2016/2017

Tra e nuove musiche

rsi.ch/jazz

Grafica RSI: Manuela Catti – Impaginazione: Prestampa Taiana SA Taiana – Impaginazione: Prestampa RSI: Manuela Catti Grafica [email protected] facebook.com/retedue

1. febbraio 8 maggio 2017

JAZZ

Organizzazione RSI Rete Due, Lugano Produzione Paolo Keller Testi Maurizio Franco, Claudio Sessa, Paolo Keller Segretariato Alessandro Ardizzoni

Con il sostegno di Migros Ticino Percento Culturale percento-culturale-migros.ch

In collaborazione con Associazione Jazzy Jams, Lugano jazzy-jams.ch Cinema Teatro, Chiasso centroculturalechiasso.ch Associazione Musibiasca, Biasca musibiasca.ch Jazz Cat Club, Ascona jazzcatclub.ch 2016/2017

Tra jazz e nuove musiche

Con il concerto del visionario batterista Dave King e del suo trio (Bill Carrothers al piano, Billy Peterson al basso) inizia il 1.febbraio, al Jazz in Bess di Lugano, la seconda parte del ciclo Tra jazz e nuove musiche 2016/2017.

Rassegna di concerti sostenuta da Migros Ticino Percento Culturale dove si intreccia- no jazz, improvvisazione e musiche di confine che la Rete Due della Radio Svizzera produce sin dalla fine degli anni ’80, anche questa volta ad eventi organizzati negli studi RSI si affiancano serate promosse sul territorio, in collaborazione con associa- zioni ed enti culturali attivi nella Svizzera italiana.

Otto le date previste fino all’8 maggio. Stelle assolute sarannoRichard Galliano, Ron Carter e Steve Gadd. Il musicista francese, virtuoso della fisarmonica, e il navigato contrabbassista statu- nitense, colonna portante del celebre quintetto di Miles Davis negli anni ’60, si incon- treranno il 17 marzo al Cinema Teatro di Chiasso nell’ambito del XX. Festival di Cultura e Musica Jazz. Non meno straordinaria sarà la presenza della band di Steve Gadd, caposcuola della moderna batteria jazz e fusion, che si esibirà l’8 maggio ad Ascona su invito del Jazz Cat Club.

Tra gli esponenti di una giovane generazione che si sta affermando figurano quelli del trio di Shai Maestro, israeliano di nascita e statunitense d’adozione, grande talento emergente del pianoforte (in collaborazione con Musibiasca, 28 aprile).

Torna ad esibirsi nella Svizzera italiana il bassista William Parker, figura di rifermento del jazz contemporaneo nuovayorkese sin dagli anni ’80, in compagnia di un intrigan- te Organ quartet (RSI, 23 marzo) che strizza l’occhio alla soul music e al funk. Gli appuntamenti di questa serie di concerti saranno trasmessi in diretta sulle onde di Rete Due e sul sito www.rsi.ch/rete-due, a parte quelli di giovedì 23 marzo e di venerdì 28 aprile che saranno riproposti in differita le domeniche subito successive in Concerto Jazz, ore 21.00/22.30.

Prezzi dei biglietti, informazioni su prevendite e riservazioni e altri dettagli sui concerti sono pubblicati anche sul sito dedicato www.rsi.ch/jazz sotto Calendario, nonché Info e prevendite.

Ben rappresentato anche il jazz europeo. All’Auditorio RSI si esibirà il sestetto del bassista Henri Texier, figura storica del jazz francese (7 aprile), mentre uno spazio particolare lo avrà il percussionista e sperimentatore elettronico norvegese Thomas Strønen. Dapprima sarà presente accanto al sax del britannico Iain Ballamy con il duo elettro-acustico Food (23 febbraio); a fine marzo invece salirà sul palco dell’Au- ditorio RSI (dove in quei giorni inciderà pure un album per ECM) con il suo più recente progetto musicale Time is a Blind Game.

Paolo Keller rsi.ch/jazz [email protected] T + 41 (0)91 803 91 25

Biglietti

Concerto del 1. febbraio a Jazz in Bess, Lugano Cassa serale dalle ore 20.00, posti non numerati Entrata singola CHF 25.– Soci Jazzy Jams, Club Rete Due CHF 15.– Riservazioni T + 41 (0)79 337 00 59 oppure: [email protected] Concerto del 30 marzo, Concerti del 23 febbraio, 23 marzo Auditorio Stelio Molo RSI, allo Studio 2 RSI Lugano Besso e 7 aprile all’Auditorio Stelio Molo RSI, Entrata libera Lugano Besso Cassa serale dalle ore 20.00, Concerto del 28 aprile, posti non numerati Casa Cavalier Pellanda, Biasca Entrata singola CHF 25.– Cassa serale dalle ore 20.00, AVS-AI, soci Jazzy Jams, posti non numerati Jazz Cat Club, AMIT, Musibiasca, Entrata singola CHF 25.– Amici Teatro Sociale, Lugano Card Soci Club Rete Due e Lugano City Card CHF 20.– e Musibiasca CHF 15.– Soci Club Rete Due CHF 15.– Riservazioni c/o Ufficio turistico Riservazioni tel. + 41 (0)91 803 91 25 Bellinzonese e Alto Ticino, oppure: [email protected] Contrada Cavalier Pellanda 4, Biasca T + 41 (0) 91 862 33 27 oppure: Concerti del 17 marzo, [email protected] Cinema Teatro, Chiasso e XX. Festival Jazz di Chiasso Concerto dell’8 maggio, (16-18 marzo) Teatro del Gatto, Ascona (Steve Gadd) Cassa serale ogni giorno Cassa serale dalle ore 19.00, dalle ore 18.30, posti non numerati posti non numerati Entrata singola CHF 30.– Entrata singola CHF 50.– Club Rete Due, Club Rete Due CHF 30.– studenti, AVS-AI CHF 25.– Studenti CHF 25.– After 24 CHF 10.– Riservazioni T + 41 (0)78 733 66 12 Tessera 3 giorni CHF 65.– oppure: [email protected] Tessera 2 giorni CHF 45.– Prevendite alla cassa del Cinema Teatro Chiasso (ma-sa, ore 17.00/19.30) T + 41 (0)91 695 09 16 Per tutti i concerti, ove non menzionato e Ente Turistico Mendrisio diversamente, biglietti speciali T +41 (0)91 641 30 50 per studenti, apprendisti e under 19 Info Centro Culturale Chiasso: (solo alla cassa serale e secondo [email protected] disponibilità) www.centroculturalechiasso.ch CHF 10.– Lugano / Jazz in Bess Mercoledì 1. febbraio, ore 21.00 DAVE KING TRIO Una collaborazione RSI Rete Due – Associazione Jazzy Jams

Lugano / RSI Studio 2 Giovedì 23 febbraio, ore 21.00 ECM Session 12 FOOD + guest Chiasso / Cinema Teatro Venerdì 17 marzo, ore 22.30 DUO GALLIANO – CARTER In collaborazione con il Centro Culturale Chiasso – Cinema Teatro Nell’ambito del XX. Festival di cultura e musica jazz

Lugano / RSI Studio 2 Giovedì 23 marzo, ore 21.00 WILLIAM PARKER “ORGAN QUARTET” Lugano / Auditorio Stelio Molo RSI Giovedì 30 marzo, ore 21.00 ECM live recording session THOMAS STRØNEN Project Lugano / Auditorio Stelio Molo RSI Venerdì 7 aprile, ore 21.00 HENRI TEXIER “SKY DANCERS 6” Biasca / Casa Cavalier Pellanda Venerdì 28 aprile, ore 21.00 SHAI MAESTRO TRIO Una collaborazione RSI Rete Due – Associazione Musibiasca

Ascona / Teatro del Gatto Lunedì 8 maggio, ore 20.30 STEVE GADD BAND Una collaborazione Jazz Cat Club – RSI Rete Due

Tutti i concerti saranno trasmessi in diretta o differita su RSI Rete Due

Programma con riserva di modifiche Lugano Jazz in Bess Mercoledì 1. febbraio ore 21.00 DAVE KING TRIO Dave King batteria Bill Carrothers piano Billy Peterson contrabbasso

Una collaborazione RSI Rete Due – Associazione Jazzy Jams

Diretta radiofonica su Rete Due Un sofisticato e stimolante ensemble con alcuni fra i più dinamici musicisti attivi sulla sempre fertile scena musicale di Minneapolis: Dave King, Bill Carrothers e Billy Peter- son formano un trio fra i cui intenti c’è anche quello di ricreare in chiave contemporanea le atmosfere cangianti delle analoghe storiche formazioni di Bill Evans e Paul Bley. Sebbene il visionario batterista Dave King sia forse più conosciuto per la sua duratura collaborazione con The Bad Plus e con Happy Apple, il suo frenetico lavoro di musi- cista a 360 gradi lo vede attualmente coinvolto in una decina di progetti, dal collet- tivo Trucking Company ai Buffalo Collision, da rock band come Halloween, Alaska ad ensemble, quali Gang Font, che uniscono improvvisazione e musica elettronica. In passato ha collaborato e lavora ancora con colleghi quali Bill Frisell, Joshua Red- man, Jeff Beck, , Mason Jennings, Haley Bonar, Meat Beat Manifesto, , Jason Moran, David Torn. Venuto alla ribalta all’inizio dello scorso decennio, pure lui nativo di Minneapolis, Bill Carrothers è uno dei musicisti che negli ultimi tempi hanno più impressionato pubbli- co e critica per la novità del suo etereo e trasparente linguaggio pianistico. Nominato giovanissimo alle Victoires du Jazz, l’equivalente francese dei Grammy, Carrothers ha riscosso pieno successo dapprima in Europa per poi imporsi anche all’attenzione negli Stati Uniti. Per le caratteristiche della sua musica sopra descritte ha incentrato la sua attività con le piccole formazioni, il duo e il trio, ciò che si riflette nella preziosa discografia a suo nome. Dal Minnesota proviene pure il bassista Billy Peterson, anche attivo come arrangia- tore e produttore. Ha registrato con Leo Kottke e collaborato con BB King, Johnny Smith, Lenny Breau. Nel 1975 è apparso nel famosissimo Blood on the Tracks di Bob Dylan, ha poi stretto una lunga collaborazione con la Steve Miller Band e da tempo è fido accompagnatore del pianista e cantautore di culto Ben Sidran. (PK) Lugano-Besso RSI Studio 2 Giovedì 23 febbraio ore 21.00 ECM Session 12 FOOD + guest Thomas Strønen batteria, elettronica Iain Ballamy sassofoni, elettronica Ospite: Torben Snekkestad sassofoni, tromba ad ancia

Produzione RSI Rete Due

Diretta radiofonica su Rete Due Fondato nel 1998 dal polistrumentista britannico Iain Ballamy e dal batterista norveg- ese Thomas Strønen, Food è un vero e proprio laboratorio musicale che negli otto al- bum incisi (i primi per le etichette Feral Records e Rune Grammophone, gli ultimi tre per la ECM) ha incontrato diversi esponenti del jazz nordico, tra i quali il trombettista Nils Petter Molvaer. Nato nel 1964, Ballamy, che suona i sassofoni tenore, alto e soprano e utilizza il live electronics, ha alle spalle un carriera estremamente articolata, nella quale ha collabo- rato con musicisti dalle poetiche anche molto differenti tra loro; del resto, bastano i nomi di Gil Evans, Carla Bley, Hermeto Pascoal, i Loos Tubes, Django Bates e il Kar- nakata College of Percussion per testimoniare la sua duttilità. Classe 1972, Strønen ha invece unito il suono acustico della batteria alla tecnolo- gia sonora, distinguendosi sia come compositore per organici tradizionali, quali le orchestre d’archi, sia come autore di pagine di musica elettronica e di installazioni sonore. Questa funzionale e contemporanea unione tra suoni acustici ed elettronici è alla base del progetto di Food e determina la creazione di atmosfere avvolgenti e sognanti, ottenute con la dilatazione sonora tipica del jazz del Nord Europa. Climax rarefatto, rifrazioni timbriche, piccoli accadimenti timbrici, un assoluto controllo degli equilibri fonici coinvolgono l’ascoltatore portandolo all’interno di un autentico pae- saggio sonoro, per l’occasione arricchito dalla presenza di un altro musicista norveg- ese, il trentatreenne Torben Snekkestad, maestro della libera improvvisazione che ha praticato sia con musicisti norvegesi quali Jon Balke o lo stesso Strønen, quanto con maestri del genere come Barry Guy e Andrew Cyrille. Nel trio porterà le sue sonorità impalpabili, ricche di fascino e frutto di un assoluto magistero strumentistico, unita- mente a un senso dell’interplay che amplierà la proposta del gruppo, la cui sofisticata musica, basata sui dettagli più raffinati, evidenzierà ancora una volta un eccezionale rigore lirico e il finissimo ascolto reciproco dei suoi componenti (MF). Chiasso Cinema Teatro Venerdì 17 marzo ore 22.30 DUO GALLIANO – CARTER Richard Galliano fisarmonica Ron Carter contrabbasso

In collaborazione con il Centro Culturale Chiasso – Cinema Teatro Nell’ambito di “To jazz or not to jazz”, XX. Festival di cultura e musica jazz

Diretta radiofonica su Rete Due L’intreccio sonoro proveniente dalla fisarmonica di Richard Galliano e dal contrab- basso di Ron Carter riavvolge il nastro della memoria storica per ritrovare anni ben diversi da quelli che stiamo attraversando. Nel 1990, esattamente il 23 luglio, i due avevano realizzato un disco dal vivo alla Fnac Montparnasse di Parigi che rimarrà sto- rico: Panamanhattan. Il virtuoso italofrancese doveva ancora compiere quarant’anni, mentre il jazzista afroamericano ne aveva già 53 e soprattutto, fra le mille imprese già compiute, era stato per sei anni la colonna portante del leggendario quintetto di Miles Davis. Del resto Galliano, nato nel sud della Francia (a Cannes) e trasferitosi a Parigi soltanto nel 1973, era un «provinciale» nel senso più nobile del termine: si era fatto le ossa con il repertorio dei concorsi internazionali per fisarmonica, vinti più volte in gio- ventù, ma guardava al jazz come a una musica meravigliosa e quasi irraggiungibile. Panamanhattan era solo il secondo disco a suo nome. Ma in questione non era solo il numero di allori. Suonare jazz con la fisarmonica, all’epoca, era più o meno come pre- tendere di prender parte all’Orchestra della Scala con uno scacciapensieri. Figuria- moci farlo dialogando con uno dei solisti più rinomati del mondo e addirittura senza altri accompagnatori. In più, all’aprirsi degli anni Novanta, era pienamente operativo il luogo comune che voleva un jazzista europeo, fosse pure pianista o sassofonista, «subordinato» all’ospite statunitense. È stata proprio l’intesa di incontri come quello fra Galliano e Carter che ha spezzato l’incantesimo. E certamente l’incisione diede enorme fiducia all’avventuroso fisarmonicista. Non è un caso che il manifesto delle sue concezioni stilistiche, quel New Musette che sposava l’improvvisazione jazzisti- ca alla tradizione della canzone francese, sia nato pochi mesi dopo (lo scorso anno il fisarmonicista ha ricordato quella svolta con il celebrativo New Jazz Musette). Di recente Galliano ha ritrovato, con enorme piacere, Ron Carter sul palco di un club berlinese. Sono entrambi più maturi e più sapienti; in un jazz mondializzato, dove è normale affiancare i vecchi standard a canzoni provenienti dalle culture musicali dei quattro angoli del pianeta, il loro incontro suona più inevitabile e al tempo stesso po- trà dar vita a un rinnovato balzo in avanti, nel nome di un camerismo concertistico pur esso ormai moneta corrente. Anche grazie a quel loro profetico incontro di ventisette anni fa (CS). Lugano-Besso RSI Studio 2 Giovedì 23 marzo ore 21.00 WILLIAM PARKER “ORGAN QUARTET” William Parker contrabbasso James Brandon Lewis sax tenore Cooper Moore organo, tastiere Hamid Drake batteria

Produzione RSI Rete Due

Differita radiofonica su Rete Due domenica 26 marzo in “Concerto Jazz” (ore 21.00) Il sessantacinquenne William Parker sa coniugare come pochi, sulla scena contempo- ranea, innovazione e tradizione. Mentre lo sviluppo «naturale» attraverso la storia del jazz porta il contrabbasso a esibizioni virtuosistiche e solistiche sempre più marcate, Parker con olimpica indifferenza preferisce conservarne – e trasformarne – il ruolo an- cestrale: quello di profonda radice del gruppo. È un ruolo che le definizioni basate su una visione occidentale di questa musica (e sulla necessità di chiarire quali parametri la costituiscono) descrivono come «armonico-ritmico», ma che in una prospettiva più vicina alle culture provenienti dell’Africa centroccidentale possiamo associare a una funzione istituzionale, quella del controllo e della gestione di una comunità. Quanto più questa funzione è condivisa dal resto del gruppo, tanto meno chi la esercita sente la necessità di spiccare, rendersi visibile. Tornando alla musica, la magia di Parker sta nel fatto che se concentriamo la nostra attenzione sul suo strumento ne cogliamo in pieno il peso organizzativo, ma se ascoltiamo l’effetto complessivo dei suoi brani esso tende a svanire. È ciò che hanno fatto anche suoi predecessori del calibro di Charles Mingus o Reggie Workman, come lui importanti leader oltre che strumentisti. E dun- que William Parker ama costituire gruppi nei quali, fin dall’intestazione, la sua persona si eclissa: come la storica Little Huey Creative Music Orchestra o il gruppo di medie dimensioni In Order To Survive; oppure come piccole formazioni del nuovo millennio quali il Clarinet Trio, il Violin Trio o l’Organ Quartet che ora porta a Lugano, reincar- nazione di un gruppo documentato sette anni fa. L’accento è posto sullo strumento maneggiato da Cooper-Moore, collaboratore di lungo corso (principalmente come pianista) di Parker; l’organo elettronico ha tutte le carte per esprimere l’esigenza di un equilibrio fra passato e futuro, le risonanze ecclesiastiche sfumano negli echi soul anni Sessanta ma anche nelle potenzialità timbriche dei suoni artificiali contemporanei. Diversi rispetto al disco del 2007 (Uncle Joe’s Spirit House) sono invece gli altri due partner: l’affidabilissimo batterista Hamid Drake, figura dominante nelle esplorazioni stilistiche del nuovo millennio, e il potente sassofonista James Brandon Lewis, a suo agio con i ritmi hip-hop come con le ricerche espressive d’avanguardia, che non a caso nel disco della sua affermazione, Divine Travels del 2011, volle proprio William Parker come bassista (CS). Lugano-Besso Auditorio Stelio Molo RSI Giovedì 30 marzo ore 21.00 ECM live recording session THOMAS STRØNEN “Time is a blind guide” Ayumi Tanaka pianoforte Lucy Railton violoncello Håkon Aase violino Ole Morten Vågan contrabbasso Thomas Strønen batteria, percussioni, composizione

Produzione RSI Rete Due

Diretta video streaming Dopo il concerto con Food Thomas Strønen torna alla RSI per presentare dal vivo un altro dei suoi progetti, Time is a blind guide, e registrare il secondo album di questo gruppo per la ECM. Batterista e compositore originale e prolifico, attivo sia nel cam- po dell’improvvisazione che in quello della musica di ambito euro colto, il quaranta- quattrenne artista di Oslo ha scritto musica per film, per il teatro e per la danza e ha inciso decine di album, molti dei quali proprio per ECM, al fianco dei più significativi musicisti scandinavi e di altri jazzisti europei quali John Taylor, Evan Parker, Tomasz Stanko. Come strumentista, Strønen agisce in profondità sulle dinamiche, sulla scom- posizione e distribuzione del ritmo tra i vari elementi della batteria, ottenendo una pulsazione circolare e raffinata che assume la regia della musica e la dirige dall’inter- no. Nonostante uno degli aspetti salienti della poetica del leader sia l’utilizzo di suoni elettronici, dei quali è uno straordinario manipolatore nel live electronics e un compo- sitore raffinato quando si tratta di realizzare ambientazioni sonore di ampio respiro, per questo organico la sua scelta si è indirizzata verso un sound interamente acustico e di impronta cameristica. Una decisione assolutamente funzionale a una proposta in cui si fondono mirabilmente scrittura e momenti di improvvisazione che danno inaspettate sorprese agli ascoltatori, rendendo imprevedibile un percorso musicale nel quale si trovano echi di musica norvegese, folklore orientale, uso dell’atonalità e molto altro ancora che, nel loro insieme, definiscono un mondo sonoro tipicamente attuale a cui solo il pensiero jazzistico poteva dare unità. Nata nel 2013 come ottetto, la formazione è un vero e proprio ensemble dall’organico cangiante nel quale oggi trovano posto un contrabbassista di punta della scena norvegese, una stella emer- gente del violoncello proveniente dall’Inghilterra, un raffinato violinista e una giovane pianista giapponese che ha studiato a Oslo ed è influenzata dalla scena musicale scandinava (MF). Lugano-Besso Auditorio Stelio Molo RSI Venerdì 7 aprile ore 21.00 HENRI TEXIER “SKY DANCERS 6” Henri Texier contrabbasso Sébastien Texier sax alto, clarinetti François Corneloup sax baritono Nguyen Le chitarra Armel Dupas piano, Fender Rhodes Louis Moutin batteria

Produzione RSI Rete Due

Diretta radiofonica su Rete Due Henri Texier è una delle figure più rilevanti della scena jazzistica francese sin dagli anni sessanta quando, giovanissimo (è nato a Parigi nel 1945) e dopo essere stato influenzato da Wilbur Ware – uno dei più avventurosi bassisti degli anni cinquanta – accompagnava grandi solisti americani in tournée in Europa, era membro della Euro- pean Rhythm Machine di Phil Woods e assiduo collaboratore di . Nel corso del tempo, il suo mondo musicale si è arricchito della breve esperienza del jazz-rock e, successivamente, del graduale inserimento di influenze balcaniche, mediorientali, africane, latinoamericane e, a livello di ispirazione, della musica degli indiani d’Ameri- ca. Tutte queste suggestioni e influenze sono presenti nell’album Sky Dancers (edito da Label Bleu) che, come evidenziato dai titoli dei brani (Hopi, Navajo Dream, Coman- che e altri), è anche un affettuoso, ideale omaggio al mondo dei pellerossa. Un Cd realizzato con il sestetto ospite della nostra rassegna, con cui questo grande e ver- satile contrabbassista-compositore presenterà una musica intensa, dalle molteplici atmosfere, che potremmo definire un contemporary mainstream di matrice europea nel quale confluiscono echi rock, procedure tipicamente legate alla linea più modale dell’hard-bop, e momenti di ampia improvvisazione collettiva riuniti organicamente in una proposta complessa, ma chiara, ben definita e dalla diretta, coinvolgente comu- nicativa. Il sestetto è composto da musicisti versatili e di altissimo livello, a cominciare dal chitarrista franco-vietnamita Nguyen Lê, che alla fluidità del linguaggio post-bop aggiunge echi hendrixiani con un pensiero che non è dissimile da quello del pianista e tastierista Armel Dupas, vero maestro del colore sonoro. C’è poi Louis Moutin, batte- rista di rara completezza, e infine due sassofonisti, entrambi improvvisatori dall’ampio spettro stilistico e portatori di un efficace contrasto timbrico: Sébastien Texier, figlio del leader (con cui collabora da oltre vent’anni), che si muove sui registri chiari del sax contralto, e François Corneloup, che invece interviene con il colore scuro del suo sax baritono. Il risultato è un jazz autenticamente contemporaneo nel quale si avverte anche un forte senso della storia (MF). Biasca Casa Cavalier Pellanda Venerdì 28 aprile ore 21.00 SHAI MAESTRO TRIO Shai Maestro pianoforte Jorge Roeder contrabbasso Ziv Ravitz batteria

Una collaborazione RSI Rete Due – Associazione Musibiasca

Differita radiofonica su Rete Due domenica 30 marzo in “Concerto Jazz” (ore 21.00) Enfant prodige, l’israeliano Shai Maestro ancora oggi è molto giovane, ha soltanto trent’anni, ma mostra la sicurezza del musicista veterano. Quale in effetti è, anche sulle scene statunitensi: aveva sedici anni quando, già ricco di premi in patria, ebbe modo di studiare al Berklee College di Boston, la più famosa scuola di jazz del mondo. Gli viene offerta la possibilità di seguire l’intero corso di studi, ma Shai preferisce rinunciare dopo poco più di un mese, seguendo la propria strada. Finito il liceo, siamo nel 2006, riceve un’offerta prestigiosa: suonare nel trio del contrabbassista Avishai Cohen, un altro jaz- zista nato in Israele che da qualche tempo sta ottenendo grandi riconoscimenti inter- nazionali. Così, per cinque anni, Maestro si esibisce in tutto il mondo nel trio di Cohen, completato da un altro talento di vaglia, il batterista Mark Guiliana. Nel frattempo il pianista si trasferisce a New York e soprattutto comincia a pensare a una propria formazione, che conosce la forma definitiva (quella con cui si presenta anche a Biasca) nel 2010. Con questo trio Shai Maestro ha già inciso quattro dischi, l’esordio (che porta il nome del gruppo) nel 2012, The Road To Ithaca l’anno dopo, Untold Stories nel 2015 e il recentissimo The Stone Skipper. La formazione mostra quanto l’anelito internazionalista percorra il jazz contemporaneo: Ziv Ravitz, batteri- sta dotato d’inconsueta sensibilità, è anche lui israeliano, mentre Jorge Roeder, con- trabbassista di virtuosistiche prestazioni, è nato a Lima, capitale del Perù. Ma il linguaggio del trio è pura tradizione jazz statunitense. Il pianista (che racconta di avere scoperto il jazz grazie a un disco di Oscar Peterson) mostra tutte le influen- ze che su di lui hanno avuto Chick Corea e Keith Jarrett; del primo evoca spesso le scansioni ritmiche luminose e stimolanti, con il secondo condivide un’invidiabile, istintiva felicità melodica. Ma Corea e Jarrett vengono alla mente anche per un altro elemento. Come i due popolari pianisti erano riusciti a fare nei confronti della gene- razione che cresceva negli anni Settanta (e, aggiungiamo, come è accaduto a Brad Mehldau per quella a cavallo fra i Novanta e il nuovo millennio), Shai Maestro sembra perfettamente sintonizzato con le aspettative, i gusti, i desideri e le preoccupazioni dei giovani contemporanei. Per questo si candida a divenire uno dei nomi con i quali verrà ricordato questo periodo storico (CS). Ascona Teatro del Gatto Lunedì 8 maggio ore 20.30 STEVE GADD BAND Steve Gadd batteria Walt Fowler tromba e flicorno Michael Landau chitarre Kevin Hays tastiere Jimmy Johnson basso

Una collaborazione Jazz Cat Club – RSI Rete Due

Diretta radiofonica su Rete Due Il celebre batterista Steve Gadd, fresco settantaduenne quando comparirà sul palco del Teatro del Gatto di Ascona, si può dire che incarni uno dei possibili «sensi» del jazz contemporaneo. E questo nonostante le sue molte collaborazioni con figure stellari della musica pop, anzi proprio a causa di esse: da Simon & Garfunkel a Joe Cocker, dagli Steely Dan a Eric Clapton, da Frank Sinatra a Paul McCartney. Che la storia del jazz si incroci continuamente, e in modi sempre nuovi, con quella della musica «di consumo» è infatti ben chiaro a chiunque ne segua le vicende. Fin dalle sue prime avventure profes- sionali, Gadd si è mosso con autorità in questa terra di mezzo, dando vita a una superba dimensione professionale che ne ha fatto forse il più affidabile (e ambito) batterista «di studio». Il suo mestiere lo ha portato a eccellere nei più diversi generi musicali, ma conservando sempre al centro della propria pulsazione la grande tradizione afroame- ricana, della quale è un consapevole interprete; in questo modo il linguaggio del jazz, declinato con sapienza in ogni sua fase storica, si è trasmesso «per induzione» a un pubblico di enorme vastità. Il ruolo di Gadd può essere paragonato a quello di due suoi celebri predecessori: Gene Krupa e Buddy Rich. La spettacolarità dei loro stili si è tra- sferita nel gioco del più giovane decantandosi in una maggiore coscienza del dettaglio, del non detto, quasi in una trasformazione monkiana (cioè in un passaggio consape- vole dall’età jazzistica «classica» a quella «moderna»). Così Gadd è capace di incantare anche un pubblico di non intenditori (per non parlare degli studenti di batteria) grazie a uno stile che sposa costantemente il rigore quasi scientifico, proveniente dai grandi maestri del bebop, a una qualità narrativa che potremmo definirepop . E qui ritorniamo: perché anche nella sua band i generi convivono amichevolmente. Lo dimostrano i cur- riculum dei musicisti scelti dal leader, nei quali i nomi di Frank Zappa, Pink Floyd, Joni Mitchell si alternano a quelli di Stan Getz, Jim Hall, Miles Davis; lo attesta il repertorio del gruppo, che affianca temi originali a cover pescate in ogni parte della musica d’oggi; lo confermano le sequenze di assoli, dove l’acida chitarra di Michael Landau si alterna al morbido eloquio trombettistico di Walter Fowler e ai linguaggi altrettanto variegati della ritmica. E dove l’enciclopedica batteria di Gadd amalgama e rende coerente ogni avventura sonora (CS). Grafica RSI: Manuela Catti – Impaginazione: Prestampa Taiana SA Taiana – Impaginazione: Prestampa RSI: Manuela Catti Grafica

Informazioni rsi.ch/jazz T + 41 (0)91 803 91 25 [email protected]

Produzione RSI Rete Due Paolo Keller

Con il sostegno di: In collaborazione con:

Associazione Jazzy Jams, Lugano Cinema Teatro, Chiasso Associazione Musibiasca, Biasca Jazz Cat Club, Ascona