MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA’ CULTURALI

POLO MUSEALE DELLA LOMBARDIA

MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI CIVIDATE CAMUNO

FORNITURA ALLESTIMENTO NUOVA SEDE MUSEALE

PROGETTO DEFINITIVO - ESECUTIVO RELAZIONE SCIENTIFICA MUSEOLOGICA 2

POLO MUSEALE DELLA LOMBARDIA Direttore: Dott. Stefano L’Occaso RUP: Dott. Stefano L’Occaso

PROGETTO SCIENTIFICO Dott.ssa Serena Rosa Solano | SABAP per le province di Bergamo e

PROGETTO MUSEOGRAFICO e ALLESTIMENTO Studio di Architettura Volta sas via Tosio 36 | 25121 Brescia | [email protected] | 3929766270

DIRETTORE DELL’ESECUZIONE ottobre 2018 Dott.ssa Serena Rosa Solano RELAZIONE ILLUSTRATIVA: IL PROGETTO SCIENTIFICO E MUSEOLOGICO Serena Solano

1. IL CONTESTO Nel panorama archeologico alpino la Valcamonica, famosa per l’arte rupestre, primo Sito Unesco italiano, si distingue anche per lo straordinario patrimonio archeologico di epoca romana. Il fulcro principale dei ritrovamenti è a Cividate Camuno (BS), sorto sulle vestigia dell’antica Civitas Camunnorum, città romana fondata nella media Valle Camonica sul finire del I secolo a.C. dopo la storica conquista avvenuta nell’ambito delle campagne augustee del 17-15 a.C. Della città sono stati riportati alla luce le terme, resti consistenti del foro, diverse domus, le necropoli e il quartiere degli edifici da spettacolo, con un teatro e un anfiteatro. Oltre la città, numerosi contesti archeologici sparsi in tutta la Valle e riferibili a luoghi di culto, necropoli e insediamenti, consentono inoltre di delineare in maniera chiara le dinamiche di frequentazione del territorio fra età del Ferro ed età romana, evidenziando per la fase di romanizzazione interessanti elementi di contatto, continuità e trasformazione. Per esporre, conservare e restituire al pubblico i numerosi reperti archeologici, nel 1981 è stato istituito il Museo Archeologico Nazionale della Valle Camonica di Cividate Camuno, in un immobile donato allo Stato dal Bacino Imbrifero Montano (BIM) collocato in via Roma 29, alla periferia del paese, di fronte alla stazione ferroviaria e in prossimità della zona industriale. L’immobile, già casa degli aviatori durante il secondo conflitto mondiale, è stato riadattato a museo con una serie di adeguamenti strutturali e funzionali realizzati principalmente nel 1989 e nel 2009. Il museo espone i materiali di età romana trovati a Cividate Camuno e nel territorio: oltre a una ricca collezione epigrafica, conserva importanti elementi architettonici e scultorei, fra cui la statua della dea Minerva dal santuario di Breno, in marmo greco, e un pregevole ritratto maschile in nudità eroica dall’area del foro di Cividate Camuno in marmo locale di Vezza d’ Nel percorso spiccano anche i materiali provenienti dalla casetta di tipo alpino scavata a Pescarzo di , straordinario esempio del modello insediativo preromano in pietra e legno, fra cui la porta in legno, una delle meglio conservate per il periodo (II-I secolo a.C.) di tutto l’arco alpino. Il patrimonio archeologico della Valcamonica romana è stato oggetto dell’Accordo di Programma Quadro per la Valorizzazione dei siti di età romana esistenti nella media Valcamonica stipulato il 22 ottobre 2002 tra Regione Lombardia, Provincia di Brescia, Comunità Montana, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia e Comuni di Cividate Camuno, Breno, e teso a promuovere coordinate azioni di valorizzazione. All’interno degli obiettivi dell’Accordo sono rientrati innanzitutto il completamento dell’intervento di scavo e restauro delle strutture degli edifici da spettacolo dell’antica Civitas Camunnorum avviato fin dal 1984. Nel marzo 2003 è stato inaugurato il Parco Archeologico del Teatro e dell’Anfiteatro di Cividate Camuno, esteso per circa 12.000 mq, che offre un eccezionale spaccato della città antica: in esso sono visibili l’anfiteatro, riportato interamente alla luce nelle strutture perimetrali, e una porzione del teatro, pari a circa un terzo del totale, oltre a una serie di ambienti di servizio.

Nel 2007 il percorso di visita alla Valcamonica romana si è esteso fino a Breno, con l’inaugurazione del Parco Archeologico del Santuario di Minerva in località Spinera, scoperto fortuitamente nel 1986. In questo caso il Parco, con una superficie di circa 6000 mq in un verde pianoro vicino all’Oglio ai piedi di una rupe rocciosa percorsa da grotte e cunicoli scavati dall’acqua, conserva in situ le strutture monumentali di un tempio flavio ad ali porticate con pavimenti a mosaico e affreschi dedicato a Minerva, realizzato su un precedente edificio augusteo, a sua volta impostato su un luogo di culto indigeno all’aperto. Nel 2009, per collegare i siti costituenti il polo della romanità è stata realizzata una galleria “archeologica” lungo fiume, con una pista ciclopedonale che permette agevolmente di combinare la visita a Cividate Camuno con quella al Parco Archeologico di Breno in località Spinera. Nel 2011, grazie a un progetto finanziato con fondi di Regione Lombardia, è stata inaugurata l’area archeologica del Palazzo, sempre a Cividate Camuno, che conserva i resti di una ricca domus di età giulio- claudia e di un edificio pubblico di epoca flavia affacciato sul foro dell’antica Civitas Camunnorum. Nel 2015, nell’ambito di un Progetto cofinanziato da Regione Lombardia e promosso dal comune di Capo di Ponte, è stata inaugurata anche l’area archeologica con resti di casa alpina a Pescarzo di Capo di Ponte. La casa scoperta, datata tra II e I secolo a.C., nel delicato momento della romanizzazione del territorio, rappresenta un anello di collegamento importante fra il polo della Valcamonica romana ruotante intorno a Breno e Cividate Camuno e quello della Preistoria. Distrutta in antico da un violento incendio che ne ha sigillato ciò che era all’interno come i un’istantanea fotografica, restituisce uno spaccato di vita quotidiana della Valle, con materiali di tradizione locale e elementi di novità, segni del processo di romanizzazione in atto nel territorio. La ricchezza dei ritrovamenti del percorso di visita della Valcamonica romana ha il punto di arrivo e di partenza nel Museo Archeologico. L’insieme offre dal punto di vista del turismo didattico e non solo, un pacchetto di visita articolato e di grande impatto.

La sede attuale del Museo, collocata alla periferia del paese, in una zona industriale, appare troppo decentrata rispetto al centro e alle aree archeologiche. Gli spazi espositivi sono inoltre insufficienti e limitati e non consentono di sviluppare un adeguato percorso di visita che, anche in considerazione dei moltissimi materiali conservati nei magazzini, necessita di maggiore respiro e approfondimento. La posizione decentrata infine rende difficile collegare il museo con le aree archeologiche del centro storico e condiziona ancora fortemente il flusso turistico. A fronte di oltre 10.000 visitatori annui del Parco Archeologico del Teatro e dell’Anfiteatro al Museo confluiscono mediamente 5000 visitatori annui. Dal 2015 Comune, Polo Museale della Lombardia e Soprintendenza hanno dato avvio a un Progetto di spostamento e ampliamento del Museo nell’Immobile, già Istituto delle Suore Canossiane, oggi adibito a Incubatore di Imprese, collocato nel cuore del paese, nel Piazzale Giacomini, di fronte alla Chiesa Parrocchiale e di proprietà Comunale. La posizione centrale, nel tessuto moderno che conserva l’impronta dell’antico, permette di “riportare” il museo nella città e di porlo in stretta relazione con le aree archeologiche, all’interno del centro storico nelle cui trame si conserva ancora l’impronta dell’impianto regolare romano e resti architettonici reimpiegati negli edifici medioevali. L’obiettivo principale è quello di realizzare un nuovo museo, nel cuore del paese, che rispetto alla collocazione attuale consenta di: - ampliare gli spazi espositivi e arricchire il percorso di visita; - aumentare l’offerta museale; -aumentare il numero di visitatori; -collegare meglio le collezioni archeologiche al contesto di provenienza e alla città romana di Cividate Camuno in particolare, con un più immediato e agevole collegamento con i Parchi e le aree archeologiche e con positive ricadute sulla valorizzazione e sulla tutela. Nell’autunno 2018 sono iniziati i lavori di adeguamento architettonico dell’Immobile. La presente relazione illustra il percorso scientifico e le scelte museologiche alla base del Progetto di allestimento.

2.UN MUSEO DELLA ROMANIZZAZIONE DELLE ALPI Il filo conduttore del nuovo Museo è la romanizzazione, intesa come processo di trasformazione e incontro delle culture indigene con il mondo romano. La Valcamonica racconta in maniera esemplare il fenomeno, attraverso siti e evidenze archeologiche, anche di carattere monumentale, che consentono di declinare il processo nei suoi molteplici aspetti, dalla trasformazione del territorio, allo sfruttamento delle risorse, ai culti, agli insediamenti, agli aspetti della vita quotidiana, agli spazi pubblici, alla sfera funeraria. Il nuovo Museo intende essere un Museo della romanizzazione delle Alpi, con rimandi anche ai luoghi vicini, contestualizzando i ritrovamenti della Valle Camonica nel quadro più ampio dell’arco alpino. Il progetto ha come obiettivo la realizzazione di un Museo che si ponga: - come punto di partenza e di arrivo del percorso sulla Valcamonica romana che ha come altri punti di visita l’area del foro in via Palazzo, il Parco Archeologico del teatro e dell’anfiteatro, il Parco Archeologico del Santuario di Minerva in località Spinera di Breno; - come un museo della romanizzazione delle Alpi, con un respiro più ampio che ponga l’esempio della Valcamonica in un quadro territoriale allargato che rimandi alle realtà vicine e al contesto alpino centro-orientale, con riferimenti e collegamenti alle Valli limitrofe (Valtellina, Valtrompia) e con le relative sedi museali e aree archeologiche: il Museo Archeologico di in Valtrompia, il Museo retico della Val di Non, il Museo Archeologico di , le aree archeologiche di Parre e Casazza nella bergamasca, l’Accademia Tadini di , le ville romane di e Predore sul lago d’Iseo e ovviamente e necessariamente con uno sguardo alla città romana di riferimento, Brixia.

Il percorso si sviluppa come un racconto, che vuole guidare il visitatore alla scoperta della Valle Camonica romana, con un linguaggio che utilizza due registri, uno più didascalico e scientifico e uno più grafico e immediato, con alcuni momenti dedicati anche alla scoperta e al gioco per stimolare la curiosità e la conoscenza, soprattutto dei più piccoli, attraverso il coinvolgimento attivo e il divertimento.

1. INGRESSO. LE VIE DELLA ROMANIZZAZIONE Si parte dall’incontro/scontro dei Romani con l’ambiente e i popoli alpini, attraverso una introduzione alle fonti e alle cd “guerre retiche”, con rimandi ai segni della romanizzazione e della trasformazione del territorio (le strade e gli acquedotti). All’ingresso, cippi miliari e fistule in piombo rimandano alla trasformazione del paesaggio e alle modifiche apportate dai Romani. Il tema consente di collegare il Museo a quello da poco inaugurato in Valtrompia (Museo Archeologico ORMA), con un riferimento al lungo acquedotto realizzato fra l’età augustea e quella tiberiana con l’obiettivo di portare acqua da a Brescia. Un grande pannello a parete all’ingresso del Museo ripropone il Trofeo di La Turbie, che ricorda la conquista delle Alpi da parte di Augusto e la sottomissione dei popoli alpini, con il lungo elenco di gentes alpinae devictae aperto da Trumplini e Camuni. Accanto, una carta dei popoli dell’Italia Settentrionale alla vigilia della romanizzazione in maniera immediata visualizza la variegata realtà di popoli che abitavano le Alpi citati dalle fonti epigrafiche e storiografiche antiche. Rispetto a una conquista militare, testimoniata archeologicamente in altri territori, è la conquista culturale, avvenuta senza rotture e cambiamenti radicali, a segnare il passo in Valle Camonica e a scandire le sezioni del Museo. Il processo, avviato in maniera sostanzialmente pacifica dalla fine del II secolo a.C., si accentuò sul finire del I secolo a.C., quando il territorio venne coinvolto nelle campagne augustee di conquista delle Alpi. Dopo un’iniziale condizione di adtributio (semidipendenza dalla città romana più vicina, verosimilmente Brixia), la comunità camuna venne riconosciuta nell’arco di pochi decenni dapprima come civitas e poi come res publica con autonomia politica e amministrativa. Gli aspetti caratterizzanti la realtà camuna nella seconda età del Ferro, modalità insediative e cultuali, forme della cultura materiale, sopravvissero a lungo e continuarono, pur con esiti e soluzioni differenti, fino alla tarda età romana. Vera novità fu la fondazione di una città nell’area oggi occupata da Cividate Camuno. La visita al nuovo Museo comincia con un viaggio immersivo: una installazione multimediale nel corridoio laterale sinistro vuole idealmente riproporre l’avanzata nel territorio da parte dei Romani, uomini e eserciti, dalla pianura alle Alpi. Voci e suoni in latino e camuno evocano l’incontro di culture diverse mentre immagini delle alte quote vogliono immediatamente calare il visitatore negli spazi montani, così diversi rispetto a quelli della pianura.

2. I LUOGHI DI CULTO Si passa quindi ai luoghi dell’incontro di culture, con la presentazione dei contesti della Valle dove si colgono i segni dei primi contatti dei Camuni con i Celti della pianura e i Romani. Numerosi contesti di II e I secolo a.C. mostrano da un lato elementi di cambiamento e dall’altra parte una forte volontà di mantenere caratteri identitari: la prima sezione è dedicata ai santuari a cielo aperto posti su terrazzi della media Valle, con manifestazioni di arte rupestre e un ampio uso della scrittura (-Loa e ). A partire dal I secolo a.C. la compresenza sulle rocce della Valle di due alfabeti diversi, quello camuno e quello latino, rappresenta importante segnale di un incontro di culture e spia del cambiamento in corso. Continuità e trasformazione sono le parole chiave del percorso. Ampio spazio è quindi lasciato al contesto del santuario di Minerva in loc. Spinera di Breno, che racconta in maniera esemplare la continuità di un luogo di culto dalla prima età del Ferro alla tarda età romana, con materiali che vanno dal X secolo a.C. alla fine del IV secolo d.C.. La sala, l’unica a piano terra con le finestre sulla piazza della chiesa, in maniera ideale vuole suggerire il legame tra il culto femminile protostorico e romano e quello cristiano. Il reperto principale della sala è ovviamente costituito dalla splendida statua di Minerva. Si tratta di una copia romana in marmo greco di un originale di V secolo a.C. che probabilmente può essere letta come l’interpretatio romana della più antica divinità indigena legata al culto della acque raffigurata in una raffinata placchetta bronzea di V secolo a.C. e che doveva affermare in chiave ideologica e politica l’avvenuta conquista del territorio. Nella sezione dei culti uno spazio è dedicato anche agli altri santuari individuati nel territorio (Capo di Ponte- Le Sante), con un focus sul santuario indagato a Borno da cui provengono dediche a Minerva. Le scale che portano al primo piano continuano il racconto con la citazione di fonti antiche che parlano delle Alpi.

3. GLI ABITATI MINORI: DI PIETRA E DI LEGNO La terza sezione è dedicata agli insediamenti minori. Ampio spazio è dedicato al contesto di Pescarzo di Capo di Ponte, inserito nel più ampio panorama alpino, con un rimando alla tipologia insediativa tipica delle Alpi centro-orientali dal VI secolo a.C. a tutta l’età romana, con base in pietra seminterrata e alzato in materiale deperibile e il confronto con altre realtà, soprattutto in ambito retico, come mostra la relativa carta di distribuzione. Nella sala un focus è sul reperto più significativo: la porta in legno di larice, riproposta anche come elemento didattico di collegamento con la sala successiva. Accanto ai materiali di Pescarzo sono previsti due pannelli didattici con la riproposizione delle tecniche edilizie tradizionali (Block bau e opus craticium). Quindi si passa agli altri abitati “minori” archeologicamente indagati nel territorio: sul fondovalle e Berzo Demo, su un crinale montuoso a circa 800 m s.l.m.. I contesti offrono l’occasione di approfondire due aspetti: da un lato Berzo Demo, un villaggio minerario in uso fra VI e I secolo a.C. e in stretto collegamento con Cevo- Dos Curù, apre una finestra sul tema dello sfruttamento delle risorse del territorio, dall’altro l’abbondanza di macine e macinelli trovati in entrambi i contesti introduce l’argomento delle nuove tecnologie con il passaggio dai macinelli e dalle macine a tramoggia e leva alle macine a rotazione, manuali e pratiche e introdotte in area alpina dagli eserciti romani. La parete di fronte è quindi dedicata alle nuove tecniche costruttive, con le novità introdotte dalla romanizzazione nell’edilizia: malta di calce e laterizio. Sulla parete trovano spazio gli elementi introdotti dalla romanizzazione: la ricostruzione di un tetto, la riproposizione dell’impianto di riscaldamento a terra e parete, condutture idriche. Una vetrina è dedicata anche ai laterizi e agli scarti di lavorazione da Borno-Lago Giallo. Nel corridoio una lunga parete è occupata dai laterizi, con una presentazione dell’ampia casistica di laterizi bollati dalla Valle che rappresentano una delle attività più redditizie fra I e II secolo d.C. Il bollo in caratteri camuni è uno dei simboli più belli e concreti dell’incontro di culture: il supporto è romano mentre la scritta è camuna .

4. ABITARE IN CITTÀ: LE DOMUS Nella sezione successiva si passa alla città. Una parete è quindi dedicata alla vera trasformazione della Valle: la fondazione di una città nell’area oggi occupata da Cividate Camuno con impianto regolare e un’organizzazione in spazi privati e pubblici. L’introduzione del concetto di città e la micro centuriazione annessa attraverso una carta dell’Italia Settentrionale rimandano a Brescia e alle città vicine. Le novità nell’edilizia e nella tecnologia si avvertono nelle forme dell’abitare in città e nel vivere in una domus, con pavimenti a mosaico, pareti affrescate e intonacate e rivestite in marmi pregiati e con impianto di riscaldamento. Seguono due spazi dedicati alle domus: una sala ha al centro una vetrina-isola con i materiali della ricca domus di via Laffranchini, mentre a parete in un’altra vetrina i materiali dalle domus emerse in altri punti della città (via Broli, via IV Novembre e Casa Damiola) consentono alcuni approfondimenti sulla vita quotidiana. Si passa quindi a uno spazio dedicato allo scavo di via Palazzo, uno dei più ricchi di dati e materiali. Lo spazio, che vuole porre l’accento sul lusso della domus, è concepito come una sala rilassante con una vetrina/tavolo e un mobile/libreria, dove ci si può soffermare a leggere un libro e dove i bambini trovano materiali per disegnare e colorare ispirati dai raffinati e colorati affreschi della domus che nella sala rappresentano l’elemento senz’altro più importante. Nella sala un frammento di una statua femminile con resti di treccia permette di approfondire il tema delle capigliature femminili e della bellezza, attraverso oggetti da toeletta femminile (spatolina, spilloni ecc.). La disposizione dei reperti e degli arredi vuole suggerire la dimensione di “casa” e dare l’idea di un ambiente domestico raffinato ma accogliente.

Nel corridoio un focus è dedicato quindi alle novità nell’alimentazione con una vetrina in cui trovano esposizione le anfore che offrono spunti di approfondimento sul commercio di olio, vino e salsa di pesce e un pannello sul cibo in età romana.

5. GLI SPAZI PUBBLICI Segue una sezione dedicata ai luoghi pubblici, con uno spazio dedicato al teatro e all’anfiteatro e un inevitabile rimando al Parco archeologico dove sono visibili i resti dei due edifici che costituivano il quartiere degli edifici da spettacolo della città. Accanto a una lunga vetrina con i reperti dagli scavi condotti nell’area un plastico ripropone il modello del quartiere e aiuta a leggere la geometria originale degli edifici. Uno spazio-gioco e un touch-screen consentono di approfondire il tema degli spettacoli nel mondo antico, la figura del gladiatore e dell’attore e di “vivere un giorno da Romani”. Il corridoio laterale che occupa l’ala destra del primo piano è lo spazio delle terme. Sono qui esposti due pavimenti a mosaico di I-II d.C. e frammenti dei raffinati apparati decorativi del complesso termale, nonché le suspensurae in pietra e terracotta e i materiali ceramici e metallici. Lo spazio, oltre al tema delle terme dal punto di vista architettonico, funzionale e culturale, consente di “scoprire” come si realizza un mosaico con un altro punto-gioco con le tessere musive.

SCALE Dalle terme si scendono le scale, concepite come un grande libro su cui riportare giornali, ritagli, articoli e scritte legate alla storia della scoperta di Cividate romana e della Valle Camonica romana.

Si passa quindi al foro, con la galleria in cui domina sullo sfondo la statua maschile in marmo locale di Vezza d’Oglio raffigurante un nudo eroico proveniente da via Palazzo. Lo spazio del foro, dove si trovano epigrafi e elementi architettonici e frammenti di statue, anche in bronzo, ha una connotazione fortemente monumentale, a sottolineare la grandezza della città. Nel corridoio, a suggerire la dinamicità e la vivacità del foro romano che era anche un luogo di incontro culturale e commerciale, scambio e mercato, trovano spazio anche una vetrina con un approfondimento sulla numismatica e una vetrina dedicata ai marmi, con un approfondimento sulle cave di Vezza d’Oglio, il cui sfruttamento dovette diventare più intensivo alla fine del I secolo a.C., dettato dalla necessità di dare splendore alla Civitas Camunnorum. Nella sala oltre a via Palazzo sono esposti anche materiali da S. Stefano, sulla cui rupe era un tempio che sovrastava il foro dall’alto, e da via Ponte Vecchio, dove sono emerse strutture pertinenti a un probabile tempio del culto imperiale.

6. OLTRE LA VITA: LE NECROPOLI L’ultima sezione è dedicata alle necropoli, con l’esposizione dei materiali da Cividate Camuno, Borno e Breno. Il corridoio, lungo le cui pareti sono esposti i monumenti funerari, idealmente vuole suggerire l’idea di una strada, lungo cui, come di consueto nel mondo romano, si sviluppava la necropoli. Le salette espositive annesse espongono i corredi di Cividate Camuno, via Piana e via Marconi, di Breno e di Borno. I ricchi corredi delle tombe di Borno, databili fra I e II secolo d.C., in cui coesistono materiali di tradizione indigena accanto a quelli romani e in cui abbondano pendagli e amuleti e elementi connessi alla scrittura,

rappresentano un ulteriore collegamento con il tema della scrittura e dei santuari, chiudendo idealmente il percorso con il “ritorno” ad alcuni grandi temi già affrontati nella sezione dei luoghi di culto e con rimandi al vicino contesto di arte rupestre di Piancogno.

Il tesoretto di , con i 9 solidi aurei di V secolo d.C. chiude il nostro viaggio.

7. AREA ARCHEOLOGICA Il percorso si conclude con la visita al cortile interno all’Immobile, dove si potrà vedere uno spaccato della stratigrafia archeologica dell’area, con una piccola area archeologica che conserva resti di strutture di età romana emerse recentemente a seguito di indagini effettuate nell’ambito del progetto del nuovo Museo..

LE SEZIONI DEL PERCORSO: I CONTENUTI Ogni sezione dovrà essere caratterizzata da un colore distinto che aiuterà didatticamente la lettura e la scansione del percorso insieme al titolo. Il colore caratterizzerà una parete e la base delle vetrine.

PIANO TERRA. INGRESSO. LE VIE DELLA ROMANIZZAZIONE L’ingresso del Museo sarà così articolato: nella parete di fronte alla porta sarà localizzazo il fronte-office e spazio accoglienza (18-19). Un addetto all’accoglienza e vigilanza accoglierà il visitatore da una scrivania bifacciale (18) con materiale informativo, fornendo le informazioni base sul Museo e il territorio e allo stesso tempo effettuerà dalla sua postazione il controllo del Museo. Lo spazio prevede anche armadietti per ricoverare borse e zainetti. All’ingresso si troverà la scritta con la dicitura MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DELLA VALLE CAMONICA ROMANA (3) Nello spazio si troverà anche la cartina storica della Valcamonica (già presente in Museo) e un pannello sulla storia del Museo e il colophon (4b misure 360 x280 cm)

LE VIE DELLA ROMANIZZAZIONE Il percorso vero e proprio comincia nel corridoio assiale del Museo con alcuni Pannelli (4) introduttivi al tema della romanizzazione alpina. Un pannello grande a piena parete sulla destra con la foto del Trofeo di La Turbie e la Cartina dei popoli dell’Italia Settentrionale alla vigilia della romanizzazione (4.c misure 400 m x 360 cm) Un pannello sopra la seduta della Romanizzazione (4.d misure 210 x 360 cm) con il tema delle strade e degli acquedotti (un rimando inevitabile sarà anche alla strada sul Passo del Tonale e un collegamento con la Valtrompia) Sotto il pannello ci sarà un Supporto/seduta (2a misure 200 x 50 cm) con le fistule in piombo dal fiume Oglio. All’ingresso si troveranno anche elementi lapidei e un cippo miliare. Si passerà quindi alla cd “galleria della romanizzazione” introdotta dal titolo di sezione (3) e con un’istallazione multimediale con realtà immersiva (fornitura a parte), sviluppata in un corridoio di circa 8 m, a evocare l’arrivo dei Romani nelle Alpi, con un’immaginaria salita da fondovalle alle alte vette e citazioni/frasi in latino e camuno. A terra la stampa di una strada glareata che poi diventa lastricata illuminata da piccoli punti luce e ai lati scritte sulle fonti antiche (23) accompagneranno il cammino Nel corridoio trovano spazio anche elementi lapidei (altri 2 cippi/miliari peso 190 e 215 kg) che arrederanno l’ambiente, contribuendo a creare uno scenario alternativo all’installazione multimediale. Esigenze dell’illuminazione: la galleria immersiva prevede una stampa a terra che dovrà essere illuminata da piccoli punti luce segna passo.

I LUOGHI DI CULTO La sezione è dedicata ai santuari come luoghi di aggregazione culturale e di incontro di culture. Il colore della sezione dovrà essere un azzurro a richiamo dell’elemento acqua. Nella parete di fronte, all’uscita dalla “galleria” della romanizzazione troverà spazio una grande fotografia a piena parete a colori (4e misure 2,85 x 360 cm) con incisioni rupestri di Piancogno alfabetari coltelli ecc. sotto cui saranno esposti alcuni piccoli massi incisi da Piancogno (2b). A sinistra un pannello di spiegazione (4a) con rimando alla cultura camuna e ai santuari all’aperto (II-I a.C.), con riferimenti alle zone incise di Foppe di Nadro, Berzo Demo-Loa e Piancogno. Sul muro scritte grafiche in camuno e latino (22) A destra in alto ci sarà il titolo della sezione (3) Si prosegue con la sala dedicata ai materiali dal santuario di Minerva in loc. Spinera di Breno. I materiali saranno distribuiti cronologicamente. A sinistra: vetrina con materiali della fase protostorica (1.b) con grande stampa (4.c) del disegno della placchetta bronzea con figura di orante su barca solare e protomi ornitomorfe, l’oggetto simbolo della fase protostorica, forse immagine della divinità indigena venerata nel luogo e connessa al culto dell’acqua. A destra ci sarà una lunga vetrina con la scansione dei reperti di età augustea, flavia e tardo imperiale e una vetrina didattica con un approfondimento sulla continuità di alcune forme ceramiche, teglie e boccali (1.a). In alto sopra la vetrina un lungo pannello didattico proporrà riproduzioni e disegni sul rituale nella varie fasi (4.b misure 235 x 50 cm). A parete a destra in verticale un pannello generale inquadrerà il contesto. A seguire si troverà lo spazio con la statua della dea Minerva, posizionata sopra una pedana con un rimando all’elemento acqua. A sinistra saranno esposte le epigrafi votive su una base/supporto comprensiva dello spazio di alloggiamento per un piccolo touch con il video del santuario e il viaggio immersivo 3D nelle grotte di Spinera (2c). Accanto ci sarà un altro pannello didattico dedicato agli altri culti e una piccola vetrina per i materiali del santuario di Borno (1c) A destra: Plastico del santuario (già esistente) con uno spazio gioco per i bambini. Sopra il plastico sarà riproposto un grande pannello con il disegno ricostruttivo del santuario (4d misure 200 x 150 cm). Al centro, in fondo alla sala si troverà la statua verso cui convergeranno le attenzioni del visitatore. Il fondale della statua dovrà essere di un colore che rimandi all’acqua, come elemento connotativo della sezione. Anche la base della statua rimanderà all’acqua, con un incavo entro cui scorrerà acqua corrente, e sopra di essa si troveranno l’elmo e la mensa votiva triangolare con dedica a Minerva. A parete sarà appeso il capitello (500 kg) e in basso una grande base modanata. Nella parete di fronte saranno appese le piccole are votive con dedica a Minerva Esigenze dell’illuminazione: i massi con incisioni graffite andranno illuminati con luce radente. Si dovrà prevedere la fornitura di piccole lampade maneggevoli e manovrabili anche dal visitatore per muovere e adattare la luce alle diverse necessità di lettura dei segni. La placchetta bronzea della fase protostorica è reperto di particolare valore e raffinatezza, le cui decorazioni andranno valorizzate con luci, anche radenti. Le iscrizioni votive andranno valorizzate con luce anche radente. La statua della Minerva dovrà avere una luce dedicata.

SCALA Nella scala troveranno alloggiamento elementi lapidei vari e scritte con citazioni delle fonti antiche con riferimenti alle Alpi.

PIANO PRIMO

GLI ABITATI MINORI (titolo di fronte alla salita dalla scala). La sezione dovrà avere una parete colorata, con un colore naturale (tonalità di verde). La prima sala sarà interamente dedicata ai materiali della casetta di Pescarzo di Capo di Ponte. Entrando a destra i materiali saranno esposti in una grande vetrina a L (1.d) Al centro della sala la porta in legno sarà incorniciata all’interno di una struttura metallica che ne valorizzerà la forma e la funzione e allo stesso tempo creerà uno spazio protettivo dedicato al reperto ( 12). Una porta reale, ricostruita con assi di larice accostate, collegherà la sala a quella successiva, fornendo un confronto didattico e di più facile leggibilità per il reperto (fornitura a parte). A destra ci sarà un pannello generale sul sito (4.a 50 x 160 cm) Sopra la vetrina pannelli con contenuti didascalici ( 4.b misure 140 x 50 cm e 240 x 50 cm) Di fronte un pannello grande a tutta parete (5 misure 300 x 320 cm con foto scavo ecc.) e accanto porzioni di parete in tecnica a Blockbau e in opus craticium, riproposte con funzione didattica. Nella nicchia verrà riproposta la ricostruzione didattica dell’interno della casa (13) Si torna quindi nel corridoio dove a piena parete saranno ancorati fuori vetrina diversi laterizi bollati ( 15 a coprire uno spazio di 350 x 210 m) a suggerire il tema delle nuove tecnologie e dello sfruttamento delle risorse locali. Lo spazio successivo è dedicato agli insediamenti di Berzo Demo e Darfo B.T., presentati in un pannello generale di contesto. I materiali dai due siti saranno esposti in una vetrina (1.e misure 260 x 60 x 35 cm) con cappello in vetro e scaffale ripiano sottostante su cui saranno alloggiate macine e macinelli, con un rimando al tema dell’acquisizione di nuove tecnologie. Sopra la vetrina si troverà un pannello didattico (4.c misure 50 x 260 m) Nella parete di fronte (con finestra sulle montagne) una vetrina consentirà l’esposizione dei reperti di Borno-Lago Giallo, dove era probabilmente localizzata una fornace di laterizi (1.f misure 120 x 60 cm)) Il villaggio minerario di Berzo Demo permette di sviluppare il tema dello sfruttamento delle risorse (ferro, pietra, marmo e rimando a Cevo e Vezza d’Oglio). La parete di fronte alla vetrina degli abitati avrà funzione strutturale e sarà dedicata alle nuove tecniche edilizie, malta di calce e laterizi con laterizi, coppi, ricostruzione tetto ecc. (13 misure 420 x 320 m). Esigenze dell’illuminazione: luci dedicate, anche dal basso, dovranno illuminare la porta in legno, risaltandone la lavorazione e le trame del legno. Nel corridoio sarà importante illuminare correttamente la parete con i laterizi bollati, esaltando le iscrizioni dei bolli anche con luce radente.

ABITARE IN CITTÀ: LE DOMUS La sezione successiva introduce il tema della città e le forme dell’abitare in città, con nuovi agi e comodità e nuove tecniche edilizie introdotte dalla romanizzazione. Le case sono ora caratterizzate da pareti affrescate e intonacate e decorate con pavimenti a mosaico. Tubuli, impianto di riscaldamento e condutture idriche assicurano comfort e funzionalità. A piena parete, entrando a destra un grande pannello riproporrà la pianta di Cividate Camuno e la cartina delle città romane dell’Italia Settentrionale con rimandi a Brescia e alle città vicine (4.b misure 430 x 320 cm). Sulla parete opposta troverà spazio la fotografia aerea di Cividate Camuno (già presente in Museo). Al centro della sala sarà collocata una vetrina/isola con i materiali della domus di via Laffranchini, una delle più ricche emerse a Cividate Camuno, con impianto di riscaldamento, rivestimenti in marmi pregiati e elementi decorativi di pregio quale l’oscillum (1.h) Di fronte una vetrina con i materiali delle altre domus (via Tovini, via IV Novembre, via Broli 1.g) sopra la quale saranno un pannello con l’affresco di via Tovini e il titolo della sezione (3) A parete 3 pannelli vicino alle finestre illustreranno i contesti di provenienza dei materiali (uno per via Laffanchini, uno per via Tovini e uno per le altre domus). La domus di via Tovini, con un piccolo sacello, consentirà un approfondimento sui culti domestici e un collegamento con l’iscrizione agli Dei Penati. Di fronte si troveranno il pilastrino con Dioniso fanciullo e altri piccoli materiali lapidei (2.d)

ABITUDINI ALIMENTARI Dalla sala si accede a uno spazio di approfondimento sul cibo nel mondo romano con una vetrina con le anfore dalla città (1.n), con rimandi alla circolazione di vino, olio e salsa di pesce. Un pannello a piena parete illustrerà la carta di distribuzione e gli areali di provenienza delle anfore a indicare circuiti di traffico ad ampio raggio (4.d misure 260 x 235 cm). Di fronte si troverà un grande bacile da Cividate (base 2.e) e a parete un pannello sul cibo nel mondo romano (4e misure 260 x 320 cm). Si torna quindi nella sala delle domus con un ampio spazio dedicato a via Palazzo, in una sala che vuole porre l’accento sulla qualità e la ricchezza dei reperti e sull’otium. Nella sala si troverà un pannello generale sul contesto e una selezione degli abbondanti materiali provenienti dal sito. Una parete sarà occupata da un pannello strutturale con gli affreschi con uccelli acquatici, pertinenti probabilmente a uno spazio affacciato sul viridarium, il cui disegno sarà riproposto a parete (16). Sul fondo una lunga vetrina esporrà diversi frammenti di affresco policromo, insieme a elementi dei pavimenti a mosaico (1.i) adagiati su un letto di sabbia nera. Sopra la vetrina saranno appesi numerosi pannelli con raffinati affreschi. Nelle altre pareti della sala ci saranno da una parte un mobile-libreria (17) con libri e materiale di consultazione, da godersi in una comoda poltrona (21) e al di sopra una specchiera (20), posta accanto a frammento di una statua femminile e una piccola teca con spilloni e oggetti della toeletta femminile ( 1.m). Dall’altra parte ci sarà una vetrina/tavolo (1.l) con una selezione di materiali ceramici e metallici. Data l’abbondanza del colore negli affreschi nella sala di via Palazzo la parete di fondo degli affreschi dovrà essere scura se non nera. Esigenze dell’illuminazione: gli affreschi andranno adeguatamente illuminati.

GLI SPAZI PUBBLICI: TEATRO E ANFITEATRO La sezione che segue, localizzata in un ampio corridoio, è dedicata agli spazi pubblici. Il colore dominante sarà un giallo ocra che occuperà la parete con il titolo (3) in fondo al corridoio a destra, accanto alla scala di discesa al piano terra. A sinistra un plastico (fornitura a parte) riproporrà il quartiere degli edifici da spettacolo, con teatro e anfiteatro, mentre a destra una lunga vetrina (1.o misure 600 x 40 cm) esporrà i materiali dal teatro e dall’anfiteatro, illustrati da un pannello generale (4.a) e da un lungo pannello didascalico sopra la vetrina (4.b misure 600 x 50 cm) Nella sezione si troverà anche un touch-screen che consentirà approfondimenti sulla vita quotidiana nel mondo romano e sui verrà anche proiettato un video sui parchi archeologici della Valle Camonica romana.

TERME L’argomento successivo, sviluppato sempre nel corridoio, è costituito dalle terme. I reperti principali sono i mosaici, posti sopra un supporto (9) sopra cui si troverà un grande pannello didattico (4.c misure 700 x 130 cm). Accanto una vetrina esporrà alcuni reperti e le suspensurae in pietra del calidarium (1.p) In fondo al corridoio, verso le scale, si troveranno 3 erme dallo scavo del teatro e anfiteatro

SCALE Le scale che riporteranno al piano terra, saranno riempite di scritte relative alla storia delle scoperte archeologiche a Cividate Camuno.

IL FORO Si accede quindi al corridoio laterale del piano terra. Il corridoio è interamente dedicato allo spazio del foro, illustrato con una veste monumentale, caratterizzata dalla presenza di statue e elementi lapidei. La parete destra espone su una lunga pedana supporto (2f), articolata a diversi livelli e con alcune piccole vetrine, epigrafi e materiali architettonici, illustrati da un pannello di spiegazione generale (4.a) e contestualizzati da un disegno ricostruttivo a parete (4.b misure 180 x 180 cm). Sul lato corto, sulla base/pedana rivestita in cemento decorativo (2.g) si troverà il nudo eroico da via Palazzo. La parete di fondo della statua sarà rivestita di cemento decorativo colore rosso pompeiano- Sull’altro lato lungo una piccola vetrina sospesa (1.r) con relativo pannello (22) sarà dedicata a un approfondimento numismatico. Sulla parete/pannello che separa dall’ingresso troverà spazio un approfondimento sui marmi. Esigenze dell’illuminazione: la statua dovrà avere una luce dedicata. Le iscrizioni dovranno essere sottolineate anche da luce radente. Le monete andranno illuminate adeguatamente.

LE NECROPOLI L’ultima sezione è dedicata alle necropoli. Il colore dominante sarò l’oro. Il corridoio ripropone su una base strutturale (6) i materiali lapidei e le epigrafi, idealmente posti lungo una strada all’uscita dalla città, sormontati da pannelli didattici sul rituale funerario. Sul fondo i due cippi da un recinto funerario da Cividate Camuno e il titolo (3). Nelle sale trovano spazio i corredi di Borno, di Breno e di Cividate Camuno e il tesoretto di Braone. La sala di Borno ha al centro una vetrina/isola con gli abbondanti materiali della tomba 11 e con la relativa cassetta litica (1.u). Su un lato una lunga vetrina (1.t) con i restanti corredi, su cui si troverà un approfondimento didattico sulla scrittura e un pannello didascalia (4.b 150 x 30 cm) Nella stessa sala è una vetrina con i materiali di Breno (1.s) La seconda sala è incentrata sulla tomba a cassetta da Cividate via Broli e sulla necropoli di via Piana ( 1.z). I contenuti sono illustrati in un pannello generale. Segue quindi una sala con una lunga vetrina con i corredi da Cividate Camuno via Marconi (1.w) sormontata da un lungo pannello didattico e di fronte una vetrina con il tesoretto di Braone (1.v) e la riproduzione didattica delle monete (4.c) e accanto un pannello di spiegazione. Esigenze dell’illuminazione: Le iscrizioni dovranno essere sottolineate anche da luce radente. La tomba a cassetta dovrà avere una luce dedicata anche internamente per illuminare gli oggetti di corredo. Importante prevedere i punti luce dedicati a reperti particolari (es. tesoretto Braone).

AREA ARCHEOLOGICA Il percorso si chiude con la visita al cortile interno del Museo dove si troverà una piccola area archeologica, alcuni materiali lapidei e un pannello di spiegazione del contesto.

Cividate Camuno (BS), Museo Archeologico Nazionale Ingresso e Vano scala Elementi lapidei

Peso stimato n. ST Foto Luogo di conservazione Descrizione Dimensioni (cm) (kg) Materiale Provenienza Datazione

lastra/frammento di ciborio con Pieve di età 166858 Ingresso cornice a nastri e croce, lato dx largh 57; h 74; prof 14 130 Marmo altomedievale

lastra/frammento di ciborio con Pieve di età 166859 Ingresso motivi a nastro, lato sx largh 57; h 61; prof 11 70 Marmo Rogno altomedievale

Pietra di Pieve di età 166860 Ingresso capitello con volute a rosette, fr. largh 37; h 30; prof 27 70 Sarnico Rogno altomedievale

capitello a quattro foglie angolari, Pieve di età 166861 Ingresso integro largh 26; h 20; prof 26 35 Pietra Rogno altomedievale

Pietra di Pieve di età 166862 Vano scala - piano terra base di colonna a 4 foglie angolari largh 37; h 24; prof 37 80 Sarnico Rogno altomedievale

Cividate Frammento di altorilievo Camuno - 11557 Vano scala - piano primo raffigurante Attis h 36; circonf 60 25 marmo F.34, I NO I-II secolo d.C.

1/1 Cividate Camuno (BS), Museo Archeologico Nazionale Magazzini Elementi lapidei

Peso Luogo di stimato n. ST Foto conservazione Descrizione Dimensioni (cm) (kg) Materiale Datazione

tensostruttura GAMBONE! largh 57; h 74; prof 14 50 marmo bianco

ST 11559 tensostruttura busto maschile largh 32; h 28; prof 21 45 marmo bianco

tensostruttura busto femminile largh 35; h 32; prof 20 55 marmo bianco

erma anepigrafe, ST 166075 magazzino vecchio parte sup. mancante largh 60; h 30; prof 10 50

ST 166074 magazzino vecchio erma anepigrafe fr. largh 30; h 80; prof 10 65

ST 166073 magazzino vecchio erma anepigrafe fr. largh 30; h 145; prof 15 170 Mariotti p.182 ST 166072 magazzino vecchio BONAE DEAE largh 17; h 32,5; prof 7 10 n.4 epigrafe funeraria CLUVIA MENNICA, 4 pietra calcarea Mariotti p.181 ST 166071 magazzino vecchio frr. Ricomposti largh 54; h 57; prof 5 40 rossastra n.2

magazzino vecchio fr. di epigrafe largh 35; h 55; prof 50 260 no pubblic.?

1/1 Cividate Camuno (BS), Museo Archeologico Nazionale Giardino Elementi lapidei

Peso stimato n. ST Foto Descrizione Dimensioni (cm) (kg) Materiale Provenienza Datazione

angolo museo- base monumentale largh 140; prof 106; h marmo bianco grana tensostruttura funeraria (2 frammenti) 48 1900 grossa

largh 153; prof 60; h lato nord area cornice architettonica 34 750 marmo bianco

lato nord area suspensurae (3) h 50; diametro 15 30 arenaria rosso-violacea

base modanata di largh 195; prof 105; h lato nord area recinto funerario fr. 26 1300 pietra calcarea bianca Borno?

lungh 110; diametro lato sud area rocchio di colonna fr. 50 650 granito Adamello?

lungh 340; diametro lato sud area rocchio di colonna fr. 60 2700 granito Adamello?

h max 35; diametro base attica di colonna 82 500 marmo bianco

1/3 rocchio di colonna fr. h 64; diametro 60 485 pietra calcarea biancastra

lato sud area rocchio di colonna fr. h 100; diametro 50 530 pietra calcarea biancastra

capitello composito fr. (foglie d'acanto, astragalo, kyma ionico) largh 45; h 41; prof 40 180 marmo bianco

capitello corinzio fr. largh 34; h 20; prof 34 60 marmo bianco

elemento largh 166; h 55; prof paralellepipedo 82 2020 pietra calcarea bianca

elemento largh 167; h 58; prof paralellepipedo 83 2170 pietra calcarea bianca elemento largh 135; h 73; prof paralellepipedo 104 2700 pietra calcarea bianca elemento largh 155; h 43; prof paralellepipedo 110 1900 pietra calcarea bianca

epigrafe largh 49; h 44; prof 49 285 ultimo scavo

soglia largh 38; h 20; prof 40 90 arenaria rosso-violacea ultimo scavo

lato ingresso museo epigrafe largh 45; h 40; prof 60 280 pietra calcarea bianca

2/3 lato ingresso dado di semicolonna (?) museo (ST 96315?) largh 57; h 72; prof 73 750 pietra calcarea bianca

lato ingresso largh 44; h 79; prof museo blocco anepigrafe max 28 230 pietra calcarea bianca

lato ingresso museo base modanata largh 74; h 17; prof 74 230 pietra calcarea bianca

lato ingresso diametro 40 max, 28 museo cippo troncoconico (?) min; h 73 190 pietra calcarea

lato ingresso rocchio di colonna con museo lettera A diametro 36, h 66 180 pietra calcarea

lato ingresso diametro 45 max, 33 museo cippo troncoconico (?) min; h 68 215 pietra calcarea cassa: cassa: largh 63; h 30; 230 lato ingresso tomba a cassa litica (2 prof 50. Coperchio: coperchi museo frammenti) largh 70; h 7; prof 61 o: 80 scisto verde ?

3/3 Cividate Camuno (BS), Museo Archeologico Nazionale Sala Oltre la Vita Elementi lapidei

Peso stimato n. ST Foto Descrizione Dimensioni (cm) (kg) Materiale Provenienza Datazione

Pigna di coronamento di monumento 11552 funerario diametro 30, h 37 50 pietra calcarea bianca Cividate Camuno - via Marconi I secolo d.C.

Cippo funerario per Medo Crescente da pietra calcarea grigia 11582 parte del collegium fabrum largh 30, h 109, prof 28 240 (occhiadino?), non marmo Cividate Camuno - via Marconi casa Modena

Cippo funerario frammentario con iscrizione 11583 lacunosa largh 28, h 33, prof 21 50 pietra calcarea Cividate Camuno - via Marconi casa Damioli III-IV secolo d.C.

Cividate Camuno - terme loc. Broli propr. Virginio 11598 lastra con iscrizione uxor largh 43, h 41, prof 9 40 marmo bianco Troletti I secolo d.C.

5328 e 11631 Base di tomba a cassa litica largh 108, h 33, prof 62 400 pietra calcarea Cividate Camuno - via Broli I secolo d.C.

5329 e 11632 Coperchio di tomba a cassa litica (2 frr.) largh 123 (84+39), h 24, prof 75 450 pietra calcarea Cividate Camuno - via Broli I secolo d.C.

Cippo di recinto funerario decorato con 11637 figura togata largh 37, h 61, prof 46 270 pietra calcarea bianca Cividate Camuno - chiesa parrocchiale I-II secolo d.C.

Cippo di recinto funerario decorato con 11638 figura togata largh 37, h 61, prof 58 350 pietra calcarea bianca Cividate Camuno - chiesa parrocchiale I-II secolo d.C.

frontone di edicola funeraria con scritta 11649 Eugrafia Vale largh 51, h 16, prof 31 65 marmo bianco Borno - via Don Moreschi III-IV secolo d.C. cassa: cassa: largh 50, h 39, prof 47; coperchio: 220; 48064 Tomba a cassa litica (cassa + coperchio) largh 63, h 6, prof 55 coperchio:cassa: pietra locale Borno - via Don Moreschi I-II secolo d.C. 300; cassa: largh 88, h 35, prof 45; coperchio: coperchio: 48067 Tomba a cassa litica (cassa + coperchio) largh 105, h 20, prof 50 280 pietra locale Borno - via Don Moreschi I-II secolo d.C.

1/2 Inferiore (Sull'inventario da Cividate 49966 Stele funeraria con ritratti dei Purpurarii largh 58, h 151, prof 34 700 arenaria giallastra Camuno - via Nova 17 scoperta nel 1984) I-II secolo d.C.

pietra calcarea (non 933 Bergamo ara funeraria di Caius Gavius Primus largh 90, h 80, prof 74 1350 marmo) I-II secolo d.C.

935 Bergamo ara funeraria di Lucius Sasius largh 67, h 130, prof 60 1400 pietra calcarea bianca Borno II secolo d.C.

pietra calcarea 936 Bergamo ara funeraria di Lucius Statius Valens largh 49, h 78, prof 37 380 (occhiadino?) Malegno I-II secolo d.C.

2/2 Cividate Camuno (BS), Museo Archeologico Nazionale Sala Dei ed Eroi Elementi lapidei

n. ST Foto Descrizione Dimensioni (cm) Peso stimato (kg) Materiale Provenienza Datazione

11558 Pilastrino con Dioniso fanciullo largh 30, h 94, prof 24 170 marmo bianco Malegno - casa Milani II secolo d.C. mensa votiva con dedica a Mercurio di Caius 11568 Fenestellius largh 80, h 18, prof 65 250 pietra locale Borno - chiesa parrocchiale I secolo d.C.

Base di edicola con dedica a Mercurio di Lucius 11569 Seconius Zosimus largh 38, h 25, prof 28 70 pietra locale Cividate Camuno - chiesa parrochiale I-II secolo d. C.

11578 mensa votiva con dedica a Minerva di Vesbaedus largh 69, h 7, prof 50 65 pietra locale - arenaria? Borno - Villa Baioni I secolo d.C.

11579 Base con dedica di Lucius Saeconius Reburrus largh 52, h 17, prof 20 45 marmo bianco Borno - Villa Baioni I-II secolo d. C.

11584 Targa votiva dedicata agli Dei Penati largh 56, h 13, prof 9 18 marmo di Vezza d’Oglio (?) Cividate Camuno - via Roma II-III secolo d.C.

Cividate Camuno - chiesa di Santo 11585 Frammento di mensa votiva con la scritta donum largh 79, h 13, prof 53 140 arenaria Stefano I-II secolo d. C.

Elemento architettonico angolare decorato con 11648 serpenti largh 44, h 42, prof 27 130 pietra calcarea locale Cividate Camuno I secolo d.C.

circonferenza 160, h 150; base 50 x statua: 830; base: 146721 Statua di nudo eroico Huftmantel Typus 30 x 30 120 marmo di Vezza d'Oglio Cividate Camuno - via Palazzo I secolo d.C.

statua: 1000; circonferenza 160, h 180; base 60 x base: 130; elmo: 53219 Statua di Minerva con elmo 75 x 11 non calcolato marmo pentelico Breno - santuario di Minerva I secolo d.C.

53221 Arula con epigrafe a Minerva da parte di Q(uintus) largh 24, h 32, prof 20 42 pietra locale Breno - santuario di Minerva I secolo d.C.

1/2 Arula con epigrafe a Minerva di L(ucius) D(edius) 53223 P(rimus) largh 22, h 43, prof 7 17 marmo Breno - santuario di Minerva I secolo d.C. Mensa triangolare di L. Naevius Secundus con 53232 dedica a Minerva lato 63, h 12 57 marmo Breno - santuario di Minerva I secolo d.C.

53233 coronamento di ara largh 35, h 14, prof 35 45 marmo Breno - santuario di Minerva I secolo d.C.

base modanata largh 55, h 24, prof 75 250 pietra calcarea

53228 Capitello a sofà di pilastro largh 112, h 31, prof 58 500 marmo Breno - santuario di Minerva I secolo d.C.

163324 NON CORRISPONDE Erma di Marziale largh 29, h 125, prof 15 145 Calcare grigio; serpentino? Cividate Camuno - anfiteatro I secolo d.C.

163326 NON CORRISPONDE Erma di Claudio (2 frr.) largh 29, h 147 (62+85), prof 12 135 Calcare grigio; serpentino? Cividate Camuno - anfiteatro I secolo d.C.

163915 NON CORRISPONDE Erma di Tiberio Claudio Restituto (3 frr.) largh 30, h 154, prof 13 160 Calcare grigio; serpentino? Cividate Camuno - anfiteatro I secolo d.C.

2/2 Cividate Camuno (BS), Museo Archeologico Nazionale Sala Civitas Camunnorum Elementi lapidei

Peso stimato n. ST Foto Luogo di conservazione Descrizione Dimensioni (cm) (kg) Materiale Provenienza Datazione

Sala Civitas Camunnorum - Cividate Camuno - via Pladicio 11630 parete blu Capitello corinzio largh max 68, h 41, prof 51 300 pietra calcarea Casdiano I secolo d.C.

Sala Civitas Camunnorum - Frammento di statua huftmantel 11551 parete blu typus largh 43, h 42, prof 17 75 Marmo bianco Cividate Camuno - via Rimaldo I secolo d.C.

Sala Civitas Camunnorum - largh 35, h max 20, h min 8, 11561 parete blu Mensola prof 60 80 marmo? Cividate Camuno - chiesa di S. Stefano I-II secolo d.C.

11563 Sala Civitas Camunnorum 3 suspensurae diametro max 18, h 60 40 Pietra Simona Cividate Camuno - terme I-II secolo d.C.

Sala Civitas Camunnorum - 11570 parete blu Epigrafe SACERDOS AVGVSTI largh 82, h max 82, prof 16 280 pietra calcarea Cividate Camuno - chiesa parrocchiale I secolo d.C.

Sala Civitas Camunnorum - Erma con dedica a Lucio Teudicio 11572 parete blu Frontone largh 30, h 82, prof 17 100 pietra calcarea Cividate Camuno - dalla torre medievaleI-II secolo d.C.

Sala Civitas Camunnorum - 11592 vetrina 02 epigrafe a Iside da CVS- sollevabile da una persona marmo Cividate Camuno - via Cortiglione I-II secolo d.C.

Sala Civitas Camunnorum - Cividate Camuno, loc. Broli (scavo 11599 vetrina 02 arula a Iside regina sollevabile da una persona marmo Terme)

Sala Civitas Camunnorum - arula a Fortuna da parte di Lucio 11600 vetrina 02 Lucrezio Maggiore sollevabile da una persona Marmo Cividate Camuno - terme I-II secolo d.C.

Sala Civitas Camunnorum - 11654 parete blu Capitello di lesena largh 58, h 48, prof 12 90 marmo Cividate Camuno - via Rimaldo I-II secolo d.C.

Sala Civitas Camunnorum - 67592 parete blu Oscillum diametro 30, h 4 8 Marmo Cividate Camuno - via Laffranchini I secolo d.C.

1/2 Sala Civitas Camunnorum - Base onoraria al cavaliere Marco pietra calcarea 136739 parete blu Teudicio Vero largh 65, h 90, prof 29 450 (?) Cividate Camuno - presso attuale ponte I-II secolo d.C.

Sala Civitas Camunnorum - Lastra con iscrizione di titolatura largh 95, h max 68, h min 53, 136740 parete blu imperiale AVGVS prof 18 290 pietra calcarea Cividate Camuno - presso attuale ponte I secolo d.C. frammento di statua raffigurante Sala Civitas Camunnorum - Erote nudo con mantello 136741 vetrina 01 sollevabile da una persona marmo Cividate Camuno - via Laffranchini I-II secolo d.C.

Sala Civitas Camunnorum - epigrafe a Iside e Serapide da parte 11573 vetrina 02 di Tertia sollevabile da una persona marmo Cividate Camuno - via Cortiglione I-II secolo d.C.

934 Sala Civitas Camunnorum - Epigrafe funeraria al magistrato Museo BG parete blu Quinto Antistio Valente largh 84, h 74, prof 62 1050 pietra calcarea Bienno I secolo d.C.

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