sabato 19 aprile 2003 lo sport 21

CICLISMO OLIMPIADI MARATONA BASKET La maglia rosa di Ugo Nespolo Cuba vuole i Giochi del 2012 Il keniano Wainaina rinuncia Milano ingaggia Veliko Mrsic Sul Giro la firma di un pittore Pronta la candidatura per il Cio alla gara di Boston per la guerra “Colpo” per il finale di stagione flash La maglia rosa del prossimo giro L'Avana presenterà la candidatura per Il keniano Eric Wainaina, vicecampione La Pippo Milano ha ingaggiato fino al d’Italia porterà il segno di Ugo ospitare le Olimpiadi del 2012. Lo ha detto il olimpico, ha rinunciato a prendere parte termine della stagione Veljko Mrsic, Nespolo. L’indumento che accoglierà i presidente del comitato olimpico cubano, alla 107˚ edizione della maratona di guardia/ala croata di 2.03 cm, già visto in vincitori delle tappe nella prossima nonchè vicepresidente del Consiglio dei Boston, in programma lunedì, a causa delle Italia con la maglia dei Roosters Varese con edizione (la corsa prenderà il via il 10 Ministri, Josè Ramon Fernandez. Le restrizioni in materia di viaggi impostegli dal cui ha conquistato lo scudetto nel maggio da Lecce) lascia intravedere candidature per i Giochi del 2012 devono suo datore di lavoro. Wainaina risiede in 1998/1999. Veljko Mrsic, 32 anni, ha militato con discrezione – rosa su rosa - la essere presentate entro il 15 luglio prossimo. Giappone, dove lavora per la Konica. La a lungo nel Cibona Zagabria, oltre ad aver grafia di un acrilico multicolore Il Cio assegnerà l'organizzazione in occasione quale ultimamente ha deciso di porre dei vinto lo scudetto in Lituania con la maglia concepito per l’occasione dall’artista, della sessione che si terrà a Singapore nel rigidi limiti ai viaggi all'estero dei suoi dello Zalgiris Kaunas. Dopo l'esperienza che coglie un ciclista teso nello sforzo luglio 2005. L'Avana va ad aggiungersi ad un dipendenti a causa della guerra in Iraq. italiana, si è trasferito in Spagna a Malaga, della sua impresa. Le due creazioni nutrito gruppo di città candidate, tra le quali Wainaina aveva conquistato il bronzo in questa stagione dall'Olympiakos Piero è sono state presentate a Torino spiccano New York, Mosca, Madrid, Lipsia ed olimpico nella maratona olimpica di Atlanta statyo ceduto al Casademont Girona, all’Archivio di Stato(nella foto) una tra San Paolo e Rio de Janeiro. 1996, e l’aargento a Sydney 2000. formazione della ACB spagnola. Sara mette l’asticella a cinquant’anni Oggi il compleanno della Simeoni, per molti la più grande atleta italiana di tutti i tempi

Giorgio Reineri lo “straddle”, di gran moda e uni- versalmente adottato. Le permette- va, anche, un lungo e rapido slan- Tre medaglie olimpiche in otto anni ara Simeoni compie oggi cin- cio, mentre i suoi piedi accumula- quant’anni. Il tempo che è vano energia da liberare nello spa- è nata il 19 aprile quando è diventata campionessa S passato non ne ha corrotto il zio d’un battito di ciglia, al mo- 1953, figlia unica, a Rivoli europea. Ha conquistato due bronzi viso, nè appesantito il fisico. An- mento dello stacco. Velocità ed ele- Veronese. Ha iniziato l’attività agli Europei nel 1974 e nel 1982 ad che il sorriso è rimasto lo stesso: vazione, e il volo capelli al vento: agonistica da giovanissima e nel Atene. Tre medaglie ai Giochi luminoso e scoppiettante come un un’esplosione di gioia. 1970 è stata quinta nello stesso olimpici: oro a Mosca 1980, argento inno alla gioia. La vita di Sara è Appena diciassettene Sara Simeo- campionato europeo juniores a a 1976 e stata lieta, sin dai giorni dell’infan- ni aveva partecipato, nell’estate Roma in cui ha esordito Pietro 1984. Medaglia d’oro ai campionati zia. Portava nel sangue un dono, 1970, ai campionati europei junio- Mennea. È stata primatista d’Europa “indoor”: San Sebastiano per sè e per chi le sarebbe stato res. Era l’edizione parigina, che ri- mondiale di salto in alto con 2,01, 1977, Milano 1978, Sindelfingen attorno: l’allegria. marrà nella memoria dei cultori misura stabilita a Brescia nel 1978 1980 e Grenoble 1981. 23 titoli Da bambina danzava. Tra i vecchi, dell’atletica: intanto perché, tra le e ripetuta a Praga nello stesso anno italiani, di cui uno nel pentathlon. a Rivoli Veronese dove Sara è nata, ragazze, ci presentavamo per la pri- c’è ancora chi la ricorda sollevarsi ma volta. E, poi, per i nomi dei sulle punte dei piedi con quella gra- protagonisti: Pietro Mennea fu zia che, anni dopo, il mondo avreb- quinto nella finale dei 200, in forte della gravità, la Withschas su- aveva già vinto l’oro olimpico a be ammirato. Ma non in teatro, o 22”44, e Sara Simeoni fece lo stes- perava m. 1,95: record del mondo. Montreal ’76, per due centimetri sul magico palcoscenico dell’Are- so, in quella del salto in alto, con E Sara? Lottava con fiera determi- (m. 1,93 a m. 1,91) sulla Simeoni. na di Verona, dove forse avrebbe m. 1,70. nazione, ridando dignità ad una Ma nell’immenso e stracolmo sta- potuto ballare. No: Sara aveva scel- I cronisti dell’epoca scrissero che il competizione di cui la marmaglia dio Lenin, quasi non ci fu lotta: o, to, per il suo spettacolo, lo spazio futuro del nostro sport non era avrebbe voluto far poltiglia: m. meglio, un solo brivido passò per più vasto degli stadi. poi grigio come si temeva: c’era un 1,89, record italiano e medaglia di le schiene di noi italiani. In città c’era allora – e, oggi, pur- ragazzo tenebroso e introverso, bronzo. Cosicchè, alla fine, la que- A m. 1,94, la Simeoni era inciam- troppo non c’è più - una società che sdrucciolava sulle parole, ma stione era: lo stile “straddle” aveva pata in un errore: fu, però, l’affare d’atletica, tutta al femminile: la possedeva uno spirito di combat- forse premiato la Witschas più di di pochi minuti. Al secondo tenta- Scala Azzurra. Un club molto cor- tente e, chissà, avrebbe forse potu- quanto il “flop” avesse fatto con tivo, il suo slancio la mise d’una teggiato, sia in casa che in trasfer- to un giorno inseguire le orme glo- Sara? spanna sopra l’asticella. A m. 1,97, ta: Walter Bragagnolo, professore riose di Livio Berruti. A fianco di Per quattro anni, Rosemarie (mari- la vittoria fu un grido di gioia che e allenatore di stampo antico, ric- quel giovane uomo stava una ra- tata Ackermann) avrebbe domina- ancor oggi s’alza al cielo. co di passione e di serietà, era l’edu- gazza luminosa, col sorriso che to il salto in alto femminile supe- Non c’erano bandiere nè inni, per catore e il custode di quelle virtù sembrava sgorgarle dal profondo rando, prima donna al mondo, i l’Italia, a quelle Olimpiadi. Così in sboccio. del cuore. Un tipo che, se anche m. 2,00 nel 1977, la stessa misura aveva voluto il Governo, giacchè i Sara Simeoni iniziò lì la sua lunga non avesse toccato le vette dell’ago- che un uomo, George Horine, ave- nostri atleti dovevano rappresenta- carriera di sportiva praticante. Per nismo, avrebbe tuttavia potuto sol- va saltato sessantacinque anni pri- re non il paese, ma soltanto il Co- lei, danzare e saltare erano due di- leticare la fantasia, e la sensibilità, ma. Il duello con Sara Simeoni mitato Olimpico Nazionale Italia- verse espressioni d’un unico senti- di tutti gli italiani. sembrava senza storia, ove la giova- no: la guerra sovietica in Afgani- re: il bisogno di staccarsi dalle pic- Il tipo era Sara Simeoni. Come di- ne italiana non avesse perfeziona- stan aveva provocato il boicottag- cole cose quoti- cevano le in- to la sua tecnica gio USA, e Praga 1978: la Simeoni eguaglia il proprio record del mondo. A sinistra: ai Giochi di Montreal il salto che valeva l’argento diane e il piace- segne del suo come la tedesca dei paesi vas- re di portar in al- club, s’arram- (est) aveva fatto salli. to, assieme ai picava pru- con la propria. Ma sulle tri- pensieri, anche dente per i Fu a questo bune dello il suo corpo. pioli di quel- rivali punto che tutto stadio Lenin L’esercizio, in la scala la cui accadde. A For- la minuscola fondo, le si atta- estremità pa- mia, durante i colonia italia- gliava alla perfe- reva svanire lunghi mesi di na – atleti, di- zione. Aveva nell’azzurro preparazione. rigenti, gior- gambe lunghe e dell’Olimpo. di Monaco ‘72: vinse, difatti, la medaglia d’oro all’età Attorno a Carlo nalisti – s’im- sottili, percorse Uno scalino di 16 anni, e dodici anni dopo stabilendo un record Vittori, mae- provvisò ban- da misteriosa alla volta, ba- Rosemarie e Ulrike mondiale di m 2,02, in una specialità nella quale stro di salto in da, quando energia. Pareva, dando di l’apprendimento tecnico è particolarmente lungo e alto, che teneva Sara salì sul addirittura, al non sdruccio- difficile. Dopo quel successo la Meyfart si prese una scuola ad un podio a rice- Bragagnolo, che lare: ai cam- le tedesche volanti lunga vacanza e dodici anni più tardi - altro record giovane allena- vere l’oro Sara ricavasse pionati euro- ineguagliato - torno a vincere l’oro olimpico a Los tore ed ex cam- olimpico. E quelle scariche pei di Hel- Angeles ‘84. Più normale invece la carriera della pione (meda- lei, da lassù, d’elettricità dal sinki, quelli Due tedesche - Rosemarie Witschas-Ackermann e Ackermann. Il suo primo successo internazionale è glia di bronzo rispose can- contatto con la intitolati al Ulrike Meyfart - sono state le grandi avversarie di del 1974 agli Europei di Roma, seguito dal titolo ad Atene ’69), tando: «Fra- terra: un passo, superbo Sara Simeoni lungo tutti gli anni ‘70 e l’inizio di olimpico del 1976 e dal record del mondo prima Erminio Azza- telli d’Ita- e un balzo; un al- trionfo di quelli ‘80. era tedesca del- donna a superare i 2 metri. Quello fu, anche, l’ulti- ro. lia...». tro passo, e un altro balzo. I suoi Franco Arese sui 1500 e all’epica l’Est, prodotto di una scuola di sopraffine conoscen- mo suo trionfo giacchè la Ackermann sarebbe stata Il giovane decise ch’era tempo di Passarono altri anni, arrivò una piedi scattavano all’impatto, e ten- lotta tra David Jenkins e Marcello ze tecniche e di durissima disciplina di allenamento. sconfitta da Sara Simeoni nel 1978 agli Europei di prender sotto le sue cure sentimen- terza medaglia olimpica – l’argen- dendosi come molle sollevavano, Fiasconaro sui 400 (45”5 per en- Ulrike Meyfart, invece, era una tedesca occidentale Praga e, ancora, alle Olimpiadi di Mosca ‘80. Non c’è tali e sportive Sara. La campiones- to di Los Angeles 1984 – e i giorni quasi fosse stata piuma, l’intera trambi), la diciottenne Sara era no- dotata di straripanti qualità atletiche - basti citare la alcun dubbio che Meyfart, Ackermann e Simeoni sa in boccio gradì. Il sodalizio, che del ritiro. struttura della ragazza: gambe, dor- na col record italiano a m. 1,78. sua statura: m. 1,88 - e di altrettanti doti agonistiche. siano state tra le più grandi saltatrici della storia continua ancora oggi, avrebbe por- La vita sportiva di un atleta, di una so, testa e il sedere, che già s’intrav- Scorrevano i giorni e gli anni, ma Queste due tedesche praticavano stili di salto diffe- atletica aprendo la via alle imprese di Stefka Kostadi- tato molti frutti e l’ultimo più pre- atleta, arriva rapida alla fine: segno vedeva alto e ben modellato. nessuno passava senza un piccolo renti: la Ackerman il classico “ventrale” o “straddle”; nova, la bulgara attualmente primatista del mondo zioso d’ogni altro: Roberto. d’intelligenza è partire prima che il A sedici anni Sara era una ragazza o grande progresso. La maturazio- la Meyfart il “flop” ovvero lo stile derivato dall’inven- con metri 2,09 il 30 agosto 1987 in occasione dei Il 1978 fu l’anno delle rivincite. La tramonto proietti ombre troppo e un’atleta di belle speranze. In ne fisica e intellettuale della Simeo- zione dell’americano , nel 1968. Ulri- campionati mondiali di Roma poi rivinti nel 1995. prima era arrivata da Brescia, un tristi. quei tempi, una rivoluzione tecni- ni s’accompagnava a quella agoni- che Meyfart aveva sorpreso il mondo alle Olimpiadi gi.re. pomeriggio d’inizio d’agosto, al Non ci furono ombre su Sara, ché ca aveva attraversato il mondo del stica: che può dirsi, se non meravi- campo scuola, durante l’incontro il suo sorriso le ha sempre sconfit- salto in alto: Dick Fosbury, uno glia, d’una ragazza della provincia con la Polonia. Nove salti, fece Sa- te. Un giorno soltanto l’abbiamo studente d’ingegneria statuniten- veneta che va a Monaco di Baviera sta Rosemarie prussiana. ra: saliva, e pareva non volersi fer- vista piangere lacrime di dolore, e se, provando e riprovando in soli- per i suoi primi Giochi olimpici e Nel 1974, agli Europei di Roma, la mare più. A m. 2,01 – record del pronunciare parole che commosse- tudine, nel backyard – il cortile po- vi ottiene, diciannovenne, il sesto profezia s’avverò. Rosemarie Wit- mondo superato alla seconda pro- ro la folla assiepata nello Stadio steriore – della villetta paterna, posto con m. 1,85? schas impartiva a tutti una lezione va – i pochi spettatori si precipita- dei Marmi. Era il giorno dell’addio una tecnica di salto che fosse un Oh, certo: i nostri salti di gioia per di tecnica e di freddezza agonisti- rono dalle tribune, invasero la pe- a Primo Nebiolo. Lo chiamò il perfezionamento del vecchio stile Sara furono soverchiati dagli ulula- ca. Planavano, dalle gradinate del- dana: fu il primo atto di una lunga «mio Presidente», ringraziandolo “scissors” (a forbice), aveva inven- ti tedeschi per Ulrike Meyfarth: la l’Olimpico avvezzo agli strepiti fu- festa. per averla sospinta tanto in alto. tato il “flop”. Ovvero: come supe- strepitosa tedesca, che pareva un ribondi della marmaglia tifosa, fi- Il secondo atto si tenne a Praga, Oggi, siamo certi, Nebiolo brinde- rare un’asticella porgendole la Meneghin con le tette, a sedici an- schi e berci ogni qualvolta Rosema- campionati d’Europa. Era l’ultimo rà con noi al primo mezzo secolo schiena. ni conquistava la medaglia d’oro rie spendeva il suo minuto di con- giorno d’agosto, pioveva di brutto, della signora Sara Simeoni-Azza- Alla Simeoni, lo stile vestiva a pen- (m.1,92), record tuttora inegua- centrazione. faceva un freddo cane. In pedana, ro. nello. Difatti, era più dinamico del- gliato per entrambi i sessi. In tribuna stampa, allibivano i col- tra un salto e l’altro, Sara s’infilava

Ma in quelle stesse Olimpiadi, ap- leghi dell’Europa sportivamente ci- nel sacco a pelo, cercando d’asso- pena un salto dietro la Sara – sep- vile: francesi, britannici, tedeschi, pirsi. Rosemarie Ackermann era Una carriera pur con la stessa misura – s’era per non dire dei nordici. Noi, ci si là, forte e fiera, pronta alla riscos- Nel 1978 il record ‘‘ ‘‘ piazzata una signorina della Ger- vergognava non poco. Certo, nel sa. La gara fu bellissima, uno dei strepitosa cominciata mania Est – di nome Rosemarie cuore speravamo che Sara vinces- momenti più esaltanti dello sport mondiale, m 2,01 a 17 anni, nel 1970 Witschas – che applicava lo stile se, però secondo le regole dell’eti- italiano. Le due atlete si sfidarono raggiunto a Brescia tradizionale: lo straddle. ca e del fairplay atletico. a m. 1,99; poi a m. 2,01. Sara li ai campionati europei I cronisti più attenti annotarano: il Ma, giù in pedana, Rosemarie era superò alla seconda prova. Rose- ed eguagliato a Praga in cui ha debuttato “flop” vince, ma la partita tra vec- impassibile. Uno, due, tre... ecco marie fece lo stesso alla terza. sotto la pioggia chio e nuovo non è ancora decisa. infine completati i sette passi di L’asticella rimase appesa per un se- Mennea L’antica e classica tecnica dello sca- rincorsa, lo stacco possente col pie- condo, Rosemarie sollevò le brac- battente valcamento ventrale potrebbe tor- de sinistro e il contemporaneo cia in segno di gioia, l’asticella cad- nare in auge, affidandosi alle gam- slancio della gamba destra. Sospin- de: la rivincita era completata. be e alla precisione stilistica di que- ta e issata in alto da una forza più Poi venne Mosca. La Ackermann