Abbiamo vinto la C1 a Vicenza con Ulivieri, Fu la prima squadra di prestigio, anche se mo in spiaggia, facevamo le partitelle in co- A Vicenza ha scelto di vivere, appese le l’anno dopo in B ci salvammo con 4-5 gior- all’epoca era in C2. mune e giocavamo la domenica a Trapani. Ho scarpe al chiodo. nate d’anticipo e quando è arrivato Guidolin “C’era un entusiasmo incredibile. Ricordo bei ricordi di Palermo e vi è nata mia figlia. E “Abbiamo fatto amicizie, si vive bene. Si è cre- dal primo giorno di ritiro si capiva che l’aria un’amichevole con l’Atletico Mineiro, c’erano poi la gente mi amava, anche perché ero un ato un feeling importante. Sai, quando passi stava cambiando. Ulivieri è stato un maestro 55mila spettatori. Giocammo anche con l’A- lavoratore, in campo davo tutto”. dalla C alla semifinale di Coppa delle Coppe per insegnar calcio, con Guidolin si è passati TMW L’intervista/Domenico Di Carlo magazineTUTTOmercatoWEB com® 11

a un calcio più veloce, si pressava e in me era non dato, un gol sbagliato da due passi. Loro cambiato qualcosa anche in testa, pensavo più tre gol con tre tiri. La loro esperienza ha anche velocemente. Sia chiaro, i piedi erano quello fatto la differenza”. che erano, ma come velocità di pensiero sono migliorato, si giocava a memoria, sapevi già Quel ko col Chelsea chiuse un ciclo. dove dare il pallone e chi trovavi a riceverlo. “Avevi raggiunto l’apice. Poi ci fu il cambio di Quel Vicenza era di giocatori operai di gran- allenatore e lo squilibrio inevitabilmente che de fame, tutti volevano fare imprese tramite questo comporta. A Vicenza poi cambio anche lavoro e spirito di sacrificio e lì si è creata una la società. Ci volle adattamento e andammo in mentalità di squadra. Società e tifosi. Chiaro B. C’era Reja in panchina, che restò anche in che non mi aspettavo la Serie A all’inizio, ma cadetteria. Fecero delle scelte e decisero che eravamo una di quelle classiche sorprese, tipo come “vecchio” del gruppo ne bastava uno e il Chievo di qualche anno più tardi”. scelsero Viviani. Me ne andai senza far polemi- che ed ebbi la fortuna di andare a Lecce, a 36 Arriva in A trentunenne. Esordio a San Siro anni. Una bella società, un ambiente stimolante contro l’Inter. Che effetto ha fatto? e un ottimo ds come Corvino. Centrammo una “Ci arrivi maturo, dopo tanta gavetta. E pro- salvezza storica, giocai poco ma diedi il mio prio per questo te la godi, assapori ogni mo- contributo anche nello spogliatoio. Lì cominciai mento, realizzi il fatto che ce l’hai fatta, hai a capire gli equilibri dello spogliatoio” coronato il sogno che avevi da bambino. Il mio entusiasmo era tale che ero diventato un esem- Forse non tutti sanno, e fra questi c’è anche pio. I giovani seguivano noi “vecchi” del grup- Wikipedia, che lei ha vissuto anche un’e- po. Ci veniva naturale provare ogni domenica sperienza a Malta. battagliare ogni campo, senza paura. La forza “Dopo Lecce andai a Livorno, col quale non tro- nostra era non aver paura di nessuno”. vai un accordo per un altro anno di contratto. Un amico mi propose di andare a Malta, allo Slie- Da lì conquistate la salvezza e l’anno dopo ma Wanderers, che stava preparando un preli- addirittura vincete la Coppa Italia. minare di Coppa Uefa. Andai insieme a Massimo “Ricordo benissimo quella serata contro il Na- Beghetto, avevo un mese di contratto, poi avrei poli in finale. Avevamo 4 giocatori che non deciso il da farsi. Giocammo contro una squadra stavano bene, avevano rimediato contratture, slovacca e fummo eliminati a 5 minuti dalla fine. ma l’adrenalina era talmente alta che nessuno Alla fine capii che dovevo smettere e lo feci in sentiva niente. Il “Menti” fu straordinario, una condizioni fisiche ancora ottimali”. coreografia da brividi”. Perché la scelta di allenare? Emozione che si è ripetuta in campo euro- “Il pallino lo avevo già da tempo, feci un anno di peo, fino alla semifinale col Chelsea. studio e poi il Vicenza grazie a Sagramola, ora “Una delle serate più belle per Vicenza. Merita- alla Sampdoria, mi propose di allenare la Pri- vamo noi la finale, col Chelsea fummo davvero mavera. Per me fu una gioia assoluta. Facemmo sfortunati. Un gol annullato a Luiso, un rigore bene, arrivammo quarti al Viareggio e secondi TMW L’intervista/Domenico Di Carlo magazineTUTTOmercatoWEB com® 12

in campionato. Da lì Magalini, che era ds del chiuderla subito, non mi sembrava il caso. Alla Mantova, mi propose di guidare la squadra”. fine di calci ne ho presi nella mia carriera, quindi o reagivo o mi trattenevo lasciando passare la A Mantova il grande boom: dalla C2 a sfio- cosa. Ho deciso per la seconda”. rare la A. “Ancora ricordo il palo di Gasparetto all’ultimo mi- A Parma arriva anche l’esonero. nuto. E ricordo una mancata espulsione per un fallo “L’idea era salvarsi e aprire un progetto tecnico. su Cioffi. Perdemmo la partita con 3 palle inattive. Le cose andavano benino, eravamo salvi. Poi a Una beffa atroce, ma devi accettare il verdetto. febbraio ho pagato una partita con la Sampdo- L’anno dopo riuscimmo a toglierci la soddisfazione ria dove abbiamo dominato ma perso. Arrivò di battere la Juventus: una gioia immessa per i tifo- l’esonero, il presidente si era spaventato e volle si. Battemmo anche Napoli e Genoa”. fare quello che successe l’anno prima, ossia cam- biò allenatore sperando di risollevare la situa- Arriva il salto in A, col Parma. La prima gior- zione. Invece arrivò la retrocessione”. nata non può iniziare peggio: il famoso cal- cione di Baldini. Al Chievo il riscatto. “Le cose più incredibili accadono a me. Giochia- “L’esonero di Parma non mi era andato giù. Stetti mo col Catania e ci fu questo brutto episodio: 2 fermo a giugno, poi a novembre il Chievo aveva “Il preliminare di Champions con la Samp? minuti di follia, si perse la testa e sia io che lui 4 punti, non andava bene e dopo una sconfitta. eravamo tesi, lui mi diede un calcio. Ho voluta La mattina mi chiama Sartori, mi dice: la situa- Fuori per una serie di coincidenze”

zione è difficile, abbiamo bisogno di un allena- Due salvezze col Chievo, poi la grande chan- tore che creda nella salvezza. Mi sono buttato a ce con la Samp. E un’atroce delusione. capofitto e devo dire che da novembre a genna- “Gasparin andò alla Samp, mi conosceva e mi io è stata durissima. Ma ci abbiamo creduto, la portò con sé. Avevo una grande possibilità con i squadra lavorava duramente e da gennaio sono preliminari di Champions. L’ambiente era caldo arrivati 18 risultati utili consecutivi, che ci hanno ma con dei valori che mi sono sempre piaciuti. permesso di centrare l’impresa”. Col Werder Brema ci eravamo preparati, era la stessa squadra senza Zauri e Storari. Stavamo A Verona passa alla storia per un altro epi- recuperando l’1-3 dell’andata, Cassano fece il sodio: il primo tecnico squalificato per be- gol del 3-0, poi prese un colpo e dovette uscire. stemmia. Mancava poco, ma quei 7 minuti senza di lui ci “Come nel caso del calcio di Baldini, anche sono costati. Loro non reagivano, poi ci fu una lì sono il primo. Ricordo l’azione: palla no- palla svirgolata, due nostri giocatori scivolano e stra, testa di Pellissier deviata di spalla da Rosenberg da fuori fa gol. Fu la fine. Sono stato un difensore del Cagliari. Io avevo detto e 10 minuti a tirare su di morale tutti, ma il gol ne sono ancora convinto: “zio cane che c*lo li aveva distrutti mentalmente. Ai supplementari che hanno!”. La procura federale invece non vedevo che non erano come prima. Segnò Pizar- “Con la città di Vicenza ho condiviso molte gioie. ha ritenuto così. Non ho voluto far reclamo ro, finì tutto. Di fatto fummo defraudati perché Dalla Coppa Italia alla Coppa delle Coppe” altrimenti non se ne usciva più”. dovevamo vincere 5-0. Loro non c’erano più. Ma TMW L’intervista/Domenico Di Carlo magazineTUTTOmercatoWEB com® 13

ci vuole fortuna e quel gol di Rosenberg è figlio nei piani, si decise tutto in 3 giorno e non tro- di una catena di coincidenze incredibili”. vammo rimpiazzi pronti. Per giunta si fece male anche Pozzi. Senza Pazzini dovevamo cambiare Qual è l’aneddoto legato a quella partita? anche modo di giocare, visto che si andava spes- “Rosenberg non doveva esserci, era in lite con so sul fondo a crossare. I nuovi acquisti andava- la società, doveva andar via. Giocava Wagner no aspettati ma non c’era tempo, la situazione attaccante, Hugo Almeida era infortunato e per iniziò a precipitare e subentrò la paura. Arrivò completare la panchina furono costretti a con- l’esonero dopo il ko contro il Cesena, ma erava- vocare Rosenberg. Wagner si scontra con Ga- mo ancora salvi. Alla fine è andata pure peggio, staldello, gli esce il sangue. Gli mettono il tur- con la retrocessione”. bante, ma si sporca la maglia e non può giocare con la maglia insanguinata. Ma non avevano Cassano è così difficile da gestire? una maglia di ricambio! E così fecero entrare “Con Cassano mi sono trovato molto bene. Ha i Rosenberg, tra l’altro senza riscaldamento. Ren- suoi momenti, si innervosisce, ma va gestito. Con detevi conto, tutto perché il Werder non aveva me ha sempre fatto bene. Anzi, devo ringraziar- una maglia di ricambio. Beffa delle beffe dopo lo perché alla fine si è dimostrato uomo”. qualche giorno Rosenberg fu ceduto”. Dopo la Samp il ritorno al Chievo. Altra beffa fu l’esonero, dopo una buona “I buoni rapporti con Sartori mi hanno ridato partenza. la possibilità di rientrare. La voglia era tanta, “Cambiarono i progetti, qualcuno volle andar abbiamo fatto un campionato bellissimo. Tanti via ma nonostante tutto fino a dicembre le cose stranieri sono cresciuti molto e siamo diventati andavano bene. A novembre intanto andò via una squadra tosta, crescendo molto”. Gasparin, a livello di società c’erano tensioni, ma la squadra rispondeva. Perdiamo Cassano Da quali tecnici ha imparato il mestiere? per la famosa lite con Garrone, ma siamo quinti. “Guidolin e Ulivieri sono i due che mi hanno pla- Le negatività emergono, sempre di più. A genna- smato, ma anche Caramanno all’inizio. Questi io teniamo botta, vinciamo con la Roma, ma poi 3 mi hanno lasciato un’impronta importante. Da viene ceduto Pazzini. Lui voleva andar via a tutti loro ho appreso la cultura del lavoro e l’orga- i costi, la società pensava che ormai eravamo nizzazione di gioco”. salvi e lì cambia tutto. Quella cessione non era TMW L’intervista/Domenico Di Carlo magazineTUTTOmercatoWEB com® 14

“A chi mi ispiro? Ulivieri e Guidolin. Due veri maestri di calcio” TMW editoriale juventus magazineTUTTOmercatoWEB com® 15

travanti titolare - o comunque a battersi per una maglia - per le prossime stagioni. Capitolo man- dato in soffitta dunque, perché la mancanza di Di caso in equilibrio nel calcio italiano è più che ricorrente, sia nei giudizi che nelle decisioni. Chi, invece, è un vero e proprio caso è Andrea caso: da Pirlo. Protagonista degli ultimi due scudetti con di Andrea stagioni altrettanto spettacolari. Era l’insostitui- LOSAPIO bile della mediana juventina, mentre ora ha già Llorente a lasciato il campo per troppe volte - sostituito nel mese di settembre quanto l’intero anno prece- dente - con Pogba e Vidal che rappresentano il nuovo che avanza. Marchisio, dopotutto, rimane il Pirlo gioiello cresciuto nelle giovanili, mentre le trenta- Prima l’attaccante spagnolo cinque (a maggio prossimo) primavere non fan- lasciato in panchina per no pendere la bilancia sul rinnovo del contratto cinque partite, poi il rinnovo in scadenza 2014. Così il prolungamento di Pirlo, del regista bresciano. Juve a come quello di Del Piero una stagione e mezza fa, appare veramente un’ipotesi remota. Certo, do- lavoro fra presente e futuro vrà essere sostituito degnamente - Verratti piace ettembre è un mese pazzo. Perché sempre, non è tuttavia l’unico nome - ma Marotta è il primo di campionato, vero. O e Paratici stanno già pensando all’eventualità di presunto quando tocca incomin- dovere cercare una nuova soluzione al posto del ciare alla fine di agosto. Sicura- regista bresciano. Non è solo l’addio alla panchi- mente perché il mercato è fermo e na in occasione della sostituzione contro l’Hellas, S le lacune si fanno più evidenti. Un perché il messaggio di recinto chiuso scappato il po’ per tutti, al primo pareggio stagionale. Con bue - in riferimento alla multa e al mese fuori rosa giudizi sommari, quasi a dimenticarsi quello che è che diventeranno operativi alla prossima diserzio- accaduto in un’estate non proprio tranquilla. Così ne - è solo per tamponare una situazione già arci- per la Juventus basta il pari contro l’Inter, quello nota, da maggio. Perché di contratto se ne parla con il Copenaghen, le cinque panchine consecutive già da sei mesi, ma la politica juventina è quella di Fernando Llorente per incominciare ad aprire di rinnovare (forse) relativamente tardi i contratti il caso. Chiuso dopo il gol al Verona, all’autogol - per gli ultratrentenni. Nato a Bergamo il causato con la presenza - contro il Chievo. E nessu- Il rapporto quindi rischia di incrinarsi a brevissimo 23 giugno 1984, na lamentela, perché Antonio Conte è decisamen- giro di posta, perché Pogba e Vidal - appunto lavora in testa- te allergico a chi pretende di giocare. Chiedere a - hanno praticamente prolungato il proprio rap- te locali prima di porto con la Vecchia Signora, dimodoché il centro- approdare come Ziegler un paio di stagioni fa, arrivato per occu- “Pirlo, era l’insostituibile collaboratore a Tut- pare la corsia sinistra da titolare e ceduto anche della mediana. Oggi ha campo della Juventus non perda continuità. Men- toMercatoWeb nel prima della fine del calciomercato estivo. Va da già lasciato il campo tre Pirlo rimane nel limbo dei “forse”, in attesa di 2008, Collabora sé che, se Llorente non è stato prestato a nessuno un segnale. Si parla di febbraio ma, a quel punto, con il Corriere della (le offerte sono arrivate), l’allenatore bianconero troppe volte” sarà troppo tardi. Suonare campanello Milan per Sera e Odeon TV. ci ha visto le caratteristiche adatte a essere il cen- ulteriori informazioni. foto Daniele Buffa/Image Sport foto Daniele Buffa/Image TMW editoriale inter magazineTUTTOmercatoWEB com® 16 Il tunnel più Ricardo Alvarez Walter Mazzarri bello di Ricky di Gianluigi LONGARI Maravilla Due anni di fischi dopo, Alvarez prende le redini dell’Inter: è lui il trascinatore della truppa di Mazzarri

assi di tango rapidi, una danza ve- loce ed imprevedibile, fluida nel suo

movimento al punto da risultare qua- foto Matteo Gribaudi/Image Sport si incompatibile con leve lunghe come spetto a quella di rendersi utile. Il declino di Alvarez quelle di Ricardo Alvarez, al secolo iniziava da lì, oltre che da una debolezza a livello P Ricky. mentale che lo rendeva incapace di rispondere con i Risulta difficile comprendere quei movimenti, risulta fatti ai fischi di uno dei pubblici più esigenti del pano- impossibile prevederli, per questo El tanguero di cui rama continentale. sopra, si erge ad assoluto ed imprescindibile protago- Ed è qui, cari censori di Alvarez, che avete allargato nista e trascinatore di un progetto che sembrava non le gambe più del necessario: è qui che lo spaventato appartenergli nemmeno più. Ricky ritorna Maravilla e vi infila il pallone in un tun- Nato a Milano il Già, perché la finta più bella Ricky Alvarez non l’ha nel che fa arrossire chiunque abbia detto o pensato 18 agosto 1986, riservata a Chiellini e company, storditi al Meazza male di lui (chi può negare di averlo fatto?). Perché vive e lavora nella nell’azione del vantaggio nerazzurro, e nemmeno al forse con l’Ausilio (maiuscola non casuale) di Mazzarri, sua cittá dal 2010 Massimino nella superba azione del suo gol, o anco- forse per uno scatto d’orgoglio inevitabile quando la per la redazione ra nella giravolta che ha ridonato a Milito la gioia di Sportitalia e dal qualità è così tanta, Alvarez prende in mano le redini 2006 per quella di dell’esultanza dopo mesi di baratro; la finta più im- del nuovo progetto dell’Inter e ne diventa il perno im- Tuttomercatoweb. prevedibile è stata quella per chi non credeva in lui. prescindibile. Seconda punta, trequartista, mezzala, Esperto di mercato, Nessuna mistificazione, intendiamoci: piuttosto le legit- poco cambia. Sempre il migliore in campo in tutte partecipa quotidia- time rimostranze di chi si attendeva qualcosa di molto le partite disputate: la consapevolezza di essere namente alle tra- simile ad un fenomeno, sbarcato da Buenos Aires per smissioni calcistiche sbocciato e l’intelligenza di alternare sciabola e Calcio€Mercato e incantare la Scala del Calcio, salvo poi trovarsi alle “La finta più imprevedibile quell’irrinunciabile fioretto che lo contraddistin- Speciale Calciomer- prese con un pennellone arruffone ed inconcludente, è stata quella per chi non gue da sempre. Da quando a passo di tango fa- cato in onda sull’e- vittima anziché carnefice del suo talento. credeva in lui” ceva irritare San Siro, ad oggi in cui quegli stessi mittente televisiva Troppo bello specchiarsi in tocchi di suola e finte (auto) passi animano le speranze di un popolo che sta nazionale

ubriacanti, troppo forte la tentazione di mostrarsi ri- foto Matteo Gribaudi/Image Sport trovando in lui un nuovo idolo da venerare. TMW editoriale milan magazineTUTTOmercatoWEB com® 17 Scusate il Massimiliano Allegri ritardo di Antonio Il Milan parte a rilento, VITIELLO distaccato dalle altre big ha problemi di modulo e infortuni

ono lontani i tempi in cui il Milan / Image Sport foto Daniele Buffa viaggiava con una media punti su- propensi a ricoprire quel ruolo. Così le difficoltà nel periore a quella delle avversarie. dialogare in avanti, con il solo Balotelli a smuovere Quasi un ricordo lontano le par- le acque (fino poi alla follia contro il Napoli che tenze sprint in campionato. L’avvio gli è costata tre giornate di squalifica), mentre il S deludente sta invece diventando resto della ciurma si dimenava senza grossi risultati. una costante della squadra allenata da Massimi- La difesa continua a subire gol da calci piazzati, liano Allegri. “Scusate il ritardo” verrebbe da dire, il centrocampo ha pochissime soluzioni alternative, prendendo in prestito il titolo di un vecchio film di insomma è un Milan che rischia di sparire subito Massimo Troisi. Il Milan è in netto ritardo rispetto dai radar dell’alta classifica. In casa rossonera si alla tabella di marcia, e soprattutto è in ritardo spera nella pronta risalita, come avvenuto l’anno come crescita di squadra. Una serie di componenti scorso quando dopo l’ottava giornata il gruppo di più o meno prevedibili hanno caratterizzato l’inizio Allegri inanellò una serie di vittorie consecutive che di questo nuovo torneo, sulla falsa riga di quello li fece approdare a ridosso della zona Champions. precedente. Il Milan è la “nobile” più in difficol- L’intenzione è proprio quella, risalire più in fretta tà, probabilmente perché falcidiata da una serie possibile la corrente e iniziare a dare fastidio alla impressionanti di infortuni che stanno stravolgendo concorrenza. Ma non tutte le annate sono uguali. tutto il lavoro estivo prodotto a Milanello. Il mercato Nonostante le similitudini con il campionato scorso, non ha aiutato il tecnico che si ritrova una squadra il Milan questa volta potrebbe restare al palo. In Nato il 6 maggio sbilanciata. Abbondanza in attacco e ristrettezza a primis perché le altre si sono rinforzate notevolmen- 1986, vive e la- centrocampo e difesa. I problemi muscolari che sono te. Napoli, Juve, Fiorentina e una tra Roma e Inter vora a Milano. arrivati nel giro di poche settimane hanno compiuto potrebbe rovinare i piani di via Turati. La Serie A Direttore edi- il resto. Fuori i titolari, il Milan si è arrangiato con toriale di Mi- è diventata ancora più competitiva e i punti lasciati lanNews.it e le seconde o terze scelte, e i risultati si sono visti per strada sono difficilmente recuperabili. Inoltre il redattore di Tut- immediatamente. Anche il cambio di modulo non ha Milan dovrà affrontare anche le coppe, e conside- tomercatoweb. favorito la squadra. Da mesi si stava lavorando sul rando che gli infortuni sono sempre dietro l’angolo, com. Collabora 4-3-3, soluzione tattica che ormai il Milan aveva “Il mercato non ha aiutato tutto sembra essere molto labile. Una sensazione con Sportitalia, assimilato, invece si è preferito puntare sul 4-3-1-2, INFRONT e Radio il tecnico che si ritrova una che ha pervaso la tifoseria rossonera, attualmente Radio. Opinioni- modulo con il trequartista. L’assenza contemporanea squadra sbilanciata” sfiduciata dall’andamento della squadra. I conti si sta su Odeon TV di Kakà e Riccardo Montolivo ha spezzato il pro- fallo alla fine, ma l’inizio di questa stagione non è e Milan Channel. getto, finito nelle mani di giocatori adattati o poco / Image Sport foto Daniele Buffa per nulla incoraggiante. TMW editoriale napoli magazineTUTTOmercatoWEB com® 18 superato il capitano in gerarchie chiare fin dall’estate. Lorenzo Insigne Con l’inizio del campionato si pensava che Cannavaro si sarebbe ben presto ripreso il posto che fino a po- LE DUE FACCE che settimane prima nessuno aveva osato mettere in discussione. Benitez, invece, ha tenuto duro, nonostante qualche disattenzione di troppo di Britos. Cannavaro DI NAPOLI e Fernandez sono i giocatori da schierare quando ci di Raimondo Cannavaro e Insigne, il sono troppi impegni ravvicinati, ma non i centrali di DE MAGISTRIS difesa da utilizzare per la sfide di cartello. Una situa- capitano e il talento in rampa zione che angoscia il capitano e che potrebbe peg- di lancio. Due realtà diverse giorare da gennaio quando Benitez porterà avanti la della stessa avventura sua rivoluzione estiva. Che arrivi Mascherano, Rami o Skrtel non è ancora dato saperlo. La certezza è che adici partenopee in un Napoli sem- un nuovo innesto in difesa ci sarà e che, a quel punto, pre più internazionale. L’oro azzur- Cannavaro scalerà al ruolo di quarta scelta con Fer- ro di una squadra che dopo l’ultima nandez che per il secondo gennaio consecutivo verrà campagna acquisti può contare su ceduto. calciatori di undici nazionalità diver- E allora nei prossimi mesi aspettiamoci di tutto, an- R se. Le storie di Paolo Cannavaro e che una clamorosa richiesta di cessione da parte del Lorenzo Insigne sono racconti di un amore per una capitano che sta vivendo questa situazione in manie- squadra che sottende, allo stesso tempo, l’amore per ra tutt’altro che serena. In estate, durante il ritiro di una città. Entrambi sono figli di Napoli, due scugnizzi Dimaro, Cannavaro si aspettava un incontro con De che - loro si - ce l’hanno fatta e ora possono raccon- Laurentiis per il rinnovo del contratto in scadenza nel tare orgogliosi il percorso lungo e tortuoso intrapreso 2015. Dal presidente del Napoli, invece, non sono ar- fin dall’infanzia. rivate nemmeno rassicurazioni circa la centralità del Le radici napoletane, però, sono in questo momento suo ruolo nel Napoli che verrà. l’unico punto in comune che hanno i due calciatori. Per- Il proprietario della Filmauro in questo momento è ché Cannavaro e Insigne vivono due fasi della carrie- concentrato sull’altra metà di Napoli, su quel Lorenzo ra profondamente diverse. Vuoi per il ruolo che hanno Insigne alle prese con la stagione della definitiva con- nel nuovo Napoli di Benitez. Vuoi, soprattutto, per i sacrazione. Lui, a differenza di Cannavaro, con l’ar- dieci anni di differenza. Il capitano è nella stagione rivo di Benitez ha scoperto il Paradiso. In campo sem- più delicata della sua seconda avventura alle pendici bra rivedere l’Insigne che agli ordini di Zeman mise a del Vesuvio dopo quella che da ragazzo l’ha lanciato ferro e fuoco l’intera Serie B. Un ruolo congeniale alle Nato a Napoli il nel calcio che conta. L’unico superstite della squadra sue caratteristiche e una maturazione calcistica che fa 10/03/88, colla- che ottenne la promozione in Serie A agli ordini di rima con continuità. Per Benitez è già un calciatore indi- boratore di Tutto- Edy Reja. Il momento è delicato perché per la prima spensabile e Napoli è pazza della sua stellina che con mercatoweb.com volta non è più lui il fulcro difensivo della squadra. In “Entrambi sono figli di una punizione degna del suo idolo Del Piero ha rega- dal 2008. Esperto estate il manager spagnolo ha chiamato da Madrid lato alla città un ritorno da incorniciare in Champions. di calciomercato Napoli che ce l’hanno fatta. Raul Albiol e l’ha subito inserito al centro della sua per Radio Incontro Adesso possono raccontare In questo caso, il club s’è subito affrettato a blindarlo. e Radio Sportiva, nuova difesa a quattro. L’ex Real ha preso il posto di Contratto fino al 2018 e ritocco verso l’alto dell’ingag- collabora con Tutto- Cannavaro, Miguel Angel Britos quello di titolare al orgogliosi il loro percorso” gio per fare di Insigne la bandiera azzurra da svento- napoli.net. suo fianco. Anche il difensore uruguaiano, infatti, ha lare in una squadra sempre più internazionale. foto Insidefoto/Image Sport TMW editoriale roma magazineTUTTOmercatoWEB com® 19 da uno scetticismo generale, acuito dalla cessione a fine agosto di Erik Lamela. Garcia è invece riuscito a ridare fiducia ad ogni singolo giocatore, dando alla Le Cinque squadra la consapevolezza di avere le qualità per far bene. Quando i giocatori non credono nel pro- prio allenatore, inconsciamente non riescono a dare mosse il 100% (come accaduto l’anno scorso). Quest’anno di Alessandro invece tutti i giocatori, anche quelli meno utilizzati, CARDUCCI hanno sposato interamente la causa. di garcia TATTICA – Luis Enrique offriva un possesso di palla sterile, condito da una pericolosa fragilità mentale. Ecco come in pochi mesi la Zeman proponeva un calcio estremamente offensivo, squadra giallorossa si è una fantastica utopia che non riscontrava però il favo- trasformata, rilanciando re dei giocatori e, per questo, è fallita. Garcia vuole le proprie ambizioni europee che i giocatori mantengano il possesso del pallone, pretende un movimento continuo senza palla (come opo l’ottimo avvio di stagione, la Luis Enrique) con i suoi giocatori che si scambiano Roma si propone come protagonista spesso di posizione per non dare punti di riferimento di questo campionato, con l’obiettivo agli avversari ma, al contrario del tecnico spagnolo, è di tornare in Europa dopo due anni meno rigido e più italiano nell’interpretare le partite. di delusioni. La sconfitta nella finale Si può restare acquattati e guardinghi, attendendo D di Coppa Italia ha dato la spinta che l’avversario si stanchi, come accaduto al derby, decisiva per operare un cambiamento di rotta. Ecco ma soprattutto è riuscito ad inculcare la sua filosofia come, in cinque mosse, la Roma si sia trasformata pas- di gioco in pochissime settimane. E’ questo il merito sando da un insieme di singoli ad una squadra solida principale dell’ex Lille: mentre negli anni scorsi si sono e fiduciosa nei propri mezzi sprecati gli appelli a concedere tempo al tecnico e RUDI GARCIA - E’ lui l’uomo in più di questa squadra: alla squadra, Garcia in meno di due mesi ha dato scelto direttamente dal ds Walter Sabatini, il tecnico un’identità alla Roma. francese si è calato con efficacia in una realtà compli- PERSONALITA’ – La Roma negli scorsi due anni ha cata come quella romana, riuscendo a fare non solo avuto poco carattere: in estate sono quindi arrivati da allenatore ma anche da psicologo per una squa- giocatori esperti e dalla forte personalità, come De dra scarica e demotivata dalle recenti delusioni. Tutti i Sanctis, Maicon e Strootman, tanto per citarne tre. Nato a Roma il 25 calciatori non fanno altro che parlar bene di lui: fuori gennaio 1986, Tre pilastri della nuova Roma con una caratura inter- giornalista pub- dal campo sa essere loro amico ma in allenamento nazionale e le qualità per diventare dei leader. blicista all’età di pretende una forte disciplina e riesce a tirare fuori il MERCATO – La rosa è stata rafforzata pur dovendo vent’anni, inizia a massimo da ognuno. terminare il mercato in attivo. Il capolavoro di Sabati- collaborare con il ASPETTO PSICOLOGICO – Garcia lo ripete spesso: ni è stato possibile operando alcune cessioni eccellenti Corriere Laziale. “Ho trovato un ambiente un po’ negativo al mio ar- Ospite per il cal- “Garcia è riuscito in (Osvaldo, Lamela e Marquinhos) e riuscendo a prende- ciomercato a Radio rivo”. L’ex Lille usa un eufemismo perché, solo fino a poco tempo a dare re praticamente gratis calciatori del calibro di De San- Sportiva, è collabo- poche settimane fa, a Roma si viveva un ambiente in- ctis e Maicon. Sono inoltre arrivati Benatia, Jedvaj, ratore di Vocegial- fuocato e dilaniato dalle polemiche susseguite a due un’identità alla Roma” Strootman (pilastro dell’Olanda), Ljajic e Gervinho, lorossa.it dal 2010. anni di fallimenti. Il mercato è stato accompagnato tutti giocatori funzionali al gioco del tecnico francese. foto Insidefoto / Image Sport TMW editoriale lazio magazineTUTTOmercatoWEB com® 20 discusse della sessione biancoceleste. Se sull’ex Igli Tare Anderlecht non ci sono dubbi in termini di valo- re e qualità tecnica, il difensore argentino in- L’equilibrismo vece, desta ancora parecchie incertezze. Tare ci crede e in lui vede il rinforzo mancante: “In difesa non serve altro. Il nostro centrale è No- di Tare varetti”, ha affermato nei giorni scorsi e anche di Alessandro Il ds della Lazio si è caricato questo è prendersi delle responsabilità. È giusto ZAPPULLA il peso del mercato anche che il Direttore Sportivo ci metta la faccia sul mercato. È corretto percorrere strade impervie oltre le sue responsabilità in nome del rafforzamento (e qui mi riferisco iamo uomini, non caporali!!”, vor- ancora all’attaccante), ma è anche opportuno rei si riassumesse così il carattere lasciarsi del tempo per perseguire altre vie e della dirigenza laziale. Nel post realizzare piani di emergenza. Alla Lazio però mercato Igli Tare ha analizzato non va mai così. Poco tempo e speso male per il mercato appena concluso. Il cercare un attaccante in luogo di Yilmaz. Qua- “S diesse ha dimostrato coraggio, gliarella, Matavz, Gilardino o altri nomi en- caricandosi sulle spalle il peso di mancate scelte trati nella nomination delle punte alternative. e sfumati acquisti, andando anche oltre le sue Un errore che pesa come un macigno. Errare stesse responsabilità. Sa, ha capito, ha avvertito è umano, perseverare è diabolico, racconta un tutto il disagio e il disappunto della gente. Yil- antico adagio, sconosciuto al presidente Loti- maz un anno dopo ha ferito e colpito in maniera to. Il patron della Lazio in barba agli ‘equilibri’ assai più pesante dell’anno prima. Il suo lavoro professati dal suo Direttore Sportivo, nega fino lo aveva iniziato bene, anzi benissimo il buon alla morte una trattativa sotto gli occhi di tutti, Igli, portando a compimento un tassello lasciato deride i giornalisti, non rispetta i sogni della a metà. Si tratta di Felipe Anderson. Anche li gente e si preserva poco tempo per rinvestire una lunga negoziazione, più simile ad una tele- il suo tesoretto su un attaccante diverso dall’o- novela, che non ad una compravendita, aveva biettivo principe. D’accordo Yilmaz è forte, ma lasciato il popolo laziale in trepida attesa per la Lazio è più importante. Perseverare in una giorni e giorni. Tare ci ha creduto sempre, ci operazione divenuta impossibile, nonostante i ha messo la faccia ed ha puntato forte sul ta- consigli dei collaboratori più stretti, per poi la- lentino del Santos portandolo a Roma. Felipe sciare squadra e tecnico senza un reale rinforzo Nato a Roma il 22- l’atteso, ancora non ha avuto modo di esprimersi tecnico in attacco, non è grave, ma gravissimo. È 09-1975. Radio- cronista e condut- sul campo per via di un noioso infortunio ormai tempo di cambiare atteggiamento dal di dentro. tore su Radio Sei quasi alle spalle. Serve a questa squadra, serve Il coraggio di ammettere pubblicamente di aver (radio dei laziali) per giocare vicino a Klose. Lo attendiamo. Gli condotto invano una trattativa, non può arrivare dal 2010. Redat- acquisti mirati e voluti per rinforzare la Lazio sempre all’indomani di una débâcle assoluta. A tore de Lalaziosia- sono stati consegnati a Petkovic prima del ritiro volte serve più un buon piano B, che non puntare monoi.it dalla data estivo. Sono arrivati tutti in tempo, all’apertura tutto su un campione che sa di missione impossi- di fondazione Ago- “Nel calcio serve sto 2008. Giornali- di questa nuova stagione e non è poco. Biglia bile. Semplice strategia a tal punto che appare sta pubblicista dal per rinforzare la mediana, Novaretti per pun- sempre un piano B” scontata, ma dalle parti di Formello è tutto ciò 2005. tellare la difesa. Queste due delle scelte più evidentemente ancora ignoto. foto Andrea Ninni / Image Sport foto TMW editoriale fiorentina magazineTUTTOmercatoWEB com® 21 I poteri Juan Vargas taumaturgici di Tommaso LORETO di MONTELLA Da Ljajic ai progessi di Joaquin, chi sarà il prossimo a beneficiare della cura dell’Aeroplanino foto Federico De Luca i questo passo si rischia di dover l’autentico garante del valore di Neto. Il portiere bra- chiamare in causa eventuali poteri siliano si è preso qualche rivincita con prestazioni con- taumaturgici. Nei giorni delle cele- vincenti come a Genova e interventi prodigiosi come brazioni al tecnico della Fiorentina a Bergamo, sul tiro di Denis, ma dopo l’errore con il Vincenzo Montella si sprecano le Grasshopper ha infilato anche un’uscita a vuoto che D lodi e gli approfondimenti su quan- ha capovolto la sfida con l’Inter. Insomma, il dibattito to sia cresciuta la squadra viola. Ma non sono solo e è aperto, ma c’è da scommettere che nei confronti del soltanto le prestazioni e la classifica a rispecchiare proprio portiere, il tecnico viola, continuerà soprattut- quanto di buono ha fatto “l’Aeroplanino” dal suo arri- to a fare scudo. E anche con Mati Fernandez, o con vo a Firenze. Perché le prime testimonianze del lavoro lo stesso Rafal Wolski, è sempre la stessa storia. Il certosino dell’allenatore sono direttamente in campo, cileno deve definitivamente calarsi nel progetto tattico sotto gli occhi di tutti, e hanno nomi e cognomi. In prin- (e anche per lui vale il discorso fatto su Neto tra bel- cipio fu Adem Ljajic il primo ad accorgersi di quanto le giocate ed errori imperdonabili) ma nel momento con Montella sarebbe potuto crescere. Una scoperta del bisogno ha comunque offerto il suo apporto. Esat- che, per inciso, non deve averlo convinto più di tanto tamente come Joaquin, apparso in crescita regolare nella scelta di lasciare comunque Firenze in estate, ma nelle ultime uscite. Quanto a Juan Manuel Vargas, Nato nel 1976, che almeno ha sortito buoni frutti per la Fiorentina infine, i ben informati raccontano di un faccia a faccia direttore di Firenze- viola.it. Collabora- nella passata stagione. Perché soltanto un anno fa il particolarmente sincero tra il tecnico e il peruviano tore del quotidiano serbo era a un passo dalla cessione, e praticamente che smania dalla voglia di rivincita. Tanto che, in al- La Nazione, è una un oggetto estraneo sin dai tempi del ritiro a Moena. lenamento, Juan sta facendo di tutto per mettersi in delle voci di punta Fu però Montella a decidere il suo futuro togliendolo “Le testimonianze del lavoro mostra ritrovando anche serenità fuori dal campo. E dell’emittente tosca- dal mercato, lasciando partire Cerci e puntando pro- se il buongiorno si vede dal mattino, visto il gol con na Radio Blu di cui del tecnico sono in campo, prio su di lui. Una storia decisamente simile a quan- il Parma pochi minuti dopo il suo ingresso in campo, è esperto di calcio- sotto gli occhi di tutti, e mercato e voce su to sta raccontando l’attuale campionato dei gigliati qualora il peruviano desaparecido riuscisse davvero Firenze per Radio seppure non siano mancati gli alti e i bassi. In mezzo hanno nomi e cognomi” a tornare il calciatore di un tempo ci sarebbe come Sportiva. a fiumi di parole è, e resta, Montella, per esempio, minimo da gridare al miracolo. foto Daniele Buffa / Image Sport foto Daniele Buffa TMW editoriale cagliari magazineTUTTOmercatoWEB com® 22 Blindati Massimo Cellino Radja Nainggolan Cellino tiene tutti i big. ADESSO tocca a Lopez valorizzare questa scelta di Giampaolo assimo Cellino, obiettivo sorprendere GAIAS e smentire. Il presidente del Caglia- ri, da anni personaggio istrionico del calcio italiano, ce l’ha fatta anche stavolta a far parlare addetti ai la- M vori e operatori di mercato. Mesi di trattative, voci, rumors, chiacchiere da salotto sui gio- ielli rossoblù pronti per essere ceduti e invece al gong

finale del calciomercato il Cagliari ha tenuto tutti. E’ foto Federico De Luca rimasto , avvicinato dal Napoli e ac- di prestazioni durante un intero campionato. Spesso costato negli ultimi giorni di trattative al Milan. Sono qualche periodo di black out più o meno lungo ha tol- rimasti anche Mauricio Pinilla, osservato da tanti club to al Cagliari la possibilità di lottare per un obiettivo di serie A, Michael Agazzi cercato dalla Fiorentina diverso dalla solita salvezza. Ovviamente rimanere in e Radja Nainggolan, finito sul taccuino di tanti club Serie A è il primo e principale obiettivo dei sardi, ma europei e cercato nelle ultime ore di mercato dalla provare ad alzare l’asticella è un’idea che stuzzica la Juventus. Tutti richiestissimi durante l’estate e invece presidenza, il tecnico Lopez, i calciatori ma soprattut- ancora con la maglia rossoblù cucita addosso. to i tifosi. Cellino ha tenuto tutti i big, confermando l’ossatura Ora non resta che attendere le risposte del campo. Il della squadra dello scorso anno. Forse per provare mercato di gennaio è ancora lontano, ma sicuramente a fare quel salto di qualità che i tifosi attendono da il telefono del presidente Cellino squillerà ancora per qualche stagione. La rosa del Cagliari è di assoluto chiacchierate di calciomercato. Adesso tocca a Lopez valore in tutti i reparti e con la questione dello stadio esaltare questo gruppo e dimostrare alla proprietà in via di definizione in Sardegna si potrebbe sognare. che tenere tutti i big è stata la scelta giusta. Se il Tra qualche partita, dopo un anno di spostamenti e Cagliari dovesse fare questi primi mesi in maniera match a porte chiuse, i rossoblù dovrebbero tornare convincente la voglia di cedere ai corteggiamenti di al Sant’Elia per le gare casalinghe e ritrovare così il mercato sarebbe sempre minore e con uno stadio fi- calore dei tifosi che manca da circa un anno e mezzo. nalmente a disposizione si potrebbe puntare a tratte- Le prime giornate hanno confermato la bontà delle nere ancora i pezzi pregiati della rosa, mettendoli in Nato il 26 febbra- io 1986. Capo- scelte presidenziali, con Lopez che ha a disposizione condizione di provare a fare in Sardegna il salto di redattore di Sar- un ottimo gruppo con doti tecniche e caratteriali im- “Rimanere in Serie A è il qualità che sognano. degnaSport.com, portanti. A detta di tanti, Conti e compagni possono primo, ma alzare l’asticella Cellino, scaramantico com’è, farà gli scongiu- collabora con la infastidire qualunque squadra e tra i club di seconda ri. Lopez invece lavora per dimostrare a tutti Nuova Sardegna e fascia sono, forse, i più organizzati e affiatati. Il tal- è un’idea che stuzzica” il potenziale del suo Cagliari. Il destino e il l’Unione Sarda. lone d’Achille dei sardi è sempre stata la continuità futuro rossoblù sono nelle sue mani. foto Daniele Buffa / Image Sport foto Daniele Buffa TMW editoriale serie b magazineTUTTOmercatoWEB com® 23

stagione, infatti, inizia con tre pareggi di fila, contro Lanciano, Bari e Novara. Le avversarie del Brescia sono di buon livello, ma non certo al pari Una rondine delle potenzialità del club del presidente Corio- ni. Il primo a non esserne contento è lo stesso Giampaolo che, nonostante veda una squadra in non fa continua crescita, chiede ai suoi ragazzi qualcosa di Luca di più sul piano del risultato. BARGELLINI Ciò che cambia in maniera decisa rispetto all’ini- primavera zio dell’avventura è, invece, il clima attorno allo Cinque giornate e una spogliatoio. Dopo il ko interno contro il Crotone alla quinta giornata i sostenitori delle Rondinel- sconfitta trasformano le vanno a mostrare il proprio disappunto per l’avventura di Giampaolo una squadra che solo la settimana prima aveva a Brescia in un incubo centrato la prima vittoria stagionale. Il tecnico no degli adagi più vecchi lega- si presenta a colloquio con i leader della tifose- ti al mondo del calcio vuole che ria bresciana per cercare di dissolvere le nuvole questo sia un ambiente che vive della contestazione a poche settimane dall’inizio di eccessi. Euforia o depressione. del campionato. Accade però che le posizioni s’i- Toni trionfalistici o critiche aspre. naspriscono e Giampaolo rientra negli spogliatoi U In poche parole le vie di mezzo visivamente contrariato. “Lavoro 24 ore al gior- non sono previste. In questa situazione ben chia- no”, spiega mentre saluta i supporter. ra s’inserisce in maniera perfetta quanto accadu- Da quel momento qualcosa scatta nella testa del to negli ultimi giorni a Brescia con protagonista tecnico che, il giorno successivo alla contestazio- Marco Giampaolo. ne, letteralmente scompare. Niente allenamento. Il tecnico di origini svizzere lo scorso 2 luglio è Niente contatti con la società che di fronte alla stato ufficializzato alla guida delle Rondinelle stampa continua comunque a professare fidu- dopo un anno e mezzo di riposo dall’ultima av- cia nell’allenatore e nella squadra. Una volta Nato a Firenze ventura sulla panchina del Cesena. Per lui c’è da riapparso (dopo presunte fughe a Giulianova l’11 novembre affrontare l’arduo compito di ripetere l’ottima dalla famiglia, ndr) Giampaolo ha già scelto: 1982 ha iniziato addio alla panchina del Brescia con tanto di la propria carriera stagione scorsa, vissuta con il precedente alle- giornalistica sulle natore Alessandro Calori e culminata con l’elimi- rescissione contrattuale. Non vuole più avere pagine di fiorenti- nazione nella semifinale dei playoff promozione niente a che fare con la piazza e la società. na.it dov’è rimasto da parte del Livorno. Per riuscirci la società lom- “No a questo calcio selvaggio”, è il messaggio per sette anni. In barda nel mercato estivo ha portato a termine che l’allenatore lancia attraverso una dichia- radio ha lavorato razione all’Ansa. C’è chi ha parlato di eccessi- per Lady Radio, tutta una serie di acquisti di valore: dal mila- va permalosità (ma allora perché rinunciare ad Radio Fiesole e nista Oduamadi, ai difensori Di Cesare e Paci, “Eccessiva permalosità Radio Blu. Oggi è fino all’attaccante argentino Juan Antonio. I pre- un ricco contratto?) e chi invece ha riproposto il redattore di Tutto- supposti per una stagione ricca di soddisfazioni, o tifosi avventati? La tema delle società “schiave” dei tifosi più caldi. mercatoweb.com insomma, c’erano tutti. verità sta nel mezzo” Posizioni antitetiche, per un mondo che vive di e opinionista per eccessi. La verità? Come sempre sta nel mezzo...

ToscanaTv. Eppure qualcosa non è andato come doveva. La Sport foto Daniele Buffa/Image TMW editoriale estero magazineTUTTOmercatoWEB com® 24 ché Ozil è stato chiaro, nel giorno del suo bat- Mezut Ozil tesimo londinese. “Non credeva in me”. Low, ct RIMPIANTO della Germania, definisce la scelta dei Blancos “incomprensibile”, retroscena di mercato rac- conteranno poi che il sacrificato doveva essere REAL Khedira e non lui. Il trequartista con gli occhioni di Marco Ozil è il colpo più costoso grandi e con le fidanzate da sogno. Da Aida Ye- CONTERIO della storia dell’Arsenal. spica a Mandy Capristo, eletta la decima donna I giocatori del Madrid lo più sexy del mondo, passando anche da Anna- rimpiangono e Wenger Maria Lagerblom. “E’ ossessionato dalle donne”: ora sorride il quotidiano ABC aveva riportato queste dichia- e radici della famiglia Ozil si razioni del presidente del Real Madrid, Florenti- spezzano due generazioni fa. Dal no Perez, a proposito di Ozil, poi smentite. “Una nord della Turchia, dalla provincia persona che guadagna molto non è automatica- di Zonguldak, la speranza di una mente una persona d’onore, Florentino Perez non L nuova vita portano la famiglia lo è”, la risposta forte arrivata comunque dal pa- a Gelsenkirchen. Che oggi rinasce sul calcio e ci dre del ragazzo, Mustafa. E Mezut? Si è limitato a prova col turismo ma che, allora, era il Klondide dare il suo addio, amaro, al Real Madrid. Senza per chi cercava un lavoro nelle industrie del car- rimpianti. “Sono stato un vero professionista, non bone o dell’acciaio. Mezut Ozil, invece, ha piedi avrei potuto giocare 159 partite coi Blancos al- d’oro, di platino. Josè Mourinho l’ha definito “il mi- trimenti, no? Adesso, però, sono nel miglior cam- glior numero dieci al mondo”, lui che l’ha avuto pionato del mondo, volevo passare ad un livello con sé al Real Madrid. Arsene Wenger, adesso, superiore”. Quanto è lontana Zonguldak, quan- se lo gode e lo coccola. “E’ il giocatore perfetto to sono lontane le radici sulle sponde del Mar Nato a Firenze il per il mio Arsenal”. Prende l’11, praticamente la Nero. Adesso Ozil è il nuovo re di casa Gun- 5 maggio 1985, lode ad honorem per il colpo più costoso dell’in- ners coi compagni entusiasti di vestire la maglia collabora con Tut- tomercatoweb.com tera storia dei Gunners: quasi 50 milioni di euro. dell’Arsenal al suo fianco. E dopo un’estate di dal 2011. Inizia Quasi a sorpresa, quasi come un fulmine a ciel stenti e di colpi mancati, ha ricominciato a sorri- con Firenzeviola. it, per poi colla- sereno. “Non me lo aspettavo”, ha detto il suo dere anche Arsene Wenger. Il vecchio lupo fran- borare con Radio ex compagno, Alvaro Arbeloa. “Neanche io, cese di Londra, che ha ammesso sincero. “Ozil Blu, Lady Radio e sono sorpreso”, ha sottolineato Isco. “E’ l’ultimo La Nazione. Ora ha tutte le caratteristiche per essere un giocatore firma de Il Mes- che avrei lasciato partire”, prosegue Sergio Ra- “Ozil è il miglior numero dieci dell’Arsenal. Ho sondato il mercato a lungo ed saggero e Leggo, mos, mentre Sergio Ramos è ancor più duro. “E’ ho scelto lui”. Mezut Ozil. Il dieci e lode dei Gun- è stato speaker e al mondo”. Josè Mourinho. conduttore per Ra- l’ultimo che avrei lasciato partire”. I tifosi vanno ners, con gli occhioni grandi, donne splendide al dio Sportiva. in coro con la squadra, Ancelotti no anche per- foto Imago/Image Sport suo fianco ed un talento infinito. i Re del mercato / Giuseppe Accardi TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 25 Giueppe Accardi “Io che ho sfidato il Trap” Da calciatore ad agente: Beppe Accardi si racconta di Alessio Alaimo - foto Vincenzo Blandino

eppe Accardi è come lo vedi. Schietto, anche troppo. Sen- za peli sulla lingua e sempre con la battuta pronta. E una parola per tutti. Da calcia- B tore ha sfidato Trapattoni. “O gioco o me ne vado”, “bene, quella è la porta…” e via, l’occasione della vita è persa. Ma non c’è mai tempo per avere rimpianti, perché il mondo va avanti. E i treni ripassano. Oggi Beppe Accardi, palermitano di nascita ma cittadino del mondo, è un agente Fifa in rampa di lancio, fa da consulente di mercato al Visè e ha conquistato rispetto, stima e sim- patia da parte di tutti gli addetti ai lavori. Tutto guadagnato sul campo. E le origini non si dimenticano. Accardi ci apre le porte di casa sua, a Palermo. Poi fa un salto indietro nel tempo e ci conduce nel solco che gli ha dato i natali. “Il mio quartiere, la Madonna di tutto il mondo”, dice mentre i vecchi abitanti della zona lo incontrano dopo qualche anno. Tra abbracci, sorrisi e foto ricordo. i Re del mercato / Giuseppe Accardi TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 26

Beppe Accardi calciatore, come inizia? c’erano i prestiti tra squadre professionistiche e “Ho iniziato a giocare nella scuola calcio più serie inferiori. Ma alla Mirandolese cominciò il prestigiosa di Palermo: l’Ac Bacigalupo, con mio percorso, conobbi anche mia moglie. Giocai Marcello Dell’Utri presidente e Mormile allena- bene, feci una stagione positiva e andai a finire tore. La struttura della società era eccezionale, al Ravenna con Rino Foschi direttore. Rimasi due organizzata, all’avanguardia. Ho fatto in tem- anni al Ravenna e nell’anno della retrocessione po ad inaugurare il nuovo campo, dove adesso in Interregionale Foschi mi fece quasi da procu- sorge il Velodromo, e poi a fine anni ’70 sono ratore, perché mi portò all’Olbia in C2: il mio andato all’Amat, da dove siamo venuti fuori io, primo trampolino di lancio, poi infatti mi prese la Totò Schillaci, Massimo Taibi, Carmelo Mancu- Cavese dove giocai un anno a livelli eccezionali. so, Tommaso Napoli e c’erano giocatori che a La società trovò anche un accordo con l’Avellino livello qualitativo erano ancora più forti. Quella e mentre stavano mettendo a posto le pratiche, il scuola era basata sulla passione di tutti i genitori presidente del club irpino, Graziano, fu arresta- e i ragazzini. E come dimenticare la nostra gui- to. Saltò tutto. Intanto con la Cavese non avevo da, Mario Falanga, quello che ci ha dato i prin- il contratto, ma ero vincolato alla società. Non cipi basilari delle regole, del rispetto. Il premio accettai alcun rinnovo, in attesa di essere ceduto. settimanale sapete qual’era? Chi si comportava La sera me ne andavo in discoteca, non avevo meglio andava a fare il raccattapalle. I nostri la testa per restare lì. La Cavese poi, doveva idoli in quell’epoca non erano i giocatori di se- giocare la partita di Coppa Italia contro l’Inter: rie A, ma i giocatori più grandi dell’Amat, che la notte ero rientrato alle 4, di pomeriggio mi giocavano in serie D e il mio idolo non era il chiamò il presidente, Don Guerino Amato, e mi Facchetti di turno, ma Giuseppe Adelfio, da lui disse: «firma il contratto e ti do la mia parola studiavo tutto. Di quella scuola calcio ricordo d’onore che prima della fine della Coppa Italia tutto, la nostra fortuna sono stati i genitori, che ti vendo». Su di me c’era l’Udinese”. avevano passione e credevano in noi, senza met- tersi in mezzo più di tanto. E dopo l’Amat, per La partita contro l’Inter fu un’occasione im- me, il Bologna…”. portante. Da lì, a sorpresa, il passaggio in nerazzurro… Come arrivò al Bologna? “Giocai talmente bene che tutti i giornali, il “Fui visto da , che all’epoca era giorno dopo, scrissero «L’Inter compra chi la fa l’allenatore della Primavera del Bologna. Mi tremare». Ma nessuno avrebbe mai immagina- chiamò per fare un provino, poi l’anno dopo feci to che questo fosse vero. Andai a Milano con il un provino con il Bologna e lì nacque la mia car- presidente Amato, ma pensavo di andare a fir- riera calcistica. In quel momento il settore giova- mare per l’Udinese… il presidente a Linate mi nile del Bologna era molto forte, c’erano Manci- diede cinquemila lire dicendomi «vatti a levare ni, Marocchi…tutti giocatori che hanno fatto la la barba», gli chiesi «presidente, ma in aero- storia del calcio italiano. Il secondo anno poi, porto?» ed effettivamente in aeroporto c’era fui operato di peritonite. E il Bologna creden- un barbiere. Mandò il segretario della Cavese do che facessi fatica a recuperare mi mandò in all’Hotel Gallia per incontrare l’Udinese, noi in- Interregionale, alla Mirandolese. All’epoca non vece prendemmo un taxi direzione Foro Buona- i Re del mercato / Giuseppe Accardi TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 27

parte. E sul taxi mi chiese «Beppe, lo sai dove ra il rischio che le venisse un infarto. E un anno stiamo andando?», io non sapevo che lì ci fosse prima avevo perso mio papà proprio per un in- la sede dell’Inter e risposi «a vedere la statua farto. Ero abituato a fare gli scherzi telefonici, di Napoleone?». «No – mi rispose il presiden- già immaginavo che dicendole «Mi ha comprato te – stiamo andando all’Inter, ma tu devi dire l’Inter» scoppiasse a ridere. La prima cosa che le che non ci vuoi andare perché l’Udinese mi dà dissi, al telefono, fu «Siediti». E lei «È successo più soldi». Figuriamoci… Arrivato in sede ad un qualcosa?», mia madre è una di quelle donne certo punto si apre la sala delle coppe, entrai che quando chiami devi stare attento a quello nell’ufficio del ds Beltrami, presi la penna e chie- che succede. La mia risposta fu «No mamma, si «Dove devo firmare?», senza sapere quanti non ti preoccupare. Mi ha comprato l’Inter…». soldi avrei preso e di quanti anni sarebbe stato Mi rispose «Ma scherzi sempre? Smettila…». il mio contratto. Impossibile dire di no all’Inter, «Mamma, guarda che mi ha comprato l’Inter, avevo realizzato un sogno. Tutti da bambini ab- davvero». Ci misi cinque minuti a convincerla, biamo delle ambizioni. E se ti ritrovi dalla peri- poi presa dall’emozione cominciò a piangere: il feria di Palermo all’Inter… come fai a rifiutare? mio passaggio all’Inter la fece tornare indietro Poi io sono tifoso interista, come mio padre, di qualche anno, vista la fede nerazzurra di mio che avevo perso un anno prima. Si avverava un padre. Poi cominciò la festa. Intanto a Bologna sogno, per me e per mio papà che non c’era più. incontrai Soncini, il mio ex allenatore rossoblu’. Il mio grande problema, subito dopo la firma, Quando arrivammo mi sentivo come uno che con era telefonare a mia moglie e mia madre per l’Inter non c’entrava niente, poi ero anche timi- dire che avevo firmato per l’Inter senza farmi do. E il mio problema era giustificare a quelli ridere dietro…”. del Bologna la mia presenza. In sala Vip arrivò Sancini, mi chiese cosa ci facessi lì e in modo Come andò la telefonata? timido risposi «Mi ha comprato l’Inter», lui repli- “Andai con Pellegrini a vedere la partita di Cop- cò dicendomi: «Ma smettila, non dire cavolate». pa Italia Bologna-Inter, il presidente lì mi avreb- Poi si girò Pellegrini e mi presentò come il nuovo be presentato a stampa e squadra. In macchina acquisto dell’Inter. Una grande soddisfazione. aveva il telefono, che mi mise a disposizione per Perché un po’ con il Bologna ce l’avevo, visto telefonare a qualcuno per avvisare del mio tra- che dopo la peritonite mi mandarono a giocare sferimento all’Inter. La prima telefonata la feci in Interregionale. Ma a Soncini resto legato, per- a mia moglie, la sua risposta fu «Ma la smetti ché in carriera mi ha insegnato tanto”. di fare sempre scherzi? Ma va a quel paese», il grande problema fu convincerla che effettiva- All’Inter però non timbrò mai il cartellino: mente mi aveva preso l’Inter, ero in macchina con zero presenze. il presidente e non potevo certo esternare… così “E tanti riscaldamenti! Ma per non aspettare le dissi di venire alla partita a Bologna. La te- ebbi la stupidità di sfidare Trapattoni dicendogli lefonata più tragicomica invece, fu quella a mia «O gioco o me ne vado»” madre: a lei del calcio non è mai importato nulla ma sapeva che mio padre tifava Inter. Dicendole Cosa le rispose il Trap? che ero diventato un giocatore nerazzurro c’e- «Te ne puoi andare…». Il mio rimpianto più i Re del mercato / Giuseppe Accardi TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 28

grande. Ma in quel momento non ero pronto, contratto più alto rispetto a quello dell’Inter. Ma giocare all’Inter o in piazza era uguale… gli in quell’anno il Foggia era uno squadrone, voleva errori li cominciai a capire quando dal paradiso vincere. Non era una squadra da serie C, ma da mi stavo ritrovando all’inferno. Infatti oggi, ai A. Avevano preso Barbuti, Scienza, me, Franco miei giocatori, cerco sempre di fargli capire che Baldini, De Marco, Barone. Poi però, un po’ per il bisogna sapere aspettare il proprio momento”. carattere di Casillo e dell’allenatore, Marchioro, nelle ultime partite di campionato venne esone- Dopo l’addio all’Inter? rato il mister e cominciarono i disastri. Io presi “Andai al Campobasso in prestito, come allenato- le difese del mister e venni sbattuto fuori rosa, re c’era Tord Grip, un riferimento di Eriksson. L’In- non andammo in serie B e la stagione dopo ave- ter mi mandò lì in prestito, perché voleva seguire vo ancora due anni di contratto, ma non volevo il mio percorso professionale. Quell’anno retro- restare. Ma arrivò Caramanno come allenatore cedemmo ai rigori, sarei dovuto restare all’Inter. e mi se come condizione imprescindibile la mia Ma ci fu l’avvento di Casillo nel calcio, al Foggia. permanenza. Gli dissi «Mister, per lei mi faccio ta- Fece di tutto per comprarmi dall’Inter, inizialmente gliare braccia e gambe. Ma con questo presidente rifiutai. Poi ad un certo punto mi sembrava poco io qui non ci rimango». Rinunciai ad un contratto cortese dire di no al direttore Pavone e così sparai da centoquarantamilioni di lire all’anno per altri una cifra talmente alta che pensai «Si tirano in- due anni, per andare a giocare a Licata in B per “Sfidai Trapattoni. Se adesso lo facesse un dietro…». E invece il Foggia senza neanche par- andare a prendere sessantacinquemilioni. Nella lare mi accontentò, paradossalmente mi fecero un mia vita i soldi non sono mai stati una priorità. Se mio giocatore lo prenderei a calci”

avessi seguito delle regole diverse dal mio modo Perché? di pensare avrei guadagnato di più, magari mi “Ero l’unico palermitano della squadra dei tito- sarei divertito anche di più. Oggi non rifarei cer- lari, la città aveva tante aspettative. Non gio- te scelte, anche se magari me ne sono pentito. A cavamo alla Favorita, ma a Trapani e facemmo Licata feci una stagione spettacolare, partimmo un’annata importante in cui però non riuscimmo alla grande e tutti pensavano che potessimo an- a centrare l’obiettivo promozione in serie B. E dare in serie A. Poi ci furono una serie di incom- non solo, all’inaugurazione della Favorita prima prensioni tra società e allenatore, ma ci salvammo del Mondiale del ’90, la squadra perse ai rigori tranquillamente. Avevo il contratto di un anno, mi contro la Lucchese la finale di Coppa Italia. Ma volevano Lazio e Atalanta. Ma lì poi, anziché an- fu una serata spettacolare, allo stadio c’erano dare in serie A, feci una scelta di cuore”. quarantatremila spettatori: una notte indimenti- cabile, magica. Ancora a parlarne adesso ho i Andò al Palermo… brividi. Ma quell’anno io capii che per me non “Sì, era l’anno della ricostruzione. Mio pa- era più il tempo di stare a Palermo: succedevano dre mi portava in curva, il mio legame con le cose positive ed era merito di chi veniva da il Palermo è qualcosa che parte da lontano. fuori, quando c’erano i problemi invece dove- Per me, giocare in rosanero, era un sogno. vano risolverli i palermitani. E poi c’è una cosa “Mi dissero di rifiutare i nerazzurri per Tornavo a casa, da giocatore affermato. Ma che non ho mai sopportato: sono molto legato andare all’Udinese: impossibile” fu l’errore più grande della mia vita”. alla mia città, quando arrivano i giocatori da i Re del mercato / Giuseppe Accardi TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 29

fuori i tifosi si fanno ammazzare per loro, poi ci italiano che viveva a Reggio Emilia, Salvatore sono i palermitani che non vengono amati. Dai Trunfio, venne al campo e mi disse «Ci vuoi an- suoi figli, Palermo, pretende tanto. La gente si dare a giocare in Indonesia?». E sa perché andai ricorda di gente come Biffi, Chimenti… dimenti- a giocare in Indonesia? cando di Schillaci, Tommaso Napoli, Compagno, Parisi, Vasari. Questa cosa non la capirò mai, Provo ad immaginare: Sandokan? mi fa stare male. Palermo deve cominciare ad “Sì, esatto. Davvero, non scherzo. Ero affasci- amare di più i propri figli. La gente ce l’ha con nato da Sandokan, pensai «se mi danno i soldi Zamparini, ma il presidente al Palermo ha fat- vado in Indonesia». Incredibile, accettarono le to vedere il calcio vero. I tifosi che cosa hanno condizioni. Risposi al procuratore, che si fece fatto? Il primo anno trentottomila abbonamenti, risentire dopo un po’ di tempo «Se entro mez- poi meno della metà. A Napoli invece lo stadio è zanotte mi fai avere il contratto chiedo scusa sempre pieno. I palermitani dovrebbero ringra- alla Pistoiese, non firmo e gli spiego che per me ziare Zamparini, che per dieci anni ci ha fatto sarebbe meglio anche portare via mia moglie divertire. Ma se non diamo non possiamo riceve- dopo quello che è successo». Alle 23.45, una re. Per diventare una realtà importante ci vuole sera, mi arrivò il contratto via fax. Il rullo gi- senso d’appartenenza. È un po’ come la storia rava, andava avanti. C’era il contratto da cin- del centro sportivo… il Palermo non ce l’ha. Ma quecentomila dollari. Chiesi scusa al ds Salvatori di mezzo c’è la politica: trent’anni fa il Palermo e presi l’aereo per l’Indonesia. Arrivai a Gia- una casa ce l’aveva, si chiamava Castelnuovo, carta e subito, in aeroporto, fu come se fossi a vicino lo stadio Barbera. Oggi ci sono gli zinga- casa (ride, ndr). Iniziarono a dirmi «Suka», che ri, una volta c’erano sei campi di calcio in erba. in siciliano è una parolaccia, ma in indonesiano La politica ha rovinato tutto… possibile che non vuol dire «Piacere di conoscerti», all’epoca non si riescano a sistemare i nomadi e restituire la lo sapevo. E ci fu un piccolo equivoco (ride, ndr). casa al Palermo? I politici ti rispondono «E ci Mi ritrovai a firmare il contratto al quarantesimo vai tu a far spostare gli zingari?». Cose che non piano di un palazzo megagalattico. L’Indonesia capirò mai. E poi ci lamentiamo se Zamparini mi ha cambiato la vita”. vende Pastore e Cavani. Ricordiamoci Cavani lo ha venduto anche De Laurentiis, per sessantatre- Cosa si porta dietro di quell’esperienza? milioni…”. “Ancora oggi sono in contatto con delle persone che conobbi all’epoca, me le sono ritrovate nel mio Lei ama le sfide. Fu il primo giocatore ita- percorso futuro, appese le scarpe al chiodo. Sono liano ad andare in Indonesia. Se le dico sincero, lì trascorsi un anno e mezzo spettacolare, Pelita Jaya? poi ebbi la fortuna di giocare con due dei giocatori “Correva l’anno 1995. Si era suicidato da poco che hanno fatto la storia del calcio: Mario Kempes mio suocero. L’anno prima ero stato dato in pre- e Roger Milla. Con Kempes nacque un’amicizia im- stito dalla Reggiana al Venezia di Zamparini, a portante. Poi lì scoppiò la rivoluzione, fui costretto a fine prestito ero in trattativa per la risoluzione ritornare in Italia. In Indonesia conobbi una persona, del contratto. Trattavo con la Pistoiese, ma un Roberto Regis Milano, che faceva trading in Indo- mese prima dell’inizio del ritiro un procuratore nesia. Mi contattò, chiedendomi quale fosse l’occa- i Re del mercato / Giuseppe Accardi TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 30

sione migliore. Subito andammo a trattare la Reg- Cioè? del Marsala, gli mandai questo ragazzino. Sapete diverso rispetto a quello di Caliendo”. giana, ma non trovammo l’accordo. Poi saltò fuori “Un giorno andai a Parigi da un amico, che mi chi era? Patrice Evra. Da lì cominciò la sua storia. l’occasione Torino. Mi ritrovai subito, da calciatore portò a vedere dei ragazzi di colore. Vidi un ra- Intanto il Torino fu venduto, Ciminelli e Luciano In che senso? a dirigente del Toro: ero diventato il responsabile gazzino che mi fece subito una buona impressio- Moggi mi proposero il rinnovo di contratto. Ma “Per me i soldi sono importanti, ma alcuni prin- dell’area tecnica granata, nel 1996. Potevo decide- ne. Gli chiesi «Vuoi venire a provare a Torino?». li ringraziai e presentai le dimissioni. Da un po’ di cipi di più. Lui nella sua vita è stato molto più re tutto quello che volevo, ma non avevo l’esperien- «Subito», la sua risposta. Dissi ai responsabili del tempo Beppe Galli e Antonio Caliendo mi stavano pragmatico e concreto di me, ma per me prima za, la caratura, per gestire una società del genere. settore giovanile del Toro di provarlo. Dopo una addosso, così mi convinsero ad andare a lavorare vengono i valori e poi i soldi. Il suo valore prin- Mi accodai a delle persone che all’epoca erano più settimana lo bocciarono, così mi feci mettere tutto con loro. Facemmo una società, da cui andai via cipale invece erano i soldi, così decidemmo di competenti. Ma ho un rimpianto…”. per iscritto. Telefonai a Leo Mannone, presidente dopo sei mesi perché il mio modo di pensare era dividerci. Così facemmo una società io e Beppe i Re del mercato / Giuseppe Accardi TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 31

particolare, è il maschio che non ho mai avuto come figlio. Sono sempre stato contento di avere avuto due figlie, ma Dio mi ha mandato Mbaye, è come se fosse mio figlio”.

Come nasce il vostro rapporto? “Una volta andai a vedere l’Etoile Lusitana, mi segnalarono un ragazzino di quattordici anni. «È il più forte che abbiamo», mi dissero. Lo vidi e lo proposi all’Inter. Piero Ausilio mi disse «Ti faccio sapere…», ma non mi dava risposte. Così tramite un dirigente dell’Etoile Galli, che aveva il patentino da agente. Comin- Lusitana contattai Mourinho. Il giorno dopo ciammo una storia durata sei-sette anni. E io mi chiamò Ausilio, Mou gli aveva detto che se credo di aver fatto il trasferimento più incredi- Mbaye non fosse andato all’Inter per una pro- bile della storia del calcio”. va, lo avrebbe fatto cacciare. In quel momen- to non avevo la certezza che l’Inter prendesse Addirittura? Ibra, così lo proposi anche al Palermo. C’era “Sì, Ciccio Grabbi dalla Ternana al Blackburn, Walter Sabatini che mi disse: «Se l’Inter dà per ventidue miliardi e mezzo. Quell’anno lo vo- un milione all’Etoile Lusitana, io te ne do due». levano tutte le squadre. Ma per ventidue miliardi Ma avevo dato la parola all’Inter. E per me la fu un trasferimento epocale, perché addirittura parola conta più di ogni altra cosa. Nel pe- Vieri fu venduto all’Atletico Madrid per meno. Ma riodo in cui stavamo preparando tutta la do- attenzione, io non mi definisco un procuratore”. cumentazione Ibra venne a stare a casa mia. L’Inter gli dava centocinquanta euro al mese, Ah no? io lo andai a prendere per fargli trascorrere “No, mi diverto di più ad andare in giro a ve- il Natale con me e intanto fece un gesto incre- dere i ragazzi. E a farli crescere. Perché io ho dibile, con suo padre: prese duecento euro e fatto degli errori e vorrei che i giocatori che assisto adesso non li ripetessero. La prima cosa che ho detto a Ibrahima Mbaye, quando ci sia- mo conosciuti, è stata «Ibra, piano piano si ar- riva lontano». Oggi è il suo motto”.

Se Mbaye andasse dall’allenatore a dire «O gioco o me ne vado» come fece lei con Tra- pattoni? “Lo prenderei a calci in culo. Ho capito l’erro- re, non devi sbagliare perché il calcio va veloce e non ti aspetta. Poi con Ibra ho un rapporto i Re del mercato / Giuseppe Accardi TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 32

glieli mise in mano, senza far vedere niente a la persona con cui ha un rapporto incredibile Lei è anche il procuratore di Leandro Rinau- il posto da titolare. Ma durante un allenatore nessuno. Gli disse indicando me: «Papà, buon è mia moglie, la considera sua madre. Non mi do, che per un periodo l’ha lasciata. Poi è di rifinitura ebbe un problema alla schiena. Da Natale. Io vado con lui…». Il papà cominciò a devo preoccupare degli altri procuratori, ma tornato sui suoi passi… lì cominciò la tragedia calcistica di Leandro, la piangere dall’emozione. Poi arrivammo a casa di mia moglie. E se devo fare una cosa per “Con Leandro ho un rapporto affettivo. Si è tro- schiena gli causò dei problemi al tendine. Quan- mia. E sapete come si presentò? Con un regalo Ibra, quasi devo chiedere il permesso lei. Lui vato dal vivere il sogno più bella sua vita, cioè do è arrivato davanti alla porta del paradiso, ha per ognuno della mia famiglia. Anziché anda- è destinato a fare bene, a diventare un gio- andare alla Juve, a ritrovarsi come quello che trovato l’inferno. Era diventato meno riflessivo, re a spendere i primi soldi, li ha raccolti per catore importante. Dei soldi non gli interessa. poteva perdere tutto. Andò alla Juve nel 2010 aveva voglia di giocare a tutti i costi, perché quattro mesi per comprarci i regali. È un ’94, Mi dice «Io gioco, penso solo a giocare». Un in prestito con diritto di riscatto l’ultimo gior- voleva dimostrare che stava bene. L’anno dopo in quel periodo aveva quattordici anni. Oggi comportamento così ti dà forza…”. no di mercato, arrivato in bianconero conquistò quindi tornò a Napoli gli consigliai di non muo- i Re del mercato / Giuseppe Accardi TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 33

Schietto, sincero, mai banale. Il suo caratte- Sogno per il futuro: si è avvicinato agli indo- Il ricordo più bello? re, nel calcio, è un pregio o un difetto? nesiani da giocatore, l’ambizione è ripetere “Ho vissuto i momenti più belli della mia vita. “A volte trovi ragazzi che pensano che il calcio quanto fatto con il Torino, magari con Thohir? Quando vengo qui, lo vedi, mi accolgono bene. sia fatto solo di soldi. Ma con i soldi non vinci, “Sicuramente mi fa piacere che un indonesiano si Gli amici di una vita, le storie più belle, sono qui. sono una conseguenza. Non condivido che un avvicini al calcio italiano, è un grande imprendi- E oggi, grazie a questa intervista, sono torna- procuratore chieda dei soldi quando un gioca- tore che può portare grandi risorse all’Inter. Può to nel mio quartiere. Venendo qui mi sento ri- tore è a inizio carriera. Magari con mille euro far diventare l’Inter un marchio mondiale. Ma io nascere, anche se adesso conduco una vita più un ragazzino fa un regalo alla madre… i soldi faccio il procuratore e ricoprire un altro ruolo agiata e ho casa in una zona magari migliore. nella vita non sono tutto. Io sono fatto così e il sarebbe incompatibile”. Ma quando nasci in un posto come questo non mio carattere, a me va bene così. Non riesco a lo puoi dimenticare. E oggi ritornando qui, ho fare come tanti procuratori, che vivono nel mio Dove andrà quando lascerà il calcio? dimenticato tutti i problemi”. mondo e pur di prendere un giocatore in procu- “Tra Palermo e San Vito Lo Capo, magari a fare versi fino al suo recupero. Gli ultimi giorni di ra s’inventano chissà cosa. Si dice in giro che ci il nonno. Quando smetterò di dedicarmi al cal- Cosa direbbe ad un ragazzo che vuole fare mercato discutemmo animatamente: correva il sono miei colleghi che per prendere le procure cio vorrei pensare alla famiglia e alle cose che l’agente? rischio di andare in un’altra squadra, farsi male vanno in giro e pagano i giocatori: questo, se magari sto trascurando a causa del mio lavoro”. “Di cambiare mestiere”. e chiudere con il calcio. Per me il legame con le fosse vero, non può mai diventare un rapporto persone conta più dei soldi, quindi a volte – sba- vero e sincero. Queste cose non le accetterò mai. Se non avesse fatto prima il calciatore e poi Esagerato… gliando – penso che la gente debba accettare il La vita non può essere fatta sempre di ipocrisia”. l’agente? “No, dico davvero. Oggi devi partire con una mio pensiero quando sono convinto di una cosa. “Avrei fatto il ladro. A Palermo o fai il ladro o base economica importante, pensare che i primi Finito il mercato Leandro era molto arrabbiato, I colleghi che sono anche amici? fai il carabiniere (ride, ndr). Scherzi a parte, non anni devi autofinanziarti senza pensare di anda- in quel periodo era sempre alterato e così le no- “Circa sette anni fa ero al calciomercato, si fa- ci ho mai pensato. Ma mi sarebbe piaciuto fare re a guadagnare chissà quali soldi. E soprattutto stre strade si divisero. Quando iniziai a leggere ceva al Quark. Un giorno sento uno che mi dice l’attore. Del resto, in tv vengo bene. No?” guardare anche a mercati come il Vietnam, il sul giornale che stava per andare a Novara, «Soldato Accardi, attenti!», io penso «Ma chi Bahrein, tutti posti che magari ora sono inesplo- consigliai al fratello di suggerirgli di non an- è questo scemo?». Era il mio caporale quando Torniamo indietro di qualche anno: ci porta rati. Perché nel calcio non ci sono solo gli slavi e dare. Aveva un problema al tendine, andare facevo il militare. Alessandro Pellegrini. Con lui dove è nato? gli indonesiani”. a giocare su un campo sintetico significava abbiamo un rapporto d’amicizia, è una brava “Molto volentieri”. andare a complicare le cose. Poi un giorno mi persona. Se devo fare qualche nome, tra gli ami- chiamò la moglie di Leandro e mi disse «Vuoi ci che ho nel calcio, cito Nicola Ferrante e l’av- L’automobile si mette in moto, Accardi ci con- farmi un regalo? A maggio battezziamo i no- vocato Annalisa Rosetti. E poi c’è un ragazzo duce nel suo primo quartiere di Palermo. “Ma- stri figli, vieni al battesimo», accettai di anda- che ha cominciato a lavorare con me da poco, donna di tutto il mondo”. Venti minuti dal centro re alla festa e quando Leo mi vide, si staccò Denis Gianni, una persona umile con cui lavorare del capoluogo siciliano e… ci siamo. da tutti e ci abbracciamo. Poi mi chiese: «Ma è veramente un piacere. Nell’ambiente del calcio perché quando non ragionavo non mi hai pre- ho più amici che nemici. O meglio, più simpatie Che effetto le fa tornare qui? so e sbattuto al muro?», replicai dicendogli: che antipatie. Anche se qualche volta mi sono “È come se tornassi a casa. Sono andato via a «In quel momento eri diventato insopportabi- arrabbiato quando qualcuno con delle bassezze quattordici anni, ma è come se non avessi mai le». Poi dopo l’abbraccio, tutto come prima. E ha provato a portare via qualche mio giocatore. lasciato. A volte, quando sono a Palermo, la not- oggi il nostro rapporto è ancora più forte. In Se hai la capacità di prendere un giocatore da te vengo a fare delle passeggiate proprio qui. questo lavoro devi metterci sempre qualcosa un altro agente senza tirare fuori i soldi vuol Ricordo i tornei, le partite con gli amici. Ricordi di più della professione, quando cominci una dire che qualcosa tra te e il calciatore qualcosa incredibili, belli, emozionanti”. storia devi portarla avanti”. non va. E quindi ti devi mettere in discussione”. intervista di Alessio Alaimo i Re del mercato / Giuseppe Accardi TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 34 “Un consiglio agli aspiranti agenti? Cambiate mestiere...” i giganti del calcio / Massimo Orlando TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 35 Massimo Orlando L’Orlando Furioso Da ad alcuni suoi ex compagni, l’ex centrocampista di Juventus, Fiorentina e Milan racconta i retroscena della sua travagliata carriera, spezzata da molti infortuni che lo hanno obbligato a lasciare il calcio a soli 29 anni.

di Lorenzo Di Benedetto - foto Federico De Luca

ecnica, velocità, voglia di emergere e infortuni. La car- riera di Massimo Orlando po- trebbe essere riassunta così. Dalla Reggina alla Juventus T per sei miliardi di lire, poi l’arrivo alla Fiorentina con la scomoda impre- sa di non far rimpiangere . Gli infortuni, le incomprensioni con Claudio Ranieri, la retrocessione con la Fiorentina e le vittorie in Coppa Italia e Supercoppa Italiana. Il rim- pianto per la mancata convocazione al Mon- diale americano del 1994 e i suoi rapporti con allenatori e compagni non sempre idilliaci.

Partiamo dall’inizio, dalla prima avventura i giganti del calcio / Massimo Orlando TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 36

nei professionisti con la Reggina... “Sono approdato “Arrivavo dal Conegliano, un settore giovanile molto importante in Veneto. In quell’occasione la presto in Serie A e Reggina comprò praticamente una squadra inte- ra visto che aveva bisogno di molti giovani per in questo sono stato formare la Primavera. Dopo circa due mesi, poi, in prima squadra si infortunarono due centro- fortunato, poi sono campisti e dato che le rose di allora non erano le stesse di oggi, quella fu la mia occasione per arrivati gli infortuni esordire in prima squadra. A Reggio Calabria andò tutto molto bene, con un’unica delusione che mi hanno importante, quello spareggio contro la Cremo- rovinato la carriera” nese per la promozione in serie A perso ai rigo- ri. Per un diciassettenne come me però, fu una grande soddisfazione”.

Poi il passaggio alla Juventus per 6 miliardi di lire. Una cifra che le pesava? “Si dice che il centro sportivo della Reggina sia stato costruito con i soldi incassati dalla mia cessione alla Juventus (ride ndr). Non mi pesa- va, mi faceva piacere per la Reggina, che con quella cifra avrebbe potuto costruire qualcosa di importante. Successivamente però ci sono ri- masto male per il comportamento della società calabrese: sono tornato anni dopo a chiedere se avessi potuto collaborare con la Reggina ma mi avevano già dimenticato. Purtroppo nel calcio c’è poca riconoscenza. Arrivai alla Juventus con grande entusiasmo. Ero ancora un ragazzino e avevo la possibilità di esordire in serie A. Una sensazione bellissima”.

Neanche il tempo di esordire con la maglia bianconera e fu già l’ora di salutare tutti per approdare alla Fiorentina. A Firenze i suoi anni più belli? “Sicuramente sì. Avevo grandi responsabilità, e il primo anno fu bellissimo. Il tifo viola doveva superare la delusione legata alla partenza di i giganti del calcio / Massimo Orlando TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 37

“Ho avuto un ottimo rapporto con tutti i miei allenatori ad eccezione di Ranieri, una persona troppo furba”

Roberto Baggio e vedeva in me il giovane che caso penso che la Fiorentina fece uno sbaglio, A molto velocemente, cosa che capita a pochi, molto spesso di fare quel tipo di intervento an- avrebbe potuto farlo dimenticare. La curva Fie- visto che aveva investito molti soldi per il mio ma poi i vari stop mi hanno sfrenato. Purtroppo che in allenamento, ma in quel caso mi rimase sole mi dedicò anche un coro che diceva ‘Orlan- acquisto”. questi incidenti non sono preventivabili, un gio- il piede incastrato nel terreno e da lì iniziarono do meglio di Baggio’, ma tutto quell’entusiasmo catore mentre è in campo non pensa a niente. tutti i miei problemi. Da quel giorno è iniziato e le tante aspettative nei miei confronti mi fecero E come se non bastasse sono arrivati gli in- Se potessi tornare indietro non rifarei mai la un incubo, sentivo che il mio ginocchio non era male. Sentivo troppa pressione intorno a me. Il fortuni che le hanno impedito di esprimersi scivolata che mi costò l’infortunio al ginocchio a posto e non riuscivo a dare continuità alle mie primo anno in viola fu fantastico, poi arrivarono con continuità... contro il Bari, talvolta, dopo tutti questi anni, mi prestazioni. La cosa che mi è dispiaciuta di più è le difficoltà anche a causa dell’arrivo a Firenze “Gli infortuni purtroppo fanno parte del nostro capita di svegliarmi la notte e ripensare a quel stata quella di essere etichettato come uno che di Maiellaro, un giocatore simile a me. In quel lavoro. Sono stato fortunato ad arrivare in Serie giorno. Feci una scivolata normale, mi capitava non aveva più voglia di giocare a calcio, una i giganti del calcio / Massimo Orlando TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 38

persona che aveva paura di tutto, ma in real- già sull’aereo mi disse che sarei dovuto rimanere tà non era così. Ho smesso a causa del dolore a Firenze. Tornai a casa da solo con il pullman che avevo al ginocchio, che ancora oggi mi crea della squadra e fu un giorno molto triste per tanti problemi. In precedenza ero stato sottopo- me, difficile da superare. A mio avviso quando sto ad un’operazione alla caviglia e andò tutto una persona si comporta così non è una persona bene. Mi dissero che dopo 4 mesi avrei potuto per bene. Quando arrivò a Firenze mi chiese una essere di nuovo in campo e così fu. L’infortunio al mano per aiutarlo nello spogliatoio, cosa che io ginocchio fu molto più complicato e non riuscivo non ho mai fatto, ma poi cambiò totalmente il a farmene una ragione”. modo di comportarsi, sia con me che con il re- sto del gruppo. Non faccio nomi ma posso dire Se avesse subito l’infortunio al giorno d’og- con certezza che non sono stato l’unico a parlare gi, pensa che sarebbe cambiato qualcosa? male di Ranieri”. “Non lo so. In quel periodo parlavo spesso con Antognoni e con altri ex calciatori che mi ritene- Ha detto che a Firenze ha trascorso anni bel- vano fortunato. Ai loro tempi infatti, se un gio- lissimi, che rapporto aveva con la città e i catore avesse subito un infortunio come il mio tifosi? non avrebbe avuto nessuna speranza di tornare “Un rapporto bellissimo. Anche se ero un ra- in campo. Sicuramente negli ultimi anni sono sta- gazzino e commettevo alcuni errori di gioventù, ti fatti passi in avanti, ma io sono stato dai mi- come quello di presentarmi agli allenamenti con gliori, ho girato il mondo cercando di tornare al una macchina troppo vistosa, cosa che può dar top, ma non è stato possibile. Prima si smettere fastidio alla gente, i tifosi mi hanno sempre so- ho trascorso circa cinque anni allenandomi solo stenuto. Io ho vissuto Firenze in un momento in in palestra, ma se ad un giocatore viene a man- cui i tifosi non ti perdonavano niente. La conte- care il campo non può più continuare. Ho dato stazione era sempre all’ordine del giorno”. l’addio al calcio quando avevo ancora un anno di contratto, sfido chiunque a rinunciare agli ul- Alla Fiorentina ha vinto un campionato di timi soldi da calciatore ma non ce la facevo più, serie B e successivamente una Coppa Italia e ero completamente fuori di testa”. una Supercoppa Italiana. Cosa significa vin- cere in una piazza come Firenze? Ha avuto molti allenatori in carriera, che “La vittoria del campionato di Serie B era un rapporto aveva con loro? obbligo. Eravamo retrocessi nella stagione pre- “Ho sempre avuto un rapporto meraviglioso cedente e avevamo l’obbligo di tornare subito con tutti, perché penso di avere un bel caratte- in A. La Coppa Italia è stata un’emozione unica, re. Gli unici problemi li ho avuti con Ranieri che con 40.000 persone che alle 4 del mattino ci è stata la persona peggiore che ho trovato nel hanno aspettato all’interno dello stadio Artemio calcio. Una persona molto furba che magari mi Franchi. Fu un esperienza bellissima”. faceva scaldare per 80 minuti per poi non farmi giocare neanche un minuto. Ricordo che mentre Qual è il giocatore più forte con cui ha gio- stavamo andando a Barcellona per la semifinale cato? di andata di Coppa delle Coppe ed eravamo “A Firenze sicuramente Batistuta, ma in generale il i giganti del calcio / Massimo Orlando TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 39

mio idolo è sempre stato Paolo Maldini. Ho avuto teriale, scherzavamo e ridevamo sempre. Poi ci da questo dato è nata la mia paura che ancora chi che nel 1994, ad un mese dal mondiale, mi la fortuna di giocare negli anni in cui il campiona- perdemmo di vista e da un giorno all’altro sparì mi porto dentro. Questo perché pur avendo avu- chiamò per dirmi che mi avrebbe convocato. Poi to più bello era la serie A e ho avuto l’occasione dalla circolazione. Non riuscivo più a contattar- to, per tutta la mia carriera, piena fiducia nei però retrocedemmo con la Fiorentina e a quei di vedere all’opera calciatori fortissimi”. lo e anche se potevo immaginarmi che gli fosse dottori, non so cosa mi è stato somministrato in tempi i commissari tecnici guardavano molto a successo qualcosa non avrei mai potuto pensare alcune situazioni”. queste cose, non come ora. Ero in ballottaggio Poco tempo fa ha detto di aver paura di con- ad una malattia di questo tipo. Poi arrivò la no- con Antonio Conte e Alberigo Evani e alla fine trarre la SLA. Qual’era il suo rapporto con tizia al pubblico e reagii molto male. Molti altri Nella sua carriera ha esordito in tutte le na- Sacchi optò per loro. L’altra delusione, che non Borgonovo e come ha visto la sua voglia di giocatori si sono ammalati, si parlava di Ste- zionali giovanili ma mai in quella maggiore. mi perdonerò mai, fu appunto la retrocessione combattere questa malattia terribile? fano perché ha avuto il coraggio di affrontare E’ questo il suo maggior rimpianto? con la Fiorentina. Non solo per la mancata con- “Ho vissuto molto male la storia di Stefano. Ho pubblicamente la malattia, ma anche altri hanno “In realtà sono due i miei maggiori rimpianti e vocazione al Mondiale che dipese da quello ma vissuto in casa con lui per molto tempo, eravamo avuto lo stesso destino. I giocatori sono una ca- in un certo senso sono collegati tra loro. Uno anche per come andarono le cose. Fu un giorno molto attaccati e simili dal punto di vista carat- tegoria che più di altre può contrarre la SLA e riguarda appunto la nazionale, con Arrigo Sac- drammatico, ci sentivamo già condannati perché i giganti del calcio / Massimo Orlando TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 40

“Devo dire la verità, mi sono distaccato mol- “Vincere a Firenze to dal calcio. Non vado più allo stadio perché quando torno al Franchi mi tornano in mente è stato speciale. tutti i momenti più brutti della mia carriera. Ne sono uscito anche per altri motivi: lavoravo in I fiorentini sono il televisione ma questo mondo non mi piace. Mi top ma non ti piaceva giocare, scendere in campo, essere al centro dell’attenzione all’interno del rettangolo perdonano niente” di gioco. Il mondo intorno al calcio ha delle re- gole e se non le rispetti sei fuori. Alcuni miei ex compagni, con i quali ho condiviso momenti im- sapevamo che Roma e Udinese non si sarebbero portantissimi, fanno oggi fatica a salutarti solo fatte del male. Nell’estate successiva Abel Bal- perché magari lavorano in televisione, e questa bo passò alla Roma e Carnevale tornò a Udi- è una cosa che a me non piace”. ne. Sono cose che che nel calcio sono sempre successe. In quella stagione ce ne combinarono Un’ultima cosa, qual è il ricordo più bello che di tutti i colori, anche a causa di qualche uscita Massimo Orlando si porta dentro? fuori luogo sia del presidente Cecchi Gori che “Faccio una premessa. Vivo ancora a Firenze, di Agroppi. La Fiorentina non era simpatica a ma non è per questo che lo dico. Il ricordo più nessuno”. bello è il primo, e unico, gol che ho segnato con la maglia della Fiorentina a Torino contro la Ju- Segue ancora il calcio? Le piacerebbe rien- ventus, in una gara che poi perdemmo per 2-1. trare nel mondo del pallone? C’erano almeno 5000 tifosi viola e io segnai sotto la curva dei sostenitori gigliati. Ero appena venuto via dalla Juventus e fu una grandissima soddisfazione anche perché nella mia testa mi sentivo rifiutato dalla società bianconera”.

intervista di Lorenzo Di Benedetto i giganti del calcio / Massimo Orlando TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 41

“I giocatori più forti con cui ho giocato sono stati Batistuta e Maldini. Il capitano rossonero è stato un vero idolo per me” SARANNO CAMPIONI / Davide Zappacosta TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 42 Davide Zappacosta Il pendolino di Sora Protagonista del ti della Serie B che, invece, a Sora ci è nato. fantastico avvio di Conosci Pasquale Luiso? “Si, lo conosco molto bene. Quando torno a stagione dell’Avellino casa non perdo occasione per incontrarlo”.

e della nuova Under21 Nel 1995/96 ad Avellino Luiso fece grandi di Di Biagio, Davide cose. Ti ha consigliato lui questa squadra? “No, ma lo sento spesso e mi dà sempre Zappacosta racconta consigli molto importanti”.

la prima stagione Tipo? sotto i riflettori “Sull’importanza della squadra per la cit- tà di Avellino. Qui la cosa più importante è del grande calcio dare il 100%. Sempre e comunque. Bisogna gettare il cuore oltre l’ostacolo, al di là del di Raimondo De Magistris fatto che si giochi bene o male”. icordate Pasquale Luiso? Attaccante classe ‘69, na- Ad Avellino è il tuo terzo anno. Sei uno poletano di nascita e so- che vive la città? rano di adozione. Il ‘Toro’ “Si, mi piace molto la via principale di in questa piccola squadra Avellino. Dopo gli allenamenti non man- R della Ciociaria ha fatto la cano le passeggiate sul corso, anche se a differenza. Tra il 1990 e il 1994 trascinò la livello giovanile offre poco”. compagine bianconera fino al calcio semi- professionistico. Quattro anni stupendi, gli Non il massimo, insomma, per i giorni liberi. stessi in cui nasceva Davide Zappacosta, “Ma sono molto pochi, siamo sempre impe- uno dei giovani terzini destri più interessan- gnati con gli allenamenti”. SARANNO CAMPIONI / Davide Zappacosta TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 43

esempio, l’Italia s’è comportata bene, ma quan- do hanno affrontato la Spagna la differenza d’esperienza tra le due squadre s’è vista”.

Torniamo alle tue origini. A Sora c’è tuo pa- dre che vanta trascorsi da calciatore. “Ha giocato a calcio per 20 anni e sempre nel Sora. Ora allena i pulcini bianconeri”. “Per chi gioca nell’Avellino Sarà orgoglioso del tuo inizio di carriera. “Si, ma non sono tutte rose e fiori”. come me Pasquale Luiso è un riferimento importante” In che senso? “E’ sempre molto duro con me, quando deve boc- ciare le mie prestazioni lo fa senza problemi”. Ci sarà, però, qualche sera in cui puoi fare più tardi... “In quel caso ci spostiamo, andiamo a Na- poli o a Salerno”.

Passiamo all’attualità. Tra esordio con gol in Serie B e convocazione in Under-21 hai trascorso settimane fantastiche. “Dopo il gol contro il Novara qui parlavano tutti di me. C’era, addirittura, chi mi paragonava a Cafù. Mi sembra eccessivo... (sorride, ndr)”. Direi di si, anche perché in campo europeo il Belgio Under-21 è sembrato due passi avanti. “E’ vero, ma loro hanno un vantaggio”.

Prego... “Giocano fin da subito ad alti livelli, qui in Italia non c’è spazio per i giovani. Pensa solo a Carrasco, protagonista nel Monaco che sta combattendo per il titolo in Ligue 1”.

Molti giovani azzurri che hanno parteci- pato all’ultimo Europeo Under-21, invece, sono andati all’estero. “Appunto. Qui c’è poco spazio. In Israele, ad SARANNO CAMPIONI / Davide Zappacosta TMW “Sogno un giorno di vestire la maglia della Juventus” magazineTUTTOmercatoWEB com® 44

Meglio così, ti aiuta a crescere. Mi piacciono Maggio e Abate, ma per la Na- infatti, avevo curato pochissimo questo aspetto”. “Assolutamente, i suoi consigli li ascolto zionale punterei su De Sciglio. I giovani hanno sempre con attenzione”. bisogno di disputare gare importanti per cresce- E ad Avellino chi ringrazi? A Sora hanno già coniato un soprannome re in esperienza. Sarebbe un peccato bruciarlo”. “Bucaro per avermi subito inserito in Lega Pro, per te o sbaglio? ma soprattutto Rastelli. Lui e il suo staff da due “E’ vero (sorride, ndr). Sono il ‘Pendolino’ E’ il giocatore a cui ti ispiri? anni mi aiutano soprattutto nella fase difensiva, di Sora” “No, mi sono sempre ispirato a Nedved. Ha che è quella in cui ho più carenze”. giocato più avanti rispetto a me, ma è stato E’ anche la squadra in cui hai mosso i primi un modello sia in campo che fuori”. Chiudiamo con una domanda sempreverde. passi da calciatore. Giocatore più forte di tutti i tempi? “Da esterno alto, poi sono passato all’Isola Liri Grande campione. Ha fatto la storia recente “Non ho dubbi: dico Lionel Messi”. dove ho giocato anche come seconda punta”. della Juventus. “Che è la squadra per cui tifo. Indossare la E all’Atalanta? maglia della Juve sarebbe un sogno”. “Anche li nei primi anni ricoprivo questi ruoli, poi sono stato aggregato alla prima squadra In cosa devi migliorare per realizzare e Colantuono mi ha subito schierato terzino questo sogno? destro. Disse che era il ruolo migliore per le “Praticamente in tutto! Fisicamente, tecnicamente mie caratteristiche. E lì sono rimasto”. e tatticamente. Per giocare in una squadra come la Juventus devi essere un giocatore completo”. In questo ruolo chi è il migliore di tutti i tempi? “Mi hanno paragona- “Mah, mi cogli impreparato. Tra quelli che ci Il club in cui sei cresciuto, però, negli ultimi to a Cafù ma è eccessi- sono ora in circolazione dico Daniel Alves”. anni ha sfornato giocatori importanti. vo. Adesso mi chiamano “Assolutamente, l’Atalanta è stato un passaggio In Italia chi ti piace? fondamentale della mia carriera. Mi hanno aiu- ‘Il pendolino di Sora’” “In questo momento non ci sono grossi interpreti. tato molto, soprattutto a livello tattico. Prima, l’altra metà di / Ciro Immobile TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® Ciro Immobile con Jessica Milena 45 sono il regalo più bello della vita”. Ciro Immbile papà, come lo descriveresti? Un ragazzo “E’ bravissimo, un papà da 10 e lode. Mi aiuta molto ogni giorno e con lui al mio fianco tutto è più semplice. Non ho mai avuto dubbi sulle sue qualità. E’ semplice- d’altri tempi mente eccezionale”. Da un pregio ad un difetto, cosa non sopporti del di Barbara Jessica Melena, moglie CARERE tuo compagno? dell’attaccante del Torino “Diciamo che è molto testardo”. Ciro Immobile racconta la Da bravo napoletano, invece, com’è messo con la loro storia d’amore scaramanzia? amore, quello vero, non può essere “In realtà non è scaramantico. Non ha gesti partico- ostacolato da niente. Supera qual- lari tranne il segno della croce perché è una persona siasi tipo di barriera, anche quella molto religiosa”. tecnologica. Ciro Immobile, attac- Tornando alle cose di tutti i giorni, tatuaggi quan- Barbara Carere cante del Torino, e Jessica Melena ti ne ha? nata a Napoli il 27 L’ si conosciuti attraverso un Social Net- “Cinque. Un cuore dietro la spalla con le iniziali dei Aprile 1974, Gior- nalista e Speaker work, ma già dal primo incontro è stato colpo di ful- genitori e del fratello, il numero 17 con la mia Radiofonico, nel mine: “Da quando ci siamo incontrati per la prima volta iniziale sotto, il bacio di sua mamma, un disegno 2001 inizia la sua non ho più smesso di pensare a lui. E’ entrato subito fatto assieme a Marco Verratti e Riccardo Manie- carriera come gior- nel mio cuore senza che io potessi fare niente. La sua ro suoi amici e, infine, una scritta che ha scelto in nalista sportiva per Cronache di Napoli, semplicità e umiltà mi hanno conquistato. Ciro è un ra- un momento particolare della propria vita”. Napoli+ e il Gior- gazzo davvero unico, cresciuto in una famiglia che gli nale di Caserta. Nel ha inculcato valori d’altri tempi. Io dico sempre che era Fra voi chi cucina in casa? 2002 fino al 2008 il pezzo mancante del puzzle della mia vita”. “Io, ma anche Ciro non se la cava male. Il suo piatto prefe- co-conduce un pro- rito? Ama sia la carne che il pesce. Mangia un po’ di tutto”. gramma sportivo a Da poco tempo è iniziata anche la vostra avventu- Radio Marte, dove ra come genitori. Fai un augurio al tuo compagno per la sua carriera inizia a curare la ru- “Siamo felicissimi, desideravamo da tempo una fami- e lanciagli un messaggio. brica dedicata alle mogli dei calciatori. glia tutta nostra e Ciro è davvero un bravo papa”. “Speriamo che riesca a realizzare tutto ciò che desidera Nel 2008 da’ vita La piccola si chiama Michela, chi ha scelto il in modo da arrivare al top e poi il messaggio non può alla rubrica L’ altra nome? essere altro che un ‘Ti Amo’”. Metà su TuttoMer- catoWeb. Attual- “E’ stato Ciro perché quello è il nome di sua madre. Visto che parliamo di calciatori chiudiamo con una mente collabora per Io ho subito detto sì perché con mi suocera ho dav- tua pagella personale su Ciro. Iniziamo da Immo- www.noesolofutbol. vero un bel rapporto. Siamo molto legate”. bile come uomo. com e cura una ru- “Semplice, dieci” brica sulle frequen- Il prossimo passo è il matrimonio... ze di Radio Crc e “Credo che il prossimo anno possa essere il mo- Compagno? Capri Event. Autrice mento buono. Posso anche confidare che abbiamo “Idem” del Ebookwww l’al- tra metà’. già intenzione di avere almeno altri due bimbi. I figli Amante? “Undici! questioni di cuorE / Marlene Kuntz TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 46

Marlene Kuntz uai a volergli affibbiare un’eti- chetta. I Marlene Kuntz, grup- po musicale in attività dall’or- mai lontano 1990, respingono con orgoglio ogni smania de- Lieve Cuore G finitoria, le classificazioni di genere servono solo per una chiacchierata fra amici, ma la musica è un’altra cosa. Se volessimo accostarci al loro frontman, Cristiano Godano, Granata potremmo però scomodare il termine “tifoso”, in relazione al suo amore per il Torino. Un senti- Cristiano Godano, frontman mento non certo smodato, ma docile, riflessivo e pacato. Lieve, per citare una delle sue canzoni dei Marlene Kuntz, racconta più famose, in attesa che un giorno si infiam- mi nuovamente. Alla presentazione dell’ultimo la sua passione “razionale” lavoro dei Marlene Kuntz, “Nella tua luce”, un per Torino di ieri e di oggi. album interamente autoprodotto ed ispirato (tra gli altri) ad Oscar Wilde, Godano ci concede di Alessio Calfapietra - foto gentilmente qualche battuta sul Torino, una squadra così intri- concesse da Simone Cargnoni / Sony Music sa di storia e disgrazie da far tremare le vene e i polsi. La compagine granata è ripartita bene, questioni di cuorE / Marlene Kuntz TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 47

per la musica e soprattutto per i musicisti, tale percorso è arrivato ad un punto definitivo e da “Urbano Cairo lì siamo ripartiti con questo disco. Ci siamo ri- appacificati, sappiamo che le cose stanno così, sinora ha fatto lavoriamo con la massima intensità pur sapendo che una larga percentuale di gente i nostri brani bene” li ascolterà gratis, ma ora siamo sereni”.

con alcuni sacrifici pesanti come l’addio di Ro- Come definirebbe un artista come lei il suo lando Bianchi ed Ogbonna, difficili da digerire rapporto con il Torino? per il pubblico granata: “Non essendo un tifoso “Premetto di non essere un tifoso accanito, mi infervorato, riesco a vedere anche la componente piace il calcio quando è giocato bene ma ulti- razionale, la necessità di fare cassa per comprare mamente lo vedo molto meno. Se il Toro tornerà altro mi sembra nel gioco delle cose - commenta ad essere una squadra che regala soddisfazioni Godano - D’altra parte è spiacevole che quando ai suoi tifosi, sarà molto bello per me tornare a hai la possibilità di allevare un giocatore che poi vederlo in televisione, pensi che al momento non foso granata, ma ho un altro ricordo impresso dignitoso, e questo grazie a suoi investimenti”. diventa importante, questa si trasformi inelutta- ho nemmeno l’abbonamento televisivo. I tifosi nella memoria”. bilmente nella possibilità di venderlo perché hai granata amano questo mix di sentimenti che non Quale canzone dedicherebbe al Torino? fatto crescere il ragazzo anche dal punto di vista possono che essere esclusivi, amare il Toro vuol Quale sarebbe? “In generale sceglierei qualcosa che mi piace economico, quando invece avresti voluto tenerlo dire avere una certa predisposizione ad un tipo “Mondonico che alza la sedia per aria (durante tantissimo, basta pescare dal repertorio di Leo- per via della sua bravura”. di sofferenza un po’ gloriosa”. la finale Uefa contro l’Ajax nel ‘92, ndr)quella nard Cohen, una canzone con un senso di atteg- secondo me è un’immagine gloriosa”. giamento sornione nei confronti della vita e delle Cosa volete trasmettere ai vostri fan con Quali ricordi ha dell’ultimo scudetto? sue difficoltà”. “Nella tua luce”? “Ero troppo piccolo all’epoca, poi forse non ero Sarebbe importante tornare ad utilizzare lo “Cerchiamo come sempre di fare buona musi- ancora consapevole di essere un potenziale ti- stadio Filadelfia? Ed una dei Marlene Kuntz? ca, è chiaro che ci sono dei contenuti e delle “Mi sembra di sì, per quanto conti il mio parere “Ci siamo amati”. parole, per quel che mi riguarda nello speci- in merito, penso che i tifosi del Torino lo deside- fico desidero anche incuriosire la gente, farla rerebbero”. Però l’amore c’è ancora... entrare nelle situazioni narrate, nei sentimenti “Beh sì, ho pensato a questo pezzo perché rac- esibiti, nelle emozioni analizzate, è una condi- E’ soddisfatto della gestione di Urbano Cairo? conta un amplesso fra me e la musica, è la cele- visione artistica, spero di riuscirci”. “Personalmente posso dire di sì, ma un sacco di brazione di un momento di forte intensità tra due tifosi, quelli più accesi, non sono contenti, ne ho entità, in questo caso me ed il Torino”. Cosa vuol dire che vi siete riconciliati con il discusso con un amico del mio stesso paese, Fos- mondo della musica? sano, non lo sentivo da tempo e lui mi ha parlato “Il nostro penultimo disco (Ricoveri virtuali e malissimo di Cairo. Io ero un po’ sorpreso, ciò sexy solitudini, ndr) rappresenta l’apice di un che mi lega alla dimensione Toro è quello che mi “Internet ha percorso di estraniamento e disillusione nei ri- arriva dalla lettura dei giornali e quanto posso guardi di ciò che accadeva ed accade alla mu- percepire a livello superficiale, in tal senso credo danneggiato la sica, faccio parte di coloro che ritengono che che Cairo abbia fatto tanto, il Torino è tornato internet ha rappresentato sicuramente un danno in serie A, ha avuto spesso momenti di gioco musica” questioni di cuorE / Marlene Kuntz TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 48 “Tifare Toro predispone alla sofferenza” the social soccer TMW Commenta l’articolo sul blog di Max: www.maxsardella.it magazineTUTTOmercatoWEB com® 49

Social Calciomercato: Gareth Bale è il calciatore più coinvolgente Calcio & Web a cura di Max Sardella della rete

alciomercato e social della pagina di Facebook con più per- una crescita del 15,3% dei follower. la prossima sessione di calciomercato, media. Gareth Bale è il sone attive nel commentare: quasi 1 Tra i contenuti postati dai fan sulle pa- dopo Bale, chi sarà il calciatore più calciatore più coinvol- milione di post, like, commenti nell’ulti- gine dei giocatori, quello che è stato coinvolgente dei social network? gente della rete. La no- ma settimana, mentre Cristiano Ronal- maggiormente condiviso è il video di C tizia del suo passaggio do ha il profilo Twitter più cinguettato: confronto fra Messi e Neymar: “The Big al Real Madrid, tra i trasferimenti più più di 184.000 tweet in una settimana. Difference”. Il video mette a confronto costosi nella storia del calcio, ha fat- Cristiano Ronaldo resta inoltre il cal- la capacità di Neymar di simulare falli to schizzare la crescita dei suoi fan. Il ciatore con il maggior numero di sup- e la resistenza di Messi agli interventi neo acquisto delle merengues infatti ha porter su Facebook e Twitter: più di 80 degli avversari. È stato postato molto raccolto durate la sessione di mercato milioni, staccando così nettamente Leo probabilmente da un fan di Messi sul- estivo il maggior numero di fan su Fa- Messi, prossimo ai 50 milioni si suppor- la pagina Facebook di Neymar e ha cebook, con una crescita del 235,5%, ter. Anche l’arrivo a Napoli di Gonza- ottenuto più di 60.000 condivisioni, 78 volte maggiore a quella dei fan di lo Higuain ha fatto schizzare il numero raggiungendo anche 1.883.000 vi- Neymar, e anche su Twitter, dove su- di follower anche sul suo profiloT witter, sualizzazioni su YouTube. Tra i conte- pera Adem Ljajic e stacca Higuain. In ma Bale sta registrando un tasso dop- nuti postati invece dai giocatori, quel- totale è passato da circa 2.400.000 pio, toccando quota 16,9%, mentre lo con maggiore condivisione è il post supporter totali nella prima settima- Adem Ljajic, al centro dell’attenzione a in cui Cristiano Ronaldo pubblicizza il na di agosto, agli attuali 5.512.000. seguito del suo recente passaggio alla proprio account Twitter: ha registra- Neymar si rifà ottenendo la palma Roma, si posiziona alle sue spalle con to 23.000 condivisioni. In attesa del- Dati raccolti da Decisyon attraverso ECCE/Customer Vuoi leggere la recensione del tuo libro su TMWMagazine? recensioni TMW Scrivi a [email protected] magazineTUTTOmercatoWEB com® 50

LA RECENSIONE di (Attaccante Nato), un giorno gli ho detto: TMW AUGURI di Chiara Biondini “Andrea, tutti pensano che tu sia un musone, uno che parla poco, di Luca Bargellini ma so che il Pirlo reale è diverso. Perché non scriviamo un libro?. Penso quindi gioco Ha accettato”. zvonimir boban Autori: Andrea Pirlo, Alessandro Alciato (Imoshi, 8 ottobre 1961) Editore: Mondadori prima pubblicazione Aprile 2013 C’è qualcosa in particolare di ciò che Pirlo ha voluto racconta- entoquaranta pagine per scoprire un Andrea re in questo libro che ti ha colpito maggiormente? ampione in campo, bandiera di un pa- Pirlo diverso e poterlo vedere sotto una luce “Il fatto che i suoi compagni di squadra, nelle giovanili del Brescia, ese fuori. Bastano poche parole per far nuova rispetto a quella proiettata dai riflettori non gli passassero il pallone. Lo consideravano troppo bravo. Poi capire cos’è stato negli anni ‘90 Zvonimir a cui siamo normalmente abituati, quando veste mi hanno colpito molto i retroscena di mercato. Mi riferisco a quan- Boban per il mondo del pallone e la sua la maglia del talentuoso calciatore della Juven- do aveva firmato per Barcellona, Real Madrid, Chelsea...” terra natia, la Croazia. Nato ad Imoshi C tus e della Nazionale C l’8 ottobre 1961 “Zorro” ha rappresen- Italiana. La personalità forte del regista Quale episodio o passaggio del libro tato per una decade intera, dal 1991 al 2001, il prototipo bianconero emerge dalle prese di po- riesce a dare l’idea di chi sia veramen- del centrocampista moderno. Qualità, quantità e una buo- sizione espresse in questo libro, prime te Andrea Pirlo? na dose di gol hanno permesso al giocatore di mettere in fra tutte quella nei confronti dei colleghi “In generale, tutto il libro. Ripeto: ne esce bacheca con la società del presidente Berlusconi quattro calciatori coinvolti nelle scommesse, sulla il Pirlo che non ti aspetti. Chi lo conosce, scudetti, due violenza e i fenomeni di razzismo avve- sa che quello è il Pirlo vero”. Super- coppe nuti negli stadi. Riserva parole decise italiane, una anche nei confronti di quei dirigenti che Pirlo in tutte le situazioni mediatiche Cham- pions hanno provato a rottamarlo ed esprime si presenta sempre come persona League e una i rimpianti per la corte spietata, arri- molto seria, rispettosa e composta, da Super- coppa vata sempre nei momenti sbagliati, da queste pagine emerge un’immagine UEFA. Prati- parte dei maggiori club europei. Non diversa da quella pubblica a cui sia- camen- te tutto manca la parte dedicata al racconto mo solitamente tutti abituati? quello che un del suo lato spiritoso e dei relativi scher- “Completamente diversa. Sa ridere, sa calcia- tore zi da spogliatoio. Il libro “Penso e quindi scherzare, sa essere molto profondo nei può so- gnare

gioco” è stato scritto a “quattro mani” pensieri. Poi, sa giocare molto bene a di vin- foto Giuseppe Celeste/Image Sport cere. con il noto giornalista sportivo di Sky, calcio, ma di questo immagino se ne siano Ma an- che sul Alessandro Alciato, che ne ha curato la accorti tutti...” piano per- stesura e la pubblicazione. Per avere le sonale l’ex idee più chiare su come sia nato que- Si parla anche del lato più spiritoso, capitano della Dinamo Zagabria ha scritto pagine impor- sto progetto editoriale, TMWmagazine quale quello degli scherzi da spoglia- tanti, divenendo, durante la guerra dei Balcani, uno degli lo ha raggiunto per rivolgergli alcune toio. Come mai il suo bersaglio mi- alfieri del popolo croato. Grazie a lui, e a tutta la Nazio- domande. gliore è stato Rino Gattuso? nale che prese parte al Mondiale del 1998, la neonata “Perché Gattuso è permaloso. E uno Croazia riuscì anche a tornare a gioire per un traguardo Come è nata questa collaborazione? scherzo a una persona permalosa dà sempre più soddisfazione. sportivo come la medaglia di bronzo nella kermesse or- “E’ nato tutto grazie a una stima reciproca nata durante gli anni Non sottovaluterei neppure Matri, come bersaglio degli scherzi di ganizzata in Francia. Da Zagabria a Milano, dalla Cham- di frequentazione della Nazionale: lui in campo a Coverciano, io... Pirlo. E’ ipocondriaco, si sente tutte le malattie del mondo: proprio pions League al Mondiale, non c’è traguardo che Boban in tribuna a raccontare gli allenamenti azzurri per Sky. Avevo già quello su Matri credo sia il capitolo più divertente del libro. O me- abbia fallito. In fondo, però, per uno che ha come sopran- scritto le autobiografie di (Preferisco la Coppa) e glio, è stato in assoluto il capitolo più divertente da scrivere”. nome Zorro non c’è molto da stupirsi...